Promare
Non so se mi convenga iniziare, come mio solito, con una frase supponente e arrogante, ma lo farò lo stesso: coloro che criticano "Promare" per la sceneggiatura (e online ve ne sono) farebbero bene a rivedersi cos'è l'analisi critica di un'opera, poiché chiaramente non ne hanno conoscenza.
Bene, e dopo questa sparata, iniziamo con la recensione.
Ci troviamo in un universo alternativo futuristico, dove a un certo punto si sono manifestati degli individui capaci di controllare il fuoco, denominati Burnish; per una serie di motivazioni, tali individui iniziano a fare danni per il mondo, in particolare nella città di Promepolis, dove viene istituita una squadra di super pompieri per combatterli. Le cose, però, si riveleranno essere non così semplici come sembrano.
Detto questo, parliamo delle cose davvero importanti.
Perché sì, "Promare" non è un film che si guarda per la trama: o meglio, non si guarda per la profondità della trama, ma al massimo per vedere come essa verrà fatta evolvere, in modo che porti a scene sempre più frenetiche ed epiche, tra momenti al cardiopalma e altri deliziosamente tamarri.
Ci troviamo davanti a un film d'azione nel senso più puro del termine, vuole riempire di adrenalina i cuori degli spettatori, e ci riesce non solo grazie a una regia movimentata ma non confusionaria, ma anche a un lavoro artistico di alto livello: design moderni, colori brillanti e alternati in modo così peculiare da essere quasi psichedelico, e l'incredibile capacità, tipica dello studio Trigger, di fondere elementi in CGI e altri animati senza far risaltare la differenza, ma, al contrario, dando ancora più personalità all'opera.
E come non citare la colonna sonora: che Hiroyuki Sawano fosse bravo lo sappiamo da tempo, ma qui probabilmente ci troviamo davanti a quelle che sono tra le sue migliori composizioni, con il tema principale, "INFERNO", capace immediatamente di catapultare nel suo mood di "folle colorata azione tamarra" (è una descrizione più tecnica di qualsiasi cosa troverete in una videorecensione di Victorlaszlo88, quindi silenzio).
E questo è tutto.
"Promare", una bella esperienza.
Guardatelo.
Auf wiedersehen!
P.S. Uff! Questa recensione è così piatta, che sembra scritta da Giulia Martino.
Se solo potessi insultare più gente...
Be', non si può avere tutto.
Bene, e dopo questa sparata, iniziamo con la recensione.
Ci troviamo in un universo alternativo futuristico, dove a un certo punto si sono manifestati degli individui capaci di controllare il fuoco, denominati Burnish; per una serie di motivazioni, tali individui iniziano a fare danni per il mondo, in particolare nella città di Promepolis, dove viene istituita una squadra di super pompieri per combatterli. Le cose, però, si riveleranno essere non così semplici come sembrano.
Detto questo, parliamo delle cose davvero importanti.
Perché sì, "Promare" non è un film che si guarda per la trama: o meglio, non si guarda per la profondità della trama, ma al massimo per vedere come essa verrà fatta evolvere, in modo che porti a scene sempre più frenetiche ed epiche, tra momenti al cardiopalma e altri deliziosamente tamarri.
Ci troviamo davanti a un film d'azione nel senso più puro del termine, vuole riempire di adrenalina i cuori degli spettatori, e ci riesce non solo grazie a una regia movimentata ma non confusionaria, ma anche a un lavoro artistico di alto livello: design moderni, colori brillanti e alternati in modo così peculiare da essere quasi psichedelico, e l'incredibile capacità, tipica dello studio Trigger, di fondere elementi in CGI e altri animati senza far risaltare la differenza, ma, al contrario, dando ancora più personalità all'opera.
E come non citare la colonna sonora: che Hiroyuki Sawano fosse bravo lo sappiamo da tempo, ma qui probabilmente ci troviamo davanti a quelle che sono tra le sue migliori composizioni, con il tema principale, "INFERNO", capace immediatamente di catapultare nel suo mood di "folle colorata azione tamarra" (è una descrizione più tecnica di qualsiasi cosa troverete in una videorecensione di Victorlaszlo88, quindi silenzio).
E questo è tutto.
"Promare", una bella esperienza.
Guardatelo.
Auf wiedersehen!
P.S. Uff! Questa recensione è così piatta, che sembra scritta da Giulia Martino.
Se solo potessi insultare più gente...
Be', non si può avere tutto.
Scelto dallo staff di AnimeClick.it come miglior film 2021 (anche se è uscito in Giappone nel 2019), era da molto che volevo guardarlo: visto che si trova gratis su una delle principali piattaforme italiane, finalmente ci ho dato un’occhiata.
Inizialmente mi sembrava un po’ ‘truzzo’ (cosa che è rimasta fino alla fine), l’ho considerato anche un film che strizza l’occhio agli Stati Uniti (nel senso che è un’americanata, altro termine che uso negativamente), di certo fonde stilemi grafici e narrativi sia giapponesi che made in America...
Quindi lo boccio?
E qui viene il bello... posso sembrare incoerente, in quanto questo film possiede molti difetti che di solito mi fanno dare dei voti bassi, ma... mi è piaciuto parecchio e lo considero il miglior film di animazione che ho visto negli ultimi anni. Certo è che di solito vedo roba vecchia che si può vedere sul web gratis, ma non fossilizziamoci sulle pagliuzze nell’occhio del recensore!
Le animazioni sono superbe, un tripudio di colori, i personaggi sono caratterizzati abbastanza come i soliti di un battle shonen, ma, se piace il genere, non ti saranno certo antipatici, le musiche sono fantastiche, il ritmo della narrazione è veloce e non ti abbandona alla noia per quasi due ore, la logica... la logica di certe trovate è dubbia. Premetto che ci saranno cambiamenti di forma di alcuni personaggi e dei loro robot, e la spiegazione scientifica è assai dubbia, e, anche se la scienza è parte del film, essa è una scusa per i combattimenti e per giustificare ciò che altrimenti non si spiega. Mi sono piaciuti sia Galo sia Lio, ma credo che il merito del successo va al vero villain del film, di cui però non dico niente: partito come un bravo ragazzo, in realtà si dimostra un mostro deviato...
Non avevo mai provato niente dello studio Trigger, ma sapevo lavorasse bene, e questa è la dimostrazione. Faccio i miei complimenti a tutto lo staff: sceneggiatore (Kazuki Nakashima), regista (Hiroyuki Imaishi), a colui che si è dedicato al design, anche se un po’ troppo americano per i personaggi e un po’ strampalato per i mezzi. Bravi.
Il mio voto è otto e mezzo, e lo consiglio agli amanti dei combattimenti, della fantascienza e dei robot.
Inizialmente mi sembrava un po’ ‘truzzo’ (cosa che è rimasta fino alla fine), l’ho considerato anche un film che strizza l’occhio agli Stati Uniti (nel senso che è un’americanata, altro termine che uso negativamente), di certo fonde stilemi grafici e narrativi sia giapponesi che made in America...
Quindi lo boccio?
E qui viene il bello... posso sembrare incoerente, in quanto questo film possiede molti difetti che di solito mi fanno dare dei voti bassi, ma... mi è piaciuto parecchio e lo considero il miglior film di animazione che ho visto negli ultimi anni. Certo è che di solito vedo roba vecchia che si può vedere sul web gratis, ma non fossilizziamoci sulle pagliuzze nell’occhio del recensore!
Le animazioni sono superbe, un tripudio di colori, i personaggi sono caratterizzati abbastanza come i soliti di un battle shonen, ma, se piace il genere, non ti saranno certo antipatici, le musiche sono fantastiche, il ritmo della narrazione è veloce e non ti abbandona alla noia per quasi due ore, la logica... la logica di certe trovate è dubbia. Premetto che ci saranno cambiamenti di forma di alcuni personaggi e dei loro robot, e la spiegazione scientifica è assai dubbia, e, anche se la scienza è parte del film, essa è una scusa per i combattimenti e per giustificare ciò che altrimenti non si spiega. Mi sono piaciuti sia Galo sia Lio, ma credo che il merito del successo va al vero villain del film, di cui però non dico niente: partito come un bravo ragazzo, in realtà si dimostra un mostro deviato...
Non avevo mai provato niente dello studio Trigger, ma sapevo lavorasse bene, e questa è la dimostrazione. Faccio i miei complimenti a tutto lo staff: sceneggiatore (Kazuki Nakashima), regista (Hiroyuki Imaishi), a colui che si è dedicato al design, anche se un po’ troppo americano per i personaggi e un po’ strampalato per i mezzi. Bravi.
Il mio voto è otto e mezzo, e lo consiglio agli amanti dei combattimenti, della fantascienza e dei robot.
Secondo me in questo caso la storia non conta, l'innovazione di questo anime sta tutta nell'animazione. La storia è frettolosa, superficiale, ma ripeto, non conta.
Lo stile grafico, oserei dire per simbologie o metafore, è altamente innovativo: le fiamme non sono rappresentate come fiamme, sono solo il simbolo delle fiamme; il mecha-design non è coerente, è solo il simbolo del mecha; non ci si preoccupa neanche di rispettare la forza di gravità né la prospettiva, i personaggi a volte siedono tranquillamente su una parete (boh, credo), le proporzioni sono sempre stravolte.
Io ho trovato molto interessante come si punti a raccontare una storia, di farla capire e vivere allo spettatore, andando molto al di là delle convenzioni del realismo. Non è che mi sia piaciuto alla follia, ma devo dire che mi ha intrigato parecchio. Da vedere.
Lo stile grafico, oserei dire per simbologie o metafore, è altamente innovativo: le fiamme non sono rappresentate come fiamme, sono solo il simbolo delle fiamme; il mecha-design non è coerente, è solo il simbolo del mecha; non ci si preoccupa neanche di rispettare la forza di gravità né la prospettiva, i personaggi a volte siedono tranquillamente su una parete (boh, credo), le proporzioni sono sempre stravolte.
Io ho trovato molto interessante come si punti a raccontare una storia, di farla capire e vivere allo spettatore, andando molto al di là delle convenzioni del realismo. Non è che mi sia piaciuto alla follia, ma devo dire che mi ha intrigato parecchio. Da vedere.
Trenta anni prima della narrazione, il mondo venne scosso da strani avvenimenti che diventarono nel tempo sempre più incessanti. Tra le genti, incominciò a circolare uno strano potere che, andando successivamente fuori controllo, causò incendi ed esplosioni in vari parti del pianeta. Queste catastrofi provocarono innumerevoli vittime, fino a quando non si incominciò ad istituire un corpo antincendio chiamato Burning Rescue. Questi eroi aiutarono gli umani in difficoltà e respinsero la maggior parte di tutte quelle persone dai poteri ormai fuori controllo, i quali vennero chiamati burnish.
Ritornando al tempo della narrazione, molti di questi burnish vengono catturati, e altri si organizzano per sopravvivere nel mondo, insieme al potere di questa fiamma (quasi) incontrollabile. La Freeze Force, attraverso le loro armi contenti ghiaccio allo zero assoluto, è una nuova organizzazione che si occuperà invece di rintracciare e neutralizzare questi potenziali pericoli in agguato. Protagonisti assoluti del film sono Garo e Lio. Il primo è un pompiere del Burning Rescue che si distingue dagli altri per il suo coraggio, invece Lio è il capo di quei ribelli che cercano di far fuggire, dalla Freeze Force, tutti quei burnish che ancora non riescono a controllare bene le fiamme. Alla fine il loro incontrò potrà arrivare anche a stanare una potenziale minaccia a livello planetario.
Com’è rappresentato il film?
Hiroyuki Imaishi e il suo team hanno di sicuro progettato l’anime prendendo spunto dai personaggi di “Kill la Kill” e dagli sfondi di “Tengen Toppa Gurren Lagann”, assicurandoci quel misto di follia e dinamicità che pervade tutte le loro opere. L’anime si distingue per il suo design squadrato; ogni cosa, tipo case, grattacieli, armi e munizioni e persino il riflesso della luce solare è caratterizzata da linee dritte, quadrate, rettangolari. Un design che riflette la mentalità matematica e fantascientifica dell’anime perché, diciamoci la verità, i fatti narrati sono veramente utopici, anche se però vicini alle ricerche che tutt’oggi noi continuiamo a svolgere. Motori in grado di viaggiare quasi pari passo con gli anni luce oppure bonificare un pianeta sconosciuto rendendo alcune porzioni fertili (terra formazioni) o strumenti in grado di trovare velocemente acqua in un substrato roccioso sono tutte cose che già da un po’ di tempo si stanno pensando e attuando, anche se in fase embrionale. L’anime, in chiave prettamente d’azione, riesce a parlare di questi argomenti che in un futuro potranno rivoluzionare la nostra intera esistenza.
All’inizio l’animazione sconvolge lo spettatore, mettendolo a nudo di fronte alla grande dinamicità che pervade l’opera già dai primi minuti. Poi però i vari avvenimenti diventano meno rocamboleschi, lasciando che la trama racconti, anche da un punto di vista sentimentale e iconico, le varie vicende.
A parte i protagonisti, fanno la loro comparsa burnish che vengono ingiustamente puniti e altri componenti del team di Garo, ma non hanno un significato particolare, infatti essi sono solo messi in scena come semplici supporti. Nel resto, gli scontri sono ciò che coinvolgono lo spettatore maggiormente. Un’esplosione di colpi, battute a catena che si fondono con i materiali distrutti, tutto attraverso un’animazione maniacale che, nonostante la sua difficile realizzazione, scorre fluida ai nostri occhi e non ci annoia. La Terra esplode in tanti pezzi geometrici e si ricompone e poi esplode di nuovo, creando un ciclo di ricostruzione e distruzione che ci sta coerentemente con tutta la filosofia creatasi in questo film.
Cosa mi ha comunicato?
Nonostante le varie virtù elencate in precedenza, certe situazioni vengono abbozzate e spiegate superficialmente. In realtà, secondo me, ci vorrebbe una serie anime di molti episodi per poter spiegare al meglio tutti quei temi geologici e fisici che ci fa osservare. Questo lo penalizza un po’, facendolo apparire come un qualunque film d’azione ma realizzato con molta cura. Anche la dinamicità eccessiva può inizialmente disorientale lo spettatore, almeno fino a quando le situazioni incominciano a stabilizzarsi.
Però non è finita qui, e posso affermare che il film non mi ha lasciato indifferente: la contrapposizione tra ghiaccio e fuoco, la scintilla che si spegne e si accende in un mare composto dalla mescolanza di colori blu e rosso ci fa capire questo perenne conflitto tra questi due elementi opposti, i quali però non possono che alla fine fondersi e disperdersi nel mondo. Questo corrisponde perfettamente alla linea psicologica dei due protagonisti, i cui cuori si raggelano nelle situazioni in cui si sentono traditi, soli al confronto con l’umanità che li disprezza e li ostacola, oppure si scaldano dopo che essi hanno trovato la risposta alle loro domande, nella fiducia e nell’unione con il prossimo. Tutti e due hanno dei progetti in mente e li vogliono realizzare, sapendo delle possibili perdite ma sempre con l’intento di un mondo migliore e senza rinunciare alla propria personalità.
Un’altra nota positiva è anche la musica di Hiroyuki Sawano, il quale fa un buon lavoro a rendere le scene più epiche di come già lo possono sembrare. La lirica e la musica pop si fondono per formare quella melodia che caratterizza quel senso di ribellione (sia da parte dei burnish che della Terra stessa) che sta alla base di tutto il film.
Tutto sommato l’anime è stato interessante, e offre regia, animazione e musica ad ottimi livelli, quindi, per me, il film può meritare tranquillamente un 8.
Ritornando al tempo della narrazione, molti di questi burnish vengono catturati, e altri si organizzano per sopravvivere nel mondo, insieme al potere di questa fiamma (quasi) incontrollabile. La Freeze Force, attraverso le loro armi contenti ghiaccio allo zero assoluto, è una nuova organizzazione che si occuperà invece di rintracciare e neutralizzare questi potenziali pericoli in agguato. Protagonisti assoluti del film sono Garo e Lio. Il primo è un pompiere del Burning Rescue che si distingue dagli altri per il suo coraggio, invece Lio è il capo di quei ribelli che cercano di far fuggire, dalla Freeze Force, tutti quei burnish che ancora non riescono a controllare bene le fiamme. Alla fine il loro incontrò potrà arrivare anche a stanare una potenziale minaccia a livello planetario.
Com’è rappresentato il film?
Hiroyuki Imaishi e il suo team hanno di sicuro progettato l’anime prendendo spunto dai personaggi di “Kill la Kill” e dagli sfondi di “Tengen Toppa Gurren Lagann”, assicurandoci quel misto di follia e dinamicità che pervade tutte le loro opere. L’anime si distingue per il suo design squadrato; ogni cosa, tipo case, grattacieli, armi e munizioni e persino il riflesso della luce solare è caratterizzata da linee dritte, quadrate, rettangolari. Un design che riflette la mentalità matematica e fantascientifica dell’anime perché, diciamoci la verità, i fatti narrati sono veramente utopici, anche se però vicini alle ricerche che tutt’oggi noi continuiamo a svolgere. Motori in grado di viaggiare quasi pari passo con gli anni luce oppure bonificare un pianeta sconosciuto rendendo alcune porzioni fertili (terra formazioni) o strumenti in grado di trovare velocemente acqua in un substrato roccioso sono tutte cose che già da un po’ di tempo si stanno pensando e attuando, anche se in fase embrionale. L’anime, in chiave prettamente d’azione, riesce a parlare di questi argomenti che in un futuro potranno rivoluzionare la nostra intera esistenza.
All’inizio l’animazione sconvolge lo spettatore, mettendolo a nudo di fronte alla grande dinamicità che pervade l’opera già dai primi minuti. Poi però i vari avvenimenti diventano meno rocamboleschi, lasciando che la trama racconti, anche da un punto di vista sentimentale e iconico, le varie vicende.
A parte i protagonisti, fanno la loro comparsa burnish che vengono ingiustamente puniti e altri componenti del team di Garo, ma non hanno un significato particolare, infatti essi sono solo messi in scena come semplici supporti. Nel resto, gli scontri sono ciò che coinvolgono lo spettatore maggiormente. Un’esplosione di colpi, battute a catena che si fondono con i materiali distrutti, tutto attraverso un’animazione maniacale che, nonostante la sua difficile realizzazione, scorre fluida ai nostri occhi e non ci annoia. La Terra esplode in tanti pezzi geometrici e si ricompone e poi esplode di nuovo, creando un ciclo di ricostruzione e distruzione che ci sta coerentemente con tutta la filosofia creatasi in questo film.
Cosa mi ha comunicato?
Nonostante le varie virtù elencate in precedenza, certe situazioni vengono abbozzate e spiegate superficialmente. In realtà, secondo me, ci vorrebbe una serie anime di molti episodi per poter spiegare al meglio tutti quei temi geologici e fisici che ci fa osservare. Questo lo penalizza un po’, facendolo apparire come un qualunque film d’azione ma realizzato con molta cura. Anche la dinamicità eccessiva può inizialmente disorientale lo spettatore, almeno fino a quando le situazioni incominciano a stabilizzarsi.
Però non è finita qui, e posso affermare che il film non mi ha lasciato indifferente: la contrapposizione tra ghiaccio e fuoco, la scintilla che si spegne e si accende in un mare composto dalla mescolanza di colori blu e rosso ci fa capire questo perenne conflitto tra questi due elementi opposti, i quali però non possono che alla fine fondersi e disperdersi nel mondo. Questo corrisponde perfettamente alla linea psicologica dei due protagonisti, i cui cuori si raggelano nelle situazioni in cui si sentono traditi, soli al confronto con l’umanità che li disprezza e li ostacola, oppure si scaldano dopo che essi hanno trovato la risposta alle loro domande, nella fiducia e nell’unione con il prossimo. Tutti e due hanno dei progetti in mente e li vogliono realizzare, sapendo delle possibili perdite ma sempre con l’intento di un mondo migliore e senza rinunciare alla propria personalità.
Un’altra nota positiva è anche la musica di Hiroyuki Sawano, il quale fa un buon lavoro a rendere le scene più epiche di come già lo possono sembrare. La lirica e la musica pop si fondono per formare quella melodia che caratterizza quel senso di ribellione (sia da parte dei burnish che della Terra stessa) che sta alla base di tutto il film.
Tutto sommato l’anime è stato interessante, e offre regia, animazione e musica ad ottimi livelli, quindi, per me, il film può meritare tranquillamente un 8.
Concluso il re-watch di "Promare", mi sento pronta ad esprimere la mia opinione non richiesta.
Il film, come ci si aspettava, è esageratissimo, colorato e vivace. Character design divertente e luminoso, animazioni curate e dinamiche. Le musiche, superfluo dirlo trattandosi di Hiroyuki Sawano, stupende, adatte all’atmosfera, restano in testa anche nei giorni successivi alla visione. Le scene di azione, è il caso di dirlo, infiammano, in un mix di incendi multicolore, armature tamarre, veicoli militari giganteschi e robot alti come palazzi.
Arriviamo ora ai due punti deboli del film, cercando per quanto possibile di evitare lo spoiler: la trama e il villain.
La trama complessivamente regge, ma sono state introdotte una serie di complicazioni e spiegazioni pseudo-scientifiche nel tentativo di renderla più complessa e dare un senso di profondità maggiore al film. Le spiegazioni di questo genere in un film, a mio parere, possono essere di due tipologie: abbastanza dettagliate da sembrare pienamente sensate e coerenti nel quadro fantascientifico disegnato, oppure completamente esagerate, folli e divertenti. "Promare" purtroppo sta nel mezzo, abbozzando in una decina di minuti delle spiegazioni che sanno più di appiccicato a posteriori che di programmato a priori e che, inoltre, non aggiungono quasi nulla ai progetti dei protagonisti: senza fare spoiler, a loro come allo spettatore era già chiaro sia che il progetto del villain non fosse la strada giusta sia quale dovesse essere la soluzione alternativa da cercare.
A gusto mio ne va a perdere anche il messaggio del film: quella che all’inizio sembra più una trama incentrata sullo scontro tra due specie che devono imparare a gestire le proprie differenze e ad aiutarsi invece che trattare la minoranza come sacrificabile, si rivela poi essere una trama di carattere catastrofico in cui la minoranza va sì salvata, ma perché altrimenti ci rimetterebbe anche la maggioranza.
Per quanto riguarda il villain, all’inizio ha una caratterizzazione sensata: è effettivamente una persona che non si fa molti scrupoli, ma perché convinto del fatto che le sue azioni sono le uniche percorribili per la risoluzione di un problema. Invece, successivamente, nell’approfondimento del suo passato, molte delle sue azioni risultano essere solo cattiverie gratuite, sproporzionate alla motivazione da cui sono mosse o addirittura insensate, trasformandolo in una persona semplicemente malvagia, arrivista, crudele, negativa sotto ogni aspetto. Non esistono più sfumature di grigi, ma solo bianchi e neri.
In conclusione: il film è godibilissimo e divertente, la trama fila senza particolari contraddizioni, ma ha un po’ il sapore di “complicata a posteriori”. Come film di intrattenimento funziona.
Voto complessivo: 7,5.
Il film, come ci si aspettava, è esageratissimo, colorato e vivace. Character design divertente e luminoso, animazioni curate e dinamiche. Le musiche, superfluo dirlo trattandosi di Hiroyuki Sawano, stupende, adatte all’atmosfera, restano in testa anche nei giorni successivi alla visione. Le scene di azione, è il caso di dirlo, infiammano, in un mix di incendi multicolore, armature tamarre, veicoli militari giganteschi e robot alti come palazzi.
Arriviamo ora ai due punti deboli del film, cercando per quanto possibile di evitare lo spoiler: la trama e il villain.
La trama complessivamente regge, ma sono state introdotte una serie di complicazioni e spiegazioni pseudo-scientifiche nel tentativo di renderla più complessa e dare un senso di profondità maggiore al film. Le spiegazioni di questo genere in un film, a mio parere, possono essere di due tipologie: abbastanza dettagliate da sembrare pienamente sensate e coerenti nel quadro fantascientifico disegnato, oppure completamente esagerate, folli e divertenti. "Promare" purtroppo sta nel mezzo, abbozzando in una decina di minuti delle spiegazioni che sanno più di appiccicato a posteriori che di programmato a priori e che, inoltre, non aggiungono quasi nulla ai progetti dei protagonisti: senza fare spoiler, a loro come allo spettatore era già chiaro sia che il progetto del villain non fosse la strada giusta sia quale dovesse essere la soluzione alternativa da cercare.
A gusto mio ne va a perdere anche il messaggio del film: quella che all’inizio sembra più una trama incentrata sullo scontro tra due specie che devono imparare a gestire le proprie differenze e ad aiutarsi invece che trattare la minoranza come sacrificabile, si rivela poi essere una trama di carattere catastrofico in cui la minoranza va sì salvata, ma perché altrimenti ci rimetterebbe anche la maggioranza.
Per quanto riguarda il villain, all’inizio ha una caratterizzazione sensata: è effettivamente una persona che non si fa molti scrupoli, ma perché convinto del fatto che le sue azioni sono le uniche percorribili per la risoluzione di un problema. Invece, successivamente, nell’approfondimento del suo passato, molte delle sue azioni risultano essere solo cattiverie gratuite, sproporzionate alla motivazione da cui sono mosse o addirittura insensate, trasformandolo in una persona semplicemente malvagia, arrivista, crudele, negativa sotto ogni aspetto. Non esistono più sfumature di grigi, ma solo bianchi e neri.
In conclusione: il film è godibilissimo e divertente, la trama fila senza particolari contraddizioni, ma ha un po’ il sapore di “complicata a posteriori”. Come film di intrattenimento funziona.
Voto complessivo: 7,5.
Beh, che dire? "Promare" è un film dello studio Trigger. Quando si parla di studio Trigger, automaticamente le pretese diventano alte, e "Promare" riesce egregiamente a rispettare queste aspettative. Partiamo subito dicendo che è veramente una vera e propria chicca della grafica in CGI, non avrei mai immaginato che qualcosa in CGI potesse essere così spettacolare. Semplicemente è tutto perfetto, con aggiunta di forme geometriche che rendono il film ancora più sensazionale! Le OST sono spettacolari e riescono a tenerti sempre con la voglia di continuare il film. I combattimenti sono tutti a un livello altissimo e molto, ma molto belli. Il film riprende molte citazioni e personaggi da molte opere ben note degli Studio Trigger e Gainax, specialmente "Tengen Toppa Gurren Lagann". Il protagonista Galo è una copia esatta di Kamina di "Tengen Toppa Gurren Lagann", e ciò porta molta nostalgia. Ovviamente ci sono qualche piccola incongruenza e un paio di background tralasciati, ma tutto sommato, trattandosi di un film con una durata limitata, è molto più di ciò che ci si aspetterebbe normalmente da un film.
Tra i pro: grafica sensazionale (potrebbe dare noia ad alcuni); OST che calzano a pennello; combattimenti di altissima qualità; molte citazioni di opere (soprattutto "Tengen Toppa Gurren Lagann", che io amo!); i mecha, troppo belli.
Tra i contro: la trama ha dei buchi in alcune parti; alcune introduzioni di personaggi un po' troppo random; mancanza di background di quasi tutti i personaggi secondari.
Voto: 9/10
Parere personale: non vedevo un capolavoro del genere da almeno dieci anni. È veramente, ma veramente bello! Sinceramente ho pianto dall'inizio del film a tempo indeterminato, sono troppe le citazioni a "Tengen Toppa Gurren Lagann", che rimane il mio anime preferito, mi ha portato una nostalgia senza fine. Film meritatissimo! Uno dei migliori che io abbia mai visto!
Ardo dalla voglia di spegnere incendi!
Tra i pro: grafica sensazionale (potrebbe dare noia ad alcuni); OST che calzano a pennello; combattimenti di altissima qualità; molte citazioni di opere (soprattutto "Tengen Toppa Gurren Lagann", che io amo!); i mecha, troppo belli.
Tra i contro: la trama ha dei buchi in alcune parti; alcune introduzioni di personaggi un po' troppo random; mancanza di background di quasi tutti i personaggi secondari.
Voto: 9/10
Parere personale: non vedevo un capolavoro del genere da almeno dieci anni. È veramente, ma veramente bello! Sinceramente ho pianto dall'inizio del film a tempo indeterminato, sono troppe le citazioni a "Tengen Toppa Gurren Lagann", che rimane il mio anime preferito, mi ha portato una nostalgia senza fine. Film meritatissimo! Uno dei migliori che io abbia mai visto!
Ardo dalla voglia di spegnere incendi!
"Promare" è un film anime del 2019, di genere fantascienza, azione, comico, mecha.
Non parlerò molto della trama, dal momento che si tratta di un film di due ore; posso solo dire che, fin da subito, si capirà che ci sono dei misteri, che vedremo svelati nella parte finale dell'opera. Diciamo che parte in piccola scala per arrivare su larghissima scala, come molti anime da cui prende spunto.
Passiamo ora a parlare dell'aspetto grafico, e sicuramente questo è un punto di forza dell'opera: le animazioni sono molto curate e molto belle, questo avviene sicuramente perché parliamo di un film, ma non sempre nei film si hanno animazioni di questo livello, quindi questo aspetto è promosso. L'unica cosa che segnalo è che lo stile di disegno, soprattutto per quanto riguarda gli ambienti, è molto particolare, bello sicuramente, ma, essendo abbastanza particolare, potrebbe non piacere a tutti.
Anche il lato musicale è molto bello: un altro punto pienamente promosso, poi, avendolo visto (e sentito) al cinema, rende ovviamente di più.
Parliamo adesso della caratterizzazione dei personaggi: molti dei personaggi che troviamo qui sono ispirati a quelli di altre opere passate, dello studio Gainax e dello studio Trigger; non tutti ovviamente, ma molti sì, comunque i personaggi sono ben caratterizzati, mi sono piaciuti tutti praticamente, altro aspetto pienamente positivo.
Un altro aspetto che mi è piaciuto molto sono i combattimenti, che renderanno estatici i fan dei mecha e della fantascienza in generale.
Come dicevo prima quando parlavo dei personaggi, qui il citazionismo è molto evidente e caratterizzante dell'opera, avendo io visto opere quali "Gurren Lagann", "Kill la Kill", "Gunbuster", "Diebuster", "Darling in The FranXX", "Neon Genesis Evangelion". Il citazionismo è molto evidente, del resto questo è molto comune nelle opere dello studio Trigger, a maggior ragione considerando che il protagonista di questo film è il sosia/clone di Kamina di "Gurren Lagann".
Sia chiaro, non è obbligatorio aver visto queste opere per andare a vedere il film, ma io personalmente lo consiglio caldamente; penso che, non avendole viste e non cogliendo le citazioni, si perda una parte fondamentale del fascino di quest'opera.
La trama è il principale e maggiore punto debole del film, diciamo che è una cosa che ci deve stare tanto per, ovvero per giustificare tutto il resto; a me non è dispiaciuta più di tanto, è abbastanza classica in sé, gli autori hanno anche usato un po' di fantascienza/pseudoscienza con elementi nuovi (questo sì, e gliene va dato atto, sicuramente non è un film che si guarda per la trama in sé).
In conclusione: un'opera veramente interessante, che consiglio caldamente a tutti i fan dei mecha e della fantascienza in generale, soprattutto a chi ha visto molte opere degli studio Trigger e Gainax.
Voto finale: 8,5
Non parlerò molto della trama, dal momento che si tratta di un film di due ore; posso solo dire che, fin da subito, si capirà che ci sono dei misteri, che vedremo svelati nella parte finale dell'opera. Diciamo che parte in piccola scala per arrivare su larghissima scala, come molti anime da cui prende spunto.
Passiamo ora a parlare dell'aspetto grafico, e sicuramente questo è un punto di forza dell'opera: le animazioni sono molto curate e molto belle, questo avviene sicuramente perché parliamo di un film, ma non sempre nei film si hanno animazioni di questo livello, quindi questo aspetto è promosso. L'unica cosa che segnalo è che lo stile di disegno, soprattutto per quanto riguarda gli ambienti, è molto particolare, bello sicuramente, ma, essendo abbastanza particolare, potrebbe non piacere a tutti.
Anche il lato musicale è molto bello: un altro punto pienamente promosso, poi, avendolo visto (e sentito) al cinema, rende ovviamente di più.
Parliamo adesso della caratterizzazione dei personaggi: molti dei personaggi che troviamo qui sono ispirati a quelli di altre opere passate, dello studio Gainax e dello studio Trigger; non tutti ovviamente, ma molti sì, comunque i personaggi sono ben caratterizzati, mi sono piaciuti tutti praticamente, altro aspetto pienamente positivo.
Un altro aspetto che mi è piaciuto molto sono i combattimenti, che renderanno estatici i fan dei mecha e della fantascienza in generale.
Come dicevo prima quando parlavo dei personaggi, qui il citazionismo è molto evidente e caratterizzante dell'opera, avendo io visto opere quali "Gurren Lagann", "Kill la Kill", "Gunbuster", "Diebuster", "Darling in The FranXX", "Neon Genesis Evangelion". Il citazionismo è molto evidente, del resto questo è molto comune nelle opere dello studio Trigger, a maggior ragione considerando che il protagonista di questo film è il sosia/clone di Kamina di "Gurren Lagann".
Sia chiaro, non è obbligatorio aver visto queste opere per andare a vedere il film, ma io personalmente lo consiglio caldamente; penso che, non avendole viste e non cogliendo le citazioni, si perda una parte fondamentale del fascino di quest'opera.
La trama è il principale e maggiore punto debole del film, diciamo che è una cosa che ci deve stare tanto per, ovvero per giustificare tutto il resto; a me non è dispiaciuta più di tanto, è abbastanza classica in sé, gli autori hanno anche usato un po' di fantascienza/pseudoscienza con elementi nuovi (questo sì, e gliene va dato atto, sicuramente non è un film che si guarda per la trama in sé).
In conclusione: un'opera veramente interessante, che consiglio caldamente a tutti i fan dei mecha e della fantascienza in generale, soprattutto a chi ha visto molte opere degli studio Trigger e Gainax.
Voto finale: 8,5
Cosa dire? Questo è stato il mio primo film Trigger, e mi ha totalmente sconvolta!
Non sono mai stata attirata dalle opere di questo studio prima d'ora ("Little Witch Academia" a parte), e in genere le opere troppo "ignoranti" ed eccentriche mi annoiano... ma questa volta è stato diverso. Avevo sentito già dal trailer che questo film avrebbe promesso bene.
E così è stato, esattamente dal primo frame visto al cinema.
Ho avuto brividi, eccitazione, euforia, e ho provato anche momenti di riflessione, tristezza, qualche batticuore (eh sì, c'è anche quello!).
Insomma, "Puromea" (come lo chiamano in giapponese) offre di tutto, ma lo offre con giuste dosi e pensate. I cliché sono tanti, ma l'opera fa di questi la sua forza, ed è qui che si capisce quando una sceneggiatura possa vantare o meno di pilastri ben saldi.
Ho adorato il protagonista, un egregio scemo, e anche Lio con quella bellissima dualità "tratti femminili - ti faccio un c*** così", che ho davvero, davvero amato.
In generale c'è una bella dose di follia, che però non ti fa mai perdere il filo del discorso. Per certi versi, inoltre, mi ha addirittura piacevolmente ricordato il film "Mad Max". Il livello di "ignoranza" ed eccentricità è lo stesso!
Il chara design non rientra propriamente nelle mie corde (capiamoci, sono una divoratrice di shoujo), e la chiara contaminazione dello stile americano non aiuta, ma al tempo stesso tutto torna, il design dei personaggi è semplicemente adatto a tutto ciò che circonda loro.
Per quanto riguarda il concept design in generale, invece, è tutto perfetto. Il film è un tripudio di colori e forme geometriche che io, in quanto graphic designer, ho amato. È un film estremamente "grafico", qualcosa che non si vede spesso.
Per le animazioni è anche inutile che mi esprima. Trigger ha dimostrato come l'animazione possa essere potente anche a livello concretamente fisico, le scene di combattimento erano semplicemente delle bombe, ne ho avvertito tutta la forza addosso. La CGI, che di solito aborro, qui è utilizzata egregiamente, si mescola perfettamente con il suo contorno rendendola praticamente impercettibile. Sai che è lì, ma non è invasiva.
Questo studio ha dimostrato come l'animazione giapponese (e non) abbia confini illimitati, quando si vuole e si lavora con dedizione. E io mi inchino, a chi ancora riesce a portare l'animazione su questi livelli, dove nel primo piano della gerarchia della produzione c'è la dicitura "qualità", e non "quantità".
Unica pecca? I personaggi secondari, forse, a cui sarebbe stato bello offrire un po' più di spazio, perché tutti sembravano a modo loro interessanti. Sono invece stati usati quasi tutti prettamente da contorno. Funziona, eh, non è che non funzioni, però, se devo trovare un difetto, direi questo.
Insomma, come si suol dire... cento di questi "Promare"!
Non sono mai stata attirata dalle opere di questo studio prima d'ora ("Little Witch Academia" a parte), e in genere le opere troppo "ignoranti" ed eccentriche mi annoiano... ma questa volta è stato diverso. Avevo sentito già dal trailer che questo film avrebbe promesso bene.
E così è stato, esattamente dal primo frame visto al cinema.
Ho avuto brividi, eccitazione, euforia, e ho provato anche momenti di riflessione, tristezza, qualche batticuore (eh sì, c'è anche quello!).
Insomma, "Puromea" (come lo chiamano in giapponese) offre di tutto, ma lo offre con giuste dosi e pensate. I cliché sono tanti, ma l'opera fa di questi la sua forza, ed è qui che si capisce quando una sceneggiatura possa vantare o meno di pilastri ben saldi.
Ho adorato il protagonista, un egregio scemo, e anche Lio con quella bellissima dualità "tratti femminili - ti faccio un c*** così", che ho davvero, davvero amato.
In generale c'è una bella dose di follia, che però non ti fa mai perdere il filo del discorso. Per certi versi, inoltre, mi ha addirittura piacevolmente ricordato il film "Mad Max". Il livello di "ignoranza" ed eccentricità è lo stesso!
Il chara design non rientra propriamente nelle mie corde (capiamoci, sono una divoratrice di shoujo), e la chiara contaminazione dello stile americano non aiuta, ma al tempo stesso tutto torna, il design dei personaggi è semplicemente adatto a tutto ciò che circonda loro.
Per quanto riguarda il concept design in generale, invece, è tutto perfetto. Il film è un tripudio di colori e forme geometriche che io, in quanto graphic designer, ho amato. È un film estremamente "grafico", qualcosa che non si vede spesso.
Per le animazioni è anche inutile che mi esprima. Trigger ha dimostrato come l'animazione possa essere potente anche a livello concretamente fisico, le scene di combattimento erano semplicemente delle bombe, ne ho avvertito tutta la forza addosso. La CGI, che di solito aborro, qui è utilizzata egregiamente, si mescola perfettamente con il suo contorno rendendola praticamente impercettibile. Sai che è lì, ma non è invasiva.
Questo studio ha dimostrato come l'animazione giapponese (e non) abbia confini illimitati, quando si vuole e si lavora con dedizione. E io mi inchino, a chi ancora riesce a portare l'animazione su questi livelli, dove nel primo piano della gerarchia della produzione c'è la dicitura "qualità", e non "quantità".
Unica pecca? I personaggi secondari, forse, a cui sarebbe stato bello offrire un po' più di spazio, perché tutti sembravano a modo loro interessanti. Sono invece stati usati quasi tutti prettamente da contorno. Funziona, eh, non è che non funzioni, però, se devo trovare un difetto, direi questo.
Insomma, come si suol dire... cento di questi "Promare"!