Recensione
Nazo no Kanojo X
6.0/10
"Mysterious Girlfriend X" ("Nazo no Kanojo X") è un anime decisamente "singolare", un po' per la sua trama ma soprattutto per il particolare modo con cui i due protagonisti interagiscono tra loro fisicamente nel corso della serie.
Tratto dal manga di Riichi Ueshiba, pubblicato dal 2006 al 2014, l'anime è stato trasmesso per la prima volta nel 2012, diretto da Ayumu Watanabe e prodotto da Hoods Entertainment.
Se non fosse per la particolarità di cui ho appena accennato, si potrebbe scrivere che si tratterebbe della solita rom-com scolastica, con i soliti cliché già stravisti sulla vita degli studenti delle scuole superiori, i loro problemi di interazione tra loro in quel periodo complesso che è l'adolescenza.
E invece la particolarità stravolge fin dall'inizio la solita trita e ritrita commedia romantica caratterizzandola in modo indelebile e proiettando "Nazo no Kanojo X" in una dimensione tutta sua o meglio in quella di coloro che non hanno una visione "mainstream" delle interazioni che si sviluppano tra ragazzi adolescenti alle prime esperienze amorose.
Ma in cosa consiste la "particolarità"? Akira Tsubaki, studente delle superiori assaggia la saliva lasciata sul banco di scuola da una sua compagna di classe, l'oggetto misterioso Mikoto Urabe. Tale circostanza creerà il link tra i due affinché si crei un rapporto sempre più forte e intimo di connessione emotivo/sensoriale tra lui e la ragazza. Urabe è misteriosa e introversa, con una tendenza a comportamenti eccentrici che la rendono una figura enigmatica tra i compagni di scuola. Ma dal momento dell'assaggio, Tsubaki sviluppa una sorta di "dipendenza" dalla saliva di Urabe, che sarà costretta a donare in dosi giornaliere leccandosi il dito e ficcandolo nella bocca di Tsubaki; in mancanza lui sviluppa un malessere da astinenza.
Qualcuno potrebbe opinare: sarebbe questa la particolarità tanto originale? In sé non avrebbe tutti i torti: in fondo con un bacio "non casto" si ha più o meno lo stesso effetto. Ma Makoto non sopporta il contatto fisico come abbracci e baci e pertanto l'unico modo che Makoto concede ad Akira per "connettersi" reciprocamente è quello dello scambio e conseguente assaggio delle salive.
Sebbene lo stratagemma messo in atto in questa serie sia un po' opinabile, donando alla serie una forte connotazione grottesca, "Mysterious Girlfriend X" riesce tuttavia a donare allo spettatore degli spunti degni di interesse relativamente ai temi che affronta in modo allegorico sulla affettività in età adolescenziale e sulla crescita personale, da intendersi sia a livello introspettivo sia a quello di interazione e relazione con gli altri.
La trama offre al di là delle apparenze e in modo non troppo velato delle riflessioni sulle modalità di interazione amorosa tra due giovani e, soprattutto, di non ritenere che si possa amare o meglio essere attratti da un'altra persona solo in un determinato modo e con persone che seguono determinate consuetudini.
Makoto Urabe è una ragazza indecifrabile; Akira è l'archetipo del modello di ragazzo "normale". Non è difficile ravvedere in Urabe la paladina di tutti coloro che non accettano le convenzioni sociali e che si isolano più o meno volontariamente dall'"idem sentire" imposto dalle convenzioni sociali. Lei è (e vuole apparire come) misteriosa e introversa, al punto di restare sempre in silenzio a scuola, nascondendo il suo viso con un'acconciatura al limite del trasandato, con una tendenza a comportamenti eccentrici che la rendono una figura enigmatica e inavvicinabile ai compagni di scuola: uno su tutti, fare a pezzi tutto ciò che la infastidisce con un paio di forbici che porta nelle mutande sotto la gonna come una novella cowgirl del mitico far west.
In questa diatriba dell'incomunicabilità tra coloro che seguono il "mainstream" e quelli che lo rifuggono, "Mysterious Girlfriend X" offre attraverso la saliva un ponte ideale tra persone che difficilmente avrebbero potuto interagire senza e consentire anche loro di diventare una coppia atipica che, tra alti e bassi, riesce a crescere sia come singoli individui sia come legame in un percorso che purtroppo l'anime non concede di capire il reale esito.
Nei vari episodi, lo spettatore sarà portato a scoprire che in fondo dietro ai comportamenti eccentrici di Makoto si cela una ragazza che non differisce del tutto dalle altre. Dietro la facciata eccentrica si cela una persona estremamente sensibile e consapevole dei sentimenti umani e la sua saliva è una metafora e simbolo della intimità che si instaura con Akira, un mezzo attraverso il quale i due comunicano emozioni e stati d'animo in un modo unico e senza filtri, finzioni e menzogne. Makoto mette alla prova innumerevoli volte Akira e i suoi sentimenti durante tutta la serie: e ogni volta Akira passa l'esame con Makoto che capisce la genuinità dei sentimenti di Akira e continua lentamente ma inesorabilmente ad aprirsi. Un percorso che al di là delle scemenze rappresentate dai c.d. "incidenti di percorso" (pretendenti di Akira che ritornano alla carica, distrazioni, tempeste ormonali che spingono Akira a desiderare da Makoto di più e in modo più convenzionale, ecc.), ha degli aspetti di pregio ma che in fondo sembra più un delirio utopico otaku contro le falsità, le convenzioni e le ipocrisie che la società reale impone.
Mi spiego con una provocazione: anche a me piacerebbe capire tutto ciò che prova e pensa mia moglie assaggiando la sua saliva. Ma si perderebbe tutto il bello delle interazioni sociali e umane, finalizzate a interpretare e a trovare una via semplice e incontrovertibile per superare le difficoltà relazionali.
E allora ecco che "Nazo no Kanojo X" non è altro che l'ennesima visione onirico-metafisica che cerca di sdoganare il pensiero utopico del mondo semplice e senza ostacoli che credo abbia portato molti ragazzi a isolarsi dal mondo reale per incapacità o mancanza di volontà di affrontarlo, nascondendosi dietro l'immaginazione di situazioni oltre il limite del surreale.
"L'arte del surreale è il tentativo di rendere visibile l'invisibile." (Salvador Dalí)
Ma in fondo è pur sempre una serie di animazione e pertanto non vorrei sovraccaricarla di significati e interpretazioni che forse l'autore del manga da cui è tratta la serie in recensione non poteva immaginare. A me "Nazo no Kanojo X" è tutto sommato piaciuta per l'originalità dell'idea grottesca. Ma se dovessi valutare razionalmente l'idea di chi ha scritto la storia come un invito a esplorare l'ignoto e a sfidare le convenzioni, francamente lo considererei nient'altro che una sorta di porta per il suo inconscio… e non ne traggo delle impressioni pienamente positive...
Tratto dal manga di Riichi Ueshiba, pubblicato dal 2006 al 2014, l'anime è stato trasmesso per la prima volta nel 2012, diretto da Ayumu Watanabe e prodotto da Hoods Entertainment.
Se non fosse per la particolarità di cui ho appena accennato, si potrebbe scrivere che si tratterebbe della solita rom-com scolastica, con i soliti cliché già stravisti sulla vita degli studenti delle scuole superiori, i loro problemi di interazione tra loro in quel periodo complesso che è l'adolescenza.
E invece la particolarità stravolge fin dall'inizio la solita trita e ritrita commedia romantica caratterizzandola in modo indelebile e proiettando "Nazo no Kanojo X" in una dimensione tutta sua o meglio in quella di coloro che non hanno una visione "mainstream" delle interazioni che si sviluppano tra ragazzi adolescenti alle prime esperienze amorose.
Ma in cosa consiste la "particolarità"? Akira Tsubaki, studente delle superiori assaggia la saliva lasciata sul banco di scuola da una sua compagna di classe, l'oggetto misterioso Mikoto Urabe. Tale circostanza creerà il link tra i due affinché si crei un rapporto sempre più forte e intimo di connessione emotivo/sensoriale tra lui e la ragazza. Urabe è misteriosa e introversa, con una tendenza a comportamenti eccentrici che la rendono una figura enigmatica tra i compagni di scuola. Ma dal momento dell'assaggio, Tsubaki sviluppa una sorta di "dipendenza" dalla saliva di Urabe, che sarà costretta a donare in dosi giornaliere leccandosi il dito e ficcandolo nella bocca di Tsubaki; in mancanza lui sviluppa un malessere da astinenza.
Qualcuno potrebbe opinare: sarebbe questa la particolarità tanto originale? In sé non avrebbe tutti i torti: in fondo con un bacio "non casto" si ha più o meno lo stesso effetto. Ma Makoto non sopporta il contatto fisico come abbracci e baci e pertanto l'unico modo che Makoto concede ad Akira per "connettersi" reciprocamente è quello dello scambio e conseguente assaggio delle salive.
Sebbene lo stratagemma messo in atto in questa serie sia un po' opinabile, donando alla serie una forte connotazione grottesca, "Mysterious Girlfriend X" riesce tuttavia a donare allo spettatore degli spunti degni di interesse relativamente ai temi che affronta in modo allegorico sulla affettività in età adolescenziale e sulla crescita personale, da intendersi sia a livello introspettivo sia a quello di interazione e relazione con gli altri.
La trama offre al di là delle apparenze e in modo non troppo velato delle riflessioni sulle modalità di interazione amorosa tra due giovani e, soprattutto, di non ritenere che si possa amare o meglio essere attratti da un'altra persona solo in un determinato modo e con persone che seguono determinate consuetudini.
Makoto Urabe è una ragazza indecifrabile; Akira è l'archetipo del modello di ragazzo "normale". Non è difficile ravvedere in Urabe la paladina di tutti coloro che non accettano le convenzioni sociali e che si isolano più o meno volontariamente dall'"idem sentire" imposto dalle convenzioni sociali. Lei è (e vuole apparire come) misteriosa e introversa, al punto di restare sempre in silenzio a scuola, nascondendo il suo viso con un'acconciatura al limite del trasandato, con una tendenza a comportamenti eccentrici che la rendono una figura enigmatica e inavvicinabile ai compagni di scuola: uno su tutti, fare a pezzi tutto ciò che la infastidisce con un paio di forbici che porta nelle mutande sotto la gonna come una novella cowgirl del mitico far west.
In questa diatriba dell'incomunicabilità tra coloro che seguono il "mainstream" e quelli che lo rifuggono, "Mysterious Girlfriend X" offre attraverso la saliva un ponte ideale tra persone che difficilmente avrebbero potuto interagire senza e consentire anche loro di diventare una coppia atipica che, tra alti e bassi, riesce a crescere sia come singoli individui sia come legame in un percorso che purtroppo l'anime non concede di capire il reale esito.
Nei vari episodi, lo spettatore sarà portato a scoprire che in fondo dietro ai comportamenti eccentrici di Makoto si cela una ragazza che non differisce del tutto dalle altre. Dietro la facciata eccentrica si cela una persona estremamente sensibile e consapevole dei sentimenti umani e la sua saliva è una metafora e simbolo della intimità che si instaura con Akira, un mezzo attraverso il quale i due comunicano emozioni e stati d'animo in un modo unico e senza filtri, finzioni e menzogne. Makoto mette alla prova innumerevoli volte Akira e i suoi sentimenti durante tutta la serie: e ogni volta Akira passa l'esame con Makoto che capisce la genuinità dei sentimenti di Akira e continua lentamente ma inesorabilmente ad aprirsi. Un percorso che al di là delle scemenze rappresentate dai c.d. "incidenti di percorso" (pretendenti di Akira che ritornano alla carica, distrazioni, tempeste ormonali che spingono Akira a desiderare da Makoto di più e in modo più convenzionale, ecc.), ha degli aspetti di pregio ma che in fondo sembra più un delirio utopico otaku contro le falsità, le convenzioni e le ipocrisie che la società reale impone.
Mi spiego con una provocazione: anche a me piacerebbe capire tutto ciò che prova e pensa mia moglie assaggiando la sua saliva. Ma si perderebbe tutto il bello delle interazioni sociali e umane, finalizzate a interpretare e a trovare una via semplice e incontrovertibile per superare le difficoltà relazionali.
E allora ecco che "Nazo no Kanojo X" non è altro che l'ennesima visione onirico-metafisica che cerca di sdoganare il pensiero utopico del mondo semplice e senza ostacoli che credo abbia portato molti ragazzi a isolarsi dal mondo reale per incapacità o mancanza di volontà di affrontarlo, nascondendosi dietro l'immaginazione di situazioni oltre il limite del surreale.
"L'arte del surreale è il tentativo di rendere visibile l'invisibile." (Salvador Dalí)
Ma in fondo è pur sempre una serie di animazione e pertanto non vorrei sovraccaricarla di significati e interpretazioni che forse l'autore del manga da cui è tratta la serie in recensione non poteva immaginare. A me "Nazo no Kanojo X" è tutto sommato piaciuta per l'originalità dell'idea grottesca. Ma se dovessi valutare razionalmente l'idea di chi ha scritto la storia come un invito a esplorare l'ignoto e a sfidare le convenzioni, francamente lo considererei nient'altro che una sorta di porta per il suo inconscio… e non ne traggo delle impressioni pienamente positive...