Il gatto con gli stivali
Non avendo visto questo film quando ero piccolo, devo ammettere di poter essere obbiettivo: so che questo film è ispirato a quelli della Disney, so che ci hanno lavorato Miyazaki e Isao Takahata, so che fu un successo enorme di botteghino e so ancora che il gattone Pero entrò nel logo della Toei... ma, mi spiace, c’è un ma, è un cartone animato adatto ai bambini o alle famiglie: la violenza esiste, ma in parte viene usata per siparietti comici (i gatti contro Pero), in parte non è esagerata quella contro il cattivone re Lucifer.
E poi, che dire dei personaggi? Io direi che Pero e Lucifer sono promossi, mentre non così Pier e Rosa, neutro il giudizio su altri personaggi come i fratelli di Pier. Pier è così buono che ti si cariano i denti!
Quindi, lo promuovo come film per bambini, e gli do un 6 per adulti dal palato un po’ più raffinato.
E poi, che dire dei personaggi? Io direi che Pero e Lucifer sono promossi, mentre non così Pier e Rosa, neutro il giudizio su altri personaggi come i fratelli di Pier. Pier è così buono che ti si cariano i denti!
Quindi, lo promuovo come film per bambini, e gli do un 6 per adulti dal palato un po’ più raffinato.
Penso che tra i più giovani pochi sanno che il gatto con gli stivali non è un'invenzione della DreamWorks, ma che molto ma molto prima di ricevere la voce e l'anima di Antonio Banderas esso era un racconto orale, tra i più antichi della tradizione europea a cui fu dato una prima versione scritta addirittura nel XVI secolo, anche se quella più famosa giunta fino a noi rimane quella del francese Charles Perrault di un secolo dopo. Vi ho annoiato con questo breve preambolo storico giusto per mettere in evidenza come questa sia una storia, seppur con piccole variazioni e adattamenti personali a seconda di chi l'ha trattata, davvero senza tempo e continuamente attuale, come il successo del nuovo gatto dal tocco spagnoleggiante dei creatori di "Shrek" può testimoniare.
Poteva l'animazione nipponica dimenticarsene? Non era possibile! E così nel 1969 uscì nelle sale di tutto il Giappone la versione della mitica casa di produzione Toei Doga che già aveva riscosso numerosi successi di pubblico in patria e aveva cominciato a farsi conoscere pure all'estero (in Italia molti dei suoi film come "Simbad il Marinaio" e "Robin e i due moschettieri e mezzo" sarebbero invero giunti solo negli anni settanta): fu un autentico trionfo. La Toei fece una chiara inversione di rotta con questa pellicola, rinunciando in parte alle scelte operate in passato e virando verso un taglio maggiormente moderno e "all'occidentale" di chiara ispirazione disneyana, con musiche d'impatto e un disegno semplice e rassicurante ma non solo; la favola del gatto furbo e imbroglione - qui chiamato Pero in onore proprio a Perrault - viene infatti resa molto più avventurosa grazie a un corollario di personaggi spalla molto azzeccati tra cui si ergono i tre gatti assassini, simpaticamente incapaci nelle loro continue scaramucce contro il protagonista, veri e propri antesignani di altri più famosi terzetti di cattivi che caratterizzeranno l'animazione nipponica fino ad oggi.
Le ambientazioni prettamente orientaleggianti dei film precedenti faranno posto, in questo titolo, ad altre più tipicamente da favola europea, fatte di castelli e campagne e foreste in cui vivono e si muovono re, principi, furfanti e popolani quasi tutti contadini mentre il ritmo è serrato e ricco di suspense come quasi mai s'era visto nella produzione animata del Sol Levante; aggiungiamoci che alle animazioni parteciparono due giovani che presto avrebbero fatto parlare molto di sé come Miyazaki e Takahata (per accorgersene basta vedere il chara della principessa) e non si fa molta fatica a credere che questo fosse il film giapponese più famoso della sua epoca, tanto da fare diventare il gatto Pero il logo della stessa Toei Doga, oggi Toei Animation.
Ricordando che da questo film furono tratti ben due seguiti (primo caso di serializzazione di un successo in Giappone) e che nel 2004 il film è stato restaurato e ripresentato sul mercato italiano in DVD con un nuovo doppiaggio, non posso esimermi dal raccomandarlo a tutti coloro che si definiscono amanti degli anime: senza "il Gatto con gli Stivali" non ci sarebbero stati di sicuro gli altri grandi successi internazionale della Toei come "l'uomo Tigre", "Goldrake" e chi più ne ha più ne metta.
Poteva l'animazione nipponica dimenticarsene? Non era possibile! E così nel 1969 uscì nelle sale di tutto il Giappone la versione della mitica casa di produzione Toei Doga che già aveva riscosso numerosi successi di pubblico in patria e aveva cominciato a farsi conoscere pure all'estero (in Italia molti dei suoi film come "Simbad il Marinaio" e "Robin e i due moschettieri e mezzo" sarebbero invero giunti solo negli anni settanta): fu un autentico trionfo. La Toei fece una chiara inversione di rotta con questa pellicola, rinunciando in parte alle scelte operate in passato e virando verso un taglio maggiormente moderno e "all'occidentale" di chiara ispirazione disneyana, con musiche d'impatto e un disegno semplice e rassicurante ma non solo; la favola del gatto furbo e imbroglione - qui chiamato Pero in onore proprio a Perrault - viene infatti resa molto più avventurosa grazie a un corollario di personaggi spalla molto azzeccati tra cui si ergono i tre gatti assassini, simpaticamente incapaci nelle loro continue scaramucce contro il protagonista, veri e propri antesignani di altri più famosi terzetti di cattivi che caratterizzeranno l'animazione nipponica fino ad oggi.
Le ambientazioni prettamente orientaleggianti dei film precedenti faranno posto, in questo titolo, ad altre più tipicamente da favola europea, fatte di castelli e campagne e foreste in cui vivono e si muovono re, principi, furfanti e popolani quasi tutti contadini mentre il ritmo è serrato e ricco di suspense come quasi mai s'era visto nella produzione animata del Sol Levante; aggiungiamoci che alle animazioni parteciparono due giovani che presto avrebbero fatto parlare molto di sé come Miyazaki e Takahata (per accorgersene basta vedere il chara della principessa) e non si fa molta fatica a credere che questo fosse il film giapponese più famoso della sua epoca, tanto da fare diventare il gatto Pero il logo della stessa Toei Doga, oggi Toei Animation.
Ricordando che da questo film furono tratti ben due seguiti (primo caso di serializzazione di un successo in Giappone) e che nel 2004 il film è stato restaurato e ripresentato sul mercato italiano in DVD con un nuovo doppiaggio, non posso esimermi dal raccomandarlo a tutti coloro che si definiscono amanti degli anime: senza "il Gatto con gli Stivali" non ci sarebbero stati di sicuro gli altri grandi successi internazionale della Toei come "l'uomo Tigre", "Goldrake" e chi più ne ha più ne metta.
"Il Gatto con gli Stivali" è un film d'animazione che avevo su cassetta e che guardo ogni volta con piacere. E' la storia del simpaticissimo Pero, un micio che si rifiuta di mangiare un topo e viene inseguito per essere "giustiziato" da tre buffissimi "assassini" gatti che ovviamente non riusciranno mai nell'impresa. Nel frattempo il gattone incontra Pierre, ragazzo sfortunatissimo dall'animo sensibile che si mette in testa di salvare una principessa, rapita da un orco.
Il film scorre molto piacevolmente, con intermezzi musicali un po' troppo leziosi ma orecchiabili, e la parte finale del castello davvero memorabile. Animato bene, con bei personaggi, lo consiglio a tutti. Il lungometraggio piace molto anche in patria, il faccione di Pero è divenuto il logo della Toei.
Il film scorre molto piacevolmente, con intermezzi musicali un po' troppo leziosi ma orecchiabili, e la parte finale del castello davvero memorabile. Animato bene, con bei personaggi, lo consiglio a tutti. Il lungometraggio piace molto anche in patria, il faccione di Pero è divenuto il logo della Toei.
<B>Attenzione, contiene spoiler! </B>
Recentemente, sono riuscito a trovare, per caso, il DVD di questo anime movie del 1969 (a cui ha collaborato ai disegni e alle animazionii anche un giovane Hayao Miyazaki) in una bancarella, a 3 Euro e me lo sono rivisto la sera stessa, anche, perchè, da bambino l'avrò visto decine di volte nelle emittenti private. Purtroppo, il doppiaggio originale italiano non c'è, ma il nuovo adattamento non è male. Film disneyano dagli occhi a mandorla, canzoni romantiche, sopratutto all'inizio, tanta commozione, oltre alle risate, un cattivo simpatico che sembra un incrocio fra Homer Simpson ed Enrico Beruschi, un finale classicamente miyazakiano (il cattivo non se lo pappa il gatto, quando si trasforma in topo, come nella fiaba dei fratelli Grimm) e poi, lui, Pero, il Gatto con gli stivali...Un Lupin III animato ed animalesco ante-litteram, bugiardo fino al midollo e sempre in vena di tirar di spada! Un "Lupin III - Il Castello di Cagliostro" del 1969 molto più fiabesco e ricco di personaggi riusciti (i topolini e i tre gatti rivali)! Grande Roberto Pedicini come doppiatore del cattivo re Lucifero, simpatico Fabrizio Vidale come micio, "harrypotteriano" il Pierre di Alessio Puccio (nell'originale italiano, il padroncino di Pero aveva, però, la voce di Paolo Torrisi). Capolavoro!
Recentemente, sono riuscito a trovare, per caso, il DVD di questo anime movie del 1969 (a cui ha collaborato ai disegni e alle animazionii anche un giovane Hayao Miyazaki) in una bancarella, a 3 Euro e me lo sono rivisto la sera stessa, anche, perchè, da bambino l'avrò visto decine di volte nelle emittenti private. Purtroppo, il doppiaggio originale italiano non c'è, ma il nuovo adattamento non è male. Film disneyano dagli occhi a mandorla, canzoni romantiche, sopratutto all'inizio, tanta commozione, oltre alle risate, un cattivo simpatico che sembra un incrocio fra Homer Simpson ed Enrico Beruschi, un finale classicamente miyazakiano (il cattivo non se lo pappa il gatto, quando si trasforma in topo, come nella fiaba dei fratelli Grimm) e poi, lui, Pero, il Gatto con gli stivali...Un Lupin III animato ed animalesco ante-litteram, bugiardo fino al midollo e sempre in vena di tirar di spada! Un "Lupin III - Il Castello di Cagliostro" del 1969 molto più fiabesco e ricco di personaggi riusciti (i topolini e i tre gatti rivali)! Grande Roberto Pedicini come doppiatore del cattivo re Lucifero, simpatico Fabrizio Vidale come micio, "harrypotteriano" il Pierre di Alessio Puccio (nell'originale italiano, il padroncino di Pero aveva, però, la voce di Paolo Torrisi). Capolavoro!
Era il 18.03.1969 quando in Giappone usci questo lungometraggio dal titolo "Il gatto con gli stivali" diretto da Kimio Yabuki. Questo regista si occupò di tante altre produzioni tra le quali: 30000 leghe sotto i mari, Sun College, Il libro della giungla, Ikkyusan, piccolo bonzo.
Fra gli sceneggiatori e key animator troviamo un giovane Hayao Miyazaki che fece intravedere il suo grande talento artistico.
Ricordo che la scena finale del film dove c'è la torre del castello verrà ripresa nel piu' celebre film "Il castello di Cagliostro".
Il film è sostanziamente una bella favola dove i protagonisti sono un giovane povero e buono, un astuto gatto rinnegato dai suoi simili, una bellissima principessa e un demone chiamato Lucifero.
La trama è lineare , la bellezza del film risiede nei magnifici scenari disegnati a mano e nella semplicità dei personaggi e delle loro scelte.
Bellissimi i cambi di colore del volto di Lucifero a seconda del suo stato d'animo, molto azzeccati anche gli scontri fra i gatti e Pero, e splendide le scene finali ambientate all'esterno del castello.
In Italia il film ha la bellezza di due doppiaggi, uno storico e uno nuovo fatto in occasione dell'uscita del dvd ufficiale qualche anno fa, ormai uscito fuori commercio.
Il gatto Pero è il simbolo dell'amicizia e della scaltrezza, è diventato un'icona mondiale tanto da diventare il simbolo stesso della Toei Animation.
Esistono anche due lungometraggi che continuano le vicende del mitico gattone, purtroppo con qualità decisamente inferiore; è probabile che allora cercarono di sfruttare al massimo il personaggio.
L'unica controindicazione del film è la sua estrema semplicità, si rivolge in gran parte al pubblico dei bambini; chi cerca qualcosa di complesso o dove ci sono elementi di riflessione deve rivolgersi ad altri anime.
Ricordo che è stato prodotto nel 1969, tantissimo tempo fa e tuttora rimane un bellissimo film, da vedere assolutamente senza riserve.
Fra gli sceneggiatori e key animator troviamo un giovane Hayao Miyazaki che fece intravedere il suo grande talento artistico.
Ricordo che la scena finale del film dove c'è la torre del castello verrà ripresa nel piu' celebre film "Il castello di Cagliostro".
Il film è sostanziamente una bella favola dove i protagonisti sono un giovane povero e buono, un astuto gatto rinnegato dai suoi simili, una bellissima principessa e un demone chiamato Lucifero.
La trama è lineare , la bellezza del film risiede nei magnifici scenari disegnati a mano e nella semplicità dei personaggi e delle loro scelte.
Bellissimi i cambi di colore del volto di Lucifero a seconda del suo stato d'animo, molto azzeccati anche gli scontri fra i gatti e Pero, e splendide le scene finali ambientate all'esterno del castello.
In Italia il film ha la bellezza di due doppiaggi, uno storico e uno nuovo fatto in occasione dell'uscita del dvd ufficiale qualche anno fa, ormai uscito fuori commercio.
Il gatto Pero è il simbolo dell'amicizia e della scaltrezza, è diventato un'icona mondiale tanto da diventare il simbolo stesso della Toei Animation.
Esistono anche due lungometraggi che continuano le vicende del mitico gattone, purtroppo con qualità decisamente inferiore; è probabile che allora cercarono di sfruttare al massimo il personaggio.
L'unica controindicazione del film è la sua estrema semplicità, si rivolge in gran parte al pubblico dei bambini; chi cerca qualcosa di complesso o dove ci sono elementi di riflessione deve rivolgersi ad altri anime.
Ricordo che è stato prodotto nel 1969, tantissimo tempo fa e tuttora rimane un bellissimo film, da vedere assolutamente senza riserve.
Ovviamente è inutile che mi stia a soffermare sulla trama di quest'opera, perchè è una storia che tutti conoscono.
Sta di fatto che l'opera di Perrault è quanto di meglio possa essere trasposto in anime, visto anche lo staff artistico che ci ha lavorato e l'impegno profuso nella realizzazione di quest'opera.
Inoltre l'omaggio al celebre autore di queste fiabe viene già dal nome dato al gatto, che lo ricorda fin dall'inizio della trama, un diminuitivo che praticamente omaggia lo scrittore alla grande.
Il film riprende dei temi cari ad altre opere in cartoon già presenti nell'immaginario disneyano e affini (ovvero le altre ditte al di fuori di essa) già nei primi minuti dell'opera vediamo l'annosa questione tra gatto e topo svilupparsi in una serie di divertenti complicazioni, che porteranno alla condanna il nostro micio.
Questo anime ha un'importanza davvero enorme all'interno dell'animazione giapponese, da ritenerne difatti uno dei pilastri, visto che ancor oggi il suo bel faccione, cioè del gatto protagonista della storia, rappresenta la Toei in persona in tutti i marchi delle opere a cui viene associato il suo nome, un pò come il leone della MGM americana.
Ha ricevuto diversi riconoscimenti anche al di fuori del territorio asiatico,ed in Italia ha potuto contare su un ottimo doppiaggio che ne ha accresciuto il valore già straordinario nell'opera originale.
Ovviamente l'opera non corrisponde totalmente a quella omonima di Perrault perchè sono stati operati alcuni stravolgimenti per renderla ancora più digeribile ai ragazzini, con l'inserimento di figure tra gli antagonisti che hanno marcato definitivamente il tratto di questo film.
Ovviamente una volta mostrati i chara dei protagonisti, è facile poi entrare all'interno della narrazione che tutti conosciamo, tutti i personaggi difatti corrispondono all'andamento della fiaba originale fino ad arrivare al culmine della trama dove il "brodo" è stato ben allungato e gestito dagli autori che hanno reso quest'opera davvero indimenticabile e a misura di bambino, rispetto a qualche attuale flop disneyano che non si è mostrato degno di narrarne altrettanto queste vicende intramontabili.
Sta di fatto che l'opera di Perrault è quanto di meglio possa essere trasposto in anime, visto anche lo staff artistico che ci ha lavorato e l'impegno profuso nella realizzazione di quest'opera.
Inoltre l'omaggio al celebre autore di queste fiabe viene già dal nome dato al gatto, che lo ricorda fin dall'inizio della trama, un diminuitivo che praticamente omaggia lo scrittore alla grande.
Il film riprende dei temi cari ad altre opere in cartoon già presenti nell'immaginario disneyano e affini (ovvero le altre ditte al di fuori di essa) già nei primi minuti dell'opera vediamo l'annosa questione tra gatto e topo svilupparsi in una serie di divertenti complicazioni, che porteranno alla condanna il nostro micio.
Questo anime ha un'importanza davvero enorme all'interno dell'animazione giapponese, da ritenerne difatti uno dei pilastri, visto che ancor oggi il suo bel faccione, cioè del gatto protagonista della storia, rappresenta la Toei in persona in tutti i marchi delle opere a cui viene associato il suo nome, un pò come il leone della MGM americana.
Ha ricevuto diversi riconoscimenti anche al di fuori del territorio asiatico,ed in Italia ha potuto contare su un ottimo doppiaggio che ne ha accresciuto il valore già straordinario nell'opera originale.
Ovviamente l'opera non corrisponde totalmente a quella omonima di Perrault perchè sono stati operati alcuni stravolgimenti per renderla ancora più digeribile ai ragazzini, con l'inserimento di figure tra gli antagonisti che hanno marcato definitivamente il tratto di questo film.
Ovviamente una volta mostrati i chara dei protagonisti, è facile poi entrare all'interno della narrazione che tutti conosciamo, tutti i personaggi difatti corrispondono all'andamento della fiaba originale fino ad arrivare al culmine della trama dove il "brodo" è stato ben allungato e gestito dagli autori che hanno reso quest'opera davvero indimenticabile e a misura di bambino, rispetto a qualche attuale flop disneyano che non si è mostrato degno di narrarne altrettanto queste vicende intramontabili.
Ispirandosi lontanamente alla fiaba di Charles Perrault, Hisashi Inoue e Morihisa Yamamoto crearono nel lontano 1969 uno splendido film d'animazione divenuto in seguito il simbolo stesso della storica Toei Animation.
Il gatto Pero è inseguito da tre felini moschettieri dopo essere sfuggito alla pena di morte per aver soccorso un topo, ma trova comunque il tempo per fare l'eroe e aiutare uno sfigato di nome Pierre a diventare cavaliere e sposare la principessa Rosa, desiderata però anche dal re degli inferi Lucifero.
Umorismo, azione e avventura riempiono il film nei suoi 83 minuti, con pochissime cadute di tono e un buon accompagnamento musicale. I personaggi sono irresistibili, a partire dal trio di gatti inseguitori, veri precursori di altri noti irriducibili antagonisti, come quelli di Yattaman, Laputa e Nadia. L'animazione, pur non raggiungendo gli standard Disney dell'epoca, è apprezzabile, e gli sfondi dipinti a mano praticamente perfetti.
Purtroppo i personaggi umani non reggono decisamente il confronto, per caratterizzazione, con quelli animali e il doppiaggio italiano poteva essere migliore, ma sono difetti da poco.
Ignorare Il Gatto con gli stivali solo perché ha 40 anni sarebbe un errore, è un anime di tutto rispetto, per la sua importanza storica (tra i primi a uscire al cinema), ma soprattutto per le splendide invenzioni visive e il suo ritmo mozzafiato.
Il gatto Pero è inseguito da tre felini moschettieri dopo essere sfuggito alla pena di morte per aver soccorso un topo, ma trova comunque il tempo per fare l'eroe e aiutare uno sfigato di nome Pierre a diventare cavaliere e sposare la principessa Rosa, desiderata però anche dal re degli inferi Lucifero.
Umorismo, azione e avventura riempiono il film nei suoi 83 minuti, con pochissime cadute di tono e un buon accompagnamento musicale. I personaggi sono irresistibili, a partire dal trio di gatti inseguitori, veri precursori di altri noti irriducibili antagonisti, come quelli di Yattaman, Laputa e Nadia. L'animazione, pur non raggiungendo gli standard Disney dell'epoca, è apprezzabile, e gli sfondi dipinti a mano praticamente perfetti.
Purtroppo i personaggi umani non reggono decisamente il confronto, per caratterizzazione, con quelli animali e il doppiaggio italiano poteva essere migliore, ma sono difetti da poco.
Ignorare Il Gatto con gli stivali solo perché ha 40 anni sarebbe un errore, è un anime di tutto rispetto, per la sua importanza storica (tra i primi a uscire al cinema), ma soprattutto per le splendide invenzioni visive e il suo ritmo mozzafiato.