Ore wo Suki na no wa Omae Dake ka yo
"Oresuki" costituisce il quinto anime prodotto dallo studio d'animazione Connect. Tratto da una light novel scritta da Rakuda, con l'influenza artistica di Buruki, l'anime adatta solo una porzione dei diciassette volumi totali della light novel, implicando che la sua narrazione animata rappresenti soltanto una parte della vasta trama originale.
Il manga, invece, presenta un arco narrativo distinto che si ispira alle vicende della light novel, ma le rielabora completamente, interrompendosi ancor prima del settimo episodio della serie animata a causa di un calo di interesse e di fondi.
L'anime è stato trasmesso in tutto il Giappone e all'estero sia in televisione che su schermi come strumento promozionale per la serie di light novel originale, ottenendo un notevole successo.
Dal punto di vista tecnico, l'anime si distingue per l'eccellenza del suo cast, che annovera la partecipazione di rinomati professionisti dell'industria dell'animazione giapponese. Tra le voci principali, troviamo talenti di calibro come Daiki Yamashita, noto per aver dato voce a personaggi iconici come Izuku Midoriya in "My Hero Academia" e Narancia in "JoJo's Bizarre Adventure", Haruka Tomatsu, la cui voce ha dato vita a personaggi memorabili come Zero Two in "Darling in the Franxx" e Asuna Yuuki in "Sword Art Online", e Jun Fukuyama, celebre per le sue interpretazioni di Korosensei in "Assassination Classroom" e Lelouch in "Code Geass".
Nonostante l'obiettivo esclusivamente promozionale l'anime non ha trascurato la cura delle voci, garantendo una performance impeccabile da parte del cast. Tuttavia, l'animazione, diretta da Shintaro Tsubota, potrebbe risultare meno impressionante per gli standard del suo anno di produzione. È importante notare che, data la natura del genere come commedia romantica, non è stato necessario investire un budget considerevole nell'aspetto dell'animazione. Piuttosto, l'attenzione è stata concentrata sulla sceneggiatura generale e su quella di ogni singolo episodio.
Il protagonista della narrazione è Kisaragi Amatsuyu, noto anche come Joro, il quale si trova immerso in un intricato intreccio relazionale quando due affascinanti studentesse, a seguito di una serie di avvenimenti, confessano il loro amore non nei suoi confronti, bensì nei confronti del suo migliore amico, Oga Taiyo (conosciuto come Sun-chan). Joro, tentando di mascherare la propria natura sotto le spoglie di un giovane ingenuo e innocente, nutre l'auspicio di instaurare una relazione con una delle due ragazze, solo per scoprire che entrambe sono determinate a conquistare l'affetto di Sun-chan, trasformando Joro in un mero strumento manipolato nelle loro mani. Questo bizzarro poligono amoroso si complica ulteriormente con l'intervento di Sumireko Sanshokuin, nota anche come Pansy, che rivela il suo amore per Joro e si proclama la sua fedele stalker.
Personalmente, penso che per comprendere appieno la complessità di "Oresuki," è essenziale analizzare tre punti chiave.
La parte seguente contiene spoiler
Il primo aspetto da considerare è il genere della commedia romantica che caratterizza l'anime. Emerge immediatamente una storia ben costruita ma apparentemente complessa, ideale per gli appassionati, ma potenzialmente meno accessibile a coloro meno familiari con questo tipo di narrazione. Il finale animato è stato realizzato dallo studio un anno dopo l'uscita degli originali dodici episodi sotto forma di OVA, distaccandosi dalla narrazione della light novel e diventando un anime only, una narrazione a sé stante, indipendente dalle opere originali. Questa decisione ha contribuito ad accrescere ulteriormente la tensione intorno ai protagonisti, ma ha bloccato ogni possibilità di seconda stagione o continuazione della storia. Il finale offre una prospettiva inaspettata, discostandosi dagli schemi tradizionali delle storie romantiche. Nessuna delle eroine ottiene una vittoria esplicita, e la conclusione si concentra sull'importanza dell'amicizia consolidata, sottolineando un'idea controintuitiva nel contesto del genere romantico. L'autore Rakuda, con quest'opera vincitore del Gold Prize al 22° Dengeki Novel Award per la narrativa giapponese, ha dichiarato in un'intervista di aver tratto ispirazione per scrivere quest'opera da un certo manga di commedia romantica, chiedendosi perché il protagonista non si rendesse conto di essere così corteggiato. Gli ci sono voluti tre anni per sviluppare l'idea finale.
Nella seconda metà dell'anime, emerge una riflessione più profonda, soprattutto attraverso la rottura del quarto muro da parte del protagonista, Joro. Quest'ultimo si trova in conflitto con il suo ruolo di protagonista, poiché si discosta dal classico stereotipo del protagonista piatto e semplice, spesso privo di sfaccettature. Negli anime degli ultimi decenni, sono emersi stereotipi ormai eccessivamente usati, soprattutto riguardo ai protagonisti, che spesso risultano noiosi e insipidi, servendo solo alla narrazione più semplice e senza sforzi.
Al contrario, Joro è un personaggio complesso e ambiguo, un antieroe intelligente che si contrappone all'eroe tradizionale. Egli è presentato come un protagonista di commedia romantica gentile e denso, ma in realtà è manipolatore, egocentrico e insicuro del proprio valore. Nonostante ciò, è anche genuinamente gentile e apprezza l'amicizia, mostrandosi disposto a sacrificarsi per gli altri. Il suo comportamento manipolatorio è radicato in una profonda insicurezza riguardo al suo posto tra i suoi amici di successo. Questo dualismo viene reso oggetto di ironia anche attraverso il costante paragone con l'opera di Stevenson, "Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde", che analizza le diverse facciate della natura umana.
Si suggerisce che un personaggio come Hose, che verrà introdotto negli archi narrativi finali, potrebbe meglio adattarsi al ruolo di protagonista, incarnando le caratteristiche cliché tipiche del genere romcom: bontà d'animo estremizzata, maniere eccezionali e un sorriso ironicamente accecante.
Il vero colpo di scena viene rivelato quando scopriamo che anche Hose ha due personalità distinte: una facciata da bravo ragazzo e il suo vero io, che emerge quando è arrabbiato o in difficoltà. Mentre la sua facciata è impeccabile, il suo vero io è manipolatore e possessivo, considerando Pansy come una sua proprietà.
Il secondo punto assume una dimensione metaforica all'interno dell'anime, anziché rimanere confinato a una prospettiva moralistica.
È evidente sin dalla prima visione che tutti i personaggi sono simbolicamente legati al mondo del giardinaggio.
Ognuna delle ragazze, anche quelle di sfondo, rappresenta metaforicamente un fiore, come Pansy, Cosmos e Himawari. Approfondirò l'analisi concentrandomi sulle figure principali.
La principale eroina, Pansy, è incarnata dal fiore del pensiero, il cui significato viene chiarito da Pansy durante la danza Kabuten nell'episodio 6. Questi fiori sono profondamente associati all'amore incondizionato e incantato, in quanto mitologicamente una freccia di Cupido è caduta su un pensiero. Il fiore della viola del pensiero rappresenta i pensieri degli amanti, condivisi prima che venga pronunciata una parola. Il termine deriva dal francese "pensée", che significa "pensiero".
La seconda ragazza, Cosmos, è associata alla cosmea, il cui nome proviene dalla parola greca kosmos, che significa "mondo", "ordine" o "disposizione armoniosa". Questo perché i fiori di cosmo hanno petali molto ordinati, che riflettono l'ordine e l'armonia dell'universo, cioè del cosmo. Per questo motivo, i fiori di cosmo simboleggiano ordine, armonia ed equilibrio.
La terza ragazza, Himawari, è rappresentata dal girasole, simbolo di gioia, allegria, stima e affetto. In amore, i girasoli trasmettono un amore costante, come una promessa di essere saldi nel proprio amore solo per l'altra persona.
Questo schema simbolico si estende ad altri personaggi femminili dell'anime, ciascuno riflettendo le caratteristiche e la personalità del fiore che rappresenta.
La stessa cosa accade anche coi personaggi maschili.
Joro, dal giapponese “innaffiatoio”, è simboleggiato ed è rappresentato graficamente come quest’ultimo, simboleggiante positività, indulgenza, sensualità, piacere proibito, lavoro sulla propria immagine e sulla propria autostima. Può anche significare, nella simbologia onirica, dolore per un lungo periodo di tempo, seguito da rassicurazione.
Hose, d'altro canto, è associato a un tubo per l'irrigazione, anch'esso simboleggiante l'acqua, ma rappresenta rinnovamento e apparente pulizia. Nella simbologia onirica, può indicare la necessità di guarire dalle ferite emotive per crescere come persona o essere una metafora dell'attrazione sessuale.
Infine, Sun-chan rappresenta il sole, emblema di calore, felicità, energia e fiducia in sé stessi. In amore vuol dire immenso piacere e un legame positivo e appassionato.
Il terzo punto interpretativo rappresenta un aspetto particolarmente affascinante di "Oresuki". La parodia, ben nota come una caricatura di personaggi, stili o opere, si esprime nell'anime attraverso l'esagerazione delle convenzioni narrative e dei cliché tipici del genere romantico. "Oresuki" è stato oggetto di critiche per questa tendenza parodica, che ha sollevato questioni legate alla libertà di espressione e alla capacità di mantenere un equilibrio tra ironia e rispetto per gli altri.
Dov’è il confine tra satira e disprezzo? La satira non è motivata dal disprezzo, ma piuttosto da una riflessione critica sulla condizione umana e le contraddizioni della società. Essa ridicolizza i difetti di qualcosa, spesso esagerando, ma non ha lo scopo di offendere. Ridere a spese di qualcuno o qualcosa è tipico della satira, ma non significa necessariamente una mancanza di rispetto.
"Oresuki" merita di essere analizzato come una parodia satirica in quanto trasforma i cliché che caratterizzano le commedie romantiche in una forza creativa e sconcertante. Ci troviamo di fronte a un'opera che, pur deridendo gli stereotipi del genere sentimentale, ne fa parte integrante. Gli elementi distintivi di "Oresuki", come le rotture della quarta parete (situazione in cui i personaggi sono consapevoli di essere osservati, e si riferiscono pertanto più o meno esplicitamente al pubblico nei loro comportamenti) e i riferimenti parodici ad altre opere o personaggi fittizi o reali (per citarne alcuni, la serie TV "Furuhata Ninzaburo"; il cantante Daigo; gli anime "Hokuto no Ken" e "Kaiji"; i film animati "Mononoke Hime" e "Kimi no na wa") contribuiscono a rendere la storia una costante parodia caricaturale di un intero genere narrativo e degli elementi più famosi di quest'ultimo.
Il motivo per cui questo aspetto mi affascina particolarmente è perché, nonostante sia una parodia delle convenzioni romantiche, "Oresuki" riesce a offrire una rappresentazione più "autentica" della realtà rispetto a molte altre opere del genere. I personaggi sono vibranti e complessi, e nessuno esita a mentire o a barare spudoratamente per ottenere ciò che desidera. Ogni personaggio è a suo modo un antieroe, e ci ritroviamo a identificarci con loro.
Mentre la maggior parte degli anime romantici e non tende a idealizzare l'amore giovanile come una fase di pura gioia e divertimento, "Oresuki" presenta un quadro meno lusinghiero, riflettendo in modo accurato e talvolta teatrale una realtà adolescenziale in cui i giovani non hanno ancora sviluppato una personalità definita e agiscono in modo egoistico, anche a scapito degli altri.
In modo paradossale, l'anime riesce a mostrare anche come, nonostante le meschinità e le cattiverie, siano possibili relazioni profonde e durature, capaci di creare ricordi indelebili. Ciò che rende "Oresuki" un'opera straordinaria è proprio la sua capacità di esplorare entrambi questi aspetti della realtà adolescenziale. Mentre molte storie d'amore tendono a concentrarsi sul lato positivo e gratificante dell'amore, "Oresuki" si distingue per il suo coraggioso esame di come l'amore sincero, come può essere quello di un amico, possa essere un catalizzatore per la crescita e la maturazione personale.
Il manga, invece, presenta un arco narrativo distinto che si ispira alle vicende della light novel, ma le rielabora completamente, interrompendosi ancor prima del settimo episodio della serie animata a causa di un calo di interesse e di fondi.
L'anime è stato trasmesso in tutto il Giappone e all'estero sia in televisione che su schermi come strumento promozionale per la serie di light novel originale, ottenendo un notevole successo.
Dal punto di vista tecnico, l'anime si distingue per l'eccellenza del suo cast, che annovera la partecipazione di rinomati professionisti dell'industria dell'animazione giapponese. Tra le voci principali, troviamo talenti di calibro come Daiki Yamashita, noto per aver dato voce a personaggi iconici come Izuku Midoriya in "My Hero Academia" e Narancia in "JoJo's Bizarre Adventure", Haruka Tomatsu, la cui voce ha dato vita a personaggi memorabili come Zero Two in "Darling in the Franxx" e Asuna Yuuki in "Sword Art Online", e Jun Fukuyama, celebre per le sue interpretazioni di Korosensei in "Assassination Classroom" e Lelouch in "Code Geass".
Nonostante l'obiettivo esclusivamente promozionale l'anime non ha trascurato la cura delle voci, garantendo una performance impeccabile da parte del cast. Tuttavia, l'animazione, diretta da Shintaro Tsubota, potrebbe risultare meno impressionante per gli standard del suo anno di produzione. È importante notare che, data la natura del genere come commedia romantica, non è stato necessario investire un budget considerevole nell'aspetto dell'animazione. Piuttosto, l'attenzione è stata concentrata sulla sceneggiatura generale e su quella di ogni singolo episodio.
Il protagonista della narrazione è Kisaragi Amatsuyu, noto anche come Joro, il quale si trova immerso in un intricato intreccio relazionale quando due affascinanti studentesse, a seguito di una serie di avvenimenti, confessano il loro amore non nei suoi confronti, bensì nei confronti del suo migliore amico, Oga Taiyo (conosciuto come Sun-chan). Joro, tentando di mascherare la propria natura sotto le spoglie di un giovane ingenuo e innocente, nutre l'auspicio di instaurare una relazione con una delle due ragazze, solo per scoprire che entrambe sono determinate a conquistare l'affetto di Sun-chan, trasformando Joro in un mero strumento manipolato nelle loro mani. Questo bizzarro poligono amoroso si complica ulteriormente con l'intervento di Sumireko Sanshokuin, nota anche come Pansy, che rivela il suo amore per Joro e si proclama la sua fedele stalker.
Personalmente, penso che per comprendere appieno la complessità di "Oresuki," è essenziale analizzare tre punti chiave.
La parte seguente contiene spoiler
Il primo aspetto da considerare è il genere della commedia romantica che caratterizza l'anime. Emerge immediatamente una storia ben costruita ma apparentemente complessa, ideale per gli appassionati, ma potenzialmente meno accessibile a coloro meno familiari con questo tipo di narrazione. Il finale animato è stato realizzato dallo studio un anno dopo l'uscita degli originali dodici episodi sotto forma di OVA, distaccandosi dalla narrazione della light novel e diventando un anime only, una narrazione a sé stante, indipendente dalle opere originali. Questa decisione ha contribuito ad accrescere ulteriormente la tensione intorno ai protagonisti, ma ha bloccato ogni possibilità di seconda stagione o continuazione della storia. Il finale offre una prospettiva inaspettata, discostandosi dagli schemi tradizionali delle storie romantiche. Nessuna delle eroine ottiene una vittoria esplicita, e la conclusione si concentra sull'importanza dell'amicizia consolidata, sottolineando un'idea controintuitiva nel contesto del genere romantico. L'autore Rakuda, con quest'opera vincitore del Gold Prize al 22° Dengeki Novel Award per la narrativa giapponese, ha dichiarato in un'intervista di aver tratto ispirazione per scrivere quest'opera da un certo manga di commedia romantica, chiedendosi perché il protagonista non si rendesse conto di essere così corteggiato. Gli ci sono voluti tre anni per sviluppare l'idea finale.
Nella seconda metà dell'anime, emerge una riflessione più profonda, soprattutto attraverso la rottura del quarto muro da parte del protagonista, Joro. Quest'ultimo si trova in conflitto con il suo ruolo di protagonista, poiché si discosta dal classico stereotipo del protagonista piatto e semplice, spesso privo di sfaccettature. Negli anime degli ultimi decenni, sono emersi stereotipi ormai eccessivamente usati, soprattutto riguardo ai protagonisti, che spesso risultano noiosi e insipidi, servendo solo alla narrazione più semplice e senza sforzi.
Al contrario, Joro è un personaggio complesso e ambiguo, un antieroe intelligente che si contrappone all'eroe tradizionale. Egli è presentato come un protagonista di commedia romantica gentile e denso, ma in realtà è manipolatore, egocentrico e insicuro del proprio valore. Nonostante ciò, è anche genuinamente gentile e apprezza l'amicizia, mostrandosi disposto a sacrificarsi per gli altri. Il suo comportamento manipolatorio è radicato in una profonda insicurezza riguardo al suo posto tra i suoi amici di successo. Questo dualismo viene reso oggetto di ironia anche attraverso il costante paragone con l'opera di Stevenson, "Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde", che analizza le diverse facciate della natura umana.
Si suggerisce che un personaggio come Hose, che verrà introdotto negli archi narrativi finali, potrebbe meglio adattarsi al ruolo di protagonista, incarnando le caratteristiche cliché tipiche del genere romcom: bontà d'animo estremizzata, maniere eccezionali e un sorriso ironicamente accecante.
Il vero colpo di scena viene rivelato quando scopriamo che anche Hose ha due personalità distinte: una facciata da bravo ragazzo e il suo vero io, che emerge quando è arrabbiato o in difficoltà. Mentre la sua facciata è impeccabile, il suo vero io è manipolatore e possessivo, considerando Pansy come una sua proprietà.
Il secondo punto assume una dimensione metaforica all'interno dell'anime, anziché rimanere confinato a una prospettiva moralistica.
È evidente sin dalla prima visione che tutti i personaggi sono simbolicamente legati al mondo del giardinaggio.
Ognuna delle ragazze, anche quelle di sfondo, rappresenta metaforicamente un fiore, come Pansy, Cosmos e Himawari. Approfondirò l'analisi concentrandomi sulle figure principali.
La principale eroina, Pansy, è incarnata dal fiore del pensiero, il cui significato viene chiarito da Pansy durante la danza Kabuten nell'episodio 6. Questi fiori sono profondamente associati all'amore incondizionato e incantato, in quanto mitologicamente una freccia di Cupido è caduta su un pensiero. Il fiore della viola del pensiero rappresenta i pensieri degli amanti, condivisi prima che venga pronunciata una parola. Il termine deriva dal francese "pensée", che significa "pensiero".
La seconda ragazza, Cosmos, è associata alla cosmea, il cui nome proviene dalla parola greca kosmos, che significa "mondo", "ordine" o "disposizione armoniosa". Questo perché i fiori di cosmo hanno petali molto ordinati, che riflettono l'ordine e l'armonia dell'universo, cioè del cosmo. Per questo motivo, i fiori di cosmo simboleggiano ordine, armonia ed equilibrio.
La terza ragazza, Himawari, è rappresentata dal girasole, simbolo di gioia, allegria, stima e affetto. In amore, i girasoli trasmettono un amore costante, come una promessa di essere saldi nel proprio amore solo per l'altra persona.
Questo schema simbolico si estende ad altri personaggi femminili dell'anime, ciascuno riflettendo le caratteristiche e la personalità del fiore che rappresenta.
La stessa cosa accade anche coi personaggi maschili.
Joro, dal giapponese “innaffiatoio”, è simboleggiato ed è rappresentato graficamente come quest’ultimo, simboleggiante positività, indulgenza, sensualità, piacere proibito, lavoro sulla propria immagine e sulla propria autostima. Può anche significare, nella simbologia onirica, dolore per un lungo periodo di tempo, seguito da rassicurazione.
Hose, d'altro canto, è associato a un tubo per l'irrigazione, anch'esso simboleggiante l'acqua, ma rappresenta rinnovamento e apparente pulizia. Nella simbologia onirica, può indicare la necessità di guarire dalle ferite emotive per crescere come persona o essere una metafora dell'attrazione sessuale.
Infine, Sun-chan rappresenta il sole, emblema di calore, felicità, energia e fiducia in sé stessi. In amore vuol dire immenso piacere e un legame positivo e appassionato.
Il terzo punto interpretativo rappresenta un aspetto particolarmente affascinante di "Oresuki". La parodia, ben nota come una caricatura di personaggi, stili o opere, si esprime nell'anime attraverso l'esagerazione delle convenzioni narrative e dei cliché tipici del genere romantico. "Oresuki" è stato oggetto di critiche per questa tendenza parodica, che ha sollevato questioni legate alla libertà di espressione e alla capacità di mantenere un equilibrio tra ironia e rispetto per gli altri.
Dov’è il confine tra satira e disprezzo? La satira non è motivata dal disprezzo, ma piuttosto da una riflessione critica sulla condizione umana e le contraddizioni della società. Essa ridicolizza i difetti di qualcosa, spesso esagerando, ma non ha lo scopo di offendere. Ridere a spese di qualcuno o qualcosa è tipico della satira, ma non significa necessariamente una mancanza di rispetto.
"Oresuki" merita di essere analizzato come una parodia satirica in quanto trasforma i cliché che caratterizzano le commedie romantiche in una forza creativa e sconcertante. Ci troviamo di fronte a un'opera che, pur deridendo gli stereotipi del genere sentimentale, ne fa parte integrante. Gli elementi distintivi di "Oresuki", come le rotture della quarta parete (situazione in cui i personaggi sono consapevoli di essere osservati, e si riferiscono pertanto più o meno esplicitamente al pubblico nei loro comportamenti) e i riferimenti parodici ad altre opere o personaggi fittizi o reali (per citarne alcuni, la serie TV "Furuhata Ninzaburo"; il cantante Daigo; gli anime "Hokuto no Ken" e "Kaiji"; i film animati "Mononoke Hime" e "Kimi no na wa") contribuiscono a rendere la storia una costante parodia caricaturale di un intero genere narrativo e degli elementi più famosi di quest'ultimo.
Il motivo per cui questo aspetto mi affascina particolarmente è perché, nonostante sia una parodia delle convenzioni romantiche, "Oresuki" riesce a offrire una rappresentazione più "autentica" della realtà rispetto a molte altre opere del genere. I personaggi sono vibranti e complessi, e nessuno esita a mentire o a barare spudoratamente per ottenere ciò che desidera. Ogni personaggio è a suo modo un antieroe, e ci ritroviamo a identificarci con loro.
Mentre la maggior parte degli anime romantici e non tende a idealizzare l'amore giovanile come una fase di pura gioia e divertimento, "Oresuki" presenta un quadro meno lusinghiero, riflettendo in modo accurato e talvolta teatrale una realtà adolescenziale in cui i giovani non hanno ancora sviluppato una personalità definita e agiscono in modo egoistico, anche a scapito degli altri.
In modo paradossale, l'anime riesce a mostrare anche come, nonostante le meschinità e le cattiverie, siano possibili relazioni profonde e durature, capaci di creare ricordi indelebili. Ciò che rende "Oresuki" un'opera straordinaria è proprio la sua capacità di esplorare entrambi questi aspetti della realtà adolescenziale. Mentre molte storie d'amore tendono a concentrarsi sul lato positivo e gratificante dell'amore, "Oresuki" si distingue per il suo coraggioso esame di come l'amore sincero, come può essere quello di un amico, possa essere un catalizzatore per la crescita e la maturazione personale.
A "Oresuki" (ossia l'abbreviazione di "Ore wo Suki na no wa Omae Dake ka yo") ci sono arrivato tramite i consigli degli utenti relativi a un altro anime rom-com scolastico, "Jaku-chara Tomozaki-kun", e, anticipo, francamente non mi ha entusiasmato, soprattutto per la "piega" che ha assunto dopo gli episodi iniziali.
Infatti "Oresuki" parte con tre-quattro episodi al limite dell'esilarante-demenziale ma arguto e ben costruito, tanto da essermi sembrata una sorta di parodia della moltitudine infinita di anime sentimentali scolastici giapponesi.
Gli ingredienti sembravano essere tutti presenti: comicità surreale, continui capovolgimenti di fronte, illusioni amorose (tipo: "Io pensavo che mi avesse invitato ad un appuntamento per dichiararsi e invece..."), equivoci sui rapporti tra amici e possibili partner d'amore... il tutto ben esemplificato dalla scena della "panchina" in cui il protagonista ("Joro") si ritrova in una sorta di deja-vu continuo a subire in fotocopia la stessa scena, con le stesse battute e nella stessa sequenza, in cui patisce le cocenti delusioni tra le considerazioni sotto forma di suoi pensieri rappresentati in modo grottesco ma molto efficace lato comico.
Poi... e poi, terminata la fase in cui uno dei personaggi femminili più interessanti della serie ("Pansy") riesce a smascherare nel senso letterale del termine le vere intenzioni di tutti i personaggi conosciuti fino a quel momento, la serie vira "di punto in bianco" come trama verso il più scontato degli "harem", quelli più inverosimili e forzati in cui sempre il protagonista "Joro" brilla solo per il temporeggiare, sebbene, come si intuirà meglio con l'OAV conclusivo del 2020, in fondo la sua indecisione era comunque legata alla sua convinzione di privilegiare l'amicizia nel senso più nobile del concetto (come sentimento che lega più persone in modo disinteressato) sul sentimento d'amore che avrebbe scontentato sia le ragazze non scelte sia l'amico del cuore "Sun-Chan", e che alla lunga avrebbe inficiato il rapporto di amicizia che tanto "faticosamente" "Joro" era riuscito a costruire tra i vari personaggi...
Lo so, scritto così sembra un anime "nobile", interessante e dal buonismo più esasperato... e in fondo lo sarebbe, se non fosse per le tante forzature surreali che costellano la serie e che rendono i personaggi piuttosto (tanto) infantili, inverosimili e così poco capaci di coinvolgere lo spettatore che si attende un minimo di criticità, drama, realismo, introspezione.
Proprio l'introspezione, usata in modo esilarante nei primi episodi, diventa semplicemente il portare a conoscenza di chi guarda le intenzioni, le "pippe" mentali e la meschinità dei personaggi sulle reali intenzioni sottese a determinati comportamenti.
Sotto questo aspetto, la serie sfrutta il concetto delle "maschere" tanto caro a tanti anime nipponici: spesso vediamo, anche e soprattutto negli anime scolastici, ragazzi/e che adottano una o più "maschere" per difendersi dal mondo esterno per la paura/timore di essere travolti, offesi o semplicemente feriti dalle persone con cui si interagisce. E in "Oresuki" questo stratagemma è ampiamente abusato. Dopo l'inizio scoppiettante e tutto sommato riuscito, l'utilizzo delle maschere tende poi a diventare stucchevole e poco credibile.
Va bene sentire e subire la pressione e l'ansia da prestazione che ti impone il "sistema" di vita nipponico, ma stento a comprendere che per delle questioni irrisolte i giovani possano diventare degli strateghi con ampie capacità di analisi psicologica e si comportino come degli adulti esperti e capaci di saper muovere le pedine in modo articolato e consapevole, al fine di ottenere sempre quello che vogliono, a scapito di quelli meno capaci o esperti o, semplicemente, incapaci di fingere continuamente ad essere quello che non sono.
Scritto dei limiti della serie, posso comunque sostenere che, sebbene si tratti di un'opera che alla lunga e fino al termine si è dimostrata per me deludente, non posso nascondere che, se approcciata in modo meno pretenzioso, possa sembrare comunque divertente e scorrevole, con il classico finale "aperto" che trova poi la sua conclusione con l'OAV dell'anno successivo.
Peccato, perché, per come si è evoluta, non si è poi differenziata da tante altre opere del genere rom-com scolastico più banale e scontato: i cliché, incluso un po' di ecchi e fanservice, non si contano, e così "Oresuki", passando dalla simil parodia del genere, si trasforma nel prodotto dal quale sembrava volesse prendere le distanze, perdendo di mordente e interesse.
Infatti "Oresuki" parte con tre-quattro episodi al limite dell'esilarante-demenziale ma arguto e ben costruito, tanto da essermi sembrata una sorta di parodia della moltitudine infinita di anime sentimentali scolastici giapponesi.
Gli ingredienti sembravano essere tutti presenti: comicità surreale, continui capovolgimenti di fronte, illusioni amorose (tipo: "Io pensavo che mi avesse invitato ad un appuntamento per dichiararsi e invece..."), equivoci sui rapporti tra amici e possibili partner d'amore... il tutto ben esemplificato dalla scena della "panchina" in cui il protagonista ("Joro") si ritrova in una sorta di deja-vu continuo a subire in fotocopia la stessa scena, con le stesse battute e nella stessa sequenza, in cui patisce le cocenti delusioni tra le considerazioni sotto forma di suoi pensieri rappresentati in modo grottesco ma molto efficace lato comico.
Poi... e poi, terminata la fase in cui uno dei personaggi femminili più interessanti della serie ("Pansy") riesce a smascherare nel senso letterale del termine le vere intenzioni di tutti i personaggi conosciuti fino a quel momento, la serie vira "di punto in bianco" come trama verso il più scontato degli "harem", quelli più inverosimili e forzati in cui sempre il protagonista "Joro" brilla solo per il temporeggiare, sebbene, come si intuirà meglio con l'OAV conclusivo del 2020, in fondo la sua indecisione era comunque legata alla sua convinzione di privilegiare l'amicizia nel senso più nobile del concetto (come sentimento che lega più persone in modo disinteressato) sul sentimento d'amore che avrebbe scontentato sia le ragazze non scelte sia l'amico del cuore "Sun-Chan", e che alla lunga avrebbe inficiato il rapporto di amicizia che tanto "faticosamente" "Joro" era riuscito a costruire tra i vari personaggi...
Lo so, scritto così sembra un anime "nobile", interessante e dal buonismo più esasperato... e in fondo lo sarebbe, se non fosse per le tante forzature surreali che costellano la serie e che rendono i personaggi piuttosto (tanto) infantili, inverosimili e così poco capaci di coinvolgere lo spettatore che si attende un minimo di criticità, drama, realismo, introspezione.
Proprio l'introspezione, usata in modo esilarante nei primi episodi, diventa semplicemente il portare a conoscenza di chi guarda le intenzioni, le "pippe" mentali e la meschinità dei personaggi sulle reali intenzioni sottese a determinati comportamenti.
Sotto questo aspetto, la serie sfrutta il concetto delle "maschere" tanto caro a tanti anime nipponici: spesso vediamo, anche e soprattutto negli anime scolastici, ragazzi/e che adottano una o più "maschere" per difendersi dal mondo esterno per la paura/timore di essere travolti, offesi o semplicemente feriti dalle persone con cui si interagisce. E in "Oresuki" questo stratagemma è ampiamente abusato. Dopo l'inizio scoppiettante e tutto sommato riuscito, l'utilizzo delle maschere tende poi a diventare stucchevole e poco credibile.
Va bene sentire e subire la pressione e l'ansia da prestazione che ti impone il "sistema" di vita nipponico, ma stento a comprendere che per delle questioni irrisolte i giovani possano diventare degli strateghi con ampie capacità di analisi psicologica e si comportino come degli adulti esperti e capaci di saper muovere le pedine in modo articolato e consapevole, al fine di ottenere sempre quello che vogliono, a scapito di quelli meno capaci o esperti o, semplicemente, incapaci di fingere continuamente ad essere quello che non sono.
Scritto dei limiti della serie, posso comunque sostenere che, sebbene si tratti di un'opera che alla lunga e fino al termine si è dimostrata per me deludente, non posso nascondere che, se approcciata in modo meno pretenzioso, possa sembrare comunque divertente e scorrevole, con il classico finale "aperto" che trova poi la sua conclusione con l'OAV dell'anno successivo.
Peccato, perché, per come si è evoluta, non si è poi differenziata da tante altre opere del genere rom-com scolastico più banale e scontato: i cliché, incluso un po' di ecchi e fanservice, non si contano, e così "Oresuki", passando dalla simil parodia del genere, si trasforma nel prodotto dal quale sembrava volesse prendere le distanze, perdendo di mordente e interesse.
Interessante per diversi aspetti, molto meno per altri.
La struttura delle relazioni fra i personaggi è piuttosto cervellotica, ed essendo una storia basata proprio sui rapporti all'interno del gruppetto "principale", questo fatto può creare un pochino di confusione nello spettatore... Poi, sulla logica degli innamoramenti delle ragazze, è meglio stenderci sopra un velo peloso: piuttosto imbarazzante da quel lato per la casualità e la poca naturalezza di certi sviluppi, ma è pur sempre una commedia, quindi probabilmente è meglio non farci troppo caso.
Comunque, grazie alla personalità orribile ma divertente del protagonista e ad alcune gag simpatiche (quella della panchina è la mia preferita), il tutto rimane piuttosto godibile e raramente noioso. Quindi, sarà vero che è un po' confusionario, ma intrattiene senza puntare nemmeno granché sul fanservice (a parte due mezze scene), e per questo gli va reso un minimo di onore.
La struttura delle relazioni fra i personaggi è piuttosto cervellotica, ed essendo una storia basata proprio sui rapporti all'interno del gruppetto "principale", questo fatto può creare un pochino di confusione nello spettatore... Poi, sulla logica degli innamoramenti delle ragazze, è meglio stenderci sopra un velo peloso: piuttosto imbarazzante da quel lato per la casualità e la poca naturalezza di certi sviluppi, ma è pur sempre una commedia, quindi probabilmente è meglio non farci troppo caso.
Comunque, grazie alla personalità orribile ma divertente del protagonista e ad alcune gag simpatiche (quella della panchina è la mia preferita), il tutto rimane piuttosto godibile e raramente noioso. Quindi, sarà vero che è un po' confusionario, ma intrattiene senza puntare nemmeno granché sul fanservice (a parte due mezze scene), e per questo gli va reso un minimo di onore.
Una partita di baseball, una panchina maledetta, il romanzo di Stevenson e una frase ricorrente, quattro elementi che fanno da solida base a questa rivelazione del 2019, sicuramente tra i più interessanti del genere commedia romantica che abbia mai visto, e ne ho visti tanti.
Fortunatamente, nonostante sia un harem non si basa sui soliti cliché del genere, abbiamo un protagonista due facce, diverse amiche voltagabbana e un migliore amico che non ti aspetti; grande importanza ricopre l'amicizia, anche a discapito di sentimenti più profondi. La presenza femminile è ben fornita e caratterizzata, ognuna ha le sue carte da giocare e non si tirerà indietro nemmeno se questo potrà ferire le persone che le stanno vicine; in generale ci sono tanti elementi che ne fanno un'opera fresca senza i classici deja vu che oramai siamo abituati a provare in tante opere fotocopia.
Disegni non superbi ma decisamente sopra la media, le ragazze sono tutte diverse e molto carine, animazioni nella media.
Il ritmo si mantiene costante per tutta la durata dei dodici episodi più un bellissimo OVA conclusivo di un'ora abbondante; nessun punto morto, ognuno ha il suo spazio come è giusto che sia, non ci sono comparse, il primo episodio basta e avanza per avere un pretesto nel concluderlo.
Musiche non eccelse, opening/closing dimenticabili ma orecchiabili.
Nel complesso, una serie imperdibile per gli amanti del genere e non, molto divertente e fresca.
Potresti sederti accanto a me?
Fortunatamente, nonostante sia un harem non si basa sui soliti cliché del genere, abbiamo un protagonista due facce, diverse amiche voltagabbana e un migliore amico che non ti aspetti; grande importanza ricopre l'amicizia, anche a discapito di sentimenti più profondi. La presenza femminile è ben fornita e caratterizzata, ognuna ha le sue carte da giocare e non si tirerà indietro nemmeno se questo potrà ferire le persone che le stanno vicine; in generale ci sono tanti elementi che ne fanno un'opera fresca senza i classici deja vu che oramai siamo abituati a provare in tante opere fotocopia.
Disegni non superbi ma decisamente sopra la media, le ragazze sono tutte diverse e molto carine, animazioni nella media.
Il ritmo si mantiene costante per tutta la durata dei dodici episodi più un bellissimo OVA conclusivo di un'ora abbondante; nessun punto morto, ognuno ha il suo spazio come è giusto che sia, non ci sono comparse, il primo episodio basta e avanza per avere un pretesto nel concluderlo.
Musiche non eccelse, opening/closing dimenticabili ma orecchiabili.
Nel complesso, una serie imperdibile per gli amanti del genere e non, molto divertente e fresca.
Potresti sederti accanto a me?
Che dire? Di anime sentimentali ne ho visti molti, alcuni puntano sulla trama, altri sulle bizzarrie dei protagonisti, questo fa leva sui buoni sentimenti e l'amicizia senza se e senza ma, e ci riesce maledettamente bene. Pochi ingredienti ben dosati e amalgamati, con un'aggiunta di ironia e citazioni da altre opere, colpi di scena, anche queste sapientemente usate e geniali. Non riesco a trovare grossi difetti a questa serie, anzi è una delle poche che mi invogliava ancora di più a proseguire la visione delle puntate.
I personaggi principali sono caratterizzati in modo lodevole, il protagonista in verità un po' meno, ma in dodici puntate non è che ci si possa aspettare chissà cosa, ma posso ritenermi soddisfatto del complesso.
Opening senza infamia e lode, gradevole l'ending. L'impatto estetico non è dei migliori e, per essere una serie del 2019, ci si aspetterebbe ben altro, ma, dopo che ci si immerge nella trama, passa in secondo piano. Fanservice praticamente assente.
In definitiva, come serie sentimentale, il mio voto è un 9 meritato!
I personaggi principali sono caratterizzati in modo lodevole, il protagonista in verità un po' meno, ma in dodici puntate non è che ci si possa aspettare chissà cosa, ma posso ritenermi soddisfatto del complesso.
Opening senza infamia e lode, gradevole l'ending. L'impatto estetico non è dei migliori e, per essere una serie del 2019, ci si aspetterebbe ben altro, ma, dopo che ci si immerge nella trama, passa in secondo piano. Fanservice praticamente assente.
In definitiva, come serie sentimentale, il mio voto è un 9 meritato!