Clannad - After Story
Pensare che uno dei primi anime che abbia mai visto possa avere un effetto simile su di me a distanza di quasi 15 anni dalla prima volta in cui l'ho visto... quest'opera ha una forza incredibile. Soprattutto la seconda metà mi ha lasciato un nodo alla gola praticamente ad ogni episodio e in alcuni momenti particolari mi ha fatto versare lacrime come un bambino.
La trama: si continua a seguire la storia del duo Tomoya-Nagisa, osservandoli nei loro sforzi per diventare "adulti", con i loro alti e bassi, il tutto con un approccio a mio parere piuttosto realistico e anche per questo affascinante. Ovviamente ci sono anche elementi meno "realistici" come la questione delle luci della città, già viste nella prima stagione, e la storia parallela del robottino e della ragazza, ma almeno a parer mio questo lato più surreale della storia non toglie nulla al fatto che le interazioni fra i personaggi e la vita di tutti i giorni di Tomoya e Nagisa appaiano più che plausibili e "realistiche".
I personaggi: la coppia protagonista, i genitori di Nagisa, praticamente tutti gli altri personaggi "secondari"; anche se molti di questi non hanno storie particolarmente interessanti,si rivelano interessanti nel modo in cui le loro personalità entrano in contatto (e a volte conflitto) le une con le altre. Le conversazioni mi sono sembrate reali o, quantomeno, scritte bene. Inoltre, in alcuni episodi è possibile osservare scorci di carattere precedentemente nascosti (o solamente accennati) appartenenti a personaggi che fino a quel momento risultavano piuttosto monodimensionali come Sanae, e non vado oltre per evitare spoiler.
Lo svolgimento: la prima parte di stagione scorre un po' lentamente ma all'incirca dalla metà in avanti la trama e le emozioni iniziano a correre come Bolt. Come già detto ho apprezzato la scrittura dei dialoghi e questo aiuta molto la godibilità della storia anche negli episodi un po' più "piatti". Il finale può lasciare un po' interdetti, ma ho trovato che ci possa stare; purtroppo gli episodi che ho trovato io erano 24 ma la parola "fine" è stata messa già nel 22esimo... quando invece ho trovato che il 24 esimo episodio torni molto utile nel spiegare almeno in parte la scena finale del 22. Il 23 invece è una sorta di episodio extra... insomma, l'ordine degli episodi finali è un po' un macello e può portare un po' di confusione almeno alla prima visione. Ma ne vale la pena.
Video e audio: disegni parecchio old-school ma a loro modo apprezzabili. Il design può anche non andare a genio (dipende dai gusti), ma le animazioni trasudano qualità ed impegno, cosa che raramente si vede in molte serie moderne che appaiono spesso più brutte di anime disegnati più di 15 anni fa. Parlando del comparto audio, nulla da ridire ai doppiatori, le loro prestazioni hanno trasmesso alla grande le emozioni dei personaggi che interpretavano, mi è piaciuto particolarmente Tomoya. Le musiche invece sono iconiche, l'opening è di una malinconia incredibile e non ha mai fallito nel regalarmi un bel nodo alla gola e nel rubarmi almeno una lacrimuccia, così come non potevo evitare di frignare a dirotto ogni volta che partiva Dango Daikazoku... davvero, quest'anime ha fatto cose al mio spirito che non saprei nemmeno descrivere bene. Traumatico. Ma bellissimo.
In sostanza, penso che "Clannad - After Story" sia un assoluto "must watch" per ogni appassionato di anime. E' una storia a doppio taglio: da un lato avrete eternamente nella testa un racconto bellissimo e malinconico che potrebbe cambiare la vostra prospettiva sulla vita e sul concetto di famiglia... dall'altro lato, per citare Cowboy Bebop: "you're gonna carry that weight". Non è affatto una storia "leggera", non ci saranno violenza, sparatorie, squartamenti... ma l'ho trovata fra le più emotivamente pesanti che abbia mai visto.
Il punto è: ne vale la pena?
Risposta breve: sì.
Risposta lunga: guardatelo e decidete voi.
La trama: si continua a seguire la storia del duo Tomoya-Nagisa, osservandoli nei loro sforzi per diventare "adulti", con i loro alti e bassi, il tutto con un approccio a mio parere piuttosto realistico e anche per questo affascinante. Ovviamente ci sono anche elementi meno "realistici" come la questione delle luci della città, già viste nella prima stagione, e la storia parallela del robottino e della ragazza, ma almeno a parer mio questo lato più surreale della storia non toglie nulla al fatto che le interazioni fra i personaggi e la vita di tutti i giorni di Tomoya e Nagisa appaiano più che plausibili e "realistiche".
I personaggi: la coppia protagonista, i genitori di Nagisa, praticamente tutti gli altri personaggi "secondari"; anche se molti di questi non hanno storie particolarmente interessanti,si rivelano interessanti nel modo in cui le loro personalità entrano in contatto (e a volte conflitto) le une con le altre. Le conversazioni mi sono sembrate reali o, quantomeno, scritte bene. Inoltre, in alcuni episodi è possibile osservare scorci di carattere precedentemente nascosti (o solamente accennati) appartenenti a personaggi che fino a quel momento risultavano piuttosto monodimensionali come Sanae, e non vado oltre per evitare spoiler.
Lo svolgimento: la prima parte di stagione scorre un po' lentamente ma all'incirca dalla metà in avanti la trama e le emozioni iniziano a correre come Bolt. Come già detto ho apprezzato la scrittura dei dialoghi e questo aiuta molto la godibilità della storia anche negli episodi un po' più "piatti". Il finale può lasciare un po' interdetti, ma ho trovato che ci possa stare; purtroppo gli episodi che ho trovato io erano 24 ma la parola "fine" è stata messa già nel 22esimo... quando invece ho trovato che il 24 esimo episodio torni molto utile nel spiegare almeno in parte la scena finale del 22. Il 23 invece è una sorta di episodio extra... insomma, l'ordine degli episodi finali è un po' un macello e può portare un po' di confusione almeno alla prima visione. Ma ne vale la pena.
Video e audio: disegni parecchio old-school ma a loro modo apprezzabili. Il design può anche non andare a genio (dipende dai gusti), ma le animazioni trasudano qualità ed impegno, cosa che raramente si vede in molte serie moderne che appaiono spesso più brutte di anime disegnati più di 15 anni fa. Parlando del comparto audio, nulla da ridire ai doppiatori, le loro prestazioni hanno trasmesso alla grande le emozioni dei personaggi che interpretavano, mi è piaciuto particolarmente Tomoya. Le musiche invece sono iconiche, l'opening è di una malinconia incredibile e non ha mai fallito nel regalarmi un bel nodo alla gola e nel rubarmi almeno una lacrimuccia, così come non potevo evitare di frignare a dirotto ogni volta che partiva Dango Daikazoku... davvero, quest'anime ha fatto cose al mio spirito che non saprei nemmeno descrivere bene. Traumatico. Ma bellissimo.
In sostanza, penso che "Clannad - After Story" sia un assoluto "must watch" per ogni appassionato di anime. E' una storia a doppio taglio: da un lato avrete eternamente nella testa un racconto bellissimo e malinconico che potrebbe cambiare la vostra prospettiva sulla vita e sul concetto di famiglia... dall'altro lato, per citare Cowboy Bebop: "you're gonna carry that weight". Non è affatto una storia "leggera", non ci saranno violenza, sparatorie, squartamenti... ma l'ho trovata fra le più emotivamente pesanti che abbia mai visto.
Il punto è: ne vale la pena?
Risposta breve: sì.
Risposta lunga: guardatelo e decidete voi.
Attenzione: la recensione contiene spoiler
Comincio col dire che, inizialmente, non era mia intenzione scrivere una recensione per "Clannad - After Story". Quando un anime viene strutturato in modo così particolare e tratta tematiche così complesse, è giusto che ognuno si lasci trasportare dalle emozioni che questo fa scaturire, nel bene e nel male. Tuttavia, dopo aver letto diversi commenti negativi, soprattutto nei confronti degli episodi finali (in cui vi è un drastico cambiamento di carattere sentimentale), sento il forte bisogno di voler chiarire un concetto.
Clannad non è un anime che segue la trama di un tankobon, né tantomeno è un OVA. È una serie di animazione tratta da una visual novel giapponese. Chi conosce il videogioco riconosce senza dubbio la grande fedeltà nella narrazione; inoltre, molti aspetti che risultano forzati o poco chiari nell'anime, sono naturali nella visual, come ad esempio le sfere di luce che compaiono costantemente nell'anime, senza che fino all'ultimo ne vanga spiegata la natura e la cui raccolta è invece al centro del videogioco. Siccome una visual novel può avere diversi finali, è assurdo criticare il finale scelto per l'anime (che può piacere o non piacere), che è solo uno dei possibili nel gioco, ma sicuramente il più completo (e a lieto fine).
Ora che ho espresso questo concetto oggettivo, già che ci sono dirò il mio parere che è, invece, totalmente personale. A me l'anime piace, e molto!
Prima di argomentare mi sembra giusto sottolineare che "Clannad - After Story" è la seconda parte di Clannad, quindi se volete emozionarvi con After Story (e, garantirei, vi emozionerete), è obbligatorio guardarsi la prima parte. Non voglio far intendere che i primi 24 episodi di Clannad siano brutti: sono fondamentali per presentare i personaggi e, a tratti, la storia riesce ad emozionare, ma è nettamente inferiore alla seconda parte. Un aspetto già di per se originale di Clannad è nel nome "After Story". E' come se la prima parte (Clannad) fosse il vero e proprio racconto dei due protagonisti Nagisa e Tomoya, il quale finisce come la maggior parte delle commedie scolastiche, ovvero con i due protagonisti che si mettono insieme.
E vissero felici e contenti?
È proprio questo che vediamo in "Clannad - After Story", la storia dopo la storia. In realtà i primi episodi sono sulla falsa riga di quelli precedenti, più comici che drammatici. Immagino sia un effetto voluto, sia nel gioco quanto nell'anime; dare un senso di tranquillità e spensieratezza ai personaggi prima dei momenti più toccanti. La storia è indimenticabile, così come lo sono i personaggi, dal padre di Nagisa, ai protagonisti ai loro amici. L'evoluzione dei personaggi principali è incredibile, ma ancor meglio, è realistica! I personaggi non affrontano le avversità che la vita gli pone in modo eroico, come il solito protagonista di shounen. Affrontano la vita in modo personale, inaspettato, a tratti immorale; proprio come chiunque potrebbe fare (o non fare). La cosa più crudele che secondo me questo anime da allo spettatore, è lasciarlo con la domanda, "Tu che faresti in quella situazione?" "Sapresti reagire da eroe?" "Ti faresti sopraffare, o continueresti a vivere?".
In realtà posso capire chi non aprrezza il finale a lieto fine. Nel gioco se con Tomoya riesci a recuperare abbastanza sfere di luce dopo aver aiutato gli amici, ti viene concesso un desiderio, che è inevitabilmente il lieto fine con Nagisa e Ushio. Questo dolce finale stona ovviamente con la profonda drammaticità degli episodi precedenti che, inutile girarci intorno, sono la vera marcia in più dell'opera; però sono una scelta di finale, e personalmente, mi piace considerarlo il vero finale di Clannad (dall'irlandese "famiglia"), solo perché un finale diverso sarebbe davvero troppo drammatico per lo spettatore medio. Allora mi rivolgo direttamente a te, a cui non è piaciuto il finale dolce: ti consiglio la visual novel, non raccogliere le sfere di luce e avrai tutti i finali drammatici che vuoi.
In definitiva considero assolutamente "Clannad - After Story" (nel complesso insieme a Clannad) come l'anime drammatico per eccellenza, sicuramente tra i top del genere. Penso di aver visto la maggior parte degli anime considerati drammatici (almeno i più famosi), da "Una tomba per le lucciole" a "Your lie in april" passando per "Anohana", "Silent voice", "Banana fish", "Violet Evergarden"... saranno gusti personali, ma vi assicuro che con nessuno di questi ho rischiato la lacrima, per quanto mi siano piaciuti e mi abbiano coinvolto emotivamente. L'unico è stato Clannad!
Forse il 10 non lo merita, le puntate iniziali in stile slice of life, di sicuro abbasserebbero il voto complessivo. Tuttavia mi basta ripensare alla scena di Tomoya e Ushio nel campo di fiori per non avere dubbi. Considerando il solo genere drammatico, nessun anime mi ha mai fatto emozionare quanto Clannad. Considerando questi aspetti, il mio voto non può che essere 10!
Comincio col dire che, inizialmente, non era mia intenzione scrivere una recensione per "Clannad - After Story". Quando un anime viene strutturato in modo così particolare e tratta tematiche così complesse, è giusto che ognuno si lasci trasportare dalle emozioni che questo fa scaturire, nel bene e nel male. Tuttavia, dopo aver letto diversi commenti negativi, soprattutto nei confronti degli episodi finali (in cui vi è un drastico cambiamento di carattere sentimentale), sento il forte bisogno di voler chiarire un concetto.
Clannad non è un anime che segue la trama di un tankobon, né tantomeno è un OVA. È una serie di animazione tratta da una visual novel giapponese. Chi conosce il videogioco riconosce senza dubbio la grande fedeltà nella narrazione; inoltre, molti aspetti che risultano forzati o poco chiari nell'anime, sono naturali nella visual, come ad esempio le sfere di luce che compaiono costantemente nell'anime, senza che fino all'ultimo ne vanga spiegata la natura e la cui raccolta è invece al centro del videogioco. Siccome una visual novel può avere diversi finali, è assurdo criticare il finale scelto per l'anime (che può piacere o non piacere), che è solo uno dei possibili nel gioco, ma sicuramente il più completo (e a lieto fine).
Ora che ho espresso questo concetto oggettivo, già che ci sono dirò il mio parere che è, invece, totalmente personale. A me l'anime piace, e molto!
Prima di argomentare mi sembra giusto sottolineare che "Clannad - After Story" è la seconda parte di Clannad, quindi se volete emozionarvi con After Story (e, garantirei, vi emozionerete), è obbligatorio guardarsi la prima parte. Non voglio far intendere che i primi 24 episodi di Clannad siano brutti: sono fondamentali per presentare i personaggi e, a tratti, la storia riesce ad emozionare, ma è nettamente inferiore alla seconda parte. Un aspetto già di per se originale di Clannad è nel nome "After Story". E' come se la prima parte (Clannad) fosse il vero e proprio racconto dei due protagonisti Nagisa e Tomoya, il quale finisce come la maggior parte delle commedie scolastiche, ovvero con i due protagonisti che si mettono insieme.
E vissero felici e contenti?
È proprio questo che vediamo in "Clannad - After Story", la storia dopo la storia. In realtà i primi episodi sono sulla falsa riga di quelli precedenti, più comici che drammatici. Immagino sia un effetto voluto, sia nel gioco quanto nell'anime; dare un senso di tranquillità e spensieratezza ai personaggi prima dei momenti più toccanti. La storia è indimenticabile, così come lo sono i personaggi, dal padre di Nagisa, ai protagonisti ai loro amici. L'evoluzione dei personaggi principali è incredibile, ma ancor meglio, è realistica! I personaggi non affrontano le avversità che la vita gli pone in modo eroico, come il solito protagonista di shounen. Affrontano la vita in modo personale, inaspettato, a tratti immorale; proprio come chiunque potrebbe fare (o non fare). La cosa più crudele che secondo me questo anime da allo spettatore, è lasciarlo con la domanda, "Tu che faresti in quella situazione?" "Sapresti reagire da eroe?" "Ti faresti sopraffare, o continueresti a vivere?".
In realtà posso capire chi non aprrezza il finale a lieto fine. Nel gioco se con Tomoya riesci a recuperare abbastanza sfere di luce dopo aver aiutato gli amici, ti viene concesso un desiderio, che è inevitabilmente il lieto fine con Nagisa e Ushio. Questo dolce finale stona ovviamente con la profonda drammaticità degli episodi precedenti che, inutile girarci intorno, sono la vera marcia in più dell'opera; però sono una scelta di finale, e personalmente, mi piace considerarlo il vero finale di Clannad (dall'irlandese "famiglia"), solo perché un finale diverso sarebbe davvero troppo drammatico per lo spettatore medio. Allora mi rivolgo direttamente a te, a cui non è piaciuto il finale dolce: ti consiglio la visual novel, non raccogliere le sfere di luce e avrai tutti i finali drammatici che vuoi.
In definitiva considero assolutamente "Clannad - After Story" (nel complesso insieme a Clannad) come l'anime drammatico per eccellenza, sicuramente tra i top del genere. Penso di aver visto la maggior parte degli anime considerati drammatici (almeno i più famosi), da "Una tomba per le lucciole" a "Your lie in april" passando per "Anohana", "Silent voice", "Banana fish", "Violet Evergarden"... saranno gusti personali, ma vi assicuro che con nessuno di questi ho rischiato la lacrima, per quanto mi siano piaciuti e mi abbiano coinvolto emotivamente. L'unico è stato Clannad!
Forse il 10 non lo merita, le puntate iniziali in stile slice of life, di sicuro abbasserebbero il voto complessivo. Tuttavia mi basta ripensare alla scena di Tomoya e Ushio nel campo di fiori per non avere dubbi. Considerando il solo genere drammatico, nessun anime mi ha mai fatto emozionare quanto Clannad. Considerando questi aspetti, il mio voto non può che essere 10!
Ho aspettato un bel po' per poter fare una recensione di questo anime, l’avrò rivisto forse un milione di volte, ma credo che dando un giudizio troppo affrettato ad un anime di questo genere si finirebbe poi per non dargli l’importanza che merita.
Il mio voto non è 10 ma 9 solamente perché si, è un fantasy, ma un fantasy soffuso, per così dire. Mi ha dato l’impressione all’inizio di voler cominciare come un normalissimo shoujo, forzando poi invece una fantasia che potesse renderlo poi particolare. Mi è sembrato un po’ un misto, forzato, di tutto.
Tuttavia, devo sottolinearne comunque la bellezza.
Nagisa è la solita classica ragazza fragile ed insicura di sé, la cui condizione è maggiormente accreditata dal suo essere estremamente cagionevole di salute. Tomoya è invece un ragazzo buono e genuino, che per anni vive credendosi un ribelle solo per qualche rissa tra i banchi di scuola e un po’ di svogliataggine nello studio. Si ricrederà, finalmente, quando incontrerà Nagisa, trovando il vero se stesso senza temere di mostrarsi in pubblico per ciò che è realmente.
Attenzione: questa parte contiene spoiler
La storia sottesa è una storia triste, ma con la ventata di fantasy che è stata data alla fine si capisce di come si sia tornati indietro nel tempo permettendo così ai due giovani di rimanere insieme per la vita insieme alla loro tenera e dolcissima figlia. Non sono chiare le dinamiche della situazione, di come tutto ciò sia realmente stato possibile, eppure accade e noi non possiamo fare altro che cibarci di questo meraviglioso finale.
Fine parte contenente spoiler
È un anime contorto, che emoziona, alle volte annoia, che allieta l’animo delle persone, che ci fa arrabbiare e che ci fa innamorare.
Non voglio dire altro perché questo è proprio uno dei classici anime che non merita di essere spoilerato, semplicemente guardatelo. Vi emozionerà.
Il mio voto non è 10 ma 9 solamente perché si, è un fantasy, ma un fantasy soffuso, per così dire. Mi ha dato l’impressione all’inizio di voler cominciare come un normalissimo shoujo, forzando poi invece una fantasia che potesse renderlo poi particolare. Mi è sembrato un po’ un misto, forzato, di tutto.
Tuttavia, devo sottolinearne comunque la bellezza.
Nagisa è la solita classica ragazza fragile ed insicura di sé, la cui condizione è maggiormente accreditata dal suo essere estremamente cagionevole di salute. Tomoya è invece un ragazzo buono e genuino, che per anni vive credendosi un ribelle solo per qualche rissa tra i banchi di scuola e un po’ di svogliataggine nello studio. Si ricrederà, finalmente, quando incontrerà Nagisa, trovando il vero se stesso senza temere di mostrarsi in pubblico per ciò che è realmente.
Attenzione: questa parte contiene spoiler
La storia sottesa è una storia triste, ma con la ventata di fantasy che è stata data alla fine si capisce di come si sia tornati indietro nel tempo permettendo così ai due giovani di rimanere insieme per la vita insieme alla loro tenera e dolcissima figlia. Non sono chiare le dinamiche della situazione, di come tutto ciò sia realmente stato possibile, eppure accade e noi non possiamo fare altro che cibarci di questo meraviglioso finale.
Fine parte contenente spoiler
È un anime contorto, che emoziona, alle volte annoia, che allieta l’animo delle persone, che ci fa arrabbiare e che ci fa innamorare.
Non voglio dire altro perché questo è proprio uno dei classici anime che non merita di essere spoilerato, semplicemente guardatelo. Vi emozionerà.
Immaginatevi un anime, in cui tutti i protagonisti sono riusciti a raggiungere i loro sogni, o per lo meno portare a termine i loro obbiettivi, che si erano prefissati. Potremmo definirlo, quindi, un vero e proprio lieto fine. Ma, ovviamente, non è così nella realtà, la vita dei personaggi prosegue e non si chiude, di certo, lì. Il sequel di "Clannad", anime scolastico, prodotto da Kyoto Animation e tratto da una Visual Novel, parte proprio da queste ottime premesse e non a caso prende il nome di "After Story"
Inizialmente, tuttavia, questo seguito sente molto l'influenza del suo predecessore, in particolare nei primi episodi dell'opera, che si sviluppano ancora in diversi archi narrativi autonomi l'uno dall'altro, dedicati ad un singolo personaggio. Se si conosce il mondo delle Visual Novel, però, si nota subito che sono piuttosto insoliti e poco convenzionali, in quanto, tra questi, ne abbiano uno che si concentra su un personaggio maschile, abbastanza atipico per un serie con una forte componente harem, e i restanti su personaggi femminili di supporto e che, stranamente, non dimostrano alcun interesse amoroso verso il protagonista, a differenza della prima stagione e della stragrande maggioranza di anime del genere, come ad esempio il recente "Seishun Buta Yarō".
Conclusa questa prima parte, in ogni caso molto particolare, inizia il vero e proprio "After Story", in questo punto la serie evolve, diventando qualcosa di completamente diverso e unico, dove le avventure scolastiche, addirittura caratterizzate da un pizzico di soprannaturale e eventi fuori dall'ordinario, sono ormai un vago ricordo. Infatti vediamo il protagonista Okazaki Tomoya fare il suo ingresso nella società e nel mondo del lavoro, affrontando molte difficoltà e ostacoli che la vita gli pone davanti. Quella parte oscura della storia, che molti harem, oppure romanzi visivi di questo stampo, si rifiutano di raccontare, lasciandoci solamente con un lieto fine illusorio, in cui il protagonista si dichiara all'eroina che ama.
Allo stesso tempo, questo sequel risolve degli interrogativi rimasti irrisolti della precedente stagione, come ad esempio la teoria del "mondo nascosto" e la vera origine della storia de "la fantasia invernale", che Nagisa e Okazaki conoscono. Si tratta, comunque, di una serie di carattere soprannaturale, che quindi non può dare risposte razionali agli eventi avvolti nel mistero, presenti nell'opera, come nella realtà non possiamo dare una risposta a certi quesiti. Nonostante ciò, mi ha colpito come le vicende si collegassero in modo coerente a determinate scene, mostrate nel primo adattamento animato di "Clannad", rendendo la serie affascinante anche sotto l'aspetto soprannaturale.
Attenzione: questa parte contiene spoiler
"After Story" riconferma il cast stellare della prima stagione, approfondendo personaggi come Sunohara, che in realtà era già più che un ottimo personaggio per il ruolo che rivestiva nella precedente stagione, per l'appunto viene approfondito il suo legame con la sorella e Tomoya. Uno dei punti, che difficilmente dimenticherò di questa serie e chi mi hanno parecchio commosso sono, invece, gli episodi dedicati ad Ushio e il padre di Tomoya. In particolare, mi riferisco agli episodi 18 e 19, forse tra i più commoventi e intensi che abbia visto in una serie animata e, a mio avviso, le vette più alte raggiunte dalla serie. Infatti più che la morte di determinati personaggi, sono rimasto colpito profondamente da come il protagonista abbia risanato i rapporti difficili, a distanza di anni, con questi ultimi due membri importantissimi della sua famiglia. Anche solo per queste due puntate, la serie vale assolutamente la visione, ma in generale penso che "Clannad" vanti uno dei cast migliori, che abbia visto.
Molto criticato, invece il finale, che dopo tanta tristezza e sofferenza sfocia in una conclusione, apparentemente positiva. Anche se ciò che è più importante non è il finale in quanto tale, bensì il viaggio e la crescita psicologica del protagonista. In secondo luogo, è comunque simbolico e sensato, di fatti mette in evidenza quello che, a mio avviso, è il messaggio cardine della serie: nonostante nel tempo la propria famiglia subirà, inevitabilmente, dei cambiamenti, rimarrai sempre legato ad essa. In terzo luogo, risulta inaspettato e poco prevedibile, considerando quanto siano drammatici gli episodi precedenti.
Fine parte contenente spoiler
In conclusione, nel complesso "Clannad" si è rivelato un anime scolastico tutt'altro che convenzionale. Infatti decostruisce, soprattutto nella parte "After Story", tutti quei prodotti harem, in cui il protagonista vive in un mondo da sogni, circondato da miriadi di ragazze, che hanno bisogno del suo aiuto, senza mai mostrare le difficoltà, che il protagonista dovrà affrontare in futuro, al di fuori delle avventure scolastiche al limite dell'impossibile, che ha vissuto.
Inizialmente, tuttavia, questo seguito sente molto l'influenza del suo predecessore, in particolare nei primi episodi dell'opera, che si sviluppano ancora in diversi archi narrativi autonomi l'uno dall'altro, dedicati ad un singolo personaggio. Se si conosce il mondo delle Visual Novel, però, si nota subito che sono piuttosto insoliti e poco convenzionali, in quanto, tra questi, ne abbiano uno che si concentra su un personaggio maschile, abbastanza atipico per un serie con una forte componente harem, e i restanti su personaggi femminili di supporto e che, stranamente, non dimostrano alcun interesse amoroso verso il protagonista, a differenza della prima stagione e della stragrande maggioranza di anime del genere, come ad esempio il recente "Seishun Buta Yarō".
Conclusa questa prima parte, in ogni caso molto particolare, inizia il vero e proprio "After Story", in questo punto la serie evolve, diventando qualcosa di completamente diverso e unico, dove le avventure scolastiche, addirittura caratterizzate da un pizzico di soprannaturale e eventi fuori dall'ordinario, sono ormai un vago ricordo. Infatti vediamo il protagonista Okazaki Tomoya fare il suo ingresso nella società e nel mondo del lavoro, affrontando molte difficoltà e ostacoli che la vita gli pone davanti. Quella parte oscura della storia, che molti harem, oppure romanzi visivi di questo stampo, si rifiutano di raccontare, lasciandoci solamente con un lieto fine illusorio, in cui il protagonista si dichiara all'eroina che ama.
Allo stesso tempo, questo sequel risolve degli interrogativi rimasti irrisolti della precedente stagione, come ad esempio la teoria del "mondo nascosto" e la vera origine della storia de "la fantasia invernale", che Nagisa e Okazaki conoscono. Si tratta, comunque, di una serie di carattere soprannaturale, che quindi non può dare risposte razionali agli eventi avvolti nel mistero, presenti nell'opera, come nella realtà non possiamo dare una risposta a certi quesiti. Nonostante ciò, mi ha colpito come le vicende si collegassero in modo coerente a determinate scene, mostrate nel primo adattamento animato di "Clannad", rendendo la serie affascinante anche sotto l'aspetto soprannaturale.
Attenzione: questa parte contiene spoiler
"After Story" riconferma il cast stellare della prima stagione, approfondendo personaggi come Sunohara, che in realtà era già più che un ottimo personaggio per il ruolo che rivestiva nella precedente stagione, per l'appunto viene approfondito il suo legame con la sorella e Tomoya. Uno dei punti, che difficilmente dimenticherò di questa serie e chi mi hanno parecchio commosso sono, invece, gli episodi dedicati ad Ushio e il padre di Tomoya. In particolare, mi riferisco agli episodi 18 e 19, forse tra i più commoventi e intensi che abbia visto in una serie animata e, a mio avviso, le vette più alte raggiunte dalla serie. Infatti più che la morte di determinati personaggi, sono rimasto colpito profondamente da come il protagonista abbia risanato i rapporti difficili, a distanza di anni, con questi ultimi due membri importantissimi della sua famiglia. Anche solo per queste due puntate, la serie vale assolutamente la visione, ma in generale penso che "Clannad" vanti uno dei cast migliori, che abbia visto.
Molto criticato, invece il finale, che dopo tanta tristezza e sofferenza sfocia in una conclusione, apparentemente positiva. Anche se ciò che è più importante non è il finale in quanto tale, bensì il viaggio e la crescita psicologica del protagonista. In secondo luogo, è comunque simbolico e sensato, di fatti mette in evidenza quello che, a mio avviso, è il messaggio cardine della serie: nonostante nel tempo la propria famiglia subirà, inevitabilmente, dei cambiamenti, rimarrai sempre legato ad essa. In terzo luogo, risulta inaspettato e poco prevedibile, considerando quanto siano drammatici gli episodi precedenti.
Fine parte contenente spoiler
In conclusione, nel complesso "Clannad" si è rivelato un anime scolastico tutt'altro che convenzionale. Infatti decostruisce, soprattutto nella parte "After Story", tutti quei prodotti harem, in cui il protagonista vive in un mondo da sogni, circondato da miriadi di ragazze, che hanno bisogno del suo aiuto, senza mai mostrare le difficoltà, che il protagonista dovrà affrontare in futuro, al di fuori delle avventure scolastiche al limite dell'impossibile, che ha vissuto.
<b>Attenzione: la seguente recensione contiene lievi spoiler</b>
Oh, questo anime... Probabilmente uno di quelli più importanti della mia adolescenza.
Dopo una prima serie che potrei definire terribilmente media e solamente l'ombra sbiadita di quello che è "After Story", possiamo tuffarci nel tripudio di emozioni e sensibilità che è questo sequel.
"Clannad - After Story" si apre con Tomoya e Nagisa, coppia formatasi nell'ultimo episodio della serie precedente, che affrontano gli ultimi mesi scolastici. Tuttavia, a causa del suo cagionevole stato di salute, Nagisa si ritroverà costretta a ripetere l'anno con grande rimorso di Tomoya, il quale sente di aver dovuto ripetere l'anno con lei per non lasciarla da sola.
Da qui inizia il percorso della coppia ed il loro ingresso nella società, costellato da non pochi problemi, soprattutto da parte di Tomoya, che potrei considerare come il personaggio meglio trattato all'interno della serie. Tomoya, sin dagli albori, non mi è mai stato simpatico, anzi, come protagonista mi è sempre stato abbastanza sulle 'pelotas' a causa della sua strafottenza ed antipatia che ha per tutti. Ha avuto le sue ragioni per farlo, ma comunque all'inizio non mi è piaciuto. Tuttavia, con "After Story" assistiamo ad una gigantesca crescita del personaggio e ad un grande salto nella sua maturazione. Non è più l'adolescente ''bulletto'', ma un giovane inerme di fronte alla società, dalla quale si sentirà anche schiacciato. Ad alleviare questo suo senso di impotenza ci sarà sua moglie Nagisa, la quale si rivelerà possedere una forza d'animo ed una determinazione senza confini, che spronerà Tomoya ad andare avanti nei momenti più difficili.
Il tema principale di "Clannad - After Story" è proprio anche la famiglia e ruota intorno ai sacrifici che i protagonisti sono disposti a fare per essa: Akio e Sanae, i genitori di Nagisa, assumeranno un ruolo molto più attivo e si comporteranno come la famiglia che Tomoya non ha mai avuto. La serie continua su cardini molto maturi fino a che non assistiamo al colpo di scena più importante della serie, che distruggerà completamente Tomoya sia al livello fisico che a livello psicologico. Fortunatamente per lui e per intercessione di Sanae, il protagonista riuscirà a trovare la forza di andare avanti e a ricucire rapporti che sembravano oramai persi per sempre, come quello con il padre, Naoyuki, e soprattutto con la figlia Ushio.
La trama è di livello altissimo, un grandissimo livello che potremmo dire ''tarpato'' dal finale, che ha spezzato in due la community. Personalmente, ho dei sentimenti contrastanti: se da un lato sono felicissimo per Tomoya, dall'altro sento che il realistico lavoro che hanno fatto nel trasmettere il messaggio di continuare ad andare avanti anche di fronte alla più terribile delle avversità sia stato un po' vanificato. A mio parere avrebbero potuto concludere il tutto al risolvimento della faccenda fra Tomoya e suo padre, evitando questo scossone 'bittersweet'.
L'elemento commedia, infine, rimane soprattutto nella prima parte della serie grazie alle divertenti scene familiari di Akio, che soppianta Sunohara come comic relief, e Tomoya, che gli tiene testa in maniera altrettanto divertente.
L'anime però ha un grosso difetto: i primi episodi sono quasi completamente inutili e sanno quasi di filler, giusto per prolungare l'atmosfera della prima serie, e questo va a danneggiare la fluidità della narrazione, la quale ci mette davvero un po' di tempo ad ingranare a causa di ciò. Quando però lo fa, raggiungiamo grandi vette.
Per il lato artistico... Se da una parte abbiamo delle musiche indimenticabili, tristi e fantastiche, corredate da opening ed ending all'altezza, dall'altro abbiamo un tratto del disegno che potremmo quasi definire da ''stereotipo anime agli occhi di un non-fan degli anime''. Perché? Ironicamente, perché gli occhi dei personaggi sono giganteschi più del normale e così distanti fra loro che un altro poco sembra un'autostrada. Questa cosa è visibile soprattutto sui personaggi femminili e non l'ho gradita. Sebbene assistiamo ad un miglioramento complessivo rispetto alla prima serie, questo difetto mi impedisce di promuovere a pieni voti.
"Clannad - After Story" è una serie di pregevole fattura con nei d'imperfezione che le impediscono di andare oltre certi limiti. Se avessero eliminato la prima parte della serie, che sa tanto di filler, modificato il finale per essere più realistico e migliorato il disegno dei volti, staremmo parlando di un anime da dieci, proprio in virtù di quello che voleva raccontare. Ma a causa di ciò, non posso andare oltre l'otto-otto e mezzo.
Ovviamente lo consiglio a tutti, soprattutto a chi ama il genere romantico.
Oh, questo anime... Probabilmente uno di quelli più importanti della mia adolescenza.
Dopo una prima serie che potrei definire terribilmente media e solamente l'ombra sbiadita di quello che è "After Story", possiamo tuffarci nel tripudio di emozioni e sensibilità che è questo sequel.
"Clannad - After Story" si apre con Tomoya e Nagisa, coppia formatasi nell'ultimo episodio della serie precedente, che affrontano gli ultimi mesi scolastici. Tuttavia, a causa del suo cagionevole stato di salute, Nagisa si ritroverà costretta a ripetere l'anno con grande rimorso di Tomoya, il quale sente di aver dovuto ripetere l'anno con lei per non lasciarla da sola.
Da qui inizia il percorso della coppia ed il loro ingresso nella società, costellato da non pochi problemi, soprattutto da parte di Tomoya, che potrei considerare come il personaggio meglio trattato all'interno della serie. Tomoya, sin dagli albori, non mi è mai stato simpatico, anzi, come protagonista mi è sempre stato abbastanza sulle 'pelotas' a causa della sua strafottenza ed antipatia che ha per tutti. Ha avuto le sue ragioni per farlo, ma comunque all'inizio non mi è piaciuto. Tuttavia, con "After Story" assistiamo ad una gigantesca crescita del personaggio e ad un grande salto nella sua maturazione. Non è più l'adolescente ''bulletto'', ma un giovane inerme di fronte alla società, dalla quale si sentirà anche schiacciato. Ad alleviare questo suo senso di impotenza ci sarà sua moglie Nagisa, la quale si rivelerà possedere una forza d'animo ed una determinazione senza confini, che spronerà Tomoya ad andare avanti nei momenti più difficili.
Il tema principale di "Clannad - After Story" è proprio anche la famiglia e ruota intorno ai sacrifici che i protagonisti sono disposti a fare per essa: Akio e Sanae, i genitori di Nagisa, assumeranno un ruolo molto più attivo e si comporteranno come la famiglia che Tomoya non ha mai avuto. La serie continua su cardini molto maturi fino a che non assistiamo al colpo di scena più importante della serie, che distruggerà completamente Tomoya sia al livello fisico che a livello psicologico. Fortunatamente per lui e per intercessione di Sanae, il protagonista riuscirà a trovare la forza di andare avanti e a ricucire rapporti che sembravano oramai persi per sempre, come quello con il padre, Naoyuki, e soprattutto con la figlia Ushio.
La trama è di livello altissimo, un grandissimo livello che potremmo dire ''tarpato'' dal finale, che ha spezzato in due la community. Personalmente, ho dei sentimenti contrastanti: se da un lato sono felicissimo per Tomoya, dall'altro sento che il realistico lavoro che hanno fatto nel trasmettere il messaggio di continuare ad andare avanti anche di fronte alla più terribile delle avversità sia stato un po' vanificato. A mio parere avrebbero potuto concludere il tutto al risolvimento della faccenda fra Tomoya e suo padre, evitando questo scossone 'bittersweet'.
L'elemento commedia, infine, rimane soprattutto nella prima parte della serie grazie alle divertenti scene familiari di Akio, che soppianta Sunohara come comic relief, e Tomoya, che gli tiene testa in maniera altrettanto divertente.
L'anime però ha un grosso difetto: i primi episodi sono quasi completamente inutili e sanno quasi di filler, giusto per prolungare l'atmosfera della prima serie, e questo va a danneggiare la fluidità della narrazione, la quale ci mette davvero un po' di tempo ad ingranare a causa di ciò. Quando però lo fa, raggiungiamo grandi vette.
Per il lato artistico... Se da una parte abbiamo delle musiche indimenticabili, tristi e fantastiche, corredate da opening ed ending all'altezza, dall'altro abbiamo un tratto del disegno che potremmo quasi definire da ''stereotipo anime agli occhi di un non-fan degli anime''. Perché? Ironicamente, perché gli occhi dei personaggi sono giganteschi più del normale e così distanti fra loro che un altro poco sembra un'autostrada. Questa cosa è visibile soprattutto sui personaggi femminili e non l'ho gradita. Sebbene assistiamo ad un miglioramento complessivo rispetto alla prima serie, questo difetto mi impedisce di promuovere a pieni voti.
"Clannad - After Story" è una serie di pregevole fattura con nei d'imperfezione che le impediscono di andare oltre certi limiti. Se avessero eliminato la prima parte della serie, che sa tanto di filler, modificato il finale per essere più realistico e migliorato il disegno dei volti, staremmo parlando di un anime da dieci, proprio in virtù di quello che voleva raccontare. Ma a causa di ciò, non posso andare oltre l'otto-otto e mezzo.
Ovviamente lo consiglio a tutti, soprattutto a chi ama il genere romantico.
"Clannad - After Story" è sostanzialmente il continuo di "Clannad - School Life" ed è sempre tratto dall'omonima graphic novel della Key. Dopo le vicende di "Clannad - School Life", l'anime riprende vedendo i protagonisti Nagisa Furukawa e Tomoya Okazaki come una coppia che, insieme agli altri personaggi, trascorre i suoi ultimi giorni di scuola. Con la fine della scuola, dopo aver approfondito tutte le storie sugli altri personaggi, l'anime rivela la sua vera bellezza: infatti "Clannad - After Story" non si limita a descrivere gli accadimenti avvenuti durante il liceo, ma riesce ad andare oltre, mostrandoci il continuo della vita dei due protagonisti, che si ritrovano a dover fronteggiare il mondo degli adulti. Questa "seconda stagione" completa la storia, riuscendo in ogni istante a farti emozionare, grazie alla sua forte morale sul concetto di famiglia. Detto questo, per me è davvero un capolavoro, che consiglio vividamente a tutti.
In "Clannad - After Story" sono presenti due episodi OVA che sono completamente scollegati alla storia principale e girano in torno alle eroine Kyou Fujibayashi e Tomoyo Sakagami, che intraprendono una relazione amorosa con il protagonista.
In "Clannad - After Story" sono presenti due episodi OVA che sono completamente scollegati alla storia principale e girano in torno alle eroine Kyou Fujibayashi e Tomoyo Sakagami, che intraprendono una relazione amorosa con il protagonista.
Proseguimento del primo "Clannad", "Clannad - After Story" riprende gli eventi della serie precedente arricchendo la questione Tomoya-Nagisa (e non solo quella) di una lettura più matura e forse un po' più distaccata, meno appassionata ma più purificata, raccontando personaggi più adulti alle prese con una realtà più grande, quella delle responsabilità che devono venire con l'avvento dell'età adulta.
Nulla di quanto era apprezzabile nella prima parte di "Clannad" viene abbandonato: accompagnamento musicale, ritmo, stile, modo di affrontare le varie tematiche. Nonostante ciò, a parer mio questa seconda parte risulta più matura anche nella capacità di catturare l'attenzione del pubblico. È questo un grande risultato per una serie, che nonostante i soli ventisei episodi, era stata talmente cadenzata da risultare calma nel suo scorrere e pienamente soddisfacente e capace di saziare già da sola, senza necessità di aggiungere altro. D'altra parte, è vero che la fine del primo "Clannad" era più naturale che artificiale. Mi spiego: la fine del ventiseiesimo episodio sembrava quasi la fine calma e soltanto momentanea di un racconto della nonna piuttosto che il termine definitivo di una favola ripescata da chissà quale luogo lontano e per il resto poco interessante all'infuori di quella singola trama; mi spiego ulteriormente meglio: sembrava una pausa nel racconto del passato di una storia di una serie di persone viventi ancora al momento del racconto stesso nel momento futuro che altro non è che il momento presente in cui tale narrazione viene fatta (forse è un concetto un po' contorto, ma vorrei davvero poter rendere in modo profondo questa bellissima caratteristica che fino ad ora ho ritrovato soltanto in "Clannad - After Story" dopo "Clannad", e da nessun'altra parte). Insomma: un racconto della nonna è sempre una verità assoluta che non cessa di esistere ed esser tale solo perché non se ne conosce il seguito, per cui il proseguire di "Clannad" personalmente l'ho vissuto quale cosa ovvia e naturale, come il proseguimento di un ricordo di qualcuno di amato che già esisteva al tempo in cui la storia della narrazione stava avendo luogo. Riuscire a regalare una seconda serie che potesse mantenere quel tipo di ritmo cadenzato e che non tradisse la sensazione di storia vera e antica di cui ho appena scritto era veramente una sfida secondo me, anche perché, come ho voluto indicare sopra, "Clannad" poteva benissimo vivere di sé per gli anni a seguire e rimanere un anime ottimo e da accogliere sempre con la fiducia piena del nipote verso le affermazioni della nonna.
I disegni giustamente rimangono gli stessi, anche se ovviamente prima non erano il massimo in alcuni particolari e rimangono tali anche per questo sequel (ma non poteva essere altrimenti, dopotutto).
Per quanto riguarda una percezione personale, forse ho amato maggiormente questa seconda parte, ma a renderla così tanto apprezzabile è quanto ricevuto dalla prima.
Nulla di quanto era apprezzabile nella prima parte di "Clannad" viene abbandonato: accompagnamento musicale, ritmo, stile, modo di affrontare le varie tematiche. Nonostante ciò, a parer mio questa seconda parte risulta più matura anche nella capacità di catturare l'attenzione del pubblico. È questo un grande risultato per una serie, che nonostante i soli ventisei episodi, era stata talmente cadenzata da risultare calma nel suo scorrere e pienamente soddisfacente e capace di saziare già da sola, senza necessità di aggiungere altro. D'altra parte, è vero che la fine del primo "Clannad" era più naturale che artificiale. Mi spiego: la fine del ventiseiesimo episodio sembrava quasi la fine calma e soltanto momentanea di un racconto della nonna piuttosto che il termine definitivo di una favola ripescata da chissà quale luogo lontano e per il resto poco interessante all'infuori di quella singola trama; mi spiego ulteriormente meglio: sembrava una pausa nel racconto del passato di una storia di una serie di persone viventi ancora al momento del racconto stesso nel momento futuro che altro non è che il momento presente in cui tale narrazione viene fatta (forse è un concetto un po' contorto, ma vorrei davvero poter rendere in modo profondo questa bellissima caratteristica che fino ad ora ho ritrovato soltanto in "Clannad - After Story" dopo "Clannad", e da nessun'altra parte). Insomma: un racconto della nonna è sempre una verità assoluta che non cessa di esistere ed esser tale solo perché non se ne conosce il seguito, per cui il proseguire di "Clannad" personalmente l'ho vissuto quale cosa ovvia e naturale, come il proseguimento di un ricordo di qualcuno di amato che già esisteva al tempo in cui la storia della narrazione stava avendo luogo. Riuscire a regalare una seconda serie che potesse mantenere quel tipo di ritmo cadenzato e che non tradisse la sensazione di storia vera e antica di cui ho appena scritto era veramente una sfida secondo me, anche perché, come ho voluto indicare sopra, "Clannad" poteva benissimo vivere di sé per gli anni a seguire e rimanere un anime ottimo e da accogliere sempre con la fiducia piena del nipote verso le affermazioni della nonna.
I disegni giustamente rimangono gli stessi, anche se ovviamente prima non erano il massimo in alcuni particolari e rimangono tali anche per questo sequel (ma non poteva essere altrimenti, dopotutto).
Per quanto riguarda una percezione personale, forse ho amato maggiormente questa seconda parte, ma a renderla così tanto apprezzabile è quanto ricevuto dalla prima.
"Clannad - After Story" riprende gli eventi della prima stagione "Clannad", da guardare assolutamente se si vuole capire a fondo questo anime. Dopo la recita e la dichiarazione di Tomoya, lui e Nagisa sono una coppia e trascorrono spensierati gli ultimi mesi di scuola accompagnati dal solito gruppo di amici.
Nei primi episodi, le caratteristiche della trama sono molto simili alla prima stagione, in quanto ci si sofferma sulla caratterizzazione dei personaggi secondari. Ho apprezzato particolarmente la parte dedicata a Sunohara, che ci fa capire quando sia nata l'amicizia con Tomoya e quanto questa sia sincera, mentre le altre due trattano la storia della proprietaria del dormitorio e della ragazza nella sala risorse, con una certa malinconia, ormai sempre presente in "Clannad".
Arrivato il giorno del diploma, i ragazzi sono costretti a separarsi perché ognuno decide di prendere strade diverse, mentre Tomoya e Nagisa decidono di vivere insieme, e durante questa fase di passaggio alla vita adulta dovranno toccare con mano i problemi e le responsabilità che questa comporta.
È qui che inizia veramente la seconda stagione, che a differenza della prima tratta tematiche ben più serie, quali il lavoro e la famiglia, con un realismo tale da coinvolgere completamente lo spettatore.
La caratterizzazione dei personaggi a questo punto si sofferma sui due protagonisti, che ci fanno scoprire dei caratteri nuovi e cancellano sicuramente gli stereotipi iniziali. Tomoya, da fannullone e delinquente (come viene spesso considerato dagli altri) dimostra di essere una persona gentile e matura, mentre Nagisa, che appare debole e insicura, nasconde in realtà una grande forza d'animo.
La grafica e l'animazione non sono cambiate, come anche la colonna sonora, che riprende molte musiche della prima serie e accompagna gli eventi in modo sempre impeccabile.
In conclusione, "Clannad" è sicuramente uno dei migliori anime sentimentali/scolastici e, dopo averlo rivisto più volte, è capace ancora di emozionare. Ne consiglio la visione a tutti, non solo agli amanti del genere (in quanto anche io, nonostante preferisca molto di più l'azione, l'ho apprezzato parecchio).
Nei primi episodi, le caratteristiche della trama sono molto simili alla prima stagione, in quanto ci si sofferma sulla caratterizzazione dei personaggi secondari. Ho apprezzato particolarmente la parte dedicata a Sunohara, che ci fa capire quando sia nata l'amicizia con Tomoya e quanto questa sia sincera, mentre le altre due trattano la storia della proprietaria del dormitorio e della ragazza nella sala risorse, con una certa malinconia, ormai sempre presente in "Clannad".
Arrivato il giorno del diploma, i ragazzi sono costretti a separarsi perché ognuno decide di prendere strade diverse, mentre Tomoya e Nagisa decidono di vivere insieme, e durante questa fase di passaggio alla vita adulta dovranno toccare con mano i problemi e le responsabilità che questa comporta.
È qui che inizia veramente la seconda stagione, che a differenza della prima tratta tematiche ben più serie, quali il lavoro e la famiglia, con un realismo tale da coinvolgere completamente lo spettatore.
La caratterizzazione dei personaggi a questo punto si sofferma sui due protagonisti, che ci fanno scoprire dei caratteri nuovi e cancellano sicuramente gli stereotipi iniziali. Tomoya, da fannullone e delinquente (come viene spesso considerato dagli altri) dimostra di essere una persona gentile e matura, mentre Nagisa, che appare debole e insicura, nasconde in realtà una grande forza d'animo.
La grafica e l'animazione non sono cambiate, come anche la colonna sonora, che riprende molte musiche della prima serie e accompagna gli eventi in modo sempre impeccabile.
In conclusione, "Clannad" è sicuramente uno dei migliori anime sentimentali/scolastici e, dopo averlo rivisto più volte, è capace ancora di emozionare. Ne consiglio la visione a tutti, non solo agli amanti del genere (in quanto anche io, nonostante preferisca molto di più l'azione, l'ho apprezzato parecchio).
<b>Attenzione: la recensione contiene spoiler</b>
Nel 2008 Kyoto Animation dà alla luce "Clannad After Story", fortunato seguito della prima serie anime basata sull'omonima visual novel della Key.
Dopo vari archi che completano la "School Life", cioè la vita scolastica di Tomoya e compagni, si passa appunto all' "After Story", che ci mostra la vita del nostro protagonista che fa il suo ingresso nella società, accompagnato da Nagisa, la quale diventerà sua compagna per la vita.
La prima parte dell'anime, giudicata da molti abbastanza noiosa ed inutile, io l'ho invece apprezzata, perchè ripercorre quasi tutte le route rimaste nella visual novel, affrontando le storie di personaggi secondari quali Sunohara, Misae e Yukine. Non saranno certamente originalissime (per esempio la vicenda del gatto di Misae ricorda molto quella di Yoriko di "Da Capo"), ma mantengono comunque le caratteristiche di Clannad: sono abbastanza toccanti e coinvolgenti e, se ci si fa caso, ci sono alcuni punti importanti strettamente collegati alla trama principale.
Passiamo invece alla seconda parte della serie, che ha fatto sì che "Clannad After Story" si meritasse un voto piuttosto alto: il nuovo lavoro di Tomoya assieme a Yoshino (di cui conosceremo anche il commovente passato), la sua convivenza con Nagisa, ormai sua sposa, fino alla di lei gravidanza, ci regaleranno momenti originali e appassionanti, senza dimenticare il caratteristico umorismo di Clannad, ricco di gag divertenti (il duo Tomoya/Akio sarà un'accoppiata letale).
Ma è dopo gli avvenimenti di un certo episodio che l'anime mi ha incollato letteralmente allo schermo, facendo sì che ne continuassi la visione fino all'ultimo episodio tutto in una volta. É in questo lasso di tempo che i più sensibili hanno versato un sacco di lacrime: Clannad After Story è l'unica serie che mi ha fatto ridere, ma soprattutto piangere, anche dopo averla rivista per la quarta volta, come se fosse la prima. La cosa bella è che le scene più toccanti non sono quelle tristi, ma quelle in cui si versano lacrime di gioia, ovviamente collegate all'elemento principe di Clannad: la famiglia. L'anime, poi, raggiunge il suo apice negli episodi 18 e 19, in cui vediamo una grande maturazione di Tomoya, che recuperando i rapporti con le persone più importanti per lui, riesce a recuperare anche se stesso, a capire il suo comportamento leggermente sbagliato di adolescente ribelle e a diventare finalmente un uomo.
Tuttavia, non si può dire che questa seconda serie sia priva di difetti: la successione di sciagure varie e momenti strappalacrime lasciano intravedere la chiara intenzione degli autori di far piangere lo spettatore, con tanto di flashback malinconici. Ma se proprio vogliamo andare fino in fondo, si capisce che determinate cose accadono perchè devono accadere, poiché collegate all'elemento soprannaturale che è alla base di tutta la storia.
Arriviamo così al finale dell'anime, che ha suscitato parecchia indignazione: se si voleva accontentare proprio tutti, ci si poteva bloccare agli episodi 19-20, ma per poter trasmettere il messaggio che Clannad voleva dare, raggiungere il fino prefissato, allora quello realizzato è il finale più adatto. A parte che coincide con la "True End" della visual novel, serve a dare un senso all'enigmatico mondo illusorio, al meccanismo delle sfere di luci sui cui Clannad si basa, e anche a premiare il nostro protagonista, che dopo aver aiutato tante persone e vissuto altrettante peripezie, ha diritto ad un happy ending come si deve. Io, d'altro canto, non ne avrei accettato uno diverso, perchè Nagisa è il mio personaggio preferito, che riesce a farsi amare grazie alla sua tenacia, modestia e capacità di comprensione, qualità che completeranno Tomoya e gli permetteranno di andare avanti. La coppia Nagisa/Tomoya è, dunque, una delle migliori dell'anime, la quale non ha bisogno di baci e cose del genere per manifestare la sua solidità (però, se si sta ben attenti, si capisce che un bacio ci è stato): non vederli insieme fino alla fine sarebbe stato un po' come una sconfitta.
Una delle cose (forse l'unica?) che non mi sono piaciute, è che l'interpretazione che si può dare al finale (e quindi a tutta la serie) non sia ben certa. Ci sono varie teorie, tutte abbastanza accreditabili, ma non si capisce quale sia la più giusta. Persino il significato della pecorella del mondo illusorio, o il ruolo che Fuko ha in tutto l'anime non sembrerebbero di scarsa importanza: già, la patita delle stelle marine ha un compito e delle capacità fondamentali e la sua apparizione nell'ultimo episodio parrebbe tutt'altro che inutile. Devo dire che tutti questi collegamenti hanno un non so che di affascinante, anche se avvolti dal mistero.
Passando al lato tecnico, proprio nulla di cui lamentarsi: disegni davvero belli e pure migliorati, animazioni che mostrano le azioni dei personaggi fin nei minimi dettagli, come solo Kyoto Animation sa fare, e ovviamente una colonna sonora impeccabile: se si rimpiange un po' l'ending "Dango Daikazoku", non si può che apprezzare la stupenda opening "Toki wo Kizamu Uta", la quale, così come Clannad occupa il 1° posto nella mia Top 10 degli anime, è al primo posto della Top 10 delle opening. Tra le ost che hanno contribuito a farmi versare tante lacrime segnalo "The Place Where Wishes Come True II", "Nagisa Farewell", "Distant Years" e "A New Life Reborn".
In conclusione, "Clannad After Story" è una serie a dir poco meravigliosa, in grado di trasmettere importanti insegnamenti: per citarne qualcuno, il rapporto che gli abitanti hanno con la città in cui sono nati, l'amore e la protezione reciproci tra le due parti, che si ricollegano all'amore per la propria famiglia, o anche il dover affrontare il cambiamento, sia per quanto riguarda le persone, sia per quel che riguarda le trasformazioni dell'ambiente che ci circonda. Il voto sarebbe un 9 e mezzo, ma do un 10 per ciò che questa serie significa per me.
Nel 2008 Kyoto Animation dà alla luce "Clannad After Story", fortunato seguito della prima serie anime basata sull'omonima visual novel della Key.
Dopo vari archi che completano la "School Life", cioè la vita scolastica di Tomoya e compagni, si passa appunto all' "After Story", che ci mostra la vita del nostro protagonista che fa il suo ingresso nella società, accompagnato da Nagisa, la quale diventerà sua compagna per la vita.
La prima parte dell'anime, giudicata da molti abbastanza noiosa ed inutile, io l'ho invece apprezzata, perchè ripercorre quasi tutte le route rimaste nella visual novel, affrontando le storie di personaggi secondari quali Sunohara, Misae e Yukine. Non saranno certamente originalissime (per esempio la vicenda del gatto di Misae ricorda molto quella di Yoriko di "Da Capo"), ma mantengono comunque le caratteristiche di Clannad: sono abbastanza toccanti e coinvolgenti e, se ci si fa caso, ci sono alcuni punti importanti strettamente collegati alla trama principale.
Passiamo invece alla seconda parte della serie, che ha fatto sì che "Clannad After Story" si meritasse un voto piuttosto alto: il nuovo lavoro di Tomoya assieme a Yoshino (di cui conosceremo anche il commovente passato), la sua convivenza con Nagisa, ormai sua sposa, fino alla di lei gravidanza, ci regaleranno momenti originali e appassionanti, senza dimenticare il caratteristico umorismo di Clannad, ricco di gag divertenti (il duo Tomoya/Akio sarà un'accoppiata letale).
Ma è dopo gli avvenimenti di un certo episodio che l'anime mi ha incollato letteralmente allo schermo, facendo sì che ne continuassi la visione fino all'ultimo episodio tutto in una volta. É in questo lasso di tempo che i più sensibili hanno versato un sacco di lacrime: Clannad After Story è l'unica serie che mi ha fatto ridere, ma soprattutto piangere, anche dopo averla rivista per la quarta volta, come se fosse la prima. La cosa bella è che le scene più toccanti non sono quelle tristi, ma quelle in cui si versano lacrime di gioia, ovviamente collegate all'elemento principe di Clannad: la famiglia. L'anime, poi, raggiunge il suo apice negli episodi 18 e 19, in cui vediamo una grande maturazione di Tomoya, che recuperando i rapporti con le persone più importanti per lui, riesce a recuperare anche se stesso, a capire il suo comportamento leggermente sbagliato di adolescente ribelle e a diventare finalmente un uomo.
Tuttavia, non si può dire che questa seconda serie sia priva di difetti: la successione di sciagure varie e momenti strappalacrime lasciano intravedere la chiara intenzione degli autori di far piangere lo spettatore, con tanto di flashback malinconici. Ma se proprio vogliamo andare fino in fondo, si capisce che determinate cose accadono perchè devono accadere, poiché collegate all'elemento soprannaturale che è alla base di tutta la storia.
Arriviamo così al finale dell'anime, che ha suscitato parecchia indignazione: se si voleva accontentare proprio tutti, ci si poteva bloccare agli episodi 19-20, ma per poter trasmettere il messaggio che Clannad voleva dare, raggiungere il fino prefissato, allora quello realizzato è il finale più adatto. A parte che coincide con la "True End" della visual novel, serve a dare un senso all'enigmatico mondo illusorio, al meccanismo delle sfere di luci sui cui Clannad si basa, e anche a premiare il nostro protagonista, che dopo aver aiutato tante persone e vissuto altrettante peripezie, ha diritto ad un happy ending come si deve. Io, d'altro canto, non ne avrei accettato uno diverso, perchè Nagisa è il mio personaggio preferito, che riesce a farsi amare grazie alla sua tenacia, modestia e capacità di comprensione, qualità che completeranno Tomoya e gli permetteranno di andare avanti. La coppia Nagisa/Tomoya è, dunque, una delle migliori dell'anime, la quale non ha bisogno di baci e cose del genere per manifestare la sua solidità (però, se si sta ben attenti, si capisce che un bacio ci è stato): non vederli insieme fino alla fine sarebbe stato un po' come una sconfitta.
Una delle cose (forse l'unica?) che non mi sono piaciute, è che l'interpretazione che si può dare al finale (e quindi a tutta la serie) non sia ben certa. Ci sono varie teorie, tutte abbastanza accreditabili, ma non si capisce quale sia la più giusta. Persino il significato della pecorella del mondo illusorio, o il ruolo che Fuko ha in tutto l'anime non sembrerebbero di scarsa importanza: già, la patita delle stelle marine ha un compito e delle capacità fondamentali e la sua apparizione nell'ultimo episodio parrebbe tutt'altro che inutile. Devo dire che tutti questi collegamenti hanno un non so che di affascinante, anche se avvolti dal mistero.
Passando al lato tecnico, proprio nulla di cui lamentarsi: disegni davvero belli e pure migliorati, animazioni che mostrano le azioni dei personaggi fin nei minimi dettagli, come solo Kyoto Animation sa fare, e ovviamente una colonna sonora impeccabile: se si rimpiange un po' l'ending "Dango Daikazoku", non si può che apprezzare la stupenda opening "Toki wo Kizamu Uta", la quale, così come Clannad occupa il 1° posto nella mia Top 10 degli anime, è al primo posto della Top 10 delle opening. Tra le ost che hanno contribuito a farmi versare tante lacrime segnalo "The Place Where Wishes Come True II", "Nagisa Farewell", "Distant Years" e "A New Life Reborn".
In conclusione, "Clannad After Story" è una serie a dir poco meravigliosa, in grado di trasmettere importanti insegnamenti: per citarne qualcuno, il rapporto che gli abitanti hanno con la città in cui sono nati, l'amore e la protezione reciproci tra le due parti, che si ricollegano all'amore per la propria famiglia, o anche il dover affrontare il cambiamento, sia per quanto riguarda le persone, sia per quel che riguarda le trasformazioni dell'ambiente che ci circonda. Il voto sarebbe un 9 e mezzo, ma do un 10 per ciò che questa serie significa per me.
"Clannad - After Story" è uno degli anime più belli che io abbia visto fino ad ora. Adesso vi elenco i motivi per cui secondo me tale opera può essere definita un capolavoro.
Partiamo dalla trama. All'inizio può sembrare il solito scolastico che non offre nulla di particolare ma col tempo migliora davvero tanto. Negli ultimi episodi della seconda stagione poi si complica sempre di più, e riesce a tenere lo spettatore col fiato sospeso. Rare volte mi succede di piangere così tanto per colpa di un anime. Alla trama darei assolutamente un 10.
I personaggi poi sono qualcosa di unico. Tutti ben caratterizzati e restano facilmente impressi nella testa dell'intrattenuto. Ho apprezzato tantissimo Kotomi, ma anche i due protagonisti Nagisa e Tomoya. Gli altri li ho comunque apprezzati ma non a livello di quelli citati precedentemente. Ai personaggi darei un 10-.
L'aspetto sonoro di questo anime poi è qualcosa di sublime. Mai sentite OST così belle. Per quanto sono tristi basterebbero soltanto quelle a farti piangere. La opening è piacevole e azzeccata. La ending è l'unica cosa che non ho apprezzato di questo anime, davvero pessima. Le animazioni sono buone, e il character desing è davvero molto bello. A questo aspetto darei un 9.5.
Riguardo alla scorrevolezza ho incontrato raramente anime così piacevoli da vedere. Il tempo passava senza che me ne accorgessi e spesso finivo per guardare anche una decina di episodi tutti di fila non rendendomene conto. A questo aspetto darei un 10+.
Il mio voto complessivo per questo anime sarebbe un 9.9 che si arrotonda per eccesso a 10. Davvero molto bello e lo consiglio veramente a tutti, sia ai fan di questo genere sia a chi vuole cimentarsi in esso per le prime volte.
Partiamo dalla trama. All'inizio può sembrare il solito scolastico che non offre nulla di particolare ma col tempo migliora davvero tanto. Negli ultimi episodi della seconda stagione poi si complica sempre di più, e riesce a tenere lo spettatore col fiato sospeso. Rare volte mi succede di piangere così tanto per colpa di un anime. Alla trama darei assolutamente un 10.
I personaggi poi sono qualcosa di unico. Tutti ben caratterizzati e restano facilmente impressi nella testa dell'intrattenuto. Ho apprezzato tantissimo Kotomi, ma anche i due protagonisti Nagisa e Tomoya. Gli altri li ho comunque apprezzati ma non a livello di quelli citati precedentemente. Ai personaggi darei un 10-.
L'aspetto sonoro di questo anime poi è qualcosa di sublime. Mai sentite OST così belle. Per quanto sono tristi basterebbero soltanto quelle a farti piangere. La opening è piacevole e azzeccata. La ending è l'unica cosa che non ho apprezzato di questo anime, davvero pessima. Le animazioni sono buone, e il character desing è davvero molto bello. A questo aspetto darei un 9.5.
Riguardo alla scorrevolezza ho incontrato raramente anime così piacevoli da vedere. Il tempo passava senza che me ne accorgessi e spesso finivo per guardare anche una decina di episodi tutti di fila non rendendomene conto. A questo aspetto darei un 10+.
Il mio voto complessivo per questo anime sarebbe un 9.9 che si arrotonda per eccesso a 10. Davvero molto bello e lo consiglio veramente a tutti, sia ai fan di questo genere sia a chi vuole cimentarsi in esso per le prime volte.
Ed eccoci a commentare un capolavoro.
Come già ho scritto nella recensione di "Clannad", all'inizio non mi aveva affari entusiasmata l'anime, tant'è che lo ricominciai più e più volte.
"Clannad - After Story" è una delle eccezioni in cui il sequel è migliore del predecessore.
Ho già ribadito essere una fan del genere sentimentale, e forse sono un po' di parte, ma credo che quest'anine rispecchi ogni gusto. Infatti abbiamo la narrazione incentrata sulla vita di coppia dei nostri due protagonisti, ma non vanno a mancare scene esilaranti e spazio anche ad altri personaggi secondari. Ciascuna storia riesce a emozionare e a far piangere e fino all'ultimo sono rimasta col groppo in gola. Non sono una che si commuove spesso, specie per degli anime, ma "Clannad" è davvero riuscito a farmi provare forti sensazioni, lo ammetto ho pianto per più di metà serie.
Il comparto grafico e le musiche sono magnifiche, la grafica eccezionale e i personaggi ben definiti. Per tutti coloro che non hanno apprezzato l'anime, beh posso solo consigliare di dare un'altra chance, così come ho fatto io, cosa che mi ha permesso di riconsiderare totalmente "Clannad".
In definitiva, le gag sono presenti, le riflessioni, la storia d'amore pure. Il tutto sviluppato a un ritmo perfetto che non annoia mai. "Clannad" riesce a farti appassionare e a tifare assieme al protagonista. Molto importante i riferimenti alla città, il fulcro di questa seconda serie.
Il finale è eccellente e conclude magnificamente una storia già di per se stupenda. Tutti i dubbi e gli interrogativi lasciatoci dalla prima serie sono chiariti. Purtroppo la fine di quest'anime è stata ampiamente criticata, poiché si tratta di una bonaria conclusione agli avvenimenti tragici che accompagnano il protagonista lungo tutti gli episodi.
Personalmente mi ritrovo ad essere d'accordo con chi è rimasto con l'amaro in bocca a causa dell'eccessivo perbenismo, ma c'è da dire che non avrei apprezzato "After Story" a questi livelli se la storia si fosse conclusa un episodio prima. Certo, gli insegnamenti e il messaggio che ne sarebbero rimasti avrebbero di sicuro avuto maggior successo, ma dubito che sarei riuscita ad amare la serie in questo caso, sarebbe stato un attentato al cuore, povero Tomoya. Credo inoltre che vi sia un messaggio in questo finale per niente campato per aria, perché ha le sue motivazioni. È proprio nel momento in cui Tomoya riesce ad apprezzare ciò che di bello la vita gli ha dato che viene data una svolta, e questo secondo me sta a significare che tutto quello che prima aveva tralasciato, ora ha la possibilità di recuperare, vivendo appieno la sua vita.
Mi sento di consigliare l'anime a tutti, questo è proprio uno dei pochi capolavori in circolazione, e la fama che ne precede il nome non fa giustizia. Provare per credere.
Come già ho scritto nella recensione di "Clannad", all'inizio non mi aveva affari entusiasmata l'anime, tant'è che lo ricominciai più e più volte.
"Clannad - After Story" è una delle eccezioni in cui il sequel è migliore del predecessore.
Ho già ribadito essere una fan del genere sentimentale, e forse sono un po' di parte, ma credo che quest'anine rispecchi ogni gusto. Infatti abbiamo la narrazione incentrata sulla vita di coppia dei nostri due protagonisti, ma non vanno a mancare scene esilaranti e spazio anche ad altri personaggi secondari. Ciascuna storia riesce a emozionare e a far piangere e fino all'ultimo sono rimasta col groppo in gola. Non sono una che si commuove spesso, specie per degli anime, ma "Clannad" è davvero riuscito a farmi provare forti sensazioni, lo ammetto ho pianto per più di metà serie.
Il comparto grafico e le musiche sono magnifiche, la grafica eccezionale e i personaggi ben definiti. Per tutti coloro che non hanno apprezzato l'anime, beh posso solo consigliare di dare un'altra chance, così come ho fatto io, cosa che mi ha permesso di riconsiderare totalmente "Clannad".
In definitiva, le gag sono presenti, le riflessioni, la storia d'amore pure. Il tutto sviluppato a un ritmo perfetto che non annoia mai. "Clannad" riesce a farti appassionare e a tifare assieme al protagonista. Molto importante i riferimenti alla città, il fulcro di questa seconda serie.
Il finale è eccellente e conclude magnificamente una storia già di per se stupenda. Tutti i dubbi e gli interrogativi lasciatoci dalla prima serie sono chiariti. Purtroppo la fine di quest'anime è stata ampiamente criticata, poiché si tratta di una bonaria conclusione agli avvenimenti tragici che accompagnano il protagonista lungo tutti gli episodi.
Personalmente mi ritrovo ad essere d'accordo con chi è rimasto con l'amaro in bocca a causa dell'eccessivo perbenismo, ma c'è da dire che non avrei apprezzato "After Story" a questi livelli se la storia si fosse conclusa un episodio prima. Certo, gli insegnamenti e il messaggio che ne sarebbero rimasti avrebbero di sicuro avuto maggior successo, ma dubito che sarei riuscita ad amare la serie in questo caso, sarebbe stato un attentato al cuore, povero Tomoya. Credo inoltre che vi sia un messaggio in questo finale per niente campato per aria, perché ha le sue motivazioni. È proprio nel momento in cui Tomoya riesce ad apprezzare ciò che di bello la vita gli ha dato che viene data una svolta, e questo secondo me sta a significare che tutto quello che prima aveva tralasciato, ora ha la possibilità di recuperare, vivendo appieno la sua vita.
Mi sento di consigliare l'anime a tutti, questo è proprio uno dei pochi capolavori in circolazione, e la fama che ne precede il nome non fa giustizia. Provare per credere.
"Clannad - After story" è sinonimo di emozionarsi. Non riesco proprio a capire come alcune persone siano riuscite a non piangere durante la visione di quest'opera così profonda e toccante.
La storia ormai famosa e conosciuta, prosegue le vicende dei due protagonisti Nagisa e Tomoya dopo il diploma; li vedremo infatti impegnati nel mondo del lavoro e dell'età adulta, e come prevedibile le problematiche si faranno più serie.
Senza scendere in inutili spoiler posso anticipare che i colpi di scena e l'effetto sorpresa non mancheranno, soprattutto nella seconda parte.
Grafica e sonoro fantastici, personaggi coinvolgenti, ambientazioni e animazioni incredibili, tematiche affrontate bene e in modo profondo e un' introspezione accuratissima di ogni personaggio, creano un mix veramente perfetto. Cosa chiedere di più a una serie anime? beh anche se tutti gli elementi sembrano già fornirci un vero e proprio capolavoro, Clannad va persino oltre, regalandoci emozioni ancora più forti di quello che ci si possano aspettare. La drammaticità tocca livelli assurdi, quasi surreali e vi terrà incollati allo schermo, in attesa della prossima puntata. Il tutto supportato da una trama complicata e incredibilmente coerente, seppur supportata da elementi surreali, viene spiegata in modo incredibile e leggendo poi le spiegazioni sono rimasta sconcertata dalla profondita e accuratezza di certi elementi che ricorrevano e avevano un ruolo fondamentale già dalla prima serie.
In assoluto la serie che fra tutte mi ha più emozionata e mi è rimasta scolpita nel cuore. consigliata a tutti.
La storia ormai famosa e conosciuta, prosegue le vicende dei due protagonisti Nagisa e Tomoya dopo il diploma; li vedremo infatti impegnati nel mondo del lavoro e dell'età adulta, e come prevedibile le problematiche si faranno più serie.
Senza scendere in inutili spoiler posso anticipare che i colpi di scena e l'effetto sorpresa non mancheranno, soprattutto nella seconda parte.
Grafica e sonoro fantastici, personaggi coinvolgenti, ambientazioni e animazioni incredibili, tematiche affrontate bene e in modo profondo e un' introspezione accuratissima di ogni personaggio, creano un mix veramente perfetto. Cosa chiedere di più a una serie anime? beh anche se tutti gli elementi sembrano già fornirci un vero e proprio capolavoro, Clannad va persino oltre, regalandoci emozioni ancora più forti di quello che ci si possano aspettare. La drammaticità tocca livelli assurdi, quasi surreali e vi terrà incollati allo schermo, in attesa della prossima puntata. Il tutto supportato da una trama complicata e incredibilmente coerente, seppur supportata da elementi surreali, viene spiegata in modo incredibile e leggendo poi le spiegazioni sono rimasta sconcertata dalla profondita e accuratezza di certi elementi che ricorrevano e avevano un ruolo fondamentale già dalla prima serie.
In assoluto la serie che fra tutte mi ha più emozionata e mi è rimasta scolpita nel cuore. consigliata a tutti.
<b>Questa recensione contiene spoiler</b>
Ritengo che Clannad - After Story sia uno dei più grandi capolavori mai realizzati, e sicuramente la serie che fra tutte mi ha fatto emozionare in modo più intenso. Consideravo da 10 già "Clannad" e presumevo che questa seconda stagione sarebbe stata ai livelli della prima, ma non mi sarei mai immaginato che potesse fare un salto di qualità di questo livello.
In questa seconda sessione vengono lasciati da parte tutti i personaggi secondari per concentrare l'attenzione sulla vita dei protagonisti dopo il diploma; il campo delle tematiche toccate viene quindi esteso in maniera considerevole, ci viene infatti presentato il mondo degli adulti, del lavoro e dei sacrifici, che per due studenti non appena diplomati appare nuovo e sconosciuto. Gli ambienti scolastici, gli amici, e le gioie dell'età adolescienziale vengono quasi totalmente eliminati lasciando spazio alla cruda realtà. Anche il rapporto di coppia ovviamente ne risente e i problemi aumentano mentre il tempo da poter trascorrere insieme diminuisce.
Nonostante tutte le difficoltà i personaggi tengono duro e il loro rapporto riesce a salvarsi e a rimanerne intaccato.
La svolta è segnata dalla puntata numero 16 in cui Nagisa, dopo essere rimasta incinta, partorisce e sfortunatamente perde la vita; da questo momento la vita di Tomoya cambia radicalmente e finendo per deprimersi "abbandona" la figlia ai genitori di Nagisa, senza quasi mai vederla per 5 anni, quando poi finalmente si decide a rimettere in piedi la sua vita.
Qui viene trattato con incredibile sensibilità il rapporto padre-figlia, probabilemente questa è la parte più toccante di tutta la serie e diverse saranno le scene che porteranno alle lacrime.
Il controverso finale, anche se molto discusso, l'ho trovato il più bello mai realizzato in assoluto, quasi volesse dire: "anche se le speranze sembrano perdute, un miracolo puo' sempre accadere".
Per tutta la durata degli episodi si respirano atmosfere drammatiche e tristi, create oltre che dal susseguirsi degli eventi anche dallo stupendo sonoro; anche da questo punto di vista l'opera è da 10 e lode, a partire dalle sigle di aperture e chiusura sino alle musiche di sottofondo inserite perfettamente in ogni situazione. La grafica e i personaggi sono disegnati praticamente identici alla prima stagione, in fondo un miglioramento era difficile.
Per concludere, "Clannad-After Story" un vero capolavoro sotto ogni aspetto. Ritengo che sia un'anime che deve essere guardato almeno una volta nella vita, perchè le serie che ci rimangono dentro sono quello che ci fanno emozionare, e in questo Clannad non ha mai deluso. Voto 10 e lode.
Ritengo che Clannad - After Story sia uno dei più grandi capolavori mai realizzati, e sicuramente la serie che fra tutte mi ha fatto emozionare in modo più intenso. Consideravo da 10 già "Clannad" e presumevo che questa seconda stagione sarebbe stata ai livelli della prima, ma non mi sarei mai immaginato che potesse fare un salto di qualità di questo livello.
In questa seconda sessione vengono lasciati da parte tutti i personaggi secondari per concentrare l'attenzione sulla vita dei protagonisti dopo il diploma; il campo delle tematiche toccate viene quindi esteso in maniera considerevole, ci viene infatti presentato il mondo degli adulti, del lavoro e dei sacrifici, che per due studenti non appena diplomati appare nuovo e sconosciuto. Gli ambienti scolastici, gli amici, e le gioie dell'età adolescienziale vengono quasi totalmente eliminati lasciando spazio alla cruda realtà. Anche il rapporto di coppia ovviamente ne risente e i problemi aumentano mentre il tempo da poter trascorrere insieme diminuisce.
Nonostante tutte le difficoltà i personaggi tengono duro e il loro rapporto riesce a salvarsi e a rimanerne intaccato.
La svolta è segnata dalla puntata numero 16 in cui Nagisa, dopo essere rimasta incinta, partorisce e sfortunatamente perde la vita; da questo momento la vita di Tomoya cambia radicalmente e finendo per deprimersi "abbandona" la figlia ai genitori di Nagisa, senza quasi mai vederla per 5 anni, quando poi finalmente si decide a rimettere in piedi la sua vita.
Qui viene trattato con incredibile sensibilità il rapporto padre-figlia, probabilemente questa è la parte più toccante di tutta la serie e diverse saranno le scene che porteranno alle lacrime.
Il controverso finale, anche se molto discusso, l'ho trovato il più bello mai realizzato in assoluto, quasi volesse dire: "anche se le speranze sembrano perdute, un miracolo puo' sempre accadere".
Per tutta la durata degli episodi si respirano atmosfere drammatiche e tristi, create oltre che dal susseguirsi degli eventi anche dallo stupendo sonoro; anche da questo punto di vista l'opera è da 10 e lode, a partire dalle sigle di aperture e chiusura sino alle musiche di sottofondo inserite perfettamente in ogni situazione. La grafica e i personaggi sono disegnati praticamente identici alla prima stagione, in fondo un miglioramento era difficile.
Per concludere, "Clannad-After Story" un vero capolavoro sotto ogni aspetto. Ritengo che sia un'anime che deve essere guardato almeno una volta nella vita, perchè le serie che ci rimangono dentro sono quello che ci fanno emozionare, e in questo Clannad non ha mai deluso. Voto 10 e lode.
<b>ATTENZIONE SPOILER</b>
"Clannad - After Story" è una serie di ventidue episodi, più due extra, seguito della prima serie "Clannad". Il racconto riparte da dove era stato interrotto e continua a narrare la storia di Tomoya e Nagisa e della famiglia di quest'ultima. Finita la scuola Tomoya decide di trovare un lavoro per poter andare a vivere con Nagisa, che ha accettato di sposarlo e ci vengono presentate tutte le problematiche implicate al mondo del lavoro e dell'età adulta. I due protagonisti decidono poi di avere un figlio nonostante Nagisa sia molto cagionevole di salute e si assumono tutti i rischi possibili. Il finale lo lascio a voi. Rispetto alla prima serie ci troviamo di fronte a un'opera più adulta e matura che tratta temi più profondi e problematici in modo abbastanza crudo e che farà commuovere in più occasioni. Gli spunti di riflessione non mancano certamente, in particolar modo sono toccate le tematiche della famiglia e della morte ma anche del dovere verso la società, del rapporto genitori/figli che viene presentato in due modi estremamente opposti, e altri ancora.
I disegni sono realizzati benissimo, e un particolare merito va dato alle musiche e alle colonne sonore che si rivelano molto azzeccate e suggestive e che sapranno creare in modo perfetto le atmosfere proposte.
Il carattere dei personaggi, in particolare quello dei due protagonisti, viene approfondito facendoceli apprezzare ancora di più di come aveva fatto "Clannad".
Un'opera da 10 e lode che merita di essere vista insieme alla prima stagione. Consigliata a tutti.
"Clannad - After Story" è una serie di ventidue episodi, più due extra, seguito della prima serie "Clannad". Il racconto riparte da dove era stato interrotto e continua a narrare la storia di Tomoya e Nagisa e della famiglia di quest'ultima. Finita la scuola Tomoya decide di trovare un lavoro per poter andare a vivere con Nagisa, che ha accettato di sposarlo e ci vengono presentate tutte le problematiche implicate al mondo del lavoro e dell'età adulta. I due protagonisti decidono poi di avere un figlio nonostante Nagisa sia molto cagionevole di salute e si assumono tutti i rischi possibili. Il finale lo lascio a voi. Rispetto alla prima serie ci troviamo di fronte a un'opera più adulta e matura che tratta temi più profondi e problematici in modo abbastanza crudo e che farà commuovere in più occasioni. Gli spunti di riflessione non mancano certamente, in particolar modo sono toccate le tematiche della famiglia e della morte ma anche del dovere verso la società, del rapporto genitori/figli che viene presentato in due modi estremamente opposti, e altri ancora.
I disegni sono realizzati benissimo, e un particolare merito va dato alle musiche e alle colonne sonore che si rivelano molto azzeccate e suggestive e che sapranno creare in modo perfetto le atmosfere proposte.
Il carattere dei personaggi, in particolare quello dei due protagonisti, viene approfondito facendoceli apprezzare ancora di più di come aveva fatto "Clannad".
Un'opera da 10 e lode che merita di essere vista insieme alla prima stagione. Consigliata a tutti.
<b>ATTENZIONE CONTIENE LIEVI SPOILER</b>
Clannad After Story, il seguito di Clannad, è una serie obbligatoria da seguire se si è apprezzata la prima.
La storia riparte esattamente da dove ci aveva lasciati la prima stagione, ovvero con i due protagonisti che dopo un susseguirsi di avventure sono finalmente riusciti a dichiararsi a vicenda e a mettersi insieme; a differenza della prima serie, Clannad After Story introduce con forza l'elemento drammatico e sposta la narrazione a un livello più serio e riflessivo, raggiungendo un realismo e una drammaticità raramente visti in altre opere; le atmosfere scolastiche si fanno da parte per lasciare il posto alla realtà: così l'allegria e le risate dei giorni adolescenziali svaniscono, sostituite dalle preoccupazioni e dai tormenti del mondo adulti.
Le storie che ci sono presentate in questa seconda sessione riguardano strettamente Nagisa e Tomoya, tralasciando quasi completamente tutti i personaggi secondari che avevano svolto un ruolo fondamentale nella prima stagione; nonostante questo i momenti con le lacrime agli occhi di presenteranno in modo ancora più assiduo e con maggiore intensità soprattutto negli ultimi 6 episodi finali.
Il finale è una delle parti più discusse di quest'opera e puo piacere o meno a seconda delle aspettative; (personalmente l'ho apprezzato molto) opinioni personali a parte non si puo negare che l'episodio finale (il 22, gli altri sono extra) riesce a dare un senso a tutte quelle piccole cose rimaste in sospeso anche della prima serie, donando così un senso di completezza all'opera che farà rimanere a bocca aperta lo spettatore. Il finale infatti è molto complesso e non di facile lettura, ma riguardando con attenzione l'ultimo episodio e leggendo un po in giro su internet si riesce a capire il senso che si è voluto dare all'intera opera e i vari collegamenti che sono stati minuziosamente fatti dalla regia senza che neanche ce ne rendessimo conto.
Per quanto riguarda l'aspetto tecnico è impeccabile sotto ogni punto di vista: il character design è curato nei minimi dettagli e insieme alle voci veramente azzeccate degli interpreti dei vari personaggi e alle colonne sonore profonde e molto presenti, si crea un'atmosfera perfetta che riesce a coinvolgere e a emozionare lo spettatore ancora più intensamente.
In conclusione un'opera veramente fantastica (insieme alla prima stagione) da non perdere assolutamente. A livello emotivo penso che sia uno degli anime più belli e coinvolgenti mai realizzati, (per me il primo in assoluto ) che riuscirà a far scendere una lacrimuccia a tutti. Anche per i non amanti del genere i temi trattati (famiglia, amore, vita/morte, società) sono un'occasione di profonda riflessione che non dovrebbe essere persa!
Un 10 pieno e meritatissimo.
Clannad After Story, il seguito di Clannad, è una serie obbligatoria da seguire se si è apprezzata la prima.
La storia riparte esattamente da dove ci aveva lasciati la prima stagione, ovvero con i due protagonisti che dopo un susseguirsi di avventure sono finalmente riusciti a dichiararsi a vicenda e a mettersi insieme; a differenza della prima serie, Clannad After Story introduce con forza l'elemento drammatico e sposta la narrazione a un livello più serio e riflessivo, raggiungendo un realismo e una drammaticità raramente visti in altre opere; le atmosfere scolastiche si fanno da parte per lasciare il posto alla realtà: così l'allegria e le risate dei giorni adolescenziali svaniscono, sostituite dalle preoccupazioni e dai tormenti del mondo adulti.
Le storie che ci sono presentate in questa seconda sessione riguardano strettamente Nagisa e Tomoya, tralasciando quasi completamente tutti i personaggi secondari che avevano svolto un ruolo fondamentale nella prima stagione; nonostante questo i momenti con le lacrime agli occhi di presenteranno in modo ancora più assiduo e con maggiore intensità soprattutto negli ultimi 6 episodi finali.
Il finale è una delle parti più discusse di quest'opera e puo piacere o meno a seconda delle aspettative; (personalmente l'ho apprezzato molto) opinioni personali a parte non si puo negare che l'episodio finale (il 22, gli altri sono extra) riesce a dare un senso a tutte quelle piccole cose rimaste in sospeso anche della prima serie, donando così un senso di completezza all'opera che farà rimanere a bocca aperta lo spettatore. Il finale infatti è molto complesso e non di facile lettura, ma riguardando con attenzione l'ultimo episodio e leggendo un po in giro su internet si riesce a capire il senso che si è voluto dare all'intera opera e i vari collegamenti che sono stati minuziosamente fatti dalla regia senza che neanche ce ne rendessimo conto.
Per quanto riguarda l'aspetto tecnico è impeccabile sotto ogni punto di vista: il character design è curato nei minimi dettagli e insieme alle voci veramente azzeccate degli interpreti dei vari personaggi e alle colonne sonore profonde e molto presenti, si crea un'atmosfera perfetta che riesce a coinvolgere e a emozionare lo spettatore ancora più intensamente.
In conclusione un'opera veramente fantastica (insieme alla prima stagione) da non perdere assolutamente. A livello emotivo penso che sia uno degli anime più belli e coinvolgenti mai realizzati, (per me il primo in assoluto ) che riuscirà a far scendere una lacrimuccia a tutti. Anche per i non amanti del genere i temi trattati (famiglia, amore, vita/morte, società) sono un'occasione di profonda riflessione che non dovrebbe essere persa!
Un 10 pieno e meritatissimo.
Dato il grande successo del suo predecessore "Clannad", ci si aspettava molto da "Clannad - After Story", e queste attese sono state rispettate appieno: anime a dir poco commovente, capace di rapire il pubblico sin dai primi episodi, lasciandolo piangere a dirotto sino all'ultima puntata, dove gli autori hanno espresso il massimo della loro arte. "Clannad -After Story" sin dal primo episodio ci mette dinnanzi la cruda realtà di un passato che ritorna e di un futuro incerto: la serie si estende dall'adolescenza sino al raggiungimento dell'età adulta, contrapponendo temi come la morte e la vita, inserendo come ingrediente principale l'amore e il dolore. Un anime atipico che gira intorno alla famiglia, infatti questa è l'istituzione principale sulla quale vertono tutti i sentimenti presenti nelle due serie: nascita di una famiglia e rottura dell'equilibrio familiare. Ogni episodio con l'avanzare della trama si fa sempre più intrigante e palpitante, e la tensione degli eventi si allenta solo dinnanzi al cibo. In questo caso da emozioni ("Clannad") si passa a lacrime ("Clannad - After Story"), infatti la trama ha la peculiarità di indurre il telespettatore al pianto per la potenza delle emozioni. Sebbene alcuni indizi indirizzino verso un determinato evento, ne accadono altri inaspettati che lasciano il telespettatore di sasso, e sempre con le lacrime agli occhi. Finale molto ben congegnato, all'altezza della serie, e che lascia spunti di riflessione. Definire "Clannad - After Story" una meraviglia è d'obbligo.
P.S. Ma perchè non comprano i diritti in Italia di questi anime meravigliosi?!
P.S. Ma perchè non comprano i diritti in Italia di questi anime meravigliosi?!
"Clannad: after story" è il seguito di "Clannad" e, dopo aver visto tutti gli episodi posso passare al giudizio complessivo: purtroppo, sebbene valuti in generale positivamente l'anime non posso che evidenziarne alcuni difetti abbastanza lampanti: la sintesi un pò troppo superficiale di molte parti e la sparizione ingiustificata di molti personaggi di punto in bianco, la storia d'amore un pò troppo superficiale anch'essa, insomma la storia va veloce senza mai colpire veramente o dare l'idea di stare narrando le cose davvero importanti o interessanti della trama; dal punto di vista tecnico la valutazione non può che essere positiva, disegni e musiche molto coinvolgenti e profonde e anzi le definirei davvero la carta vincente dell'anime che emoziona non tanto per la trama che a dirla tutta è parecchio banale, bensi per i disegni e le musiche; avrei dato 8 ma ho tolto un punto per il finale assolutamente ingiustificato e che avvalora ancora di più le mie impressioni sull'inconsistenza della trama; tutto sommato un buon anime.
"Clannad after story", seconda serie di uno dei miei anime preferiti, e a detta di tutti, molto superiore alla prima stagione; ma io sono uno dei pochi che non si è trovato d'accordo con questa opinione.
Partiamo però con un presupposto: una mia simpaticissima amica è stata tanto gentile da farmi uno spoiler GIGANTESCO su questa serie, quindi non me la sono potuta godere appieno perché sapevo già uno dei più grossi colpi di scena, la odierò per sempre ^^ . Tornando seri questo mi ha realmente reso più difficile la visione della serie, che comunque mi è piaciuta molto ma meno della prima, ora analizziamola più nel dettaglio.
Diversamente dalla prima ha un'ambientazione meno scolastica, che nonostante sia una logica conseguenza della loro crescita, per me ha fatto perdere un pizzico di interesse; inoltre mentre nella prima stagione ci sono tantissimi comprimari oltre Nagisa e Tomoya, in questa, scompaiono quasi tutti lasciandomi davvero triste per la loro assenza.
La storia è davvero toccante, ma devo dire che ad un certo punto è diventato davvero troppo, in una delle ultime puntante, quando nevica su Tomoya e Ushio, mi sono ritrovato a pensare che il momento non fosse drammatico, ma ridicolo. Non è possibile che vada tutto così male, quindi invece di farmi piangere mi ha solo infastidito.
Detto questo, l'anime ha anche molti pregi. La crescita della relazione tra Nagisa, Tomoya, la famiglia di lei, il padre di lui e dopo Ushio è davvero bella, ed incredibilmente plausibile; tanto che ad un certo punto mi sono ritrovato solo nella mia stanza a dire con il pugno alzato "Tomoya non diventare come tuo padre!!!".
Passando al comparto tecnico, il disegno è sempre bello, anche se come nella prima serie mi ha un po' disturbato l'esagerata dimensione degli occhi. Animato benino e con delle musiche sempre molto belle.
Per concludere lo consiglio vivamente nonostante le critiche che ho portato all'opera. E' davvero molto valida, e la considerazioni che ho fatto sul perché non mi abbia convinto del tutto sono prettamente personali, di conseguenza potrebbero non riguardavi per nulla.
Spero vi piaccia :)
Partiamo però con un presupposto: una mia simpaticissima amica è stata tanto gentile da farmi uno spoiler GIGANTESCO su questa serie, quindi non me la sono potuta godere appieno perché sapevo già uno dei più grossi colpi di scena, la odierò per sempre ^^ . Tornando seri questo mi ha realmente reso più difficile la visione della serie, che comunque mi è piaciuta molto ma meno della prima, ora analizziamola più nel dettaglio.
Diversamente dalla prima ha un'ambientazione meno scolastica, che nonostante sia una logica conseguenza della loro crescita, per me ha fatto perdere un pizzico di interesse; inoltre mentre nella prima stagione ci sono tantissimi comprimari oltre Nagisa e Tomoya, in questa, scompaiono quasi tutti lasciandomi davvero triste per la loro assenza.
La storia è davvero toccante, ma devo dire che ad un certo punto è diventato davvero troppo, in una delle ultime puntante, quando nevica su Tomoya e Ushio, mi sono ritrovato a pensare che il momento non fosse drammatico, ma ridicolo. Non è possibile che vada tutto così male, quindi invece di farmi piangere mi ha solo infastidito.
Detto questo, l'anime ha anche molti pregi. La crescita della relazione tra Nagisa, Tomoya, la famiglia di lei, il padre di lui e dopo Ushio è davvero bella, ed incredibilmente plausibile; tanto che ad un certo punto mi sono ritrovato solo nella mia stanza a dire con il pugno alzato "Tomoya non diventare come tuo padre!!!".
Passando al comparto tecnico, il disegno è sempre bello, anche se come nella prima serie mi ha un po' disturbato l'esagerata dimensione degli occhi. Animato benino e con delle musiche sempre molto belle.
Per concludere lo consiglio vivamente nonostante le critiche che ho portato all'opera. E' davvero molto valida, e la considerazioni che ho fatto sul perché non mi abbia convinto del tutto sono prettamente personali, di conseguenza potrebbero non riguardavi per nulla.
Spero vi piaccia :)
<b>Attenzione: la recensione può contenere spoiler</b>
La media altissima di questa serie (al momento in cui ho scritto era di 9,034) dimostra senza dubbio la bellezza di tale anime, ancora prima di esprimere un parere minuscolo o di affermare qualche propria convinzione. "Clannad-After Story" è fantastico e, nonostante presenti qualche piccolo difettuccio, non può che lasciare meravigliati davanti a tale splendore. È uscito nell'ormai lontanissimo 2008, ma può essere benissimo considerato un classico dell'animazione giapponese, in quanto non solo attraversa gli anni senza perdere parte della propria caratura, ma riesce a mantenersi contemporaneo anche dopo quasi sette anni dall'anno di lancio.
Il genere è propriamente quello di una commedia sentimentale, con alti salti di drammaticità e quella simpatia di uno scolastico... insomma, in sole ventiquattro puntate riesce a coinvolgere un gran numero di generi, capaci così di accattivare l'attenzione di molteplici spettatori.
Ma non perdiamoci in chiacchiere futili e andiamo subito a narrare le vicende principali di questa seconda stagione di "Clannad".
Tomoya e Nagisa sono ancora i protagonisti della storia, ma, questa volta, le loro vite non avranno più a che fare solamente con lezioni ed esami, perché, come si vedrà già nelle prime puntate, Tomoya e company riusciranno a superare indenni il terzo anno del liceo, entrando così nella società. Tutti felici insomma, o meglio, quasi tutti, perché Nagisa, a causa della sua salute cagionevole, è stata costretta a saltare la parte finale dell'anno, così da dover ripetere, per la terza volta, l'ultima classe delle superiori.
Tomoya le resterà vicino per un po', ma, in seguito, prenderà la difficile decisione di trovarsi un lavoro proprio e vivere da solo. Il suo amore per Nagisa è ancora incommensurabile, ma sarà proprio questo a spingerlo verso questa scelta. Il futuro non è poi così lontano e una volta che la sua dolce metà riuscirà a uscire dalla scuola, l'idea di creare un propria famiglia non sembra neanche tanto strampalata. E così il tempo passa, i giorni scorrono e finalmente Nagisa viene promossa. Neanche il tempo di gioire che i due decidono di sposarsi e di andare a vivere insieme. Arrivato a questo punto sono sinceramente indeciso se continuare a narrare le vicende dei nostri "eroi" oppure lasciare a voi il piacere di scoprire cosa succederà ai due sposini, ma, come spesso accade, penso che la giusta decisione da prendere sia nel mezzo. Detto ciò, permettetemi di dirvi come ultima cosa che Nagisa e Tomoya avranno un figlio, Ushio, ma questa bella notizia sarà macchiata da un dramma molto doloroso, una avvenimento che, in un modo o nell'altro, accenderà come non mai questa storia, facendola entrare nel vivo.
Passiamo ora al piano tecnico, descrivendo cosa hanno visto i miei occhi di "Clannad-After Story". Non voglio comunicarvi una verità assoluta, bensì alcune semplici considerazioni che, durante la visione, sono sorte nell'animo di questo povero recensore.
Innanzitutto, dopo le prime puntate e il conseguente diploma, gran parte dei personaggi (quasi tutti) scompaiono letteralmente dall'anime. Sono consapevole del fatto che, anche nella vita, una volta lasciata la scuola molti compagni prendono strade differenti, ma, almeno per il bene della storia, non sarebbe stato male fare qualche comparsata. Tolti pochi minuti, ho avuto il dispiacere di non poter più ammirare alcuni protagonisti che, nella passata stagione, mi avevano molto intrigato (Tomoyo e Kyou in primis).
In secondo luogo, ma strettamente collegato al primo punto, non sono riuscito ad apprezzare del tutto la storia d'amore tra Tomoya e Nagisa, abbastanza sdolcinata e scontata. Si sposano subito e, senza neanche mai darsi un bacio, scoprono improvvisamente di avere un figlio. Ok, comprendo la volontà di non farlo apparire troppo "sconcio", ma, voglio dire, considerando il fatto che sono marito e moglie, non sarebbe apparso più naturale farli avvicinare un pochino? Quando erano fidanzati ci poteva anche stare (non è vero), ma ora il contatto fisico avrebbe reso un pizzico più realistica una storia di per sé irreale, quasi utopistica.
L'andamento, rispetto alla prima stagione, è molto più lento, in contrasto con gli improvvisi scatti in avanti che, in un modo o nell'altro, portano i due protagonisti rimasti a invecchiare con una velocità sorprendente. Ma non è tanto questo ad annoiare (mi sto riferendo alla prima parte dell'anime), quanto piuttosto l'apparente non senso di alcune puntate che, nonostante risultino abbastanza carine, sono apparentemente inutili nel contesto generale. E dunque? Dunque non si può che trarre una conclusione più che legittima: l'anime da noi tanto amato inizia solamente verso la metà, quando un avvenimento (non vi dico quale) scombussolerà tutte le carte in tavola e renderà la vicenda molto, ma molto, più accattivante.
La grafica si mantiene su un buon livello, tenendo in considerazione gli anni in cui è stata realizzata la serie, e, nonostante i soliti occhioni esageratamente grandi, mi è piaciuta molto la realizzazione della crescita di Tomoya. Prima ragazzo, poi giovane e infine adulto. Apparentemente uguale, ma, in realtà, molto diverso per quanto riguarda piccoli dettagli, quali l'espressione del viso, la preoccupazione e i modi di fare.
Le musiche sono interessanti e piacevoli e anche il doppiaggio non è male. Insomma, per quanto riguarda il livello pratico, direi che il lavoro è stato compiuto ottimamente.
Eppure, nonostante l'indiscussa qualità dell'anime, qualcosa poteva essere fatto in maniera migliore. Come già detto, la prima parte è nettamente inferiore alla seconda, ma alcune questioni della prima serie rimarranno lasciate in sospeso, quasi si volessero dimenticare. Fatto di proposito? Chissà, certamente lascia un pochino l'amaro in bocca.
E il finale? Per quello bisogna aprire un capitolo a parte, perché, vedendo anche la vena drammatica che stava prendendo la vicenda, l'ultima puntata, seppur carina, è riuscita a rovinare tutto. Sarò io un po' sadico, ma non mi dispiace la piega degli eventi, anche perché, come potrete vedere, i fatti diventeranno veramente strani e scombussolati. Finalmente avrà un senso la storia parallela della bambina e del robottino, benissimo; eppure l'esito, più che essere considerato scadente, assume le sembianze di un sogno agrodolce, incompleto, lasciato a metà. Non mi dispiace il lieto fine, ma, forse, uno più drammatico, avrebbe fatto molto più effetto.
E così concludo, annunciando ancora una volta il piacere che ho avuto nella visione di questa serie, nelle lacrime versate, di gioia e dolore. Poteva finire in un altro modo? Forse, ma, in fondo, chissenefrega.
P.S. Farò sempre il tifo per voi, Tomoyo e Kyou!
Voto finale: 9
La media altissima di questa serie (al momento in cui ho scritto era di 9,034) dimostra senza dubbio la bellezza di tale anime, ancora prima di esprimere un parere minuscolo o di affermare qualche propria convinzione. "Clannad-After Story" è fantastico e, nonostante presenti qualche piccolo difettuccio, non può che lasciare meravigliati davanti a tale splendore. È uscito nell'ormai lontanissimo 2008, ma può essere benissimo considerato un classico dell'animazione giapponese, in quanto non solo attraversa gli anni senza perdere parte della propria caratura, ma riesce a mantenersi contemporaneo anche dopo quasi sette anni dall'anno di lancio.
Il genere è propriamente quello di una commedia sentimentale, con alti salti di drammaticità e quella simpatia di uno scolastico... insomma, in sole ventiquattro puntate riesce a coinvolgere un gran numero di generi, capaci così di accattivare l'attenzione di molteplici spettatori.
Ma non perdiamoci in chiacchiere futili e andiamo subito a narrare le vicende principali di questa seconda stagione di "Clannad".
Tomoya e Nagisa sono ancora i protagonisti della storia, ma, questa volta, le loro vite non avranno più a che fare solamente con lezioni ed esami, perché, come si vedrà già nelle prime puntate, Tomoya e company riusciranno a superare indenni il terzo anno del liceo, entrando così nella società. Tutti felici insomma, o meglio, quasi tutti, perché Nagisa, a causa della sua salute cagionevole, è stata costretta a saltare la parte finale dell'anno, così da dover ripetere, per la terza volta, l'ultima classe delle superiori.
Tomoya le resterà vicino per un po', ma, in seguito, prenderà la difficile decisione di trovarsi un lavoro proprio e vivere da solo. Il suo amore per Nagisa è ancora incommensurabile, ma sarà proprio questo a spingerlo verso questa scelta. Il futuro non è poi così lontano e una volta che la sua dolce metà riuscirà a uscire dalla scuola, l'idea di creare un propria famiglia non sembra neanche tanto strampalata. E così il tempo passa, i giorni scorrono e finalmente Nagisa viene promossa. Neanche il tempo di gioire che i due decidono di sposarsi e di andare a vivere insieme. Arrivato a questo punto sono sinceramente indeciso se continuare a narrare le vicende dei nostri "eroi" oppure lasciare a voi il piacere di scoprire cosa succederà ai due sposini, ma, come spesso accade, penso che la giusta decisione da prendere sia nel mezzo. Detto ciò, permettetemi di dirvi come ultima cosa che Nagisa e Tomoya avranno un figlio, Ushio, ma questa bella notizia sarà macchiata da un dramma molto doloroso, una avvenimento che, in un modo o nell'altro, accenderà come non mai questa storia, facendola entrare nel vivo.
Passiamo ora al piano tecnico, descrivendo cosa hanno visto i miei occhi di "Clannad-After Story". Non voglio comunicarvi una verità assoluta, bensì alcune semplici considerazioni che, durante la visione, sono sorte nell'animo di questo povero recensore.
Innanzitutto, dopo le prime puntate e il conseguente diploma, gran parte dei personaggi (quasi tutti) scompaiono letteralmente dall'anime. Sono consapevole del fatto che, anche nella vita, una volta lasciata la scuola molti compagni prendono strade differenti, ma, almeno per il bene della storia, non sarebbe stato male fare qualche comparsata. Tolti pochi minuti, ho avuto il dispiacere di non poter più ammirare alcuni protagonisti che, nella passata stagione, mi avevano molto intrigato (Tomoyo e Kyou in primis).
In secondo luogo, ma strettamente collegato al primo punto, non sono riuscito ad apprezzare del tutto la storia d'amore tra Tomoya e Nagisa, abbastanza sdolcinata e scontata. Si sposano subito e, senza neanche mai darsi un bacio, scoprono improvvisamente di avere un figlio. Ok, comprendo la volontà di non farlo apparire troppo "sconcio", ma, voglio dire, considerando il fatto che sono marito e moglie, non sarebbe apparso più naturale farli avvicinare un pochino? Quando erano fidanzati ci poteva anche stare (non è vero), ma ora il contatto fisico avrebbe reso un pizzico più realistica una storia di per sé irreale, quasi utopistica.
L'andamento, rispetto alla prima stagione, è molto più lento, in contrasto con gli improvvisi scatti in avanti che, in un modo o nell'altro, portano i due protagonisti rimasti a invecchiare con una velocità sorprendente. Ma non è tanto questo ad annoiare (mi sto riferendo alla prima parte dell'anime), quanto piuttosto l'apparente non senso di alcune puntate che, nonostante risultino abbastanza carine, sono apparentemente inutili nel contesto generale. E dunque? Dunque non si può che trarre una conclusione più che legittima: l'anime da noi tanto amato inizia solamente verso la metà, quando un avvenimento (non vi dico quale) scombussolerà tutte le carte in tavola e renderà la vicenda molto, ma molto, più accattivante.
La grafica si mantiene su un buon livello, tenendo in considerazione gli anni in cui è stata realizzata la serie, e, nonostante i soliti occhioni esageratamente grandi, mi è piaciuta molto la realizzazione della crescita di Tomoya. Prima ragazzo, poi giovane e infine adulto. Apparentemente uguale, ma, in realtà, molto diverso per quanto riguarda piccoli dettagli, quali l'espressione del viso, la preoccupazione e i modi di fare.
Le musiche sono interessanti e piacevoli e anche il doppiaggio non è male. Insomma, per quanto riguarda il livello pratico, direi che il lavoro è stato compiuto ottimamente.
Eppure, nonostante l'indiscussa qualità dell'anime, qualcosa poteva essere fatto in maniera migliore. Come già detto, la prima parte è nettamente inferiore alla seconda, ma alcune questioni della prima serie rimarranno lasciate in sospeso, quasi si volessero dimenticare. Fatto di proposito? Chissà, certamente lascia un pochino l'amaro in bocca.
E il finale? Per quello bisogna aprire un capitolo a parte, perché, vedendo anche la vena drammatica che stava prendendo la vicenda, l'ultima puntata, seppur carina, è riuscita a rovinare tutto. Sarò io un po' sadico, ma non mi dispiace la piega degli eventi, anche perché, come potrete vedere, i fatti diventeranno veramente strani e scombussolati. Finalmente avrà un senso la storia parallela della bambina e del robottino, benissimo; eppure l'esito, più che essere considerato scadente, assume le sembianze di un sogno agrodolce, incompleto, lasciato a metà. Non mi dispiace il lieto fine, ma, forse, uno più drammatico, avrebbe fatto molto più effetto.
E così concludo, annunciando ancora una volta il piacere che ho avuto nella visione di questa serie, nelle lacrime versate, di gioia e dolore. Poteva finire in un altro modo? Forse, ma, in fondo, chissenefrega.
P.S. Farò sempre il tifo per voi, Tomoyo e Kyou!
Voto finale: 9
[quote]Dunque, dove eravamo rimasti?[/quote]
Apro la mia recensione con questa celebre frase di Enzo Tortora - il conduttore di Portobello, uno degli show televisivi di maggiore successo tra la fine degli anni '70 e i primi anni '80 - pronunciata in occasione del suo ritorno alla conduzione dopo una lunga vicenda giudiziaria perché è l'impressione che ho avuto guardando i primi episodi di Clannad After Story.
La serie è il seguito di Clannad e come questa riprende lo schema del videogioco da cui è tratta - archi narrativi dedicati a singoli personaggi, grafica e musiche estremamente coinvolgenti. Rispetto a Clannad si nota una variazione nei temi proposti: la prima serie si basava sull'importanza dei legami di famiglia e dei rapporti di amicizia tra i personaggi, qui l'accento si sposta decisamente sulla famiglia e di quanto sia importante creare, mantenere o riallacciare i rapporti con i propri congiunti.
La storia riprende esattamente dal punto dove si era interrotta al termine di Clannad, ossia nell'estate dell'ultimo anno di scuola di Tomoya e Nagisa. Il primo episodio è slegato dagli eventi, ma serve a "rinfrescare i ricordi" nello spettatore che può riprendere confidenza con i personaggi. Dopo questa introduzione troviamo tre archi narrativi dedicati a personaggi secondari della serie: Sunohara e sua sorella Mei, Misae Sagara (l'amministratrice del dormitorio dove alloggia Sunohara) e Yukine Miazawa (la custode della vecchia biblioteca, utilizzata come deposito per il materiale obsoleto). Il primo arco non fornisce molti spunti interessanti, ma narra una storia interessante sul passato dei due fratelli; più significativi quelli su Misae e Yukine che, oltre a coinvolgere emotivamente lo spettatore, contengono alcuni elementi che aiutano a comprendere e a inquadrare correttamente il finale della serie. Questi episodi, per me, non sono stati dei semplici riempitivi: mi è piaciuta l'idea di concedere un po' di spazio a quei personaggi meno importanti che avevano comunque una storia significativa da narrare.
In seguito lo schema cambia, e la serie mostra i suoi momenti più intensi. Esauriti i personaggi a cui dedicare singoli archi narrativi l'attenzione degli autori si sposta sulla maturazione dei ragazzi e sul rapporto tra Nagisa e Tomoya; tutti si diplomano - tranne Nagisa che sarà costretta a ripetere nuovamente l'ultimo anno del liceo - e, con in mano il diploma che segna l'ingresso nella vita adulta, iniziano a muovere i primi passi nella società e a rendersi indipendenti. Tomoya e Nagisa sono una coppia sempre più affiatata e, come è facile immaginarsi, iniziano a fare progetti per formare una nuova famiglia sposandosi e avendo dei figli. Le cose, però, difficilmente vanno come vorremmo e i personaggi - soprattutto Tomoya - si troveranno a combattere con le difficoltà e i momenti di sconforto e disperazione che il destino riserva.
Questi eventi sono narrati negli episodi che vanno dal 9 al 21; per me sono stati i più intensi che mi sia mai capitato di vedere in una serie di animazione fino a ora e - lo ammetto senza vergogna - mi hanno fatto versare diverse lacrime. Qual'è l'alchimia che mi ha portato a emozionarmi così tanto? Difficile dirlo, ma le situazioni che ho visto non mi sono mai sembrate forzate o inserite con lo scopo di commuovere gli spettatori a ogni costo. Gli episodi si collocano in cima a un lungo percorso - simile al pendio che i ragazzi devono compiere ogni giorno per raggiungere la scuola - iniziato con gli eventi narrati nella prima serie; i tempi lenti della narrazione mi hanno permesso di assimilare anche molti piccoli particolari presentati nella storia e di entrare in perfetta sintonia con i sentimenti e le emozioni provati dai personaggi. Tra i particolari che mi hanno colpito molto ci sono i "Dango" che Nagisa vuole in regalo da Tomoya - quasi a sottolineare una famiglia che cresce - e la scena in cui Sunohara chiama "Okazaki" e Tomoya e Nagisa rispondono all'unisono.
Le situazioni mostrate sono di quelle che ti colpiscono al cuore, soprattutto perché la drammaticità dei momenti più difficili viene introdotta gradualmente - così lo spettatore ha modo di assimilare quanto possa essere doloroso lo sviluppo futuro. Alcune di queste mi hanno toccato nel profondo: i dialoghi di Ushio che mettono in mostra l'ingenuità dei bambini nel dire le cose in maniera diretta mi hanno ricordato che un discorso del genere avrebbe potuto farmelo il mio nipotino. In questo contesto basta veramente poco per emozionarsi e un'inquadratura che mostra un particolare apparentemente insignificante, un effetto visivo che simula uno sguardo annebbiato dal pianto o un brano musicale un po' malinconico che sottolinea un momento intenso possono commuovere fino alle lacrime.
Il finale della serie invece, a caldo, mi ha spiazzato e mi è sembrato un po' deludente. In un primo momento mi era sembrato un tentativo - alquanto ruffiano - di voler proporre un lieto fine a una storia che fino a quel momento si era incanalata su un binario diverso. Dal mio punto di vista l'anime poteva concludersi con l'episodio 21: un epilogo triste, crudele e strappalacrime ma la vita a volte ci riserva momenti di questo tipo ed ero pronto ad accettare una conclusione drammatica.
Per capire il senso degli ultimi episodi mi è venuta in aiuto la rete: in uno dei tanti forum di appassionati di Clannad ho trovato l'indicazione che mi mancava. Gli eventi descritti nel finale sono legati alla storia descritta nel "mondo immaginario" - gli spezzoni che hanno per protagonisti un robot e una bambina presenti già dalla prima serie - e ad alcuni particolari (le sfere di luce che appaiono quando le persone sono felici) che possono sfuggire. Con queste informazioni gli eventi acquistano un loro senso e rendono plausibili gli ultimi episodi raddrizzando il tiro; le cose però rimangono sempre un po' confuse perché è difficile prestare attenzione agli spezzoni del mondo immaginario per recuperare i pezzi necessari per ricomporre il puzzle.
Molto interessante, invece, l'idea che è alla base del penultimo episodio: un prologo posizionato al termine della serie che mostra come Tomoya e Sunohara hanno conosciuto prima le sorelle Fujibayashi e poi una tenera e ingenua Nagisa.
La realizzazione grafica rasenta l'eccellenza, con una notevole cura sia per la rappresentazione degli scenari che fanno da sfondo agli eventi narrati che per i personaggi, sempre molto espressivi. Lo stesso discorso vale anche per la colonna sonora dell'anime, con i brani musicali che sottolineano in maniera efficace le emozioni provate dai personaggi in una scena specifica e riescono a trasmettere sensazioni forti nello spettatore. Un esempio della bontà delle musiche, per me, è dato dal tema tratto dalla sigla finale della prima serie, Dango Daikazoku. Questa musica viene utilizzata spesso per introdurre Nagisa quando riflette su situazioni importanti; il brano mi aveva sempre messo un po' di allegria, ma da quando l'ho visto associato ad un momento molto drammatico nell'anime non posso fare a meno di provare un po' di magone appena ne sento le prime note.
Anche le sigle svolgono efficacemente il loro compito: la opening Toki o Kizamu Uta riprende lo schema della sigla iniziale della prima serie (piccoli spezzoni dedicati soprattutto ai personaggi femminili) con un tema melodico, mentre la ending Torch è più allegra ed è associata a un video dove si vedono i personaggi camminare in fila verso un ipotetico traguardo. Gli autori hanno avuto la sensibilità di non inserire la sigla finale al termine dell'episodio 16: gli ultimi eventi mostrati assumono una piega quasi tragica e questo brano sarebbe stato assolutamente fuori posto.
Clannad After Story, per me, si merita il massimo dei voti. I punti di forza sono tanti - grafica, colonna sonora, intensità della storia - e anche i tempi lenti della narrazione sono perfetti per immedesimarsi nei personaggi. Qualche dubbio sul finale, ma l'intensità delle emozioni che ho provato vedendo gli episodi e le lacrime - sincere! - che hanno solcato le mie guance compensano di gran lunga l'inciampo della conclusione che mi è sembrata un po' troppo tirata verso un forzato lieto fine. Consigliata a tutti quelli che hanno ancora voglia di emozionarsi e commuoversi, dopo aver visto la prima serie che è fondamentale per comprendere gli eventi narrati e per acquisire tutte le informazioni del mondo immaginario.
Apro la mia recensione con questa celebre frase di Enzo Tortora - il conduttore di Portobello, uno degli show televisivi di maggiore successo tra la fine degli anni '70 e i primi anni '80 - pronunciata in occasione del suo ritorno alla conduzione dopo una lunga vicenda giudiziaria perché è l'impressione che ho avuto guardando i primi episodi di Clannad After Story.
La serie è il seguito di Clannad e come questa riprende lo schema del videogioco da cui è tratta - archi narrativi dedicati a singoli personaggi, grafica e musiche estremamente coinvolgenti. Rispetto a Clannad si nota una variazione nei temi proposti: la prima serie si basava sull'importanza dei legami di famiglia e dei rapporti di amicizia tra i personaggi, qui l'accento si sposta decisamente sulla famiglia e di quanto sia importante creare, mantenere o riallacciare i rapporti con i propri congiunti.
La storia riprende esattamente dal punto dove si era interrotta al termine di Clannad, ossia nell'estate dell'ultimo anno di scuola di Tomoya e Nagisa. Il primo episodio è slegato dagli eventi, ma serve a "rinfrescare i ricordi" nello spettatore che può riprendere confidenza con i personaggi. Dopo questa introduzione troviamo tre archi narrativi dedicati a personaggi secondari della serie: Sunohara e sua sorella Mei, Misae Sagara (l'amministratrice del dormitorio dove alloggia Sunohara) e Yukine Miazawa (la custode della vecchia biblioteca, utilizzata come deposito per il materiale obsoleto). Il primo arco non fornisce molti spunti interessanti, ma narra una storia interessante sul passato dei due fratelli; più significativi quelli su Misae e Yukine che, oltre a coinvolgere emotivamente lo spettatore, contengono alcuni elementi che aiutano a comprendere e a inquadrare correttamente il finale della serie. Questi episodi, per me, non sono stati dei semplici riempitivi: mi è piaciuta l'idea di concedere un po' di spazio a quei personaggi meno importanti che avevano comunque una storia significativa da narrare.
In seguito lo schema cambia, e la serie mostra i suoi momenti più intensi. Esauriti i personaggi a cui dedicare singoli archi narrativi l'attenzione degli autori si sposta sulla maturazione dei ragazzi e sul rapporto tra Nagisa e Tomoya; tutti si diplomano - tranne Nagisa che sarà costretta a ripetere nuovamente l'ultimo anno del liceo - e, con in mano il diploma che segna l'ingresso nella vita adulta, iniziano a muovere i primi passi nella società e a rendersi indipendenti. Tomoya e Nagisa sono una coppia sempre più affiatata e, come è facile immaginarsi, iniziano a fare progetti per formare una nuova famiglia sposandosi e avendo dei figli. Le cose, però, difficilmente vanno come vorremmo e i personaggi - soprattutto Tomoya - si troveranno a combattere con le difficoltà e i momenti di sconforto e disperazione che il destino riserva.
Questi eventi sono narrati negli episodi che vanno dal 9 al 21; per me sono stati i più intensi che mi sia mai capitato di vedere in una serie di animazione fino a ora e - lo ammetto senza vergogna - mi hanno fatto versare diverse lacrime. Qual'è l'alchimia che mi ha portato a emozionarmi così tanto? Difficile dirlo, ma le situazioni che ho visto non mi sono mai sembrate forzate o inserite con lo scopo di commuovere gli spettatori a ogni costo. Gli episodi si collocano in cima a un lungo percorso - simile al pendio che i ragazzi devono compiere ogni giorno per raggiungere la scuola - iniziato con gli eventi narrati nella prima serie; i tempi lenti della narrazione mi hanno permesso di assimilare anche molti piccoli particolari presentati nella storia e di entrare in perfetta sintonia con i sentimenti e le emozioni provati dai personaggi. Tra i particolari che mi hanno colpito molto ci sono i "Dango" che Nagisa vuole in regalo da Tomoya - quasi a sottolineare una famiglia che cresce - e la scena in cui Sunohara chiama "Okazaki" e Tomoya e Nagisa rispondono all'unisono.
Le situazioni mostrate sono di quelle che ti colpiscono al cuore, soprattutto perché la drammaticità dei momenti più difficili viene introdotta gradualmente - così lo spettatore ha modo di assimilare quanto possa essere doloroso lo sviluppo futuro. Alcune di queste mi hanno toccato nel profondo: i dialoghi di Ushio che mettono in mostra l'ingenuità dei bambini nel dire le cose in maniera diretta mi hanno ricordato che un discorso del genere avrebbe potuto farmelo il mio nipotino. In questo contesto basta veramente poco per emozionarsi e un'inquadratura che mostra un particolare apparentemente insignificante, un effetto visivo che simula uno sguardo annebbiato dal pianto o un brano musicale un po' malinconico che sottolinea un momento intenso possono commuovere fino alle lacrime.
Il finale della serie invece, a caldo, mi ha spiazzato e mi è sembrato un po' deludente. In un primo momento mi era sembrato un tentativo - alquanto ruffiano - di voler proporre un lieto fine a una storia che fino a quel momento si era incanalata su un binario diverso. Dal mio punto di vista l'anime poteva concludersi con l'episodio 21: un epilogo triste, crudele e strappalacrime ma la vita a volte ci riserva momenti di questo tipo ed ero pronto ad accettare una conclusione drammatica.
Per capire il senso degli ultimi episodi mi è venuta in aiuto la rete: in uno dei tanti forum di appassionati di Clannad ho trovato l'indicazione che mi mancava. Gli eventi descritti nel finale sono legati alla storia descritta nel "mondo immaginario" - gli spezzoni che hanno per protagonisti un robot e una bambina presenti già dalla prima serie - e ad alcuni particolari (le sfere di luce che appaiono quando le persone sono felici) che possono sfuggire. Con queste informazioni gli eventi acquistano un loro senso e rendono plausibili gli ultimi episodi raddrizzando il tiro; le cose però rimangono sempre un po' confuse perché è difficile prestare attenzione agli spezzoni del mondo immaginario per recuperare i pezzi necessari per ricomporre il puzzle.
Molto interessante, invece, l'idea che è alla base del penultimo episodio: un prologo posizionato al termine della serie che mostra come Tomoya e Sunohara hanno conosciuto prima le sorelle Fujibayashi e poi una tenera e ingenua Nagisa.
La realizzazione grafica rasenta l'eccellenza, con una notevole cura sia per la rappresentazione degli scenari che fanno da sfondo agli eventi narrati che per i personaggi, sempre molto espressivi. Lo stesso discorso vale anche per la colonna sonora dell'anime, con i brani musicali che sottolineano in maniera efficace le emozioni provate dai personaggi in una scena specifica e riescono a trasmettere sensazioni forti nello spettatore. Un esempio della bontà delle musiche, per me, è dato dal tema tratto dalla sigla finale della prima serie, Dango Daikazoku. Questa musica viene utilizzata spesso per introdurre Nagisa quando riflette su situazioni importanti; il brano mi aveva sempre messo un po' di allegria, ma da quando l'ho visto associato ad un momento molto drammatico nell'anime non posso fare a meno di provare un po' di magone appena ne sento le prime note.
Anche le sigle svolgono efficacemente il loro compito: la opening Toki o Kizamu Uta riprende lo schema della sigla iniziale della prima serie (piccoli spezzoni dedicati soprattutto ai personaggi femminili) con un tema melodico, mentre la ending Torch è più allegra ed è associata a un video dove si vedono i personaggi camminare in fila verso un ipotetico traguardo. Gli autori hanno avuto la sensibilità di non inserire la sigla finale al termine dell'episodio 16: gli ultimi eventi mostrati assumono una piega quasi tragica e questo brano sarebbe stato assolutamente fuori posto.
Clannad After Story, per me, si merita il massimo dei voti. I punti di forza sono tanti - grafica, colonna sonora, intensità della storia - e anche i tempi lenti della narrazione sono perfetti per immedesimarsi nei personaggi. Qualche dubbio sul finale, ma l'intensità delle emozioni che ho provato vedendo gli episodi e le lacrime - sincere! - che hanno solcato le mie guance compensano di gran lunga l'inciampo della conclusione che mi è sembrata un po' troppo tirata verso un forzato lieto fine. Consigliata a tutti quelli che hanno ancora voglia di emozionarsi e commuoversi, dopo aver visto la prima serie che è fondamentale per comprendere gli eventi narrati e per acquisire tutte le informazioni del mondo immaginario.
Se "Clannad" è la profondità, e "Clannad After Story" è l'infinito, "Clannad" più "Clannad After Story" è un capolavoro elaborato dalle abili mani di un artista che viaggia sulle note della realtà.
Lo scalpello che incide nei cuori di chi lo guarda, lo ama, è affilato come il pungiglione di un'ape. Ti punge, ti fa male per difendere il nettare che si porta dentro, la sua essenza. Non puoi essere cinico o imperturbabile scorrendo le sue immagini, i suoi sorrisi, le sue gag, le sue storie.
"Clannad" e "Clannad After Story" sono lo spettacolo in un anime che ha qualcosa da sussurrarti più di tante 'perle' della letteratura, dell'arte, del cinema. Lo reputo uno dei capolavori dell'animazione giapponese per la rara perfezione di tutte le sue parti e, soprattutto, per un evolversi della storia che trascende e impedisce di inserirlo in un genere predefinito.
I disegni sono splendidi, così come la regia e la fotografia sono operate magistralmente. Una menzione d'onore va poi al doppiaggio.
Le vicissitudini dei personaggi mi hanno particolarmente coinvolto, incrementando di gran lunga le sensazioni provate, ma al di là di tutto rimane un messaggio di fondo che credo sia comune per tutti. "Clannad After Story" ti sussurra quel qualcosa che si può definire la dolce/amara realtà della vita.
Ve lo consiglio: se non lo avete visto, qualunque cosa stiate seguendo o avrete intenzione di seguire mettetela momentaneamente da parte e buttatevi sul brand "Clannad".
Lo scalpello che incide nei cuori di chi lo guarda, lo ama, è affilato come il pungiglione di un'ape. Ti punge, ti fa male per difendere il nettare che si porta dentro, la sua essenza. Non puoi essere cinico o imperturbabile scorrendo le sue immagini, i suoi sorrisi, le sue gag, le sue storie.
"Clannad" e "Clannad After Story" sono lo spettacolo in un anime che ha qualcosa da sussurrarti più di tante 'perle' della letteratura, dell'arte, del cinema. Lo reputo uno dei capolavori dell'animazione giapponese per la rara perfezione di tutte le sue parti e, soprattutto, per un evolversi della storia che trascende e impedisce di inserirlo in un genere predefinito.
I disegni sono splendidi, così come la regia e la fotografia sono operate magistralmente. Una menzione d'onore va poi al doppiaggio.
Le vicissitudini dei personaggi mi hanno particolarmente coinvolto, incrementando di gran lunga le sensazioni provate, ma al di là di tutto rimane un messaggio di fondo che credo sia comune per tutti. "Clannad After Story" ti sussurra quel qualcosa che si può definire la dolce/amara realtà della vita.
Ve lo consiglio: se non lo avete visto, qualunque cosa stiate seguendo o avrete intenzione di seguire mettetela momentaneamente da parte e buttatevi sul brand "Clannad".
Ho scelto di vedere Clannad After Story in quanto l'ho notato nella Top Ten dei migliori anime del sito, pertanto avevo aspettative di un certo tipo, che sfortunatamente sono state totalmente e rovinosamente deluse.
Cercherò di evitare spoiler chiari, ma qualcosa potrebbe trasparire, seppur mai parlerò in modo esplicito dei fatti accaduti.
L'inizio non è certo entusiasmante, ma nemmeno disastroso. Una partita di baseball che si lascia guardare tranquillamente, il problema è che a questa seguono altri 7 episodi di filler inutili, focalizzati su personaggi secondari e con trame che, tipo quella del gatto, sono veramente campate in aria. Tuttavia l'incipit con il robot e la ragazza mi lasciava presagire che le cose sarebbero cambiate e mi incuriosivano, per cui ho cercato di portare pazienza. Non mi immaginavo che quel robot e la ragazzina sarebbero stati il pretesto con il quale verrà fatta accadere una delle cose che ho meno gradito dell'anime.
Dopo 8 episodi di noia, dall'episodio 9 inizia - finalmente - la vera e propria trama, che in pratica mostra i due protagonisti crescere: la fine della vita come studenti, i primi lavori e come il loro rapporto si evolve con le prime convivenze, il matrimonio e così via. L'idea è buona, anzi, ottima, il problema è il come tutto questo viene raccontato, ovvero in modo funzionale all'obiettivo di creare banali e ben poco credibili momenti drammatici, per fare emozionare e strappare qualche lacrima allo spettatore. Poco conta come, poco conta l'incoerenza e la stupidità con cui si muovono i protagonisti, poco conta che la trama non regga, l'importante è fare emozionare a tutti i costi. Proprio questo aspetto è quello che mi ha infastidito di più in Clannad After Story: vi sono due momenti fortemente drammatici, entrambi completamente evitabili con un minimo di buon senso, che nessuno dei protagonisti sembra avere. Ma se non amate i titoli drammatici e preferite un lieto fine, non preoccupatevi, gli sceneggiatori di Clannad After Story hanno pensato anche a voi, con quella che non posso che definire la "porcata finale".
Tornando ai personaggi, non posso dirmi conquistato dalla protagonista, con il suo sorriso persistente, la sua accondiscendenza illimitata nei confronti del moroso e la sua ingenuità disarmante. Riesce ad essere caparbia e determinata solo nei momenti in cui non dovrebbe, errore questo che avrà conseguenze drammatiche. Il moroso/marito beh, meglio, sembra a tratti più reale, ma non si possono non notare anche nel suo caso dei buchi nella caratterizzazione psicologica e dei repentini e ben poco credibili mutamenti nel comportamento. Due esempi: la storia del padre e il rapporto con la figlia. Nel complesso le caratterizzazioni psicologiche confermano che i personaggi non vengono altro che usati come marionette condotte, in un modo o nell'altro, verso i climax, prestabiliti a tavolino, atti a commuovere lo spettatore. La credibilità degli eventi viene tranquillamente sacrificata al fine superiore: strappare qualche lacrima.
Fortunatamente il comparto tecnico è piuttosto buono, vanta di un character design molto bello che da il meglio di se in particolare nei personaggi femminili, dei fondali spesso molto ispirati, delle belle sigle e musiche. Ma vedere tanto buon lavoro sprecato per colpa di una sceneggiatura demente, non fa che aumentare il mio nervosismo e delusione.
Giunto alla conclusione, vi consiglio Clannad After Story? Assolutamente no, evitatelo come la peste in particolare se vi piacciono delle trame coerenti e raccontate con intelligenza. Se invece amate emozionarvi e non fate troppa attenzione ai "dettagli", boh, potrebbe anche fare per voi.
Cercherò di evitare spoiler chiari, ma qualcosa potrebbe trasparire, seppur mai parlerò in modo esplicito dei fatti accaduti.
L'inizio non è certo entusiasmante, ma nemmeno disastroso. Una partita di baseball che si lascia guardare tranquillamente, il problema è che a questa seguono altri 7 episodi di filler inutili, focalizzati su personaggi secondari e con trame che, tipo quella del gatto, sono veramente campate in aria. Tuttavia l'incipit con il robot e la ragazza mi lasciava presagire che le cose sarebbero cambiate e mi incuriosivano, per cui ho cercato di portare pazienza. Non mi immaginavo che quel robot e la ragazzina sarebbero stati il pretesto con il quale verrà fatta accadere una delle cose che ho meno gradito dell'anime.
Dopo 8 episodi di noia, dall'episodio 9 inizia - finalmente - la vera e propria trama, che in pratica mostra i due protagonisti crescere: la fine della vita come studenti, i primi lavori e come il loro rapporto si evolve con le prime convivenze, il matrimonio e così via. L'idea è buona, anzi, ottima, il problema è il come tutto questo viene raccontato, ovvero in modo funzionale all'obiettivo di creare banali e ben poco credibili momenti drammatici, per fare emozionare e strappare qualche lacrima allo spettatore. Poco conta come, poco conta l'incoerenza e la stupidità con cui si muovono i protagonisti, poco conta che la trama non regga, l'importante è fare emozionare a tutti i costi. Proprio questo aspetto è quello che mi ha infastidito di più in Clannad After Story: vi sono due momenti fortemente drammatici, entrambi completamente evitabili con un minimo di buon senso, che nessuno dei protagonisti sembra avere. Ma se non amate i titoli drammatici e preferite un lieto fine, non preoccupatevi, gli sceneggiatori di Clannad After Story hanno pensato anche a voi, con quella che non posso che definire la "porcata finale".
Tornando ai personaggi, non posso dirmi conquistato dalla protagonista, con il suo sorriso persistente, la sua accondiscendenza illimitata nei confronti del moroso e la sua ingenuità disarmante. Riesce ad essere caparbia e determinata solo nei momenti in cui non dovrebbe, errore questo che avrà conseguenze drammatiche. Il moroso/marito beh, meglio, sembra a tratti più reale, ma non si possono non notare anche nel suo caso dei buchi nella caratterizzazione psicologica e dei repentini e ben poco credibili mutamenti nel comportamento. Due esempi: la storia del padre e il rapporto con la figlia. Nel complesso le caratterizzazioni psicologiche confermano che i personaggi non vengono altro che usati come marionette condotte, in un modo o nell'altro, verso i climax, prestabiliti a tavolino, atti a commuovere lo spettatore. La credibilità degli eventi viene tranquillamente sacrificata al fine superiore: strappare qualche lacrima.
Fortunatamente il comparto tecnico è piuttosto buono, vanta di un character design molto bello che da il meglio di se in particolare nei personaggi femminili, dei fondali spesso molto ispirati, delle belle sigle e musiche. Ma vedere tanto buon lavoro sprecato per colpa di una sceneggiatura demente, non fa che aumentare il mio nervosismo e delusione.
Giunto alla conclusione, vi consiglio Clannad After Story? Assolutamente no, evitatelo come la peste in particolare se vi piacciono delle trame coerenti e raccontate con intelligenza. Se invece amate emozionarvi e non fate troppa attenzione ai "dettagli", boh, potrebbe anche fare per voi.
La prima stagione di Clannad è stata abbastanza coerente con la maggior parte dei lavori della Key, basti pensare a Kanon ed Air. Un commisto di commedia scolastica, arricchita con elementi soprannaturali ed il tutto condito con un pò di humour. Dopo aver scoperto l'esistenza della seconda stagione mi aspettavo un sequel abbastanza conforme al lavoro precedente, ed in parte così è stato.
Clannad-After Story riprende cronologicamente poche settimane dopo la prima serie, il nostro protagonista Tomoya è impegnato nel frequentare il suo ultimo anno di liceo insieme alla sua inseparabile Nagisa. Il primo arco narrativo è molto simile agli episodi della stagione precedente, però sin da subito si notano dei piccoli quanto importanti cambiamenti. Le situazioni assumono un'aura speciale, le varie vicende sono presentate in maniera più matura e responsabile, e non vi nego che qualche lacrimuccia mi è scappata.
Fin qui tutto bene, ma è proprio a questo punto che le cose cambiano completamente. Infatti, con la fine dell'esperienza scolastica da parte di Tomoya, la storia assume un tono molto più maturo ed intimo tipico dei migliori slice of lifes. Ci vengono presentati problemi reali tipici della vita quotidiana, le difficoltà di un giovane ragazzo alle prese con le sue prime esperienze lavorative, il suo impegno nel costruirsi un futuro migliore per sè e per la donna amata, il difficile passaggio all'età adulta.
E' proprio a questo punto che la metamorfosi di Clannad è conclusa. L'introspezione psicologica del nostro giovane protagonista è eccellente, riusciamo a vivere le sue gioie, affrontare le sue difficoltà, vivere i suoi dolori. I temi trattati sono reali, veri riusciamo a toccarli con mano. Il tema dell'amore è molto forte, ma non è un amore ideale o platonico come veniva presentato nella prima serie è un amore chiaro è palpabile, ci vengono presentati la convivenza, il matrimonio e il desiderio di avere dei figli.
Tra climax carichi di pathos e lacrime ci si avvia all'ultima parte della storia, probabilmente quella che preferisco. Qui viene trattato un tema che pochissime volte ho visto in un anime, l'amore filiare. Il rapporto tra il nostro protagonista Tomoya e la piccola Ushio è stupendo. Fatto di alti e bassi, non esente la abbandoni ed indifferenza, ma che sfocia nell'amore più bello ed incondizionato.
Per concludere, Clannad-After Story è un'anime da vedere? Secondo me assolutamente si, anche per quelli che non hanno amato la prima serie, vi consiglio vivamente di vedere questo sequel, sono sicuro che non ve ne pentirete.
Clannad-After Story riprende cronologicamente poche settimane dopo la prima serie, il nostro protagonista Tomoya è impegnato nel frequentare il suo ultimo anno di liceo insieme alla sua inseparabile Nagisa. Il primo arco narrativo è molto simile agli episodi della stagione precedente, però sin da subito si notano dei piccoli quanto importanti cambiamenti. Le situazioni assumono un'aura speciale, le varie vicende sono presentate in maniera più matura e responsabile, e non vi nego che qualche lacrimuccia mi è scappata.
Fin qui tutto bene, ma è proprio a questo punto che le cose cambiano completamente. Infatti, con la fine dell'esperienza scolastica da parte di Tomoya, la storia assume un tono molto più maturo ed intimo tipico dei migliori slice of lifes. Ci vengono presentati problemi reali tipici della vita quotidiana, le difficoltà di un giovane ragazzo alle prese con le sue prime esperienze lavorative, il suo impegno nel costruirsi un futuro migliore per sè e per la donna amata, il difficile passaggio all'età adulta.
E' proprio a questo punto che la metamorfosi di Clannad è conclusa. L'introspezione psicologica del nostro giovane protagonista è eccellente, riusciamo a vivere le sue gioie, affrontare le sue difficoltà, vivere i suoi dolori. I temi trattati sono reali, veri riusciamo a toccarli con mano. Il tema dell'amore è molto forte, ma non è un amore ideale o platonico come veniva presentato nella prima serie è un amore chiaro è palpabile, ci vengono presentati la convivenza, il matrimonio e il desiderio di avere dei figli.
Tra climax carichi di pathos e lacrime ci si avvia all'ultima parte della storia, probabilmente quella che preferisco. Qui viene trattato un tema che pochissime volte ho visto in un anime, l'amore filiare. Il rapporto tra il nostro protagonista Tomoya e la piccola Ushio è stupendo. Fatto di alti e bassi, non esente la abbandoni ed indifferenza, ma che sfocia nell'amore più bello ed incondizionato.
Per concludere, Clannad-After Story è un'anime da vedere? Secondo me assolutamente si, anche per quelli che non hanno amato la prima serie, vi consiglio vivamente di vedere questo sequel, sono sicuro che non ve ne pentirete.
Storia strappalacrime, graficamente più che buono, personaggi riusciti, buone musiche, direi che è una buona ricetta per un ottimo anime.
In realtà la prima parte dell'anime non mi è piaciuta molto, con l'arco di Sunohara e di Misae non mi hanno detto molto, a differenza della prima serie in cui anche i personaggi secondari avevano una storia convincente. Singolarmente questa parte avrebbe meritato un 7 secondo me.
La seconda metà dell'anime invece è di ben altro livello, ho pianto credo ad ogni episodio. C'è qualche buco di trama o situazione forzata (la nevicata dell'ep 16 sopra tutti, una sfiga tremenda), però ci si passa sopra volentieri.
A questa parte do tranquillamente 9.5
L'ultimo episodio al contrario non mi ha convinto per niente, non spiegano bene cosa succede e per capire ho dovuto informarmi online, ma le spiegazioni che ho trovato non mi hanno comunque convinto, sono contento per come è finito ma non mi è piaciuto il modo in cui è accaduto, quindi boh, un 7 anche a questa parte.
La media farebbe 7.8, ma visto che la parte importante dell'anime è da 9.5, il voto finale è 8 abbondante.
I personaggi, se escludiamo Sunohara e Ryou, che non sono riuscito a farmi piacere, sono tutti riusciti, sia come carattere sia per la storia che hanno.
Anche graficamente e come audio la serie è molto buona, quindi consigliata davvero.
In realtà la prima parte dell'anime non mi è piaciuta molto, con l'arco di Sunohara e di Misae non mi hanno detto molto, a differenza della prima serie in cui anche i personaggi secondari avevano una storia convincente. Singolarmente questa parte avrebbe meritato un 7 secondo me.
La seconda metà dell'anime invece è di ben altro livello, ho pianto credo ad ogni episodio. C'è qualche buco di trama o situazione forzata (la nevicata dell'ep 16 sopra tutti, una sfiga tremenda), però ci si passa sopra volentieri.
A questa parte do tranquillamente 9.5
L'ultimo episodio al contrario non mi ha convinto per niente, non spiegano bene cosa succede e per capire ho dovuto informarmi online, ma le spiegazioni che ho trovato non mi hanno comunque convinto, sono contento per come è finito ma non mi è piaciuto il modo in cui è accaduto, quindi boh, un 7 anche a questa parte.
La media farebbe 7.8, ma visto che la parte importante dell'anime è da 9.5, il voto finale è 8 abbondante.
I personaggi, se escludiamo Sunohara e Ryou, che non sono riuscito a farmi piacere, sono tutti riusciti, sia come carattere sia per la storia che hanno.
Anche graficamente e come audio la serie è molto buona, quindi consigliata davvero.
Non sarà facile parlare di questa serie in maniera logica e razionale, perché moltissimi elementi vecchi e nuovi si sono mescolati fra loro, dando origine ad un prodotto dall'andamento molto altalenante e che, specialmente all'inizio, sembra che non abbia ancora ben chiaro dove voglia andare a parare.
Proprio come per "Clannad", anche questa è volta è stata la curiosità per una serie tanto famosa e recensita a spingermi a guardare "After Sotry", e devo dire che, nel bene e nel male, questi nuovi ventidue episodi mi hanno sorpresa e sconvolta non poco.
"Clannad - After Story" è la diretta continuazione della prima serie, senza alcuna interruzione o salto temporale: tutto riprende esattamente da dove era stato interrotto.
Infatti i primi otto episodi sono ancora ad ambientazione scolastica, e ricalcano lo stile narrativo di "Clannad" costituito di archi di pochi episodi dedicati a ciascun personaggio; mentre dal diploma di Okazaki & co la storia si concentra quasi esclusivamente su Nagisa e Okazaki, assumendo toni molto più seri e perfino drammatici.
Il primo episodio di "Afer Story" si apre con una partita di baseball di quartiere, perfettamente in stile con la serie: soliti personaggi, solite gag, ma molta più leggerezza. E ci può stare, alla fine è una parte introduttiva, da qualche parte si dovrà pur cominciare. Quello che non mi va giù di questo primo grande arco narrativo è che, appunto, è uguale nella struttura alla prima serie, ma senza ovviamente avere quell'atmosfera di fresca novità. I personaggi ormai li conosciamo tutti, così come il loro modo di interagire con il prossimo e le gag che li coinvolgono: tutto ciò che si doveva dire su di loro ci è stato già raccontato in "Clannad". Questi otto episodi semplicemente prendono in esame la storia di alcune persone che in precedenza avevano svolto un ruolo secondario, dando anche a loro una parte di rilievo come per par condicio. Ciò non è svolto al meglio, anzi, e il motivo è che tutto si limita ad essere una copia sbiadita della prima serie, senza portare alcun elemento innovativo e, a volte, peggiorando quelli che già in "Clannad" erano dei difetti - abbastanza marginali, ma pur sempre difetti.
Così quello che voleva forse essere un simpatico excursus prima di entrare nel vivo della storia ottiene solo l'effetto di annoiare lo spettatore con gag già viste e scelte a livello di sceneggiatura molto, ma molto discutibili: si pensi solo alle vicende della ragazzina dell'aula risorse, che nel suo aiutare gang malavitose sfiora l'inverosimile.
Tutto questo non è evidentemente destinato a perdurare, infatti, con il diploma della maggior parte del cast, arriva anche una svolta, una svolta non da poco: di colpo Okazaki si ritrova catapultato nel mondo degli adulti, senza avere un'idea precisa di cosa farà né di dove andrà. I rapporti con il padre non sono ancora stabili, ed egli si ritrova nuovamente legato a casa Furukawa, ormai divenuta la sua seconda famiglia.
Fa molto riflettere questa prima parte del secondo grande arco, perché ci mostra un Tomoya indeciso e anche preoccupato per le sorti della sua fidanzata, costretta a ripetere nuovamente il terzo anno per motivi di salute. La serie si concentra molto sulla quotidianità della coppia, sottolineando come sia difficile convivere e vivere da adulti.
Ma il bello arriva dopo: con il diploma di Nagisa, la serie ingrana la marcia giusta ed entra nella sua parte più profonda e, direi, spettacolare. Gli episodi dal 14 al 19 rappresentano in assoluto il punto più alto mai toccato da "After Story" e, per certi versi, superano persino "Clannad".
I due, ora sposati, sono di fatto una famiglia e una lieta novità è in arrivo, pronta a sconvolgere le vite di tutti. E lo farà, eccome se lo farà, questo elemento stravolgerà quanto di più caro hanno i protagonisti, portando una gioia infinita e, all'improvviso, una grandissima disperazione.
Con queste "premesse" si giunge dunque a quello che io considero l'episodio meglio riuscito non solo di "Clannad", ma probabilmente anche della maggior parte degli anime che io abbia visto fino a questo momento. Commuove, sì, e lo fa in maniera naturale, senza forzature, regalando allo spettatore una serie di emozioni molto forti e profondamente contrastanti.
<b>ATTENZIONE: SPOILER!</b>
Non è solo lo scambio di battute tra Okazaki e Ushio sul treno a far scendere le lacrime, non è solo quello a emozionare così tanto: è tutto quello che c'è dietro. È la disperazione per la morte di Nagisa, unita alla rabbia di Okazaki, ai rimpianti in seguito al colloquio con la nonna, alla confusione e all'innocenza di Ushio. Quel "raccontami della mamma" è la goccia che fa traboccare il vaso, e lo fa in maniera dolce e al contempo devastante. Non penso che mi ricorderò mai di altri anime così come mi ricorderò di questo singolo episodio.
Purtroppo, e me ne rammarico grandemente, una volta toccato il picco non resta che la discesa. Lo fa, "After Story", in una maniera quasi irrispettosa nei confronti dello spettatore: gli sceneggiatori si sono come sadicamente divertiti a distruggere tutta quella felicità conquistata con tanta fatica dalla provata famiglia Okazaki-Furukawa. E fosse solo questo. Una fine come quella che lascia presagire l'episodio 21 l'avrei anche accettata, sarebbe stata decisamente troppo tragica, ma l'avrei accettata, forse sarebbe stata anche un filino originale. Ma no, si è detto chi di dovere, perché non ci mettiamo l'happy ending?
Così, in un forzatissimo collegamento tra la storia di Okazaki e quella parallela del robot e della ragazzina, il miracolo avviene, il tempo torna indietro di quasi sei anni e l'unica sensazione che mi rimane è quella di essere stata presa in giro. Perché quell'happy ending, quel "vissero tutti felici e contenti" simboleggia la distruzione di ciò che di più bello la serie aveva da offrire: quel dannato finale ha completamente cancellato la parte migliore di "Clannad - After Story", relegandola quasi ad un semplice sogno, o quello che è.
Sempre eccellente, invece, sotto l'aspetto tecnico: animazione e scenografie perfettamente adatte a svolgere il loro ruolo, specialmente nelle parti più tragiche della serie.
Le musiche di sottofondo sono decisamente evocative e direi azzeccatissime, molto bella l'opening, un po' meno l'ending, che si limita ad essere carina, senza ovviamente reggere il confronto con la prima. E ritorna, "Dango Daikazoku", il marchio di Clannad, assumendo un significato molto, ma molto più profondo.
Le emozioni hanno un potere molto forte sullo spettatore; io penso che se una serie ti regala degli insegnamenti o più semplicemente ti tiene incollato allo schermo, fosse anche la trama non un gran che, allora vale la pena di essere guardata.
"Clannad - After Story" , lo dico chiaramente, senza la parte sopracitata non raggiungerebbe affatto la sufficienza, probabilmente si limiterebbe ad un cinque e mezzo. Ma per tutte le emozioni che sono in grado di regalare quegli episodi dal 14 al 19, il mio voto sale non di uno, ma di ben due punti. Quei cinque episodi sono quasi un prodotto a sé stante, che poco ha da spartire con il resto della serie. E sette sia, perché, a parer mio, solo loro valgono l'intera visione dell'anime.
Proprio come per "Clannad", anche questa è volta è stata la curiosità per una serie tanto famosa e recensita a spingermi a guardare "After Sotry", e devo dire che, nel bene e nel male, questi nuovi ventidue episodi mi hanno sorpresa e sconvolta non poco.
"Clannad - After Story" è la diretta continuazione della prima serie, senza alcuna interruzione o salto temporale: tutto riprende esattamente da dove era stato interrotto.
Infatti i primi otto episodi sono ancora ad ambientazione scolastica, e ricalcano lo stile narrativo di "Clannad" costituito di archi di pochi episodi dedicati a ciascun personaggio; mentre dal diploma di Okazaki & co la storia si concentra quasi esclusivamente su Nagisa e Okazaki, assumendo toni molto più seri e perfino drammatici.
Il primo episodio di "Afer Story" si apre con una partita di baseball di quartiere, perfettamente in stile con la serie: soliti personaggi, solite gag, ma molta più leggerezza. E ci può stare, alla fine è una parte introduttiva, da qualche parte si dovrà pur cominciare. Quello che non mi va giù di questo primo grande arco narrativo è che, appunto, è uguale nella struttura alla prima serie, ma senza ovviamente avere quell'atmosfera di fresca novità. I personaggi ormai li conosciamo tutti, così come il loro modo di interagire con il prossimo e le gag che li coinvolgono: tutto ciò che si doveva dire su di loro ci è stato già raccontato in "Clannad". Questi otto episodi semplicemente prendono in esame la storia di alcune persone che in precedenza avevano svolto un ruolo secondario, dando anche a loro una parte di rilievo come per par condicio. Ciò non è svolto al meglio, anzi, e il motivo è che tutto si limita ad essere una copia sbiadita della prima serie, senza portare alcun elemento innovativo e, a volte, peggiorando quelli che già in "Clannad" erano dei difetti - abbastanza marginali, ma pur sempre difetti.
Così quello che voleva forse essere un simpatico excursus prima di entrare nel vivo della storia ottiene solo l'effetto di annoiare lo spettatore con gag già viste e scelte a livello di sceneggiatura molto, ma molto discutibili: si pensi solo alle vicende della ragazzina dell'aula risorse, che nel suo aiutare gang malavitose sfiora l'inverosimile.
Tutto questo non è evidentemente destinato a perdurare, infatti, con il diploma della maggior parte del cast, arriva anche una svolta, una svolta non da poco: di colpo Okazaki si ritrova catapultato nel mondo degli adulti, senza avere un'idea precisa di cosa farà né di dove andrà. I rapporti con il padre non sono ancora stabili, ed egli si ritrova nuovamente legato a casa Furukawa, ormai divenuta la sua seconda famiglia.
Fa molto riflettere questa prima parte del secondo grande arco, perché ci mostra un Tomoya indeciso e anche preoccupato per le sorti della sua fidanzata, costretta a ripetere nuovamente il terzo anno per motivi di salute. La serie si concentra molto sulla quotidianità della coppia, sottolineando come sia difficile convivere e vivere da adulti.
Ma il bello arriva dopo: con il diploma di Nagisa, la serie ingrana la marcia giusta ed entra nella sua parte più profonda e, direi, spettacolare. Gli episodi dal 14 al 19 rappresentano in assoluto il punto più alto mai toccato da "After Story" e, per certi versi, superano persino "Clannad".
I due, ora sposati, sono di fatto una famiglia e una lieta novità è in arrivo, pronta a sconvolgere le vite di tutti. E lo farà, eccome se lo farà, questo elemento stravolgerà quanto di più caro hanno i protagonisti, portando una gioia infinita e, all'improvviso, una grandissima disperazione.
Con queste "premesse" si giunge dunque a quello che io considero l'episodio meglio riuscito non solo di "Clannad", ma probabilmente anche della maggior parte degli anime che io abbia visto fino a questo momento. Commuove, sì, e lo fa in maniera naturale, senza forzature, regalando allo spettatore una serie di emozioni molto forti e profondamente contrastanti.
<b>ATTENZIONE: SPOILER!</b>
Non è solo lo scambio di battute tra Okazaki e Ushio sul treno a far scendere le lacrime, non è solo quello a emozionare così tanto: è tutto quello che c'è dietro. È la disperazione per la morte di Nagisa, unita alla rabbia di Okazaki, ai rimpianti in seguito al colloquio con la nonna, alla confusione e all'innocenza di Ushio. Quel "raccontami della mamma" è la goccia che fa traboccare il vaso, e lo fa in maniera dolce e al contempo devastante. Non penso che mi ricorderò mai di altri anime così come mi ricorderò di questo singolo episodio.
Purtroppo, e me ne rammarico grandemente, una volta toccato il picco non resta che la discesa. Lo fa, "After Story", in una maniera quasi irrispettosa nei confronti dello spettatore: gli sceneggiatori si sono come sadicamente divertiti a distruggere tutta quella felicità conquistata con tanta fatica dalla provata famiglia Okazaki-Furukawa. E fosse solo questo. Una fine come quella che lascia presagire l'episodio 21 l'avrei anche accettata, sarebbe stata decisamente troppo tragica, ma l'avrei accettata, forse sarebbe stata anche un filino originale. Ma no, si è detto chi di dovere, perché non ci mettiamo l'happy ending?
Così, in un forzatissimo collegamento tra la storia di Okazaki e quella parallela del robot e della ragazzina, il miracolo avviene, il tempo torna indietro di quasi sei anni e l'unica sensazione che mi rimane è quella di essere stata presa in giro. Perché quell'happy ending, quel "vissero tutti felici e contenti" simboleggia la distruzione di ciò che di più bello la serie aveva da offrire: quel dannato finale ha completamente cancellato la parte migliore di "Clannad - After Story", relegandola quasi ad un semplice sogno, o quello che è.
Sempre eccellente, invece, sotto l'aspetto tecnico: animazione e scenografie perfettamente adatte a svolgere il loro ruolo, specialmente nelle parti più tragiche della serie.
Le musiche di sottofondo sono decisamente evocative e direi azzeccatissime, molto bella l'opening, un po' meno l'ending, che si limita ad essere carina, senza ovviamente reggere il confronto con la prima. E ritorna, "Dango Daikazoku", il marchio di Clannad, assumendo un significato molto, ma molto più profondo.
Le emozioni hanno un potere molto forte sullo spettatore; io penso che se una serie ti regala degli insegnamenti o più semplicemente ti tiene incollato allo schermo, fosse anche la trama non un gran che, allora vale la pena di essere guardata.
"Clannad - After Story" , lo dico chiaramente, senza la parte sopracitata non raggiungerebbe affatto la sufficienza, probabilmente si limiterebbe ad un cinque e mezzo. Ma per tutte le emozioni che sono in grado di regalare quegli episodi dal 14 al 19, il mio voto sale non di uno, ma di ben due punti. Quei cinque episodi sono quasi un prodotto a sé stante, che poco ha da spartire con il resto della serie. E sette sia, perché, a parer mio, solo loro valgono l'intera visione dell'anime.
Clannad After Story è uno di quegli anime che, in qualche maniera, ti cambiano la vita.
L'evoluzione della storia è estremamente seria rispetto alla prima stagione e rappresenta una maturazione molto marcata.
La storia segue gli eventi della precedente serie, riprendendo da dove essa si era fermata ed offrendo lo sviluppo della storia d'amore tra Nagisa e Tomoya, seguendone la vita passo passo alternando momenti comici e momenti drammatici che sono molto toccanti ed in grado di far piangere persino i più duri.
La serie parte con calma, regalando 7 episodi piuttosto rilassati ed incentrati sull'approfondimento di personaggi di contorno con alto livello di comicità per poi infilarsi in maniera piuttosto ruvida nella vita reale di tutti i giorni, consegnando i due protagonisti (due più una a dirla tutta) ad una girandola che conduce rapidamente la loro esistenza su toni estremamente maturi.
Tecnicamente parlando, Clannad è fatto piuttosto bene: le musiche sono appropriate e piacevoli, in particolare quelle che riguardano scene con più alto pathos. Lo stile di disegno è forse migliorabile ma l'animazione è molto buona e si porta su standard qualitativi alti. La cosa che però domina questo anime è indubbiamente la storia che cattura, si inserisce nel cuore e lascia per sempre un segno indelebile dentro chi osserva.
Peccato per il finale che, per evitare spoiler, definirò solamente "opinabile".
L'evoluzione della storia è estremamente seria rispetto alla prima stagione e rappresenta una maturazione molto marcata.
La storia segue gli eventi della precedente serie, riprendendo da dove essa si era fermata ed offrendo lo sviluppo della storia d'amore tra Nagisa e Tomoya, seguendone la vita passo passo alternando momenti comici e momenti drammatici che sono molto toccanti ed in grado di far piangere persino i più duri.
La serie parte con calma, regalando 7 episodi piuttosto rilassati ed incentrati sull'approfondimento di personaggi di contorno con alto livello di comicità per poi infilarsi in maniera piuttosto ruvida nella vita reale di tutti i giorni, consegnando i due protagonisti (due più una a dirla tutta) ad una girandola che conduce rapidamente la loro esistenza su toni estremamente maturi.
Tecnicamente parlando, Clannad è fatto piuttosto bene: le musiche sono appropriate e piacevoli, in particolare quelle che riguardano scene con più alto pathos. Lo stile di disegno è forse migliorabile ma l'animazione è molto buona e si porta su standard qualitativi alti. La cosa che però domina questo anime è indubbiamente la storia che cattura, si inserisce nel cuore e lascia per sempre un segno indelebile dentro chi osserva.
Peccato per il finale che, per evitare spoiler, definirò solamente "opinabile".
<b>[Attenzione: questa recensione presenta un alto contenuto di spoiler sulla trama e i personaggi, se non avete finito la serie non leggete!]</b>
Prima di partire a parlare su questo meraviglioso anime avviso già chiunque leggerà la recensione che scriverò che il mio parere non sarà affatto oggettivo, in quanto questa serie ha toccato profondamente il mio cuore fin dalla prima volta che la vidi, ormai quasi tre anni fa. Questa è la prima recensione che faccio su Animeclick.it, e di solito mi limito solamente a leggere le opinioni altrui o a informarmi su nuovi anime/manga da vedere/leggere. Però, quando ho visto la pagina su "Clannad" e "Clannad After Story" mi sono detta: "No, di quest'anime devo lasciare una recensione". E così è stato, tanto che ora sono qui.
"Clannad After Story" è il sequel della serie animata "Clannad", un anime che nei primi 23 episodi sembrava essere una semplice commedia scolastica - se si guarda agli episodi dedicati a Fuko e Kotomi come due eccezioni, incredibilmente commoventi -, ma nell'After Story la vicenda prende una piega del tutto diversa, diventando tutto un tratto più seria e più incentrata sulla vita privata e personale dei due protagonisti: Tomoya e Nagisa. Nonostante nelle prime puntate venga comunque ripresa ancora la loro vita scolastica, sebbene a un livello nettamente superiore rispetto a quello - comunque ottimo - della prima serie, è dopo la decima puntata circa che la storia ha il suo vero sviluppo, introducendoci a quella che poi sarà la chiave di successo di tutte e due le serie, ciò che ha permesso davvero a "Clannad After Story" di entrare nel cuore di milioni di persone. La scuola finisce, Tomoya comincia a lavorare tra mille difficoltà e Nagisa si diploma un anno dopo a causa della sua salute cagionevole. I personaggi secondari come Kyou, Sunohara, Kotomi, Ryou e tutti gli altri vengono "abbandonati" per così dire, e benché all'inizio io ne sia rimasta delusa, alla fine sono stata d'accordissimo con questa scelta narrativa. Era giusto concentrarsi sulla famiglia Okazaki.
Comunque, alla fine Nagisa e Tomoya aspettano un figlio. Ed è proprio durante il parto, nella sedicesima puntata, che succede quello che credo tutti gli appassionati di "Clannad" avevano sperato non accadesse per tutta la serie: la morte di Nagisa, la protagonista. Impossibile non versare nemmeno una lacrima in quella che, a mio parere, è una delle scene più toccanti di tutti gli anime. Da qui l'anime procede nel dramma: Tomoya non ha più rapporti con la figlia, di nome Ushio, che ormai ha cinque anni, perché troppo sconvolto per la morte della moglie. Ma è quando la madre di Nagisa, attraverso qualche trucchetto architettato da lei e il marito, li manda in gita insieme e da soli che Tomoya ritrova sé stesso e si rende conto che nonostante non sia più un marito, è padre e deve fare il padre per la figlia che aveva sofferto di solitudine tanto quanto lui - se non di più. E' commovente la scena del ritrovo fra padre e figlia (personalmente è quella che ho preferito in assoluto in tutta la storia) e dell'ormai famosa frase "i posti in cui posso piangere sono in bagno e fra le braccia di papà", impossibile non piangere.
Ushio e Tomoya cominciano a vivere insieme e, seppur con molta tristezza addosso per la mancanza di Nagisa, cominciano a essere felici a modo loro. Ma è nelle ultime puntate che arriva il vero e proprio dramma: si scopre che Ushio è di salute cagionevole esattamente come sua madre Nagisa. Tomoya non riesce a crederci, non riesce a credere che siano capitate tutte a lui. Ushio gli chiede, ormai senza forze, di portarla in gita un'ultima volta quasi come se sapesse a cosa stava andando incontro e quando Tomoya si decide a portarla abbiamo l'ultima, drammatica scena: Ushio muore tra le braccia di Tomoya, in mezzo alla neve, dicendogli come ultime parole un "papà, ti voglio bene". Probabilmente questo è il momento più drammatico dell'intera serie, anche di più della morte di Nagisa.
Dopo questo io non sapevo più che cosa pensare, aprendo l'ultima puntata di "Clannad After Story" sentivo l'ansia addosso per Tomoya e per la sua vita... Un uomo così sfortunato non si meritava nessuna di quelle sciagure. Ma la fine, se all'inizio mi ha lasciata interdetta, alla fine invece mi ha davvero fatta piangere dalla gioia: Tomoya in realtà era il robot del mondo nascosto e la ragazzina era Ushio, la quale grazie alla bontà d'animo di Tomoya che aveva raccolto le sfere di luce di cui raccontava la loro città (che ho scoperto chiamarsi Mizuho) avvera il suo desiderio di riavere Nagisa. E non sappiamo se si tratti semplicemente di mondi diversi, universi paralleli o altro... Sappiamo che, alla fine, Nagisa Tomoya e Ushio sono riusciti a vivere quella vita che tutti e tre meritavano.
Ci sono varie interpretazioni del finale, ma io sono fermamente convinta che quello che ha vissuto Tomoya - la morte di entrambe - non era un sogno. Lui le aveva vissute davvero, tanto che poi si ricorda della morte di Nagisa nel momento in cui la rivede davanti ai suoi occhi, tornando indietro di cinque anni. E ho sempre creduto che la famosa scena in cui sono con l'uniforme scolastica in cui ripetono il loro primo incontro, fosse come un verificare se Tomoya meritava sul serio di riavere Nagisa con sé. La prima volta, dopo la morte di Nagisa e quando si ripresenta la scena del loro primo incontro, lui afferma che non avrebbe dovuto incontrarla... E infatti dopo non succede niente. Ma dopo la morte di Ushio è come se capisse qualcosa, e si slancia ad abbracciarla, dicendole che non si pentirà mai di ciò che ha fatto. E' solo allora che è in grado di riaverla al suo fianco. Questo è quello che ho sempre visto io.
Passando alle musiche e all'animazione, sono ottime entrambe, secondo il mio punto di vista. L'animazione va semplicemente a gusti, ma io la trovo armoniosa e dolce, perfetta per un anime del genere, oltretutto i colori sono sempre forti e decisi, mai spenti, ed è ciò che adoro in un anime. Le musiche, oltre che ottime, sono perfette: benché all'inizio della serie sembrino non entrarci quasi niente con il contesto, più si prosegue e più ci si affeziona. Indimenticabili sono "Dango Daikazoku", "Nagisa Farewell At The Foot of a Hill" e "Place Where Wishes Come True". Ascoltatele, e vedrete...
Ora finalmente la mia opinione personale: questo non è soltanto un anime per me, è una lezione di vita. Mostra i drammi familiari, l'amore, l'amicizia, la famiglia. Ti insegna ad amare il posto in cui sei nato, ad amare il tuo prossimo, non porta solo un messaggio ed è proprio per questo che "Clannad" non poteva avere un finale triste. Clannad fin dal principio era nato per portare con sé un messaggio positivo. Un messaggio di speranza, di seconde possibilità, un messaggio d'amore. Se fai del bene per le persone, esattamente come ha fatto Tomoya, in un modo o nell'altro riavrai quel bene indietro. E' ciò che nessuno dovrebbe mai perdere di vista, è ciò che "Clannad" vuole dirci attraverso le sue 40 puntate. Se qualcuno non è soddisfatto del finale - come è successo a varie persone che conosco - gli consiglio vivamente di riguardare l'anime con altri occhi, perché allora significa che non è stato capito a pieno.
"Clannad" insegna ad amare la famiglia, insegna ad amare un padre e una madre, insegna ad amare un/a compagno/a di vita, insegna ad amare un amico o un'amica, insegna ad amare un figlio e anche ad amare e rispettare chi non si conosce davvero. Ci mostra che, per quanto si possa essere sfortunati, le seconde occasioni ci saranno sempre. Ci insegna a sperare e a credere che nonostante tutto la vita è bella.
Quindi, come si sarà capito, io do un 10 a quest'opera secondo me irraggiungibile. Se non l'avete ancora vista ma state leggendo questa recensione (nonostante gli spoiler) guardatela, perché sono sicura che l'amerete.
Prima di partire a parlare su questo meraviglioso anime avviso già chiunque leggerà la recensione che scriverò che il mio parere non sarà affatto oggettivo, in quanto questa serie ha toccato profondamente il mio cuore fin dalla prima volta che la vidi, ormai quasi tre anni fa. Questa è la prima recensione che faccio su Animeclick.it, e di solito mi limito solamente a leggere le opinioni altrui o a informarmi su nuovi anime/manga da vedere/leggere. Però, quando ho visto la pagina su "Clannad" e "Clannad After Story" mi sono detta: "No, di quest'anime devo lasciare una recensione". E così è stato, tanto che ora sono qui.
"Clannad After Story" è il sequel della serie animata "Clannad", un anime che nei primi 23 episodi sembrava essere una semplice commedia scolastica - se si guarda agli episodi dedicati a Fuko e Kotomi come due eccezioni, incredibilmente commoventi -, ma nell'After Story la vicenda prende una piega del tutto diversa, diventando tutto un tratto più seria e più incentrata sulla vita privata e personale dei due protagonisti: Tomoya e Nagisa. Nonostante nelle prime puntate venga comunque ripresa ancora la loro vita scolastica, sebbene a un livello nettamente superiore rispetto a quello - comunque ottimo - della prima serie, è dopo la decima puntata circa che la storia ha il suo vero sviluppo, introducendoci a quella che poi sarà la chiave di successo di tutte e due le serie, ciò che ha permesso davvero a "Clannad After Story" di entrare nel cuore di milioni di persone. La scuola finisce, Tomoya comincia a lavorare tra mille difficoltà e Nagisa si diploma un anno dopo a causa della sua salute cagionevole. I personaggi secondari come Kyou, Sunohara, Kotomi, Ryou e tutti gli altri vengono "abbandonati" per così dire, e benché all'inizio io ne sia rimasta delusa, alla fine sono stata d'accordissimo con questa scelta narrativa. Era giusto concentrarsi sulla famiglia Okazaki.
Comunque, alla fine Nagisa e Tomoya aspettano un figlio. Ed è proprio durante il parto, nella sedicesima puntata, che succede quello che credo tutti gli appassionati di "Clannad" avevano sperato non accadesse per tutta la serie: la morte di Nagisa, la protagonista. Impossibile non versare nemmeno una lacrima in quella che, a mio parere, è una delle scene più toccanti di tutti gli anime. Da qui l'anime procede nel dramma: Tomoya non ha più rapporti con la figlia, di nome Ushio, che ormai ha cinque anni, perché troppo sconvolto per la morte della moglie. Ma è quando la madre di Nagisa, attraverso qualche trucchetto architettato da lei e il marito, li manda in gita insieme e da soli che Tomoya ritrova sé stesso e si rende conto che nonostante non sia più un marito, è padre e deve fare il padre per la figlia che aveva sofferto di solitudine tanto quanto lui - se non di più. E' commovente la scena del ritrovo fra padre e figlia (personalmente è quella che ho preferito in assoluto in tutta la storia) e dell'ormai famosa frase "i posti in cui posso piangere sono in bagno e fra le braccia di papà", impossibile non piangere.
Ushio e Tomoya cominciano a vivere insieme e, seppur con molta tristezza addosso per la mancanza di Nagisa, cominciano a essere felici a modo loro. Ma è nelle ultime puntate che arriva il vero e proprio dramma: si scopre che Ushio è di salute cagionevole esattamente come sua madre Nagisa. Tomoya non riesce a crederci, non riesce a credere che siano capitate tutte a lui. Ushio gli chiede, ormai senza forze, di portarla in gita un'ultima volta quasi come se sapesse a cosa stava andando incontro e quando Tomoya si decide a portarla abbiamo l'ultima, drammatica scena: Ushio muore tra le braccia di Tomoya, in mezzo alla neve, dicendogli come ultime parole un "papà, ti voglio bene". Probabilmente questo è il momento più drammatico dell'intera serie, anche di più della morte di Nagisa.
Dopo questo io non sapevo più che cosa pensare, aprendo l'ultima puntata di "Clannad After Story" sentivo l'ansia addosso per Tomoya e per la sua vita... Un uomo così sfortunato non si meritava nessuna di quelle sciagure. Ma la fine, se all'inizio mi ha lasciata interdetta, alla fine invece mi ha davvero fatta piangere dalla gioia: Tomoya in realtà era il robot del mondo nascosto e la ragazzina era Ushio, la quale grazie alla bontà d'animo di Tomoya che aveva raccolto le sfere di luce di cui raccontava la loro città (che ho scoperto chiamarsi Mizuho) avvera il suo desiderio di riavere Nagisa. E non sappiamo se si tratti semplicemente di mondi diversi, universi paralleli o altro... Sappiamo che, alla fine, Nagisa Tomoya e Ushio sono riusciti a vivere quella vita che tutti e tre meritavano.
Ci sono varie interpretazioni del finale, ma io sono fermamente convinta che quello che ha vissuto Tomoya - la morte di entrambe - non era un sogno. Lui le aveva vissute davvero, tanto che poi si ricorda della morte di Nagisa nel momento in cui la rivede davanti ai suoi occhi, tornando indietro di cinque anni. E ho sempre creduto che la famosa scena in cui sono con l'uniforme scolastica in cui ripetono il loro primo incontro, fosse come un verificare se Tomoya meritava sul serio di riavere Nagisa con sé. La prima volta, dopo la morte di Nagisa e quando si ripresenta la scena del loro primo incontro, lui afferma che non avrebbe dovuto incontrarla... E infatti dopo non succede niente. Ma dopo la morte di Ushio è come se capisse qualcosa, e si slancia ad abbracciarla, dicendole che non si pentirà mai di ciò che ha fatto. E' solo allora che è in grado di riaverla al suo fianco. Questo è quello che ho sempre visto io.
Passando alle musiche e all'animazione, sono ottime entrambe, secondo il mio punto di vista. L'animazione va semplicemente a gusti, ma io la trovo armoniosa e dolce, perfetta per un anime del genere, oltretutto i colori sono sempre forti e decisi, mai spenti, ed è ciò che adoro in un anime. Le musiche, oltre che ottime, sono perfette: benché all'inizio della serie sembrino non entrarci quasi niente con il contesto, più si prosegue e più ci si affeziona. Indimenticabili sono "Dango Daikazoku", "Nagisa Farewell At The Foot of a Hill" e "Place Where Wishes Come True". Ascoltatele, e vedrete...
Ora finalmente la mia opinione personale: questo non è soltanto un anime per me, è una lezione di vita. Mostra i drammi familiari, l'amore, l'amicizia, la famiglia. Ti insegna ad amare il posto in cui sei nato, ad amare il tuo prossimo, non porta solo un messaggio ed è proprio per questo che "Clannad" non poteva avere un finale triste. Clannad fin dal principio era nato per portare con sé un messaggio positivo. Un messaggio di speranza, di seconde possibilità, un messaggio d'amore. Se fai del bene per le persone, esattamente come ha fatto Tomoya, in un modo o nell'altro riavrai quel bene indietro. E' ciò che nessuno dovrebbe mai perdere di vista, è ciò che "Clannad" vuole dirci attraverso le sue 40 puntate. Se qualcuno non è soddisfatto del finale - come è successo a varie persone che conosco - gli consiglio vivamente di riguardare l'anime con altri occhi, perché allora significa che non è stato capito a pieno.
"Clannad" insegna ad amare la famiglia, insegna ad amare un padre e una madre, insegna ad amare un/a compagno/a di vita, insegna ad amare un amico o un'amica, insegna ad amare un figlio e anche ad amare e rispettare chi non si conosce davvero. Ci mostra che, per quanto si possa essere sfortunati, le seconde occasioni ci saranno sempre. Ci insegna a sperare e a credere che nonostante tutto la vita è bella.
Quindi, come si sarà capito, io do un 10 a quest'opera secondo me irraggiungibile. Se non l'avete ancora vista ma state leggendo questa recensione (nonostante gli spoiler) guardatela, perché sono sicura che l'amerete.
<b>Attenzione! Questa recensione contiene vari spoiler!</b>
"Clannad - After Story" è il seguito delle vicende di Tomoya e Nagisa, e a differenza della prima stagione, "Clannad - After Story" tratta degli argomenti più seri e maturi andando al di là del solito comune shoujo.
Infatti non molti anime shoujo trattano della vita dopo aver concluso le superiori. I primi episodi di questa seconda serie sembrano "fotocopie" della prima, ovvero viene da pensare: "Ma dov'è la trama? Che cosa cambia dalla prima stagione?". Ma poco a poco si nota che la trama diventa più matura e interessante lasciando la commedia dei primi episodi (ovvero dopo il diploma di Tomoya): Nagisa purtroppo si riammala ed è costretta, per le troppe assenze, a ripetere l'anno, mentre Tomoya, come primo lavoro, aiuta i genitori di Nagisa con la panetteria. Passa del tempo e finalmente Nagisa riesce a diplomarsi e intanto il desiderio di Tomoya di stare accanto a Nagisa cresce così tanto che in men che non si dica trova un altro lavoro con cui riesce a trovare casa. Passa un altro po' di tempo e i due si sposano e di lì a poco arriva una grande notizia: Nagisa è incinta di una bambina. Ma purtroppo il parto non va bene e Nagisa muore dando alla luce la piccola Ushio.
Qui penso che sia il momento più triste di tutta la serie, tanto che io (penso a molti sarà successo) mi sono talmente commossa da piangere per ben 10 minuti - pochi anime mi hanno commosso così tanto -, infatti da qui in poi sarà difficile tenere ferme le lacrime.
Passano 5 anni e ancora Tomoya non riesce a dimenticare Nagisa, e in quei 5 anni ha visto raramente sua figlia Ushio, che intanto è stata cresciuta dai nonni Sanae e Akio, ma con il riavvicinamento con la piccola Ushio Tomoya rinascerà dalla depressione e ritornerà a vivere con Ushio. Ma come si dice "le cose belle durano ben poco", la povera Ushio si ammala della stessa malattia della madre e di lì a poco anche lei muore. In questo momento, pensando che l'anime finisca sul drammatico, succede un miracolo che lascia (a me è successo) davvero sorpresi e contenti, ma anche appagati - non parlerò del finale per non continuare a fare spoiler e per non continuare il brodo.
Io penso che dare un 10 a "Clannad - After Story" sia più che meritato: le sensazioni che mi ha dato sono state troppo forti e a volte piangevo e ridevo allo stesso tempo. Questa serie mi ha fatto anche innamorare dei suoi personaggi tanto che ora mi sento dispiaciuta per il fatto che questa serie sia finita.
Sulla grafica non ho niente da dire, penso solo che sia stupenda e che sia migliorata, anche se di poco, rispetto alla prima serie.
La colonna sonora è sempre dolce e stupende sono anche le opening e le ending.
In poche parole trovo "Clannad - After Story" un anime fantastico e sopratutto consiglio moltissimo di vederlo.
Non trovo difetti, davvero.
"Clannad - After Story" è il seguito delle vicende di Tomoya e Nagisa, e a differenza della prima stagione, "Clannad - After Story" tratta degli argomenti più seri e maturi andando al di là del solito comune shoujo.
Infatti non molti anime shoujo trattano della vita dopo aver concluso le superiori. I primi episodi di questa seconda serie sembrano "fotocopie" della prima, ovvero viene da pensare: "Ma dov'è la trama? Che cosa cambia dalla prima stagione?". Ma poco a poco si nota che la trama diventa più matura e interessante lasciando la commedia dei primi episodi (ovvero dopo il diploma di Tomoya): Nagisa purtroppo si riammala ed è costretta, per le troppe assenze, a ripetere l'anno, mentre Tomoya, come primo lavoro, aiuta i genitori di Nagisa con la panetteria. Passa del tempo e finalmente Nagisa riesce a diplomarsi e intanto il desiderio di Tomoya di stare accanto a Nagisa cresce così tanto che in men che non si dica trova un altro lavoro con cui riesce a trovare casa. Passa un altro po' di tempo e i due si sposano e di lì a poco arriva una grande notizia: Nagisa è incinta di una bambina. Ma purtroppo il parto non va bene e Nagisa muore dando alla luce la piccola Ushio.
Qui penso che sia il momento più triste di tutta la serie, tanto che io (penso a molti sarà successo) mi sono talmente commossa da piangere per ben 10 minuti - pochi anime mi hanno commosso così tanto -, infatti da qui in poi sarà difficile tenere ferme le lacrime.
Passano 5 anni e ancora Tomoya non riesce a dimenticare Nagisa, e in quei 5 anni ha visto raramente sua figlia Ushio, che intanto è stata cresciuta dai nonni Sanae e Akio, ma con il riavvicinamento con la piccola Ushio Tomoya rinascerà dalla depressione e ritornerà a vivere con Ushio. Ma come si dice "le cose belle durano ben poco", la povera Ushio si ammala della stessa malattia della madre e di lì a poco anche lei muore. In questo momento, pensando che l'anime finisca sul drammatico, succede un miracolo che lascia (a me è successo) davvero sorpresi e contenti, ma anche appagati - non parlerò del finale per non continuare a fare spoiler e per non continuare il brodo.
Io penso che dare un 10 a "Clannad - After Story" sia più che meritato: le sensazioni che mi ha dato sono state troppo forti e a volte piangevo e ridevo allo stesso tempo. Questa serie mi ha fatto anche innamorare dei suoi personaggi tanto che ora mi sento dispiaciuta per il fatto che questa serie sia finita.
Sulla grafica non ho niente da dire, penso solo che sia stupenda e che sia migliorata, anche se di poco, rispetto alla prima serie.
La colonna sonora è sempre dolce e stupende sono anche le opening e le ending.
In poche parole trovo "Clannad - After Story" un anime fantastico e sopratutto consiglio moltissimo di vederlo.
Non trovo difetti, davvero.
Vorrei scrivere questa piccola recensione su un anime che ho particolarmente amato. Spulciando qua e là su internet si scopre facilmente che "Clannad - After Story" gode di un grande successo. Vorrei spiegarvi, secondo il mio punto di vista, cosa rende effettivamente buona, se non ottima, questa serie.
Analizziamo prima di tutto la musica, comprendendo le opening e le ending. Ho deciso di partire da questo punto proprio perché l'anime si apre con quella dolce melodia che ci accompagnerà per tutto l'arco narrativo e quindi anche in questa seconda serie. Dal punto di vista sonoro considero l'opening assolutamente buona, con un ritmo adatto alla storia che si prefigge di raccontare, senza risultare né troppo lenta e triste né troppo "buffa". L'ending invece anche se calando un po' rispetto alla prima serie si mantiene su un buon livello (ma poi seriamente non è così fondamentale a mio avviso).
Per quanto riguarda le musiche che intercorrono negli episodi, si adattano alla perfezione, alternando momenti felici a momenti più drammatici.
Passando al punto di vista grafico, invece, c'è poco da recensire, siccome ognuno ha il suo gusto, e "de gustibus"... A mio avviso l'animazione è eccellente, siccome il disegno risulta pulito senza troppe ricercatezze, ma sicuramente ben curato. Il colore inoltre è il punto forte dell'anime: Clannad ci colpisce grazie ai suoi toni allegri, colori sgargianti che, siccome non stiamo trattando un horror o anime del genere, calzano a pennello con la storia. Una storia con colori vivi non ci fa calare l'attenzione (cosa non necessaria tra l'altro).
Passiamo ora alla storia, parlando anche dei personaggi. La storia è abbastanza lineare. Nelle prime puntate viene ripresa la prima serie e la vita scolastica, sicuramente di un livello infinitamente superiore rispetto alla prima serie, per arrivare poi al nucleo narrativo principale, in cui si sviluppa l'opera "in sé". Il modo in cui viene trattata la storia non è banale, anche se nell'arco principale spariscono quasi tutti i personaggi che ci hanno accompagnato fin dalla prima serie. Lo scopo della storia, oltre a quello d'intrattenerci, è anche quello di darci una visione della vita vissuta tra le difficoltà. Il dopo diploma, inoltre, ci mostra lo sciogliersi di un gruppo di amici che intraprendono percorsi diversi per inseguire i loro sogni. A mio avviso, anche se vengono "abbandonati", tutti i personaggi ricevono un'adeguata analisi del proprio aspetto personale grazie anche agli archi narrativi che sono presenti fin dalla prima serie.
Da sottolineare anche la presenza di episodi ben differenti tra loro per intensità, episodi felici seguiti da episodi tristi per non rendere troppo difficile la visione senza però mai uscire dalla storia principale. Grazie a questa alternanza si riesce a spezzare il ritmo narrativo, che altrimenti rischierebbe di divenire troppo "pesante" mantenendo comunque alta la qualità dell'anime.
Citiamo ad esempio i divertenti siparietti sul pane di Sanae, che vengono ripresi anche in questa serie.
Per finire vorrei darvi una mia opinione. L'anime mi è piaciuto davvero, molto soprattutto perché l'ho seguito con grande interesse senza etichettarlo come "buono" o "cattivo" ancor prima di iniziarlo, lasciandomi coinvolgere dalla storia (come faccio sempre) e quindi mentre si svolgevano i fatti io mi sentivo lì vicino ai protagonisti. Detto ciò, è chiaro capire che a mio avviso l'anime mi ha fatto provare le emozioni che il genere deve far provare e per questo ho messo 10. Ovviamente chi ha visto la prima serie deve finirlo e chi cerca informazioni su questa "perla" d'animazione così com'è conosciuta si può dire solo: l'anime in sé è bellissimo e le grandi parole che si leggono in giro non sono aria fritta, però se iniziate un anime fatelo senza aspettative o rischiate di essere delusi.
Consigliato a tutti gli amanti degli anime (di qualsiasi genere) e in particolare di coloro che amano gli slice of life.
Analizziamo prima di tutto la musica, comprendendo le opening e le ending. Ho deciso di partire da questo punto proprio perché l'anime si apre con quella dolce melodia che ci accompagnerà per tutto l'arco narrativo e quindi anche in questa seconda serie. Dal punto di vista sonoro considero l'opening assolutamente buona, con un ritmo adatto alla storia che si prefigge di raccontare, senza risultare né troppo lenta e triste né troppo "buffa". L'ending invece anche se calando un po' rispetto alla prima serie si mantiene su un buon livello (ma poi seriamente non è così fondamentale a mio avviso).
Per quanto riguarda le musiche che intercorrono negli episodi, si adattano alla perfezione, alternando momenti felici a momenti più drammatici.
Passando al punto di vista grafico, invece, c'è poco da recensire, siccome ognuno ha il suo gusto, e "de gustibus"... A mio avviso l'animazione è eccellente, siccome il disegno risulta pulito senza troppe ricercatezze, ma sicuramente ben curato. Il colore inoltre è il punto forte dell'anime: Clannad ci colpisce grazie ai suoi toni allegri, colori sgargianti che, siccome non stiamo trattando un horror o anime del genere, calzano a pennello con la storia. Una storia con colori vivi non ci fa calare l'attenzione (cosa non necessaria tra l'altro).
Passiamo ora alla storia, parlando anche dei personaggi. La storia è abbastanza lineare. Nelle prime puntate viene ripresa la prima serie e la vita scolastica, sicuramente di un livello infinitamente superiore rispetto alla prima serie, per arrivare poi al nucleo narrativo principale, in cui si sviluppa l'opera "in sé". Il modo in cui viene trattata la storia non è banale, anche se nell'arco principale spariscono quasi tutti i personaggi che ci hanno accompagnato fin dalla prima serie. Lo scopo della storia, oltre a quello d'intrattenerci, è anche quello di darci una visione della vita vissuta tra le difficoltà. Il dopo diploma, inoltre, ci mostra lo sciogliersi di un gruppo di amici che intraprendono percorsi diversi per inseguire i loro sogni. A mio avviso, anche se vengono "abbandonati", tutti i personaggi ricevono un'adeguata analisi del proprio aspetto personale grazie anche agli archi narrativi che sono presenti fin dalla prima serie.
Da sottolineare anche la presenza di episodi ben differenti tra loro per intensità, episodi felici seguiti da episodi tristi per non rendere troppo difficile la visione senza però mai uscire dalla storia principale. Grazie a questa alternanza si riesce a spezzare il ritmo narrativo, che altrimenti rischierebbe di divenire troppo "pesante" mantenendo comunque alta la qualità dell'anime.
Citiamo ad esempio i divertenti siparietti sul pane di Sanae, che vengono ripresi anche in questa serie.
Per finire vorrei darvi una mia opinione. L'anime mi è piaciuto davvero, molto soprattutto perché l'ho seguito con grande interesse senza etichettarlo come "buono" o "cattivo" ancor prima di iniziarlo, lasciandomi coinvolgere dalla storia (come faccio sempre) e quindi mentre si svolgevano i fatti io mi sentivo lì vicino ai protagonisti. Detto ciò, è chiaro capire che a mio avviso l'anime mi ha fatto provare le emozioni che il genere deve far provare e per questo ho messo 10. Ovviamente chi ha visto la prima serie deve finirlo e chi cerca informazioni su questa "perla" d'animazione così com'è conosciuta si può dire solo: l'anime in sé è bellissimo e le grandi parole che si leggono in giro non sono aria fritta, però se iniziate un anime fatelo senza aspettative o rischiate di essere delusi.
Consigliato a tutti gli amanti degli anime (di qualsiasi genere) e in particolare di coloro che amano gli slice of life.
"Clannad - After Story" ritengo sia uno degli anime più belli in assoluto, ovviamente tratti dal genere visual novel, e consiglio vivamente di seguirlo subito dopo aver terminato la prima serie, ovvero "Clannad".
Questa serie mi ha veramente toccata, lo ammetto, e mi ha fatto rimanere con il cuore in gola fino alla fine. La trama non rende l'idea delle varie tematiche trattate all'interno dei vari episodi, per questo mi è sembrato, inizialmente, un qualcosa di "misterioso" e al contempo anche un po' noioso, ma mi pento di averlo minimamente pensato.
Non lo consiglio, però, ai "deboli di cuore" e a coloro che non amano piangere e magari rimanere con l'amaro in bocca, dato il fatto che si tratta di una storia veramente drammatica e sentimentale.
Le figure dei personaggi e i loro caratteri sono ben definiti e ben trattati, anche se il susseguirsi degli eventi avviene troppo velocemente, secondo la mia opinione.
L'anime non è poi così vecchio (2008), anche se il disegno non mi piace particolarmente: le figure maschili sono proporzionate, al contrario quelle femminili presentano corpi esili, tonici e ben fatti e occhi abnormi che spiccano un po' troppo; ma a parte ciò in una visione d'insieme posso vivamente dire che ho amato quest'anime.
Questa serie mi ha veramente toccata, lo ammetto, e mi ha fatto rimanere con il cuore in gola fino alla fine. La trama non rende l'idea delle varie tematiche trattate all'interno dei vari episodi, per questo mi è sembrato, inizialmente, un qualcosa di "misterioso" e al contempo anche un po' noioso, ma mi pento di averlo minimamente pensato.
Non lo consiglio, però, ai "deboli di cuore" e a coloro che non amano piangere e magari rimanere con l'amaro in bocca, dato il fatto che si tratta di una storia veramente drammatica e sentimentale.
Le figure dei personaggi e i loro caratteri sono ben definiti e ben trattati, anche se il susseguirsi degli eventi avviene troppo velocemente, secondo la mia opinione.
L'anime non è poi così vecchio (2008), anche se il disegno non mi piace particolarmente: le figure maschili sono proporzionate, al contrario quelle femminili presentano corpi esili, tonici e ben fatti e occhi abnormi che spiccano un po' troppo; ma a parte ciò in una visione d'insieme posso vivamente dire che ho amato quest'anime.
Che posso dire di quest'anime? "Clannad- After story" è uno dei pochi anime che è riuscito davvero a farmi piangere. La storia è il seguito di "Clannad", la prima serie di questo stupendo anime, e riprende esattamente dal finale di quest'ultima.
I primi episodi sono ancora incentrati sulla vita scolastica di Nagisa e Tomoya, ma sopratutto mettono in luce anche le caratteristiche dei vari personaggi della storia. La ragazza è però costretta a ripetere l'anno scolastico a causa della sua salute cagionevole, mentre Tomoya si dedica a vari lavori e aiuta i genitori di Nagisa. Solo dopo questi episodi inizia la vera storia di questa serie, che si concentra sopratutto sulla maturazione di Tomoya. "Clannad - After Story" è davvero un capolavoro.
È ricco di emozioni, riflessioni, scene che ti toccano nel profondo e che ti fanno riflettere davvero sulla vita. Non voglio fare mille giri di parole, ma solo dire che quest'anime ti fa davvero capire il concetto di amore, amicizia e famiglia. È davvero un anime stupendo e lo consiglio a tutti.
I primi episodi sono ancora incentrati sulla vita scolastica di Nagisa e Tomoya, ma sopratutto mettono in luce anche le caratteristiche dei vari personaggi della storia. La ragazza è però costretta a ripetere l'anno scolastico a causa della sua salute cagionevole, mentre Tomoya si dedica a vari lavori e aiuta i genitori di Nagisa. Solo dopo questi episodi inizia la vera storia di questa serie, che si concentra sopratutto sulla maturazione di Tomoya. "Clannad - After Story" è davvero un capolavoro.
È ricco di emozioni, riflessioni, scene che ti toccano nel profondo e che ti fanno riflettere davvero sulla vita. Non voglio fare mille giri di parole, ma solo dire che quest'anime ti fa davvero capire il concetto di amore, amicizia e famiglia. È davvero un anime stupendo e lo consiglio a tutti.
L'anime, compresa la prima serie, è sviluppato in due filoni, la vita scolastica, a mio pare sviluppata anche male, molte volte banale, tipica di un qualunque anime scolastico harem, e la seconda che parte dalla metà di questa seconda serie, che cambia completamente volto matura improvvisamente, le tematiche cambiano dagli amici alla famiglia, e sfuma via via una comicità che prima era abbastanza forzata. Da qui in poi la commedia lascia spazio al drama sentimentale, gli eventi portano il protagonista a immergersi nel modo più spregevole possibile in un mondo nichilistico, la solitudine e il senso di abbandono si fanno ben sentire prima che venga proposto uno spiraglio di luce, sempre più forte ma che viene drammaticamente sconvolto nuovamente. Il finale lascia spazio alle interpretazioni, anche se la mia fu di un'inesorabile disperazione.
Eccola finalmente una di quelle serie che raggiungono il massimo e che rispetto alla prima serie passano a un altro livello. La Key ci dimostra una qualità indubbia: la prima metà descrive personaggi che non ci saremmo mai immaginati e poi capita così all'improvviso una seconda metà che introduce una nuova prospettiva e che cambia le carte in tavola, una rivoluzione totale, che porterà a un nuovo livello di tristezza e confermerà che questa effettivamente è una delle opere più drammatiche di sempre.
Peer me quest'anime è un capolavoro totale e non posso che consigliarvelo assolutamente; preparate i fazzoletti perché piangerete, riderete e vi troverete davanti a una delle migliori opere dell'intera storia dell'animazione.
Peer me quest'anime è un capolavoro totale e non posso che consigliarvelo assolutamente; preparate i fazzoletti perché piangerete, riderete e vi troverete davanti a una delle migliori opere dell'intera storia dell'animazione.
"Clannad after story" riprende i fili della storia dal suo predecessore, Clannad. Ritroviamo quindi ancora Tomoya, Nagisa e il loro gruppo di amici.
La prima parte della storia non dà molti spunti originali e non va troppo al di là del divertimento, seppure velato sempre da una dose di malinconia.
La storia, a mio parere, prende il volo una volta che i protagonisti finiscono la scuola, quando sono intenti ad affrontare il proprio futuro, con i patimenti e le gioie che esso comporta.
La narrazione va via via stringendosi attorno ai due protagonisti principali, a cui non ci si può che affezionare - ammesso che non sia già successo fino a questo punto - e le loro storie risultano molto intense.
Gli spunti e gli argomenti trattati, che finiscono sempre attorno al concetto di famiglia, sotto molti punti di vista, rappresentano il maggior pregio dell'anime (assieme a uno splendido comparto sonoro), dato che spingono lo spettatore a immedesimarsi sempre nel protagonista e nei i suoi stati d'animo.
"Clannad" è, a mio parere, uno dei pochissimi anime capaci di fare questo, a maggior ragione con temi così seri che alla fine non possono che toccare la sensibilità dello spettatore. Per giunta, continuando con gli elogi, ci troviamo di fronte ad un sequel, che per qualità (anche grafica) supera il suo pur ottimo predecessore.
Così, senza dilungarmi oltre, "Clannad after story" è, senza dubbio, un'anime tra i migliori in assoluto, che non lascerà deluso lo spettatore, soprattutto
se egli saprà "perdonare", ma anzi saprà apprezzare, alcune puntate iniziali in cui la storia viene accantonata a favore di un tono da commedia più leggera.
Da non perdere.
La prima parte della storia non dà molti spunti originali e non va troppo al di là del divertimento, seppure velato sempre da una dose di malinconia.
La storia, a mio parere, prende il volo una volta che i protagonisti finiscono la scuola, quando sono intenti ad affrontare il proprio futuro, con i patimenti e le gioie che esso comporta.
La narrazione va via via stringendosi attorno ai due protagonisti principali, a cui non ci si può che affezionare - ammesso che non sia già successo fino a questo punto - e le loro storie risultano molto intense.
Gli spunti e gli argomenti trattati, che finiscono sempre attorno al concetto di famiglia, sotto molti punti di vista, rappresentano il maggior pregio dell'anime (assieme a uno splendido comparto sonoro), dato che spingono lo spettatore a immedesimarsi sempre nel protagonista e nei i suoi stati d'animo.
"Clannad" è, a mio parere, uno dei pochissimi anime capaci di fare questo, a maggior ragione con temi così seri che alla fine non possono che toccare la sensibilità dello spettatore. Per giunta, continuando con gli elogi, ci troviamo di fronte ad un sequel, che per qualità (anche grafica) supera il suo pur ottimo predecessore.
Così, senza dilungarmi oltre, "Clannad after story" è, senza dubbio, un'anime tra i migliori in assoluto, che non lascerà deluso lo spettatore, soprattutto
se egli saprà "perdonare", ma anzi saprà apprezzare, alcune puntate iniziali in cui la storia viene accantonata a favore di un tono da commedia più leggera.
Da non perdere.
Triste, Assurdo e forse troppo irreale: sinceramente è difficile riassumere quest'anime con dei sostantivi, forse perché troppo limitanti o forse perché non possono esprimere i sentimenti e le emozioni provate durante la visione: dai pianti alle grandi uscite d'ira (cose veramente fuori dal mondo succedono!) ai grandi momenti di riso. Partivo alla visione di questa seconda serie fiducioso di trovare un capolavoro come tutti lo descrivono, ma in realtà ho trovato un prodotto mediocre, che parte veramente molto male e si riprende solo verso la fine zoppicando in alcune puntate.
Ci eravamo lasciati con Tomoya che aveva invitato Nagisa a uscire con lui. A quanto pare diventeranno una coppia, una coppia strana devo dire. La colpevolezza di questa stranezza è da affibbiare all'autore, che non ci mostrerà mai un bacio tra i due personaggi e quindi uno rimane (fino all'episodio 14) con il dubbio se abbiano fatto qualcos'altro oltre a stringersi la mano. La storia parte comunque con Nagisa che ritorna a stare male e perde nuovamente l'anno scolastico. Nonostante Tomoya voglia farsi anche lui bocciare, Akio-san lo invita a non fare qualcosa di doloroso per Nagisa che, come si è capito benissimo dalla prima serie, si sente colpevole di tutto.
Questa seconda serie la si può dividere in due parti. La prima che prevede degli archi narrativi (stile prima serie), e la seconda che ci mostra la vita dopo la scuola - io infatti avrei chiamato questa serie "After School".
Parliamo di entrambe le parti (avviso che per la prima parte non ci saranno spoiler, quindi chi vuole può continuare a leggerla). Nella prima parte gli archi narrativi tendono a concludere le varie storie lasciate in sospeso nella prima serie. Infatti saranno proprio Sunohara, Masae e la ragazza della falsa biblioteca a essere i protagonisti di questi archi. Inutile dire come la serie parta a rilento a causa di queste storielle. E' tristezza commerciale fatta solo per illudere lo spettatore di vedere cose profonde e ricche di emozione, invece si rivelano nonsense e pure fastidiose. Basta pensare alla questione del gatto o come un pane e marmellata si rivelino fatale per una ventina di ore - è pur vero che è il pane di Sanae e che la marmellata ricorda molto Kanon, ma si è veramente esagerato. Sinceramente avevo cominciato a sperare che finisse tutto al più presto, 9 puntate così si sono rivelate pesanti, inutili e fastidiose.
La seconda parte è il vero centro della serie. [SPOILER, bisogna parlarne] Allora, la seconda parte vede come protagonisti di nuovo Tomoya e Nagisa, che finalmente si sposano e decidono di andare a vivere insieme, anche perché Tomoya si era appena trovato un ottimo lavoro nell'agenzia elettrica e Nagisa si era appena diplomata. Le prime puntate sono carinissime. Infatti si vede una normale vita, diciamo l'emblema della pura realtà. Ovviamente scontato era che tutto non poteva andare liscio. Nagisa rimane incinta, ma i problemi sono legati alla sua salute, e potrebbero anche ucciderla. E secondo voi un anime del genere, tristissimo, che poteva fare se non troncare la sua vita dopo il parto? Da quel momento si vede la vita di Tomoya che si ritrova nelle stesse condizioni, più o meno, di suo padre.
Ora, ci sono molti problemi con questa seconda parte. Innanzitutto si rivela in alcune puntate estremamente realistica e in altre invece sembra che tutta la razionalità accumulata dai nostri personaggi vada a farsi benedire, come quando Tomoya porta fuori la bambina malata. Non ci vuole un medico per capire che se una sta male e la porti fuori con la neve e il gelo la uccidi! Eppure ciò avviene. Oppure il continuo rifiuto di andare all'ospedale: ora, non riesco a credere che una sta male senza motivo, obbiettivamente studiando medicina so benissimo che con le tecnologie che ci ritroviamo sempre un aiuto o una cura si riescono a trovare per qualsiasi disagio; per Nagisa no.
A proposito della malattia di Nagisa, è un continuo contraddirsi: riesce a stare sotto la pioggia e al gelo senza stare male, poi cambia la stagione e senza motivo si ritrova a letto quasi morente. Assurdo!
Quattro parole sul finale: [Ricordo che è sempre spoiler questa parte] ho visto l'episodio 22 circa quattro volte. Non capisco che succede, è un sogno oppure una seconda opportunità? E' per caso un invito a credere ai miracoli? Sinceramente mi ha lasciato spiazzato nonostante mi sia piaciuto.
[Fine Spoiler]
A livello contenutistico la serie è calata rispetto alla prima. Sinceramente sembra diventata un ammonimento sulla vita, in particolare sembra voler sempre comunicare che la vita sia dura e bisogna sempre vedere al futuro senza mai rinnegare le proprie azioni, solo così forse si può raggiungere un "miracolo". Peccato che non posso utilizzare la parola corretta per descrivere questo messaggio.
Inutile dirlo, la vita non è solo dolore come si è ostentato in quest'anime. Non solo è statisticamente impossibile, ma è anche ridicolo pensare che tutti abbiano problemi e che bisogna dare sempre il 100% di se stessi per tirare avanti.
Altro grande difetto di questa seconda serie sono i personaggi. A parte Akio e Sanae che rimangono strani, gli altri personaggi diventano piatti. Avevo elogiato i personaggi lunatici della prima serie, che si erano rivelati interessanti e molto profondi nella loro stranezza, che conferiva carattere e realismo. Qui invece si è deciso che le persone sono tutte uguali - non solo fisicamente, ne parlo fra poco - e le possiamo mettere tutte tra le disagiate per handicapp o per storia!
Ma cosa mi è piaciuto in fondo? Quasi nulla. Eppure la sufficienza è doverosa perché dopo la tristezza commerciale dei primi 8 episodi l'anime prende una sfumatura particolare e mai vista in altre opere: la vita di una coppia formata in tutto l'anime, una cosa particolare e certe volte davvero molto interessante. Sembra banale che possa rivelarsi stupendo il fatto che sia rimasta incinta o che abbia trovato lavoro, Nagisa, eppure non è così, tutto si rivela coinvolgente e ti fa vivere ciò che i personaggi sentono.
Oltre questo interessanti rimangono le gag. Essendo questo un anime serio non ci sono i soliti cliché e perciò quando si deve spezzare il ritmo lento per non far solo lacrimare lo spettatore lo si fa in modo moderato e originale. La gag di Akio, Sanae e Tomoya con la lucertola, per esempio, è qualcosa di carinissimo che allenta la presa sulla questione Nagisa/Tomoya che si era venuta a creare.
I disegni purtroppo rimangono sempre in quello stile. Devo dire che a riguardo non ho altro da aggiungere a quello che scrissi nella recensione sulla prima serie.
La consiglio a chi ama le storie tristi e strappalacrime con lieti fini (o forse no...).
Ci eravamo lasciati con Tomoya che aveva invitato Nagisa a uscire con lui. A quanto pare diventeranno una coppia, una coppia strana devo dire. La colpevolezza di questa stranezza è da affibbiare all'autore, che non ci mostrerà mai un bacio tra i due personaggi e quindi uno rimane (fino all'episodio 14) con il dubbio se abbiano fatto qualcos'altro oltre a stringersi la mano. La storia parte comunque con Nagisa che ritorna a stare male e perde nuovamente l'anno scolastico. Nonostante Tomoya voglia farsi anche lui bocciare, Akio-san lo invita a non fare qualcosa di doloroso per Nagisa che, come si è capito benissimo dalla prima serie, si sente colpevole di tutto.
Questa seconda serie la si può dividere in due parti. La prima che prevede degli archi narrativi (stile prima serie), e la seconda che ci mostra la vita dopo la scuola - io infatti avrei chiamato questa serie "After School".
Parliamo di entrambe le parti (avviso che per la prima parte non ci saranno spoiler, quindi chi vuole può continuare a leggerla). Nella prima parte gli archi narrativi tendono a concludere le varie storie lasciate in sospeso nella prima serie. Infatti saranno proprio Sunohara, Masae e la ragazza della falsa biblioteca a essere i protagonisti di questi archi. Inutile dire come la serie parta a rilento a causa di queste storielle. E' tristezza commerciale fatta solo per illudere lo spettatore di vedere cose profonde e ricche di emozione, invece si rivelano nonsense e pure fastidiose. Basta pensare alla questione del gatto o come un pane e marmellata si rivelino fatale per una ventina di ore - è pur vero che è il pane di Sanae e che la marmellata ricorda molto Kanon, ma si è veramente esagerato. Sinceramente avevo cominciato a sperare che finisse tutto al più presto, 9 puntate così si sono rivelate pesanti, inutili e fastidiose.
La seconda parte è il vero centro della serie. [SPOILER, bisogna parlarne] Allora, la seconda parte vede come protagonisti di nuovo Tomoya e Nagisa, che finalmente si sposano e decidono di andare a vivere insieme, anche perché Tomoya si era appena trovato un ottimo lavoro nell'agenzia elettrica e Nagisa si era appena diplomata. Le prime puntate sono carinissime. Infatti si vede una normale vita, diciamo l'emblema della pura realtà. Ovviamente scontato era che tutto non poteva andare liscio. Nagisa rimane incinta, ma i problemi sono legati alla sua salute, e potrebbero anche ucciderla. E secondo voi un anime del genere, tristissimo, che poteva fare se non troncare la sua vita dopo il parto? Da quel momento si vede la vita di Tomoya che si ritrova nelle stesse condizioni, più o meno, di suo padre.
Ora, ci sono molti problemi con questa seconda parte. Innanzitutto si rivela in alcune puntate estremamente realistica e in altre invece sembra che tutta la razionalità accumulata dai nostri personaggi vada a farsi benedire, come quando Tomoya porta fuori la bambina malata. Non ci vuole un medico per capire che se una sta male e la porti fuori con la neve e il gelo la uccidi! Eppure ciò avviene. Oppure il continuo rifiuto di andare all'ospedale: ora, non riesco a credere che una sta male senza motivo, obbiettivamente studiando medicina so benissimo che con le tecnologie che ci ritroviamo sempre un aiuto o una cura si riescono a trovare per qualsiasi disagio; per Nagisa no.
A proposito della malattia di Nagisa, è un continuo contraddirsi: riesce a stare sotto la pioggia e al gelo senza stare male, poi cambia la stagione e senza motivo si ritrova a letto quasi morente. Assurdo!
Quattro parole sul finale: [Ricordo che è sempre spoiler questa parte] ho visto l'episodio 22 circa quattro volte. Non capisco che succede, è un sogno oppure una seconda opportunità? E' per caso un invito a credere ai miracoli? Sinceramente mi ha lasciato spiazzato nonostante mi sia piaciuto.
[Fine Spoiler]
A livello contenutistico la serie è calata rispetto alla prima. Sinceramente sembra diventata un ammonimento sulla vita, in particolare sembra voler sempre comunicare che la vita sia dura e bisogna sempre vedere al futuro senza mai rinnegare le proprie azioni, solo così forse si può raggiungere un "miracolo". Peccato che non posso utilizzare la parola corretta per descrivere questo messaggio.
Inutile dirlo, la vita non è solo dolore come si è ostentato in quest'anime. Non solo è statisticamente impossibile, ma è anche ridicolo pensare che tutti abbiano problemi e che bisogna dare sempre il 100% di se stessi per tirare avanti.
Altro grande difetto di questa seconda serie sono i personaggi. A parte Akio e Sanae che rimangono strani, gli altri personaggi diventano piatti. Avevo elogiato i personaggi lunatici della prima serie, che si erano rivelati interessanti e molto profondi nella loro stranezza, che conferiva carattere e realismo. Qui invece si è deciso che le persone sono tutte uguali - non solo fisicamente, ne parlo fra poco - e le possiamo mettere tutte tra le disagiate per handicapp o per storia!
Ma cosa mi è piaciuto in fondo? Quasi nulla. Eppure la sufficienza è doverosa perché dopo la tristezza commerciale dei primi 8 episodi l'anime prende una sfumatura particolare e mai vista in altre opere: la vita di una coppia formata in tutto l'anime, una cosa particolare e certe volte davvero molto interessante. Sembra banale che possa rivelarsi stupendo il fatto che sia rimasta incinta o che abbia trovato lavoro, Nagisa, eppure non è così, tutto si rivela coinvolgente e ti fa vivere ciò che i personaggi sentono.
Oltre questo interessanti rimangono le gag. Essendo questo un anime serio non ci sono i soliti cliché e perciò quando si deve spezzare il ritmo lento per non far solo lacrimare lo spettatore lo si fa in modo moderato e originale. La gag di Akio, Sanae e Tomoya con la lucertola, per esempio, è qualcosa di carinissimo che allenta la presa sulla questione Nagisa/Tomoya che si era venuta a creare.
I disegni purtroppo rimangono sempre in quello stile. Devo dire che a riguardo non ho altro da aggiungere a quello che scrissi nella recensione sulla prima serie.
La consiglio a chi ama le storie tristi e strappalacrime con lieti fini (o forse no...).
Fino ad ora, ho pensato a come potere recensire quest'anime possibilmente senza dovere spoilerare niente sulla trama, ma credo che mi risulterà molto difficile. Consiglio quindi di leggere la suddetta recensione solo a chi ha già visto questo gioiello, altrimenti, rischiate di rovinarvi il finale, io vi ho avvisati. Detto questo, procediamo. <b>(ATTENZIONE: SPOILER!)</b>
"Clannad After Story" è l'unico caso in cui un anime, partito non cosi egregiamente, si rivela essere un vero e proprio gioiello, tanto significativo quanto commovente. Niente a che vedere con la prima serie, qui si entra in tutti i sensi nel genere drammatico, e mai altra scelta fu più azzeccata. Tralasciando i primi 8 episodi, che seguono in pieno lo stile della serie precedente, e di cui sinceramente mi è importato ben poco, si passa al vivo della serie, dal nono episodio le cose cambiano. Nagisa si ammala nuovamente, finendo nuovamente ripetente, Tomoya intanto conclude l'anno e si diploma, e da qui in poi, l'anime perde tutta la sua spensieratezza, per concentrarsi sulla nuova vita di Tomoya, che intanto deve abituarsi al mondo lavorativo. E questo è, a mio parere, un altro dei punti forti di "Clannad". Andiamo, quanti anime romantici ci sono in circolazione che continuano la loro storia anche dopo che i protagonisti si sono diplomati? Veramente pochi, fateci caso.
E' da qui che l'anime raggiunge il suo apice, mostrandoci in che modo i due protagonisti affrontano la vita di tutti i giorni, dopo essersi pure sposati, lottando per la sopravvivenza, facendosi forza, e motivandosi l'uno con l'amore dell'altro, continuando comunque a vivere la loro vita insieme, felici e contenti se cosi si può dire. Finché non accadde quello che temevano e che probabilmente si aspettavano tutti. Da questa situazione, Tomoya ne esce distrutto e impiega molto tempo per risollevarsi, ma trova un motivo per farlo, la figlia che Nagisa gli ha lasciato: Ushio. Gli episodi che seguono sono qualcosa di eccezionale, il punto più alto di tutta la serie, toccanti come nessun altro anime è riuscito a essere, e a mettersi nei panni di Tomoya non si può che commuoversi a ogni dettaglio, e a ogni episodio, fino al penultimo, dove forse ci si è spinti un po' troppo oltre con il drammatico. E infatti si risolverà tutto con una conclusione davvero controversa, e sulla quale vorrei spendere due parole.
Nell'episodio finale Tomoya, per qualche ragione di cui ancora non ho le idee chiare, ritorna indietro nel tempo alla nascita di Ushio, solo che stavolta Nagisa non perde la vita, e vivono veramente felici e contenti, com'è giusto che sia. Questo finale ha fatto storcere il naso a diverse persone, per il semplice fatto che si sono sentite prese giustamente in giro: "Ma come? Dopo tutto quel che è successo, si torna indietro nel tempo e bum, tutto risolto?". Ma io sono ampiamente soddisfatto di questo finale, e vorrei anche spiegare il motivo di ciò: "Clannad" è nato come visual novel, poi trasposto in anime, e già dall'inizio aveva numerosi finali, ne abbiamo un esempio con i due special dedicati a Tomoyo e Kyou. Dunque perché lamentarsi tanto, se dopo il "bad end" abbiamo visto pure il finale buono? Preferivate che Tomoya desse di matto e magari si suicidasse, dopo avere perso sia Nagisa sia Ushio? Io sono assolutamente contento di questo finale, che dopo tutta l'amarezza e la tristezza vissuta nella seconda metà della serie ci ridà speranza e risolleva l'animo, per il semplice fatto di sapere che i protagonisti possono finalmente vivere serenamente la loro nuova vita.
Detto questo, non penso di dovere aggiungere altro, in quanto avevo già accennato alla magnificenza di questa serie, nella mia recensione al suo prequel; "Clannad After Story" è una pietra miliare dell'animazione, drammatico, strappalacrime, e coinvolgente come pochi riescono a fare. Da vedere a ogni costo.
"Clannad After Story" è l'unico caso in cui un anime, partito non cosi egregiamente, si rivela essere un vero e proprio gioiello, tanto significativo quanto commovente. Niente a che vedere con la prima serie, qui si entra in tutti i sensi nel genere drammatico, e mai altra scelta fu più azzeccata. Tralasciando i primi 8 episodi, che seguono in pieno lo stile della serie precedente, e di cui sinceramente mi è importato ben poco, si passa al vivo della serie, dal nono episodio le cose cambiano. Nagisa si ammala nuovamente, finendo nuovamente ripetente, Tomoya intanto conclude l'anno e si diploma, e da qui in poi, l'anime perde tutta la sua spensieratezza, per concentrarsi sulla nuova vita di Tomoya, che intanto deve abituarsi al mondo lavorativo. E questo è, a mio parere, un altro dei punti forti di "Clannad". Andiamo, quanti anime romantici ci sono in circolazione che continuano la loro storia anche dopo che i protagonisti si sono diplomati? Veramente pochi, fateci caso.
E' da qui che l'anime raggiunge il suo apice, mostrandoci in che modo i due protagonisti affrontano la vita di tutti i giorni, dopo essersi pure sposati, lottando per la sopravvivenza, facendosi forza, e motivandosi l'uno con l'amore dell'altro, continuando comunque a vivere la loro vita insieme, felici e contenti se cosi si può dire. Finché non accadde quello che temevano e che probabilmente si aspettavano tutti. Da questa situazione, Tomoya ne esce distrutto e impiega molto tempo per risollevarsi, ma trova un motivo per farlo, la figlia che Nagisa gli ha lasciato: Ushio. Gli episodi che seguono sono qualcosa di eccezionale, il punto più alto di tutta la serie, toccanti come nessun altro anime è riuscito a essere, e a mettersi nei panni di Tomoya non si può che commuoversi a ogni dettaglio, e a ogni episodio, fino al penultimo, dove forse ci si è spinti un po' troppo oltre con il drammatico. E infatti si risolverà tutto con una conclusione davvero controversa, e sulla quale vorrei spendere due parole.
Nell'episodio finale Tomoya, per qualche ragione di cui ancora non ho le idee chiare, ritorna indietro nel tempo alla nascita di Ushio, solo che stavolta Nagisa non perde la vita, e vivono veramente felici e contenti, com'è giusto che sia. Questo finale ha fatto storcere il naso a diverse persone, per il semplice fatto che si sono sentite prese giustamente in giro: "Ma come? Dopo tutto quel che è successo, si torna indietro nel tempo e bum, tutto risolto?". Ma io sono ampiamente soddisfatto di questo finale, e vorrei anche spiegare il motivo di ciò: "Clannad" è nato come visual novel, poi trasposto in anime, e già dall'inizio aveva numerosi finali, ne abbiamo un esempio con i due special dedicati a Tomoyo e Kyou. Dunque perché lamentarsi tanto, se dopo il "bad end" abbiamo visto pure il finale buono? Preferivate che Tomoya desse di matto e magari si suicidasse, dopo avere perso sia Nagisa sia Ushio? Io sono assolutamente contento di questo finale, che dopo tutta l'amarezza e la tristezza vissuta nella seconda metà della serie ci ridà speranza e risolleva l'animo, per il semplice fatto di sapere che i protagonisti possono finalmente vivere serenamente la loro nuova vita.
Detto questo, non penso di dovere aggiungere altro, in quanto avevo già accennato alla magnificenza di questa serie, nella mia recensione al suo prequel; "Clannad After Story" è una pietra miliare dell'animazione, drammatico, strappalacrime, e coinvolgente come pochi riescono a fare. Da vedere a ogni costo.
Prima di vedere 'Clannad' non avrei mai pensato che mi sarebbe potuto piacere un anime sentimentale. Sarà che ero ancora all'inizio, ma quando me l'hanno consigliato pensavo di vedere giusto un paio di puntate per compiacere l'amico e poi cestinarlo. E invece me lo sono divorato, e il mio voto lo dimostra: voto che sarebbe arrivato al 10, se non per giusto un paio di cose, che comunque possono essere giudicate piacevoli o no in base ai gusti.
Ebbene, supponendo che abbiate già visto la prima serie, se vi aspettate qualcosa sulla stessa falsariga siete fuori strada. Ciò che intendo è che, sebbene i personaggi siano sempre quelli, essi hanno ruoli differenti e la storia prende una piega diversa, focalizzandosi sul nucleo famigliare e su una relazione molto più seria, con tutte le conseguenze del caso. Il risultato è quindi un mix di emozioni a un livello del tutto diverso, che personalmente ho apprezzato molto.
A supportare le emozioni create da queste nuove condizioni c'è l'ottima colonna sonora: nelle scene più tristi ad esempio, sentire "Dango Daikazoku", riproposta dopo la prima serie, mi ha veramente fatto venire il magone.
Scene tristi che appaiono in abbondanza e che mi hanno coinvolto tantissimo, ho addirittura sospeso l'anime da quanto ero triste a un certo punto; per fortuna però non ci sono solo quelle. Rivedere i personaggi della prima serie non più a scuola e in contesti diversi mi ha fatto molto piacere. O più precisamente, l'anime si apre con ancora uno spezzone scolastico come parte di transizione, in quanto Nagisa deve ancora prendere il diploma, per poi partire con la vera storia di questa seconda stagione.
Altra cosa che mi è molto piaciuta è che non ho sentito forzature, ovvero scene in cui è troppo evidente e troppo spinto l'intento dell'anime di farti piangere, forzature che tendono ad apparire più volte negli anime drammatici.
Siccome i pregi sono sostanzialmente nelle emozioni che l'anime suscita con la nuova trama legata al mondo adulto, non c'è molto altro da dire, non che ciò non basti a rendere l'opera di alto livello: personalmente ho trovato impossibile non emozionarmi, soprattutto nelle scene più tragiche.
Passando alle pecche, mi è risultata un po' pesante e distaccata la storia della bambina con il giocattolo (non so come chiamarla, o meglio sì, ma non voglio spoilerare): secondo me ha avuto troppo spazio, dato anche che solo alla fine ci si capisce qualcosa, e mi è parso più che altro una sorta di stratagemma per dare un alone di mistero che ci si poteva risparmiare e un principio di fondament al "barbatrucco" che permette l'happy ending. Non sono né un amante degli epiloghi infelici né ne avrei voluto uno, ma questa storia non mi ha comunque convinto. Nonostante si tocchi il sovrannaturale (Dio degli anime, che può spiegare praticamente qualunque cosa), mi è sembrata un po' troppo sconnessa dal resto della storia.
C'è però da dire che, purtroppo o per fortuna, questo è uno dei primi anime che ho visto, e che rivedendolo adesso ciò che prima mi era sembrato un difetto potrebbe essere visto sotto un'altra luce, ma vabbè. Insomma, si è cercato di dare un finale positivo sorvolando sul come questo avvenga; onestamente però mi ha emozionato così tanto che non ci ho fatto neanche troppo caso.
Infine, secondo me quest'anime si avvicina molto al 10, ma mi sento più sicuro dandogli un 9, che è comunque più un 9,5.
Nonostante 'Clannad' sia un anime secondo me fortemente soggetto ai gusti di ognuno, questa serie è sicuramente migliore della prima, ovviando a gran parte del problema; e in ogni caso lo consiglio assolutamente, in quanto davvero unico a livello emotivo.
Ebbene, supponendo che abbiate già visto la prima serie, se vi aspettate qualcosa sulla stessa falsariga siete fuori strada. Ciò che intendo è che, sebbene i personaggi siano sempre quelli, essi hanno ruoli differenti e la storia prende una piega diversa, focalizzandosi sul nucleo famigliare e su una relazione molto più seria, con tutte le conseguenze del caso. Il risultato è quindi un mix di emozioni a un livello del tutto diverso, che personalmente ho apprezzato molto.
A supportare le emozioni create da queste nuove condizioni c'è l'ottima colonna sonora: nelle scene più tristi ad esempio, sentire "Dango Daikazoku", riproposta dopo la prima serie, mi ha veramente fatto venire il magone.
Scene tristi che appaiono in abbondanza e che mi hanno coinvolto tantissimo, ho addirittura sospeso l'anime da quanto ero triste a un certo punto; per fortuna però non ci sono solo quelle. Rivedere i personaggi della prima serie non più a scuola e in contesti diversi mi ha fatto molto piacere. O più precisamente, l'anime si apre con ancora uno spezzone scolastico come parte di transizione, in quanto Nagisa deve ancora prendere il diploma, per poi partire con la vera storia di questa seconda stagione.
Altra cosa che mi è molto piaciuta è che non ho sentito forzature, ovvero scene in cui è troppo evidente e troppo spinto l'intento dell'anime di farti piangere, forzature che tendono ad apparire più volte negli anime drammatici.
Siccome i pregi sono sostanzialmente nelle emozioni che l'anime suscita con la nuova trama legata al mondo adulto, non c'è molto altro da dire, non che ciò non basti a rendere l'opera di alto livello: personalmente ho trovato impossibile non emozionarmi, soprattutto nelle scene più tragiche.
Passando alle pecche, mi è risultata un po' pesante e distaccata la storia della bambina con il giocattolo (non so come chiamarla, o meglio sì, ma non voglio spoilerare): secondo me ha avuto troppo spazio, dato anche che solo alla fine ci si capisce qualcosa, e mi è parso più che altro una sorta di stratagemma per dare un alone di mistero che ci si poteva risparmiare e un principio di fondament al "barbatrucco" che permette l'happy ending. Non sono né un amante degli epiloghi infelici né ne avrei voluto uno, ma questa storia non mi ha comunque convinto. Nonostante si tocchi il sovrannaturale (Dio degli anime, che può spiegare praticamente qualunque cosa), mi è sembrata un po' troppo sconnessa dal resto della storia.
C'è però da dire che, purtroppo o per fortuna, questo è uno dei primi anime che ho visto, e che rivedendolo adesso ciò che prima mi era sembrato un difetto potrebbe essere visto sotto un'altra luce, ma vabbè. Insomma, si è cercato di dare un finale positivo sorvolando sul come questo avvenga; onestamente però mi ha emozionato così tanto che non ci ho fatto neanche troppo caso.
Infine, secondo me quest'anime si avvicina molto al 10, ma mi sento più sicuro dandogli un 9, che è comunque più un 9,5.
Nonostante 'Clannad' sia un anime secondo me fortemente soggetto ai gusti di ognuno, questa serie è sicuramente migliore della prima, ovviando a gran parte del problema; e in ogni caso lo consiglio assolutamente, in quanto davvero unico a livello emotivo.
La recensione di 'After Story' è, ovviamente, il naturale proseguo di quella effettuata per 'Clannad' e, altrettanto chiaramente, non si discosterà dalla prima più di tanto, se non per il voto, che è maggiore di un punto, nel caso di 'After Story', pur riconoscendo come gioiello anche la prima stagione precedentemente recensita.
Ribadisco il concetto già espresso in occasione della recensione della prima serie: un anime per me deve emozionare (a prescindere dal tipo di emozione indotta) e questo 'Clannad After Story' detiene il brillante primato di essere l'unico anime capace di avermi fatto emozionare fino alle lacrime.
La trama, e qui entriamo già in fase di analisi della serie, allontana le spensierate ambientazioni scolastiche care alla prima stagione, che rivivremo soltanto negli episodi iniziali, che vedono l'acquisizione del diploma anche da parte di Nagisa, per tuffarsi in una realtà ben più complicata che è quella dell'ingresso nel mondo degli adulti, nella società produttiva, nonché nella creazione di un nuovo nucleo familiare, con tutte le gioie e i dolori a quest'evento connessi. Inutile dire che da questo momento in poi, appena chiuso l'arco scolastico, 'After Story' ingrana la quinta, proponendoci un climax a volte piacevolmente insostenibile, che sia a causa dell'immane tristezza che pioverà sulla testa dei nostri protagonisti, o per la constatazione che, comunque sia, a dispetto di qualsiasi dolore la vita ponga sul nostro cammino, c'è sempre speranza e ci viene sempre offerta la possibilità di trovare un appiglio per andare avanti.
Vivendo questo cocktail di emozioni fortissime si arriva poi al finale della serie, tanto contestato da chi critica 'Clannad' e questo suo seguito. A tale riguardo, vista la totale dicotomia, letteralmente insanabile, tra chi adora 'Clannad' e chi lo detesta, mi permetto di dire la mia, cercando di essere più oggettivo possibile. Ebbene, anch'io avrei preferito un finale più realistico, più coerente con gli eventi, un finale, quindi, che non cercasse a tutti costi l'happy end, proponendo un escamotage che, per quanto spiegato in modo accettabile, è piuttosto forzato. Ma ritengo che questa scelta, probabilmente dettata da fini commerciali, o dalla volontà di preservare la continuità rispetto alla visual novel da cui la serie proviene, non abbia poi un peso così rilevante, di fronte alle stupende emozioni che i maestri della Kyoto Animation hanno saputo regalarci, grazie al sapiente e perfetto mix di musica, immagini e dialoghi che hanno imbastito.
Musica e comparto grafico rimangono, infatti, di assoluta eccellenza, come già potevamo apprezzare nella prima stagione, con sfondi perfettamente dettagliati, chara design riuscitissimo, con personaggi ben definiti e delineati, e musiche ad accompagnare il tutto che sembrano letteralmente parlare nella nostra mente, per spiegarci tutto ciò che avviene nella vita dei nostri protagonisti, con temi a volte scherzosi, quando a farla da padrone sono i duetti comici tra Tomoya e Sunohara, a volte dolci e romantici, quando la regia si sofferma sulla dolce Nagisa e sulla sua storia d'amore con Tomoya, e infine terribilmente drammatici e colmi di disperazione, quando il canovaccio toccherà l'apice della sua intensità, rendendoci partecipi del terribile destino che attende i nostri eroi.
Anche per quanto riguarda la caratterizzazione del profilo psicologico dei personaggi dell'anime, si percepisce una certa continuità con l'ottimo lavoro già svolto con 'Clannad', anche se, per forza di cose, visto l'andamento di questo 'After Story', alcuni dei protagonisti che avevano animato la prima serie verranno via via lasciati indietro, per permetterci di concentrarci sulle vicissitudini di Tomoya e Nagisa. E su di loro, senz'altro, non ci si può lamentare, visto che entrambi si troveranno di fronte a situazioni difficilissime, rispondendo sempre in modi umanamente realistici, anche se a volte moralmente non proprio ortodossi. In particolare l'iter di Tomoya negli episodi più drammatici è veramente stupendo, mostrandoci la crescita interiore di questo ragazzo con un'attenzione per i dettagli tale che raramente la si è vista in un'opera di animazione.
Concludendo, così come avevo fatto per 'Clannad', consiglio caldamente e spassionatamente la visione di questo gioiello a tutti gli amici di AnimeClick.it. Siamo di fronte a una pietra miliare che resterà come punto di riferimento per le opere del genere per molto tempo a venire.
Ribadisco il concetto già espresso in occasione della recensione della prima serie: un anime per me deve emozionare (a prescindere dal tipo di emozione indotta) e questo 'Clannad After Story' detiene il brillante primato di essere l'unico anime capace di avermi fatto emozionare fino alle lacrime.
La trama, e qui entriamo già in fase di analisi della serie, allontana le spensierate ambientazioni scolastiche care alla prima stagione, che rivivremo soltanto negli episodi iniziali, che vedono l'acquisizione del diploma anche da parte di Nagisa, per tuffarsi in una realtà ben più complicata che è quella dell'ingresso nel mondo degli adulti, nella società produttiva, nonché nella creazione di un nuovo nucleo familiare, con tutte le gioie e i dolori a quest'evento connessi. Inutile dire che da questo momento in poi, appena chiuso l'arco scolastico, 'After Story' ingrana la quinta, proponendoci un climax a volte piacevolmente insostenibile, che sia a causa dell'immane tristezza che pioverà sulla testa dei nostri protagonisti, o per la constatazione che, comunque sia, a dispetto di qualsiasi dolore la vita ponga sul nostro cammino, c'è sempre speranza e ci viene sempre offerta la possibilità di trovare un appiglio per andare avanti.
Vivendo questo cocktail di emozioni fortissime si arriva poi al finale della serie, tanto contestato da chi critica 'Clannad' e questo suo seguito. A tale riguardo, vista la totale dicotomia, letteralmente insanabile, tra chi adora 'Clannad' e chi lo detesta, mi permetto di dire la mia, cercando di essere più oggettivo possibile. Ebbene, anch'io avrei preferito un finale più realistico, più coerente con gli eventi, un finale, quindi, che non cercasse a tutti costi l'happy end, proponendo un escamotage che, per quanto spiegato in modo accettabile, è piuttosto forzato. Ma ritengo che questa scelta, probabilmente dettata da fini commerciali, o dalla volontà di preservare la continuità rispetto alla visual novel da cui la serie proviene, non abbia poi un peso così rilevante, di fronte alle stupende emozioni che i maestri della Kyoto Animation hanno saputo regalarci, grazie al sapiente e perfetto mix di musica, immagini e dialoghi che hanno imbastito.
Musica e comparto grafico rimangono, infatti, di assoluta eccellenza, come già potevamo apprezzare nella prima stagione, con sfondi perfettamente dettagliati, chara design riuscitissimo, con personaggi ben definiti e delineati, e musiche ad accompagnare il tutto che sembrano letteralmente parlare nella nostra mente, per spiegarci tutto ciò che avviene nella vita dei nostri protagonisti, con temi a volte scherzosi, quando a farla da padrone sono i duetti comici tra Tomoya e Sunohara, a volte dolci e romantici, quando la regia si sofferma sulla dolce Nagisa e sulla sua storia d'amore con Tomoya, e infine terribilmente drammatici e colmi di disperazione, quando il canovaccio toccherà l'apice della sua intensità, rendendoci partecipi del terribile destino che attende i nostri eroi.
Anche per quanto riguarda la caratterizzazione del profilo psicologico dei personaggi dell'anime, si percepisce una certa continuità con l'ottimo lavoro già svolto con 'Clannad', anche se, per forza di cose, visto l'andamento di questo 'After Story', alcuni dei protagonisti che avevano animato la prima serie verranno via via lasciati indietro, per permetterci di concentrarci sulle vicissitudini di Tomoya e Nagisa. E su di loro, senz'altro, non ci si può lamentare, visto che entrambi si troveranno di fronte a situazioni difficilissime, rispondendo sempre in modi umanamente realistici, anche se a volte moralmente non proprio ortodossi. In particolare l'iter di Tomoya negli episodi più drammatici è veramente stupendo, mostrandoci la crescita interiore di questo ragazzo con un'attenzione per i dettagli tale che raramente la si è vista in un'opera di animazione.
Concludendo, così come avevo fatto per 'Clannad', consiglio caldamente e spassionatamente la visione di questo gioiello a tutti gli amici di AnimeClick.it. Siamo di fronte a una pietra miliare che resterà come punto di riferimento per le opere del genere per molto tempo a venire.
Poco da dire: "Clannad" non è il mio genere, l'ho iniziato la prima volta, ho visto i disegni e i primi cinque minuti e spegnendo la tv ho pensato questo. Non fa proprio per me mi sono detto, questi occhi enormi, quelle strane antenne della protagonista, a sensazione non mi piaceva nulla. Poi spinto da tutti i commenti letti gli ho fortunatamente dato una seconda opportunità. Dopo la visione della prima serie mi sono leggermente ricreduto, ma ancora non capivo tutto l'entusiasmo per questa che mi sembrava solo una storia carina, poi qualcosa pian piano è cambiato, la serie in sé è cambiata, fino ad arrivare all'episodio 18 che mi ha completamente distrutto, ho pianto come credo mai davanti a un'opera di finzione. Quest'anime, dopo un inizio che sembra la continuazione della precedente serie, cambia rotta diventa più maturo e cresce d'intensità e di realismo insieme ai protagonisti, non più un gruppo di persone piuttosto vasto, ma i soli pochi elementi che compongono la famiglia di Tomoya e Nagisa.
Il susseguirsi degli eventi ti colpisce piano piano interiormente fino a portarti davvero al punto d'iniziare ad ascoltare la splendida sigla iniziale di emozionarti già alle prime note. Sul finale capisco che ci possano essere varie fazioni, ma a me così com'è piace e soprattutto, dopo avere letto un po' in rete le spiegazioni della visual novel, rende anche la storia e gli eventi della prima parte più interessanti e significativi.
Non ho parlato del lato tecnico, posso solo dirvi di non farvi condizionare se all'inizio non apprezzate il tipo di disegno, alla fine se la storia com'è successo a me vi prenderà troverete splendide anche le antenne da grillo. Su animazioni e soprattutto musiche, poco da dire, sono oggettivamente di ottima qualità, un plauso particolare per la sigla iniziale, oltre che bellissima davvero appropriata, non altrettanto azzeccata quella finale che credo di aver sempre saltato.
Tirando le somme io consiglio a chiunque la visione di questa serie, ovviamente può piacervi oppure no, ma se la apprezzerete difficilmente non entrerà a far parte degli anime che vi lasceranno qualcosa in fondo al cuore.
Il susseguirsi degli eventi ti colpisce piano piano interiormente fino a portarti davvero al punto d'iniziare ad ascoltare la splendida sigla iniziale di emozionarti già alle prime note. Sul finale capisco che ci possano essere varie fazioni, ma a me così com'è piace e soprattutto, dopo avere letto un po' in rete le spiegazioni della visual novel, rende anche la storia e gli eventi della prima parte più interessanti e significativi.
Non ho parlato del lato tecnico, posso solo dirvi di non farvi condizionare se all'inizio non apprezzate il tipo di disegno, alla fine se la storia com'è successo a me vi prenderà troverete splendide anche le antenne da grillo. Su animazioni e soprattutto musiche, poco da dire, sono oggettivamente di ottima qualità, un plauso particolare per la sigla iniziale, oltre che bellissima davvero appropriata, non altrettanto azzeccata quella finale che credo di aver sempre saltato.
Tirando le somme io consiglio a chiunque la visione di questa serie, ovviamente può piacervi oppure no, ma se la apprezzerete difficilmente non entrerà a far parte degli anime che vi lasceranno qualcosa in fondo al cuore.
<b>Attenzione! Contiene spoiler!</b>
In "After Story" si continua a narrare la vita di Tomoya Okazaki, già cominciata in "Clannad". Stavolta c'è una più evidente divisione in archi narrativi incentrati ognuno su uno dei quattro personaggi con cui si confronterà il protagonista.
I primi saranno degli episodi dedicati principalmente a Mei e al rapporto premuroso con suo fratello. Il secondo arco è un ritorno al passato negli anni da liceale di Misae, la responsabile del dormitorio maschile. Così è poi il turno di Nagisa, che andrà a vivere con Tomoya. E infine Tomoya diventa, con tutti i problemi del caso, papà della piccola Ushio.
Per evitare brutti spoiler è stato meglio ridurre la trama all'osso. Ma per fortuna il secondo spezzone di "Clannad" va oltre la trama convincente e retorica per approdare a un'intensa esperienza visiva.
C'è un uso sapiente del digitale e ancora ottimo della fluidità delle animazioni. Mentre la colonna sonora ha un bel pezzo di piano per opening e una simpatica e allegra canzoncina per i crediti.
Quanto allo spazio caratteriale, non posso trattenermi, come per la prima serie, dal lodare la finezza dei personaggi, qua addirittura molto realistica, soprattutto nel disegnare il dolore del protagonista, che sembra perseguitato dalla sfortuna.
Le lodi comunque vanno in gran parte al coraggio che l'anime acquisisce verso metà serie riscrivendo il concetto stesso di tragedia negli anime, con un tocco magico davvero commovente.
Insomma, lo trovo un anime senza difetti, uno dei migliori che abbia visto. La trovo un'esperienza emozionale potente e riflessiva sulla vita e la morte. Imperdibile direi.
In "After Story" si continua a narrare la vita di Tomoya Okazaki, già cominciata in "Clannad". Stavolta c'è una più evidente divisione in archi narrativi incentrati ognuno su uno dei quattro personaggi con cui si confronterà il protagonista.
I primi saranno degli episodi dedicati principalmente a Mei e al rapporto premuroso con suo fratello. Il secondo arco è un ritorno al passato negli anni da liceale di Misae, la responsabile del dormitorio maschile. Così è poi il turno di Nagisa, che andrà a vivere con Tomoya. E infine Tomoya diventa, con tutti i problemi del caso, papà della piccola Ushio.
Per evitare brutti spoiler è stato meglio ridurre la trama all'osso. Ma per fortuna il secondo spezzone di "Clannad" va oltre la trama convincente e retorica per approdare a un'intensa esperienza visiva.
C'è un uso sapiente del digitale e ancora ottimo della fluidità delle animazioni. Mentre la colonna sonora ha un bel pezzo di piano per opening e una simpatica e allegra canzoncina per i crediti.
Quanto allo spazio caratteriale, non posso trattenermi, come per la prima serie, dal lodare la finezza dei personaggi, qua addirittura molto realistica, soprattutto nel disegnare il dolore del protagonista, che sembra perseguitato dalla sfortuna.
Le lodi comunque vanno in gran parte al coraggio che l'anime acquisisce verso metà serie riscrivendo il concetto stesso di tragedia negli anime, con un tocco magico davvero commovente.
Insomma, lo trovo un anime senza difetti, uno dei migliori che abbia visto. La trovo un'esperienza emozionale potente e riflessiva sulla vita e la morte. Imperdibile direi.
"Clannad: After Story" è la continuazione della serie "Clannad". Inizia subito dopo la fine della prima serie e tratterà gli stessi temi che trattava la prima serie ma, con il proseguire della storia, anche nuovi temi più maturi e complessi. Sarà anche vero che tratta gli stessi temi, ma bisogna puntualizzare che questi saranno esplorati più a fondo di prima e si evolveranno anche in qualcosa di diverso. I temi nuovi che si andranno a trattare saranno le difficoltà della vita sia adolescenziale sia adulta e anche il tema della vita e della morte.
Non credo ci sia bisogno di riscrivere una bozza della trama in quanto si tratta semplicemente della continuazione della vecchia serie, con l'unica differenza che si incontreranno nuovi personaggi e si approfondirà la vita di alcuni precedentemente messi in secondo piano.
I personaggi sono stati maggiormente curati e più a fondo. Vengono rivelate cose su di loro che in precedenza non erano state mostrate, oppure lo erano state in maniera superficiale.
Le emozioni che trasudano tutti i protagonisti sono davvero eccellenti. Per una prima metà dell'anime sono a un livello poco superiore a quello della serie precedente, ma per la seconda metà (che è quella più bella) sono davvero eccellenti e danno quasi la sensazione di avere visionato due anime diversi.
I nuovi temi trattati compaiono maggiormente dalla metà della serie in poi e prendono sviluppi che lo spettatore non si aspetterebbe mai, portandoci a volere visionare un episodio dietro l'altro. La tristezza, i sentimenti d'amore, le angosce che in alcuni momenti si riescono a sentire sono davvero travolgenti (soprattutto nelle ultime puntate), facendoci scappare tranquillamente alcune lacrime - pianti disperati per i più sensibili.
I disegni sono come quelli della vecchia serie e ribadisco che sono ben curati nei dettagli, anche se rimangono non troppo entusiasmanti. Trasmettono alla perfezione le emozioni che vogliono lasciare scaturire, anzi in questa serie si riesce a notare ancora di più questa caratteristica.
Le musiche sono molto valide, anche più di quelle della serie precedente. Si adattano alla perfezione a questi nuovi temi più drammatici e sentimentali che l'anime ci mette di fronte.
I doppiaggi, anch'essi ottimi, sono allo stesso livello della serie precedente, ma in questo secondo capitolo riescono a trasmettere molto di più, in quanto danno il loro massimo potenziale con temi come la morte e la vita.
Ho visionato centinaia di anime nella mia vita e questo è senz'altro uno di quelli nella top ten che è riuscito a colpirmi. Posso sicuramente affermare che questa serie sia decisamente più valida della precedente, la quale trattava un tema esclusivamente scolastico, mentre in quest'altra si dovrà affrontare anche la dura realtà del mondo e della difficoltà che ci aspettano sempre lungo il cammino. Il voto è senz'altro un 9. Non gli posso dare un 10, decisione davvero sofferta, solo perché le migliori qualità dell'anime escono solo dalla metà della serie in poi. Inoltre i disegni per quanto possano emozionare continuano a essere a un livello che per me non può superare il 9.
Voglio anche aggiungere che, per quanto sia stato emozionante, l'intero anime prende delle volte, soprattutto alla fine, una via fantastica, facendoci un po' perdere quelle sensazioni di vita reale precedentemente assimilate. Difetto che porta lo spettatore a non sentirsi più coinvolto come prima, quando si trattavano temi di vita reale.
Nonostante i piccoli difetti, potessi dargli i mezzi voti, "Clannad After Story" sarebbe senza dubbio un 9,5. Consiglio a tutti di guardare quest'anime, specialmente agli amanti del genere. Non ne sarete per niente delusi.
Non credo ci sia bisogno di riscrivere una bozza della trama in quanto si tratta semplicemente della continuazione della vecchia serie, con l'unica differenza che si incontreranno nuovi personaggi e si approfondirà la vita di alcuni precedentemente messi in secondo piano.
I personaggi sono stati maggiormente curati e più a fondo. Vengono rivelate cose su di loro che in precedenza non erano state mostrate, oppure lo erano state in maniera superficiale.
Le emozioni che trasudano tutti i protagonisti sono davvero eccellenti. Per una prima metà dell'anime sono a un livello poco superiore a quello della serie precedente, ma per la seconda metà (che è quella più bella) sono davvero eccellenti e danno quasi la sensazione di avere visionato due anime diversi.
I nuovi temi trattati compaiono maggiormente dalla metà della serie in poi e prendono sviluppi che lo spettatore non si aspetterebbe mai, portandoci a volere visionare un episodio dietro l'altro. La tristezza, i sentimenti d'amore, le angosce che in alcuni momenti si riescono a sentire sono davvero travolgenti (soprattutto nelle ultime puntate), facendoci scappare tranquillamente alcune lacrime - pianti disperati per i più sensibili.
I disegni sono come quelli della vecchia serie e ribadisco che sono ben curati nei dettagli, anche se rimangono non troppo entusiasmanti. Trasmettono alla perfezione le emozioni che vogliono lasciare scaturire, anzi in questa serie si riesce a notare ancora di più questa caratteristica.
Le musiche sono molto valide, anche più di quelle della serie precedente. Si adattano alla perfezione a questi nuovi temi più drammatici e sentimentali che l'anime ci mette di fronte.
I doppiaggi, anch'essi ottimi, sono allo stesso livello della serie precedente, ma in questo secondo capitolo riescono a trasmettere molto di più, in quanto danno il loro massimo potenziale con temi come la morte e la vita.
Ho visionato centinaia di anime nella mia vita e questo è senz'altro uno di quelli nella top ten che è riuscito a colpirmi. Posso sicuramente affermare che questa serie sia decisamente più valida della precedente, la quale trattava un tema esclusivamente scolastico, mentre in quest'altra si dovrà affrontare anche la dura realtà del mondo e della difficoltà che ci aspettano sempre lungo il cammino. Il voto è senz'altro un 9. Non gli posso dare un 10, decisione davvero sofferta, solo perché le migliori qualità dell'anime escono solo dalla metà della serie in poi. Inoltre i disegni per quanto possano emozionare continuano a essere a un livello che per me non può superare il 9.
Voglio anche aggiungere che, per quanto sia stato emozionante, l'intero anime prende delle volte, soprattutto alla fine, una via fantastica, facendoci un po' perdere quelle sensazioni di vita reale precedentemente assimilate. Difetto che porta lo spettatore a non sentirsi più coinvolto come prima, quando si trattavano temi di vita reale.
Nonostante i piccoli difetti, potessi dargli i mezzi voti, "Clannad After Story" sarebbe senza dubbio un 9,5. Consiglio a tutti di guardare quest'anime, specialmente agli amanti del genere. Non ne sarete per niente delusi.
<b>CONTIENE LIEVI SPOILER</b>
Le aspettative non sono mai state una cosa buona. Purtroppo ne ho avute molte, e, devo dire, erano state in parte soddisfatte. Quel passo avanti rispetto alla prima serie, After Story l'aveva compiuto eccome, certo, anche se non immediatamente: era stato necessario aspettare fino al decimo episodio affinché la struttura episodica 'in terzine', dedicate a sterili figure di ultra-contorno, venissero tolte di mezzo, per fare spazio ai fatti veri e propri. Fatti che coinvolgono una delle coppie ormai memorabili del panorama animato, Tomoya e Nagisa, ponendoli di fronte a uno stadio arduo e confuso della propria vita insieme.
Laddove After Story cerca di essere un inno alla vita, alla speranza e al reciproco sostentamento familiare, se da una parte potrebbe risultare inopportuno contestare il modus operandi degli autori, dall'altra, non si potrebbe assolutamente non evidenziarne le contraddizioni. Le prime giungono a ridosso di uno dei picchi drammatici della serie, in occasione del parto di una giovanissima e fisicamente fragile Nagisa. A parte il fatto che i suoi genitori - di cui ho sempre reputato assurdo l'infantilismo - ne accolgano con un'incredibile disinvoltura la gravidanza, pur sapendo delle prevedibili ripercussioni, è palese come sopraggiungano, tutte in una volta, guarda caso al nono mese, le avversità: il parto avviene in casa, senza le appropriate misure, per via di una città bloccata sotto la neve, e oltretutto proprio quando la ragazza è preda della misteriosa malattia che la colpisce di tanto in tanto. Proprio quando, nel seguente arco narrativo, l'anime sembra dare il meglio di sé, esternando in momenti dolci e significativi tutto il suo valore, perviene il peggior castigo che After Story possa mai autoimporsi: quello di protrarsi, e male, molto male, dilapidando tutto quanto di buono si sia riuscito comunicare fino ad allora. Ed è disarmante come ciò avvenga, ovvero in una manciata di episodi estremamente antitetici: una plateale contrapposizione fra tragedismo e buonismo, che cerca di risultare credibile con futili delucidazioni in extremis sulla cronologia binaria della trama e altre sciocchezze orientate in un contesto prettamente fantastico.
Insomma, fin quando la sceneggiatura si fosse impostata su alti e bassi, spesso mal bilanciando la successione temporale di eventi con balzi troppo ampi quanto istantanei, avrei anche potuto sorvolare, ma la situazione qui incrociata è stata di definitivo autoaffossamento, di slittamento da un bel passo avanti a due passi indietro in maniera fulminea.
Del resto è un piacere constatare quanto la serie sia potuta solamente migliorare dal lato tecnico, potenziato leggermente nelle animazioni quanto nelle musiche, ma egregiamente rinnovato per quanto riguarda regia e fotografia.
Altri elementi che trovo giusto encomiare sono il doppiaggio e la meravigliosa sigla d'apertura.
Ancora una volta mi trovo dunque nella schiera degli 'insensibili' - a proposito, pur non avendo versato una sola lacrima durante la visione, non voglio negare che certi punti dell'anime siano molto toccanti -, ma il fatto è che detesto le delusioni, ancor più quando, ripeto, è il sottoscritto stesso a porsi delle grandi aspettative e non una platea esterna.
Uno stop entro 18 o 19 puntate avrebbe di certo giovato alla riuscita dell'opera.
Le aspettative non sono mai state una cosa buona. Purtroppo ne ho avute molte, e, devo dire, erano state in parte soddisfatte. Quel passo avanti rispetto alla prima serie, After Story l'aveva compiuto eccome, certo, anche se non immediatamente: era stato necessario aspettare fino al decimo episodio affinché la struttura episodica 'in terzine', dedicate a sterili figure di ultra-contorno, venissero tolte di mezzo, per fare spazio ai fatti veri e propri. Fatti che coinvolgono una delle coppie ormai memorabili del panorama animato, Tomoya e Nagisa, ponendoli di fronte a uno stadio arduo e confuso della propria vita insieme.
Laddove After Story cerca di essere un inno alla vita, alla speranza e al reciproco sostentamento familiare, se da una parte potrebbe risultare inopportuno contestare il modus operandi degli autori, dall'altra, non si potrebbe assolutamente non evidenziarne le contraddizioni. Le prime giungono a ridosso di uno dei picchi drammatici della serie, in occasione del parto di una giovanissima e fisicamente fragile Nagisa. A parte il fatto che i suoi genitori - di cui ho sempre reputato assurdo l'infantilismo - ne accolgano con un'incredibile disinvoltura la gravidanza, pur sapendo delle prevedibili ripercussioni, è palese come sopraggiungano, tutte in una volta, guarda caso al nono mese, le avversità: il parto avviene in casa, senza le appropriate misure, per via di una città bloccata sotto la neve, e oltretutto proprio quando la ragazza è preda della misteriosa malattia che la colpisce di tanto in tanto. Proprio quando, nel seguente arco narrativo, l'anime sembra dare il meglio di sé, esternando in momenti dolci e significativi tutto il suo valore, perviene il peggior castigo che After Story possa mai autoimporsi: quello di protrarsi, e male, molto male, dilapidando tutto quanto di buono si sia riuscito comunicare fino ad allora. Ed è disarmante come ciò avvenga, ovvero in una manciata di episodi estremamente antitetici: una plateale contrapposizione fra tragedismo e buonismo, che cerca di risultare credibile con futili delucidazioni in extremis sulla cronologia binaria della trama e altre sciocchezze orientate in un contesto prettamente fantastico.
Insomma, fin quando la sceneggiatura si fosse impostata su alti e bassi, spesso mal bilanciando la successione temporale di eventi con balzi troppo ampi quanto istantanei, avrei anche potuto sorvolare, ma la situazione qui incrociata è stata di definitivo autoaffossamento, di slittamento da un bel passo avanti a due passi indietro in maniera fulminea.
Del resto è un piacere constatare quanto la serie sia potuta solamente migliorare dal lato tecnico, potenziato leggermente nelle animazioni quanto nelle musiche, ma egregiamente rinnovato per quanto riguarda regia e fotografia.
Altri elementi che trovo giusto encomiare sono il doppiaggio e la meravigliosa sigla d'apertura.
Ancora una volta mi trovo dunque nella schiera degli 'insensibili' - a proposito, pur non avendo versato una sola lacrima durante la visione, non voglio negare che certi punti dell'anime siano molto toccanti -, ma il fatto è che detesto le delusioni, ancor più quando, ripeto, è il sottoscritto stesso a porsi delle grandi aspettative e non una platea esterna.
Uno stop entro 18 o 19 puntate avrebbe di certo giovato alla riuscita dell'opera.
Solo due parole per definire quest'anime: semplicemente meraviglioso.
Posso dire, senza esitazione, che con circa 220 anime visti nel corso della mia vita, "Clannad After Story" è quello che mi ha fatto più commuovere. Un concentrato di emozioni rinchiuso nelle ultime 13 puntate che ha la potenza di sconvolgere lo spettatore nel profondo dell'anima come nessun altro. All'inizio non mi ha fatto una buona impressione, dato che per le prime 9 puntate segue lo stile di narrazione della prima serie: vicende incentrate più sui personaggi secondari, piuttosto che su quelli primari, con le loro disavventure, lutti, incomprensioni che verranno risolti grazie al prezioso aiuto degli amici. Ma dalla puntata 10 tutto cambia: i personaggi secondari vengono completamente esclusi, l'intera vicenda è incentrata su Tomoya e Nagisa e sul loro desiderio di passare tutta la vita insieme.
<b>ATTENZIONE INIZIO SPOILER</b>
Saranno grandi gli sforzi dei due ragazzi di essere indipendenti, con Tomoya che andrà a vivere da solo trovando anche lavoro, mentre Nagisa riesce finalmente, dopo tre anni, a diplomarsi. In seguito la loro voglia di stare insieme sarà sempre più forte e decideranno di sposarsi: finalmente il loro sogno si realizza. A coronare tutto questo, l'arrivo inaspettato di una gravidanza sperata. Ma le cose belle non durano per sempre. Da questo punto, fino alla fine, preparate interi pacchi di fazzoletti perché è impossibile non commuoversi a ogni singolo fotogramma.
La morte di Nagisa, avvenuta appena dopo avere dato alla luce la figlia, fa tremare il cuore dello spettatore in un susseguirsi di emozioni; l'episodio successivo ci porta avanti di 5 anni con Tomoya che ancora non riesce a dimenticare l'amata e con la figlia Ushio che viene cresciuta dai nonni materni (Sanae, perfetta mamma e donna premurosa, e Akio, colui che anche nei momenti più tristi riesce a farti sorridere). Da qui inizia il ricongiungimento tra padre e figlia, con Tomoya che riesce finalmente a comprendere i sentimenti del padre, da sempre detestato, e la piccola Ushio che si dimostra uno dei personaggi più belli che abbia mai incontrato, con una forza interiore e una semplicità sconvolgenti: oltretutto il solo vederla è scioccante perché, essendo la fotocopia della madre, ti ritornano in mente i momenti della morte di Nagisa.
Arriviamo finalmente alla riappacificazione tra padre e figlia e al desiderio dei due di vivere insieme. Ma per il povero Tomoya i drammi non sono finiti: anche la piccola Ushio si ammala della stessa malattia della madre. Giungiamo così all'ultimo episodio in cui il ragazzo, in un disperato tentativo di esaudire il più grande desiderio della figlia malata, finirà per perdere la vita insieme alla piccola, in una delle scene più toccanti degli ultimi anni.
Ma quando tutto sembra perduto…
<b>FINE SPOILER</b>
Analizzando i caratteri psicologici dei personaggi, è necessario incentrare tutta l'attenzione solo sui tre principali: Tomoya, Nagisa e Ushio.
Il ragazzo dimostra una maturazione senza precedenti, guidato dalla sua amata Nagisa e dai personaggi che gli girano intorno, cioè i suoceri, Ushio e il compagno di lavoro e maestro Yusuke Yoshino, e questi momenti gli saranno molto d'aiuto quando, nella seconda parte della serie, dovrà affrontare prove durissime che hanno il potere di sconvolgere la mente di qualsiasi persona normale. Nagisa, dal canto suo, la ritroviamo molto più determinata rispetto alla prima serie: molto fiduciosa nel futuro, farà di tutto pur di raggiungere il suo sogno di vivere una vita felice con il suo amato Tomoya. Parlando invece di Ushio (se non avete letto la parte nello spoiler non vi dico chi è per non rovinarvi la sorpresa) ci troviamo davanti a un personaggio unico, irripetibile, emozionante dal primo all'ultimo episodio. Non è mai scontata, mai banale ma, al contrario, trasmette una forza d'animo e una dolcezza come mai nessun altro prima di lei.
Veniamo ora alla parte tecnica dell'anime: i disegni sono buoni, con una fluidità molto ben riuscita, e la regia è da manuale; a fare da cornice a tutto troviamo le splendide musiche che coinvolgono lo spettatore nel vivo dell'azione ed esaltano tutti i momenti importanti, sia quelli felici sia quelli più drammatici. Il doppiaggio è perfetto: i doppiatori riescono a trasmettere ogni sfumatura del carattere dei personaggi cosicché si riesce ad apprezzarli ancora di più e il pubblico è così catturato dalla magia dei momenti che non può fare a meno di piangere e ridere con i protagonisti.
Salto volontariamente l'analisi del finale in quanto ci sarebbe troppo da parlare e troppo da fare spoiler, ma vi posso assicurare che vi farà versare un mare di lacrime.
Ho scritto veramente tanto, ed è ora di chiudere qui anche se di cose da dire ce ne sarebbero ancora molte. Che dire, "Clannad After Story" è un Anime con la A maiuscola, uno di quei gioielli che non ti aspetteresti mai di scoprire e amare. Consiglio la visione a un pubblico adulto perché un bambino non riuscirebbe mai a capire la profondità, la drammaticità e i messaggi nascosti che rendono quest'anime un titolo imperdibile per tutti gli amanti dell'animazione nipponica.
Posso dire, senza esitazione, che con circa 220 anime visti nel corso della mia vita, "Clannad After Story" è quello che mi ha fatto più commuovere. Un concentrato di emozioni rinchiuso nelle ultime 13 puntate che ha la potenza di sconvolgere lo spettatore nel profondo dell'anima come nessun altro. All'inizio non mi ha fatto una buona impressione, dato che per le prime 9 puntate segue lo stile di narrazione della prima serie: vicende incentrate più sui personaggi secondari, piuttosto che su quelli primari, con le loro disavventure, lutti, incomprensioni che verranno risolti grazie al prezioso aiuto degli amici. Ma dalla puntata 10 tutto cambia: i personaggi secondari vengono completamente esclusi, l'intera vicenda è incentrata su Tomoya e Nagisa e sul loro desiderio di passare tutta la vita insieme.
<b>ATTENZIONE INIZIO SPOILER</b>
Saranno grandi gli sforzi dei due ragazzi di essere indipendenti, con Tomoya che andrà a vivere da solo trovando anche lavoro, mentre Nagisa riesce finalmente, dopo tre anni, a diplomarsi. In seguito la loro voglia di stare insieme sarà sempre più forte e decideranno di sposarsi: finalmente il loro sogno si realizza. A coronare tutto questo, l'arrivo inaspettato di una gravidanza sperata. Ma le cose belle non durano per sempre. Da questo punto, fino alla fine, preparate interi pacchi di fazzoletti perché è impossibile non commuoversi a ogni singolo fotogramma.
La morte di Nagisa, avvenuta appena dopo avere dato alla luce la figlia, fa tremare il cuore dello spettatore in un susseguirsi di emozioni; l'episodio successivo ci porta avanti di 5 anni con Tomoya che ancora non riesce a dimenticare l'amata e con la figlia Ushio che viene cresciuta dai nonni materni (Sanae, perfetta mamma e donna premurosa, e Akio, colui che anche nei momenti più tristi riesce a farti sorridere). Da qui inizia il ricongiungimento tra padre e figlia, con Tomoya che riesce finalmente a comprendere i sentimenti del padre, da sempre detestato, e la piccola Ushio che si dimostra uno dei personaggi più belli che abbia mai incontrato, con una forza interiore e una semplicità sconvolgenti: oltretutto il solo vederla è scioccante perché, essendo la fotocopia della madre, ti ritornano in mente i momenti della morte di Nagisa.
Arriviamo finalmente alla riappacificazione tra padre e figlia e al desiderio dei due di vivere insieme. Ma per il povero Tomoya i drammi non sono finiti: anche la piccola Ushio si ammala della stessa malattia della madre. Giungiamo così all'ultimo episodio in cui il ragazzo, in un disperato tentativo di esaudire il più grande desiderio della figlia malata, finirà per perdere la vita insieme alla piccola, in una delle scene più toccanti degli ultimi anni.
Ma quando tutto sembra perduto…
<b>FINE SPOILER</b>
Analizzando i caratteri psicologici dei personaggi, è necessario incentrare tutta l'attenzione solo sui tre principali: Tomoya, Nagisa e Ushio.
Il ragazzo dimostra una maturazione senza precedenti, guidato dalla sua amata Nagisa e dai personaggi che gli girano intorno, cioè i suoceri, Ushio e il compagno di lavoro e maestro Yusuke Yoshino, e questi momenti gli saranno molto d'aiuto quando, nella seconda parte della serie, dovrà affrontare prove durissime che hanno il potere di sconvolgere la mente di qualsiasi persona normale. Nagisa, dal canto suo, la ritroviamo molto più determinata rispetto alla prima serie: molto fiduciosa nel futuro, farà di tutto pur di raggiungere il suo sogno di vivere una vita felice con il suo amato Tomoya. Parlando invece di Ushio (se non avete letto la parte nello spoiler non vi dico chi è per non rovinarvi la sorpresa) ci troviamo davanti a un personaggio unico, irripetibile, emozionante dal primo all'ultimo episodio. Non è mai scontata, mai banale ma, al contrario, trasmette una forza d'animo e una dolcezza come mai nessun altro prima di lei.
Veniamo ora alla parte tecnica dell'anime: i disegni sono buoni, con una fluidità molto ben riuscita, e la regia è da manuale; a fare da cornice a tutto troviamo le splendide musiche che coinvolgono lo spettatore nel vivo dell'azione ed esaltano tutti i momenti importanti, sia quelli felici sia quelli più drammatici. Il doppiaggio è perfetto: i doppiatori riescono a trasmettere ogni sfumatura del carattere dei personaggi cosicché si riesce ad apprezzarli ancora di più e il pubblico è così catturato dalla magia dei momenti che non può fare a meno di piangere e ridere con i protagonisti.
Salto volontariamente l'analisi del finale in quanto ci sarebbe troppo da parlare e troppo da fare spoiler, ma vi posso assicurare che vi farà versare un mare di lacrime.
Ho scritto veramente tanto, ed è ora di chiudere qui anche se di cose da dire ce ne sarebbero ancora molte. Che dire, "Clannad After Story" è un Anime con la A maiuscola, uno di quei gioielli che non ti aspetteresti mai di scoprire e amare. Consiglio la visione a un pubblico adulto perché un bambino non riuscirebbe mai a capire la profondità, la drammaticità e i messaggi nascosti che rendono quest'anime un titolo imperdibile per tutti gli amanti dell'animazione nipponica.
Premettendo che mi sono spoilerata (volontariamente) la maggior parte degli eventi di questa seconda serie di "Clannad", sono stata davvero contenta di averla guardata. Ora, non sto qui a scrivere la trama - di sicuro mi scapperebbe qualche spoiler e sarebbe veramente un peccato per chi l'ha appena iniziato -, quindi dico semplicemente le mie opinioni.
Partendo dai personaggi, essi vengono approfonditi anche meglio rispetto alla prima serie, in particolare Tomoya, che da un certo punto dovrà affrontare problemi sempre più grandi. Nagisa, poi, è uno dei personaggi più dolci che abbia mai trovato in un anime e mi è stato impossibile non adorarla. Nonostante io odi quei personaggi tutti kawaii-pucciosi (?), sono rimasta veramente colpita dalla sua dolcezza e dalla sua grande forza di volontà. <b>[LIEVE SPOILER]</b> Una menzione speciale la merita anche Ushio, quante lacrime mi ha fatto versare quella bimba.<b>[FINE SPOILER]</b>
Bravissimi i doppiatori, specialmente quelli di Sanae e di Tomoya.
La colonna sonora, beh, niente da dire, è meravigliosa. Le musiche, che vengono inserite in maniera sempre azzeccata, sono davvero emozionanti, basti ascoltare "Shining in the sky" oppure "Nagisa - warm piano version".
Il modo in cui sono disegnati gli occhi mi irritava non poco, ma vabbé, ho finito per abituarmici, anche perché c'è di peggio.
Purtroppo soltanto la seconda metà di "After Story" raggiunge il punto più alto di tutta l'opera. Si parla di, quanto, una dozzina di episodi su quaranta? Un po' mi è dispiaciuto perché tutta la storia precedente poteva essere sviluppata meglio, evitando di concentrarsi così tanto sui personaggi secondari, se poi questi sarebbero finiti solo per fare da comparsa (infatti, molti episodi della prima serie, li ho saltati).
Un'altra delle cose che mi ha convinto poco è stato il finale, non tanto dal punto di vista emotivo, perché è stato davvero bellissimo e commovente, quanto dal punto di vista proprio della trama: senza anticipare nulla, dico solo che anche poteva essere fatto un po' meglio. Ecco perché comunque non posso dargli più 8.
Nel complesso, "Clannad", o almeno "l'After Story", resta comunque un'opera unica che merita di essere vista almeno una volta. Preparate i fazzoletti.
Partendo dai personaggi, essi vengono approfonditi anche meglio rispetto alla prima serie, in particolare Tomoya, che da un certo punto dovrà affrontare problemi sempre più grandi. Nagisa, poi, è uno dei personaggi più dolci che abbia mai trovato in un anime e mi è stato impossibile non adorarla. Nonostante io odi quei personaggi tutti kawaii-pucciosi (?), sono rimasta veramente colpita dalla sua dolcezza e dalla sua grande forza di volontà. <b>[LIEVE SPOILER]</b> Una menzione speciale la merita anche Ushio, quante lacrime mi ha fatto versare quella bimba.<b>[FINE SPOILER]</b>
Bravissimi i doppiatori, specialmente quelli di Sanae e di Tomoya.
La colonna sonora, beh, niente da dire, è meravigliosa. Le musiche, che vengono inserite in maniera sempre azzeccata, sono davvero emozionanti, basti ascoltare "Shining in the sky" oppure "Nagisa - warm piano version".
Il modo in cui sono disegnati gli occhi mi irritava non poco, ma vabbé, ho finito per abituarmici, anche perché c'è di peggio.
Purtroppo soltanto la seconda metà di "After Story" raggiunge il punto più alto di tutta l'opera. Si parla di, quanto, una dozzina di episodi su quaranta? Un po' mi è dispiaciuto perché tutta la storia precedente poteva essere sviluppata meglio, evitando di concentrarsi così tanto sui personaggi secondari, se poi questi sarebbero finiti solo per fare da comparsa (infatti, molti episodi della prima serie, li ho saltati).
Un'altra delle cose che mi ha convinto poco è stato il finale, non tanto dal punto di vista emotivo, perché è stato davvero bellissimo e commovente, quanto dal punto di vista proprio della trama: senza anticipare nulla, dico solo che anche poteva essere fatto un po' meglio. Ecco perché comunque non posso dargli più 8.
Nel complesso, "Clannad", o almeno "l'After Story", resta comunque un'opera unica che merita di essere vista almeno una volta. Preparate i fazzoletti.
Dopo avere versato fiumi di lacrime, eccomi qui a recensire "Clannad After Story", il seguito della prima stagione di "Clannad". Normalmente le seconde stagioni non sono il degno seguito delle prime, mentre qui con "Clannad after story" succede addirittura di trovarsi di fronte un seguito superiore alla prima stagione. "Clannad" è un'anime che mi è piaciuto tantissimo, ma trovo che in "Clannad after story" vi sia una maturità e una profondità attraverso le quali le vicende vengono narrate tali da rendere questa serie un vero gioiello.
Mentre nei primi episodi possiamo ancora ritrovare quella velata spensieratezza che ha caratterizzato la prima serie (velata, perché anche "Clannad" non può certo definirsi un anime spensierato) e ritroviamo ancora un'ambientazione scolastica con la narrazione episodica, è circa dal decimo episodio che l'atmosfera cambia completamente. Da quel momento la storia si concentrerà solo su Tomoya e Nagisa.
L' "After story" ci mostrerà il percorso di crescita dei due, decisamente maturati rispetto alla prima serie, nel quale Tomoya, ormai diplomato, cercherà di rendersi indipendente e di trovarsi un lavoro, in modo tale da potersi costruire un futuro, per arrivare poi alla costruzione di una famiglia propria insieme a Nagisa.
Il tema della famiglia, centrale nella prima serie, in questa seconda serie non viene quindi abbandonato, ma, mentre nella prima serie l'attenzione è rivolta alla famiglia di ciascun personaggio, adesso questa è rivolta esclusivamente alla famiglia che nascerà dall'unione di Nagisa e Tomoya. Nell' "After story" non solo i personaggi sono maturati, ma anche i contesti di vita sono quelli che appartengono al mondo degli adulti, con tutti i problemi e le difficoltà che ne conseguono.
Se già "Clannad" presentava dei picchi di drammaticità, preparatevi con "Clannad after story" a trattenere a stento le lacrime. Diciamo che ognuno ha una propria sensibilità. Vi sono storie che per alcuni possono essere commoventi e per altri no, ma con" Clannad after story" è diverso. Sfido chiunque a non commuoversi di fronte ad alcune scene, che sono tuttora impresse nella mia mente, come se avessero lasciato un segno indelebile. Non voglio spoilerare, dico soltanto che i temi affrontati in "Clannad after story" sono temi importanti, dove i rapporti umani vengono sviscerati nel profondo. La vita di Tomoya verrà messa a dura prova da una serie di eventi, e sarà proprio il modo in cui Tomoya a un certo punto affronterà tali eventi a essere una fonte di grande insegnamento.
C'è un episodio in particolare che credo valga la visione dell'intera serie, ed è l'episodio 18. E' un episodio intenso, che avrò visto e rivisto tante volte, e ogni volta non posso fare a meno di piangere. "Clannad after story" purtroppo ci mostra anche tutto ciò che nessuno di noi vorrebbe vedere, perché troppo difficile da accettare. Tant'è che uno dei messaggi che riecheggia e riecheggia nell'opera è che tutte le cose felici sono destinate prima o poi a finire.
Parlando del finale, che da molti è stato criticato, mi sento di dire che effettivamente è un finale piuttosto confusionario e di difficile interpretazione, ma che nel suo insieme non mi è dispiaciuto perché sembra voler dare un minimo di speranza. Ritengo che "Clannad after story" insieme alla sua prima serie capovolgano del tutto l'errata convinzione secondo la quale l'animazione giapponese sia roba per bambini, e credo che sia uno di quegli anime che andrebbe rivisto più volte nel corso della vita.
Il mio ultimo apprezzamento va alle colonne sonore che si sono rivelate essere all'altezza nell'accompagnare i momenti più sublimi e ricchi di pathos di questo anime meraviglioso. Quindi, do un bel dieci per tutti i motivi detti finora, consigliando quest'anime davvero a chiunque.
Mentre nei primi episodi possiamo ancora ritrovare quella velata spensieratezza che ha caratterizzato la prima serie (velata, perché anche "Clannad" non può certo definirsi un anime spensierato) e ritroviamo ancora un'ambientazione scolastica con la narrazione episodica, è circa dal decimo episodio che l'atmosfera cambia completamente. Da quel momento la storia si concentrerà solo su Tomoya e Nagisa.
L' "After story" ci mostrerà il percorso di crescita dei due, decisamente maturati rispetto alla prima serie, nel quale Tomoya, ormai diplomato, cercherà di rendersi indipendente e di trovarsi un lavoro, in modo tale da potersi costruire un futuro, per arrivare poi alla costruzione di una famiglia propria insieme a Nagisa.
Il tema della famiglia, centrale nella prima serie, in questa seconda serie non viene quindi abbandonato, ma, mentre nella prima serie l'attenzione è rivolta alla famiglia di ciascun personaggio, adesso questa è rivolta esclusivamente alla famiglia che nascerà dall'unione di Nagisa e Tomoya. Nell' "After story" non solo i personaggi sono maturati, ma anche i contesti di vita sono quelli che appartengono al mondo degli adulti, con tutti i problemi e le difficoltà che ne conseguono.
Se già "Clannad" presentava dei picchi di drammaticità, preparatevi con "Clannad after story" a trattenere a stento le lacrime. Diciamo che ognuno ha una propria sensibilità. Vi sono storie che per alcuni possono essere commoventi e per altri no, ma con" Clannad after story" è diverso. Sfido chiunque a non commuoversi di fronte ad alcune scene, che sono tuttora impresse nella mia mente, come se avessero lasciato un segno indelebile. Non voglio spoilerare, dico soltanto che i temi affrontati in "Clannad after story" sono temi importanti, dove i rapporti umani vengono sviscerati nel profondo. La vita di Tomoya verrà messa a dura prova da una serie di eventi, e sarà proprio il modo in cui Tomoya a un certo punto affronterà tali eventi a essere una fonte di grande insegnamento.
C'è un episodio in particolare che credo valga la visione dell'intera serie, ed è l'episodio 18. E' un episodio intenso, che avrò visto e rivisto tante volte, e ogni volta non posso fare a meno di piangere. "Clannad after story" purtroppo ci mostra anche tutto ciò che nessuno di noi vorrebbe vedere, perché troppo difficile da accettare. Tant'è che uno dei messaggi che riecheggia e riecheggia nell'opera è che tutte le cose felici sono destinate prima o poi a finire.
Parlando del finale, che da molti è stato criticato, mi sento di dire che effettivamente è un finale piuttosto confusionario e di difficile interpretazione, ma che nel suo insieme non mi è dispiaciuto perché sembra voler dare un minimo di speranza. Ritengo che "Clannad after story" insieme alla sua prima serie capovolgano del tutto l'errata convinzione secondo la quale l'animazione giapponese sia roba per bambini, e credo che sia uno di quegli anime che andrebbe rivisto più volte nel corso della vita.
Il mio ultimo apprezzamento va alle colonne sonore che si sono rivelate essere all'altezza nell'accompagnare i momenti più sublimi e ricchi di pathos di questo anime meraviglioso. Quindi, do un bel dieci per tutti i motivi detti finora, consigliando quest'anime davvero a chiunque.
Fresco della visione di "Clannad", e consapevole che la maggior parte delle volte i sequel non sono all'altezza degli originali, mi domandavo preoccupato cosa avrebbe potuto offrirmi ancora questo "After Story", senza che mi fossero guastate le piacevoli impressioni della prima serie.
Beh, dopo i primi episodi, eccezion fatta per una veste grafica migliorata - cosa di per sé già notevole -, la risposta sarebbe stata: "Niente".
Lo schema narrativo pressoché identico a quello di "Clannad", che si sviluppa su archi narrativi incentrati su specifici personaggi (in questo caso i problemi comportamentali di Youhei, il passato misterioso di Misae e la guerra fra bande cittadine), non aggiunge molto a quanto già visto: un piacevole diversivo in cui si alternano, come al solito, scenette divertenti e momenti di pathos, il tutto amalgamato da un onnipresente elemento magico.
Dopo questo convenzionale avvio giunge però improvviso, intorno alla nona puntata, un inaspettato cambio di rotta che, di primo acchito, lascia alquanto allibiti: abbandonata bruscamente la leggerezza della commedia adolescenziale, la storia inizia a prendere le fattezze di un romanzo di formazione, molto più realistico e molto meno spensierato.
I ritmi blandi degli anni del liceo lasciano spazio al susseguirsi serrato degli avvenimenti che segnano le tappe fondamentali della vita di un uomo, in cui prendono corpo le decisioni più importanti, legate ad affetti personali, famiglia e lavoro, in un crescendo di emozioni e colpi di scena che si concludono magistralmente con la solennità di una tragedia classica.
Raramente mi è capitato di sentirmi così partecipe della gioia e della sofferenza del protagonista di un anime, ma vi assicuro che certi momenti, enfatizzati da un accompagnamento musicale indovinatissimo e da una regia senza sbavature, sono così struggenti da non riuscire a trattenere le lacrime.
Impossibile non farsi trasportare dalla descrizione senza fronzoli dell'intimità tra Nagisa e Tomoya nella condivisione di un progetto comune, dal tratteggio delicato dell'infanzia di Ushio, dalla generosità di Sanae e Akio, dalla disperazione e dalla catarsi di Tomoya.
Sublime, direbbe Kant, un capolavoro di fronte al quale si rimescolano nell'animo ammirazione e soggezione.
Il punto più controverso resta però la questione riguardante il finale, principale pomo della discordia tra estimatori e denigratori della serie. Personalmente, mi trovo dalla parte di chi non l'ha apprezzato appieno: pur dovendo ammettere che non è assolutamente campato in aria, e che ha una sua collocazione logica all'interno dell'intera saga di "Clannad", resto convinto che, se l'"After Story" fosse finito una puntata prima, sarebbe diventato una pietra miliare dell'animazione.
Con gran rammarico, il finale scelto riesce invece a soffocare in gola la girandola di emozioni che fino a quel momento erano state elargite a piene mani, solo per dare una conclusione meno spiazzante - e più commerciabile - all'intera vicenda.
Solo per questo motivo - e me ne dispiace - non posso assegnare il massimo dei voti a "Clannad - After Story", nonostante rimanga una di quelle serie che non smetterò mai di amare, e che mi sento di consigliare calorosamente a tutti.
Beh, dopo i primi episodi, eccezion fatta per una veste grafica migliorata - cosa di per sé già notevole -, la risposta sarebbe stata: "Niente".
Lo schema narrativo pressoché identico a quello di "Clannad", che si sviluppa su archi narrativi incentrati su specifici personaggi (in questo caso i problemi comportamentali di Youhei, il passato misterioso di Misae e la guerra fra bande cittadine), non aggiunge molto a quanto già visto: un piacevole diversivo in cui si alternano, come al solito, scenette divertenti e momenti di pathos, il tutto amalgamato da un onnipresente elemento magico.
Dopo questo convenzionale avvio giunge però improvviso, intorno alla nona puntata, un inaspettato cambio di rotta che, di primo acchito, lascia alquanto allibiti: abbandonata bruscamente la leggerezza della commedia adolescenziale, la storia inizia a prendere le fattezze di un romanzo di formazione, molto più realistico e molto meno spensierato.
I ritmi blandi degli anni del liceo lasciano spazio al susseguirsi serrato degli avvenimenti che segnano le tappe fondamentali della vita di un uomo, in cui prendono corpo le decisioni più importanti, legate ad affetti personali, famiglia e lavoro, in un crescendo di emozioni e colpi di scena che si concludono magistralmente con la solennità di una tragedia classica.
Raramente mi è capitato di sentirmi così partecipe della gioia e della sofferenza del protagonista di un anime, ma vi assicuro che certi momenti, enfatizzati da un accompagnamento musicale indovinatissimo e da una regia senza sbavature, sono così struggenti da non riuscire a trattenere le lacrime.
Impossibile non farsi trasportare dalla descrizione senza fronzoli dell'intimità tra Nagisa e Tomoya nella condivisione di un progetto comune, dal tratteggio delicato dell'infanzia di Ushio, dalla generosità di Sanae e Akio, dalla disperazione e dalla catarsi di Tomoya.
Sublime, direbbe Kant, un capolavoro di fronte al quale si rimescolano nell'animo ammirazione e soggezione.
Il punto più controverso resta però la questione riguardante il finale, principale pomo della discordia tra estimatori e denigratori della serie. Personalmente, mi trovo dalla parte di chi non l'ha apprezzato appieno: pur dovendo ammettere che non è assolutamente campato in aria, e che ha una sua collocazione logica all'interno dell'intera saga di "Clannad", resto convinto che, se l'"After Story" fosse finito una puntata prima, sarebbe diventato una pietra miliare dell'animazione.
Con gran rammarico, il finale scelto riesce invece a soffocare in gola la girandola di emozioni che fino a quel momento erano state elargite a piene mani, solo per dare una conclusione meno spiazzante - e più commerciabile - all'intera vicenda.
Solo per questo motivo - e me ne dispiace - non posso assegnare il massimo dei voti a "Clannad - After Story", nonostante rimanga una di quelle serie che non smetterò mai di amare, e che mi sento di consigliare calorosamente a tutti.
"Clannad After Stor" è la degna serie conclusiva di "Clannad", prodotta dalla Kei nel 2008. Come la precedente è composta da 24 episodi, incentrati sulla vita di Tomoya dopo il diploma.
Trama
Come già anticipato nella presentazione sovrastante, "Clannad - After Story" ha come protagonista prevalentemente Tomoya, tralasciando gli altri personaggi secondari (quali Kyon, Ryon, Sonohara, Kotomi e co.) per descrivere la sua vita con Nagisa. Che fin da subito non si preannuncerà facile. Infatti, la ragazza, già risaputo essere di fragile salute, si ammalerà e perderà l'anno, non potendosi diplomare per le troppe assenze. Tomoya quindi, mentre Ngisa ripete per la seconda volta, entra nella società, trova un lavoro e una casa in cui stare. Ora è tempo di compiere un passo importante: sposare Nagisa!
Personaggi e considerazioni personali
Se ero rimasta impressionata dalla prima serie, questa mi ha letteralmente stregato. Mai pianto per un anime? Con questo allagherete casa. Si respira fin da subito la stessa aria profonda di "Clannad", ma "After Story" colpisce maggiormente per il suo realismo e allo stesso tempo per la sua atmosfera sovrannaturale. Finalmente si saprà l'identità della ragazza nel "mondo giunto alla fine" e la sua storia e quella di Tomoya si scopriranno legate.
La sola presenza di questa seconda serie è indice di originalità ed è un aspetto pregevole. Infatti è risaluto che la maggior parte degli shoujo terminano con la dichiarazione d'amore fra i protagonisti, lasciando un po' a tutti l'amaro in bocca.
Ho apprezzato molto la capacità di coinvolgere lo spettatore nelle vicende, forse più in questa serie che nella prima, perché l'elemento drammatico si è sostituito all'atmosfera felice di "Clannad".
Sono quindi ancora più propensa a catalogare l'anime come un seinen, in cui viene mostrato il lato più profondo dell'amore e soprattutto della vita: i giorni da studente sono finiti e il mondo è pronto a mostrarsi quanto più crudele possibile. Tomoya dovrà trovare le sue ragioni per vivere, combattendo la sofferenza e la solitudine, sperando e cercando ciò che solo lui può proteggere.
Per concludere, trovo che "Clannad" sia un anime che ha un grande impatto emotivo, al di là dei gusti, cosa che sinceramente mi ha sorpreso, essendo nato come visual novel. Non pensavo che se ne potesse estrapolare una storia tanto bella. Chi ama gli anime realistici non rimarrà insoddisfatto, così come chi ama le storia drammatiche e quelle romantiche. "Clannad - After Story" è una perfetta armonia di tutti questi generi e non smetterà di tenere lo spettatore con il fiato sospeso e gli occhi bagnati.
Trama
Come già anticipato nella presentazione sovrastante, "Clannad - After Story" ha come protagonista prevalentemente Tomoya, tralasciando gli altri personaggi secondari (quali Kyon, Ryon, Sonohara, Kotomi e co.) per descrivere la sua vita con Nagisa. Che fin da subito non si preannuncerà facile. Infatti, la ragazza, già risaputo essere di fragile salute, si ammalerà e perderà l'anno, non potendosi diplomare per le troppe assenze. Tomoya quindi, mentre Ngisa ripete per la seconda volta, entra nella società, trova un lavoro e una casa in cui stare. Ora è tempo di compiere un passo importante: sposare Nagisa!
Personaggi e considerazioni personali
Se ero rimasta impressionata dalla prima serie, questa mi ha letteralmente stregato. Mai pianto per un anime? Con questo allagherete casa. Si respira fin da subito la stessa aria profonda di "Clannad", ma "After Story" colpisce maggiormente per il suo realismo e allo stesso tempo per la sua atmosfera sovrannaturale. Finalmente si saprà l'identità della ragazza nel "mondo giunto alla fine" e la sua storia e quella di Tomoya si scopriranno legate.
La sola presenza di questa seconda serie è indice di originalità ed è un aspetto pregevole. Infatti è risaluto che la maggior parte degli shoujo terminano con la dichiarazione d'amore fra i protagonisti, lasciando un po' a tutti l'amaro in bocca.
Ho apprezzato molto la capacità di coinvolgere lo spettatore nelle vicende, forse più in questa serie che nella prima, perché l'elemento drammatico si è sostituito all'atmosfera felice di "Clannad".
Sono quindi ancora più propensa a catalogare l'anime come un seinen, in cui viene mostrato il lato più profondo dell'amore e soprattutto della vita: i giorni da studente sono finiti e il mondo è pronto a mostrarsi quanto più crudele possibile. Tomoya dovrà trovare le sue ragioni per vivere, combattendo la sofferenza e la solitudine, sperando e cercando ciò che solo lui può proteggere.
Per concludere, trovo che "Clannad" sia un anime che ha un grande impatto emotivo, al di là dei gusti, cosa che sinceramente mi ha sorpreso, essendo nato come visual novel. Non pensavo che se ne potesse estrapolare una storia tanto bella. Chi ama gli anime realistici non rimarrà insoddisfatto, così come chi ama le storia drammatiche e quelle romantiche. "Clannad - After Story" è una perfetta armonia di tutti questi generi e non smetterà di tenere lo spettatore con il fiato sospeso e gli occhi bagnati.
Portato finalmente a termine il tanto agognato spettacolo teatrale scritto da Nagisa, le condizioni di salute della ragazza peggiorano improvvisamente, precludendole per il secondo anno di fila il superamento dell'anno accademico. Tomoya, promosso insieme al resto dei suoi amici, inizia intanto a lavorare, dando al contempo una mano alla famiglia della sua ragazza. Quali sorprese attenderanno il futuro dei due giovani fidanzati, ora che, finita l'età adolescenziale, la loro vita è a un punto di svolta?
I temi trattati nella prima serie sono ripresi e ulteriormente sviluppati in questo seguito, dove i due protagonisti, abbandonando il contesto della vita scolastica, iniziano ad affrontare per la prima volta in modo diretto gli ostacoli che si interpongono tra sé stessi e le proprie ambizioni, avvicinandosi così in modo definitivo al proprio futuro. L'aspetto "slices of Life" inizia quindi in "After story" a farsi gradualmente da parte dopo una prima metà della serie, favorendo l'emergere di aspetti tipici della "commedia di formazione" nell'esporre la crescita dei protagonisti.
Un ottimo sviluppo quindi quello della storia, che finalmente, alleggerita della necessità di dovere presentare nuovi personaggi, riesce a prendere veramente lo spettatore con un ritmo non certo intenso, ma comunque coinvolgente.
Il miraggio di un'opera perfetta trova tuttavia uno scomodo ostacolo ancora una volta nelle scelte fatte a livello di storia, instillando nello spettatore tutta una serie di interrogativi visto lo sviluppo della stessa. Che senso può aver avuto impiegare ¾ della narrazione (l'intera prima stagione più metà circa della seconda) per approfondire (e nemmeno così tanto poi) la conoscenza di personaggi che poi, nella parte più decisiva, scompaiono in toto? Perché non dedicare più tempo alla maturità dei due personaggi principali, invece che rallentare il ritmo narrativo con una puntata filler su partite di baseball e via dicendo?
Insomma, l'impressione purtroppo è che ancora una volta la conversione tra l'impostazione di narrazione di una visual novel e quella di una serie animata abbia portato con sé dei grossi problemi, che lasciano senz'altro l'amaro in bocca.
Trovo bello il finale, una sorta di ultimo inno alla vita e punto di convergenza dello spirito generale dell'opera.
La grafica migliora nettamente come qualità rispetto al precedente appuntamento, presentando dei colori e dei disegni più vivi, nonché raffinando in parte il character design, che per inciso non cambia, ma assume dei tratti un po' meno ovattati. Belle musiche, soprattutto nella parte finale, dove sarebbe stato quanto mai irrispettoso non fare corrispondere a un innalzamento dei temi trattati una colonna sonora degna di tale nome.
Voto: 7/ 7 e mezzo - Al di là della convinzione generale, è mia opinione non ritenere la saga di 'Clannad' come un capolavoro assoluto, ma semplicemente come una buona opera, capace di appassionare ma anche di creare una certa irritazione a causa dell'impostazione narrativa scelta. Sbaglierei dicendo che è un'opera consigliata a tutti, ma senz'altro, una chance, la merita.
I temi trattati nella prima serie sono ripresi e ulteriormente sviluppati in questo seguito, dove i due protagonisti, abbandonando il contesto della vita scolastica, iniziano ad affrontare per la prima volta in modo diretto gli ostacoli che si interpongono tra sé stessi e le proprie ambizioni, avvicinandosi così in modo definitivo al proprio futuro. L'aspetto "slices of Life" inizia quindi in "After story" a farsi gradualmente da parte dopo una prima metà della serie, favorendo l'emergere di aspetti tipici della "commedia di formazione" nell'esporre la crescita dei protagonisti.
Un ottimo sviluppo quindi quello della storia, che finalmente, alleggerita della necessità di dovere presentare nuovi personaggi, riesce a prendere veramente lo spettatore con un ritmo non certo intenso, ma comunque coinvolgente.
Il miraggio di un'opera perfetta trova tuttavia uno scomodo ostacolo ancora una volta nelle scelte fatte a livello di storia, instillando nello spettatore tutta una serie di interrogativi visto lo sviluppo della stessa. Che senso può aver avuto impiegare ¾ della narrazione (l'intera prima stagione più metà circa della seconda) per approfondire (e nemmeno così tanto poi) la conoscenza di personaggi che poi, nella parte più decisiva, scompaiono in toto? Perché non dedicare più tempo alla maturità dei due personaggi principali, invece che rallentare il ritmo narrativo con una puntata filler su partite di baseball e via dicendo?
Insomma, l'impressione purtroppo è che ancora una volta la conversione tra l'impostazione di narrazione di una visual novel e quella di una serie animata abbia portato con sé dei grossi problemi, che lasciano senz'altro l'amaro in bocca.
Trovo bello il finale, una sorta di ultimo inno alla vita e punto di convergenza dello spirito generale dell'opera.
La grafica migliora nettamente come qualità rispetto al precedente appuntamento, presentando dei colori e dei disegni più vivi, nonché raffinando in parte il character design, che per inciso non cambia, ma assume dei tratti un po' meno ovattati. Belle musiche, soprattutto nella parte finale, dove sarebbe stato quanto mai irrispettoso non fare corrispondere a un innalzamento dei temi trattati una colonna sonora degna di tale nome.
Voto: 7/ 7 e mezzo - Al di là della convinzione generale, è mia opinione non ritenere la saga di 'Clannad' come un capolavoro assoluto, ma semplicemente come una buona opera, capace di appassionare ma anche di creare una certa irritazione a causa dell'impostazione narrativa scelta. Sbaglierei dicendo che è un'opera consigliata a tutti, ma senz'altro, una chance, la merita.
Amo gli anime perché dopo oltre vent'anni che li seguo con passione riescono ancora a stupirmi, in positivo e in negativo, ma sul finire della visione di questa serie ho sentito per la prima volta l'impulso di prendere il monitor fullhd e sbatterlo a terra.
'Clannad After Sory' segue gli eventi della prima serie del 2007, anime gradevole al quale però diedi un appena sufficiente per vari motivi che evito di elencare nuovamente. Qui buona parte dei difetti e delle banalità della serie precedente vengono risolti, in particolare nella tanto santificata seconda parte.
I primi sette episodi sono infatti una fotocopia di 'Clannad' con i soliti archi narrativi, questa volta più brevi, dedicati a un personaggio, tre episodi per la sorellina di Sunohara, due per la storia sui teppisti e altri due dedicati all'amministratrice del dormitorio, con la solita lacrimuccia forzata nel finale e un pizzico di paranormale (il gatto, le fugaci apparizioni di Fuko-chan).
Con il diploma e ciò che ne consegue 'After Story' entra nel vivo, Tomoya non ha le idee ben chiare sul suo futuro ma la relazione ormai consolidata con Nagisa, costretta a ripetere l'ultimo anno scolastico per motivi di salute, spingerà il ragazzo a trovarsi prima un impiego, poi un appartamento con il desiderio di viverci in seguito con la sua amata.
Le difficoltà sono molte, il lavoro scelto da Tomoya è massacrante e lo impegna per buona parte della giornata, Nagisa nella sua nuova classe non conosce nessuno e il club di teatro da lei fondato l'anno prima chiude i battenti ma nonostante ciò i due riusciranno a superare queste avversità e a sposarsi.
Tutto in questa fase accade con una velocità fulminea, la lentezza della "School Story" e i suoi inutili siparietti sono ormai un lontano ricordo, 'After Story' narra solo avvenimenti fondamentali, di quelli che cambiano l'intera esistenza del protagonista.
E infatti il climax della serie tocca i vertici con l'evento che non ti aspetti - o forse sì? Più che altro speravo che non accadesse, è diverso, poco importa comunque - e qui si entra nella terza fase con un Tomoya distrutto da questa tragedia e che deve trovare la forza di rialzarsi, o meglio, un motivo. Lo trova anni dopo, gli episodi che seguono sono il punto più alto di tutta la serie, che a questo punto fa davvero vibrare le corde del cuore, stavolta non sono lacrime telefonate di eventi assurdi come nella prima serie e la scena sul treno dell'episodio 18 mi ha toccato come poche altre, tutto grazie anche alla splendida colonna sonora - la Dango Daikazoku assume qui un significato ben diverso, bellissimo.
Con l'ennesimo dramma la serie si avvia alla conclusione, mi chiedevo a quel punto cosa potesse accadere ancora ed è qui che 'After Story' decide di stupirmi davvero, con un finale ai limiti della decenza umana. Il "capolavoro" che letteralmente va a farsi fottere grazie all'ultimo, sciagurato episodio che rende vano non solo l'insieme degli episodi precedenti (tutti) ma anche i significati che l'opera poteva trasmettere: un affresco sui drammi familiari, il rialzarsi dopo una tragedia, trovare una persona da proteggere e dare tutto per lei ecc. Tutto è mandato all'aria dato che con questo finale Clannad non significa un emerito niente.
Complimenti, geni.
Ecco che mi sono quindi sentito letteralmente preso per i fondelli, fosse stata una serie di 13 episodi probabilmente me la sarei presa fino a un certo punto, ma qui si parla di oltre 40 puntate, escluse le side story, difficile quindi contenere la rabbia, o meglio, il disgusto nel constatare che tutte le emozioni che 'After Story' ha tentato - e certe volte ci è riuscito - di trasmettere non valgono più nulla.
Se la serie si fosse conclusa con lo splendido episodio 18 avrei dato un bel 9 qui sotto, ma purtroppo finisce alla 22 (i restanti, come nella prima serie, sono storie alternative), tutto è vano, il voto assegnato è il risultato del rapporto tra la realizzazione tecnica di indubbia qualità e il nulla assoluto del senso di 'Clannad After Story'.
'Clannad After Sory' segue gli eventi della prima serie del 2007, anime gradevole al quale però diedi un appena sufficiente per vari motivi che evito di elencare nuovamente. Qui buona parte dei difetti e delle banalità della serie precedente vengono risolti, in particolare nella tanto santificata seconda parte.
I primi sette episodi sono infatti una fotocopia di 'Clannad' con i soliti archi narrativi, questa volta più brevi, dedicati a un personaggio, tre episodi per la sorellina di Sunohara, due per la storia sui teppisti e altri due dedicati all'amministratrice del dormitorio, con la solita lacrimuccia forzata nel finale e un pizzico di paranormale (il gatto, le fugaci apparizioni di Fuko-chan).
Con il diploma e ciò che ne consegue 'After Story' entra nel vivo, Tomoya non ha le idee ben chiare sul suo futuro ma la relazione ormai consolidata con Nagisa, costretta a ripetere l'ultimo anno scolastico per motivi di salute, spingerà il ragazzo a trovarsi prima un impiego, poi un appartamento con il desiderio di viverci in seguito con la sua amata.
Le difficoltà sono molte, il lavoro scelto da Tomoya è massacrante e lo impegna per buona parte della giornata, Nagisa nella sua nuova classe non conosce nessuno e il club di teatro da lei fondato l'anno prima chiude i battenti ma nonostante ciò i due riusciranno a superare queste avversità e a sposarsi.
Tutto in questa fase accade con una velocità fulminea, la lentezza della "School Story" e i suoi inutili siparietti sono ormai un lontano ricordo, 'After Story' narra solo avvenimenti fondamentali, di quelli che cambiano l'intera esistenza del protagonista.
E infatti il climax della serie tocca i vertici con l'evento che non ti aspetti - o forse sì? Più che altro speravo che non accadesse, è diverso, poco importa comunque - e qui si entra nella terza fase con un Tomoya distrutto da questa tragedia e che deve trovare la forza di rialzarsi, o meglio, un motivo. Lo trova anni dopo, gli episodi che seguono sono il punto più alto di tutta la serie, che a questo punto fa davvero vibrare le corde del cuore, stavolta non sono lacrime telefonate di eventi assurdi come nella prima serie e la scena sul treno dell'episodio 18 mi ha toccato come poche altre, tutto grazie anche alla splendida colonna sonora - la Dango Daikazoku assume qui un significato ben diverso, bellissimo.
Con l'ennesimo dramma la serie si avvia alla conclusione, mi chiedevo a quel punto cosa potesse accadere ancora ed è qui che 'After Story' decide di stupirmi davvero, con un finale ai limiti della decenza umana. Il "capolavoro" che letteralmente va a farsi fottere grazie all'ultimo, sciagurato episodio che rende vano non solo l'insieme degli episodi precedenti (tutti) ma anche i significati che l'opera poteva trasmettere: un affresco sui drammi familiari, il rialzarsi dopo una tragedia, trovare una persona da proteggere e dare tutto per lei ecc. Tutto è mandato all'aria dato che con questo finale Clannad non significa un emerito niente.
Complimenti, geni.
Ecco che mi sono quindi sentito letteralmente preso per i fondelli, fosse stata una serie di 13 episodi probabilmente me la sarei presa fino a un certo punto, ma qui si parla di oltre 40 puntate, escluse le side story, difficile quindi contenere la rabbia, o meglio, il disgusto nel constatare che tutte le emozioni che 'After Story' ha tentato - e certe volte ci è riuscito - di trasmettere non valgono più nulla.
Se la serie si fosse conclusa con lo splendido episodio 18 avrei dato un bel 9 qui sotto, ma purtroppo finisce alla 22 (i restanti, come nella prima serie, sono storie alternative), tutto è vano, il voto assegnato è il risultato del rapporto tra la realizzazione tecnica di indubbia qualità e il nulla assoluto del senso di 'Clannad After Story'.
'Clannad - After Story' è il seguito dell'anime 'Clannad', quindi mi limiterò ad analizzare la parte della storia perché, per quanto riguarda disegni e musiche, essendo una continuazione questi non sono variati.
Anche se a prima vista può sembrare molto diverso dalla prima serie (e infatti lo è), la visione di questa è secondo me essenziale perché copre la storia dei personaggi per molto tempo e aiuta a fare capire le loro situazioni e le loro mentalità.
Con quest'anime si abbandona completamente il felice e spensierato periodo scolastico e si va a narrare la storia dei ragazzi dopo il diploma. I personaggi che nella prima serie rimangono marginali nelle prime puntate diventano protagonisti e vengono raccontati degli episodi di contorno che li rendono più partecipi alla trama dell'anime, tutto questo fino a un evento particolare che avviene più avanti, dove si ha la scomparsa totale di questi personaggi secondari e si riprende la storia di Okazaki e Nagisa.
I toni allegri e spensierati vengono qui abbandonati completamente e si mostra la cruda realtà che coinvolge i ragazzi una volta che diventano parte attiva e integrante della società. Purtroppo non si può andare nello specifico senza fare degli spoiler e, considerata la bellezza della storia in questa seconda parte, sarebbe un peccato rovinarla così.
Posso spendere qualche parola in più sul finale. Mi ha veramente appassionato e mi è piaciuto molto. Anche se avevo perso le speranze intorno agli episodi 15-16, dove si ha un brusco rallentamento del ritmo e l'anime diventa molto lento, si rifà egregiamente con il finale. C'è un grosso colpo di scena e la storia si conclude in maniera veramente commovente, contribuendo anche a tappare dei buchi che si formano durante lo scorrere del tempo e collegando tutti i personaggi e le loro storie.
A una prima visione potrà sembrare poco chiaro il finale e bisogna rifletterci un attimo di più per capirlo pienamente. Il messaggio di fondo poi di amicizia e di bene è molto bello e realizzato anche con le animazioni in maniera egregia.
Non mi soffermerò su altro perché finirei con il fare degli spoiler, dell' 'After Story', ne consiglio assolutamente la visione e consiglio piuttosto la discussione sul forum ad anime completato. Il mio voto è 10, anche se con qualche imperfezione, ma se lo merita.
Anche se a prima vista può sembrare molto diverso dalla prima serie (e infatti lo è), la visione di questa è secondo me essenziale perché copre la storia dei personaggi per molto tempo e aiuta a fare capire le loro situazioni e le loro mentalità.
Con quest'anime si abbandona completamente il felice e spensierato periodo scolastico e si va a narrare la storia dei ragazzi dopo il diploma. I personaggi che nella prima serie rimangono marginali nelle prime puntate diventano protagonisti e vengono raccontati degli episodi di contorno che li rendono più partecipi alla trama dell'anime, tutto questo fino a un evento particolare che avviene più avanti, dove si ha la scomparsa totale di questi personaggi secondari e si riprende la storia di Okazaki e Nagisa.
I toni allegri e spensierati vengono qui abbandonati completamente e si mostra la cruda realtà che coinvolge i ragazzi una volta che diventano parte attiva e integrante della società. Purtroppo non si può andare nello specifico senza fare degli spoiler e, considerata la bellezza della storia in questa seconda parte, sarebbe un peccato rovinarla così.
Posso spendere qualche parola in più sul finale. Mi ha veramente appassionato e mi è piaciuto molto. Anche se avevo perso le speranze intorno agli episodi 15-16, dove si ha un brusco rallentamento del ritmo e l'anime diventa molto lento, si rifà egregiamente con il finale. C'è un grosso colpo di scena e la storia si conclude in maniera veramente commovente, contribuendo anche a tappare dei buchi che si formano durante lo scorrere del tempo e collegando tutti i personaggi e le loro storie.
A una prima visione potrà sembrare poco chiaro il finale e bisogna rifletterci un attimo di più per capirlo pienamente. Il messaggio di fondo poi di amicizia e di bene è molto bello e realizzato anche con le animazioni in maniera egregia.
Non mi soffermerò su altro perché finirei con il fare degli spoiler, dell' 'After Story', ne consiglio assolutamente la visione e consiglio piuttosto la discussione sul forum ad anime completato. Il mio voto è 10, anche se con qualche imperfezione, ma se lo merita.
<b>Attenzione! Contiene spoiler!</b>
'Clannad After Story' è davvero così fantastico come tutti dicono? Quando ho finito di vedere 'Clannad' ero abbastanza annoiato e indeciso se vedere anche la seconda serie; grazie a Dio l'ho fatto!
In effetti è tutta un'altra storia. Addio giorni felici e stereotipati della scuola superiore e via libera alla vita adulta. E' qua che inizia il dramma.
Difficile descrivere la malinconia e la tristezza che quest'anime riesce a trasmettere. Le musiche, i dialoghi, i disegni, tutto si trasforma. E' come se iniziasse un altro anime, molto più intenso e profondo del precedente.
I personaggi secondari spariscono dalla scena e tutto rimane focalizzato sulla storia di Nagisa e Tomoya. Una storia drammatica, come detto, ma che incredibilmente (o prevedibilmente, fate voi) finisce con il miglior lieto fine che possiate immaginare. Inizialmente la cosa può dare fastidio e fare storcere il naso, ma cercando nei vari forum tutto l'intreccio - eccessivamente complicato - viene chiarito e ciò può bastare a fare ritornare il sorriso a chi non ama certi artifici, come me.
Concludendo, Clannad è un anime dal forte contenuto emotivo, un vero gioiello per gli amanti del genere, che va visto tutto d'un fiato, senza trascurare la prima serie, più lenta e prevedibile della seconda, ma essenziale per il coinvolgimento totale dello spettatore.
Per chi non l'avesse ancora fatto, correte a vederlo.
'Clannad After Story' è davvero così fantastico come tutti dicono? Quando ho finito di vedere 'Clannad' ero abbastanza annoiato e indeciso se vedere anche la seconda serie; grazie a Dio l'ho fatto!
In effetti è tutta un'altra storia. Addio giorni felici e stereotipati della scuola superiore e via libera alla vita adulta. E' qua che inizia il dramma.
Difficile descrivere la malinconia e la tristezza che quest'anime riesce a trasmettere. Le musiche, i dialoghi, i disegni, tutto si trasforma. E' come se iniziasse un altro anime, molto più intenso e profondo del precedente.
I personaggi secondari spariscono dalla scena e tutto rimane focalizzato sulla storia di Nagisa e Tomoya. Una storia drammatica, come detto, ma che incredibilmente (o prevedibilmente, fate voi) finisce con il miglior lieto fine che possiate immaginare. Inizialmente la cosa può dare fastidio e fare storcere il naso, ma cercando nei vari forum tutto l'intreccio - eccessivamente complicato - viene chiarito e ciò può bastare a fare ritornare il sorriso a chi non ama certi artifici, come me.
Concludendo, Clannad è un anime dal forte contenuto emotivo, un vero gioiello per gli amanti del genere, che va visto tutto d'un fiato, senza trascurare la prima serie, più lenta e prevedibile della seconda, ma essenziale per il coinvolgimento totale dello spettatore.
Per chi non l'avesse ancora fatto, correte a vederlo.
Questa è una di quelle opere capaci di restare per sempre nel palazzo della memoria di chi le guarda. Si tratta di un anime molto triste, adatto soprattutto a quelle persone che ricercano un forte coinvolgimento emotivo.
"Clannad After Story" è la continuazione di "Clannad", ma in realtà non è necessario guardare la prima serie per apprezzare la seconda, perché quest'ultima è distaccata dalla prima, e quei pochi vuoti narrativi vengono compensati dai ricordi dei personaggi.
Le musiche sono molto belle, soprattutto quelle che si sentono durante le scene più commoventi, mentre i disegni sono nella norma, arricchiti da contrasti di luce in grado di dare la giusta atmosfera.
La storia è incentrata sul rapporto tra Tomoya e Nagisa, due giovani fidanzati che si sono conosciuti condividendo la vita scolastica, ma che in breve, oltre a dovere confrontarsi con i problemi legati alla vita adulta (lavoro, soldi, famiglia ecc.), dovranno affrontare un destino molto crudele, capace di mutare una felicità apparente in una sofferenza talmente grande da eliminare la volontà di continuare a vivere in un mondo tanto crudele.
'Clannad - After Story' è un anime impegnativo dal punto di vista emotivo, capace di fare riflettere sulla fragilità della vita umana.
"Clannad After Story" è la continuazione di "Clannad", ma in realtà non è necessario guardare la prima serie per apprezzare la seconda, perché quest'ultima è distaccata dalla prima, e quei pochi vuoti narrativi vengono compensati dai ricordi dei personaggi.
Le musiche sono molto belle, soprattutto quelle che si sentono durante le scene più commoventi, mentre i disegni sono nella norma, arricchiti da contrasti di luce in grado di dare la giusta atmosfera.
La storia è incentrata sul rapporto tra Tomoya e Nagisa, due giovani fidanzati che si sono conosciuti condividendo la vita scolastica, ma che in breve, oltre a dovere confrontarsi con i problemi legati alla vita adulta (lavoro, soldi, famiglia ecc.), dovranno affrontare un destino molto crudele, capace di mutare una felicità apparente in una sofferenza talmente grande da eliminare la volontà di continuare a vivere in un mondo tanto crudele.
'Clannad - After Story' è un anime impegnativo dal punto di vista emotivo, capace di fare riflettere sulla fragilità della vita umana.
Mi domandavo spesso perché "Clannad - After Story" venisse considerato quasi all'unanimità uno degli anime più belli di sempre. Le classifiche, i commenti, i voti e le recensioni, sembrava proprio che non ci fossero dubbi. Io invece qualche dubbio ce l'avevo, perché dopo avere terminato la prima serie di "Clannad" ero rimasto piacevolmente sorpreso da una visione decisamente ben strutturata, rilassante, commovente in alcuni frangenti, ma che risentiva di una certa ingenuità di fondo a cui mancavano i presupposti per essere considerato un anime di alto livello. Buono sì, ma non eccelso.
Ma cominciamo con ordine.
Il paese del Sol Levante, paradiso in terra per gli appassionati di anime/manga/videogiochi, ci ha ormai abituato a ogni tipo d'intrattenimento, dalle idee tanto stravaganti che spesso trovano il fulcro della propria ispirazione all'interno di meccanismi che riescono sempre a stupirci. E ai quali però siamo ormai abituati, ed è per questo che troviamo quasi normale leggere la notizia di una nuova serie ispirata ai personaggi del Pachinko o di un anime il cui scopo è quello di pubblicizzare una nota azienda che produce automobili. E anche se il risultato non è quasi mai esaltante, il prodotto è spesso ben confezionato, riuscendo a offrire una visione decisamente appagante. E allora cosa possiamo aspettarci da un anime, Clannad per l'appunto, che prende ispirazione da una visual novel?
La storia riprende esattamente dal punto in cui ci aveva lasciati. Ritroviamo da subito Tomoya Okazaki e Nagisa Furukawa, ormai fidanzati, ancora immersi in quel piccolo universo costellato dai volti dei loro stravaganti amici, che fin dalle prime battute sapranno ricondurci verso quelle atmosfere a cui eravamo tanto legati, riallacciando immediatamente ogni singolo legame con ogni singolo personaggio. Il filo non si è spezzato.
Le prime puntate sembrano ripercorrere esattamente la strada intrapresa dalla prima serie, dove i personaggi, le situazioni, tutti gli elementi, si muovono attraverso i gesti di questi ragazzi, ora all'ultimo anno del liceo. E' questa una sorta di "introduzione", come se gli autori non volessero deludere lo spettatore, offrendo una struttura ormai ben collaudata sulla quale avevano costruito tutta la prima serie, e che i fan avevano imparato ad amare. Sembrerebbe non esserci quindi nulla di nuovo, tranne un'animazione più curata rispetto al passato, una regia più attenta che cerca di dare una visione meno "formale" scegliendo una strada più matura, situazioni più intelligenti che tra uno spazio comico e l'altro sembrano volere suggerire che qualcosa di più grande si sta alimentando dall'interno. Insomma, vi è un inizio senza grossi stravolgimenti, con un deciso e tangibile miglioramento, ma che sembra non volere andare oltre.
Fino a quando però la scuola finisce, siamo circa all'undicesima puntata, e l'atmosfera sta cominciando da un paio di episodi a mutare, a diventare più introspettiva, più profonda, dimostrandoci di essere capace di sorreggersi senza dovere ricorrere al lato "comico" della vita.
Ed è qui che inizia la vera rivoluzione, il punto di svolta, una crescita improvvisa che sorprende lo spettatore lasciandolo disorientato.
I nostri due protagonisti si ritrovano improvvisamente a dovere far fronte a tutti quei problemi che la fine della scuola comporta, come la ricerca di un lavoro, le responsabilità, la spensieratezza che sembra ormai affievolirsi offuscata dalle tante preoccupazioni. I cambiamenti investono indistintamente tutti, ed è così che l'affiatato gruppo di amici sembra essere disperso, lasciando apparentemente Tomya e Nagisa soli. Una scelta precisa, forte, che costringe i sentimenti dello spettatore verso una direzione obbligata, che sembra essere come un prologo di una storia molto più grande. Ed è proprio quando diventiamo parte di questo meccanismo che un evento (forse non tanto inatteso) arriva a stravolgere ancora le nostre certezze.
Da quel momento l'intera vicenda prende le sembianze di un lungo domino, ogni tassello che cade innesca una serie di eventi che andranno a scavare sempre più nel profondo, come se volessero strapparci l'anima, lasciandoci alla fine di ogni episodio un piccolo vuoto dentro. Sono emozioni forti, che non lasciano tregua, anche quando alcune situazioni "comiche" sembrano venire in soccorso dello spettatore, sarà difficile distogliere lo sguardo dal fulcro dell'intera storia: una crescita importante, profonda, matura, difficile come la vita. Cercando di risalire fin dove è possibile, attraverso un percorso che non lascia tregua.
"Clannad - After Story" è un anime assolutamente unico. Quello che inizialmente sembra essere il classico seguito, in perfetta armonia con la serie precedente, spiazza lo spettatore ignaro di quello che lo attende. Presenta un incipt che serve a ricreare un legame, a riportarci dentro le atmosfere di Clannad, per poi spingerti verso un cambiamento drastico, una crescita che inevitabilmente scivola senza tregua: una storia matura, raccontata con intelligenza, che non cerca escamotage. Racconta i piccoli eventi della vita, quelli che possono fare "male", e lo fa senza inutili fronzoli, gettandoci dentro un mondo che appartiene un po' a tutti.
Finalmente ho capito il significato della parola "capolavoro" accanto a "Clannad - After Story". Voto: 9,5.
Ma cominciamo con ordine.
Il paese del Sol Levante, paradiso in terra per gli appassionati di anime/manga/videogiochi, ci ha ormai abituato a ogni tipo d'intrattenimento, dalle idee tanto stravaganti che spesso trovano il fulcro della propria ispirazione all'interno di meccanismi che riescono sempre a stupirci. E ai quali però siamo ormai abituati, ed è per questo che troviamo quasi normale leggere la notizia di una nuova serie ispirata ai personaggi del Pachinko o di un anime il cui scopo è quello di pubblicizzare una nota azienda che produce automobili. E anche se il risultato non è quasi mai esaltante, il prodotto è spesso ben confezionato, riuscendo a offrire una visione decisamente appagante. E allora cosa possiamo aspettarci da un anime, Clannad per l'appunto, che prende ispirazione da una visual novel?
La storia riprende esattamente dal punto in cui ci aveva lasciati. Ritroviamo da subito Tomoya Okazaki e Nagisa Furukawa, ormai fidanzati, ancora immersi in quel piccolo universo costellato dai volti dei loro stravaganti amici, che fin dalle prime battute sapranno ricondurci verso quelle atmosfere a cui eravamo tanto legati, riallacciando immediatamente ogni singolo legame con ogni singolo personaggio. Il filo non si è spezzato.
Le prime puntate sembrano ripercorrere esattamente la strada intrapresa dalla prima serie, dove i personaggi, le situazioni, tutti gli elementi, si muovono attraverso i gesti di questi ragazzi, ora all'ultimo anno del liceo. E' questa una sorta di "introduzione", come se gli autori non volessero deludere lo spettatore, offrendo una struttura ormai ben collaudata sulla quale avevano costruito tutta la prima serie, e che i fan avevano imparato ad amare. Sembrerebbe non esserci quindi nulla di nuovo, tranne un'animazione più curata rispetto al passato, una regia più attenta che cerca di dare una visione meno "formale" scegliendo una strada più matura, situazioni più intelligenti che tra uno spazio comico e l'altro sembrano volere suggerire che qualcosa di più grande si sta alimentando dall'interno. Insomma, vi è un inizio senza grossi stravolgimenti, con un deciso e tangibile miglioramento, ma che sembra non volere andare oltre.
Fino a quando però la scuola finisce, siamo circa all'undicesima puntata, e l'atmosfera sta cominciando da un paio di episodi a mutare, a diventare più introspettiva, più profonda, dimostrandoci di essere capace di sorreggersi senza dovere ricorrere al lato "comico" della vita.
Ed è qui che inizia la vera rivoluzione, il punto di svolta, una crescita improvvisa che sorprende lo spettatore lasciandolo disorientato.
I nostri due protagonisti si ritrovano improvvisamente a dovere far fronte a tutti quei problemi che la fine della scuola comporta, come la ricerca di un lavoro, le responsabilità, la spensieratezza che sembra ormai affievolirsi offuscata dalle tante preoccupazioni. I cambiamenti investono indistintamente tutti, ed è così che l'affiatato gruppo di amici sembra essere disperso, lasciando apparentemente Tomya e Nagisa soli. Una scelta precisa, forte, che costringe i sentimenti dello spettatore verso una direzione obbligata, che sembra essere come un prologo di una storia molto più grande. Ed è proprio quando diventiamo parte di questo meccanismo che un evento (forse non tanto inatteso) arriva a stravolgere ancora le nostre certezze.
Da quel momento l'intera vicenda prende le sembianze di un lungo domino, ogni tassello che cade innesca una serie di eventi che andranno a scavare sempre più nel profondo, come se volessero strapparci l'anima, lasciandoci alla fine di ogni episodio un piccolo vuoto dentro. Sono emozioni forti, che non lasciano tregua, anche quando alcune situazioni "comiche" sembrano venire in soccorso dello spettatore, sarà difficile distogliere lo sguardo dal fulcro dell'intera storia: una crescita importante, profonda, matura, difficile come la vita. Cercando di risalire fin dove è possibile, attraverso un percorso che non lascia tregua.
"Clannad - After Story" è un anime assolutamente unico. Quello che inizialmente sembra essere il classico seguito, in perfetta armonia con la serie precedente, spiazza lo spettatore ignaro di quello che lo attende. Presenta un incipt che serve a ricreare un legame, a riportarci dentro le atmosfere di Clannad, per poi spingerti verso un cambiamento drastico, una crescita che inevitabilmente scivola senza tregua: una storia matura, raccontata con intelligenza, che non cerca escamotage. Racconta i piccoli eventi della vita, quelli che possono fare "male", e lo fa senza inutili fronzoli, gettandoci dentro un mondo che appartiene un po' a tutti.
Finalmente ho capito il significato della parola "capolavoro" accanto a "Clannad - After Story". Voto: 9,5.
"Clannad - After Story" racconta ciò che succede ai personaggi della prima serie, ma, a differenza di "Clannad", che copre un arco di tempo relativamente breve (sei mesi - un anno circa), questa serie copre molto più tempo, ovvero qualche anno. I primi dieci episodi circa sono ambientati ancora a scuola, ma i restanti dodici parlano della vita che viene una volta terminata la scuola superiore.
Storia
La trama, in sé e per sé, non ha particolari colpi di scena, e raramente riesce a stupire. Però, come per la prima serie, la narrazione riesce a coinvolgere lo spettatore come ben poche opere riescono, in particolare dal quindicesimo - sedicesimo episodio. Il modo in cui viene visto il mondo probabilmente è "poco realista e molto buonista", ma questo contribuisce a creare quell'atmosfera quasi unica che caratterizza questa serie.
La storia del mondo giunto alla fine - non menzionata nella recensione di "Clannad" ma fondamentale per la trama - non verrà propriamente spiegata, ma sarà possibile capirne il significato.
Personaggi
Una volta terminata la scuola, molti dei personaggi non avranno che apparizioni sporadiche, mentre alcuni addirittura scompariranno, e questo un po' dispiace. Dei personaggi che avevano il ruolo di comprimari nella prima serie, numerosi prenderanno più importanza - anche solo per poche puntate -, e verrà mostrata la loro storia.
L'evoluzione di Tomoya è resa in maniera perfetta, il suo passaggio da essere un ragazzo a essere un adulto, tutti i cambiamenti dati da quell'età, le speranze e le preoccupazioni, il modo in cui viene influenzato dagli eventi e dalle persone, tutto senza incongruenze o forzature. Anche gli altri personaggi sono resi ottimamente, ovviamente.
Doppiaggio e colonna sonora
Il doppiaggio, come sempre, è ottimo. Le musiche sono rimaste principalmente quelle della prima serie, e, in fondo, perché cambiare qualcosa che va già più che bene così com'è? L'opening rimane ottima, e l'ending è migliore di quella della prima serie. Insomma, il comparto audio e perfetto.
Disegni e animazioni
Anche qui, i disegni sono quelli della prima serie, anzi, a me sono sembrati migliori. Le animazioni sono fluide, e lo stile rimane kawaii.
Longevità
Le prime puntate sono un po' lente, mentre quelle centrali sono decisamente più coinvolgenti, ma l'apice è raggiunto solamente nelle ultime sei-sette puntate, che ho guardato una dietro l'altra. Dei due episodi speciali, il primo consiste in alcuni avvenimenti che vanno collocati cronologicamente prima della prima serie, e che raccontano di come Tomoya e Sunohara hanno incontrato Kyou e Ryou; mentre il secondo special consiste in un racconto di Tomoya di quanto è successo nelle due serie, ed è quindi un riassunto in venti minuti di ben quarantasei episodi, riuscito comunque abbastanza bene.
Apprezzamento personale
"Clannad - After Story" è il secondo anime che è riuscito a farmi piangere. Magari sono un po' io che mi emoziono facilmente, non so, ma questa serie è riuscita veramente a coinvolgermi in maniera incredibile. L'idea del mondo che viene data è magari un po' idealizzata, ma, come "Clannad", questa seconda serie ti lascia qualcosa dentro, qualcosa difficile da dimenticare.
Voto complessivo: 10
E' il primo dieci pieno che assegno, e a mio avviso è pienamente meritato. Se vi è piaciuta la prima serie, allora questa non potete non guardarla. Se non vi è piaciuta la prima, questa potrebbe piacervi comunque, in quanto ci si stacca dal genere scolastico per passare allo slice of live.
Come per la prima serie, comunque, se odiate il genere allora non è che ci sia molto da fare.
Storia
La trama, in sé e per sé, non ha particolari colpi di scena, e raramente riesce a stupire. Però, come per la prima serie, la narrazione riesce a coinvolgere lo spettatore come ben poche opere riescono, in particolare dal quindicesimo - sedicesimo episodio. Il modo in cui viene visto il mondo probabilmente è "poco realista e molto buonista", ma questo contribuisce a creare quell'atmosfera quasi unica che caratterizza questa serie.
La storia del mondo giunto alla fine - non menzionata nella recensione di "Clannad" ma fondamentale per la trama - non verrà propriamente spiegata, ma sarà possibile capirne il significato.
Personaggi
Una volta terminata la scuola, molti dei personaggi non avranno che apparizioni sporadiche, mentre alcuni addirittura scompariranno, e questo un po' dispiace. Dei personaggi che avevano il ruolo di comprimari nella prima serie, numerosi prenderanno più importanza - anche solo per poche puntate -, e verrà mostrata la loro storia.
L'evoluzione di Tomoya è resa in maniera perfetta, il suo passaggio da essere un ragazzo a essere un adulto, tutti i cambiamenti dati da quell'età, le speranze e le preoccupazioni, il modo in cui viene influenzato dagli eventi e dalle persone, tutto senza incongruenze o forzature. Anche gli altri personaggi sono resi ottimamente, ovviamente.
Doppiaggio e colonna sonora
Il doppiaggio, come sempre, è ottimo. Le musiche sono rimaste principalmente quelle della prima serie, e, in fondo, perché cambiare qualcosa che va già più che bene così com'è? L'opening rimane ottima, e l'ending è migliore di quella della prima serie. Insomma, il comparto audio e perfetto.
Disegni e animazioni
Anche qui, i disegni sono quelli della prima serie, anzi, a me sono sembrati migliori. Le animazioni sono fluide, e lo stile rimane kawaii.
Longevità
Le prime puntate sono un po' lente, mentre quelle centrali sono decisamente più coinvolgenti, ma l'apice è raggiunto solamente nelle ultime sei-sette puntate, che ho guardato una dietro l'altra. Dei due episodi speciali, il primo consiste in alcuni avvenimenti che vanno collocati cronologicamente prima della prima serie, e che raccontano di come Tomoya e Sunohara hanno incontrato Kyou e Ryou; mentre il secondo special consiste in un racconto di Tomoya di quanto è successo nelle due serie, ed è quindi un riassunto in venti minuti di ben quarantasei episodi, riuscito comunque abbastanza bene.
Apprezzamento personale
"Clannad - After Story" è il secondo anime che è riuscito a farmi piangere. Magari sono un po' io che mi emoziono facilmente, non so, ma questa serie è riuscita veramente a coinvolgermi in maniera incredibile. L'idea del mondo che viene data è magari un po' idealizzata, ma, come "Clannad", questa seconda serie ti lascia qualcosa dentro, qualcosa difficile da dimenticare.
Voto complessivo: 10
E' il primo dieci pieno che assegno, e a mio avviso è pienamente meritato. Se vi è piaciuta la prima serie, allora questa non potete non guardarla. Se non vi è piaciuta la prima, questa potrebbe piacervi comunque, in quanto ci si stacca dal genere scolastico per passare allo slice of live.
Come per la prima serie, comunque, se odiate il genere allora non è che ci sia molto da fare.
<b>[ALLARME SPOILER: non leggete quanto segue se non avete già visto tutta la serie!]</b>
Premetto subito che non amo il character design della Kay, sia graficamente sia caratterialmente, perché le ragazzine kawaii con le vocette pucciose mi sono sempre state sui nervi. Non amo neppure i loro sfondi e panorami. Per chiarire meglio la mia posizione riporto qui qualche frase dalla mia recensione di Kanon:
<i>I disegni mi sono parsi fin da subito troppo luminosi, troppo colorati, troppo caldi, troppo carichi di sentimento. I personaggi femminili mi sono parsi troppo belli, troppo kawaii, con gli occhi troppo grandi e troppo uguali gli uni altri: all'inizio non riuscivo neppure a distinguere la cugina dalla zia. Il tutto (disegni e atmosfera) mi sembrava falso e artificioso: dopo la prima puntata mi sono detto: "Accidenti, mi sa che mi trovo di fronte a un'altra di quelle serie con una confezione stupenda che maschera un vuoto totale di contenuti." </i>
Ammetto quindi di essere prevenuto. Ciò nonostante alla fine ho assegnato a Kanon un 8,5 (arrotondato a 9 perché quel giorno mi sentivo di buon umore) per vari motivi. In primo luogo gli ho riconosciuto un'originalità rispetto ad altre serie degli stessi anni; in secondo luogo ho trovato le musiche stupende; in terzo luogo mi è piaciuto qualche personaggio - il protagonista Yuuichi e tra le ragazze Mai, Makoto, Nayuki, in quest'ordine; non mi è piaciuta Ayu, il corrispettivo di Nagisa come character design -; in quarto luogo ho trovato la trama ben congegnata e consistente. Infine, sono passato sopra a tutte le mie prevenzioni perché alla fine ho deciso che si trattava di una serie fantastica, non realistica, e che quindi l'atmosfera di irrealtà che permeava tutto l'anime era accettabile.
Non è così in Clannad. È vero che Clannad presenta qualche sfumatura fantastica, ma tali sfumature sembrano non avere posto nell'anime, sono messe lì solo per giustificare il finale, punto dolente su cui mi soffermerò più avanti. Non potendo collocarlo come opera fantastica ho deciso di giudicare Clannad, la prima serie, come serie scolastica/sentimentale/umoristica e l'After Story come slice of live. L'avere cambiato collocazione giustifica i miei voti. Come opera scolastica Clannad non è un granché: non è originale come lo era Kanon, trovo i personaggi tutti piuttosto insulsi, i colori e le musiche sono inferiori; si salva qualche battuta di Okazaki, ma neanche tanto. Ho assegnato un 7 solo perché non mi aspetto tanto dal genere scolastico.
D'altra parte, l'After Story, l'ho considerato uno slice of life e da questo genere mi aspetto molto: in primo luogo un realismo psicologico dei personaggi e una storia credibile. E su questi punti l'After Story precipita completamente. Scenette ridicole come quelle sul pane di Sanae, che non mi piacevano neppure nel contesto umoristico della prima serie, mi sono diventate odiose nel contesto drammatico della seconda serie. Le prime 12 puntate sono una continuazione diretta della prima serie: a dire il vero sono realizzate un po' meglio, ma ormai mancano completamente di originalità, annoiano e io le valuterei al massimo 6. Ci ho messo mesi per vederle tutte, una gran fatica. Le successive 10 puntate dell'After Story sono quelle che contano, è lì che è il cuore della serie, la parte che quasi tutti hanno valutato a 10. Le ultime due puntate sono dei filler inutili per cui non le considerò neppure.
Nella seconda metà, l'After Story Clannad diventa al 100% uno slice of life: Tomoya trova un lavoro, Nagisa si diploma e i due si sposano. È interessante notare come nell'After Story gli aspetti sessuali della vita siano stati totalmente rimossi: in Kanon erano molto presenti, sia pure in modo implicito; in Clannad erano poco presenti ma c'erano; nell'After Story non esistono. Nagisa e Tomoya vivono insieme, dormono insieme, in una scena addirittura Nagisa confessa esplicitamente ai genitori che i due hanno rapporti sessuali ma lo spettatore non vede assolutamente nulla. Anche questo non è realistico, ma ho deciso di accettarlo perché evidentemente fare vedere gli imbarazzi della prima notte di nozze non era quello che gli autori dell'After Story si proponevano di mostrare - troppo scontato - e questa è una scelta stilistica che ho deciso di rispettare. Mi ha dato comunque fastidio che si sia sprecata una puntata a mostrare Nagisa vestita da cameriera, con il suocero Akio travestito da rapper: ma chi ha avuto questa bella pensata?
La parte veramente interessante dell'After Story inizia quando Nagisa finalmente muore. Dico finalmente perché questo sviluppo era stato preannunciato da tempo, fin dalla prima serie si sapeva che Nagisa aveva un male misterioso e poche puntate prima della morte il medico dice chiaramente che il parto può comportare dei rischi. Credo che non ci sia nessuno che si sia sorpreso alla morte di Nagisa: io ho tirato un sospiro di sollievo: "Era ora", ho pensato, adesso finalmente succederà qualcosa. E in effetti qualcosa succede, nasce la bambina Ushio che viene però allevata dai nonni. Passano cinque anni in cui apparentemente Tomoya non ha quasi mai visto la bambina e poi in pochi giorni di gita cambia idea, perdona il padre, si mette a vivere con Ushio, diventa un genitore modello. Il tutto viene sbrigato in pochissime puntate, quando sono state spese decine di puntate su stupidaggini: francamente l'ho trovata una scelta registica assurda.
E adesso veniamo al finale, in assoluto la parte peggiore dell'After Story. Dopo quasi cinquanta puntate si scopre finalmente il segreto della ragazza che vive nel mondo innevato con l'orsetto metallico: si tratta in effetti di una versione alternativa di Ushio, mentre l'orsetto non è altri che lo stesso Tomoya! Su questa rivelazione posso passare; è evidente che è una scusa per giustificare il miracolo finale, del resto Tomoya aveva visto la sfera luminosa che garantisce i miracoli già decine di puntate prima, Ushio idem, il miracolo me l'aspettavo. Quando ho visto che anche Ushio era affetta dalla stessa malattia di Nagisa ho pensato: ma non vorranno mica far morire anche Ushio? Questo è troppo! Ho immaginato che l'avrebbero messa in pericolo di vita soltanto per salvarla nell'ultima puntata con un miracolo, finale scontato ma che ci poteva anche stare. Invece la risoluzione finale è stata la cosa peggiore possibile: il miracolo avviene, la storia torna indietro di cinque anni, ed è tutto come se Nagisa non fosse mai morta! Insomma, gli autori prendono per il sedere i milioni di telespettatori che si sono commossi per Nagisa e Ushio e dicono: va bene, abbiamo scherzato, tutto questo non è mai successo, state tranquilli, tutto è bene quel che finisce bene! Questo finale è da 1, prendere in giro gli spettatori è assolutamente inaccettabile. È questo che ha dato il colpo di grazia all'After Story, che già dall'inizio, secondo me, era partita male. Se il finale fosse stato: avviene il miracolo, Ushio si salva e Tomoya sposa Kyou (ci sono degli indizi in tale senso) avrei assegnato senz'altro la sufficienza, nonostante i vari difetti esistenti.
Il difetto fondamentale di Clannad è la visione edulcorata della realtà tipica di tutte le opere della Key, in cui i personaggi non sono persone ma dei santi. Soprattutto le scene coniugali tra Nagisa e Tomoya sono inverosimili al massimo grado, Nagisa è di una bontà assoluta. Ma non sono solo i personaggi, anche gli sfondi, i colori, tutto è deformato da una visione estetica completamente falsa del mondo. In Clannad non esistono lo sporco, la puzza, il rumore, il sangue: Nagisa partorisce ed è più bella di prima, sulla pelle ha gocce di rugiada, non sudore. Tomoya torna a casa in treno con Ushio con sullo sfondo un tramonto stupendo e quello che ho pensato io è stato: possibile che in Giappone i treni siano deserti? In Italia sarebbero stracarichi di gente che parla, si agita, si muove, puzza, fa casino. Capisco che a volte si debbano prendere delle licenze poetiche: ma Clannad è tutta una licenza poetica. E tutta questa tanto decantata tristezza per cosa? Alla fine non è morto nessuno e tutti sono sempre vissuti felici e contenti!
Insomma, per me è una serie decisamente insufficiente anche se la realizzazione tecnica è impressionante, superiore anche a quella della prima serie: mi pare infatti che nella seconda metà dell'After Story i colori siano diventati molto più vivi e spostati molto di più verso il rosso e il blu, mentre all'inizio erano molto più chiari e spostati verso il beige delle uniformi scolastiche. Ma gli aspetti visivi da soli non bastano a fare una serie. Se cercate una serie che sia veramente triste, guardatevi uno qualunque dei meisaku strappalacrime degli anni settanta e ottanta, li sì che si trovano sofferenze vere, malattie vere e morti vere. In Clannad è tutto farlocco.
Sono stato molto in dubbio sul voto da assegnare: quelli che si merita a mio avviso è un 4,5 che ho pensato seriamente di approssimare per difetto a un 4. Tuttavia, in considerazione della canzone dei dango, preso da un attacco di bontà ho deciso di arrotondare il voto a 5.
Premetto subito che non amo il character design della Kay, sia graficamente sia caratterialmente, perché le ragazzine kawaii con le vocette pucciose mi sono sempre state sui nervi. Non amo neppure i loro sfondi e panorami. Per chiarire meglio la mia posizione riporto qui qualche frase dalla mia recensione di Kanon:
<i>I disegni mi sono parsi fin da subito troppo luminosi, troppo colorati, troppo caldi, troppo carichi di sentimento. I personaggi femminili mi sono parsi troppo belli, troppo kawaii, con gli occhi troppo grandi e troppo uguali gli uni altri: all'inizio non riuscivo neppure a distinguere la cugina dalla zia. Il tutto (disegni e atmosfera) mi sembrava falso e artificioso: dopo la prima puntata mi sono detto: "Accidenti, mi sa che mi trovo di fronte a un'altra di quelle serie con una confezione stupenda che maschera un vuoto totale di contenuti." </i>
Ammetto quindi di essere prevenuto. Ciò nonostante alla fine ho assegnato a Kanon un 8,5 (arrotondato a 9 perché quel giorno mi sentivo di buon umore) per vari motivi. In primo luogo gli ho riconosciuto un'originalità rispetto ad altre serie degli stessi anni; in secondo luogo ho trovato le musiche stupende; in terzo luogo mi è piaciuto qualche personaggio - il protagonista Yuuichi e tra le ragazze Mai, Makoto, Nayuki, in quest'ordine; non mi è piaciuta Ayu, il corrispettivo di Nagisa come character design -; in quarto luogo ho trovato la trama ben congegnata e consistente. Infine, sono passato sopra a tutte le mie prevenzioni perché alla fine ho deciso che si trattava di una serie fantastica, non realistica, e che quindi l'atmosfera di irrealtà che permeava tutto l'anime era accettabile.
Non è così in Clannad. È vero che Clannad presenta qualche sfumatura fantastica, ma tali sfumature sembrano non avere posto nell'anime, sono messe lì solo per giustificare il finale, punto dolente su cui mi soffermerò più avanti. Non potendo collocarlo come opera fantastica ho deciso di giudicare Clannad, la prima serie, come serie scolastica/sentimentale/umoristica e l'After Story come slice of live. L'avere cambiato collocazione giustifica i miei voti. Come opera scolastica Clannad non è un granché: non è originale come lo era Kanon, trovo i personaggi tutti piuttosto insulsi, i colori e le musiche sono inferiori; si salva qualche battuta di Okazaki, ma neanche tanto. Ho assegnato un 7 solo perché non mi aspetto tanto dal genere scolastico.
D'altra parte, l'After Story, l'ho considerato uno slice of life e da questo genere mi aspetto molto: in primo luogo un realismo psicologico dei personaggi e una storia credibile. E su questi punti l'After Story precipita completamente. Scenette ridicole come quelle sul pane di Sanae, che non mi piacevano neppure nel contesto umoristico della prima serie, mi sono diventate odiose nel contesto drammatico della seconda serie. Le prime 12 puntate sono una continuazione diretta della prima serie: a dire il vero sono realizzate un po' meglio, ma ormai mancano completamente di originalità, annoiano e io le valuterei al massimo 6. Ci ho messo mesi per vederle tutte, una gran fatica. Le successive 10 puntate dell'After Story sono quelle che contano, è lì che è il cuore della serie, la parte che quasi tutti hanno valutato a 10. Le ultime due puntate sono dei filler inutili per cui non le considerò neppure.
Nella seconda metà, l'After Story Clannad diventa al 100% uno slice of life: Tomoya trova un lavoro, Nagisa si diploma e i due si sposano. È interessante notare come nell'After Story gli aspetti sessuali della vita siano stati totalmente rimossi: in Kanon erano molto presenti, sia pure in modo implicito; in Clannad erano poco presenti ma c'erano; nell'After Story non esistono. Nagisa e Tomoya vivono insieme, dormono insieme, in una scena addirittura Nagisa confessa esplicitamente ai genitori che i due hanno rapporti sessuali ma lo spettatore non vede assolutamente nulla. Anche questo non è realistico, ma ho deciso di accettarlo perché evidentemente fare vedere gli imbarazzi della prima notte di nozze non era quello che gli autori dell'After Story si proponevano di mostrare - troppo scontato - e questa è una scelta stilistica che ho deciso di rispettare. Mi ha dato comunque fastidio che si sia sprecata una puntata a mostrare Nagisa vestita da cameriera, con il suocero Akio travestito da rapper: ma chi ha avuto questa bella pensata?
La parte veramente interessante dell'After Story inizia quando Nagisa finalmente muore. Dico finalmente perché questo sviluppo era stato preannunciato da tempo, fin dalla prima serie si sapeva che Nagisa aveva un male misterioso e poche puntate prima della morte il medico dice chiaramente che il parto può comportare dei rischi. Credo che non ci sia nessuno che si sia sorpreso alla morte di Nagisa: io ho tirato un sospiro di sollievo: "Era ora", ho pensato, adesso finalmente succederà qualcosa. E in effetti qualcosa succede, nasce la bambina Ushio che viene però allevata dai nonni. Passano cinque anni in cui apparentemente Tomoya non ha quasi mai visto la bambina e poi in pochi giorni di gita cambia idea, perdona il padre, si mette a vivere con Ushio, diventa un genitore modello. Il tutto viene sbrigato in pochissime puntate, quando sono state spese decine di puntate su stupidaggini: francamente l'ho trovata una scelta registica assurda.
E adesso veniamo al finale, in assoluto la parte peggiore dell'After Story. Dopo quasi cinquanta puntate si scopre finalmente il segreto della ragazza che vive nel mondo innevato con l'orsetto metallico: si tratta in effetti di una versione alternativa di Ushio, mentre l'orsetto non è altri che lo stesso Tomoya! Su questa rivelazione posso passare; è evidente che è una scusa per giustificare il miracolo finale, del resto Tomoya aveva visto la sfera luminosa che garantisce i miracoli già decine di puntate prima, Ushio idem, il miracolo me l'aspettavo. Quando ho visto che anche Ushio era affetta dalla stessa malattia di Nagisa ho pensato: ma non vorranno mica far morire anche Ushio? Questo è troppo! Ho immaginato che l'avrebbero messa in pericolo di vita soltanto per salvarla nell'ultima puntata con un miracolo, finale scontato ma che ci poteva anche stare. Invece la risoluzione finale è stata la cosa peggiore possibile: il miracolo avviene, la storia torna indietro di cinque anni, ed è tutto come se Nagisa non fosse mai morta! Insomma, gli autori prendono per il sedere i milioni di telespettatori che si sono commossi per Nagisa e Ushio e dicono: va bene, abbiamo scherzato, tutto questo non è mai successo, state tranquilli, tutto è bene quel che finisce bene! Questo finale è da 1, prendere in giro gli spettatori è assolutamente inaccettabile. È questo che ha dato il colpo di grazia all'After Story, che già dall'inizio, secondo me, era partita male. Se il finale fosse stato: avviene il miracolo, Ushio si salva e Tomoya sposa Kyou (ci sono degli indizi in tale senso) avrei assegnato senz'altro la sufficienza, nonostante i vari difetti esistenti.
Il difetto fondamentale di Clannad è la visione edulcorata della realtà tipica di tutte le opere della Key, in cui i personaggi non sono persone ma dei santi. Soprattutto le scene coniugali tra Nagisa e Tomoya sono inverosimili al massimo grado, Nagisa è di una bontà assoluta. Ma non sono solo i personaggi, anche gli sfondi, i colori, tutto è deformato da una visione estetica completamente falsa del mondo. In Clannad non esistono lo sporco, la puzza, il rumore, il sangue: Nagisa partorisce ed è più bella di prima, sulla pelle ha gocce di rugiada, non sudore. Tomoya torna a casa in treno con Ushio con sullo sfondo un tramonto stupendo e quello che ho pensato io è stato: possibile che in Giappone i treni siano deserti? In Italia sarebbero stracarichi di gente che parla, si agita, si muove, puzza, fa casino. Capisco che a volte si debbano prendere delle licenze poetiche: ma Clannad è tutta una licenza poetica. E tutta questa tanto decantata tristezza per cosa? Alla fine non è morto nessuno e tutti sono sempre vissuti felici e contenti!
Insomma, per me è una serie decisamente insufficiente anche se la realizzazione tecnica è impressionante, superiore anche a quella della prima serie: mi pare infatti che nella seconda metà dell'After Story i colori siano diventati molto più vivi e spostati molto di più verso il rosso e il blu, mentre all'inizio erano molto più chiari e spostati verso il beige delle uniformi scolastiche. Ma gli aspetti visivi da soli non bastano a fare una serie. Se cercate una serie che sia veramente triste, guardatevi uno qualunque dei meisaku strappalacrime degli anni settanta e ottanta, li sì che si trovano sofferenze vere, malattie vere e morti vere. In Clannad è tutto farlocco.
Sono stato molto in dubbio sul voto da assegnare: quelli che si merita a mio avviso è un 4,5 che ho pensato seriamente di approssimare per difetto a un 4. Tuttavia, in considerazione della canzone dei dango, preso da un attacco di bontà ho deciso di arrotondare il voto a 5.
Non credo che, almeno in questo genere, ci siano esempi di anime migliore. In netta opposizione (almeno dall'episodio 9 in poi) alla trattazione semplicistica dei temi relativi all'adolescenza e alla maturazione come in altri anime del genere, "Clannad - After Story" è una descrizione tenera e amara, dolce e brusca, sentimentale e drammatica del passaggio dalla fanciullezza all'età adulta, dei piccoli e grandi drammi della vita quotidiana e dell'importanza di avere una famiglia, anche se a volte appare futile mantenere legami con essa quando si diviene "membri della società"
La trama è suddivisibile in 9 macro-sezioni. La descrizione di esse rappresenta un notevole spoiler, e invito quindi coloro che non hanno ancora visto alcun episodio a saltare la seguente parte di recensione.
<b>(SPOILER)</b>
(Ep. 1-8). La storia fino a qui non differisce particolarmente da quella del prequel Clannad, anzi ne riprende le caratteristiche e delinea con maggior cura la psicologia dei vari personaggi. Gli episodi sono molto divertenti e sottolineano con gran tenerezza gli ultimi mesi al liceo di Tomoya, Nagisa & Co.
(Ep. 9-16). La storia da qui in poi comincia ad assumere un tono più agrodolce e intimo. I compagni di liceo di Tomoya si vedranno sempre meno e protagonisti assoluti di questa seconda parte di storia sono Tomoya e Nagisa con la sua irresistibile famiglia. La difficoltà di assumere solide responsabilità, i problemi della vita adulta, l'amore verso la donna amata e la famiglia, con la conseguente costituzione di una nuova, sono i temi portanti di questa seconda parte. Il rapporto tra Nagisa e Tomoya è analizzato nei suoi momenti di estrema gioia e dolore, nella felicità reciproca della vita coniugale e nelle paure e ansie per il futuro. La coppia è memorabile nel suo vincolo affettivo quasi sacro e immacolato che, ahimè, alla fine di questa seconda parte verrà bruscamente interrotto da un profondo travaglio: la morte di lei nel dare alla luce la bambina avuta con Tomoya: Ushio. Ogni traccia di commedia sentimentale qui sparisce repentinamente, facendo posto a una drammaticità sottile ma anche gravosa, avvertita tanto dai personaggi quanto dagli spettatori.
(Ep. 17-22). La metabolizzazione del lutto e la nuova vita da padre di Tomoya sono il tema centrale dell'ultima parte dell'anime. La tristezza per la morte di Nagisa porta Tomoya a una vita cupa e decadente, vissuta in un'incolmabile tristezza e nel risentimento. L'incontro tra Tomoya e Ushio, cinque anni dopo la sua nascita, gli permetterà tuttavia di ricominciare a vivere con letizia e speranza, immerso in una nuova vita: quella di padre. Un finale estremamente triste e uno lieto si alternano nella conclusione di questo capolavoro, lasciando lo spettatore stupito e soddisfatto.
<b>(FINE SPOILER)</b>
Quest'anime è come una carezza di un genitore, come un raggio di sole dopo la tempesta: qualcosa che ti scalda il cuore. Senza mai cadere nello strappalacrime o nello scontato, "Clannad - After Story" è una poesia struggente, un messaggio d'amore e un'acuta riflessione sull'amore, sulla famiglia, sulla morte e sul destino. Il tutto colorato da una lievissima componente fantascientifica, che si palesa splendidamente nel finale. Consigliatissimo a tutti, anche a chi, come me, non hai mai visto di buon occhio serie scolastiche/sentimentali. Davvero un'ottima sorpresa.
La trama è suddivisibile in 9 macro-sezioni. La descrizione di esse rappresenta un notevole spoiler, e invito quindi coloro che non hanno ancora visto alcun episodio a saltare la seguente parte di recensione.
<b>(SPOILER)</b>
(Ep. 1-8). La storia fino a qui non differisce particolarmente da quella del prequel Clannad, anzi ne riprende le caratteristiche e delinea con maggior cura la psicologia dei vari personaggi. Gli episodi sono molto divertenti e sottolineano con gran tenerezza gli ultimi mesi al liceo di Tomoya, Nagisa & Co.
(Ep. 9-16). La storia da qui in poi comincia ad assumere un tono più agrodolce e intimo. I compagni di liceo di Tomoya si vedranno sempre meno e protagonisti assoluti di questa seconda parte di storia sono Tomoya e Nagisa con la sua irresistibile famiglia. La difficoltà di assumere solide responsabilità, i problemi della vita adulta, l'amore verso la donna amata e la famiglia, con la conseguente costituzione di una nuova, sono i temi portanti di questa seconda parte. Il rapporto tra Nagisa e Tomoya è analizzato nei suoi momenti di estrema gioia e dolore, nella felicità reciproca della vita coniugale e nelle paure e ansie per il futuro. La coppia è memorabile nel suo vincolo affettivo quasi sacro e immacolato che, ahimè, alla fine di questa seconda parte verrà bruscamente interrotto da un profondo travaglio: la morte di lei nel dare alla luce la bambina avuta con Tomoya: Ushio. Ogni traccia di commedia sentimentale qui sparisce repentinamente, facendo posto a una drammaticità sottile ma anche gravosa, avvertita tanto dai personaggi quanto dagli spettatori.
(Ep. 17-22). La metabolizzazione del lutto e la nuova vita da padre di Tomoya sono il tema centrale dell'ultima parte dell'anime. La tristezza per la morte di Nagisa porta Tomoya a una vita cupa e decadente, vissuta in un'incolmabile tristezza e nel risentimento. L'incontro tra Tomoya e Ushio, cinque anni dopo la sua nascita, gli permetterà tuttavia di ricominciare a vivere con letizia e speranza, immerso in una nuova vita: quella di padre. Un finale estremamente triste e uno lieto si alternano nella conclusione di questo capolavoro, lasciando lo spettatore stupito e soddisfatto.
<b>(FINE SPOILER)</b>
Quest'anime è come una carezza di un genitore, come un raggio di sole dopo la tempesta: qualcosa che ti scalda il cuore. Senza mai cadere nello strappalacrime o nello scontato, "Clannad - After Story" è una poesia struggente, un messaggio d'amore e un'acuta riflessione sull'amore, sulla famiglia, sulla morte e sul destino. Il tutto colorato da una lievissima componente fantascientifica, che si palesa splendidamente nel finale. Consigliatissimo a tutti, anche a chi, come me, non hai mai visto di buon occhio serie scolastiche/sentimentali. Davvero un'ottima sorpresa.
"Clannad After Story" è il seguito diretto della precedente stagione di Clannad.
Fatta questa premessa, è bene precisare alcune cose: in questa recensione potrebbero, e dico potrebbero esserci alcuni spoiler sulla trama, anche pesanti. Prima di scriverli li segnalerò con la voce:
Bene, adesso iniziamo la recensione.
Dopo la precedente precisazione, iniziamo dando uno sguardo generale a "Clannad After Story". Essendo il seguito diretto, inizia qualche momento dopo la fine del primo Clannad, e qui ci siamo, ma c'è da dire una cosa.
Se pensiamo che "Clannad After Story" sia come il primo, o tenda a cadere come la maggior parte dei sequel, ci sbagliamo di grosso. "Clannad After Story" si basa su forti fondamenta, ed è per questo che, dopo una decina di puntate, i protagonisti marginali inizieranno a sparire a poco a poco, per dare posto a nuovi personaggi, di cui certo non scopriremo il passato come è già accaduto nella prima serie con Kotomi, Fuko o chissà chi altro. La serie, dal 10° episodio, e anche meno, farà sparire tutti i personaggi per lasciare largo spazio a Tomoya, a Nagisa e alla famiglia.
Trama
Dopo la fine della scuola (che poteva anche durare meno, ma si parla comunque di filler per pompare un po' le puntate, che mai male ci stanno), <b></b>. Molte saranno le peripezie che seguiranno, ma quello che vuole dimostrare quest'anime, con questa trama che sembra piuttosto campata per aria, si nasconde in una sub-storia. Una storia densa di sentimenti, un intreccio infinito e struggente, che porta a una conclusione degna di un anime simile, anche se fin troppo buonista come già citato. Non siamo però qui a sindacare le scelte dei produttori, che a mio parere hanno fatto un lavoro perfetto, senza troppe sbavature, seguendo la visual novel in modo giusto e senza troppi punti morti nella trama.
Il fulcro della storia, però, ora non sarà Tomoya, bensì Nagisa, che rappresenterà un punto d'appiglio per lui, e che lo sosterrà in tutti i momenti. Da dire è anche che lo svolgimento della trama è molto struggente e disperato, talmente tanto che, dopo l'episodio 16, ho pensato "Questa serie non ha più un senso per essere vista", e stavo per abbandonarla nel punto più cruciale. Una fine enorme, bella, dolce e triste allo stesso tempo. Anime come Clannad li si vedono davvero poche volte, e al diavolo chi ha odiato quest'anime: non ha senso del gusto.
Lato tecnico
Dal punto di vista tecnico, Clannad non si differenzia molto dalla saga precedente, ma subisce notevoli cambiamenti di animazione, ed è per questo che nei momenti più importanti e movimentati si nota il grande lavoro della Kyoto Animation. I filtri grafici (come li chiamo io, alla "Toradora") sono ben mirati, e le colorazioni dei personaggi appaiono sempre vivaci e allegre. Per non parlare dell'espressività dei protagonisti, il quali, nonostante sembra che abbiano un po' tutti la stessa faccia, poi presenteranno differenze notevoli, soprattutto nei momenti più concitati.
Dal punto di vista musicale, non c'è niente da dire. Anche se ha una sola opening e una sola ending, ci azzeccano molto in tutte le puntate. Se abbiamo sentito la canzoncina "Dango Daikazoku" e l'abbiamo amata nella prima serie, nella seconda ascolteremo canzoni di altrettanto calibro, semplici ma fantastiche nello stile. Tutte le musiche della OST sono perfette per ogni momento, e riescono a fare comprendere lo stato d'animo dei protagonisti allo spettatore.
Commento finale
"Clannad After story" è ciò che mancava alla prima serie: un seguito dignitoso e decisivo, che dona a tutti gli spettatori grande tristezza, ma anche un senso di dolcezza. E' bellissimo vedere quanto lavoro sia stato fatto per rendere quest'anime ciò che è. Ho amato quest'anime, e sempre continuerà a piacermi. E' stato l'anime che mi ha donato più emozioni tra tutti, mi ha fatto commuovere, ci ho anche riso. E' semplicemente grandioso, nient'altro da dire. Fatevi un favore e guardatevi l'intera saga, special compresi, film anche. Ne vale davvero la pena.
Voto finale: 10 - nulla da togliere, se si potesse aggiungerei anche mezzo voto!
Fatta questa premessa, è bene precisare alcune cose: in questa recensione potrebbero, e dico potrebbero esserci alcuni spoiler sulla trama, anche pesanti. Prima di scriverli li segnalerò con la voce:
Attenzione :: Spoiler! (clicca per visualizzarlo)
testo Bene, adesso iniziamo la recensione.
Dopo la precedente precisazione, iniziamo dando uno sguardo generale a "Clannad After Story". Essendo il seguito diretto, inizia qualche momento dopo la fine del primo Clannad, e qui ci siamo, ma c'è da dire una cosa.
Se pensiamo che "Clannad After Story" sia come il primo, o tenda a cadere come la maggior parte dei sequel, ci sbagliamo di grosso. "Clannad After Story" si basa su forti fondamenta, ed è per questo che, dopo una decina di puntate, i protagonisti marginali inizieranno a sparire a poco a poco, per dare posto a nuovi personaggi, di cui certo non scopriremo il passato come è già accaduto nella prima serie con Kotomi, Fuko o chissà chi altro. La serie, dal 10° episodio, e anche meno, farà sparire tutti i personaggi per lasciare largo spazio a Tomoya, a Nagisa e alla famiglia.
Trama
Dopo la fine della scuola (che poteva anche durare meno, ma si parla comunque di filler per pompare un po' le puntate, che mai male ci stanno), <b>
Attenzione :: Spoiler! (clicca per visualizzarlo)
</b> vedremo che Tomoya e Nagisa inizieranno la loro vita familiare <b>Il fulcro della storia, però, ora non sarà Tomoya, bensì Nagisa, che rappresenterà un punto d'appiglio per lui, e che lo sosterrà in tutti i momenti. Da dire è anche che lo svolgimento della trama è molto struggente e disperato, talmente tanto che, dopo l'episodio 16, ho pensato "Questa serie non ha più un senso per essere vista", e stavo per abbandonarla nel punto più cruciale. Una fine enorme, bella, dolce e triste allo stesso tempo. Anime come Clannad li si vedono davvero poche volte, e al diavolo chi ha odiato quest'anime: non ha senso del gusto.
Lato tecnico
Dal punto di vista tecnico, Clannad non si differenzia molto dalla saga precedente, ma subisce notevoli cambiamenti di animazione, ed è per questo che nei momenti più importanti e movimentati si nota il grande lavoro della Kyoto Animation. I filtri grafici (come li chiamo io, alla "Toradora") sono ben mirati, e le colorazioni dei personaggi appaiono sempre vivaci e allegre. Per non parlare dell'espressività dei protagonisti, il quali, nonostante sembra che abbiano un po' tutti la stessa faccia, poi presenteranno differenze notevoli, soprattutto nei momenti più concitati.
Dal punto di vista musicale, non c'è niente da dire. Anche se ha una sola opening e una sola ending, ci azzeccano molto in tutte le puntate. Se abbiamo sentito la canzoncina "Dango Daikazoku" e l'abbiamo amata nella prima serie, nella seconda ascolteremo canzoni di altrettanto calibro, semplici ma fantastiche nello stile. Tutte le musiche della OST sono perfette per ogni momento, e riescono a fare comprendere lo stato d'animo dei protagonisti allo spettatore.
Commento finale
"Clannad After story" è ciò che mancava alla prima serie: un seguito dignitoso e decisivo, che dona a tutti gli spettatori grande tristezza, ma anche un senso di dolcezza. E' bellissimo vedere quanto lavoro sia stato fatto per rendere quest'anime ciò che è. Ho amato quest'anime, e sempre continuerà a piacermi. E' stato l'anime che mi ha donato più emozioni tra tutti, mi ha fatto commuovere, ci ho anche riso. E' semplicemente grandioso, nient'altro da dire. Fatevi un favore e guardatevi l'intera saga, special compresi, film anche. Ne vale davvero la pena.
Voto finale: 10 - nulla da togliere, se si potesse aggiungerei anche mezzo voto!
Clannad è una visual novel creata nel 2004 dalla software house Key, un’opera che è stata in grado di conseguire un notevole successo in patria e che infine, nel 2007, ha convinto la Kyoto Animation a realizzarne un adattamento animato suddiviso in due serie: Clannad e Clannad After Story.
Prima ancora di analizzare le serie televisive, vale la pena soffermarsi sulla visual novel della Key da cui tutto è nato. Clannad è sostanzialmente divisa in due grandi archi narrativi: School Days e After Story, che, collocandosi in successione temporale, affrontano un periodo piuttosto ampio della vita dei protagonisti. Una delle caratteristiche della visual novel, come già avvenuto in Air, riguarda la scelta di Jun Maeda di tracciare un percorso ideale per il giocatore, focalizzandosi su quelli che, sin dall’inizio, appaiono come i veri protagonisti. In questo senso, Clannad è una visual novel abbastanza atipica, che antepone all’iterazione del giocatore (pur presente) lo sviluppo di una storia principale, diventando quindi una sorta di manga ‘elettronico’ in cui il lettore, quasi inconsciamente, è portato a seguire la trama portante creata da Maeda.
Come nella visual novel, a introdurre lo spettatore nella storia è una scena dall’atmosfera quasi fiabesca, in cui, nella soffusa luce mattutina lungo un viale ammantato dai ciliegi in fiore, Tomoya Okazaki incontra la timida e insicura Nagisa Furukawa.
“Cose divertenti… cose felici… non potevano restare così per sempre. Nonostante tutto, continuerai ad amare questo posto?
Trovale e basta. Continua a cercare nuove cose felici e divertenti.”
È con queste parole che prende il via la trama di Clannad, una trama che, come detto, sin dalle prime battute definisce in modo inequivocabile i due protagonisti: lo schivo e distaccato Tomoya e la dolce e tenera Nagisa.
La prima serie copre idealmente l’arco narrativo degli School Days, ovvero il periodo scolastico, e in tal senso Clannad segue in pieno il solco della classica commedia romantica con ambientazione scolastica. Lo schema narrativo è piuttosto lineare; nel definire la sceneggiatura, infatti, la Kyoto Animation ha suddiviso il racconto in 'comparti', ognuno dei quali dedicato ai singoli personaggi che vengono introdotti gradualmente. Filo conduttore della narrazione è quella che si potrebbe definire la storia ‘principale’, ovvero il tentativo di Nagisa, spinta e sostenuta da Tomoya, di ricostituire il club di teatro. Parallelamente alla trama ‘palese’, quasi in ogni puntata fanno la loro apparizione una ragazzina senza nome e un'entità invisibile racchiusa in un pupazzo di metallo, costruito dalla ragazza stessa per dare consistenza a quello spirito senza forma. Due personaggi particolari, come il mondo in cui vivono, la cui identità e il cui ruolo verranno chiariti solo in seguito.
A differenza della prima serie, Clannad After Story, invece, cambia completamente registro, introducendo con forza l’elemento drammatico e spostando la narrazione a un livello più serio e riflessivo, raggiungendo un realismo e una drammaticità raramente visti in altre opere; le atmosfere scolastiche si fanno progressivamente da parte per lasciare il posto all’impatto (brutale) con la realtà: così l’allegria e la spensieratezza dei giorni adolescenziali svaniscono, sostituite, invece, dalle preoccupazioni e dai tormenti di un mondo, quello degli adulti, che alterna la gioia a un profondo dolore.
Con il proseguire degli episodi, si assiste a un graduale aumento del realismo della trama, il quale traspare ancor di più in quello che si può definire il tema principale dell'intera opera: il valore della famiglia. L’importanza di questa tematica è già espressa nel titolo stesso della visual novel, scelto da Jun Maeda nell’erronea convinzione che nella tradizione irlandese clannad fosse il termine usato per indicare il nucleo familiare. Ad ogni modo, questa centralità della famiglia viene rimarcata a più riprese nel corso dell’anime, in primo luogo mettendo a confronto quella di Nagisa, intesa come la famiglia perfetta, e quella di Tomoya, che ne rappresenta invece l’assoluta antitesi. La rilevanza dei legami familiari è però presente per tutti i personaggi: si passa, quindi, dal profondo legame fraterno tra Kyou e Ryou alla solitudine della dolce Kotomi, per finire con la storia melanconica di Fuko. Insomma, è palese l’intento di Maeda di porre al centro della trama la realtà familiare, un preludio che culmina nell’After Story, quando le atmosfere allegre e quasi da sogno degli School Days sfumano gradualmente, andando a segnare quell’ideale passaggio dalla famiglia d’origine a una propria.
I personaggi di Clannad sono tratteggiati in modo mirabile, a partire dai due protagonisti. Da una parte lo schivo e distaccato Tomoya che, lontano dal classico stereotipo del ragazzo timido e impacciato, porta con sé il peso di una realtà familiare tormentata; dall’altra Nagisa, che ne rappresenta invece l’ideale controparte femminile: una ragazza piccola, dolce e fragile, che in Tomoya trova un appoggio su cui fondare la propria determinazione. Nagisa, però, è più di quanto l’apparenza lasci intendere. Non casualmente, difatti, il suo nome in giapponese significa ‘spiaggia’ e, come quest’ultima imperitura resiste al continuo frangersi delle onde sul bagnasciuga, così, con il proseguire degli episodi, emerge con forza l’incredibile spessore di questo personaggio, che dietro l’apparente timidezza e fragilità di un corpo debole nasconde, invece, un’incredibile forza d'animo.
In Clannad vi sono, comunque, molti altri personaggi chiamati ad affiancare i due protagonisti, a partire proprio dai loro compagni di scuola. Tuttavia non si ha a che fare con meri figuranti, la struttura narrativa in comparti consente, infatti, di approfondire il carattere dei vari co-protagonisti, consegnando un quadro estremamente variegato in cui, pur non mancando un richiamo più o meno palese a stereotipi già visti, appare evidente la grande abilità di Maeda nel conferire a ogni personaggio una sua dimensione reale. La bellissima Kyou con il suo carattere estroverso, l’impassibile Tomoyo con la sua fermezza, la timida Ryou, o la ‘strana’ Kotomi con la sua abilità ‘letale’ con il violino sono tutti personaggi con una loro individualità ben definita, capaci di restare impressi nella mente dello spettatore, lasciandovi un ricordo vivido e reale. Non vanno poi dimenticati i genitori di Nagisa, Akio e Sanae, non solo per i loro singolari caratteri, buffi e divertenti e che si ‘esaltano’ nella simpatica scena del “Watashi no pan wa!”, ma anche perché a loro Maeda affida il compito di esprimere, dietro comportamenti all’apparenza superficiali e quasi fanciulleschi, quell’importanza vitale della famiglia all’interno della società di cui la loro storia assurge a emblema. Il tutto sottacendo la presenza di quello che ben può essere definito uno dei personaggi più belli e riusciti della storia degli anime, ma di cui purtroppo, per questioni di spoiler, non è possibile parlare in tale sede.
Dal punto di vista tecnico Clannad è assolutamente impeccabile, punto massimo di un sodalizio, quello tra Kyoto Animation e Key, iniziato con la trasposizione animata di Air e proseguito successivamente con Kanon. Innanzitutto risalta subito agli occhi l’eccezionale qualità dei disegni, accompagnata da animazioni di ottimo livello, che nel corso dell’After Story arrivano persino a rasentare la perfezione conferendo un’incredibile naturalezza e armonia ai movimenti dei personaggi. Non da meno è il character design, opera del bravissimo Na-Ga, originale, vario e caratterizzato da uno stile ‘moe’ che ben rende l’individualità dei singoli personaggi con caratteristiche fisiche in grado di rispecchiare il loro carattere. Un discorso non dissimile può essere fatto anche per quanto riguarda i fondali: si è in presenza, infatti, di un assortimento piuttosto vario, che non disdegna di prodigarsi in scenari piuttosto dettagliati e si sviluppa gradualmente nel corso della storia, seguendo idealmente le vicende dei protagonisti.
Uno dei punti forti di Clannad è sicuramente la parte sonora, a partire dall’incredibile lavoro svolto dai seiyuu, i doppiatori. Su tutti spicca in particolar modo la deliziosa voce di Nagisa, prestata dalla bravissima Mai Nakahara (Mai Tokiha in My Hime, Nora in Spice and Wolf), in grado di esprimere al meglio la delicatezza e la dolcezza di questo personaggio. Parlando del cast di voci, non si può non citare Mamiko Noto (Sayoko Mishima in Oh, mia dea!, Yakumo Tsukamoto in School Rumble), che, con il suo ipnotico “Tomoya-kun”, ha dato la voce alla bella e ingenua Kotomi Ichinose, così come è d’obbligo parlare della stupenda voce di Kikuko Inoue (Belldandy in Oh, mia dea!, Millia in Claymore), che interpreta in modo magistrale la madre di Nagisa, Sanae Furukawa .
La colonna sonora riprende in buona parte le tracce audio già usate nella visual novel, in particolare l’onnipresente motivetto marchio di fabbrica di Clannad. Totalmente originali, invece, sono le opening e le ending theme, che nella prima serie sono rispettivamente “Mag Mell cockool mix 2007” di Eufonius e la tenera “Dango Daikazoku” (La grande famiglia Dango) di Chata. In Clannad After Story fa il suo ritorno la cantante Lia, che già aveva collaborato con la Kyoto Animation per Air e Kanon, con un’opening d'incredibile bellezza, composta da Jun Maeda, “Toki o Kizamu Uta” (A Song to Pass the Time), a cui è abbinata l’ending “Torch”.
In conclusione, Clannad e Clannad After Story sono due opere d'indubbio valore: se la prima si presenta come una commedia romantica di ottima fattura, la seconda è invece un vero e proprio capolavoro, in grado di narrare una storia straordinariamente coinvolgente e ricca di emozioni, con un trama mai scontata o banale, capace di andare oltre gli standard canonici dell’animazione giapponese, dipingendo una realtà vera e tangibile, in cui lo spettatore percepisce e sente come propri i sentimenti di gioia, tristezza, dolore, dei protagonisti. Essa lascia un segno indelebile nella memoria, a testimonianza della straordinaria bellezza di quello che, senza remore, reputo uno degli anime più belli che abbia mai avuto occasione di vedere.
Prima ancora di analizzare le serie televisive, vale la pena soffermarsi sulla visual novel della Key da cui tutto è nato. Clannad è sostanzialmente divisa in due grandi archi narrativi: School Days e After Story, che, collocandosi in successione temporale, affrontano un periodo piuttosto ampio della vita dei protagonisti. Una delle caratteristiche della visual novel, come già avvenuto in Air, riguarda la scelta di Jun Maeda di tracciare un percorso ideale per il giocatore, focalizzandosi su quelli che, sin dall’inizio, appaiono come i veri protagonisti. In questo senso, Clannad è una visual novel abbastanza atipica, che antepone all’iterazione del giocatore (pur presente) lo sviluppo di una storia principale, diventando quindi una sorta di manga ‘elettronico’ in cui il lettore, quasi inconsciamente, è portato a seguire la trama portante creata da Maeda.
Come nella visual novel, a introdurre lo spettatore nella storia è una scena dall’atmosfera quasi fiabesca, in cui, nella soffusa luce mattutina lungo un viale ammantato dai ciliegi in fiore, Tomoya Okazaki incontra la timida e insicura Nagisa Furukawa.
“Cose divertenti… cose felici… non potevano restare così per sempre. Nonostante tutto, continuerai ad amare questo posto?
Trovale e basta. Continua a cercare nuove cose felici e divertenti.”
È con queste parole che prende il via la trama di Clannad, una trama che, come detto, sin dalle prime battute definisce in modo inequivocabile i due protagonisti: lo schivo e distaccato Tomoya e la dolce e tenera Nagisa.
La prima serie copre idealmente l’arco narrativo degli School Days, ovvero il periodo scolastico, e in tal senso Clannad segue in pieno il solco della classica commedia romantica con ambientazione scolastica. Lo schema narrativo è piuttosto lineare; nel definire la sceneggiatura, infatti, la Kyoto Animation ha suddiviso il racconto in 'comparti', ognuno dei quali dedicato ai singoli personaggi che vengono introdotti gradualmente. Filo conduttore della narrazione è quella che si potrebbe definire la storia ‘principale’, ovvero il tentativo di Nagisa, spinta e sostenuta da Tomoya, di ricostituire il club di teatro. Parallelamente alla trama ‘palese’, quasi in ogni puntata fanno la loro apparizione una ragazzina senza nome e un'entità invisibile racchiusa in un pupazzo di metallo, costruito dalla ragazza stessa per dare consistenza a quello spirito senza forma. Due personaggi particolari, come il mondo in cui vivono, la cui identità e il cui ruolo verranno chiariti solo in seguito.
A differenza della prima serie, Clannad After Story, invece, cambia completamente registro, introducendo con forza l’elemento drammatico e spostando la narrazione a un livello più serio e riflessivo, raggiungendo un realismo e una drammaticità raramente visti in altre opere; le atmosfere scolastiche si fanno progressivamente da parte per lasciare il posto all’impatto (brutale) con la realtà: così l’allegria e la spensieratezza dei giorni adolescenziali svaniscono, sostituite, invece, dalle preoccupazioni e dai tormenti di un mondo, quello degli adulti, che alterna la gioia a un profondo dolore.
Con il proseguire degli episodi, si assiste a un graduale aumento del realismo della trama, il quale traspare ancor di più in quello che si può definire il tema principale dell'intera opera: il valore della famiglia. L’importanza di questa tematica è già espressa nel titolo stesso della visual novel, scelto da Jun Maeda nell’erronea convinzione che nella tradizione irlandese clannad fosse il termine usato per indicare il nucleo familiare. Ad ogni modo, questa centralità della famiglia viene rimarcata a più riprese nel corso dell’anime, in primo luogo mettendo a confronto quella di Nagisa, intesa come la famiglia perfetta, e quella di Tomoya, che ne rappresenta invece l’assoluta antitesi. La rilevanza dei legami familiari è però presente per tutti i personaggi: si passa, quindi, dal profondo legame fraterno tra Kyou e Ryou alla solitudine della dolce Kotomi, per finire con la storia melanconica di Fuko. Insomma, è palese l’intento di Maeda di porre al centro della trama la realtà familiare, un preludio che culmina nell’After Story, quando le atmosfere allegre e quasi da sogno degli School Days sfumano gradualmente, andando a segnare quell’ideale passaggio dalla famiglia d’origine a una propria.
I personaggi di Clannad sono tratteggiati in modo mirabile, a partire dai due protagonisti. Da una parte lo schivo e distaccato Tomoya che, lontano dal classico stereotipo del ragazzo timido e impacciato, porta con sé il peso di una realtà familiare tormentata; dall’altra Nagisa, che ne rappresenta invece l’ideale controparte femminile: una ragazza piccola, dolce e fragile, che in Tomoya trova un appoggio su cui fondare la propria determinazione. Nagisa, però, è più di quanto l’apparenza lasci intendere. Non casualmente, difatti, il suo nome in giapponese significa ‘spiaggia’ e, come quest’ultima imperitura resiste al continuo frangersi delle onde sul bagnasciuga, così, con il proseguire degli episodi, emerge con forza l’incredibile spessore di questo personaggio, che dietro l’apparente timidezza e fragilità di un corpo debole nasconde, invece, un’incredibile forza d'animo.
In Clannad vi sono, comunque, molti altri personaggi chiamati ad affiancare i due protagonisti, a partire proprio dai loro compagni di scuola. Tuttavia non si ha a che fare con meri figuranti, la struttura narrativa in comparti consente, infatti, di approfondire il carattere dei vari co-protagonisti, consegnando un quadro estremamente variegato in cui, pur non mancando un richiamo più o meno palese a stereotipi già visti, appare evidente la grande abilità di Maeda nel conferire a ogni personaggio una sua dimensione reale. La bellissima Kyou con il suo carattere estroverso, l’impassibile Tomoyo con la sua fermezza, la timida Ryou, o la ‘strana’ Kotomi con la sua abilità ‘letale’ con il violino sono tutti personaggi con una loro individualità ben definita, capaci di restare impressi nella mente dello spettatore, lasciandovi un ricordo vivido e reale. Non vanno poi dimenticati i genitori di Nagisa, Akio e Sanae, non solo per i loro singolari caratteri, buffi e divertenti e che si ‘esaltano’ nella simpatica scena del “Watashi no pan wa!”, ma anche perché a loro Maeda affida il compito di esprimere, dietro comportamenti all’apparenza superficiali e quasi fanciulleschi, quell’importanza vitale della famiglia all’interno della società di cui la loro storia assurge a emblema. Il tutto sottacendo la presenza di quello che ben può essere definito uno dei personaggi più belli e riusciti della storia degli anime, ma di cui purtroppo, per questioni di spoiler, non è possibile parlare in tale sede.
Dal punto di vista tecnico Clannad è assolutamente impeccabile, punto massimo di un sodalizio, quello tra Kyoto Animation e Key, iniziato con la trasposizione animata di Air e proseguito successivamente con Kanon. Innanzitutto risalta subito agli occhi l’eccezionale qualità dei disegni, accompagnata da animazioni di ottimo livello, che nel corso dell’After Story arrivano persino a rasentare la perfezione conferendo un’incredibile naturalezza e armonia ai movimenti dei personaggi. Non da meno è il character design, opera del bravissimo Na-Ga, originale, vario e caratterizzato da uno stile ‘moe’ che ben rende l’individualità dei singoli personaggi con caratteristiche fisiche in grado di rispecchiare il loro carattere. Un discorso non dissimile può essere fatto anche per quanto riguarda i fondali: si è in presenza, infatti, di un assortimento piuttosto vario, che non disdegna di prodigarsi in scenari piuttosto dettagliati e si sviluppa gradualmente nel corso della storia, seguendo idealmente le vicende dei protagonisti.
Uno dei punti forti di Clannad è sicuramente la parte sonora, a partire dall’incredibile lavoro svolto dai seiyuu, i doppiatori. Su tutti spicca in particolar modo la deliziosa voce di Nagisa, prestata dalla bravissima Mai Nakahara (Mai Tokiha in My Hime, Nora in Spice and Wolf), in grado di esprimere al meglio la delicatezza e la dolcezza di questo personaggio. Parlando del cast di voci, non si può non citare Mamiko Noto (Sayoko Mishima in Oh, mia dea!, Yakumo Tsukamoto in School Rumble), che, con il suo ipnotico “Tomoya-kun”, ha dato la voce alla bella e ingenua Kotomi Ichinose, così come è d’obbligo parlare della stupenda voce di Kikuko Inoue (Belldandy in Oh, mia dea!, Millia in Claymore), che interpreta in modo magistrale la madre di Nagisa, Sanae Furukawa .
La colonna sonora riprende in buona parte le tracce audio già usate nella visual novel, in particolare l’onnipresente motivetto marchio di fabbrica di Clannad. Totalmente originali, invece, sono le opening e le ending theme, che nella prima serie sono rispettivamente “Mag Mell cockool mix 2007” di Eufonius e la tenera “Dango Daikazoku” (La grande famiglia Dango) di Chata. In Clannad After Story fa il suo ritorno la cantante Lia, che già aveva collaborato con la Kyoto Animation per Air e Kanon, con un’opening d'incredibile bellezza, composta da Jun Maeda, “Toki o Kizamu Uta” (A Song to Pass the Time), a cui è abbinata l’ending “Torch”.
In conclusione, Clannad e Clannad After Story sono due opere d'indubbio valore: se la prima si presenta come una commedia romantica di ottima fattura, la seconda è invece un vero e proprio capolavoro, in grado di narrare una storia straordinariamente coinvolgente e ricca di emozioni, con un trama mai scontata o banale, capace di andare oltre gli standard canonici dell’animazione giapponese, dipingendo una realtà vera e tangibile, in cui lo spettatore percepisce e sente come propri i sentimenti di gioia, tristezza, dolore, dei protagonisti. Essa lascia un segno indelebile nella memoria, a testimonianza della straordinaria bellezza di quello che, senza remore, reputo uno degli anime più belli che abbia mai avuto occasione di vedere.
La prima serie di Clannad è stata alquanto difficile per me da mandare giù, non solo a causa degli episodi filler, ma anche per l'assenza di originalità della storia stessa tra Nagisa e Tomoya. Questa invece, beh, è di tutto rispetto.
Fino alla puntata 8 ci si perde nuovamente in inutili episodi filler che però sono stati più interessanti e piacevoli rispetto a quelli della precedente serie. Premetto che la pecca non sono tanto gli episodi filler di per sé, quanto il fatto che, durante essi, si parli solo ed esclusivamente dei soggetti chiamati in causa e di null'altro fino allo scioglimento dei singoli filler.
In ogni modo, dalla puntata 9 inizia la vera serie. Ciò che tutti noi aspettavamo tanto di vedere, di scoprire, di capire. Finalmente vengono approfondite fino al più piccolo dettaglio la vita, le sensazioni, le emozioni di Nagisa e specialmente di Tomoya. Quest'ultimo è un personaggio fantastico sotto ogni punto di vista, che ti consente l'immedesimazione indipendentemente dal tuo sesso - io infatti sono femmina, ma mi sono immedesimata molto in lui.
Vi sono anche delle pecche, ma è questo il privilegio dell'essere obbiettivi nel recensire. Infatti, gli autori avrebbero potuto rendere meno monotona la parte iniziale della convivenza tra Nagisa e Tomoya. Per tre-quattro puntate si vede sempre la solita routine.
Un'altra cosa che non m'è piaciuta tanto è stata l'improvvisa accelerazione della storia: e ciò non mi va giù proprio perché se si fossero risparmiati tutti quegli episodi filler, si sarebbe dato più spazio a ciò che era davvero degno di nota e dunque non si avrebbe avuto bisogno di "correre".
Purtroppo all'accadere dei fatti più critici e importanti non si è avuta l'occasione di scorgere le emozioni, le reazioni in diretta dei personaggi, principali e non.
Però posso dire che, dall'inizio della storia vera in poi, non ho smesso di piangere per un solo secondo. Mi credete? Neanche uno. Ero arrivata ad un punto in cui qualsiasi cosa mi faceva piangere, anche un solo sguardo innocente, un gesto fatto con dolcezza, tutto. Quindi in ogni caso, Clannad - After Story, lo consiglio vivamente. Infatti benché sia solo un anime, questo sequel ti "riempie", ti "arricchisce" e ti prepara anche, come se fosse un'esperienza che davvero senti di avere vissuto. E' davvero magico.
Per concludere, sperando di non aver spoilerato niente, vi lascio col mio voto: 9.
Fino alla puntata 8 ci si perde nuovamente in inutili episodi filler che però sono stati più interessanti e piacevoli rispetto a quelli della precedente serie. Premetto che la pecca non sono tanto gli episodi filler di per sé, quanto il fatto che, durante essi, si parli solo ed esclusivamente dei soggetti chiamati in causa e di null'altro fino allo scioglimento dei singoli filler.
In ogni modo, dalla puntata 9 inizia la vera serie. Ciò che tutti noi aspettavamo tanto di vedere, di scoprire, di capire. Finalmente vengono approfondite fino al più piccolo dettaglio la vita, le sensazioni, le emozioni di Nagisa e specialmente di Tomoya. Quest'ultimo è un personaggio fantastico sotto ogni punto di vista, che ti consente l'immedesimazione indipendentemente dal tuo sesso - io infatti sono femmina, ma mi sono immedesimata molto in lui.
Vi sono anche delle pecche, ma è questo il privilegio dell'essere obbiettivi nel recensire. Infatti, gli autori avrebbero potuto rendere meno monotona la parte iniziale della convivenza tra Nagisa e Tomoya. Per tre-quattro puntate si vede sempre la solita routine.
Un'altra cosa che non m'è piaciuta tanto è stata l'improvvisa accelerazione della storia: e ciò non mi va giù proprio perché se si fossero risparmiati tutti quegli episodi filler, si sarebbe dato più spazio a ciò che era davvero degno di nota e dunque non si avrebbe avuto bisogno di "correre".
Purtroppo all'accadere dei fatti più critici e importanti non si è avuta l'occasione di scorgere le emozioni, le reazioni in diretta dei personaggi, principali e non.
Però posso dire che, dall'inizio della storia vera in poi, non ho smesso di piangere per un solo secondo. Mi credete? Neanche uno. Ero arrivata ad un punto in cui qualsiasi cosa mi faceva piangere, anche un solo sguardo innocente, un gesto fatto con dolcezza, tutto. Quindi in ogni caso, Clannad - After Story, lo consiglio vivamente. Infatti benché sia solo un anime, questo sequel ti "riempie", ti "arricchisce" e ti prepara anche, come se fosse un'esperienza che davvero senti di avere vissuto. E' davvero magico.
Per concludere, sperando di non aver spoilerato niente, vi lascio col mio voto: 9.
<b>Attenzione! Contiene spoiler!</b>
Odiatemi pure, o torme di accaniti proseliti di quest'anime, tuttavia io non smetterò mai di esternare il mio disgusto per questa serie. Sarà che me l'avevano descritta come il capolavoro del secolo, l'opera di animazione più toccante della storia, la "Divina Commedia" degli anime, la Cappella Sistina delle opere animate, ma io, sinceramente, ho fatica molto a seguire la serie sino alla fine.
Ho guardato la prima (noiosissima) serie solo per vedere cosa accadeva di tanto sconvolgente nella seconda e... niente.
Dopo i primi episodi, una sorta di tortura data l'interminabile parte del gatto, che, peraltro, non è nemmeno funzionale alla storia portante, si sviluppa il cuore della seconda serie di Clannad: abbiamo così una trama non banale, d'altronde non sono molti gli anime che trattino la vita di coppia fino al matrimonio (e non ditemi che questo è uno spoiler) e in Clannad si va persino oltre, tuttavia, se non è banale, è comunque scontata.
Ora, non penso che ci voglia la Sibilla Cumana per prevedere che, nel qual caso la trama abbia un esito lineare, a Nagisa succederà quel che le succede, data la sua totale mancanza di un sistema immunitario, uno scenario simile è prevedibilissimo.
A seguire, la parte finale: dopo la scena della neve con la bambina di Okazaki, la conclusione diventa un delirio un po' alla EoE ma senza alcun significato dietro.
Per quel che riguarda lo svilupparsi della trama posso dire che, nonostante io sia una persona estremamente cinica e pessimista, tuttavia ritengo che la catena di disperazione e sventura che si ha in Clannad sia qualcosa di improbabile e ingiustificato, con esagerazioni a non finire.
Senza nascondermi nella modestia, mi ritengo un discreto conoscitore di anime e quando guardo un titolo lo analizzo e non guardo nulla tanto per passare il tempo né, tanto meno, giudico un libro dalla copertina. Ho apprezzato tantissimo titoli molto complessi come Utena, Lain, Evangelion o i film di Oshii, giusto per citarne alcuni illustri esempi, tuttavia in Clannad non ho colto nulla, nonostante tutti gli sforzi.
Posso inoltre affermare che le mie parole non siano solo invettive al vento, ma che ho cercato di capire la serie: mi sono persino letto le spiegazione date dalla light novel sugli strani paradossi temporali sui quali si baserebbe la vera storia.
In definitiva, Clannad un titolo che ho odiato, soprattutto per le false speranze che mi ha creato e per le alte aspettative che avevo e probabilmente ciò giustifica il mio voto, che altrimenti sarebbe stato un po' migliore, essendoci elementi degni di nota, come una buona regia a dirigere il tutto.
Ne consiglierei la visione solo a chi cerca un po' di smielato romanticismo con un tocco di drammaticità, senza tuttavia che ci sia alcun messaggio recondito o profondo dietro a tutto ciò.
Odiatemi pure, o torme di accaniti proseliti di quest'anime, tuttavia io non smetterò mai di esternare il mio disgusto per questa serie. Sarà che me l'avevano descritta come il capolavoro del secolo, l'opera di animazione più toccante della storia, la "Divina Commedia" degli anime, la Cappella Sistina delle opere animate, ma io, sinceramente, ho fatica molto a seguire la serie sino alla fine.
Ho guardato la prima (noiosissima) serie solo per vedere cosa accadeva di tanto sconvolgente nella seconda e... niente.
Dopo i primi episodi, una sorta di tortura data l'interminabile parte del gatto, che, peraltro, non è nemmeno funzionale alla storia portante, si sviluppa il cuore della seconda serie di Clannad: abbiamo così una trama non banale, d'altronde non sono molti gli anime che trattino la vita di coppia fino al matrimonio (e non ditemi che questo è uno spoiler) e in Clannad si va persino oltre, tuttavia, se non è banale, è comunque scontata.
Ora, non penso che ci voglia la Sibilla Cumana per prevedere che, nel qual caso la trama abbia un esito lineare, a Nagisa succederà quel che le succede, data la sua totale mancanza di un sistema immunitario, uno scenario simile è prevedibilissimo.
A seguire, la parte finale: dopo la scena della neve con la bambina di Okazaki, la conclusione diventa un delirio un po' alla EoE ma senza alcun significato dietro.
Per quel che riguarda lo svilupparsi della trama posso dire che, nonostante io sia una persona estremamente cinica e pessimista, tuttavia ritengo che la catena di disperazione e sventura che si ha in Clannad sia qualcosa di improbabile e ingiustificato, con esagerazioni a non finire.
Senza nascondermi nella modestia, mi ritengo un discreto conoscitore di anime e quando guardo un titolo lo analizzo e non guardo nulla tanto per passare il tempo né, tanto meno, giudico un libro dalla copertina. Ho apprezzato tantissimo titoli molto complessi come Utena, Lain, Evangelion o i film di Oshii, giusto per citarne alcuni illustri esempi, tuttavia in Clannad non ho colto nulla, nonostante tutti gli sforzi.
Posso inoltre affermare che le mie parole non siano solo invettive al vento, ma che ho cercato di capire la serie: mi sono persino letto le spiegazione date dalla light novel sugli strani paradossi temporali sui quali si baserebbe la vera storia.
In definitiva, Clannad un titolo che ho odiato, soprattutto per le false speranze che mi ha creato e per le alte aspettative che avevo e probabilmente ciò giustifica il mio voto, che altrimenti sarebbe stato un po' migliore, essendoci elementi degni di nota, come una buona regia a dirigere il tutto.
Ne consiglierei la visione solo a chi cerca un po' di smielato romanticismo con un tocco di drammaticità, senza tuttavia che ci sia alcun messaggio recondito o profondo dietro a tutto ciò.
<b>Attenzione! Contiene spoiler!</b>
Clannad - After Story è il continuo della storia vista su Clannad e devo dire che mi è piaciuto di più, anche se molto spesso ci sono scene tristi che mi hanno fatto titubare se continuare a vederlo o no. Comunque sono contento di averlo fatto perché Clannad - After Story ti fa capire come, nonostante nella vita ci siano anche cose tristi e a volte insormontabili, non bisogna perdersi d'animo e di deve continuare a combattere perché c'è sempre in futuro qualcosa per cui vale la pena vivere e andare avanti.
Se avete visto la prima serie vi consiglio di vedere anche questa e non fatevi abbattere, mi raccomando, magari solo per vedere quanto è carina la figlia di Tomoya e Nagisa.
Clannad - After Story è il continuo della storia vista su Clannad e devo dire che mi è piaciuto di più, anche se molto spesso ci sono scene tristi che mi hanno fatto titubare se continuare a vederlo o no. Comunque sono contento di averlo fatto perché Clannad - After Story ti fa capire come, nonostante nella vita ci siano anche cose tristi e a volte insormontabili, non bisogna perdersi d'animo e di deve continuare a combattere perché c'è sempre in futuro qualcosa per cui vale la pena vivere e andare avanti.
Se avete visto la prima serie vi consiglio di vedere anche questa e non fatevi abbattere, mi raccomando, magari solo per vedere quanto è carina la figlia di Tomoya e Nagisa.
<b>Attenzione! Contiene spoiler!</b>
Quando ho finito di vedere Clannad mi sono chiesto cosa gli autori si sarebbero inventati nell'After Story per renderlo così fantastico come tutti dicono; in effetti è tutta un'altra storia. A dire il vero cambia anche il genere che si allontana sempre di più, per non dire totalmente, dalla commedia scolastica e diventa drammatico.
Io non sono tipo che si emoziona facilmente, non ricordo un film in cui ho pianto, ma in alcune scene di quest’anime ci sono andato davvero vicino. Riesce a trasmettere una tristezza esistenziale e una malinconia che ti viene quasi la paura di potere un giorno vivere una tragedia simile.
Fino all'ultima puntata, che capovolge la storia con un lieto fine a dir poco "fantascientifico", tutto si concentra sulla storia tra Tomoya e Nagisa, escludendo di fatto gli altri personaggi.
Da un certo punto in poi (più o meno dalla metà) tutta la loro vita di comuni ragazzi delle superiori si tramuta in una tragedia. Ogni volta che la storia sembra mettersi sul treno felice, ecco che accade qualcosa di inaspettato e terribile.
Mi sono chiesto come mai quest’anime, che di per sé non ha una trama particolarmente originale, riesca a coinvolgere così tanto a livello emotivo. Beh, credo che le lunghe e lente puntate della prima serie siano servite a "vivere" in modo intimo i due protagonisti e, in un certo qual modo, ad affezionarsi a loro, cosicché quando la tragedia li colpisce ne rimaniamo coinvolti perché abbiamo imparato a conoscerli e il loro dolore ci sembra ancora più vicino.
Come ho lasciato intuire, sono rimasto piuttosto deluso dal finale. Logicamente tiene, e per certi versi un lieto fine era forse d'obbligo, ma eliminare tutto come se gli anni vissuti non fossero mai esistiti, o peggio ancora, sapere di averli vissuti ma ignorarli completamente, beh, mi sembra una forzatura.
Riassumendo: l’After Story è due spanne sopra alla prima serie - che comunque deve essere vista per apprezzare a pieno la seconda -, il livello di coinvolgimento emotivo è davvero forte, i disegni sono ottimi (esclusi i volti femminili; tutti uguali). In tre parole: una storia toccante. Lo consiglio davvero.
Quando ho finito di vedere Clannad mi sono chiesto cosa gli autori si sarebbero inventati nell'After Story per renderlo così fantastico come tutti dicono; in effetti è tutta un'altra storia. A dire il vero cambia anche il genere che si allontana sempre di più, per non dire totalmente, dalla commedia scolastica e diventa drammatico.
Io non sono tipo che si emoziona facilmente, non ricordo un film in cui ho pianto, ma in alcune scene di quest’anime ci sono andato davvero vicino. Riesce a trasmettere una tristezza esistenziale e una malinconia che ti viene quasi la paura di potere un giorno vivere una tragedia simile.
Fino all'ultima puntata, che capovolge la storia con un lieto fine a dir poco "fantascientifico", tutto si concentra sulla storia tra Tomoya e Nagisa, escludendo di fatto gli altri personaggi.
Da un certo punto in poi (più o meno dalla metà) tutta la loro vita di comuni ragazzi delle superiori si tramuta in una tragedia. Ogni volta che la storia sembra mettersi sul treno felice, ecco che accade qualcosa di inaspettato e terribile.
Mi sono chiesto come mai quest’anime, che di per sé non ha una trama particolarmente originale, riesca a coinvolgere così tanto a livello emotivo. Beh, credo che le lunghe e lente puntate della prima serie siano servite a "vivere" in modo intimo i due protagonisti e, in un certo qual modo, ad affezionarsi a loro, cosicché quando la tragedia li colpisce ne rimaniamo coinvolti perché abbiamo imparato a conoscerli e il loro dolore ci sembra ancora più vicino.
Come ho lasciato intuire, sono rimasto piuttosto deluso dal finale. Logicamente tiene, e per certi versi un lieto fine era forse d'obbligo, ma eliminare tutto come se gli anni vissuti non fossero mai esistiti, o peggio ancora, sapere di averli vissuti ma ignorarli completamente, beh, mi sembra una forzatura.
Riassumendo: l’After Story è due spanne sopra alla prima serie - che comunque deve essere vista per apprezzare a pieno la seconda -, il livello di coinvolgimento emotivo è davvero forte, i disegni sono ottimi (esclusi i volti femminili; tutti uguali). In tre parole: una storia toccante. Lo consiglio davvero.
Seconda parte della mia recensione.
Che finale. Nessuno potrebbe aspettarsi una cosa del genere, ripeto, nessuno. E' pazzesco, ho pianto verso la fine, la prima volta che mi capita davanti a un anime, o a un film in generale, e vi assicuro per farmi piangere ce ne vuole.
L'After Story è la seconda serie, articolata come la prima in varie vicende, confronti e tempeste di sentimenti sotto ogni punto di vista, continui confronti, situazioni drammatiche e comiche. Le musiche sono praticamente le stesse della prima serie, vi assicuro, la perfezione non poteva essere superata, andavano da dio anche nella seconda serie.
Il finale è molto articolato: mette in scena un parallelismo tra due situazioni diverse, due mondi differenti, uno dei quali è una semplice illusione/sogno (?) di Tomoya, per poi riprendere il finale, che sarà un bel lieto fine. Ma per arrivare a questo lieto fine ci saranno delle sorprese, ve lo assicuro. Difficilmente qualcuno che lo ha seguito attentamente potrebbe rimanere impassibile. Promosso, pieni voti, per me l'After Story è un capolavoro alla seconda, non posso aggiungere altro, anche perché non finirei più. E' per tutti quest'anime, lo consiglio a tutti.
Che finale. Nessuno potrebbe aspettarsi una cosa del genere, ripeto, nessuno. E' pazzesco, ho pianto verso la fine, la prima volta che mi capita davanti a un anime, o a un film in generale, e vi assicuro per farmi piangere ce ne vuole.
L'After Story è la seconda serie, articolata come la prima in varie vicende, confronti e tempeste di sentimenti sotto ogni punto di vista, continui confronti, situazioni drammatiche e comiche. Le musiche sono praticamente le stesse della prima serie, vi assicuro, la perfezione non poteva essere superata, andavano da dio anche nella seconda serie.
Il finale è molto articolato: mette in scena un parallelismo tra due situazioni diverse, due mondi differenti, uno dei quali è una semplice illusione/sogno (?) di Tomoya, per poi riprendere il finale, che sarà un bel lieto fine. Ma per arrivare a questo lieto fine ci saranno delle sorprese, ve lo assicuro. Difficilmente qualcuno che lo ha seguito attentamente potrebbe rimanere impassibile. Promosso, pieni voti, per me l'After Story è un capolavoro alla seconda, non posso aggiungere altro, anche perché non finirei più. E' per tutti quest'anime, lo consiglio a tutti.
Per me non esiste voto per questa serie, ritengo che dare un 10 sia riduttivo. Già la prima serie di Clannad era stata unica per tanti versi, la seconda serie riesce addirittura a superare in bellezza qualità ed evoluzione della storia ciò che era stato raccontato nella prima, dove il ruolo di studente era in primo piano. Con la seconda serie si ha il passaggio nella fase adulta, quindi iniziano i problemi che un uomo comincia ad affrontare nella vita anche se, superata la metà della seconda serie, le cose prenderanno una piega davvero drammatica. Il protagonista afferrerà abbagli di felicità vera e propria per poi vedersela strappare in men che non si dica.
E' in primo piano una storia d'amore molto ben descritta e svolta, successivamente anche il rapporto padre-figlia sarà sviluppato in maniera egregia. Tutti i personaggi sono ben caratterizzati, ognuno ha un passato che viene raccontato e niente viene tralasciato all'immaginazione. Il finale è l'apoteosi della bellezza vera e propria, anche se può risultare un po' confuso alla fine si capisce tutto.
Clannad e Clannad After Story sono le due migliori serie che ho guardato in assoluto, senz'altro da vedere sia per gli amanti del genere sia per i non.
Quest'anime per me non ha pecche, è semplicemente fantastico, forse uno dei pochi che ti fa apprezzare il dolore del drama e ti fa accontentare allo stesso modo con un lieto fine strappalacrime. Anche se è merito della componente fantasy, resta pur sempre un capolavoro.
E' in primo piano una storia d'amore molto ben descritta e svolta, successivamente anche il rapporto padre-figlia sarà sviluppato in maniera egregia. Tutti i personaggi sono ben caratterizzati, ognuno ha un passato che viene raccontato e niente viene tralasciato all'immaginazione. Il finale è l'apoteosi della bellezza vera e propria, anche se può risultare un po' confuso alla fine si capisce tutto.
Clannad e Clannad After Story sono le due migliori serie che ho guardato in assoluto, senz'altro da vedere sia per gli amanti del genere sia per i non.
Quest'anime per me non ha pecche, è semplicemente fantastico, forse uno dei pochi che ti fa apprezzare il dolore del drama e ti fa accontentare allo stesso modo con un lieto fine strappalacrime. Anche se è merito della componente fantasy, resta pur sempre un capolavoro.
Straziante, intenso, commovente, divertente, profondo, appassionante, bellissimo. Tutti, e dico tutti, i personaggi sono profondi e caratterizzati, la storia è quanto di più distante dall'ovvio ci si possa immaginare e la grafica è semplice, ma azzeccata perfettamente. Le musiche secondo me sono perfette, a parte la ending che lascia un po' a desiderare. Il vero punto di forza di quest'anime però sono le lacrime: è impossibile non piangere dopo averlo visto, le ultime 5 puntate mi hanno fatto provare delle emozioni davvero fortissime. Ma il pianto non è mai eccessivo, viene con naturalezza, senza alcuna forzatura.
Solo una cosa: finita l'opera tornate alla primissima puntata della prima serie e guardate l'introduzione prima della opening (rifate poi la stessa cosa per la prima ending: Dango Daikasoku), capirete finalmente tutto. E preparate nuovamente i fazzoletti!
Solo una cosa: finita l'opera tornate alla primissima puntata della prima serie e guardate l'introduzione prima della opening (rifate poi la stessa cosa per la prima ending: Dango Daikasoku), capirete finalmente tutto. E preparate nuovamente i fazzoletti!
Stupendo! Questa è la prima impressione che mi ha suscitato questa serie appena conclusa la visione del 22° episodio di Clannad After Story.
Ma partiamo dal principio. <b>Tengo a sottolineare che la recensione presenta spoiler, per cui fermatevi se non volete rovinarvi la sorpresa.</b>
L'anime continua esattamente dal punto in cui l'avevamo lasciato alla fine della prima serie tralasciando tutti gli altri personaggi secondari e concentrandosi su Tomoya e Nagisa.
L'amore è di fatto il punto di forza di questa seconda serie, l'amore di due giovani sposi, l'amore di un padre per la/il propria/o figlia/o, l'amore di due giovani nonni nei confronti della propria nipotina, l'amore di una figlia per un padre.
I due ragazzi sono diventati ufficialmente una coppia, tuttavia i primi 9 episodi sono di fatto un prolungamento della prima, ho trovato questi episodi piuttosto noiosi e lenti, tuttavia la noia dura poco. Dal 10° episodio in avanti l'anime cambia radicalmente la struttura narrativa diventando molto più maturo e profondo. Nagisa e Tomoya crescono e il loro amore diventa, da semplice cotta adolescenziale, un vero rapporto maturo e dolcissimo.
Ciò che tuttavia colpisce nel loro rapporto è l'estremo pudore (complice anche la regia) nel rappresentare i loro sentimenti. La scena del bacio ad esempio, tolto successivamente per cui non presente nell'anime, viene ripresa, per lo più, da lontano, come se non si volessero osannare i loro sentimenti. Il loro amore è difatti dimostrato in altri modi, dal semplice tenersi per mano, alla dolcezza con cui Tomoya si prende cura di Nagisa quando lei è malata o semplicemente dai loro sguardi.
Come dicevo l'anime però cambia bruscamente piega, se nella prima serie era presente un'atmosfera assolutamente leggera, qua viene rimpiazzata con il dramma e il dolore dato dalla scomparsa prematura di Nagisa.
Entrambi in pochi episodi maturano drasticamente. Tomoya da semplice ragazzino fannullone e considerato delinquente diventa un uomo, con il peso di una famiglia a carico e con tutte le responsabilità che ne conseguono - di tipo lavorativo, coniugale e infine come padre.
Il vero salto però lo fa Nagisa, da ragazzina timida, introversa insicura e debole, diventa una donna scegliendo la vita e decidendo di mettere al mondo una figlia, anche a costo della propria.
Forse il tutto viene mostrato con eccessiva rapidità che non permette di ammortizzare lo shock nel 16° episodio, qua le lacrime sono assicurate.
Tuttavia Clannad dà però una speranza con la presenza di Ushio e con la riscoperta di Tomoya dell'essere padre, in quale trova in essa una ragione per potere continuare a vivere.
In questo senso l'After Story si dichiara una vera e propria lezione di vita.
Per quanto riguarda il il finale, effettivamente può sembrare una forzatura sul piano narrativo a mo' del "deux ex machina" tanto caro al teatro greco, ma, tuttavia, risulta l'ultimo mezzo per potere sbrogliare le questioni e presentare un lieto fine, a mio avviso meritato.
Per il resto Clannad - After Story è un anime assolutamente splendido, dolcissimo, in grado di commuovere emozionare e lasciare con il fiato sospeso fino all'ultimo.
La colonna sonora e la sigla anche in questa serie risultano stupende e contribuiscono alla costruzione di un'atmosfera commovente. Tra tutte, la rivisitazione di "Dango Daikazoku" è a dir poco splendida.
Se proprio devo trovare un difetto, sta nell'eccessiva difficoltà di comprensione del finale, che purtroppo spinge lo spettatore a dovere cercare in rete una spiegazione.
L'anime di per sé dà pochi strumenti per poterne capire il senso fino in fondo, tant'è che occorrerebbe giocare alla visual novel per capirlo da soli.
In ogni caso lo str-aconsiglio, per le emozioni che mi ha suscitato, e perché, come già la prima serie, è un anime che mi è entrato davvero nel cuore. Per me è un 9 pieno.
Ma partiamo dal principio. <b>Tengo a sottolineare che la recensione presenta spoiler, per cui fermatevi se non volete rovinarvi la sorpresa.</b>
L'anime continua esattamente dal punto in cui l'avevamo lasciato alla fine della prima serie tralasciando tutti gli altri personaggi secondari e concentrandosi su Tomoya e Nagisa.
L'amore è di fatto il punto di forza di questa seconda serie, l'amore di due giovani sposi, l'amore di un padre per la/il propria/o figlia/o, l'amore di due giovani nonni nei confronti della propria nipotina, l'amore di una figlia per un padre.
I due ragazzi sono diventati ufficialmente una coppia, tuttavia i primi 9 episodi sono di fatto un prolungamento della prima, ho trovato questi episodi piuttosto noiosi e lenti, tuttavia la noia dura poco. Dal 10° episodio in avanti l'anime cambia radicalmente la struttura narrativa diventando molto più maturo e profondo. Nagisa e Tomoya crescono e il loro amore diventa, da semplice cotta adolescenziale, un vero rapporto maturo e dolcissimo.
Ciò che tuttavia colpisce nel loro rapporto è l'estremo pudore (complice anche la regia) nel rappresentare i loro sentimenti. La scena del bacio ad esempio, tolto successivamente per cui non presente nell'anime, viene ripresa, per lo più, da lontano, come se non si volessero osannare i loro sentimenti. Il loro amore è difatti dimostrato in altri modi, dal semplice tenersi per mano, alla dolcezza con cui Tomoya si prende cura di Nagisa quando lei è malata o semplicemente dai loro sguardi.
Come dicevo l'anime però cambia bruscamente piega, se nella prima serie era presente un'atmosfera assolutamente leggera, qua viene rimpiazzata con il dramma e il dolore dato dalla scomparsa prematura di Nagisa.
Entrambi in pochi episodi maturano drasticamente. Tomoya da semplice ragazzino fannullone e considerato delinquente diventa un uomo, con il peso di una famiglia a carico e con tutte le responsabilità che ne conseguono - di tipo lavorativo, coniugale e infine come padre.
Il vero salto però lo fa Nagisa, da ragazzina timida, introversa insicura e debole, diventa una donna scegliendo la vita e decidendo di mettere al mondo una figlia, anche a costo della propria.
Forse il tutto viene mostrato con eccessiva rapidità che non permette di ammortizzare lo shock nel 16° episodio, qua le lacrime sono assicurate.
Tuttavia Clannad dà però una speranza con la presenza di Ushio e con la riscoperta di Tomoya dell'essere padre, in quale trova in essa una ragione per potere continuare a vivere.
In questo senso l'After Story si dichiara una vera e propria lezione di vita.
Per quanto riguarda il il finale, effettivamente può sembrare una forzatura sul piano narrativo a mo' del "deux ex machina" tanto caro al teatro greco, ma, tuttavia, risulta l'ultimo mezzo per potere sbrogliare le questioni e presentare un lieto fine, a mio avviso meritato.
Per il resto Clannad - After Story è un anime assolutamente splendido, dolcissimo, in grado di commuovere emozionare e lasciare con il fiato sospeso fino all'ultimo.
La colonna sonora e la sigla anche in questa serie risultano stupende e contribuiscono alla costruzione di un'atmosfera commovente. Tra tutte, la rivisitazione di "Dango Daikazoku" è a dir poco splendida.
Se proprio devo trovare un difetto, sta nell'eccessiva difficoltà di comprensione del finale, che purtroppo spinge lo spettatore a dovere cercare in rete una spiegazione.
L'anime di per sé dà pochi strumenti per poterne capire il senso fino in fondo, tant'è che occorrerebbe giocare alla visual novel per capirlo da soli.
In ogni caso lo str-aconsiglio, per le emozioni che mi ha suscitato, e perché, come già la prima serie, è un anime che mi è entrato davvero nel cuore. Per me è un 9 pieno.
Ho deciso di commentare congiuntamente le due stagioni di Clannad, per portare avanti un discorso coerente.
Clannad fa parte della serie di anime trasposti da visual novel della Key e, in un certo senso, chiude la trilogia aperta con Air e Kanon.
Il protagonista è un diplomando, Tomoya, pigro e delinquente, con una famiglia problematica alle spalle: sua madre morì in un incidente quando lui aveva appena 5 anni e suo padre si diede all'alcol e al gioco d'azzardo.
Coprotagonista è una ragazza di nome Nagisa, diplomanda ripetente e compagna di scuola di Tomoya, dolce ma dalla salute fragile, timida ma da una forza nascosta non indifferente.
L'atmosfera che si respira nella prima serie è quella familiare della commedia sentimentale scolastica, a tratti comica (indimenticabili i siparietti comici di Sunohara), a tratti commovente, a tratti malinconica. Chi si è già visto altre opere della Key non troverà grande originalità né nella trama in sé, né negli attori che la portano avanti. Ci saranno la tsundere Kyou, la timida Ryou, la geniale e svampita Kotomi, l'infantile Fuko. Tomoya si ritroverà quindi con il classico harem a sua disposizione - bisogna comunque ricordare che l'anime era in origine un dating sim.
Gli avvenimenti dell'ultimo anno di superiori saranno in realtà solo un trampolino per raccontare il dopo. Abbandonate le rassicuranti atmosfere scolastiche, la seconda stagione di Clannad, l'After Story, racconta della vita da adulto di Tomoya, non più con quell'innocenza giovanile, ma con tratti spesso duri e aspri, esasperati e malinconici. E qui la vera natura di Clannad viene svelata; non un harem sentimentale, ma un vero e proprio "racconto di formazione" del giovane Tomoya. Tutto acquista una nuova luce. Rivedere la prima stagione alla fine permette di scoprire molti dettagli che prima non si notavano, come la bimba che corre nel campo di fiori nell'opening.
<b>ATTENZIONE, DA QUESTO MOMENTO SONO PRESENTI SPOILER PESANTI</b>
Vorrei inoltre aprire una parentesi su quello che da molti è considerato il punto debole dell'anime: il finale. Pur riconoscendo che su quel frangente si poteva fare di più almeno evitando l'elemento sovrannaturale, un happy ending secondo me era obbligato per chiudere il cerchio di crescita del protagonista. Tomoya parte delinquente e svogliato, cresce e diventa marito amorevole, soffre e cade nella stessa spirale autodistruttiva del padre, la supera grazie a Ushio e inizia a vivere per lei. Se la storia si fosse conclusa con la distruzione di ogni suo affetto - la morte delle due persone che più amava al mondo - il viaggio, e di conseguenza tutte e 50 le puntate, sarebbe stato inutile, di un eroe che infine viene mangiato dal drago; il mondo sarebbe rimasto senza uscita (forse il suicidio?) e il messaggio trasmesso sarebbe stato quello di un mondo crudele e sadico, e di un protagonista incapace di vivere in esso. Ripeto, io avrei preferito una fine più realistica, ma l'happy ending era obbligata, anche per le coronarie.
<b>FINE SPOILER</b>
In definitiva Clannad si è rilevato essere un anime tra i più toccanti che abbia mai visto, in grado di pizzicare le corde più profonde dell'uomo, in primis il concetto di famiglia, elemento cardine dell'opera, lo stesso titolo è un riferimento al clan. Certe scene sono esasperatamente drammatiche, un finale imperfetto e una prima stagione non all'altezza della seconda non lo rendono meritevole del voto perfetto.
Singolarmente, do un 7 e mezzo a Clannad e un 9 e mezzo all'After Story, ma prese nell'insieme, valutando la totalità dell'opera, mi sento di dare un bel 9!
Clannad fa parte della serie di anime trasposti da visual novel della Key e, in un certo senso, chiude la trilogia aperta con Air e Kanon.
Il protagonista è un diplomando, Tomoya, pigro e delinquente, con una famiglia problematica alle spalle: sua madre morì in un incidente quando lui aveva appena 5 anni e suo padre si diede all'alcol e al gioco d'azzardo.
Coprotagonista è una ragazza di nome Nagisa, diplomanda ripetente e compagna di scuola di Tomoya, dolce ma dalla salute fragile, timida ma da una forza nascosta non indifferente.
L'atmosfera che si respira nella prima serie è quella familiare della commedia sentimentale scolastica, a tratti comica (indimenticabili i siparietti comici di Sunohara), a tratti commovente, a tratti malinconica. Chi si è già visto altre opere della Key non troverà grande originalità né nella trama in sé, né negli attori che la portano avanti. Ci saranno la tsundere Kyou, la timida Ryou, la geniale e svampita Kotomi, l'infantile Fuko. Tomoya si ritroverà quindi con il classico harem a sua disposizione - bisogna comunque ricordare che l'anime era in origine un dating sim.
Gli avvenimenti dell'ultimo anno di superiori saranno in realtà solo un trampolino per raccontare il dopo. Abbandonate le rassicuranti atmosfere scolastiche, la seconda stagione di Clannad, l'After Story, racconta della vita da adulto di Tomoya, non più con quell'innocenza giovanile, ma con tratti spesso duri e aspri, esasperati e malinconici. E qui la vera natura di Clannad viene svelata; non un harem sentimentale, ma un vero e proprio "racconto di formazione" del giovane Tomoya. Tutto acquista una nuova luce. Rivedere la prima stagione alla fine permette di scoprire molti dettagli che prima non si notavano, come la bimba che corre nel campo di fiori nell'opening.
<b>ATTENZIONE, DA QUESTO MOMENTO SONO PRESENTI SPOILER PESANTI</b>
Vorrei inoltre aprire una parentesi su quello che da molti è considerato il punto debole dell'anime: il finale. Pur riconoscendo che su quel frangente si poteva fare di più almeno evitando l'elemento sovrannaturale, un happy ending secondo me era obbligato per chiudere il cerchio di crescita del protagonista. Tomoya parte delinquente e svogliato, cresce e diventa marito amorevole, soffre e cade nella stessa spirale autodistruttiva del padre, la supera grazie a Ushio e inizia a vivere per lei. Se la storia si fosse conclusa con la distruzione di ogni suo affetto - la morte delle due persone che più amava al mondo - il viaggio, e di conseguenza tutte e 50 le puntate, sarebbe stato inutile, di un eroe che infine viene mangiato dal drago; il mondo sarebbe rimasto senza uscita (forse il suicidio?) e il messaggio trasmesso sarebbe stato quello di un mondo crudele e sadico, e di un protagonista incapace di vivere in esso. Ripeto, io avrei preferito una fine più realistica, ma l'happy ending era obbligata, anche per le coronarie.
<b>FINE SPOILER</b>
In definitiva Clannad si è rilevato essere un anime tra i più toccanti che abbia mai visto, in grado di pizzicare le corde più profonde dell'uomo, in primis il concetto di famiglia, elemento cardine dell'opera, lo stesso titolo è un riferimento al clan. Certe scene sono esasperatamente drammatiche, un finale imperfetto e una prima stagione non all'altezza della seconda non lo rendono meritevole del voto perfetto.
Singolarmente, do un 7 e mezzo a Clannad e un 9 e mezzo all'After Story, ma prese nell'insieme, valutando la totalità dell'opera, mi sento di dare un bel 9!
Clannad After Story per me è semplicemente perfetto, nessun anime che ho visto riesce a mantenere un equilibrio così ponderato tra passione, spirito, lacrime e risate.
Almeno nella prima parte; la drammaticità raggiunta nelle ultime 5 puntate è infatti la più grande mazzata che si abbia mai visto in un anime, in effetti penso di aver pianto ininterrottamente per due ore.
Tutti i personaggi sono caratterizzati con precisione non eccessiva, la grafica è originale, semplice ed efficace.
L'anime è nettamente diviso tra le prime 11 puntate, ancora strettamente legate alle tematiche scolastiche della prima serie, e le altre 11, quelle della maturità e della tristezza. Penso che non si possa descrivere a parole l'intensità dei sentimenti che possono rapire lo spettatore dopo la visione dell'ultima puntata, ma non è mai forzata in nessun modo, anzi, il tono è sempre dolce, più malinconico che disperato. In parole povere, non si può non consigliare la visione dell'After Story.
Almeno nella prima parte; la drammaticità raggiunta nelle ultime 5 puntate è infatti la più grande mazzata che si abbia mai visto in un anime, in effetti penso di aver pianto ininterrottamente per due ore.
Tutti i personaggi sono caratterizzati con precisione non eccessiva, la grafica è originale, semplice ed efficace.
L'anime è nettamente diviso tra le prime 11 puntate, ancora strettamente legate alle tematiche scolastiche della prima serie, e le altre 11, quelle della maturità e della tristezza. Penso che non si possa descrivere a parole l'intensità dei sentimenti che possono rapire lo spettatore dopo la visione dell'ultima puntata, ma non è mai forzata in nessun modo, anzi, il tono è sempre dolce, più malinconico che disperato. In parole povere, non si può non consigliare la visione dell'After Story.
Perché Clannad After Story è considerato un capolavoro? Perché riesce a trascinare dentro chiunque abbia un cuore. Merito della trama. Merito della regia. Merito dei doppiatori giapponesi veramente sublimi.
La storia riparte da dove l'abbiamo lasciata in Clannad e piano piano matura oltre la tipica ambientazione scolastica di questi anime per raggiungere un mondo più adulto che racchiude sentimenti più profondi. Gioie mozzafiato. Dolori strazianti. In tanti sottolineano alcune parti della serie, soprattutto la 18a puntata, dove ci sono apici di emozioni durante cui è impossibile non commuoversi.
Ma io personalmente dopo la prima metà dell'anime ho saltato sistematicamente l'opening. Magari per alcuni di voi è una pratica automatica visto che le opening le vedi una volta e sono tutte uguali per l'intera serie (almeno questa è la regola senza contare le eccezioni), ma io non l'ho saltata per la ripetitività della stessa, ma perché non riuscivo a guardarla senza commuovermi. Sarò anche troppo tenero, ma arrivato all'ultima puntata non riuscivo più a leggere i sub.
<b>Attenzione! Contiene spoiler!</b>
Per fortuna Clannad è stato tratto da un graphic-novel, e come in tutti i giochi di questo tipo sono previste molte route; quella scelta per la trama dell'anime è una happy end quindi guardatelo fino alla fine.
Non vi spoilererò niente, non guardatevi spezzoncini su youtube. Nemmeno i video AMV e quelli di opening ed ending. Non cercate di fare i curiosi o vi rovinerete quello che io ritengo uno dei capolavori di questo decennio.
Per me è la serie anime numero 1 in assoluto, almeno per ora.
La storia riparte da dove l'abbiamo lasciata in Clannad e piano piano matura oltre la tipica ambientazione scolastica di questi anime per raggiungere un mondo più adulto che racchiude sentimenti più profondi. Gioie mozzafiato. Dolori strazianti. In tanti sottolineano alcune parti della serie, soprattutto la 18a puntata, dove ci sono apici di emozioni durante cui è impossibile non commuoversi.
Ma io personalmente dopo la prima metà dell'anime ho saltato sistematicamente l'opening. Magari per alcuni di voi è una pratica automatica visto che le opening le vedi una volta e sono tutte uguali per l'intera serie (almeno questa è la regola senza contare le eccezioni), ma io non l'ho saltata per la ripetitività della stessa, ma perché non riuscivo a guardarla senza commuovermi. Sarò anche troppo tenero, ma arrivato all'ultima puntata non riuscivo più a leggere i sub.
<b>Attenzione! Contiene spoiler!</b>
Per fortuna Clannad è stato tratto da un graphic-novel, e come in tutti i giochi di questo tipo sono previste molte route; quella scelta per la trama dell'anime è una happy end quindi guardatelo fino alla fine.
Non vi spoilererò niente, non guardatevi spezzoncini su youtube. Nemmeno i video AMV e quelli di opening ed ending. Non cercate di fare i curiosi o vi rovinerete quello che io ritengo uno dei capolavori di questo decennio.
Per me è la serie anime numero 1 in assoluto, almeno per ora.
Non ci sono parole per descrivere questa seconda stagione di Clannad, se così la si può definire. La prima serie era un'introduzione che a mio avviso rischiava anche di cadere nel monotono, anche se devo dire che ci sono stati anche in questa molti picchi di drammaticità e non per questo era difettiva di siparietti divertenti. Clannad After Story è ancora di più. E' pregno di maturità, sentimenti e concetti importanti che portano lo spettatore a riflettere.
Direi che è impossibile non versare qualche lacrima, specie dal sedicesimo episodio in poi. Ogni situazione,compresa la bellissima storia d'amore tra Nagisa e Tomoya, non è ostentata. Infatti i due protagonisti durante la serie si scambieranno solo un rapido bacio. C'è quasi un distacco tra i due, che non porta però a pensare che non ci sia amore. Anzi, Nagisa sembrerà più espansiva nei ricordi di Tomoya che non durante la serie. Questo forse per rendere ancora più puro il loro legame.
Il fatto che non sia mostrato niente di sconveniente e spinto porta ancora di più ad apprezzare l'opera, che si fa spazio nel nostro cuore con semplice grandezza. Ho tratto molti insegnamenti, a mio avviso questi: amati, ama gli altri, la tua famiglia, quel che hai.
Credici anche se fa male e ci riuscirai, circondati di amici, trova sempre il tempo per giocare, fa' che resti un bel ricordo di te, impara a perdonare, vivi al meglio e supererai anche la morte.
Voto 10.
Direi che è impossibile non versare qualche lacrima, specie dal sedicesimo episodio in poi. Ogni situazione,compresa la bellissima storia d'amore tra Nagisa e Tomoya, non è ostentata. Infatti i due protagonisti durante la serie si scambieranno solo un rapido bacio. C'è quasi un distacco tra i due, che non porta però a pensare che non ci sia amore. Anzi, Nagisa sembrerà più espansiva nei ricordi di Tomoya che non durante la serie. Questo forse per rendere ancora più puro il loro legame.
Il fatto che non sia mostrato niente di sconveniente e spinto porta ancora di più ad apprezzare l'opera, che si fa spazio nel nostro cuore con semplice grandezza. Ho tratto molti insegnamenti, a mio avviso questi: amati, ama gli altri, la tua famiglia, quel che hai.
Credici anche se fa male e ci riuscirai, circondati di amici, trova sempre il tempo per giocare, fa' che resti un bel ricordo di te, impara a perdonare, vivi al meglio e supererai anche la morte.
Voto 10.
<b>Attenzione! Contiene spoiler!</b>
La seconda serie riprende subito da quello che avevamo visto in Clannad. Tomoya vive ancora da Nagisa e i due si possono definire una coppia ormai. Purtroppo la salute di Nagisa peggiorerà di nuovo e non potrà diplomarsi per le troppe assenze, perdendo così un altro anno scolastico. Tomoya deciderà poi di trovarsi un appartamento per non pesare alla famiglia Furukawa e, andando avanti, troverà un lavoro, assisterà Nagisa per tutto l'anno scolastico fino al diploma e in seguito deciderà di sposarla. Nagisa rimane quasi subito incinta e anche se la dottoressa le dice che avere un figlio potrebbe essere un rischio a causa della sua salute lei decide di tenerlo.
Durante il parto purtroppo sorgono delle complicazioni e Nagisa morirà.
Ora, non voglio andare avanti a raccontare la storia perché sarebbe rovinarla, dico solo che potete stare tranquilli e non disperatevi come avevo fatto io. La morte di Nagisa, i pianti di Tomoya e la morte della loro figlia Ushio sono davvero strazianti, non ho mai pianto così tanto per un anime, dalla puntata 16 stavo quasi per fermarmi con la serie per la sofferenza provata. Ma non temete. Vedrete che la fine vi lascerà un sorriso enorme in faccia, e tutto quello che nella prima serie era rimasto in sospeso verrà chiarito. Clannad - After Story è un anime consigliatissimo, soffrirete per un po' ma alla fine sarete appagati, lo trovo un anime davvero stupendo.
La seconda serie riprende subito da quello che avevamo visto in Clannad. Tomoya vive ancora da Nagisa e i due si possono definire una coppia ormai. Purtroppo la salute di Nagisa peggiorerà di nuovo e non potrà diplomarsi per le troppe assenze, perdendo così un altro anno scolastico. Tomoya deciderà poi di trovarsi un appartamento per non pesare alla famiglia Furukawa e, andando avanti, troverà un lavoro, assisterà Nagisa per tutto l'anno scolastico fino al diploma e in seguito deciderà di sposarla. Nagisa rimane quasi subito incinta e anche se la dottoressa le dice che avere un figlio potrebbe essere un rischio a causa della sua salute lei decide di tenerlo.
Durante il parto purtroppo sorgono delle complicazioni e Nagisa morirà.
Ora, non voglio andare avanti a raccontare la storia perché sarebbe rovinarla, dico solo che potete stare tranquilli e non disperatevi come avevo fatto io. La morte di Nagisa, i pianti di Tomoya e la morte della loro figlia Ushio sono davvero strazianti, non ho mai pianto così tanto per un anime, dalla puntata 16 stavo quasi per fermarmi con la serie per la sofferenza provata. Ma non temete. Vedrete che la fine vi lascerà un sorriso enorme in faccia, e tutto quello che nella prima serie era rimasto in sospeso verrà chiarito. Clannad - After Story è un anime consigliatissimo, soffrirete per un po' ma alla fine sarete appagati, lo trovo un anime davvero stupendo.
Gli do "solo" 10 perché di più non posso dare. Che dire, Clannad - After Story è una vera perla dell'animazione nipponica: non capisco ancora adesso come si possa, partendo da un videogioco, creare un anime intenso come questo.
Chiaramente va vista la prima serie per procedere alla visione di questa After Story, ma è in questa seconda serie che la storia "prende il volo": in pochi episodi si concentrano momenti gioiosi, momenti drammatici... da rimanere incollati allo schermo, invidiando i protagonisti per la purezza del loro legame, e piangendo per loro nei momenti più tristi. E' davvero la prima volta che mi capita di piangere vedendo un anime: questo è sicuramente indicativo del fatto che la storia mi ha colpito al cuore dall'inizio alla fine.
Il finale è un po' incasinato: chiaramente non sto a spiegarlo, ma per comprenderlo per bene, non avendo giocato al videogame da cui la serie nasce, ho dovuto fare un po' di ricerche: ora l'ho capito, forse un po' troppo soprannaturale, ma che male c'è?
Clannad - After Story è assolutamente da non perdere, ma preparate i fazzoletti.
Chiaramente va vista la prima serie per procedere alla visione di questa After Story, ma è in questa seconda serie che la storia "prende il volo": in pochi episodi si concentrano momenti gioiosi, momenti drammatici... da rimanere incollati allo schermo, invidiando i protagonisti per la purezza del loro legame, e piangendo per loro nei momenti più tristi. E' davvero la prima volta che mi capita di piangere vedendo un anime: questo è sicuramente indicativo del fatto che la storia mi ha colpito al cuore dall'inizio alla fine.
Il finale è un po' incasinato: chiaramente non sto a spiegarlo, ma per comprenderlo per bene, non avendo giocato al videogame da cui la serie nasce, ho dovuto fare un po' di ricerche: ora l'ho capito, forse un po' troppo soprannaturale, ma che male c'è?
Clannad - After Story è assolutamente da non perdere, ma preparate i fazzoletti.
Non lo avrei mai detto, ma metto un 8 a quest’anime. Non lo avrei mai detto perché questo genere di anime, lo stesso di Air e Kanon, non mi fa propriamente impazzire. Ha storie anche belle, fantastiche e fantasiose, ma sono sempre quelle, quindi sono troppo simili tra loro - tralasciando Air, di cui non mi sono piaciute molte cose. Con Clannad però ho percepito, già con la prima serie, un cambiamento.
La prima serie non mi ha particolarmente toccata, poteva essere benissimo un Kanon 2 la vendetta, molto carina ma ancora non c'era quel qualcosa che mi portasse ad avere delle vere strette al cuore. Io infatti non voglio commuovermi perché la scena è straziante, ma perché la scena straziante riguarda personaggi che amo, a cui mi sono affezionata, e tra queste due condizioni c'è una differenza, perché secondo me nel secondo caso c'è la vera commozione.
Clannad after story inizia al solito modo, ma ecco che poi il registro cambia. I protagonisti, a cui ormai sei indissolubilmente legato, cambiano, maturano, crescono, ed è stato in quel momento, in quelle puntate, che mi sono davvero commossa, ho pianto anche. Lo stile e la regia sono perfette in questo, perché se a poco a poco si è riusciti a trattenersi ad alcune scene, ecco che ne vengono altre che sciolgono completamente il nodo alla gola liberando le lacrime.
Le musiche, come sempre per questo filone di anime, sono impeccabili, ma forse in Clannad si superano. Soprattutto il tema di Nagisa, che all'inizio sembra così infantile, ti commuove e ti trascina: ti sconvolge.
Nonostante le grandi emozioni, i bellissimi disegni, i personaggi così ben caratterizzati e le musiche coinvolgenti, quest’anime mantiene, come nel caso degli altri (Air, Kanon 2006, Clannad prima serie) delle pecche. Le prime puntate sono per esempio un po’ lente, e le ultime si distaccano un po’ troppo dai toni disperati della serie. Comunque è bello il messaggio di Clannad, che può essere riassunto secondo me nella scena in cui Tomoya si gira nel viale con i ciliegi e corre verso Nagisa - non dico altro per non rovinare nulla, chi non lo ha visto non può capire. Lo consiglio. E' un anime fuori dal comune.
La prima serie non mi ha particolarmente toccata, poteva essere benissimo un Kanon 2 la vendetta, molto carina ma ancora non c'era quel qualcosa che mi portasse ad avere delle vere strette al cuore. Io infatti non voglio commuovermi perché la scena è straziante, ma perché la scena straziante riguarda personaggi che amo, a cui mi sono affezionata, e tra queste due condizioni c'è una differenza, perché secondo me nel secondo caso c'è la vera commozione.
Clannad after story inizia al solito modo, ma ecco che poi il registro cambia. I protagonisti, a cui ormai sei indissolubilmente legato, cambiano, maturano, crescono, ed è stato in quel momento, in quelle puntate, che mi sono davvero commossa, ho pianto anche. Lo stile e la regia sono perfette in questo, perché se a poco a poco si è riusciti a trattenersi ad alcune scene, ecco che ne vengono altre che sciolgono completamente il nodo alla gola liberando le lacrime.
Le musiche, come sempre per questo filone di anime, sono impeccabili, ma forse in Clannad si superano. Soprattutto il tema di Nagisa, che all'inizio sembra così infantile, ti commuove e ti trascina: ti sconvolge.
Nonostante le grandi emozioni, i bellissimi disegni, i personaggi così ben caratterizzati e le musiche coinvolgenti, quest’anime mantiene, come nel caso degli altri (Air, Kanon 2006, Clannad prima serie) delle pecche. Le prime puntate sono per esempio un po’ lente, e le ultime si distaccano un po’ troppo dai toni disperati della serie. Comunque è bello il messaggio di Clannad, che può essere riassunto secondo me nella scena in cui Tomoya si gira nel viale con i ciliegi e corre verso Nagisa - non dico altro per non rovinare nulla, chi non lo ha visto non può capire. Lo consiglio. E' un anime fuori dal comune.
Per me Clannad - After Story è un capolavoro sotto ogni aspetto: storia, musica, personaggi e disegno. Non posso che dare il massimo del voto a questo anime poiché è in grado di dare emozioni, piacevoli o meno, allo spettatore come pochi film da centinaia di milioni di euro possano fare.
I personaggi sono ben caratterizzati e nonostante la storia giri intorno a un solo protagonista maschile l'anime non accenna mai a scivolare vero il classico harem, ma anzi il nostro protagonista ben presto dimostra le sue intenzioni nella prima serie.
La seconda serie è molto più emotiva e chiude in maniera perfetta il cerchio rimasto aperto dalla prima serie. Non c'è nessun punto dubbio, nessuna ambiguità e anche il finale, apprezzato o meno, per me è più che giusto poiché <b>[Attenzione: spoiler!]</b> era troppo, veramente troppo, quello che il protagonista ha dovuto soffrire; la perdita prematura di una moglie amata e un altrettanto veloce perdita di una figlia riscoperta. Il finale tragico ormai è diventato quasi scontato e quindi dico "Sì, sono contento di un finale lieto che ormai è quasi raro da avere; sono contento che una famiglia possa essere composta da tutti i componenti di questa senza che qualcuno debba per forza morire e sia lasciato indietro dagli altri". <b>[Fine spoiler]</b>
Anche i personaggi di contorno sono necessari alla storia aiutando, guidando e sostenendo il protagonista nella sua crescita.
Le musiche sono azzeccate, niente di sbalorditivo ma alla fine quest'anime è bello proprio perché ti racconta una storia basata sulla semplicità, sulla felicità che ognuno di noi può trovare guardando in volto la propria persona amata.
Infine, tra tutti gli anime che ho visto (e sono veramente tanti, più di 200) questo è quello che mi ha portato dopo anni a iscrivermi su questo sito, perché l'idea di non condividere e non consigliare quest'anime a chiunque possa leggere questa recensione non averebbe reso giustizia al valore di chi ha creato questa, ebbene lo dico, opera sentimentale.
Chiunque voi siate, qualunque cosa pensiate, ovunque voi siate, non potrete non rimanere commossi dall'After Story di Clannad. Voto: 10.
I personaggi sono ben caratterizzati e nonostante la storia giri intorno a un solo protagonista maschile l'anime non accenna mai a scivolare vero il classico harem, ma anzi il nostro protagonista ben presto dimostra le sue intenzioni nella prima serie.
La seconda serie è molto più emotiva e chiude in maniera perfetta il cerchio rimasto aperto dalla prima serie. Non c'è nessun punto dubbio, nessuna ambiguità e anche il finale, apprezzato o meno, per me è più che giusto poiché <b>[Attenzione: spoiler!]</b> era troppo, veramente troppo, quello che il protagonista ha dovuto soffrire; la perdita prematura di una moglie amata e un altrettanto veloce perdita di una figlia riscoperta. Il finale tragico ormai è diventato quasi scontato e quindi dico "Sì, sono contento di un finale lieto che ormai è quasi raro da avere; sono contento che una famiglia possa essere composta da tutti i componenti di questa senza che qualcuno debba per forza morire e sia lasciato indietro dagli altri". <b>[Fine spoiler]</b>
Anche i personaggi di contorno sono necessari alla storia aiutando, guidando e sostenendo il protagonista nella sua crescita.
Le musiche sono azzeccate, niente di sbalorditivo ma alla fine quest'anime è bello proprio perché ti racconta una storia basata sulla semplicità, sulla felicità che ognuno di noi può trovare guardando in volto la propria persona amata.
Infine, tra tutti gli anime che ho visto (e sono veramente tanti, più di 200) questo è quello che mi ha portato dopo anni a iscrivermi su questo sito, perché l'idea di non condividere e non consigliare quest'anime a chiunque possa leggere questa recensione non averebbe reso giustizia al valore di chi ha creato questa, ebbene lo dico, opera sentimentale.
Chiunque voi siate, qualunque cosa pensiate, ovunque voi siate, non potrete non rimanere commossi dall'After Story di Clannad. Voto: 10.
Clannad - After Story, da vedere solo dopo il precedente Clannad, secondo me è semplicemente splendido.
I protagonisti, forse inizialmente un poco stereotipati, acquistano già dai primi episodi di Clannad un proprio carisma e una vera autenticità per nulla banale; in Clannad - After Story vi sarà infatti il culmine della loro crescita interiore, raggiunta con l'ingresso nel mondo degli adulti. Si tratta di un percorso completo, che coinvolge lo spettatore in tutti i sensi: come in ogni buon shoujo, sullo sfondo della classica ambientazione scolastica, e successivamente lavorativa, non mancano attimi di gioia, dolore e divertimento. Tuttavia, ciò che più caratterizza quest’anime è la resa in qualcosa di assolutamente puro e unico di questi stessi momenti: nulla è lasciato per scontato e ogni avvenimento è spiegato e motivato adeguatamente, descritto con una maestria degna di nota.
Sarà proprio dal sedicesimo episodio, con la morte improvvisa di uno dei personaggi principali, che dovrete preparare i fazzoletti: personalmente, forse a causa del mio essere tremendamente sensibile, ammetto di non avere mai smesso di versare lacrime su lacrime proprio da quella famigerata e tanto odiata puntata fino all'ultimo stramaledetto secondo.
E' stato impossibile staccarmi fino al finale.
Autentica tenerezza scatena il filo sovrannaturale che accompagna la trama e la tiene in piedi, l'inno all'amicizia vera e all'importanza di una famiglia unita, l'amore più sincero.
L'intera serie Clannad a mio avviso può definirsi un autentico capolavoro assolutamente imperdibile per ogni amante del genere. Tuttavia, sono sicura che anche chi si è sempre ritrovato indifferente agli shoujo non potrà fare a meno di sciogliersi davanti ai grandi occhi di Ushio! Ops, chi sarà mai questo nuovo personaggio? A voi scoprirlo, gentili lettori.
Voto: 10, se non di più.
I protagonisti, forse inizialmente un poco stereotipati, acquistano già dai primi episodi di Clannad un proprio carisma e una vera autenticità per nulla banale; in Clannad - After Story vi sarà infatti il culmine della loro crescita interiore, raggiunta con l'ingresso nel mondo degli adulti. Si tratta di un percorso completo, che coinvolge lo spettatore in tutti i sensi: come in ogni buon shoujo, sullo sfondo della classica ambientazione scolastica, e successivamente lavorativa, non mancano attimi di gioia, dolore e divertimento. Tuttavia, ciò che più caratterizza quest’anime è la resa in qualcosa di assolutamente puro e unico di questi stessi momenti: nulla è lasciato per scontato e ogni avvenimento è spiegato e motivato adeguatamente, descritto con una maestria degna di nota.
Sarà proprio dal sedicesimo episodio, con la morte improvvisa di uno dei personaggi principali, che dovrete preparare i fazzoletti: personalmente, forse a causa del mio essere tremendamente sensibile, ammetto di non avere mai smesso di versare lacrime su lacrime proprio da quella famigerata e tanto odiata puntata fino all'ultimo stramaledetto secondo.
E' stato impossibile staccarmi fino al finale.
Autentica tenerezza scatena il filo sovrannaturale che accompagna la trama e la tiene in piedi, l'inno all'amicizia vera e all'importanza di una famiglia unita, l'amore più sincero.
L'intera serie Clannad a mio avviso può definirsi un autentico capolavoro assolutamente imperdibile per ogni amante del genere. Tuttavia, sono sicura che anche chi si è sempre ritrovato indifferente agli shoujo non potrà fare a meno di sciogliersi davanti ai grandi occhi di Ushio! Ops, chi sarà mai questo nuovo personaggio? A voi scoprirlo, gentili lettori.
Voto: 10, se non di più.
Posso solamente dire, a proposito di quest'anime, che secondo me si tratta di un'opera davvero magistrale sotto ogni profilo. Tecnicamente è inappuntabile (d'altronde è stato prodotto dalla Kyoto Animation), ma la sua vera forza è l'enorme carica emotiva che trasmette allo spettatore. Sono sicuro che tanti dopo averlo visto, specie dopo l'After Story, si sono commossi, in ciò non c'è davvero vergogna, perché si tratta di emozioni autentiche.
Trovo inoltre che i personaggi della serie siano caratterizzati benissimo, anche in relazione ai sentimenti che provano. Non vorrei spoilerare, ma ritengo davvero significativa, in tal senso, una puntata in cui Tomoyo gioca a tennis: andate a guardare.
Ritengo, infine, che l'autore di questa magnifica opera sia pienamente riuscito nel suo intento, ovvero quello di scioccare il cuore dello spettatore per indurlo a riflettere su cose che di norma si darebbero per scontate, per esempio la famiglia, al fine di attribuirvi nuovo valore.
Consiglio a tutti di guardarlo senza pregiudizi e fino alla fine perché può davvero cambiare la vita.
Trovo inoltre che i personaggi della serie siano caratterizzati benissimo, anche in relazione ai sentimenti che provano. Non vorrei spoilerare, ma ritengo davvero significativa, in tal senso, una puntata in cui Tomoyo gioca a tennis: andate a guardare.
Ritengo, infine, che l'autore di questa magnifica opera sia pienamente riuscito nel suo intento, ovvero quello di scioccare il cuore dello spettatore per indurlo a riflettere su cose che di norma si darebbero per scontate, per esempio la famiglia, al fine di attribuirvi nuovo valore.
Consiglio a tutti di guardarlo senza pregiudizi e fino alla fine perché può davvero cambiare la vita.
<a href="http://www.youtube.com/watch?v=gpI1FflF_KU">The Place Where Wishes Come True II</a>
Parto così, perché è così che un capolavoro come Clannad merita di essere ricordato. Mai nella mia vita ho assistito a qualcosa in grado di riuscire a farmi commuovere come l'episodio 18 di questo autentico capolavoro.
"The only places your allowed to cry is in the bathroom, and in your father's arms..." E' letteralmente impossibile non emozionarsi con frasi del genere, con momenti del genere, con scene toccanti come queste. Clannad - After Story è una serie che cresce esponenzialmente con l'accumularsi degli episodi fino a diventare un qualcosa di magnifico nelle battute finali.
Ushio è uno dei personaggi più belli e veri che mi sia capitato di vedere all'interno di contesti animati. L'OST e i disegni sono qualcosa di superbo. Il motivo per cui gli episodi visti son 50 è semplice: Considero Clannad un'unica e immensa serie. Ricordi che mi affievolano in testa, ricordi del percorso di vita intrapreso da Tomoya e compagni.
Ogni maledetta musica mi torna in mente con piacevole rancore, rancore dettato dal fatto che, purtroppo, difficilmente altri anime riusciranno a emozionarmi e ad appassionarmi come l'universo di Clannad ha saputo fare. Come in tutte le cose della vita, "la classe sta nel farsi ricordare, non nel farsi notare". Clannad secondo me verrà ricordato così come i capolavori del passato vengono ricordati ora. Clannad è poesia, Clannad è tristezza, Clannad è vita.
Parto così, perché è così che un capolavoro come Clannad merita di essere ricordato. Mai nella mia vita ho assistito a qualcosa in grado di riuscire a farmi commuovere come l'episodio 18 di questo autentico capolavoro.
"The only places your allowed to cry is in the bathroom, and in your father's arms..." E' letteralmente impossibile non emozionarsi con frasi del genere, con momenti del genere, con scene toccanti come queste. Clannad - After Story è una serie che cresce esponenzialmente con l'accumularsi degli episodi fino a diventare un qualcosa di magnifico nelle battute finali.
Ushio è uno dei personaggi più belli e veri che mi sia capitato di vedere all'interno di contesti animati. L'OST e i disegni sono qualcosa di superbo. Il motivo per cui gli episodi visti son 50 è semplice: Considero Clannad un'unica e immensa serie. Ricordi che mi affievolano in testa, ricordi del percorso di vita intrapreso da Tomoya e compagni.
Ogni maledetta musica mi torna in mente con piacevole rancore, rancore dettato dal fatto che, purtroppo, difficilmente altri anime riusciranno a emozionarmi e ad appassionarmi come l'universo di Clannad ha saputo fare. Come in tutte le cose della vita, "la classe sta nel farsi ricordare, non nel farsi notare". Clannad secondo me verrà ricordato così come i capolavori del passato vengono ricordati ora. Clannad è poesia, Clannad è tristezza, Clannad è vita.
Tutto sommato è stato... straordinario
Per fortuna sono una persona ragionevole e gli do un 10, ma siccome sono fin troppo ragionevole, ero tentato di dargli 4 appena lo finii. Perchè? Ve lo dico dopo.
Clannad - After Story è il sequel dell'omonimo Clannad, di produzione dell'accoppiata Key-Kyoto Animation, binomio che ha preso posto nel mio cuore per avermi dato, insieme a Clannad, anche Angel Beats!, Kanon ed Air.
L'After Story vede Okazaki, Nagisa e gli altri personaggi uscire dal mondo scolastico ed entrare in quello lavorativo, e in particolare è basato sullo sviluppo del rapporto tra i due protagonisti principali, evoluzione che porterà tanta gioia quanto dolore.
<b>Da qui in poi saranno presenti spoiler</b>
Clannad - After Story è un anime drammatico-sentimetale che concentra la sua parte drammatica dalla seconda metà della serie in poi, e sebbene finisca con un apparente lietofine ho avuto abbastanza motivi per pensare che di lietofine non si trattasse da essere tentato di dargli un votaccio. Farmi letteralmente schiumare dall'episodio 16 fino alla fine non è il modo migliore per un anime di entrare nelle mie grazie. E pensare che la morte di Nagisa non è stata nemmeno la sola coltellata al cuore che ho dovuto sopportare, dato che in seguito ne sono arrivate altre due. In particolare, rivedere a che livello aghiacciante di malinconia arrivi quest'anime nell'episodio 20 mi fa stare male.
In Okazaki poi si viene a creare una situazione psicologica a dir poco tragica, che dicendola molto in breve è causata dal fatto che non è riuscito a proteggere Nagisa, che non è riuscito a essere un padre per Ushio, la loro figlia, il personaggio più dolce che si sia mai visto, praticamente fino a poco tempo prima della loro morte (eh sì, quella di Nagisa evidentemente non bastava) e dal fatto che ora è quasi portato a rimpiangere il suo incontro con Nagisa; qui si crea la sua visione della vita, che io stesso condivido:
"La vita è dolore, e ciò che c'è di bello e che ci rende felici ci è dato in modo che, una volta portatoci via, ci faccia soffire ancora di più".
E ora starete pensando che io la stia facendo troppo lunga dato che alla fine tutto si risolve per il meglio. _Ma come si risolve? Attraverso quello che mi piace chiamare "artificio delle luci", che gli permettono di cambiare il passato nel momento in cui comunque riconosce che l'avere incontrato Nagisa è stata la sua gioia più grande, e che quindi non lo rimpiangerà mai.
Bene, questo è stato il contentino. Se non mi sbaglio però per un terzo della serie ho visto uno svolgimento drammatico che lui, anche nel lietofine, ricorda ancora. Questo per me non è un lietofine, non può esserlo completamente.
Ciò che ho avuto quindi dalla visione di questa seconda serie non sono state emozioni felici, ma più il contrario, ho visto esattamente tutto ciò che non avrei voluto vedere.
Ma la loro intensità mi ha fatto capire quanto Clannad mi sia entrato nel cuore, e un anime che mi tocca così non può che meritarsi un 10 da parte mia, e voglio finire la recensione con un omaggio speciale per l'opening, per l'ending - che qui non è una sigla vera e propria, quindi omaggio anche al comparto sonoro in generale, insieme a quello tecnico - e per la storia parallela tra Ushio e Okazaki.
Per fortuna sono una persona ragionevole e gli do un 10, ma siccome sono fin troppo ragionevole, ero tentato di dargli 4 appena lo finii. Perchè? Ve lo dico dopo.
Clannad - After Story è il sequel dell'omonimo Clannad, di produzione dell'accoppiata Key-Kyoto Animation, binomio che ha preso posto nel mio cuore per avermi dato, insieme a Clannad, anche Angel Beats!, Kanon ed Air.
L'After Story vede Okazaki, Nagisa e gli altri personaggi uscire dal mondo scolastico ed entrare in quello lavorativo, e in particolare è basato sullo sviluppo del rapporto tra i due protagonisti principali, evoluzione che porterà tanta gioia quanto dolore.
<b>Da qui in poi saranno presenti spoiler</b>
Clannad - After Story è un anime drammatico-sentimetale che concentra la sua parte drammatica dalla seconda metà della serie in poi, e sebbene finisca con un apparente lietofine ho avuto abbastanza motivi per pensare che di lietofine non si trattasse da essere tentato di dargli un votaccio. Farmi letteralmente schiumare dall'episodio 16 fino alla fine non è il modo migliore per un anime di entrare nelle mie grazie. E pensare che la morte di Nagisa non è stata nemmeno la sola coltellata al cuore che ho dovuto sopportare, dato che in seguito ne sono arrivate altre due. In particolare, rivedere a che livello aghiacciante di malinconia arrivi quest'anime nell'episodio 20 mi fa stare male.
In Okazaki poi si viene a creare una situazione psicologica a dir poco tragica, che dicendola molto in breve è causata dal fatto che non è riuscito a proteggere Nagisa, che non è riuscito a essere un padre per Ushio, la loro figlia, il personaggio più dolce che si sia mai visto, praticamente fino a poco tempo prima della loro morte (eh sì, quella di Nagisa evidentemente non bastava) e dal fatto che ora è quasi portato a rimpiangere il suo incontro con Nagisa; qui si crea la sua visione della vita, che io stesso condivido:
"La vita è dolore, e ciò che c'è di bello e che ci rende felici ci è dato in modo che, una volta portatoci via, ci faccia soffire ancora di più".
E ora starete pensando che io la stia facendo troppo lunga dato che alla fine tutto si risolve per il meglio. _Ma come si risolve? Attraverso quello che mi piace chiamare "artificio delle luci", che gli permettono di cambiare il passato nel momento in cui comunque riconosce che l'avere incontrato Nagisa è stata la sua gioia più grande, e che quindi non lo rimpiangerà mai.
Bene, questo è stato il contentino. Se non mi sbaglio però per un terzo della serie ho visto uno svolgimento drammatico che lui, anche nel lietofine, ricorda ancora. Questo per me non è un lietofine, non può esserlo completamente.
Ciò che ho avuto quindi dalla visione di questa seconda serie non sono state emozioni felici, ma più il contrario, ho visto esattamente tutto ciò che non avrei voluto vedere.
Ma la loro intensità mi ha fatto capire quanto Clannad mi sia entrato nel cuore, e un anime che mi tocca così non può che meritarsi un 10 da parte mia, e voglio finire la recensione con un omaggio speciale per l'opening, per l'ending - che qui non è una sigla vera e propria, quindi omaggio anche al comparto sonoro in generale, insieme a quello tecnico - e per la storia parallela tra Ushio e Okazaki.
Dopo una prima serie dedicata alla spensieratezza del liceo, troviamo una brusca caduta nel mondo degli adulti.
I nostri affezionati liceali ormai sono cresciuti e devono avere a che fare con un mondo così diverso da quello che immaginavano quando andavano a scuola. Un mondo spietato e ingiusto, dove la felicità si raggiunge piangendo.
Ora al di fuori del mio breve excursus ho trovato la serie davvero un capolavoro, forse uno degli anime più belli mai fatti e sopratutto uno dei più realistici. Ci permette di vivere (o rivivere) una vera e propria esperienza post liceale, di provare sulla propria pelle il gravoso peso della "maggiore età".
Detto ciò, Clannad - After Story lo consiglierei a tutti, credo che sia una serie assolutamente da vedere.
I nostri affezionati liceali ormai sono cresciuti e devono avere a che fare con un mondo così diverso da quello che immaginavano quando andavano a scuola. Un mondo spietato e ingiusto, dove la felicità si raggiunge piangendo.
Ora al di fuori del mio breve excursus ho trovato la serie davvero un capolavoro, forse uno degli anime più belli mai fatti e sopratutto uno dei più realistici. Ci permette di vivere (o rivivere) una vera e propria esperienza post liceale, di provare sulla propria pelle il gravoso peso della "maggiore età".
Detto ciò, Clannad - After Story lo consiglierei a tutti, credo che sia una serie assolutamente da vedere.
<b>Attenzione! Contiene spoiler su punti salienti della trama e sul finale!</b>
Bello, veramente bello. I commenti entusiastici che avevo letto in precedenza sono del tutto meritati: la trama è coinvolgente e non confusionaria, i personaggi sono ben caratterizzati, i disegni sono ottimi, la colonna sonora sfiora la perfezione.
Avevo già scritto una recensione su questo anime ma, non essendo sicuro di averne ben inteso il significato, ho cercato qualche altro commento e ho capito di averlo interpretato male. Quindi occorre ricominciare da capo.
Non che fosse tutta colpa mia in fondo: l'anime si basa su una visual novel che, a quanto pare, è un po' più esplicita.
In pratica l'inizio della storia nell'anime non si vede ma andrebbe intuito: i due ragazzi s'incontrano e cominciano una storia che li porterà al matrimonio e alla morte di lei, senza però aver contatti con nessuno degli altri personaggi della serie.
Da questo punto quello che succede è narrato nella seconda parte di After Story: la depressione di Tomoya, il ricongiungimento con la figlia, la morte di entrambi. Quando Tomoya muore viene spedito in un mondo parallelo dove si ritrova nei panni di un robottino solo in compagnia di Ushio. Il tentativo di fuggire da quel posto termina con la ragazzina che rimanda il padre indietro nel tempo raccomandandogli di raccogliere le sfere verdi, quelle che, come era già stato raccontato in precedenza, appaiono se si procura felicità a una persona e consentono di esaudire un desiderio. Tomoya viene inconsapevolmente catapultato sulla collina dove incontra nuovamente Nagisa per la prima volta e quello che succede dopo sono gli eventi di Clanned - prima serie.
Gli eventi dei personaggi secondari sono importantissimi, in quanto procurando la loro felicità vengono create delle sfere che Tomoya raccoglie inconsapevolmente. Così quando Nagisa è sul punto di morire egli possiede così tante sfere da riuscire a impedire la morte dell'amata.
La stessa morte di Nagisa e il viaggio nel mondo parallelo gli appaiono come un ricordo e non come un sogno: in qualche modo Tomoya si rende conto di quello che è veramente successo.
Complicatuccio, giusto? Però visto in questa nuova ottica il risultato è ancora migliore. Credevo che l'ultima puntata fosse un modo per dare un happy end al pubblico; fortunatamente mi sbagliavo, tutto era stato calcolato nei minimi dettagli. Inutile fare dei paralleli tra prima e seconda serie: come si può notare fanno entrambe parte del tutto di cui si può aver comprensione solo saltando dalle vicende di una alle vicende dell'altra e viceversa. Davvero complimenti agli autori.
Bello, veramente bello. I commenti entusiastici che avevo letto in precedenza sono del tutto meritati: la trama è coinvolgente e non confusionaria, i personaggi sono ben caratterizzati, i disegni sono ottimi, la colonna sonora sfiora la perfezione.
Avevo già scritto una recensione su questo anime ma, non essendo sicuro di averne ben inteso il significato, ho cercato qualche altro commento e ho capito di averlo interpretato male. Quindi occorre ricominciare da capo.
Non che fosse tutta colpa mia in fondo: l'anime si basa su una visual novel che, a quanto pare, è un po' più esplicita.
In pratica l'inizio della storia nell'anime non si vede ma andrebbe intuito: i due ragazzi s'incontrano e cominciano una storia che li porterà al matrimonio e alla morte di lei, senza però aver contatti con nessuno degli altri personaggi della serie.
Da questo punto quello che succede è narrato nella seconda parte di After Story: la depressione di Tomoya, il ricongiungimento con la figlia, la morte di entrambi. Quando Tomoya muore viene spedito in un mondo parallelo dove si ritrova nei panni di un robottino solo in compagnia di Ushio. Il tentativo di fuggire da quel posto termina con la ragazzina che rimanda il padre indietro nel tempo raccomandandogli di raccogliere le sfere verdi, quelle che, come era già stato raccontato in precedenza, appaiono se si procura felicità a una persona e consentono di esaudire un desiderio. Tomoya viene inconsapevolmente catapultato sulla collina dove incontra nuovamente Nagisa per la prima volta e quello che succede dopo sono gli eventi di Clanned - prima serie.
Gli eventi dei personaggi secondari sono importantissimi, in quanto procurando la loro felicità vengono create delle sfere che Tomoya raccoglie inconsapevolmente. Così quando Nagisa è sul punto di morire egli possiede così tante sfere da riuscire a impedire la morte dell'amata.
La stessa morte di Nagisa e il viaggio nel mondo parallelo gli appaiono come un ricordo e non come un sogno: in qualche modo Tomoya si rende conto di quello che è veramente successo.
Complicatuccio, giusto? Però visto in questa nuova ottica il risultato è ancora migliore. Credevo che l'ultima puntata fosse un modo per dare un happy end al pubblico; fortunatamente mi sbagliavo, tutto era stato calcolato nei minimi dettagli. Inutile fare dei paralleli tra prima e seconda serie: come si può notare fanno entrambe parte del tutto di cui si può aver comprensione solo saltando dalle vicende di una alle vicende dell'altra e viceversa. Davvero complimenti agli autori.
Ho da poco finito di guardare quest'anime, e devo dire che è uno dei migliori che io abbia mai visto. La storia è, naturalmente, collegata alla prima serie, "Clannad", e riprende la narrazione da dove quest'ultima era finita. I protagonisti principali sono ancora Tomoya e Nagisa, e li vediamo crescere e affrontare due mondi diversi.
In poche parole, secondo me questo è un anime da vedere assolutamente. Analizza perfettamente gli alti e bassi della vita, le difficoltà a cui essa ci pone di fronte, la forza di rialzarsi e di rimediare ai propri errori, l'amore incondizionato verso la famiglia e l'importanza di quest'ultima. Lo consiglio vivamente. Avviso, piangerete molto, ma chissà, forse alla fine le lacrime si trasformeranno in lacrime di gioia.
In poche parole, secondo me questo è un anime da vedere assolutamente. Analizza perfettamente gli alti e bassi della vita, le difficoltà a cui essa ci pone di fronte, la forza di rialzarsi e di rimediare ai propri errori, l'amore incondizionato verso la famiglia e l'importanza di quest'ultima. Lo consiglio vivamente. Avviso, piangerete molto, ma chissà, forse alla fine le lacrime si trasformeranno in lacrime di gioia.
Dopo aver recensito in maniera assai entusiata Clannad mi accingo a parlarvi di questa seconda serie.<br>
Se ci si poteva aspettare che racchiudesse tutti gli elementi della prima serie, vi sorprenderà la capacità di andare oltre il mero seguito raffazzonato come spesso si vede.<br>
After Story significa che l'avventura della vita va avanti nel bene e nel male, significa crescere. E non solo anagraficamente.<br>
Tutti i protagonisti sono portati ad una evoluzione della propria personalità, con un progressivo cambiamento di desideri, pensieri, aspettative e stile di vita.<br>
I personaggi crescono e si confrontano con le nuove sfide della vita: il lavoro, la famiglia, i figli...<br>
Vi cruccerete di come alcuni di essi perderanno la spensieratezza dell'adolescenza per la quale vi siete affezionati così tanto, ma sorriderete quando percepirete la maturità raggiunta.<br>
Vi sorprenderà di come in alcuni casi l'anime possa essere anche cattivo, cinico nel mostrare i limiti di alcuni personaggi nel gestire le nuove situazioni, ma anche favolosamente coinvolgente nel portare avanti l'avventura delle vita dei protagonisti.<br>
Nota di merito anche in questa serie per la colonna sonora, sempre eccezionale, e che sarà il giusto accompagnamento per questo nuovo stupendo viaggio.
Se ci si poteva aspettare che racchiudesse tutti gli elementi della prima serie, vi sorprenderà la capacità di andare oltre il mero seguito raffazzonato come spesso si vede.<br>
After Story significa che l'avventura della vita va avanti nel bene e nel male, significa crescere. E non solo anagraficamente.<br>
Tutti i protagonisti sono portati ad una evoluzione della propria personalità, con un progressivo cambiamento di desideri, pensieri, aspettative e stile di vita.<br>
I personaggi crescono e si confrontano con le nuove sfide della vita: il lavoro, la famiglia, i figli...<br>
Vi cruccerete di come alcuni di essi perderanno la spensieratezza dell'adolescenza per la quale vi siete affezionati così tanto, ma sorriderete quando percepirete la maturità raggiunta.<br>
Vi sorprenderà di come in alcuni casi l'anime possa essere anche cattivo, cinico nel mostrare i limiti di alcuni personaggi nel gestire le nuove situazioni, ma anche favolosamente coinvolgente nel portare avanti l'avventura delle vita dei protagonisti.<br>
Nota di merito anche in questa serie per la colonna sonora, sempre eccezionale, e che sarà il giusto accompagnamento per questo nuovo stupendo viaggio.
Clannad - After Story è un anime strabiliante che ti prende piano piano: tutte le puntate ti prendono e non ti fanno scadere l'interesse, all'inizio in modo imprevedibile, perché la storia inizia in modo quasi banale; poi la trama e gli eventi ti catturano sempre di più fino a renderti quasi avido di sapere, e non vedi l'ora di vedere il prossimo episodio. L'anime ha un bellissimo stile che emoziona intensamente fino alle lacrime, e pure nella disperazione ti lascia la speranza e ti fa ancora sognare e ti rapisce nel labirinto del tempo e nel mistero dei sogni che in questa storia hanno un ruolo veramente singolare: una porta dove il tempo non ha più senso e puoi ripercorrere strade e decisioni, rivivere e cambiare.
Clannad - After Story ti fa riflettere e in fondo ti lascia qualcosa come una lezione in più su te stesso (molto appagante), bellissima completa e aperta nello stesso tempo.
Clannad - After Story ti fa riflettere e in fondo ti lascia qualcosa come una lezione in più su te stesso (molto appagante), bellissima completa e aperta nello stesso tempo.
Il mio voto è un 10, spiego subito i motivi:
La trama è qualcosa di spettacolare, non ho mai visto un anime cosi emozionante, ti trasporta all'interno della storia e ti fa sentire parte di essa, in alcune puntate puoi sentire anche il cuore che ti batte forte oppure piangere, come ho fatto io, è una storia che da tanti ricordi a chi la segue,ricordi belli o brutti,felici o tristi. Credo che un anime come questo che si avvicina alla realtà con quel poco di fantasia, deve essere visto da tutti, anche se il genere non piace, è un anime che viene apprezzato da tutti.
Su quella piccola parte di fantasia: già dalla prima serie si vedeva qualche piccolo spezzone di quel "mondo finito" e già faceva venire in testa tanti pensieri, su cosa fosse su come influenza la trama, chiamatemi pazzo o scemo ma io in quella piccola parte di fantasia ci credo come se fosse realtà,è quella parte di noi che fa credere ai sogni e che almeno per un'istante vogliamo, quando ho finito di vedere l'anime un pensiero mi ha sfiorato la testa... "allora quando si è veramente felici puoi avere un desiderio!?". A me ha colpito molto sia la prima che la seconda serie, forse perchè mi ci sono rispecchiato molto in alcune situazioni dei personaggi.
Non mi pentirò di dire che l'ho visto e che ridevo e piangevo in alcune scene per un anime che ti tocca da vicino.
Passando alla parte tecnica, credo che il voto sia un 8 o un 9: i disegni sono fantastici, forse i volti della ragazze in alcune situazioni si assomigliano molto, ma mano a mano che si va avanti si notano sempre di più la differenza dei tratti di un volto e di un altro, forse visto anche il fatto che i personaggi crescono e vanno avanti, non come la solita serie di anime che finisce alle scuola superiori. I dialoghi sono fantastici, mai una battuta sprecata, mai una frase senza senso, poi alcuni discorsi che fanno tra di loro o alcune riflessioni sono da seguire con molta attenzione.
Musica e colonna sonora: le colonne sonore sono fantastiche, quella del "mondo giunto alla fine" ti prende dentro, consiglio di ascoltarla completa. La prima sigla è un capolavoro secondo me, profonda e convincente.
La grande famiglia Dango! Voi penserete"che c'entra?" Beh, appena finito di vedere After Story, consiglio di riguardarla con molta attenzione.
Il voto finale è 10.
La trama è qualcosa di spettacolare, non ho mai visto un anime cosi emozionante, ti trasporta all'interno della storia e ti fa sentire parte di essa, in alcune puntate puoi sentire anche il cuore che ti batte forte oppure piangere, come ho fatto io, è una storia che da tanti ricordi a chi la segue,ricordi belli o brutti,felici o tristi. Credo che un anime come questo che si avvicina alla realtà con quel poco di fantasia, deve essere visto da tutti, anche se il genere non piace, è un anime che viene apprezzato da tutti.
Su quella piccola parte di fantasia: già dalla prima serie si vedeva qualche piccolo spezzone di quel "mondo finito" e già faceva venire in testa tanti pensieri, su cosa fosse su come influenza la trama, chiamatemi pazzo o scemo ma io in quella piccola parte di fantasia ci credo come se fosse realtà,è quella parte di noi che fa credere ai sogni e che almeno per un'istante vogliamo, quando ho finito di vedere l'anime un pensiero mi ha sfiorato la testa... "allora quando si è veramente felici puoi avere un desiderio!?". A me ha colpito molto sia la prima che la seconda serie, forse perchè mi ci sono rispecchiato molto in alcune situazioni dei personaggi.
Non mi pentirò di dire che l'ho visto e che ridevo e piangevo in alcune scene per un anime che ti tocca da vicino.
Passando alla parte tecnica, credo che il voto sia un 8 o un 9: i disegni sono fantastici, forse i volti della ragazze in alcune situazioni si assomigliano molto, ma mano a mano che si va avanti si notano sempre di più la differenza dei tratti di un volto e di un altro, forse visto anche il fatto che i personaggi crescono e vanno avanti, non come la solita serie di anime che finisce alle scuola superiori. I dialoghi sono fantastici, mai una battuta sprecata, mai una frase senza senso, poi alcuni discorsi che fanno tra di loro o alcune riflessioni sono da seguire con molta attenzione.
Musica e colonna sonora: le colonne sonore sono fantastiche, quella del "mondo giunto alla fine" ti prende dentro, consiglio di ascoltarla completa. La prima sigla è un capolavoro secondo me, profonda e convincente.
La grande famiglia Dango! Voi penserete"che c'entra?" Beh, appena finito di vedere After Story, consiglio di riguardarla con molta attenzione.
Il voto finale è 10.
Solo una parola F-A-N-T-A-S-T-I-C-O !
Clannad After Story è la seconda serie di Clannad e riprende le avventure di Tomoya e Nagisa, ormai fidanzati. Il punto forte di questa serie è sicuramente la drammaticità e la serietà con cui si presenta. E' stato il primo anime che mi abbia veramente tanto commossa fino al punto di farmi piangere (e credetemi, ce ne vuole).
Fosse per me scriverei una pagina intera di questo anime, ma devo contenermi.
Ritengo che questa serie meriti sicuramente un 10, in quanto non mancano: comicità, drammaticità e sentimentalismo.
La prima metà dell'anime si concentra su Tomoya, Nagisa e i loro amici; invece la seconda metà è quella drammatica che s'incentra sopratutto su Tomoya. La prima metà mi è piaciuta molto, perchè ho potuto anche capire (grazie ad alcuni episodi) che Sunohara Youhei non è così stupido come sembra. Il suo affetto nei confronti della sorella mi è piaciuto veramente tanto.
La seconda parte invece l'ho amata del tutto! I colpi di scena che si sono susseguiti mi hanno veramente portato ad amare quest'anime.
A partire dalla morte di Nagisa non volevo nemmeno andare avanti con gli episodi, ma quando ho visto per la prima volta Ushio e il padre Tomoya insieme ho voluto continuare a vederlo, piangendo ogni volta come una fontana. Mi è rimasto l'amaro in bocca per Ushio. Non pensavo potesse finire in quel modo! Ma mi sono dovuta ricredere.
Che dire del pezzo finale: sono rimasta veramente stupita dalla fine! Onestamente avrei preferito che facessero anche un finale alternativo.
Poco importa, è spettacolare lo stesso, sia per i disegni che per le canzoni.
Voto: 10
Clannad After Story è la seconda serie di Clannad e riprende le avventure di Tomoya e Nagisa, ormai fidanzati. Il punto forte di questa serie è sicuramente la drammaticità e la serietà con cui si presenta. E' stato il primo anime che mi abbia veramente tanto commossa fino al punto di farmi piangere (e credetemi, ce ne vuole).
Fosse per me scriverei una pagina intera di questo anime, ma devo contenermi.
Ritengo che questa serie meriti sicuramente un 10, in quanto non mancano: comicità, drammaticità e sentimentalismo.
La prima metà dell'anime si concentra su Tomoya, Nagisa e i loro amici; invece la seconda metà è quella drammatica che s'incentra sopratutto su Tomoya. La prima metà mi è piaciuta molto, perchè ho potuto anche capire (grazie ad alcuni episodi) che Sunohara Youhei non è così stupido come sembra. Il suo affetto nei confronti della sorella mi è piaciuto veramente tanto.
La seconda parte invece l'ho amata del tutto! I colpi di scena che si sono susseguiti mi hanno veramente portato ad amare quest'anime.
A partire dalla morte di Nagisa non volevo nemmeno andare avanti con gli episodi, ma quando ho visto per la prima volta Ushio e il padre Tomoya insieme ho voluto continuare a vederlo, piangendo ogni volta come una fontana. Mi è rimasto l'amaro in bocca per Ushio. Non pensavo potesse finire in quel modo! Ma mi sono dovuta ricredere.
Che dire del pezzo finale: sono rimasta veramente stupita dalla fine! Onestamente avrei preferito che facessero anche un finale alternativo.
Poco importa, è spettacolare lo stesso, sia per i disegni che per le canzoni.
Voto: 10
<b>ATTENZIONE! CONTIENE SPOILER!</b>
Trovo che questo, nella sua totalità, sia uno degli anime migliori che abbia mai avuto il piacere di vedere. Non manca quasi di nulla. Fruga ogni parte della vita, dalla quotidianità all'astratto, lungo il corso degli anni. Ogni animo e ogni aspetto del reale. Anche a livello di condizioni inter-relazionali: amore, amicizia, il rapporto fra i genitori e figli sono resi tutte nella loro forma più completa. E la cosa che più di ogni altra riesce a colpire è il fatto che la tensione drammatica ricompare nei momenti esatti in cui è giusto che lo faccia, coinvolgendoti ogni volta in maniera totale, e trascinandoti, completamente stordito e sorpreso, in quel turbine. E per quanto si possa essere scettici o schivi non si riuscirà a pensare, a razionalizzare, perché le lacrime scenderanno comunque.
Clannad è davvero un capolavoro in cui attimi di purissima tristezza e immensa gioia si alternano con mirabile maestria. La stessa ironia sembra apparire saltuariamente quel tanto che basta per non renderlo lento. Le sequenze sono piccoli istanti preziosi come gemme, che si susseguono passo passo, minuto per minuto. Non c'è nulla di finto o forzato. Tutto procede con una fluidità unica, che sa strisciare fra le corde dell'anima. Ogni attimo sembra curato fin nel minimo dettaglio, così la serie appare migliore di molti libri quanto al trasmettere emozioni, e non è facile che qualcosa di visivo possa esserne in grado.
I personaggi stessi, i loro colori , le loro personalità, tutte a loro modo diverse e intriganti (in particolare quella di Tomoya), già all'inizio sono in grado di trasmetterti la vera entità delle situazioni. Nelle più piccole manifestazioni di rifiuto, di bisogno e di forza ti proiettano nel loro mondo spingendoti a riconoscertici, come se per ogni istante gli fossi accanto.
I disegni, poi, come nella maggior parte negli anime, ma in questo soprattutto, rendono in maniera sconvolgente, fino a fare sembrare tutto reale meglio di un film, e colgono l'aspetto, anche il più banale, delle abitudini e dei gesti umani. Passioni, aspirazioni e interessi si delineano perfettamente in loro, come in un essere umano vero e proprio, per ogni età che gli vediamo percorrere.
Ad esempio Tomoya: prima un giovane adolescente maschio di grande carisma , apparentemente disilluso, e poi un uomo confuso, speranzoso e intontito dall'amore e dai grandi sogni. Condizione che al momento della crisi non gli permetterà che di rimanere spiazzato. Tutto questo è definito nei minimi aspetti e nelle minime variazioni, ed è a dir poco meraviglioso. Sembra quasi di potere avere davanti agli occhi qualcuno che cresca. Da un certo momento in poi rimane tutto nelle sue mani, si fa lui, Tomoya, il vero protagonista della vicenda, il vero “umano” di fronte al “mondo” che gli gira tutt'intorno, l'aggredisce, lo logora. Tomoya è distrutto, perde ogni sicurezza, ogni base, ogni ragione di vita. Eppure supera, supera fino a che con la morte della figlia si blocca e l'universo dell'astratto lo travolge. Quella stessa realtà che poi lo restituirà alla vita e alla ben meritata pace. Questa è la perfetta realizzazione, la conclusione per eccellenza della vita e dell'esperienza.
Dal un punto di vista di superficie, inoltre, il finale, sorprendentemente positivo, evita il catartico e l'amaro che altrimenti il primo avrebbe lasciato in bocca. La conclusione della serie invece è decisamente la ciliegina sulla torta che fa meritare a quest'anime un voto più che ottimo. Cerco e ricerco qualche difetto, ma non riesco a trovarlo, e il coinvolgimento e totale ancora ora, mentre scrivo. Clannad è un anime che lascia il segno.
Trovo che questo, nella sua totalità, sia uno degli anime migliori che abbia mai avuto il piacere di vedere. Non manca quasi di nulla. Fruga ogni parte della vita, dalla quotidianità all'astratto, lungo il corso degli anni. Ogni animo e ogni aspetto del reale. Anche a livello di condizioni inter-relazionali: amore, amicizia, il rapporto fra i genitori e figli sono resi tutte nella loro forma più completa. E la cosa che più di ogni altra riesce a colpire è il fatto che la tensione drammatica ricompare nei momenti esatti in cui è giusto che lo faccia, coinvolgendoti ogni volta in maniera totale, e trascinandoti, completamente stordito e sorpreso, in quel turbine. E per quanto si possa essere scettici o schivi non si riuscirà a pensare, a razionalizzare, perché le lacrime scenderanno comunque.
Clannad è davvero un capolavoro in cui attimi di purissima tristezza e immensa gioia si alternano con mirabile maestria. La stessa ironia sembra apparire saltuariamente quel tanto che basta per non renderlo lento. Le sequenze sono piccoli istanti preziosi come gemme, che si susseguono passo passo, minuto per minuto. Non c'è nulla di finto o forzato. Tutto procede con una fluidità unica, che sa strisciare fra le corde dell'anima. Ogni attimo sembra curato fin nel minimo dettaglio, così la serie appare migliore di molti libri quanto al trasmettere emozioni, e non è facile che qualcosa di visivo possa esserne in grado.
I personaggi stessi, i loro colori , le loro personalità, tutte a loro modo diverse e intriganti (in particolare quella di Tomoya), già all'inizio sono in grado di trasmetterti la vera entità delle situazioni. Nelle più piccole manifestazioni di rifiuto, di bisogno e di forza ti proiettano nel loro mondo spingendoti a riconoscertici, come se per ogni istante gli fossi accanto.
I disegni, poi, come nella maggior parte negli anime, ma in questo soprattutto, rendono in maniera sconvolgente, fino a fare sembrare tutto reale meglio di un film, e colgono l'aspetto, anche il più banale, delle abitudini e dei gesti umani. Passioni, aspirazioni e interessi si delineano perfettamente in loro, come in un essere umano vero e proprio, per ogni età che gli vediamo percorrere.
Ad esempio Tomoya: prima un giovane adolescente maschio di grande carisma , apparentemente disilluso, e poi un uomo confuso, speranzoso e intontito dall'amore e dai grandi sogni. Condizione che al momento della crisi non gli permetterà che di rimanere spiazzato. Tutto questo è definito nei minimi aspetti e nelle minime variazioni, ed è a dir poco meraviglioso. Sembra quasi di potere avere davanti agli occhi qualcuno che cresca. Da un certo momento in poi rimane tutto nelle sue mani, si fa lui, Tomoya, il vero protagonista della vicenda, il vero “umano” di fronte al “mondo” che gli gira tutt'intorno, l'aggredisce, lo logora. Tomoya è distrutto, perde ogni sicurezza, ogni base, ogni ragione di vita. Eppure supera, supera fino a che con la morte della figlia si blocca e l'universo dell'astratto lo travolge. Quella stessa realtà che poi lo restituirà alla vita e alla ben meritata pace. Questa è la perfetta realizzazione, la conclusione per eccellenza della vita e dell'esperienza.
Dal un punto di vista di superficie, inoltre, il finale, sorprendentemente positivo, evita il catartico e l'amaro che altrimenti il primo avrebbe lasciato in bocca. La conclusione della serie invece è decisamente la ciliegina sulla torta che fa meritare a quest'anime un voto più che ottimo. Cerco e ricerco qualche difetto, ma non riesco a trovarlo, e il coinvolgimento e totale ancora ora, mentre scrivo. Clannad è un anime che lascia il segno.
<b>Attenzione: una buona recensione non può fare a meno di contenere spoilers, per quanto si cerchi di limitarli. Regolatevi di conseguenza.</b>
Questa seconda stagione di Clannad completa, e sublima, la serie. Nel senso che se la prima stagione era tutto sommato una commedia scolastica di qualità, con alcuni spiragli anticipatori di questo seguito, la seconda serie è l'anime più commovente che abbia mai visto. Anticipo fin da subito che la mia "opinione/analisi" si basa sulla parte della seconda stagione che comincia dall'episodio 9, in quanto i primi otto episodi sono essenzialmente un prolungamento della prima stagione.
La trama in sé, sinceramente, non è spettacolare, anzi è quasi banale; ma questo è voluto, è uno degli elementi scelti per avvicinare emotivamente, facilitando l'immedesimazione, il pubblico ai personaggi. Okazaki e Nagisa non hanno davvero nulla di eccezionale, come invece magari Kotomi o Tomoyo. Ma la narrazione dei sentimenti, il modo di porli e rappresentarli, quello è veramente il meglio di quest'anime, che tratta dell'amore di coppia, di un genitore e filiale. Un altro punto di forza a mio parere è anche la visibile maturazione dei personaggi, Okazaki in primis, sia dal punto di vista sociale (il lavoro e la vita autonoma) sia umano (la tanto sospirata riconciliazione con il padre e il mutato rapporto con i genitori di Nagisa).
A partire dallo spartiacque di cui prima, l'ep 9, spariscono o quasi i personaggi secondari liceali, e ciò, a mio parere, giova alla trama, che ha così modo di concentrarsi sui "veri" protagonisti; peraltro la sparizione è compensata, in parte, sia dal ruolo potenziato di alcuni vecchi personaggi (Yoshino, i genitori di Nagisa e il padre Okazaki), sia da qualche new entry (la nonna Okazaki e Ushio).
Enigma, fin dalla prima stagione, della serie è il mondo "alla fine" della ragazza sola e del "robot" da lei costruito; la trama tenta di darvi una spiegazione, a dir la verità affascinante, per quanto a me sembri un po' troppo "mistica". Considerando anche il suo utilizzo per il finale che, è bene dirlo subito, considero uno dei difetti dell'anime. Infatti l'escamotage conclusivo potrebbe essere usato come esempio perfetto di "deus ex machina", e quest'ultimo è da sempre considerato come rimedio all'incapacità di districare una situazione complessa nella trama o, come in questo caso, l'incapacità di seguire coerentemente la linea narrativa intrapresa, addolcendola. Emotivamente forse ne sono contento, ma criticamente non posso proprio esserlo.
Passando al lato tecnico, pochi appunti possono essere mossi: Clannad è una gioia per gli occhi. Tra questi pochi appunti c'è sicuramente il "design" dei personaggi femminili, troppo simili, ma tale difetto era più evidente nella prima serie, dato che qui, come già detto, i personaggi si riducono drasticamente.
Ultima cosa: finito l'anime, riguardate l'ending (Dango Daikazoku) della prima stagione, e finalmente potrete capirlo. In conclusione, Clannad è un anime che saprà coinvolgervi e commuovervi e, probabilmente, farvi riflettere sui rapporti personali, pertanto la visione è caldamente consigliata a chiunque ami il mondo degli anime.
Questa seconda stagione di Clannad completa, e sublima, la serie. Nel senso che se la prima stagione era tutto sommato una commedia scolastica di qualità, con alcuni spiragli anticipatori di questo seguito, la seconda serie è l'anime più commovente che abbia mai visto. Anticipo fin da subito che la mia "opinione/analisi" si basa sulla parte della seconda stagione che comincia dall'episodio 9, in quanto i primi otto episodi sono essenzialmente un prolungamento della prima stagione.
La trama in sé, sinceramente, non è spettacolare, anzi è quasi banale; ma questo è voluto, è uno degli elementi scelti per avvicinare emotivamente, facilitando l'immedesimazione, il pubblico ai personaggi. Okazaki e Nagisa non hanno davvero nulla di eccezionale, come invece magari Kotomi o Tomoyo. Ma la narrazione dei sentimenti, il modo di porli e rappresentarli, quello è veramente il meglio di quest'anime, che tratta dell'amore di coppia, di un genitore e filiale. Un altro punto di forza a mio parere è anche la visibile maturazione dei personaggi, Okazaki in primis, sia dal punto di vista sociale (il lavoro e la vita autonoma) sia umano (la tanto sospirata riconciliazione con il padre e il mutato rapporto con i genitori di Nagisa).
A partire dallo spartiacque di cui prima, l'ep 9, spariscono o quasi i personaggi secondari liceali, e ciò, a mio parere, giova alla trama, che ha così modo di concentrarsi sui "veri" protagonisti; peraltro la sparizione è compensata, in parte, sia dal ruolo potenziato di alcuni vecchi personaggi (Yoshino, i genitori di Nagisa e il padre Okazaki), sia da qualche new entry (la nonna Okazaki e Ushio).
Enigma, fin dalla prima stagione, della serie è il mondo "alla fine" della ragazza sola e del "robot" da lei costruito; la trama tenta di darvi una spiegazione, a dir la verità affascinante, per quanto a me sembri un po' troppo "mistica". Considerando anche il suo utilizzo per il finale che, è bene dirlo subito, considero uno dei difetti dell'anime. Infatti l'escamotage conclusivo potrebbe essere usato come esempio perfetto di "deus ex machina", e quest'ultimo è da sempre considerato come rimedio all'incapacità di districare una situazione complessa nella trama o, come in questo caso, l'incapacità di seguire coerentemente la linea narrativa intrapresa, addolcendola. Emotivamente forse ne sono contento, ma criticamente non posso proprio esserlo.
Passando al lato tecnico, pochi appunti possono essere mossi: Clannad è una gioia per gli occhi. Tra questi pochi appunti c'è sicuramente il "design" dei personaggi femminili, troppo simili, ma tale difetto era più evidente nella prima serie, dato che qui, come già detto, i personaggi si riducono drasticamente.
Ultima cosa: finito l'anime, riguardate l'ending (Dango Daikazoku) della prima stagione, e finalmente potrete capirlo. In conclusione, Clannad è un anime che saprà coinvolgervi e commuovervi e, probabilmente, farvi riflettere sui rapporti personali, pertanto la visione è caldamente consigliata a chiunque ami il mondo degli anime.
Cambia direzione l’After Story; cambia genere e muta pure la sua anima. Dimenticati l’harem, scordati i toni in fondo leggeri, seppure mai del tutto disimpegnati, che accompagnavano i giorni di scuola dei personaggi conosciuti in Clannad. E scordati anche i protagonisti stessi. L’After Story è tutto per loro, tutto per Tomoya e Nagisa, tutto per la loro vita. L’ultimo anno di liceo è giusto l’incipit che permette di legare Clannad a questa seconda serie, nonché di sapere qualcosa in più su alcune “presenze a singhiozzo” dell’opera prima. E comunque già dalle battute successive intuisci come tutti quei momenti positivi, se vuoi a volte anche un po’ forzatamente edulcorati, adesso vadano invece via via contaminandosi di problematiche sempre più gravose.
Perché è inutile prenderci in giro, crescere significa trovarsi di fronte a problemi sempre più grandi, lasciarsi per sempre alle spalle ciò che si era e spesso essere presi a schiaffi dalla vita. Diventare grandi è ancora peggio che essere adolescenti, perché la pubertà è una fase bastarda che però dispone ancora dei suoi rifugi, delle sue evasioni e della sua incoscienza, mentre il passaggio all’età adulta ti porta a farti carico di te stesso e delle tue responsabilità da solo. Come se il tuo mondo ti venisse tolto da sotto i piedi, e dal quel punto in avanti non puoi fare altro che cercare di mettere insieme dei tasselli che costituiscano la tua nuova esistenza.
Il percorso di Tomoya è un po’ il percorso di ogni ventenne, o giù di lì, che decide di farsi la sua strada; comporta tristezza, malinconia, stanchezza e disillusione intervallate da sprazzi di felicità. Ma di certo la consapevolezza di quanto sa essere duro e ingiusto il destino inizia a formarsi. Per Tomoya nel modo più brutto, perché il suo mondo finirà in pezzi, come nessuno si sarebbe mai potuto aspettare, con drammi capaci di tagliarti le gambe per sempre. Al massimo resta la forza per una sola rinascita, una soltanto.
E da questo punto di vista i colpi di scena dell’After Story lasciano spiazzati e si stenta a credere e ad accettare ciò che avviene in una trama finalmente “pesante”, intensa, in grado di coinvolgere e di creare un vero e proprio legame empatico fra te e i due – i tre – protagonisti. Che in fondo sono degli sconfitti che hanno perso ogni scommessa sulla quale avevano investito se stessi, e non c’è lato più umano ed emozionante che si possa trovare in un personaggio. Inoltre la maturazione di Tomoya e Nagisa rispetto alla prima serie è palpabile, perché non vengono fuori soltanto parti del loro carattere, ma si può vedere anche come i due siano segnati dal tempo e dagli eventi. Difatti questi ultimi due elementi hanno un’importanza cruciale negli sviluppi dell’intreccio, poiché attraverso la loro successione ti rendi conto di quanto sia andato perso per sempre durante il corso della storia dell’After Story.
Quello che invece non si perde, e anzi a confronto con il primo Clannad viene potenziato, è il comparto tecnico, che presentando sempre lo stesso stile è stato però migliorato in molte delle sue componenti. Infatti, se il disegno si mantiene sugli già ottimi livelli della prima serie, le animazioni sono molto più abbondanti e assecondano con maggiore naturalezza e scorrevolezza i movimenti dei personaggi. Leggermente più vario è pure il character design; non in relazione alla figurazione ma riguardo all’aspetto dei personaggi, i quali da metà serie abbandonano le quasi onnipresenti divise scolastiche in favore di un look più eclettico. E anche gli ambienti e i fondali che ospitano le vicende presentano un assortimento più ricco, mantenendo sempre una cura per il dettaglio pregevolissima e toccando, in alcuni frangenti, vette di notevole ispirazione.
Tuttavia le due massime note di merito vanno alla fotografia e alle musiche. La prima infatti a confronto con la serie precedente allarga di gran lunga il numero dei suoi filtri tonali, valorizzando con i suoi rapporti luminosi i significati delle immagini; le seconde, ripescate da Clannad, con però l’aggiunta di brani nuovi e nuove varianti di alcuni di quelli vecchi, con le loro melodie amplificano i sentimenti contenuti nelle scene, già di per sé molto comunicative, e danno un contributo fondamentale nella trasmissione di una gamma di sfumature interiori che toccano anche note di grandissima sofferenza. Menzione a parte va poi all’opening, che è un piccolo capolavoro di sequenze visive e di armonia vocale e sonora.
Purtroppo, proprio alla fine, Jun Maeda (sceneggiatore e curatore dello scenario della visual novel da cui è tratta la serie) si fa travolgere da uno dei peccati peggiori in cui possa incorrere un autore: la mancanza del coraggio necessario a portare fino in fondo il tragitto che s’è intrapreso, in questo caso fare annegare l’opera nella sua tragedia e lì chiuderla. Perché l’After Story era avanzato come una sfera su un piano inclinato la cui pendenza, in costante aumento, precipitava in un baratro. Invece, anziché cadere nel vuoto, proprio all’ultimo istante, deus ex machina, alla serie spuntano le ali, così da potere azzerare tutto per riparare verso il più consolante, e illogico, dei lieto fine.
Un peccato, appunto, perché una storia così toccante, che ha saputo donare attimi di commozione vera, avrebbe meritato il coraggio di un finale venato di amarezza e lacrime.
Perché è inutile prenderci in giro, crescere significa trovarsi di fronte a problemi sempre più grandi, lasciarsi per sempre alle spalle ciò che si era e spesso essere presi a schiaffi dalla vita. Diventare grandi è ancora peggio che essere adolescenti, perché la pubertà è una fase bastarda che però dispone ancora dei suoi rifugi, delle sue evasioni e della sua incoscienza, mentre il passaggio all’età adulta ti porta a farti carico di te stesso e delle tue responsabilità da solo. Come se il tuo mondo ti venisse tolto da sotto i piedi, e dal quel punto in avanti non puoi fare altro che cercare di mettere insieme dei tasselli che costituiscano la tua nuova esistenza.
Il percorso di Tomoya è un po’ il percorso di ogni ventenne, o giù di lì, che decide di farsi la sua strada; comporta tristezza, malinconia, stanchezza e disillusione intervallate da sprazzi di felicità. Ma di certo la consapevolezza di quanto sa essere duro e ingiusto il destino inizia a formarsi. Per Tomoya nel modo più brutto, perché il suo mondo finirà in pezzi, come nessuno si sarebbe mai potuto aspettare, con drammi capaci di tagliarti le gambe per sempre. Al massimo resta la forza per una sola rinascita, una soltanto.
E da questo punto di vista i colpi di scena dell’After Story lasciano spiazzati e si stenta a credere e ad accettare ciò che avviene in una trama finalmente “pesante”, intensa, in grado di coinvolgere e di creare un vero e proprio legame empatico fra te e i due – i tre – protagonisti. Che in fondo sono degli sconfitti che hanno perso ogni scommessa sulla quale avevano investito se stessi, e non c’è lato più umano ed emozionante che si possa trovare in un personaggio. Inoltre la maturazione di Tomoya e Nagisa rispetto alla prima serie è palpabile, perché non vengono fuori soltanto parti del loro carattere, ma si può vedere anche come i due siano segnati dal tempo e dagli eventi. Difatti questi ultimi due elementi hanno un’importanza cruciale negli sviluppi dell’intreccio, poiché attraverso la loro successione ti rendi conto di quanto sia andato perso per sempre durante il corso della storia dell’After Story.
Quello che invece non si perde, e anzi a confronto con il primo Clannad viene potenziato, è il comparto tecnico, che presentando sempre lo stesso stile è stato però migliorato in molte delle sue componenti. Infatti, se il disegno si mantiene sugli già ottimi livelli della prima serie, le animazioni sono molto più abbondanti e assecondano con maggiore naturalezza e scorrevolezza i movimenti dei personaggi. Leggermente più vario è pure il character design; non in relazione alla figurazione ma riguardo all’aspetto dei personaggi, i quali da metà serie abbandonano le quasi onnipresenti divise scolastiche in favore di un look più eclettico. E anche gli ambienti e i fondali che ospitano le vicende presentano un assortimento più ricco, mantenendo sempre una cura per il dettaglio pregevolissima e toccando, in alcuni frangenti, vette di notevole ispirazione.
Tuttavia le due massime note di merito vanno alla fotografia e alle musiche. La prima infatti a confronto con la serie precedente allarga di gran lunga il numero dei suoi filtri tonali, valorizzando con i suoi rapporti luminosi i significati delle immagini; le seconde, ripescate da Clannad, con però l’aggiunta di brani nuovi e nuove varianti di alcuni di quelli vecchi, con le loro melodie amplificano i sentimenti contenuti nelle scene, già di per sé molto comunicative, e danno un contributo fondamentale nella trasmissione di una gamma di sfumature interiori che toccano anche note di grandissima sofferenza. Menzione a parte va poi all’opening, che è un piccolo capolavoro di sequenze visive e di armonia vocale e sonora.
Purtroppo, proprio alla fine, Jun Maeda (sceneggiatore e curatore dello scenario della visual novel da cui è tratta la serie) si fa travolgere da uno dei peccati peggiori in cui possa incorrere un autore: la mancanza del coraggio necessario a portare fino in fondo il tragitto che s’è intrapreso, in questo caso fare annegare l’opera nella sua tragedia e lì chiuderla. Perché l’After Story era avanzato come una sfera su un piano inclinato la cui pendenza, in costante aumento, precipitava in un baratro. Invece, anziché cadere nel vuoto, proprio all’ultimo istante, deus ex machina, alla serie spuntano le ali, così da potere azzerare tutto per riparare verso il più consolante, e illogico, dei lieto fine.
Un peccato, appunto, perché una storia così toccante, che ha saputo donare attimi di commozione vera, avrebbe meritato il coraggio di un finale venato di amarezza e lacrime.
Parecchie volte ho letto in giro ottime credenziali riguardo a quest'anime, così ho iniziato col vedere la prima stagione, la quale purtroppo non essendo un amante dei genere shoujo non mi ha entusiasmato al punto tale da meritare più di un banale 6 in pagella. Terminata la prima parte mi sono buttato sulla seconda, da moltissimi osannata a miglior anime del suo genere; dopo aver seguito la prima decina abbondante di puntate ero quasi annoiato dalla classicità della trama, ambientata non più solo sul versante scolastico, ma anche su quello lavorativo e di vita quotidiana.
Passata sì e no la metà della serie la trama prende una piega che non avrei mai immaginato, il dramma diventa la componente fondamentale su cui si basano gli episodi fino all'epilogo, i personaggi che dapprima sembrava vivessero il paradiso terrestre iniziano a mostrare le loro debolezze più grosse e in un incessante succedersi di avvenimenti, uno più toccante dell'altro, si passa da scene di totale sconforto a situazioni di estrema dolcezza, per poi ritornare nell'oblio del dramma vissuto dai personaggi, con capovolgimenti di emozioni fino all'ultima puntata.
Ciò che rende a mio parere così splendido quest'anime, oltre alla trama per nulla scontata, sono i dialoghi e le ambientazioni che coinvolgono i protagonisti tanto da rendere lo spettatore parte della storia a livello emozionale. Purtroppo non posso dare il 10 che si meriterebbe in maniera sacrosanta la seconda parte, perché per più di metà storia si ripercorre un trama vista e rivista troppe volte e perché, benché ottimamente congegnata ed essenziale ai fini della storia, vi è una componente fantastica che mi lascia un po' l'amaro in bocca: dovessi tralasciare queste due pecche non basterebbe il massimo dei volti.
Imperdibile.
Passata sì e no la metà della serie la trama prende una piega che non avrei mai immaginato, il dramma diventa la componente fondamentale su cui si basano gli episodi fino all'epilogo, i personaggi che dapprima sembrava vivessero il paradiso terrestre iniziano a mostrare le loro debolezze più grosse e in un incessante succedersi di avvenimenti, uno più toccante dell'altro, si passa da scene di totale sconforto a situazioni di estrema dolcezza, per poi ritornare nell'oblio del dramma vissuto dai personaggi, con capovolgimenti di emozioni fino all'ultima puntata.
Ciò che rende a mio parere così splendido quest'anime, oltre alla trama per nulla scontata, sono i dialoghi e le ambientazioni che coinvolgono i protagonisti tanto da rendere lo spettatore parte della storia a livello emozionale. Purtroppo non posso dare il 10 che si meriterebbe in maniera sacrosanta la seconda parte, perché per più di metà storia si ripercorre un trama vista e rivista troppe volte e perché, benché ottimamente congegnata ed essenziale ai fini della storia, vi è una componente fantastica che mi lascia un po' l'amaro in bocca: dovessi tralasciare queste due pecche non basterebbe il massimo dei volti.
Imperdibile.
Un capolavoro assoluto del genere shoujo: non servono altre parole per descriverlo.
La storia riparte esattamente da dove si era fermata la prima serie e tratta gli ultimi mesi di liceo dei protagonisti e alcuni anni della loro vita da adulti; in particolar modo la storia si focalizza su Tomoya e Nagisa e sul loro rapporto di coppia.
I disegni sono sempre sopra la media e di ottima qualità. La musica è sfruttata in maniera impeccabile, incredibilmente evocativa e adatta ai temi e alle situazioni trattate; in alcuni episodi i brani sono dei veri masterpiece, la forza evocativa delle musiche è tale che solo le prime note di una canzone riescono a commuovere.
I personaggi sono incredibili. Mai avevo visto personaggi tanto profondi e delineati, dove nemmeno infiniti episodi di serie più famose hanno potuto la Kyoto riesce con appena due serie. La loro crescita interiore non è assolutamente forzata ed è impossibile non immedesimarsi.
Inoltre, nonostante gli shoujo non siano famosi per la loro capacità d'incollare gli spettatori allo schermo, Clannad AF riesce anche in questo.
Appena s'inizia con gli episodi "pesanti" è letteralmente impossibile non continuare a vedere il proseguo fino alla fine, anche a costo di farsi la notte insonni.
In conclusione è un'opera d'arte che alcuni blog inglesi hanno definito "life changing"... C'è bisogno di dire altro? L'unico anime che sia mai riuscito a farmi piangere: vi servono altri motivi? L'opera maxima della Kyoto Animation, famosissima già per titoli del calibro di Kanon e Air Tv.
Un titolo che gli amanti degli shoujo devono vedere assolutamente almeno una volta nella vita per poter essere chiamati tali; che gli amanti degli anime devono vedere per poter essere chiamati tali... e che anche i non amanti degli anime devono vedere per capire qualcosa sulla vita.
Andatelo a vedere! Subito!
La storia riparte esattamente da dove si era fermata la prima serie e tratta gli ultimi mesi di liceo dei protagonisti e alcuni anni della loro vita da adulti; in particolar modo la storia si focalizza su Tomoya e Nagisa e sul loro rapporto di coppia.
I disegni sono sempre sopra la media e di ottima qualità. La musica è sfruttata in maniera impeccabile, incredibilmente evocativa e adatta ai temi e alle situazioni trattate; in alcuni episodi i brani sono dei veri masterpiece, la forza evocativa delle musiche è tale che solo le prime note di una canzone riescono a commuovere.
I personaggi sono incredibili. Mai avevo visto personaggi tanto profondi e delineati, dove nemmeno infiniti episodi di serie più famose hanno potuto la Kyoto riesce con appena due serie. La loro crescita interiore non è assolutamente forzata ed è impossibile non immedesimarsi.
Inoltre, nonostante gli shoujo non siano famosi per la loro capacità d'incollare gli spettatori allo schermo, Clannad AF riesce anche in questo.
Appena s'inizia con gli episodi "pesanti" è letteralmente impossibile non continuare a vedere il proseguo fino alla fine, anche a costo di farsi la notte insonni.
In conclusione è un'opera d'arte che alcuni blog inglesi hanno definito "life changing"... C'è bisogno di dire altro? L'unico anime che sia mai riuscito a farmi piangere: vi servono altri motivi? L'opera maxima della Kyoto Animation, famosissima già per titoli del calibro di Kanon e Air Tv.
Un titolo che gli amanti degli shoujo devono vedere assolutamente almeno una volta nella vita per poter essere chiamati tali; che gli amanti degli anime devono vedere per poter essere chiamati tali... e che anche i non amanti degli anime devono vedere per capire qualcosa sulla vita.
Andatelo a vedere! Subito!
Ebbene sì, Kyoto Animation/Key ci sono riusciti ancora una volta a creare un altro capolavoro.
Se ero rimasto parzialmente deluso da Clannad, con After story mi devo ricredere: questa seconda serie infatti, più che una altra serie distinta, è la naturale prosecuzione della prima. Non si può giudicare la prima senza guardare la seconda, sarebbe un po' come giudicare un anime per intero guardandolo solo a metà.
After Story infatti inizia esattamente da dove finiva la prima serie e prosegue per un po' con lo stesso ritmo scanzonato e divertente, ma una volta finite le vicende scolastiche ha una rapida e inesorabile virata e comincia a trattare temi più adulti, famiglia, amore e lavoro, come non avevo mai visto fare prima d'ora in un anime.
Molti dei personaggi che apparentemente nella prima serie avevano un ruolo secondario sono approfonditi e tutti i dubbi lasciati in sospeso dalla prima serie trovano una risposta. Sono persino riuscito ad apprezzare gli episodi alternativi che sembravano tanto stonare all'inizio, ma che alla fine in un certo senso si ricollegano alla trama principale in maniera ingegnosa... Guardatelo e capirete, e soprattutto preparate i fazzoletti.
Se ero rimasto parzialmente deluso da Clannad, con After story mi devo ricredere: questa seconda serie infatti, più che una altra serie distinta, è la naturale prosecuzione della prima. Non si può giudicare la prima senza guardare la seconda, sarebbe un po' come giudicare un anime per intero guardandolo solo a metà.
After Story infatti inizia esattamente da dove finiva la prima serie e prosegue per un po' con lo stesso ritmo scanzonato e divertente, ma una volta finite le vicende scolastiche ha una rapida e inesorabile virata e comincia a trattare temi più adulti, famiglia, amore e lavoro, come non avevo mai visto fare prima d'ora in un anime.
Molti dei personaggi che apparentemente nella prima serie avevano un ruolo secondario sono approfonditi e tutti i dubbi lasciati in sospeso dalla prima serie trovano una risposta. Sono persino riuscito ad apprezzare gli episodi alternativi che sembravano tanto stonare all'inizio, ma che alla fine in un certo senso si ricollegano alla trama principale in maniera ingegnosa... Guardatelo e capirete, e soprattutto preparate i fazzoletti.
Dico 25 perché oltre alle ventidue puntate ho visto anche i due speciali e il Kyou chapter.
Bell'anime, soprattutto molto triste. Ottimo il finale, degno di questo nome. Stupende anche le ambientazioni, i colori dei paesaggi realizzati in maniera sublime. Da vedere per forza dopo la prima serie visto che continua a spiegare cose rimaste in sospeso.
Mi sono piaciuti molto i finali alternativi di Tomoyo (prima serie) e di Kyou (seconda serie). Nell'attesa che esca anche il finale alternativo per Kotomi, do un bel 9 a questa serie che ha lasciato il segno nel mio cuore come la grande serie D.C.S.S., "Da Capo Second Season". Guardatelo e capirete.
Bell'anime, soprattutto molto triste. Ottimo il finale, degno di questo nome. Stupende anche le ambientazioni, i colori dei paesaggi realizzati in maniera sublime. Da vedere per forza dopo la prima serie visto che continua a spiegare cose rimaste in sospeso.
Mi sono piaciuti molto i finali alternativi di Tomoyo (prima serie) e di Kyou (seconda serie). Nell'attesa che esca anche il finale alternativo per Kotomi, do un bel 9 a questa serie che ha lasciato il segno nel mio cuore come la grande serie D.C.S.S., "Da Capo Second Season". Guardatelo e capirete.
Io ero scettica, ma mi sono dovuta ricredere subito nelle prime puntate: avendo visto Clannad, la prima serie, ero piena di dubbi, anche perché le avevo dato un cinque senza remora; e invece sto dando un otto a questa seconda. Il motivo è semplice: è tutta un'altra pasta.
Certo si seguono sempre le vicende di Tomoya Okazaki, la sua crescita, i suoi rapporti con gli altri e i suoi drammi, ma questa volta non c'è la lentezza di trama di fondo che c'era nella prima serie, tutto ha un perché, i personaggi sono analizzati con grande attenzione, in modo profondo e commovente.
Le musiche e i tratti sono molto fluidi, come lo erano nella prima serie del resto, ma qui a dare il tocco di valore è proprio la storia e l'analisi dei vari personaggi, che sono complessi, non sono solo comparse, e i punti oscuri lasciati da Clannad qui vengono assolutamente risolti; si scopre ogni perché e non si può fare a meno di restare toccati dalla profondità di alcuni personaggi.
Che dire, questa è la prova che da un disastro può nascere qualcosa di spettacolare. Ha solo una pecca quest'anime: serve aver visto la tragica, tremenda e tediante prima serie per capirlo - purtroppo è un tassello importantissimo per capire gli eventi e in special modo la crescita interiore di Tomoya.
Certo si seguono sempre le vicende di Tomoya Okazaki, la sua crescita, i suoi rapporti con gli altri e i suoi drammi, ma questa volta non c'è la lentezza di trama di fondo che c'era nella prima serie, tutto ha un perché, i personaggi sono analizzati con grande attenzione, in modo profondo e commovente.
Le musiche e i tratti sono molto fluidi, come lo erano nella prima serie del resto, ma qui a dare il tocco di valore è proprio la storia e l'analisi dei vari personaggi, che sono complessi, non sono solo comparse, e i punti oscuri lasciati da Clannad qui vengono assolutamente risolti; si scopre ogni perché e non si può fare a meno di restare toccati dalla profondità di alcuni personaggi.
Che dire, questa è la prova che da un disastro può nascere qualcosa di spettacolare. Ha solo una pecca quest'anime: serve aver visto la tragica, tremenda e tediante prima serie per capirlo - purtroppo è un tassello importantissimo per capire gli eventi e in special modo la crescita interiore di Tomoya.
Commovente, dolce, profonda. Una serie che arriva a sfiorare ed elevare a magnificenza sentimenti che spesso dissimuliamo alla meno peggio.
Ottimi disegni, impeccabile la narrazione e la caratterizzazione di ogni singolo personaggio.
Nulla è lasciato al caso, dalle musiche ai fondali, sempre curati, mai banali.
Una delle poche serie che non sa di già visto, che emoziona fino all'ultima puntata e che, soprattutto, ha un finale degno di questo nome.
Ottimi disegni, impeccabile la narrazione e la caratterizzazione di ogni singolo personaggio.
Nulla è lasciato al caso, dalle musiche ai fondali, sempre curati, mai banali.
Una delle poche serie che non sa di già visto, che emoziona fino all'ultima puntata e che, soprattutto, ha un finale degno di questo nome.
<b>[ATTENZIONE SPOILER]</b>
La prima serie di Clannad è stata semplicemente fantastica! Per cui, trovare le parole adatte per descrivere questa seconda serie è davvero difficile, perchè Clannad After Story è veramente un capolavoro!!! La storia riesce di gran lunga a superare la prima stagione e non è una cosa semplice da realizzare.
L'anime inizia praticamente dove l'avevamo lasciato, perchè i primi dieci episodi sono ancora allacciati a Clannad. Ritroveremo così i nostri amati personaggi alle prese con gli ultimi mesi di scuola superiore. In questi episodi, approfondiremo la conoscenza di quei co-protagonisti lasciati un po' in ombra nella prima stagione: Mei-chan, la sorellina minore di Sunohara Youhei, Miyazawa, la studentessa responsabile dell'aula risorse della scuola, e Misae-san, l'amministratrice del dormitorio dove risiede Sunohara.
Aperta e chiusa questa breve parentesi, la storia si concentra sul rapporto tra Tomoya e Nagisa (ormai fidanzati)! Sul finire dell'anno scolastico, Nagisa si ammala e salta l'ultimo periodo di scuola non riuscendo così a diplomarsi come Tomoya, Kyou, Ryou e Youhei. Tomoya rimane inizialmente scioccato e pensa addirittura di ripetere l'anno come la sua fidanzata, cosa che lei non gli permetterà. Ha inizio allora, una nuova vita per Tomoya. Finita la scuola, è il momento di trovare un lavoro, ma non avendo la minima idea di cosa fare, i genitori di Nagisa, Sanae-san e Akio-san, gli offrono di lavorare per un po' nella loro panetteria finchè non troverà la sua strada. Nagisa intanto, ha iniziato l'ultimo anno delle superiori per la terza volta, ma senza Tomoya e i suoi amici si sente molto sola e non lega con nessuno. Tomoya non ci metterà molto invece, a prendere una decisione: accetta di lavorare per la società elettrica per cui lavora Yoshino-san e si trova un'appartamento, lasciando dopo 2 anni, la casa dei Furukawa. Dopo che finalmente Nagisa riceve il suo sospirato diploma, Tomoya le chiede di sposarlo. Il matrimonio non è immediato, perchè la ragazza si ammalerà di nuovo. A guarigione avvenuta, Nagisa diventa la signora Okazaki, si trasferisce nell'appartamento del suo adorato Tomoya e trova un lavoro come cameriera. Non passa molto e resta incinta, avvenimento accolto con grande gioia da tutti. Ma con il trascorrere dei mesi, Nagisa soffre molto la gravidanza e a Tomoya viene detto che il parto sarà rischioso per via della salute cagionevole di sua moglie. E' un duro colpo, ma Nagisa vuole a tutti i costi far nascere la sua creatura. Purtroppo, il giorno del parto, Nagisa muore dopo aver dato alla luce la piccola Ushio...
La storia riprende 5 anni dopo. Troviamo un Tomoya spento, che fa tutto come fosse un automa. La morte della persona che più amava al mondo, lo ha sconvolto al tal punto, da non voler più nemmeno vedere la sua bambina, che nel frattempo ha affidato ai Furukawa. Ma Sanae-san lo convince ad andare in gita con loro ed Ushio. Tomoya troverà ad attenderlo solo sua figlia e andrà in gita da solo con lei. Il tempo trascorso insieme alla piccola, gli fa scoprire la gioia di essere padre, e torna in lui il desiderio di voler proteggere la persona più importante che gli è rimasta. Ringrazia così i Furukawa, e porta Ushio a vivere da lui. Passano il tempo felicemente, ma prima di Natale, la piccola si ammala della stessa misteriosa malattia di Nagisa. Poco più tardi, Ushio muore tra le braccia del suo papà...
Ecco che accade la svolta. Mentre stringe la figlia tra le braccia, Tomoya apre gli occhi e si ritrova al giorno della sua nascita. Nagisa questa volta è viva, e Ushio, appena nata, è in perfetta salute. Una nuova vita li attende da ora in poi, come una vera famiglia...
Le emozioni che mi ha trasmesso Clannad, sono indescrivibili. Ho pianto, ho riso... Ho apprezzato ogni singola cosa, perchè quello che racconta è puro e reale. Così reale, da non sembrare nemmeno un cartone a volte. Una storia che racconta diverse storie, vita quotidiana, problemi e sofferenze della vita di ogni persona normale. Non ho altre parole per descrivere questa meravigliosa opera, se non ribadire che è un CAPOLAVORO!!! Io lo adoro, e ve lo consiglio con tutto il cuore...
La prima serie di Clannad è stata semplicemente fantastica! Per cui, trovare le parole adatte per descrivere questa seconda serie è davvero difficile, perchè Clannad After Story è veramente un capolavoro!!! La storia riesce di gran lunga a superare la prima stagione e non è una cosa semplice da realizzare.
L'anime inizia praticamente dove l'avevamo lasciato, perchè i primi dieci episodi sono ancora allacciati a Clannad. Ritroveremo così i nostri amati personaggi alle prese con gli ultimi mesi di scuola superiore. In questi episodi, approfondiremo la conoscenza di quei co-protagonisti lasciati un po' in ombra nella prima stagione: Mei-chan, la sorellina minore di Sunohara Youhei, Miyazawa, la studentessa responsabile dell'aula risorse della scuola, e Misae-san, l'amministratrice del dormitorio dove risiede Sunohara.
Aperta e chiusa questa breve parentesi, la storia si concentra sul rapporto tra Tomoya e Nagisa (ormai fidanzati)! Sul finire dell'anno scolastico, Nagisa si ammala e salta l'ultimo periodo di scuola non riuscendo così a diplomarsi come Tomoya, Kyou, Ryou e Youhei. Tomoya rimane inizialmente scioccato e pensa addirittura di ripetere l'anno come la sua fidanzata, cosa che lei non gli permetterà. Ha inizio allora, una nuova vita per Tomoya. Finita la scuola, è il momento di trovare un lavoro, ma non avendo la minima idea di cosa fare, i genitori di Nagisa, Sanae-san e Akio-san, gli offrono di lavorare per un po' nella loro panetteria finchè non troverà la sua strada. Nagisa intanto, ha iniziato l'ultimo anno delle superiori per la terza volta, ma senza Tomoya e i suoi amici si sente molto sola e non lega con nessuno. Tomoya non ci metterà molto invece, a prendere una decisione: accetta di lavorare per la società elettrica per cui lavora Yoshino-san e si trova un'appartamento, lasciando dopo 2 anni, la casa dei Furukawa. Dopo che finalmente Nagisa riceve il suo sospirato diploma, Tomoya le chiede di sposarlo. Il matrimonio non è immediato, perchè la ragazza si ammalerà di nuovo. A guarigione avvenuta, Nagisa diventa la signora Okazaki, si trasferisce nell'appartamento del suo adorato Tomoya e trova un lavoro come cameriera. Non passa molto e resta incinta, avvenimento accolto con grande gioia da tutti. Ma con il trascorrere dei mesi, Nagisa soffre molto la gravidanza e a Tomoya viene detto che il parto sarà rischioso per via della salute cagionevole di sua moglie. E' un duro colpo, ma Nagisa vuole a tutti i costi far nascere la sua creatura. Purtroppo, il giorno del parto, Nagisa muore dopo aver dato alla luce la piccola Ushio...
La storia riprende 5 anni dopo. Troviamo un Tomoya spento, che fa tutto come fosse un automa. La morte della persona che più amava al mondo, lo ha sconvolto al tal punto, da non voler più nemmeno vedere la sua bambina, che nel frattempo ha affidato ai Furukawa. Ma Sanae-san lo convince ad andare in gita con loro ed Ushio. Tomoya troverà ad attenderlo solo sua figlia e andrà in gita da solo con lei. Il tempo trascorso insieme alla piccola, gli fa scoprire la gioia di essere padre, e torna in lui il desiderio di voler proteggere la persona più importante che gli è rimasta. Ringrazia così i Furukawa, e porta Ushio a vivere da lui. Passano il tempo felicemente, ma prima di Natale, la piccola si ammala della stessa misteriosa malattia di Nagisa. Poco più tardi, Ushio muore tra le braccia del suo papà...
Ecco che accade la svolta. Mentre stringe la figlia tra le braccia, Tomoya apre gli occhi e si ritrova al giorno della sua nascita. Nagisa questa volta è viva, e Ushio, appena nata, è in perfetta salute. Una nuova vita li attende da ora in poi, come una vera famiglia...
Le emozioni che mi ha trasmesso Clannad, sono indescrivibili. Ho pianto, ho riso... Ho apprezzato ogni singola cosa, perchè quello che racconta è puro e reale. Così reale, da non sembrare nemmeno un cartone a volte. Una storia che racconta diverse storie, vita quotidiana, problemi e sofferenze della vita di ogni persona normale. Non ho altre parole per descrivere questa meravigliosa opera, se non ribadire che è un CAPOLAVORO!!! Io lo adoro, e ve lo consiglio con tutto il cuore...
Premettendo che le storie sentimentali non sono il genere in cui riconosco i miei gusti, non posso non dire che Clannad After Story e' un capolavoro emotivo di livello assoluto e che e' riuscito a convincermi oltre ogni possibile dubbio: la plausibilita' della storia fra i due personaggi principali, la coerenza delle loro azioni ma anche il lato fantasy, spirituale, quasi mistico della storia che trascende lo spazio e il tempo e che caratterizza l'amore fra i due protagonisti come elemento assoluto da cui tutto ha avuto origine e di cui niente e' causa.
Clannad After Story, pur facendo leva talvolta su stereotipi dalla facile risposta emotiva, e' sufficientemente intelligente da sviluppare la trama da renderli coerenti con essa, presentandoli come risultati plausibili della sua evoluzione. Grazie anche complessa miscela fra sentimento e spiritualita' in CAS riesco a trovare ben tre finali plausibili (puntata 16, 21 e ovviamente 22) nel quale la storia viene reindirizzata a valori o a dimensioni diverse, tutti ben collegati e ben fatti.
Emotivamente molto pesanti risultano le puntate da 16 alla 21, ma e' comunque una serie che riesce anche a far ridere e, in alcuni punti, costringe a porsi degli interrogativi di discreta importanza. Viene svelato finalmente il significato della bambina e del robottino, unici abitanti del loro mondo. Il finale, all'occhio dello spettatore, puo' essere sicuramente definito non corretto dal punto di vista dello sviluppo della trama, ma vista il forse esagerato carico di tristezza nella serie, puo' essere visto ed apprezzato come elemento di sollievo.
Nel complesso una serie (con il suo prequel Clannad) da vedere.
Clannad After Story, pur facendo leva talvolta su stereotipi dalla facile risposta emotiva, e' sufficientemente intelligente da sviluppare la trama da renderli coerenti con essa, presentandoli come risultati plausibili della sua evoluzione. Grazie anche complessa miscela fra sentimento e spiritualita' in CAS riesco a trovare ben tre finali plausibili (puntata 16, 21 e ovviamente 22) nel quale la storia viene reindirizzata a valori o a dimensioni diverse, tutti ben collegati e ben fatti.
Emotivamente molto pesanti risultano le puntate da 16 alla 21, ma e' comunque una serie che riesce anche a far ridere e, in alcuni punti, costringe a porsi degli interrogativi di discreta importanza. Viene svelato finalmente il significato della bambina e del robottino, unici abitanti del loro mondo. Il finale, all'occhio dello spettatore, puo' essere sicuramente definito non corretto dal punto di vista dello sviluppo della trama, ma vista il forse esagerato carico di tristezza nella serie, puo' essere visto ed apprezzato come elemento di sollievo.
Nel complesso una serie (con il suo prequel Clannad) da vedere.
Come il precedente "Clannad", anche questo "After Story" può definirsi a mio parere atipico.
La storia parte infatti laddove era stata lasciata nella prima serie, inserendosi così nel filone "commedia scolastico-sentimentale", ma ben presto si trasforma, diventando prima racconto di formazione e poi storia di riscatto individuale (tema molto caro alla cultura estremo-orientale in generale, e nipponica in particolare).
Per le prime puntate la serie si presenta strutturalmente come la prima, divisa in "blocchi" di episodi dedicati ciascuno ad uno di quei personaggi che in Clannad avevano avuto poco spazio.
Dalla puntata 9, però, si assiste ad un drastico cambiamento nei toni, nei contenuti, e nel genere stesso della vicenda. Viene abbandonata quasi del tutto la commedia e l'attenzione si focalizza sui due protagonisti (Tomoya e Nagisa), mentre tutti gli altri personaggi perdono importanza. In particolare così come nella prima serie la protagonista assoluta era stata Nagisa con la sua maturazione psicologica, qui si nota l'evoluzione di Tomoya.
La narrazione si fa più intensa, e anche più poetica, raggiungendo il culmine alla fine del 15° episodio, quando il "racconto di formazione" incentrato su Tomoya lascia spazio alla sua "caduta" e al suo "riscatto".
Proprio perché emotivamente è molto più coinvolgente della prima serie (preparate i fazzoletti, è un consiglio), l'After Story si pone su un gradino più alto nonostante un leggerissimo calo tecnico, soprattutto nella regia un po' più statica e nella minor cura di certi dettagli grafici.
Il finale necessita di un commento separato: molto "rassicurante" per certi versi, ma a mio avviso forzato, e un po' scorretto nei confronti di chi ha seguito la serie e si è commosso, ha gioito e ha sofferto davvero coi protagonisti.
Nonostante ciò l'opera resta di ottimo livello.
Nella colonna sonora c'è poco da segnalare, dal momento che riprende in gran parte quella della prima serie. Tra le novità emerge la sigla iniziale, "Toki wo kizamu uta", che nel testo e nell'intenso tema del ritornello riassume il carattere nuovo di questo After Story, tant'è che lo stesso tema viene ripreso anche come BGM e sottofondo per le anticipazioni degli episodi successivi. Interessante anche la canzone che chiude l'episodio 22, "Chiisa na tenohira", che rielabora "Dango Daikazoku" della prima serie.
Consigliato a chi sa emozionarsi.
La storia parte infatti laddove era stata lasciata nella prima serie, inserendosi così nel filone "commedia scolastico-sentimentale", ma ben presto si trasforma, diventando prima racconto di formazione e poi storia di riscatto individuale (tema molto caro alla cultura estremo-orientale in generale, e nipponica in particolare).
Per le prime puntate la serie si presenta strutturalmente come la prima, divisa in "blocchi" di episodi dedicati ciascuno ad uno di quei personaggi che in Clannad avevano avuto poco spazio.
Dalla puntata 9, però, si assiste ad un drastico cambiamento nei toni, nei contenuti, e nel genere stesso della vicenda. Viene abbandonata quasi del tutto la commedia e l'attenzione si focalizza sui due protagonisti (Tomoya e Nagisa), mentre tutti gli altri personaggi perdono importanza. In particolare così come nella prima serie la protagonista assoluta era stata Nagisa con la sua maturazione psicologica, qui si nota l'evoluzione di Tomoya.
La narrazione si fa più intensa, e anche più poetica, raggiungendo il culmine alla fine del 15° episodio, quando il "racconto di formazione" incentrato su Tomoya lascia spazio alla sua "caduta" e al suo "riscatto".
Proprio perché emotivamente è molto più coinvolgente della prima serie (preparate i fazzoletti, è un consiglio), l'After Story si pone su un gradino più alto nonostante un leggerissimo calo tecnico, soprattutto nella regia un po' più statica e nella minor cura di certi dettagli grafici.
Il finale necessita di un commento separato: molto "rassicurante" per certi versi, ma a mio avviso forzato, e un po' scorretto nei confronti di chi ha seguito la serie e si è commosso, ha gioito e ha sofferto davvero coi protagonisti.
Nonostante ciò l'opera resta di ottimo livello.
Nella colonna sonora c'è poco da segnalare, dal momento che riprende in gran parte quella della prima serie. Tra le novità emerge la sigla iniziale, "Toki wo kizamu uta", che nel testo e nell'intenso tema del ritornello riassume il carattere nuovo di questo After Story, tant'è che lo stesso tema viene ripreso anche come BGM e sottofondo per le anticipazioni degli episodi successivi. Interessante anche la canzone che chiude l'episodio 22, "Chiisa na tenohira", che rielabora "Dango Daikazoku" della prima serie.
Consigliato a chi sa emozionarsi.
Impossibile non gridare "capolavoro!! " una volta vista tutta questa serie. In combinazione con la prima è devastante a livello di pathos e straordinaria come poeticità della resa... Musiche sempre azzeccate, dialoghi ispirati e piccoli episodi che seppure banali riescono in questo anime a non esserlo e a caricarsi di significato. Non penserete mai "ma che brutto episodio", ma al contrario giunti alla fine piangerete e supplicherete pur di poterne vedere un altro... Ah, attenzione: crea dipendenza!!
"Clannad after story" è l'ultimo lavoro della vincente accoppiata Key/Kyoto ed è il seguito del già fortunato Clannad,anime senza dubbio meritevole,ma non ai livelli di questo seguito.
L'after story scioglie tutti i nodi ed elimina i dubbi lasciati dalla prima serie.
I primi episodi, come quelli di Clannad sono ambientati ancora a scuola, ma si differenziano dagli altri perché sono completamente incentrati(a gruppi di 2/3) sui personaggi che nella prima serie erano rimasti marginali. Ognuno di loro infatti,cosa che chi guarda Clannad non avrebbe mai creduto possibile, ha una storia molto bella alle spalle;chi legata ad alcune controversie familiari, chi alla malavita e talvolta persino alla magia.
Clannad ha iniziato fin dai primi episodi a stupirmi ed ho subito notato il cambiamento di tono rispetto alla serie precedente:
Molti meno episodi divertenti e scenette buffe(vi dico solo che perfino Sunohara diventa un personaggio serio e di tutto rispetto O_O) e tanto tanto più pathos.
Da metà serie circa,archiviati anche i personaggi marginali e conseguito il diploma,ci si ritrova immersi nella vita di coppia di Tomoya e Nagisa,descritta attraverso i dettagli più minuziosi e in modo delicatissimo.
Mi ha sorpreso constatare quanto la storia d'amore di due protagonisti di un anime possa essere verosimile.è impossibile non rivedersi almeno un po' in questi 2 dolci protagonisti quando cercano insieme di superare le numerose avversità che la vita pone loro davanti.
La magia di Clannad after story secondo me sta proprio in questo:
Nagisa e Tomoya non sono come i protagonisti di molte altre serie; non hanno doti particolari ed anzi, sono entrambi fisicamente deboli, ma mettono da parte l'orgoglio pur di stare assieme. La loro forza risiede nel vedere felice il proprio compagno e gli ostacoli che sembrano insormontabili, finiscono con l'essere superati grazie all'amore.
Un amore realistico e assolutamente non ostentato,capace di andare oltre la morte e valicare altri mondi.
Questa è forse la storia d'amore più bella che mi sia capitato di vedere in un anime/manga e Tomoya e Nagisa, così semplici e poco nipponici nella loro mancanza di orgoglio, sono due protagonisti meravigliosi.
Come ho detto all'inizio,tutti i nodi vengono al pettine in questa serie ed anche l'enigma della bambina col robot viene risolto in modo del tutto inaspettato.
Ho apprezzato molto questo fatto, perché il finale di Clannad mi era sembrato in effetti un pò troppo approssimativo mentre nell'after story nulla è lasciato al caso.
A dire il vero,non c'è niente che non mi sia piaciuto di questo anime impeccabile:la musica dolce e malinconica(le parole della opening in particolare si ricollegano perfettamente all'anime),i colori sempre splendidi con fondali che sembrano veri,la trama,niente affatto banale,i personaggi stupendi e anche le lacrime di commozione che mi hanno suscitato i momenti drammatici,tutto di Clannad after sotry mi è sembrato bello.
Clannad after story merita davvero un 10.è una serie bellissima che consiglio sia a tutti quelli che hanno già visto Clannad, che sia piaciuto loro o no,sia a chi ha voglia di vedere uno shojo drammatico (ma con lieto fine!) dei migliori.
L'after story scioglie tutti i nodi ed elimina i dubbi lasciati dalla prima serie.
I primi episodi, come quelli di Clannad sono ambientati ancora a scuola, ma si differenziano dagli altri perché sono completamente incentrati(a gruppi di 2/3) sui personaggi che nella prima serie erano rimasti marginali. Ognuno di loro infatti,cosa che chi guarda Clannad non avrebbe mai creduto possibile, ha una storia molto bella alle spalle;chi legata ad alcune controversie familiari, chi alla malavita e talvolta persino alla magia.
Clannad ha iniziato fin dai primi episodi a stupirmi ed ho subito notato il cambiamento di tono rispetto alla serie precedente:
Molti meno episodi divertenti e scenette buffe(vi dico solo che perfino Sunohara diventa un personaggio serio e di tutto rispetto O_O) e tanto tanto più pathos.
Da metà serie circa,archiviati anche i personaggi marginali e conseguito il diploma,ci si ritrova immersi nella vita di coppia di Tomoya e Nagisa,descritta attraverso i dettagli più minuziosi e in modo delicatissimo.
Mi ha sorpreso constatare quanto la storia d'amore di due protagonisti di un anime possa essere verosimile.è impossibile non rivedersi almeno un po' in questi 2 dolci protagonisti quando cercano insieme di superare le numerose avversità che la vita pone loro davanti.
La magia di Clannad after story secondo me sta proprio in questo:
Nagisa e Tomoya non sono come i protagonisti di molte altre serie; non hanno doti particolari ed anzi, sono entrambi fisicamente deboli, ma mettono da parte l'orgoglio pur di stare assieme. La loro forza risiede nel vedere felice il proprio compagno e gli ostacoli che sembrano insormontabili, finiscono con l'essere superati grazie all'amore.
Un amore realistico e assolutamente non ostentato,capace di andare oltre la morte e valicare altri mondi.
Questa è forse la storia d'amore più bella che mi sia capitato di vedere in un anime/manga e Tomoya e Nagisa, così semplici e poco nipponici nella loro mancanza di orgoglio, sono due protagonisti meravigliosi.
Come ho detto all'inizio,tutti i nodi vengono al pettine in questa serie ed anche l'enigma della bambina col robot viene risolto in modo del tutto inaspettato.
Ho apprezzato molto questo fatto, perché il finale di Clannad mi era sembrato in effetti un pò troppo approssimativo mentre nell'after story nulla è lasciato al caso.
A dire il vero,non c'è niente che non mi sia piaciuto di questo anime impeccabile:la musica dolce e malinconica(le parole della opening in particolare si ricollegano perfettamente all'anime),i colori sempre splendidi con fondali che sembrano veri,la trama,niente affatto banale,i personaggi stupendi e anche le lacrime di commozione che mi hanno suscitato i momenti drammatici,tutto di Clannad after sotry mi è sembrato bello.
Clannad after story merita davvero un 10.è una serie bellissima che consiglio sia a tutti quelli che hanno già visto Clannad, che sia piaciuto loro o no,sia a chi ha voglia di vedere uno shojo drammatico (ma con lieto fine!) dei migliori.
Se la prima serie si è rivelata essere da 9, a questa non posso dare altro che 10. Pochi sono gli anime che sono riusciti a farmi piangere e, beh, questo è uno dei pochi. La storia ha degli sviluppi interessanti e molto più maturi rispetto alla prima stagione che ad alcuni non potrebbe essere piaciuta proprio per via dell'apparentemente classica commedia scolastica. Un consiglio: all'inizio la linea che segue è la stessa della precedente, ma aspettate per giudicare: in seguito diventa un capolavoro.
la narrazione riparte esattamente da dove era terminata, ma questa seconda la serie si eleva notevolmente a dispetto della prima. La qualità narrativa assume uno spessore decisamente più maturo e la storia si concentra sui due protagonisti o meglio sull'evoluzione della loro convivenza...
Storia che non manca di qualche divertente gag comica, ma che è caratterizzata allo stesso tempo da una drammaticità di fondo palpabile allo spettatore, soprattutto da metà serie in poi, nonché dall'analisi delle emozioni dei personaggi principali e delle evoluzioni degli stessi ed il tutto avviene in modo magistrale senza forzature nella narrazione e ciò non è poco! inoltre la storia si conclude senza lasciar nulla in sospeso e senza dubbi nello spettatore.
Ottima serie "reale, dolce e profonda", che non deluderà le aspettative di chi sceglierà di seguirla. Sicuramente un prodotto tra i migliori del genere del 2008.
Consigliata a tutti.
Storia che non manca di qualche divertente gag comica, ma che è caratterizzata allo stesso tempo da una drammaticità di fondo palpabile allo spettatore, soprattutto da metà serie in poi, nonché dall'analisi delle emozioni dei personaggi principali e delle evoluzioni degli stessi ed il tutto avviene in modo magistrale senza forzature nella narrazione e ciò non è poco! inoltre la storia si conclude senza lasciar nulla in sospeso e senza dubbi nello spettatore.
Ottima serie "reale, dolce e profonda", che non deluderà le aspettative di chi sceglierà di seguirla. Sicuramente un prodotto tra i migliori del genere del 2008.
Consigliata a tutti.
Ho visto tutti gli episodi che sono stati "subbati" in italiano finora e mi sento di dire che è il degno seguito di Clannad. Forse anche migliore!
I primi episodi seguono un po' la linea della prima seria focalizzandosi sulle storie dei personaggi secondari. Ma la parte più interessante è il seguito della storia di Tomoya e Nagisa. I personaggi sono caratterizzati benissimo secondo me, in particolare Tomoya, che trovo essere il miglior personaggio maschile che abbia mai visto!
Inoltre mentre molti anime si fermano alla vita scolastica qui si va ben oltre! Vengono affrontate tantissime tematiche molto profonde sempre in modo coinvolgente. Ci sono molti momenti toccanti ma mai in modo forzato. Secondo me è un anime che scorre molto naturalmente e facilmente nonostante la sua profondità!
Non mancano alcuni momenti più divertenti e alcuni colpi di scena (che comunque non stravolgono la trama rendendola "innaturale").
Non vedo l'ora di vedere i prossimi episodi!
Questa serie è la migliore che mi sia mai capitata di vedere!
I primi episodi seguono un po' la linea della prima seria focalizzandosi sulle storie dei personaggi secondari. Ma la parte più interessante è il seguito della storia di Tomoya e Nagisa. I personaggi sono caratterizzati benissimo secondo me, in particolare Tomoya, che trovo essere il miglior personaggio maschile che abbia mai visto!
Inoltre mentre molti anime si fermano alla vita scolastica qui si va ben oltre! Vengono affrontate tantissime tematiche molto profonde sempre in modo coinvolgente. Ci sono molti momenti toccanti ma mai in modo forzato. Secondo me è un anime che scorre molto naturalmente e facilmente nonostante la sua profondità!
Non mancano alcuni momenti più divertenti e alcuni colpi di scena (che comunque non stravolgono la trama rendendola "innaturale").
Non vedo l'ora di vedere i prossimi episodi!
Questa serie è la migliore che mi sia mai capitata di vedere!
La storia riprende esattamente da dove era terminata la prima serie, ma mi sento di dire che questa è nettamente su un altro piano rispetto alla prima. Sebbene la trama sia rimasta invariata e continua a seguire la vicenda sentimentale dei 2 protagonisti, l'introspezione dei personaggi inizia ad avere un senso ed anche i dialoghi sono più curati. Non mancano colpi di scena... Per chi ha visto la prima serie non può perderne il seguito... Voto 8 in fiducia e non penso che me ne pentirò.