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Atenaide

Episodi visti: 12/12 --- Voto 5
Honda-san è il protagonista dell’anime, uno scheletro che fa il commesso in una libreria e come tale è l’alter-ego dell’autore del manga, che trae a piene mani dal suo mestiere le situazioni che disegna in chiave tragicomica su carta. Honda-san è addetto ai volumi di stampa esteri e sembra che il lavoro che svolge sia appassionante, ma dietro le quinte si scoprono momenti di puro delirio (come quando i volumi non arrivano o ne arrivano troppi!), di difficoltà umane (con i clienti strambi o difficili, i rappresentanti rampanti, più o meno presenti) e conforto sociale (tra colleghi per grandi e piccole emergenze).

Tutto ciò è narrato in vicende molto brevi (a volte ce ne sono tre per episodio), con i commessi senza volto perché hanno maschere di varia natura (da quella di medico della peste, a quella antigas, alla faccia bendata, al sacchetto con i buchi per gli occhi... i rappresentanti di qualche tipo hanno un foglio davanti al naso con su scritto in kanji i loro ruoli), i clienti anonimi, l’ambientazione stilizzata e la tendenza ad un divertente deformed del protagonista.

Le situazioni vengono proposte in successione, senza una trama dietro e alcune possono essere condivisibile, altre (molte) sono comprensibili solo agli addetti ai lavori e possono risultare tediose e pesanti, perché non si afferra se non in soldoni di cosa stiano mai parlando e a cosa si stia facendo umorismo sfrenato.

In nome della pesantezza di quest’opera, che ho terminato solo con una grande forza di volontà e a piccole dosi, consiglio quest’anime a chi cerca qualcosa senza impegno con cui distarsi o a chi conosce un po' il settore e vuole farsi qualche risata liberatoria, altrimenti provatelo e cercate di capire in coscienza vostra se è nelle vostre corde.


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Mirokusama

Episodi visti: 12/12 --- Voto 8
La semplicità al potere. Racchiusa in un giudizio lapidario la mia opinione su “Gaikotsu Shotenin Honda-san” sarebbe questa: pochi mezzi, disegni essenziali, durata ridotta, ambientazione praticamente unica e temi semplici di tranquilla attualità riproposti costantemente; sembra un quadro sconfortante e invece sono tutte caratteristiche che rendono questa serie un gioiellino nascosto, uno dei migliori short anime e una delle commedie più simpatiche e divertenti dell’anno appena trascorso.

Trasposizione dell’omonimo manga, a sua volta ispirato dalle reali esperienze vissute dall’autore Honda, “Gaikotsu Shotenin Honda-san” (ovvero “Il commesso scheletro Honda-san” e conosciuto anche col titolo inglese “Skullface Bookseller Honda-san”) racconta le peripezie quotidiane del buon Honda, uno scheletro vivente perfettamente integrato nella società che lavora come commesso in una libreria dove si confronta quotidianamente con clienti più o meno bizzarri, colleghi altrettanto particolari, e in ultimo editori e distributori giapponesi con tutte le loro peculiarità e consuetudini sconosciute al grande pubblico.

Ogni episodio sfrutta questi meccanismi quindi e risulta, inaspettatamente, sempre fresco e divertente; Honda-san è costretto suo malgrado, nonostante ami il suo lavoro, a confrontarsi quotidianamente con un’umanità variegata ed esigente e il risultato è un quadro che riesce spesso ad essere quasi esilarante: sia i clienti giapponesi, dove rientrano ovviamente stereotipi degli appassionati di manga quali otaku incalliti o fujoshi agguerrite, sia i tanti clienti stranieri, che rivaleggiano coi giapponesi per passione ma hanno pure la barriera linguistica da superare, infatti contribuiscono a mettere a dura prova la giornata di Honda-san che, nella migliore tradizione nipponica, deve comunque adempiere ai suoi compiti al meglio cercando di accontentare ogni cliente. Quando non sono i clienti a metterlo in difficoltà ci pensano invece i colleghi, ognuno assegnato a un reparto specifico e tutti rappresentati come esseri soprannaturali con elementi del folklore sia giapponese che occidentale, a inventarsi problemi di sorta ai quali Honda-san è chiamato puntualmente a mettere una pezza. Ma la vera chicca della serie, a mio modo di vedere, sono i confronti ‘senza speranza’ che Honda-san deve curare con gli editori e i distributori di manga, desiderosi come non mai di spingere un certo titolo, piazzare gadget ed extra del momento ed indirizzare l’andamento del mercato decidendo quali e quante copie spedire di un manga rispetto all’ altro; questo elemento, oltre ad essere naturalmente divertente come gli altri, è particolarmente interessante perché fornisce spiegazioni e retroscena sul funzionamento dell’editoria giapponese e, tramite le caustiche opinioni dell’impagabile Honda-san che non usa giri di parole nel definire l’atteggiamento arrivista e speculativo di ogni casa editrice, finisce per citare, in maniera censurata ma appositamente comprensibile, tante aziende diventate ormai note ad ogni appassionato, anche occidentale, del settore (Kadokawa, Shueisha, Shogakukan, Hakusensha e via dicendo…) e tanti titoli di manga che vanno per la maggiore sia in tempi recenti che da tempi immemori (penso a "Berserk" o "Golden Kamui" per dirne due…). In poco più di 10 minuti insomma, e riutilizzando pochi ma solidi argomenti, “Gaikotsu Shotenin Honda-san” è in grado di regalare una visione insolita, quasi sfiziosa oserei dire, e piacevole che non solo non annoia ma aumenta la curiosità su un universo più vasto di quanto apparentemente potesse sembrare, aiutato da uno stile particolare che aiuta a catturare immediatamente l’attenzione.

Opera dello Studio DLE-Dream Link Entertainment, “Gaikotsu Shotenin Honda-san” si segnala per uno stile semplice e minimalista facilmente riscontrabile nell’animazione flash che in questo caso si rivela azzeccato per rappresentare gli strambi personaggi che popolano questa serie e le situazioni che vivono, quasi tutte di normale quotidianità. La regia è stata curata da Owl Todoroki, la composizione della serie è di Shin Okashima mentre il character design, derivato dal manga originale di Honda ma a mio parere più chiaro e bello da vedere, è opera di Naoko Kakinoki.
L’aspetto tecnico più appagante della serie però è sicuramente quello sonoro, sia nelle musiche che nel doppiaggio; la colonna sonora è curata dai Technoboys Pulcraft Green-fund, gruppo di musica techno ed elettronica, che hanno realizzato sia le gradevoli ost che accompagnano le peripezie di Honda-san e compagni sia le riuscitissime sigle della serie. L’opening, che si intitola “ISBN ~Inner Sound & Book's Narrative~” (gioco di parole col vero ISBN, il codice di 13 cifre usato internazionalmente per la classificazione dei libri), è cantata dal doppiatore del protagonista, Sōma Saitō, ed è un brano dal ritmo vibrante con un video che gioca molto sulle scene che si vedranno da lì a poco nell’ episodio vero e proprio, mentre l’ending, intitolata “Book-end, Happy-end” e cantata da Hiroshi Takano, è un brano dal ritmo molto più rilassante a cui fa seguito un video che illustra un adorabile Honda-san versione stilizzata che termina il suo turno e placidamente torna a casa per rilassarsi e dedicarsi alla lettura invitando quasi chi guarda a fare altrettanto. Il doppiaggio giapponese poi è praticamente impeccabile potendo fregiarsi di un cast comprendente tanti nomi celebri del panorama vocale nipponico odierno (tra gli altri si segnalano Ryusei Nakao, Akemi Okamura, Eri Kitamura, Hiroki Yasumoto ecc.) sui quali spicca il già citato Sōma Saitō che interpreta un Honda-san pacato e sempre disponibile ma incredibilmente divertente quando viene messo alle strette dal problema del momento; ma tutti i doppiatori devo dire hanno fornito una prestazione convincente che contribuisce benissimo a farci calare nella realtà rappresentata dalla serie nonostante gli elementi fantastici, nelle vesti dei personaggi, in essa presenti potessero fare il contrario.

Poco altro mi resta da dire su questa serie alla fine, “Gaikotsu Shotenin Honda-san” è un anime semplice ma godibilissimo consigliabile a chiunque e che, anzi, con tutti i retroscena che regala sull’ universo editoriale giapponese è quasi un must da vedere per ogni appassionato di animazione e fumetto del Sol Levante. A primo impatto potrà sembrare un po’ straniante coi suoi personaggi bizzarri ma l’umorismo garbato che lo contraddistingue, il formato ridotto che non occupa troppo tempo e la facile reperibilità nel nostro Paese grazie a Crunchyroll, che l’ha trasmesso in simulcast nella stagione invernale appena trascorsa, sono tutti motivi che rendono questa serie accessibile e adatta a tutti, sicuramente un’occasione da cogliere al volo.