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5.0/10
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Hajime Kanzaka torna alla carica dopo il successo di “the slayers” di cui era l’autore della novel che poi è diventata un anime di successo. In Italia il titolo mi sembra suonasse più o meno così “Un incantesimo dischiuso tra i petali del tempo per Rina Inverse”.
Il cartone mi era piaciuto tantissimo e qui come in patria fu un successone.
Kanzaka a questo punto si unì alla disegnatrice Shoko Yoshinaka per farne un manga.
Sono la stessa coppia che ha pubblicato questo Lost Universe.
Devo ammettere che anche di Lost Universe c’è un anime ma non lo mai visto. Ho letto invece – nonostante la noia si facesse sentire già dal secondo volume – questo manga.
Il manga è arrivato in Italia anche perché Kadokawa nel 1999 era ancora uno dei principali partner di Marvel/Panini la quale era entrata nel settore manga con vari titoli di questa casa editrice giapponese quali Silent Mobious, Dark Angel e Elementalors.
Poi sono arrivati i titoli delle grandi case editrici ma diciamo la verità tutti gli editori aspirano a cercare perle anche negli editori minori… I tre titoli che ho citato prima erano alcune di queste perle Lost Universe è una porcheria con idee poche e mal sviluppate.
Il protagonista ha un bell’aspetto da bishonen e gli hanno messo al fianco anche l’assistente donna che non è brutta ma il problema è una trama di visto e rivisto.
Fantascienza condita da poteri esp, astronavi e azione.
All’inizio l’aspettativa è tanta e tutto sembra funzionare. Dopo l’episodio cinque quando sembra che inizi la vera storia ci troviamo nel vuoto o nel già visto o nel già immaginato.
Si sarebbe potuto giocare la carta del ecchi o dello shonen ai ma niente.. idee piatte con colpi di scena che non funzionano buttati li per alzare il livello, tutto inutile.
Rileggendolo oggi mi sento generoso e dare un cinque a quest’opera che è stata pubblicata già superata venticinque anni fa.