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Senza dilungarmi troppo sulla trama, "Tracce di sangue" si concentra sul particolare rapporto tra Seiichi e Seiko, rispettivamente figlio e madre.

In quest'opera il sensei Oshimi, come in tutte le altre, si concentra su un tema e con un mix di quotidianità e situazioni grottesche e al di fuori del naturale lo sviscera fino ad arrivare alla sua essenza più pura.
Tra i due protagonisti inizialmente sembra esserci un rapporto madre-figlio del tutto normale, anzi subito salta all'occhio la natura iperprotettiva della madre, sottolineata a più riprese dagli altri personaggi, di completezza e contorno per la narrazione. L'autore pian piano sviluppa ed evidenza le peculiarità e le anomalie di questo rapporto che culminerà in un evento estremamente destabilizzante per "l'allegra famigliola". Il tutto porterà alla luce tanti problemi intra ed extrafamiliari, causando ancor più scompiglio nella psiche di Seiichi, anch'egli costretto a combattere con sé stesso e l'immagine della madre. Un ulteriore evento (che non menzionerò per evitare spoiler) sarà la punta dell'iceberg e culminerà in una completa disfatta familiare.

In un successivo timeskip, negli ultimi 4 volumi, un adulto Seiichi, vedrà la sua vita sconvolta di nuovo dopo l'incontro col padre e successivamente con la madre. Anche qui, il protagonista, dovrà di nuovo fronteggiare i problemi non ancora superati con la figura materna, culminando in un finale che regalerà un senso di serenità a chi legge, e al protagonista.

Questa serie, realmente si legge in mezza giornata, sia perché la narrazione cattura il lettore, sia perché molte pagine sono prive di dialoghi. Quest'ultima caratteristica non è assolutamente una pecca, ma anzi un valore aggiunto poiché ci permette di ammirare la ben nota capacità del sensei di comunicare emozioni e parole attraverso gli sguardi e le movenze dei personaggi.