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HakMaxSalv92

Episodi visti: 12/11 --- Voto 10
Un'altra serie estratta dal "manga dei manga" della "regina dei mangaka" Rumiko Takahashi, una serie di episodi che ricalcano in un certo senso la vena comica, folle, pazza, meravigliosa, straordinaria della vicenda originale.
La grafica è notevolmente curata, tant'è vero che i personaggi hanno subito alcune modifiche più che evidenti alla dinamica e all'aspetto estetico. Ma cosa più evidente è che le storie stesse, pur mantenendo quell'alone di leggerezza, ilarità, pazzia, follia, imprevedibilità, hanno già qualcosa di più maturo, e questo lo si vede anche nei personaggi, i quali sono anche più autoconsapevoli, più coscienti e sono anche più maturi, così come a sottolineare un legame con la serie originale e la loro crescita interiore in seguito alle vicende da loro vissute. Vi è sempre la presenza di temi originali della serie, ma che in fondo subiscono una vera propria metamorfosi, trasformazione e quindi evoluzione, anche per quanto riguarda i rapporti tra i personaggi (pur mantenendo essi sempre, ma meno di prima, l'atteggiamento di originale repulsione o di affetto a seconda di chi si incontra con chi).


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Shiryu of Dragon

Episodi visti: 11/11 --- Voto 9
Questi undici episodi speciali, pubblicati su DVD da Yamato Video in Italia, furono prodotti da Kitty Films e da Studio Deen fra il 1985 e il 1991. Essendo stati prodotti in un lasso di tempo di circa sei anni, sono abbastanza eterogenei a livello di realizzazione tecnica.

Poiché sono stati importati in Italia soltanto nel 2007, l'edizione italiana presenta un cast di doppiaggio differente sia da quello degli episodi seriali sia da quello dei sei lungometraggi cinematografici. Le voci di Ataru e Lamù sono molto più squillanti ed energiche, non azzeccate come altre voci adottate nella serie televisiva, ma non sono una brutta scelta. Lamù infatti è qui doppiata da Marcella Silvestri: non la migliore voce di Lamù che si sia sentita, però è buona, anche perché forse il timbro di voce è quello che più si avvicina alla doppiatrice giapponese Fumi Hirano. Ataru invece ha la voce di Paolo De Santis. La scelta peggiore, a mio avviso, è stata quella di dare a Sakurambo la voce di Mario Scarabelli, non la trovo un granché per un personaggio come questo, che era reso molto meglio da Dante Biagioni. Rimane comunque un doppiaggio senz'altro molto buono, nell'insieme.

Il primo OAV, intitolato "Il Tea Party di Ryoko", non è stato doppiato in italiano, quindi nell'edizione Yamato ha i sottotitoli. Fu realizzato mentre andava in onda l'ultima stagione dell'anime, e presenta quindi lo stesso character design e le stesse sigle di apertura e chiusura, con la differenza che si tratta di un mediometraggio lungo circa cinquanta minuti. Ryoko è annoiata e decide di invitare le sue amiche di Tomobiki per chiacchierare sugli eventi passati insieme. Con questa idea di partenza viene realizzato un collage di alcune scene tratte da vecchi episodi della serie, con una piccola aggiunta a sorpresa verso il finale. Nell'insieme è un episodio discreto: è molto ben realizzato, ma il suo difetto consiste nel fatto che, nel suo essere una sequenza di vecchi spezzoni, risulta molto meno coinvolgente dell'anime vero e proprio, per quanto divertente.

Il secondo OAV, anch'esso sottotitolato, s'intitola "Memorial Album - I'm the Shu-chan", e in Giappone uscì pochi mesi dopo la conclusione della serie TV. Si tratta di un episodio di circa ventisei minuti che di nuovo mette insieme un puzzle di sequenze tratte dalla serie animata, inizialmente con un tema musicale di tre minuti costituito dalla canzone "Sweet Dream", cantata da Narikiyo Kanako, e successivamente mostrando gli avvenimenti di Tomobiki dal punto di vista di un satellite dei Mendo. La canzone d'apertura non è delle migliori nella colonna sonora di "Lamù", però è simpatica e conforme a quello spirito mai molto serio di questa serie. Nell'insieme è un episodio più vivace del primo e, anche se non apporta nulla di consistente, essendo come da titolo un semplice album di ricordi, è anche questo un episodio discreto. La sigla di chiusura, anch'essa cantata dalla Narikiyo, è una canzone molto gradevole e in pieno stile anni '80, intitolata "Romance Ga Itai".

Il terzo episodio è un mediometraggio del 1987, della durata di cinquantasette minuti, che traspone in animazione cinque capitoli disegnati da Rumiko Takahashi l'anno precedente, e qui finalmente si inizia fare sul serio. Questa storia, intitolata "Che cosa accadrà nel futuro di Lamù?" è infatti basata sull'intrigante idea di un "subspazio" costituito da numerose porte, le quali permettono di accedere a differenti futuri tutti diversi fra loro. E' un episodio molto movimentato e coinvolgente, ma ha il difetto di essere un po' edulcorato sul piano della comicità rispetto ai rispettivi capitoli originali. E' molto interessante vedere lo sviluppo delle dinamiche interpersonali dei personaggi, intrattiene molto e in qualche momento fa sbellicare dal ridere, però c'è anche qualche scena aggiuntiva che tende a prendersi troppo sul serio e che rovina un po' il divertimento. Ma è comunque impagabile vedere Lamù e Shinobu vestite come le conigliette di un Playboy Club.
Il suo punto migliore è che va a delineare molto dettagliatamente la personalità di Ataru, e lo fa in maniera molto dolce.
Nel complesso anche questo è un episodio discreto.
Presenta due sigle del tutto inedite e delle animazioni molto buone. Il character design è di Setsuko Shibuichi e la regia di Satoshi Dezaki, i quali l'anno successivo realizzarono anche l'ottimo lungometraggio "Boy Meets Girl".

Proprio a partire da quell'anno lo stesso cast realizzò otto OAV della durata standard di venticinque minuti, con due nuove sigle. Le musiche di queste sigle sono dei ben registrati medley delle sigle più popolari che si erano susseguite lungo tutta la serie TV, come "Open Invitation", "Lum no Love Song" oppure "Uchu wa Taihen da!", eseguiti da una new entry di nome Satomi.
I primi cinque di questi OAV sono tutti tecnicamente ottimi, forse leggermente inferiori dei precedenti sul piano delle colorazioni, ma con animazioni e disegni molto curati. Nel terzultimo si nota un lieve calo nei disegni, e purtroppo negli ultimi due, realizzati nel 1991, i disegni peggiorano notevolmente, modificando di parecchio i tratti dei personaggi.
Tutti questi otto OAV sono trasposizioni di alcuni degli ultimi capitoli che Rumiko Takahashi disegnò tra il 1986 e il 1987.

I primi tre episodi, rispettivamente: "Gelati Arrabbiati", "Fidanzati sulla spiaggia" e "La Guardia Elettrica" sono tutti e tre da 10 e lode. Con questi OAV finalmente si torna a ridere di gusto, proprio come nella serie principale, e potrebbero benissimo essere integrati ad essa. Nel primo le protagoniste sono Lamù, Ran, Benten e Oyuki alle prese con un nuovo difficoltoso business. Il secondo introduce quella che sembrerebbe la fidanzata di Ryunosuke, mentre nel terzo torna in scena Shingo, che già avevamo visto nell'episodio "La Giungla Elettrica" e che stavolta si troverà a fare conoscenza con un'altra ragazza.
Nel primo ci si diverte con i battibecchi fra le quattro ragazze aliene; il secondo è il più scioccante e singolare, mentre nel terzo tornano finalmente le "marachelle" dinamitarde di una ragazza d'alto lignaggio di nostra conoscenza.

Nel 1989 esce anche un quarto OAV intitolato "Ululo alla Luna". Per poter coprire la durata standard di venticinque minuti, la storia del capitolo a fumetti viene dilatata e modificata in molti punti, rendendo il risultato finale meno divertente e un po' più sempliciotto. Per celebrare l'hanami, che consiste nel consumare un picnic sotto i ciliegi in fiore, Lamù vuol preparare ad Ataru dei sakuramochi, ma le cose non andranno come previsto.
E' un buon episodio, simpatico e d'intrattenimento, e qualche risata la strappa, ma si distingue nell'essere nettamente inferiore sia ai tre OAV precedenti che ai successivi.

Seguono altri quattro OAV intitolati: "La capra ed il formaggio", "Prendimi il cuore", "Il terrore degli occhioni" e "Appuntamento con un fantasma". L'ultimo di questi non ha un doppiaggio in italiano, ma solo i sottotitoli.
Tutti e quattro sono, a livello di trama, divertimento puro.
Il primo è l'esilarante e geniale parodia di un horror, che sorprende dall'inizio alla fine. Nel secondo vediamo i personaggi alle prese con delle strane e pericolose caramelle aliene. Il terzo tratta una bizzarra e spaventosa malattia proveniente dallo spazio, mentre nel quarto vediamo Tsubame e Sakura alle prese con un particolare caso da esorcizzare.
Sono degli eccellenti episodi che integrano letteralmente la serie televisiva, perché ne seguono esattamente lo stesso cinico umorismo.

La media dei voti che assegno a ciascuno di questi episodi è di 8,75.
Nel complesso, questa è una pregiata collezione, per qualche ora d'intrattenimento e divertimento senza eguali, accessibile sia agli appassionati di "Urusei Yatsura" che a chi poco lo conosce: consiglio senza indugio di vederla.


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Bradipo Lento

Episodi visti: 11/11 --- Voto 7
Dopo la lunga serie tv i produttori di Lamù hanno sfornato altri undici episodi destinati direttamente al mercato dell'home video. A parte due di questi, costruiti rimontando spezzoni tratti da tutta la serie, gli altri sono ispirati a capitoli del manga che non furono trasposti nella serie originale perché pubblicati dopo la produzione dei 195 episodi.

La qualità delle storie narrate è, come succede nella serie, molto varia. Il primo episodio "Cosa accadrà nel futuro di Lamù" è molto intrigante: strutturato come un breve film (dura 50 minuti) tratta un tema affascinante come quello di cercare di conoscere il proprio destino senza poterlo influenzare. A questo si affiancano puntate più divertenti ("La guardia elettrica", "Il terrore degli occhioni"), sentimentali ("Ululo alla luna", dove per colpa di Lamù Ataru rischia di trasformarsi in un lupo) e dall'alto tasso di adrenalina ("La capra ed il formaggio", per buona parte del tempo è quasi un film horror).
Molto particolari "Fidanzati sulla spiaggia" (dove scopriremo il partner di Ryunosuke) e "Memorial album". Quest'ultimo, non doppiato e costituito da un collage di spezzoni tratti degli episodi, ha come protagonista un satellite artificiale che decide di non fare più il suo lavoro perché vuole vivere le sue esperienze. La macchina si "umanizza" perché prova dei sentimenti e ci lascia un messaggio importante: impegniamoci per realizzare i nostri sogni, è sempre meglio che avere dei rimpianti per non averci provato.

La realizzazione grafica è paragonabile a quella della serie, non si notano grosse differenze nei personaggi (ma in alcuni passaggi Sakura sembra la sorella di Kyoko di "Maison Ikkoku").
Anche per le musiche niente di nuovo (ottima qualità), mentre il doppiaggio è affidato ad un cast apposito che ritroveremo quasi integralmente anche nei sei film dedicati a Lamù (e che abbiamo "assaggiato" nell'episodio 10 "Un Natale mozzafiato").

Undici episodi che, dal mio punto di vista, aggiungono qualcosa di nuovo e interessante: il giudizio complessivo è molto simile a quello che ho dato a suo tempo ai 195 episodi nel loro complesso. Consigliati a tutti quelli a cui è piaciuto Lamù, non solo ai fan sfegatatati (come lo ero io più di venticinque anni fa...).