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    Se fossi costretta a descrivere "Bokura ga ita" con due soli aggettivi, sceglierei "soffice" e "malinconico".
    Quella parte malinconica forse allontana una fetta di pubblico perché si tende ad aspettarsi quasi solo leggerezza e spensieratezza dagli shojo (motivo per cui credo che "shojo" sia riduttivo per questo manga)... O quanto meno che i momenti di tristezza non siano così preponderanti: se si affrontano così tanti argomenti così poco allegri1 [ continua a leggere]

    4.0/10
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    A quasi trent'anni ho recuperato un manga che avrei dovuto leggere a 12-13 anni: forse all'epoca non mi sarebbe dispiaciuto (anche se, conoscendo i miei gusti, credo che non l'avrei apprezzato neanche allora).
    Ma a 28 anni ho fatto veramente fatica ad arrivare alla fine (però ci son voluta arrivare perché a quanto pare è un cult): è stato uno strazio!
    25 volumi di indecisione cronica: Madoka o Hikaru? Hikaru o Madoka? Madoka o Hikaru?
    Poi non si1 [ continua a leggere]
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    Ho divorato questo manga in due giorni.
    Per i primi sei volumi ho provato un disagio così profondo che stavo male proprio fisicamente: è la parte più disturbante della storia, ma non riuscivo proprio a smettere di leggere.
    Nei restanti volumi l'orrore si placa per fare spazio al senso di smarrimento del protagonista, a un sommesso malessere che ostinatamente cerca di risolversi. E pure quando ci riesce, l'oscurità non si dissolve mai completamen1 [ continua a leggere]