Anonymous Noise
Allora.
Iniziamo dalla trama di questo strano e breve anime.
Nino e Momo sono due bambini delle elementari vicini di casa da sempre, che sono abituati a fare tutto insieme… da sempre. I due bambini si piacciono segretamente, ma nessuno rivela i suoi sentimenti e tutto degenera quando Momo lascia la sua casa senza dire nulla a Nino. La protagonista così si ritrova da sola a soffrire per la mancanza del suo amico che non sa dove sia finito, né perché sia sparito.
Nino canta da sempre e adora tantissimo farlo, ed era solita cantare ogni sera con Momo. Quando quest’ultimo sparisce, lei decide di continuare a cantare tutti i giorni con la convinzione che prima o poi la sua voce possa raggiungerlo e loro si possano rincontrare (okay… tutto normale, suppongo).
E ovviamente gli anni passano e ci ritroviamo al liceo con una Nino ormai cresciuta, ma che canta ancora in spiaggia tutte le mattine. Finalmente al liceo incontra Momo, che però non sembra più lui e si comporta come se non volesse più vederla.
Sempre al liceo la ragazza ritrova anche un altro amico di cui aveva perso le tracce: Yuzu.
Da qui in poi il solito trittico alla lui ama lei, ma lei ama l’altro, che però è oscuro e misterioso a causa di un tragico passato ancora presente che però non vuole rivelare. Nulla di nuovo insomma, se non fosse che Yuzu porta Nino a unirsi come cantante alla sua band degli “in NO hurry to shout”.
Bene, questa è la trama in linea di massima. Passiamo alla valutazione.
Nel complesso questo anime non è male. Quel genere di anime ti guardi seduto tranquillamente su una sedia quando non sai cosa guardare, ma non hai voglia di iniziare i pezzi grossi sulla tua watch list. Ecco, in quel caso è perfetto, ma andiamo ad analizzare nel dettaglio i punti di forza e i punti deboli di quest’opera.
Partiamo dai personaggi. I tre protagonisti Nino, Momo e Yuzu, sono i più approfonditi, anche se sono su quella linea pericolosa e precaria che li fa sempre essere in bilico tra personaggi totalmente insulsi e personaggi invece che si staccano dallo schermo. Diciamo che si salvano per un soffio.
In particolare mi è piaciuto il personaggio di Nino e la sua evoluzione. Nino è una ragazza strana, perché è strana, ma ne è consapevole e lo affronta a testa alta. Inoltre all’inizio della storia è sempre e solo fissata sul cantare per raggiungere Momo, mentre andando avanti e stringendo rapporti sempre più stretti con gli amici della sua band, alla fine inizia a cantare anche per loro. Insomma… strano, ma in fin dei conti quella giusta dose di stranezza che salva, a mio avviso, da una totale piattezza.
In seconda battuta viene Yuzu, che mi è piaciuto anche lui, ma l’ho trovato più classico, nulla di nuovo. Il solito personaggio maschile troppo basso che si arrabbia se glielo fai notare….bla bla, però riuscito, e poi OH, il cliché ci sta sempre bene, specie quando genera situazioni simpatiche come in questo caso.
Il personaggio di Momo invece l’ho trovato un mistero. Non viene fuori quasi nulla su di lui e sulle sue motivazioni. Lo circonda un alone di mistero inspiegabile. Scopriremo nella seconda stagione se è perché non c’è nulla da approfondire sul suo conto o se invece ci sorprenderà con effetti speciali… mmh eh eh dubito.
Le animazioni nulla da dire. Sono discrete e carine.
Anche se, e qui mi ci incavolo proprio, la CGI quella fatta male, livello: il gatto mi si è seduto sul computer e l’ho lasciato fare.
Scherzi a parte, ma non troppo: durante i concerti, che dovrebbero essere i momenti più belli, ecco che ti buttano là questa stramaledettissima CGI. Si vede tranquillamente eh, però lo trovo un peccato. Anche se c’è da dire che ormai è la nuova moda, un po’ tutti buttano nelle serie CGI a caso, così perché…non lo sanno neanche loro perché.
La trama devo dire che funziona. Dodici episodi guardati filati, senza interruzioni e nella sua semplicità alla fine ti prende e ti trasporta. I personaggi si muovono spesso in maniera del tutto imprevedibile e questo sicuramente aiuta, e poi in ogni episodio alla fine succede qualcosa che ti mette voglia di andare avanti. Inoltre devo dire che l’intreccio tra il classico shojo e questo spokon musicale ha giocato a suo favore: la storia tra Nino e Momo si intreccia con la linea della band e di Yuzu.
L’altra cosa che mi ha veramente sorpreso, sono le musiche. Su questo frangente non mi sento di esprimere pareri se non in positivo. Sia la sigla, che le canzoni cantate dalla band nel corso dell’anime mi sono piaciute così tanto da farmi venire voglia di aggiungerle alla mia playlist.
Davvero bravi.
In conclusione: avete un anime rinomatamente stupendo da vedere, ma avete visto la copertina di questo o magari qualche spezzone su instagram (quelli fregano sempre) e ora siete indecisi su cosa fare? Andate a vedere il primo senza dubbio, non perdete nemmeno tempo.
Però se invece avete voglia di qualcosa di leggero, che ogni tanto vi strappi un sorriso, scorrevole e nella media, ma strano… beh… allora questo potrebbe essere l’anime giusto da vedere. Uno di quelli che lo guardi e due secondi dopo ti sei già dimenticato di averlo visto. Ci vuole anche questo in certi casi.
Iniziamo dalla trama di questo strano e breve anime.
Nino e Momo sono due bambini delle elementari vicini di casa da sempre, che sono abituati a fare tutto insieme… da sempre. I due bambini si piacciono segretamente, ma nessuno rivela i suoi sentimenti e tutto degenera quando Momo lascia la sua casa senza dire nulla a Nino. La protagonista così si ritrova da sola a soffrire per la mancanza del suo amico che non sa dove sia finito, né perché sia sparito.
Nino canta da sempre e adora tantissimo farlo, ed era solita cantare ogni sera con Momo. Quando quest’ultimo sparisce, lei decide di continuare a cantare tutti i giorni con la convinzione che prima o poi la sua voce possa raggiungerlo e loro si possano rincontrare (okay… tutto normale, suppongo).
E ovviamente gli anni passano e ci ritroviamo al liceo con una Nino ormai cresciuta, ma che canta ancora in spiaggia tutte le mattine. Finalmente al liceo incontra Momo, che però non sembra più lui e si comporta come se non volesse più vederla.
Sempre al liceo la ragazza ritrova anche un altro amico di cui aveva perso le tracce: Yuzu.
Da qui in poi il solito trittico alla lui ama lei, ma lei ama l’altro, che però è oscuro e misterioso a causa di un tragico passato ancora presente che però non vuole rivelare. Nulla di nuovo insomma, se non fosse che Yuzu porta Nino a unirsi come cantante alla sua band degli “in NO hurry to shout”.
Bene, questa è la trama in linea di massima. Passiamo alla valutazione.
Nel complesso questo anime non è male. Quel genere di anime ti guardi seduto tranquillamente su una sedia quando non sai cosa guardare, ma non hai voglia di iniziare i pezzi grossi sulla tua watch list. Ecco, in quel caso è perfetto, ma andiamo ad analizzare nel dettaglio i punti di forza e i punti deboli di quest’opera.
Partiamo dai personaggi. I tre protagonisti Nino, Momo e Yuzu, sono i più approfonditi, anche se sono su quella linea pericolosa e precaria che li fa sempre essere in bilico tra personaggi totalmente insulsi e personaggi invece che si staccano dallo schermo. Diciamo che si salvano per un soffio.
In particolare mi è piaciuto il personaggio di Nino e la sua evoluzione. Nino è una ragazza strana, perché è strana, ma ne è consapevole e lo affronta a testa alta. Inoltre all’inizio della storia è sempre e solo fissata sul cantare per raggiungere Momo, mentre andando avanti e stringendo rapporti sempre più stretti con gli amici della sua band, alla fine inizia a cantare anche per loro. Insomma… strano, ma in fin dei conti quella giusta dose di stranezza che salva, a mio avviso, da una totale piattezza.
In seconda battuta viene Yuzu, che mi è piaciuto anche lui, ma l’ho trovato più classico, nulla di nuovo. Il solito personaggio maschile troppo basso che si arrabbia se glielo fai notare….bla bla, però riuscito, e poi OH, il cliché ci sta sempre bene, specie quando genera situazioni simpatiche come in questo caso.
Il personaggio di Momo invece l’ho trovato un mistero. Non viene fuori quasi nulla su di lui e sulle sue motivazioni. Lo circonda un alone di mistero inspiegabile. Scopriremo nella seconda stagione se è perché non c’è nulla da approfondire sul suo conto o se invece ci sorprenderà con effetti speciali… mmh eh eh dubito.
Le animazioni nulla da dire. Sono discrete e carine.
Anche se, e qui mi ci incavolo proprio, la CGI quella fatta male, livello: il gatto mi si è seduto sul computer e l’ho lasciato fare.
Scherzi a parte, ma non troppo: durante i concerti, che dovrebbero essere i momenti più belli, ecco che ti buttano là questa stramaledettissima CGI. Si vede tranquillamente eh, però lo trovo un peccato. Anche se c’è da dire che ormai è la nuova moda, un po’ tutti buttano nelle serie CGI a caso, così perché…non lo sanno neanche loro perché.
La trama devo dire che funziona. Dodici episodi guardati filati, senza interruzioni e nella sua semplicità alla fine ti prende e ti trasporta. I personaggi si muovono spesso in maniera del tutto imprevedibile e questo sicuramente aiuta, e poi in ogni episodio alla fine succede qualcosa che ti mette voglia di andare avanti. Inoltre devo dire che l’intreccio tra il classico shojo e questo spokon musicale ha giocato a suo favore: la storia tra Nino e Momo si intreccia con la linea della band e di Yuzu.
L’altra cosa che mi ha veramente sorpreso, sono le musiche. Su questo frangente non mi sento di esprimere pareri se non in positivo. Sia la sigla, che le canzoni cantate dalla band nel corso dell’anime mi sono piaciute così tanto da farmi venire voglia di aggiungerle alla mia playlist.
Davvero bravi.
In conclusione: avete un anime rinomatamente stupendo da vedere, ma avete visto la copertina di questo o magari qualche spezzone su instagram (quelli fregano sempre) e ora siete indecisi su cosa fare? Andate a vedere il primo senza dubbio, non perdete nemmeno tempo.
Però se invece avete voglia di qualcosa di leggero, che ogni tanto vi strappi un sorriso, scorrevole e nella media, ma strano… beh… allora questo potrebbe essere l’anime giusto da vedere. Uno di quelli che lo guardi e due secondi dopo ti sei già dimenticato di averlo visto. Ci vuole anche questo in certi casi.
Scrivo la recensione di questo anime dopo aver guardato tutti i 12 episodi di fila... E devo dire che spero vivamente ne venga fatta una seconda stagione, perchè mi è piaciuto davvero parecchio! Ma andiamo con ordine.
Trama: da bambina, ciò che Nino preferiva in assoluto era cantare con il suo amico Momo, di cui era segretamente innamorata. All'improvviso però, Momo si trasferisce, e lei conosce Yuzu, un ragazzino appassionato di musica che le farà cantare le sue canzoni. Yuzu la aiuterà molto, ma alla fine anche lui scomparirà dalla vita della piccola Nino. Entrambi, Yuzu e Momo, prima di andarsene le avevano detto che, se mai si fossero dovuti separare, il canto di Nino li avrebbe riportati da lei. Così Nino ogni giorno canta a squarciagola le canzoni di Yuzu, sperando così che, prima o poi, avrebbe raggiunto lui e Momo. Passano gli anni, e Nino entra al liceo. Lì, all'assemblea di benvenuto, un gruppo sale sul palco e inizia a suonare... Nino riconosce immediatamente Yuzu, e qui parte la storia...
Ho trovato molto originale il fatto che Nino canti mettendoci tutta se stessa per poter raggiungere Momo. Nino è un personaggio che ho apprezzato: è consapevole di essere un pò strana, non ascolta gli altri e le viene ripetuto spesso, ma ha grinta e non si risparmia mai. Capisce che non basta avere soltanto talento, ma che se vuole arrivare a Momo con la sua voce, deve lavorare sodo.
Anche il personaggio di Yuzu è interessante; per quanto ami la musica, non può cantare a causa di una malattia, ma compone con passione ed ha un gran talento. Yuzu ha il complesso dell'altezza, che tuttavia compensa con un carattere vivace e un pò irascibile. É innamorato di Nino e della sua voce, che non vuole lasciare a nessuno, tantomeno a Momo.
E, a proposito di quest'ultimo... Beh, devo ammettere che è un personaggio per il quale è difficile provare la stessa simpatia degli altri due, non si riesce a capirlo del tutto. Anche lui è ben caratterizzato; gli piacciono i giochi di parole, lavora già nel business musicale e compone per gruppi femminili. Tuttavia, quando ritrova Nino, la tratta male e cerca di allontanarla a tutti i costi.
Interessanti sono anche le dinamiche che si creano fra i tre protagonisti. C'è il classico triangolo, certo, ma, a differenza di molti altri casi, qui si fa fatica a prevedere come si concluderà (e per saperlo bisogna aspettare che finisca il manga...).
Un altro punto lodevole di questo anime è senz'altro la colonna sonora. Le canzoni degli In No Hurry to Shout sono forti, le ho adorate dalla prima all'ultima, e questo grazie anche alla voce di Nino.
Insomma, per concludere, un lavoro ben fatto! Spero vivamente che venga prodotta una seconda serie, poichè di materiale ce n'è (il manga è parecchio avanti...) ed è qualcosa di diverso dal solito. Lo consiglio!
Trama: da bambina, ciò che Nino preferiva in assoluto era cantare con il suo amico Momo, di cui era segretamente innamorata. All'improvviso però, Momo si trasferisce, e lei conosce Yuzu, un ragazzino appassionato di musica che le farà cantare le sue canzoni. Yuzu la aiuterà molto, ma alla fine anche lui scomparirà dalla vita della piccola Nino. Entrambi, Yuzu e Momo, prima di andarsene le avevano detto che, se mai si fossero dovuti separare, il canto di Nino li avrebbe riportati da lei. Così Nino ogni giorno canta a squarciagola le canzoni di Yuzu, sperando così che, prima o poi, avrebbe raggiunto lui e Momo. Passano gli anni, e Nino entra al liceo. Lì, all'assemblea di benvenuto, un gruppo sale sul palco e inizia a suonare... Nino riconosce immediatamente Yuzu, e qui parte la storia...
Ho trovato molto originale il fatto che Nino canti mettendoci tutta se stessa per poter raggiungere Momo. Nino è un personaggio che ho apprezzato: è consapevole di essere un pò strana, non ascolta gli altri e le viene ripetuto spesso, ma ha grinta e non si risparmia mai. Capisce che non basta avere soltanto talento, ma che se vuole arrivare a Momo con la sua voce, deve lavorare sodo.
Anche il personaggio di Yuzu è interessante; per quanto ami la musica, non può cantare a causa di una malattia, ma compone con passione ed ha un gran talento. Yuzu ha il complesso dell'altezza, che tuttavia compensa con un carattere vivace e un pò irascibile. É innamorato di Nino e della sua voce, che non vuole lasciare a nessuno, tantomeno a Momo.
E, a proposito di quest'ultimo... Beh, devo ammettere che è un personaggio per il quale è difficile provare la stessa simpatia degli altri due, non si riesce a capirlo del tutto. Anche lui è ben caratterizzato; gli piacciono i giochi di parole, lavora già nel business musicale e compone per gruppi femminili. Tuttavia, quando ritrova Nino, la tratta male e cerca di allontanarla a tutti i costi.
Interessanti sono anche le dinamiche che si creano fra i tre protagonisti. C'è il classico triangolo, certo, ma, a differenza di molti altri casi, qui si fa fatica a prevedere come si concluderà (e per saperlo bisogna aspettare che finisca il manga...).
Un altro punto lodevole di questo anime è senz'altro la colonna sonora. Le canzoni degli In No Hurry to Shout sono forti, le ho adorate dalla prima all'ultima, e questo grazie anche alla voce di Nino.
Insomma, per concludere, un lavoro ben fatto! Spero vivamente che venga prodotta una seconda serie, poichè di materiale ce n'è (il manga è parecchio avanti...) ed è qualcosa di diverso dal solito. Lo consiglio!
Difficile opinionare su un anime quando il manga è ancora in corso, soprattutto perché in soli 12 episodi lascia in sospeso molti punti certamente utili a chiudere il cerchio. Detto questo, l'animazione è nella media pur presentando dei picchi durante i concerti, cosa che non può che farmi piacere visti i meravigliosi brani e il character design particolare, soprattutto dei volti, che ho molto apprezzato. Per quel che riguarda la sceneggiatura, seppur la trama può sembrare fin troppo semplice, è riuscita comunque a suscitarmi interesse tanto da farmi vedere i 12 episodi uno dietro l'altro. Questo probabilmente perché i personaggi principali sono molto ben caratterizzati e i loro sentimenti ed emozioni arrivano allo spettatore senza filtri, persino quelli di Momo, il vero punto interrogativo di tutta la storia. Spero molto in una seconda stagione che possa chiarire alcune situazioni ed approfondire maggiormente alcuni personaggi secondari. Comunque, lo consiglio.
Ho visto di recente questo anime: all'inizio non mi aveva incuriosito particolarmente, ma do come voto 8 per i seguenti motivi: i disegni sono puliti e discreti, molto piacevoli alla vista; la trama invece è sì da una parte la solita storiella, ma è intrigante; i personaggi principali hanno delle belle caratteristiche che li rendono particolari. Unico neo è la mancanza di chiarezza sul finale, spero in un prosieguo di stagione, ci sono troppi punti inespressi che mi piacerebbe riaffrontare in un continuo di serie.
Ho iniziato questo anime per caso, ma fin da subito mi ha colpita. Il crescendo di suspense mi ha fatto rimanere incollata allo schermo fino alla fine dei dodici episodi. Oltre alla storia dei tre personaggi principali, la colonna sonora rende il tutto ancora più avvincente (ottimo rock alternative).
Spero vivamente in un prosieguo: il finale del tutto imprevisto mi ha lasciato veramente l'amaro in bocca. E, se chiedere una seconda stagione è troppo, spero che almeno arrivi il manga a continuare la storia.
Spero vivamente in un prosieguo: il finale del tutto imprevisto mi ha lasciato veramente l'amaro in bocca. E, se chiedere una seconda stagione è troppo, spero che almeno arrivi il manga a continuare la storia.
"Fukumenkei Noise" presenta un interessante mix d’ingredienti: unisce, infatti, in un anime ‘musicale’ le dinamiche di uno shoujo classico, condito dalle classiche esperienze rilassanti di uno slice of life.
La musica si mescola al classico triangolo tra l’eroina imbranata, ma dal grande potenziale, il bel tenebroso vecchio amore e l’amico ‘vorrei essere qualcosa di più', problematico ma dal carattere più vispo. Nulla di nuovo sotto il sole, se non lo s’inquadra nella bella atmosfera generata dalle vicissitudini musicali dei giovani protagonisti.
Il lungo avvicinarsi all’appuntamento ‘musicale’ finale, il grande festival rock giapponese, non risparmia colpi di scena, alti e bassi e qualche bella perla musicale da ascoltare anche al di fuori del contesto animato. Il carattere dei personaggi e alcuni temi forse eccessivamente forzati per ‘fare scena’, si annacquano nel percorso della band principale, un giusto mix di buona musica e stile. La protagonista, che alterna perle di simpatia ad una performance a volte un po’ troppo melodrammatica, si cala bene nel ruolo di frontman punk, sia come presenza scenica che per qualità vocale della seiyuu che la interpreta.
"Fukumenkei Noise" non è "Nana" e neanche "Beck", ma, a mio parere, riesce a mescolare alcuni dei pregi di questi due prodotti in una storia che mi ha spinto a chiederne un sequel e a sperare nell’arrivo del manga in Italia.
La musica si mescola al classico triangolo tra l’eroina imbranata, ma dal grande potenziale, il bel tenebroso vecchio amore e l’amico ‘vorrei essere qualcosa di più', problematico ma dal carattere più vispo. Nulla di nuovo sotto il sole, se non lo s’inquadra nella bella atmosfera generata dalle vicissitudini musicali dei giovani protagonisti.
Il lungo avvicinarsi all’appuntamento ‘musicale’ finale, il grande festival rock giapponese, non risparmia colpi di scena, alti e bassi e qualche bella perla musicale da ascoltare anche al di fuori del contesto animato. Il carattere dei personaggi e alcuni temi forse eccessivamente forzati per ‘fare scena’, si annacquano nel percorso della band principale, un giusto mix di buona musica e stile. La protagonista, che alterna perle di simpatia ad una performance a volte un po’ troppo melodrammatica, si cala bene nel ruolo di frontman punk, sia come presenza scenica che per qualità vocale della seiyuu che la interpreta.
"Fukumenkei Noise" non è "Nana" e neanche "Beck", ma, a mio parere, riesce a mescolare alcuni dei pregi di questi due prodotti in una storia che mi ha spinto a chiederne un sequel e a sperare nell’arrivo del manga in Italia.
Un racconto sentimentale può risultare gradevole anche se è totalmente illogico? Dipende dalla sensibilità di chi lo guarda: c'è chi è disposto a chiudere un occhio perché interessato solo alla parte più poetica e romantica della storia e chi invece adotta un approccio più realista basato sul concetto secondo sui “non possono crescere carote sulla Luna”. Personalmente non mi schiero né dall'una né dall'altra parte anche se, pur non essendo un radicale, ammetto di avere una certa tendenza a storcere il naso di fronte ad ortaggi che crescono sul nostro satellite; ma d'altro canto sarei disposto ad accettare anche una storia d'amore tra Dracula ed una cipolla se si riuscisse a creare una sceneggiatura che la rendesse plausibile.
Nel caso di "Anonymous Noise", però, chiudere un occhio solo non basta: per non notare l'enorme quantità di incoerenze, inesattezze, contraddizioni e comportamenti senza senso bisognerebbe chiudere entrambi gli occhi ed ascoltare soltanto le canzoni che, invece, sono qualcosa di veramente eccezionale. Mi piacerebbe riportare almeno una piccola parte delle cose inspiegabili che avvengono in questo anime ma è opinione diffusa che questo rappresenterebbe spoiler; per cui o vi fidate del recensore o andate a verificarle coi vostri occhi. Non credo ci vorrà molto: in soli due-tre episodi avevo già riempito due pagine sui momenti della storia che mi apparivano come senza senso.
Nono e Momo sono due bambini che abitavano l'una accanto all'altro. Sebbene frequentassero ancora l'asilo, il loro rapporto era già quello di una coppia di innamorati: camminano per strada mano nella mano, sono gelosi l'uno dell'altro e soprattutto hanno il fastidiosissimo hobby di cantare assieme un'odiosa filastrocca. Notate qualcosa di strano in questo? Io, per quanto possa essere stufo di questa ricorrente fantasia, devo rispondere di no: ormai il tema della promessa dell'amore eterno tra due bambini della scuola materna è diffusissimo, per cui deve essere considerato come un genere a sé stante e come tale va trattato.
L'idillio fra i due pargoletti era però destinato ad interrompersi perché, nottetempo e senza avvertire nessuno, la famiglia di Momo è “costretta” a trasferirsi. Nono, ovviamente, non la prenderà benissimo ed incorrerà in un periodo di depressione per la delusione subita. Presto però potrà avvalersi della compagnia di Yuzu, un altro bimbo che, dopo averla sentita cantare, si innamorerà perdutamente di lei. Ma passa un po' di tempo e misteriosamente scompare anche lui.
A sei anni di distanza dai fatti raccontati, Nono era ancora in riva alla spiaggia ad urlare le sue canzoni nella speranza che la sua voce arrivi fino a Momo e Yuzu e che ciò consentisse ai tre ragazzi di incontrarsi di nuovo; questa sua convinzione può sembrare un po' folle ma era comunque destinata a rivelarsi corretta.
Sebbene già così la storia possa sembrare strana (e me ne sono accorto di nuovo nel momento in cui ho cercato di descriverla), penso si possa chiudere il famoso occhio e non muoverle critiche. Il potenziale per una buona sceneggiatura in fondo ce l'aveva. E' quello che succede dopo che non ha né capo né coda.
La bravura di un autore, a mio avviso, sta nel far dimenticare che i personaggi sono delle marionette nelle sue mani e farli immaginare come persone reali. Per far questo bisogna sempre seguire la regola secondo cui ogni causa genera un effetto e, sulla base di questo, lasciare che i personaggi si muovano da soli annotandone i progressi e indicando loro la strada migliore da seguire. Tutto questo in "Anonymous Noise" non succede quasi mai: i vari Nono, Momo o Yuzu danno sempre l'impressione di essere dei semplici burattini, che vengono manovrati senza alcun senso logico da chi li ha creati; molto spesso, poi, non si capisce nemmeno la finalità di certe scelte, ma tutto sembra essere dominato dal caos e dal caso. I momenti di introspezione non mancano ma, per come la vedo io, le conclusioni a cui arrivano i tre protagonisti sono addirittura irritanti nella loro assurdità.
In verità, intorno alla metà della serie qualche episodio “buono” c'è pure; e in più devo dire che il lato umoristico in stile deformed dei vari personaggi mi è sostanzialmente piaciuto. Ma tutte queste cose possono essere apprezzate solo a patto di dimenticare lo scempio posto in essere nella prima parte dell'opera; anche così, però, tutto risulterebbe inutile perché detto scempio verrà perpetuato anche nella parte finale, seppur facendo meno danni di prima (ma tanto quello che c'era da distruggere era già stato distrutto).
Come detto prima, l'unico motivo che giustificherebbe la visione di questo anime è la parte musicale. Le canzoni sono veramente magnifiche e soprattutto sono finalmente più aggressive rispetto a quelle che troviamo in genere in anime del tipo “Love Live”. Dovessi fare un
paragone azzardato direi che da questo punto di vista "Anonymous Noise" mi ha ricordato un po' "Nana" (si noti poi la somiglianza fra i nomi “Nono” e “Nana”... E' solo una coincidenza?).
Peccato, però, che solo con la parte musicale non si possano coprire tutti i buchi presenti nella sceneggiatura; credo proprio, anzi, che sarebbe stato più opportuno conservare questa superba colonna sonora per poi usarla su anime di ben più alto spessore.
E arriviamo alle conclusioni.
Non credo sia possibile salvare "Anonymous Noise" dall'insufficienza, sebbene sia innegabile che, anche se non consideriamo l'aspetto musicale, qualcosa di fatto bene qua e là si trova. Ma nel complesso è tutto troppo poco credibile e questo difetto pesa enormemente sul giudizio.
Non ci resta che consolarci con una delle battute migliori di Momo :”La mela è ammelenata”. Mr Bean adesso puoi andare in pensione tranquillo.
Nel caso di "Anonymous Noise", però, chiudere un occhio solo non basta: per non notare l'enorme quantità di incoerenze, inesattezze, contraddizioni e comportamenti senza senso bisognerebbe chiudere entrambi gli occhi ed ascoltare soltanto le canzoni che, invece, sono qualcosa di veramente eccezionale. Mi piacerebbe riportare almeno una piccola parte delle cose inspiegabili che avvengono in questo anime ma è opinione diffusa che questo rappresenterebbe spoiler; per cui o vi fidate del recensore o andate a verificarle coi vostri occhi. Non credo ci vorrà molto: in soli due-tre episodi avevo già riempito due pagine sui momenti della storia che mi apparivano come senza senso.
Nono e Momo sono due bambini che abitavano l'una accanto all'altro. Sebbene frequentassero ancora l'asilo, il loro rapporto era già quello di una coppia di innamorati: camminano per strada mano nella mano, sono gelosi l'uno dell'altro e soprattutto hanno il fastidiosissimo hobby di cantare assieme un'odiosa filastrocca. Notate qualcosa di strano in questo? Io, per quanto possa essere stufo di questa ricorrente fantasia, devo rispondere di no: ormai il tema della promessa dell'amore eterno tra due bambini della scuola materna è diffusissimo, per cui deve essere considerato come un genere a sé stante e come tale va trattato.
L'idillio fra i due pargoletti era però destinato ad interrompersi perché, nottetempo e senza avvertire nessuno, la famiglia di Momo è “costretta” a trasferirsi. Nono, ovviamente, non la prenderà benissimo ed incorrerà in un periodo di depressione per la delusione subita. Presto però potrà avvalersi della compagnia di Yuzu, un altro bimbo che, dopo averla sentita cantare, si innamorerà perdutamente di lei. Ma passa un po' di tempo e misteriosamente scompare anche lui.
A sei anni di distanza dai fatti raccontati, Nono era ancora in riva alla spiaggia ad urlare le sue canzoni nella speranza che la sua voce arrivi fino a Momo e Yuzu e che ciò consentisse ai tre ragazzi di incontrarsi di nuovo; questa sua convinzione può sembrare un po' folle ma era comunque destinata a rivelarsi corretta.
Sebbene già così la storia possa sembrare strana (e me ne sono accorto di nuovo nel momento in cui ho cercato di descriverla), penso si possa chiudere il famoso occhio e non muoverle critiche. Il potenziale per una buona sceneggiatura in fondo ce l'aveva. E' quello che succede dopo che non ha né capo né coda.
La bravura di un autore, a mio avviso, sta nel far dimenticare che i personaggi sono delle marionette nelle sue mani e farli immaginare come persone reali. Per far questo bisogna sempre seguire la regola secondo cui ogni causa genera un effetto e, sulla base di questo, lasciare che i personaggi si muovano da soli annotandone i progressi e indicando loro la strada migliore da seguire. Tutto questo in "Anonymous Noise" non succede quasi mai: i vari Nono, Momo o Yuzu danno sempre l'impressione di essere dei semplici burattini, che vengono manovrati senza alcun senso logico da chi li ha creati; molto spesso, poi, non si capisce nemmeno la finalità di certe scelte, ma tutto sembra essere dominato dal caos e dal caso. I momenti di introspezione non mancano ma, per come la vedo io, le conclusioni a cui arrivano i tre protagonisti sono addirittura irritanti nella loro assurdità.
In verità, intorno alla metà della serie qualche episodio “buono” c'è pure; e in più devo dire che il lato umoristico in stile deformed dei vari personaggi mi è sostanzialmente piaciuto. Ma tutte queste cose possono essere apprezzate solo a patto di dimenticare lo scempio posto in essere nella prima parte dell'opera; anche così, però, tutto risulterebbe inutile perché detto scempio verrà perpetuato anche nella parte finale, seppur facendo meno danni di prima (ma tanto quello che c'era da distruggere era già stato distrutto).
Come detto prima, l'unico motivo che giustificherebbe la visione di questo anime è la parte musicale. Le canzoni sono veramente magnifiche e soprattutto sono finalmente più aggressive rispetto a quelle che troviamo in genere in anime del tipo “Love Live”. Dovessi fare un
paragone azzardato direi che da questo punto di vista "Anonymous Noise" mi ha ricordato un po' "Nana" (si noti poi la somiglianza fra i nomi “Nono” e “Nana”... E' solo una coincidenza?).
Peccato, però, che solo con la parte musicale non si possano coprire tutti i buchi presenti nella sceneggiatura; credo proprio, anzi, che sarebbe stato più opportuno conservare questa superba colonna sonora per poi usarla su anime di ben più alto spessore.
E arriviamo alle conclusioni.
Non credo sia possibile salvare "Anonymous Noise" dall'insufficienza, sebbene sia innegabile che, anche se non consideriamo l'aspetto musicale, qualcosa di fatto bene qua e là si trova. Ma nel complesso è tutto troppo poco credibile e questo difetto pesa enormemente sul giudizio.
Non ci resta che consolarci con una delle battute migliori di Momo :”La mela è ammelenata”. Mr Bean adesso puoi andare in pensione tranquillo.
Di solito tendo a evitare anime romantici, spesso per la banalità dell'argomento che è stato approfondito sempre in modi diversi, ma ho deciso di vedere comunque "Anonymous Noise", attratta dal genere musicale: non esagero infatti a definire questa serie come un "Nana" con ambientazioni scolastiche e personaggi adolescenti.
La trama probabilmente l'avrete già letta, quindi salto, anche perché voglio evitare spoiler.
La protagonista, Nino, decide, attraverso la musica e la sua voce, di provare a raggiungere Momo, un suo vecchio amico di infanzia per il quale aveva una cotta, aiutata da Yuzu, che è innamorato di lei e che la farà entrare nel suo gruppo.
La trama può sembrare banale, ma con l'avanzare degli episodi diventa sempre più coinvolgente: i personaggi sono interessanti e ognuno di loro offre un profilo psicologico interessante e approfondito (eccezion fatta per due o tre, che credo verranno approfonditi nella seconda stagione, sperando ci sia). I disegni sono in stile shojo molto "all'antica", se così vogliamo dire, ma personalmente erano abbastanza buoni, tranne per i momenti (pochissimi per fortuna) di utilizzo del 3D, fatto abbastanza male. Il ritmo della storia fortunatamente non è lento ed è coinvolgente.
La colonna sonora l'ho trovata personalmente stupenda, e i brani sono per me all'altezza di quelli di "Nana" (ma son gusti alla fine).
In questa stagione anime poco interessante (per me), "Anonymous Noise" mi ha piacevolmente colpito e lo consiglierei di sicuro a chi ha apprezzato "Nana", ma anche a chi è interessato a un anime scolastico/romantico diverso dal solito.
La trama probabilmente l'avrete già letta, quindi salto, anche perché voglio evitare spoiler.
La protagonista, Nino, decide, attraverso la musica e la sua voce, di provare a raggiungere Momo, un suo vecchio amico di infanzia per il quale aveva una cotta, aiutata da Yuzu, che è innamorato di lei e che la farà entrare nel suo gruppo.
La trama può sembrare banale, ma con l'avanzare degli episodi diventa sempre più coinvolgente: i personaggi sono interessanti e ognuno di loro offre un profilo psicologico interessante e approfondito (eccezion fatta per due o tre, che credo verranno approfonditi nella seconda stagione, sperando ci sia). I disegni sono in stile shojo molto "all'antica", se così vogliamo dire, ma personalmente erano abbastanza buoni, tranne per i momenti (pochissimi per fortuna) di utilizzo del 3D, fatto abbastanza male. Il ritmo della storia fortunatamente non è lento ed è coinvolgente.
La colonna sonora l'ho trovata personalmente stupenda, e i brani sono per me all'altezza di quelli di "Nana" (ma son gusti alla fine).
In questa stagione anime poco interessante (per me), "Anonymous Noise" mi ha piacevolmente colpito e lo consiglierei di sicuro a chi ha apprezzato "Nana", ma anche a chi è interessato a un anime scolastico/romantico diverso dal solito.
Dunque, quest’anime ha pregi e difetti molto importanti. Cominciamo dai pregi: è una storia d’amore che si racconta attraverso la musica. L’anime sembra uno dei soliti in cui ci sarà il solito sviluppo, e invece mi ha sorpreso, non mi aspettavo che proseguisse così, è stato inaspettato.
Le emozioni dei protagonisti sono raccontate davvero bene e ci immedesimiamo spesso nei personaggi. Davvero un ottimo lavoro!
Per quanto riguarda i difetti, la storia comincia ad essere un po’ troppo ripetitiva: la protagonista dopo aver fallito in qualcosa, rifletterà cinque minuti e poi ritornerà a fare la stessa medesima cosa, e non dico sia sbagliato riprovare un paio di volte, però questa cosa perdura per tutta la serie, anche nel finale, è un continuo. Se nella vita cosa questo si può considerare un pregio, in una serie di intrattenimento diventa noioso.
Un’altra cosa: Momo è un personaggio che non esiste né in cielo né in terra, non potrà mai in tutta la vita esistere qualcuno con delle idee così stupide. Cavolo, in dodici episodi non ha fatto una, che fosse una, cosa naturale, ha continuato a fare cose che nessuno avrebbe mai fatto, perché non c’è un motivo valido per il suo comportamento.
Un’altra cosa negativa sono gli altri personaggi all’infuori dei tre protagonisti, che non sono minimamente approfonditi o raccontati, non servono a niente in questa serie, sono inutili. Peccato.
Poi, la prima parte della serie, è piena zeppa di cose totalmente a caso, eventi che si succedono senza motivo, rivelazioni che fanno pensare più a una serie demenziale che a una serie seria (ahaha, gioco di parole, sono più bravo di Momo).
L’ultima cosa: la CG. In questa serie la computer grafica è il male, ragazzi, non si può guardare, fa vomitare sul serio, non capisco proprio perché l’abbiano inserita in parti che sarebbero dovute essere più belle delle altre poi, ovvero durante i concerti. Bah.
In conclusione, questa serie ha pochi ma buoni pregi e molti e forti difetti, potevano fare qualcosa di meglio perché alla fine la trama è anche carina (tra parentesi, adoro anche il character design).
Le emozioni dei protagonisti sono raccontate davvero bene e ci immedesimiamo spesso nei personaggi. Davvero un ottimo lavoro!
Per quanto riguarda i difetti, la storia comincia ad essere un po’ troppo ripetitiva: la protagonista dopo aver fallito in qualcosa, rifletterà cinque minuti e poi ritornerà a fare la stessa medesima cosa, e non dico sia sbagliato riprovare un paio di volte, però questa cosa perdura per tutta la serie, anche nel finale, è un continuo. Se nella vita cosa questo si può considerare un pregio, in una serie di intrattenimento diventa noioso.
Un’altra cosa: Momo è un personaggio che non esiste né in cielo né in terra, non potrà mai in tutta la vita esistere qualcuno con delle idee così stupide. Cavolo, in dodici episodi non ha fatto una, che fosse una, cosa naturale, ha continuato a fare cose che nessuno avrebbe mai fatto, perché non c’è un motivo valido per il suo comportamento.
Un’altra cosa negativa sono gli altri personaggi all’infuori dei tre protagonisti, che non sono minimamente approfonditi o raccontati, non servono a niente in questa serie, sono inutili. Peccato.
Poi, la prima parte della serie, è piena zeppa di cose totalmente a caso, eventi che si succedono senza motivo, rivelazioni che fanno pensare più a una serie demenziale che a una serie seria (ahaha, gioco di parole, sono più bravo di Momo).
L’ultima cosa: la CG. In questa serie la computer grafica è il male, ragazzi, non si può guardare, fa vomitare sul serio, non capisco proprio perché l’abbiano inserita in parti che sarebbero dovute essere più belle delle altre poi, ovvero durante i concerti. Bah.
In conclusione, questa serie ha pochi ma buoni pregi e molti e forti difetti, potevano fare qualcosa di meglio perché alla fine la trama è anche carina (tra parentesi, adoro anche il character design).
Oggi parleremo di "Anonymous Noise", anime del 2017.
Trama: Nino è una ragazzina innamorata segretamente del suo amico Momo e, quando sembra sul punto di non riuscire più a nascondere i suoi sentimenti, egli si trasferisce lontano. Nino è disperata, ma a consolarla ci pensa un misterioso bambino che compone musica. Prima di separarsi, i due si scambiano una promessa: "Se avrai voglia di gridare, canta la mia melodia, riconoscerò sicuramente la tua voce e ti troverò". Passano gli anni e Momo s'imbatte in un ragazzo che dice di essere un compositore...
Allora, la trama, come potete vedere, non è niente di nuovo, solita storiella sentimentale, ma con l'aggiunta della musica come genere principale.
I personaggi non sono troppi, però quei pochi che ci sono sono caratterizzati male. Ho trovato la protagonista molto stupida e fin troppo esagerata la parte sentimentale.
La relazione tra Momo e la nostra protagonista non cambia dal primo all'ultimo episodio, e trovo abbastanza stupido tirarla cosi tanto per le lunghe.
La cosa positiva dell'anime sono sicuramente le musiche e i concerti in generale.
Sono riusciti a rendere bene i concerti e le musiche cantate dalla protagonista sono fantastiche, cosi come la sua voce, molto particolare.
Le animazioni non sono niente di che e la CGI è stata usata abbastanza male, sopratutto nei concerti.
La serie ovviamente non ha un finale, e non so nemmeno quanto sia stata seguita, ma ormai io spero in una seconda stagione, con la speranza che migliori.
Allora, io vi consiglio comunque di darci un occhiata, è sicuramente un anime interessante che poteva sicuramente dare di più, anche sotto l'aspetto dei personaggi.
Trama: Nino è una ragazzina innamorata segretamente del suo amico Momo e, quando sembra sul punto di non riuscire più a nascondere i suoi sentimenti, egli si trasferisce lontano. Nino è disperata, ma a consolarla ci pensa un misterioso bambino che compone musica. Prima di separarsi, i due si scambiano una promessa: "Se avrai voglia di gridare, canta la mia melodia, riconoscerò sicuramente la tua voce e ti troverò". Passano gli anni e Momo s'imbatte in un ragazzo che dice di essere un compositore...
Allora, la trama, come potete vedere, non è niente di nuovo, solita storiella sentimentale, ma con l'aggiunta della musica come genere principale.
I personaggi non sono troppi, però quei pochi che ci sono sono caratterizzati male. Ho trovato la protagonista molto stupida e fin troppo esagerata la parte sentimentale.
La relazione tra Momo e la nostra protagonista non cambia dal primo all'ultimo episodio, e trovo abbastanza stupido tirarla cosi tanto per le lunghe.
La cosa positiva dell'anime sono sicuramente le musiche e i concerti in generale.
Sono riusciti a rendere bene i concerti e le musiche cantate dalla protagonista sono fantastiche, cosi come la sua voce, molto particolare.
Le animazioni non sono niente di che e la CGI è stata usata abbastanza male, sopratutto nei concerti.
La serie ovviamente non ha un finale, e non so nemmeno quanto sia stata seguita, ma ormai io spero in una seconda stagione, con la speranza che migliori.
Allora, io vi consiglio comunque di darci un occhiata, è sicuramente un anime interessante che poteva sicuramente dare di più, anche sotto l'aspetto dei personaggi.
Carina la storia, anche se a tratti è un poco dispersiva. La musica invece la fa da padrona, forse è la parte migliore di questo anime interamente incentrato sul rapporto di amore-amicizia fra lei e lui, lui e lei, e quello di amicizia e rivalità fra lui e lui.
La protagonista si ritrova il nomignolo giusto, visto che per tutto il tempo rimane con la testa per aria, non ascoltando gli altri e vivendo in un "sogno d'amore" tutto suo. Mi è piaciuta quando sale sul palco nel primo episodio e nell'ultimo per la sua energia e forza spettacolari.
Momo l'ho trovato credibile (forse ho conosciuto solo gente sbagliata?), anche se mi ha sconcertata un po' questo seguire la madre anche quando avrebbe potuto benissimo decidere di non farlo, restare e affrontare le proprie scelte.
Bellissimo "Ciglione" Yuzu, invece, che da tutta la storia esce comunque vittorioso: sempre fedele a se stesso, simpatico e carinissimo! Praticamente l'antagonista perfetto per Momo, che invece si prende sempre troppo sul serio.
Voto: 9.
La protagonista si ritrova il nomignolo giusto, visto che per tutto il tempo rimane con la testa per aria, non ascoltando gli altri e vivendo in un "sogno d'amore" tutto suo. Mi è piaciuta quando sale sul palco nel primo episodio e nell'ultimo per la sua energia e forza spettacolari.
Momo l'ho trovato credibile (forse ho conosciuto solo gente sbagliata?), anche se mi ha sconcertata un po' questo seguire la madre anche quando avrebbe potuto benissimo decidere di non farlo, restare e affrontare le proprie scelte.
Bellissimo "Ciglione" Yuzu, invece, che da tutta la storia esce comunque vittorioso: sempre fedele a se stesso, simpatico e carinissimo! Praticamente l'antagonista perfetto per Momo, che invece si prende sempre troppo sul serio.
Voto: 9.