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 1
alex di gemini

Episodi visti: 1/1 --- Voto 8
Dopo tanti anni "City Hunter" ritorna in scena con un nuovo OAV che si rivelerà pieno di sorprese.
Grazie a un lavoro di protezione per una giovane e affascinante attrice, Kaori incontra un miliardario che si rivela essere suo amico d’infanzia. Inizia così un corteggiamento in stile "cinquanta sfumature". Ma cosa farà Ryo, come reagirà? E il miliardario è davvero il bambino debole, ma buono che era un tempo? O sarà diventato un guerrafondaio? Non dimentichiamo che la sua azienda si dedica alla costruzione di armi.

Non resta che vedere il film per capirlo. Indubbiamente il livello grafico e registico di questo film sono davvero ottimi , al pari di quello musicale. Per non parlare dei quesiti filosofici affrontati. Indubbiamente il film può piacere o non piacere a causa del tempo che passa e delle inevitabili differenze rispetto alla serie classica e alle innovazioni che la società e la tecnologia inevitabilmente portano. "Saint Seiya omega" docet. Per non parlare delle tantissime scuole di magia nate a causa di Harry Potter.
I potenti droni di questo film, per esempio, negli anni novanta sarebbero sembrati roba da terminator, mentre invece oggi sono tragicamente reali. O, appunto, l’effetto da cinquanta sfumature. Comprendo bene perciò le perplessità dei puristi, ma rimango dell’avviso che una serie sia inevitabilmente qualcosa di vivo e che non possa non essere toccata dal nuovo. E dato che questo OAV mi sembra perfettamente riuscito in tutti i sensi, un otto lo posso dare, complice l’ottima vena filosofica che, se ci fate caso, ricorda molto anche guerre stellari.


 5
RyOGo

Episodi visti: 1/1 --- Voto 5
"City Hunter" è sempre "City Hunter". Ha un inizio, un proseguimento, una fine e un sequel, ma possiamo dire che ciò che la gente ama e ciò che Sunrise produce è sempre ambientato prima della fine dell'opera, in un eterno presente.
Quindi, cosa possiamo aspettarci di nuovo, questa volta? Beh... è "City Hunter", ha un suo canovaccio ben collaudato e che se viene modificato potrebbe non piacere ai suoi fans, quindi, questa volta... nulla di nuovo. C'è la solita ragazza che in preda alla disperazione si affida ai nostri protagonisti, ci sono tutti (tutti) gli elementi che fanno parte di ogni film e special televisivo, sempre nello stesso identico ordine, ci sono sempre i soliti personaggi e i soliti ambienti. E se guardiamo a questo film come a una celebrazione di ciò che è l'essenza del franchise, va benissimo così. Tu da spettatore sai benissimo cosa succederà per filo e per segno, sai che a ogni scena ci sarà sempre la solita conseguenza comica, seguita dalla solita azione. Che sia un pregio o un difetto, dipende da cosa si cerca, e in un prodotto celebrativo sarebbe ottimo così. La storia è canonica ma ben raccontata, l'azione non manca, e le musiche sono un tuffo al cuore per chiunque abbia seguito il brand negli anni.

Allora, cosa c'è che non va? Prima di tutto, la regia, intesa come scelta di inquadrature e formato video. Da un film cinematografico mi aspetto un uso del grande schermo diverso rispetto a una serie TV in cui alcune inquadrature sembrano uscire dal formato 4:3 tagliato. E se lo stile grafico è diverso ma comunque ottimo, non si può accettare una qualità dei fondali così bassa in un film del 2019, quando le serie TV da anni ci hanno abituato meglio. Anzi, se c'è una cosa in cui "City Hunter" fin dal primo episodio eccelleva, era proprio nella regia e nella cura maniacale in cui rappresenta armi e mezzi meccanici, tra auto riprodotte maniacalmente anche nei loro interni e strumenti bellici, qui abbiamo effettivamente delle novità rispetto al passato, ovvero dei droni volanti (sia nemici, sia uno che usa il protagonista per diletto). Il dramma è vedere come sono animati male in 3D, una cosa che mi potrei aspettare da altri studi di animazione, non da una Sunrise che per prima osò animare totalmente in 3D i knightmare frame di "Code Geass: Akito the Exiled". Qui siamo a livelli nettamente inferiore dell'ONA YouTube Original "Obsolete", sempre del 2019. Anzi, mi ricorda l'Archangel di "Gundam Seed", ma non il remake del 2012, bensì quello del 2002. Davvero per un film cinematografico non si poteva fare di più?
E, se vogliamo mettere il dito nella piaga, durante i titoli di coda si vedono alcuni momenti topici della saga, e lì la regia è allo stato dell'arte, potremmo prendere quegli episodi e metterli a fianco al loro celebratissimo "Cowboy Bebop", e non sfigurerebbero affatto. Quindi, chi ha lavorato al film sa il valore del brand e che qualità può avere come opera d'azione e non solo, al di là del canovaccio sempreterno (in alcuni casi fortemente anacronistico, in altri così avanti da essere attuale solo ora in pieno XXI secolo). Ed è un peccato che un tributo abbia questi difetti, perché certe idee che non vi anticipo sono davvero ciò che un fan voleva vedere da tempo.

Quindi, mi spiace non poter dare la sufficienza a questo film. Se siete fan sfegatati del brand, se come tutti i comuni mortali ve lo vedrete in TV e se tenete conto di quale piccola grande sorpresa nasconde, alzate pure il voto, come film è coerente ed è divertente.
E in "City Hunter" basta così, in fondo.


 2
chucknerdotaku92

Episodi visti: 1/1 --- Voto 7
Faccio una piccola premessa: con Hojo ho un rapporto molto particolare. "Cat's eye" e "City Hunter" sono due dei manga che amo di più, anche se non posso dire lo stesso delle controparti anime che ho sempre trovato nettamente inferiori, soprattutto a livello di trama.

Dopo anni di assenza, in versione animata, Ryo Saeba ritorna in questo nuovo lungometraggio "Private Eyes" con tutti i suoi pregi e i suoi difetti.
Se da una parte abbiamo un'animazione davvero ottima, con sfondi mozzafiato e un buon comparto musicale; d'altra parte abbiamo una trama per nulla innovativa che ricalca parecchio quelle dei special precedenti e della serie, unica innovazione è la tecnologia dei giorni nostri (i tempi cambiano, si va avanti con gli anni, ma i personaggi non invecchiano di un giorno a Shinjuku).

80 minuti senza infamia e senza lode, come già detto molto in linea con i precedenti prodotti animati. Ho gradito molto le Cat's Eye nel ruolo di guest star che arrivano a dare man forte al nostro Ryo. Le gag di Kaori con il martello sono l'immancabile cult di questa serie anche se ormai sono ripetitive, un po' come le "porcellate" di Ryo. Il finale naturalmente è esplosivo (in senso figurato) come sempre.

Alla fine, il suo dovere lo fa', intrattiene ed è scorrevole. 7 pieno meritato.

P.s. spero che prima o poi ne facciano una serie più fedele al manga, visto che ormai va di moda. Ryo la merita.


 2
joke95

Episodi visti: 1/1 --- Voto 7,5
"City Hunter: Private Eyes" è un film dalla durata di un'ora e mezza circa, uscito in Giappone a Febbraio del 2019 e arrivato successivamente in Italia a settembre dello stesso anno. Il tutto inizia con Ai la quale è una giovane fotomodella che si sente sempre seguita da persone losche in cerca della famosa chiave del sistema Moebius al quale il padre stava lavorando da anni, proprio per questo motivo affida la sua vita a Ryo e a Kaori, solo più avanti scopriremo che uno di questi malviventi è un vecchio amico d'infanzia di Kaori.

La grafica è nettamente superiore rispetto a quella dell'anime principale di City Hunter del 1987, risulterà molto bella e innovativa per lo spettatore, davvero ottimi disegni, lo stesso vale per i fondali, l'ambientazione cittadina e le varie scene di scontro a fuoco; il doppiaggio Italiano è ottimo come sempre anche perché sono gli stessi doppiatori della famosa prima serie, un altra cosa che mi ha colpito molto è che hanno usato la vecchia sigla di chiusura, ovvero quella dei TM Network - Get Wild.

E' stato un bellissimo film con una trama molto interessante nel quale non mancheranno le vecchie gag di Ryo, il quale riporterà indietro nel tempo i vecchi fan nostalgici come me, sia per le varie OST e le varie sigle ma anche perché faranno ritorno molti personaggi storici che non si vedevano da tempo, un must che ogni fan di City Hunter dovrebbe assolutamente vedere.

Voto finale: 7,5


 4
Atenaide

Episodi visti: 1/1 --- Voto 6
"Essere un cult o non essere un cult... questo è il dilemma". Rinnovarsi o soggiacere agli stilemi del passato? E questa Magnum, stretta tra le mani, è testimone muta di quest’annosa domanda.

"City Hunter" torna in un altro film della serie. Siamo ai giorni d’oggi, dove l’alta tecnologia e i droni sono diventate armi terribili, davvero esistenti.E qui ritorna in toto tutto quell'insieme di caratteristiche che ha reso "City Hunter" un classico: un Ryo Saeba che alterna momenti (eccessivi) di predatoria sessuale alla sua versione da serio gentiluomo, fino al rambo in giacca azzurra capace di prodezze atletiche e da cecchino incredibili; una Kaori col suo eterno martellone, dolce ma graffiante, determinata ma impulsiva, sempre da salvare e poi quel sentimento tra i due, lì in sospeso. Completano il quadro la bellissima cliente, l’appoggio di un Falcon dal cuore tenero e dalla sua partner Miky e la poliziotta Selene, il cui fascino innegabile è usato per fregare ogni volta il nostro Ryo.

La trama scorre come da copione: un primo salvataggio della bella cliente, i soliti momenti da moccori (qui tradotti come alzabandiera) di Ryo, ogni volta fustigato da un’indomabile Kaori e la consapevolezza di quanto il pericolo che minaccia la cliente sia concreto. Segue l’esclation, ma qui almeno è inserito un personaggio maschili, amico d’infanzia di Kaori, il quale comincia a corteggiarla. Infine, un finale travolgente, scontri come se non ci fosse un domani, il caro vecchio Falcon che tira fuori i suoi pugni d’acciaio e Miki col bazooka. Al termine, rimaniamo per l'ennesima volta testimoni di come la cliente capisca che tra Kaori e Ryo c’è qualcosa di molto bello, ma negato pubblicamente e clamorosamente.

Che dire, allora?

I disegni sono diversi dalla serie e un po' bisogna rifarsi l’occhio; la musica di sottofondo punta, a parte qualche brano, ad un effetto nostalgia, riprendendo il sound della storica serie. Siamo davanti ad un personaggio inossidabile, straordinariamente atletico, incredibilmente identico a se stesso con tutto il suo universo attorno che ben conosciamo. Un amante della serie e poi dei film non potrà non godersi questo film, diversamente persone come me che hanno lasciato cadere il loro interesse per "City Hunter" lo troveranno prevedibile e piattino.


 1
Federica7

Episodi visti: 1/1 --- Voto 8
La trama è abbastanza semplice, così come ci si aspetta, in linea con l'anime.

Il punto forte sono le animazioni, sempre realizzate in modo magistrale, e l'effetto sorpresa dell'arrivo di alcuni personaggi che fanno tornare al passato e fanno rivivere la gioventù di uno spettatore anche non è necessariamente adulto, ma quantomeno over 20.

Presumibilmente è stato realizzato per i vecchi fan ma è godibile anche da chi non ha mai seguito l'anime in quanto le relazioni tra i personaggi sono facilmente deducibili in pochi minuti.
Il risultato è molto piacevole e assolutamente consigliato.


 1
doctor Octopus

Episodi visti: 1/1 --- Voto 7
"City Hunter: Private Eyes" è un discreto prodotto d'animazione che strizza l'occhio ai fan del manga e dell'anime tv di Tsukasa Hojo e non allo spettatore occasionale (non che lo spettatore occasionale non si possa divertire, ma il film dà troppe cose per scontate e, se non lo si vede assieme a persone che conoscono il personaggio, si rischia di rimanere spiazzati; rischio che corre soprattutto chi vive, al cinema, di film Disney).

Doppiato dagli stessi attori che avevano adattato, in Italia, le prime due serie anime televisive (quelle più lunghe, da 51 e 63 episodi, del 1987 e 1988, + i sei OAV degli anni '90), parlo di Guido Cavalleri, Yasmine Laurenti e Patrizia Scianca, ovvero Ryo, Kaori e Saori, la sexy poliziotta. Immancabili anche Umibozu e la sua bella fidanzata Miki, con il massiccio mercenario/barista (sempre doppiato da Vittorio Bestoso) che si lascia andare a diversi momenti comici. Anche in questo film, che ripete un copione già visto sul piccolo schermo, Ryo Saeba, nella prima parte non scende a compromessi col pubblico, restando divertente, provocatorio e, sopratutto, adulto (o almeno over 14), mentre nella seconda, quando è la sua 357 magnum a sparare, diventa rumoroso, prevedibile e fracassone, come la star di un videogame urbano "sparatutto". Come da copione, la cliente è una bella ragazza, ma rispetto ad altre che ricordo nelle serie tv è poco incisiva, come il cattivo, che non riesce a bucare lo schermo come fanno Ryo e Kaori.

Nonostante ciò, un bel sette a quest'opera è d'obbligo, sarà per l'apparizione, iper-strombazzata nei trailer, dell'indimenticabile banda "Occhi di Gatto" al gran completo che rende il tanto sospirato crossover fra gli eroi di Tsukasa Hojo una realtà, anche se breve.


 1
Fabfab

Episodi visti: 1/1 --- Voto 7
Ieri sera, 2 settembre 2019, sono tornato a vedere un anime al cinema approfittando dell'iniziativa di Nexo Digital e Dynit, il solito evento speciale della durata di pochi giorni in cui proiettano un film più o meno recente a prezzo maggiorato. Ragion per cui, da buon genovese, vado solo quando il titolo mi interessa molto e di certo non potevo perdermi il ritorno in scena del mitico Ryo Saeba!

Di questo nuovissimo (uscito l'8 febbraio 2019 in Giappone) film sapevo giusto che è stato un grande successo in patria e che alla regia c'era Kenji Kodama, che già si era occupato delle vecchie serie televisive, arrivate in Italia su canali secondari a causa dei contenuti ritenuti inadatti ai programmi per ragazzi delle reti Fininvest, che pure le aveva fatte doppiare.
Al termine della visione il mio giudizio può dirsi ambivalente.

Preso come film a sé stante il risultato finale è davvero mediocre: i nuovi personaggi introdotti, la cliente da salvare e l'antagonista, sono banali stereotipi visti mille volte, nonostante si sia cercato di legare il secondo al passato di Kaori Makimura, la socia di Ryo. Ma il peggio lo si riscontra nella sceneggiatura, che sembra la versione allungata di un anonimo episodio televisivo, poco sensata e ancor meno credibile: in breve dei mercanti d'armi per mettere sul mercato i loro nuovi droni da guerra organizzano una dimostrazione, una caccia all'uomo tra le macchine e il nostro Ryo Saeba nel pieno centro di Tokyo. Le autorità, pur a conoscenza del piano, decidono di aspettare che City Hunter sconfigga da solo decine di macchine da guerra. Logico no?

Ma questo "City Hunter - Private Eyes" è in realtà un prodotto pensato e realizzato per i fan dell'opera di Tsukasa Hojo, non per i novellini. Sotto questo aspetto l'opera è un vero godimento perché ripropone pedissequamente tutto quello che il fan conosce e vuole rivedere: il rapporto Ryo-Kaori, le martellate della ragazza, l'alzabandiera perenne di Ryo e tutto quello che ne consegue, fino a culminare con l'estrema figaggine del combattimento finale, dove né uomini né droni possono rivaleggiare con la mira di City Hunter! Nella pellicola compaiono in ruoli più o meno marginali tutti gli amati coprotagonisti della serie, a cominciare dal pelato Umibozu con il suo inseparabile bazooka alla scaltra poliziotta Saeko con la sua lista di bottarelle promesse al protagonista per il suo aiuto. In più gli amanti di Hojo si possono beare anche del cameo riservato alle tre sorelle Kisugi, protagoniste del precedente manga di Hojo noto anche da noi come "Occhi di Gatto" e che svelano il loro legame con il caffè Cat's Eye gestito da Umibozu e Miki.

L'effetto nostalgia è amplificato dalla furba ed azzeccata scelta di recuperare le canzoni della vecchia serie, a cui fa il paio nell'edizione italiana il recupero dei doppiatori nostrani delle prime due serie televisive.
Niente da eccepire riguardo l'ottimo livello delle animazioni, che rielaborano fedelmente lo stile di Tsukasa Hojo restituendoci personaggi indimenticabili ed un'animazione molto tradizionale, gli inserti della cg non appaiono mai fastidiosi o fuori contesto.

Dunque un buon film, divertente e godibile per gli appassionati della serie da cui trae ispirazione, che avrebbe potuto risultare migliore se gli sceneggiatori non si fossero limitati a fare il compitino, impegnandosi a regalarci una vicenda più appassionante. Solo per fan.