Peanuts
Non è facile parlare di "Peanuts" a quelli che non lo conoscono affatto (ma esistono?). La seconda serie (visibile su Apple) contiene modifiche che non sarebbero piaciute a Schultz, il creatore.
La difficoltà oggi è doppia e sta nel pubblico di giovanissimi come nei nuovi animatori, i quali, a torto o a ragione, hanno già cambiato in parte il carattere di alcuni personaggi, interrompendo la staticità del fumetto originale (che rappresenta il quotidiano, ma anche l'universale), per costruire una storia più simile a un film d'azione. Diversa anche dai film di animazione 1970 che, spesso maldestramente, univano e adattavano strisce fatte per essere lette da sole.
Ricordiamo che "Peanuts" (dal significato di "gente qualunque") è nato come classica striscia a quattro vignette, pubblicata settimanalmente sui giornali, di solito nel week end. La prima striscia è del 1950 e presenta Charlie Brown, bambino pelato ma vivace, non ancora afflitto dai problemi "esistenziali" come lo conosciamo oggi. Gli amici Shermy e Patty sono comprimari che non raggiungeranno mai il successo, restando figure sullo sfondo. Chi può competere veramente col protagonista è Snoopy, il sognatore, il bracchetto bianco con le orecchie nere: benché incapace di parlare, interagisce con loro come se potessero capirlo.
Per scelta dell'autore, le persone adulte non compaiono mai, però i bambini riflettono teneramente tutti i vizi, le fobie, le idiosincrasie contemporanee. Il cortile, il vicinato con le abitazioni tutte uguali, la cassetta della posta all'inizio del sentiero, sono i segni di un mondo piccino, comodo e sicuro. Nello stesso tempo, i protagonisti si trovano in un equilibrio psichico precario a causa del loro mondo "interiore". Charlie Brown comincia presto a coltivare complessi di inferiorità, perché il mondo pretende da lui la perfezione. Eppure, ci saremmo dimenticati di lui se non avesse una tenacia inusitata: cadi sette volte, rialzati otto, dicono i Giapponesi! Il "bambino con la testa rotonda" non si arrende mai, nemmeno se a prenderlo di mira è Lucy, iraconda e presuntuosa vicina di casa che talvolta arriva a picchiarlo. Amicizia e conforto gli arrivano da Linus, fratellino di Lucy, logicamente pieno di complessi e paure, morbosamente legato alla copertina che aveva da neonato. Linus è il più fragile del gruppo ma anche il più consapevole e disponibile.
Non è un caso che Lucy, causa principale degli incubi di entrambi, apra un chiosco da psicanalista invece di vendere la solita limonata! E che si faccia pagare la propria consulenza, così, oltre a vessarli, sottrae dei soldi con il loro consenso!
"Peanuts" ci accompagnerà fino al 2000, anno in cui la serie si chiude, presentando una folla di personaggi verosimili senza mai sfociare nel cinismo.
La prima serie ripropone la storia con la forma stessa della striscia, una selezione di episodi ben scelti con una sigla breve. Per il momento, su Rai Gulp abbiamo visto solo questa e risulta che Apple abbia l'esclusiva della seconda.
La difficoltà oggi è doppia e sta nel pubblico di giovanissimi come nei nuovi animatori, i quali, a torto o a ragione, hanno già cambiato in parte il carattere di alcuni personaggi, interrompendo la staticità del fumetto originale (che rappresenta il quotidiano, ma anche l'universale), per costruire una storia più simile a un film d'azione. Diversa anche dai film di animazione 1970 che, spesso maldestramente, univano e adattavano strisce fatte per essere lette da sole.
Ricordiamo che "Peanuts" (dal significato di "gente qualunque") è nato come classica striscia a quattro vignette, pubblicata settimanalmente sui giornali, di solito nel week end. La prima striscia è del 1950 e presenta Charlie Brown, bambino pelato ma vivace, non ancora afflitto dai problemi "esistenziali" come lo conosciamo oggi. Gli amici Shermy e Patty sono comprimari che non raggiungeranno mai il successo, restando figure sullo sfondo. Chi può competere veramente col protagonista è Snoopy, il sognatore, il bracchetto bianco con le orecchie nere: benché incapace di parlare, interagisce con loro come se potessero capirlo.
Per scelta dell'autore, le persone adulte non compaiono mai, però i bambini riflettono teneramente tutti i vizi, le fobie, le idiosincrasie contemporanee. Il cortile, il vicinato con le abitazioni tutte uguali, la cassetta della posta all'inizio del sentiero, sono i segni di un mondo piccino, comodo e sicuro. Nello stesso tempo, i protagonisti si trovano in un equilibrio psichico precario a causa del loro mondo "interiore". Charlie Brown comincia presto a coltivare complessi di inferiorità, perché il mondo pretende da lui la perfezione. Eppure, ci saremmo dimenticati di lui se non avesse una tenacia inusitata: cadi sette volte, rialzati otto, dicono i Giapponesi! Il "bambino con la testa rotonda" non si arrende mai, nemmeno se a prenderlo di mira è Lucy, iraconda e presuntuosa vicina di casa che talvolta arriva a picchiarlo. Amicizia e conforto gli arrivano da Linus, fratellino di Lucy, logicamente pieno di complessi e paure, morbosamente legato alla copertina che aveva da neonato. Linus è il più fragile del gruppo ma anche il più consapevole e disponibile.
Non è un caso che Lucy, causa principale degli incubi di entrambi, apra un chiosco da psicanalista invece di vendere la solita limonata! E che si faccia pagare la propria consulenza, così, oltre a vessarli, sottrae dei soldi con il loro consenso!
"Peanuts" ci accompagnerà fino al 2000, anno in cui la serie si chiude, presentando una folla di personaggi verosimili senza mai sfociare nel cinismo.
La prima serie ripropone la storia con la forma stessa della striscia, una selezione di episodi ben scelti con una sigla breve. Per il momento, su Rai Gulp abbiamo visto solo questa e risulta che Apple abbia l'esclusiva della seconda.