Eiga Futari wa Pretty Cure Max Heart 2 - Yukizora no Tomodachi
Ci risiamo. Evidentemente un solo film per “Max Heart” non bastava, così ecco che, quando la stagione è quasi finita, arriva il secondo. Non so in quanti ne sentissero il bisogno all’epoca, ma di sicuro realizzare questo lungometraggio è stata una scelta non giusta, di più, perché gran parte dei difetti del predecessore è scomparsa. Ci sono comunque altri problemi, non è per niente un film perfetto, ma mi è piaciuto molto vedere questo salto di qualità, a testimonianza del fatto che si è prestata molta attenzione a quelli che sono stati gli errori del passato.
Innanzitutto, parlando della trama, si può notare che ancora una volta non differisce quasi per nulla da quella di un episodio normale (il che ci sta, i fan vogliono vedere “Pretty Cure”, non un altro anime): c’è la parte slice of life, dove tutti i personaggi vivono la loro vita in santa pace, in questo caso divertendosi in montagna; c’è la parte d’azione, articolata in circa tre combattimenti; c’è una parte drammatica, in cui le stesse protagoniste si ritrovano perfino a scontrarsi tra di loro; infine c’è il classico ritorno alla normalità, la quiete dopo la tempesta. Tuttavia diventa subito evidente lo sbilanciamento verso una maggiore azione. Se nell’altro film erano presenti molte più scene di vita quotidiana, oltre a pause più estese tra una lotta e l’altra, qui non c’è mai un attimo di tregua (e quando c’è, è soltanto apparente). Il ritmo, pur essendo veloce, non è mai martellante: questo da un lato è negativo, in quanto sacrifica un minimo la credibilità di alcune scene, che avrebbero meritato più spazio per approfondire le tematiche e che invece vengono subito rimpiazzate dalla scena successiva; dall’altro lato, però, la storia è senza dubbio coinvolgente ed è in grado di tenere lo spettatore attaccato allo schermo pur nell’assenza di colpi di scena.
Per quanto riguarda i personaggi, si può dire che ognuno svolga il suo compito, comprese le comparse. Naturalmente ci sono sempre Nagisa e Honoka al centro di tutto, ma questa volta anche Hikari riesce a ritagliarsi un suo spazio e a risultare un minimo utile (per quanto continui a non combattere, e questo non l’ho ancora digerito). I personaggi secondari invece rimangono abbastanza sullo sfondo, inclusi i nuovi ingressi: specialmente questi ultimi risultano abbastanza anonimi, e più in particolare o sembrano un minimo interessanti ma non vengono approfonditi, come nel caso degli scoiattoli volanti, o sono delle semplici scopiazzature di personaggi già esistenti (il Saggio è molto simile al Vecchio di “Futari Wa” anche nel carattere). Eppure questo, tutto sommato, per quanto potesse essere gestito meglio, non va comunque a rovinare la qualità del film: la storia è un’altra, queste comparse non è che servissero poi a molto, dunque meglio che siano loro i personaggi abbozzati.
Diverso è invece il discorso per Hinata, mascotte e protagonista del lungometraggio, e per Freezen e Frozen, tutti e tre abbastanza validi ma allo stesso tempo delle occasioni sprecate. La prima, visto il suo ruolo, avrebbe meritato decisamente più spazio, e invece sono pochissime le scene dedicate a lei, molte delle quali la vedono quasi inerte in quanto imprigionata in un blocco di ghiaccio. Ha comunque il pregio di essere contemporaneamente tenera, per via del suo aspetto, e tosta, questa volta per via del carattere: questa accoppiata non si è mai vista nelle prime due stagioni del franchise, almeno non a questo livello, per cui Hinata è un personaggio originale, che secondo me avrebbe fatto bella figura perfino al di fuori del film e che invece... sta qui e basta, e alla fine fa pure la deus ex machina insieme a Luminous. Freezen e Frozen, dall’altro lato, sono i nemici di turno, anch’essi poco approfonditi in quanto questa (purtroppo) è una caratteristica comune della stragrande maggioranza dei malvagi che hanno a che fare con le guerriere leggendarie. Tuttavia c’è comunque un passo avanti, perlomeno rispetto al film precedente: se lì la strega si muoveva in un contesto interessante ma di contro aveva uno spessore nullo, qui il duo, oltre ad avere un potere diverso dai classici raggi di luce o oscurità, pone anche le basi per un futuro scontro sia sul piano fisico che ideologico. Certo, rimane comunque il rimpianto per non averli visti per più tempo, ma intanto c'è stato un bel progresso.
Riguardo nello specifico gli scontri già menzionati, è inutile sottolineare che siano di buona qualità. Dei piccoli difetti ci sono comunque, sono frettolosi e con dei disegni leggermente più approssimativi rispetto a quelli del primo lungometraggio, ma si tratta di questioni di poco conto, almeno relativamente. La prima lotta è molto classica, si tratta di un semplice scontro con uno Zakenna, non pretenzioso e dinamico quanto basta, e inoltre è utile per porre le basi di ciò che verrà dopo. Le due coppie, da un lato Black e White e dall’altro Freezen e Frozen, non solo si scontreranno reciprocamente in linea con il conflitto bene-male, ma arriveranno anche a combattere fra di loro, e saranno proprio queste lotte a dare valore al film. Ad accomunarle c’è il concetto di dualismo, in realtà sempre stato presente nelle due stagioni di “Futari Wa” (a volte con risvolti comici, presenti anche qui), ma che - e questa è un’altra occasione sprecata per “Max Heart” - non era mai stato approfondito così. Oltre alla solita contrapposizione tra buoni e cattivi, che qui viene accentuata anche dalla differenza dei poteri, da un lato il fuoco di Hinata e dall’altro il ghiaccio di Freezen e Frozen, c’è appunto una lotta anche fra personaggi della stessa fazione. E le Cure, in questo caso, non si limitano a litigare mettendo così in mostra i loro caratteri opposti, ma arrivano proprio a picchiarsi; è vero, lo fanno perché manipolate dai due malvagi, ma poi l’incantesimo si scioglie e loro sono ancora lì, perché c’era un conflitto irrisolto ed erano disposte a portarlo a termine, anche soffrendo fisicamente (a questo proposito, faccio i miei complimenti alla doppiatrice giapponese di Honoka, che è stata molto brava in queste scene e ha reso benissimo ciò che il suo personaggio stava provando). Poi ci sono Freezen e Frozen, tanto diversi dalle Cure quanto simili: vogliono competere con le protagoniste ritenendosi il duo migliore, ma si ritrovano a essere sconfitti non solo per la loro debolezza (o meglio, per l’eccessiva forza delle altre, potenziate da un deus ex machina), ma anche perché litigano fra di loro, non pensando di doversi impegnare per essere sul serio i migliori.
E ora passiamo al lato tecnico. Non voglio soffermarmi su animazioni e disegni, perché non c’è praticamente nient’altro da dire, bensì vorrei spendere qualche parolina sulle ambientazioni, abbastanza degne di nota se paragonate a ciò che “Futari Wa” e lo scorso film ci hanno abituato. In sé non sono eclatanti (in ordine sono una montagna innevata, un mondo magico fra le nuvole e lo stesso mondo però ghiacciato), ma fanno una bella figura anche grazie ai colori luminosi con cui queste zone sono rappresentate. In più appunto sono diverse dalle solite dell’universo in cui si muovono tutti i personaggi, pensiamo ad esempio alla poco dettagliata Dotsuku o alla città dai colori spenti in cui abitano le protagoniste, dunque si nota anche qui un maggiore impegno. E poi, anche se non si tratta di una location, è impossibile non citare anche i nuovi costumi delle Cure: sono pacchiani, sì, come praticamente tutti i potenziamenti nel franchise, ma almeno sono fatti bene, evitando soprattutto l’errore di ricolorarli e basta (e dunque finalmente il costume di Black ha avuto giustizia).
Infine c’è la colonna sonora. È memorabile? No, ma almeno è gradevole e non risulta mai fuori posto, ad eccezione forse dell’ending, unico brano non strumentale insieme all’opening, che ha un tono sbarazzino che si adatta male a un film ricco di momenti intensi e con un’atmosfera invernale piuttosto delicata. Per il resto, non ho notato problemi: ogni scena, che fosse leggera o meno, aveva un sottofondo appropriato, in grado di coinvolgere lo spettatore in maniera efficace.
In conclusione, devo dire che questo secondo film di “Max Heart” risulta migliore non solo dell’altro di qualche mese prima, ma anche della serie stessa da cui è tratto, per il lato tecnico ma soprattutto per la storia. Quest’ultima in entrambi i casi non aggiunge nulla alla trama, i personaggi non evolvono, ma almeno il lungometraggio compensa l’esiguità di eventi da raccontare con una durata per ovvi motivi minore rispetto a quella di una serie intera. Il mio voto è dunque un 7 ½. Forse è troppo alto per via dei difetti che oggettivamente presenta, però mi ha comunque dato delle emozioni che io non posso trascurare.
Innanzitutto, parlando della trama, si può notare che ancora una volta non differisce quasi per nulla da quella di un episodio normale (il che ci sta, i fan vogliono vedere “Pretty Cure”, non un altro anime): c’è la parte slice of life, dove tutti i personaggi vivono la loro vita in santa pace, in questo caso divertendosi in montagna; c’è la parte d’azione, articolata in circa tre combattimenti; c’è una parte drammatica, in cui le stesse protagoniste si ritrovano perfino a scontrarsi tra di loro; infine c’è il classico ritorno alla normalità, la quiete dopo la tempesta. Tuttavia diventa subito evidente lo sbilanciamento verso una maggiore azione. Se nell’altro film erano presenti molte più scene di vita quotidiana, oltre a pause più estese tra una lotta e l’altra, qui non c’è mai un attimo di tregua (e quando c’è, è soltanto apparente). Il ritmo, pur essendo veloce, non è mai martellante: questo da un lato è negativo, in quanto sacrifica un minimo la credibilità di alcune scene, che avrebbero meritato più spazio per approfondire le tematiche e che invece vengono subito rimpiazzate dalla scena successiva; dall’altro lato, però, la storia è senza dubbio coinvolgente ed è in grado di tenere lo spettatore attaccato allo schermo pur nell’assenza di colpi di scena.
Per quanto riguarda i personaggi, si può dire che ognuno svolga il suo compito, comprese le comparse. Naturalmente ci sono sempre Nagisa e Honoka al centro di tutto, ma questa volta anche Hikari riesce a ritagliarsi un suo spazio e a risultare un minimo utile (per quanto continui a non combattere, e questo non l’ho ancora digerito). I personaggi secondari invece rimangono abbastanza sullo sfondo, inclusi i nuovi ingressi: specialmente questi ultimi risultano abbastanza anonimi, e più in particolare o sembrano un minimo interessanti ma non vengono approfonditi, come nel caso degli scoiattoli volanti, o sono delle semplici scopiazzature di personaggi già esistenti (il Saggio è molto simile al Vecchio di “Futari Wa” anche nel carattere). Eppure questo, tutto sommato, per quanto potesse essere gestito meglio, non va comunque a rovinare la qualità del film: la storia è un’altra, queste comparse non è che servissero poi a molto, dunque meglio che siano loro i personaggi abbozzati.
Diverso è invece il discorso per Hinata, mascotte e protagonista del lungometraggio, e per Freezen e Frozen, tutti e tre abbastanza validi ma allo stesso tempo delle occasioni sprecate. La prima, visto il suo ruolo, avrebbe meritato decisamente più spazio, e invece sono pochissime le scene dedicate a lei, molte delle quali la vedono quasi inerte in quanto imprigionata in un blocco di ghiaccio. Ha comunque il pregio di essere contemporaneamente tenera, per via del suo aspetto, e tosta, questa volta per via del carattere: questa accoppiata non si è mai vista nelle prime due stagioni del franchise, almeno non a questo livello, per cui Hinata è un personaggio originale, che secondo me avrebbe fatto bella figura perfino al di fuori del film e che invece... sta qui e basta, e alla fine fa pure la deus ex machina insieme a Luminous. Freezen e Frozen, dall’altro lato, sono i nemici di turno, anch’essi poco approfonditi in quanto questa (purtroppo) è una caratteristica comune della stragrande maggioranza dei malvagi che hanno a che fare con le guerriere leggendarie. Tuttavia c’è comunque un passo avanti, perlomeno rispetto al film precedente: se lì la strega si muoveva in un contesto interessante ma di contro aveva uno spessore nullo, qui il duo, oltre ad avere un potere diverso dai classici raggi di luce o oscurità, pone anche le basi per un futuro scontro sia sul piano fisico che ideologico. Certo, rimane comunque il rimpianto per non averli visti per più tempo, ma intanto c'è stato un bel progresso.
Riguardo nello specifico gli scontri già menzionati, è inutile sottolineare che siano di buona qualità. Dei piccoli difetti ci sono comunque, sono frettolosi e con dei disegni leggermente più approssimativi rispetto a quelli del primo lungometraggio, ma si tratta di questioni di poco conto, almeno relativamente. La prima lotta è molto classica, si tratta di un semplice scontro con uno Zakenna, non pretenzioso e dinamico quanto basta, e inoltre è utile per porre le basi di ciò che verrà dopo. Le due coppie, da un lato Black e White e dall’altro Freezen e Frozen, non solo si scontreranno reciprocamente in linea con il conflitto bene-male, ma arriveranno anche a combattere fra di loro, e saranno proprio queste lotte a dare valore al film. Ad accomunarle c’è il concetto di dualismo, in realtà sempre stato presente nelle due stagioni di “Futari Wa” (a volte con risvolti comici, presenti anche qui), ma che - e questa è un’altra occasione sprecata per “Max Heart” - non era mai stato approfondito così. Oltre alla solita contrapposizione tra buoni e cattivi, che qui viene accentuata anche dalla differenza dei poteri, da un lato il fuoco di Hinata e dall’altro il ghiaccio di Freezen e Frozen, c’è appunto una lotta anche fra personaggi della stessa fazione. E le Cure, in questo caso, non si limitano a litigare mettendo così in mostra i loro caratteri opposti, ma arrivano proprio a picchiarsi; è vero, lo fanno perché manipolate dai due malvagi, ma poi l’incantesimo si scioglie e loro sono ancora lì, perché c’era un conflitto irrisolto ed erano disposte a portarlo a termine, anche soffrendo fisicamente (a questo proposito, faccio i miei complimenti alla doppiatrice giapponese di Honoka, che è stata molto brava in queste scene e ha reso benissimo ciò che il suo personaggio stava provando). Poi ci sono Freezen e Frozen, tanto diversi dalle Cure quanto simili: vogliono competere con le protagoniste ritenendosi il duo migliore, ma si ritrovano a essere sconfitti non solo per la loro debolezza (o meglio, per l’eccessiva forza delle altre, potenziate da un deus ex machina), ma anche perché litigano fra di loro, non pensando di doversi impegnare per essere sul serio i migliori.
E ora passiamo al lato tecnico. Non voglio soffermarmi su animazioni e disegni, perché non c’è praticamente nient’altro da dire, bensì vorrei spendere qualche parolina sulle ambientazioni, abbastanza degne di nota se paragonate a ciò che “Futari Wa” e lo scorso film ci hanno abituato. In sé non sono eclatanti (in ordine sono una montagna innevata, un mondo magico fra le nuvole e lo stesso mondo però ghiacciato), ma fanno una bella figura anche grazie ai colori luminosi con cui queste zone sono rappresentate. In più appunto sono diverse dalle solite dell’universo in cui si muovono tutti i personaggi, pensiamo ad esempio alla poco dettagliata Dotsuku o alla città dai colori spenti in cui abitano le protagoniste, dunque si nota anche qui un maggiore impegno. E poi, anche se non si tratta di una location, è impossibile non citare anche i nuovi costumi delle Cure: sono pacchiani, sì, come praticamente tutti i potenziamenti nel franchise, ma almeno sono fatti bene, evitando soprattutto l’errore di ricolorarli e basta (e dunque finalmente il costume di Black ha avuto giustizia).
Infine c’è la colonna sonora. È memorabile? No, ma almeno è gradevole e non risulta mai fuori posto, ad eccezione forse dell’ending, unico brano non strumentale insieme all’opening, che ha un tono sbarazzino che si adatta male a un film ricco di momenti intensi e con un’atmosfera invernale piuttosto delicata. Per il resto, non ho notato problemi: ogni scena, che fosse leggera o meno, aveva un sottofondo appropriato, in grado di coinvolgere lo spettatore in maniera efficace.
In conclusione, devo dire che questo secondo film di “Max Heart” risulta migliore non solo dell’altro di qualche mese prima, ma anche della serie stessa da cui è tratto, per il lato tecnico ma soprattutto per la storia. Quest’ultima in entrambi i casi non aggiunge nulla alla trama, i personaggi non evolvono, ma almeno il lungometraggio compensa l’esiguità di eventi da raccontare con una durata per ovvi motivi minore rispetto a quella di una serie intera. Il mio voto è dunque un 7 ½. Forse è troppo alto per via dei difetti che oggettivamente presenta, però mi ha comunque dato delle emozioni che io non posso trascurare.
<b>Attenzione: la recensione contiene spoiler</b>
Quando si parla di amicizia, vi sono moltissimi volti, ma due tipi di amicizia in particolare verranno trattati in questa storia: parliamo di "vere amicizie" e "false amicizie", il tutto dipende dal tipo di sincerità che un legame offre. Perché dico questo? Perché proprio l'amicizia è il tema di questo secondo appuntamento cinematografico della saga delle "Pretty Cure".
Ambientato, probabilmente, prima del rush finale di "Max Heart", vediamo Nagisa e Honoka in gita scolastica in montagna, seguite anche da Hikari e Akane, che apriranno un chioschetto in zona. Le ragazze proveranno moltissimi sport, tra cui lo sci e lo snowboard, in particolare Nagisa, che tenterà così di farsi notare dal suo interesse amoroso Fuji-P. Peccato che lei non farà altro che collezionare cadute, mentre Honoka al contrario riesce a prenderci la mano, aiutata proprio da Fuji-P. Vedere i due in un'intesa così alta, dovuta al fatto che i due sono amici d'infanzia, pungerà non poco l'orgoglio di Nagisa e, in una serie di equivoci, le due ragazze finiranno col litigare, e stavolta le possibilità di fare pace sono molto basse. In tutto questo trambusto, Hikari, mentre dà una mano al chioschetto di Akane, troverà quello che sembra essere un uovo, insolitamente caldo, dal momento che tutta la neve intorno si scioglie. E poco tempo dopo, davanti alle tre ragazze, si schiude, facendo uscire una sorta di uccellino, che poco dopo legherà molto sia con Hikari che con le fate Pollun e Lulun. Il piccolino avrà quindi un nome: Hinata.
Ma, poco dopo, mentre Honoka e Nagisa finiscono col discutere per l'episodio avvenuto sulle piste, spunta uno Zakenna, costringendo le due ragazze a passare all'azione; infine riescono a sconfiggerlo. Ma Hikari ha notato un particolare preoccupante, durante il combattimento: le ragazze non erano affatto affiatate come al solito, e una, pur senza saperlo, ha messo nei guai l'altra. Le ragazze, vergognatesi per lo spiacevole episodio, trascorrono la serata in albergo separate, cercando ognuna un consiglio per fare pace con l'altra. E, mentre Honoka cerca consigli mediante Mipple, Nagisa, invece, dopo aver raccontato tutto, o quasi, cerca consigli dalle sue amiche Rina e Shiho. E proprio Shiho racconterà il discorso scritto sopra sulle vere e false amicizie. Mentre le due ragazze si chiedono se il loro legame di amicizia sia effettivamente autentico, ecco che per coincidenza si incontrano, ma, neanche il tempo di parlare, che fanno l'apparizione due strani individui, che portano il nome di Vecchio saggio e Uta. Raggiunti da Hikari, con appresso Hinata, ottengono delle spiegazioni. I due vengono dal Giardino delle nuvole, un continente sospeso nel cielo, e Hinata è in realtà un cucciolo di quello che diventerà la leggendaria Fenice, ed erano diretti al Giardino della luce per ottenere la benedizione della omonima Regina (ignari però dei fatti attuali). Decidono quindi di invitare i cosiddetti "badanti" di Hinata nel loro Paese. Ma dopo pochi istanti di felicità la situazione si fa "letteralmente" da brivido. Infatti il cielo si fa nero, e comincia a nevicare, nevicata che nel corso delle vicende diventerà una vera e propria burrasca, e fanno irruzione due sinistri individui: Freezen (non è imparentato con Freezer di "Dragonball") e Frozen (no, niente panico, non c'entra niente il film omonimo, anche perché manco era uscito... scusate le battute, ma mi sono venute sul momento), dotati, non a caso, di poteri congelanti, e anche loro superstiti di Dotsuku (sono stati loro a mandare in azione quello Zakenna). Il loro obiettivo è uno, Hinata: senza infatti la nascita della Fenice, il mondo cadrà in una vera e propria era glaciale, in modo da poterlo dominare. Lo scontro è inevitabile, ma le tre guerriere sono fuori combattimento, infatti Nagisa e Honoka sono ancora fuori affiatamento, mentre i due guerrieri di ghiaccio, invece, hanno una sintonia micidiale; infine, con il loro micidiale attacco combinato "tempesta congelante", riescono perfino a neutralizzare il Marble Screw Max Sparkle. Hinata viene rinchiusa in una gabbia di ghiaccio, in grado di non far fuoriuscire calore, e si ritira nel loro castello di ghiaccio. Ma si sa, le Pretty Cure, non famose per le facili rese, senza pensarci due volte, si dirigono nel loro castello, ma lo scenario è destinato a precipitare: Luminos viene separata, mentre tenta di liberare Hinata, e a Cure Black e Cure White tocca un fato ben peggiore: catapultate in una sottospecie di arena, i due guerrieri, per loro sadico divertimento, congelano letteralmente i sentimenti di Cure Black, riducendola a una marionetta in attesa di ordini, e l'ordine è tremendo, attaccare Cure White, che lei esegue.
Siamo nel peggior scenario possibile: le due leggendarie guerriere, compagne di tante battaglie, ora sono l'una contro l'altra. Honoka però decide di non reagire, subendo gli aggressivi attacchi di Nagisa. Freezen e Frozen, annoiati, decidono di dare lo stesso trattamento anche a Cure White, ma proprio in quel momento Cure Black, a furia di attaccare e vedendo il volto dell'amica, ha ripreso la ragione. Ora lo scenario è invertito, ed è Nagisa a venire assalita da una Honoka senza controllo; anche stavolta Honoka, rivedendo il volto di Nagisa, riacquista il controllo di sé, ma le due ragazze precipitano nel vuoto. Nel frattempo, Hikari riesce a trovare Hinata, ma i sadici guerrieri di ghiaccio la stavano aspettando.
Nel frattempo, all'interno di una caverna, Cure Black e Cure White si riprendono e, nonostante il contesto, le due ragazze, in un clima di dolcezza, e a causa della terribile esperienza vissuta, ripensando ai momenti passati insieme, si chiedono finalmente scusa a vicenda, sfogandosi in un pianto liberatorio insieme a un toccante dialogo tra loro. Rinsaldato il loro rapporto, le due guerriere riescono a raggiungere Hikari, ormai ridotta allo stremo delle forze, e prossimo bersaglio di un devastante attacco congelante: in un gesto di estremo eroismo, Cure Black e Cure White si frappongono fra l'amica e l'attacco, venendo letteralmente surgelate. Hinata, non ce la fa più a vedere tutto questo e, in un gesto disperato, libera tutto il suo potere, trasferendolo alle Pretty Cure.
Il risultato è una nuova trasformazione-potenziamento. Freezen e Frozen, presi dal panico, vanno all'attacco, ma i nuovi poteri di Nagisa e Honoka li mettono facilmente al tappeto. E' tempo di farla finita, ed entrambe le forze in campo decidono di usare i loro attacchi finali; i guerrieri di ghiaccio usano la "tempesta congelante", mentre le leggendarie guerriere, con i nuovi poteri, sferrano un potenziato Marble Screw Max. Stavolta è il potere delle guerriere ad avere la meglio e i glaciali Freezen e Frozen sono finalmente sconfitti.
Ma non è tempo di festeggiare: per trasferire i suoi poteri a Nagisa e Honoka, Hinata si è dovuta sacrificare, e il tempo atmosferico sulla Terra è ormai fuori controllo. Hikari decide di compiere il tutto per tutto, e riesce a evocare parte dei suoi poteri di Regina della luce, permettendo di riportare in vita Hinata, e trasformandola nella Fenice. Una volta riportato il clima terrestre alla normalità, Hinata, potendo ora parlare, deve a malincuore separarsi da Hikari e le sue fate. Ma Hikari non è triste, dal momento che sarà per sempre sua amica e non la dimenticherà mai. Con questo dolce saluto, Hinata prende il volo. Un'altra battaglia è finita, e nel bene e nel male darà a tutti quanti, in particolare a Nagisa e Honoka, delle esperienze di cui fare tesoro.
Se il precedente film è un gioiello, questo è una esplosione di calore, dal momento che questo film ripropone il rapporto fra Nagisa e Honoka, da semplici compagne di scuola sconosciute a grandi amiche, qui riproposto con una familiarità e un calore davvero unici, in un vortice di esperienze che rafforzerà ancora di più il loro già fortissimo legame.
Ma il film già di per sé è un autentico spettacolo, sia visivo che narrativo. E ho detto tutto.
Quando si parla di amicizia, vi sono moltissimi volti, ma due tipi di amicizia in particolare verranno trattati in questa storia: parliamo di "vere amicizie" e "false amicizie", il tutto dipende dal tipo di sincerità che un legame offre. Perché dico questo? Perché proprio l'amicizia è il tema di questo secondo appuntamento cinematografico della saga delle "Pretty Cure".
Ambientato, probabilmente, prima del rush finale di "Max Heart", vediamo Nagisa e Honoka in gita scolastica in montagna, seguite anche da Hikari e Akane, che apriranno un chioschetto in zona. Le ragazze proveranno moltissimi sport, tra cui lo sci e lo snowboard, in particolare Nagisa, che tenterà così di farsi notare dal suo interesse amoroso Fuji-P. Peccato che lei non farà altro che collezionare cadute, mentre Honoka al contrario riesce a prenderci la mano, aiutata proprio da Fuji-P. Vedere i due in un'intesa così alta, dovuta al fatto che i due sono amici d'infanzia, pungerà non poco l'orgoglio di Nagisa e, in una serie di equivoci, le due ragazze finiranno col litigare, e stavolta le possibilità di fare pace sono molto basse. In tutto questo trambusto, Hikari, mentre dà una mano al chioschetto di Akane, troverà quello che sembra essere un uovo, insolitamente caldo, dal momento che tutta la neve intorno si scioglie. E poco tempo dopo, davanti alle tre ragazze, si schiude, facendo uscire una sorta di uccellino, che poco dopo legherà molto sia con Hikari che con le fate Pollun e Lulun. Il piccolino avrà quindi un nome: Hinata.
Ma, poco dopo, mentre Honoka e Nagisa finiscono col discutere per l'episodio avvenuto sulle piste, spunta uno Zakenna, costringendo le due ragazze a passare all'azione; infine riescono a sconfiggerlo. Ma Hikari ha notato un particolare preoccupante, durante il combattimento: le ragazze non erano affatto affiatate come al solito, e una, pur senza saperlo, ha messo nei guai l'altra. Le ragazze, vergognatesi per lo spiacevole episodio, trascorrono la serata in albergo separate, cercando ognuna un consiglio per fare pace con l'altra. E, mentre Honoka cerca consigli mediante Mipple, Nagisa, invece, dopo aver raccontato tutto, o quasi, cerca consigli dalle sue amiche Rina e Shiho. E proprio Shiho racconterà il discorso scritto sopra sulle vere e false amicizie. Mentre le due ragazze si chiedono se il loro legame di amicizia sia effettivamente autentico, ecco che per coincidenza si incontrano, ma, neanche il tempo di parlare, che fanno l'apparizione due strani individui, che portano il nome di Vecchio saggio e Uta. Raggiunti da Hikari, con appresso Hinata, ottengono delle spiegazioni. I due vengono dal Giardino delle nuvole, un continente sospeso nel cielo, e Hinata è in realtà un cucciolo di quello che diventerà la leggendaria Fenice, ed erano diretti al Giardino della luce per ottenere la benedizione della omonima Regina (ignari però dei fatti attuali). Decidono quindi di invitare i cosiddetti "badanti" di Hinata nel loro Paese. Ma dopo pochi istanti di felicità la situazione si fa "letteralmente" da brivido. Infatti il cielo si fa nero, e comincia a nevicare, nevicata che nel corso delle vicende diventerà una vera e propria burrasca, e fanno irruzione due sinistri individui: Freezen (non è imparentato con Freezer di "Dragonball") e Frozen (no, niente panico, non c'entra niente il film omonimo, anche perché manco era uscito... scusate le battute, ma mi sono venute sul momento), dotati, non a caso, di poteri congelanti, e anche loro superstiti di Dotsuku (sono stati loro a mandare in azione quello Zakenna). Il loro obiettivo è uno, Hinata: senza infatti la nascita della Fenice, il mondo cadrà in una vera e propria era glaciale, in modo da poterlo dominare. Lo scontro è inevitabile, ma le tre guerriere sono fuori combattimento, infatti Nagisa e Honoka sono ancora fuori affiatamento, mentre i due guerrieri di ghiaccio, invece, hanno una sintonia micidiale; infine, con il loro micidiale attacco combinato "tempesta congelante", riescono perfino a neutralizzare il Marble Screw Max Sparkle. Hinata viene rinchiusa in una gabbia di ghiaccio, in grado di non far fuoriuscire calore, e si ritira nel loro castello di ghiaccio. Ma si sa, le Pretty Cure, non famose per le facili rese, senza pensarci due volte, si dirigono nel loro castello, ma lo scenario è destinato a precipitare: Luminos viene separata, mentre tenta di liberare Hinata, e a Cure Black e Cure White tocca un fato ben peggiore: catapultate in una sottospecie di arena, i due guerrieri, per loro sadico divertimento, congelano letteralmente i sentimenti di Cure Black, riducendola a una marionetta in attesa di ordini, e l'ordine è tremendo, attaccare Cure White, che lei esegue.
Siamo nel peggior scenario possibile: le due leggendarie guerriere, compagne di tante battaglie, ora sono l'una contro l'altra. Honoka però decide di non reagire, subendo gli aggressivi attacchi di Nagisa. Freezen e Frozen, annoiati, decidono di dare lo stesso trattamento anche a Cure White, ma proprio in quel momento Cure Black, a furia di attaccare e vedendo il volto dell'amica, ha ripreso la ragione. Ora lo scenario è invertito, ed è Nagisa a venire assalita da una Honoka senza controllo; anche stavolta Honoka, rivedendo il volto di Nagisa, riacquista il controllo di sé, ma le due ragazze precipitano nel vuoto. Nel frattempo, Hikari riesce a trovare Hinata, ma i sadici guerrieri di ghiaccio la stavano aspettando.
Nel frattempo, all'interno di una caverna, Cure Black e Cure White si riprendono e, nonostante il contesto, le due ragazze, in un clima di dolcezza, e a causa della terribile esperienza vissuta, ripensando ai momenti passati insieme, si chiedono finalmente scusa a vicenda, sfogandosi in un pianto liberatorio insieme a un toccante dialogo tra loro. Rinsaldato il loro rapporto, le due guerriere riescono a raggiungere Hikari, ormai ridotta allo stremo delle forze, e prossimo bersaglio di un devastante attacco congelante: in un gesto di estremo eroismo, Cure Black e Cure White si frappongono fra l'amica e l'attacco, venendo letteralmente surgelate. Hinata, non ce la fa più a vedere tutto questo e, in un gesto disperato, libera tutto il suo potere, trasferendolo alle Pretty Cure.
Il risultato è una nuova trasformazione-potenziamento. Freezen e Frozen, presi dal panico, vanno all'attacco, ma i nuovi poteri di Nagisa e Honoka li mettono facilmente al tappeto. E' tempo di farla finita, ed entrambe le forze in campo decidono di usare i loro attacchi finali; i guerrieri di ghiaccio usano la "tempesta congelante", mentre le leggendarie guerriere, con i nuovi poteri, sferrano un potenziato Marble Screw Max. Stavolta è il potere delle guerriere ad avere la meglio e i glaciali Freezen e Frozen sono finalmente sconfitti.
Ma non è tempo di festeggiare: per trasferire i suoi poteri a Nagisa e Honoka, Hinata si è dovuta sacrificare, e il tempo atmosferico sulla Terra è ormai fuori controllo. Hikari decide di compiere il tutto per tutto, e riesce a evocare parte dei suoi poteri di Regina della luce, permettendo di riportare in vita Hinata, e trasformandola nella Fenice. Una volta riportato il clima terrestre alla normalità, Hinata, potendo ora parlare, deve a malincuore separarsi da Hikari e le sue fate. Ma Hikari non è triste, dal momento che sarà per sempre sua amica e non la dimenticherà mai. Con questo dolce saluto, Hinata prende il volo. Un'altra battaglia è finita, e nel bene e nel male darà a tutti quanti, in particolare a Nagisa e Honoka, delle esperienze di cui fare tesoro.
Se il precedente film è un gioiello, questo è una esplosione di calore, dal momento che questo film ripropone il rapporto fra Nagisa e Honoka, da semplici compagne di scuola sconosciute a grandi amiche, qui riproposto con una familiarità e un calore davvero unici, in un vortice di esperienze che rafforzerà ancora di più il loro già fortissimo legame.
Ma il film già di per sé è un autentico spettacolo, sia visivo che narrativo. E ho detto tutto.
"Eiga Futari wa Pretty Cure Max Heart 2 - Yukizora no Tomodachi" è il secondo film cinematografico basato sulla serie anime Pretty Cure Max Heart.
Il film inizia con Nagisa, Honoka e Hikari, insieme ai loro compagni di scuola in vacanza in un impianto sciistico. Mentre tutti si divertono, Hikari trova un misterioso uovo caduto dal cielo, che le si schiude tra le mani. Dall’uovo viene fuori uno strano uccello che lei chiama Hinata.
Hinata si scoprirà essere poi il leggendario Hohou, o quella che più comunemente è chiamata Fenice, che attraverso il suo potere garantisce il calore al mondo. Ovviamente, c’è un duo di nemici, Frezeen e Frozen, esseri di ghiaccio, che vogliono eliminare la creatura per portare il gelo su tutta la Terra.
Come secondo film questo supera di pochissimo il primo. Anche questo ha una trama fin troppo semplice, e delle situazioni già viste nella serie. Il tema principale del film è l’amicizia, e dunque Nagisa e Honoka hanno l’ennesima incomprensione, per poi riappacificarsi e affermare per l’ennesima volta che sono delle vere amiche. Comunque un minimo di drammaticità c’è, ad esempio quando sono costrette a lottare l’una contro l’altra.
Sono presenti più personaggi di quelli visti nello scorso film, anche se i compagni di scuola delle ragazze fanno appena delle comparsate. I nuovi personaggi, esclusivi del film, sono in linea con quelli della serie, come ad esempio Hinata, che mi aspettavo avrebbe pronunciato un odioso verso simile ai vari popo, mepo, ecc. Abbastanza buono l’aspetto dei due nemici, non avrebbero sfigurato in un anime di combattimento, ci vedevo qualcosa di Dragon Ball Z in loro.
Anche in questo secondo film non ho notato miglioramenti per l’aspetto grafico, era di buona qualità, ma disegni e animazioni erano uguali a quelli della serie tv. Le musiche sono sempre le stesse, le trovo molto belle, e il doppiaggio giapponese di buon livello.
Il film si colloca nella seconda metà della serie Max Heart, in quanto è presente Lulun, personaggio che compare all’incirca dall’episodio 26 in poi, e pertanto sarebbe da vedere dopo avere raggiunto quel punto, anche se non è poi così importante.
In conclusione, questa seconda avventura cinematografica delle Pretty Cure è gradevole per i fan della serie, magari da vedere dopo la conclusione della stessa, ma un po’ deludente nel risultato finale, anche questo non sembra altro che un episodio di maggior durata. Come film si doveva fare qualcosina in più.
Il film inizia con Nagisa, Honoka e Hikari, insieme ai loro compagni di scuola in vacanza in un impianto sciistico. Mentre tutti si divertono, Hikari trova un misterioso uovo caduto dal cielo, che le si schiude tra le mani. Dall’uovo viene fuori uno strano uccello che lei chiama Hinata.
Hinata si scoprirà essere poi il leggendario Hohou, o quella che più comunemente è chiamata Fenice, che attraverso il suo potere garantisce il calore al mondo. Ovviamente, c’è un duo di nemici, Frezeen e Frozen, esseri di ghiaccio, che vogliono eliminare la creatura per portare il gelo su tutta la Terra.
Come secondo film questo supera di pochissimo il primo. Anche questo ha una trama fin troppo semplice, e delle situazioni già viste nella serie. Il tema principale del film è l’amicizia, e dunque Nagisa e Honoka hanno l’ennesima incomprensione, per poi riappacificarsi e affermare per l’ennesima volta che sono delle vere amiche. Comunque un minimo di drammaticità c’è, ad esempio quando sono costrette a lottare l’una contro l’altra.
Sono presenti più personaggi di quelli visti nello scorso film, anche se i compagni di scuola delle ragazze fanno appena delle comparsate. I nuovi personaggi, esclusivi del film, sono in linea con quelli della serie, come ad esempio Hinata, che mi aspettavo avrebbe pronunciato un odioso verso simile ai vari popo, mepo, ecc. Abbastanza buono l’aspetto dei due nemici, non avrebbero sfigurato in un anime di combattimento, ci vedevo qualcosa di Dragon Ball Z in loro.
Anche in questo secondo film non ho notato miglioramenti per l’aspetto grafico, era di buona qualità, ma disegni e animazioni erano uguali a quelli della serie tv. Le musiche sono sempre le stesse, le trovo molto belle, e il doppiaggio giapponese di buon livello.
Il film si colloca nella seconda metà della serie Max Heart, in quanto è presente Lulun, personaggio che compare all’incirca dall’episodio 26 in poi, e pertanto sarebbe da vedere dopo avere raggiunto quel punto, anche se non è poi così importante.
In conclusione, questa seconda avventura cinematografica delle Pretty Cure è gradevole per i fan della serie, magari da vedere dopo la conclusione della stessa, ma un po’ deludente nel risultato finale, anche questo non sembra altro che un episodio di maggior durata. Come film si doveva fare qualcosina in più.
Questo che mi accingo a recensire è il secondo film del franchise dedicato alla seconda serie delle Pretty Cure, il primo purtroppo non è stato doppiato in italiano e devo ancora vederlo. Tradotto in Italia con il titolo "Amici per sempre", il film è collocabile dopo l'arrivo di Lulun nel gruppo delle Pretty Cure.
Trama: durante un weekend in montagna con Nagisa e Honoka, Hikari trova un uovo caduto dal cielo, che si schiude, liberando Hinata, un pulcino di Fenice del Giardino delle Nuvole. Le Pretty Cure devono impedire che i malvagi Frozen e Freezen la distruggano, altrimenti il mondo verrà sopraffatto dal ghiaccio e dalle tenebre.
Questo film mi è davvero piaciuto,non solo come realizzazione tecnica, che trovo superba come in quasi tutte le produzioni legate a questa serie d'altronde, ma anche dal punto di vista dell'azione e sopratutto delle emozioni. Sì perché, Honoka e Nagisa, io non le avevo mai viste così dopo una lite, sopratutto Nagisa, che comunque saprà ammettere il suo errore e si riconcilierà all'amica. Anche Luminous mi ha sorpresa per la bontà d'animo e l'affetto che prova nei confronti di Hinata. Cito queste due cose perché nella serie regolare inspiegabilmente vengono a mancare o sono solo accennate, infatti la seconda serie si dimostra la meno riuscita a parer mio, proprio per questo io darei un 7 alla serie televisiva. Ma con questo film la serie si riprende notevolmente proprio perché tratta dei temi dove la serie era venuta meno e per me si merita un bel 8.
Trama: durante un weekend in montagna con Nagisa e Honoka, Hikari trova un uovo caduto dal cielo, che si schiude, liberando Hinata, un pulcino di Fenice del Giardino delle Nuvole. Le Pretty Cure devono impedire che i malvagi Frozen e Freezen la distruggano, altrimenti il mondo verrà sopraffatto dal ghiaccio e dalle tenebre.
Questo film mi è davvero piaciuto,non solo come realizzazione tecnica, che trovo superba come in quasi tutte le produzioni legate a questa serie d'altronde, ma anche dal punto di vista dell'azione e sopratutto delle emozioni. Sì perché, Honoka e Nagisa, io non le avevo mai viste così dopo una lite, sopratutto Nagisa, che comunque saprà ammettere il suo errore e si riconcilierà all'amica. Anche Luminous mi ha sorpresa per la bontà d'animo e l'affetto che prova nei confronti di Hinata. Cito queste due cose perché nella serie regolare inspiegabilmente vengono a mancare o sono solo accennate, infatti la seconda serie si dimostra la meno riuscita a parer mio, proprio per questo io darei un 7 alla serie televisiva. Ma con questo film la serie si riprende notevolmente proprio perché tratta dei temi dove la serie era venuta meno e per me si merita un bel 8.
Yukizora no Tomodachi è il primo film di Pretty Cure che vedo, e mi ha fatto un po' passare la voglia di provarne altri. Gradevole, per carità, ma, magari perché sono fuori target, alcune parti mi sono risultate indigeste.
La lite attorno alla quale gravita il film, per esempio. Ora, Nagisa e Honoka non sono delle bambine delle elementari, hanno 14 anni. Il modo in cui la lite si evolve è patetico. Una battuta fuori luogo e arriviamo a "pensavo che tutto fosse finito, mi sentivo vuota"? Per piacere. Da come si comportano sembra sia caduto il mondo. Troppo, troppo estremizzata. Irreale.
Nota di demerito per i cattivi. L'idea di una coppia maschile e affiatata a contrastare le protagoniste era ottima e mi aveva fatto andare in visibilio, ma alla fine si sono rivelati tutto fumo e niente arrosto. Forse il film avrebbe dovuto essere più lungo, e allora anche questi due si sarebbero fatti valere. Il loro scontro vero e proprio con le protagoniste si risolve in tre minuti tre, dopo un power up (il gusto degli abiti è discutibile) super figo delle Pretty Cure.
Mi resta un grosso boh. Tanto più che, tecnicamente, pretty cure e sailor senshi dovrebbero avere la stessa età. Le prime si comportano come dodicenni e ne hanno l'aspetto, le seconde sembrano delle modelle diciottenni. Ma quattordicenni vere, no?
Proverò gli altri film, sperando che non siano così estremizzati.
La lite attorno alla quale gravita il film, per esempio. Ora, Nagisa e Honoka non sono delle bambine delle elementari, hanno 14 anni. Il modo in cui la lite si evolve è patetico. Una battuta fuori luogo e arriviamo a "pensavo che tutto fosse finito, mi sentivo vuota"? Per piacere. Da come si comportano sembra sia caduto il mondo. Troppo, troppo estremizzata. Irreale.
Nota di demerito per i cattivi. L'idea di una coppia maschile e affiatata a contrastare le protagoniste era ottima e mi aveva fatto andare in visibilio, ma alla fine si sono rivelati tutto fumo e niente arrosto. Forse il film avrebbe dovuto essere più lungo, e allora anche questi due si sarebbero fatti valere. Il loro scontro vero e proprio con le protagoniste si risolve in tre minuti tre, dopo un power up (il gusto degli abiti è discutibile) super figo delle Pretty Cure.
Mi resta un grosso boh. Tanto più che, tecnicamente, pretty cure e sailor senshi dovrebbero avere la stessa età. Le prime si comportano come dodicenni e ne hanno l'aspetto, le seconde sembrano delle modelle diciottenni. Ma quattordicenni vere, no?
Proverò gli altri film, sperando che non siano così estremizzati.
È tempo di vacanze sulla neve per Nagisa e Honoka. Un incomprensione tra le due amiche scatena però un aspro litigio che metterà in crisi la loro amicizia.
Nel frattempo Hikari trova per caso uno strano cucciolo di volatile. Sulle tracce del pennuto ci sono anche due demoni malvagi, Freezer e Frozen, intenzionati a fare calare sul mondo una tenebrosa glaciazione.
E' questo il secondo film cinematografico dedicato alle leggendarie guerriere <i>Pretty Cure</i>, eredi principali del genere delle “maghette combattenti” del nuovo millennio. La sua storia si colloca idealmente nella seconda serie televisiva (<i>Max Heart</i>), ma gli eventi narrati nei due casi non sono collegati fra loro, similmente a come accade per i film di altre lunghe serie di successo come <i>Dragon Ball</i> ad esempio.
In poco più di un'ora di durata il film riesce a regalarci una divertente avventura auto conclusiva dal buon ritmo narrativo.
Al centro di tutto ci sono le due protagoniste Nagisa e Honoka, che tornano ad occupare pienamente la scena dopo la “coabitazione” con Hikari nella serie TV. Le due amiche dovranno fronteggiare la crisi della loro amicizia (niente di drammatico come si potrebbe pensare ma “solo” appesantito dalla giovane età delle due ragazze) arrivando fino a scontrarsi anche nei panni di Cure Black e Cure White. Ma ciò sarà occasione per loro di crescere come persone e per lo spettatore di conoscerle meglio come personaggi.
D'altro canto abbiamo Hikari/Shiny Luminous che pur non defilata agisce parallelamente alle due Pretty Cure, ma la sua figura non verrà approfondita.
Da citare sicuramente i due malvagi, coppia d'antitesi a Nagisa e Honoka, che nel loro ruolo convincono abbastanza e verso la conclusione risultano anche involontariamente simpatici.
Trasmesso in Italia solo a molto tempo di distanza dalla trasmissione del <i>Max Heart</i>, il film, da noi con il sottotitolo <i>“Amici per Sempre”</i>, conserva nel doppiaggio il buon livello della serie con il duo Liberatori/Vulcano sempre sugli scudi.
Tirando le somme il giudizio sul lungometraggio è ampiamente positivo poiché possiede ritmo, cura nella realizzazione e momenti di alta intensità.
Ampiamente consigliato, in particolare se si è apprezzata anche una sola delle serie delle <i>Pretty Cure</i>.
Nel frattempo Hikari trova per caso uno strano cucciolo di volatile. Sulle tracce del pennuto ci sono anche due demoni malvagi, Freezer e Frozen, intenzionati a fare calare sul mondo una tenebrosa glaciazione.
E' questo il secondo film cinematografico dedicato alle leggendarie guerriere <i>Pretty Cure</i>, eredi principali del genere delle “maghette combattenti” del nuovo millennio. La sua storia si colloca idealmente nella seconda serie televisiva (<i>Max Heart</i>), ma gli eventi narrati nei due casi non sono collegati fra loro, similmente a come accade per i film di altre lunghe serie di successo come <i>Dragon Ball</i> ad esempio.
In poco più di un'ora di durata il film riesce a regalarci una divertente avventura auto conclusiva dal buon ritmo narrativo.
Al centro di tutto ci sono le due protagoniste Nagisa e Honoka, che tornano ad occupare pienamente la scena dopo la “coabitazione” con Hikari nella serie TV. Le due amiche dovranno fronteggiare la crisi della loro amicizia (niente di drammatico come si potrebbe pensare ma “solo” appesantito dalla giovane età delle due ragazze) arrivando fino a scontrarsi anche nei panni di Cure Black e Cure White. Ma ciò sarà occasione per loro di crescere come persone e per lo spettatore di conoscerle meglio come personaggi.
D'altro canto abbiamo Hikari/Shiny Luminous che pur non defilata agisce parallelamente alle due Pretty Cure, ma la sua figura non verrà approfondita.
Da citare sicuramente i due malvagi, coppia d'antitesi a Nagisa e Honoka, che nel loro ruolo convincono abbastanza e verso la conclusione risultano anche involontariamente simpatici.
Trasmesso in Italia solo a molto tempo di distanza dalla trasmissione del <i>Max Heart</i>, il film, da noi con il sottotitolo <i>“Amici per Sempre”</i>, conserva nel doppiaggio il buon livello della serie con il duo Liberatori/Vulcano sempre sugli scudi.
Tirando le somme il giudizio sul lungometraggio è ampiamente positivo poiché possiede ritmo, cura nella realizzazione e momenti di alta intensità.
Ampiamente consigliato, in particolare se si è apprezzata anche una sola delle serie delle <i>Pretty Cure</i>.
Durante una vacanza in un impianto sciistico con i loro amici, Nagisa, Honoka e Hikari si imbattono in un misterioso uovo, dal quale nasce poi un pulcino di una specie sconosciuta.
Sulle tracce del volatile, però, vi sono Freezer e Frozen, due demoni del ghiaccio che intendono eliminarlo e mutare il mondo in un inferno di ghiaccio eterno.
E’ curioso a dirsi, ma, similmente a quanto accaduto per Sailor Moon, laddove il film della serie R si rivelò essere molto più bello della serie cui faceva riferimento, anche questo lungometraggio della serie Max Heart acquista diversi punti in più mancando dei difetti che affliggevano la serie televisiva e mantenendone, ancora una volta, i bei punti di forza che ogni spettatore amante di questa serie apprezza.
"Yukizora no Tomodachi" è un film colorato, frenetico, ricco di luci, di colori, d'azione, di magia, di creature fantastiche e mondi incantati, con un’atmosfera sognante capace di fare sorridere, ma a questo aggiunge anche quello che è il maggior pregio della serie Pretty Cure, ossia la gran cura spesa per narrare le vicende umane dei personaggi, anche quelli più di sfondo. Difatti, una parte molto interessante del lungometraggio è rappresentata proprio dall’incipit, dalle vicende vacanziere di Nagisa, Honoka e della loro allegra brigata di amici, dalle fedeli compagne di lacrosse Shiho e Rina all’amato Fujipi-senpai. E’ davvero divertente e anche un po’ tenero vedere questi giovani divertirsi tra la neve e attraversare un leggero percorso di crescita umana tra una caduta con lo snowboard e uno screzio con gli amici.
Tema principale del lungometraggio, fin dal titolo stesso, è proprio quest’ultimo, l’amicizia. L’amicizia che s'instaura tra i protagonisti della storia e Hinata, il misterioso pulcino, ma anche quella, che ha ancora molto da dire nonostante si conoscano ormai da un centinaio di episodi, tra Nagisa e Honoka. Nell’arco dell’ora di durata del film, difatti, le due ragazze attraverseranno una grande crisi, dall’incipit non originalissimo poiché già sfruttato nella prima stagione, ma il cui svolgimento risulterà essere davvero toccante. Nato da una semplice questione di vita quotidiana, difatti, il diverbio tra le protagoniste si trasformerà poi in una lite ben più articolata, spostata sul lato “magico” della storia e molto più avvincente. Nagisa e Honoka si metteranno ancora una volta in discussione, e da questa discussione usciranno cresciute e con più fiducia nell’amicizia, vera e forte, che le lega.
La lite tra Nagisa e Honoka e la riscoperta del valore dell’amicizia da parte di entrambe, ma anche il rapporto fra Hikari e quell’Hinata che tenta disperatamente di proteggere ad ogni costo, sono il fulcro della vicenda e l’elemento più appassionante. In questo, il film viene aiutato da una coppia di avversari caratterialmente un po’ piatti ma diabolici quanto basta, ed è meglio così poiché con dei cattivi più sfaccettati e una carica meno drammatica la storia avrebbe perso di mordente e sarebbe risultata meno emozionante.
A livello tecnico, il film si presenta più curato della già ottima serie tv, con ottime animazioni, con colori molto vividi e con un’ottima colonna sonora mutuata dalle avventure televisive.
Il film possiede una storia ricca d'ideali, ideali forse un po’ troppo estremizzati, ma è giusto così, in fondo. E’ una produzione per un pubblico giovane, ed è giusto veicolare a questi piccoli spettatori buoni valori come l’amicizia in ogni modo possibile. Dunque, quale migliore occasione di un film di sicuro successo con le loro beniamine come protagoniste?
Yukizora no tomodachi è un film potente, dalla grande carica emotiva, che sicuramente insegnerà molto ai giovani spettatori e magari farà anche versare qualche lacrimuccia a quelli più grandicelli.
Sulle tracce del volatile, però, vi sono Freezer e Frozen, due demoni del ghiaccio che intendono eliminarlo e mutare il mondo in un inferno di ghiaccio eterno.
E’ curioso a dirsi, ma, similmente a quanto accaduto per Sailor Moon, laddove il film della serie R si rivelò essere molto più bello della serie cui faceva riferimento, anche questo lungometraggio della serie Max Heart acquista diversi punti in più mancando dei difetti che affliggevano la serie televisiva e mantenendone, ancora una volta, i bei punti di forza che ogni spettatore amante di questa serie apprezza.
"Yukizora no Tomodachi" è un film colorato, frenetico, ricco di luci, di colori, d'azione, di magia, di creature fantastiche e mondi incantati, con un’atmosfera sognante capace di fare sorridere, ma a questo aggiunge anche quello che è il maggior pregio della serie Pretty Cure, ossia la gran cura spesa per narrare le vicende umane dei personaggi, anche quelli più di sfondo. Difatti, una parte molto interessante del lungometraggio è rappresentata proprio dall’incipit, dalle vicende vacanziere di Nagisa, Honoka e della loro allegra brigata di amici, dalle fedeli compagne di lacrosse Shiho e Rina all’amato Fujipi-senpai. E’ davvero divertente e anche un po’ tenero vedere questi giovani divertirsi tra la neve e attraversare un leggero percorso di crescita umana tra una caduta con lo snowboard e uno screzio con gli amici.
Tema principale del lungometraggio, fin dal titolo stesso, è proprio quest’ultimo, l’amicizia. L’amicizia che s'instaura tra i protagonisti della storia e Hinata, il misterioso pulcino, ma anche quella, che ha ancora molto da dire nonostante si conoscano ormai da un centinaio di episodi, tra Nagisa e Honoka. Nell’arco dell’ora di durata del film, difatti, le due ragazze attraverseranno una grande crisi, dall’incipit non originalissimo poiché già sfruttato nella prima stagione, ma il cui svolgimento risulterà essere davvero toccante. Nato da una semplice questione di vita quotidiana, difatti, il diverbio tra le protagoniste si trasformerà poi in una lite ben più articolata, spostata sul lato “magico” della storia e molto più avvincente. Nagisa e Honoka si metteranno ancora una volta in discussione, e da questa discussione usciranno cresciute e con più fiducia nell’amicizia, vera e forte, che le lega.
La lite tra Nagisa e Honoka e la riscoperta del valore dell’amicizia da parte di entrambe, ma anche il rapporto fra Hikari e quell’Hinata che tenta disperatamente di proteggere ad ogni costo, sono il fulcro della vicenda e l’elemento più appassionante. In questo, il film viene aiutato da una coppia di avversari caratterialmente un po’ piatti ma diabolici quanto basta, ed è meglio così poiché con dei cattivi più sfaccettati e una carica meno drammatica la storia avrebbe perso di mordente e sarebbe risultata meno emozionante.
A livello tecnico, il film si presenta più curato della già ottima serie tv, con ottime animazioni, con colori molto vividi e con un’ottima colonna sonora mutuata dalle avventure televisive.
Il film possiede una storia ricca d'ideali, ideali forse un po’ troppo estremizzati, ma è giusto così, in fondo. E’ una produzione per un pubblico giovane, ed è giusto veicolare a questi piccoli spettatori buoni valori come l’amicizia in ogni modo possibile. Dunque, quale migliore occasione di un film di sicuro successo con le loro beniamine come protagoniste?
Yukizora no tomodachi è un film potente, dalla grande carica emotiva, che sicuramente insegnerà molto ai giovani spettatori e magari farà anche versare qualche lacrimuccia a quelli più grandicelli.
Nagisa, Honoka, Hikari e i loro compagni di scuola si trovano in montagna per una settimana bianca. Durante la vacanza, Hikari s'imbatte in un uovo misterioso dal quale fa capolino uno strano uccellino giallo che la ragazza chiama Hinata. La strana creatura è in realtà una fenice, un uccello sacro proveniente dal Giardino delle Nuvole, e viene così presa di mira da due loschi figuri di ghiaccio, Frizen e Frozen, i quali attaccano le Pretty Cure per catturare Hinata. Approfittando di una lite tra Nagisa e Honoka, i due mostri le mettono l'una contro l'altra e, tra lotte e lacrime, le nostre eroine dovranno cercare di risolvere i loro problemi personali e di salvare il sacro uccello dalle grinfie dei malvagi.
Eiga Futari wa Pretty Cure Max Heart 2 è il secondo film delle guerriere leggendarie ispirato a Max Heart, la seconda serie delle Pretty Cure. Lo ritengo un film molto carino e dalla trama coinvolgente. Non capita spesso neanche durante l'anime di vedere litigare Nagisa e Honoka, solitamente così affiatate tra loro. E proprio questo diverbio è l'elemento chiave del movie che mette in evidenza il meraviglioso sentimento dell'amicizia. Quando due cuori sono in sintonia tra di loro è possibile superare ogni difficoltà. Non c'è ostacolo alla vera amicizia e questo Nagisa e Honoka lo capiranno presto e, dopo i dubbi iniziali, metteranno da parte l'orgoglio e uniranno le forze per proteggere i loro cari. Hikari, invece, darà prova di coraggio e di altruismo e mostrerà tutta la regalità che c'è in lei.
Ancora una volta assistiamo a dei combattimenti corpo a corpo davvero affascinanti. Senza dubbio la scena in cui le Pretty Cure combattono tra di loro è una vera e propria chicca e ha un certo impatto sullo spettatore. I nemici risultano davvero ben fatti. Immancabile anche il mostro Zakenna, che farà ancora la sua apparizione sotto forma di pupazzo di neve.
Le Pretty Cure si dimostrano nuovamente portatrici di grandi ideali e buoni sentimenti. Il loro cuore puro riesce sempre a infondere calore negli altri e la forza che scaturisce dalla loro grande amicizia è la chiave vincente che le rende invincibili. Eiga Futari wa Pretty Cure Max Heart 2 per me è un film bellissimo ed emozionante che sapranno apprezzare i fans e non. E' l'ideale per conoscere queste simpatiche guerriere che possono inizialmente sembrare i cloni di qualcun altro, ma che in realtà hanno uno stile tutto loro che riesce a renderle uniche nel loro genere. Quindi anche se siete orfani di Sailor Moon e compagne vi consiglio questo bel film per iniziare ad avvicinarvi al mondo delle leggendarie Pretty Cure.
Eiga Futari wa Pretty Cure Max Heart 2 è il secondo film delle guerriere leggendarie ispirato a Max Heart, la seconda serie delle Pretty Cure. Lo ritengo un film molto carino e dalla trama coinvolgente. Non capita spesso neanche durante l'anime di vedere litigare Nagisa e Honoka, solitamente così affiatate tra loro. E proprio questo diverbio è l'elemento chiave del movie che mette in evidenza il meraviglioso sentimento dell'amicizia. Quando due cuori sono in sintonia tra di loro è possibile superare ogni difficoltà. Non c'è ostacolo alla vera amicizia e questo Nagisa e Honoka lo capiranno presto e, dopo i dubbi iniziali, metteranno da parte l'orgoglio e uniranno le forze per proteggere i loro cari. Hikari, invece, darà prova di coraggio e di altruismo e mostrerà tutta la regalità che c'è in lei.
Ancora una volta assistiamo a dei combattimenti corpo a corpo davvero affascinanti. Senza dubbio la scena in cui le Pretty Cure combattono tra di loro è una vera e propria chicca e ha un certo impatto sullo spettatore. I nemici risultano davvero ben fatti. Immancabile anche il mostro Zakenna, che farà ancora la sua apparizione sotto forma di pupazzo di neve.
Le Pretty Cure si dimostrano nuovamente portatrici di grandi ideali e buoni sentimenti. Il loro cuore puro riesce sempre a infondere calore negli altri e la forza che scaturisce dalla loro grande amicizia è la chiave vincente che le rende invincibili. Eiga Futari wa Pretty Cure Max Heart 2 per me è un film bellissimo ed emozionante che sapranno apprezzare i fans e non. E' l'ideale per conoscere queste simpatiche guerriere che possono inizialmente sembrare i cloni di qualcun altro, ma che in realtà hanno uno stile tutto loro che riesce a renderle uniche nel loro genere. Quindi anche se siete orfani di Sailor Moon e compagne vi consiglio questo bel film per iniziare ad avvicinarvi al mondo delle leggendarie Pretty Cure.