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Attenzione: la recensione contiene spoiler

Esattamente a un anno di distanza dalla saga de “Il villaggio dei forgiatori di katana”, lo studio d’animazione Ufotable è tornato ad allietare gli appassionati anime di tutto il mondo con il quarto arco narrativo del celebre manga scritto e disegnato da Koyoharu Gotouge: “Demon Slayer: L’allenamento dei pilastri”. Preceduto da un film, per buona metà recap della stagione precedente, della durata di circa cento minuti, l’anime introduce gli spettatori all’arco narrativo finale della storia, che sarà adattato in una trilogia di film: “Demon Slayer: Kimetsu no Yaiba - Il Castello dell'Infinito”.

Come al solito, la stagione si apre sullo scenario di morte e distruzione causato dal precedente combattimento e con la vista di un malridotto Tanjiro, che deve inevitabilmente riprendersi fisicamente, dopo lo scontro con le due Lune Crescenti, e mentalmente, dopo gli accadimenti che avevano visto protagonista Nezuko, ormai in grado di vivere anche alla luce del sole, risvolto che ancora necessita del dovuto chiarimento. Com’era facilmente prevedibile, la sorella del nostro amato cacciatore di demoni è diventata l’oggetto prediletto dell’interesse di Kibutsuji Muzan, da sempre attratto dalla possibilità di poter vivere anche alla luce del sole, raggiungendo così l’immortalità assoluta, nella sua forma più pura. Al fine di proteggere Nezuko e prepararsi all’inevitabile scontro con Muzan e i suoi seguaci, i Pilastri organizzano una serie di allenamenti, a cui prende parte la stragrande maggioranza dei cacciatori di demoni. L’obiettivo è chiaro: potenziare l’esercito di cacciatori, così da evitare che al primo serio pericolo vada in frantumi, e tentare di far manifestare le voglie (la stessa di Tanjiro) anche nei Pilastri.

Dopo i primi due episodi di rodaggio e introduzione, di cui il primo della durata di ben quaranta minuti, alla terza puntata ha inizio l’allenamento vero e proprio, con protagonista Tanjiro. Tra un flashback e l’altro – molto banale quello di Tomioka, che si scopre essere uno buono soltanto a farsi salvare dagli altri; decisamente più interessante, seppur non privo di cliché, come l’intera serie d’altronde, quello dedicato al Pilastro della Roccia, Gyomei – le puntate mantengono un buon ritmo, nonostante siano quasi tutte degli enormi filler, che in alcune occasioni arrivano a trasporre solo poche pagine del manga originale. Gli allenamenti dei vari Pilastri durano il giusto, senza occupare troppo tempo ma neanche troppo poco, fatta forse eccezione per un paio di essi, su cui ci si poteva soffermare un pelo di più. Inutile dire, che i momenti più importanti sono due: l’arrivo di Tanjiro da Gyomei e l’incontro, nel finale di stagione, tra Muzan e Ubuyashiki, che apre le porte alla guerra definitiva tra cacciatori e demoni. Restano da chiarire alcune cose, tipo la verità sull’esplosione causata dal capofamiglia; perché se quest’ultimo avesse realmente deciso di sacrificare, non tanto sua moglie che avrebbe anche potuto essere d’accordo con il piano, ma le sue due figlie, un posto d’onore nel settimo girone dell’Inferno non glielo toglierebbe nessuno. Al tempo stesso, non ho molto apprezzato il concetto stesso delle 'Azioni Ripetute', che hanno consentito a Tanjiro di spostare il masso di una delle durissime prove del Pilastro della Roccia. Trattandosi di uno shounen – di medio livello, per giunta – non credo servano spiegazioni troppo ricercate per giustificare il potenziamento del protagonista, tanto vale farlo accadere e basta. Infine, gli ultimi due episodi, che insieme durano più di un’ora, licenza ormai consentita soltanto ad un anime del calibro di “Demon Slayer”, chiudono molto bene la stagione, di cui molti, me compreso, vedrebbero volentieri il seguito.

Gli elementi sopra elencati, nonostante non siano esenti da difetti, basterebbero da soli per rendere questo arco narrativo migliore del precedente, ma mai come in questo caso bisogna fare i complimenti ad Ufotable per le splendide animazioni, soprattutto quelle dell’episodio finale, realizzato con cura maniacale. Molto buono anche il lavoro svolto dal comparto musicale, per quanto, non abbia particolarmente apprezzato l’opening, che ho trovato un po’ troppo melensa.

Nel complesso, una buona stagione, che ho trovato migliore della precedente e mette hype per il vero finale della storia.