Recensione
Insomniacs After School
7.0/10
Forse la solita storia d'amore tra due ragazzi, forse l'ennesima serie che culmina con un'avventura nella seconda parte dell'opera in cui sboccia l'amore tra i due protagonisti. Tuttavia, inizialmente non sembra così, sembra esserci qualcosa di nuovo: l'insonnia. Non è una passione a legare i protagonisti, bensì ciò che i due odiano, ciò che i due ritengono essere una loro unicità, eppure proprio da essa nasce un'amicizia che si evolverà fino a diventare amore. Tutto sommato, la storia rimane prevedibile dalla seconda metà in poi, dove accade ben poco e il ritmo rallenta rispetto ai primi episodi dove i protagonisti, oltre a far conoscenza tra di loro, trovano un gruppo di amici con cui condividere le avventure del proprio club.
Il problema dell'insonnia tuttavia non viene scavato a fondo e viene lasciato in secondo piano nella seconda metà della serie. Non proprio un punto di forza, che fa sì che l'originalità dell'opera vada a perdersi verso la fine.
Nei meriti della scrittura della sceneggiatura non vi è nulla da dire, credibile e ben scritta, senza eccedere nel grottesco (e non è l'obiettivo dell'opera) e senza risultare troppo meccanico. Infatti i due personaggi hanno una loro personalità che riesce ad emergere episodio dopo episodio.
Una lode speciale bisogna darla al montaggio: mi è rimasto impresso un passaggio molto toccante, quello del primo bacio che si danno i due protagonisti. All'inquadratura del loro bacio segue uno stacco e l'inquadratura di due onde che si infrangono, con l'effetto sonoro di un "clap" che va a riprendere il rumore delle labbra dei due personaggi. Non è l'unica trovata della serie, che da questo punto di vista risulta essere sopra la media rispetto a tutti gli scolastici sentimentali.
Punto debole della serie è la lentezza e la mancanza di eventi che rende la serie incentrata unicamente al viaggio-vacanza degli ultimi episodi. I personaggi secondari sono lasciati al caso, senza che diano il loro apporto alla storia, fatta eccezione per Yui Shiromaru, colei che ha insegnato le basi della fotografia al protagonista Ganta.
Tecnicamente e dal punto di vista della messa in scena siamo di fronte a una produzione in stile studio system hollywoodiano, ovvero una delle tante serie di Liden Films destinata a sfruttamento commerciale. Questa casa di produzione realizza decine di serie all'anno, per questo motivo la qualità tecnica è quella che è, ma alla fine sufficiente.
La serie rimane una delle tante di questo genere tanto esplorato dai registi giapponesi, seppur con qualche novità dal punto di vista della trama, e qualche chicca nel montaggio e nel sonoro. Non si tratta di una delle migliori opere del genere scolastico-sentimentale, ma neanche di una delle peggiori, siamo al centro.
Di seguito le valutazioni.
Scrittura filmica: soggetto 68/100; sceneggiatura 70/100; essenzialità, coerenza e ridondanza informazioni 9/10.
Messa in scena: character design 40/50; doppiaggio 7/10; sfondi e fondali 7/10; animazione tecnica, fotografia e luci 33/50.
Colonna sonora: canzoni 8/10; musica e rumori 24/30.
Montaggio: montaggio, ritmo, tecnica 25/30.
Analisi critica: originalità, spirito critico e significati 66/100.
Totale: 357/500, ovvero 70,4.
Il problema dell'insonnia tuttavia non viene scavato a fondo e viene lasciato in secondo piano nella seconda metà della serie. Non proprio un punto di forza, che fa sì che l'originalità dell'opera vada a perdersi verso la fine.
Nei meriti della scrittura della sceneggiatura non vi è nulla da dire, credibile e ben scritta, senza eccedere nel grottesco (e non è l'obiettivo dell'opera) e senza risultare troppo meccanico. Infatti i due personaggi hanno una loro personalità che riesce ad emergere episodio dopo episodio.
Una lode speciale bisogna darla al montaggio: mi è rimasto impresso un passaggio molto toccante, quello del primo bacio che si danno i due protagonisti. All'inquadratura del loro bacio segue uno stacco e l'inquadratura di due onde che si infrangono, con l'effetto sonoro di un "clap" che va a riprendere il rumore delle labbra dei due personaggi. Non è l'unica trovata della serie, che da questo punto di vista risulta essere sopra la media rispetto a tutti gli scolastici sentimentali.
Punto debole della serie è la lentezza e la mancanza di eventi che rende la serie incentrata unicamente al viaggio-vacanza degli ultimi episodi. I personaggi secondari sono lasciati al caso, senza che diano il loro apporto alla storia, fatta eccezione per Yui Shiromaru, colei che ha insegnato le basi della fotografia al protagonista Ganta.
Tecnicamente e dal punto di vista della messa in scena siamo di fronte a una produzione in stile studio system hollywoodiano, ovvero una delle tante serie di Liden Films destinata a sfruttamento commerciale. Questa casa di produzione realizza decine di serie all'anno, per questo motivo la qualità tecnica è quella che è, ma alla fine sufficiente.
La serie rimane una delle tante di questo genere tanto esplorato dai registi giapponesi, seppur con qualche novità dal punto di vista della trama, e qualche chicca nel montaggio e nel sonoro. Non si tratta di una delle migliori opere del genere scolastico-sentimentale, ma neanche di una delle peggiori, siamo al centro.
Di seguito le valutazioni.
Scrittura filmica: soggetto 68/100; sceneggiatura 70/100; essenzialità, coerenza e ridondanza informazioni 9/10.
Messa in scena: character design 40/50; doppiaggio 7/10; sfondi e fondali 7/10; animazione tecnica, fotografia e luci 33/50.
Colonna sonora: canzoni 8/10; musica e rumori 24/30.
Montaggio: montaggio, ritmo, tecnica 25/30.
Analisi critica: originalità, spirito critico e significati 66/100.
Totale: 357/500, ovvero 70,4.