Yūkoku no Moriarty
Trama
“Moriarty the Patrol” narra la vicenda da tutti conosciuta, di Sherlock Holmes e del suo acerrimo e diabolico nemico, abbracciando il punto di vista, almeno nella prima parte, del celebre dottor Moriarty.
Si comincia a bomba, presentando Moriarty come vendicatore dei poveri; lo si vede vagheggiare un progetto di un’Inghilterra nella quale i nobili sarebbero caduti dalle loro posizioni di dominio, terminando finalmente di imporre alla fascia più povera e desolata della società i loro capricci e la loro crudeltà. Moriarty ci viene presentato come un orfano geniale e ambizioso, che, con il giusto supporto, è diventato l’uomo che è, uno squalo nobile tra gli ignari nobili. La scelta stessa dei casi in cui il solo Moriarty è coinvolto dà uno spaccato sulla società ingiusta in cui il personaggio si muove, parlando di temi come la vendetta, l’amore proibito, la disperazione per la perdita di un figlio, tutti ben sviluppati e drammatizzati.
I primi episodi sono rapidi, poco cervellotici, intensi, purtroppo poi, quando viene introdotto Sherlock Holmes, si assiste a una strana schizofrenia: se prima il punto di vista era incentrato su Moriarty, successivamente sparisce nel fondo, apparendo alla fine degli episodi, a occhieggiare cremisi e diabolico.
Dalla metà in poi vediamo il protagonismo assoluto Sherlock Holmes, il cui personaggio assai particolare viene sbattuto là, in primo piano, a elucubrare cervellotico tra una miseria e l’altra. Lo stesso suo modo di porsi spaccone e istrionico lo rende odioso, anche perché si percepisce che a livello narrativo c’è un nuovo protagonista buttato là per amore e per forza.
La trama procede narrando la sfida intellettuale tra Moriarty, che cerca di pesare il suo avversario, e Sherlock Holmes, che comprende qualcosa e ha il rovello di scoprire chi o cosa sia quella mente geniale di cui percepisce la presenza ma che non sa come avvicinare.
Finale
Essendo “Moriarty the Patrol” un anime da ventiquattro episodi, perché la seconda serie si innesta sulla prima, all’undicesimo episodio non c’è un vero finale, ma un’apertura della vicenda che poi verrà sviluppata. Termina la parte investigativa legata all’episodio precedente, ma si introduce qualcosina.
Allora, vista la pesantezza degli episodi che vedono come protagonista spinto a forza sulla scena Sherlock Holmes e un filo narrativo con episodi autoconclusivi, nei quali si scontrano e si incontrano i due personaggi principali in una partita a nascondino per me mal gestita, il mio bilancio sulla fine della prima serie è negativo, tanto da non voler continuare a vedere il prosieguo.
Protagonista? Protagonisti? Fate vobis
I personaggi non sono poi molti e quelli che ci sono subiscono una forte disparità di trattamento. Il principe della narrazione è Moriarty, studiato a tutto tondo e ben caratterizzato, almeno finché ha spazio per far parlare di sé. Poi viene ridotto ad occhieggiare cattivello dalle tende di un alto finestrone o a complottare con quell’aria diabolica che, sì, gli si adatta bene.
Poco spazio ha il fratellino, mentre il conte Albert, dopo una prima presentazione che fa risaltare bene chi è e cosa desidera ardentemente, svanisce sullo sfondo allo stesso modo dei tirapiedi di Moriarty.
Peggio va a Sherlock Holmes, presentato in fretta e furia in tutta la sua balorda boria, mentre Watson fa la figura dell’aiutante utile senza spessore. Stendiamo un velo pietoso su Miss Hudson, che si annovera tra i personaggi che dovrebbero essere noti al grande pubblico di lettori della serie gialla di Doyle, ma che qui non ha che una povera caratterizzazione.
In generale, a parte una buona presentazione di Moriarty e forse di Albert, quest’anime ha fatto tutto male e di corsa. Pazienza per i personaggi secondari che appaiono il tempo di morire in un episodio, ma i restanti hanno gravi carenze, e purtroppo la scusa che siano solo aiutanti non aiuta la trama ad arricchirsi. O forse lo scopo stesso dell’anime, suppongo, è quello di parlare del duello di menti tra Moriarty e Holmes, ma pure in questo caso è stato fatto male, sacrificando sull’altare del cervellotico personaggi che potevano essere meno tratteggiati e che avrebbero arricchito quest’opera altrimenti troppo cerebrale.
Applaudo però l’idea di un’anime in cui è protagonista un villain e che lo valorizzi come ha valorizzato Moriarty.
Musiche e disegni
Buona l’opening, bella dinamica, l’ending è orecchiabile. Il charachter design mi è piaciuto molto e c’è uno studio molto accurato delle ambientazioni. Un esempio è la ricostruzione delle vie della Londra vittoriana o gli interni della nave da crociera.
Conclusione
Quest’anime ha, almeno negli episodi iniziali, un certo charme, per me che detesto gli investigativi fatti e finiti, purtroppo la sua virata su un personaggio cervellotico e mal presentato mi ha fatto rivalutare la buona impressione iniziale. Ho terminato a fatica la prima serie, solo per completezza, ma, immaginando le implicazioni future della battaglia tra cervelli e non trovando queste dinamiche allettanti ma tediose, lascio quest’anime a chi lo apprezza. Per me è un 6.
“Moriarty the Patrol” narra la vicenda da tutti conosciuta, di Sherlock Holmes e del suo acerrimo e diabolico nemico, abbracciando il punto di vista, almeno nella prima parte, del celebre dottor Moriarty.
Si comincia a bomba, presentando Moriarty come vendicatore dei poveri; lo si vede vagheggiare un progetto di un’Inghilterra nella quale i nobili sarebbero caduti dalle loro posizioni di dominio, terminando finalmente di imporre alla fascia più povera e desolata della società i loro capricci e la loro crudeltà. Moriarty ci viene presentato come un orfano geniale e ambizioso, che, con il giusto supporto, è diventato l’uomo che è, uno squalo nobile tra gli ignari nobili. La scelta stessa dei casi in cui il solo Moriarty è coinvolto dà uno spaccato sulla società ingiusta in cui il personaggio si muove, parlando di temi come la vendetta, l’amore proibito, la disperazione per la perdita di un figlio, tutti ben sviluppati e drammatizzati.
I primi episodi sono rapidi, poco cervellotici, intensi, purtroppo poi, quando viene introdotto Sherlock Holmes, si assiste a una strana schizofrenia: se prima il punto di vista era incentrato su Moriarty, successivamente sparisce nel fondo, apparendo alla fine degli episodi, a occhieggiare cremisi e diabolico.
Dalla metà in poi vediamo il protagonismo assoluto Sherlock Holmes, il cui personaggio assai particolare viene sbattuto là, in primo piano, a elucubrare cervellotico tra una miseria e l’altra. Lo stesso suo modo di porsi spaccone e istrionico lo rende odioso, anche perché si percepisce che a livello narrativo c’è un nuovo protagonista buttato là per amore e per forza.
La trama procede narrando la sfida intellettuale tra Moriarty, che cerca di pesare il suo avversario, e Sherlock Holmes, che comprende qualcosa e ha il rovello di scoprire chi o cosa sia quella mente geniale di cui percepisce la presenza ma che non sa come avvicinare.
Finale
Essendo “Moriarty the Patrol” un anime da ventiquattro episodi, perché la seconda serie si innesta sulla prima, all’undicesimo episodio non c’è un vero finale, ma un’apertura della vicenda che poi verrà sviluppata. Termina la parte investigativa legata all’episodio precedente, ma si introduce qualcosina.
Allora, vista la pesantezza degli episodi che vedono come protagonista spinto a forza sulla scena Sherlock Holmes e un filo narrativo con episodi autoconclusivi, nei quali si scontrano e si incontrano i due personaggi principali in una partita a nascondino per me mal gestita, il mio bilancio sulla fine della prima serie è negativo, tanto da non voler continuare a vedere il prosieguo.
Protagonista? Protagonisti? Fate vobis
I personaggi non sono poi molti e quelli che ci sono subiscono una forte disparità di trattamento. Il principe della narrazione è Moriarty, studiato a tutto tondo e ben caratterizzato, almeno finché ha spazio per far parlare di sé. Poi viene ridotto ad occhieggiare cattivello dalle tende di un alto finestrone o a complottare con quell’aria diabolica che, sì, gli si adatta bene.
Poco spazio ha il fratellino, mentre il conte Albert, dopo una prima presentazione che fa risaltare bene chi è e cosa desidera ardentemente, svanisce sullo sfondo allo stesso modo dei tirapiedi di Moriarty.
Peggio va a Sherlock Holmes, presentato in fretta e furia in tutta la sua balorda boria, mentre Watson fa la figura dell’aiutante utile senza spessore. Stendiamo un velo pietoso su Miss Hudson, che si annovera tra i personaggi che dovrebbero essere noti al grande pubblico di lettori della serie gialla di Doyle, ma che qui non ha che una povera caratterizzazione.
In generale, a parte una buona presentazione di Moriarty e forse di Albert, quest’anime ha fatto tutto male e di corsa. Pazienza per i personaggi secondari che appaiono il tempo di morire in un episodio, ma i restanti hanno gravi carenze, e purtroppo la scusa che siano solo aiutanti non aiuta la trama ad arricchirsi. O forse lo scopo stesso dell’anime, suppongo, è quello di parlare del duello di menti tra Moriarty e Holmes, ma pure in questo caso è stato fatto male, sacrificando sull’altare del cervellotico personaggi che potevano essere meno tratteggiati e che avrebbero arricchito quest’opera altrimenti troppo cerebrale.
Applaudo però l’idea di un’anime in cui è protagonista un villain e che lo valorizzi come ha valorizzato Moriarty.
Musiche e disegni
Buona l’opening, bella dinamica, l’ending è orecchiabile. Il charachter design mi è piaciuto molto e c’è uno studio molto accurato delle ambientazioni. Un esempio è la ricostruzione delle vie della Londra vittoriana o gli interni della nave da crociera.
Conclusione
Quest’anime ha, almeno negli episodi iniziali, un certo charme, per me che detesto gli investigativi fatti e finiti, purtroppo la sua virata su un personaggio cervellotico e mal presentato mi ha fatto rivalutare la buona impressione iniziale. Ho terminato a fatica la prima serie, solo per completezza, ma, immaginando le implicazioni future della battaglia tra cervelli e non trovando queste dinamiche allettanti ma tediose, lascio quest’anime a chi lo apprezza. Per me è un 6.
William James Moriarty è un giovane ragazzo brillante e acuto, adottato insieme a suo fratello minore dalla famiglia Moriarty. La vicenda narra il suo passato da adolescente e le sue attività come consulente criminale, e in seguito il suo rapporto con Sherlock Holmes, concludendosi con il grande piano finale per sconvolgere e ricostruire l'Inghilterra.
La trama è decisamente molto interessante e intrigante; per quanto riguarda i singoli episodi, denotano un intreccio e una cura narrativa ai dettagli davvero molto attenta. Presa però nel suo insieme, è molto semplice, ma dà adito a possibili misteri interessanti, soprattutto nella scena finale dell'ultimo episodio, la quale annuncia anche la volontà di portare una seconda stagione. La narrazione è scorrevole e ispirata, e i casi lo sono altrettanto, il contesto storico e culturale dell'epoca a mio avviso è molto ben fatto, curato e approfondito. Nella prima parte dell'opera facciamo la conoscenza di William e dei suoi compagni, dal passato del protagonista al suo pensiero e modo d'agire; nella seconda parte invece il focus si sposta sul suo contraltare magnificamente introdotto, ovvero Sherlock Holmes, dando spazio a quest'ultimo di farsi conoscere, mostrando la sua mente brillante e i suoi difetti. Nella parte finale, ovvero negli ultimi due episodi, i due grandi geni, che fino a quel momento viaggiavano su due strade abbastanza separate, iniziano a collimare in un ottimo finale di stagione, con tanto di colpo di scena finale. La seconda stagione è altrettanto bella, intrigante ed entusiasmante, il piano inizia a prendere forma, ma si presenta un avversario che apparentemente sembra essere all'altezza di William, ma che purtroppo viene sviluppato fin troppo rapidamente, lasciando solo in quel punto un po' di amaro in bocca. Il ritmo poi incalza fino alla fine, con un epilogo inizialmente tragico ma poi molto bello.
I misteri, la narrazione, l'ambientazione, i dialoghi e le spiegazioni degli avvenimenti secondo me sono davvero ottimi, verosimili, curati e accurati. I casi sono interessanti e intriganti, dando a poco a poco un senso di appagamento nel vederli risolti così brillantemente. Ritengo che quest'anime sia uno tra i migliori del suo genere.
I personaggi hanno un ottimo character design, riconoscibili e unici ma allo stesso tempo curati, naturali e non esagerati. Il background dei protagonisti, William e fratelli, è ben fatto e sensato, magari con qualche punto un po' oscuro ma comunque ottimo; per quanto riguarda Sherlock Holmes e Watson, direi che per ora abbiamo un'infarinatura di base che spero venga arricchita in una prossima stagione. Caratterialmente e psicologicamente, Moriarty ed Holmes sono eccezionali sotto ogni punto di vista, così simili e vicini e allo stesso tempo così diversi e lontani, davvero un lavoro ottimo; buono anche quello dei personaggi secondari, e anche i personaggi terziari, quelli da un episodio o poco più, per intenderci, sono ben fatti e credibili.
Il comparto tecnico è davvero ottimo sotto ogni punto di vista, uno stile grafico sopraffino, delle ottime animazioni e un comparto sonoro davvero magnifico e a tratti memorabile. Menzione d'onore per la sigla, davvero bellissima.
In conclusione, un anime assolutamente ottimo e da guardare, secondo me tra i migliori del 2020 e del suo genere.
La trama è decisamente molto interessante e intrigante; per quanto riguarda i singoli episodi, denotano un intreccio e una cura narrativa ai dettagli davvero molto attenta. Presa però nel suo insieme, è molto semplice, ma dà adito a possibili misteri interessanti, soprattutto nella scena finale dell'ultimo episodio, la quale annuncia anche la volontà di portare una seconda stagione. La narrazione è scorrevole e ispirata, e i casi lo sono altrettanto, il contesto storico e culturale dell'epoca a mio avviso è molto ben fatto, curato e approfondito. Nella prima parte dell'opera facciamo la conoscenza di William e dei suoi compagni, dal passato del protagonista al suo pensiero e modo d'agire; nella seconda parte invece il focus si sposta sul suo contraltare magnificamente introdotto, ovvero Sherlock Holmes, dando spazio a quest'ultimo di farsi conoscere, mostrando la sua mente brillante e i suoi difetti. Nella parte finale, ovvero negli ultimi due episodi, i due grandi geni, che fino a quel momento viaggiavano su due strade abbastanza separate, iniziano a collimare in un ottimo finale di stagione, con tanto di colpo di scena finale. La seconda stagione è altrettanto bella, intrigante ed entusiasmante, il piano inizia a prendere forma, ma si presenta un avversario che apparentemente sembra essere all'altezza di William, ma che purtroppo viene sviluppato fin troppo rapidamente, lasciando solo in quel punto un po' di amaro in bocca. Il ritmo poi incalza fino alla fine, con un epilogo inizialmente tragico ma poi molto bello.
I misteri, la narrazione, l'ambientazione, i dialoghi e le spiegazioni degli avvenimenti secondo me sono davvero ottimi, verosimili, curati e accurati. I casi sono interessanti e intriganti, dando a poco a poco un senso di appagamento nel vederli risolti così brillantemente. Ritengo che quest'anime sia uno tra i migliori del suo genere.
I personaggi hanno un ottimo character design, riconoscibili e unici ma allo stesso tempo curati, naturali e non esagerati. Il background dei protagonisti, William e fratelli, è ben fatto e sensato, magari con qualche punto un po' oscuro ma comunque ottimo; per quanto riguarda Sherlock Holmes e Watson, direi che per ora abbiamo un'infarinatura di base che spero venga arricchita in una prossima stagione. Caratterialmente e psicologicamente, Moriarty ed Holmes sono eccezionali sotto ogni punto di vista, così simili e vicini e allo stesso tempo così diversi e lontani, davvero un lavoro ottimo; buono anche quello dei personaggi secondari, e anche i personaggi terziari, quelli da un episodio o poco più, per intenderci, sono ben fatti e credibili.
Il comparto tecnico è davvero ottimo sotto ogni punto di vista, uno stile grafico sopraffino, delle ottime animazioni e un comparto sonoro davvero magnifico e a tratti memorabile. Menzione d'onore per la sigla, davvero bellissima.
In conclusione, un anime assolutamente ottimo e da guardare, secondo me tra i migliori del 2020 e del suo genere.
In questo 2020, incredibilmente ci è stata regalata un'opera ispirata ai libri di Arthur Conan Doyle. Stavolta però non si ha la prospettiva del solito Sherlock Holmes, ma di un personaggio di solito messo dietro le quinte, cioè il professor Moriarty.
Ma chi è Moriarty? Nelle opere di Doyle viene descritto come un uomo intelligente ed estremamente astuto che dedica la sua vita al crimine in una Londra vittoriana segnata da continui misteri e atrocità. Nell'anime viene rappresentato come un talentuoso matematico che lavora in una università, così bravo da riuscire a spiegare argomenti complessi in modo intuitivo anche alla plebaglia comune. Inoltre ne viene descritto un ipotetico passato, in modo tale da dare allo spettatore la possibilità di poterlo inquadrare meglio psicologicamente e di dar logica alle sue efferate azioni. Inoltre è anche un consulente del crimine, cioè aiuta le persone a risolvere i loro problemi, vendicandosi al posto loro o lasciando ai clienti stessi la possibilità di compiere il fatidico gesto. Quest'ultima è, diciamo, la parte investigativa, però dalla parte del criminali, che rende l'opera interessante da vedere, almeno fin quando non entra in gioco la prospettiva di Sherlock e il suo interesse nel voler catturare questo incredibile genio del male.
Sbavature a parte, l'atmosfera pesante e crudele dell'opera viene rappresentata egregiamente dalle ottime animazioni dello studio A1 Pictures e dall'uso di un colore intenso ma mai invasivo. Questo per lasciare l'idea di una società fondata sulla classe sociale e sul fatto che i nobili possano, con le dovute precauzioni, manipolare e usare le loro vittime senza essere denunciati o arrestati. Per il resto, questa panoramica del passato si dimostra invece essere piuttosto spoglia rispetto a quanto viene detto a inizio opera, ed è un peccato, perché è anche questo uno dei risvolti positivi di queste trame fondate sulla visione misteriosa di ciò che è ormai anteriore al nostro tempo.
Con lo scorrere degli episodi si darà sempre più attenzione ai dettagli piuttosto che alle atmosfere cupe, ma questo non penalizza l'animazione dell'opera. Inoltre, anche i personaggi si presentano curati e di bell'aspetto, e riescono a integrarsi bene con il contesto dell'opera, anche se alcuni si presentano fin troppo superficiali nel carattere. La serie quindi ha tutte le caratteristiche per poter essere interessante visivamente.
Parlare nel dettaglio dei personaggi, scoprire la loro storia e il loro passato o semplicemente scrivere qualche frase sulle motivazioni delle loro azioni non serve. Questo perché sarà lo spettatore a scoprirlo, visto che la trama è focalizzata su questi elementi piuttosto che su altri; penso che per una recensione bastino solamente le informazioni dette precedentemente. Per quanto riguarda invece la componente investigativa, posso dire che è intrigante e chiara da comprendere al punto giusto, né peggiora né migliora. Più avanti le cose si faranno un tantino più complicate e non sempre si manifesteranno in modo credibile. Ciononostante, l'attenzione si manterrà costante e la voglia di continuare a vederlo abbastanza alta.
Con una regia ottimale e una sceneggiatura decente, abbiamo però il classico finale che non risolve nulla. Non vi aspettate quindi una visione paragonabile ad una lettura completa di un libro di Doyle. Dopo averlo visto, scegliete voi se continuare con il manga oppure aspettare una futura seconda stagione. L'anime non fa impazzire, ma sicuramente è un buon prodotto da seguire. Se volete una serie intrigante, abbastanza presentabile e facile da comprendere (tipo "Black Butler"), allora questo fa per voi.
Ma chi è Moriarty? Nelle opere di Doyle viene descritto come un uomo intelligente ed estremamente astuto che dedica la sua vita al crimine in una Londra vittoriana segnata da continui misteri e atrocità. Nell'anime viene rappresentato come un talentuoso matematico che lavora in una università, così bravo da riuscire a spiegare argomenti complessi in modo intuitivo anche alla plebaglia comune. Inoltre ne viene descritto un ipotetico passato, in modo tale da dare allo spettatore la possibilità di poterlo inquadrare meglio psicologicamente e di dar logica alle sue efferate azioni. Inoltre è anche un consulente del crimine, cioè aiuta le persone a risolvere i loro problemi, vendicandosi al posto loro o lasciando ai clienti stessi la possibilità di compiere il fatidico gesto. Quest'ultima è, diciamo, la parte investigativa, però dalla parte del criminali, che rende l'opera interessante da vedere, almeno fin quando non entra in gioco la prospettiva di Sherlock e il suo interesse nel voler catturare questo incredibile genio del male.
Sbavature a parte, l'atmosfera pesante e crudele dell'opera viene rappresentata egregiamente dalle ottime animazioni dello studio A1 Pictures e dall'uso di un colore intenso ma mai invasivo. Questo per lasciare l'idea di una società fondata sulla classe sociale e sul fatto che i nobili possano, con le dovute precauzioni, manipolare e usare le loro vittime senza essere denunciati o arrestati. Per il resto, questa panoramica del passato si dimostra invece essere piuttosto spoglia rispetto a quanto viene detto a inizio opera, ed è un peccato, perché è anche questo uno dei risvolti positivi di queste trame fondate sulla visione misteriosa di ciò che è ormai anteriore al nostro tempo.
Con lo scorrere degli episodi si darà sempre più attenzione ai dettagli piuttosto che alle atmosfere cupe, ma questo non penalizza l'animazione dell'opera. Inoltre, anche i personaggi si presentano curati e di bell'aspetto, e riescono a integrarsi bene con il contesto dell'opera, anche se alcuni si presentano fin troppo superficiali nel carattere. La serie quindi ha tutte le caratteristiche per poter essere interessante visivamente.
Parlare nel dettaglio dei personaggi, scoprire la loro storia e il loro passato o semplicemente scrivere qualche frase sulle motivazioni delle loro azioni non serve. Questo perché sarà lo spettatore a scoprirlo, visto che la trama è focalizzata su questi elementi piuttosto che su altri; penso che per una recensione bastino solamente le informazioni dette precedentemente. Per quanto riguarda invece la componente investigativa, posso dire che è intrigante e chiara da comprendere al punto giusto, né peggiora né migliora. Più avanti le cose si faranno un tantino più complicate e non sempre si manifesteranno in modo credibile. Ciononostante, l'attenzione si manterrà costante e la voglia di continuare a vederlo abbastanza alta.
Con una regia ottimale e una sceneggiatura decente, abbiamo però il classico finale che non risolve nulla. Non vi aspettate quindi una visione paragonabile ad una lettura completa di un libro di Doyle. Dopo averlo visto, scegliete voi se continuare con il manga oppure aspettare una futura seconda stagione. L'anime non fa impazzire, ma sicuramente è un buon prodotto da seguire. Se volete una serie intrigante, abbastanza presentabile e facile da comprendere (tipo "Black Butler"), allora questo fa per voi.
William James Moriaty è un orfano adottato da una famiglia nobile. Suo fratello adottivo Albert nutre grande ammirazione verso di lui e ripone le sue speranze in questo povero orfano dotato di grande intelletto e astuzia. Il pensiero di William fin da piccolo è di pareggiare le classi sociali e rivoluzionare il sistema inglese. Così inizia una serie di omicidi mirati solo di persone nobili che hanno abusato del proprio potere.
È un anime abbastanza interessante. Spiega molto bene il passato di William e di suo fratello fin da quando erano orfani con un ottimo flashback. L'entrata di Sherlock Holmes avviene tardivamente e, quando arriva questo momento, la storia si concentra molto più su di lui che sul protagonista, per questo credo perda molto nello sviluppo del racconto a mio giudizio passabile.
Rimanendo sull'argomento "difetti di questo anime", lo ho trovato troppo scontato, i delitti sono molto prevedibili e non è riuscito a stupirmi nemmeno quando non lo erano, visto che alcuni dettagli sono abbastanza tralasciati e surreali, per un anime della sua categoria gran bel problema.
Parlando invece delle animazioni, le ho molto apprezzate, come la parte iniziale della storia che mi ha veramente colpito e intrattenuto. Il finale lascia in sospeso la serie, quindi è probabile una seconda stagione. Le musiche sono abbastanza azzeccate e i dialoghi si seguono molto bene.
Nel complesso, mediocre.
È un anime abbastanza interessante. Spiega molto bene il passato di William e di suo fratello fin da quando erano orfani con un ottimo flashback. L'entrata di Sherlock Holmes avviene tardivamente e, quando arriva questo momento, la storia si concentra molto più su di lui che sul protagonista, per questo credo perda molto nello sviluppo del racconto a mio giudizio passabile.
Rimanendo sull'argomento "difetti di questo anime", lo ho trovato troppo scontato, i delitti sono molto prevedibili e non è riuscito a stupirmi nemmeno quando non lo erano, visto che alcuni dettagli sono abbastanza tralasciati e surreali, per un anime della sua categoria gran bel problema.
Parlando invece delle animazioni, le ho molto apprezzate, come la parte iniziale della storia che mi ha veramente colpito e intrattenuto. Il finale lascia in sospeso la serie, quindi è probabile una seconda stagione. Le musiche sono abbastanza azzeccate e i dialoghi si seguono molto bene.
Nel complesso, mediocre.