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Commedia carina ma niente più, dolcemente piacevole soprattutto nell’ultima parte del secondo volume (consiglio di leggerlo intorno al periodo natalizio). A fargli difetto è una lampante scarsità di situazioni. Il manipolo di protagonisti venutosi a creare si muove - a scatti - da un posto all’altro cercando di adattarsi al contesto, peccato che il campionario di soluzioni si riveli piuttosto povero e spesso ripetitivo.
Sì, strappa qualche sorriso, tuttavia in oltre 600 pagine (per quanto piccole), spalmate su 2 volumi, l’evoluzione dei singoli avviene veramente a fatica narrativamente parlando; se si considerano le sporadiche apparizioni di elementi “al di fuori del gruppo” quasi la totalità dello spazio è completamente occupata da loro, tra l’impiego che ne è stato fatto e la resa il rapporto è estremamente deficitario.

Quella che in teoria doveva essere LA protagonista, dato che dà pure il titolo alla serie, Kamiyama, pare quasi un personaggio secondario; nonché inspiegabilmente tettoruta (skill sfruttata praticamente mai e messa lì tanto per… catturare l’occhio in copertina?!).
Kominato è il narratore e quindi riveste un po’ il ruolo di personaggio principale, però a rubare letteralmente la scena è la vulcanica Harusame Amano, con la sua… amica?! – Arai è troppo indecifrabile, e sovente deus ex machina, priva del carisma necessario per imporsi andando oltre il proprio ruolo di capoclasse.

Leggera LN su uno sparuto gruppetto di studenti che cerca di affrontare la propria ansia sociale. Manca del piglio che faccia incollare alle pagine in quanto non si sbilancia mai e, procedendo ad una velocità da crociera che caratterizza l’intera esposizione dell’opera, ci conduce alla conclusione di questa lettura… “frugale”.
Graziose ma monotone le illustrazioni.