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10.0/10
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“Memories” è un film composto da tre storie slegate fra loro, per genere, toni e direzione artistica, frutto dell’operato delle menti e delle mani di alcuni tra i professionisti del settore più conosciuti degli anni ‘90.
Mi perdoneranno, ma trovo inutile citare i nomi dello staff, perché quel che importa è l’arte che si produce dall’estro di tali professionisti e non i loro nominativi.

Riassumendo in breve la trama dei tre episodi che compongo questo film, il primo di essi avrà un’ambientazione spaziale e sarà al limite tra l’onirico e il surreale, però prestando particolare dovizia nel presentare minuziosamente, sia teoricamente che specialmente visivamente, tutte le strumentazioni altamente avanzate, fattore che creerà un contrasto non da poco, specialmente nella mente dello spettatore, che viene spronato e esortato a non credere all’incredibile, forte di una base scientifica.
Figuratamente, si nasconde nella nicchia nichilista, che ci viene rappresentata, una realtà disillusa, dell’effimero e non imperituro mondo che è la vita umana, tra amori e dolori, ricordi e speranze, tutto sommerso nell’immensità dello spazio profondo.

Per il secondo spezzone, al contrario ci ritroveremo in una realtà fin troppo contemporanea, in parte ridicolizzata, ma sicuramente una buona rappresentazione del mondo moderno, così attaccato ai propri doveri, da diventare ciechi, obnubilati da una smania di riuscire ad ogni costo, lasciando alle nostre spalle tutto e tutti, con un tremendo e stridente taglio comico, che lo fa sembrare un circo dei divertimenti, dove gli animali ammaestrati non siamo altro che noi stessi, e il tendone con i suoi clown non è altro che questa società permeata dai suoi burocrati, omini fantoccio, senza un briciolo di logica, che si scontrano con il benessere comune della comunità che dovrebbero invece proteggere.

Infine, l’ultima realtà presentataci sarà molto più delineata sul piano macro, cioè enfatizzandone gli aspetti politici e la gerarchia vigente, in tale mondo di fantasia, tra una realtà futuristica ma terribilmente indietro, per quanto concerne l’identità personale, il pensiero critico o semplicemente la possibilità di avere una concreta aspettativa di pensiero unico.

Da ognuno di essi, si diramano e moltiplicano gli aspetti e le riflessioni che ci si potrebbe fare, strettamente legati a doppio giro, ai titoli a loro collegati, cioè, in ordine di trasmissione, “Magnetic Rose”, “Stink Bomb” e “Cannon Fodder”, che fanno parte integrante, come una chiave di volta, di un criptico messaggio, per decifrare e svelare la morale insita in ognuno di questi racconti.
Tale ricerca di una spiegazione è un fattore non univoco e di potenza ben diversa, per ognuno degli spettatori che visioneranno tale opera, però quel che rimane è lo stato dell’arte, racchiusa in ogni elemento costituente questo film, che genererà un qualcosa di più.

Ovviamente, non essendo un esperto delle tecniche di fondo utilizzate in ogni singola scena, non posso effettuare una dissertazione chirurgica di quello che viene presentato su schermo, però, come spero, tantissimi altri appassionati potranno vedere e rimanere meravigliati dalla bravura e dote artistica di cui è pregno tale film animato, con tre stili ben diversi, per ogni storia, che permettono di coadiuvare e aumentare in potenza l’emozione e l’esperienza dello spettatore, a seconda del significato che ognuno di noi riuscirà a carpire e intercettare.
Gli autori riusciranno nel creare un’opera che farà aumentare esponenzialmente le aspettative e l’immersione, quasi reverenziale, per quanto mi riguarda, rispetto alla bravura e bellezza insediate dentro ogni singolo frame, di cui non posso che ammirare e rimanere piacevolmente scosso, elemento prettamente disgiunto dai vari messaggi di fondo che sottostanno alla trama, ma mera opinione rispetto alle animazioni in sé.

Tale baraonda emotiva sarà sospinta e accentuata grazie al comparto sonoro, che riuscirà a rivaleggiare e sgomitare per prendersi la scena con la parte grafica, riuscendo a fare quello che ci si aspetterebbe da una OST, cioè ammaliare, collegare, amalgamare perfettamente ciò che si sta guardando, con le emozioni e i sentimenti che si vuole far scaturire da esso, concedendosi anche di avere una propria identità artistica e non essere mero supplemento o orpello estetico, riuscendo a fare un lavoro magistrale, nel non perdersi e anzi esistere come parte dell’opera stessa e musica a sé stante.

In conclusione, posso dire che personalmente ho voluto dare una valutazione massima a tale opera d’arte, ritrovando in ogni suo elemento un livello artistico altissimo, ma specialmente perché è riuscita a farmi provare emozioni, forti e reali, per quello che rappresentava e voleva esprimere, e non solo questo, arrivando a diventare un qualcosa di più della mera somma delle sue parti, non essendo solo una bella trama, con delle ottime animazioni e una buona musica, ma un veicolo di sentimenti, che vengono trasportati e sostenuti dalle memorie e esperienze di vita, di ognuno di noi.