Oceania
Onestamente, parlare dei classici Disney dell'era revival non è proprio tra le cose che più apprezzo. Ma succede sempre di fare delle eccezioni, se si riesce a trovare qualcosa che proprio mi attira, e "Oceania" del 2016 ("Moana" in originale) è uno di questi, e anche quello che considero l'ultimo classico Disney che è stato in grado di emozionarmi.
Ispirata ai miti del semidio Maui, la trama racconta di come quest'ultimo abbia rubato il cuore di Te Fiti, la divinità che diede la vita alle isole del Pacifico, per poterlo consegnare agli umani in modo che anche loro potessero creare la vita; ma tale gesto causa una terribile catastrofe naturale. In un villaggio delle varie isole abita Vaiana, figlia del capo tribù e molto curiosa di esplorare e navigare l'oceano, sebbene suo padre le vieti di farlo. Col passare del tempo tuttavia anche nel villaggio di Vaiana la situazione comincia a complicarsi, dalla mancanza di pesci da pescare vicino all'isola alla frutta che marcisce più in fretta e alla natura stessa che comincia a morire a causa della mancanza del cuore della divinità creatrice. La nonna di Vaiana, Tala, muore a causa di un malore, e quest'ultima prima di ciò afferma alla nipote che l'oceano ha scelto proprio lei per poter far ritornare la vita e l'equilibrio nelle isole del Pacifico. In questa situazione disperata non c'è altra soluzione, e Vaiana, molto determinata, si appresta ad attraversare l'oceano, ritrovare Maui e convincerlo a riportare il cuore a Te Fiti e salvare così il suo popolo.
Il fulcro della trama è ovviamente il viaggio, ma in questo viaggio oltre le onde non si limita solo al classico "viaggiare per salvare il mondo", mostrandosi anche personale per i personaggi. Vaiana è una protagonista vivace ma anche seria, a volte un po' goffa, ma quasi mai in maniera imbarazzante. È molto curiosa di esplorare e navigare l'oceano, ma allo stesso tempo è molto legata ai suoi cari e al suo popolo, ed è pronta a far qualsiasi cosa per loro, e non agirà mai per atti di ribellione ma più per senso del dovere, mostrando così anche una forte determinazione, e ciò fortifica ancor di più il suo ruolo di "ragazza avventurosa". Maui, il copotragonista e allo stesso tempo antagonista, mostra invece il carattere opposto alla protagonista: egli è egoista, presuntuoso ed egocentrico anche con la stessa Vaiana, e non mostra alcun interesse alla salvezza delle isole, pensando più alle sue questioni personali. Saranno proprio i diverbi tra questi due personaggi (Vaiana responsabile e determinata e Maui spocchioso e pieno di sé) a essere il punto forte, dove tra un battibecco e l'altro vengono fuori i loro lati più sensibili e anche le proprie insicurezze, finendo per imparare qualcosa l'uno dall'altro, e alla fine il viaggio li porterà a maturare: una scoprirà più sé stessa e l'altro ritroverà sé stesso.
Ma ogni buon film che si rispetti ha anche le proprie pecche: per quanto il viaggio accompagnato dalle conversazioni dei due protagonisti sia emozionante, sarebbe stato bello vederlo durare un po' di più e forse con qualche minaccia in più, poiché la ciurma di Kakamora e il granchione Tatamoa e la sua canzone cringe sinceramente... non sono proprio granché, e il finale si è mostrato fin troppo sbrigativo. La mancanza di un villan vero e proprio un po' di fa sentire, ma fortunatamente non si è rivelata una mancanza così gravosa in questo caso. Tra le varie spacconerie di Maui non si può non citare la sua critica verso le classiche principesse Disney, come considerare Vaiana una di loro solo perché accompagnata da un animaletto, o dire che, se si mettesse a cantare per sognare, si metterebbe a vomitare, e questo potrebbe infastidire alcuni.
Sull'animazione non c'è nulla da dire, le isole della Polinesia sembrano così vive e realistiche, e l'oceano, quasi vero protagonista assoluto, solo a guardarlo ti fa sentire la sua freschezza, tanto da invogliarti di attraversare lo schermo e volerti tuffare e rinfrescarti.
"Oceania", alla fine, seppur lungi dall'essere perfetto, riesce a regalare un'emozionante avventura tra le onde con due personaggi vivaci e in piena evoluzione.
Ispirata ai miti del semidio Maui, la trama racconta di come quest'ultimo abbia rubato il cuore di Te Fiti, la divinità che diede la vita alle isole del Pacifico, per poterlo consegnare agli umani in modo che anche loro potessero creare la vita; ma tale gesto causa una terribile catastrofe naturale. In un villaggio delle varie isole abita Vaiana, figlia del capo tribù e molto curiosa di esplorare e navigare l'oceano, sebbene suo padre le vieti di farlo. Col passare del tempo tuttavia anche nel villaggio di Vaiana la situazione comincia a complicarsi, dalla mancanza di pesci da pescare vicino all'isola alla frutta che marcisce più in fretta e alla natura stessa che comincia a morire a causa della mancanza del cuore della divinità creatrice. La nonna di Vaiana, Tala, muore a causa di un malore, e quest'ultima prima di ciò afferma alla nipote che l'oceano ha scelto proprio lei per poter far ritornare la vita e l'equilibrio nelle isole del Pacifico. In questa situazione disperata non c'è altra soluzione, e Vaiana, molto determinata, si appresta ad attraversare l'oceano, ritrovare Maui e convincerlo a riportare il cuore a Te Fiti e salvare così il suo popolo.
Il fulcro della trama è ovviamente il viaggio, ma in questo viaggio oltre le onde non si limita solo al classico "viaggiare per salvare il mondo", mostrandosi anche personale per i personaggi. Vaiana è una protagonista vivace ma anche seria, a volte un po' goffa, ma quasi mai in maniera imbarazzante. È molto curiosa di esplorare e navigare l'oceano, ma allo stesso tempo è molto legata ai suoi cari e al suo popolo, ed è pronta a far qualsiasi cosa per loro, e non agirà mai per atti di ribellione ma più per senso del dovere, mostrando così anche una forte determinazione, e ciò fortifica ancor di più il suo ruolo di "ragazza avventurosa". Maui, il copotragonista e allo stesso tempo antagonista, mostra invece il carattere opposto alla protagonista: egli è egoista, presuntuoso ed egocentrico anche con la stessa Vaiana, e non mostra alcun interesse alla salvezza delle isole, pensando più alle sue questioni personali. Saranno proprio i diverbi tra questi due personaggi (Vaiana responsabile e determinata e Maui spocchioso e pieno di sé) a essere il punto forte, dove tra un battibecco e l'altro vengono fuori i loro lati più sensibili e anche le proprie insicurezze, finendo per imparare qualcosa l'uno dall'altro, e alla fine il viaggio li porterà a maturare: una scoprirà più sé stessa e l'altro ritroverà sé stesso.
Ma ogni buon film che si rispetti ha anche le proprie pecche: per quanto il viaggio accompagnato dalle conversazioni dei due protagonisti sia emozionante, sarebbe stato bello vederlo durare un po' di più e forse con qualche minaccia in più, poiché la ciurma di Kakamora e il granchione Tatamoa e la sua canzone cringe sinceramente... non sono proprio granché, e il finale si è mostrato fin troppo sbrigativo. La mancanza di un villan vero e proprio un po' di fa sentire, ma fortunatamente non si è rivelata una mancanza così gravosa in questo caso. Tra le varie spacconerie di Maui non si può non citare la sua critica verso le classiche principesse Disney, come considerare Vaiana una di loro solo perché accompagnata da un animaletto, o dire che, se si mettesse a cantare per sognare, si metterebbe a vomitare, e questo potrebbe infastidire alcuni.
Sull'animazione non c'è nulla da dire, le isole della Polinesia sembrano così vive e realistiche, e l'oceano, quasi vero protagonista assoluto, solo a guardarlo ti fa sentire la sua freschezza, tanto da invogliarti di attraversare lo schermo e volerti tuffare e rinfrescarti.
"Oceania", alla fine, seppur lungi dall'essere perfetto, riesce a regalare un'emozionante avventura tra le onde con due personaggi vivaci e in piena evoluzione.
Attenzione: la recensione contiene spoiler
È un film che ci trasporta sulle "onde" dell'avventura. Un'avventura alla "ri-scoperta" di noi stessi e delle nostre radici ancestrali. Questo è "Oceania" o "Moana". Un classico Disney vivace, effervescente, dinamico, solare come i suoi protagonisti.
La storia comincia con un'introduzione di tutto rispetto da parte della nonna Tala riguardo la leggenda del cuore di Te Fiti, la Dea Creatrice, la quale creò il mondo e le isole emerse grazie al suo cuore. Purtroppo, il suo potere cominciò nel tempo ad attirare molti mostri e altri esseri invidiosi di tale potere, desiderosi quindi di rubarlo. Tra questi uno ci riuscì, Maui, dio dell'acqua, del vento e delle tempeste, un essere dotato di poteri mutaforma. Ma, nel farlo, scatenò un'oscurità che cominciò a dilagare ovunque, inghiottendo tutto. Nel fuggire, Maui dovette inoltre scontrarsi con un essere spaventoso di nome Te Ka, un demone di terra, lava, magma e fuoco che lo sconfisse e lo privò sia del cuore di Te Fiti sia del suo amo magico. Un millennio dopo, siamo nel presente dell'isola dove la piccola Vaiana viene cresciuta dalla sua tribù, la sua famiglia, e in particolare istruita dalla nonna Tala riguardo ai miti polinesiani. Passano gli anni e Vaiana cresce, e con lei il desiderio di spingersi oltre ai confini del reef che delimita l'isola. Ma il padre, memore di una brutta esperienza vissuta in prima persona, le proibisce di inoltrarsi oltre il reef, ed estende il divieto a tutta la tribù. Purtroppo, però, i raccolti cominciano a scarseggiare, così come il pesce e la terra e l'acqua cominciano a inaridirsi. Inoltre, sua nonna sente che la sua ora è giunta, e in punto di morte le dà le istruzioni per trovare Maui e convincerlo a seguirla fino al cuore dell'Oceano, per ripotare "il cuore a Te Fiti", in modo da ripristinare l'equilibrio. La situazione si fa disperata, e a questo punto Vaiana capisce che deve partire con o senza il permesso di suo padre, e cercare Maui per farsi condurre fino all'isola di Te Fiti. La nostra amica affronta mille peripezie, finché giunge da Maui, con il quale sembra all'inizio avere un rapporto abbastanza burrascoso, soprattutto perché lui stesso, in seguito dietro insistenza di Vaiana, confessa di avere rubato il cuore e di averlo perso durante la fuga, e il tutto desiderando di essere amato come tutti gli esseri umani a cui voleva donarlo, poiché purtroppo era stato abbandonato a sé stesso dai suoi stessi genitori*. Nel frattempo, Maui insegna a Vaiana come si naviga, facendole riscoprire il suo istinto di navigatrice, e lei insegna a lui a riavere fiducia in sé stesso. Alla fine i due giungono a destinazione, ma rimane l'ostacolo di Te Ka, il quale si dimostra un avversario arduo da sconfiggere. Maui non sa come reagire, poiché ha già sperimentato l'impotenza contro questo avversario. Al contrario, Vaiana ha un'idea, e con un po' d'astuzia riesce, grazie agli insegnamenti di Maui, ad aggirare Te Ka per trovare Te Fiti. Purtroppo, giunta sull'isola, scopre che questa non c'è più, ma ha un'intuizione, forse la più assurda, ma anche quella giusta: Te Ka non è altri che Te Fiti privata del suo cuore. A questo punto, Vaiana chiede ad Oceano di lasciarla venire da lei e, mentre canta una canzone, rimette il cuore nel petto del demone, che a questo punto riassume l'aspetto di Te Fiti. Questa riporta l'arcipelago al suo antico splendore e ringrazia Vaiana, e accetta le scuse di Maui, ridandogli il suo amo magico. A questo punto, a missione compiuta, Vaiana e Maui si congedano, e questa torna alla sua isola, dove viene riaccolta dalla sua famiglia e dalla sua tribù. Alla fine, questa decide di riscoprire il suo istinto di gente navigatrice e, grazie anche alla guida di Maui, ritrova la sua essenza ancestrale e primordiale.
Questa storia si può dire che è senz'ombra di dubbio una delle più grandiose e spettacolari per diverse ragioni: la storia fa luce su un popolo e/o su più tribù come i Polinesiani e/o i Maori, sui quali ancora poco si sa.
Questa storia ci insegna sia direttamente che indirettamente che i nostri pensieri, parole, azioni hanno delle conseguenze nel breve, medio e lungo termine, e che quindi non possiamo fare finta di non sapere per paura di essere giudicati e/o sentirci impotenti.
Questo ci insegna che dobbiamo assumerci la responsabilità dei nostri pensieri, parole, azioni, gesti, scelte, decisioni, iniziative e rifletterci parecchio per poter porvi rimedio.
Ci insegna che staccarci dalle nostre radici ancestrali e primordiali è folle, insensato, assurdo, stolto e perverso, è commettere un suicidio.
Ci insegna che nel bene e nel male dobbiamo andare avanti e percorrere la nostra via al di là di cosa pensano gli altri.
Ci ricorda che la Natura ha creato questo e noi come estensione di sé stessa, e che quando l'essere umano si rifiuta di rispettare i propri limiti, la Natura, come sta accadendo ancora oggi, deve ricorrere ai suoi metodi duri, ma giusti, per ripristinare l'equilibrio, quando questo viene distrutto, alterato...
È una storia che parla anche di emancipazione femminile e ripropone anche indirettamente e direttamente il culto della Dea Madre, visto che Te Fiti è una divinità femminile.
La grafica è ben curata, con uso della CGI sapiente e ben amministrato, e distribuita in modo giusto. Ne consegue che anche i colori son ben amalgamati e distribuiti nei contrasti chiaro e scuro, per sottolineare e/o marcare le scene belle e quelle oscure, e sottolineare il conflitto tra luce e ombra. La musica, partendo dalla traccia di apertura fino a quella di chiusura, è semplicemente meravigliosa, essendo costituita di sonorità tipiche della tradizione polinesiana, hawaiana e maori, e soprattutto per via degli assoli dei personaggi misti ai passaggi da musical in stile Disney. La trama è ben bilanciata tra scene umoristiche e scene cruente e violente. I personaggi sono dotati, specialmente Maui, di una personalità esplosiva, dinamica ed effervescente. Consiglio di vederlo anche in lingua originale, visto che è doppiato da niente poco di meno che il nostro e unico Michael Dwayne Johnson, il quale ha evidenti origine maori, samoane, polinesiane e hawaiane.
Comunque, un piccolo capolavoro che mira a sensibilizzare le persone proprio sul tema dell'ambiente, proprio come poi farà "Raya - L'ultimo drago". Voto: 9.
*Maui nella sua funzione può essere associato a una specie di Prometeo polinesiano, visto che decide di rubare il cuore di Te Fiti per donarlo agli uomini. Tuttavia, proprio come il Prometeo originale, deve pagare per la sua stoltezza. Tuttavia è lui il protagonista vero in un certo senso, più che Vaiana, senza togliere niente alla protagonista.
È un film che ci trasporta sulle "onde" dell'avventura. Un'avventura alla "ri-scoperta" di noi stessi e delle nostre radici ancestrali. Questo è "Oceania" o "Moana". Un classico Disney vivace, effervescente, dinamico, solare come i suoi protagonisti.
La storia comincia con un'introduzione di tutto rispetto da parte della nonna Tala riguardo la leggenda del cuore di Te Fiti, la Dea Creatrice, la quale creò il mondo e le isole emerse grazie al suo cuore. Purtroppo, il suo potere cominciò nel tempo ad attirare molti mostri e altri esseri invidiosi di tale potere, desiderosi quindi di rubarlo. Tra questi uno ci riuscì, Maui, dio dell'acqua, del vento e delle tempeste, un essere dotato di poteri mutaforma. Ma, nel farlo, scatenò un'oscurità che cominciò a dilagare ovunque, inghiottendo tutto. Nel fuggire, Maui dovette inoltre scontrarsi con un essere spaventoso di nome Te Ka, un demone di terra, lava, magma e fuoco che lo sconfisse e lo privò sia del cuore di Te Fiti sia del suo amo magico. Un millennio dopo, siamo nel presente dell'isola dove la piccola Vaiana viene cresciuta dalla sua tribù, la sua famiglia, e in particolare istruita dalla nonna Tala riguardo ai miti polinesiani. Passano gli anni e Vaiana cresce, e con lei il desiderio di spingersi oltre ai confini del reef che delimita l'isola. Ma il padre, memore di una brutta esperienza vissuta in prima persona, le proibisce di inoltrarsi oltre il reef, ed estende il divieto a tutta la tribù. Purtroppo, però, i raccolti cominciano a scarseggiare, così come il pesce e la terra e l'acqua cominciano a inaridirsi. Inoltre, sua nonna sente che la sua ora è giunta, e in punto di morte le dà le istruzioni per trovare Maui e convincerlo a seguirla fino al cuore dell'Oceano, per ripotare "il cuore a Te Fiti", in modo da ripristinare l'equilibrio. La situazione si fa disperata, e a questo punto Vaiana capisce che deve partire con o senza il permesso di suo padre, e cercare Maui per farsi condurre fino all'isola di Te Fiti. La nostra amica affronta mille peripezie, finché giunge da Maui, con il quale sembra all'inizio avere un rapporto abbastanza burrascoso, soprattutto perché lui stesso, in seguito dietro insistenza di Vaiana, confessa di avere rubato il cuore e di averlo perso durante la fuga, e il tutto desiderando di essere amato come tutti gli esseri umani a cui voleva donarlo, poiché purtroppo era stato abbandonato a sé stesso dai suoi stessi genitori*. Nel frattempo, Maui insegna a Vaiana come si naviga, facendole riscoprire il suo istinto di navigatrice, e lei insegna a lui a riavere fiducia in sé stesso. Alla fine i due giungono a destinazione, ma rimane l'ostacolo di Te Ka, il quale si dimostra un avversario arduo da sconfiggere. Maui non sa come reagire, poiché ha già sperimentato l'impotenza contro questo avversario. Al contrario, Vaiana ha un'idea, e con un po' d'astuzia riesce, grazie agli insegnamenti di Maui, ad aggirare Te Ka per trovare Te Fiti. Purtroppo, giunta sull'isola, scopre che questa non c'è più, ma ha un'intuizione, forse la più assurda, ma anche quella giusta: Te Ka non è altri che Te Fiti privata del suo cuore. A questo punto, Vaiana chiede ad Oceano di lasciarla venire da lei e, mentre canta una canzone, rimette il cuore nel petto del demone, che a questo punto riassume l'aspetto di Te Fiti. Questa riporta l'arcipelago al suo antico splendore e ringrazia Vaiana, e accetta le scuse di Maui, ridandogli il suo amo magico. A questo punto, a missione compiuta, Vaiana e Maui si congedano, e questa torna alla sua isola, dove viene riaccolta dalla sua famiglia e dalla sua tribù. Alla fine, questa decide di riscoprire il suo istinto di gente navigatrice e, grazie anche alla guida di Maui, ritrova la sua essenza ancestrale e primordiale.
Questa storia si può dire che è senz'ombra di dubbio una delle più grandiose e spettacolari per diverse ragioni: la storia fa luce su un popolo e/o su più tribù come i Polinesiani e/o i Maori, sui quali ancora poco si sa.
Questa storia ci insegna sia direttamente che indirettamente che i nostri pensieri, parole, azioni hanno delle conseguenze nel breve, medio e lungo termine, e che quindi non possiamo fare finta di non sapere per paura di essere giudicati e/o sentirci impotenti.
Questo ci insegna che dobbiamo assumerci la responsabilità dei nostri pensieri, parole, azioni, gesti, scelte, decisioni, iniziative e rifletterci parecchio per poter porvi rimedio.
Ci insegna che staccarci dalle nostre radici ancestrali e primordiali è folle, insensato, assurdo, stolto e perverso, è commettere un suicidio.
Ci insegna che nel bene e nel male dobbiamo andare avanti e percorrere la nostra via al di là di cosa pensano gli altri.
Ci ricorda che la Natura ha creato questo e noi come estensione di sé stessa, e che quando l'essere umano si rifiuta di rispettare i propri limiti, la Natura, come sta accadendo ancora oggi, deve ricorrere ai suoi metodi duri, ma giusti, per ripristinare l'equilibrio, quando questo viene distrutto, alterato...
È una storia che parla anche di emancipazione femminile e ripropone anche indirettamente e direttamente il culto della Dea Madre, visto che Te Fiti è una divinità femminile.
La grafica è ben curata, con uso della CGI sapiente e ben amministrato, e distribuita in modo giusto. Ne consegue che anche i colori son ben amalgamati e distribuiti nei contrasti chiaro e scuro, per sottolineare e/o marcare le scene belle e quelle oscure, e sottolineare il conflitto tra luce e ombra. La musica, partendo dalla traccia di apertura fino a quella di chiusura, è semplicemente meravigliosa, essendo costituita di sonorità tipiche della tradizione polinesiana, hawaiana e maori, e soprattutto per via degli assoli dei personaggi misti ai passaggi da musical in stile Disney. La trama è ben bilanciata tra scene umoristiche e scene cruente e violente. I personaggi sono dotati, specialmente Maui, di una personalità esplosiva, dinamica ed effervescente. Consiglio di vederlo anche in lingua originale, visto che è doppiato da niente poco di meno che il nostro e unico Michael Dwayne Johnson, il quale ha evidenti origine maori, samoane, polinesiane e hawaiane.
Comunque, un piccolo capolavoro che mira a sensibilizzare le persone proprio sul tema dell'ambiente, proprio come poi farà "Raya - L'ultimo drago". Voto: 9.
*Maui nella sua funzione può essere associato a una specie di Prometeo polinesiano, visto che decide di rubare il cuore di Te Fiti per donarlo agli uomini. Tuttavia, proprio come il Prometeo originale, deve pagare per la sua stoltezza. Tuttavia è lui il protagonista vero in un certo senso, più che Vaiana, senza togliere niente alla protagonista.
"Oceania" ("Moana" in originale) è un grandioso film Disney, tra i migliori in assoluto mai creati dallo studio. La storia parla di Vaiana, che si imbarca in un'avventura alla ricerca del semidio Maui, per ottenere l'aiuto per poter salvare la sua terra.
Il film ha delle animazioni grandiose, il livello di cura arriva nei minimi dettagli. Le canzoni ti entrano in testa, composte da Lin-Manuel Miranda. I personaggi sono tutti caratterizzati benissimo. La storia è sia una storia di avventura ma al tempo stesso di formazione, la stessa Vaiana nel corso del film cresce e matura, diventando sempre più coraggiosa, insomma una moderna principessa da cui tutti dovremmo prendere esempio. Film consigliatissimo a chiunque.
Il film ha delle animazioni grandiose, il livello di cura arriva nei minimi dettagli. Le canzoni ti entrano in testa, composte da Lin-Manuel Miranda. I personaggi sono tutti caratterizzati benissimo. La storia è sia una storia di avventura ma al tempo stesso di formazione, la stessa Vaiana nel corso del film cresce e matura, diventando sempre più coraggiosa, insomma una moderna principessa da cui tutti dovremmo prendere esempio. Film consigliatissimo a chiunque.
"Oceania" è uno dei migliori film d'animazione della Disney. È un film pieno di pregi, che certamente dai primi trailer pareva non avere, ma andiamo con ordine.
Vaiana (in originale Moana) è la figlia del capo villaggio dell'isola di Motunui. Cresciuta con le leggende del posto, viene incaricata dall'oceano stesso di varcare le acque per restituire il cuore di Te Fiti, che mille anni prima era stato rubato da Maui, un semidio. Seppur con qualche difficoltà iniziale nel riuscire ad iniziare il viaggio, la ragazza riuscirà a partire, e dovrà appunto navigare attraverso l'oceano per arrivare alla sua destinazione.
Nonostante l'opera possa avere una trama semplice, all'interno vi è una forte vena ecologica, come l'importanza della natura stessa e il preservarla, nella sua vastità e meraviglia.
I personaggi sono caratterizzati benissimo, e rimangono impressi. Le canzoni sono meravigliose, tra le più belle nella discografia Disney, con scene che fanno venire la pelle d'oca. Ma in fondo parliamo degli stessi registi che ci regalarono "La Sirenetta", "Aladdin", "Hercules" e altri film non meno importanti, ma che dimostrano l'arte che è questo film. La colonna sonora strumentale poi è splendida, degna del comparto musicale, l'animazione è fantastica, segno che ormai la Disney come CGI è al passo della stessa Pixar, che è lo studio d'animazione con la migliore CGI in assoluto.
Un classico che non ci si può mai stancare di vedere e rivedere, con una protagonista (divenuta poi ufficialmente una Principessa Disney nel brand omonimo) adorabile e coraggiosa a cui non si può non voler bene. Si piange, e si ride, si canta e ci si emoziona, tutto questo è "Oceania"!
Vaiana (in originale Moana) è la figlia del capo villaggio dell'isola di Motunui. Cresciuta con le leggende del posto, viene incaricata dall'oceano stesso di varcare le acque per restituire il cuore di Te Fiti, che mille anni prima era stato rubato da Maui, un semidio. Seppur con qualche difficoltà iniziale nel riuscire ad iniziare il viaggio, la ragazza riuscirà a partire, e dovrà appunto navigare attraverso l'oceano per arrivare alla sua destinazione.
Nonostante l'opera possa avere una trama semplice, all'interno vi è una forte vena ecologica, come l'importanza della natura stessa e il preservarla, nella sua vastità e meraviglia.
I personaggi sono caratterizzati benissimo, e rimangono impressi. Le canzoni sono meravigliose, tra le più belle nella discografia Disney, con scene che fanno venire la pelle d'oca. Ma in fondo parliamo degli stessi registi che ci regalarono "La Sirenetta", "Aladdin", "Hercules" e altri film non meno importanti, ma che dimostrano l'arte che è questo film. La colonna sonora strumentale poi è splendida, degna del comparto musicale, l'animazione è fantastica, segno che ormai la Disney come CGI è al passo della stessa Pixar, che è lo studio d'animazione con la migliore CGI in assoluto.
Un classico che non ci si può mai stancare di vedere e rivedere, con una protagonista (divenuta poi ufficialmente una Principessa Disney nel brand omonimo) adorabile e coraggiosa a cui non si può non voler bene. Si piange, e si ride, si canta e ci si emoziona, tutto questo è "Oceania"!
"Oceania", o "Moana" come è stato chiamato oltreoceano, possiede dalla sua un'ambientazione fresca e una cultura e mitologia interessanti, che potevano offrire molti spunti validi, ma, come nei classici ad ambientazione cinese o indiano-americana, li hanno scalfiti a malapena, per offrire alla fine il solito messaggio di libertà e di rottura delle convenzioni sociali, tipica delle moderne eroine Disney.
L'inizio non potrebbe essere più banale: una forza oscura sta impestando il mondo e la predestinata Vaiana deve fermarla, senza nemmeno il classico peso di dover rimediare a qualche proprio grave errore, elemento affidato invece al reticente Maui, che è il possente co-protagonista maschile, ma indubbiamente asservito alla scarsa crescita della ragazzina, già di per sé forte sia caratterialmente che fisicamente. L'indipendente principessa di Motu-Nui vacilla solo un po' come sicurezza in sé stessa, cosa comprensibilissima per chiunque, ma per il resto ha le idee chiare, sa farsi rispettare e ha un fisico atletico e un paio di caviglie robuste da far concorrenza alla Nanako del recentemente scomparso Hideo Azuma. Vaiana è certamente un'eroina moderna, non ha interessi amorosi e ci mostra pure qualche triste evoluzione da action-blockbuster.
Riguardo a Maui, verremo a sapere qualcosa di importante sul suo passato, ma ciò non avrà alcun peso nell'economia del film e, anche rivedendo la pellicola, la sensazione che il suo carattere e le sue decisioni mutino in modo poco graduale mi è rimasta. Maui non è cattivo, intendiamoci, ma abbastanza insensibile, e non dà mai, perlomeno a me, l'idea di essere sincero, quando vorrebbe dimostrare il contrario. Sarebbe stato utile avere più tempo o più eventi rilevanti per farli legare tra loro.
L'avventura che i due vivranno insieme sarà piuttosto lineare, e i personaggi di contorno sono decisamente pochi. Gli autori non si sono inventati chissà cosa, una navigazione interrotta un paio di volte, e, nel complesso, vi sono tre tipi di nemici, ognuno con un importanza diversa e solo uno con un minimo di carisma. In tal senso, il climax si raggiungerà prima del regolamento dei conti, che virerà piuttosto sulla risoluzione alternativa. Una decisione valida, per carità, ma non pienamente soddisfacente nella messa in atto. Diciamo che "Oceania" si è trascinata da "Frozen" la voglia di sorprendere, ma non lo ha fatto con la stessa efficacia e tempistica indovinata.
Per quanto riguarda le spalle comiche, ci sono andati leggeri, puntando volutamente su due personaggi che risaltassero il meno possibile, ovvero il galletto imbecille HeiHei e lo spirito Oceanico, impiegato nel film un po' a convenienza. Sorprende che il maialino di Moana sia stato lasciato a casa, ma il povero HeiHei, affetto da esoftalmo, nella sua estrema nullità riesce in effetti a risultare simpatico dopo un po', e onestamente... è sempre meglio dell'irritante pupazzo Olaf o, tornando più indietro, delle tre inutili gargoyle di Quasimodo.
Per quanto concerne il comparto musicale, tutti i brani sono su ottimi livelli, cosa che non si poteva dire con Raperonzolo, di cui non se ne ricorda nessuna, né con Elsa, di cui ha avuto successo (trascinante) solo l'ottimo "All'alba sorgerò", interpretata al tempo dalla bella e brava signora Autieri. Forse con "Oceania" non si può parlare altrettanto di canzone iconica, anche per via della tiepida accoglienza che il cartone animato ha ricevuto rispetto agli altri classici moderni, ma ribadisco che ci hanno provato seriamente a farti canticchiare. Personalmente ho riascoltato a nastro tutte le canzoni, anche in versione multi-romance, ovvero confrontandole con le altre lingue di derivazione latina, e... oltre a fare noi Italiani una buona figura, devo dire che sia il semidio Maui che il granchione gigante Tamatoa, affidato al bravo Gualazzi, hanno le carte in regola per farsi ricordare. Unica delusione forse è stata la musica introduttiva, troppo appesantita dall'affascinante (e in via di estinzione) lingua polinesiana e con un affiancamento italiano poco incisivo, credo affidato a qualche giovane talento emergente, come la brava Crispo, che però con Vaiana è stata su tutto un altro livello.
Quando il cartone animato uscì, onestamente mi ispirava poco e niente, sia per stile che per soggetto, penso ancora che Maui sia di una bruttezza rara, e come classico non è certamente nella mia top 5, ma alla fine "Oceania" intrattiene adeguatamente e l'ho preferito alle principesse 3D precedenti, che a picchi maggiori affiancavano anche maggiori momenti di noia e, indubbiamente, minore originalità.
L'inizio non potrebbe essere più banale: una forza oscura sta impestando il mondo e la predestinata Vaiana deve fermarla, senza nemmeno il classico peso di dover rimediare a qualche proprio grave errore, elemento affidato invece al reticente Maui, che è il possente co-protagonista maschile, ma indubbiamente asservito alla scarsa crescita della ragazzina, già di per sé forte sia caratterialmente che fisicamente. L'indipendente principessa di Motu-Nui vacilla solo un po' come sicurezza in sé stessa, cosa comprensibilissima per chiunque, ma per il resto ha le idee chiare, sa farsi rispettare e ha un fisico atletico e un paio di caviglie robuste da far concorrenza alla Nanako del recentemente scomparso Hideo Azuma. Vaiana è certamente un'eroina moderna, non ha interessi amorosi e ci mostra pure qualche triste evoluzione da action-blockbuster.
Riguardo a Maui, verremo a sapere qualcosa di importante sul suo passato, ma ciò non avrà alcun peso nell'economia del film e, anche rivedendo la pellicola, la sensazione che il suo carattere e le sue decisioni mutino in modo poco graduale mi è rimasta. Maui non è cattivo, intendiamoci, ma abbastanza insensibile, e non dà mai, perlomeno a me, l'idea di essere sincero, quando vorrebbe dimostrare il contrario. Sarebbe stato utile avere più tempo o più eventi rilevanti per farli legare tra loro.
L'avventura che i due vivranno insieme sarà piuttosto lineare, e i personaggi di contorno sono decisamente pochi. Gli autori non si sono inventati chissà cosa, una navigazione interrotta un paio di volte, e, nel complesso, vi sono tre tipi di nemici, ognuno con un importanza diversa e solo uno con un minimo di carisma. In tal senso, il climax si raggiungerà prima del regolamento dei conti, che virerà piuttosto sulla risoluzione alternativa. Una decisione valida, per carità, ma non pienamente soddisfacente nella messa in atto. Diciamo che "Oceania" si è trascinata da "Frozen" la voglia di sorprendere, ma non lo ha fatto con la stessa efficacia e tempistica indovinata.
Per quanto riguarda le spalle comiche, ci sono andati leggeri, puntando volutamente su due personaggi che risaltassero il meno possibile, ovvero il galletto imbecille HeiHei e lo spirito Oceanico, impiegato nel film un po' a convenienza. Sorprende che il maialino di Moana sia stato lasciato a casa, ma il povero HeiHei, affetto da esoftalmo, nella sua estrema nullità riesce in effetti a risultare simpatico dopo un po', e onestamente... è sempre meglio dell'irritante pupazzo Olaf o, tornando più indietro, delle tre inutili gargoyle di Quasimodo.
Per quanto concerne il comparto musicale, tutti i brani sono su ottimi livelli, cosa che non si poteva dire con Raperonzolo, di cui non se ne ricorda nessuna, né con Elsa, di cui ha avuto successo (trascinante) solo l'ottimo "All'alba sorgerò", interpretata al tempo dalla bella e brava signora Autieri. Forse con "Oceania" non si può parlare altrettanto di canzone iconica, anche per via della tiepida accoglienza che il cartone animato ha ricevuto rispetto agli altri classici moderni, ma ribadisco che ci hanno provato seriamente a farti canticchiare. Personalmente ho riascoltato a nastro tutte le canzoni, anche in versione multi-romance, ovvero confrontandole con le altre lingue di derivazione latina, e... oltre a fare noi Italiani una buona figura, devo dire che sia il semidio Maui che il granchione gigante Tamatoa, affidato al bravo Gualazzi, hanno le carte in regola per farsi ricordare. Unica delusione forse è stata la musica introduttiva, troppo appesantita dall'affascinante (e in via di estinzione) lingua polinesiana e con un affiancamento italiano poco incisivo, credo affidato a qualche giovane talento emergente, come la brava Crispo, che però con Vaiana è stata su tutto un altro livello.
Quando il cartone animato uscì, onestamente mi ispirava poco e niente, sia per stile che per soggetto, penso ancora che Maui sia di una bruttezza rara, e come classico non è certamente nella mia top 5, ma alla fine "Oceania" intrattiene adeguatamente e l'ho preferito alle principesse 3D precedenti, che a picchi maggiori affiancavano anche maggiori momenti di noia e, indubbiamente, minore originalità.
Sarò onesto, non posso dire di essere soddisfatto di quanto Disney mi ha mostrato; e va bene, mi ha fatto ridere qualche volta grazie al galletto strabico e al maialino, ma creare un paio di mascotte divertenti è forse un po' poco. Se Maui alla fine non è male come coprotagonista e in certi momenti sprizza qualche scintilla di carisma, tutto il resto è di una banalità imbarazzate. A partire da Vaiana, che è un cliché che Disney decide di rivisitare dopo la ben più brillante Mulan in versione oceanica. La trama, beh, facendo una breve sinossi: isoletta dove tutti vivono felici e contenti, una protagonista che sarà il futuro capo e che si sente prigioniera della sua isola e del suo destino, un evento che spezza la serenità e una protagonista che viene scelta come l'unica che può salvare il suo popolo.
Da lì in poi si snodano le vicende - ma "snodare" è un termine probabilmente poco appropriato, visto che la trama è più lineare di una linea retta - che portano a quello che sarà un lieto fine alla Walt Disney. Il percorso è tuttavia costellato da tante canzoni e momenti cantati, qualche buon principio e qualche (in)sana dose di buonismo e una realizzazione tecnica da sballo. Perché tutto si può dire di "Oceania", tranne che non sia fatto in modo eccellente, veramente un gioiello per come riesce a rappresentare l'oceano e per alcune sequenze d'azione che riesce a proporre. Una cosa che merita di essere sottolineata: se non osa nulla dal punto di vista della trama, ho invece estremamente apprezzato alcune sperimentazioni tecniche insolite per un prodotto di questo tipo.
Posso comunque affermare che "Oceania" sia stata una delusione e abbia volato ben al di sotto delle mie aspettative, pompate da troppo giudizi di conoscenti che lo dipingevano come una delle migliori produzioni degli ultimi anni. Avrei dovuto indagare ulteriormente, magari chiedendo cosa ne pensavano di "Frozen", perché "Oceania" mi ha fatto un effetto simile, ovvero la noia.
Non dico che sia brutto e che non vi possa piacere, è il classico e perfetto film della Disney da manuale. Personalmente ne ho visti troppi, vorrei qualcosa di diverso.
Da lì in poi si snodano le vicende - ma "snodare" è un termine probabilmente poco appropriato, visto che la trama è più lineare di una linea retta - che portano a quello che sarà un lieto fine alla Walt Disney. Il percorso è tuttavia costellato da tante canzoni e momenti cantati, qualche buon principio e qualche (in)sana dose di buonismo e una realizzazione tecnica da sballo. Perché tutto si può dire di "Oceania", tranne che non sia fatto in modo eccellente, veramente un gioiello per come riesce a rappresentare l'oceano e per alcune sequenze d'azione che riesce a proporre. Una cosa che merita di essere sottolineata: se non osa nulla dal punto di vista della trama, ho invece estremamente apprezzato alcune sperimentazioni tecniche insolite per un prodotto di questo tipo.
Posso comunque affermare che "Oceania" sia stata una delusione e abbia volato ben al di sotto delle mie aspettative, pompate da troppo giudizi di conoscenti che lo dipingevano come una delle migliori produzioni degli ultimi anni. Avrei dovuto indagare ulteriormente, magari chiedendo cosa ne pensavano di "Frozen", perché "Oceania" mi ha fatto un effetto simile, ovvero la noia.
Non dico che sia brutto e che non vi possa piacere, è il classico e perfetto film della Disney da manuale. Personalmente ne ho visti troppi, vorrei qualcosa di diverso.