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MG10

Episodi visti: 120/120 --- Voto 9
"The Disastrous Life of Saiki K" è un divertente anime iniziato nel 2016, di genere commedia scolastica (ma anche soprannaturale). Il protagonista è infatti Saiki, un ragazzo dotato di incredibili abilità psichiche, che però vorrebbe solamente vivere una vita normale e ordinaria, il tutto mentre deve anche cercare di tenere nascosti i suoi poteri.

L'anime è molto divertente, e non sempre le commedie rispettano e addirittura superano le attese; presenta inoltre buoni elementi di parodia del genere commedia scolastica e anche sfondamenti della quarta parete, comunicando con lo spettatore. Per riuscire a nascondere i suoi poteri, Saiki dovrà spesso trovare soluzioni molto fantasiose ed esilaranti, ma allo stesso tempo mostrerà maturità, non potendo fare a meno di usarli per aiutare persone in difficoltà, anche a costo di mettere a rischio il suo segreto.

I personaggi secondari come compagni di classe e genitori sono caratterizzati in modo soddisfacente, e funzionano perfettamente nel contesto della serie. Sottolineo inoltre l'ottimo lavoro dei doppiatori giapponesi, in particolare di Hiroshi Kamiya, che, per doppiare Saiki, dovrà spesso modificare la velocità e il tono con cui parla.

P.S. I "120" episodi non devono tuttavia far preoccupare lo spettatore, dato che sono in realtà ventiquattro episodi, ma divisi in cinque spezzoni ognuno, e perciò contati separatamente.


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menelito

Episodi visti: 120/120 --- Voto 8
Serie spettacolare, una delle poche commedie anime ad avermi fatto veramente ridere di gusto, a differenza di tante altre che non sono riuscite ad andare oltre lo strapparmi un sorriso.

Alla sostanziale mancanza di sviluppo della trama, parzialmente tamponata dall'aggiunta graduale di nuovi personaggi (fatto su cui il protagonista stesso a volte ironizza), pone rimedio una comicità notevole che di episodio in episodio non diventa mai vecchia, nonostante la sopracitata staticità della storia, rendendo la suddetta molto più fluida e godibile.
Parlando di personaggi, li ho trovati quasi tutti ben "amalgamati" fra di loro e simpatici, dal ragazzino con la sindrome della scuola media, passando per la idol della scuola coi complessi di superiorità verso il mondo intero, fino al protagonista stesso che in una cinquantina di episodi gli si vede aprire la bocca solo un paio di volte. Ovviamente solo per mangiare budino al caffè, mica per dire qualcosa. Per non parlare del gigante buono - e tonto - su cui si basa buona parte della comicità della serie e che per qualche strano motivo (avrò un senso comico banale...) mi ha fatto spesso sganasciare dalle risate.

Sul lato tecnico nulla da dire, disegni e colori perfettamente in tono con l'intera opera. Musiche niente male, specialmente la seconda canzone di chiusura della seconda serie (adoro i cambi di tono improvvisi all'interno della stessa canzone, per quanto banale questa possa essere).

Normalmente sarebbe stata un'opera da sei e mezzo in pagella... ma, dato il grande lavoro che evidentemente è stato impiegato nella serie (specialmente sul lato comico, mantenendolo sempre "fresco"), non posso che premiare questo impegno alzando la mia valutazione finale.

Utente970

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Utente970

Episodi visti: 24/120 --- Voto 7
Una commedia scolastica leggera, che riesce a intrattenere pur non possedendo elementi originali.

Il protagonista è Kusuo Saiki, un giovane d’aspetto vistoso, nato con capacità extrasensoriali. Come è noto, “Da grandi poteri, derivano grandi seccature”, quindi lo scopo giornaliero del nostro studentello sarà quello di evitare il più possibile le altre inferiori forme di vita presenti sul pianeta e godersi, quanto possibile, i pochi passatempi che gli piacciono.

Nonostante le vaste possibilità, a meno che non vi siano in campo numerosi elementi umani con questa peculiarità, la categoria degli ‘esper’ viene solitamente rappresentata con i poteri più basilari, ovvero: la telecinesi, il teletrasporto e, al massimo, la levitazione. Tra gli esponenti più noti, possiamo senza dubbio ricordare: la Nanako “caviglie grosse” del compianto Hideo Azuma; la bassa, lunatica e pericolosa Tornado di “One-Punch Man”; e l’emotivamente contenuto Shigeo “caschetto filippino” Kageyama di “Mob Psycho 100”. Tutti e tre con caratteri molto diversi, altrettanto diverso modo di affrontare la vita e soprattutto di gestire il proprio dono. Una cosa però accomuna loro e tutti gli altri detentori di poteri psichici, ovvero, chi più chi meno, in proporzione al mondo in cui vivono, sono considerevolmente potenti. Ovviamente... esistono le mezze schiappe, tipo Kyosuke Kasuga di “Orange Road”, ma in quei casi è più da imputare all’individuo e allo scopo primario dell’opera, che non alle sue effettive potenzialità.

A questa impostazione ‘over-nine-thousand’ non fa eccezione il nostro Kusuo che, al contrario della maggior parte dei colleghi, pare padroneggiare quasi ogni aspetto possibile della branca ‘esper’ (e non solo), con il vantaggio di poter pure acquisire temporaneamente le poche capacità mancanti, semplicemente toccando qualcun altro che le possegga. In effetti, anche paragonato a personaggi forti, Kusuo è qualcosa che si avvicina più al concetto di divinità. I suoi poteri non ci vengono mostrati come i più distruttivi in senso assoluto, ma piuttosto fatti intendere come quelli dal raggio di influenza più ampio. In questo, mi ha riportato alla mente una vecchia e famosa puntata di “Ai confini della realtà”, quella intitolata “Un piccolo mostro/It’s a Good Life”, che ebbe un seguito e venne anche parodiata dai Simpson negli speciali di Halloween. In più occasioni infatti, le bizzarrie estetiche e le comuni capacità comiche da anime ci verranno giustificate come una sorta di influenza globale che il nostro caro ‘pel-di-porpora’ adoperò in passato. Ovviamente, un tale livello di potere non può non incidere anche sullo sviluppo caratteriale dell'individuo, e sul suo modo di porsi col resto del mondo. Del resto Kusuo è un genio, quindi non può non vedere gli altri personaggi come degli imbecilli, specie se qualcuno di loro è obbiettivamente a un passo dal ritardo mentale.

Il nostro giovane protagonista, in pratica, si mostra costantemente anaffettivo, al punto che definirlo tsundere sarebbe pure un complimento, eppure, nascosto a una profondità abissale, si cela quasi sempre un barlume di emotività, mostrata raramente coi parenti, in caso di pericolo mortale, di crimine in atto o, in misura minore, di estrema abnegazione di qualcuno. Se poi vi è anche un vantaggio personale, può fare la differenza nell'intervenire o meno. Insomma, Kusuo non è un eroe e nemmeno un 'buon samaritano', ma nemmeno è ascrivibile a un cattivo privo di emozioni, nonostante alcune burle e minacce possano mostrarne il lato più pericoloso. Possiede una morale nella media, che pende semplicemente verso la propria convenienza, con la differenza di non ricercare ipocritamente scuse per questo. Il problema vero di Kusuo, semmai, è l’essere affetto da una forma acuta di misantropia, corazzata per giunta da un carattere orgoglioso, una mente propensa alla logica e da alcuni poteri che gli anestetizzeranno anche i possibili impulsi dovuti alla sua natura biologica e adolescenziale. L'unica debolezza umana che il ragazzo si concede sono gli affidabili peccati di gola, con particolare devozione ai dolci al gusto di caffè.

Riguardo al gran numero di poteri da lui posseduti, alcuni di essi saranno talmente pericolosi da necessitare l'uso di limitatori, e altri invece saranno costantemente attivi, come nel caso della lettura del pensiero. Se avete familiarità con “Code Geass” e, più nello specifico, col tormentato (ma poco presente) personaggio di Mao, potete immaginare come ciò possa essere potenzialmente deleterio per l’equilibrio mentale e spirituale di un individuo. Praticamente, nonostante ci venga mostrato il minimo indispensabile, le giornate di Kusuo, anche nei momenti più isolati e tranquilli, sono da lui percepite in modo tutt'altro che normale. Il ragazzo però, avendo questi doni praticamente da sempre, sembra riuscire a conviverci e, nonostante consideri poco idilliaca la vita dello psichico, per l'impossibilità di sorprendersi di qualcosa, si sente a disagio se i suoi poteri finiscono in un letargo forzato.

La serie non ha una trama vera e propria, come detto prima, la si può riassumere facilmente in “non farsi scoprire né coinvolgere”. A conti fatti si tratta solo di un alternativo slice-of-life, in cui ci verrà mostrato come, ironicamente, più il ragazzo faccia il possibile per evitare rogne, più esse verranno fortunatamente a cercarlo fin sotto casa. Kusuo, per qualche strana ragione che nemmeno lui sa spiegarsi, è apprezzato da molti suoi compagni, che, pregni d’entusiasmo, tenteranno spesso di coinvolgerlo nelle loro faccende. Una lotta quotidiana, da cui il giovane psichico uscirà sempre vincitore, ma con una situazione sociale in costante peggioramento... almeno dal suo punto di vista. Tutti lo chiedono, tutti lo vogliono, donne, ragazzi, vecchi e fanciulli, è il factotum della città, che gli piaccia... o meno.

Il problema di questa impostazione è che non ha molto senso, a pensarci bene. Non vi sarebbe affatto bisogno di piani contorti, interventi nascosti o altro da parte di Kusuo, dato che potrebbe facilmente indottrinare il 99% della popolazione mondiale all'istante e a suo piacimento, con l’eccezione dei rarissimi ‘casi umani’ alla Nendo. Quindi, tenendo a mente alcuni elementi sparsi negli episodi, possiamo cercare di giustificare la cosa come una sorta di timore da parte sua di finire in una vera e totale solitudine. Riguardo ai personaggi, poi, vi è una discreta ricchezza di stereotipi tipici degli anime, accompagnati per fortuna da una sana dose di autoironia, che metterà in luce come sotto sotto possano celare ben poca purezza e carisma. Ad esempio, avremo l'angelico idolo femminile della scuola, dall'animo vanesio e materialista, oppure il ‘figo tormentato’ con la sindrome di Peter Pan, e persino il coatto in auto-riabilitazione.

Purtroppo, mancando sia un avversario che uno scopo centrale, gli approfondimenti che ci verranno concessi si limiteranno a tre punti: la conoscenza di alcuni congiunti dei personaggi regolari; i limiti temporali e quantitativi di alcuni poteri; e il motivo per cui Kusuo indossa alcuni accessori. Nel primo caso faremo la conoscenza dei personaggi più nevrastenici della serie, che per fortuna saranno globalmente poco presenti. Nel secondo caso, ci verranno spiegate le dinamiche di alcune capacità, come il riavvolgimento temporale, cosa che però ci farà notare qualche incoerenza nella loro gestione. Per concludere, riguardo al terzo e ultimo punto, mi limito a dirvi che ve ne sono più di quanti appaiano all'occhio e che sono tutti più o meno indispensabili.

In generale, posso dire che le puntate scorrono veloci e che la serie si è dimostrata un piacevole passatempo. Il cast, specie nel caso del bistrattato padre di Kusuo, sa suscitare simpatia, l'umorismo è dosato a dovere e il protagonista, oggettivamente in una situazione poco invidiabile, riesce talvolta a non eccedere in freddezza, salvandosi in calcio d'angolo dal finire nella "zona antipatici".

Verdetto: consigliato... nel suo piccolo.


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camillalacroce

Episodi visti: 36/120 --- Voto 10
E' un anime spettacolare, una commedia molto divertente che stravolge lo standard dei manga/anime classici; il protagonista è appunto Saiki Kusuo, un ragazzo nato con poteri psichici che sogna una vita da ragazzo nella media. Il suo comportamento che supera i limiti del serio fa sorridere e, almeno per quanto mi riguarda, rallegra la giornata.
La serie è composta per ora da due stagioni: la prima è completa, con i suoi ventiquattro episodi, mentre la seconda, anch'essa composta da ventiquattro episodi, ha solo dodici episodi tradotti e sottotitolati in italiano, che si possono trovare su Netflix, mentre gli altri dodici è possibile vederli solo sottotitolati in inglese.

The Narutimate Hero

Episodi visti: 120/120 --- Voto 8,5
Chi non vorrebbe essere speciale, nato con poteri paranormali che gli permettano di fare cose incredibili?
Saiki, ecco chi.
Saiki Kusuo è dotato fin dalla nascita di capacità fuori dal comune, ma vorrebbe solo farsi una vita tranquilla e passare inosservato; è un misantropo, perché l'attenzione della gente lo irrita, e, quando sei in grado di teletrasportarti, far volare gli oggetti e leggere nella mente, è facile farti notare, anche controvoglia. Per questo motivo, il nostro cerca sempre di non attirare l'attenzione, prendendo voti né troppo alti né troppo bassi a scuola, evitando di eccellere nello sport nonostante le sue capacità fisiche sovrumane, e soprattutto nascondendo i suoi poteri agli altri, ma a tutto questo c'è un forte ostacolo: Saiki è particolarmente empatico e, nonostante cerchi di evitare le scocciature che il prossimo può portargli, finisce spesso per aiutare, dietro le quinte, chi ne ha bisogno, e uno strano karma lo fa finire sempre oggetto della gratitudine altrui, portandolo a costruire una cerchia di amici non desiderati, a cui, però, potrebbe abituarsi...

"Saiki Kusuo no Psi Nan" è la (seconda) conversione anime del manga omonimo di Shuuichi Asou, pubblicata su Shounen Jump e già arrivata al ventesimo volume: non è difficile capire come questa serie abbia ottenuto il successo che ha in patria, seguendone la conversione anime.
Di commedie scolastiche ce n'è quante stelle ci sono in cielo, ma poco spesso si assiste a un'opera in grado di prendere in giro il genere e mostrare personaggi fuori dai cliché, o meglio, che prendono i luoghi comuni e ne fanno una parodia azzeccata: il compagno di classe "grosso e poco sveglio" del protagonista è talmente "poco sveglio" che la telepatia su di lui non funziona; la "bella della scuola" ha un'aura dorata perennemente intorno e fa di tutto per essere pura, dolce e delicata, impuntandosi se qualcuno non viene colpito dalla sua bellezza; lo sportivo del gruppo è talmente fissato per la competizione da sfiorare l'autolesionismo.
Ma attenzione: la serie non è una parodia del cliché, ma vuole raccontare una storia, sfruttando la presa in giro di questi canovacci solo di tanto in tanto.

Un punto a favore di "Saiki Kusuo no Psi Nan" è la durata degli episodi: in Giappone andava in onda quotidianamente, dal lunedì al venerdì, con episodi da cinque minuti, e i cinque episodi settimanali venivano poi "fusi" in una puntata canonica da venticinque minuti domenicale: questo aiuta moltissimo a mantenere il ritmo delle gag alto, perché un episodio di durata così breve non può avere punti morti e, al contempo, la frequenza con cui gli episodi venivano trasmessi permetteva di limare la sensazione di "assaggio che non sazia" tipico delle serie con puntate di breve durata.
Questo aiuta a familiarizzare rapidamente con tutti i personaggi (visto che in una ventina di minuti si possono avere cinque storie differenti con cinque comprimari differenti, e i personaggi secondari sono moltissimi, e ben caratterizzati), senza però sacrificare la narrazione in sé e per sé: ci sono anche delle piccole "saghe" che possono coprire cinque, dieci mini-puntate e che raccontano il cambiare del rapporto tra il protagonista e gli altri; questo perché la serie ha comunque una trama di fondo, che ci mostra la graduale apertura di Saiki nei confronti degli ignari compagni di scuola, famiglia e conoscenti, facendolo evolvere pian piano e limando la sua misantropia.
Anche la vita dei personaggi secondari viene, inoltre, approfondita, con retroscena, ma anche evoluzioni di ogni genere, lavorative e sentimentali: c'è chi si innamora, chi si lascia... la situazione, anche se il genere può spesso darlo per scontato, non è statica, ma in continua evoluzione.
Nel corso dei 120 micro-episodi c'è anche la possibilità di azzardare metodi di narrazione più "particolari", legati, magari, a un evento "esterno" alla serie, come può essere il raggiungimento del centesimo episodio, e tutto questo dà quel "guizzo" in più all'opera, così come un sapiente uso dello sfondamento della quarta parete, che non lancia semplici strizzate d'occhio allo spettatore ma si limita a ridere di alcuni luoghi comuni delle opere animate e fumettiste nipponiche (scopriremo, per esempio, perché spesso negli anime vengono lacerati i vestiti lasciando solo le parti "sensibili" coperte con estrema precisione, o perché, nonostante la tipica etnia nipponica, in anime e manga ci sono personaggi con colori di capelli improbabili).

Il doppiaggio è eccellente, soprattutto per quel che riguarda il protagonista, con la voce di Hiroshi Kamiya: è una persona dal tono fondamentalmente calmo e distaccato, ma che necessariamente si trova irritato dalle persone che gli ronzano intorno, e che spesso lancia commenti caustici alle azioni e ai ragionamenti altrui, e questo viene reso benissimo dalla recitazione del doppiatore, che dà il giusto spessore al personaggio.
Nota di merito anche a Daisuke Ono, che doppia il migliore amico (o almeno così lui si autoproclama) di Saiki, Riki Nendo: è un ragazzone tonto e con la faccia minacciosa, che viene ben interpretato da un attore che, tendenzialmente, ha ruoli ben più "fascinosi".
Questi due doppiatori non mettono però in ombra il lavoro compiuto da tutto il resto dello staff, che si è impegnato molto in una serie che in certi momenti necessita di sforzi notevoli per recitare al meglio le battute dei personaggi (che talvolta parlano con una velocità volutamente eccessiva, richiedendo manovre peggiori di uno scioglilingua).

L'anime vanta una doppia coppia di opening ed ending, di Natsuki Hanae e delle Denpagumi Inc., che si scambiano i ruoli: prima l'uno si occupa dell'opening, e le altre della ending, e poi il contrario.
In tutta sincerità trovo i brani delle Denpagumi Inc. più apprezzabili e adatti all'atmosfera folle della serie, rispetto alle ballate malinconiche di Natsuki Hanae, tant'è che la prima ending, "Psi-desu I Like You", è anche la mini-sigla degli episodi singoli, ed è quindi palese come sia più "ufficiale" dell'opening degli episodi lunghi.

"Saiki Kusuo no Psi Nan" è, in conclusione, una serie che sa far buon uso di un setting abusatissimo, quello della commedia scolastica, dimostrando un carattere forte, un'innata vena comica, una genialità sull'utilizzo dei poteri del protagonista e sulle loro implicazioni, una saggia gestione dei tempi e un buon comparto tecnico: anche se conta 120 episodi, arrivati alla conclusione dispiace molto lasciarla andare, perché la serie è estremamente abile a far sentire Saiki, Nendo e gli altri personaggi "di famiglia".