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Elenco delle lezioni precedenti:
LEZIONE N°19: Introduzione alla lingua giapponese
Prima di addentrarci nello studio delle regole grammaticali, cominciamo a vedere quali sono gli elementi di una frase in giapponese e (nella prossima lezione) il loro ordine all'interno di una frase. Faremo sin da subito uso dei kanji per abituarci ad una corretta scrittura in giapponese. Indicheremo comunque in romanji la lettura delle frasi e dedicheremo più avanti delle lezioni al corretto studio dei kanji.
Le parti del discorso
Le parti del discorso in Giapponese sono cinque: sostantivo, verbo, aggettivo, avverbio e particella.
In giapponese, diversamente dall'italiano non esistono gli articoli; congiunzioni e preposizioni possono essere assimilate nel concetto di particelle e i pronomi possono essere derivati dai sostantivi per declinazione.
Vediamo un esempio (ricordiamo che in giapponese non esistono gli spazi, li useremo noi per una comodità di esposizione):
Densha (電車) e Heiya (平野) sono sostantivi;
Shizukana (静かな) è un aggettivo;
Hayaku (早く) è avverbio;
Hashirimashita (走りました) è la coniugazione al passato del verbo hashiru (letteralmente "correre").
Wa (は) e o (を) sono particelle utilizzate per rendere i complementi.
Genere e numero
Un'altra particolarità della lingua giapponese è che non esistono distinzioni tra genere e numero.
Se si vuole esprimere esprimere il numero si deve ricorrere ad un quantificatore che specifichi il numero dell’oggetto:
Per il genere invece si accosta la specifica mediante i kanji di maschio e femmina.
Ad esempio: 男の子 (Otoko no ko) bambino, 女の子 (onna no ko) bambina (letteralmente piccolo di uomo/donna).
Elenco delle lezioni precedenti:
- Hiragagana 1 - 2 - 3 - 4 - 5 - 6 - 7 - 8 - 9
- Katakana 1 - 2 - 3 - 4 - 5 - 6 - 7 - 8
- Esercitazione di riepilogo
LEZIONE N°19: Introduzione alla lingua giapponese
Prima di addentrarci nello studio delle regole grammaticali, cominciamo a vedere quali sono gli elementi di una frase in giapponese e (nella prossima lezione) il loro ordine all'interno di una frase. Faremo sin da subito uso dei kanji per abituarci ad una corretta scrittura in giapponese. Indicheremo comunque in romanji la lettura delle frasi e dedicheremo più avanti delle lezioni al corretto studio dei kanji.
Le parti del discorso
Le parti del discorso in Giapponese sono cinque: sostantivo, verbo, aggettivo, avverbio e particella.
In giapponese, diversamente dall'italiano non esistono gli articoli; congiunzioni e preposizioni possono essere assimilate nel concetto di particelle e i pronomi possono essere derivati dai sostantivi per declinazione.
Vediamo un esempio (ricordiamo che in giapponese non esistono gli spazi, li useremo noi per una comodità di esposizione):
電車 は 静かな 平野 を 早く 走りました。
Densha wa shizukana heiya o hayaku hashirimashita.
Il treno attraversava velocemente la tranquilla campagna
Densha wa shizukana heiya o hayaku hashirimashita.
Il treno attraversava velocemente la tranquilla campagna
Densha (電車) e Heiya (平野) sono sostantivi;
Shizukana (静かな) è un aggettivo;
Hayaku (早く) è avverbio;
Hashirimashita (走りました) è la coniugazione al passato del verbo hashiru (letteralmente "correre").
Wa (は) e o (を) sono particelle utilizzate per rendere i complementi.
Genere e numero
Un'altra particolarità della lingua giapponese è che non esistono distinzioni tra genere e numero.
Se si vuole esprimere esprimere il numero si deve ricorrere ad un quantificatore che specifichi il numero dell’oggetto:
三人
San nin
tre persone
San nin
tre persone
Per il genere invece si accosta la specifica mediante i kanji di maschio e femmina.
Ad esempio: 男の子 (Otoko no ko) bambino, 女の子 (onna no ko) bambina (letteralmente piccolo di uomo/donna).
女の子が三人です。
Onna no ko ga san nin desu.
Ci sono tre bambine.
Onna no ko ga san nin desu.
Ci sono tre bambine.
Ho letto "Hirano"
effettivamente i kanji hanno varie letture, lo si capisce dal contesto della frase che significato e che lettura assume un kanji
Ma quando il verbo "essere" - <i>desu</i> non lo è sempre - assume la funzione di predicato verbale non ci va <i>aru</i>?
Onna ga iru (c'è una donna); Pen ga aru (c'è una penna);
Però si può usare anche DESU che in realtà è come se fosse una particella per rendere più formale una frase.
Nel discorso piano (tra amici, familiari ecc.) le frasi in giapponese possono terminare con un aggettivo o con una nome che esprimono già la qualità del soggetto.
Ad esempio Kyoko chan wa kawaii = Kyoko è carina.
Il verbo essere (è) si trova già nell'aggettivo (carina) Desu lo aggiungi se vuoi rendere meno diretto il discorso, più educato.
L'altro uso del DESU è come sostituto di un verbo o di una parte di una frase.
Esempio:
Domanda: Watashi wa ocha wo nomimasu. Anata wa?
(Io bevo Te, e tu?)
Risposta: Juusu desu
(io bevo il succo di frutta)
Non significa io sono il succo di frutta ma io bevo il succo di frutta. DESU per non ripetere il verbo della domanda.
P.S.: ma il simbolo che sta per "wa" non dovrebbe essere "ha"?
<i>Wa</i> si usa anche come particella a solo uso femminile posta alla fine di una frase per enfatizzare il discorso.
però quel WA di cui parli ha l'hiragana わ.
Non vedo l'ora di leggere le prossime lezioni!
Vedremo la difefrenza tra desu - iru ed aru molto presto.
E direi che entrare in quest'ottica è davvero fondamentale se si vuole imparare il giapponese sennò il tutto sarà davvero troppo difficile <.<
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