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Una produzione spezzata tra i tediosi siparietti "a terra" e le esaltanti fasi "in volo". Peccato solo che quest'ultime siano realmente poche.
Un film che punta al dettaglio: si preoccupa di rendere al meglio la componentistica di armi e aereoplani, di restituire con frenesia i combattimenti in volo. Si dimentica, con notevole imbarazzo, di mettere in piedi una sceneggiatura che segua un filo logico, che fornisca un minimo di background bellico, che leghi in modo saldo le sezioni "in aria" e quelle "a terra", oltre che lo scontato atterraggio del velivolo, simboleggiato dalla fanciulla e dal cane. Ma sopratutto dimentica di dare ai personaggi una sensata caratterizzazione psicologica: sono tutti esseri identici tra loro, apatici, incapaci di provare emozioni. Si fatica addirittura a distinguerli, tanto è vago il character design. Che sia un fattore comune ai Kildren o sia (probabilmente) legato a una disumanizzazione causata dalla guerra è più che probabile, ma ciò non toglie che il ritmo ne risenta e lo spettatore risulti spazientito.
Ne deriva un film che parla di eventi bellici in maniera distaccata, senza fornire motivazioni storiche/politiche, né interpretazioni circa i conflitti così altolocate, come Oshii lasciò intendere più d'una volta ("non c'è pace senza guerra" è una sentenza decisamente vecchia), ma anche un film che parla di rapporti umani, senza ricercare (che bizzarria!) la partecipazione e il coinvolgimento dello spettatore.
Colossale delusione questo The sky Crawler...