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Mizu Sahara è un'autrice talentuosa, capace di affrontare i temi più difficili e spinosi con delicatezza estrema, e spesso, come è avvenuto con questa storia breve sviluppata in due intensi volumi, riesce a stupirmi.
Ho già letto altri lavori di questa mangaka ("Un'altra me", "Così come sei", sempre editi da Flashbook, editore che fa sempre delle belle edizioni) e non mi ha mai deluso, per le sue storie e per i bellissimi disegni dal tratto particolare e riconoscibile, accompagnati da acquerelli stupendi.

Una storia condita con un pizzico di fantasy, funzionale alla narrazione, un espediente geniale e insolito per affrontare l'elaborazione del lutto, tematica che si affronta nella storia.

Itsuya Tsuruda è una supplente di arte che ha la bizzarra capacità di dare vita a ciò che disegna, Toki è un ragazzino solitario, studente delle scuole medie affezionato alla sua unica parente, la nonna ottantenne con problemi di demenza senile; vorrebbe poter stare con lei, ma non potendo gestire un problema troppo grande per un ragazzino della sua età, viene affidato alla sua stramba insegnante.

Itsuya coabita insieme a Kon, una strana ragazzina che non frequenta la scuola, ma studia per conto proprio, e tra le due donne sembra lei quella più responsabile e severa. Superati i piccoli contrasti iniziali con Toki, i due giovani si avvicineranno gradualmente, sviluppando un legame di complicità destinato a rafforzarsi nel tempo, imparando a convivere ed aiutarsi a vicenda per superare le proprie insicurezze.
Itsuya sembra sempre spensierata e sorridente, l'aria da sognatrice con il blocco degli schizzi in mano, da cui fa uscire ciò che disegna neppure troppo bene, in realtà nasconde tanti segreti, desideri e dolori che si riveleranno lungo il racconto, e il suo percorso di vita coinvolge profondamente la stessa Kon, legata a lei da un rapporto molto forte, perfino "intimo" che si chiarirà nel finale.
Tutti i personaggi sono ben delineati, chiamati a fare il loro percorso di crescita, di accettazione del dolore e della perdita delle persone care, e come la nonna di Toki insegna, bisogna arrivare alla fine ed essere orgogliosi di come abbiamo vissuto la nostra vita, con i suoi errori e le sue cose belle.

L'elemento fantasy - i disegni che prendono vita - non è preponderante, è quasi solo un pretesto, ma è una strategia fantastica, un dettaglio delicato eppure potente, elaborato per affrontare qualcosa di così tragico e ineluttabile come la morte; questo fanno un po' tutti i personaggi - uno in particolare - in una vicenda che a tratti sembra dolce e leggera, perfino divertente, ma rivela profondità insospettabili.

Disegnare, dipingere può avere un effetto catartico, questo qualsiasi artista lo sa bene, sicuramente lo sa Mizu Sahara, autrice che tutti dovremmo leggere.