Recensione
Recensione di Nicola Scarfaldi Cancello
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Mi sento come se mi fossi risvegliato da un sonno iniziato a luglio dell'anno scorso.
Sarà una sensazione.
"Alya Sometimes Hides Her Feelings in Russian" è... un titolo internazionale fuorviante, siccome quello originale giapponese si traduce in qualcosa come "Alya, che siede al mio fianco, ogni tanto mormora affettuosamente in russo". Nessun indizio sul fatto che il motore narrativo sia esclusivamente dedicato ai sentimenti, e che si debba utilizzare questo elemento ricorsivamente per creare una commedia degli equivoci.
Quindi, se lo avete criticato per questo motivo, siete stati un po' ingenui, ma non è neanche del tutto colpa vostra. Citando la bambola Ononoki, "Peace peace".
Partiamo da un assunto.
"Alya Sometimes Hides Her Feelings in Russian" non è un'opera perfetta, e neanche eccelsa. Ha un paio di elementi narrativi molto borderline a livello di sospensione dell'incredulità, e una struttura che, specie nella seconda metà, dilata un paio di eventi un po' troppo, e non li nobilita come dovrebbe. A questo si unisce un comparto tecnico che, per quanto non davvero brutto, ha vari difetti: oltre gli sbrilluccichii ormai insostenibili degli anime moderni (basta patinare le cose! Basta!), ha un paio di ambienti in grafica 3D che non sono amalgamati al meglio con l'animazione, e una fotografia (non so se dovrei usare questo termine in animazione, ma lo userò lo stesso) che, specie all'interno della scuola, è alquanto monocromatica, piena di tinte beige e bianco latte, come un cappuccino annacquato.
Detto ciò, credo che l'anime non diventi mai davvero insufficiente. Prima di tutto perché, a differenza di quanto si potrebbe credere, in realtà l'elemento di Alya che ogni tanto mormora in russo è parte funzionale non solo della sua caratterizzazione, ma anche della storia. Viene utilizzato nella maniera giusta, ovvero per rendere interessante e peculiare il rapporto tra Alya e Masachika, e anche per mettere in luce, a livello narrativo, le qualità di quest'ultimo.
Credo che Masachika, e le dinamiche che ha con Alya, siano il punto di forza di questo anime, che mi porta a dire che merita un po' più di un 6. Questo protagonista, oltre a non essere un 'sottone' (grazie a Dio), è un personaggio sorprendentemente positivo. Rispettoso di Alya e delle sue scelte, nonché ammiratore della sua personalità, che decide di non usare il fatto che lui in realtà sa il russo per i suoi scopi, poiché crede nella necessità di Alya di compiere determinati passi da sola. Eppure, è pronto a supportarla, aiutandola per genuino affetto nei suoi confronti.
Tutti i personaggi più importanti di questo anime in realtà sono interessanti a livello di caratterizzazione. Non che siano personaggi "umani", e neanche unici nel loro genere (non è né la Harada, né Nisioisin l'autore di quest'opera), ma sono tra il buono e il carino. A partire da Masachika, che riesce a essere non solo una figura positiva, come detto prima, ma un personaggio genuinamente simpatico, affabile ma non invadente, e con delle passioni peculiari che non riesce a condividere con le persone "normali"; ma, soprattutto, non è uno 'sfigato'.
Alya non è un love interest comune, poiché oltre ad avere dei guizzi propri rispetto alle classiche tsundere, paradossalmente ha degli elementi che di solito sono dei protagonisti maschili delle romcom, ovvero il bisogno di superare determinate timidezze e ansie per riuscire ad esprimersi al meglio (e in una lingua che non sia il russo).
Yuki è un colpo di genio, poiché unisce tre stereotipi degli anime in uno, creando un personaggio stranamente riconoscibile, creatore di gag molto divertenti, e che viene anche utilizzato in maniera interessante, siccome viene fatto risaltare il suo lato manipolatore, e sfruttato nella seconda metà dell'opera.
Masha e Ayano sono semplicemente molto gradevoli, e svolgono bene i loro ruoli, pur se non preponderanti.
Credo che "Alya Sometimes Hides Her Feelings in Russian" sia davvero un'opera con una sua dignità, una visione ben più che gradevole, e che soprattutto si ricorda di cosa deve raccontare.
Che dovrebbe essere scontato, ma dopo aver visto l'apprezzamento per "Oshi no Ko" e "Dandadan", non ne sono più sicuro.
Ne parleremo in futuro.
Nicola ist zurück.
Auf wiedersehen!
Sarà una sensazione.
"Alya Sometimes Hides Her Feelings in Russian" è... un titolo internazionale fuorviante, siccome quello originale giapponese si traduce in qualcosa come "Alya, che siede al mio fianco, ogni tanto mormora affettuosamente in russo". Nessun indizio sul fatto che il motore narrativo sia esclusivamente dedicato ai sentimenti, e che si debba utilizzare questo elemento ricorsivamente per creare una commedia degli equivoci.
Quindi, se lo avete criticato per questo motivo, siete stati un po' ingenui, ma non è neanche del tutto colpa vostra. Citando la bambola Ononoki, "Peace peace".
Partiamo da un assunto.
"Alya Sometimes Hides Her Feelings in Russian" non è un'opera perfetta, e neanche eccelsa. Ha un paio di elementi narrativi molto borderline a livello di sospensione dell'incredulità, e una struttura che, specie nella seconda metà, dilata un paio di eventi un po' troppo, e non li nobilita come dovrebbe. A questo si unisce un comparto tecnico che, per quanto non davvero brutto, ha vari difetti: oltre gli sbrilluccichii ormai insostenibili degli anime moderni (basta patinare le cose! Basta!), ha un paio di ambienti in grafica 3D che non sono amalgamati al meglio con l'animazione, e una fotografia (non so se dovrei usare questo termine in animazione, ma lo userò lo stesso) che, specie all'interno della scuola, è alquanto monocromatica, piena di tinte beige e bianco latte, come un cappuccino annacquato.
Detto ciò, credo che l'anime non diventi mai davvero insufficiente. Prima di tutto perché, a differenza di quanto si potrebbe credere, in realtà l'elemento di Alya che ogni tanto mormora in russo è parte funzionale non solo della sua caratterizzazione, ma anche della storia. Viene utilizzato nella maniera giusta, ovvero per rendere interessante e peculiare il rapporto tra Alya e Masachika, e anche per mettere in luce, a livello narrativo, le qualità di quest'ultimo.
Credo che Masachika, e le dinamiche che ha con Alya, siano il punto di forza di questo anime, che mi porta a dire che merita un po' più di un 6. Questo protagonista, oltre a non essere un 'sottone' (grazie a Dio), è un personaggio sorprendentemente positivo. Rispettoso di Alya e delle sue scelte, nonché ammiratore della sua personalità, che decide di non usare il fatto che lui in realtà sa il russo per i suoi scopi, poiché crede nella necessità di Alya di compiere determinati passi da sola. Eppure, è pronto a supportarla, aiutandola per genuino affetto nei suoi confronti.
Tutti i personaggi più importanti di questo anime in realtà sono interessanti a livello di caratterizzazione. Non che siano personaggi "umani", e neanche unici nel loro genere (non è né la Harada, né Nisioisin l'autore di quest'opera), ma sono tra il buono e il carino. A partire da Masachika, che riesce a essere non solo una figura positiva, come detto prima, ma un personaggio genuinamente simpatico, affabile ma non invadente, e con delle passioni peculiari che non riesce a condividere con le persone "normali"; ma, soprattutto, non è uno 'sfigato'.
Alya non è un love interest comune, poiché oltre ad avere dei guizzi propri rispetto alle classiche tsundere, paradossalmente ha degli elementi che di solito sono dei protagonisti maschili delle romcom, ovvero il bisogno di superare determinate timidezze e ansie per riuscire ad esprimersi al meglio (e in una lingua che non sia il russo).
Yuki è un colpo di genio, poiché unisce tre stereotipi degli anime in uno, creando un personaggio stranamente riconoscibile, creatore di gag molto divertenti, e che viene anche utilizzato in maniera interessante, siccome viene fatto risaltare il suo lato manipolatore, e sfruttato nella seconda metà dell'opera.
Masha e Ayano sono semplicemente molto gradevoli, e svolgono bene i loro ruoli, pur se non preponderanti.
Credo che "Alya Sometimes Hides Her Feelings in Russian" sia davvero un'opera con una sua dignità, una visione ben più che gradevole, e che soprattutto si ricorda di cosa deve raccontare.
Che dovrebbe essere scontato, ma dopo aver visto l'apprezzamento per "Oshi no Ko" e "Dandadan", non ne sono più sicuro.
Ne parleremo in futuro.
Nicola ist zurück.
Auf wiedersehen!
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