Monochrome Factor
Adoro Monochrome e quando ho saputo dell'esistenza dell'anime ne sono stata felice. Dopo averlo visto però sono rimasta veramente delusa da come è stato realizzato e non parlo a livello tecnico, ma proprio di trama. Si è trasformato qualcosa d'interessante e coinvolgente in una storia completamente diversa, banale, dai tratti molto più soft, aggiungendo quantità massiccia di shounen-ai, a mio avviso completamente fuori luogo, e snaturando completamente il personaggio di Shirogane. Inoltre non capisco la necessità d'introdurre un personaggio come Hakura, quando di personaggi interessanti ce n'erano già. Sarei molto curiosa di conoscere i motivi che hanno portato a una scelta di questo tipo e spero sempre che magari, in futuro, si realizzi un film o un OAV più fedele al manga.
<b>Attenzione! Contiene spoiler!</b>
In casi di anime come quello di Monochrome Factor viene da chiedersi perché mai gli autori non siano stati più fedeli al manga. Personalmente considero il lavoro di Sorano un buon prodotto. Presenta tutti gli elementi tipici di uno shōnen e ne rappresenta bene la categoria, anche perché, terminando in undici volumi, evita di ripetere gli elementi vincenti che se però riproposti lo avrebbero portato a essere uno di quei manga ripetitivi che per poco non ci accompagnano per tutta la vita del protagonista.
Nel 2008, anno di produzione della serie animata, era già disponibile materiale corrispondente a circa cinque tankōbon. Quindi perché non produrre una prima serie con gli eventi che hanno dato il via alle vicende del manga, sempre con il canonico allungamento dei fatti tipico degli anime (non pretendo certo un copia e incolla preciso dal lavoro del mangaka)? Poi se ne sarebbe potuta realizzare una seconda con quelli finali. Perché invece di seguire la buona strada indicata dal manga se n'è scelta un'altra che ha portato alla produzione di ventiquattro episodi dei quali neanche la metà merita di essere guardata? Ancora adesso non riesco a capirne il motivo.
La storia, della quale qui saranno presenti spoiler, narra le vicende del ribelle sedicenne Akira Nikaido e di ciò che seguì al suo incontro con il misterioso Shirogane. Quest'ultimo non è un essere un umano, bensì uno Shin, ovvero una creatura del mondo delle ombre, che chiede aiuto ad Akira per sconfiggere i Kokuchi – spiriti maligni provenienti dalla stessa dimensione di Shirogane – e che stanno turbando l'equilibrio instaurato tra il mondo reale e quello delle ombre. Presto al fianco di Akira e di Shirogane si aggiungono due amici del sedicenne: Aya e Kengo, che aiuteranno i due protagonisti a sconfiggere i Kokuchi che nel mondo reale hanno preso il controllo degli essere umani. Queste creature sono in verità manovrate da due Shin, Nanaya e Lulu, che a loro volta rispondono agli ordini del vero antagonista della serie.
La maggior parte degli episodi, con mio grande rammarico, si riducono all'incontro dei protagonisti con un umano che viene controllato da un Kokuchi e che attacca i suddetti quattro per poi essere sconfitto. Esistono a mio parere una buona decina di episodi-fotocopia che portano lo spettatore alla noia più assoluta, tanto risultano prevedibili .
Si viene comunque a conoscenza di alcuni fattori presenti anche nel manga, come per esempio la vera identità di Shirogane, che in verità è il Re del Mondo delle Ombre esiliato dalla sua stessa dimensione e spodestato dal suo trono da un altro Shin. Si scopre inoltre il motivo che ha spinto l'ex re a chiedere proprio l'aiuto di Akira. In questo mondo tutto ha un proprio opposto, la cosiddetta altra faccia della medaglia. Bianco e nero, luce e ombra: così come Shirogane sarebbe il regnante del Mondo delle Ombre Akira risulta in verità essere il Re delle Creature della Luce, i Rei, l'altra metà di Shirogane.
Nella serie animata viene inoltre introdotto il personaggio di Haruka, un geniale ragazzino di undici anni, pensato esclusivamente per l'anime e che quindi non compare nell'opera di Sorano. Sarà la semplice presenza di questo undicenne con i segreti della sua famiglia a cambiare totalmente la trama tingendola con accese note di esoterismo - che non avrebbe nulla a che vedere con l'universo originale dei protagonisti - e mescolando quindi in malo modo elementi che non si combinano tra loro per un risultato alquanto scadente.
L'ultima nota riguarda l'evidente presenza di shounen-ai (non presente nel manga) all'interno delle serie animata per cercare di spiegare il rapporto che lega Akira a Shirogane. Ma relegare la loro relazione a un semplice, e qui rappresentato alquanto banalmente, rapporto amoroso non sarebbe esatto. Come si evince dall'opera originaria, è lapalissiano che il sentimento che lega Shirogane al ragazzo ha radici molto più profonde che vanno ricercate nel suddetto “essere due facce della stessa medaglia”.
Considero quindi Monochrome Factor un anime che avrebbe potuto dare molto di più a ogni possibile spettatore e che invece è stato trasformato in un prodotto di poco pregio del quale sono state sprecate le potenzialità.</b></b>
In casi di anime come quello di Monochrome Factor viene da chiedersi perché mai gli autori non siano stati più fedeli al manga. Personalmente considero il lavoro di Sorano un buon prodotto. Presenta tutti gli elementi tipici di uno shōnen e ne rappresenta bene la categoria, anche perché, terminando in undici volumi, evita di ripetere gli elementi vincenti che se però riproposti lo avrebbero portato a essere uno di quei manga ripetitivi che per poco non ci accompagnano per tutta la vita del protagonista.
Nel 2008, anno di produzione della serie animata, era già disponibile materiale corrispondente a circa cinque tankōbon. Quindi perché non produrre una prima serie con gli eventi che hanno dato il via alle vicende del manga, sempre con il canonico allungamento dei fatti tipico degli anime (non pretendo certo un copia e incolla preciso dal lavoro del mangaka)? Poi se ne sarebbe potuta realizzare una seconda con quelli finali. Perché invece di seguire la buona strada indicata dal manga se n'è scelta un'altra che ha portato alla produzione di ventiquattro episodi dei quali neanche la metà merita di essere guardata? Ancora adesso non riesco a capirne il motivo.
La storia, della quale qui saranno presenti spoiler, narra le vicende del ribelle sedicenne Akira Nikaido e di ciò che seguì al suo incontro con il misterioso Shirogane. Quest'ultimo non è un essere un umano, bensì uno Shin, ovvero una creatura del mondo delle ombre, che chiede aiuto ad Akira per sconfiggere i Kokuchi – spiriti maligni provenienti dalla stessa dimensione di Shirogane – e che stanno turbando l'equilibrio instaurato tra il mondo reale e quello delle ombre. Presto al fianco di Akira e di Shirogane si aggiungono due amici del sedicenne: Aya e Kengo, che aiuteranno i due protagonisti a sconfiggere i Kokuchi che nel mondo reale hanno preso il controllo degli essere umani. Queste creature sono in verità manovrate da due Shin, Nanaya e Lulu, che a loro volta rispondono agli ordini del vero antagonista della serie.
La maggior parte degli episodi, con mio grande rammarico, si riducono all'incontro dei protagonisti con un umano che viene controllato da un Kokuchi e che attacca i suddetti quattro per poi essere sconfitto. Esistono a mio parere una buona decina di episodi-fotocopia che portano lo spettatore alla noia più assoluta, tanto risultano prevedibili .
Si viene comunque a conoscenza di alcuni fattori presenti anche nel manga, come per esempio la vera identità di Shirogane, che in verità è il Re del Mondo delle Ombre esiliato dalla sua stessa dimensione e spodestato dal suo trono da un altro Shin. Si scopre inoltre il motivo che ha spinto l'ex re a chiedere proprio l'aiuto di Akira. In questo mondo tutto ha un proprio opposto, la cosiddetta altra faccia della medaglia. Bianco e nero, luce e ombra: così come Shirogane sarebbe il regnante del Mondo delle Ombre Akira risulta in verità essere il Re delle Creature della Luce, i Rei, l'altra metà di Shirogane.
Nella serie animata viene inoltre introdotto il personaggio di Haruka, un geniale ragazzino di undici anni, pensato esclusivamente per l'anime e che quindi non compare nell'opera di Sorano. Sarà la semplice presenza di questo undicenne con i segreti della sua famiglia a cambiare totalmente la trama tingendola con accese note di esoterismo - che non avrebbe nulla a che vedere con l'universo originale dei protagonisti - e mescolando quindi in malo modo elementi che non si combinano tra loro per un risultato alquanto scadente.
L'ultima nota riguarda l'evidente presenza di shounen-ai (non presente nel manga) all'interno delle serie animata per cercare di spiegare il rapporto che lega Akira a Shirogane. Ma relegare la loro relazione a un semplice, e qui rappresentato alquanto banalmente, rapporto amoroso non sarebbe esatto. Come si evince dall'opera originaria, è lapalissiano che il sentimento che lega Shirogane al ragazzo ha radici molto più profonde che vanno ricercate nel suddetto “essere due facce della stessa medaglia”.
Considero quindi Monochrome Factor un anime che avrebbe potuto dare molto di più a ogni possibile spettatore e che invece è stato trasformato in un prodotto di poco pregio del quale sono state sprecate le potenzialità.</b></b>
L'anime non ha una trama originale, ormai l'abbiamo sentita tante e tante di quelle volta da saperle a memoria, però vedendo i disegni mi sono detta "ma perché no, guardiamolo" e in effetti guardandolo ha cominciato a piacermi, solo che alla fine io mi aspettavo molto di più. Il problema principale non è tanto la trama, perché anche se già sentita poteva essere resa in maniera efficace, quanto i personaggi che, come hanno già notato alcuni, risultano troppo stereotipati ed impersonali, perdendo spessore e attrattiva. La vicenda non viene sviluppata al meglio e quindi perde parecchi punti. Alla fine credevo che la trama si sarebbe sviluppata diversamente e in maniera più approfondita, volevo che tutto fosse stato reso più chiaro e più completo.
Monochrome Factor: 24 episodi, di cui circa una decina sono veramente "importanti".
Akira Nikaido, un sedicenne studente annoiato dalla propria noiosa vita, di ritorno da una giornata scolastica incontra Shirogane, uno strano individuo privo di ombra. In seguito, per una serie di avvenimenti, Akira si ritroverà coinvolto nella lotta della Luce contro le Tenebre, le quali stanno cercando di invadere il Mondo della Luce, e verrà a conoscenza del suo ruolo fondamentale nel conflitto.
Dopo gli episodi iniziali, in cui vengono presentati i vari personaggi principali, ecco che inizia una tiritera di eventi che non invoglia affatto al proseguimento della visione. La trama degli episodi diventa molto schematica: si conosce una persona (spesso con qualche rotella non esattamente a posto) la quale, per un motivo o per l'altro, si dispera, ed ecco che puntualmente viene posseduta dai "Kokuchi", ossia dei mostri parassiti provenienti dal Mondo delle Ombre. Segue l'arrivo dei nostri eroi, le loro trasformazioni, il combattimento, e l'epilogo. Sinceramente, ho continuato la visione semplicemente con la speranza che sbocciasse qualcosa tra Shirogane e Akira, e giusto perché alcune scene e battute sono carine e divertenti. L'ultimo episodio non è una reale fine, ma più un "To Be Continued". Devo dire che sono rimasta un po' spiazzata, soprattutto per come si sono "risolti" gli eventi.
Tuttavia, voto questo anime con un 6 in quanto, sebbene pochi, ci sono episodi che meritano di essere visti.
Apprezzo molto lo stile grafico impiegato: il disegno è soddisfacente, e ho apprezzato molto l'utilizzo dei super deformed nelle scene comiche, molto carine e simpatiche, sebbene nei momenti di tensione e di serietà non le abbia molto gradite.
Sono in fede che il sequel, il quale suppongo sia d'obbligo data la risoluzione degli eventi, sia migliore, o perlomeno più curato.
Akira Nikaido, un sedicenne studente annoiato dalla propria noiosa vita, di ritorno da una giornata scolastica incontra Shirogane, uno strano individuo privo di ombra. In seguito, per una serie di avvenimenti, Akira si ritroverà coinvolto nella lotta della Luce contro le Tenebre, le quali stanno cercando di invadere il Mondo della Luce, e verrà a conoscenza del suo ruolo fondamentale nel conflitto.
Dopo gli episodi iniziali, in cui vengono presentati i vari personaggi principali, ecco che inizia una tiritera di eventi che non invoglia affatto al proseguimento della visione. La trama degli episodi diventa molto schematica: si conosce una persona (spesso con qualche rotella non esattamente a posto) la quale, per un motivo o per l'altro, si dispera, ed ecco che puntualmente viene posseduta dai "Kokuchi", ossia dei mostri parassiti provenienti dal Mondo delle Ombre. Segue l'arrivo dei nostri eroi, le loro trasformazioni, il combattimento, e l'epilogo. Sinceramente, ho continuato la visione semplicemente con la speranza che sbocciasse qualcosa tra Shirogane e Akira, e giusto perché alcune scene e battute sono carine e divertenti. L'ultimo episodio non è una reale fine, ma più un "To Be Continued". Devo dire che sono rimasta un po' spiazzata, soprattutto per come si sono "risolti" gli eventi.
Tuttavia, voto questo anime con un 6 in quanto, sebbene pochi, ci sono episodi che meritano di essere visti.
Apprezzo molto lo stile grafico impiegato: il disegno è soddisfacente, e ho apprezzato molto l'utilizzo dei super deformed nelle scene comiche, molto carine e simpatiche, sebbene nei momenti di tensione e di serietà non le abbia molto gradite.
Sono in fede che il sequel, il quale suppongo sia d'obbligo data la risoluzione degli eventi, sia migliore, o perlomeno più curato.
La tranquilla (?) vita di Akira, ragazzo ribelle, scapestrato e intelligente, ma che preferisce dedicarsi alle risse e al dolce far niente, piuttosto che studiare, viene sconvolta dall'incontro con Shirogane, uno strano personaggio dai capelli bianchi, che dice di provenire dal mondo delle ombre, una sorta di "Altro Mondo" speculare al nostro. Il suo compito è quello di far sì che l'equilibrio tra i due mondi non precipiti e per questo ha bisogno dell'aiuto del nostro Akira. Ovviamente, dietro questo, si nascondono altre verità che Shirogane non menziona, ma che, lentamente, iniziamo a scorgere nel corso dell'opera.
Il mio incontro con questa serie è avvenuto essenzialmente perché una mia amica compra il manga e dunque, siccome il titolo è carino - carino, eh! Non particolarmente bello, unico e straordinario, precisiamolo, almeno per quei quattro/cinque volumi che ho letto - ho deciso di dargli un'occhiata.
A pensarci adesso, avrei dovuto rendermi conto allora che stavo per imbattermi in qualcosa che non mi sarebbe andato a genio. Questo perché, visto che all'attivo il manga aveva pochi volumi, una serie di ventiquattro episodi avrebbe necessariamente fatto affidamento su una serie di riempitivi inutili e il finale non mi sarebbe piaciuto e/o sarebbe stato aperto.
Cose che, appunto, si sono verificate tutte. I primi episodi sono in fondo quelli più carini, perché ci presentano i vari personaggi che appariranno sulla scena, rifacendosi al manga; con il passare degli episodi, si assiste a una serie di avventurette autoconclusive che non servono praticamente a nulla e che seguono tutte uno schema prestabilito:
- conosciamo il personaggio che sarà attaccato;
- il personaggio vive un'esperienza che lo rende facile preda dei nemici;
- battaglia;
- risoluzione finale.
E se qualche episodio risulta pure carino, dopo un po' questa manfrina finisce per annoiare lo spettatore, che vorrebbe sapere qualcosina in più sull'altro mondo e su Shirogane; certo, qualche episodio un po' più calzante c'è, ogni tanto (alla fine della prima parte e a termine dell'anime), ma una persona meno masochista di me, forse, non arriva neanche a vederli. E anche se ci arrivasse, ci rimarrebbe davvero male nel vedere che, alla fine, tutto questo poco c'entra con quello che sta accadendo nel manga.
Gli altri personaggi - come poi del resto anche i protagonisti - sono stereotipati al massimo e non hanno una evoluzione, neanche minima, anche se, come in ogni shonen che si rispetti, ecco che anche loro finiscono per avere poteri speciali, per poter aiutare il protagonista. Fortuna che doveva essere un potere per pochi eletti!
Ma l'elemento che forse lascia più basiti è la presenza di uno shonen-ai assurdo e immotivato. Non che io disprezzi il "fangirlismo" e lo slash, anzi; tuttavia, penso che deve avere un perché, una ragion d'essere. E qui, non ne ha: che ci sia o meno, per lo svolgimento della trama non ci sarebbe alcuna differenza. Questa scelta, a me pare tanto un voler a tutti costi creare fanservice gratuito per le amanti del genere, che, però, non so fino a che punto possano apprezzarlo a queste condizioni.
I disegni sono carini, ma non eccelsi; secondo me, sono decisamente migliori quelli del manga. Anche le musiche sono carine, ma non brillano né per originalità né per bellezza.
Come dire, è un anime che non resta assolutamente impresso e che si dimentica facilmente dopo la visione.
Il mio incontro con questa serie è avvenuto essenzialmente perché una mia amica compra il manga e dunque, siccome il titolo è carino - carino, eh! Non particolarmente bello, unico e straordinario, precisiamolo, almeno per quei quattro/cinque volumi che ho letto - ho deciso di dargli un'occhiata.
A pensarci adesso, avrei dovuto rendermi conto allora che stavo per imbattermi in qualcosa che non mi sarebbe andato a genio. Questo perché, visto che all'attivo il manga aveva pochi volumi, una serie di ventiquattro episodi avrebbe necessariamente fatto affidamento su una serie di riempitivi inutili e il finale non mi sarebbe piaciuto e/o sarebbe stato aperto.
Cose che, appunto, si sono verificate tutte. I primi episodi sono in fondo quelli più carini, perché ci presentano i vari personaggi che appariranno sulla scena, rifacendosi al manga; con il passare degli episodi, si assiste a una serie di avventurette autoconclusive che non servono praticamente a nulla e che seguono tutte uno schema prestabilito:
- conosciamo il personaggio che sarà attaccato;
- il personaggio vive un'esperienza che lo rende facile preda dei nemici;
- battaglia;
- risoluzione finale.
E se qualche episodio risulta pure carino, dopo un po' questa manfrina finisce per annoiare lo spettatore, che vorrebbe sapere qualcosina in più sull'altro mondo e su Shirogane; certo, qualche episodio un po' più calzante c'è, ogni tanto (alla fine della prima parte e a termine dell'anime), ma una persona meno masochista di me, forse, non arriva neanche a vederli. E anche se ci arrivasse, ci rimarrebbe davvero male nel vedere che, alla fine, tutto questo poco c'entra con quello che sta accadendo nel manga.
Gli altri personaggi - come poi del resto anche i protagonisti - sono stereotipati al massimo e non hanno una evoluzione, neanche minima, anche se, come in ogni shonen che si rispetti, ecco che anche loro finiscono per avere poteri speciali, per poter aiutare il protagonista. Fortuna che doveva essere un potere per pochi eletti!
Ma l'elemento che forse lascia più basiti è la presenza di uno shonen-ai assurdo e immotivato. Non che io disprezzi il "fangirlismo" e lo slash, anzi; tuttavia, penso che deve avere un perché, una ragion d'essere. E qui, non ne ha: che ci sia o meno, per lo svolgimento della trama non ci sarebbe alcuna differenza. Questa scelta, a me pare tanto un voler a tutti costi creare fanservice gratuito per le amanti del genere, che, però, non so fino a che punto possano apprezzarlo a queste condizioni.
I disegni sono carini, ma non eccelsi; secondo me, sono decisamente migliori quelli del manga. Anche le musiche sono carine, ma non brillano né per originalità né per bellezza.
Come dire, è un anime che non resta assolutamente impresso e che si dimentica facilmente dopo la visione.
Akira Nikaido è uno studente delle superiori, brillante in tutto ciò che fa ma estremamente ribelle e scontroso. La sua tranquilla e noiosa vita viene stravolta dall'incontro con il misterioso Shirogane, il quale gli rivela una sconvolgente verità: esistono due mondi speculari, quello della luce (il nostro mondo) e quello delle ombre. Shirogane è una creatura del mondo delle ombre ed il suo compito è quello di mantenere l'equilibrio tra queste due realtà, un equilibrio ora precario la cui rottura porterebbe alla distruzione dei due mondi. Per far si che tale equilibrio non si spezzi Shirogane ha bisogno della collaborazione di Akira. Nonostante un primo rifiuto, il ragazzo si troverà comunque costretto dagli eventi (e dal destino) a lottare al fianco di Shirogane.
Viste queste premesse, la storia, seppur non originalissima, sembrava promettere bene, in realtà Monochrome Factor si è rivelato un anime decisamente mediocre.
I personaggi sono sterotipatissimi. Qualche esempio:
- Akira: il protagonista è il classico ragazzo bello,intelligente e scontroso ma dal cuore d'oro (non male ma già visto e stravisto);
- Shirogane: anche lui bellissimo e misterioso, ma nell'anime spesso è reso ridicolo e perde di spessore;
- Kengo: l'amico tontolone e appiccicoso, quasi buono a nulla ma fedelissimo e sempre pronto al sacrificio;
- Aya: la compagna di classe rompi scatole, isterica che non fa altro che strillare e menare.
Gli episodi sono ripetitivi, noiosi, banali. Non c'è nessun colpo di scena e la trama si intuisce benissimo dal principio. Trovo particolarmente odiosa la fase della trasformazione dei personaggi: va bene una prima volta, anche due, anche tre, ma vedere la solita solfa ad ogni episodio è troppo (mi è sembrato di tornare ai tempi in cui guardavo "Saylor Moon"...). I combattimenti sono praticamente inesistenti e il tutto si risolve con due pugni ed una stoccata.
La delusione più grande rispetto a quest'anime è stata lo scoprire che il manga di Kaili Sorano da cui è tratto sembra essere veramente una buona opera. Anche se non ho letto il manga, mi è bastato sfogliarne qualche capitolo per rendermi conto che le differenze sono abissali. La storia è stata quasi completamente distorta rispetto all'originale del manga, improntandola su uno "shounen-ai" senza senso e inconcludente.
In sostanza, di questo anime riesco a salvare solo opening, ending e qualche siparietto comico. Tutto il resto è noia.
Viste queste premesse, la storia, seppur non originalissima, sembrava promettere bene, in realtà Monochrome Factor si è rivelato un anime decisamente mediocre.
I personaggi sono sterotipatissimi. Qualche esempio:
- Akira: il protagonista è il classico ragazzo bello,intelligente e scontroso ma dal cuore d'oro (non male ma già visto e stravisto);
- Shirogane: anche lui bellissimo e misterioso, ma nell'anime spesso è reso ridicolo e perde di spessore;
- Kengo: l'amico tontolone e appiccicoso, quasi buono a nulla ma fedelissimo e sempre pronto al sacrificio;
- Aya: la compagna di classe rompi scatole, isterica che non fa altro che strillare e menare.
Gli episodi sono ripetitivi, noiosi, banali. Non c'è nessun colpo di scena e la trama si intuisce benissimo dal principio. Trovo particolarmente odiosa la fase della trasformazione dei personaggi: va bene una prima volta, anche due, anche tre, ma vedere la solita solfa ad ogni episodio è troppo (mi è sembrato di tornare ai tempi in cui guardavo "Saylor Moon"...). I combattimenti sono praticamente inesistenti e il tutto si risolve con due pugni ed una stoccata.
La delusione più grande rispetto a quest'anime è stata lo scoprire che il manga di Kaili Sorano da cui è tratto sembra essere veramente una buona opera. Anche se non ho letto il manga, mi è bastato sfogliarne qualche capitolo per rendermi conto che le differenze sono abissali. La storia è stata quasi completamente distorta rispetto all'originale del manga, improntandola su uno "shounen-ai" senza senso e inconcludente.
In sostanza, di questo anime riesco a salvare solo opening, ending e qualche siparietto comico. Tutto il resto è noia.
Ho appena finito di vedere l'ultima puntata di questo anime che non posso definire in altro modo se non noioso, banale e privo di contenuti. Partiamo dicendo che l'idea di fondo sembra una brutta copia di "D. Gray Man". Il protagonista, in questo caso il solito studente perditempo, scopre di avere un potere fuori dal comune e combatte al fianco di un'ombra e di alcuni suoi fidi amici contro l'ascesa del mondo delle tenebre sulla terra. I personaggi sono tutti modelli già visti, l'amico del cuore sempre pronto a sacrificarsi, la capoclasse maschiaccio e combattiva, il vecchio amico don giovanni ecc, ecc. Ciò che rende questa serie insufficiente senza considerare poi la totale piattezza degli episodi. Potremmo sostituirne qualunque episodio con quello precedente o successivo senza che nessuno se ne accorgerebbe; ogni puntata spunta un nuovo nemico e nella fattispecie si tratta di conoscenti del protagonista posseduti da demoni di poco conto, i quali una volta sconfitti, abbandonano il corpo dell'individuo per essere poi uccisi con un sol colpo. Ciò, come detto, si ripete in ogni puntata. Per quasi tutta la serie sembra di assistere ad un filler che non ha né capo né coda, con scene demenziali, per la verità a volte anche simpatiche, che inframezzano combattimenti tutt'altro che emozionanti. Ovviamente anche la ciliegina sulla torta, che dovrebbe essere il classico colpo di scena nel finale, è quanto di più scontato possibile ci si possa attendere.
Detto ciò, la puntata 24 e quindi la fine della serie ci lascia senza un epilogo vero e proprio. Ciò serve probabilmente a far presagire un sequel. In conclusione, possiamo definire Monochrome Factor la classica brutta copia di un opera maggiore.
Detto ciò, la puntata 24 e quindi la fine della serie ci lascia senza un epilogo vero e proprio. Ciò serve probabilmente a far presagire un sequel. In conclusione, possiamo definire Monochrome Factor la classica brutta copia di un opera maggiore.
Akira Nikaido protagonista di questo anime, è uno studente molto annoiato con una vita normalissima...Ad un certo punto uno strano personaggio subentra nella sua vita, il misterioso e affascinante Shirogane che lo invita ad unirsi a lui per combattere le ombre, sempre più potenti, e ristabilire quindi l'equilibrio tra oscurità e luce. Piuttosto guardingo Akira non da peso alle sue parole ma in seguito dovrà accettare la verità per salvare i suoi amici. Unico neo, Akira deve trasformarsi in una sorta di spirito e perdere quindi la sua forma umana...
Devo ammettere che la storia mi ricorda un po' quella del mitico Bleach, e forse sarà anche per questo che mi è piaciuto e che continuerò a vederlo. Un po' presto per dirlo dato che sono usciti solo 4 episodi, ma ritengo che si meriti un bell' 8...
Devo ammettere che la storia mi ricorda un po' quella del mitico Bleach, e forse sarà anche per questo che mi è piaciuto e che continuerò a vederlo. Un po' presto per dirlo dato che sono usciti solo 4 episodi, ma ritengo che si meriti un bell' 8...