Soul
"Soul" è un ottimo film in CGI targato Pixar/Disney, film che ha vinto anche due Oscar. La storia segue le vicende di Joe Gardner, un insegnante di musica di New York che ha sempre sognato di diventare un jazzista. Un giorno, Joe ha finalmente la sua grande occasione: vince un'audizione per suonare con il suo idolo, Dorothea Williams. Tuttavia, un incidente lo fa finire in un luogo misterioso chiamato l'"Antemondo", dove le anime si preparano a nascere. Joe deve trovare un modo per tornare indietro e realizzare il suo sogno.
L'animazione di "Soul" è molto bella, pulita, ma anche curata e estremamente dettagliata. Il mondo dell'Antemondo è un luogo etereo e affascinante, l'aspetto delle anime è altrettanto originale e suggestivo. Le musiche fanno il loro dovere, nei momenti più toccanti sono perfette.
La sceneggiatura di "Soul" è ricca di idee e spunti di riflessione. Il film esplora temi importanti come il significato della vita, il valore delle piccole cose e il potere della passione. Joe Gardner è un personaggio complesso e ben caratterizzato, che riesce a conquistare l'empatia dello spettatore. Il tema di base di "Soul" è quello della ricerca del proprio scopo nella vita. Joe Gardner è un uomo che ha sempre saputo cosa voleva fare, ma che ha paura di fallire. Il suo viaggio nell'Antemondo lo porta a riflettere sulla vera natura della felicità e a capire che non è necessario essere grandi per essere felici.
"Soul" è un film che fa riflettere sia gli adulti e anche in certo modo i bambini. È una storia anche commovente che invita a vivere la vita al massimo e a non dimenticare mai di sognare.
In conclusione, "Soul" è un ottimo film animato, profondo e suggestivo, che ci fa capire in maniera esplicita e implicita: "La vita è un dono, e va vissuta pienamente".
L'animazione di "Soul" è molto bella, pulita, ma anche curata e estremamente dettagliata. Il mondo dell'Antemondo è un luogo etereo e affascinante, l'aspetto delle anime è altrettanto originale e suggestivo. Le musiche fanno il loro dovere, nei momenti più toccanti sono perfette.
La sceneggiatura di "Soul" è ricca di idee e spunti di riflessione. Il film esplora temi importanti come il significato della vita, il valore delle piccole cose e il potere della passione. Joe Gardner è un personaggio complesso e ben caratterizzato, che riesce a conquistare l'empatia dello spettatore. Il tema di base di "Soul" è quello della ricerca del proprio scopo nella vita. Joe Gardner è un uomo che ha sempre saputo cosa voleva fare, ma che ha paura di fallire. Il suo viaggio nell'Antemondo lo porta a riflettere sulla vera natura della felicità e a capire che non è necessario essere grandi per essere felici.
"Soul" è un film che fa riflettere sia gli adulti e anche in certo modo i bambini. È una storia anche commovente che invita a vivere la vita al massimo e a non dimenticare mai di sognare.
In conclusione, "Soul" è un ottimo film animato, profondo e suggestivo, che ci fa capire in maniera esplicita e implicita: "La vita è un dono, e va vissuta pienamente".
Personalmente, credo che negli ultimi anni le produzioni Pixar siano state abbastanza altalenanti, perlomeno se paragonate al passato. Tra seguiti più o meno riusciti di vecchie glorie come “Gli incredibili 2” e “Toy Story 4”, e un “Onward” non troppo convincente, sembrava che si fosse persa la continuità del passato, anche se credo che nessuno tra gli ultimi lavori dello studio possa essere definito un brutto film. “Soul” però è stato in grado di stupirmi e di regalarmi una visione davvero indimenticabile. È una pellicola per la quale nutrivo alte aspettative, soprattutto vista la buona accoglienza della critica, ma che ha saputo prendermi al di là di ogni più ottimistica previsione.
Non mi sprecherò nel raccontare e descrivere quali sono i temi portanti di questo film, perché, lo ammetto, sarebbe piuttosto difficile e vorrei evitare di dare opinioni banali su argomenti impegnativi come quelli su cui il film si sviluppa. Fatto sta che “Soul” si è rivelato un film davvero potente sul piano dei contenuti, nonché estremamente maturo nella loro trattazione. All’interno di quest’accattivante riflessione sulla vita, vi sono alcuni dettagli che inizialmente non mi convincevano, ma che si sono sviluppati in modo inaspettato e soddisfacente. Molte delle riflessioni che emergono nei primi minuti del film possono sembrare piatte e banali, ma alcune di esse hanno dei risvolti ben più complessi e impegnativi di ciò che sembrava all’inizio. Purtroppo, rimangono alcune idee che personalmente reputo discutibili, come il fatto che la personalità degli individui sia stabilita fin dalla nascita, quasi come se non fosse influenzabile dal contesto sociale, culturale ed economico della persona. Non essendo un esperto in materia, mi astengo da critiche più pesanti su questo punto.
Per tutto il resto è un film stupendo. Tecnicamente è il solito capolavoro a cui Pixar ci ha abituato da sempre. La storia è molto coinvolgente, benché si sviluppi quasi esclusivamente attorno alla coppia di protagonisti, questi davvero eccezionali. Anche tutti i personaggi di contorno sono riusciti. La colonna sonora non delude, e rende piena giustizia al lato più musicale del film.
Dopo averlo visto, “Soul” mi ha messo davvero di buon umore, come raramente succede. Non si tratta solo di un ottimo film, ma di un piccolo antidoto contro l’ansia e la depressione, derivanti da un conformismo sociale che vorrebbe trasformare la vita in obiettivi e traguardi, rischiando di farci perdere di vista ciò a cui veramente teniamo e ciò per cui continuiamo a vivere nonostante le insicurezze e le paure.
Non mi sprecherò nel raccontare e descrivere quali sono i temi portanti di questo film, perché, lo ammetto, sarebbe piuttosto difficile e vorrei evitare di dare opinioni banali su argomenti impegnativi come quelli su cui il film si sviluppa. Fatto sta che “Soul” si è rivelato un film davvero potente sul piano dei contenuti, nonché estremamente maturo nella loro trattazione. All’interno di quest’accattivante riflessione sulla vita, vi sono alcuni dettagli che inizialmente non mi convincevano, ma che si sono sviluppati in modo inaspettato e soddisfacente. Molte delle riflessioni che emergono nei primi minuti del film possono sembrare piatte e banali, ma alcune di esse hanno dei risvolti ben più complessi e impegnativi di ciò che sembrava all’inizio. Purtroppo, rimangono alcune idee che personalmente reputo discutibili, come il fatto che la personalità degli individui sia stabilita fin dalla nascita, quasi come se non fosse influenzabile dal contesto sociale, culturale ed economico della persona. Non essendo un esperto in materia, mi astengo da critiche più pesanti su questo punto.
Per tutto il resto è un film stupendo. Tecnicamente è il solito capolavoro a cui Pixar ci ha abituato da sempre. La storia è molto coinvolgente, benché si sviluppi quasi esclusivamente attorno alla coppia di protagonisti, questi davvero eccezionali. Anche tutti i personaggi di contorno sono riusciti. La colonna sonora non delude, e rende piena giustizia al lato più musicale del film.
Dopo averlo visto, “Soul” mi ha messo davvero di buon umore, come raramente succede. Non si tratta solo di un ottimo film, ma di un piccolo antidoto contro l’ansia e la depressione, derivanti da un conformismo sociale che vorrebbe trasformare la vita in obiettivi e traguardi, rischiando di farci perdere di vista ciò a cui veramente teniamo e ciò per cui continuiamo a vivere nonostante le insicurezze e le paure.
"Is a dream a lie if it don’t come true?"
Bruce Springsteen, "The River", 1980
Joe Gardner, pianista e insegnante di musica, sogna di sfondare nel mondo del professionismo, ma, quando finalmente è a un passo dal poter cogliere l'occasione della sua vita... per una serie di incidenti si ritrova a finire nell' "anticamera" del mondo spirituale, dove si trovano le anime in procinto di "nascere". Qui Joe finisce per diventare il mentore di "22", un'anima ribelle che non ne vuole proprio sapere di venire al mondo, perché non riesce a capire cosa ci sia di bello nella vita, e toccherà al nostro insegnarglielo.
Per cominciare a parlare di "Soul", ultima fatica Pixar da poco disponibile su Disney+, prenderò un attimo in prestito le parole di mio padre, che lo ha visto con me e che ha smesso di vedere i film animati alla fine degli anni novanta, quando ha finito di accompagnarmi a vederli al cinema, perciò è ignaro delle trasformazioni che questo medium ha attraversato negli ultimi vent'anni: "Beh, certo che come film di Natale è un po' cattivello...".
È un film difficile, "Soul", perfettamente "Pixar" in ogni suo aspetto: il raccontare "sottomondi" con società alternative (stavolta il mondo spirituale) perfettamente organizzate, finemente descritte ed estremamente simili alla nostra, e il raccontare storie che perciò risultano molto concrete, prive di quell'epica e quell'atmosfera magica e fiabesca tipiche delle produzioni Disney che sono entrate a far parte del nostro immaginario collettivo. Sarà anche, per una convergenza di fattori che ben sappiamo, uscito su Disney+ il giorno di Natale, ma "Soul" non è il tradizionale "film di Natale Disney", è anzi quanto di più diverso esista da quel modello di lungometraggio.
I film animati con cui siamo cresciuti (e anche buona parte degli anime che abbiamo amato) ci hanno sempre insegnato una morale importante: credi nei tuoi sogni, impegnati e si realizzeranno. "Tu sogna e spera fermamente, dimentica il presente, e il sogno realtà diverrà", cantava Cenerentola nel celeberrimo lungometraggio Disney del 1950. Esattamente settant'anni dopo, "Soul" ci dice tutto il contrario, rovesciando il messaggio di decenni di film che hanno cresciuto intere generazioni e parlandoci di sogni che non si avverano, di sogni che diventano ossessioni, di sogni che si avverano ma non valgono le attese e le speranze di una vita intera, del senso della vita, dell'importanza dei legami e delle piccole cose. Ci dice "Soul" che forse rincorrere un sogno al punto da "dimenticare il presente" non è una cosa così bella.
Si tratta di un film molto controverso, estremamente profondo e più improntato sulla riflessione che sull'azione, difatti tre quarti della storia sono ambientati in una New York estremamente realistica e, al di là di una parte centrale più improntata su gag, scambio di corpi e di battute tra Joe e "22", e perciò di facile fruizione per i bambini, non è esattamente un film leggero o divertente, men che meno sognante. Se il precedente "Onward" era il non plus ultra del racconto di formazione adolescenziale, "Soul" è, al contrario, un film molto più sbilanciato verso una fruizione da parte degli adulti. Del resto, i bambini e gli adolescenti (qui rappresentati da "22", che porta con sé anche il classico messaggio del sentirsi inadeguati tipico dei giovani) sognano e si impegnano per realizzare i sogni, gli adulti guardano indietro ai loro sogni e ci riflettono su, come fa Joe e come finisce per fare il pubblico, che riceve dalla visione di "Soul" spunti di riflessione di una certa profondità e mazzate non indifferenti a livello emotivo.
Come di consueto dalla Pixar si nota anche una certa ricercatezza ed eleganza a livello stilistico, con un realismo totale dell'ambientazione terrena che fa da contraltare a un mondo ultraterreno colorato, fantasioso ma ricercato nel suo citare esteticamente altri artisti (solo io ci ho visto molto de "La linea" di Cavandoli? Sarà intenzionale?). Anche la parte musicale, come sempre succede nei film della Pixar, è sobria ed elegante, adattissima allo scopo, visto anche il tema della storia, ma difficilmente si farà ricordare sulla lunga distanza. Splendido il doppiaggio originale, con Joe affidato a Jamie Foxx (che alla sua precedente interpretazione di un musicista, nel 2004, ha vinto addirittura l'Oscar, quindi un po' se ne intende) e "22" alla scoppiettante interpretazione dell'attrice comica Tina Fey. In italiano, Neri Marcoré e Paola Cortellesi fanno un ottimo lavoro, e i vari talent ("influencer" vari a me sinceramente sconosciuti) chiamati in sala di doppiaggio sono personaggi talmente marginali che ci si scorda della loro esistenza.
È molto difficile parlare di "Soul", perché è un film molto complesso, adulto e particolare, che non lascia indifferenti, ma il tipo di emozioni che suscita allo spettatore varia anche molto in base alla propria età e alle esperienze personali. Per un bambino potrebbe risultare pesante e poco interessante, magari si entusiasmerà col colorato mondo spirituale e si divertirà con qualche gag carina qua e là, ma difficilmente riuscirà a comprenderne il messaggio. Questo, invece, risulterà comprensibilissimo, forte, chiaro, amaro e dolce allo stesso tempo, per uno spettatore adulto, che potrebbe ritrovarsi a guardare indietro, riflettere sui propri sogni e sulla direzione che sta prendendo la propria vita, una direzione che magari potrebbe non essere quella desiderata, ma non per questo, avremo modo di riflettere, avrà meno senso vivere. E questo, in un anno come il 2020, dove i sogni di tante persone si sono infranti contro una pandemia che ha rovinato tutto, è un messaggio decisamente attuale e importante.
"Soul" è una grandissima, splendida, prova d'autore per la Pixar e un grandissimo traguardo per l'animazione cinematografica, che si distacca completamente dal (sia pure sempre apprezzato e fortunatamente non scomparso) fiabesco modello Disney e mostra ancora una volta come la forza di un bel film stia nell'avere una solida storia da raccontare, invece che adagiarsi su animaletti, gag e messaggi belli e importanti, ma che spesso risultano scontati e si perdono nel mucchio, se non li sai raccontare col giusto coinvolgimento. Molto difficile parlare di "Soul", molto difficile valutarlo, ma non si può negare che sia unico, uno dei film d'animazione più interessanti degli ultimi anni. Sicuramente va visto, poi ognuno trarrà le proprie conclusioni, perché il modo di affrontare la vita e i propri sogni non è uguale per tutti.
Bruce Springsteen, "The River", 1980
Joe Gardner, pianista e insegnante di musica, sogna di sfondare nel mondo del professionismo, ma, quando finalmente è a un passo dal poter cogliere l'occasione della sua vita... per una serie di incidenti si ritrova a finire nell' "anticamera" del mondo spirituale, dove si trovano le anime in procinto di "nascere". Qui Joe finisce per diventare il mentore di "22", un'anima ribelle che non ne vuole proprio sapere di venire al mondo, perché non riesce a capire cosa ci sia di bello nella vita, e toccherà al nostro insegnarglielo.
Per cominciare a parlare di "Soul", ultima fatica Pixar da poco disponibile su Disney+, prenderò un attimo in prestito le parole di mio padre, che lo ha visto con me e che ha smesso di vedere i film animati alla fine degli anni novanta, quando ha finito di accompagnarmi a vederli al cinema, perciò è ignaro delle trasformazioni che questo medium ha attraversato negli ultimi vent'anni: "Beh, certo che come film di Natale è un po' cattivello...".
È un film difficile, "Soul", perfettamente "Pixar" in ogni suo aspetto: il raccontare "sottomondi" con società alternative (stavolta il mondo spirituale) perfettamente organizzate, finemente descritte ed estremamente simili alla nostra, e il raccontare storie che perciò risultano molto concrete, prive di quell'epica e quell'atmosfera magica e fiabesca tipiche delle produzioni Disney che sono entrate a far parte del nostro immaginario collettivo. Sarà anche, per una convergenza di fattori che ben sappiamo, uscito su Disney+ il giorno di Natale, ma "Soul" non è il tradizionale "film di Natale Disney", è anzi quanto di più diverso esista da quel modello di lungometraggio.
I film animati con cui siamo cresciuti (e anche buona parte degli anime che abbiamo amato) ci hanno sempre insegnato una morale importante: credi nei tuoi sogni, impegnati e si realizzeranno. "Tu sogna e spera fermamente, dimentica il presente, e il sogno realtà diverrà", cantava Cenerentola nel celeberrimo lungometraggio Disney del 1950. Esattamente settant'anni dopo, "Soul" ci dice tutto il contrario, rovesciando il messaggio di decenni di film che hanno cresciuto intere generazioni e parlandoci di sogni che non si avverano, di sogni che diventano ossessioni, di sogni che si avverano ma non valgono le attese e le speranze di una vita intera, del senso della vita, dell'importanza dei legami e delle piccole cose. Ci dice "Soul" che forse rincorrere un sogno al punto da "dimenticare il presente" non è una cosa così bella.
Si tratta di un film molto controverso, estremamente profondo e più improntato sulla riflessione che sull'azione, difatti tre quarti della storia sono ambientati in una New York estremamente realistica e, al di là di una parte centrale più improntata su gag, scambio di corpi e di battute tra Joe e "22", e perciò di facile fruizione per i bambini, non è esattamente un film leggero o divertente, men che meno sognante. Se il precedente "Onward" era il non plus ultra del racconto di formazione adolescenziale, "Soul" è, al contrario, un film molto più sbilanciato verso una fruizione da parte degli adulti. Del resto, i bambini e gli adolescenti (qui rappresentati da "22", che porta con sé anche il classico messaggio del sentirsi inadeguati tipico dei giovani) sognano e si impegnano per realizzare i sogni, gli adulti guardano indietro ai loro sogni e ci riflettono su, come fa Joe e come finisce per fare il pubblico, che riceve dalla visione di "Soul" spunti di riflessione di una certa profondità e mazzate non indifferenti a livello emotivo.
Come di consueto dalla Pixar si nota anche una certa ricercatezza ed eleganza a livello stilistico, con un realismo totale dell'ambientazione terrena che fa da contraltare a un mondo ultraterreno colorato, fantasioso ma ricercato nel suo citare esteticamente altri artisti (solo io ci ho visto molto de "La linea" di Cavandoli? Sarà intenzionale?). Anche la parte musicale, come sempre succede nei film della Pixar, è sobria ed elegante, adattissima allo scopo, visto anche il tema della storia, ma difficilmente si farà ricordare sulla lunga distanza. Splendido il doppiaggio originale, con Joe affidato a Jamie Foxx (che alla sua precedente interpretazione di un musicista, nel 2004, ha vinto addirittura l'Oscar, quindi un po' se ne intende) e "22" alla scoppiettante interpretazione dell'attrice comica Tina Fey. In italiano, Neri Marcoré e Paola Cortellesi fanno un ottimo lavoro, e i vari talent ("influencer" vari a me sinceramente sconosciuti) chiamati in sala di doppiaggio sono personaggi talmente marginali che ci si scorda della loro esistenza.
È molto difficile parlare di "Soul", perché è un film molto complesso, adulto e particolare, che non lascia indifferenti, ma il tipo di emozioni che suscita allo spettatore varia anche molto in base alla propria età e alle esperienze personali. Per un bambino potrebbe risultare pesante e poco interessante, magari si entusiasmerà col colorato mondo spirituale e si divertirà con qualche gag carina qua e là, ma difficilmente riuscirà a comprenderne il messaggio. Questo, invece, risulterà comprensibilissimo, forte, chiaro, amaro e dolce allo stesso tempo, per uno spettatore adulto, che potrebbe ritrovarsi a guardare indietro, riflettere sui propri sogni e sulla direzione che sta prendendo la propria vita, una direzione che magari potrebbe non essere quella desiderata, ma non per questo, avremo modo di riflettere, avrà meno senso vivere. E questo, in un anno come il 2020, dove i sogni di tante persone si sono infranti contro una pandemia che ha rovinato tutto, è un messaggio decisamente attuale e importante.
"Soul" è una grandissima, splendida, prova d'autore per la Pixar e un grandissimo traguardo per l'animazione cinematografica, che si distacca completamente dal (sia pure sempre apprezzato e fortunatamente non scomparso) fiabesco modello Disney e mostra ancora una volta come la forza di un bel film stia nell'avere una solida storia da raccontare, invece che adagiarsi su animaletti, gag e messaggi belli e importanti, ma che spesso risultano scontati e si perdono nel mucchio, se non li sai raccontare col giusto coinvolgimento. Molto difficile parlare di "Soul", molto difficile valutarlo, ma non si può negare che sia unico, uno dei film d'animazione più interessanti degli ultimi anni. Sicuramente va visto, poi ognuno trarrà le proprie conclusioni, perché il modo di affrontare la vita e i propri sogni non è uguale per tutti.
Joe Gardner, ottimo musicista specializzato nella musica jazz, insegna in una scuola per bambini. Il suo desiderio è di suonare per un complesso già rinomato. Quando l'occasione della vita gli bussa alla porta, però succede l'inaspettato.
Un film veramente di ottima fattura, pochissimi difetti e di poca rilevanza.
Iniziando dal piano tecnico, le animazioni sono veramente molto qualitative e particolari. I personaggi sono ben realizzati e dotati di ottima personalità. Nonostante tutto è la storia a far guadagnare la maggior parte dei punti a questa animazione. Una pensata geniale con un concetto sublime ma allo stesso tempo unica. Il messaggio trasmesso dell'importanza della vita lo rende ancor più valido. Ho gradito molto anche come viene interpretato il mondo prima della nascita e dopo la morte, abbastanza fantasioso ma ben pensato. 22, uno dei personaggi principali, è stato l'unico a non essermi entrato nell'occhio, scontato e a momenti fastidioso. Il fattore commedia è veramente molto presente e garantisco che alcune scene fanno quasi piangere da quanto fanno ridere. Le musiche sono ben abbinate e per fortuna non ci sono parti cantate inutili e infantili. La visone può essere consigliata a un pubblico adulto, anche se non escluderei la visione ai bambini.
Nel complesso, da vedere obbligatoriamente.
Un film veramente di ottima fattura, pochissimi difetti e di poca rilevanza.
Iniziando dal piano tecnico, le animazioni sono veramente molto qualitative e particolari. I personaggi sono ben realizzati e dotati di ottima personalità. Nonostante tutto è la storia a far guadagnare la maggior parte dei punti a questa animazione. Una pensata geniale con un concetto sublime ma allo stesso tempo unica. Il messaggio trasmesso dell'importanza della vita lo rende ancor più valido. Ho gradito molto anche come viene interpretato il mondo prima della nascita e dopo la morte, abbastanza fantasioso ma ben pensato. 22, uno dei personaggi principali, è stato l'unico a non essermi entrato nell'occhio, scontato e a momenti fastidioso. Il fattore commedia è veramente molto presente e garantisco che alcune scene fanno quasi piangere da quanto fanno ridere. Le musiche sono ben abbinate e per fortuna non ci sono parti cantate inutili e infantili. La visone può essere consigliata a un pubblico adulto, anche se non escluderei la visione ai bambini.
Nel complesso, da vedere obbligatoriamente.