City Hunter Special 5 - La Rosa Nera
Con questo special ritorniamo ai temi della serie televisiva, nel senso che sembra di avere a che fare con un episodio normalissimo realizzato in due puntate.
Abbiamo la solita bellezza da proteggere che, oltretutto, è in cerca del fratello scomparso da molti anni. Sembra quindi di tornare al primo film "Amore destino e una 44 magnum", ma non sarà così.
Il nostro psicopatico di turno, infatti, vorrà semplicemente far saltare il quartiere di Shinjuko servendosi di un treno pieno d’esplosivo, con tutte le scene di disinnesco delle bombe, classiche di questo tipo di storia. Il tutto con una banda piuttosto piatta e standard e con motivazioni filosofiche risibili. Anche le classiche scenette da allupato del nostro non riusciranno certo a far salire il livello della storia. Certo la regia è buona e lo stile di disegno non è altro che quello di una buona puntata.
Risultato disastroso, quindi? No perché City Hunter è sempre City Hunter e anche in questa piattezza d’idee riesce comunque a realizzare un buon prodotto che intrattiene pur non essendo spettacolare e pur non essendo al livello delle opere cinematografiche e special precedenti. Del resto la carta vincente è data dal quartiere e dai suoi abitanti che avranno un importanza fondamentale per affrontare la situazione e per mostrare quanto Ryo non sia certo un eroe solitario, un maniaco del mokkori o una persona incapace di creare veri legami.
E se alla fine avremo l’inutile siparietto comico che non fa ridere: pazienza la sufficienza meritata la possiamo dare ugualmente. Voto 6,5.
Abbiamo la solita bellezza da proteggere che, oltretutto, è in cerca del fratello scomparso da molti anni. Sembra quindi di tornare al primo film "Amore destino e una 44 magnum", ma non sarà così.
Il nostro psicopatico di turno, infatti, vorrà semplicemente far saltare il quartiere di Shinjuko servendosi di un treno pieno d’esplosivo, con tutte le scene di disinnesco delle bombe, classiche di questo tipo di storia. Il tutto con una banda piuttosto piatta e standard e con motivazioni filosofiche risibili. Anche le classiche scenette da allupato del nostro non riusciranno certo a far salire il livello della storia. Certo la regia è buona e lo stile di disegno non è altro che quello di una buona puntata.
Risultato disastroso, quindi? No perché City Hunter è sempre City Hunter e anche in questa piattezza d’idee riesce comunque a realizzare un buon prodotto che intrattiene pur non essendo spettacolare e pur non essendo al livello delle opere cinematografiche e special precedenti. Del resto la carta vincente è data dal quartiere e dai suoi abitanti che avranno un importanza fondamentale per affrontare la situazione e per mostrare quanto Ryo non sia certo un eroe solitario, un maniaco del mokkori o una persona incapace di creare veri legami.
E se alla fine avremo l’inutile siparietto comico che non fa ridere: pazienza la sufficienza meritata la possiamo dare ugualmente. Voto 6,5.
“City Hunter Special: La rosa nera” (titolo originale “City Hunter: Goodbye My Sweetheart”) è uno special TV della durata di un’ora e mezza circa, tratto dalla serie “City Hunter”. E’ stato trasmesso in Giappone nel 1997 ed è stato pubblicato in Italia nel 2004 dalla Yamato Video.
Trama:
Professor, uno dei più pericolosi terroristi internazionali, giunge in Giappone e sfugge all'arresto organizzato da Saeko e i suoi colleghi. Nel frattempo, Emi, celebre ballerina, incarica Ryo e Kaori di ritrovare suo fratello, scappato di casa all'età di diciotto anni e che recentemente ha iniziato ad inviarle come omaggio dei mazzi di rose nere.
Non ci vorrà molto, prima che le due storie si intreccino, costringendo Ryo ad affrontare un avversario determinato che tiene sotto scacco tutta la città.
Questo secondo special è probabilmente quello che un film dedicato alle avventure di City Hunter sarebbe dovuto essere sin dal principio: tanta azione, in parte priva delle classiche esagerazioni e quindi più realistica e coinvolgente, un antagonista credibile, crudele e nichilista, perfetta nemesi per un investigatore pervertito con la fissa del mokkori, e una vicenda matura e a tratti brutale, prevedibile ma anche carica di tensione. Il tutto, ovviamente, senza rinunciare ai marchi di fabbrica che hanno reso l’anime così popolare: le belle donne, la simpatia del protagonista e le sue fenomenali espressioni facciali, la gelosia e i martelloni da cento e più tonnellate di Kaori.
I toni più seri della narrazione permettono a Ryo di manifestare su tutto un altro livello le proprie abilità analitiche e atletiche, senza intaccare la sua natura di maniaco dalla mano morta. Alcune scene dell’episodio, inoltre, insieme ad un paio di personaggi secondari alquanto singolari, aiutano lo spettatore ad esaminare con più attenzione alcuni aspetti del detective di Shinjuku sottovalutati nella serie: primo fra tutti, il suo profondo legame con il quartiere, di cui è l’abitante più noto e iconico, e la sua multiforme e variopinta popolazione.
Tra i personaggi introdotti, tralasciando i due complici di Professor, di cui c’è relativamente poco da dire al di là delle loro specialità, a spiccare è proprio quest’ultimo: come molti altri assassini che hanno cercato di fare la pelle a Ryo, anche questo sente una certa rivalità con City Hunter, ma lui è indubbiamente il più originale e spaventoso; non si rende in alcun modo partecipe di scenette comiche e, in più occasioni, manifesta una totale mancanza di scrupoli e un deciso odio nei confronti del mondo in generale, livore originato dai suoi tragici trascorsi nella Legione Straniera. Peccato che, proprio nel finale, gli vengano affibbiate alcune frasi intrise di sentimentalismo assurdamente incongruenti con il suo carattere e con quanto dimostrato fino a quel momento.
Emi, d’altro canto, è una ragazza con poche frecce al proprio arco e, ad eccezione dell’aver permesso di scoprire un lato nascosto del tenero Falcon, si rivela piuttosto anonima. Dolce, remissiva e tiepidamente coraggiosa, la famosa ballerina risalta più per l’essere inseguita da uno stuolo di ammiratrici, che non per la propria personalità.
Il cast principale mantiene i tipici ruoli interpretati nell’anime, con Kaori sempre pronta a difendere a suon di sacrosante mazzate la virtù di tutte quelle povere fanciulle su cui il suo socio posa il proprio depravato sguardo, Umibozu e Miki di fondamentale supporto a Ryo nella sua missione e Saeko con principale compito di coordinazione e con qualche interazione in più col proprio padre.
Il comparto tecnico è di ottima fattura, a cominciare dalle eccellenti animazioni, le migliori viste finora in uno special di “City Hunter”, e una rinnovata veste grafica, con disegni molto più dettagliati, una maggior cura delle ombreggiature e un character design più preciso, realistico e proporzionato (nonostante alcune sbavature), il quale, tuttavia, in alcune inquadrature attribuisce alle ragazze un certo tocco di mascolinità. Calzante e di buon livello è la colonna sonora, che propone una divertente sigla di apertura e, con una nuova reinterpretazione, anche la prima ending della serie televisiva. Il doppiaggio e l’adattamento italiano sono anch'essi molto piacevoli all'ascolto.
“City Hunter Special: La rosa nera” è una storia che certamente non costituisce un lampante esempio di originalità, ma che riesce senza fatica ad incollare lo spettatore allo schermo per tutta la propria durata, in un crescendo di straordinarie scene d’azione e tensione emotiva, mentre l’antagonista è finalmente un degno nemico, in grado di mettere alle strette Ryo e tutti i suoi amici.
Alcuni momenti sono un po’ affettati e forzati nella loro melodrammaticità, ma, nel complesso, la vicenda si sviluppa in maniera convincente e appassionante. Consigliato anche ai non fan del cacciatore metropolitano.
Trama:
Professor, uno dei più pericolosi terroristi internazionali, giunge in Giappone e sfugge all'arresto organizzato da Saeko e i suoi colleghi. Nel frattempo, Emi, celebre ballerina, incarica Ryo e Kaori di ritrovare suo fratello, scappato di casa all'età di diciotto anni e che recentemente ha iniziato ad inviarle come omaggio dei mazzi di rose nere.
Non ci vorrà molto, prima che le due storie si intreccino, costringendo Ryo ad affrontare un avversario determinato che tiene sotto scacco tutta la città.
Questo secondo special è probabilmente quello che un film dedicato alle avventure di City Hunter sarebbe dovuto essere sin dal principio: tanta azione, in parte priva delle classiche esagerazioni e quindi più realistica e coinvolgente, un antagonista credibile, crudele e nichilista, perfetta nemesi per un investigatore pervertito con la fissa del mokkori, e una vicenda matura e a tratti brutale, prevedibile ma anche carica di tensione. Il tutto, ovviamente, senza rinunciare ai marchi di fabbrica che hanno reso l’anime così popolare: le belle donne, la simpatia del protagonista e le sue fenomenali espressioni facciali, la gelosia e i martelloni da cento e più tonnellate di Kaori.
I toni più seri della narrazione permettono a Ryo di manifestare su tutto un altro livello le proprie abilità analitiche e atletiche, senza intaccare la sua natura di maniaco dalla mano morta. Alcune scene dell’episodio, inoltre, insieme ad un paio di personaggi secondari alquanto singolari, aiutano lo spettatore ad esaminare con più attenzione alcuni aspetti del detective di Shinjuku sottovalutati nella serie: primo fra tutti, il suo profondo legame con il quartiere, di cui è l’abitante più noto e iconico, e la sua multiforme e variopinta popolazione.
Tra i personaggi introdotti, tralasciando i due complici di Professor, di cui c’è relativamente poco da dire al di là delle loro specialità, a spiccare è proprio quest’ultimo: come molti altri assassini che hanno cercato di fare la pelle a Ryo, anche questo sente una certa rivalità con City Hunter, ma lui è indubbiamente il più originale e spaventoso; non si rende in alcun modo partecipe di scenette comiche e, in più occasioni, manifesta una totale mancanza di scrupoli e un deciso odio nei confronti del mondo in generale, livore originato dai suoi tragici trascorsi nella Legione Straniera. Peccato che, proprio nel finale, gli vengano affibbiate alcune frasi intrise di sentimentalismo assurdamente incongruenti con il suo carattere e con quanto dimostrato fino a quel momento.
Emi, d’altro canto, è una ragazza con poche frecce al proprio arco e, ad eccezione dell’aver permesso di scoprire un lato nascosto del tenero Falcon, si rivela piuttosto anonima. Dolce, remissiva e tiepidamente coraggiosa, la famosa ballerina risalta più per l’essere inseguita da uno stuolo di ammiratrici, che non per la propria personalità.
Il cast principale mantiene i tipici ruoli interpretati nell’anime, con Kaori sempre pronta a difendere a suon di sacrosante mazzate la virtù di tutte quelle povere fanciulle su cui il suo socio posa il proprio depravato sguardo, Umibozu e Miki di fondamentale supporto a Ryo nella sua missione e Saeko con principale compito di coordinazione e con qualche interazione in più col proprio padre.
Il comparto tecnico è di ottima fattura, a cominciare dalle eccellenti animazioni, le migliori viste finora in uno special di “City Hunter”, e una rinnovata veste grafica, con disegni molto più dettagliati, una maggior cura delle ombreggiature e un character design più preciso, realistico e proporzionato (nonostante alcune sbavature), il quale, tuttavia, in alcune inquadrature attribuisce alle ragazze un certo tocco di mascolinità. Calzante e di buon livello è la colonna sonora, che propone una divertente sigla di apertura e, con una nuova reinterpretazione, anche la prima ending della serie televisiva. Il doppiaggio e l’adattamento italiano sono anch'essi molto piacevoli all'ascolto.
“City Hunter Special: La rosa nera” è una storia che certamente non costituisce un lampante esempio di originalità, ma che riesce senza fatica ad incollare lo spettatore allo schermo per tutta la propria durata, in un crescendo di straordinarie scene d’azione e tensione emotiva, mentre l’antagonista è finalmente un degno nemico, in grado di mettere alle strette Ryo e tutti i suoi amici.
Alcuni momenti sono un po’ affettati e forzati nella loro melodrammaticità, ma, nel complesso, la vicenda si sviluppa in maniera convincente e appassionante. Consigliato anche ai non fan del cacciatore metropolitano.
"City Hunter: Goodbye my sweetheart" è il quinto special dedicato a City Hunter, uscito in Giappone nel 1997: essendo successivo alla serie televisiva, da un punto di vista tecnico presenta disegni più dettagliati e animazioni più curate (anche se non eccelse); la colonna sonora invece è come sempre magnifica, in particolare cito "Get Wild 97" cantata da Naho (ending dello special), "Emi" di Yoshida Masara (canzone della protagonista, e che si sente nei flashback e nei momenti più riflessivi della storia) e "Ikaruri no Judan" che fa da sfondo allo scontro finale.
<b>Contiene spoiler</b>
Questo special presenta alcuni punti in comune con il primo, "Amore, Destino, e una 457 Magnum": all'inizio infatti ci troveremo all'aeroporto di Tokyo con Saeko, impegnata a catturare un pericoloso terrorista appena arrivato in Giappone. Quest'ultimo però, accortosi dell'imboscata, riesce a fuggire e a far perdere le tracce. Subito dopo una ballerina di nome Emi chiede aiuto a Ryo per ritrovare suo fratello scomparso: il giorno prima infatti ha ricevuto un mazzo di rose nere che pensa possano provenire da lui, in quanto le coltivava quando era ancora ragazzo. Ben presto Ryo e soci scopriranno che il fratello di Emi è proprio il pericoloso terrorista che Saeko si è lasciata scappare, e che ora si fa chiamare Professor.
Lo special parte quindi come una qualsiasi normale puntata di City Hunter, con l'ennesimo caso da risolvere per Ryo e Kaori, le classiche gag comiche a spese della povera Emi (e a cui parteciperà anche Falcon, accanito fan della ragazza e determinato a non lasciarla nelle grinfie di Ryo!), e in generale un'atmosfera piuttosto allegra e spensierata nonostante l'incombente pericolo rappresentato da Professor.
A metà dello special tuttavia, si verifica una svolta drammatica che accelera bruscamente il ritmo e fa salire il livello di tensione: Professor ha disseminato di bombe il quartiere di Shinjuku, e il detonatore si trova su un treno inaugurale di una nuova linea ferroviaria: se il treno compie due giri completi della linea, scende sotto i 60km/h, o se chi è al posto di guida si alza, la bomba esploderà, facendo esplodere anche tutte le altre cariche piazzate nel quartiere. Come nel più classico dei film di Speed, si tratterà di una corsa contro il tempo per Ryo e compagni per salvare la vita di Emi (al posto di guida del treno come sponsor dell'evento) e l'intero quartiere di Shinjuku.
Sicuramente questa è la parte più riuscita e innovativa dello special: lo spettatore non può fare a meno di chiedersi come farà Ryo a risolvere la situazione, soprattutto considerando che Professor e i suoi scagnozzi sembrano sempre un passo avanti e in grado di riuscire a prevedere tutte le mosse della polizia. Contribuisce molto anche la caratterizzazione di Professor, per una volta un cattivo a tutto tondo che prova un odio profondo nei confronti dell'umanità, dalla quale si sente tradito.
Se lo special si fosse fermato a dieci minuti dalla fine, avrei dato sicuramente un voto più alto: purtroppo però la risoluzione dell'attentato sul treno avviene in modo stupido e superficiale (che gli sceneggiatori avessero perso le idee?), e anche il ricongiungimento strappalacrime dei due fratelli mi è sembrato davvero fuori luogo, soprattutto per un personaggio come Professor che fino a cinque minuti prima era un individuo freddo e spietato, disposto a sacrificare anche sua sorella per ottenere ciò che vuole. Le gag comiche poi, se nella prima parte risultavano divertenti, nella seconda sono solo irritanti perché spezzano inutilmente la tensione e non sono funzionali alla storia.
Nonostante tutto però, "Goodbye my Sweetheart" resta nel complesso uno degli special meglio riusciti: voto finale 7,5, arrotondato a otto perché ancora adesso rivedendolo, nonostante sappia già come vada a finire, le scene sul treno in corsa mi fanno tenere attaccata alla sedia.
<b>Contiene spoiler</b>
Questo special presenta alcuni punti in comune con il primo, "Amore, Destino, e una 457 Magnum": all'inizio infatti ci troveremo all'aeroporto di Tokyo con Saeko, impegnata a catturare un pericoloso terrorista appena arrivato in Giappone. Quest'ultimo però, accortosi dell'imboscata, riesce a fuggire e a far perdere le tracce. Subito dopo una ballerina di nome Emi chiede aiuto a Ryo per ritrovare suo fratello scomparso: il giorno prima infatti ha ricevuto un mazzo di rose nere che pensa possano provenire da lui, in quanto le coltivava quando era ancora ragazzo. Ben presto Ryo e soci scopriranno che il fratello di Emi è proprio il pericoloso terrorista che Saeko si è lasciata scappare, e che ora si fa chiamare Professor.
Lo special parte quindi come una qualsiasi normale puntata di City Hunter, con l'ennesimo caso da risolvere per Ryo e Kaori, le classiche gag comiche a spese della povera Emi (e a cui parteciperà anche Falcon, accanito fan della ragazza e determinato a non lasciarla nelle grinfie di Ryo!), e in generale un'atmosfera piuttosto allegra e spensierata nonostante l'incombente pericolo rappresentato da Professor.
A metà dello special tuttavia, si verifica una svolta drammatica che accelera bruscamente il ritmo e fa salire il livello di tensione: Professor ha disseminato di bombe il quartiere di Shinjuku, e il detonatore si trova su un treno inaugurale di una nuova linea ferroviaria: se il treno compie due giri completi della linea, scende sotto i 60km/h, o se chi è al posto di guida si alza, la bomba esploderà, facendo esplodere anche tutte le altre cariche piazzate nel quartiere. Come nel più classico dei film di Speed, si tratterà di una corsa contro il tempo per Ryo e compagni per salvare la vita di Emi (al posto di guida del treno come sponsor dell'evento) e l'intero quartiere di Shinjuku.
Sicuramente questa è la parte più riuscita e innovativa dello special: lo spettatore non può fare a meno di chiedersi come farà Ryo a risolvere la situazione, soprattutto considerando che Professor e i suoi scagnozzi sembrano sempre un passo avanti e in grado di riuscire a prevedere tutte le mosse della polizia. Contribuisce molto anche la caratterizzazione di Professor, per una volta un cattivo a tutto tondo che prova un odio profondo nei confronti dell'umanità, dalla quale si sente tradito.
Se lo special si fosse fermato a dieci minuti dalla fine, avrei dato sicuramente un voto più alto: purtroppo però la risoluzione dell'attentato sul treno avviene in modo stupido e superficiale (che gli sceneggiatori avessero perso le idee?), e anche il ricongiungimento strappalacrime dei due fratelli mi è sembrato davvero fuori luogo, soprattutto per un personaggio come Professor che fino a cinque minuti prima era un individuo freddo e spietato, disposto a sacrificare anche sua sorella per ottenere ciò che vuole. Le gag comiche poi, se nella prima parte risultavano divertenti, nella seconda sono solo irritanti perché spezzano inutilmente la tensione e non sono funzionali alla storia.
Nonostante tutto però, "Goodbye my Sweetheart" resta nel complesso uno degli special meglio riusciti: voto finale 7,5, arrotondato a otto perché ancora adesso rivedendolo, nonostante sappia già come vada a finire, le scene sul treno in corsa mi fanno tenere attaccata alla sedia.
Il quinto special dedicato a "City Hunter", "La rosa nera", si presupponeva che fosse sui discreti standard dei precedenti che intrattenevano i fan della serie pur non risultando eccezionali. Purtroppo non è così, e pare che gli autori si siano impegnati per sottolineare i difetti della serie, ma non per la classica ventina di minuti, ma per ben un'ora e mezza!
Ryo Saeba è stato messo alle strette, ma non da qualche acerrimo e pericoloso nemico, ma da un gruppo di ragazze che lavorano nei Night, dove il Mokkori ha spinto il ragazzo ad accumulare debiti su debiti. La minaccia è pesante perché, finché non verranno saldati, Ryo è bandito dal quartiere dei Night.
Fortunatamente un lavoro giunge al momento giusto, una idol dalla bellezza androgina chiede loro aiuto per ritrovare il fratello scomparso da anni, e a complicare il tutto ci pensa un temibile killer di fama internazionale che sta arrivando a Tokyo.
Ormai la struttura narrativa della serie è consolidata e conosciuta: si apre con una nutrita serie di gag e siparietti comici - spesso legati al Mokkori - per poi virare su toni più seri, con flashback sui passati dei personaggi e qualche colpo di scena, e chiudere con la solita dose d'azione. Purtroppo rimanendo troppo fedeli a tale schema si portano anche gli stessi difetti, quali gag spesso ripetitive e già viste e alcuni déjà vu in alcune situazioni e personaggi.
Teoricamente su tali punti deboli si può soprassedere, come è spesso richiesto allo spettatore nella serie, ma il tutto è condito da una storia alquanto debole a partire dai personaggi nuovi, come l'antagonista che persegue una vendetta verso il mondo per motivi non sufficienti per portare tale odio (nemmeno le pezze dei flashback riescono a spiegare appieno questo desidero). E anche l'idol Emi è piuttosto banale e piatta, anche se in questo caso i flashback offrono un background maggiormente curato e realistico.
Non mancano poi "telefonati" colpi di scena per nulla d'effetto e le situazioni assurde degne del peggior film pulp di serie Z, come gli spari di un cecchino che fortunatamente rompono le manette di Ryo e "sfortunatamente" colpiscono con precisione il volto nell'unica foto del parente perduto, e tante altre sciocchezzuole su questa scia che si palesano diverse volte.
Come se ciò non bastasse si arriva alla sequenza finale apparentemente uscita dalla mente degli sceneggiatori del film "Speed". Teoricamente si prospetta con tensione e promette un'avvincente sequenza adrenalinica, invece risulta soprattutto soporifera e tremendamente allungata: i pochi drammatici attimi di tensione vengono spezzati da discutibili scelte comiche. Senza contare come diverse situazioni siano completamente inutili e non cambino nulla.
Per chiudere in bellezza ecco un aspro scontro a mani nude (forse l'aspetto più bello e riuscito del film) e la conclusione strappalacrime intrisa di sentimenti malinconici che inevitabilmente… porta a risate ironiche lo spettatore, perché sono frasi completamente in contrasto con le dichiarazioni e i comportamenti visti in precedenza di tale personaggio. Un controsenso assurdo.
Nemmeno il classico extra posto dopo i titoli di coda si salva, inutile e per nulla divertente.
Come al solito la fattura tecnica si pone una spanna sopra quella della serie, giustamente, con disegni curati e animazioni fluide e leggermente più ricche. Peccato per una specie di alone che permea tutta la visione (una cosa unicamente dei master italiani?) e toglie definizione alle immagini. Nient'altro in particolare da segnalare, se non un maggior numero di bellezze mezze nude in diverse gag del Mokkori.
La colonna sonora è fedele alle buone musiche della serie, peccato per il pessimo adattamento italiano che rovina diverse battute iniziali snaturandole. I doppiatori tuttavia risultano ottimi sui personaggi classici, mentre gli altri offrono una qualità altalenante.
Purtroppo "City Hunter - La rosa nera" è la somma e la moltiplicazione di tutti i difetti che si possono trovare nella serie dedicata a Ryo Saeba, a partire dalle gag ripetitive fino ad alcuni personaggi per nulla riusciti e a diverse situazioni eccessivamente ricercate, tanto da risultare forzate, inutili o anche esagerate. A peggiorare il tutto ci pensa il finale eccessivamente lungo e incredibilmente noioso che sfocia in un dramma gratuito per nulla d'effetto.
C'è ben poco da salvare in questo prodotto, la cui (noiosa) visione è consigliata solamente se si cerca qualche buon motivo per odiare "City Hunter".
Ryo Saeba è stato messo alle strette, ma non da qualche acerrimo e pericoloso nemico, ma da un gruppo di ragazze che lavorano nei Night, dove il Mokkori ha spinto il ragazzo ad accumulare debiti su debiti. La minaccia è pesante perché, finché non verranno saldati, Ryo è bandito dal quartiere dei Night.
Fortunatamente un lavoro giunge al momento giusto, una idol dalla bellezza androgina chiede loro aiuto per ritrovare il fratello scomparso da anni, e a complicare il tutto ci pensa un temibile killer di fama internazionale che sta arrivando a Tokyo.
Ormai la struttura narrativa della serie è consolidata e conosciuta: si apre con una nutrita serie di gag e siparietti comici - spesso legati al Mokkori - per poi virare su toni più seri, con flashback sui passati dei personaggi e qualche colpo di scena, e chiudere con la solita dose d'azione. Purtroppo rimanendo troppo fedeli a tale schema si portano anche gli stessi difetti, quali gag spesso ripetitive e già viste e alcuni déjà vu in alcune situazioni e personaggi.
Teoricamente su tali punti deboli si può soprassedere, come è spesso richiesto allo spettatore nella serie, ma il tutto è condito da una storia alquanto debole a partire dai personaggi nuovi, come l'antagonista che persegue una vendetta verso il mondo per motivi non sufficienti per portare tale odio (nemmeno le pezze dei flashback riescono a spiegare appieno questo desidero). E anche l'idol Emi è piuttosto banale e piatta, anche se in questo caso i flashback offrono un background maggiormente curato e realistico.
Non mancano poi "telefonati" colpi di scena per nulla d'effetto e le situazioni assurde degne del peggior film pulp di serie Z, come gli spari di un cecchino che fortunatamente rompono le manette di Ryo e "sfortunatamente" colpiscono con precisione il volto nell'unica foto del parente perduto, e tante altre sciocchezzuole su questa scia che si palesano diverse volte.
Come se ciò non bastasse si arriva alla sequenza finale apparentemente uscita dalla mente degli sceneggiatori del film "Speed". Teoricamente si prospetta con tensione e promette un'avvincente sequenza adrenalinica, invece risulta soprattutto soporifera e tremendamente allungata: i pochi drammatici attimi di tensione vengono spezzati da discutibili scelte comiche. Senza contare come diverse situazioni siano completamente inutili e non cambino nulla.
Per chiudere in bellezza ecco un aspro scontro a mani nude (forse l'aspetto più bello e riuscito del film) e la conclusione strappalacrime intrisa di sentimenti malinconici che inevitabilmente… porta a risate ironiche lo spettatore, perché sono frasi completamente in contrasto con le dichiarazioni e i comportamenti visti in precedenza di tale personaggio. Un controsenso assurdo.
Nemmeno il classico extra posto dopo i titoli di coda si salva, inutile e per nulla divertente.
Come al solito la fattura tecnica si pone una spanna sopra quella della serie, giustamente, con disegni curati e animazioni fluide e leggermente più ricche. Peccato per una specie di alone che permea tutta la visione (una cosa unicamente dei master italiani?) e toglie definizione alle immagini. Nient'altro in particolare da segnalare, se non un maggior numero di bellezze mezze nude in diverse gag del Mokkori.
La colonna sonora è fedele alle buone musiche della serie, peccato per il pessimo adattamento italiano che rovina diverse battute iniziali snaturandole. I doppiatori tuttavia risultano ottimi sui personaggi classici, mentre gli altri offrono una qualità altalenante.
Purtroppo "City Hunter - La rosa nera" è la somma e la moltiplicazione di tutti i difetti che si possono trovare nella serie dedicata a Ryo Saeba, a partire dalle gag ripetitive fino ad alcuni personaggi per nulla riusciti e a diverse situazioni eccessivamente ricercate, tanto da risultare forzate, inutili o anche esagerate. A peggiorare il tutto ci pensa il finale eccessivamente lungo e incredibilmente noioso che sfocia in un dramma gratuito per nulla d'effetto.
C'è ben poco da salvare in questo prodotto, la cui (noiosa) visione è consigliata solamente se si cerca qualche buon motivo per odiare "City Hunter".
Il quinto speciale dedicato alla fortunata serie di City Hunter è forse anche il migliore dei sei, insieme al primo. Goodbye My Sweetheart è un film con la F maiuscola, molto simile ai polizieschi con attori in carne e ossa: è un concentrato d'azione e di sentimento che difficilmente potrebbe risultare scocciante, anche per chi non elogia la serie.
La trama, anche se non si discosta molto dalle consuete della serie, prende elementi un po' sparsi nei vari episodi, li unisce e aggiunge molti particolari che di certo non fanno che allietare il tutto. La cliente di turno come sempre è una bella ragazza (e deve essere così, altrimenti il caso non sarebbe stato accettato dal buon Ryo), che incarica i nostri eroi di trovare una persona scomparsa, suo fratello. Intanto un losco individuo, che si porta dietro una fama di killer professionista e infallibile, ha preso di mira il nostro eroe nonché l'intero quartiere di Shinjuku, minacciando di farlo esplodere se le sue condizioni non saranno accettate. Questa volta ci vorranno le abilità di tutti i nostri eroi per fermare il malvivente.
Come di consueto, ma forse anche più del solito, l'anime scorre senza eccessive pause, le spassose gag ci sono sempre e come ogni volta non annoiano mai, in più questa volta abbiamo un nemico veramente carismatico, quindi tutto è perfetto.
La parte tecnica risulta buona, il film, realizzato a sei anni dalla fine della serie, presenta un disegno abbastanza più curato e delle animazioni buone anche se non eccelse; la colonna sonora è sempre bella.
Posso solo consigliare la visione veramente a tutti, chi predilige l'azione non può veramente perdersi questo piccolo capolavoro, invece per chi non conosce la serie questo è davvero il modo migliore di avvicinarla.
Spero di avervi convinto. Buona visione.
La trama, anche se non si discosta molto dalle consuete della serie, prende elementi un po' sparsi nei vari episodi, li unisce e aggiunge molti particolari che di certo non fanno che allietare il tutto. La cliente di turno come sempre è una bella ragazza (e deve essere così, altrimenti il caso non sarebbe stato accettato dal buon Ryo), che incarica i nostri eroi di trovare una persona scomparsa, suo fratello. Intanto un losco individuo, che si porta dietro una fama di killer professionista e infallibile, ha preso di mira il nostro eroe nonché l'intero quartiere di Shinjuku, minacciando di farlo esplodere se le sue condizioni non saranno accettate. Questa volta ci vorranno le abilità di tutti i nostri eroi per fermare il malvivente.
Come di consueto, ma forse anche più del solito, l'anime scorre senza eccessive pause, le spassose gag ci sono sempre e come ogni volta non annoiano mai, in più questa volta abbiamo un nemico veramente carismatico, quindi tutto è perfetto.
La parte tecnica risulta buona, il film, realizzato a sei anni dalla fine della serie, presenta un disegno abbastanza più curato e delle animazioni buone anche se non eccelse; la colonna sonora è sempre bella.
Posso solo consigliare la visione veramente a tutti, chi predilige l'azione non può veramente perdersi questo piccolo capolavoro, invece per chi non conosce la serie questo è davvero il modo migliore di avvicinarla.
Spero di avervi convinto. Buona visione.
Questo quinto film è forse quello più curato, sia nella grafica che nella caratterizzazione dei personaggi, alcuni di loro, non presenti nella serie TV, sono davvero simpatici.
Le scene di azione e la trama sono ben curati, ad essere sinceri forse sono anche più curati che nella serie!
Buona visione.
Le scene di azione e la trama sono ben curati, ad essere sinceri forse sono anche più curati che nella serie!
Buona visione.
Quinto special dedicato all'ormai famoso City Hunter.
La direzione è affidata a Kazuo Yamazaki e Kenji Kodama e il character design a Yukiko Kamimura; la durata complessiva è di un'ora e mezza.
Lo special inizia con l'arrivo in Giappone di un pericoloso terrorista denominato "Il professor", che ha militato nella legione straniera ed in seguito ha compiuto diversi crimini internazionali come furti a istituti bancari e rapimenti di persone importanti. In queste prime scene riesce a sfuggire facilmente a Saeko. Subito dopo riesce a liberare due pericolosi criminali: Tatuoka Kouichi, e Tamuachi Satoru, esperto di bombe a tempo.
Nel frattempo Ryo Saeba viene ingaggiato dalla bellissima Emi Makaze, che ha recentemente ottenuto il ruolo principale in un'opera. La sua richiesta è di ritrovare suo fratello, ormai scomparso da quando lei aveva nove anni. E' convinta che le rose nere che ha appena ricevuto siano un suo dono.
La trama è abbastanza veloce e incentrata sulla città di Tokyo, con precisione su Shinjuku, il quartiere di City Hunter; ci sono molte scene d'azione specialmente in campo aereo.
E' un film che mi ha convinto poco, la direzione lascia molto a desiderare, dopo pochi minuti capisci subito la struttura complessiva della trama e i personaggi sono scarsamente caratterizzati; anche la presenza di Falcon e Miki non incidono molto sulla qualità degli eventi.
Alcuni espedienti, che cercano di dare un tocco di umorismo, sono inseriti in scene drammatiche e questo un po' le vanifica.
La storia è banale, il ricorso al terrorista venuto in Giappone per misurarsi con Ryo ne è la dimostrazione.
La sufficienza c'è perchè non è proprio da buttare, le musiche sono carine e la splendida Emi merita di essere vista in tutto il suo splendore, e la stessa cosa vale per Saeko.
Se mi capita guardatelo senza troppe aspettative, altrimenti sarete delusi.
La direzione è affidata a Kazuo Yamazaki e Kenji Kodama e il character design a Yukiko Kamimura; la durata complessiva è di un'ora e mezza.
Lo special inizia con l'arrivo in Giappone di un pericoloso terrorista denominato "Il professor", che ha militato nella legione straniera ed in seguito ha compiuto diversi crimini internazionali come furti a istituti bancari e rapimenti di persone importanti. In queste prime scene riesce a sfuggire facilmente a Saeko. Subito dopo riesce a liberare due pericolosi criminali: Tatuoka Kouichi, e Tamuachi Satoru, esperto di bombe a tempo.
Nel frattempo Ryo Saeba viene ingaggiato dalla bellissima Emi Makaze, che ha recentemente ottenuto il ruolo principale in un'opera. La sua richiesta è di ritrovare suo fratello, ormai scomparso da quando lei aveva nove anni. E' convinta che le rose nere che ha appena ricevuto siano un suo dono.
La trama è abbastanza veloce e incentrata sulla città di Tokyo, con precisione su Shinjuku, il quartiere di City Hunter; ci sono molte scene d'azione specialmente in campo aereo.
E' un film che mi ha convinto poco, la direzione lascia molto a desiderare, dopo pochi minuti capisci subito la struttura complessiva della trama e i personaggi sono scarsamente caratterizzati; anche la presenza di Falcon e Miki non incidono molto sulla qualità degli eventi.
Alcuni espedienti, che cercano di dare un tocco di umorismo, sono inseriti in scene drammatiche e questo un po' le vanifica.
La storia è banale, il ricorso al terrorista venuto in Giappone per misurarsi con Ryo ne è la dimostrazione.
La sufficienza c'è perchè non è proprio da buttare, le musiche sono carine e la splendida Emi merita di essere vista in tutto il suo splendore, e la stessa cosa vale per Saeko.
Se mi capita guardatelo senza troppe aspettative, altrimenti sarete delusi.
Probabilmente City Hunter è una delle serie che ha il pregio di aver potuto offrire ai suoi fan alcuni tra i più bei lungometraggi d'azione mai visti: ne è la conferma questo quinto e penultimo special dedicato alle gesta del noto detective, datato 1997.
La Rosa Nera si presenta subito bene, con i suoi ottimi disegni, curati alla perfezione soprattutto per quanto riguarda i personaggi, in particolar modo quelli femminili, caratterizzati come sempre da splendidi lineamenti dei viso...e corpi mozzafiato.
Come di consueto, anche l'episodio in questione parte in chiave comica, per concludersi con istanti di massima caoticità e azione al cardiopalma.
La trama è anche qui riguardante le vicende personali di una certa ragazza in cerca d'aiuto: Emi è una famosa attrice dell'Opera di Shinjuku, una compagnia teatrale interamente composta da donne. La sera del debutto in un nuovo spettacolo, trova nel suo camerino un mazzo di rose nere. Contemporaneamente, Professor, uno spietato criminale di cui si ignora la vera identità, giunge in Giappone e tutti temono per la sicurezza dell'intero paese. Che i due episodi siano collegati? Proverà a scoprirlo Ryo Saeba, detto City Hunter, un investigatore privato con un sacco di conti arretrati da pagare...
In serbo ci sono ancora avventura, ancora mistero, ancora belle fanciulle nell'ennesimo caso dello sweeper più famoso di Tokyo, che questa volta dovrà scoprire il significato di quelle misteriose rose nere.
Il film è molto paragonabile, nella trama, al City Hunter Special 1 - "Amore, Destino E Una 44 Magnum" - nel quale era una celebre e bellissima pianista ad essere salvata, inoltre i due titoli sembrano essere alla pari anche in ambito realizzativo, di conseguenza sono entrambi lodevoli.
Una menzione speciale va alla lunga ed intensa sequenza a bordo del pericoloso treno in corsa verso Shinjuku, che vale da sola la visione del prodotto.
Per tutti i fan di Ryo, dei martelloni di Kaori, del "mokkori", ma anche per gli appassionati del genere azione/poliziesco, La Rosa Nera garantisce un'esperienza gratificante e memorabile.
La Rosa Nera si presenta subito bene, con i suoi ottimi disegni, curati alla perfezione soprattutto per quanto riguarda i personaggi, in particolar modo quelli femminili, caratterizzati come sempre da splendidi lineamenti dei viso...e corpi mozzafiato.
Come di consueto, anche l'episodio in questione parte in chiave comica, per concludersi con istanti di massima caoticità e azione al cardiopalma.
La trama è anche qui riguardante le vicende personali di una certa ragazza in cerca d'aiuto: Emi è una famosa attrice dell'Opera di Shinjuku, una compagnia teatrale interamente composta da donne. La sera del debutto in un nuovo spettacolo, trova nel suo camerino un mazzo di rose nere. Contemporaneamente, Professor, uno spietato criminale di cui si ignora la vera identità, giunge in Giappone e tutti temono per la sicurezza dell'intero paese. Che i due episodi siano collegati? Proverà a scoprirlo Ryo Saeba, detto City Hunter, un investigatore privato con un sacco di conti arretrati da pagare...
In serbo ci sono ancora avventura, ancora mistero, ancora belle fanciulle nell'ennesimo caso dello sweeper più famoso di Tokyo, che questa volta dovrà scoprire il significato di quelle misteriose rose nere.
Il film è molto paragonabile, nella trama, al City Hunter Special 1 - "Amore, Destino E Una 44 Magnum" - nel quale era una celebre e bellissima pianista ad essere salvata, inoltre i due titoli sembrano essere alla pari anche in ambito realizzativo, di conseguenza sono entrambi lodevoli.
Una menzione speciale va alla lunga ed intensa sequenza a bordo del pericoloso treno in corsa verso Shinjuku, che vale da sola la visione del prodotto.
Per tutti i fan di Ryo, dei martelloni di Kaori, del "mokkori", ma anche per gli appassionati del genere azione/poliziesco, La Rosa Nera garantisce un'esperienza gratificante e memorabile.