The World God Only Knows
"The World God Only Knows" è un anime che si concentra sulla figura di Keima. Keima è un giocatore esperto di gal-game, cioè simulatori virtuali dove lo scopo è conquistare la partner, infatti il suo hobby sono le ragazze... ragazze in 2D. "Il Dio della conquista", così egli si definisce, verrà prescelto dagli inferi per conquistare nella vita reale i cuori di alcune fanciulle, che ospitano anime perdute che devono essere catturate, e tutto ciò lo farà assieme a Elsee: una carina, dolce e sbadata demone.
L'opera si compone di dodici episodi che si suddividono in quattro mini-saghe, una per ogni ragazza da conquistare, e da qualche episodio filler (noioso). E' un discreto anime, ma ha pregi e difetti.
Ciò che mi è piaciuto sono le musiche e anche i disegni. Non male neanche la caratterizzazione del protagonista, finalmente non vediamo il classico imbranato che non sa spiccicare due parole di fila se deve parlare con un essere del sesso opposto, ma, anzi, usando la sua esperienza, maturata in game, analizzerà il bersaglio e, studiandone i comportamenti e la psicologia, riuscirà a farla innamorare. Ciò che però più ho apprezzato sono i profili psicologici delle ragazze da conquistare. Non so se è un caso o meno, ma, come accade nei videogiochi, più Keima va avanti e più la ragazza in questione ha forti problemi, e quindi la conquista diventa sempre più complessa, portando quindi il nostro protagonista a impegnarsi sempre di più; ciò che infatti mi ha fatto proseguire nella visione di questo anime è proprio questo.
La prima mini-saga trattava della conquista di una ragazza del club di atletica, e il suo caso non è minimamente paragonabile a quello della bibliotecaria che è la protagonista dell'ultima mini-saga, quindi ciò che è interessante è sia analizzare il profilo psicologico della ragazza sia vedere come Keima riesce a fare breccia nel suo cuore.
Detto questo, l'anime secondo me manca di qualcosa. Non apprezzo molto queste opere che non hanno una storia principale che si modifica con il passare del tempo; infatti, dopo che Keima avrà conquistato la ragazza in questione, il capitolo si conclude e si passa avanti. La conquista non porterà strascichi su Keima, non ci saranno cambiamenti sostanziali, ma, dopo una pausa filler, si ricomincerà daccapo. Spero che nella seconda stagione, oltre a vedere come Keima conquisterà i suoi bersagli, assisteremo anche a un'evoluzione dello stesso protagonista o almeno di come quanto faccia nelle sue conquiste possa avere risvolti anche nella sua vita privata.
L'opera si compone di dodici episodi che si suddividono in quattro mini-saghe, una per ogni ragazza da conquistare, e da qualche episodio filler (noioso). E' un discreto anime, ma ha pregi e difetti.
Ciò che mi è piaciuto sono le musiche e anche i disegni. Non male neanche la caratterizzazione del protagonista, finalmente non vediamo il classico imbranato che non sa spiccicare due parole di fila se deve parlare con un essere del sesso opposto, ma, anzi, usando la sua esperienza, maturata in game, analizzerà il bersaglio e, studiandone i comportamenti e la psicologia, riuscirà a farla innamorare. Ciò che però più ho apprezzato sono i profili psicologici delle ragazze da conquistare. Non so se è un caso o meno, ma, come accade nei videogiochi, più Keima va avanti e più la ragazza in questione ha forti problemi, e quindi la conquista diventa sempre più complessa, portando quindi il nostro protagonista a impegnarsi sempre di più; ciò che infatti mi ha fatto proseguire nella visione di questo anime è proprio questo.
La prima mini-saga trattava della conquista di una ragazza del club di atletica, e il suo caso non è minimamente paragonabile a quello della bibliotecaria che è la protagonista dell'ultima mini-saga, quindi ciò che è interessante è sia analizzare il profilo psicologico della ragazza sia vedere come Keima riesce a fare breccia nel suo cuore.
Detto questo, l'anime secondo me manca di qualcosa. Non apprezzo molto queste opere che non hanno una storia principale che si modifica con il passare del tempo; infatti, dopo che Keima avrà conquistato la ragazza in questione, il capitolo si conclude e si passa avanti. La conquista non porterà strascichi su Keima, non ci saranno cambiamenti sostanziali, ma, dopo una pausa filler, si ricomincerà daccapo. Spero che nella seconda stagione, oltre a vedere come Keima conquisterà i suoi bersagli, assisteremo anche a un'evoluzione dello stesso protagonista o almeno di come quanto faccia nelle sue conquiste possa avere risvolti anche nella sua vita privata.
"Kami nomi zo Shiru Sekai", che per gli amanti dell'inglese può essere tradotto con "The World God Only Knows", rappresenta un'ottima commedia sentimentale. Uscita nel 2010, possiamo vedere come il fattore scolastico/sentimentale si mischi alla perfezione con una bella dose di soprannaturale. Se l'impostazione di base può sembrare simile a quella di molti altri anime, i successivi sviluppi si distaccheranno molto da una classica commedia harem. Ma, per i dettagli, ne parleremo meglio in seguito.
Per ora concentriamoci sulla trama, perché, a mio avviso, costituisce uno dei punti forti della serie. Non solo per come è stata gestita, ma anche per l'originalità della sua struttura. Keima Katsuragi è un vero e proprio amante dei videogiochi, talmente appassionato di gal-game (giochi in cui l'obiettivo principale è quello di conquistare le varie ragazze che si presenteranno davanti) da giocarci pure durante le lezioni. La sua abilità è riconosciuta da tutti nel web, tanto da aver assunto il nomignolo di "Dio della Conquista".
Ebbene, un bel giorno gli arriva una strana e-mail, che lo sfida a conquistare il maggior numero di ragazze possibili. Ovviamente Keima accetta, non rendendosi conto delle possibili conseguenze. Subito una strana e simpatica ragazza, Elucia, cadrà dal cielo, spiegandogli meglio la situazione. Il compito per il "Dio della Conquista" sarà quello di aiutare Elucia a liberare le fanciulle del mondo reale (specifichiamo) da misteriose anime vaganti, che si impadroniscono dei sentimenti più oscuri dell'animo umano. In caso di fallimento, sia Keima che Elucia moriranno.
Il principale ostacolo di tale commedia è, secondo il mio parere, proprio la conformazione e la successione delle varie puntate. Keima, infatti, si ritroverà indaffarato a conquistare il cuore di dolci fanciulle... e ciò è sicuramente divertente per quanto riguarda la storia. Ma come far sì che le varie scene, prese singolarmente, non corrano il rischio di essere ripetitive? Insomma, se comparissero ragazze una dopo l'altra, a lungo andare la storia finirebbe con l'appesantirsi.
Il primo rimedio trovato è senza dubbio quello di concentrarsi molto sullo studio psicologico dei vari personaggi. Ogni ragazza ha un problema particolare e Keima dovrà non solo farlo saltar fuori, ma anche preoccuparsi che la fanciulla, in un modo o nell'altro, si innamori di lui. L'iniziale semplicità dei protagonisti lascerà ben presto spazio a una più attenta analisi del carattere di ogni individuo. Il bello è proprio vedere questa crescita costante che subiranno tutti i personaggi della storia.
Un secondo rimedio alla ripetitività, ovviamente, è quello di variare in continuazione. Ogni mini-saga avrà caratteristiche proprie che si diversificheranno dalla precedente. Sia l'inizio e come verrà presentata la ragazza, sia la conclusione e i metodi applicati da Keima. Per certi versi, quest'ultimo sarà sempre diverso, cambiando in base alla situazione.
La grafica è interessante, anche se non stupisce più di tanto. Tuttavia è più facile notare i difetti piuttosto che i pregi e, dunque, il mio ritenerla "normale" può essere considerato un complimento.
Le musiche, invece, sono molto belle. L'opening è elettrizzante e anche la colonna sonora riesce ad accompagnare alla perfezione lo spettatore nel corso delle puntate.
La regia ha svolto un lavoro diligente, non lasciando fasi "noiose", in cui il ritmo cala o accelera improvvisamente.
Avendo già letto il manga, o comunque una parte di esso, sapevo già cosa aspettarmi. Tuttavia l'adattamento animato è riuscito comunque a sorprendermi ed emozionarmi. Ho divorato i dodici episodi come se niente fosse e, per fortuna, è già pronta una seconda stagione.
"Kami nomi zo Shiru Sekai" è un anime che colpisce e rimane impresso nell'animo. L'idea di partenza, come già detto, non è delle più originali, ma la modalità con cui essa è stata trattata e sviluppata è veramente incredibile. Il protagonista della vicenda, Keima, è atipico, riuscendo allo stesso tempo a essere divertente e misterioso, monotono e affascinante.
Voto finale: 7 e mezzo
Per ora concentriamoci sulla trama, perché, a mio avviso, costituisce uno dei punti forti della serie. Non solo per come è stata gestita, ma anche per l'originalità della sua struttura. Keima Katsuragi è un vero e proprio amante dei videogiochi, talmente appassionato di gal-game (giochi in cui l'obiettivo principale è quello di conquistare le varie ragazze che si presenteranno davanti) da giocarci pure durante le lezioni. La sua abilità è riconosciuta da tutti nel web, tanto da aver assunto il nomignolo di "Dio della Conquista".
Ebbene, un bel giorno gli arriva una strana e-mail, che lo sfida a conquistare il maggior numero di ragazze possibili. Ovviamente Keima accetta, non rendendosi conto delle possibili conseguenze. Subito una strana e simpatica ragazza, Elucia, cadrà dal cielo, spiegandogli meglio la situazione. Il compito per il "Dio della Conquista" sarà quello di aiutare Elucia a liberare le fanciulle del mondo reale (specifichiamo) da misteriose anime vaganti, che si impadroniscono dei sentimenti più oscuri dell'animo umano. In caso di fallimento, sia Keima che Elucia moriranno.
Il principale ostacolo di tale commedia è, secondo il mio parere, proprio la conformazione e la successione delle varie puntate. Keima, infatti, si ritroverà indaffarato a conquistare il cuore di dolci fanciulle... e ciò è sicuramente divertente per quanto riguarda la storia. Ma come far sì che le varie scene, prese singolarmente, non corrano il rischio di essere ripetitive? Insomma, se comparissero ragazze una dopo l'altra, a lungo andare la storia finirebbe con l'appesantirsi.
Il primo rimedio trovato è senza dubbio quello di concentrarsi molto sullo studio psicologico dei vari personaggi. Ogni ragazza ha un problema particolare e Keima dovrà non solo farlo saltar fuori, ma anche preoccuparsi che la fanciulla, in un modo o nell'altro, si innamori di lui. L'iniziale semplicità dei protagonisti lascerà ben presto spazio a una più attenta analisi del carattere di ogni individuo. Il bello è proprio vedere questa crescita costante che subiranno tutti i personaggi della storia.
Un secondo rimedio alla ripetitività, ovviamente, è quello di variare in continuazione. Ogni mini-saga avrà caratteristiche proprie che si diversificheranno dalla precedente. Sia l'inizio e come verrà presentata la ragazza, sia la conclusione e i metodi applicati da Keima. Per certi versi, quest'ultimo sarà sempre diverso, cambiando in base alla situazione.
La grafica è interessante, anche se non stupisce più di tanto. Tuttavia è più facile notare i difetti piuttosto che i pregi e, dunque, il mio ritenerla "normale" può essere considerato un complimento.
Le musiche, invece, sono molto belle. L'opening è elettrizzante e anche la colonna sonora riesce ad accompagnare alla perfezione lo spettatore nel corso delle puntate.
La regia ha svolto un lavoro diligente, non lasciando fasi "noiose", in cui il ritmo cala o accelera improvvisamente.
Avendo già letto il manga, o comunque una parte di esso, sapevo già cosa aspettarmi. Tuttavia l'adattamento animato è riuscito comunque a sorprendermi ed emozionarmi. Ho divorato i dodici episodi come se niente fosse e, per fortuna, è già pronta una seconda stagione.
"Kami nomi zo Shiru Sekai" è un anime che colpisce e rimane impresso nell'animo. L'idea di partenza, come già detto, non è delle più originali, ma la modalità con cui essa è stata trattata e sviluppata è veramente incredibile. Il protagonista della vicenda, Keima, è atipico, riuscendo allo stesso tempo a essere divertente e misterioso, monotono e affascinante.
Voto finale: 7 e mezzo
L'anime parla di Keima Katsurugi, un ragazzo appassionato di giochi dating sim, il classico otaku insomma. Se non che si definisce "Dio della conquista", ovvero in grado di "conquistare" il cuore di qualsiasi ragazza virtuale. La sua tranquillità giornaliera viene però sconvolta da Elsee, una bella demone pasticciona e imbranata che ha il compito di catturare spiriti che si stanno impossessando dell'animo delle donne. L'unico modo per liberarlo è quello di farle innamorare in modo da recuperare lo spirito perduto. Chi non dovrebbe essere più qualificato allo scopo se non il "re della conquista"? Peccato che Keima odi le donne vere e non ne è per nulla interessato. Riuscirà la nostra simpatica coppia ad adempiere a dovere l'arduo compito?
La trama risulta fin dall'inizio leggera e piacevole. Solo negli ultimi episodi l'ho trovata un po' più impegnativa. Quello che non ho particolarmente apprezzato è la carenza di personaggi: la trama è incentrata sulla conquista di una ragazza dopo l'altra, e quelle precedenti finiscono nel dimenticatoio. Questo fa sì che sia fortemente incentrata solo su Keima ed Elsee, rendendo il tutto meno "profondo". Ho gradito invece l'intensità degli argomenti trattati: l'emarginazione, la solitudine, la tristezza di aver perso qualcuno di caro e il fallimento.
(voto trama: 7)
I personaggi, come detto in precedenza, si riassumono nei due protagonisti e nelle ragazze da conquistare. Sono tutti ben strutturati e delineati. Non si può non "innamorarsi" di Elsee, della sua spensieratezza ed esuberanza, così come dei pasticci che combina in giro. Questo si abbina alla perfezione alla serietà dell'altro protagonista, rendendolo un duo perfetto. Come accennato, non ho invece molto apprezzato il fatto che gli altri personaggi non siano stati per nulla approfonditi, nonostante ce ne fossero di interessanti
(voto personaggi: 7)
Comparto audio e video sono buoni, nulla da dire. Grafica dei personaggi e ambientazioni sono ben disegnate; il sonoro e il doppiaggio si abbinano bene alla trama. Anche la opening e la ending sono buone. (voto audio/video: 8)
Voto finale dell'opera: 7
La trama risulta fin dall'inizio leggera e piacevole. Solo negli ultimi episodi l'ho trovata un po' più impegnativa. Quello che non ho particolarmente apprezzato è la carenza di personaggi: la trama è incentrata sulla conquista di una ragazza dopo l'altra, e quelle precedenti finiscono nel dimenticatoio. Questo fa sì che sia fortemente incentrata solo su Keima ed Elsee, rendendo il tutto meno "profondo". Ho gradito invece l'intensità degli argomenti trattati: l'emarginazione, la solitudine, la tristezza di aver perso qualcuno di caro e il fallimento.
(voto trama: 7)
I personaggi, come detto in precedenza, si riassumono nei due protagonisti e nelle ragazze da conquistare. Sono tutti ben strutturati e delineati. Non si può non "innamorarsi" di Elsee, della sua spensieratezza ed esuberanza, così come dei pasticci che combina in giro. Questo si abbina alla perfezione alla serietà dell'altro protagonista, rendendolo un duo perfetto. Come accennato, non ho invece molto apprezzato il fatto che gli altri personaggi non siano stati per nulla approfonditi, nonostante ce ne fossero di interessanti
(voto personaggi: 7)
Comparto audio e video sono buoni, nulla da dire. Grafica dei personaggi e ambientazioni sono ben disegnate; il sonoro e il doppiaggio si abbinano bene alla trama. Anche la opening e la ending sono buone. (voto audio/video: 8)
Voto finale dell'opera: 7
"Kami nomi zo shiru Sekai" è una serie che ai tempi della sua uscita non notai, poi per puro caso mi ritrovai tra le mani il primo numero del manga, finendo per leggerlo con piacere e arrivando nella storia poco più avanti del punto in cui arriva questa prima serie.
Cercando qualche notizia su internet scoprii che era già disponibile questa trasposizione animata, quindi cominciai la visione; adesso, dopo un paio di anni, ho rivisto questa prima serie e mi appresto a guardare le successive.
La base che fa da fondo a questa serie è in realtà abbastanza semplice, ma allo stesso tempo solida e differente da serie che in teoria dovrebbero appartenere allo stesso genere: in pratica, dall'inferno sono scappati degli spiriti e il loro nascondiglio preferito sono i cuori delle ragazze, quindi dagli inferi viene mandato un contratto a un ragazzo che si definisce il Dio delle conquiste; questo, senza rendersene conto, lo accetterà e insieme a Elsi (demone inviato dagli inferi per catturare le anime) dovrà conquistare il cuore delle sfortunate ragazze.
Fin da subito la comicità farà da padrona: infatti, lo sventurato ragazzo è si il dio delle conquiste, ma solo nel mondo del 2D, cioè quello dei videogiochi (visual novel e gal-game vari), mentre delle vere ragazze non gliene potrebbe fregare di meno, così come del mondo che lo circonda. Costretto quindi dal contratto stipulato e dal collare che gli staccherebbe la testa in caso di diniego, il nostro povero Kami-sama (Keima) dovrà per la prima volta conquistare una ragazza vera, ma lo farà nell'unico modo che conosce, seguendo la logica del "suo mondo", quello dei videogiochi.
Con questa prefazione, in un classico harem ci troveremmo dopo quattro-cinque episodi con un protagonista attorniato da altrettante ragazze, tutte gelose e tutte pronte a fare loro il protagonista, trasformandolo in un odioso latin lover; qui le regole sono diverse: liberati gli spiriti, le ragazze dimenticheranno tutto del loro temporaneo amore e questo permetterà da un lato di non cadere nello sdolcinato e nel totale nonsense (quante volte in un harem avete odiato vedere quattro-cinque ragazze che, invece di mandare a quel paese la loro rivale, la invogliano a lottare?), dall'altro permetterà allo stesso Keima di riprendere le distanze da quel mondo a cui non appartiene, ma che ad ogni conquista sembra lasciare un piccolo frammento dentro di lui.
Unico dubbio per una serie del genere è che sembra non esserci un obbiettivo finale, ogni arco si ripeterà seguendo le stesse regole, il tutto spezzato da episodi comici incentrati sul mondo di Keima, il cui obbiettivo sembra proprio quello di eliminare quei frammenti del mondo reale citati prima, come se li tentasse di esorcizzare immergendosi nel suo mondo.
Bisogna dire però che l'anime conta attualmente tre serie più svariati OAV, quindi probabilmente il reale obbiettivo che qui viene a mancare sarà introdotto più avanti, lasciando però in questo modo in questa prima serie più un senso di introduzione e analisi dei personaggi.
Concludendo, una serie da vedere che si distacca dal genere a cui dovrebbe appartenere, rendendola molto interessante, molto fedele al manga (unica differenza è che quello che qui è l'ultimo episodio nel manga veniva molto prima, ma ci sta bene anche come ultimo), davvero ottime le musiche, bellissima la opening - ma anche quelle dell'arco di Kanon non sono da meno -, considerando che è stato un lavoro ad hoc fatto per la versione anime, dato che nel manga, dopo il titolo della canzone, rimanevano solo i pensieri.
Anche i disegni non sono da meno, anche essi fedeli al manga.
Cercando qualche notizia su internet scoprii che era già disponibile questa trasposizione animata, quindi cominciai la visione; adesso, dopo un paio di anni, ho rivisto questa prima serie e mi appresto a guardare le successive.
La base che fa da fondo a questa serie è in realtà abbastanza semplice, ma allo stesso tempo solida e differente da serie che in teoria dovrebbero appartenere allo stesso genere: in pratica, dall'inferno sono scappati degli spiriti e il loro nascondiglio preferito sono i cuori delle ragazze, quindi dagli inferi viene mandato un contratto a un ragazzo che si definisce il Dio delle conquiste; questo, senza rendersene conto, lo accetterà e insieme a Elsi (demone inviato dagli inferi per catturare le anime) dovrà conquistare il cuore delle sfortunate ragazze.
Fin da subito la comicità farà da padrona: infatti, lo sventurato ragazzo è si il dio delle conquiste, ma solo nel mondo del 2D, cioè quello dei videogiochi (visual novel e gal-game vari), mentre delle vere ragazze non gliene potrebbe fregare di meno, così come del mondo che lo circonda. Costretto quindi dal contratto stipulato e dal collare che gli staccherebbe la testa in caso di diniego, il nostro povero Kami-sama (Keima) dovrà per la prima volta conquistare una ragazza vera, ma lo farà nell'unico modo che conosce, seguendo la logica del "suo mondo", quello dei videogiochi.
Con questa prefazione, in un classico harem ci troveremmo dopo quattro-cinque episodi con un protagonista attorniato da altrettante ragazze, tutte gelose e tutte pronte a fare loro il protagonista, trasformandolo in un odioso latin lover; qui le regole sono diverse: liberati gli spiriti, le ragazze dimenticheranno tutto del loro temporaneo amore e questo permetterà da un lato di non cadere nello sdolcinato e nel totale nonsense (quante volte in un harem avete odiato vedere quattro-cinque ragazze che, invece di mandare a quel paese la loro rivale, la invogliano a lottare?), dall'altro permetterà allo stesso Keima di riprendere le distanze da quel mondo a cui non appartiene, ma che ad ogni conquista sembra lasciare un piccolo frammento dentro di lui.
Unico dubbio per una serie del genere è che sembra non esserci un obbiettivo finale, ogni arco si ripeterà seguendo le stesse regole, il tutto spezzato da episodi comici incentrati sul mondo di Keima, il cui obbiettivo sembra proprio quello di eliminare quei frammenti del mondo reale citati prima, come se li tentasse di esorcizzare immergendosi nel suo mondo.
Bisogna dire però che l'anime conta attualmente tre serie più svariati OAV, quindi probabilmente il reale obbiettivo che qui viene a mancare sarà introdotto più avanti, lasciando però in questo modo in questa prima serie più un senso di introduzione e analisi dei personaggi.
Concludendo, una serie da vedere che si distacca dal genere a cui dovrebbe appartenere, rendendola molto interessante, molto fedele al manga (unica differenza è che quello che qui è l'ultimo episodio nel manga veniva molto prima, ma ci sta bene anche come ultimo), davvero ottime le musiche, bellissima la opening - ma anche quelle dell'arco di Kanon non sono da meno -, considerando che è stato un lavoro ad hoc fatto per la versione anime, dato che nel manga, dopo il titolo della canzone, rimanevano solo i pensieri.
Anche i disegni non sono da meno, anche essi fedeli al manga.
<b>Attenzione: la recensione contiene spoiler sul finale</b>
Se volete iniziare a vedervi un nuovo harem commerciale, vi consiglio di non avvicinarvi a questa serie, "Kami nomi zo shiru sekai" (in inglese "The World God Only Knows", tradotto in italiano in "Il mondo che solo Dio conosce"), semplicemente perché questa serie non è il solito harem, che riesce a intrattenere grandi e piccoli in quanto genere catalogato come "commerciale" - e lo dico io che odio gli harem. Proprio per questo devo premiare questa serie, che è riuscita a divertirmi nonostante fosse un harem e non avesse una storia di fondo.
Cosa rende questa serie diversa rispetto alle altre? Sicuramente il protagonista. Non è il solito protagonista degli harem, ingenuo e alquanto "effeminato" (come scrivevo in "OreShura"), per poi avere una marea di donne attorno a sé. È talmente tanto malato di gal game (giochi in cui l'obiettivo è far innamorare tante ragazze), che si auto-definisce "Kami-sama" (termine giapponese che si traduce in "Dio"; in questa serie per "Kaminomi" si intende "Dio della conquista") per il massimo grado a cui si può arrivare in questi giochi e da lui ottenuto. Il suo hobby preferito sono le femmine, ovviamente quelle dei giochi che lui deve conquistare, e preferisce i giochi alla vita reale, con affermazioni del tipo:"La realtà è il più noioso gioco". Il protagonista, quindi, è qualcosa di diverso - anche per lo stile di disegno, per giunta. Però, almeno io, mi riesco a immedesimare molto in lui e non in un normale ragazzo di un harem; molte volte ci rifugiamo nei giochi, o anime e manga, preferendoli alla vita reale. Questo è sicuramente un tema molto discusso negli anime, ma in questa serie ci viene proposta in maniera molto diversa. Infatti, il protagonista, per sua sfortuna, dovrà iniziare a relazionarsi con ragazze "reali", per scacciare da loro le anime rifugiate e per non morire. Si verranno a costituire dei piccoli archi auto-conclusivi, senza una vera storia di fondo, dove il protagonista, utilizzando le sue tecniche da "Dio" imparate nei gal game, riesce a far innamorare le ragazze con queste anime rifugiate, riempiendo il loro cuore e cacciando queste anime, che verranno poi catturate. Il protagonista, in generale, si può definire, con un termine un po' bizzarro, molto "figo", ed è sicuramente questo il pregio, e la base della serie, che riesce a intrattenere lo spettatore, non certo la trama, i disegni, né tanto meno i personaggi femminili.
Ero indeciso su quale voto dare alla serie, se 7 o 8, ma dopo il finale non posso non dare 8. Il protagonista si ritroverà a rigiocare a tutti quei giochi che non ha potuto giocare nel momento che doveva conquistare le ragazze, entrando nella modalità "Kami-sama", riuscendo a giocare con sei giochi e console diversi. Ultimo episodio molto divertente: vediamo il nostro protagonista rischiare anche di perdere qualche anno di vita o collassare a terra per riuscire nel suo obiettivo, finire tutti quei giochi. Ma fa riflettere: Elcie è indignata della vita che conduce, Keima (per intenderci, il protagonista), la ritiene uno strazio. Keima, che può rappresentare la figura del "nerd", dell' "otaku", risponde che questa è una scelta portata avanti da lui e non è obbligato da nessuno. Sicuramente questo è un tema interessante per tutti noi. E’ un ultimo episodio degno di questa grande serie.
Animazione e apparato tecnico sono mediocri, ma poi migliorano diventando di buon livello. Lo stile dei personaggi è davvero carino, e questi si distinguono dalla massa: non ho mai visto un protagonista con tali sembianze e caratteristiche (occhiali, ecc.). Opening ed ending sono discrete, le OST, a volte presenti, sono buone. Simpatici sono anche i riferimenti verso i giochi, tipo il termine bug, e l'approfondimento su come siano strutturate le visual novel. Non do 9 solamente perché non ha una vera trama di fondo, ma mi accingo a vedere la seconda serie, sperando che ci sia qualche miglioramento per dare il voto desiderato. Consigliatissima!
Se volete iniziare a vedervi un nuovo harem commerciale, vi consiglio di non avvicinarvi a questa serie, "Kami nomi zo shiru sekai" (in inglese "The World God Only Knows", tradotto in italiano in "Il mondo che solo Dio conosce"), semplicemente perché questa serie non è il solito harem, che riesce a intrattenere grandi e piccoli in quanto genere catalogato come "commerciale" - e lo dico io che odio gli harem. Proprio per questo devo premiare questa serie, che è riuscita a divertirmi nonostante fosse un harem e non avesse una storia di fondo.
Cosa rende questa serie diversa rispetto alle altre? Sicuramente il protagonista. Non è il solito protagonista degli harem, ingenuo e alquanto "effeminato" (come scrivevo in "OreShura"), per poi avere una marea di donne attorno a sé. È talmente tanto malato di gal game (giochi in cui l'obiettivo è far innamorare tante ragazze), che si auto-definisce "Kami-sama" (termine giapponese che si traduce in "Dio"; in questa serie per "Kaminomi" si intende "Dio della conquista") per il massimo grado a cui si può arrivare in questi giochi e da lui ottenuto. Il suo hobby preferito sono le femmine, ovviamente quelle dei giochi che lui deve conquistare, e preferisce i giochi alla vita reale, con affermazioni del tipo:"La realtà è il più noioso gioco". Il protagonista, quindi, è qualcosa di diverso - anche per lo stile di disegno, per giunta. Però, almeno io, mi riesco a immedesimare molto in lui e non in un normale ragazzo di un harem; molte volte ci rifugiamo nei giochi, o anime e manga, preferendoli alla vita reale. Questo è sicuramente un tema molto discusso negli anime, ma in questa serie ci viene proposta in maniera molto diversa. Infatti, il protagonista, per sua sfortuna, dovrà iniziare a relazionarsi con ragazze "reali", per scacciare da loro le anime rifugiate e per non morire. Si verranno a costituire dei piccoli archi auto-conclusivi, senza una vera storia di fondo, dove il protagonista, utilizzando le sue tecniche da "Dio" imparate nei gal game, riesce a far innamorare le ragazze con queste anime rifugiate, riempiendo il loro cuore e cacciando queste anime, che verranno poi catturate. Il protagonista, in generale, si può definire, con un termine un po' bizzarro, molto "figo", ed è sicuramente questo il pregio, e la base della serie, che riesce a intrattenere lo spettatore, non certo la trama, i disegni, né tanto meno i personaggi femminili.
Ero indeciso su quale voto dare alla serie, se 7 o 8, ma dopo il finale non posso non dare 8. Il protagonista si ritroverà a rigiocare a tutti quei giochi che non ha potuto giocare nel momento che doveva conquistare le ragazze, entrando nella modalità "Kami-sama", riuscendo a giocare con sei giochi e console diversi. Ultimo episodio molto divertente: vediamo il nostro protagonista rischiare anche di perdere qualche anno di vita o collassare a terra per riuscire nel suo obiettivo, finire tutti quei giochi. Ma fa riflettere: Elcie è indignata della vita che conduce, Keima (per intenderci, il protagonista), la ritiene uno strazio. Keima, che può rappresentare la figura del "nerd", dell' "otaku", risponde che questa è una scelta portata avanti da lui e non è obbligato da nessuno. Sicuramente questo è un tema interessante per tutti noi. E’ un ultimo episodio degno di questa grande serie.
Animazione e apparato tecnico sono mediocri, ma poi migliorano diventando di buon livello. Lo stile dei personaggi è davvero carino, e questi si distinguono dalla massa: non ho mai visto un protagonista con tali sembianze e caratteristiche (occhiali, ecc.). Opening ed ending sono discrete, le OST, a volte presenti, sono buone. Simpatici sono anche i riferimenti verso i giochi, tipo il termine bug, e l'approfondimento su come siano strutturate le visual novel. Non do 9 solamente perché non ha una vera trama di fondo, ma mi accingo a vedere la seconda serie, sperando che ci sia qualche miglioramento per dare il voto desiderato. Consigliatissima!
Consiglio questo anime soprattutto a coloro che cercano una storia divertente e inusuale, a cui non dia fastidio un umorismo a volte un po' demenziale.
La trama è semplice e originale, un esempio di come si possa creare una bella storia senza volerla rendere complessa a tutti i costi. Del resto sono i personaggi il vero punto forte di questa serie, in particolare il protagonista Keima, carismatico e capace di conquistarsi subito le simpatie dello spettatore pur essendo un otaku fanatico in tutto e per tutto, ed Elsie, l'adorabile demone che accompagna Keima nelle sue imprese. Val la pena notare che le ragazze che Keima si ritrova a conquistare sono inverosimili solo fino a un certo punto: la loro psicologia in realtà è ben curata e le loro paure sono paure in cui noi stessi possiamo rivederci, il che è già un grande pregio dal mio punto di vista. Insomma, in breve, non sono i classici personaggi insipidi e "bidimensionali", ma hanno tutte una personalità ben definita e sfaccettata.
Purtroppo però è difficile che questo anime possa venire apprezzato dal grande pubblico: i gal games sono un fenomeno tipicamente giapponese e sono del tutto sconosciuti qui da noi, oltre che, credo, in gran parte del mondo.
Per quanto riguarda il lato tecnico, i disegni di questo anime non mi fanno propriamente impazzire. Non che non siano belli, semplicemente non sono una fan degli stili, come dire, "pucciosi". Credo però che la maggior parte delle persone li apprezzeranno. Anche le sigle personalmente non mi hanno entusiasmata (l'abitudine giapponese di inserire frasi in inglese nelle canzoni, pronunciate in maniera spesso incomprensibile, mi lascia un pochino perplessa.). Il doppiaggio invece è ottimo, nulla da eccepire.
Gli episodi "filler" di questa serie (in particolare quelli che parlano delle abitudini quotidiane di Keima) purtroppo sono tremendamente noiosi, ma in linea di massima è questo un anime molto avvincente, oltre che genuinamente spassoso.
Provare per credere!
La trama è semplice e originale, un esempio di come si possa creare una bella storia senza volerla rendere complessa a tutti i costi. Del resto sono i personaggi il vero punto forte di questa serie, in particolare il protagonista Keima, carismatico e capace di conquistarsi subito le simpatie dello spettatore pur essendo un otaku fanatico in tutto e per tutto, ed Elsie, l'adorabile demone che accompagna Keima nelle sue imprese. Val la pena notare che le ragazze che Keima si ritrova a conquistare sono inverosimili solo fino a un certo punto: la loro psicologia in realtà è ben curata e le loro paure sono paure in cui noi stessi possiamo rivederci, il che è già un grande pregio dal mio punto di vista. Insomma, in breve, non sono i classici personaggi insipidi e "bidimensionali", ma hanno tutte una personalità ben definita e sfaccettata.
Purtroppo però è difficile che questo anime possa venire apprezzato dal grande pubblico: i gal games sono un fenomeno tipicamente giapponese e sono del tutto sconosciuti qui da noi, oltre che, credo, in gran parte del mondo.
Per quanto riguarda il lato tecnico, i disegni di questo anime non mi fanno propriamente impazzire. Non che non siano belli, semplicemente non sono una fan degli stili, come dire, "pucciosi". Credo però che la maggior parte delle persone li apprezzeranno. Anche le sigle personalmente non mi hanno entusiasmata (l'abitudine giapponese di inserire frasi in inglese nelle canzoni, pronunciate in maniera spesso incomprensibile, mi lascia un pochino perplessa.). Il doppiaggio invece è ottimo, nulla da eccepire.
Gli episodi "filler" di questa serie (in particolare quelli che parlano delle abitudini quotidiane di Keima) purtroppo sono tremendamente noiosi, ma in linea di massima è questo un anime molto avvincente, oltre che genuinamente spassoso.
Provare per credere!
La trama è piuttosto semplice: 9/10
"The World God Only Knows" parla di un ragazzo diciassettenne amante dei "gal-games" che un giorno, mentre controlla le sue e-mail, fa (accidentalmente) un patto con il diavolo, o meglio, con un demone di nome Elsea. Per evitare di farsi tagliare la testa, il protagonista dovrà catturare le "anime perdute", o Katekama; le anime perdute si nascondono nelle ferite del cuore o ferite dell'animo delle ragazze, e per far sì che escano allo scoperto il nostro eroe deve far ricorso all'amore!
Personaggi: 10/10
I personaggi a mio parere sono il punto forte di questa serie, ognuno è ben caratterizzato e ha una personalità differente dall'altro.
Animazione: 10/10
L'animazione è davvero ben fatta, adoro soprattutto i disegni. Non ho visto molti anime con un'animazione così.
Colonna sonora e canzoni: 9/10
In "The World God Only Knows" ci sono molte canzoni orecchiabili, anche se alcune di loro non sono il massimo. Ma la colonna sonora è davvero ben fatta!
Totale: 9.5/10 arrotondato a 10
"The World God Only Knows", in sostanza, è una commedia scolastica molto divertente. Consiglio quest'anime a tutti gli amanti degli anime in generale. Quelli invece che amano questo genere sono "obbligati" a vedere almeno i primi episodi!
"The World God Only Knows" parla di un ragazzo diciassettenne amante dei "gal-games" che un giorno, mentre controlla le sue e-mail, fa (accidentalmente) un patto con il diavolo, o meglio, con un demone di nome Elsea. Per evitare di farsi tagliare la testa, il protagonista dovrà catturare le "anime perdute", o Katekama; le anime perdute si nascondono nelle ferite del cuore o ferite dell'animo delle ragazze, e per far sì che escano allo scoperto il nostro eroe deve far ricorso all'amore!
Personaggi: 10/10
I personaggi a mio parere sono il punto forte di questa serie, ognuno è ben caratterizzato e ha una personalità differente dall'altro.
Animazione: 10/10
L'animazione è davvero ben fatta, adoro soprattutto i disegni. Non ho visto molti anime con un'animazione così.
Colonna sonora e canzoni: 9/10
In "The World God Only Knows" ci sono molte canzoni orecchiabili, anche se alcune di loro non sono il massimo. Ma la colonna sonora è davvero ben fatta!
Totale: 9.5/10 arrotondato a 10
"The World God Only Knows", in sostanza, è una commedia scolastica molto divertente. Consiglio quest'anime a tutti gli amanti degli anime in generale. Quelli invece che amano questo genere sono "obbligati" a vedere almeno i primi episodi!
"The World God Only Knows" è un anime del 2010 tratto dai primi archi narrativi dell'omonimo manga di Tamiki Wakaki, serializzato in patria su Weekly Shonen Sunday ed edito in Italia dalla Star Comics.
Prima di iniziare, terrei a fare una piccola premessa sul genere e sull'apprezzamento soggettivo dell'anime. Credo infatti che, dati i target dell'opera, il prodotto non possa essere valorizzato appieno in nessuna parte della Terra eccetto il Giappone. Il perché? Esso tratta di temi profondamente radicati nella società contemporanea giapponese, vicinissimi alla sua quotidianità e a quella dei suoi abitanti. I galge, oggetto fulcro dell'anime, di cui il protagonista è un appassionato ossessivo, sono giochi di simulazione venduti principalmente in Giappone, la cui influenza ha causato non pochi problemi sociali (la lampante diffusione dei NEET o degli otaku maniaci). Essendo il nostro emisfero una realtà poco succube all'influenza di questi prodotti, credo francamente che la visione di quest'anime da parte di chi non sia completamente immerso nella società giapponese odierna sia poco efficace, in quanto non genera in noi i "link mentali", come direbbe la mia professoressa di greco, che genererebbe nella testa di un ragazzo nipponico. Pertanto la nostra opinione, e prendo in primo luogo la mia soggettiva, non può non essere parziale o molto lontana dalla loro. Un po' come se un americano recensisse un buonissimo piatto di spaghetti, ecco: potrebbe esaltarli all'infinito, ma la sua opinione non sarebbe mai valida come la nostra, perché ne ha sempre mangiati pochi, e sicuramente di scarsa bontà.
Vi dico quindi che il mio 6 è stato dato, oltre che per la carenza nel reparto grafico e registico, anche per il ridotto target a cui quest'opera è indirizzata, che di sicuro non le regalerà mai una così ampia diffusione come quella di "One Piece".
Comunque, la trama è molto, molto originale, come non ne vedevo da tanto tempo. L'autore (anche se in questo caso sarebbe più corretto parlare di sceneggiatore) è riuscito a unire in maniera magistrale un argomento di rilevante importanza nel mondo giapponese con elementi soprannaturali tipici del genere shonen, creando qualcosa di grande impatto che, se solo fosse sviluppato meglio dalla regia, avrebbe potuto meritare qualche voto in più.
Keima è un liceale otaku, che vive nella sua realtà popolata da ragazze virtuali e scenari romantici: i gal-games, giochi di simulazione di appuntamenti. Li ama tanto quanto disprezza il mondo reale e tutte le ragazze che lo abitano. Nel suo universo elettronico è un vero esperto della conquista, tanto da meritarsi il titolo di Dio; e sarà a causa di questo titolo che un piccolo demone, chiamato Elsie, lo cercherà chiedendogli di conquistare ragazze reali per liberarle dai demoni malvagi che ne prendono il controllo, rendendole malinconiche e tristi. Inizierà così, proprio come in un galge, una sequenza di archi narrativi, di "route", in cui Keima si troverà a conquistare una ragazza diversa in una diversa situazione. Conosceremo così una tipica tsundere frustrata, una timida bibliotecaria chiusa in sé stessa, una idol piena di sogni e paure.
Per quanto la trama sia accattivante e susciti interesse, non lo sono tutte le altre componenti dell'anime, che, a mio giudizio, l'hanno letteralmente rovinato. La grafica è irritante, piena di colori accesi e sfondi stilizzati: a vederlo, non si direbbe che è stato realizzato nel 2010, ma almeno cinque o sei anni prima. La regia pure è pessima: sviluppi lenti e soporiferi, che hanno raggiunto l'apice nell'ultimo arco, dove, tra scene di una lunghezza esasperante e una bibliotecaria lenta di comprendonio, mi hanno quasi fatta addormentare. Il doppiaggio giapponese è di qualità basilare, senza infamia e senza lode. Le tracks praticamente inesistenti: unica nota di merito era il main theme della opening, una canzone molto particolare, la cui introduzione è stata utilizzata in varie scene in maniera indovinata.
Giudizio finale? Un anime originale, che aveva delle potenzialità, ma che è stato rovinato da un pessimo sviluppo. La visione non è consigliata a tutti per i motivi spiegati nell'introduzione: se non avete almeno un minimo di affinità con la cultura moderna giapponese, dubito che vi possa piacere; ma anche se ce l'avete, come nel caso della sottoscritta, il divertimento non è per nulla assicurato.
Prima di iniziare, terrei a fare una piccola premessa sul genere e sull'apprezzamento soggettivo dell'anime. Credo infatti che, dati i target dell'opera, il prodotto non possa essere valorizzato appieno in nessuna parte della Terra eccetto il Giappone. Il perché? Esso tratta di temi profondamente radicati nella società contemporanea giapponese, vicinissimi alla sua quotidianità e a quella dei suoi abitanti. I galge, oggetto fulcro dell'anime, di cui il protagonista è un appassionato ossessivo, sono giochi di simulazione venduti principalmente in Giappone, la cui influenza ha causato non pochi problemi sociali (la lampante diffusione dei NEET o degli otaku maniaci). Essendo il nostro emisfero una realtà poco succube all'influenza di questi prodotti, credo francamente che la visione di quest'anime da parte di chi non sia completamente immerso nella società giapponese odierna sia poco efficace, in quanto non genera in noi i "link mentali", come direbbe la mia professoressa di greco, che genererebbe nella testa di un ragazzo nipponico. Pertanto la nostra opinione, e prendo in primo luogo la mia soggettiva, non può non essere parziale o molto lontana dalla loro. Un po' come se un americano recensisse un buonissimo piatto di spaghetti, ecco: potrebbe esaltarli all'infinito, ma la sua opinione non sarebbe mai valida come la nostra, perché ne ha sempre mangiati pochi, e sicuramente di scarsa bontà.
Vi dico quindi che il mio 6 è stato dato, oltre che per la carenza nel reparto grafico e registico, anche per il ridotto target a cui quest'opera è indirizzata, che di sicuro non le regalerà mai una così ampia diffusione come quella di "One Piece".
Comunque, la trama è molto, molto originale, come non ne vedevo da tanto tempo. L'autore (anche se in questo caso sarebbe più corretto parlare di sceneggiatore) è riuscito a unire in maniera magistrale un argomento di rilevante importanza nel mondo giapponese con elementi soprannaturali tipici del genere shonen, creando qualcosa di grande impatto che, se solo fosse sviluppato meglio dalla regia, avrebbe potuto meritare qualche voto in più.
Keima è un liceale otaku, che vive nella sua realtà popolata da ragazze virtuali e scenari romantici: i gal-games, giochi di simulazione di appuntamenti. Li ama tanto quanto disprezza il mondo reale e tutte le ragazze che lo abitano. Nel suo universo elettronico è un vero esperto della conquista, tanto da meritarsi il titolo di Dio; e sarà a causa di questo titolo che un piccolo demone, chiamato Elsie, lo cercherà chiedendogli di conquistare ragazze reali per liberarle dai demoni malvagi che ne prendono il controllo, rendendole malinconiche e tristi. Inizierà così, proprio come in un galge, una sequenza di archi narrativi, di "route", in cui Keima si troverà a conquistare una ragazza diversa in una diversa situazione. Conosceremo così una tipica tsundere frustrata, una timida bibliotecaria chiusa in sé stessa, una idol piena di sogni e paure.
Per quanto la trama sia accattivante e susciti interesse, non lo sono tutte le altre componenti dell'anime, che, a mio giudizio, l'hanno letteralmente rovinato. La grafica è irritante, piena di colori accesi e sfondi stilizzati: a vederlo, non si direbbe che è stato realizzato nel 2010, ma almeno cinque o sei anni prima. La regia pure è pessima: sviluppi lenti e soporiferi, che hanno raggiunto l'apice nell'ultimo arco, dove, tra scene di una lunghezza esasperante e una bibliotecaria lenta di comprendonio, mi hanno quasi fatta addormentare. Il doppiaggio giapponese è di qualità basilare, senza infamia e senza lode. Le tracks praticamente inesistenti: unica nota di merito era il main theme della opening, una canzone molto particolare, la cui introduzione è stata utilizzata in varie scene in maniera indovinata.
Giudizio finale? Un anime originale, che aveva delle potenzialità, ma che è stato rovinato da un pessimo sviluppo. La visione non è consigliata a tutti per i motivi spiegati nell'introduzione: se non avete almeno un minimo di affinità con la cultura moderna giapponese, dubito che vi possa piacere; ma anche se ce l'avete, come nel caso della sottoscritta, il divertimento non è per nulla assicurato.
Inquietante, particolare e strano. Sinceramente, avevo letto qualche recensione e mi stavo accingendo a vedere qualcosa che poteva sembrare carino, ma niente di che, invece mi sono trovato con qualcosa di stranissimo. Dodici episodi sono volati, anche se devo dire che ci sono molte cose che non mi sono piaciute, che siano gli stereotipi mentali, che sia un po' il character design o che sia il ritmo che riesce a variare nella stessa puntata più volte. Probabilmente, se fosse stato più profondo, avrebbe ottenuto una valutazione superiore. Bisogna dire che non è assolutamente ecchi e neanche harem, in quanto la conquista delle ragazze non presuppone che esse si innamorino del protagonista e quindi queste scompaiono appena finisce il loro turno.
Keima è un ragazzo particolare: è un fissato dei videogiochi, precisamente dei gal-game - i gal-game sono quei giochi che prevedono la conquista di alcune ragazze scegliendo le giuste opzioni tra quelle propinate. Si fa chiamare il 'Dio della conquista', in quanto ha concluso più di 10000 gal-game; diciamo che in questo mondo è una celebrità che riceve molte e-mail di ammiratori/ammiratrici e da persone che vogliono consigli o che gli vogliono lanciare delle sfide. Un giorno riceve una strana e-mail che gli lancia una sfida :"Vuoi conquistare la ragazza più difficile?"; ovviamente lui accetta, incosciente del fatto che ha stipulato un accordo con un demone. Dovrà raccogliere delle anime perdute che si nascondono nel cuore di alcune ragazze e, se non lo fa, sia lui che il demone con cui ha stipulato il contratto verranno decapitati. L'ilarità e la simpatia di questa serie sarà il vedere Keima che si accinge ad usare le tecniche tipiche dei gal-game per le ragazze vere.
Il grande problema sta nel non considerare che la vita non è un videogioco, o meglio, spesso e volentieri il protagonista fa le differenze, ma di fatto sembra tutto un mix di personaggi stereotipati e statici. Non c'è evoluzione: i personaggi non sembrano innamorarsi, anzi, sembra quasi che siano già innamorati prima dell'utilizzo delle tattiche studiate di Keima. Peccato, perché sicuramente una maggiore caratterizzazione dei personaggi avrebbe permesso una visione più serena dell'anime.
Considerare, comunque, le ragazze tutte uguali è una cosa interessante; probabilmente è una critica alla società cristallizzata, e questo non lo dico perché lo penso, ma dagli eventi della ragazza "ricca" che rivolgono una critica alla società che cataloga le persone senza alcun diritto. Anche tutta la situazione di Keima influisce su questa critica: Elsie dice spesso che lui in fondo è carino e buono, però per le restanti persone è solo un 'otamegane' inutile e perdi tempo.
Oltre ciò bisogna sottolineare alcune cose nonsense e incredibili: Elsie, la demone con cui ha stipulato il contratto, decide di andar a vivere con Keima come sorellina. Si inventa una storia assurda per farsi accettare dalla madre, ovvero che lei è una figlia illegittima del padre di Keima; e la madre di tutta risposta cosa fa? L'accetta a casa sua! Ma ovvio!
Altra cosa, inquietante direi, è l'ossessione compulsiva nei confronti dei videogiochi da parte del nostro protagonista. Anche volendo, è impossibile che possa giocare così tanto tempo. Sua madre non lo ferma? A scuola non gli sequestrano la pfp? Un mix di cose senza senso.
Molto positiva invece è la simpatia ostentata: le gag sono divertenti e l'anime si prefigge come obbiettivo l'essere leggero; in fondo da una comedy bisogna aspettarsi questa piega. Ovviamente, le gag sono originali, in quanto si vengono a creare situazioni paradossali, perché si vuole applicare la logica dei videogame nella realtà.
Se si ha un pomeriggio libero e lo si vuole passare in un modo spensierato, è estremamente consigliato.
Keima è un ragazzo particolare: è un fissato dei videogiochi, precisamente dei gal-game - i gal-game sono quei giochi che prevedono la conquista di alcune ragazze scegliendo le giuste opzioni tra quelle propinate. Si fa chiamare il 'Dio della conquista', in quanto ha concluso più di 10000 gal-game; diciamo che in questo mondo è una celebrità che riceve molte e-mail di ammiratori/ammiratrici e da persone che vogliono consigli o che gli vogliono lanciare delle sfide. Un giorno riceve una strana e-mail che gli lancia una sfida :"Vuoi conquistare la ragazza più difficile?"; ovviamente lui accetta, incosciente del fatto che ha stipulato un accordo con un demone. Dovrà raccogliere delle anime perdute che si nascondono nel cuore di alcune ragazze e, se non lo fa, sia lui che il demone con cui ha stipulato il contratto verranno decapitati. L'ilarità e la simpatia di questa serie sarà il vedere Keima che si accinge ad usare le tecniche tipiche dei gal-game per le ragazze vere.
Il grande problema sta nel non considerare che la vita non è un videogioco, o meglio, spesso e volentieri il protagonista fa le differenze, ma di fatto sembra tutto un mix di personaggi stereotipati e statici. Non c'è evoluzione: i personaggi non sembrano innamorarsi, anzi, sembra quasi che siano già innamorati prima dell'utilizzo delle tattiche studiate di Keima. Peccato, perché sicuramente una maggiore caratterizzazione dei personaggi avrebbe permesso una visione più serena dell'anime.
Considerare, comunque, le ragazze tutte uguali è una cosa interessante; probabilmente è una critica alla società cristallizzata, e questo non lo dico perché lo penso, ma dagli eventi della ragazza "ricca" che rivolgono una critica alla società che cataloga le persone senza alcun diritto. Anche tutta la situazione di Keima influisce su questa critica: Elsie dice spesso che lui in fondo è carino e buono, però per le restanti persone è solo un 'otamegane' inutile e perdi tempo.
Oltre ciò bisogna sottolineare alcune cose nonsense e incredibili: Elsie, la demone con cui ha stipulato il contratto, decide di andar a vivere con Keima come sorellina. Si inventa una storia assurda per farsi accettare dalla madre, ovvero che lei è una figlia illegittima del padre di Keima; e la madre di tutta risposta cosa fa? L'accetta a casa sua! Ma ovvio!
Altra cosa, inquietante direi, è l'ossessione compulsiva nei confronti dei videogiochi da parte del nostro protagonista. Anche volendo, è impossibile che possa giocare così tanto tempo. Sua madre non lo ferma? A scuola non gli sequestrano la pfp? Un mix di cose senza senso.
Molto positiva invece è la simpatia ostentata: le gag sono divertenti e l'anime si prefigge come obbiettivo l'essere leggero; in fondo da una comedy bisogna aspettarsi questa piega. Ovviamente, le gag sono originali, in quanto si vengono a creare situazioni paradossali, perché si vuole applicare la logica dei videogame nella realtà.
Se si ha un pomeriggio libero e lo si vuole passare in un modo spensierato, è estremamente consigliato.
Non sto qui a spiegare tutta la trama, in quanto sarà già stata fritta e rifritta dai commenti precedenti e secondo me superflua da dire.
Il 10, a mio parere, quest'anime lo merita appieno sia dal lato della storia sia dal lato grafico. I personaggi sono belli; certo, si vede l'impronta di un manga settimanale, ma nel loro sono ben fatti, non ci sono errori e sono gradevoli da vedere.
La caratterizzazione dei personaggi invece rispecchia completamente quella di un anime/manga comico: "i due protagonisti"(tra virgolette, se si vuol considerare Elcie come una semi-coprotagonista) sono di due caratteri perfettamente opposti e ciò già di per sé crea un connubio comico.
Altro elemento che secondo me è un punto di forza è il modo in cui viene impostata la comicità, cioè, le scene sono divertenti da un punto di vista "intelligente", nel senso che ci sono situazioni che inevitabilmente ti fanno ridere, al contrario di altri manga/anime che per fare ridere si limitano a sfiorare la ridicolezza. Oltretutto che non si può far a meno di vedere la parodia nello stesso protagonista e una sorta di "volontà" da parte dell'autore nel trasmettere il messaggio, a chi ne fa troppo abuso, di ridurre l'uso di videogiochi; perché, vi starete chiedendo? Facile, in tutto l'anime viene mostrato come questo ragazzo totalmente perso nel suo mondo virtuale, quando si impegna per il raggiungimento di un obbiettivo dalla forte impronta morale (la non perdita della vita, che in questo caso può essere compreso come un simbolico "non perdita della vita sociale"), egli ci riesce anche laddove ci sembra essere un ostacolo la cui durata dovrebbe essere di mesi e mesi.
Nel complesso "The World God Only Knows" è un anime splendido che ti permette di passare 20 minuti in cui dimentichi il mondo e pensi solo a ridere. Un 10 ampiamente meritato.
Il 10, a mio parere, quest'anime lo merita appieno sia dal lato della storia sia dal lato grafico. I personaggi sono belli; certo, si vede l'impronta di un manga settimanale, ma nel loro sono ben fatti, non ci sono errori e sono gradevoli da vedere.
La caratterizzazione dei personaggi invece rispecchia completamente quella di un anime/manga comico: "i due protagonisti"(tra virgolette, se si vuol considerare Elcie come una semi-coprotagonista) sono di due caratteri perfettamente opposti e ciò già di per sé crea un connubio comico.
Altro elemento che secondo me è un punto di forza è il modo in cui viene impostata la comicità, cioè, le scene sono divertenti da un punto di vista "intelligente", nel senso che ci sono situazioni che inevitabilmente ti fanno ridere, al contrario di altri manga/anime che per fare ridere si limitano a sfiorare la ridicolezza. Oltretutto che non si può far a meno di vedere la parodia nello stesso protagonista e una sorta di "volontà" da parte dell'autore nel trasmettere il messaggio, a chi ne fa troppo abuso, di ridurre l'uso di videogiochi; perché, vi starete chiedendo? Facile, in tutto l'anime viene mostrato come questo ragazzo totalmente perso nel suo mondo virtuale, quando si impegna per il raggiungimento di un obbiettivo dalla forte impronta morale (la non perdita della vita, che in questo caso può essere compreso come un simbolico "non perdita della vita sociale"), egli ci riesce anche laddove ci sembra essere un ostacolo la cui durata dovrebbe essere di mesi e mesi.
Nel complesso "The World God Only Knows" è un anime splendido che ti permette di passare 20 minuti in cui dimentichi il mondo e pensi solo a ridere. Un 10 ampiamente meritato.
"Kami Nomi Zo Shiru Sekai" (o in inglese "The World God Only Knows") è una delle serie del 2010 prodotte da Manglobe.
La trama
Una demone carina e timida e un ragazzo otaku appassionato, se non dipendente, dalle novel: è con loro che inizia la storia di Kami Nomi. Un ragazzo di nome Keima Katsuragi, in uno dei suoi normali giorni di scuola passati a giocare con la sua amata PFP all'eroge di turno, riceve come al solito varie mail. Egli è infatti il dio della conquista, colui che ha la capacità di fare qualsiasi visual novel o eroge al 100% in tempi record, addirittura immedesimandosi nel protagonista. Questo però è un dettaglio: il punto focale della situazione sta nel fatto che Keima adora solamente le ragazze del mondo dei videogiochi. Potremmo definirlo come un tipo dalla mentalità chiusa, insomma, un tipico "ramo" dell'enorme albero genealogico del nerd: zero vita sociale, 100% immedesimazione nel mondo dei videogame. Ma ora torniamo alla trama. Questo simpatico ragazzo, tra le mail ricevute quotidianamente, un giorno ne legge una, che gli sembra più come una sfida. La mail recita più o meno così: "Sei in grado di conquistare tutte le ragazze?". Lui naturalmente risponde positivamente, ed è proprio da qui che inizieranno le sue disavventure con la demone Elcie (che per l'occasione si fingerà essere la sorella di Keima per restare a stretto contatto con lui) per conquistare tutte le ragazze che hanno intrappolato nel loro cuore uno spirito, che reprime i sentimenti delle stesse. Questa situazione è proprio da visual novel: si inizia la storia di una ragazza, la si finisce e si torna al punto di partenza, procedendo con un'altra ragazza. I personaggi sono pochi e abbastanza ben delineati. Una cosa molto simpatica infatti sono le gag che si basano sui caratteri dei personaggi, che strappano ben più di qualche risata.
Lato tecnico
Dal punto di vista tecnico, tutto si mantiene negli standard anime del 2010. Uno stile grafico semplice e ben fatto rilassa la vista durante la visione e dà un senso di benessere all'interno dello spettatore. I fondali sono ben fatti, così come le animazioni dei personaggi, che però si mostrano comunque un passo indietro per colpa dell'annata anime. Dal punto di vista sonoro son presenti soundtrack fantastiche, così come l'opening e l'ending, veramente ben fatte.
Commento finale
"Kami Nomi Zo Shiru Sekai", da ciò che può sembrare, è un anime quasi da tutti i punti di vista impeccabile, ma ci sono comunque alcune note negative che fanno un po' storcere il naso. Prima tra tutte è la ristretta cerchia di gente a cui è indirizzato l'anime. Non tutti giocano alle visual novel o agli erogame, perciò non tutti possono capire le numerose gag presenti. In secondo luogo, fin dall'inizio l'anime ha una sorta di ripetitività abbastanza snervante, che può far incorrere nello spettatore l'idea di "stallare" l'anime, per poi eventualmente "dropparlo", facendo perdere a quest'ultimo parecchie risate e parecchi bei momenti, ben strutturati sia dal punto di vista grafico sia sonoro. Nonostante tutto questo, però, c'è da dire che la situazione è giustificabile dal fatto che l'anime tratta di visual novel e si sviluppa come una visual novel. Nulla comunque giustifica il fatto che non ci sia abbastanza spazio per tutti i tipi di spettatori. Tirando le somme, "Kami Nomi Zo Shiru Sekai" è uno di quei tipici anime che odi o adori alla follia. Io onestamente non l'ho odiato né adorato, ma sono riuscito a guardarlo dal punto di vista "asettico" della situazione, carpendone il voto più giusto.
Voto Finale: 7 e mezzo, arrotondato a 7. Perché ho deciso questo voto? Perché voglio confermare l'otto con la seconda serie, che son sicuro che sarà molto meglio della prima.
La trama
Una demone carina e timida e un ragazzo otaku appassionato, se non dipendente, dalle novel: è con loro che inizia la storia di Kami Nomi. Un ragazzo di nome Keima Katsuragi, in uno dei suoi normali giorni di scuola passati a giocare con la sua amata PFP all'eroge di turno, riceve come al solito varie mail. Egli è infatti il dio della conquista, colui che ha la capacità di fare qualsiasi visual novel o eroge al 100% in tempi record, addirittura immedesimandosi nel protagonista. Questo però è un dettaglio: il punto focale della situazione sta nel fatto che Keima adora solamente le ragazze del mondo dei videogiochi. Potremmo definirlo come un tipo dalla mentalità chiusa, insomma, un tipico "ramo" dell'enorme albero genealogico del nerd: zero vita sociale, 100% immedesimazione nel mondo dei videogame. Ma ora torniamo alla trama. Questo simpatico ragazzo, tra le mail ricevute quotidianamente, un giorno ne legge una, che gli sembra più come una sfida. La mail recita più o meno così: "Sei in grado di conquistare tutte le ragazze?". Lui naturalmente risponde positivamente, ed è proprio da qui che inizieranno le sue disavventure con la demone Elcie (che per l'occasione si fingerà essere la sorella di Keima per restare a stretto contatto con lui) per conquistare tutte le ragazze che hanno intrappolato nel loro cuore uno spirito, che reprime i sentimenti delle stesse. Questa situazione è proprio da visual novel: si inizia la storia di una ragazza, la si finisce e si torna al punto di partenza, procedendo con un'altra ragazza. I personaggi sono pochi e abbastanza ben delineati. Una cosa molto simpatica infatti sono le gag che si basano sui caratteri dei personaggi, che strappano ben più di qualche risata.
Lato tecnico
Dal punto di vista tecnico, tutto si mantiene negli standard anime del 2010. Uno stile grafico semplice e ben fatto rilassa la vista durante la visione e dà un senso di benessere all'interno dello spettatore. I fondali sono ben fatti, così come le animazioni dei personaggi, che però si mostrano comunque un passo indietro per colpa dell'annata anime. Dal punto di vista sonoro son presenti soundtrack fantastiche, così come l'opening e l'ending, veramente ben fatte.
Commento finale
"Kami Nomi Zo Shiru Sekai", da ciò che può sembrare, è un anime quasi da tutti i punti di vista impeccabile, ma ci sono comunque alcune note negative che fanno un po' storcere il naso. Prima tra tutte è la ristretta cerchia di gente a cui è indirizzato l'anime. Non tutti giocano alle visual novel o agli erogame, perciò non tutti possono capire le numerose gag presenti. In secondo luogo, fin dall'inizio l'anime ha una sorta di ripetitività abbastanza snervante, che può far incorrere nello spettatore l'idea di "stallare" l'anime, per poi eventualmente "dropparlo", facendo perdere a quest'ultimo parecchie risate e parecchi bei momenti, ben strutturati sia dal punto di vista grafico sia sonoro. Nonostante tutto questo, però, c'è da dire che la situazione è giustificabile dal fatto che l'anime tratta di visual novel e si sviluppa come una visual novel. Nulla comunque giustifica il fatto che non ci sia abbastanza spazio per tutti i tipi di spettatori. Tirando le somme, "Kami Nomi Zo Shiru Sekai" è uno di quei tipici anime che odi o adori alla follia. Io onestamente non l'ho odiato né adorato, ma sono riuscito a guardarlo dal punto di vista "asettico" della situazione, carpendone il voto più giusto.
Voto Finale: 7 e mezzo, arrotondato a 7. Perché ho deciso questo voto? Perché voglio confermare l'otto con la seconda serie, che son sicuro che sarà molto meglio della prima.
Un'occhiata veloce alla sinossi basta a far pensare che "Kami nomi zo shiru sekai" sia un ottimo titolo che prometta bene, ma dopo aver sopportato a stento un ridicolo susseguirsi degli eventi fino all'ultimo episodio posso dire con dispiacere di essermi convinto del contrario.
In pratica il nostro sfigato di turno si vede all'improvviso costretto ad affrontare la realtà a causa di un malinteso e di aiutare il demone Elsee a conquistare delle ragazze "vere" invece dei soliti personaggi del suo triste mondo 2D. Ma quanto "vere" sono queste ragazze? In pratica non lo sono affatto, ed è questo il problema che fa crollare tutta l'impalcatura di "Kami nomi zo shiro sekai", in quanto ciò che imparerà presto Keima Katsuragi dalle sue cosiddette "avventure" è che non vi sono differenze tra il mondo reale e quello virtuale, in quanto in entrambi le ragazze non solo altro che dei semplici cliché che si possono conquistare facilmente. Lui infatti riesce a conquistare le sue "prede" fin troppo facilmente senza importargli in seguito un bel niente di nessuna di esse. Questa mancanza di realismo insieme all'umorismo poco efficace, al personaggio irritante di Elsee e a una trama che mi sembra un plagio di "Sugar Sugar Rune", con l'aggiunta di spiriti e demoni, mi sono stati sufficienti a dare a quest'anime il voto finale, che è 2, e secondo me esso non si merita di più.
In pratica il nostro sfigato di turno si vede all'improvviso costretto ad affrontare la realtà a causa di un malinteso e di aiutare il demone Elsee a conquistare delle ragazze "vere" invece dei soliti personaggi del suo triste mondo 2D. Ma quanto "vere" sono queste ragazze? In pratica non lo sono affatto, ed è questo il problema che fa crollare tutta l'impalcatura di "Kami nomi zo shiro sekai", in quanto ciò che imparerà presto Keima Katsuragi dalle sue cosiddette "avventure" è che non vi sono differenze tra il mondo reale e quello virtuale, in quanto in entrambi le ragazze non solo altro che dei semplici cliché che si possono conquistare facilmente. Lui infatti riesce a conquistare le sue "prede" fin troppo facilmente senza importargli in seguito un bel niente di nessuna di esse. Questa mancanza di realismo insieme all'umorismo poco efficace, al personaggio irritante di Elsee e a una trama che mi sembra un plagio di "Sugar Sugar Rune", con l'aggiunta di spiriti e demoni, mi sono stati sufficienti a dare a quest'anime il voto finale, che è 2, e secondo me esso non si merita di più.
<b>Attenzione! Questa recensione potrebbe contenere spoiler</b>
Ammetto di essere rimasto spiazzato da questa serie. La trama e la premessa non preannunciavano nulla di buono o di coinvolgente e invece "Kami nomi zo shiru sekai" finisce per catturare l'attenzione dello spettatore per molti aspetti. Il personaggio di Keima Katsuragi, l'amante di gal-game che gioca 24 ore su 24 con tutte le console possibili e ha sempre in mano la sua psp (che nella serie ha un diverso nome), genera nello spettatore un sentimento di odio e quasi di disprezzo e questo lo rende affascinante. Lui non cerca e non vuole un contatto con la realtà, la sua realtà è quella virtuale, si sente realizzato solo quando finisce un gioco e ha conquistato la ragazza, ciò che lo circonda lo annoia, ignora tutto e tutti e gli altri fanno lo stesso con lui. Quando è costretto a rimorchiare ragazze in carne e ossa lui applica le strategie dei giochi per riuscirvi, una volta capito chi ha davanti (una tsundere, una bibliotecaria, una idol, ecc.) fa riferimento ai giochi in cui ha conquistato quel tipo di ragazza e applica gli stessi schemi, segue una routine e "vede" il finale.
Quello che mi è piaciuto è che il protagonista non fa una conquista a episodio, ma che le ragazze sono cinque-sei e la storia che ruota ad ognuna di esse copre 2-3 puntate in modo da approfondire l'aspetto psicologico di ognuna, studiarne il passato per capire i problemi che l'attanagliano nel presente. A ciò si aggiunga un'eleganza dei tratti e della narrazione davvero sorprendente; le puntate dedicate alla bibliotecaria sono bellissime e molto poetiche, anche se il ritmo è volutamente lento. Il personaggio del demone pasticcione Elsie introduce quella vena di pazzia e nonsense alla serie che controbilancia una narrazione spesso molto seria che di demenziale ha ben poco, a differenza di quello che ci si aspetterebbe da una serie come questa.
Il voto si abbassa leggermente perché ammetto di avere detestato il finale: l'ultimo episodio è stato orribile e ha rovinato parte di quello che era stato narrato in precedenza. Non male sono le due sigle, bellissimi i disegni e molto buono è il doppiaggio, forse troppo "strillata" la voce di Elsie. Nel complesso "Kami nomi zo shiru seka" è un anime molto buono.
Ammetto di essere rimasto spiazzato da questa serie. La trama e la premessa non preannunciavano nulla di buono o di coinvolgente e invece "Kami nomi zo shiru sekai" finisce per catturare l'attenzione dello spettatore per molti aspetti. Il personaggio di Keima Katsuragi, l'amante di gal-game che gioca 24 ore su 24 con tutte le console possibili e ha sempre in mano la sua psp (che nella serie ha un diverso nome), genera nello spettatore un sentimento di odio e quasi di disprezzo e questo lo rende affascinante. Lui non cerca e non vuole un contatto con la realtà, la sua realtà è quella virtuale, si sente realizzato solo quando finisce un gioco e ha conquistato la ragazza, ciò che lo circonda lo annoia, ignora tutto e tutti e gli altri fanno lo stesso con lui. Quando è costretto a rimorchiare ragazze in carne e ossa lui applica le strategie dei giochi per riuscirvi, una volta capito chi ha davanti (una tsundere, una bibliotecaria, una idol, ecc.) fa riferimento ai giochi in cui ha conquistato quel tipo di ragazza e applica gli stessi schemi, segue una routine e "vede" il finale.
Quello che mi è piaciuto è che il protagonista non fa una conquista a episodio, ma che le ragazze sono cinque-sei e la storia che ruota ad ognuna di esse copre 2-3 puntate in modo da approfondire l'aspetto psicologico di ognuna, studiarne il passato per capire i problemi che l'attanagliano nel presente. A ciò si aggiunga un'eleganza dei tratti e della narrazione davvero sorprendente; le puntate dedicate alla bibliotecaria sono bellissime e molto poetiche, anche se il ritmo è volutamente lento. Il personaggio del demone pasticcione Elsie introduce quella vena di pazzia e nonsense alla serie che controbilancia una narrazione spesso molto seria che di demenziale ha ben poco, a differenza di quello che ci si aspetterebbe da una serie come questa.
Il voto si abbassa leggermente perché ammetto di avere detestato il finale: l'ultimo episodio è stato orribile e ha rovinato parte di quello che era stato narrato in precedenza. Non male sono le due sigle, bellissimi i disegni e molto buono è il doppiaggio, forse troppo "strillata" la voce di Elsie. Nel complesso "Kami nomi zo shiru seka" è un anime molto buono.
"Il mondo che solo Dio conosce"... e proprio da questo voglio partire in questa piccola recensione: da lui, Kami-sam. E paradossalmente voglio iniziare dall'ultima puntata in cui tutta la sua divinità si esprime riuscendo a giocare contemporaneamente a 24 gal game. Infatti questo dio di cui si parla non è altro che la perfetta idealizzazione dell'otaku moderno, divinizzato, un uomo che non conosce perdono, non conosce real life, conosce solo il mondo dei videogiochi, non un normale mondo dei videogiochi, ma un mondo suo, il mondo che solo lui conosce, il mondo del titolo.
Quest'apologia dell'otaku perfetto dell'ultimo episodio che paradossalmente potrebbe essere il primo spiega il motivo per cui viene scelto da una demone, infatti in alcune ragazze si nascondono delle anime "perdute" e per salvarle bisogna conquistare il cuore di queste ragazze con un bacio.
Dopo un "misunderstanding", Keima, il nome del dio delle conquiste del 2d che non ha mai conquistato una ragazza in vita sua, si ritrova a dover conquistare le ragazze nella real life con tutti i problemi annessi e l'ilarità che nasce da molte situazioni - e dalla sua compagna demone un po' sbadata.
L'anime subisce una forza centripeta verso il protagonista, che è effettivamente la forza unica che lo rende piacevole, divertente e dà un senso a tutto. L'ilarità nasce dal distaccamento del protagonista dal mondo reale, ma il suo dover conquistare lo porta a vivere il mondo reale e il suo approccio spesso come fosse in un game. Certe volte fa ridere, inoltre la sua aiutante è quanto di più sbadato possa esistere. Infatti la forza centrifuga, in cui dovrebbero identificarsi gli altri personaggi, le storie d'amore e tutto, sono quasi una cosa opzionale, utili solo per dimostrare la forza del protagonista.
I personaggi secondari sono pieni di tutti i cliché esistenti; anche se hanno una rapida evoluzione psicologica, tutto è fine all'intuizione geniale del protagonista. Più che di storie d'amore si potrebbe parlare di gialli, in cui il protagonista è il detective e deve capire chi è l'assassino tramite un indizio banalissimo; in questo caso il protagonista deve riuscire a fare innamorare di sé la ragazza di turno. Sì, perché, forse non l'ho detto, ma questa prima serie è fatta da tre archi più degli episodi comici per spezzare il ritmo.
Inoltre l'anime sembra essere menomato poiché è quasi un prequel, dato che è la trasposizione dei primi capitoli del manga e quindi ha ancora molto da raccontare - infatti è stata già annunciata la seconda serie per aprile.
In un commento generale posso dire che "Kami nomi zo shiru sekai" è comunque un anime piacevole e mette molta carne al fuoco soprattutto nel rapporto di Keima, di "dio", con la realtà; lui dice di esserne totalmente fuori e spesso lo dimostra con tutti i suoi atteggiamenti, con la sua analitica conquista fredda dell'eroina di turno, però delle volte sembra che tutto questo entri in conflitto con la sua personalità, come se a poco a poco il mondo reale, le ragazze reali che incontra, si prendano un pezzettino del suo cuore, e gli lascino un vuoto, infinitesimale, che mostra che lui vive nel mondo reale e il fascino di questo lo colpisce, nonostante il vero orgasmo lo viva nel mondo che solo lui conosce. E' esemplare la storia della bibliotecaria nell'ultimo arco: lei è chiusa nel suo mondo di libri; sembra esserci infatti un parallelismo evidente con la situazione di Keima.
L'anime è sicuramente da guardare per la piacevolezza della visione, inoltre i disegni e le animazioni son ben fatti e l'opening credo sia una delle più belle che abbia mai ascoltato, non una canzone, ma un'opera d'arte. Vi consiglio ardentemente di recuperare la versione originale da 8 minuti.
E se siete otaku, il fascino di questo protagonista non potrà che colpirvi oltre che darvi un interessantissimo punto di vista: le donne reali sono come quelle dei game, certo con mille sfumature in più, ma con loro anche nella vita reale, un solo evento può portare a una route che darà un'ending, good o bad che sia...
E quindi anche voi, cari otaku, che route sceglierete? Ditemi, la vedete, la vedete, l'ending?
Quest'apologia dell'otaku perfetto dell'ultimo episodio che paradossalmente potrebbe essere il primo spiega il motivo per cui viene scelto da una demone, infatti in alcune ragazze si nascondono delle anime "perdute" e per salvarle bisogna conquistare il cuore di queste ragazze con un bacio.
Dopo un "misunderstanding", Keima, il nome del dio delle conquiste del 2d che non ha mai conquistato una ragazza in vita sua, si ritrova a dover conquistare le ragazze nella real life con tutti i problemi annessi e l'ilarità che nasce da molte situazioni - e dalla sua compagna demone un po' sbadata.
L'anime subisce una forza centripeta verso il protagonista, che è effettivamente la forza unica che lo rende piacevole, divertente e dà un senso a tutto. L'ilarità nasce dal distaccamento del protagonista dal mondo reale, ma il suo dover conquistare lo porta a vivere il mondo reale e il suo approccio spesso come fosse in un game. Certe volte fa ridere, inoltre la sua aiutante è quanto di più sbadato possa esistere. Infatti la forza centrifuga, in cui dovrebbero identificarsi gli altri personaggi, le storie d'amore e tutto, sono quasi una cosa opzionale, utili solo per dimostrare la forza del protagonista.
I personaggi secondari sono pieni di tutti i cliché esistenti; anche se hanno una rapida evoluzione psicologica, tutto è fine all'intuizione geniale del protagonista. Più che di storie d'amore si potrebbe parlare di gialli, in cui il protagonista è il detective e deve capire chi è l'assassino tramite un indizio banalissimo; in questo caso il protagonista deve riuscire a fare innamorare di sé la ragazza di turno. Sì, perché, forse non l'ho detto, ma questa prima serie è fatta da tre archi più degli episodi comici per spezzare il ritmo.
Inoltre l'anime sembra essere menomato poiché è quasi un prequel, dato che è la trasposizione dei primi capitoli del manga e quindi ha ancora molto da raccontare - infatti è stata già annunciata la seconda serie per aprile.
In un commento generale posso dire che "Kami nomi zo shiru sekai" è comunque un anime piacevole e mette molta carne al fuoco soprattutto nel rapporto di Keima, di "dio", con la realtà; lui dice di esserne totalmente fuori e spesso lo dimostra con tutti i suoi atteggiamenti, con la sua analitica conquista fredda dell'eroina di turno, però delle volte sembra che tutto questo entri in conflitto con la sua personalità, come se a poco a poco il mondo reale, le ragazze reali che incontra, si prendano un pezzettino del suo cuore, e gli lascino un vuoto, infinitesimale, che mostra che lui vive nel mondo reale e il fascino di questo lo colpisce, nonostante il vero orgasmo lo viva nel mondo che solo lui conosce. E' esemplare la storia della bibliotecaria nell'ultimo arco: lei è chiusa nel suo mondo di libri; sembra esserci infatti un parallelismo evidente con la situazione di Keima.
L'anime è sicuramente da guardare per la piacevolezza della visione, inoltre i disegni e le animazioni son ben fatti e l'opening credo sia una delle più belle che abbia mai ascoltato, non una canzone, ma un'opera d'arte. Vi consiglio ardentemente di recuperare la versione originale da 8 minuti.
E se siete otaku, il fascino di questo protagonista non potrà che colpirvi oltre che darvi un interessantissimo punto di vista: le donne reali sono come quelle dei game, certo con mille sfumature in più, ma con loro anche nella vita reale, un solo evento può portare a una route che darà un'ending, good o bad che sia...
E quindi anche voi, cari otaku, che route sceglierete? Ditemi, la vedete, la vedete, l'ending?
"Kami Nomi Zo Shiru Sekai" è un anime che mi è piaciuto davvero tanto.
Non mi metto a parlare dei dettagli della trama e della struttura dell'anime, visto che è già stato detto nelle altre recensioni, per cui mi limito a dare un commento globale.
Incuriosito dall'antefatto, ho iniziato a vederlo senza crearmi alcuna aspettativa. Pensavo che mi sarei trovato di fronte al tipico prodotto senza infamia e senza lode che si lascia guardare, invece è stata una vera e propria sorpresa.
Come è già stato detto, "Kami nomi zo shiru sekai" può sembrare un anime pieno di stereotipi e di elementi triti e ritriti, ma è solo un depistaggio. "Kami Nomi Zo Shiru Sekai" ha un'identità propria, è divertente, coinvolgente e con personaggi caratterizzati in modo eccellente, il protagonista su tutti.
Gli archi della storia sono tutti egualmente interessanti anche se uno risulta fin troppo allungato rispetto al manga, cosa che mi ha spinto a non dargli una valutazione troppo alta, considerando anche che in questa prima serie non c'è una vera e propria evoluzione delle trama, che invece è presente nella seconda.
Non pensate di trovarvi di fronte a un harem, a una commedia stupida o a qualcosa di poco profondo, questa è un'opera assolutamente imperdibile per qualunque appassionato di anime.
Non mi metto a parlare dei dettagli della trama e della struttura dell'anime, visto che è già stato detto nelle altre recensioni, per cui mi limito a dare un commento globale.
Incuriosito dall'antefatto, ho iniziato a vederlo senza crearmi alcuna aspettativa. Pensavo che mi sarei trovato di fronte al tipico prodotto senza infamia e senza lode che si lascia guardare, invece è stata una vera e propria sorpresa.
Come è già stato detto, "Kami nomi zo shiru sekai" può sembrare un anime pieno di stereotipi e di elementi triti e ritriti, ma è solo un depistaggio. "Kami Nomi Zo Shiru Sekai" ha un'identità propria, è divertente, coinvolgente e con personaggi caratterizzati in modo eccellente, il protagonista su tutti.
Gli archi della storia sono tutti egualmente interessanti anche se uno risulta fin troppo allungato rispetto al manga, cosa che mi ha spinto a non dargli una valutazione troppo alta, considerando anche che in questa prima serie non c'è una vera e propria evoluzione delle trama, che invece è presente nella seconda.
Non pensate di trovarvi di fronte a un harem, a una commedia stupida o a qualcosa di poco profondo, questa è un'opera assolutamente imperdibile per qualunque appassionato di anime.
Ho iniziato a guardare Kami Nomi zo Shiru Sekai con quel pizzico di curiosità che solitamente mi accompagna durante la visione di una nuova serie.
Diciamocelo, il fattore "games" ha sicuramente influito sulla scelta di un anime che propone da subito la sua vera natura e il suo vero scopo, quello di attirare un pubblico formato principalmente da videogiocatori.
Ed è proprio a loro che si rivolge, proponendo una carrellata di abitudini e vizi tipici dei videogiocatori, infarcendo il tutto con citazioni video-ludiche difficilmente riconoscibili da chi bazzica poco quel tipo di settore.
Il protagonista è infatti un otaku, con una profonda ed eccessiva passione per tutto quello che riguarda i Gal Games, che passa intere giornate (anche durante le lezioni) davanti alla sua fidata PFP (sì, citazione molto vaga), cercando di conquistare tutte le fanciulle virtuali che popolano i numerosi videogiochi che acquista.
La sua tenacia e la sua bravura sono tali da fargli guadagnare l'appellativo di "Dio della Conquista".
Ma è grazie a questa nomea, o sfortunatamente, che si ritroverà coinvolto in una serie di eventi completamente folli, trascinato da una bellissima "demone" in una gara contro il tempo.
L'idea di base è interessante, e l'incipit riesce nel suo intento, appaga la curiosità iniziale gettando le basi per gli episodi successivi.
Kami nomi zo shiru sekai è come un enorme frullato che propone tutti quegli elementi tipici di un anime che si rivolge principalmente a determinate tipologie di spettatori. Ma se inizialmente riesce a mantenere una sua dignità, andando avanti con la storia tende a perdere colpi: qualche scivolone di troppo, mancanza di idee originali, troppo fanservice che non giustifica la visione dell'insieme. Alti e bassi decisamente marcati che tendono a spiazzare lo spettatore.
In questa confusione però non è tutto da buttare, alcune situazioni riescono comunque a coinvolgere, proponendo ottimi spunti, trascinandoci verso la fine senza che la noia, che in alcuni casi è dietro l'angolo, ci porti a concludere la visione drasticamente.
Graficamente la serie si mantiene sulla media, non eccelle in nulla, ma non si perde neanche nei meandri dello scandalo. E' godibile, in piena linea con le molte produzioni attuali.
Il comparto sonoro non si discosta troppo dalle considerazioni fatte poco sopra.
In conclusione, se cercate un anime senza troppe pretese, con alcune trovate decisamente divertenti e che tenda ad appagare il videogiocatore incallito, allora fateci un pensierino.
Voto: 7,5.
Diciamocelo, il fattore "games" ha sicuramente influito sulla scelta di un anime che propone da subito la sua vera natura e il suo vero scopo, quello di attirare un pubblico formato principalmente da videogiocatori.
Ed è proprio a loro che si rivolge, proponendo una carrellata di abitudini e vizi tipici dei videogiocatori, infarcendo il tutto con citazioni video-ludiche difficilmente riconoscibili da chi bazzica poco quel tipo di settore.
Il protagonista è infatti un otaku, con una profonda ed eccessiva passione per tutto quello che riguarda i Gal Games, che passa intere giornate (anche durante le lezioni) davanti alla sua fidata PFP (sì, citazione molto vaga), cercando di conquistare tutte le fanciulle virtuali che popolano i numerosi videogiochi che acquista.
La sua tenacia e la sua bravura sono tali da fargli guadagnare l'appellativo di "Dio della Conquista".
Ma è grazie a questa nomea, o sfortunatamente, che si ritroverà coinvolto in una serie di eventi completamente folli, trascinato da una bellissima "demone" in una gara contro il tempo.
L'idea di base è interessante, e l'incipit riesce nel suo intento, appaga la curiosità iniziale gettando le basi per gli episodi successivi.
Kami nomi zo shiru sekai è come un enorme frullato che propone tutti quegli elementi tipici di un anime che si rivolge principalmente a determinate tipologie di spettatori. Ma se inizialmente riesce a mantenere una sua dignità, andando avanti con la storia tende a perdere colpi: qualche scivolone di troppo, mancanza di idee originali, troppo fanservice che non giustifica la visione dell'insieme. Alti e bassi decisamente marcati che tendono a spiazzare lo spettatore.
In questa confusione però non è tutto da buttare, alcune situazioni riescono comunque a coinvolgere, proponendo ottimi spunti, trascinandoci verso la fine senza che la noia, che in alcuni casi è dietro l'angolo, ci porti a concludere la visione drasticamente.
Graficamente la serie si mantiene sulla media, non eccelle in nulla, ma non si perde neanche nei meandri dello scandalo. E' godibile, in piena linea con le molte produzioni attuali.
Il comparto sonoro non si discosta troppo dalle considerazioni fatte poco sopra.
In conclusione, se cercate un anime senza troppe pretese, con alcune trovate decisamente divertenti e che tenda ad appagare il videogiocatore incallito, allora fateci un pensierino.
Voto: 7,5.
I cosiddetti "gal-games" sono dei videogiochi molto in voga in Giappone. Qui l'eroe di turno non deve sconfiggere draghi leggendari, portare la piccola Afragolese allo scudetto o sventare la minaccia di un attacco terroristico; deve più semplicemente, cercare di conquistare il cuore (e a volte anche le mutandine) della ragazza di turno. Così la ragion d'essere di quest'anime è rispondere a una domanda abbastanza incomprensibile per noi che conosciamo poco questi giochi, ma che immagino possa affascinare gli appassionati giapponesi: può un seduttore di ragazze virtuali sfruttare in prima persona le stesse tecniche e diventare un seduttore anche nel mondo reale?
Il protagonista di Kami nomi zo shiru sekai è, dunque, un otaku ossessionato per l'appunto dai gal-games. Keima risulta essere talmente bravo da essersi meritato il titolo di "Dio della conquista"; e qualcuno deve averlo preso davvero sul serio in quanto dall'inferno (!) viene spedita una strana ragazza con il compito di agganciarlo e usare le sue presunte doti per sedurre delle innocenti fanciulle nel cui cuore alberga uno spirito infernale fuggito dagli inferi. L'unico modo per catturare questi spiriti, infatti, è fare innamorare le ragazze che lo ospitano del nostro eroe occhialuto; se ciò accade il demone verrà espulso per poi essere rinchiuso in una classicissima bottiglia.
Le fondamenta della trama sono, di per sé, abbastanza ridicole. Tuttavia ciò non deve portare a essere prevenuti a priori, in quanto molti anime hanno dimostrato che da una trama molto sciocca possono nascere degli autentici gioiellini. Dopo la visione dei primi episodi ero convinto che anche questo titolo avrebbe seguito questa giusta direzione: una serie di mini-storie divertentissime e allo stesso tempo capaci di suscitare emozioni in chi le guarda.
Peccato, però, che alla lunga tali caratteristiche vengano meno, il tutto, anzi, sprofonda nella noia e riappare prepotente il senso di ridicolo cui accennavo sopra.
Sulla base di queste motivazioni la mia valutazione andrà in controtendenza rispetto alle altre e assumerà toni decisamente negativi. La comicità che avrebbe dovuto caratterizzare quest'anime dura sì e no tre episodi dopodiché si assiste a un rapido declino della vena comica dei protagonisti, il tutto a danno della qualità complessiva dell'anime. Le mini-storie contengono qualche piccolo spunto interessante ma niente di più; come se non bastasse queste ultime vengono continuamente intervallate da noiosissimi episodi in cui vengono descritte le abitudini e le manie di Keima di cui, francamente, non importa niente a nessuno.
Insomma, più che un piccolo gioiellino quest'anime si è rivelato essere una piccola delusione. Date le buone premesse si sarebbe potuto fare sicuramente meglio, magari ripensando certe scelte e puntando su una comicità più semplice e meno maniacale. Sarà per la prossima volta.
Il protagonista di Kami nomi zo shiru sekai è, dunque, un otaku ossessionato per l'appunto dai gal-games. Keima risulta essere talmente bravo da essersi meritato il titolo di "Dio della conquista"; e qualcuno deve averlo preso davvero sul serio in quanto dall'inferno (!) viene spedita una strana ragazza con il compito di agganciarlo e usare le sue presunte doti per sedurre delle innocenti fanciulle nel cui cuore alberga uno spirito infernale fuggito dagli inferi. L'unico modo per catturare questi spiriti, infatti, è fare innamorare le ragazze che lo ospitano del nostro eroe occhialuto; se ciò accade il demone verrà espulso per poi essere rinchiuso in una classicissima bottiglia.
Le fondamenta della trama sono, di per sé, abbastanza ridicole. Tuttavia ciò non deve portare a essere prevenuti a priori, in quanto molti anime hanno dimostrato che da una trama molto sciocca possono nascere degli autentici gioiellini. Dopo la visione dei primi episodi ero convinto che anche questo titolo avrebbe seguito questa giusta direzione: una serie di mini-storie divertentissime e allo stesso tempo capaci di suscitare emozioni in chi le guarda.
Peccato, però, che alla lunga tali caratteristiche vengano meno, il tutto, anzi, sprofonda nella noia e riappare prepotente il senso di ridicolo cui accennavo sopra.
Sulla base di queste motivazioni la mia valutazione andrà in controtendenza rispetto alle altre e assumerà toni decisamente negativi. La comicità che avrebbe dovuto caratterizzare quest'anime dura sì e no tre episodi dopodiché si assiste a un rapido declino della vena comica dei protagonisti, il tutto a danno della qualità complessiva dell'anime. Le mini-storie contengono qualche piccolo spunto interessante ma niente di più; come se non bastasse queste ultime vengono continuamente intervallate da noiosissimi episodi in cui vengono descritte le abitudini e le manie di Keima di cui, francamente, non importa niente a nessuno.
Insomma, più che un piccolo gioiellino quest'anime si è rivelato essere una piccola delusione. Date le buone premesse si sarebbe potuto fare sicuramente meglio, magari ripensando certe scelte e puntando su una comicità più semplice e meno maniacale. Sarà per la prossima volta.
"Kami nomi zo shiru sekai" è un anime interessante composto da 12 episodi in cui vengono narrate le vicende di Keima Katsuragi, un giovane studente sfigato incapace di dialogare con le donne e, oltretutto, privo di qualunque tipo d’attrazione verso queste ultime.
Keima, infatti, prova amore solo e unicamente verso le ragazze esistenti nei videogiochi ed è chiamato il “Dio delle Conquiste” proprio perché, avendo giocato a qualsiasi videogioco di conquista, è riuscito a fare innamorare qualunque ragazza.
Purtroppo le cose prendono una diversa piega quando, un giorno, riceve sulla sua PFP una mail d’aiuto da parte di un personaggio misterioso in cui chiede a Keima di conquistare delle ragazze, poiché solamente lui, come Dio, ci sarebbe mai potuto riuscire.
A causa di svariati malintesi, Keima conoscerà Elsie, un demone dalle sembianze poco “demoniache”, e invece di ragazze virtuali, dovrà far innamorare di sé delle fanciulle in carne ed ossa. Keima riuscirà in questa impresa titanica?
La sigla iniziale l’ho trovata, graficamente parlando, molto bella, e la melodia è stata una buona scelta, così come l’ending.
Per quanto riguarda il lato tecnico, devo ammettere che ho apprezzato molto il design e i colori che, a mio avviso, sono tutti molto sgargianti.
I personaggi sono stati caratterizzati in modo molto discreto, poiché, comunque, cosa può dare una serie di 12 episodi?
Devo ammettere di avere provato noia alle volte durante la visione: in fondo le vicende sono più o meno una simile all’altra, senza colpi di scena.
Seppure si fosse saputo che vi sarebbe stata una seconda stagione, ho trovato piuttosto deludente il finale, e oserei dire che è stato l’episodio meno riuscito di tutti.
Ho sempre apprezzato le scene comiche, però ripeto che il numero di episodi non è sufficiente per una serie del genere, infatti avrebbero dovuto essere almeno una ventina.
Verso le ultime puntate ho percepito un rallentamento per quanto riguardava le azioni e gli sviluppi, portando una notevole carenza nella capacità d'intrattenimento.
Il fattore che più mi ha colpito di questa serie è stato l’ossessione del protagonista verso la tecnologia, più precisamente, verso i videogiochi, e l’ho trovata una cosa abbastanza divertente. Poiché il tutto era incentrato su ciò, l’ironia non è mai mancata nella serie.
In conclusione, il voto è 6, anche se avrebbe meritato un 6+, ma il finale mi ha lasciato l’amaro in bocca ed è un fattore a cui do molta importanza. Preferisco la versione cartacea a quella animata.
Keima, infatti, prova amore solo e unicamente verso le ragazze esistenti nei videogiochi ed è chiamato il “Dio delle Conquiste” proprio perché, avendo giocato a qualsiasi videogioco di conquista, è riuscito a fare innamorare qualunque ragazza.
Purtroppo le cose prendono una diversa piega quando, un giorno, riceve sulla sua PFP una mail d’aiuto da parte di un personaggio misterioso in cui chiede a Keima di conquistare delle ragazze, poiché solamente lui, come Dio, ci sarebbe mai potuto riuscire.
A causa di svariati malintesi, Keima conoscerà Elsie, un demone dalle sembianze poco “demoniache”, e invece di ragazze virtuali, dovrà far innamorare di sé delle fanciulle in carne ed ossa. Keima riuscirà in questa impresa titanica?
La sigla iniziale l’ho trovata, graficamente parlando, molto bella, e la melodia è stata una buona scelta, così come l’ending.
Per quanto riguarda il lato tecnico, devo ammettere che ho apprezzato molto il design e i colori che, a mio avviso, sono tutti molto sgargianti.
I personaggi sono stati caratterizzati in modo molto discreto, poiché, comunque, cosa può dare una serie di 12 episodi?
Devo ammettere di avere provato noia alle volte durante la visione: in fondo le vicende sono più o meno una simile all’altra, senza colpi di scena.
Seppure si fosse saputo che vi sarebbe stata una seconda stagione, ho trovato piuttosto deludente il finale, e oserei dire che è stato l’episodio meno riuscito di tutti.
Ho sempre apprezzato le scene comiche, però ripeto che il numero di episodi non è sufficiente per una serie del genere, infatti avrebbero dovuto essere almeno una ventina.
Verso le ultime puntate ho percepito un rallentamento per quanto riguardava le azioni e gli sviluppi, portando una notevole carenza nella capacità d'intrattenimento.
Il fattore che più mi ha colpito di questa serie è stato l’ossessione del protagonista verso la tecnologia, più precisamente, verso i videogiochi, e l’ho trovata una cosa abbastanza divertente. Poiché il tutto era incentrato su ciò, l’ironia non è mai mancata nella serie.
In conclusione, il voto è 6, anche se avrebbe meritato un 6+, ma il finale mi ha lasciato l’amaro in bocca ed è un fattore a cui do molta importanza. Preferisco la versione cartacea a quella animata.
È risaputo che gli otaku siano visti, nella società giapponese, come degli emarginati sfigati. Questo non nega che essi possano diventare anche piuttosto famosi nel loro ambiente. Proprio il nostro protagonista, infatti, è famosissimo fra i giocatori di galge*, tanto da essere chiamato con l'appellativo di "Dio della Conquista". Da un sacco di giocatori gli vengono inviate richieste d'aiuto per conquistare questa o quella ragazza (rigorosamente in 2D). Nulla di poi così fuori dal comune, quindi, quando arriva una di queste mail. Peccato che le ragazze da conquistare siano in carne e ossa, e non il solito aggregamento di pixel moe, per non parlare poi del fatto che il mittente e una ragazza-demone. Essa tenta infatti di catturare le anime perdute che si sono annidate nei cuori di giovani fanciulle 3D (che poi per noi sempre 2D è), e per farlo serve qualcuno che riesca a farle innamorare.
Ovviamente non siamo davanti ad una banale commediola romantica, fosse solo per il fatto che, per il protagonista, fare innamorare questa moltitudine di ragazze è solo un peso e un impiccio alla sua vita nel fantastico mondo dei games. Ora, dire moltitudine è esagerato, in questa prima serie ne abbiamo quattro, rispecchianti altrettanti cliché dei galge: la sportiva complessata, la tsundere altezzosa, l'idol yandere e la bibliotecaria introversa, che poi sono generi comuni anche nelle normali commedie. Usando anni di esperienza e un grande talento innato, il nostro Dio escogiterà un metodo per ognuna, attraverso anche un complicato studio delle psicologie della singola giovane, cosa che rende tantissimo sul piano delle caratterizzazioni - dite pure che sono banali, intanto funzionano a dovere.
Sul piano tecnico, non posso evitare di lodare alla follia l'opening theme, a mio avviso bellissima su tutti i punti di vista: strumentale buono, vocale con effetti spettacolari come il delay, comparto video ben fatto e significato del testo.
Beh, secondo me qui divino è il termine giusto, visto che è sia adatto all'opera sia interessante preso da solo.
Peggio le animazioni, palesemente non si è dato il massimo, forse a causa di uno scetticismo sul successo dell'anime - è una congettura, ma è vero che nella seconda serie si fa un balzo di qualità.
Seriamente penso che l'opera in generale meriti, e segnalo un ultimo episodio da fare invidia a molti (troppi) altri anime.
*Short di girl-game, videogiochi con incantevoli protagoniste femminili da fare cadere ai propri piedi attraverso un sistema di gioco basato su scelte multiple e/o mini-giochi.
Ovviamente non siamo davanti ad una banale commediola romantica, fosse solo per il fatto che, per il protagonista, fare innamorare questa moltitudine di ragazze è solo un peso e un impiccio alla sua vita nel fantastico mondo dei games. Ora, dire moltitudine è esagerato, in questa prima serie ne abbiamo quattro, rispecchianti altrettanti cliché dei galge: la sportiva complessata, la tsundere altezzosa, l'idol yandere e la bibliotecaria introversa, che poi sono generi comuni anche nelle normali commedie. Usando anni di esperienza e un grande talento innato, il nostro Dio escogiterà un metodo per ognuna, attraverso anche un complicato studio delle psicologie della singola giovane, cosa che rende tantissimo sul piano delle caratterizzazioni - dite pure che sono banali, intanto funzionano a dovere.
Sul piano tecnico, non posso evitare di lodare alla follia l'opening theme, a mio avviso bellissima su tutti i punti di vista: strumentale buono, vocale con effetti spettacolari come il delay, comparto video ben fatto e significato del testo.
Beh, secondo me qui divino è il termine giusto, visto che è sia adatto all'opera sia interessante preso da solo.
Peggio le animazioni, palesemente non si è dato il massimo, forse a causa di uno scetticismo sul successo dell'anime - è una congettura, ma è vero che nella seconda serie si fa un balzo di qualità.
Seriamente penso che l'opera in generale meriti, e segnalo un ultimo episodio da fare invidia a molti (troppi) altri anime.
*Short di girl-game, videogiochi con incantevoli protagoniste femminili da fare cadere ai propri piedi attraverso un sistema di gioco basato su scelte multiple e/o mini-giochi.
Il Dio della Conquista.
Vista così sembrerebbe la presentazione del nuovo tronista di Maria De Filippi. Ma non è così: Keima Katsuragi è molto meglio. Ogni donna casca ai suoi piedi, non c'è essere umano che riesca a resistergli, nemmeno le suore possono dirgli di no, è <i>il</i> Playboy.
Sì, finché si resta nel mondo dei gal games. Infatti questo "Dio" è in realtà un occhialuto otaku con esperienza (e interesse) pari a zero per qualsiasi storia d'amore che non possa essere salvata e spenta quando si è raggiunta la flag. Infatti la sua totale inesperienza della realtà si accosta a una divina bravura in qualsiasi eroge in cui il personaggio da conquistare sia in 2D. Quando però un giorno riceve una mail di sfida, che lo invita a provare a conquistare delle difficilissime donne, non si sarebbe di certo immaginato che nell'accettare firmava un patto con il diavolo, e che le donne da conquistare fossero donne in carne e ossa.
Infatti dei dannati fuggiti dall'inferno avevano avuto la grande idea di andarsi a nascondere non sotto un sasso o vicino al telecomando sepolto sotto il divano, bensì nei "buchi" nei cuori di giovani e, ovviamente, graziose ragazze; buchi che Keima dovrà riempire d'amore, per fare uscire i malefici spiriti. Grazie - o forse no - al cielo, o all'inferno, ad aiutarlo ci sarà l'imbranata demonietta Elsee, che ha il compito di aiutarlo nella conquista di queste ragazze che, per di più, ricalcano alla perfezione gli stereotipi dei gal games.
Cominciai a leggere il manga molto tempo fa, ma pian piano lo persi di vista, anche se devo dire che mi piaceva. Così quando ho scoperto che i creatori avrebbero fatto addirittura una seconda serie mi sono detto che valeva la pena di riprendere l'anime da dove ero arrivato con il manga, e recuperai i fansub. Che dire, è stata un'ottima scelta.
"Kami nomi zo shiru sekai" può contare su ottime animazione, su una storia a metà tra la parodia, la commedia scolastica e il romantico, tutto condito da ottime musiche e da personaggi stereotipati alla perfezione. E' un ottimo anime che consiglio a tutti per la comicità con cui vengono trattati i temi e per l'accuratezza della produzione.
Vista così sembrerebbe la presentazione del nuovo tronista di Maria De Filippi. Ma non è così: Keima Katsuragi è molto meglio. Ogni donna casca ai suoi piedi, non c'è essere umano che riesca a resistergli, nemmeno le suore possono dirgli di no, è <i>il</i> Playboy.
Sì, finché si resta nel mondo dei gal games. Infatti questo "Dio" è in realtà un occhialuto otaku con esperienza (e interesse) pari a zero per qualsiasi storia d'amore che non possa essere salvata e spenta quando si è raggiunta la flag. Infatti la sua totale inesperienza della realtà si accosta a una divina bravura in qualsiasi eroge in cui il personaggio da conquistare sia in 2D. Quando però un giorno riceve una mail di sfida, che lo invita a provare a conquistare delle difficilissime donne, non si sarebbe di certo immaginato che nell'accettare firmava un patto con il diavolo, e che le donne da conquistare fossero donne in carne e ossa.
Infatti dei dannati fuggiti dall'inferno avevano avuto la grande idea di andarsi a nascondere non sotto un sasso o vicino al telecomando sepolto sotto il divano, bensì nei "buchi" nei cuori di giovani e, ovviamente, graziose ragazze; buchi che Keima dovrà riempire d'amore, per fare uscire i malefici spiriti. Grazie - o forse no - al cielo, o all'inferno, ad aiutarlo ci sarà l'imbranata demonietta Elsee, che ha il compito di aiutarlo nella conquista di queste ragazze che, per di più, ricalcano alla perfezione gli stereotipi dei gal games.
Cominciai a leggere il manga molto tempo fa, ma pian piano lo persi di vista, anche se devo dire che mi piaceva. Così quando ho scoperto che i creatori avrebbero fatto addirittura una seconda serie mi sono detto che valeva la pena di riprendere l'anime da dove ero arrivato con il manga, e recuperai i fansub. Che dire, è stata un'ottima scelta.
"Kami nomi zo shiru sekai" può contare su ottime animazione, su una storia a metà tra la parodia, la commedia scolastica e il romantico, tutto condito da ottime musiche e da personaggi stereotipati alla perfezione. E' un ottimo anime che consiglio a tutti per la comicità con cui vengono trattati i temi e per l'accuratezza della produzione.
Sorprendente per certi versi questo <i>Kami no mizu shiro Sekai</i> o anche detto <i>The World God Only Knows</i>.
In un primo momento potrebbe dare l'idea della classica commedia adolescenziale con annesso harem che vede un protagonista non molto familiare nei rapporti col gentil sesso che si trova di botto a molte ragazze che gli si interessano ma ovviamente la prima impressione è molto diversa da quella che si avrà alla fine. Già il protagonista, Keima Katsuragi, è abbastanza atipico: un fissato dei dating-sim (simulatori di appuntamento) a cui gioca praticamente per tutto il tempo e in ogni situazione e che considera la vita di tutti i giorni come il fastidioso “mondo reale” verso cui dimostra un malcelato fastidio. Gioca oggi, gioca domani, Keima è diventato il “dio della conquista” e nessun gioco rimane non-finito con lui.
La sua fama lo precede a tal punto che una allegra demone di nome Elsie che riesce a ottenere il suo aiuto per sigillare delle anime perdute che sono apparse sulla terra. Come fare? Facendo innamorare le ragazze in cui sono entrate le suddette anime.
Ecco quindi che l'anime prosegue per una serie di conquiste che Keima aiutato da Elsie dovrà portare a termine come se fossero i vari filoni presenti su un videogioco che lui ama giocare. L'anime vivrà quindi di una serie di spunti: Keima che con assoluta indolenza, procedendo più per sfida, se la deve “vedere” con la ragazza di turn; la povera Elsie, molto carina e simpatica, che fa di tutto per dargli assistenza; le ragazze (quattro) incontrate di volta in volta e molto diverse fra loro per carattere e attitudini. Il tutto presto diviene un buon pretesto per una lunga serie di gag molto divertenti.
Ma soprattutto questo anime diviene ben presto una parodia di molti aspetti della cultura J-pop, dai videogiochi ai manga fino alla musica e alle famose idol senza dimenticare ovviamente i citati dating-sims di cui l'anime diventa nel suo complesso una grande parodia arrivando quasi a parodiare se stesso. Inutile sperare in una “redenzione” per Keima che non uscirà dalla sua condizione ma che per contro farà una figura piuttosto inquietante nell'ultimo episodio dall'emblematico titolo “Più di dio, Meno di un essere umano”, ma è meglio non dire di più... Il finale comunque è aperto e una nuova serie è già stata annunciata.
Nel complesso la grafica è molto curata, pulita e allegramente colorata. Molto buone le musiche che comprendono anche diversi momenti musicali in un preciso punto della storia e che si impreziosiscono dall'opening <i>“God only Knows”</i> dinamica e piuttosto originale.
Degna di nota poi la lunga serie di citazioni e omaggi da anime e videogames che potrebbero dare una certa soddisfazione a un pubblico maggiormente navigato rispetto a uno che magari inizia da poco ad avvicinarsi agli anime.
Ed è forse a un pubblico più esperto che si rivolge <i>The World God only Knows</i> che si è rivelato un anime interessante e abbastanza divertente da vedere.
In un primo momento potrebbe dare l'idea della classica commedia adolescenziale con annesso harem che vede un protagonista non molto familiare nei rapporti col gentil sesso che si trova di botto a molte ragazze che gli si interessano ma ovviamente la prima impressione è molto diversa da quella che si avrà alla fine. Già il protagonista, Keima Katsuragi, è abbastanza atipico: un fissato dei dating-sim (simulatori di appuntamento) a cui gioca praticamente per tutto il tempo e in ogni situazione e che considera la vita di tutti i giorni come il fastidioso “mondo reale” verso cui dimostra un malcelato fastidio. Gioca oggi, gioca domani, Keima è diventato il “dio della conquista” e nessun gioco rimane non-finito con lui.
La sua fama lo precede a tal punto che una allegra demone di nome Elsie che riesce a ottenere il suo aiuto per sigillare delle anime perdute che sono apparse sulla terra. Come fare? Facendo innamorare le ragazze in cui sono entrate le suddette anime.
Ecco quindi che l'anime prosegue per una serie di conquiste che Keima aiutato da Elsie dovrà portare a termine come se fossero i vari filoni presenti su un videogioco che lui ama giocare. L'anime vivrà quindi di una serie di spunti: Keima che con assoluta indolenza, procedendo più per sfida, se la deve “vedere” con la ragazza di turn; la povera Elsie, molto carina e simpatica, che fa di tutto per dargli assistenza; le ragazze (quattro) incontrate di volta in volta e molto diverse fra loro per carattere e attitudini. Il tutto presto diviene un buon pretesto per una lunga serie di gag molto divertenti.
Ma soprattutto questo anime diviene ben presto una parodia di molti aspetti della cultura J-pop, dai videogiochi ai manga fino alla musica e alle famose idol senza dimenticare ovviamente i citati dating-sims di cui l'anime diventa nel suo complesso una grande parodia arrivando quasi a parodiare se stesso. Inutile sperare in una “redenzione” per Keima che non uscirà dalla sua condizione ma che per contro farà una figura piuttosto inquietante nell'ultimo episodio dall'emblematico titolo “Più di dio, Meno di un essere umano”, ma è meglio non dire di più... Il finale comunque è aperto e una nuova serie è già stata annunciata.
Nel complesso la grafica è molto curata, pulita e allegramente colorata. Molto buone le musiche che comprendono anche diversi momenti musicali in un preciso punto della storia e che si impreziosiscono dall'opening <i>“God only Knows”</i> dinamica e piuttosto originale.
Degna di nota poi la lunga serie di citazioni e omaggi da anime e videogames che potrebbero dare una certa soddisfazione a un pubblico maggiormente navigato rispetto a uno che magari inizia da poco ad avvicinarsi agli anime.
Ed è forse a un pubblico più esperto che si rivolge <i>The World God only Knows</i> che si è rivelato un anime interessante e abbastanza divertente da vedere.
Certe serie le si inizia a vedere entusiasmati dalla trama, ma piano piano la passione finisce e ci si trascina annoiati verso la fine. Altre serie le si inizia a guardare senza particolare interesse ma durante lo svolgimento appassionano sempre di più. Infine ci sono quelle serie che ti prendono dal primo episodio.
Leggendo la trama di questo World only god knows, WOGK d'ora in poi, mi ero domandato se era possibile che nel 2010, dopo anni di boom del genere, la commedia harem-scolastica potesse ancora avere qualcosa da dire. Avrete già visto il voto, quindi qual è stato l'elemento di svolta dell'anime?
Di solito iniziando a vedere un harem scolastico tutti pensano immediatamente ai dating sims, genere di giochi quasi sconosciuto in occidente, se non nell'ambito hentai, ma molto popolare in oriente. Nulla da dire, certi dating sims hanno dato origine a anime degni di rispetto (Kanon, Clannad, Da Capo), ma il genere dopo un po' stufa. Cosa succederebbe se il protagonista fosse proprio un appassionato di questo genere di giochi, nerd e completamente estraniato dalla vita reale? Se questo ragazzo non fosse un semplice giocatore, ma un autoproclamatosi dio della conquista, in grado di giocare a sei giochi contemporaneamente, a concludere ogni genere di gal game esistente? E infine, cosa succederebbe se, accettando per sbaglio un contratto demoniaco, si ritrovasse con una bellissima demonietta in giro per casa?
Accanto a elementi classici del genere - ragazza sovrannaturale che si trasferisce nella casa del protagonista - è proprio lo sviluppo che è innovativo: il contratto prevede che il povero Keima, il nerd, aiuti Elsee, la demonietta, a catturare anime perdute che si sono rifugiate nei cuori delle ragazze; l'unico modo per farli uscire è occupare il vuoto nei loro cuori, facendole innamorare e baciandole. Difficile, per uno con la sua fama a scuola. Keima utilizzerà la sua infinita conoscenza dei gal games nella vita reale, per conquistare la fanciulla di turno, con veri e propri ragionamenti razionali e basati su stereotipi. Per esempio, la seconda eroina è una tsundere; Keima la identificherà nel genere e si atteggerà di conseguenza.
In effetti il protagonista si rivela essere uno dei migliori riusciti nel genere e più di una persona si identificherà in certi suoi ragionamenti stereotipati.
Non troverete trame da guerra post-apocalittica o da fantasy orientale, né spade o armi improbabili. La trama è linearissima e non si discosta di una virgola da quella promessa a inizio anime. Questa serie è da guardare per svagarsi e, considerato ciò, è geniale. E' divertente in moltissimi punti, falsamente seriosa in altri (anche quando l'eroina entrerà nella crisi pre-conquista noi staremmo sorridendo, ricordandoci della tonnellata di storie e situazioni simili), con l'intelligenza di non volere caratterizzare orde di personaggi - come gli anime oggigiorno vogliono sempre fare e falliscono regolarmente -, ma ponendo l'accento unicamente sulle figure di Keima e di Elsee: le eroine lasciano il tempo che trovano, svanendo alla fine del loro arco in quanto perdono la memoria quando l'anima perduta fugge dal corpo.
L'atteggiamento a tratti alla James Bond a tratti alla nerd di quartiere di Keima vi conquisterà facilmente se siete appassionati al genere.
Attivazione modalità Dio Della Conquista!
Leggendo la trama di questo World only god knows, WOGK d'ora in poi, mi ero domandato se era possibile che nel 2010, dopo anni di boom del genere, la commedia harem-scolastica potesse ancora avere qualcosa da dire. Avrete già visto il voto, quindi qual è stato l'elemento di svolta dell'anime?
Di solito iniziando a vedere un harem scolastico tutti pensano immediatamente ai dating sims, genere di giochi quasi sconosciuto in occidente, se non nell'ambito hentai, ma molto popolare in oriente. Nulla da dire, certi dating sims hanno dato origine a anime degni di rispetto (Kanon, Clannad, Da Capo), ma il genere dopo un po' stufa. Cosa succederebbe se il protagonista fosse proprio un appassionato di questo genere di giochi, nerd e completamente estraniato dalla vita reale? Se questo ragazzo non fosse un semplice giocatore, ma un autoproclamatosi dio della conquista, in grado di giocare a sei giochi contemporaneamente, a concludere ogni genere di gal game esistente? E infine, cosa succederebbe se, accettando per sbaglio un contratto demoniaco, si ritrovasse con una bellissima demonietta in giro per casa?
Accanto a elementi classici del genere - ragazza sovrannaturale che si trasferisce nella casa del protagonista - è proprio lo sviluppo che è innovativo: il contratto prevede che il povero Keima, il nerd, aiuti Elsee, la demonietta, a catturare anime perdute che si sono rifugiate nei cuori delle ragazze; l'unico modo per farli uscire è occupare il vuoto nei loro cuori, facendole innamorare e baciandole. Difficile, per uno con la sua fama a scuola. Keima utilizzerà la sua infinita conoscenza dei gal games nella vita reale, per conquistare la fanciulla di turno, con veri e propri ragionamenti razionali e basati su stereotipi. Per esempio, la seconda eroina è una tsundere; Keima la identificherà nel genere e si atteggerà di conseguenza.
In effetti il protagonista si rivela essere uno dei migliori riusciti nel genere e più di una persona si identificherà in certi suoi ragionamenti stereotipati.
Non troverete trame da guerra post-apocalittica o da fantasy orientale, né spade o armi improbabili. La trama è linearissima e non si discosta di una virgola da quella promessa a inizio anime. Questa serie è da guardare per svagarsi e, considerato ciò, è geniale. E' divertente in moltissimi punti, falsamente seriosa in altri (anche quando l'eroina entrerà nella crisi pre-conquista noi staremmo sorridendo, ricordandoci della tonnellata di storie e situazioni simili), con l'intelligenza di non volere caratterizzare orde di personaggi - come gli anime oggigiorno vogliono sempre fare e falliscono regolarmente -, ma ponendo l'accento unicamente sulle figure di Keima e di Elsee: le eroine lasciano il tempo che trovano, svanendo alla fine del loro arco in quanto perdono la memoria quando l'anima perduta fugge dal corpo.
L'atteggiamento a tratti alla James Bond a tratti alla nerd di quartiere di Keima vi conquisterà facilmente se siete appassionati al genere.
Attivazione modalità Dio Della Conquista!
Preannuncio che sono di parte, perché adoro questa serie. Ma questo poco importa perché quello che vi trovate davanti, pur non essendo un capolavoro, per me è comunque al di sopra della media. Dopo avere visto tutti gli episodi la mia non è più una recensione ma una minaccia: guardatelo!
Il tratto e i colori morbidi e la storia originalissima basterebbero per dargli almeno un'occhiata, la presenza di Elsee (ché, se i demoni sono come lei, vado ora all'inferno) farà il resto. In programma c'è poi già la seconda serie. Che volete di più? Fatevi conquistare dal Capturing God, non ne rimarrete delusi.
Il tratto e i colori morbidi e la storia originalissima basterebbero per dargli almeno un'occhiata, la presenza di Elsee (ché, se i demoni sono come lei, vado ora all'inferno) farà il resto. In programma c'è poi già la seconda serie. Che volete di più? Fatevi conquistare dal Capturing God, non ne rimarrete delusi.
Kami nomi zo shiru sekai (The world only god knows) segue le vicende di Keima, un appassionato di galgames, che per un equivoco viene contattato da un demone, Elsie, la quale credendo di trovarsi davanti al Dio della conquista gli fa stringere un patto affinché la aiuti a trovare degli spiriti maligni che si sono rifugiati dentro i corpi di alcune ragazze. Peccato che in realtà Keima sia una schiappa con le ragazze reali; infatti, il nostro eroe è bravo solo con le ragazze virtuali. Riusciranno i due a ritrovare gli spiriti maligni e ad avere salva la vita?
Kami nomi zo shiru sekai è un anime come non se ne vedevano da tempo: grafica a mio avviso eccezionale, musiche secondo me belle e una storia simpatica, originale e a metà strada tra il romantico e il divertente. Per me The world only god knows è il miglior anime di questa stagione autunno 2010.
Kami nomi zo shiru sekai è un anime come non se ne vedevano da tempo: grafica a mio avviso eccezionale, musiche secondo me belle e una storia simpatica, originale e a metà strada tra il romantico e il divertente. Per me The world only god knows è il miglior anime di questa stagione autunno 2010.
Divertente commedia, originale e piacevole da guardare. Kami nomi zo shiru sekai non è ovviamente solo questo. Il protagonista, un liceale attratto solo dal mondo degli eroge (dating sim), viene a contatto con una ragazza, che lui sostiene di essere un demone, la quale gli chiede di aiutarla a catturare dei spiriti scappati dall'inferno. Nonostante la riluttanza iniziale, Keima Katsuragi, che non vuole farsi coinvolgere dal mondo reale, decide di aiutarla. Qui iniziano le avventure dei due che si cimenteranno a conquistare le ragazze possedute da questi spiriti, utilizzando come metodi di cattura le esperienze con le ragazze 2D di Keima. Non ho dato il massimo dei voti solo perché l'anime è agli inizi, e anche se gli autori hanno già annunciato la seconda serie non mi faccio condizionare.
Trama
La storia parla di Keima Katsuragi, il "Dio della Conquista" famoso nel web per avere conquistato tutte le ragazze dei galge (videogame di appuntamenti) a cui ha giocato. Un giorno gli arriva una mail che a prima vista lo sfidava a finire un galge; lui accetta, non sapendo che in realtà ha accettato un contratto con il diavolo. Dopo poco appare la bella Elsee, un demone con il compito di catturare gli spiriti in fuga. Questi spiriti s'insediano nel cuore delle ragazze, e per farli uscire bisogna farle innamorare, e qui entra in gioco Keima il "Dio delle Conquiste", che però non ha mai provato a conquistare una ragazza vera e nemmeno gli piacciono.
Commento personale.
Ho letto tempo fa il manga e aspettavo l'anime: Kami nomi zo shiru sekai è una commedia carina e interessante, lo consiglio ai fan dei galge, visto che sembra in tutto e per tutto un galge dove non devi fare scelte. I disegni per me sono molto belli, i personaggi anche loro li trovo belli e appariranno tutti gli stereotipi di caratteri femminili tra cui sportiva, loli, tsundere, idol ecc.
La storia parla di Keima Katsuragi, il "Dio della Conquista" famoso nel web per avere conquistato tutte le ragazze dei galge (videogame di appuntamenti) a cui ha giocato. Un giorno gli arriva una mail che a prima vista lo sfidava a finire un galge; lui accetta, non sapendo che in realtà ha accettato un contratto con il diavolo. Dopo poco appare la bella Elsee, un demone con il compito di catturare gli spiriti in fuga. Questi spiriti s'insediano nel cuore delle ragazze, e per farli uscire bisogna farle innamorare, e qui entra in gioco Keima il "Dio delle Conquiste", che però non ha mai provato a conquistare una ragazza vera e nemmeno gli piacciono.
Commento personale.
Ho letto tempo fa il manga e aspettavo l'anime: Kami nomi zo shiru sekai è una commedia carina e interessante, lo consiglio ai fan dei galge, visto che sembra in tutto e per tutto un galge dove non devi fare scelte. I disegni per me sono molto belli, i personaggi anche loro li trovo belli e appariranno tutti gli stereotipi di caratteri femminili tra cui sportiva, loli, tsundere, idol ecc.
Era parecchio tempo che non trovato una commedia stile romantico che mi facesse ridere.
A prima vista, la storia può sembrare il tipico harem dove le ragazze si scannano e sono tutte delle moe sdolcinate, ma questo non è il caso di "Kami nomi zo shiru sekai". Voglio dire, quante ragazze s'innamorerebbero di un malato di videogiochi stile dating-sim, o ancora meglio gal-game? Io credo nessuna!
Poi, se aggiungiamo quel pizzico di demenzialità nella serie, esce fuori una bellissima storia. Ho votato 10 proprio per questo motivo: il genere romantico-comico, o romantico-demenziale, può sembrare strano perché i suddetti sono due generi totalmente differenti e un genere rischia di coprire l'altro. Ma in Kami no: è tutto miscelato per bene e vedere un ragazzo malato di videogiochi conquistare queste ragazze moe o tsundere ti fa davvero scompisciare. Infine, essere affiancati da un demone così non è roba di tutto i giorni.
A prima vista, la storia può sembrare il tipico harem dove le ragazze si scannano e sono tutte delle moe sdolcinate, ma questo non è il caso di "Kami nomi zo shiru sekai". Voglio dire, quante ragazze s'innamorerebbero di un malato di videogiochi stile dating-sim, o ancora meglio gal-game? Io credo nessuna!
Poi, se aggiungiamo quel pizzico di demenzialità nella serie, esce fuori una bellissima storia. Ho votato 10 proprio per questo motivo: il genere romantico-comico, o romantico-demenziale, può sembrare strano perché i suddetti sono due generi totalmente differenti e un genere rischia di coprire l'altro. Ma in Kami no: è tutto miscelato per bene e vedere un ragazzo malato di videogiochi conquistare queste ragazze moe o tsundere ti fa davvero scompisciare. Infine, essere affiancati da un demone così non è roba di tutto i giorni.