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"La leggerezza non è parente della superficialità, a differenza di quanto sostengono i superficiali che scambiano la pesantezza per profondità di pensiero" (Massimo Gramellini)

"My love Story" (Titolo originale: "Ore Monogatari" - "La mia storia") ha avuto il grande pregio di porre sotto una luce diversa e pertanto sdrammatizzare la maggior parte dei cliché delle storie d'amore tra adolescenti delle scuole superiori.
Sicuramente non lo posso annoverare tra le serie più significative della storia dell'animazione nipponica ma gli riconosco il pregio di aver provato a ribaltare il solito canovaccio della storia contorta e quasi impossibile o improbabile tra una ragazza - Rinko Yamato - molto carina, piccola, timida e impacciata alla probabile prima cotta e un ragazzo - Takeo Goda - molto particolare, dalle fattezze fisiche uniche (una sorta di energumeno simil wrestler) e dalla bellezza piuttosto insolita (ovviamente sto scherzando in quanto il protagonista maschile può essere definito il "brutto" più seducente degli anime romantici…)

"My love story" è una serie anche comica che funziona grazie alla originalità surreale del protagonista maschile Takoe Goda e sebbene sia classificata come genere Shoujio, racconta la storia d'amore dal punto di vista prevalentemente "maschile", lasciando un po' in secondo piano le "paturnie" di Rinko che invece sono tipiche di questo genere di opere. Per come si sviluppa la trama nel corso dei 24 episodi, il buonismo, il positivismo e la gentilezza che trasudano non solo i protagonisti ma anche i personaggi comprimari, io l'avrei intitolata "Il mio mondo perfetto": Takeo e Rinko vivono in una loro bolla, sospesi in un universo che si interseca con quello reale e che li fa apparire come due tontoloni ingenui ma che con il loro affetto reciproco a prova di bomba (sia Takeo, sia Rinko rifiutano con garbo e sensibilità avances) riescono a influenzare gli amici trasformandoli e rendendoli in un certo senso migliori secondo i classici canoni dell'amore e dell'amicizia.

"My love story" ribalta anche il cliché e il pregiudizio sui ragazzi belli e popolari: l'azione continua di riabilitazione dello sgraziatissimo ed eccessivo Takeo avviene proprio grazie al suo rapporto di amicizia e comprensione profonda con Makoto Sunakawa, il bello e impossibile della serie che frequenta Takeo da oltre dieci anni e che vivendo vicini condividono quasi tutto (ciò vale per Takeo, perché Makoto resta sempre una sorta di oggetto misterioso e sfuggente).
Makoto meriterebbe un'ampia digressione a parte: è una sorta di "deus ex machina", l'eminenza girigia di Takeo (e di riflesso anche di Rinko), un riferimento molto discreto ma sempre presente nei momenti più significativi della storia dei due protagonisti. La serie sembra quasi appiattirlo di proposito per esaltare una sorta di rivincita dei ragazzi come Takeo nei confronti di quelli che senza particolari impegni e sforzi riescono ad ottenere tutto.

“La gentilezza è come la neve: abbellisce tutto ciò che copre” (Kahlil Gibran)

Ma Makoto è un personaggio anche enigmatico: verso quello che gli accade intorno adotta sempre un atteggiamento tanto gentile quanto distaccato, tanto da farlo apparire come "atarassico". Gli unici momenti in cui sorride e sembra divertirsi di gusto sono quelli con le scemenze che compie o afferma Takeo. Di tale circostanza se ne accorgono tutti e ovviamente gli spettatori tanto da insinuare il dubbio che l'affetto di Makoto per Takeo vada oltre il profondo rapporto di amicizia.
Di certo è la spalla perfetta per i momenti più comici della serie: i suoi commenti, le sue espressioni alle stupidaggini che compie o afferma Takeo riescono ad essere esilaranti senza scadere nella demenzialità o peggio nella volgarità. In un certo senso Makoto sembra il perfetto gentleman con l'aggiunta della sopraffina sensibilità e capacità di prestare attenzione al prossimo e alle persone cui è affezionato.

Di contro, "My love story" potrebbe risultare un'opera un po' infantile e troppo indulgente, positiva. Rappresenta in modo edulcorato e comico le possibili situazioni di tensione, trasformando i momenti meno positivi in occasioni per trasmettere messaggi seri e morali su come le persone dovrebbero interagire. Tale approccio è molto evidente nei confronti del protagonista e di come lo giudicano i suoi compagni. In unìambientazione più realistica, un ragazzo come Takeo sarebbe stato emarginato per le sue peculiarità (di certo non bullizzato vista la sua mole e forza fisica) e, non a caso, la serie parte dalle possibili premesse di presa in giro e isolamento per far si che poi alla lunga compagni e amici e amiche cambino considerazione e atteggiamento nei suoi confronti. Alludo a mero titolo di esempio, l'atteggiamento iniziale delle compagne di Rinko dopo aver visto Takeo come suo ragazzo.

"My love story" diventa pertanto l'elegia dei buoni sentimenti, della bontà e della gentilezza, che fa passare anche i momenti meno positivi talvolta con un approccio comico, talvolta con uno più di semplice insegnamento morale. Se da un punto di vista tecnico mi è sembrato un prodotto senza infamia nè lode con un chara design dei personaggi femminili standard per le opere shoujio (occhi molto comunicativi, visi kawaii, colori tenui e pastellati, vocine acute al limite dello stridulo e quindi anche fastidioso), da quello dei contenuti resta un'opera godibile, simpatica e leggera, tutta ammantata di gentilezza e buoni propositi, capace di far trascorrere allo spettatore momenti di relax e distacco dalle difficoltà della realtà quotidiana, con l'avvertenza di non pretendere da un'opera come questa nulla più di un momento di sano svago, con la precisazione che trattandosi di 24 episodi serve anche un minimo di pazienza per sorvolare su certe situazioni un po' ripetitive e noiose.