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Quando ho iniziato a leggere 'My genderless boyfriend' di Tamekou, autrice più nota per opere yaoi, avevo delle aspettative un po' diverse, che sono state disattese da una trama che parte in maniera frizzante e si sviluppa mantenendo toni leggeri da commedia romantica, piacevole da leggere, a suo modo divertente, ma senza particolari pretese, dove non si approfondiscono questioni di fluidità di genere e relative problematiche.

Serie che si risolve frettolosamente in cinque volumi, mentre la tematica sarebbe molto più complessa di come ci viene presentata qui; sarebbe stato interessante sviluppare di più personaggi e situazioni, che restano all'acqua di rose e non acquistano mai spessore psicologico. I protagonisti si muovono nel mondo dei social, nell'ambito della moda, fatta di vestiti, trucchi, lancio di fenomeni mediatici e di costume, presentando un mondo scintillante, rutilante e colorato, in apparenza innocuo, dove contano le visualizzazioni e il gradimento del pubblico, che si lascia sedurre da fenomeni di costume, personaggi e idol costruiti ad arte, che spariscono nell'arco di una stagione, al massimo due.

Questa per me è stata la parte più noiosa, non avendo io alcun interesse per l'aspetto puramente social della comunicazione, che oggi va per la maggiore.
Meguru Soma è un ragazzo dal fascino particolare che lavora nell'ambito della moda, un modello che adora vestirsi, truccarsi e curare la propria immagine, dotato di un aspetto delicato e femmineo, eterosessuale legato sentimentalmente ad una ragazza dall'aspetto pressoché ordinario, Wako Machida, office lady che lavora nella redazione di una rivista, innamoratissima del suo ragazzo, e pronta a supportarlo in modo quasi maniacale.

Le parti del manga che mi sono piaciute di più sono le interazioni quotidiane e affettuose della coppia di fidanzati, conviventi innamoratissimi, pronti a sostenersi l'un l'altro, comprensivi e pieni di tenerezze, sempre positivi, allegri e sorridenti, social/dipendenti, forti di un'unione di anime e intenti che pare perfetta, forse troppo; è così che la mangaka li descrive in una storia dove una trama vera e propria quasi non esiste, a beneficio di una serie di bei ragazzi che appaiono e scompaiono, privi di carattere, affascinanti nel tratto, ma anonimi come Kira, un modello genderless, Sasame componente degli Unicorn Boys insieme a Meguru, coppia di idol costruiti sulla pura immagine estetica, ma dotati di scarsi e reali talenti.

Una commedia che si sviluppa con leggerezza, illustrando le apparenze, la superficie delle cose senza svelare i retroscena, forse si prende in giro bonariamente, ma non prende posizione su nulla e in sostanza non va da nessuna parte. Un ambiente edulcorato dove non c'è tensione, invidia, competizione o difficoltà, tutti elementi assenti nella storia, che l'avrebbero resa più interessante, concreta e magari un poco più profonda. Nonostante le apparenze, Meguru è un giovane con la testa sulle spalle, sempre corretto, che si impegna seriamente in quello che fa, deciso comunque a inseguire il suo sogno, alla fine, capace di comprendere quale sia la strada giusta da seguire, sempre insieme alla donna che ama. Wako è una donna che ama il suo lavoro e lo fa con grande impegno ed energia, lo stesso impegno che mette nella sua relazione con Meguru; la cosa più bella è questa accettazione dell'altro per ciò che è, il rispetto delle sue scelte autonome, forse il messaggio più importante, più vero e reale di tutta la serie, puntando l'attenzione sulla quotidianità di due persone che vivono semplicemente felici di ciò che hanno, tanto o poco che sia.

Sprazzi di realtà fanno capolino, cambi di percorso e di vita, ma tutto si affronta andando avanti insieme, con amore, coraggio e fiducia nel futuro.
I disegni della mangaka sono senza dubbio molto belli, le copertine coloratissime, il tratto è affascinante e le tavole sono pulite e lineari, una grafica che da sola regge una trama scarna. La mia impressione generale è che l'autrice abbia suggerito un' immagine ideale 'favolistica' di un mondo e di una società che ha abbattuto le differenze di genere e le accoglie come 'normalità'.
Meguru e Wako vivono in una bolla. Peccato che nella realtà non tutto è così semplice, immediato, o 'pulito', e sarebbe stato interessante scorgere qualcosa all'esterno di quella bolla, vedere le influenze e gli scambi.
Una lettura dolce, piacevole che non richiede grossi sforzi, ma quanto sarebbe stata più vera e profonda, se l'autrice avesse osato pestare di più il pedale della verosimiglianza, un po' meno quello della favola, per me sarebbe stata una lettura molto più coinvolgente.

Voto 6 e mezzo.