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"Children of the Whales" di Abi Umeda edito da Star Comics, è una serie di genere shoujo che si è da poco felicemente conclusa con il 23° esimo volume.
Il mio approccio a questa serie è avvenuto in seguito alla visione dell'anime, che si chiudeva molto prima della fine vera e propria, lasciando molte, troppe cose in sospeso; da qui, la mia curiosità di sapere come continuava questa storia che mi ha emozionato, commosso e diverse volte straziato, per la crudeltà di certe situazioni molto dolorose che si trovano a vivere i vari protagonisti di questa insolita epopea.

Questo fantasy è ambientato in un mondo post/apocalittico, tutto ricoperto da un immenso mare di sabbia che sembra non avere confini, e inghiottire ogni cosa vivente o inanimata. Non ci viene detto cosa sia successo prima, né perchè il mondo sia ridotto ad una distesa di sabbia.
I protagonisti sono gli abitanti della Balena di Fango, adulti e soprattutto bambini/adolescenti come Chakuro, l'archivista che registra tutti i fatti che accadono a bordo di questa misteriosa nave/isola che viaggia alla deriva, senza una meta da raggiungere. Il suo incontro con Lykos, sopravvissuta su un'isola abbandonata, porterà molti cambiamenti, anche molto dolorosi.
Molti di questi giovani, detti 'marchiati', hanno sviluppato il potere della Thymia, una capacità che permette loro di trarre diversi vantaggi e benefici, ma che accorcia di molto le loro vite; questo 'dono' è uno dei misteri legati alla Balena di Fango, e il suo svelamento porterà una serie di conseguenze e azioni da parte dei suoi abitanti, che cercheranno di mutare il loro tragico destino, mettendosi alla ricerca di una terra che possa accoglierli e liberarli. Questo li porterà ad incontrare altri popoli, a volte amici, a volte ostili.

Se all'inizio, non sembrano esserci altre isole galleggianti o terraferma abitate, presto e in maniera drammatica e terribile, gli abitanti della Balena di Fango entreranno in contatto con altre navi decisamente più bellicose e pericolose, isole dell'Impero, nazione governata da un misterioso Imperatore, di cui alla fine si riveleranno identità e intenti; il rappresentante più autorevole e inquietante di questa nazione è il generale Orca, personaggio che all'inizio appare odioso, il cattivo senza cuore per definizione, uomo privo di emozioni come tutti gli abitanti dell'impero; nel corso della serie, attraverso un corposo flashback, verranno svelati tutti i retroscena di una figura avvolta da un passato doloroso e tragico, 'vittima' di un sistema inumano, al punto da suscitare empatia nel lettore, un personaggio molto più complesso di quanto non appaia alla prima impressione.
Sua sorella Lykos, sopravvissuta che sale a bordo della Balena di Fango, lentamente riacquisterà le sue emozioni, si legherà e porterà nuove informazioni a Chakuro e gli altri.
Dietro le azioni dell'Impero, così come nel cuore della Balena di Fango si celano le ragioni del loro essere e agire: così scopriamo l'esistenza dei Nous, misteriose creature dalle origini incerte, alieni e parassiti, demoni o divinità venute chissà da dove, nefasti esseri che condizionano le vite degli esseri umani, nutrendosi delle loro emozioni, o energia vitale. A loro è legata la leggenda dei demonas, esseri potenti in grado di contrastarli, e Orca si è messo alla ricerca di uno di loro, per scopi precisi.

L'origine dei Nous è avvolta nel mistero e solo in parte verrà chiarita attraverso qualche indizio; la loro volontà e la loro psicologia non è sempre comprensibile, e il loro concetto di vita è molto diverso da quello degli esseri umani; l'autrice è rimasta volutamente vaga, cosa che ha creato qualche confusione di interpretazione, e non è ben chiaro se questi esseri abbiano avuto un'evoluzione a contatto con gli esseri umani, nè quanto ne siano stati influenzati. Solo sul finale, si intuisce che in origine ci fu un legame piuttosto profondo, che si svilupperà in un'idea folle e contorta, la concezione utopistica di un mondo perfetto e felice, senza odio e conflitti.

Folli sono alcuni dei personaggi, come Liontari, un ragazzino dell'impero senza emozioni positive, che pare dominato unicamente dalla voglia di uccidere e distruggere la Balena di Fango e tutti i suoi occupanti, per questo ancora più detestabile dello stesso Orca che ha ben altre motivazioni, per cui lo vedremo trasformarsi in un ribelle.

Cosa rappresenta la figura di Liontari nel contesto generale dell'opera?
Credo sia la rappresentazione dell'aberrazione dell'essere umano, privo di emozioni positive, che non conosce empatia, incapace di rapportarsi agli altri in maniera sana.
Liontari è un pupazzo, un giullare senza sentimenti ed emozioni, una sorta di mostro corroso dall'oscurità, che ha perso ogni contatto con la sua umanità, del tutto privo di legami tranne quello con Orca, e sembra proprio questo a renderlo folle e disperato. La sua 'fine' che può essere letta come un 'nuovo inizio' credo sia da interpretare proprio in quest'ottica.

I personaggi non sono pochi, ma quelli che spiccano per il loro ruolo sono Ouni, un ragazzo particolarmente dotato, con un origine misteriosa legato alla nave/isola, il capitano Shuan incaricato della sicurezza, figura tormentata che cerca di non legarsi a chi ha il destino segnato, il capo villaggio Suon, un 'non marchiato' senza poteri, ragazzo mite incapace di ricorrere alla violenza anche quando si tratta di difendere se stesso; sono tutti personaggi con caratteristiche precise e una valenza all'interno della storia, e affrontano un percorso decisivo.
Le due figure chiave da cui tutto parte sono però Chakuro e Lykos, che rappresentano l'unione tra due realtà differenti e costruiscono un legame di amicizia che diventa solido, una prospettiva aperta verso il futuro.

"Children of the Whales" può essere interpretata come una favola crudele, dove sono i bambini a soffrire e morire; le tematiche sono le più varie, alcune appena suggerite, altre più approfondite.
Si trovano concetti filosofici interessanti, ma un poco astrusi e non di immediata comprensione; vita, morte, rinascita, colpa e castigo, perdita e riscoperta dei sentimenti, il bisogno di conservare la propria identità, valore e importanza delle emozioni umane che rendono l'uomo la creatura che è.
La Balena di Fango può essere considerata un microcosmo, dove tutti solo legati e uniti nel perseguire un obiettivo, remare tutti nella stessa direzione per vivere serenamente nel solo mondo che gli abitanti dell'isola conoscono, un posto denso dei ricordi di tante vite felici e pure infelici.
C'è la ricerca della felicità, della libertà dall'odio, la guerra e la sofferenza, forse un'utopia inseguita da chi non ha compreso, che tutto nella vita è collegato, passato, presente e futuro, e tutti i ricordi anche quelli più dolorosi e tristi sono una ricchezza da conservare.
L'idea che per costruire un mondo nuovo e perfetto si debba distruggere quello vecchio, è un concetto che stride col desiderio di vita e libertà inseguito dagli abitanti della Balena di Fango, che non vogliono perdere se stessi e la loro identità; sarà l'ultimo miracolo a salvare la situazione, a far comprendere la verità, in un finale che pecca di qualche ingenuità, in buona misura commovente e consolante, che lascia aperta una finestra sul futuro.
I disegni di Abi Umeda sono una meraviglia, delicati, morbidi, poetici anche nella scene più drammatiche, il tratto è armonioso; le figure esteticamente sono proporzionate, quasi femminili, ma molto espressive nella resa degli sguardi. Le tavole sono di ampio respiro, ricche di dettagli quando serve; in definitiva, uno stile che ho apprezzato tantissimo, e il grande formato di questa edizione ha dato risalto alla grafica.
Una storia coinvolgente, diversa dal solito, che sa trasmettere forti emozioni, la consiglierei a chiunque, non solo agli amanti del fantasy.