Lei e il gatto
Makoto Shinkai è un autore dotato di una sensibilità fuori dal comune, e “Lei e il gatto”, opera d’esordio datata 1999, mostrava già questa sua peculiare emotività. Il primo lavoro di Shinkai è un OAV, un cortometraggio della durata di appena cinque minuti prodotto col solo ausilio di un Mac. La natura amatoriale del prodotto è ancor più evidenziata dalla scelta del regista di doppiare lui stesso il protagonista della storia (l’unico altro personaggio parlante è doppiato dalla sua fidanzata). Il risultato è un debutto indubbiamente degno di nota, ma non esente da difetti.
Il protagonista è un gatto che in un giorno di pioggia viene raccolto da una giovane ragazza, la quale decide di tenerlo con sé nel suo piccolo appartamento. Il gatto, trovando la sua padrona dolce come una mamma e bella come un’amante, se ne innamora. L’arco narrativo copre un anno, e la trovata dannatamente shinkaiana di sviluppare la storia metaforizzando le quattro stagioni funziona a meraviglia.
La primavera è fioritura e germoglio. In primavera la ragazza trova il gatto, e in lui germoglia un amore puro e platonico verso di lei; è il ricordo più lontano che il gatto ha in memoria, è il suo inizio.
L’estate è invece la stagione dei nuovi incontri, la stagione degli amori e delle scappatelle. E anche il gatto conosce una micia e ci si accoppia; ma l’amore che nutre verso la sua padrona va oltre qualsiasi istinto animale.
Poi arriva l’autunno insieme alla malinconia. Gli alberi sono spogli e le foglie cadono, come le certezze degli esseri umani; la ragazza, dopo una lunga telefonata, scoppia in lacrime; il gatto non capisce perché, ma le sta accanto. “Quando indossa quel cappotto pesante sembra proprio un grosso gattone. L’odore della neve su di lei... le sue dita fragili e fredde... il suono delle nuvole scure che attraversano il cielo lontano... il suo cuore... il mio stato d’animo ... la nostra stanza...”
Nel freddo dell’inverno, mentre cadono i fiocchi di neve, in una dolce antinomia con il tepore di un amore tanto nobile, si conclude l’opera. Il finale vero e proprio, in classico stile Shinkai, è un inno alla vita un po’ telefonato che non dà chissà quali scosse emotive, deludendo in parte le ottime aspettative suscitate.
Tecnicamente, considerato anche che l’opera è stata realizzata interamente (e per interamente intendo proprio al 100%) dal solo Shinkai, il lavoro svolto è senza dubbio ammirevole. Il chara è molto basico, e il gatto, stilizzato da linee semplici e contorni caricaturali, non resta molto impresso. Tuttavia i fondali, seppur ancora lontani dall’eccellenza raggiunta dai prodotti successivi, colpiscono per cura e realismo. La scelta del bianco e nero, oltre a nascondere alcune lacune tecniche, imborghesisce la fotografia, dandogli quel tocco di classe espressivo che innalza l’opera.
Gli occhi del felino sono la telecamera, e filtrano tutto ciò che lo spettatore vede.
La regia, dolce e ricercata, mostra tutto il potenziale poetico e sognante dell’autore.
I pianoforti sussurrano rare e melanconiche melodie, che cullano dolcemente i fotogrammi.
Ottimo il doppiaggio italiano, sempre sinonimo di garanzia.
Shinkai è l’uomo dell’amore senza barriere, quell’amore puro e viscerale in grado di valicare ogni ostacolo. L’ormai celebre regista di “Your Name.” racconta un sentimento tiepido e sincero, capace di bypassare anche la differenza di specie.
In “Kanojo to Kanojo no Neko” sono presenti moltissimi elementi che faranno poi parte della semantica autorale del regista, da quelli naturali (come pioggia e neve) a quelli narrativi (il voice-over e l’atmosfera malinconica), ripresi poi in tutti i suoi lavori successivi. Ci sono i soliti buchi di trama e alcuni quesiti non vengono risolti, ma stavolta la brevità del corto giustifica le mancanze. E poi l’OAV è stato riproposto in una serie anime alternativa di quattro episodi, anche questa interamente prodotta da Makoto Shinkai.
“She and Her Cat” è il biglietto da visita di un autore che riuscirà a imporsi sul mercato dell’animazione giapponese senza mai snaturare quello stile lirico e romantico emblema del suo parco opere.
Da recuperare, soprattutto se amate i cortometraggi e le atmosfere nostalgiche.
Voto: 7
Il protagonista è un gatto che in un giorno di pioggia viene raccolto da una giovane ragazza, la quale decide di tenerlo con sé nel suo piccolo appartamento. Il gatto, trovando la sua padrona dolce come una mamma e bella come un’amante, se ne innamora. L’arco narrativo copre un anno, e la trovata dannatamente shinkaiana di sviluppare la storia metaforizzando le quattro stagioni funziona a meraviglia.
La primavera è fioritura e germoglio. In primavera la ragazza trova il gatto, e in lui germoglia un amore puro e platonico verso di lei; è il ricordo più lontano che il gatto ha in memoria, è il suo inizio.
L’estate è invece la stagione dei nuovi incontri, la stagione degli amori e delle scappatelle. E anche il gatto conosce una micia e ci si accoppia; ma l’amore che nutre verso la sua padrona va oltre qualsiasi istinto animale.
Poi arriva l’autunno insieme alla malinconia. Gli alberi sono spogli e le foglie cadono, come le certezze degli esseri umani; la ragazza, dopo una lunga telefonata, scoppia in lacrime; il gatto non capisce perché, ma le sta accanto. “Quando indossa quel cappotto pesante sembra proprio un grosso gattone. L’odore della neve su di lei... le sue dita fragili e fredde... il suono delle nuvole scure che attraversano il cielo lontano... il suo cuore... il mio stato d’animo ... la nostra stanza...”
Nel freddo dell’inverno, mentre cadono i fiocchi di neve, in una dolce antinomia con il tepore di un amore tanto nobile, si conclude l’opera. Il finale vero e proprio, in classico stile Shinkai, è un inno alla vita un po’ telefonato che non dà chissà quali scosse emotive, deludendo in parte le ottime aspettative suscitate.
Tecnicamente, considerato anche che l’opera è stata realizzata interamente (e per interamente intendo proprio al 100%) dal solo Shinkai, il lavoro svolto è senza dubbio ammirevole. Il chara è molto basico, e il gatto, stilizzato da linee semplici e contorni caricaturali, non resta molto impresso. Tuttavia i fondali, seppur ancora lontani dall’eccellenza raggiunta dai prodotti successivi, colpiscono per cura e realismo. La scelta del bianco e nero, oltre a nascondere alcune lacune tecniche, imborghesisce la fotografia, dandogli quel tocco di classe espressivo che innalza l’opera.
Gli occhi del felino sono la telecamera, e filtrano tutto ciò che lo spettatore vede.
La regia, dolce e ricercata, mostra tutto il potenziale poetico e sognante dell’autore.
I pianoforti sussurrano rare e melanconiche melodie, che cullano dolcemente i fotogrammi.
Ottimo il doppiaggio italiano, sempre sinonimo di garanzia.
Shinkai è l’uomo dell’amore senza barriere, quell’amore puro e viscerale in grado di valicare ogni ostacolo. L’ormai celebre regista di “Your Name.” racconta un sentimento tiepido e sincero, capace di bypassare anche la differenza di specie.
In “Kanojo to Kanojo no Neko” sono presenti moltissimi elementi che faranno poi parte della semantica autorale del regista, da quelli naturali (come pioggia e neve) a quelli narrativi (il voice-over e l’atmosfera malinconica), ripresi poi in tutti i suoi lavori successivi. Ci sono i soliti buchi di trama e alcuni quesiti non vengono risolti, ma stavolta la brevità del corto giustifica le mancanze. E poi l’OAV è stato riproposto in una serie anime alternativa di quattro episodi, anche questa interamente prodotta da Makoto Shinkai.
“She and Her Cat” è il biglietto da visita di un autore che riuscirà a imporsi sul mercato dell’animazione giapponese senza mai snaturare quello stile lirico e romantico emblema del suo parco opere.
Da recuperare, soprattutto se amate i cortometraggi e le atmosfere nostalgiche.
Voto: 7
"Lei e il gatto", titolo italiano di "Kanojo to Kanojo no Neko", è un OAV del 1999 il cui regista è Makoto Shinkai. L'OAV dura solo cinque minuti, un tempo davvero breve nel quale è difficile centrare una storia; questa piccola perla però ci riesce, descrivendo i minuscoli gesti di vita quotidiana di una ragazza visti dagli occhi del suo gatto. Riesce in pochi minuti a descrivere un legame affettivo incondizionato tra gatto e padrone, trasmettendo suoni, odori, sensazioni, la sua piccola vista da gatto sul piccolo mondo domestico e quotidiano.
I disegni sono semplificati al massimo, come per far impersonare lo spettatore, e le azioni descritte sono un po' "da tutti", perché tutti quelli che possiedono un animale domestico si ci possano rivedere.
Lo consiglio molto, merita l'8.
I disegni sono semplificati al massimo, come per far impersonare lo spettatore, e le azioni descritte sono un po' "da tutti", perché tutti quelli che possiedono un animale domestico si ci possano rivedere.
Lo consiglio molto, merita l'8.
Giudicare la prima opera di un artista non è un compito semplice. Soprattutto se l'opera in questione non rientra nelle categorie canoniche di prodotto solitamente reperibile, come una serie d'animazione oppure un film cinematografico. "Lei e il suo gatto" sfugge ad entrambe le categorie, essendo un corto d'animazione della durata di 4 minuti e 43 secondi realizzato nel 1999.
Ciononostante è possibile intravedere i germi del talento e della genialità di un 25enne Makoto Shinkai, reso successivamente famoso alle cronache per i suoi capolavori, come "The Place Promised in Our Early Days", "5 cm al secondo", e la sua opera più recente, il meraviglioso "Giardino delle Parole" (Kotonoha no Niwa). Da menzionare il fatto che questo prodotto vinse il primo premio al DoGA CG Animation contest del 2000, riuscendo a dimostrare le potenzialità emergenti di Shinkai.
Trama: Chobi è un gatto che fu raccolto da una ragazza durante una giornata di pioggia. Da quel momento Chobi diviene un gatto domestico che vive con la sua padrona, apprendendone i ritmi giornalieri, ed essendo rapito dalla sua bellezza e gentilezza, Chobi se ne innamora subito. La trama si focalizza sul punto di vista del gatto e sulla sua vita trascorsa in quel mondo, tra le sue avventure sentimentali e la sua padrona.
Grafica: la scelta di un corto realizzato interamente in bianco e nero è comprensibile, poiché emula il punto di vista del gatto (in tutti i sensi), ciononostante non si avverte la mancanza di colori. Tutto appare spontaneo e naturale. Le ambientazioni sono realizzate piuttosto bene, le animazioni sono semplici eppure corrette e precise. Il character design è appena accennato, ciononostante risulta delicato e grazioso. Il neko design è buffo e carino.
Sonoro: la mancanza di opening ed ending non è un grosso problema per un corto d'animazione. A compensare a tale mancanza ci sono ottimi OST realizzati al pianoforte, dal suono delicato e malinconico. Gli effetti sonori appaiono secondari rispetto al resto, eppure non sono sgradevoli. Lavoro eccelso per ciò che concerne l'adattamento italiano.
Personaggi: due soli personaggi, come suggerisce il titolo: lei e il suo gatto (più Mimi). Più che sufficienti poiché caratterizzati molto bene, l'interazione è massima proprio a causa del numero minimo di personaggi. L'introspezione è quasi assoluta, mentre l'evoluzione non è percettibile a causa della durata del cortometraggio.
Sceneggiatura: nulla da eccepire. La gestione temporale segue il filo narrativo di Chobi, pertanto vaga dal passato ad un susseguirsi lineare di "vari presenti". Il ritmo è veloce ma non trascura nulla, la narrazione è iperdettagliata (considerando il punto di vista del gatto), i dialoghi sono pochi, ma estremamente efficaci dal punto di vista narrativo. Del tutto assenti le scene di violenza e di fanservice.
Finale: di una semplicità e di una genialità encomiabili. Praticamente l'intero corto è una sorta di preparazione verso il finale. Un finale dolce, sentimentale, romantico se vogliamo, ma non per questo onesto e profondo. Un encomio.
In sintesi: Lei e il suo gatto è un buon speciale, in cui ci viene raccontato un mondo percepito da un comune gatto domestico, e per quanto possa essere assurdo da considerare dal punto di vista razionale, la visione dell'opera si mostra in tutta la sua spontanea naturalezza, come se fosse una cosa quotidiana, se non ovvia. Data la natura "tranquilla" dello speciale, la visione è consigliabile a tutti, in particolare agli amanti del genere sperimentale e dei corti di qualità.
Ciononostante è possibile intravedere i germi del talento e della genialità di un 25enne Makoto Shinkai, reso successivamente famoso alle cronache per i suoi capolavori, come "The Place Promised in Our Early Days", "5 cm al secondo", e la sua opera più recente, il meraviglioso "Giardino delle Parole" (Kotonoha no Niwa). Da menzionare il fatto che questo prodotto vinse il primo premio al DoGA CG Animation contest del 2000, riuscendo a dimostrare le potenzialità emergenti di Shinkai.
Trama: Chobi è un gatto che fu raccolto da una ragazza durante una giornata di pioggia. Da quel momento Chobi diviene un gatto domestico che vive con la sua padrona, apprendendone i ritmi giornalieri, ed essendo rapito dalla sua bellezza e gentilezza, Chobi se ne innamora subito. La trama si focalizza sul punto di vista del gatto e sulla sua vita trascorsa in quel mondo, tra le sue avventure sentimentali e la sua padrona.
Grafica: la scelta di un corto realizzato interamente in bianco e nero è comprensibile, poiché emula il punto di vista del gatto (in tutti i sensi), ciononostante non si avverte la mancanza di colori. Tutto appare spontaneo e naturale. Le ambientazioni sono realizzate piuttosto bene, le animazioni sono semplici eppure corrette e precise. Il character design è appena accennato, ciononostante risulta delicato e grazioso. Il neko design è buffo e carino.
Sonoro: la mancanza di opening ed ending non è un grosso problema per un corto d'animazione. A compensare a tale mancanza ci sono ottimi OST realizzati al pianoforte, dal suono delicato e malinconico. Gli effetti sonori appaiono secondari rispetto al resto, eppure non sono sgradevoli. Lavoro eccelso per ciò che concerne l'adattamento italiano.
Personaggi: due soli personaggi, come suggerisce il titolo: lei e il suo gatto (più Mimi). Più che sufficienti poiché caratterizzati molto bene, l'interazione è massima proprio a causa del numero minimo di personaggi. L'introspezione è quasi assoluta, mentre l'evoluzione non è percettibile a causa della durata del cortometraggio.
Sceneggiatura: nulla da eccepire. La gestione temporale segue il filo narrativo di Chobi, pertanto vaga dal passato ad un susseguirsi lineare di "vari presenti". Il ritmo è veloce ma non trascura nulla, la narrazione è iperdettagliata (considerando il punto di vista del gatto), i dialoghi sono pochi, ma estremamente efficaci dal punto di vista narrativo. Del tutto assenti le scene di violenza e di fanservice.
Finale: di una semplicità e di una genialità encomiabili. Praticamente l'intero corto è una sorta di preparazione verso il finale. Un finale dolce, sentimentale, romantico se vogliamo, ma non per questo onesto e profondo. Un encomio.
In sintesi: Lei e il suo gatto è un buon speciale, in cui ci viene raccontato un mondo percepito da un comune gatto domestico, e per quanto possa essere assurdo da considerare dal punto di vista razionale, la visione dell'opera si mostra in tutta la sua spontanea naturalezza, come se fosse una cosa quotidiana, se non ovvia. Data la natura "tranquilla" dello speciale, la visione è consigliabile a tutti, in particolare agli amanti del genere sperimentale e dei corti di qualità.
"Lei e il gatto" è un cortometraggio ben curato dalle atmosfere soffuse che sa introdurre un tono tenero e fiabesco nella vita di tutti i giorni. Avremo infatti un racconto visto dalla parte di un piccolo micio, che racconterà la sua vita e il suo rapporto con la ragazza che lo ha preso con sé. Nel fare ciò il gatto racconterà sensazioni, impressioni e stati d'animo, facendo calare lo spettatore completamente nei suoi panni.
Il tutto sarà condito da un'ottima grafica che, se si pensa creata da una sola persona risalterà ancora di più. Si avranno infine varie frasi poetiche, tra cui quella finale che dà un senso a tutto il cortometraggio e che naturalmente non sto a rivelare. Toccante e intenso per la sua breve durata, "Lei e il Gatto" è sicuramente un prodotto interessante che vale la pena guardare in quanto non sottrarrà molto tempo, magari aggiungendo qualche bella sensazione.
Il tutto sarà condito da un'ottima grafica che, se si pensa creata da una sola persona risalterà ancora di più. Si avranno infine varie frasi poetiche, tra cui quella finale che dà un senso a tutto il cortometraggio e che naturalmente non sto a rivelare. Toccante e intenso per la sua breve durata, "Lei e il Gatto" è sicuramente un prodotto interessante che vale la pena guardare in quanto non sottrarrà molto tempo, magari aggiungendo qualche bella sensazione.
Attenzione: la recensione contiene spoiler
La poesia e l'arte di Makoto Shinkai si srotolano in questo brevissimo gioiello di immagini e testo.
"Quel giorno lei mi accolse, così diventai il suo gatto. Lei era gentile come una madre e bella come un'amante, perciò m'innamorai subito di lei."
E' il gatto che narra questa storia, è lui che descrive il mondo che lo circonda, quest'amore profondo per la donna matura che lo ha accolto in casa e lo cura e lo coccola. Lui è diretto, senza filtri, senza divagazioni filosofiche, affronta il presente con la sinuosità e l'eleganza che solo i felini riescono a concepire. Sonnecchia, si lascia coccolare, ama la donna che profuma d'erba bagnata. Tra queste parole che aprono l'anima a tuffi di leggerezza pura, e un bianco e nero che sembra perfettamente integrato nel contesto, procede il racconto del primo anno di vita di quest'animale.
Osservare il mondo con gli occhi puri d'un felino, amare quel mondo, soffrire e commuoversi, sorridere, e piangere ancora. Sembra che stia parlando di un anime di 30 episodi, e invece il tutto può essere vissuto in cinque minuti. Ci si accorge di come sia lungo il tempo quando si vive intensamente. E' così.
"Il mondo continua a girare nel vuoto oscuro portandoci nella sua orbita senza meta"... E' un viaggio che il gatto vuole fare con la sua donna, non padrona, ma la sua compagna, un viaggio che a volte fa soffrire, a volte ridere, ma che comunque, alla fine di tutto, si ama.
Cameo godibile, disegni di altissima qualità, tranne per il protagonista felino che è ritagliato sul cartoncino. L'effetto è interessante, accattivante, assolutamente diretto e bellissimo. Rende il contrasto ancora più netto, tra la semplicità d'una vita a quattro zampe e la complessità della nostra società multistrato e multiculturale.
"Lei e il gatto" merita tutto ciò che ha vinto. Da vedere e consigliare agli amici.
La poesia e l'arte di Makoto Shinkai si srotolano in questo brevissimo gioiello di immagini e testo.
"Quel giorno lei mi accolse, così diventai il suo gatto. Lei era gentile come una madre e bella come un'amante, perciò m'innamorai subito di lei."
E' il gatto che narra questa storia, è lui che descrive il mondo che lo circonda, quest'amore profondo per la donna matura che lo ha accolto in casa e lo cura e lo coccola. Lui è diretto, senza filtri, senza divagazioni filosofiche, affronta il presente con la sinuosità e l'eleganza che solo i felini riescono a concepire. Sonnecchia, si lascia coccolare, ama la donna che profuma d'erba bagnata. Tra queste parole che aprono l'anima a tuffi di leggerezza pura, e un bianco e nero che sembra perfettamente integrato nel contesto, procede il racconto del primo anno di vita di quest'animale.
Osservare il mondo con gli occhi puri d'un felino, amare quel mondo, soffrire e commuoversi, sorridere, e piangere ancora. Sembra che stia parlando di un anime di 30 episodi, e invece il tutto può essere vissuto in cinque minuti. Ci si accorge di come sia lungo il tempo quando si vive intensamente. E' così.
"Il mondo continua a girare nel vuoto oscuro portandoci nella sua orbita senza meta"... E' un viaggio che il gatto vuole fare con la sua donna, non padrona, ma la sua compagna, un viaggio che a volte fa soffrire, a volte ridere, ma che comunque, alla fine di tutto, si ama.
Cameo godibile, disegni di altissima qualità, tranne per il protagonista felino che è ritagliato sul cartoncino. L'effetto è interessante, accattivante, assolutamente diretto e bellissimo. Rende il contrasto ancora più netto, tra la semplicità d'una vita a quattro zampe e la complessità della nostra società multistrato e multiculturale.
"Lei e il gatto" merita tutto ciò che ha vinto. Da vedere e consigliare agli amici.
"Lei e il Gatto" è il primo cortometraggio di Makoto Shinkai, talentuoso artista giapponese conosciuto anche per "La Voce delle Stelle" e "5 centimetri al secondo".
In questa piccola opera, totalmente in bianco e nero, si avrà modo di assistere a una giornata di un gatto e della sua padrona molto affezionata.
Giocando sul contrasto di un gattino stilizzato in un ambiente ordinario, così come le fattezze della padroncina, il protagonista appare più dolce e carino di quanto non poteva esserlo disegnandolo normalmente.
Il gatto vive emozioni, ricordi e esperienze, anche con una gattina, ma quello che più gli preme è condividere tutto con la sua padroncina.
Il bianco e nero in questo aiuta e sopratutto, nonostante la stilizzazione dell'animale, riesce incredibilmente a rendere l'idea di cosa possa provare a seconda degli eventi.
"Lei e il gatto" è una piccola chicca dell'animazione, da vedere sicuramente e consigliato a chiunque con un minimo di spirito romantico e, perché no, sopratutto agli amanti dei gatti.
In questa piccola opera, totalmente in bianco e nero, si avrà modo di assistere a una giornata di un gatto e della sua padrona molto affezionata.
Giocando sul contrasto di un gattino stilizzato in un ambiente ordinario, così come le fattezze della padroncina, il protagonista appare più dolce e carino di quanto non poteva esserlo disegnandolo normalmente.
Il gatto vive emozioni, ricordi e esperienze, anche con una gattina, ma quello che più gli preme è condividere tutto con la sua padroncina.
Il bianco e nero in questo aiuta e sopratutto, nonostante la stilizzazione dell'animale, riesce incredibilmente a rendere l'idea di cosa possa provare a seconda degli eventi.
"Lei e il gatto" è una piccola chicca dell'animazione, da vedere sicuramente e consigliato a chiunque con un minimo di spirito romantico e, perché no, sopratutto agli amanti dei gatti.
Si tratta di un cortometraggio interamente in bianco e nero e più che "Lei e il gatto" il titolo sarebbe dovuto essere "Il gatto e lei" visto che la voce narrante è proprio quella del micio ed è dal suo punto di vista che vengono mostrate e raccontate le scene, anche se, dal suo punto di vista, al centro della storia c'è la ragazza, la padrona del micio.
La grafica è poco curata, ci sono pochissime animazioni e la voce scelta per il doppiaggio italiano l'ho trovata semplicemente inadeguata.
La musica si limita a saltuarie note, delicate, poco invadenti, potrebbero quasi passare inascoltate e invece sono loro a creare quel velo di atmosfera.
Soprattutto il disegno del micio è molto semplicistico, tuttavia risulta essere grazioso, abbastanza tenero.
Nel corto c'è un brevissimo stralcio di vita e le considerazioni del gatto stesso assieme alla sua padrona: tuttavia esso è tutto molto, troppo, semplice scontato e reso in modo piuttosto scialbo.
L'idea di base (già pluri-collaudata) poteva essere buona, ma il filmato non è riuscito a trasmettermi nessuna emozione degna di questo nome. Penso che il corto si sarebbe potuto strutturare in modo diverso e forse aggiungere anche qualche minuto in più, ma si poteva ricreare tutt'altro tipo di "coinvolgimento" che invece viene proprio a mancare.
Trattandosi di un'opera molto apprezzata, ho deciso di riguardarla più volte, ma il mio parere non è andato modificandosi più di tanto. Non sono una persona insensibile e amo più gli animali delle persone, eppure Lei e il gatto non è riuscito a coinvolgermi emotivamente. Resto dell'idea che la stessa storia avrebbe potuto farmi tutt'altro effetto se solo impostata in modo diverso. Così com'è non rende al meglio nelle sue potenzialità e resta qualcosa di troppo "evanescente".
La grafica è poco curata, ci sono pochissime animazioni e la voce scelta per il doppiaggio italiano l'ho trovata semplicemente inadeguata.
La musica si limita a saltuarie note, delicate, poco invadenti, potrebbero quasi passare inascoltate e invece sono loro a creare quel velo di atmosfera.
Soprattutto il disegno del micio è molto semplicistico, tuttavia risulta essere grazioso, abbastanza tenero.
Nel corto c'è un brevissimo stralcio di vita e le considerazioni del gatto stesso assieme alla sua padrona: tuttavia esso è tutto molto, troppo, semplice scontato e reso in modo piuttosto scialbo.
L'idea di base (già pluri-collaudata) poteva essere buona, ma il filmato non è riuscito a trasmettermi nessuna emozione degna di questo nome. Penso che il corto si sarebbe potuto strutturare in modo diverso e forse aggiungere anche qualche minuto in più, ma si poteva ricreare tutt'altro tipo di "coinvolgimento" che invece viene proprio a mancare.
Trattandosi di un'opera molto apprezzata, ho deciso di riguardarla più volte, ma il mio parere non è andato modificandosi più di tanto. Non sono una persona insensibile e amo più gli animali delle persone, eppure Lei e il gatto non è riuscito a coinvolgermi emotivamente. Resto dell'idea che la stessa storia avrebbe potuto farmi tutt'altro effetto se solo impostata in modo diverso. Così com'è non rende al meglio nelle sue potenzialità e resta qualcosa di troppo "evanescente".
Da amante dei gatti quale sono, e avendo apprezzato tantissimo “La Voce delle Stelle”, ho guardato questo cortometraggio con molta curiosità; è la seconda opera di Makoto Shinkai che guardo, e le aspettative non sono state deluse.
Il gatto che racconta la propria giornata, quella della sua padrona, che osserva e ama, le giornate che passano: è davvero bello e poetico il modo in cui tutto viene narrato.
L’umanizzazione del gatto è una cosa che mi ha molto divertito: tutte quelle riflessioni, quei pensieri, chissà se i gatti hanno davvero pensieri cosi profondi.
La realizzazione tecnica non è altissima, le animazioni sono davvero poche ed essenziali, sono perlopiù immagini montate in sequenza, e il tutto è in bianco e nero, che però contribuisce a rendere più malinconica l’atmosfera. Il design del gatto però l’ho trovato molto tenero, e non sono riuscito a trattenere un sorriso quando lo si vede per la prima volta.
La musica è minimalista ma accompagna bene le immagini, mentre il doppiaggio vede una sola voce, quella del gatto, che se non sbaglio dovrebbe essere lo stesso autore, Makoto Shinkai, a doppiare.
Nonostante la sua brevità, Lei e il gatto è riuscito in qualche modo a emozionarmi, anche se non saprei spiegare bene il perché.
Lo consiglio a tutti, non richiede un impegno particolare, dura appena cinque minuti, che saranno ben spesi. E' una piacevole sorpresa.
Il gatto che racconta la propria giornata, quella della sua padrona, che osserva e ama, le giornate che passano: è davvero bello e poetico il modo in cui tutto viene narrato.
L’umanizzazione del gatto è una cosa che mi ha molto divertito: tutte quelle riflessioni, quei pensieri, chissà se i gatti hanno davvero pensieri cosi profondi.
La realizzazione tecnica non è altissima, le animazioni sono davvero poche ed essenziali, sono perlopiù immagini montate in sequenza, e il tutto è in bianco e nero, che però contribuisce a rendere più malinconica l’atmosfera. Il design del gatto però l’ho trovato molto tenero, e non sono riuscito a trattenere un sorriso quando lo si vede per la prima volta.
La musica è minimalista ma accompagna bene le immagini, mentre il doppiaggio vede una sola voce, quella del gatto, che se non sbaglio dovrebbe essere lo stesso autore, Makoto Shinkai, a doppiare.
Nonostante la sua brevità, Lei e il gatto è riuscito in qualche modo a emozionarmi, anche se non saprei spiegare bene il perché.
Lo consiglio a tutti, non richiede un impegno particolare, dura appena cinque minuti, che saranno ben spesi. E' una piacevole sorpresa.
Il gatto Chobi racconta brevemente la sua vita con la sua padroncina, una ragazza single, e di come, dopotutto, lui sia sempre lì.
"Lei e il gatto" è un altro corto di Makoto Shinkai. Anzi, un cortissimo, visto che ci aggiriamo sui 5 minuti. A fronte quindi dell'esigua durata e dell'evidente scarsezza di fondi, ancor più che per "La voce delle stelle" il regista ha dovuto fare un po' i salti mortali per raccontare una storia, ma ci riesce con una naturalezza e una spontaneità che il suddetto lavoro, a mio modesto parere, può invidiare, visto che racconta dei sentimenti molto umani (per quanto sia animale il narratore) con una semplicità che rende assurdo quanto colpiscano in maniera così chiara lo spettatore.
Certo volendo si può ascrivere a quella cerchia di produzioni del tipo "io e il mio animale", anche se sarebbe più corretto in questo caso "io e il mio padrone". Ma si deve considerare che, a differenza di quelli, magari giovando proprio del cambio di prospettiva, "Lei e il gatto" non punta su sentimenti faciloni come la lacrimuccia facile - che il 99% delle volte cercano di strapparci a forza, ma va!, facendo morire l' animale -, ma su gesti molto più quotidiani, raccontati anche in maniera onesta.
Ecco, onestà nel raccontare. E' questa la caratteristica che rende diretta e facile la fruizione del corto. Sfruttando immagini molto semplici, praticamente statiche, e avendo pochi suoni ad accompagnare la voce di Chobi, Shinkai fa osservare come il gatto dia amore onesto alla propria padrona, e come stia sempre sullo sfondo; nei momenti belli, in quelli tristi, in quelli tranquilli, lui è lì, a farsi coccolare e a coccolare. Come ogni gatto vero in fin dei conti. Un compagno di vita sincero e appassionato.
Di "Lei e il gatto", considerabile quasi una "pillola emotiva", consiglio caldamente la visione a tutti. Potrebbero essere i 5 minuti migliori della giornata.
Voto: 8.
"Lei e il gatto" è un altro corto di Makoto Shinkai. Anzi, un cortissimo, visto che ci aggiriamo sui 5 minuti. A fronte quindi dell'esigua durata e dell'evidente scarsezza di fondi, ancor più che per "La voce delle stelle" il regista ha dovuto fare un po' i salti mortali per raccontare una storia, ma ci riesce con una naturalezza e una spontaneità che il suddetto lavoro, a mio modesto parere, può invidiare, visto che racconta dei sentimenti molto umani (per quanto sia animale il narratore) con una semplicità che rende assurdo quanto colpiscano in maniera così chiara lo spettatore.
Certo volendo si può ascrivere a quella cerchia di produzioni del tipo "io e il mio animale", anche se sarebbe più corretto in questo caso "io e il mio padrone". Ma si deve considerare che, a differenza di quelli, magari giovando proprio del cambio di prospettiva, "Lei e il gatto" non punta su sentimenti faciloni come la lacrimuccia facile - che il 99% delle volte cercano di strapparci a forza, ma va!, facendo morire l' animale -, ma su gesti molto più quotidiani, raccontati anche in maniera onesta.
Ecco, onestà nel raccontare. E' questa la caratteristica che rende diretta e facile la fruizione del corto. Sfruttando immagini molto semplici, praticamente statiche, e avendo pochi suoni ad accompagnare la voce di Chobi, Shinkai fa osservare come il gatto dia amore onesto alla propria padrona, e come stia sempre sullo sfondo; nei momenti belli, in quelli tristi, in quelli tranquilli, lui è lì, a farsi coccolare e a coccolare. Come ogni gatto vero in fin dei conti. Un compagno di vita sincero e appassionato.
Di "Lei e il gatto", considerabile quasi una "pillola emotiva", consiglio caldamente la visione a tutti. Potrebbero essere i 5 minuti migliori della giornata.
Voto: 8.
Neppure a me questo piccolo corto ha dato così tanta soddisfazione.
Certo, è molto carina l'ambientazione in b/n per esprimere la tragicità che scorre in sottofondo al corto, e molto carina è l'idea di mostrare l'amore platonico presente tra il gatto e la padrona che ha deciso di prendersi cura di lui, tanto da far sì che il gatto rifiuti le attenzioni di altre micie. Molto bello è il far capire l'impossibilità del gatto di comprendere i dolori dell'umana che lo accudisce, ma sostanzialmente, credo, si sarebbe potuto fare di più.
Do comunque un 8 a quest'opera, dal momento che apprezzo molto come autore Makoto Shinkai, e apprezzo molto il suo lavoro quasi totalmente solitario. Davvero è un giapponese con una grande forza d'animo.
Complimenti, anche se avrei preferito che il corto durasse almeno altri 5 minuti per approfondire meglio la tematica dell' "amore incondizionato" nei confronti del mondo, che viene solo accennata negli ultimi secondi dell'opera.
Certo, è molto carina l'ambientazione in b/n per esprimere la tragicità che scorre in sottofondo al corto, e molto carina è l'idea di mostrare l'amore platonico presente tra il gatto e la padrona che ha deciso di prendersi cura di lui, tanto da far sì che il gatto rifiuti le attenzioni di altre micie. Molto bello è il far capire l'impossibilità del gatto di comprendere i dolori dell'umana che lo accudisce, ma sostanzialmente, credo, si sarebbe potuto fare di più.
Do comunque un 8 a quest'opera, dal momento che apprezzo molto come autore Makoto Shinkai, e apprezzo molto il suo lavoro quasi totalmente solitario. Davvero è un giapponese con una grande forza d'animo.
Complimenti, anche se avrei preferito che il corto durasse almeno altri 5 minuti per approfondire meglio la tematica dell' "amore incondizionato" nei confronti del mondo, che viene solo accennata negli ultimi secondi dell'opera.
"She and her cat" segna l'esordio di Makoto Shinikai, talentuoso regista che ha saputo dare nuova linfa al genere sentimentale giocando tutto su una poetica semplice e malinconica, forse un po' diafana ma comunque di grande effetto. Sebbene quest'OAV potrebbe sembrare irrilevante, per via della durata molto breve e dello stile alquanto minimale, consiglio la visione a chiunque, senza badare a gusti, perché quello che viene presentato è un concentrato di emozioni nella sua forma più pura e inalterata.
La realizzazione tecnica è molto interessante, disegni a mano e computer grafica convivono in fotogrammi statici, senza molte animazioni, ma comunque corposi e pieni di intimo calore. La scelta del bianco e nero aumenta notevolmente il senso di nostalgia e allo stesso tempo crea un'atmosfera sognante e irreale. Ancora una volta applausi per la sceneggiatura, così solida e minuziosa ma allo stesso tempo essenziale, senza colpi di scena e altamente "descrittiva". Bastano poche, ferme pennellate per delineare l'insolito rapporto da un gatto e la sua amata padrona, in cui rispunta un tema assai caro al regista, cioè la lontananza: il gatto non può davvero aiutare la sua padrona perché si trova su piano differente dal suo, può darle affetto e conforto, ma non sarà lui a cambiarla. Di questo però il protagonista felino sembra non accorgersene, preferendo quindi rimanere nel suo rassicurante sogno.
In definitiva, una produzione indipendente che però non ha nulla da invidiare alle serie mainstream, e anzi le supera a livello concettuale e retorico, dimostrandosi una perla assoluta.
La realizzazione tecnica è molto interessante, disegni a mano e computer grafica convivono in fotogrammi statici, senza molte animazioni, ma comunque corposi e pieni di intimo calore. La scelta del bianco e nero aumenta notevolmente il senso di nostalgia e allo stesso tempo crea un'atmosfera sognante e irreale. Ancora una volta applausi per la sceneggiatura, così solida e minuziosa ma allo stesso tempo essenziale, senza colpi di scena e altamente "descrittiva". Bastano poche, ferme pennellate per delineare l'insolito rapporto da un gatto e la sua amata padrona, in cui rispunta un tema assai caro al regista, cioè la lontananza: il gatto non può davvero aiutare la sua padrona perché si trova su piano differente dal suo, può darle affetto e conforto, ma non sarà lui a cambiarla. Di questo però il protagonista felino sembra non accorgersene, preferendo quindi rimanere nel suo rassicurante sogno.
In definitiva, una produzione indipendente che però non ha nulla da invidiare alle serie mainstream, e anzi le supera a livello concettuale e retorico, dimostrandosi una perla assoluta.
Mi spiace andare contro tendenza, molti ci vedono un capolavoro a quanto pare, ma io ci vedo poco e niente, tutta roba già vista e raccontata in maniera abbastanza banale. Poi la storia non ha segue neanche un filo (moralmente, filosoficamente o quello che volete) molto logico.
La musica è leggera e gradevole, e i disegni e le inquadrature, così come la scelta del bianco e nero, rendono abbastanza bene.
Si ha la brutta sensazione di come l'autore voglia far piacere l'opera ad ogni costo, con frasi forzatamente poetiche e troppo ricercate.
Makoto Shinkai sarà anche un genio, non lo conosco, ma di sicuro non l'ha dimostrato con questo Oav, nel senso che è roba che penso possa fare chiunque con un minimo di impegno e tatto.
Nel suo semplice però, come sanno fare le storielle un pò banalotte, sa farsi apprezzare: discreto per la parte tecnica molto buona, ma per contenuti sarebbe appena sufficiente.
Chissà, forse con la traduzione delle scritte potrei averlo apprezzato maggiormente, ma non sono sicuro.
Un consiglio? Correte a vedervi Kigeki, tutto un altro paio di maniche.
La musica è leggera e gradevole, e i disegni e le inquadrature, così come la scelta del bianco e nero, rendono abbastanza bene.
Si ha la brutta sensazione di come l'autore voglia far piacere l'opera ad ogni costo, con frasi forzatamente poetiche e troppo ricercate.
Makoto Shinkai sarà anche un genio, non lo conosco, ma di sicuro non l'ha dimostrato con questo Oav, nel senso che è roba che penso possa fare chiunque con un minimo di impegno e tatto.
Nel suo semplice però, come sanno fare le storielle un pò banalotte, sa farsi apprezzare: discreto per la parte tecnica molto buona, ma per contenuti sarebbe appena sufficiente.
Chissà, forse con la traduzione delle scritte potrei averlo apprezzato maggiormente, ma non sono sicuro.
Un consiglio? Correte a vedervi Kigeki, tutto un altro paio di maniche.
Questa breve animazione di qualche minuto riesce sicuramente a coinvolgere lo spettatore fino alla fine. Un gatto, una donna, il mondo. Makoto Shinkai non a caso è stato denominato come il "nuovo Miyazaki" e lo si può capire vedendo solo questo breve capolavoro. In "kanojo to kanojo no neko" il protagonista e narratore è un piccolo gatto (la voce è dello stesso Shinkai) che descrive la sua padrona e la propria quotidianità: la televisione, i profumi, una porta che sbatte, finchè tutto non viene interrotto da una telefonata.
Dolce, commovente e delicato. Il tutto tinto di grigio, un grigio che riesce a rendere reale l'ambiente in cui il gatto e la sua padrona vivono. E il finale poi... Probabilmente anche voi amerete questo mondo.
Dolce, commovente e delicato. Il tutto tinto di grigio, un grigio che riesce a rendere reale l'ambiente in cui il gatto e la sua padrona vivono. E il finale poi... Probabilmente anche voi amerete questo mondo.
She and Her Cat è un’opera difficile da recensire. Vi chiederete il perché visto che è solo un filmato di cinque minuti, ma sono sicuro che tutti quelli potrebbero porsi questa domanda non abbiano visto questo capolavoro.
She and Her Cat può essere definito un "fulmine a ciel sereno" perché trascina lo spettatore in un mondo completamente in bianco e nero, con una musica lieve, leggera, come se non volesse far rumore, non volesse disturbare mentre gli occhi ammirano rapiti la successione di immagini che si susseguono, poetiche e soavi, ma allo stesso tempo incisive. Il tutto è accompagnato dalle riflessioni del gatto, che riescono sempre ad evidenziare una grande profondità; e intanto si spera che tutto questo non finisca mai.
In effetti, è incredibile come oggetti che fanno parte della nostra realtà quotidiana, con la loro semplice bellezza, possano essere usati in modo cosi efficace, che riescano a risultare così straordinariamente evocativi.
Il finale non è una delusione, anzi, credo che la sua breve durata riesca a rendere ancora più evocativi quei minuti in cui questa poesia cinematica pervade le nostre menti. She and Her Cat è uno special, se special si può definire, intenso, poetico, toccante, leggero come foglie al vento; ogni istante che vivrete con lui è unico e, quando sarà passato, è perduto per sempre.
Solo un uomo ha lavorato per mettere in piedi quest’opera senza precedenti, e quest'uomo risponde al nome di Makoto Shinkai, che è riuscito, con il solo ausilio del suo computer, a creare questa gioia per gli occhi e per la mente.
Insomma, non posso che terminare consigliando caldamente la visione di She and Her Cat a chiunque legga questa recensione: sono “solo” cinque minuti e sono tempo ben speso.
She and Her Cat può essere definito un "fulmine a ciel sereno" perché trascina lo spettatore in un mondo completamente in bianco e nero, con una musica lieve, leggera, come se non volesse far rumore, non volesse disturbare mentre gli occhi ammirano rapiti la successione di immagini che si susseguono, poetiche e soavi, ma allo stesso tempo incisive. Il tutto è accompagnato dalle riflessioni del gatto, che riescono sempre ad evidenziare una grande profondità; e intanto si spera che tutto questo non finisca mai.
In effetti, è incredibile come oggetti che fanno parte della nostra realtà quotidiana, con la loro semplice bellezza, possano essere usati in modo cosi efficace, che riescano a risultare così straordinariamente evocativi.
Il finale non è una delusione, anzi, credo che la sua breve durata riesca a rendere ancora più evocativi quei minuti in cui questa poesia cinematica pervade le nostre menti. She and Her Cat è uno special, se special si può definire, intenso, poetico, toccante, leggero come foglie al vento; ogni istante che vivrete con lui è unico e, quando sarà passato, è perduto per sempre.
Solo un uomo ha lavorato per mettere in piedi quest’opera senza precedenti, e quest'uomo risponde al nome di Makoto Shinkai, che è riuscito, con il solo ausilio del suo computer, a creare questa gioia per gli occhi e per la mente.
Insomma, non posso che terminare consigliando caldamente la visione di She and Her Cat a chiunque legga questa recensione: sono “solo” cinque minuti e sono tempo ben speso.
Era l'ormai lontano 1999 quando quel romanticone di Makoto Shinkai, il creatore di "Byōsoku 5 Centimeter" e "Beyond The Clouds", colui che solo soletto e con in sé la forza di uno staff e la determinazione di un esercito pronto a sfidare i più grandi, pressappoco all'età di venticinque anni, sarebbe entrato di prepotenza nel mondo dell'animazione grazie al suo più piccolo, e al contempo più grande gioiello, "She and Her Cat". Un titolo semplice quanto esaustivo, per una poesia animata che in meno di cinque, languidi minuti non ha potuto far altro che mettere d'accordo sia la critica che i nuovi fan.
Emozioni infinite in pochi istanti, in suoni e immagini che quasi si possono toccare con mano, tutti custoditi nelle meditazioni di un... gatto.
Questo osserva giorno per giorno la sua "ragazza", la scruta e la contempla, nei suoi piccoli gesti quotidiani, che trainati dal corso della vita, così fugace e frenetica, inducono l'animale ad innamorarsene.
Il piccolo gatto può assicurarle la compagnia quando è giù di morale, ma non può andare oltre; può avvertire le sue sofferenze e al tempo stesso le sue gioie, ma in entrambi i casi non può comprenderne l'origine.
Egli può soltanto, dal suo modesto punto di vista, ammirare quel mondo intorno a sé così grande e così bello proprio perché appartenente anche alla sua "amata", ed accontentarsi di ciò.
Tutta la carica poetica e la naturale creatività del talentuosissimo regista era già riassunta qui, in questo corto realizzato con solo l'ausilio di un Mac.
La scelta monocromatica è appropriata; le animazioni sono giustamente al limite ma più che altro sono le inquadrature a muovere i fili dello storyboard; giocano un ruolo importantissimo le ombre, le luci e il sonoro che, insieme ad altri aneddoti visivi, costituiscono un mosaico meraviglioso ed intrigante, con risultati all'epoca quasi impensabili.
Un peccato mortale non spendere cinque minuti della vostra vita per conoscere un altro gioiello senza tempo né genere di appartenenza, che insegna davvero tanto e che può benissimo venire interpretato in tanti modi anche se consiglio di goderselo in audio originale.
Emozioni infinite in pochi istanti, in suoni e immagini che quasi si possono toccare con mano, tutti custoditi nelle meditazioni di un... gatto.
Questo osserva giorno per giorno la sua "ragazza", la scruta e la contempla, nei suoi piccoli gesti quotidiani, che trainati dal corso della vita, così fugace e frenetica, inducono l'animale ad innamorarsene.
Il piccolo gatto può assicurarle la compagnia quando è giù di morale, ma non può andare oltre; può avvertire le sue sofferenze e al tempo stesso le sue gioie, ma in entrambi i casi non può comprenderne l'origine.
Egli può soltanto, dal suo modesto punto di vista, ammirare quel mondo intorno a sé così grande e così bello proprio perché appartenente anche alla sua "amata", ed accontentarsi di ciò.
Tutta la carica poetica e la naturale creatività del talentuosissimo regista era già riassunta qui, in questo corto realizzato con solo l'ausilio di un Mac.
La scelta monocromatica è appropriata; le animazioni sono giustamente al limite ma più che altro sono le inquadrature a muovere i fili dello storyboard; giocano un ruolo importantissimo le ombre, le luci e il sonoro che, insieme ad altri aneddoti visivi, costituiscono un mosaico meraviglioso ed intrigante, con risultati all'epoca quasi impensabili.
Un peccato mortale non spendere cinque minuti della vostra vita per conoscere un altro gioiello senza tempo né genere di appartenenza, che insegna davvero tanto e che può benissimo venire interpretato in tanti modi anche se consiglio di goderselo in audio originale.
“Lei e il suo gatto” è un cortometraggio di soli cinque minuti del maestro Makoto Shinkai, datato 1999.
Un opera semplice ma profonda. In bianco e nero, con una musica che si affaccia timida e appena accennata.
La storia narra di un intero anno di vita di un gatto e delle sua padrona, del loro rapporto, del loro amore incondizionato.
Nessuno dei due è in grado di capire il mondo dell’altro, ma questo non è un vero ostacolo per chi legge nell’animo delle persone a cui vuole bene. I momenti di questa convivenza vengono scelti lungo le stagioni che si susseguono portando all’occhio dello spettatore quella silenziosa sinergia creatasi tra i due protagonisti.
Un piccolo gioiello se si considera che per realizzarlo, interamente da solo, l’autore ha usato solo un Mac.
Persino il doppiaggio è stato fatto da lui (il gatto) e dalla sua ragazza (lei).
In breve un’opera “casalinga”, che di amatoriale ha ben poco. Una vera e propria poesia del sentimento animata.
Riuscire ad esprimere tutto questo in cinque minuti, non è decisamente cosa per tutti.
<span><a href="http://uskebasi.wordpress.com/2010/02/03/lei-e-il-suo-gatto-kanojo-to-kanojo-no-neko/" class="smarterwiki-linkify">http://uskebasi.wordpress.com/2010/02/03/lei-e-il-suo-gatto-kanojo-to-kanojo-no-neko/</a></span>
Un opera semplice ma profonda. In bianco e nero, con una musica che si affaccia timida e appena accennata.
La storia narra di un intero anno di vita di un gatto e delle sua padrona, del loro rapporto, del loro amore incondizionato.
Nessuno dei due è in grado di capire il mondo dell’altro, ma questo non è un vero ostacolo per chi legge nell’animo delle persone a cui vuole bene. I momenti di questa convivenza vengono scelti lungo le stagioni che si susseguono portando all’occhio dello spettatore quella silenziosa sinergia creatasi tra i due protagonisti.
Un piccolo gioiello se si considera che per realizzarlo, interamente da solo, l’autore ha usato solo un Mac.
Persino il doppiaggio è stato fatto da lui (il gatto) e dalla sua ragazza (lei).
In breve un’opera “casalinga”, che di amatoriale ha ben poco. Una vera e propria poesia del sentimento animata.
Riuscire ad esprimere tutto questo in cinque minuti, non è decisamente cosa per tutti.
<span><a href="http://uskebasi.wordpress.com/2010/02/03/lei-e-il-suo-gatto-kanojo-to-kanojo-no-neko/" class="smarterwiki-linkify">http://uskebasi.wordpress.com/2010/02/03/lei-e-il-suo-gatto-kanojo-to-kanojo-no-neko/</a></span>
Delicato, commovente, bellissimo.
Come è possibile "rinchiudere" in 5 minuti tutto questo?!
eppure questo oav è cosi.
Imperdibile. Un amore eternamente grato e diverso, ma reale e sincero. Forse,improbabile tra gli umani.
Da vedere assolutamente.
"She and her cat" è una minuscola perla rara che ha la capacità di entrarti dentro come un uragano.
Come è possibile "rinchiudere" in 5 minuti tutto questo?!
eppure questo oav è cosi.
Imperdibile. Un amore eternamente grato e diverso, ma reale e sincero. Forse,improbabile tra gli umani.
Da vedere assolutamente.
"She and her cat" è una minuscola perla rara che ha la capacità di entrarti dentro come un uragano.
Non saprei se usare la parola <i>anime</i> o <i>cortometraggio</i> o qualsiasi altro nome che lo classifichi, ma poco importa come venga chiamato qualcosa, quando è così profondo da far riflettere su altri aspetti.
Sì, <i>She & Her Cat</i> (Lei e il suo gatto) si rappresenta da solo. Pur durando meno di cinque minuti, s'appresta a descrivere la vita di un micio insieme a quella della sua padrona, che lo tiene con sè, dopo averlo liberato dalle grinfie del mondo crudele, accogliendolo nel suo piccolo mondo, la propria casa. La storia inizia quando una ragazza, la co-protagonista di cui il gatto-narratore parla, porta a casa con sè il felino in una scatola. Quando decide di adottarlo, è primavera, ed è in questo periodo che inizia la storia. Poi, nel secondo atto del cortometraggio, avviene il culmine della narrazione. Il gattino, di cui non si menziona il nome per tutta la durata dell'anime, comincia a parlare della sua lei, la padroncina, la ragazza, delle sue abitudini, di cosa fa, di quel che ama fare e come ama farlo, e quando lo fa. Durante il suo monologo afferma anche che lei lo lascia per andare a lavorare, anche se in realtà non sa per chi lavori e di che cosa si tratti, cosa che a lui non interessa affatto. A lui basta vederla tutti i giorni, passare qualche infinito attimo con lei, e viverci quest'esistenza corta ma piena di sorprese candide come la neve. Nel terzo capitoletto dello speciale, arriva la calda ma vivace estate. Anche il felino riesce a trovare la sua lei, la gelosa Mimi, alla quale spiega che il suo intimo rapporto con la padroncina non è altro che un semplice emozione nata e sviluppatasi innocuamente, ma che non potrebbe sfociare mai in amore (anche se lui lo spera!!) perchè lei è una donna umana e adulta. Verso la fine dell'estate, all'aprirsi dell'aria fresca e gelida, il gatto si accorge di qualcosa di strano che vige nella sua abitazione. Scopre che lei ha ricevuto una chiamata, di cui non sa assolutamente nulla, che l'ha resa molto triste e pesante. Pesantezza così grande da farla scoppiare in lacrime. Lacrime tanto piene di delusione, che fanno girare un'aria cupa in tutta la casa da rendere triste anche lui, che sa che lei è la persona più bella, splendida, buona e corretta del mondo. Intanto, mentre il tempo passava, LUI & LEI volavano sulla lunghezza dei giorni, uniti dal pensiero, forse creato soltanto da lui, il gatto, mentre forse anche da lei, ma chissà, il tempo è così vago da rendere tutto improbabile, anche un amore fra un gatto e una donna.
Ed è così che girano e passano i cinque minuti di "She & Her Cat", classico esempio che mette al primo posto la qualità e non la quantità, che in modo estremamente chiaro e semplice, con una grafica in bianco e nero, ma con una colonna sonora più che melodiosa, descrive la casuale e quotidiana vita di un particolare gatto che parla dell'unica cara rimastogli al mondo. Una splendida opera special che supera l'originalità rispecchiando tratti unici unendo una trama fuori dal comune con elementi tecnici invidiabili, da seguire, vedere, guardare, osservare o anche scrutare, ma l'importante conoscere cose nuove e particolari come questa.
Sì, <i>She & Her Cat</i> (Lei e il suo gatto) si rappresenta da solo. Pur durando meno di cinque minuti, s'appresta a descrivere la vita di un micio insieme a quella della sua padrona, che lo tiene con sè, dopo averlo liberato dalle grinfie del mondo crudele, accogliendolo nel suo piccolo mondo, la propria casa. La storia inizia quando una ragazza, la co-protagonista di cui il gatto-narratore parla, porta a casa con sè il felino in una scatola. Quando decide di adottarlo, è primavera, ed è in questo periodo che inizia la storia. Poi, nel secondo atto del cortometraggio, avviene il culmine della narrazione. Il gattino, di cui non si menziona il nome per tutta la durata dell'anime, comincia a parlare della sua lei, la padroncina, la ragazza, delle sue abitudini, di cosa fa, di quel che ama fare e come ama farlo, e quando lo fa. Durante il suo monologo afferma anche che lei lo lascia per andare a lavorare, anche se in realtà non sa per chi lavori e di che cosa si tratti, cosa che a lui non interessa affatto. A lui basta vederla tutti i giorni, passare qualche infinito attimo con lei, e viverci quest'esistenza corta ma piena di sorprese candide come la neve. Nel terzo capitoletto dello speciale, arriva la calda ma vivace estate. Anche il felino riesce a trovare la sua lei, la gelosa Mimi, alla quale spiega che il suo intimo rapporto con la padroncina non è altro che un semplice emozione nata e sviluppatasi innocuamente, ma che non potrebbe sfociare mai in amore (anche se lui lo spera!!) perchè lei è una donna umana e adulta. Verso la fine dell'estate, all'aprirsi dell'aria fresca e gelida, il gatto si accorge di qualcosa di strano che vige nella sua abitazione. Scopre che lei ha ricevuto una chiamata, di cui non sa assolutamente nulla, che l'ha resa molto triste e pesante. Pesantezza così grande da farla scoppiare in lacrime. Lacrime tanto piene di delusione, che fanno girare un'aria cupa in tutta la casa da rendere triste anche lui, che sa che lei è la persona più bella, splendida, buona e corretta del mondo. Intanto, mentre il tempo passava, LUI & LEI volavano sulla lunghezza dei giorni, uniti dal pensiero, forse creato soltanto da lui, il gatto, mentre forse anche da lei, ma chissà, il tempo è così vago da rendere tutto improbabile, anche un amore fra un gatto e una donna.
Ed è così che girano e passano i cinque minuti di "She & Her Cat", classico esempio che mette al primo posto la qualità e non la quantità, che in modo estremamente chiaro e semplice, con una grafica in bianco e nero, ma con una colonna sonora più che melodiosa, descrive la casuale e quotidiana vita di un particolare gatto che parla dell'unica cara rimastogli al mondo. Una splendida opera special che supera l'originalità rispecchiando tratti unici unendo una trama fuori dal comune con elementi tecnici invidiabili, da seguire, vedere, guardare, osservare o anche scrutare, ma l'importante conoscere cose nuove e particolari come questa.
Certo che vedendo questo corto ti viene da pensare, “Ehi, ma un gatto prova davvero tutte queste cose? Cioè, voglio dire, sa tantissima roba, osserva tutto superattento e si fa un sacco di domande che la maggior parte della gente nemmeno si chiede!”
Sarà che io non ho un gatto, ma un cane che a vederlo sembra proprio scemo, ma il dubbio ti viene. Naturalmente il gatto di quel genio di Shinkai fa questo e molto di più. Perché è un genio? Oh, fa tutti i suoi gioiellini da solo, col suo Mac, Photoshop, un programma per l’animazione… e se li doppia pure lui! Scusate ma mi manca un termine da appioppargli oltre a questo: genio. E poi oltre alla qualità strettamente tecnica dei suoi lavori, quello che è pazzesco è la sua assoluta capacità di sintesi. Insomma, con semplicità, leggerezza e nochalance tira fuori dei mini-spaccati della vita del gatto e della ragazza, raccontati attraverso il gatto, con l’innocenza e la limpidezza poetica che ha solo uno sguardo trasparente verso i piccoli gesti, le piccole cose quotidiane – le cose che nella vita scivolano come pioggia, ma che se le osservi solo un attimo con occhi diversi, sono piene di noi. E in tutto questo la ragazza (che non si vede mai in viso) è la protagonista muta che noi osserviamo attraverso quello sguardo spontaneo e attento, pieno di dolcezza e di amore. Ci può essere una simbolo delle stagioni, degli umori, dei sentimenti o della vita… ma non è forse tutto questo la manifestazioni del piccolo, insignificante, inosservato essere istante per istante, con i suoi atti che avvengono come tanti frammenti, più importanti della loro stessa somma? Che importa il resto? E se non avete cinque minuti per raccogliere questo invito, allora avete perso uno di questi frammenti.
Sarà che io non ho un gatto, ma un cane che a vederlo sembra proprio scemo, ma il dubbio ti viene. Naturalmente il gatto di quel genio di Shinkai fa questo e molto di più. Perché è un genio? Oh, fa tutti i suoi gioiellini da solo, col suo Mac, Photoshop, un programma per l’animazione… e se li doppia pure lui! Scusate ma mi manca un termine da appioppargli oltre a questo: genio. E poi oltre alla qualità strettamente tecnica dei suoi lavori, quello che è pazzesco è la sua assoluta capacità di sintesi. Insomma, con semplicità, leggerezza e nochalance tira fuori dei mini-spaccati della vita del gatto e della ragazza, raccontati attraverso il gatto, con l’innocenza e la limpidezza poetica che ha solo uno sguardo trasparente verso i piccoli gesti, le piccole cose quotidiane – le cose che nella vita scivolano come pioggia, ma che se le osservi solo un attimo con occhi diversi, sono piene di noi. E in tutto questo la ragazza (che non si vede mai in viso) è la protagonista muta che noi osserviamo attraverso quello sguardo spontaneo e attento, pieno di dolcezza e di amore. Ci può essere una simbolo delle stagioni, degli umori, dei sentimenti o della vita… ma non è forse tutto questo la manifestazioni del piccolo, insignificante, inosservato essere istante per istante, con i suoi atti che avvengono come tanti frammenti, più importanti della loro stessa somma? Che importa il resto? E se non avete cinque minuti per raccogliere questo invito, allora avete perso uno di questi frammenti.
Cosa può portare al mondo degli anime un lavoro di soli cinque minuti? Probabilmente nulla di particolare però fa riflettere su diversi aspetti(almeno a me fa riflettere).
Aspetto numero uno: è meglio spendere montagne di soldi per creare un animazione fluida per un plot narrativo ripetitivo oppure si può cercare di utilizzare un limite come caratteristica madre e celare questo ostacolo con un linguaggio sperimentale?
Aspetto numero due: anche a livello produttivo questo anime sottolinea come sia più importante la materia grigia piuttosto del numero di persone che lavora o dei soldi investiti.
Insomma impariamo anche noi europei dall'autore. Questo aspetto sottolinea proprio la capacità del singolo (e di piccoli gruppi) di poter creare prodotti comunque competitivi e belli. E' straordinario ogni tanto ritrovare in certe opere la genuinità di un lavoro fatto per passione e non per soldi.
TRAMA
She and Her Cat parla di una ragazza che durante un giorno di pioggia incontra un gattino e decide di adottarlo. Passerà con lui diverse stagioni e diversi momenti della sua vita instaurando con il proprio animale un rapporto quasi simbiotico e emotivamente forte.
RECENSIONE
Regia: Makoto Shinkai
Sceneggiatura: Makoto Shinkai
Animazione: Makoto Shinkai
Assistente alle illustrazioni: Mika Shinohara
Musiche: Tenmon
Questo anime è un OAV di solo cinque minuti, per questo motivo è quasi impossibile fare paragoni con gli altri anime. Bisognerebbe paragonarlo di più ad un cortometraggio classico. Fotografia espressionistica bianco e nero davvero interessante, regia volutamente statica ma intelligente, grafica intrigante che mette in opposizione gli elementi fotorealistici con il gatto disegnato sui diversi riquadri. La trama in se non racconta nulla di così particolare, eppure è il modo di raccontarlo che lo rende unico. Tramite il gatto noi vivremo la vita della ragazza i suoi umori la sua crescita. Un viaggio di introspezione psicologica fatta di piccoli momenti, piccole frasi e piccole immagini che danno vita ad una grande opera.
MY OPINIONE
Io sono un giovane (e probabilmente assurdo) regista di cortometraggi e non posso che sciogliermi davanti ad un lavoro di questo tipo. Ho provato sia piacere che invidia davanti a questo anime. In cinque soli minuti riesce a sviscerare contenuti e situazioni pesanti e davvro particolari. Un punto di vista intelligente per raccontare la vita di una ragazza e il suo gatto.
INFINE
Guardatelo, guardatelo, guardatelo, e per una volta mettetevi nei panni dell'autore. Pensate come avreste raccontato voi la storia di una ragazza che incontra un gatto. Pensate a quanti momenti si potrebbero raccontare nell'arco di un anno (o forse di più) e in quanti modi si potrebbero narrare . Dopo che avete fatto questo "mea culpa" riguardate l'anime e ammirate le scelte eccezionali dell'autore. Applausi
Aspetto numero uno: è meglio spendere montagne di soldi per creare un animazione fluida per un plot narrativo ripetitivo oppure si può cercare di utilizzare un limite come caratteristica madre e celare questo ostacolo con un linguaggio sperimentale?
Aspetto numero due: anche a livello produttivo questo anime sottolinea come sia più importante la materia grigia piuttosto del numero di persone che lavora o dei soldi investiti.
Insomma impariamo anche noi europei dall'autore. Questo aspetto sottolinea proprio la capacità del singolo (e di piccoli gruppi) di poter creare prodotti comunque competitivi e belli. E' straordinario ogni tanto ritrovare in certe opere la genuinità di un lavoro fatto per passione e non per soldi.
TRAMA
She and Her Cat parla di una ragazza che durante un giorno di pioggia incontra un gattino e decide di adottarlo. Passerà con lui diverse stagioni e diversi momenti della sua vita instaurando con il proprio animale un rapporto quasi simbiotico e emotivamente forte.
RECENSIONE
Regia: Makoto Shinkai
Sceneggiatura: Makoto Shinkai
Animazione: Makoto Shinkai
Assistente alle illustrazioni: Mika Shinohara
Musiche: Tenmon
Questo anime è un OAV di solo cinque minuti, per questo motivo è quasi impossibile fare paragoni con gli altri anime. Bisognerebbe paragonarlo di più ad un cortometraggio classico. Fotografia espressionistica bianco e nero davvero interessante, regia volutamente statica ma intelligente, grafica intrigante che mette in opposizione gli elementi fotorealistici con il gatto disegnato sui diversi riquadri. La trama in se non racconta nulla di così particolare, eppure è il modo di raccontarlo che lo rende unico. Tramite il gatto noi vivremo la vita della ragazza i suoi umori la sua crescita. Un viaggio di introspezione psicologica fatta di piccoli momenti, piccole frasi e piccole immagini che danno vita ad una grande opera.
MY OPINIONE
Io sono un giovane (e probabilmente assurdo) regista di cortometraggi e non posso che sciogliermi davanti ad un lavoro di questo tipo. Ho provato sia piacere che invidia davanti a questo anime. In cinque soli minuti riesce a sviscerare contenuti e situazioni pesanti e davvro particolari. Un punto di vista intelligente per raccontare la vita di una ragazza e il suo gatto.
INFINE
Guardatelo, guardatelo, guardatelo, e per una volta mettetevi nei panni dell'autore. Pensate come avreste raccontato voi la storia di una ragazza che incontra un gatto. Pensate a quanti momenti si potrebbero raccontare nell'arco di un anno (o forse di più) e in quanti modi si potrebbero narrare . Dopo che avete fatto questo "mea culpa" riguardate l'anime e ammirate le scelte eccezionali dell'autore. Applausi
Cosa si può dire? Dura solo 5 minuti, non possiamo aspettarci la trama più complessa e ben organizzata del mondo in soli 5 minuti. Eppure mi ha conquistato. E' dolcissimo. Le immagini non sono dinamiche, si tratta solo di inquadrature della casa e della città, ma il doppiaggio originale del gatto rende bene la dolcezza di quello che si voleva esprimere. Non so cosa, dietro c'è una metafora sicuramente, io non l'ho capita XD ma penso che si tratti delle varie tappe della vita di ognuno, raccontate da un gatto nel modo più dolce che ci sia. Davvero bello. (Da notare il voto altissimo che ho dato e che non ho dato nemmeno ad altri capolavori animati).
Come sempre curioso nello scoprire piccole rarità che non vengono degnate in favore di grandi successi commerciali, mi sono imbattuto (sempre tempo fa, data ed ora non saprei, ma parecchio tempo fa) in un brevissimo OAV di poco meno di 5 minuti, interamente realizzato da Shinkai Makoto nel 1999.
Il titolo può essere letteralmente tradotto "Lei ed il suo gatto" anche se la voce narrante non appartiene ad entrambi.
Non voglio dilungarmi troppo in spiegazioni inutili, vista anche la mia propensione a non rovinare con assurdi sentimentalismi questo prodotto, più simile ad una poesia sulle stagioni che ad un anime fatto per essere guardato. Non che le animazioni, abbastanza minimaliste, caratterizzate sostanzialmente da riprese dal vivo ed utilizzo di computer per trasporle (ad eccezione del gatto), non siano interessanti (se vi piacciono le riprese di oggetti quotidiani, di occupazioni essenziali, di scene vuote). Quello che mi interessa di più è quello sguardo che comprende tutto quanto lo circonda e che è compreso a sua volta nelle parole del narratore: il gatto Chobi (doppiato dallo stesso Shinkai).
Ha senso definirla processione delle stagioni in quanto i vari momenti della narrazione (5 minisezioni da meno di un minuto) sono scanditi dal passaggio di stagione: da una giornata piovosa di primavera, in cui il gatto entra a far parte della vita di una donna (di cui vediamo i piedi, le mani, i capelli, la disperazione, ma mai il volto intero), passando per l'estate degli amori (simpatico il dialogo mezzoparlato tra la gatta Mimi e Chobi -lui parla, di lei leggiamo in giapponese che è gelosa del rapporto di lui con la padrona), per arrivare all'autunno dello scontento (una lunga telefonata, il pianto di lei, il gatto unico a sentire la voce della disperazione della padrona "Dareka tasukete - Qualcuno mi salvi") e all'inverno, che assorbe i suoni e i dispiaceri (con i due che dicono "Kono sekai no koto wo sukidato omou - Penso di amare questo mondo").
Come avrete capito non c'è molto da raccontare, va ascoltato e guardato. L'azione (introspezione sarebbe meglio) si svolge praticamente nell'appartamento di lei, completamente in bianco e nero (se fosse stato a colori forse non avrebbe dato le stesse impressioni). Non aspettatevi chissà cosa: come ho detto la parte parlata ha più rilevanza di quella disegnata, che serve solo a mettere il punto su alcune cose (secondo me).
Il titolo può essere letteralmente tradotto "Lei ed il suo gatto" anche se la voce narrante non appartiene ad entrambi.
Non voglio dilungarmi troppo in spiegazioni inutili, vista anche la mia propensione a non rovinare con assurdi sentimentalismi questo prodotto, più simile ad una poesia sulle stagioni che ad un anime fatto per essere guardato. Non che le animazioni, abbastanza minimaliste, caratterizzate sostanzialmente da riprese dal vivo ed utilizzo di computer per trasporle (ad eccezione del gatto), non siano interessanti (se vi piacciono le riprese di oggetti quotidiani, di occupazioni essenziali, di scene vuote). Quello che mi interessa di più è quello sguardo che comprende tutto quanto lo circonda e che è compreso a sua volta nelle parole del narratore: il gatto Chobi (doppiato dallo stesso Shinkai).
Ha senso definirla processione delle stagioni in quanto i vari momenti della narrazione (5 minisezioni da meno di un minuto) sono scanditi dal passaggio di stagione: da una giornata piovosa di primavera, in cui il gatto entra a far parte della vita di una donna (di cui vediamo i piedi, le mani, i capelli, la disperazione, ma mai il volto intero), passando per l'estate degli amori (simpatico il dialogo mezzoparlato tra la gatta Mimi e Chobi -lui parla, di lei leggiamo in giapponese che è gelosa del rapporto di lui con la padrona), per arrivare all'autunno dello scontento (una lunga telefonata, il pianto di lei, il gatto unico a sentire la voce della disperazione della padrona "Dareka tasukete - Qualcuno mi salvi") e all'inverno, che assorbe i suoni e i dispiaceri (con i due che dicono "Kono sekai no koto wo sukidato omou - Penso di amare questo mondo").
Come avrete capito non c'è molto da raccontare, va ascoltato e guardato. L'azione (introspezione sarebbe meglio) si svolge praticamente nell'appartamento di lei, completamente in bianco e nero (se fosse stato a colori forse non avrebbe dato le stesse impressioni). Non aspettatevi chissà cosa: come ho detto la parte parlata ha più rilevanza di quella disegnata, che serve solo a mettere il punto su alcune cose (secondo me).
Splendido, dolcissimo, poetico. In questi cinque minuti mi ? sembrato di vedere me stessa, dopo aver perso la mia famiglia vivo da sola in appartamento, e da due mesi e mezzo lo condivido con una gattina. Mi ? sembrato cos? di vedere me stessa attraverso gli occhi del mio gatto. Un 10 dal cuore.