Berserk
"Berserk", il manga di Kentaro Miura, è un'opera d'arte oscura e brutale con personaggi iconici. Purtroppo, l'adattamento anime del 2016 non rende giustizia al materiale originale, fallendo miseramente su quasi tutti i fronti, con un'animazione CGI pessima. In molte sequenze in animazione la CGI di Berserk 2016 risulta fastidiosa e fuori luogo. I personaggi, vengono trasformati in modelli rigidi e plastici, privi di qualsiasi espressività e poco dettagliati. Le scene d'azione, che dovrebbero essere intense e viscerali, diventano invece goffe e con effetti scadenti. La scelta di utilizzare una CGI di bassa qualità tradisce completamente l'animazione tradizionale che ha reso "Berserk" così amato. L'impatto è devastante: l'atmosfera cupa e opprimente del manga viene sostituita da un'estetica che allontana immediatamente i fan della serie originale.
In più aggiungiamo che in questo adattamento hanno modificato alcune sequenze del manga in un modo, anche questo, fatto male.
Anche la mediocre e oserei dire inesistente regia contribuisce a creare un'esperienza anime deludente.
Comici e assurdi sono alcuni effetti sonori, emblematica la spada di Gatsu che fa sempre il solito ridicolo rumore metallico quando colpisce qualcosa. Colpisce un armatura, una pietra, un pezzo di stoffa, un ramo, fa sempre lo stesso comico rumore.
L'uniche cose che sono salvabili della serie sono le OST.
Se siete fan del manga, vi consiglio di stare lontani da questa trasposizione. Se non conoscete Berserk, vi consiglio di iniziare leggendo il manga, state alla larga da questo anime.
In più aggiungiamo che in questo adattamento hanno modificato alcune sequenze del manga in un modo, anche questo, fatto male.
Anche la mediocre e oserei dire inesistente regia contribuisce a creare un'esperienza anime deludente.
Comici e assurdi sono alcuni effetti sonori, emblematica la spada di Gatsu che fa sempre il solito ridicolo rumore metallico quando colpisce qualcosa. Colpisce un armatura, una pietra, un pezzo di stoffa, un ramo, fa sempre lo stesso comico rumore.
L'uniche cose che sono salvabili della serie sono le OST.
Se siete fan del manga, vi consiglio di stare lontani da questa trasposizione. Se non conoscete Berserk, vi consiglio di iniziare leggendo il manga, state alla larga da questo anime.
Direi che può bastare quello che ho visto, del resto non ho voglia di sorbirmi anche le ultime cinque puntate. Siamo di fronte a un prodotto a bassissimo costo, realizzato in fretta e con poca cura, e il motivo è presto detto: tutti conoscono "Berserk", è una storia forte e famosa che si vende da sola senza bisogno di buone animazioni. Ecco quindi doverci sorbire una regia inesistente, delle OST che, pur belle, sono sette messe in croce per due serie intere. L'effetto sonoro della spada di Guts poi è diventato famoso: non importa che cosa tagli il nostro eroe: armature, zanne, una bambino... con ogni forza e contro ogni superficie sentiremo sempre lo stesso 'clang'! E poi ancora animazioni a tratti orrende (la tana degli eretici che sembrava tratta da un gioco per PS2!), inespressività dei volti, cambi di trama fatti male e con seguenti forzature logiche, e chi più ne ha più ne metta. Se poi aggiungiamo che gli archi narrativi migliori di "Berserk" sono ormai alle spalle, non credo proprio faranno una terza serie. E meno male.
Come alcuni di voi sapranno, io adoro "Berserk". E’ uno dei manga scritti meglio che abbia letto finora e, nonostante tutti i problemi che sta avendo (l’autore che ogni volta decide di prendersi una pausa e capitoli in cui succedono pochi eventi), continua a piacermi.
Di quest’opera sono state fatte due trasposizioni: la prima fu realizzata nel 1997 sotto forma di serie animata con un totale di venticinque episodi (serie diventata leggendaria per molti fan), la seconda invece come tre film. In entrambi i casi venivano ripresi gli eventi della Squadra dei Falchi, ovvero uno dei momenti più belli ed emozionanti del manga di Kentaro Miura, che è entrato ormai nella storia dei fumetti.
Ho apprezzato entrambe le trasposizioni anche se entrambe non erano esenti da difetti. Nonostante tutto però, molte persone si domandavano se anche gli altri archi narrativi di Berserk avrebbero preso vita e finalmente dopo molto tempo è stato confermato che una serie animata sarebbe stata mandata in onda a luglio e avrebbe riguardato gli eventi successivi all’Eclissi (evento cruciale dell’opera).
Ovviamente ero felice della notizia e non vedevo l’ora di poter vedere Guts utilizzare la sua Ammazzadraghi.
Quando venne finalmente trasmesso il primo episodio, molte persone reagirono in modo molto negativo alla visione definendolo grottesco e orrido. Questo perché la maggior parte dell’anime è stato realizzato attraverso la CGI e il Cel Shading, tecniche che possono portare molti vantaggi quanto tanti problemi, ma di questo ne riparliamo dopo. Molti si sono lamentati anche della scelta di saltare un arco narrativo del manga ovvero Lost Children, che vede il nostro protagonista cacciare gli Apostoli, e passare direttamente alla saga di Albione. Scelta che ha fatto storcere il naso anche a me visto che è uno dei miei momenti preferiti.
Alla fine però ho visionato questa serie composta da dodici episodi e, se dovessi fare un riassunto di quello che ho visto, sarebbe: non è così orrendo come dicono ma ha dei problemi che non si possono trascurare.
Partiamo subito parlando dei difetti e dei pregi... E soprattutto dalla domanda di cui tutti vorrebbero sapere la risposta: la CGI è così orrenda come sembra?
Non è una tragedia, ma in certi frangenti è stata sfruttata male. Iniziamo col dire che nella maggior parte dei casi i personaggi principali saranno fatti in computer grafica e cel shading. E’ una cosa che può dar fastidio a molti, ma con un giusto equilibrio tra disegno tradizionale e CG si potrebbe arrivare a un buon risultato. Questo purtroppo non succede. La computer grafica viene abusata, lasciando poco spazio ai disegni (e quei pochi presenti sono fatti pure bene). Tutto ciò crea dei problemi soprattutto nei momenti in cui personaggi devono essere animati. Spesso risultano rigidi e legnosi e a volte la loro espressività non è adeguata a certe situazioni.
Per me questa tecnica non è il male assoluto come molti dicono, basti guardare ad esempio l’anime realizzato su "Knights of Sidonia" che utilizza egregiamente la computer grafica e la rende uno dei suoi punti forti (specialmente nelle scene d’azione).
"Berserk" non fa la stessa cosa, non riesce a portare un CG allo stesso livello.
Però, come ho detto in precedenza, l’utilizzo di questa tecnica può portare a grandi benefici soprattutto a livello registico. Purtroppo la regia è altalenante e certe libertà che si prende possono essere grandiose o catastrofiche.
Mi viene da citare il terzo episodio, uno dei più criticati a livello tecnico e di sceneggiatura, in cui vengono maggiormente a galla i difetti della serie. La regia era abbastanza confusa così come il combattimento con l’Apostolo e molte scene non riuscivano a essere fluide. Ed è in questo episodio che sono stati fatte delle scelte che non condivido, come quella di mettere alcuni personaggi al posto di altri e cambiare un po’ la situazione. Questo perché avevano appunto saltato la parte dedicata ai Lost Children.
Invece, certi momenti sono stati ben fatti perché la computer grafica rende più semplice realizzare alcuni movimenti, dando una sorta di fluidità durante certe azioni e anche qui, se dovessi fare un esempio, citerei l’arrivo di Guts nella caverna degli eretici, scena che è stata resa benissimo ed epica anche grazie a ciò.
Tra l’altro adoro come è stata realizzata la spada del protagonista, l’Ammazzadraghi. Come molti sanno è una spada enorme, grezza, per niente affilata. “Non era altro che un enorme blocco di ferro“, citando le parole del manga. Mi piace la sua realizzazione in CG perché si riesce ad avvertire la sua pesantezza e la sua pericolosità e soprattutto il rumore che fa quando è in azione è azzeccatissimo.
A livello di sceneggiatura non c’è molto da dire. Tralasciando qualche “cambiamento”, il materiale di partenza della serie è veramente eccezionale e sarebbe stato impossibile sbagliare. Quindi la storia che verrà narrata sarà avvincente e molti dei personaggi presentati saranno caratterizzati a dovere e avranno molte sfaccettature e un background ottimo.
Non mi dilungo troppo su questo punto perché non credo che ce ne sia bisogno.
Un lato positivo della serie, invece, è il ritmo, che riesce ad essere fedele a quello presente nel manga ed è uno dei motivi che ti spingono a continuare la visione. Sa quando essere veloce e sa quando deve invece rallentare senza creare momenti di noia o troppo confusionari. Questo almeno accade quando non si fanno passi falsi (l’episodio 3 non era proprio fedele e il ritmo era abbastanza spezzettato).
Le musiche di Shirō Sagisu sono ottime e riescono ad accompagnare bene lo spettatore durante la visione, ma la vera chicca è la canzone creata dal compositore Susumu Hirasawa, compositore che aveva creato le musiche della vecchia serie di "Berserk", chiamata "Hai Yo" ("Oh Ashes"). Quella è una delle canzone migliori in assoluto della serie ed è quella che ti rimane in testa fino alla fine.
Invece l’opening, "Inferno", è composta dai 9mm Parabellum Bullet. Non eccezionale ma sicuramente impattante e in linea con quello che è "Berserk". Cosa che invece non fa l’ending "Meimoku no Kanata" di Nagi Yanagi, che sembra essere uscita da qualche anime sdolcinato.
Alla fine, "Berserk" non è un capolavoro e ha dei difetti che non possono essere in alcun modo difesi, ma anche dei pregi che riescono a metterlo in evidenza e che lo rendono migliori di tanti altri prodotti, e sappiamo tutti che la maggior parte degli anime che vengono prodotti in Giappone sono oggettivamente tremendi e solo pochi sanno veramente distinguersi dalla massa.
Se dovessi dargli un voto gli darei un 7, ma più di qui non mi sposto.
Ora è stata annunciata una seconda stagione prevista per la primavera del 2017 e spero veramente che imparino dai propri errori. E se dovessero continuare a usare la CGi e il cel shading, che almeno li utilizzino di meno sui personaggi e che migliorino di qualità.
Di quest’opera sono state fatte due trasposizioni: la prima fu realizzata nel 1997 sotto forma di serie animata con un totale di venticinque episodi (serie diventata leggendaria per molti fan), la seconda invece come tre film. In entrambi i casi venivano ripresi gli eventi della Squadra dei Falchi, ovvero uno dei momenti più belli ed emozionanti del manga di Kentaro Miura, che è entrato ormai nella storia dei fumetti.
Ho apprezzato entrambe le trasposizioni anche se entrambe non erano esenti da difetti. Nonostante tutto però, molte persone si domandavano se anche gli altri archi narrativi di Berserk avrebbero preso vita e finalmente dopo molto tempo è stato confermato che una serie animata sarebbe stata mandata in onda a luglio e avrebbe riguardato gli eventi successivi all’Eclissi (evento cruciale dell’opera).
Ovviamente ero felice della notizia e non vedevo l’ora di poter vedere Guts utilizzare la sua Ammazzadraghi.
Quando venne finalmente trasmesso il primo episodio, molte persone reagirono in modo molto negativo alla visione definendolo grottesco e orrido. Questo perché la maggior parte dell’anime è stato realizzato attraverso la CGI e il Cel Shading, tecniche che possono portare molti vantaggi quanto tanti problemi, ma di questo ne riparliamo dopo. Molti si sono lamentati anche della scelta di saltare un arco narrativo del manga ovvero Lost Children, che vede il nostro protagonista cacciare gli Apostoli, e passare direttamente alla saga di Albione. Scelta che ha fatto storcere il naso anche a me visto che è uno dei miei momenti preferiti.
Alla fine però ho visionato questa serie composta da dodici episodi e, se dovessi fare un riassunto di quello che ho visto, sarebbe: non è così orrendo come dicono ma ha dei problemi che non si possono trascurare.
Partiamo subito parlando dei difetti e dei pregi... E soprattutto dalla domanda di cui tutti vorrebbero sapere la risposta: la CGI è così orrenda come sembra?
Non è una tragedia, ma in certi frangenti è stata sfruttata male. Iniziamo col dire che nella maggior parte dei casi i personaggi principali saranno fatti in computer grafica e cel shading. E’ una cosa che può dar fastidio a molti, ma con un giusto equilibrio tra disegno tradizionale e CG si potrebbe arrivare a un buon risultato. Questo purtroppo non succede. La computer grafica viene abusata, lasciando poco spazio ai disegni (e quei pochi presenti sono fatti pure bene). Tutto ciò crea dei problemi soprattutto nei momenti in cui personaggi devono essere animati. Spesso risultano rigidi e legnosi e a volte la loro espressività non è adeguata a certe situazioni.
Per me questa tecnica non è il male assoluto come molti dicono, basti guardare ad esempio l’anime realizzato su "Knights of Sidonia" che utilizza egregiamente la computer grafica e la rende uno dei suoi punti forti (specialmente nelle scene d’azione).
"Berserk" non fa la stessa cosa, non riesce a portare un CG allo stesso livello.
Però, come ho detto in precedenza, l’utilizzo di questa tecnica può portare a grandi benefici soprattutto a livello registico. Purtroppo la regia è altalenante e certe libertà che si prende possono essere grandiose o catastrofiche.
Mi viene da citare il terzo episodio, uno dei più criticati a livello tecnico e di sceneggiatura, in cui vengono maggiormente a galla i difetti della serie. La regia era abbastanza confusa così come il combattimento con l’Apostolo e molte scene non riuscivano a essere fluide. Ed è in questo episodio che sono stati fatte delle scelte che non condivido, come quella di mettere alcuni personaggi al posto di altri e cambiare un po’ la situazione. Questo perché avevano appunto saltato la parte dedicata ai Lost Children.
Invece, certi momenti sono stati ben fatti perché la computer grafica rende più semplice realizzare alcuni movimenti, dando una sorta di fluidità durante certe azioni e anche qui, se dovessi fare un esempio, citerei l’arrivo di Guts nella caverna degli eretici, scena che è stata resa benissimo ed epica anche grazie a ciò.
Tra l’altro adoro come è stata realizzata la spada del protagonista, l’Ammazzadraghi. Come molti sanno è una spada enorme, grezza, per niente affilata. “Non era altro che un enorme blocco di ferro“, citando le parole del manga. Mi piace la sua realizzazione in CG perché si riesce ad avvertire la sua pesantezza e la sua pericolosità e soprattutto il rumore che fa quando è in azione è azzeccatissimo.
A livello di sceneggiatura non c’è molto da dire. Tralasciando qualche “cambiamento”, il materiale di partenza della serie è veramente eccezionale e sarebbe stato impossibile sbagliare. Quindi la storia che verrà narrata sarà avvincente e molti dei personaggi presentati saranno caratterizzati a dovere e avranno molte sfaccettature e un background ottimo.
Non mi dilungo troppo su questo punto perché non credo che ce ne sia bisogno.
Un lato positivo della serie, invece, è il ritmo, che riesce ad essere fedele a quello presente nel manga ed è uno dei motivi che ti spingono a continuare la visione. Sa quando essere veloce e sa quando deve invece rallentare senza creare momenti di noia o troppo confusionari. Questo almeno accade quando non si fanno passi falsi (l’episodio 3 non era proprio fedele e il ritmo era abbastanza spezzettato).
Le musiche di Shirō Sagisu sono ottime e riescono ad accompagnare bene lo spettatore durante la visione, ma la vera chicca è la canzone creata dal compositore Susumu Hirasawa, compositore che aveva creato le musiche della vecchia serie di "Berserk", chiamata "Hai Yo" ("Oh Ashes"). Quella è una delle canzone migliori in assoluto della serie ed è quella che ti rimane in testa fino alla fine.
Invece l’opening, "Inferno", è composta dai 9mm Parabellum Bullet. Non eccezionale ma sicuramente impattante e in linea con quello che è "Berserk". Cosa che invece non fa l’ending "Meimoku no Kanata" di Nagi Yanagi, che sembra essere uscita da qualche anime sdolcinato.
Alla fine, "Berserk" non è un capolavoro e ha dei difetti che non possono essere in alcun modo difesi, ma anche dei pregi che riescono a metterlo in evidenza e che lo rendono migliori di tanti altri prodotti, e sappiamo tutti che la maggior parte degli anime che vengono prodotti in Giappone sono oggettivamente tremendi e solo pochi sanno veramente distinguersi dalla massa.
Se dovessi dargli un voto gli darei un 7, ma più di qui non mi sposto.
Ora è stata annunciata una seconda stagione prevista per la primavera del 2017 e spero veramente che imparino dai propri errori. E se dovessero continuare a usare la CGi e il cel shading, che almeno li utilizzino di meno sui personaggi e che migliorino di qualità.
Dal 1997 attendavamo il proseguimento della vicenda del "guerriero nero Gtasu", ed ecco infatti che ritorna "Berserk" con una nuova serie TV proposta come sequel della trilogia cinematografica. I fan più sfegatati non potevano far altro che gioire. No... Le prime lamentele non sono mancate e pian piano sono aumentate sempre più fino a voler quasi minuscolizzare quest'anime, che a dirla tutta non è del tutto deludente come le voci vogliono far sembrare.
La Computer Grafic, uno dei motivi che tanto ha fatto parlare e arrabbiare i fan. Qui non ci sono dubbi nel voler descrivere negativamente una grafica che obiettivamente non è del tutto adatta a questo titolo, andando a rovinare lo stile unico di Kentaro Miura e ridicolizzando l'animazione. I difetti sono per l'appunto le animazioni, che vanno a scatti e non sempre sono curate, e quel tratto ombrato che va a sporcare di molto l'obiettivo e quindi rendendolo fastidioso durante la visione. Dico menomale che i nostri occhi si abituano all'obiettivo! Infatti dopo qualche episodio non si farà più neanche caso alla CG e quindi diventerà tutto più agevole e sopportabile. Ovviamente se la grafica era quella della trilogia cinematografica allora non ci sarebbero stati problemi; eppure qualcuno si sarebbe lamentato lo stesso.
Qualcosa di buono c'è e mi riferisco al comparto sonoro che, scartando una ending inadeguata, si rivela essere molto piacevole e di conforto; la opening è orecchiabile e perchè no, carina, così come le voci che si sono dimostrate adatte ai personaggi, soprattutto quella di Gatsu interpretata da Hiroaki Iwanaga che abbiamo già sentito nei tre film. Per non parlare degli effetti sonori convincenti e stimolanti, come quel "dong" dell'ammazzadraghi che risuona ogni qualvolta il protagonista la scaglia contro i suoi avversari con tutta la rabbia che ha in corpo; il tutto seguito da OST apprezzabili, anzi azzeccate che rendono tutto più adrenalinico e fanno rivivere l'epicità di Berserk.
Ma la trama di questa serie segue quella del manga? La risposta è si, ma prima dovremo subirci qualche angheria proposta dalla regia dove ci vedremo catapultati da un volume all'altro, o peggio subiremo qualche iniziativa e modifica della storia con scontri e mini eventi inventati. Da notare che questa volta potremo godere della presenza del divertentissimo folletto "Pak" che nella vecchia stagione fu scartato. Dunque si può dire che i primi tre episodi saranno quasi un calvario però il seguito sarà epico, convincente e soprattutto coinvolgente, grazie al fatto che la trama seguirà la vicenda del manga fino ad arrivare ad un punto cruciale; qui infatti c'è un po' da rimanere arrabbiati dato che, proprio quando tutto filava liscio, la serie si interrompe sul più bello, mostrandoci poi un'anteprima della prossima stagione che fa ben sperare che, oltre alla CG, non vi saranno intromissioni negative.
In conclusione, questa serie ha dei pro e dei contro che analizzandoli non fanno decadere del tutto questo titolo, ed essendo un fan di Berserk sono rimasto soddisfatto da questa serie, perchè a dirla tutta Berserk è Berserk! Uno sviluppo di trama e colonna sonora discreti, con una grafica purtroppo mediocre ed in più una pazzia crescente ed irrefrenabile alla vista di Gatsu con la sua ammazzadraghi!
La Computer Grafic, uno dei motivi che tanto ha fatto parlare e arrabbiare i fan. Qui non ci sono dubbi nel voler descrivere negativamente una grafica che obiettivamente non è del tutto adatta a questo titolo, andando a rovinare lo stile unico di Kentaro Miura e ridicolizzando l'animazione. I difetti sono per l'appunto le animazioni, che vanno a scatti e non sempre sono curate, e quel tratto ombrato che va a sporcare di molto l'obiettivo e quindi rendendolo fastidioso durante la visione. Dico menomale che i nostri occhi si abituano all'obiettivo! Infatti dopo qualche episodio non si farà più neanche caso alla CG e quindi diventerà tutto più agevole e sopportabile. Ovviamente se la grafica era quella della trilogia cinematografica allora non ci sarebbero stati problemi; eppure qualcuno si sarebbe lamentato lo stesso.
Qualcosa di buono c'è e mi riferisco al comparto sonoro che, scartando una ending inadeguata, si rivela essere molto piacevole e di conforto; la opening è orecchiabile e perchè no, carina, così come le voci che si sono dimostrate adatte ai personaggi, soprattutto quella di Gatsu interpretata da Hiroaki Iwanaga che abbiamo già sentito nei tre film. Per non parlare degli effetti sonori convincenti e stimolanti, come quel "dong" dell'ammazzadraghi che risuona ogni qualvolta il protagonista la scaglia contro i suoi avversari con tutta la rabbia che ha in corpo; il tutto seguito da OST apprezzabili, anzi azzeccate che rendono tutto più adrenalinico e fanno rivivere l'epicità di Berserk.
Ma la trama di questa serie segue quella del manga? La risposta è si, ma prima dovremo subirci qualche angheria proposta dalla regia dove ci vedremo catapultati da un volume all'altro, o peggio subiremo qualche iniziativa e modifica della storia con scontri e mini eventi inventati. Da notare che questa volta potremo godere della presenza del divertentissimo folletto "Pak" che nella vecchia stagione fu scartato. Dunque si può dire che i primi tre episodi saranno quasi un calvario però il seguito sarà epico, convincente e soprattutto coinvolgente, grazie al fatto che la trama seguirà la vicenda del manga fino ad arrivare ad un punto cruciale; qui infatti c'è un po' da rimanere arrabbiati dato che, proprio quando tutto filava liscio, la serie si interrompe sul più bello, mostrandoci poi un'anteprima della prossima stagione che fa ben sperare che, oltre alla CG, non vi saranno intromissioni negative.
In conclusione, questa serie ha dei pro e dei contro che analizzandoli non fanno decadere del tutto questo titolo, ed essendo un fan di Berserk sono rimasto soddisfatto da questa serie, perchè a dirla tutta Berserk è Berserk! Uno sviluppo di trama e colonna sonora discreti, con una grafica purtroppo mediocre ed in più una pazzia crescente ed irrefrenabile alla vista di Gatsu con la sua ammazzadraghi!
Quando venne annunciata la produzione di questa nuova serie di Berserk, salirono subito alle stelle le speranze/aspettative visto che questa avrebbe finalmente animato le vicende successive all'eclissi (note solo a chi aveva letto il manga originale di Kentaro Miura) e che vedevano Gatsu, incazzato come una biscia, pronto finalmente a brandire la sua fida ammazzadraghi.
L’antefatto ormai lo conoscono tutti (e se non lo conoscete, considerate spolier il seguente paragrafo), e con Berserk 2016 ritroviamo un protagonista cambiato, un essere tormentato che ha perso praticamente tutto, che ha visto trucidare orrendamente tutti i suo amici, e stuprare la sua amata dalla persona che più ammirava.
Il "guerriero nero" ora è un marchiato, sopravvissuto per miracolo alla mattanza, erra alla ricerca di vendetta, facendo fronte a orrori inimmaginabili mentre è alla ricerca del suo ex amico: Griffith, che non ha esitato a tradire ed offrire in sacrificio tutti coloro che lo circondavano, pur di soddisfare la sua sete di potere.
Questo arco narrativo rappresenta un passaggio cruciale per vari motivi. Innanzitutto dal punto di vista dell’approfondimento psicologico del protagonista. Gatsu infatti deve fare i conti con sé stesso, capire cosa sia più importante: se continuare a farsi consumare dal suo demone interiore mettendo a repentaglio ogni cosa gli sia rimasta; oppure lasciare da parte i propositi di vendetta e proteggere Caska, ora più indifesa che mai. In ciò è importante la figura del Cavaliere del teschio, che compare sempre nei momenti più importanti per fare da guida spirituale al nostro protagonista, cui è accomunato da intenti e un passato apparentemente simili.
Inoltre vengono gettate le basi per una presa di coscienza di Gatsu: i nuovi incontri, ed una nuova comitiva che verrà pian piano formandosi, come ai tempi della squadra dei falchi, lo porteranno a riavvicinarsi al suo lato umano, allontanandolo da quello demoniaco, che è sempre lì pronto a fagocitarlo.
Infine quest’arco narrativo è importante perché culmina nella rinascita di Griffith, che ricompare sul piano materiale per tornare a perseguire le sue mire come Falco Bianco.
Con tali premesse, dunque, le aspettative per questa trasposizione animata erano ovviamente alte.
Specifico da subito che il sottoscritto non è partito prevenuto per la questione della grafica computerizzata, e capisco anche che non ci si potesse aspettare il livello qualitativo della trilogia cinematografica (che comunque fece discutere all'epoca). Però il bello di vedere trasposta in versione animata la storia di un manga è, appunto, vederla... animata. E se invece le animazioni sono queste, se i personaggi si muovono a scatti come delle marionette e, soprattutto, sembrano proprio delle marionette, allora qualcosa è andato decisamente storto.
È comprensibile voler ricorrere a nuove soluzioni per abbattere magari i costi di produzione, ma credo sia lapalissiano che vi siano frangenti in cui la CGI proprio non va. Può andar bene per animare scheletri, spiriti e mostriciattoli vari (in un certo senso evidenzia il loro essere qualcosa di “estraneo” ed inconsueto), o per armature ed armi. Il discorso cambia però se vogliamo guardare la resa espressiva dei personaggi, a volte davvero imbarazzante. E quel fitto tratteggio onnipresente, volto forse a simulare lo stile di disegno del manga e nascondere la freddezza del digitale, risulta solo disturbante.
Certo, a volte si mette una toppa, ricorrendo occasionalmente all'animazione tradizionale, ma il problema di base non scompare. Il voler poi mascherare tali difetti con inquadrature coraggiose o carrellate particolarmente ampie e/o movimentate, spesso non fa che evidenziare le lacune registiche.
Altro punto dolente è la sceneggiatura, che si concede grosse licenze rimaneggiando o saltando del tutto interi passaggi (che fine ha fatto la la bellissima saga dei bambini perduti?) o addirittura inventandosi del tutto un’altra vicenda che ha fatto solo discutere. Un guazzabuglio insomma.
Eppure, a un certo punto della serie, è successo qualcosa.
Qualcuno ha capito che bastava poco per sfornare un prodotto quantomeno decente. Qualcuno, folgorato sulla via di Damasco, avrà alzato la manina in qualche riunione dello staff, e avrà detto: "Ragazzi, ho avuto un'idea geniale! Mi son ricordato che c'è già uno "storiboard" bello e pronto da seguire". Infatti da anni esiste il manga di Miura...
Ed ecco che questa serie diventa magicamente apprezzabile.
Infatti quando la regia si limita a seguire pedissequamente la sceneggiatura già esistente del manga originale, il compitino viene svolto discretamente e si comincia a sentire il vero sapore di Berserk, con quella storia così potente che riesce a reggere da sola tutto. Nonostante tutto.
Anche le musiche hanno alti e bassi: l’opening è dozzinale e fuori tema, mentre l’ending è melensa e scialba. Fortunatamente a un certo punto fanno capolino alcune sonorità che galvanizzeranno chi in passato ha già apprezzato il lavoro di Susumu Hirasawa, e che sottolineeranno infatti tutti i momenti più epici della narrazione
In conclusione, come giudicare questo "nuovo corso" animato di Berserk? Davvero è ignobile e grottesco come si dice?
La risposta è che se vi aspettavate una trasposizione animata all’altezza del manga originale, che vi facesse provare la stessa angoscia, rabbia, orrore e raccapriccio, potete pure mettervi l’anima in pace: tale scopo viene solo lambito in rari casi. Fate prima a rileggervi il manga (ed in effetti questo sarebbe il momento perfetto per una riedizione in Italia).
E sarebbe troppo facile prendersela con la CGI, responsabile solo in parte delle lacune di questa serie che in verità ha un mare di alti e bassi; che a volte riesce a proporre un contenuto fedele allo spirito della storia originale, ed altre la banalizza.
Ma devo anche a ammettere che, da amante di Berserk, non ho potuto fare a meno di gasarmi ogni volta che Gatsu sfoderava la sua ammazzadraghi, e provare una gioia orgasmica al sentirne il suo “dong” metallico mentre veniva mulinata a destra e a manca, affettando inesorabilmente tutto nei paraggi, magari con l’accompagnamento musicale di un brano di Susumu Hirasawa.
La dimostrazione di tale involontario apprezzamento è che, in tutta sincerità, l’annuncio di una nuova stagione che tratterà tutta la parte fantasy con "la compagnia dell’anello" e l’armatura del berserker, mi ha fatto sentire... confuso e felice. Staremo a vedere.
Nel frattempo ci potremo forse consolare con il videogame in uscita.
L’antefatto ormai lo conoscono tutti (e se non lo conoscete, considerate spolier il seguente paragrafo), e con Berserk 2016 ritroviamo un protagonista cambiato, un essere tormentato che ha perso praticamente tutto, che ha visto trucidare orrendamente tutti i suo amici, e stuprare la sua amata dalla persona che più ammirava.
Il "guerriero nero" ora è un marchiato, sopravvissuto per miracolo alla mattanza, erra alla ricerca di vendetta, facendo fronte a orrori inimmaginabili mentre è alla ricerca del suo ex amico: Griffith, che non ha esitato a tradire ed offrire in sacrificio tutti coloro che lo circondavano, pur di soddisfare la sua sete di potere.
Questo arco narrativo rappresenta un passaggio cruciale per vari motivi. Innanzitutto dal punto di vista dell’approfondimento psicologico del protagonista. Gatsu infatti deve fare i conti con sé stesso, capire cosa sia più importante: se continuare a farsi consumare dal suo demone interiore mettendo a repentaglio ogni cosa gli sia rimasta; oppure lasciare da parte i propositi di vendetta e proteggere Caska, ora più indifesa che mai. In ciò è importante la figura del Cavaliere del teschio, che compare sempre nei momenti più importanti per fare da guida spirituale al nostro protagonista, cui è accomunato da intenti e un passato apparentemente simili.
Inoltre vengono gettate le basi per una presa di coscienza di Gatsu: i nuovi incontri, ed una nuova comitiva che verrà pian piano formandosi, come ai tempi della squadra dei falchi, lo porteranno a riavvicinarsi al suo lato umano, allontanandolo da quello demoniaco, che è sempre lì pronto a fagocitarlo.
Infine quest’arco narrativo è importante perché culmina nella rinascita di Griffith, che ricompare sul piano materiale per tornare a perseguire le sue mire come Falco Bianco.
Con tali premesse, dunque, le aspettative per questa trasposizione animata erano ovviamente alte.
Specifico da subito che il sottoscritto non è partito prevenuto per la questione della grafica computerizzata, e capisco anche che non ci si potesse aspettare il livello qualitativo della trilogia cinematografica (che comunque fece discutere all'epoca). Però il bello di vedere trasposta in versione animata la storia di un manga è, appunto, vederla... animata. E se invece le animazioni sono queste, se i personaggi si muovono a scatti come delle marionette e, soprattutto, sembrano proprio delle marionette, allora qualcosa è andato decisamente storto.
È comprensibile voler ricorrere a nuove soluzioni per abbattere magari i costi di produzione, ma credo sia lapalissiano che vi siano frangenti in cui la CGI proprio non va. Può andar bene per animare scheletri, spiriti e mostriciattoli vari (in un certo senso evidenzia il loro essere qualcosa di “estraneo” ed inconsueto), o per armature ed armi. Il discorso cambia però se vogliamo guardare la resa espressiva dei personaggi, a volte davvero imbarazzante. E quel fitto tratteggio onnipresente, volto forse a simulare lo stile di disegno del manga e nascondere la freddezza del digitale, risulta solo disturbante.
Certo, a volte si mette una toppa, ricorrendo occasionalmente all'animazione tradizionale, ma il problema di base non scompare. Il voler poi mascherare tali difetti con inquadrature coraggiose o carrellate particolarmente ampie e/o movimentate, spesso non fa che evidenziare le lacune registiche.
Altro punto dolente è la sceneggiatura, che si concede grosse licenze rimaneggiando o saltando del tutto interi passaggi (che fine ha fatto la la bellissima saga dei bambini perduti?) o addirittura inventandosi del tutto un’altra vicenda che ha fatto solo discutere. Un guazzabuglio insomma.
Eppure, a un certo punto della serie, è successo qualcosa.
Qualcuno ha capito che bastava poco per sfornare un prodotto quantomeno decente. Qualcuno, folgorato sulla via di Damasco, avrà alzato la manina in qualche riunione dello staff, e avrà detto: "Ragazzi, ho avuto un'idea geniale! Mi son ricordato che c'è già uno "storiboard" bello e pronto da seguire". Infatti da anni esiste il manga di Miura...
Ed ecco che questa serie diventa magicamente apprezzabile.
Infatti quando la regia si limita a seguire pedissequamente la sceneggiatura già esistente del manga originale, il compitino viene svolto discretamente e si comincia a sentire il vero sapore di Berserk, con quella storia così potente che riesce a reggere da sola tutto. Nonostante tutto.
Anche le musiche hanno alti e bassi: l’opening è dozzinale e fuori tema, mentre l’ending è melensa e scialba. Fortunatamente a un certo punto fanno capolino alcune sonorità che galvanizzeranno chi in passato ha già apprezzato il lavoro di Susumu Hirasawa, e che sottolineeranno infatti tutti i momenti più epici della narrazione
In conclusione, come giudicare questo "nuovo corso" animato di Berserk? Davvero è ignobile e grottesco come si dice?
La risposta è che se vi aspettavate una trasposizione animata all’altezza del manga originale, che vi facesse provare la stessa angoscia, rabbia, orrore e raccapriccio, potete pure mettervi l’anima in pace: tale scopo viene solo lambito in rari casi. Fate prima a rileggervi il manga (ed in effetti questo sarebbe il momento perfetto per una riedizione in Italia).
E sarebbe troppo facile prendersela con la CGI, responsabile solo in parte delle lacune di questa serie che in verità ha un mare di alti e bassi; che a volte riesce a proporre un contenuto fedele allo spirito della storia originale, ed altre la banalizza.
Ma devo anche a ammettere che, da amante di Berserk, non ho potuto fare a meno di gasarmi ogni volta che Gatsu sfoderava la sua ammazzadraghi, e provare una gioia orgasmica al sentirne il suo “dong” metallico mentre veniva mulinata a destra e a manca, affettando inesorabilmente tutto nei paraggi, magari con l’accompagnamento musicale di un brano di Susumu Hirasawa.
La dimostrazione di tale involontario apprezzamento è che, in tutta sincerità, l’annuncio di una nuova stagione che tratterà tutta la parte fantasy con "la compagnia dell’anello" e l’armatura del berserker, mi ha fatto sentire... confuso e felice. Staremo a vedere.
Nel frattempo ci potremo forse consolare con il videogame in uscita.
Dal 2012, "Berserk" è in una specie di rivisitazione mediatica continua che confluirà anche in un altro videogioco, ma la serie animata in questione segue più o meno il filone narrativo dei tre film prodotti dallo Studio 4° C e che ebbero un discreto successo, anche presso me. La storia riprende dal termine dell'analessi e si protrae celermente in un nuovo mondo oscuro post-eclittico.
Certo, l'inizio è stato quanto di più deludente potessi immaginare: mentre per i film asserii che la CG riusciva a diluirsi nel grande movimento che le scene belliche richiedevano, qui mi pare quasi di essermi metamorfosato nel mio opposto: sono proprio le scene movimentate di questa serie che lasciano attoniti. Non essendo un cultore della grafica non saprei come definirlo, ma c'è qualcosa di strano, di falsato nelle scene in moto, qualcosa di irrealistico. Al tutto si aggiunge una regia direi frenetica per adoperare un termine neutro: cambi di inquadratura repentini, a volte vorticosi, a spirale, da mal di mare. Anche a livello di trama rimasi sbigottito: i primi tre episodii sono disastrosi, con voli pindarici inter-volumici, collegamenti fittizii, una pessima resa di Colette - che avrebbe anzi dovuto far cominciare la serie con un profondo senso di mestizia - ed inserimento deplorevole di scene di combattimento inesistenti, id est un maestoso albero dalle cui grinfie ci si libera manco fosse di cartapesta ed un apostolo casuale - ma voluto da Miura, critica quindi non al regista - (la cui grafica è stata certamente la peggiore cosa abbia mai osservato) inserito in una delle scene più erotiche-demoniache dell'intero manga, rovinandola ovviamente. Non parliamo neppure delle scene di nudo, anche integrale, con i seni in bella vista ed i capezzoli censurati; però è, diciamo, tradizione censoria nipponica. Ricapitolando: i primi tre episodi sono brutti, bruttissimi e non mi stupisce che molti abbiano abbandonato la visione al secondo-terzo gradino.
C'è un però: successivamente la serie si riprende. La CG continuerà ad affliggerci, ma migliorando decisamente: si provi a comparare l'apostolo del terzo episodio con qualsiasi altro essere successivo: sono entrambi pessimi, ma il primo pare quasi uscito direttamente da uno di quei cartoni di Rai YoYo prodotti con 20 euro di budget. Ovviamente, perché l'anime si riprende? Certo, forse il regista è ritornato sobrio dopo tre settimane di ebrezza, ma soprattutto la storia, la trama regge il tutto; essa viene seguita quasi pedissequamente e questo dà una base fortissima anche alla regia, permettendoci di poter davvero assaporare cosa sia "Berserk".
Relativamente al film, avevo criticato il doppiatore giapponese di Gatsu, a mio parere incapace, ma debbo dire di ricredermi e ritirare il j'accuse, o per un suo miglioramento, o per una mia precedente svista, o forse perché in quest'anime Gatsu praticamente sta muto quasi tutto il tempo, non essendo più l'estroso ragazzino di un tempo.
Per quanto riguarda le musiche, invece, le ho trovate banali, con scatti di metal a volte ingiustificati e sviolinate mononota in crescendo che avrebbero dovuto rappresentare il terrore, ma che a me han solo infastidito, il tutto condito con i riconoscibili pezzi di Hirasawa tutti molto simili l'un l'altro e generalmente tenuti in sottofondo a basso volume. Eppure entrambi avevano lavorato in maniera più decente nei film.
In conclusione: la serie, questa prima parte almeno, è dedicata ai fan storici, ma forse anche a qualche novizio capace di districarsi avendo guardato i film. È stata un crescendo in miglioramento, ma essendo partita da molto in basso non può aver raggiunto la lode in sole dodici puntate.
Oltretutto: ora che i capitoli della "Festa della nascita" sono finiti, che faranno per i prossimi dodici? Apriranno l'arco della magia e dei Kushan, che praticamente dura fino ad ora, e lo lasceranno aperto.
Non sarebbe stato meglio utilizzare la prima stagione per i capitoli dei bambini perduti e la seconda per la nascita? Chissà se, quindi, hanno in mente ben più di due stagioni.
Certo, l'inizio è stato quanto di più deludente potessi immaginare: mentre per i film asserii che la CG riusciva a diluirsi nel grande movimento che le scene belliche richiedevano, qui mi pare quasi di essermi metamorfosato nel mio opposto: sono proprio le scene movimentate di questa serie che lasciano attoniti. Non essendo un cultore della grafica non saprei come definirlo, ma c'è qualcosa di strano, di falsato nelle scene in moto, qualcosa di irrealistico. Al tutto si aggiunge una regia direi frenetica per adoperare un termine neutro: cambi di inquadratura repentini, a volte vorticosi, a spirale, da mal di mare. Anche a livello di trama rimasi sbigottito: i primi tre episodii sono disastrosi, con voli pindarici inter-volumici, collegamenti fittizii, una pessima resa di Colette - che avrebbe anzi dovuto far cominciare la serie con un profondo senso di mestizia - ed inserimento deplorevole di scene di combattimento inesistenti, id est un maestoso albero dalle cui grinfie ci si libera manco fosse di cartapesta ed un apostolo casuale - ma voluto da Miura, critica quindi non al regista - (la cui grafica è stata certamente la peggiore cosa abbia mai osservato) inserito in una delle scene più erotiche-demoniache dell'intero manga, rovinandola ovviamente. Non parliamo neppure delle scene di nudo, anche integrale, con i seni in bella vista ed i capezzoli censurati; però è, diciamo, tradizione censoria nipponica. Ricapitolando: i primi tre episodi sono brutti, bruttissimi e non mi stupisce che molti abbiano abbandonato la visione al secondo-terzo gradino.
C'è un però: successivamente la serie si riprende. La CG continuerà ad affliggerci, ma migliorando decisamente: si provi a comparare l'apostolo del terzo episodio con qualsiasi altro essere successivo: sono entrambi pessimi, ma il primo pare quasi uscito direttamente da uno di quei cartoni di Rai YoYo prodotti con 20 euro di budget. Ovviamente, perché l'anime si riprende? Certo, forse il regista è ritornato sobrio dopo tre settimane di ebrezza, ma soprattutto la storia, la trama regge il tutto; essa viene seguita quasi pedissequamente e questo dà una base fortissima anche alla regia, permettendoci di poter davvero assaporare cosa sia "Berserk".
Relativamente al film, avevo criticato il doppiatore giapponese di Gatsu, a mio parere incapace, ma debbo dire di ricredermi e ritirare il j'accuse, o per un suo miglioramento, o per una mia precedente svista, o forse perché in quest'anime Gatsu praticamente sta muto quasi tutto il tempo, non essendo più l'estroso ragazzino di un tempo.
Per quanto riguarda le musiche, invece, le ho trovate banali, con scatti di metal a volte ingiustificati e sviolinate mononota in crescendo che avrebbero dovuto rappresentare il terrore, ma che a me han solo infastidito, il tutto condito con i riconoscibili pezzi di Hirasawa tutti molto simili l'un l'altro e generalmente tenuti in sottofondo a basso volume. Eppure entrambi avevano lavorato in maniera più decente nei film.
In conclusione: la serie, questa prima parte almeno, è dedicata ai fan storici, ma forse anche a qualche novizio capace di districarsi avendo guardato i film. È stata un crescendo in miglioramento, ma essendo partita da molto in basso non può aver raggiunto la lode in sole dodici puntate.
Oltretutto: ora che i capitoli della "Festa della nascita" sono finiti, che faranno per i prossimi dodici? Apriranno l'arco della magia e dei Kushan, che praticamente dura fino ad ora, e lo lasceranno aperto.
Non sarebbe stato meglio utilizzare la prima stagione per i capitoli dei bambini perduti e la seconda per la nascita? Chissà se, quindi, hanno in mente ben più di due stagioni.