Puella Magi ★ Madoka Magica
Freaky, whacky, StudioShafty. Molto interessante.
Evitiamo la classica e banale sinossi della trama (7) e analizziamo tutto, punto per punto.
Personaggi (8,25): le modalità di sviluppo della protagonista mi hanno sorpreso non poco, essendo questa soggetta a cambiamenti lenti ma "funzionali" alla trama e assolutamente coerenti col personaggio a noi mostrato sin dall'inizio. Ho molto apprezzato i personaggi "secondari", il grande spazio ricevuto in termini di tempo per episodio ha permesso una buona caratterizzazione, portandomi ad empatizzare ancora di più nei loro confronti e ad aumentare il mio coinvolgimento nella storia. Così come ho potuto, diciamo, apprezzare la caratterizzazione degli antagonisti, in quanto si sono rivelati personaggi piuttosto complessi e non totalmente monodimensionali. Penso che questi siano gli elementi che più mi hanno permesso di immergermi in questa storia e di godermela ancora di più.
Sviluppo (7,5): questa serie non si tira indietro e non si fa problemi a mostrare scene piuttosto forti. Non eclatante tipo splatter, ma non per questo meno impressionante. Da sottolineare assolutamente che il ritmo della storia è ottimo e lascia davvero poco spazio alla noia. Il finale mi è parso un po' prevedibile, ma l'ho trovato a suo modo perfetto, non mi viene in mente un modo migliore per chiudere l'arco narrativo finale in così poco spazio. Al di là dei vari sequel/spin-off, sarebbe già così una bella conclusione.
Produzione (7,75): le animazioni delle scene di lotta contro gli antagonisti di questa serie mi danno sensazioni simili a quando guardo un video di Cyriak, disagio e forte curiosità sul dove si andrà a parare. Credo che sia una delle prime opere famose di Studio Shaft e non hanno assolutamente mancato di mostrare le loro qualità più importanti.
Ottime opening ed ending, una ti illude con le sue tonalità energiche e quasi speranzose, mentre l'altra mostra il vero volto della serie.
Complessivamente, davvero un'ottima serie. Ho appena terminato il mio primo rewatch e già ho voglia di vederla di nuovo, così, per dire... visione stra-consigliata.
Evitiamo la classica e banale sinossi della trama (7) e analizziamo tutto, punto per punto.
Personaggi (8,25): le modalità di sviluppo della protagonista mi hanno sorpreso non poco, essendo questa soggetta a cambiamenti lenti ma "funzionali" alla trama e assolutamente coerenti col personaggio a noi mostrato sin dall'inizio. Ho molto apprezzato i personaggi "secondari", il grande spazio ricevuto in termini di tempo per episodio ha permesso una buona caratterizzazione, portandomi ad empatizzare ancora di più nei loro confronti e ad aumentare il mio coinvolgimento nella storia. Così come ho potuto, diciamo, apprezzare la caratterizzazione degli antagonisti, in quanto si sono rivelati personaggi piuttosto complessi e non totalmente monodimensionali. Penso che questi siano gli elementi che più mi hanno permesso di immergermi in questa storia e di godermela ancora di più.
Sviluppo (7,5): questa serie non si tira indietro e non si fa problemi a mostrare scene piuttosto forti. Non eclatante tipo splatter, ma non per questo meno impressionante. Da sottolineare assolutamente che il ritmo della storia è ottimo e lascia davvero poco spazio alla noia. Il finale mi è parso un po' prevedibile, ma l'ho trovato a suo modo perfetto, non mi viene in mente un modo migliore per chiudere l'arco narrativo finale in così poco spazio. Al di là dei vari sequel/spin-off, sarebbe già così una bella conclusione.
Produzione (7,75): le animazioni delle scene di lotta contro gli antagonisti di questa serie mi danno sensazioni simili a quando guardo un video di Cyriak, disagio e forte curiosità sul dove si andrà a parare. Credo che sia una delle prime opere famose di Studio Shaft e non hanno assolutamente mancato di mostrare le loro qualità più importanti.
Ottime opening ed ending, una ti illude con le sue tonalità energiche e quasi speranzose, mentre l'altra mostra il vero volto della serie.
Complessivamente, davvero un'ottima serie. Ho appena terminato il mio primo rewatch e già ho voglia di vederla di nuovo, così, per dire... visione stra-consigliata.
Li critico tanto, ma a volte vorrei tanto essere uno di quegli influencer che parlano di arte.
Se ne stanno lì, sulle loro poltroncine colorate, con le librerie piene di manga regalati o comprati con i soldi dei loro fedeli, a rubare le retorica della critica per dire quattro amenità, e poi dormono sonni tranquilli perché credono di aver fatto opinionismo, non conoscendo i limiti delle loro competenze e del loro essere.
Tante piccole Veneri dormienti distese su un letto di praticata ignoranza, i cui effetti sull'utenza saranno visibili solo sul lungo termine, quando saranno dimenticati e cannibalizzati da altri fenomeni sociali futuri.
Che vita bella deve essere!
Poi ci sono quelli come me, che guardano alle opere con piglio critico, e ogni giudizio lo partoriscono con cura, dopo riflessioni accurate e coscienti. Nessuno di noi riuscirà mai a raggiungere la Verità, ma tutti noi sappiamo che tale giudizio sarà il più concreto possibile, o quantomeno lavoriamo perché lo sia.
Con questi presupposti, inizia la mia storia con l'opera.
La guardo in più sessioni, senza fretta: voglio godermela appieno, con i miei tempi e prendendomi tutto il tempo per rifletterci. Mi rendo conto che è un'opera incredibile, con alcune delle trovate estetiche e registiche più belle che abbia mai visto, con una reinterpretazione del genere majokko molto interessante (sull’originalità non discuto. Sicuramente è definibile “il majokko secondo Gen Urobuchi”) e, infine, con una sceneggiatura solida, senza grossi problemi, inconsistenze o buchi di trama.
Dunque, arrivo a fine visione. Giungo le mani. Sospiro. Una sola, unica domanda ormai mi infiamma l’animo. Detto e considerato questo, perché mi sono annoiato?
Io vorrei, ma vorrei davvero, bollare il tutto come “Sono i miei gusti”, mentendo ai miei eventuali lettori su quello che penso davvero e rimanendo in pace con me stesso, ma amo così tanto questo mondo, la vostra intelligenza e la mia onestà intellettuale da sentirmi incapace.
E poi non mi paga nessuno per scrivere qui, quindi perché dovrei mentirvi?
Ho la libertà - circa - di essere caustico e cinico quanto voglio, mi dovrei limitare? Ma proprio no.
Attenzione: la parte seguente contiene spoiler
Ripartiamo dal principio.
Come detto in parentesi, Madoka Magica è “il majokko secondo Gen Urobuchi”, quindi muore un po' di gente, la protagonista è una ragazza che vede le sue sicurezze sul mondo venire distrutte, e c'è giusto un'infarinatura di Lovecraft a condire il tutto.
La trama ruota attorno a Madoka Kaname, una giovane ragazza che, a seguito di una moltitudine di eventi, entrerà in contatto, assieme a una sua amica, con Kyubey, una misteriosa creatura il cui scopo è trasformare le ragazze in maghe al fine di sconfiggere streghe, dando loro in cambio la possibilità di esaudire un desiderio.
A ostacolare il realizzarsi di questo patto, si frapporrà Homura Akemi, misteriosa ragazza che sembra saperla lunga sulla questione, la quale si impegna nell’impedire a Madoka di divenire una maga, mostrandole tutte le brutture di un così pesante compito.
Col proseguire della trama, scopriremo che Homura è nella ragione: Kyubey non è un simpatico esserino peloso, ma un alieno il cui compito è sfruttare le emozioni di giovani ragazze per invertire l’entropia e salvaguardare il naturale funzionamento dell’universo, il tutto avvalendosi di contratti truffaldini.
Avremo anche modo di scoprire che Homura sa tutte queste cose perché è più volte tornata indietro nel tempo, cercando ogni volta di salvare Madoka da un infausto destino, legato alla venuta di una strega potentissima chiamata Notte di Valpurga, o Walpurgisnacht (perché “Notte di Walpurgis” ha la stessa coerenza di pronunciare HDMI “acca-di-emme-ai”, e chiunque abbia fatto questa scelta in sede di adattamento dovrebbe sedersi in un angolo e riflettere).
L’opera si concluderà con un finale che molti hanno paragonato a “Serial Experiment Lain”: paragone che io, non avendo visto l’opera in questione, mi asterrò dal fare.
Comunque mi è piaciuto!
Quindi dev’essere un bel finale, perché il mondo è fatto a mia immagine e somiglianza, no? Così non fosse, dite addio alla mia carriera da streamer.
Che mancanza!
Torniamo seri e passiamo alla parte analitica.
Il comparto tecnico di “Madoka Magica” è meraviglioso.
Ho apprezzato il character design, e di come renda riconoscibili i singoli personaggi pur mantenendo le stesse linee di base, e ho apprezzato il modo in cui sono caratterizzate le ambientazioni: a volte riconoscibili grazie alle architetture un po’ eccentriche, ma spesso riconoscibili anche quando sono comuni.
La ciliegina sulla torta sono le animazioni in simil cut-out (non so riconoscere se sia vero o fatto digitalmente) per le streghe, capaci di renderle memorabili e volutamente dissonanti con l’ambiente circostante. Un tipo di dissonanza che, ne sono abbastanza certo, è stato ideato con lo scopo di richiamare l’orrore lovecraftiano nel suo senso originale: il disturbo causatoci da un qualcosa che non obbedisce alle leggi che conosciamo, che non sembra originato dal nostro mondo e non rientra nei nostri sensi. Utilizzare una tecnica d’animazione diversa riesce benissimo in questo scopo, molto meglio di quanto potessero fare altre trovate ben più didascaliche, com’è comune nelle opere che dicono di ispirarsi a Lovecraft.
Nella mia esperienza di spettatore, Studio Shaft si dimostra ancora una volta lo studio migliore per creare opere con un comparto tecnico atipico, che fa spesso ricorso a trovate d’animazione e registiche fuori dalla norma.
A questo aggiungo i miei giudizi sul comparto sonoro: uno dei migliori di cui abbia mai fatto esperienza, sia per gli effetti sonori in sé e per sé, che per la colonna sonora. Ho apprezzato come le tracce riescano a rendersi memorabili, sia per il pathos che trasmettono, sia per l’utilizzo in alcune di esse di strumenti e melodie atipici, che richiamano la tradizione bardica, senza mai apparire fuori luogo in confronto alle altre.
Forse, sempre rimanendo sul sonoro, ho dei dubbi sul doppiaggio italiano.
Invito a non prendere le mie seguenti parole come un giudizio, non avendo fatto visione dell’opera in lingua originale, e quindi non potendo ambire alla consapevolezza critica richiesta da un paragone; ho però avuto la sensazione che le voci italiane fossero troppo “frignanti”, delle vocine acute da ragazzine petulanti che, debbo dire, non me le ha rese simpatiche, quantomeno a primo impatto.
Poi ho smesso di farci caso, ma non saprei dire se ciò è dovuto al sopraggiungere dell’abitudine, o se fosse una mia prima impressione sbagliata poi dissoltasi con la visione.
Condivido questa osservazione lo stesso, di modo che possa far riflettere sull’argomento eventuali lettori più consapevoli di me.
Analizzando la scrittura, credo si possa ragionare su cosa mi abbia portato ad annoiarmi un pochettino.
Come ho detto all’inizio, non ci sono grossi problemi di sceneggiatura: buchi di trama, forzature, retcon etc. Forse il finale può essere considerato un deus ex machina, ma secondo me sarebbe una banalizzazione vederlo solo in questa ottica, significherebbe non inquadrarlo totalmente in funzione della storia, ma ci arrivo fra un attimo.
Secondo me, il problema non è di pura scrittura, ma è sistemico nella narrazione: a volte, il ritmo, non è ottimale.
Non è lineare, sia chiaro, ma non è ritmato quanto potrebbe essere.
Immaginate il meccanismo dell’intrattenimento come un grafico ad onde, dove ogni curva verso l’alto rappresenta le scene concitate, mentre quelle verso il basso le scene distese: una buona storia, per essere intrattenente, deve presentare un movimento regolare e ben alternato in questo grafico ad onde.
Ecco, a volte “Madoka Magica” sembra non disegnare delle curve troppo pronunciate nel grafico, non è mai un’opera statica del tutto, ma in certi momenti viene un po’ a noia.
Soprattutto se, come me, non si è particolarmente sensibili al comparto estetico, mentre lo si è tantissimo a quello narrativo/sceneggiativo.
Ci tengo a far notare che, per capire bene questo discorso, bisogna tenere a mente due cose:
1. Ho fatto una grossa semplificazione per economia di testo (se mi mettevo a parlare di Dara Marks, di Vogler o anche solo di narratologia, mi avreste odiato, e anche giustamente. E pensate che avrei anche potuto citare Roland Barthes e Gilles Deleuze!)
2. La concitazione non è dovuta solo alla spettacolarità delle scene e a quanto siano esse “fighe”, ma anche da come queste vengano usate nella narrazione. Non dovete mai estraniare la singola scena dal sistema-opera di riferimento, sarebbe ingenuo.
Detto questo, parliamo del finale.
Un finale dove, nonostante i tentativi di fermarla da parte di Homura, Madoka decide di diventare una maga, ma lo fa al patto di eliminare tutte le streghe prima che nascano. Questo potente desiderio, reso possibile da altri motivi di trama, la renderà un’entità che trascende lo stato materiale: si incarnerà nel concetto stesso di eliminare le streghe, venendo dimenticata da tutti (tranne Homura), ma rendendo il mondo un posto ben diverso, quasi sicuramente migliore.
Questo finale è un deus ex machina? Sì.
Ma lo è in senso letterale: è letteralmente un intervento divino.
E perché questo non è un problema? Perché è fatto volutamente così.
Questo finale è una metafora cristologica.
Così come nei Vangeli Gesù si sacrifica per i nostri peccati (amen) al fine di darci la Redenzione, Madoka nella storia sacrifica la sua stessa esistenza per la prosperità e la salvaguardia del genere umano, che ha sempre amato.
Questo finale funziona, l’unico problema è come ci si arriva.
Per quanto l’evoluzione di Madoka punti verso questa direzione, e per quanto questo finale ha senso sia in prospettiva di suddetta evoluzione che del messaggio finale, si ha lo stesso la sensazione di arrivarci un po’ d’improvviso.
È come se mancasse un tassello, un gradino nella scalinata che fa inciampare e rimanere storditi su quanto facilmente Madoka accetti il suo fato.
In sostanza, il finale funziona, ma poteva funzionare ancora di più.
Credo di aver detto tutto sull’opera.
Voglio chiudere con un ultimo messaggio:
Non dimenticate. Sempre, da qualche parte, qualcuno combatte per la vostra maturità critica.
Finché vi ricorderete di me, non sarete mai in balia di chi vuole circuirvi.
Auf wiedersehen!
P.S. Un attimo! Una creatura che inganna giovani ragazze promettendo desideri realizzati, ma in realtà fa firmare contratti truffaldini? Ma è una metafora della Mediaset! Gen Urobuchi, sei un genio!
Se ne stanno lì, sulle loro poltroncine colorate, con le librerie piene di manga regalati o comprati con i soldi dei loro fedeli, a rubare le retorica della critica per dire quattro amenità, e poi dormono sonni tranquilli perché credono di aver fatto opinionismo, non conoscendo i limiti delle loro competenze e del loro essere.
Tante piccole Veneri dormienti distese su un letto di praticata ignoranza, i cui effetti sull'utenza saranno visibili solo sul lungo termine, quando saranno dimenticati e cannibalizzati da altri fenomeni sociali futuri.
Che vita bella deve essere!
Poi ci sono quelli come me, che guardano alle opere con piglio critico, e ogni giudizio lo partoriscono con cura, dopo riflessioni accurate e coscienti. Nessuno di noi riuscirà mai a raggiungere la Verità, ma tutti noi sappiamo che tale giudizio sarà il più concreto possibile, o quantomeno lavoriamo perché lo sia.
Con questi presupposti, inizia la mia storia con l'opera.
La guardo in più sessioni, senza fretta: voglio godermela appieno, con i miei tempi e prendendomi tutto il tempo per rifletterci. Mi rendo conto che è un'opera incredibile, con alcune delle trovate estetiche e registiche più belle che abbia mai visto, con una reinterpretazione del genere majokko molto interessante (sull’originalità non discuto. Sicuramente è definibile “il majokko secondo Gen Urobuchi”) e, infine, con una sceneggiatura solida, senza grossi problemi, inconsistenze o buchi di trama.
Dunque, arrivo a fine visione. Giungo le mani. Sospiro. Una sola, unica domanda ormai mi infiamma l’animo. Detto e considerato questo, perché mi sono annoiato?
Io vorrei, ma vorrei davvero, bollare il tutto come “Sono i miei gusti”, mentendo ai miei eventuali lettori su quello che penso davvero e rimanendo in pace con me stesso, ma amo così tanto questo mondo, la vostra intelligenza e la mia onestà intellettuale da sentirmi incapace.
E poi non mi paga nessuno per scrivere qui, quindi perché dovrei mentirvi?
Ho la libertà - circa - di essere caustico e cinico quanto voglio, mi dovrei limitare? Ma proprio no.
Attenzione: la parte seguente contiene spoiler
Ripartiamo dal principio.
Come detto in parentesi, Madoka Magica è “il majokko secondo Gen Urobuchi”, quindi muore un po' di gente, la protagonista è una ragazza che vede le sue sicurezze sul mondo venire distrutte, e c'è giusto un'infarinatura di Lovecraft a condire il tutto.
La trama ruota attorno a Madoka Kaname, una giovane ragazza che, a seguito di una moltitudine di eventi, entrerà in contatto, assieme a una sua amica, con Kyubey, una misteriosa creatura il cui scopo è trasformare le ragazze in maghe al fine di sconfiggere streghe, dando loro in cambio la possibilità di esaudire un desiderio.
A ostacolare il realizzarsi di questo patto, si frapporrà Homura Akemi, misteriosa ragazza che sembra saperla lunga sulla questione, la quale si impegna nell’impedire a Madoka di divenire una maga, mostrandole tutte le brutture di un così pesante compito.
Col proseguire della trama, scopriremo che Homura è nella ragione: Kyubey non è un simpatico esserino peloso, ma un alieno il cui compito è sfruttare le emozioni di giovani ragazze per invertire l’entropia e salvaguardare il naturale funzionamento dell’universo, il tutto avvalendosi di contratti truffaldini.
Avremo anche modo di scoprire che Homura sa tutte queste cose perché è più volte tornata indietro nel tempo, cercando ogni volta di salvare Madoka da un infausto destino, legato alla venuta di una strega potentissima chiamata Notte di Valpurga, o Walpurgisnacht (perché “Notte di Walpurgis” ha la stessa coerenza di pronunciare HDMI “acca-di-emme-ai”, e chiunque abbia fatto questa scelta in sede di adattamento dovrebbe sedersi in un angolo e riflettere).
L’opera si concluderà con un finale che molti hanno paragonato a “Serial Experiment Lain”: paragone che io, non avendo visto l’opera in questione, mi asterrò dal fare.
Comunque mi è piaciuto!
Quindi dev’essere un bel finale, perché il mondo è fatto a mia immagine e somiglianza, no? Così non fosse, dite addio alla mia carriera da streamer.
Che mancanza!
Torniamo seri e passiamo alla parte analitica.
Il comparto tecnico di “Madoka Magica” è meraviglioso.
Ho apprezzato il character design, e di come renda riconoscibili i singoli personaggi pur mantenendo le stesse linee di base, e ho apprezzato il modo in cui sono caratterizzate le ambientazioni: a volte riconoscibili grazie alle architetture un po’ eccentriche, ma spesso riconoscibili anche quando sono comuni.
La ciliegina sulla torta sono le animazioni in simil cut-out (non so riconoscere se sia vero o fatto digitalmente) per le streghe, capaci di renderle memorabili e volutamente dissonanti con l’ambiente circostante. Un tipo di dissonanza che, ne sono abbastanza certo, è stato ideato con lo scopo di richiamare l’orrore lovecraftiano nel suo senso originale: il disturbo causatoci da un qualcosa che non obbedisce alle leggi che conosciamo, che non sembra originato dal nostro mondo e non rientra nei nostri sensi. Utilizzare una tecnica d’animazione diversa riesce benissimo in questo scopo, molto meglio di quanto potessero fare altre trovate ben più didascaliche, com’è comune nelle opere che dicono di ispirarsi a Lovecraft.
Nella mia esperienza di spettatore, Studio Shaft si dimostra ancora una volta lo studio migliore per creare opere con un comparto tecnico atipico, che fa spesso ricorso a trovate d’animazione e registiche fuori dalla norma.
A questo aggiungo i miei giudizi sul comparto sonoro: uno dei migliori di cui abbia mai fatto esperienza, sia per gli effetti sonori in sé e per sé, che per la colonna sonora. Ho apprezzato come le tracce riescano a rendersi memorabili, sia per il pathos che trasmettono, sia per l’utilizzo in alcune di esse di strumenti e melodie atipici, che richiamano la tradizione bardica, senza mai apparire fuori luogo in confronto alle altre.
Forse, sempre rimanendo sul sonoro, ho dei dubbi sul doppiaggio italiano.
Invito a non prendere le mie seguenti parole come un giudizio, non avendo fatto visione dell’opera in lingua originale, e quindi non potendo ambire alla consapevolezza critica richiesta da un paragone; ho però avuto la sensazione che le voci italiane fossero troppo “frignanti”, delle vocine acute da ragazzine petulanti che, debbo dire, non me le ha rese simpatiche, quantomeno a primo impatto.
Poi ho smesso di farci caso, ma non saprei dire se ciò è dovuto al sopraggiungere dell’abitudine, o se fosse una mia prima impressione sbagliata poi dissoltasi con la visione.
Condivido questa osservazione lo stesso, di modo che possa far riflettere sull’argomento eventuali lettori più consapevoli di me.
Analizzando la scrittura, credo si possa ragionare su cosa mi abbia portato ad annoiarmi un pochettino.
Come ho detto all’inizio, non ci sono grossi problemi di sceneggiatura: buchi di trama, forzature, retcon etc. Forse il finale può essere considerato un deus ex machina, ma secondo me sarebbe una banalizzazione vederlo solo in questa ottica, significherebbe non inquadrarlo totalmente in funzione della storia, ma ci arrivo fra un attimo.
Secondo me, il problema non è di pura scrittura, ma è sistemico nella narrazione: a volte, il ritmo, non è ottimale.
Non è lineare, sia chiaro, ma non è ritmato quanto potrebbe essere.
Immaginate il meccanismo dell’intrattenimento come un grafico ad onde, dove ogni curva verso l’alto rappresenta le scene concitate, mentre quelle verso il basso le scene distese: una buona storia, per essere intrattenente, deve presentare un movimento regolare e ben alternato in questo grafico ad onde.
Ecco, a volte “Madoka Magica” sembra non disegnare delle curve troppo pronunciate nel grafico, non è mai un’opera statica del tutto, ma in certi momenti viene un po’ a noia.
Soprattutto se, come me, non si è particolarmente sensibili al comparto estetico, mentre lo si è tantissimo a quello narrativo/sceneggiativo.
Ci tengo a far notare che, per capire bene questo discorso, bisogna tenere a mente due cose:
1. Ho fatto una grossa semplificazione per economia di testo (se mi mettevo a parlare di Dara Marks, di Vogler o anche solo di narratologia, mi avreste odiato, e anche giustamente. E pensate che avrei anche potuto citare Roland Barthes e Gilles Deleuze!)
2. La concitazione non è dovuta solo alla spettacolarità delle scene e a quanto siano esse “fighe”, ma anche da come queste vengano usate nella narrazione. Non dovete mai estraniare la singola scena dal sistema-opera di riferimento, sarebbe ingenuo.
Detto questo, parliamo del finale.
Un finale dove, nonostante i tentativi di fermarla da parte di Homura, Madoka decide di diventare una maga, ma lo fa al patto di eliminare tutte le streghe prima che nascano. Questo potente desiderio, reso possibile da altri motivi di trama, la renderà un’entità che trascende lo stato materiale: si incarnerà nel concetto stesso di eliminare le streghe, venendo dimenticata da tutti (tranne Homura), ma rendendo il mondo un posto ben diverso, quasi sicuramente migliore.
Questo finale è un deus ex machina? Sì.
Ma lo è in senso letterale: è letteralmente un intervento divino.
E perché questo non è un problema? Perché è fatto volutamente così.
Questo finale è una metafora cristologica.
Così come nei Vangeli Gesù si sacrifica per i nostri peccati (amen) al fine di darci la Redenzione, Madoka nella storia sacrifica la sua stessa esistenza per la prosperità e la salvaguardia del genere umano, che ha sempre amato.
Questo finale funziona, l’unico problema è come ci si arriva.
Per quanto l’evoluzione di Madoka punti verso questa direzione, e per quanto questo finale ha senso sia in prospettiva di suddetta evoluzione che del messaggio finale, si ha lo stesso la sensazione di arrivarci un po’ d’improvviso.
È come se mancasse un tassello, un gradino nella scalinata che fa inciampare e rimanere storditi su quanto facilmente Madoka accetti il suo fato.
In sostanza, il finale funziona, ma poteva funzionare ancora di più.
Credo di aver detto tutto sull’opera.
Voglio chiudere con un ultimo messaggio:
Non dimenticate. Sempre, da qualche parte, qualcuno combatte per la vostra maturità critica.
Finché vi ricorderete di me, non sarete mai in balia di chi vuole circuirvi.
Auf wiedersehen!
P.S. Un attimo! Una creatura che inganna giovani ragazze promettendo desideri realizzati, ma in realtà fa firmare contratti truffaldini? Ma è una metafora della Mediaset! Gen Urobuchi, sei un genio!
Metto già le mani avanti: ho un debole per le decostruzioni e lo stesso suono della parola “decostruzione”. E quale caso-studio più famoso di “Puella Magi Madoka Magica”, uscito nel 2011 per lo studio Shaft, la scrittura di Gen Urobuchi e la regia di Akiyuki Shinbō?
Come tutti gli approcci nell'arte, quelli della parodia, del ribaltamento nelle fondamenta di certi stereotipi è godibile quando è fatto bene oppure deludente, a volte anche irritante, quando derivativo, retorico e fine a sé stesso.
E, inevitabilmente, anche quest'anime, che ha basato molto i suoi contenuti su questo approccio, è stato costretto a camminare su un filo tra l’uno e l’altro, per poter raggiungere uno dei due risultati.
“Puella Magi Madoka Magica” parte infatti dal modello del mahō shōjo: un genere di prodotti fantasy dedicati a un target femminile e minorenne, con protagoniste delle “ragazze magiche” come maghette o fate, che è diventato famoso con anime come “Sailor Moon” e con una controparte occidentale in cartoni animati come “Winx”.
La protagonista è Madoka Kaname: una ragazza di quattordici anni che frequenta una scuola superiore giapponese con l’amica Sayaka Miki e la novellina Homura Akemi, che si trova immersa in una storia fantastica dove, insieme a Sayaka, viene contattata da Mami Tomoe, una ragazza del terzo anno che offre alle due la possibilità di diventare maghe e affrontare continuamente le streghe che si nutrono dei sentimenti negativi dell’umanità, in cambio della realizzazione di un desiderio a loro scelta. Ma non potranno vivere il loro amore coniugale e i loro corpi rimarranno in una dimensione creata da una strega, se morte in quella sede, per cui nel mondo ordinario saranno considerate ragazze scomparse.
Fin dall’inizio ci sono tutti i tropi che immaginiamo per il genere: un design estetico dolce, che enfatizza l’innocenza e la giovinezza delle protagoniste, nemici dall’aspetto grottesco, ma comunque in qualche modo elegante e mai sopra le righe, uno schema cromatico chiaro con colori come il rosa, l’azzurro e il bianco a profusione, in una stilizzazione kitsch che inevitabilmente può, in un mahō shōjo tradizionale, alienare soprattutto gli spettatori maschi, ma anche le ragazze un po’ più cresciutelle, e che qui però trae la sua forza dal contrasto quasi ironico con i contenuti narrati.
“Puella Magi Madoka Magica” ha però dimostrato la sua autorevolezza artistica non solo per essere in grado di appagare più tipi di pubblico, ma anche, probabilmente, per tenere al guinzaglio il pubblico tradizionale più escapista che di certo ha dovuto "fronteggiare" grandi sconvolgimenti di aspettative per l'atmosfera e i toni, trovandosi a dover decidere se mollarlo o ampliare i propri orizzonti.
L’andamento dell’anime è infatti una sorta di progressione drammatica dove la prima metà è più allegra (o, sarebbe più esatto dire, meno oscura), la seconda si fa più oscura e tutte le protagoniste hanno modo di risaltare, mostrando peculiarità già ben rappresentate dai loro design estetici.
Madoka, che è la più innocente, buona e ingenua (come da protocollo) è infatti praticamente uguale allo stereotipo abusato della ragazzina tutta dolce, rosa e bianca che deve essere l’incarnazione dell’estetica preferita dalle adolescenti e anche un modello di moralità e purezza, ma che, consapevole di tutti i lati della medaglia, è costretta, suo malgrado, a prendere decisioni importanti e rinunciare a parte di quella perfezione quasi messianica a lei riconosciuta, per un fine più alto.
Sayaka, l’amica sempre a contatto con lei, ha invece l’aspetto tipico della comprimaria: deve essere in qualche modo speculare a quello di Madoka, per essere apparentemente sullo stesso piano ma con altri colori e un aspetto che devia leggermente da quell’icona di femminilità eterea e pura per aspetti come l’utilizzo del blu (ancora positivo ma più inconsueto per una protagonista) e l’altezza leggermente superiore a quella di Madoka; trasmette l’idea di una figura un po’ più razionale e matura, ma anche con qualche difetto caratteriale in più che devia dall’ideale stereotipato di ragazzina perfettina, linda e pinta.
Mami è una ragazza che si distingue dalle altre per l’età superiore e il fisico più maturo, ma in continuità con i pattern visivi delle altre, il che riassume sia la sua posizione di “sorellona-Virgilio” che il suo essere di pari rango, con il colore giallo che comunica speranza e positività.
Homura è invece la ragazza misteriosa e sofisticata, dai capelli e dai vestiti neri che devia dagli stereotipi sul colore, che qui è usato per dare un senso di eleganza, mistero e di austerità invece che di cattiveria.
Kyoko è la ragazza rossa, con i canini pronunciati e un aspetto che comunica voracità, determinazione, impetuosità e passione. Tra tutti questi, è forse quello che più devia dalla semantica tipica di questo design, per il suo temperamento a tratti pragmatico e controllato, sebbene a tratti nevrotico, ma che si caratterizza comunque per un certo acume razionale.
Un po’ tutti i personaggi risultano sfaccettati e caratterizzati in maniera interessante e a volte stupefacente, specialmente in proporzione allo scarso numero di episodi, anche se in alcuni casi l’anime prende accelerazioni un po’ troppo frenetiche che probabilmente avrebbe fatto meritare all'anime una manciata di episodi in più.
Ma dove sta, quindi, la grandezza di “Puella Magi Madoka Magica”? In tanti aspetti, dal character design al comparto tecnico di animazioni e disegni, fino ai contenuti e la quasi totale perfezione estetica. Le dimensioni e l’aspetto di streghe e aiutanti si ispirano infatti a tradizioni che stupiscono per il genere, ma anche per un cartone animato e un prodotto giapponese in generale.
In queste dimensioni dalle tinte surreali sembra infatti di vedere a tratti collage dadaisti, dove il contrasto tra stili diversi di disegno in un’unica inquadratura viene enfatizzato, dando l’idea di un mondo di ritagli e cartapesta, in un caso viene addirittura incorporato un dettaglio da “Guernica” di Picasso. Quando apprendiamo che le maghe e le streghe sono facce della stessa medaglia, dove le prime possono trasformarsi nelle seconde con la corruzione e i sentimenti negativi che prendono il sopravvento, questi piccoli mondi già raffinati e stupefacenti come gioia per gli occhi acquisiscono una profondità ancora maggiore, come rappresentazione estetica dei mondi interiori e inconsci delle protagoniste e di una seduzione del male in grado potenzialmente di prendere il controllo di chiunque.
È inevitabile che questo tipo di anime (che porta un’aura drammatica e seriosa, a volte violenta, a un genere visto come disimpegnato) possa essere pane per i denti di chi è critico nei confronti dei mahō shōjo o nutre pregiudizi verso di essi, poiché può essere visto come un prodotto iconoclasta e snob, che scombussola tutto e fa capire con insolenza “come si fa”, ma il genio del team creativo è stato in realtà nel non fare una mera violenza degli stereotipi come invettiva distruttiva, ma di modificare il genere dall’interno per saperne onorare al meglio lo spirito e i valori, per esprimere nella maniera più compiuta qualcosa che voleva già esprimere di suo.
Infatti, oltre all’estetica viene infatti mantenuta anche una certa enfasi sui discorsi morali, che ai fanatici del cinismo a tutti i costi potrebbe non piacere, ma che viene in realtà espressa nella maniera più nobile, senza troppe prese di posizioni evidenti degli autori e che anzi risulta tutt’altro che manichea, dando un grande risalto anche ai conflitti etici interni alla fazione delle maghe. Fin dai primi episodi, il fulcro tematico dell’anime è il peso delle decisioni, la ricerca di una dignità e di eroismo in un mondo crudele, e un po’ tutto viene spiegato, anche la scelta di mettere protagoniste di quell’età.
Il contrasto straniante di “Puella Magi Madoka Magica” tra l’estetica allegra e stilizzata delle eroine con i temi cupi serve dunque a creare un gioco drammaturgico spettacolare che accentra il pathos proprio per l’idea che tutti i personaggi siano potenzialmente in pericolo e per i sacrifici personali che devono fare, come la rinuncia all’amore o la consapevolezza di dover combattere per puro spirito di altruismo, anche se il loro contributo potrebbe essere dimenticato.
Tutto parte da un'idea di pericolo e, a volte, di inesorabilità simile alla concezione greca del fato, anche quando si rivela avere esiti più o meno positivi, per cui tutto acquisisce a tratti un’epica tragica, che permette di capire ed enfatizzare ancora di più la grandezza dei valori eroici ricercati nei prodotti d’azione in generale, non come bisogni incomprensibili di un essere perfetto ma come il risultato di esperienze dolorose, di bisogni umani più profondi e intimi.
In conclusione, “Puella Magi Madoka Magica” è un capolavoro straordinario, adatto potenzialmente a qualsiasi tipo di target (basta che lo spettatore sia aperto mentalmente) e che non solo scombussola una tradizione per perfezionarla e andare oltre il genere stesso, ma attinge con abilità a diversi archetipi dell’arte, trovandovi un fil rouge che rende l’arazzo universale, in grado di toccare ugualmente cuore, occhi e cervello, con un ritmo che ti tiene attaccato allo schermo.
Come tutti gli approcci nell'arte, quelli della parodia, del ribaltamento nelle fondamenta di certi stereotipi è godibile quando è fatto bene oppure deludente, a volte anche irritante, quando derivativo, retorico e fine a sé stesso.
E, inevitabilmente, anche quest'anime, che ha basato molto i suoi contenuti su questo approccio, è stato costretto a camminare su un filo tra l’uno e l’altro, per poter raggiungere uno dei due risultati.
“Puella Magi Madoka Magica” parte infatti dal modello del mahō shōjo: un genere di prodotti fantasy dedicati a un target femminile e minorenne, con protagoniste delle “ragazze magiche” come maghette o fate, che è diventato famoso con anime come “Sailor Moon” e con una controparte occidentale in cartoni animati come “Winx”.
La protagonista è Madoka Kaname: una ragazza di quattordici anni che frequenta una scuola superiore giapponese con l’amica Sayaka Miki e la novellina Homura Akemi, che si trova immersa in una storia fantastica dove, insieme a Sayaka, viene contattata da Mami Tomoe, una ragazza del terzo anno che offre alle due la possibilità di diventare maghe e affrontare continuamente le streghe che si nutrono dei sentimenti negativi dell’umanità, in cambio della realizzazione di un desiderio a loro scelta. Ma non potranno vivere il loro amore coniugale e i loro corpi rimarranno in una dimensione creata da una strega, se morte in quella sede, per cui nel mondo ordinario saranno considerate ragazze scomparse.
Fin dall’inizio ci sono tutti i tropi che immaginiamo per il genere: un design estetico dolce, che enfatizza l’innocenza e la giovinezza delle protagoniste, nemici dall’aspetto grottesco, ma comunque in qualche modo elegante e mai sopra le righe, uno schema cromatico chiaro con colori come il rosa, l’azzurro e il bianco a profusione, in una stilizzazione kitsch che inevitabilmente può, in un mahō shōjo tradizionale, alienare soprattutto gli spettatori maschi, ma anche le ragazze un po’ più cresciutelle, e che qui però trae la sua forza dal contrasto quasi ironico con i contenuti narrati.
“Puella Magi Madoka Magica” ha però dimostrato la sua autorevolezza artistica non solo per essere in grado di appagare più tipi di pubblico, ma anche, probabilmente, per tenere al guinzaglio il pubblico tradizionale più escapista che di certo ha dovuto "fronteggiare" grandi sconvolgimenti di aspettative per l'atmosfera e i toni, trovandosi a dover decidere se mollarlo o ampliare i propri orizzonti.
L’andamento dell’anime è infatti una sorta di progressione drammatica dove la prima metà è più allegra (o, sarebbe più esatto dire, meno oscura), la seconda si fa più oscura e tutte le protagoniste hanno modo di risaltare, mostrando peculiarità già ben rappresentate dai loro design estetici.
Madoka, che è la più innocente, buona e ingenua (come da protocollo) è infatti praticamente uguale allo stereotipo abusato della ragazzina tutta dolce, rosa e bianca che deve essere l’incarnazione dell’estetica preferita dalle adolescenti e anche un modello di moralità e purezza, ma che, consapevole di tutti i lati della medaglia, è costretta, suo malgrado, a prendere decisioni importanti e rinunciare a parte di quella perfezione quasi messianica a lei riconosciuta, per un fine più alto.
Sayaka, l’amica sempre a contatto con lei, ha invece l’aspetto tipico della comprimaria: deve essere in qualche modo speculare a quello di Madoka, per essere apparentemente sullo stesso piano ma con altri colori e un aspetto che devia leggermente da quell’icona di femminilità eterea e pura per aspetti come l’utilizzo del blu (ancora positivo ma più inconsueto per una protagonista) e l’altezza leggermente superiore a quella di Madoka; trasmette l’idea di una figura un po’ più razionale e matura, ma anche con qualche difetto caratteriale in più che devia dall’ideale stereotipato di ragazzina perfettina, linda e pinta.
Mami è una ragazza che si distingue dalle altre per l’età superiore e il fisico più maturo, ma in continuità con i pattern visivi delle altre, il che riassume sia la sua posizione di “sorellona-Virgilio” che il suo essere di pari rango, con il colore giallo che comunica speranza e positività.
Homura è invece la ragazza misteriosa e sofisticata, dai capelli e dai vestiti neri che devia dagli stereotipi sul colore, che qui è usato per dare un senso di eleganza, mistero e di austerità invece che di cattiveria.
Kyoko è la ragazza rossa, con i canini pronunciati e un aspetto che comunica voracità, determinazione, impetuosità e passione. Tra tutti questi, è forse quello che più devia dalla semantica tipica di questo design, per il suo temperamento a tratti pragmatico e controllato, sebbene a tratti nevrotico, ma che si caratterizza comunque per un certo acume razionale.
Un po’ tutti i personaggi risultano sfaccettati e caratterizzati in maniera interessante e a volte stupefacente, specialmente in proporzione allo scarso numero di episodi, anche se in alcuni casi l’anime prende accelerazioni un po’ troppo frenetiche che probabilmente avrebbe fatto meritare all'anime una manciata di episodi in più.
Ma dove sta, quindi, la grandezza di “Puella Magi Madoka Magica”? In tanti aspetti, dal character design al comparto tecnico di animazioni e disegni, fino ai contenuti e la quasi totale perfezione estetica. Le dimensioni e l’aspetto di streghe e aiutanti si ispirano infatti a tradizioni che stupiscono per il genere, ma anche per un cartone animato e un prodotto giapponese in generale.
In queste dimensioni dalle tinte surreali sembra infatti di vedere a tratti collage dadaisti, dove il contrasto tra stili diversi di disegno in un’unica inquadratura viene enfatizzato, dando l’idea di un mondo di ritagli e cartapesta, in un caso viene addirittura incorporato un dettaglio da “Guernica” di Picasso. Quando apprendiamo che le maghe e le streghe sono facce della stessa medaglia, dove le prime possono trasformarsi nelle seconde con la corruzione e i sentimenti negativi che prendono il sopravvento, questi piccoli mondi già raffinati e stupefacenti come gioia per gli occhi acquisiscono una profondità ancora maggiore, come rappresentazione estetica dei mondi interiori e inconsci delle protagoniste e di una seduzione del male in grado potenzialmente di prendere il controllo di chiunque.
È inevitabile che questo tipo di anime (che porta un’aura drammatica e seriosa, a volte violenta, a un genere visto come disimpegnato) possa essere pane per i denti di chi è critico nei confronti dei mahō shōjo o nutre pregiudizi verso di essi, poiché può essere visto come un prodotto iconoclasta e snob, che scombussola tutto e fa capire con insolenza “come si fa”, ma il genio del team creativo è stato in realtà nel non fare una mera violenza degli stereotipi come invettiva distruttiva, ma di modificare il genere dall’interno per saperne onorare al meglio lo spirito e i valori, per esprimere nella maniera più compiuta qualcosa che voleva già esprimere di suo.
Infatti, oltre all’estetica viene infatti mantenuta anche una certa enfasi sui discorsi morali, che ai fanatici del cinismo a tutti i costi potrebbe non piacere, ma che viene in realtà espressa nella maniera più nobile, senza troppe prese di posizioni evidenti degli autori e che anzi risulta tutt’altro che manichea, dando un grande risalto anche ai conflitti etici interni alla fazione delle maghe. Fin dai primi episodi, il fulcro tematico dell’anime è il peso delle decisioni, la ricerca di una dignità e di eroismo in un mondo crudele, e un po’ tutto viene spiegato, anche la scelta di mettere protagoniste di quell’età.
Il contrasto straniante di “Puella Magi Madoka Magica” tra l’estetica allegra e stilizzata delle eroine con i temi cupi serve dunque a creare un gioco drammaturgico spettacolare che accentra il pathos proprio per l’idea che tutti i personaggi siano potenzialmente in pericolo e per i sacrifici personali che devono fare, come la rinuncia all’amore o la consapevolezza di dover combattere per puro spirito di altruismo, anche se il loro contributo potrebbe essere dimenticato.
Tutto parte da un'idea di pericolo e, a volte, di inesorabilità simile alla concezione greca del fato, anche quando si rivela avere esiti più o meno positivi, per cui tutto acquisisce a tratti un’epica tragica, che permette di capire ed enfatizzare ancora di più la grandezza dei valori eroici ricercati nei prodotti d’azione in generale, non come bisogni incomprensibili di un essere perfetto ma come il risultato di esperienze dolorose, di bisogni umani più profondi e intimi.
In conclusione, “Puella Magi Madoka Magica” è un capolavoro straordinario, adatto potenzialmente a qualsiasi tipo di target (basta che lo spettatore sia aperto mentalmente) e che non solo scombussola una tradizione per perfezionarla e andare oltre il genere stesso, ma attinge con abilità a diversi archetipi dell’arte, trovandovi un fil rouge che rende l’arazzo universale, in grado di toccare ugualmente cuore, occhi e cervello, con un ritmo che ti tiene attaccato allo schermo.
Cosa significa dare 10 a un'opera? Si intende forse che essa è perfetta e priva di difetti? O magari che è inarrivabile e originale? A mio parere no, un voto del genere riflette altre caratteristiche e la definisce un capolavoro, ma cos'è un capolavoro?
Esso è qualcosa che rimane nel tempo, che dopo anni ha ancora qualcosa da dire, che alza l'asticella del suo genere, che copia e innova al tempo stesso, portando una ventata d'aria fresca nel panorama dell'intrattenimento, in ultima analisi si tratta di un prodotto che al tempo stesso è insuperabile e distruttivo: un qualcosa che uccide il suo genere o sotto-genere di appartenenza, un qualcosa con cui bisogna fare i conti quando si scrive, si dirige, si disegna... un qualcosa di immortale. Riuscite a immaginare un film di fantascienza che non tenga conto di "Blade Runner"? Oppure un fantasy che ignori "Il Signore degli Anelli"? Questi non sono dei capolavori perché perfetti, a ben vedere si tratta di opere imprecise, colme di piccoli e grandi problemi, sono dei capolavori perché sono rimasti, mentre tanti altri film sono stati dimenticati, e sono rimasti perché avevano qualcosa di speciale.
"Madoka Magica" è tutto questo, è un anime pieno di problemi più o meno gravi che però è passato alla storia, un anime che a distanza di anni dalla sua uscita ancora fa discutere, riflettere, pensare. Non si tratta certo della prima opera del suo tipo, che mescola il genere "majokko" con tematiche mature e profonde, né forse è quello che ha avuto le idee di sceneggiatura più originali. Nonostante tutto esso rimane, senza dubbio, il miglior mahō shōjo della storia.
La trama la conosciamo tutti, una ragazzina di nome Madoka, una normalissima adolescente, anche se un po' limitata e dal carattere fragile, si ritrova suo malgrado in una guerra eterna tra le maghe e le streghe, spinta da un lato a sottoscrivere un contratto con Kyubey, piccolo esserino dai poteri magici, e dall'altro a salvarsi e rinunciare al conflitto per il proprio bene. A fianco a lei si muovono i personaggi secondari, ognuno con le proprie sofferenze e difficoltà. La storia si dipana quindi tra continui colpi di scena, forte di atmosfere cupe e surreali, quasi le ambientazioni fossero il riflesso della mente delle protagoniste.
Qualcuno potrebbe dire che la trama non è nulla di eccezionale, eppure il modo in cui viene proposta è qualcosa di sublime, quadrato, perfetto a livello grammaticale. Una storia coerente, sensata, che inizia e finisce come un cerchio perfetto; una dolce melodia sintetica che non ha bisogno di continui recap, 'spiegoni' (ce ne sono, ma non così fastidiosi) e filler. Ogni episodio ha un senso, uno scopo, una progettualità: non esistono tempi morti, non esiste minutaggio gettato via. Ad ogni modo non è la storia in sé quello che conta.
Sono i personaggi ad essere il focus della storia, che non ha alcun timore di esplorare con delicatezza quelle sofferenze adolescenziali che molto spesso gli adulti sottovalutano.
Mami, una maga veterana, condannata a un destino di solitudine. Sayaka, migliore amica di Madoka, e la sua lenta discesa nell'abisso della depressione. Kyouko, vittima di sofferenze della vita, anch'essa condannata a confrontarsi con la sensazione di vuoto e perdita di ogni significato nell'esistenza. Infine Homura, miglior personaggio della serie e uno dei meglio costruiti di tutta l'animazione a me nota: la rappresentazione del vuoto e dell'apatia, ma anche dell'amore più viscerale e disperato; lei è l'essenza di come le inevitabili tragedie dell'essere umano conducano alla perdita dell'umanità stessa, e al tempo stesso rappresentazione della speranza, della lotta perpetua contro il destino ineluttabile.
Tutti questi personaggi sono sviscerati con gentilezza, quasi il regista fosse un chirurgo con i fiori al posto dei bisturi. Non c'è nulla di strillato, di esagerato... tutto viene mostrato con naturalezza: un dialogo, un volto, uno sguardo, tutto è centellinato a regola d'arte. Qui le interpretazioni si sprecano, c'è chi vede nelle cinque protagoniste le cinque fasi del lutto, chi invece pensa alle streghe come la metafora dei problemi psicologici e della crescita che tutti abbiamo affrontato e così via; a mio parere, il solo fatto che esitano teorie così dissimili dimostra la profondità dell'anime, la capacità di far discutere e parlare di sé.
Per quanto riguarda l'apparato tecnico, è fondamentalmente perfetto, sia per quanto concerne la regia estremamente ispirata, che riesce ad amalgamare in modo poetico quegli elementi altrimenti banali, sia per le animazioni, le musiche, il sonoro, il design degli ambienti e tutto il resto.
Accanto a una regia che non stanca e che ti tiene incollato allo schermo come una cozza sullo scoglio, il comparto grafico esplode nelle scene deliranti e surreali in cui sono rappresentate le streghe: una scelta coraggiosa ma riuscita, in cui per una volta i mostri non sono semplicemente brutti e pieni di denti, ma veri e propri quadri folli immersi in un labirinto di pazzia e insensatezza; come moderne Alice le protagoniste discendono la tana del coniglio bianco per affrontare le proprie paure.
I fondali, la città, tutto quanto è ispirato e diverso dai classici stilemi anime. La cura per i particolari si vede in ogni dettaglio dell'anime, a cominciare dalla colonna sonora, che fa egregiamente il suo lavoro e non è mai troppo presente. Le scene d'azione sono animate benissimo per l'epoca, così come i volti dei personaggi.
Il comparto sonoro, in definitiva, sebbene abbia qualche piccola incertezza qua e là, riesce a farsi percepire come passabile e gradevole. Ultimo appunto va fatto al montaggio, eccezionale e sempre azzeccato.
È proprio l'apparato tecnico a distanziare questo anime dalla concorrenza, più che la trama in sé. In un'opera del genere, come in un film, la grammatica registica, di sceneggiatura, di messa in scena ecc. è ciò che fa la differenza; per questo i remake di opere famose fanno spesso schifo, anche se la trama è sempre uguale. "Madoka Magica" prende tutti gli elementi del genere cui appartiene e li rielabora in modo nuovo, altisonante. Il motivo principale del successo va proprio a questo, è una gioia da vedere, da sentire, da vivere; ti tiene incollato allo schermo, gioca con i colori e le ombre, ti fa uscire di testa coi design dei mostri e riempie gli sfondi di dettagli onirici e surreali che fanno pensare di essere in una città eterna e fuori dal mondo.
Proprio come Kubrick non sarebbe Kubrick senza la sua regia, "Madoka Magica" è "Madoka Magica" in virtù di come è raccontata la storia, non di cosa racconta. Le emozioni dei personaggi sono palpabili, vivide, si percepiscono come reali; i colpi di scena arrivano al momento giusto e, anche se sono telefonati, ti rimangono impressi; le scene drammatiche sono poche eppure tremendamente taglienti. Nessun altro anime del genere aveva mai raggiunto una qualità così elevata su praticamente ogni cosa al tempo stesso. E nessun anime dopo "Madoka Magica", dello stesso genere, ha mai superato "Madoka Magica": perché non basta prendere delle maghette e farle stare uno schifo, per fare "Madoka Magica"; quest'anime ha ucciso il genere di cui fa parte, creando qualcosa di inarrivabile sia qualitativamente che quantitativamente.
In definitiva, "Madoka Magica" prende a piene mani da tutto ciò che l'ha preceduto, non si inventa nulla, ma smonta pezzo per pezzo gli stilemi narrativi e i cliché del genere, per poi ricomporli come un Picasso e riproporli al pubblico accompagnati da un comparto tecnico eccellente, che a distanza di dieci anni e passa ancora fa la sua porca figura (vedetelo in Bluray); affiancando ad esso una trama sì banale, ma anche efficace ed emozionante, dei personaggi ben scritti e con cui chiunque abbia un vago ricordo della sua adolescenza, o sia adolescente, può identificarsi. Il tutto è mixato bene, senza che nessun elemento superi gli altri o li metta in secondo piano. L'opera tratta temi profondi e complessi e vive del non detto, basta uno sguardo o un dialogo di poche righe per farci capire tutto il dolore di una Sayaka sull'orlo del baratro; bastano poche parole per farci investire dalla malinconia di Homura; non servono spiegazioni sulle intenzioni di Mami, perché dopo solo alcune battute è chiaro cosa la spinga.
In molti scambiano la sintesi, il non mostrare, l'essere delicati, con la superficialità. In questa storia c'è molto di appena sfiorato, ma non per superficiale volontà di proporre un tema e mai affrontarlo davvero: moltissime cose sono trattate con dolcezza e poetica, appena sussurrate. Io adoro quando un prodotto non prende per mano lo spettatore, quando ti lascia la possibilità di riempire i vuoti con la fantasia e la logica: lo stesso Kyubey, uno dei pochi anti-antagonisti dell'animazione e motore della vicenda, viene poco esplorato. Insomma, a prima vista questo anime potrebbe sembrare superficiale, commerciale e volutamente edgy, ma in realtà vive della sensibilità di chi lo guarda, e tanto più si è disposti a concentrarsi, tanto più si intuisce sulla storia e sui personaggi.
Per tutte queste ragioni "Madoka Magica" è un capolavoro, un'opera da 10. Ci sono tanti difetti di cui potrei parlare, alcuni 'spiegoni' di troppo, il ritmo dei primi episodi eccessivamente lento, la pochezza stessa di minutaggio che costringe gli autori a 'rushare' molti eventi importanti, alcune scelte bizzarre dei personaggi, il carattere a tratti insopportabile della protagonista... Insomma, potremmo rimanere qui ore a parlare di tutti i difetti di quest'opera, ma sinceramente nessuno di loro è tale da rendere la visione fastidiosa o da inficiare i pregi: perché 10 non si dà a un'opera perfetta, ma a quell'opera che in virtù dei suoi pregi rimane nella storia nonostante i numerosi difetti. Se dovessi essere oggettivo fino all'inverosimile, darei un 8,5, ma dare un voto oggettivo non ha senso in questi casi: perché allora "Star Wars" sarebbe da 6 e di "Neon Genesis Evangelion" manco ne parliamo. Certe volte un'opera ha qualcosa, qualcosa di magico che la rende immortale. Probabilmente ad oggi non abbiamo più bisogno di "Madoka Magica", i gusti sono cambiati, il pubblico si è evoluto; ma esso rimane un cult, una piccola, piccolissima perla che fortunatamente è stata salvata dall'abisso in cui finiscono moltissimi anime, usciti e dimenticati dal tempo, e che è rimasta come uno di quei prodotti che ogni appassionato dovrebbe vedere.
Insomma "Puella Magi Madoka Magica" è un classico dell'animazione giapponese, un capolavoro del suo genere, un'opera difettosa e bellissima.
"Hai mai sentito parlare di entropia?"
Esso è qualcosa che rimane nel tempo, che dopo anni ha ancora qualcosa da dire, che alza l'asticella del suo genere, che copia e innova al tempo stesso, portando una ventata d'aria fresca nel panorama dell'intrattenimento, in ultima analisi si tratta di un prodotto che al tempo stesso è insuperabile e distruttivo: un qualcosa che uccide il suo genere o sotto-genere di appartenenza, un qualcosa con cui bisogna fare i conti quando si scrive, si dirige, si disegna... un qualcosa di immortale. Riuscite a immaginare un film di fantascienza che non tenga conto di "Blade Runner"? Oppure un fantasy che ignori "Il Signore degli Anelli"? Questi non sono dei capolavori perché perfetti, a ben vedere si tratta di opere imprecise, colme di piccoli e grandi problemi, sono dei capolavori perché sono rimasti, mentre tanti altri film sono stati dimenticati, e sono rimasti perché avevano qualcosa di speciale.
"Madoka Magica" è tutto questo, è un anime pieno di problemi più o meno gravi che però è passato alla storia, un anime che a distanza di anni dalla sua uscita ancora fa discutere, riflettere, pensare. Non si tratta certo della prima opera del suo tipo, che mescola il genere "majokko" con tematiche mature e profonde, né forse è quello che ha avuto le idee di sceneggiatura più originali. Nonostante tutto esso rimane, senza dubbio, il miglior mahō shōjo della storia.
La trama la conosciamo tutti, una ragazzina di nome Madoka, una normalissima adolescente, anche se un po' limitata e dal carattere fragile, si ritrova suo malgrado in una guerra eterna tra le maghe e le streghe, spinta da un lato a sottoscrivere un contratto con Kyubey, piccolo esserino dai poteri magici, e dall'altro a salvarsi e rinunciare al conflitto per il proprio bene. A fianco a lei si muovono i personaggi secondari, ognuno con le proprie sofferenze e difficoltà. La storia si dipana quindi tra continui colpi di scena, forte di atmosfere cupe e surreali, quasi le ambientazioni fossero il riflesso della mente delle protagoniste.
Qualcuno potrebbe dire che la trama non è nulla di eccezionale, eppure il modo in cui viene proposta è qualcosa di sublime, quadrato, perfetto a livello grammaticale. Una storia coerente, sensata, che inizia e finisce come un cerchio perfetto; una dolce melodia sintetica che non ha bisogno di continui recap, 'spiegoni' (ce ne sono, ma non così fastidiosi) e filler. Ogni episodio ha un senso, uno scopo, una progettualità: non esistono tempi morti, non esiste minutaggio gettato via. Ad ogni modo non è la storia in sé quello che conta.
Sono i personaggi ad essere il focus della storia, che non ha alcun timore di esplorare con delicatezza quelle sofferenze adolescenziali che molto spesso gli adulti sottovalutano.
Mami, una maga veterana, condannata a un destino di solitudine. Sayaka, migliore amica di Madoka, e la sua lenta discesa nell'abisso della depressione. Kyouko, vittima di sofferenze della vita, anch'essa condannata a confrontarsi con la sensazione di vuoto e perdita di ogni significato nell'esistenza. Infine Homura, miglior personaggio della serie e uno dei meglio costruiti di tutta l'animazione a me nota: la rappresentazione del vuoto e dell'apatia, ma anche dell'amore più viscerale e disperato; lei è l'essenza di come le inevitabili tragedie dell'essere umano conducano alla perdita dell'umanità stessa, e al tempo stesso rappresentazione della speranza, della lotta perpetua contro il destino ineluttabile.
Tutti questi personaggi sono sviscerati con gentilezza, quasi il regista fosse un chirurgo con i fiori al posto dei bisturi. Non c'è nulla di strillato, di esagerato... tutto viene mostrato con naturalezza: un dialogo, un volto, uno sguardo, tutto è centellinato a regola d'arte. Qui le interpretazioni si sprecano, c'è chi vede nelle cinque protagoniste le cinque fasi del lutto, chi invece pensa alle streghe come la metafora dei problemi psicologici e della crescita che tutti abbiamo affrontato e così via; a mio parere, il solo fatto che esitano teorie così dissimili dimostra la profondità dell'anime, la capacità di far discutere e parlare di sé.
Per quanto riguarda l'apparato tecnico, è fondamentalmente perfetto, sia per quanto concerne la regia estremamente ispirata, che riesce ad amalgamare in modo poetico quegli elementi altrimenti banali, sia per le animazioni, le musiche, il sonoro, il design degli ambienti e tutto il resto.
Accanto a una regia che non stanca e che ti tiene incollato allo schermo come una cozza sullo scoglio, il comparto grafico esplode nelle scene deliranti e surreali in cui sono rappresentate le streghe: una scelta coraggiosa ma riuscita, in cui per una volta i mostri non sono semplicemente brutti e pieni di denti, ma veri e propri quadri folli immersi in un labirinto di pazzia e insensatezza; come moderne Alice le protagoniste discendono la tana del coniglio bianco per affrontare le proprie paure.
I fondali, la città, tutto quanto è ispirato e diverso dai classici stilemi anime. La cura per i particolari si vede in ogni dettaglio dell'anime, a cominciare dalla colonna sonora, che fa egregiamente il suo lavoro e non è mai troppo presente. Le scene d'azione sono animate benissimo per l'epoca, così come i volti dei personaggi.
Il comparto sonoro, in definitiva, sebbene abbia qualche piccola incertezza qua e là, riesce a farsi percepire come passabile e gradevole. Ultimo appunto va fatto al montaggio, eccezionale e sempre azzeccato.
È proprio l'apparato tecnico a distanziare questo anime dalla concorrenza, più che la trama in sé. In un'opera del genere, come in un film, la grammatica registica, di sceneggiatura, di messa in scena ecc. è ciò che fa la differenza; per questo i remake di opere famose fanno spesso schifo, anche se la trama è sempre uguale. "Madoka Magica" prende tutti gli elementi del genere cui appartiene e li rielabora in modo nuovo, altisonante. Il motivo principale del successo va proprio a questo, è una gioia da vedere, da sentire, da vivere; ti tiene incollato allo schermo, gioca con i colori e le ombre, ti fa uscire di testa coi design dei mostri e riempie gli sfondi di dettagli onirici e surreali che fanno pensare di essere in una città eterna e fuori dal mondo.
Proprio come Kubrick non sarebbe Kubrick senza la sua regia, "Madoka Magica" è "Madoka Magica" in virtù di come è raccontata la storia, non di cosa racconta. Le emozioni dei personaggi sono palpabili, vivide, si percepiscono come reali; i colpi di scena arrivano al momento giusto e, anche se sono telefonati, ti rimangono impressi; le scene drammatiche sono poche eppure tremendamente taglienti. Nessun altro anime del genere aveva mai raggiunto una qualità così elevata su praticamente ogni cosa al tempo stesso. E nessun anime dopo "Madoka Magica", dello stesso genere, ha mai superato "Madoka Magica": perché non basta prendere delle maghette e farle stare uno schifo, per fare "Madoka Magica"; quest'anime ha ucciso il genere di cui fa parte, creando qualcosa di inarrivabile sia qualitativamente che quantitativamente.
In definitiva, "Madoka Magica" prende a piene mani da tutto ciò che l'ha preceduto, non si inventa nulla, ma smonta pezzo per pezzo gli stilemi narrativi e i cliché del genere, per poi ricomporli come un Picasso e riproporli al pubblico accompagnati da un comparto tecnico eccellente, che a distanza di dieci anni e passa ancora fa la sua porca figura (vedetelo in Bluray); affiancando ad esso una trama sì banale, ma anche efficace ed emozionante, dei personaggi ben scritti e con cui chiunque abbia un vago ricordo della sua adolescenza, o sia adolescente, può identificarsi. Il tutto è mixato bene, senza che nessun elemento superi gli altri o li metta in secondo piano. L'opera tratta temi profondi e complessi e vive del non detto, basta uno sguardo o un dialogo di poche righe per farci capire tutto il dolore di una Sayaka sull'orlo del baratro; bastano poche parole per farci investire dalla malinconia di Homura; non servono spiegazioni sulle intenzioni di Mami, perché dopo solo alcune battute è chiaro cosa la spinga.
In molti scambiano la sintesi, il non mostrare, l'essere delicati, con la superficialità. In questa storia c'è molto di appena sfiorato, ma non per superficiale volontà di proporre un tema e mai affrontarlo davvero: moltissime cose sono trattate con dolcezza e poetica, appena sussurrate. Io adoro quando un prodotto non prende per mano lo spettatore, quando ti lascia la possibilità di riempire i vuoti con la fantasia e la logica: lo stesso Kyubey, uno dei pochi anti-antagonisti dell'animazione e motore della vicenda, viene poco esplorato. Insomma, a prima vista questo anime potrebbe sembrare superficiale, commerciale e volutamente edgy, ma in realtà vive della sensibilità di chi lo guarda, e tanto più si è disposti a concentrarsi, tanto più si intuisce sulla storia e sui personaggi.
Per tutte queste ragioni "Madoka Magica" è un capolavoro, un'opera da 10. Ci sono tanti difetti di cui potrei parlare, alcuni 'spiegoni' di troppo, il ritmo dei primi episodi eccessivamente lento, la pochezza stessa di minutaggio che costringe gli autori a 'rushare' molti eventi importanti, alcune scelte bizzarre dei personaggi, il carattere a tratti insopportabile della protagonista... Insomma, potremmo rimanere qui ore a parlare di tutti i difetti di quest'opera, ma sinceramente nessuno di loro è tale da rendere la visione fastidiosa o da inficiare i pregi: perché 10 non si dà a un'opera perfetta, ma a quell'opera che in virtù dei suoi pregi rimane nella storia nonostante i numerosi difetti. Se dovessi essere oggettivo fino all'inverosimile, darei un 8,5, ma dare un voto oggettivo non ha senso in questi casi: perché allora "Star Wars" sarebbe da 6 e di "Neon Genesis Evangelion" manco ne parliamo. Certe volte un'opera ha qualcosa, qualcosa di magico che la rende immortale. Probabilmente ad oggi non abbiamo più bisogno di "Madoka Magica", i gusti sono cambiati, il pubblico si è evoluto; ma esso rimane un cult, una piccola, piccolissima perla che fortunatamente è stata salvata dall'abisso in cui finiscono moltissimi anime, usciti e dimenticati dal tempo, e che è rimasta come uno di quei prodotti che ogni appassionato dovrebbe vedere.
Insomma "Puella Magi Madoka Magica" è un classico dell'animazione giapponese, un capolavoro del suo genere, un'opera difettosa e bellissima.
"Hai mai sentito parlare di entropia?"
Ebbene sì, lo ammetto, in questi anni non mi sono mai interessato a “Madoka Magica”, restando indifferente ai profondi dibattiti su di essa, e ho incominciato a seguirla solo ora, dopo aver scoperto che si tratta di un’opera di Urobochi Gen.
Dopo la fine dell’era delle maghette sarebbe sembrato impossibile che, a questo tipo di personaggi, non fossero abbinati temi tutto sommato leggeri. Certo, “Magica Emy”, con il rifiuto di Mei di tenere le proprie capacità, aveva mostrato come si potesse marciare verso temi maturi, così come Evelyn, che doveva raccogliere energia magica per salvare il regno di Sogno d’amore. Ma qui non abbiamo cantanti o possibilità di fare ciò che si vuole, dato che lo scopo di ogni magica puella è di combattere fino alla morte. Certo, “Sailor Moon” ha permesso di evolvere molte cose, ma, già dal titolo, si evince come il tema fondamentale della serie sia magico, e che non siamo nel filone delle marinarette. Ma la serie si rivela innovativa anche per il modo in cui vengono descritte le streghe, che sembrano uscite da un quadro di Salvador Dalì piuttosto che essere le classiche vecchiette cattive. E, dato che le streghe hanno sempre un gatto, ecco qua Incubator, che ha il ruolo di demone tentatore. Ma le sorprese non finiscono qui, dato che la magia va a braccetto con la fisica e la fantascienza più sfrenata, omaggiando il romanzo di Asimov intitolato “Neanche gli dei”. E, dato che ancora non basta, mettiamoci il tema spacca-cervello del desiderio per realizzare il quale si perde l’anima. Un bell’ ”Akuma no Riddle”, parafrasando il titolo di un’altra serie televisiva, dato che, se ci vuole un desiderio grande per fare certi sacrifici, che senso ha perdere tutto per realizzarlo? E perdendo quindi il desiderio stesso? Certo, sacrificandosi perché qualcuno che continuerà a vivere sia il beneficiario del desiderio potrebbe essere una ragione sufficiente per sacrificarsi, ma, anche in quel caso, si torna al punto di partenza, poiché il non ottenere un beneficio personale dal proprio sacrificio rende tutto ingiusto. In una serie di tredici episodi troviamo anche lo spazio per temi in stile “Neon Genesis Evangelion” di ricostruzione del mondo e della corsa folle per salvare qualcuno che si ama, ricominciando daccapo e daccapo ancora, nonostante dolore, sofferenze, frustrazioni.
La grafica è molto buona e la regia curatissima.
In conclusione, “Madoka Magica” è davvero una serie profonda, realizzata perfettamente in uno spazio tanto breve, il che costituisce a mio avviso un ulteriore pregio. Geniali anche le sigle, davvero spiazzanti, con un’opening da maghetta anni ottanta e un’ending drammatica, un intenso, angosciante grido di dolore. Per cui, ringraziando Urobochi Gen per l’ottimo operato, assegno, con un pizzico di generosità, un dieci.
Dopo la fine dell’era delle maghette sarebbe sembrato impossibile che, a questo tipo di personaggi, non fossero abbinati temi tutto sommato leggeri. Certo, “Magica Emy”, con il rifiuto di Mei di tenere le proprie capacità, aveva mostrato come si potesse marciare verso temi maturi, così come Evelyn, che doveva raccogliere energia magica per salvare il regno di Sogno d’amore. Ma qui non abbiamo cantanti o possibilità di fare ciò che si vuole, dato che lo scopo di ogni magica puella è di combattere fino alla morte. Certo, “Sailor Moon” ha permesso di evolvere molte cose, ma, già dal titolo, si evince come il tema fondamentale della serie sia magico, e che non siamo nel filone delle marinarette. Ma la serie si rivela innovativa anche per il modo in cui vengono descritte le streghe, che sembrano uscite da un quadro di Salvador Dalì piuttosto che essere le classiche vecchiette cattive. E, dato che le streghe hanno sempre un gatto, ecco qua Incubator, che ha il ruolo di demone tentatore. Ma le sorprese non finiscono qui, dato che la magia va a braccetto con la fisica e la fantascienza più sfrenata, omaggiando il romanzo di Asimov intitolato “Neanche gli dei”. E, dato che ancora non basta, mettiamoci il tema spacca-cervello del desiderio per realizzare il quale si perde l’anima. Un bell’ ”Akuma no Riddle”, parafrasando il titolo di un’altra serie televisiva, dato che, se ci vuole un desiderio grande per fare certi sacrifici, che senso ha perdere tutto per realizzarlo? E perdendo quindi il desiderio stesso? Certo, sacrificandosi perché qualcuno che continuerà a vivere sia il beneficiario del desiderio potrebbe essere una ragione sufficiente per sacrificarsi, ma, anche in quel caso, si torna al punto di partenza, poiché il non ottenere un beneficio personale dal proprio sacrificio rende tutto ingiusto. In una serie di tredici episodi troviamo anche lo spazio per temi in stile “Neon Genesis Evangelion” di ricostruzione del mondo e della corsa folle per salvare qualcuno che si ama, ricominciando daccapo e daccapo ancora, nonostante dolore, sofferenze, frustrazioni.
La grafica è molto buona e la regia curatissima.
In conclusione, “Madoka Magica” è davvero una serie profonda, realizzata perfettamente in uno spazio tanto breve, il che costituisce a mio avviso un ulteriore pregio. Geniali anche le sigle, davvero spiazzanti, con un’opening da maghetta anni ottanta e un’ending drammatica, un intenso, angosciante grido di dolore. Per cui, ringraziando Urobochi Gen per l’ottimo operato, assegno, con un pizzico di generosità, un dieci.
“Puella Magi Madoka Magica” è un anime uscito nel 2011, trasmesso in Italia prima da Rai4 e successivamente da VVVVID.
La trama si presenta come semplice: su una Terra futura (o alternativa) esistono le streghe, esseri misteriosi e psichedelici che minacciano gli umani con pensieri negativi, spingendoli al suicidio. Ad opporsi alle streghe ci sono le “ragazze magiche” (Puella Magica infatti vuol dire questo in latino). La protagonista Madoka viene scelta perché ha un grande potenziale.
Detto così, è tutto semplice, ma non bisogna farsi ingannare. Innanzitutto le ragazze magiche non lavorano assieme, anzi sono spesso in violento antagonismo tra loro, perché l’uccisione di una strega dà un “grief seed”, necessario per mantenere l'equilibrio dei propri poteri. Viene sottolineato fin dalla prima puntata la pericolosità della caccia, ma anche la pericolosità del diventare una ragazza magica per via di un accordo che si può definire diabolico sia per l’entità dello scambio sia per la giovane età di tutte le ragazze. L’accordo viene fatto con un essere a forma di gatto che comunica telepaticamente. Il gatto rimane sempre molto vago sulle implicazioni, e anzi, nonostante dichiari di non poter costringere direttamente le persone a diventare ragazze magiche, spesso prova a fare leva indirettamente per costringerle. A contribuire all’aria sinistra dell’essere c’è il suo sorriso innocente perenne, anche nelle situazioni critiche.
La protagonista, Madoka, è prigioniera del suo senso di inadeguatezza alla situazione e della volontà di voler ferire il meno possibile gli altri individui. Questa sua innocenza lascia un segno indelebile in tutte le ragazze che incontra, ed è proprio questo il motore di tutta la trama.
I personaggi secondari sono sempre ben tratteggiati. Una nota particolare è rappresentata da Akemi Homura, che con il procedere della trama ruba completamente la scena, diventando un personaggio dalle mille sfaccettature, molto più carismatico della protagonista stessa e con cui è inevitabile entrare in empatia.
La colonna sonora è sempre adatta e aiuta a sentirsi trasportati dalle situazioni. Da notare la stridente differenza tra opening ed ending, sempre fatta per mantenere un senso di illusione nello spettatore. Le animazioni non deludono mai, raggiungendo il culmine negli scontri contro le streghe, per via delle tecniche particolari usate che rendono ancor più concreta l'idea labirintica.
In conclusione, non ritengo per niente azzardato accostare questo anime ad altri prodotti noti per la loro profondità, come per esempio “Neon Genesis Evangelion”. L’apparenza molto banale può essere spiegata come sostiene Scott McCloud parlando dei fumetti: più il personaggio appare semplice, più assume una universalità che favorisce l'immedesimazione.
La trama si presenta come semplice: su una Terra futura (o alternativa) esistono le streghe, esseri misteriosi e psichedelici che minacciano gli umani con pensieri negativi, spingendoli al suicidio. Ad opporsi alle streghe ci sono le “ragazze magiche” (Puella Magica infatti vuol dire questo in latino). La protagonista Madoka viene scelta perché ha un grande potenziale.
Detto così, è tutto semplice, ma non bisogna farsi ingannare. Innanzitutto le ragazze magiche non lavorano assieme, anzi sono spesso in violento antagonismo tra loro, perché l’uccisione di una strega dà un “grief seed”, necessario per mantenere l'equilibrio dei propri poteri. Viene sottolineato fin dalla prima puntata la pericolosità della caccia, ma anche la pericolosità del diventare una ragazza magica per via di un accordo che si può definire diabolico sia per l’entità dello scambio sia per la giovane età di tutte le ragazze. L’accordo viene fatto con un essere a forma di gatto che comunica telepaticamente. Il gatto rimane sempre molto vago sulle implicazioni, e anzi, nonostante dichiari di non poter costringere direttamente le persone a diventare ragazze magiche, spesso prova a fare leva indirettamente per costringerle. A contribuire all’aria sinistra dell’essere c’è il suo sorriso innocente perenne, anche nelle situazioni critiche.
La protagonista, Madoka, è prigioniera del suo senso di inadeguatezza alla situazione e della volontà di voler ferire il meno possibile gli altri individui. Questa sua innocenza lascia un segno indelebile in tutte le ragazze che incontra, ed è proprio questo il motore di tutta la trama.
I personaggi secondari sono sempre ben tratteggiati. Una nota particolare è rappresentata da Akemi Homura, che con il procedere della trama ruba completamente la scena, diventando un personaggio dalle mille sfaccettature, molto più carismatico della protagonista stessa e con cui è inevitabile entrare in empatia.
La colonna sonora è sempre adatta e aiuta a sentirsi trasportati dalle situazioni. Da notare la stridente differenza tra opening ed ending, sempre fatta per mantenere un senso di illusione nello spettatore. Le animazioni non deludono mai, raggiungendo il culmine negli scontri contro le streghe, per via delle tecniche particolari usate che rendono ancor più concreta l'idea labirintica.
In conclusione, non ritengo per niente azzardato accostare questo anime ad altri prodotti noti per la loro profondità, come per esempio “Neon Genesis Evangelion”. L’apparenza molto banale può essere spiegata come sostiene Scott McCloud parlando dei fumetti: più il personaggio appare semplice, più assume una universalità che favorisce l'immedesimazione.
"Madoka Magica" è un majokko dark, definito erroneamente originale, dato che già in passato opere dello stesso genere presentavano un concept simile a questa celebre serie. Ma non hanno goduto della stessa fortuna di questo anime, che potremmo definire di rottura per il periodo in cui è uscito.
Seppur non si tratta di nulla di estremamente innovativo, riesce a crearsi una propria identità, distaccandosi dai sui predecessori e avvincendo lo spettatore grazie a un comparto tecnico molto suggestivo. Infatti risulta azzeccata la scelta di alternare uno stile moe ad uno più horror, per evidenziare l'ambivalenza di questa realtà distorta. Peccato che come genere psicologico non convince appieno, soprattutto a causa dell'assenza di personalità adulte, ma, anche quando le vediamo in scena, risultano dei personaggi poco credibili e frivoli. Se è vero che non sono importanti dal punto di visto narrativo, sono fonte di numerose forzature. Quella più eclatante è senza dubbio nel finale, dove la madre di Madoka compie un gesto molto discutibile. Ma la nota più grave è il personaggio di Madoka, che rimane passivo alle vicende narrate eccetto negli ultimi episodi e compie dei ragionamenti che una ragazzina di quattordici anni non sarebbe in grado di concepire. Invece Sayaka e Homura si dimostrano dei personaggi affascinati e sfaccettati, che paradossalmente sono i veri e propri protagonisti della serie.
In conclusione, "Madoka Magica" si presenta come un anime psicologico di dubbia qualità, difatti alcuni comprimari sono più caratterizzati e credibili della stessa protagonista.
Seppur non si tratta di nulla di estremamente innovativo, riesce a crearsi una propria identità, distaccandosi dai sui predecessori e avvincendo lo spettatore grazie a un comparto tecnico molto suggestivo. Infatti risulta azzeccata la scelta di alternare uno stile moe ad uno più horror, per evidenziare l'ambivalenza di questa realtà distorta. Peccato che come genere psicologico non convince appieno, soprattutto a causa dell'assenza di personalità adulte, ma, anche quando le vediamo in scena, risultano dei personaggi poco credibili e frivoli. Se è vero che non sono importanti dal punto di visto narrativo, sono fonte di numerose forzature. Quella più eclatante è senza dubbio nel finale, dove la madre di Madoka compie un gesto molto discutibile. Ma la nota più grave è il personaggio di Madoka, che rimane passivo alle vicende narrate eccetto negli ultimi episodi e compie dei ragionamenti che una ragazzina di quattordici anni non sarebbe in grado di concepire. Invece Sayaka e Homura si dimostrano dei personaggi affascinati e sfaccettati, che paradossalmente sono i veri e propri protagonisti della serie.
In conclusione, "Madoka Magica" si presenta come un anime psicologico di dubbia qualità, difatti alcuni comprimari sono più caratterizzati e credibili della stessa protagonista.
Madoka, ragazza che ancora frequenta le medie, nell'intento di salvare un gatto alieno di nome Kyubey, si trova presto invischiata in un mondo magico. Può esprimere un desiderio, qualunque sia, in cambio di cedere la sua anima per combattere contro le streghe.
Le animazioni sono molto particolari, e credevo potessero essere il punto debole di questo adattamento animato; nonostante tutto, in alcuni casi le ho pure apprezzate. La storia è carina, ma senza un filo di logica... troppo complessa perfino per l'autore, che mi pare si sia confuso anche lui! È uno shock per me, che sto molto attento ai dettagli, vedere questa Madoka avere paura di diventare Puella Magi, ma essere tutti i giorni con le sue amiche a cercare streghe, è contraddittorio. Come quando entra in gioco Kyoko Sakura, che dice che non ha senso uccidere una strega ancora non formata, e poi Sayaka Miki salta questo passaggio e diventa direttamente una strega. Boh, non so se è pieno di errori di regia oppure è proprio la storia che è buttata lì per persone che vedono solo quello che vogliono vedere... e in dodici episodi questo dice tutto! Definire questo anime un horror è un insulto al genere, non fa assolutamente paura.
Sul piano tecnico, la grafica è molto semplice, le song sono molto appropriate e i dialoghi abbastanza costruiti. Sul piano narrativo non mi esprimo. Non lo giudico tempo buttato, nel complesso è un anime nella media.
Le animazioni sono molto particolari, e credevo potessero essere il punto debole di questo adattamento animato; nonostante tutto, in alcuni casi le ho pure apprezzate. La storia è carina, ma senza un filo di logica... troppo complessa perfino per l'autore, che mi pare si sia confuso anche lui! È uno shock per me, che sto molto attento ai dettagli, vedere questa Madoka avere paura di diventare Puella Magi, ma essere tutti i giorni con le sue amiche a cercare streghe, è contraddittorio. Come quando entra in gioco Kyoko Sakura, che dice che non ha senso uccidere una strega ancora non formata, e poi Sayaka Miki salta questo passaggio e diventa direttamente una strega. Boh, non so se è pieno di errori di regia oppure è proprio la storia che è buttata lì per persone che vedono solo quello che vogliono vedere... e in dodici episodi questo dice tutto! Definire questo anime un horror è un insulto al genere, non fa assolutamente paura.
Sul piano tecnico, la grafica è molto semplice, le song sono molto appropriate e i dialoghi abbastanza costruiti. Sul piano narrativo non mi esprimo. Non lo giudico tempo buttato, nel complesso è un anime nella media.
Cosa si può dire riguardo a quest'anime che non sia già stato detto? Esso, mi par di capire, è stato vivisezionato per benino in ogni sua parte. Perciò penso che io non aggiungerò nulla di nuovo, ma più semplicemente darò il mio personale punto di vista.
Partiamo dal presupposto che la sottoscritta si è approcciata a questa serie ben sapendo che non era il classico majokko. Quindi durante la visione io ero del tutto consapevole che non stavo per vedere le cuginette della "Magica Emi", piuttosto che le nipotine de "L'incantevole Creamy". Che tra l'altro, anche se i suddetti anime a suo tempo li ho visti (e rivisti), non sono (e non erano) tra i generi che io prediligo. Quello che voglio dire è che son partita con la guardia ben alzata e già preparata ad aspettarmi qualche "stranezza" in corso d' opera. Io credo che questo abbia innalzato le mie aspettative, influenzato la mia reazione e di conseguenza il mio giudizio. Ma non si poteva evitare. L'anime in questione è uscito quasi nove anni fa. Impossibile non essere contaminati dalle varie critiche o apprezzamenti, anche evitando scrupolosamente gli spoiler.
La mia primissima sensazione? L'ho associato immediatamente a un altro anime ormai datato, "Il fantastico mondo di Paul", una storia un po' inquietante (per i bambini degli anni '80 di sicuro) sulla falsa riga di "Alice nel Paese delle Meraviglie" (e stramberie!).
Ma veniamo all'oggetto di questa recensione.
Chi è Madoka? Madoka è una comunissima studentessa delle scuole medie, dall'indole dolce e gentile, che un giorno, insieme alla sua amica del cuore Sayaka, s'imbatte in una specie di gatto, Kyubey, il quale offre loro una grande opportunità: esaudire un loro personale desiderio in cambio della possibilità di diventare delle maghe che sconfiggono le streghe.
Non sembra in tutto e per tutto un majokko? Eh... "sembra", ma dietro l'angolo sta ad attenderti la "fregatura".
L'atmosfera grottesca e cupa che si delinea ad ogni strega che compare in scena è a dir poco "fuori luogo" per un innocente majokko. L'impatto visivo, un decoupage "su cartone", associato a quello musicale dei cori polifonici, lo possiamo definire scioccante. E di sicuro l'effetto è accentuato se chi guarda è un inconsapevole spettatore dell'età scolare, che si aspetta solo maghette sorridenti e melense, ritornelli noiosi e orecchiabili, e colori pastello al profumo di confetti e marzapane. Proprio no.
Questo anime è un pentolone in cui dentro ci hanno buttato di tutto, con il risultato di stordirti. E forse lo scopo era proprio quello. E' un vero tranello che furbescamente gli autori hanno imbastito per i poveri spettatori (soprattutto per le gaie e leggiadre pulzelle), ingannati da una caramella ben incartata e colorata, ma dal sapore inaspettatamente acre. I miei complimenti, ma di sicuro nella trappola non ci si cade più dopo tanti anni dalla sua messa in onda. Senza dubbio, i giovani spettatori del 2011 si saranno avvicinati a quest'anime leggeri e soavi, per poi trovarsi invece un'amara sorpresa (e molto probabilmente, a saperlo, manco l'avrebbero preso in considerazione). Ma il pubblico più informato, quello venuto dopo e quello che cercava "la novità", non si sarà fatto prendere per il naso più di tanto.
A parer mio, se lo scopo principale degli autori era quello di prendere in contropiede lo spettatore, questo depistaggio avrà avuto il suo massimo risultato all'uscita di questa serie, nove anni fa. Le reazioni successive, inevitabilmente, son state tutte contaminate (compresa la mia).
"Che cos'è" allora questo "Madoka Magica"?
Graficamente ci troviamo dentro al surrealismo e al cubismo più estremo. Tanto sta, che di primo acchito, quello a cui ho pensato mentre vedevo scene strepitose, ciniche e agghiaccianti, assurdamente paradossali (surreali appunto) è stato: "Sono caduta dentro le maglie intricate di un copriletto patchwork".
Musicalmente... beh, che dire? Il comparto sonoro è stato gestito magistralmente. Non c'è dubbio che il gruppo Kalafina ha dato un ottimo contributo affinché quest'anime diventasse quello è. Senza le loro tipiche sonorità (che a tratti ricordano molto Enya), a sottolineare tutti quei giochi grafici da capogiro, questa serie avrebbe reso la metà. Non da meno, io personalmente ho apprezzato moltissimo l'inserimento della rivisitazione del "Saltarello" di Zoltan, che ritroviamo qua e là nelle prime puntate e poi a fine ending nell'annunciare l'episodio successivo. Ottimo richiamo al periodo medievale, e dovuto direi, se il tema trattato è appunto la magia (ma di quale colore mai sarà? Mah!).
E se visivamente cadiamo nel vortice onirico della metafisica, e in quello sonoro ci facciamo travolgere da danze e canti del XIV secolo, da un punto di vista letterario precipitiamo nel buco nero della New Weird. Ambientazioni tetre, gotiche, raccapriccianti e originali accompagnano tematiche altrettanto grandi e oscure (troppo grandi per delle ragazzine delle medie) con chiari contenuti allegorici di tipo filosofico. Qui si parla di morte, vita, dipendenza, gratitudine, desideri e aspettative... E pure di entropia (manca la Teoria delle Stringhe e siamo a un passo dalla fisica quantistica).
E quindi, in dodici episodi ti fai un bel bagno nei quadri surrealisti di Dalì e cubisti di Picasso, nella musica pop barocca delle Kalafina e nei balli folkloristici medievali di Zoltan, nella letteratura gotica di E. Allan Poe e in quella drammatica di Goethe (Mefistofele non è difficile da identificare), nelle filosofie distopiche di film come "Matrix" e nei grovigli-crepe spazio-temporali di "Ritorno al futuro".
Un po' troppa roba in pentola (tanto per stare i tema di maghe) per un semplice majokko, vi pare?
A questo punto mi sembra doveroso spendere due parole anche per il protagonista di questo anime: il "gatto".
Sì. E' questa sorta di "supertelegattone" a farla da padrone, che al pari di un Mike Buongiorno dell'era di "Superflash", ti propina il domandone finale da cento milioni di dollari, generando suspense da cardiopalma. Presentatore indiscusso di questo super quiz, quindi, nonché commerciale mascotte a rappresentarlo. E' lui che tira a suo piacimento tutti i fili di questa ingarbugliata matassa. Non c'è dubbio quindi che sia Kyubey il personaggio più intrigante. Enigmatico e ambiguo fin da subito, eppure entra in scena in punta di piedi, si può dire. In fin dei conti altro non fa (?) che porre a queste ragazzine un quesito: "Per esaudire un tuo desiderio, sei disposta a diventare una maga che lotta contro le streghe?". Che "tradotto" in generale vorrebbe dire anche: "Cosa si è disposti a sacrificare pur di vedere realizzato un tuo sogno? E ne varrebbe la pena? E, se sì, quali aspettative avresti una volta realizzato?"
In realtà non è tanto semplice la domanda, e nemmeno la risposta da dare. Sebbene io ne avessi già pensata una pronta all'uso e consumo immediato: "Il mio desiderio sarebbe quello di poter esaudire qualsiasi mio desiderio". (E avrei zittito il gatto)
Perciò, non è stata la domanda posta dal "supertelegattone" di sorta a turbarmi, ma è stata la sua semplice presenza. All'inizio non mi era chiaro ciò che mi infastidiva (e che allo stesso tempo mi inquietava) di questa apparente, innocua creatura. Però poi ho capito. Era la sua staticità, il suo essere inespressivo. Caratteristiche che potrebbero essere confuse con la crudeltà, ma non è la stessa cosa. Per tutto il tempo questo gattone scompare e appare senza scomporsi, mantenendo una sua flemma e logica rigorosa che ai nostri occhi potrà sembrare spietata. Non c'è labiale e nessun cambiamento espressivo del volto, mai. E come una maschera carnevalesca vedremo questo personaggio sempre con quel mezzo sorriso fisso che, a seconda dei nostri sentimenti (e sottolineo "nostri"), ci parrà crudele, freddo, terrificante, sterile o indifferente. Se ci pensate, questa staticità crea frustrazione e disturbo (è un po' quello che si verifica nelle conversazioni via SMS con l'uso degli emoticon).
Ergo, Kyubey è il personaggio più interessante e quello da osservare più attentamente.
Il personaggio più deludente invece è Madoka, che puta caso porta il nome del titolo di questo anime. Delude perché sembra non fare molto, sembra essere inutile. "Sembra". E non aggiungo altro, altrimenti cado in un antipatico spoiler. Ma quello che posso dire è che, prima che si capisca che ruolo lei abbia in tutta questa vicenda, (e ce l'ha)... ce ne passa di acqua sotto i ponti! E dunque aspettatevi che questa "protagonista" rimanga nell'ombra per un bel po', e cercate di portare pazienza. Ma, a dirla tutta, di pazienza ce ne vuole davvero molta. Troppa. Perché troppo lenta è l'evoluzione dei personaggi, della protagonista stessa (Madoka?) e di tutta la trama in generale. E questa è la pecca principale di questa serie. Rimani incollato al video per deliziarti vista e udito in attesa che finalmente il tutto decolli. Quando arriva il momento (siamo ben oltre la metà della serie), tutto si dipana in modo repentino, e come fuochi d'artificio scoppiano all'improvviso colpi di scena uno dopo l'altro, ammaliandoti e illuminando di risposte il cielo buio dei tuoi dubbi. E a quel punto lo spettatore, dopo tanta attesa, suspense e gratificazione per questo vero spettacolo pirotecnico inatteso, si aspetterebbe (maledette aspettative) un finale col botto (anzi, almeno tre, visto che stiamo parlando di fuochi d'artificio!)... E invece?
E invece... Guardatevelo e fatevi la vostra personale opinione. Di sicuro, se non amate i majokko, questo anime fa al caso vostro. Da vedere, insomma. E non fate caso al mio 7,5, i numeri sono soggettivi e hanno un valore diverso per ognuno di noi.
Essendo una a cui piacciono le storie originali e i colpi di scena, se nel 2011, anno in cui uscì questo anime, fossi stata un'ignara (paziente e poco esigente) studentessa delle medie, gli avrei dato in tutta probabilità un 10 (ma senza lode).
Partiamo dal presupposto che la sottoscritta si è approcciata a questa serie ben sapendo che non era il classico majokko. Quindi durante la visione io ero del tutto consapevole che non stavo per vedere le cuginette della "Magica Emi", piuttosto che le nipotine de "L'incantevole Creamy". Che tra l'altro, anche se i suddetti anime a suo tempo li ho visti (e rivisti), non sono (e non erano) tra i generi che io prediligo. Quello che voglio dire è che son partita con la guardia ben alzata e già preparata ad aspettarmi qualche "stranezza" in corso d' opera. Io credo che questo abbia innalzato le mie aspettative, influenzato la mia reazione e di conseguenza il mio giudizio. Ma non si poteva evitare. L'anime in questione è uscito quasi nove anni fa. Impossibile non essere contaminati dalle varie critiche o apprezzamenti, anche evitando scrupolosamente gli spoiler.
La mia primissima sensazione? L'ho associato immediatamente a un altro anime ormai datato, "Il fantastico mondo di Paul", una storia un po' inquietante (per i bambini degli anni '80 di sicuro) sulla falsa riga di "Alice nel Paese delle Meraviglie" (e stramberie!).
Ma veniamo all'oggetto di questa recensione.
Chi è Madoka? Madoka è una comunissima studentessa delle scuole medie, dall'indole dolce e gentile, che un giorno, insieme alla sua amica del cuore Sayaka, s'imbatte in una specie di gatto, Kyubey, il quale offre loro una grande opportunità: esaudire un loro personale desiderio in cambio della possibilità di diventare delle maghe che sconfiggono le streghe.
Non sembra in tutto e per tutto un majokko? Eh... "sembra", ma dietro l'angolo sta ad attenderti la "fregatura".
L'atmosfera grottesca e cupa che si delinea ad ogni strega che compare in scena è a dir poco "fuori luogo" per un innocente majokko. L'impatto visivo, un decoupage "su cartone", associato a quello musicale dei cori polifonici, lo possiamo definire scioccante. E di sicuro l'effetto è accentuato se chi guarda è un inconsapevole spettatore dell'età scolare, che si aspetta solo maghette sorridenti e melense, ritornelli noiosi e orecchiabili, e colori pastello al profumo di confetti e marzapane. Proprio no.
Questo anime è un pentolone in cui dentro ci hanno buttato di tutto, con il risultato di stordirti. E forse lo scopo era proprio quello. E' un vero tranello che furbescamente gli autori hanno imbastito per i poveri spettatori (soprattutto per le gaie e leggiadre pulzelle), ingannati da una caramella ben incartata e colorata, ma dal sapore inaspettatamente acre. I miei complimenti, ma di sicuro nella trappola non ci si cade più dopo tanti anni dalla sua messa in onda. Senza dubbio, i giovani spettatori del 2011 si saranno avvicinati a quest'anime leggeri e soavi, per poi trovarsi invece un'amara sorpresa (e molto probabilmente, a saperlo, manco l'avrebbero preso in considerazione). Ma il pubblico più informato, quello venuto dopo e quello che cercava "la novità", non si sarà fatto prendere per il naso più di tanto.
A parer mio, se lo scopo principale degli autori era quello di prendere in contropiede lo spettatore, questo depistaggio avrà avuto il suo massimo risultato all'uscita di questa serie, nove anni fa. Le reazioni successive, inevitabilmente, son state tutte contaminate (compresa la mia).
"Che cos'è" allora questo "Madoka Magica"?
Graficamente ci troviamo dentro al surrealismo e al cubismo più estremo. Tanto sta, che di primo acchito, quello a cui ho pensato mentre vedevo scene strepitose, ciniche e agghiaccianti, assurdamente paradossali (surreali appunto) è stato: "Sono caduta dentro le maglie intricate di un copriletto patchwork".
Musicalmente... beh, che dire? Il comparto sonoro è stato gestito magistralmente. Non c'è dubbio che il gruppo Kalafina ha dato un ottimo contributo affinché quest'anime diventasse quello è. Senza le loro tipiche sonorità (che a tratti ricordano molto Enya), a sottolineare tutti quei giochi grafici da capogiro, questa serie avrebbe reso la metà. Non da meno, io personalmente ho apprezzato moltissimo l'inserimento della rivisitazione del "Saltarello" di Zoltan, che ritroviamo qua e là nelle prime puntate e poi a fine ending nell'annunciare l'episodio successivo. Ottimo richiamo al periodo medievale, e dovuto direi, se il tema trattato è appunto la magia (ma di quale colore mai sarà? Mah!).
E se visivamente cadiamo nel vortice onirico della metafisica, e in quello sonoro ci facciamo travolgere da danze e canti del XIV secolo, da un punto di vista letterario precipitiamo nel buco nero della New Weird. Ambientazioni tetre, gotiche, raccapriccianti e originali accompagnano tematiche altrettanto grandi e oscure (troppo grandi per delle ragazzine delle medie) con chiari contenuti allegorici di tipo filosofico. Qui si parla di morte, vita, dipendenza, gratitudine, desideri e aspettative... E pure di entropia (manca la Teoria delle Stringhe e siamo a un passo dalla fisica quantistica).
E quindi, in dodici episodi ti fai un bel bagno nei quadri surrealisti di Dalì e cubisti di Picasso, nella musica pop barocca delle Kalafina e nei balli folkloristici medievali di Zoltan, nella letteratura gotica di E. Allan Poe e in quella drammatica di Goethe (Mefistofele non è difficile da identificare), nelle filosofie distopiche di film come "Matrix" e nei grovigli-crepe spazio-temporali di "Ritorno al futuro".
Un po' troppa roba in pentola (tanto per stare i tema di maghe) per un semplice majokko, vi pare?
A questo punto mi sembra doveroso spendere due parole anche per il protagonista di questo anime: il "gatto".
Sì. E' questa sorta di "supertelegattone" a farla da padrone, che al pari di un Mike Buongiorno dell'era di "Superflash", ti propina il domandone finale da cento milioni di dollari, generando suspense da cardiopalma. Presentatore indiscusso di questo super quiz, quindi, nonché commerciale mascotte a rappresentarlo. E' lui che tira a suo piacimento tutti i fili di questa ingarbugliata matassa. Non c'è dubbio quindi che sia Kyubey il personaggio più intrigante. Enigmatico e ambiguo fin da subito, eppure entra in scena in punta di piedi, si può dire. In fin dei conti altro non fa (?) che porre a queste ragazzine un quesito: "Per esaudire un tuo desiderio, sei disposta a diventare una maga che lotta contro le streghe?". Che "tradotto" in generale vorrebbe dire anche: "Cosa si è disposti a sacrificare pur di vedere realizzato un tuo sogno? E ne varrebbe la pena? E, se sì, quali aspettative avresti una volta realizzato?"
In realtà non è tanto semplice la domanda, e nemmeno la risposta da dare. Sebbene io ne avessi già pensata una pronta all'uso e consumo immediato: "Il mio desiderio sarebbe quello di poter esaudire qualsiasi mio desiderio". (E avrei zittito il gatto)
Perciò, non è stata la domanda posta dal "supertelegattone" di sorta a turbarmi, ma è stata la sua semplice presenza. All'inizio non mi era chiaro ciò che mi infastidiva (e che allo stesso tempo mi inquietava) di questa apparente, innocua creatura. Però poi ho capito. Era la sua staticità, il suo essere inespressivo. Caratteristiche che potrebbero essere confuse con la crudeltà, ma non è la stessa cosa. Per tutto il tempo questo gattone scompare e appare senza scomporsi, mantenendo una sua flemma e logica rigorosa che ai nostri occhi potrà sembrare spietata. Non c'è labiale e nessun cambiamento espressivo del volto, mai. E come una maschera carnevalesca vedremo questo personaggio sempre con quel mezzo sorriso fisso che, a seconda dei nostri sentimenti (e sottolineo "nostri"), ci parrà crudele, freddo, terrificante, sterile o indifferente. Se ci pensate, questa staticità crea frustrazione e disturbo (è un po' quello che si verifica nelle conversazioni via SMS con l'uso degli emoticon).
Ergo, Kyubey è il personaggio più interessante e quello da osservare più attentamente.
Il personaggio più deludente invece è Madoka, che puta caso porta il nome del titolo di questo anime. Delude perché sembra non fare molto, sembra essere inutile. "Sembra". E non aggiungo altro, altrimenti cado in un antipatico spoiler. Ma quello che posso dire è che, prima che si capisca che ruolo lei abbia in tutta questa vicenda, (e ce l'ha)... ce ne passa di acqua sotto i ponti! E dunque aspettatevi che questa "protagonista" rimanga nell'ombra per un bel po', e cercate di portare pazienza. Ma, a dirla tutta, di pazienza ce ne vuole davvero molta. Troppa. Perché troppo lenta è l'evoluzione dei personaggi, della protagonista stessa (Madoka?) e di tutta la trama in generale. E questa è la pecca principale di questa serie. Rimani incollato al video per deliziarti vista e udito in attesa che finalmente il tutto decolli. Quando arriva il momento (siamo ben oltre la metà della serie), tutto si dipana in modo repentino, e come fuochi d'artificio scoppiano all'improvviso colpi di scena uno dopo l'altro, ammaliandoti e illuminando di risposte il cielo buio dei tuoi dubbi. E a quel punto lo spettatore, dopo tanta attesa, suspense e gratificazione per questo vero spettacolo pirotecnico inatteso, si aspetterebbe (maledette aspettative) un finale col botto (anzi, almeno tre, visto che stiamo parlando di fuochi d'artificio!)... E invece?
E invece... Guardatevelo e fatevi la vostra personale opinione. Di sicuro, se non amate i majokko, questo anime fa al caso vostro. Da vedere, insomma. E non fate caso al mio 7,5, i numeri sono soggettivi e hanno un valore diverso per ognuno di noi.
Essendo una a cui piacciono le storie originali e i colpi di scena, se nel 2011, anno in cui uscì questo anime, fossi stata un'ignara (paziente e poco esigente) studentessa delle medie, gli avrei dato in tutta probabilità un 10 (ma senza lode).
Vivisezione del genere majokko e ri-assemblaggio esoterico ai massimi livelli consentiti: eccoci di fronte alla più grande trappola dell’animazione nipponica recente.
Posso cominciare asserendo che la ricetta di quest’anime è una ricetta difficile; oserei dire una ricetta arcana, misteriosa, degna d’uno di quei calderoni stregati che si annoverano nelle fiabe più antiche o nei racconti per spaventare i bambini, giusto per rimanere in tema.
E, se di ricette e calderoni si parla, eccoci agli ingredienti: mescolate al suo interno il coraggio delle guerriere Sailor e il loro granitico senso d’amicizia, gettateci una bella dose di tenerezza derivata dalla presenza di simpatici e dolci alieni (vi ricordate Posi & Nega in “L’incantevole Creamy”?), poi un pizzico di coraggio, di sacrificio e una discreta quantità di abnegazione degna delle eroine delle più famose storie majokko, e infine condite il tutto con una soverchiante e devastante dose di dolore, il più amaro e triste possibile.
Dodici rapidi, sconcertanti episodi, capaci di esordire (troppo) lentamente, per poi stordire nella seconda parte della trama, sviluppando dei colpi di scena al di là di ogni immaginazione.
Madoka Kaname è una ragazzina dolce, gentile e d’animo generoso, che frequenta la seconda media in una grande metropoli di un luogo indefinito, ambientato in un tempo che pare un futuro prossimo, vago e freddo. Ha due amiche del cuore che ritiene molto importanti, Sayaka e Hitomi, e un giorno, a causa di un particolare dialogo con la madre, la ragazza si interroga su una domanda tanto semplice quanto infantile, una domanda che probabilmente ci siamo fatti tutti, almeno una volta nella vita: se - per assurdo - potessi esprimere un desiderio, uno solo, e potessi desiderare una qualsiasi cosa io voglia... cosa vorrei davvero?
“Puella Magi Madoka Magica” è una crepa, un cretto spaventoso, una spaccatura nell’universo majokko, una sorta di scossone tanto sfrontato quanto eccezionale, capace di sconvolgere letteralmente un genere che per quarant’anni è stato considerato dolce, leggermente ardito, ma mai eccessivo o crudele, dedicato spesso alle ragazze più che ai maschietti (ma ottenendo comunque un pubblico chiaramente - e giustamente - misto). Il design decisamente “chibi” e “kawaii” è parte dell’inganno ordito, atto ad erigere un fragile palcoscenico che servirà da facciata per ciò che poi verrà svelato; si ricerca in modo spregiudicato e provocatorio un contrasto aspro fra un character design tondeggiante, dolce e adolescenziale, che va a stridere in modo quasi grottesco con i traumi della storia e le sue terribili evoluzioni, per non parlare degli ambienti freddi, giganteschi e lugubri. Probabilmente, se avessero adottato uno stile di disegno più maturo e ricercato, l’impatto emozionale sarebbe stato differente, ma non avrebbe sortito lo stesso effetto scioccante che scaturisce da questa condizione di contrasto stridente.
Senza esagerare, potremmo dire che “Puella Magi Madoka Magica” è, suo malgrado, un cult del genere. Lo diventa inevitabilmente lungo lo snodarsi della trama, un racconto più maturo di quel che si possa sospettare, sempre più tetro man mano che la storia procede, insospettabilmente preda di quei toni agghiaccianti, ben nascosti nelle prime battute, ma che verranno fuori con lo svelarsi del quadro generale. Lo stile maho shojo subisce quindi un’evoluzione critica, proiettato in una nuova dimensione, più moderna, un sovrannaturale che sconfina nell’horror psicologico, capace di esplorare differenti tipologie d’inquietudine e disperazione mai viste prima in un contesto simile. Tutto ciò che è stato non è più, e le basi stilistiche di questo genere vengono decostruite e riscritte in un’inesorabile chiave disperata, pur sempre legata al classico e reiterato concetto della creatura aliena o sovrannaturale che compare agli occhi di una ragazzina dal cuore puro, pronta a donarle incredibili poteri in cambio di una serrata lotta alle forze del male, con una chicca in più: poter esaudire un singolo, unico, importantissimo, personale desiderio.
Ma chi sono queste forze del male? E cosa significa essere “Puellae Magi”?
Domande complesse che non trovano certo una risposta immediata. Domande che vagano in una città algida, enorme, asettica e distante sia dai protagonisti che dagli spettatori, una metropoli che fa da malinconico e ruvido sfondo alle vicende delle ignare maghette. Le tinte di ciò che le circonda variano a seconda delle emozioni e dei momenti della giornata, e ogni elemento ci suggerisce un’ambientazione immersa in un futuro prossimo, non così lontano, quasi distopico e appena accennato, dove enormi prospettive sono pronte a deformarsi in modo angosciante man mano che la storia precipita, mentre i colori s’inaspriscono e intensificano, accentuando in modo critico le emozioni e le sensazioni dello spettatore.
Ci accorgiamo che i disegni, soprattutto i primi piani, posseggono un che di incompleto, di astratto, poco fluido; luci miste a ombre e colori stridenti accentuano il contrasto fra innocenza e orrore, e questa sensazione aumenta vertiginosamente man mano che ci si dirige verso la seconda metà della storia. Occhi vacui, ombre taglienti, sguardi che abbandonano l’innocenza per accettare un dolore ingiusto e assurdo, un’alienazione dell’umanità oltre ogni immaginazione; è un design ingannevolmente “moe”, un contrasto che inizialmente potrebbe dare quasi fastidio, ma col senno di poi si può apprezzare per l’intento trasversale che, strada facendo, emerge inesorabile. Il tutto condito da una colonna sonora sublime partorita da quel genio che è Yuki Kajura, leader delle Kalafina, autrici fra l’altro della ending (altro pezzo eccezionale).
Poi, i mondi “magici”: quando le maghette devono “fare sul serio” e visitare i luoghi in cui i loro nemici dimorano, ecco che il grottesco e lo sperimentale si sublimano in un mix allucinogeno: disegni ritagliati, incompleti, ombre e luci sparpagliate a metà fra incubi lovecraftiani e disumane, angoscianti visioni che riportano a galla le preziose oscenità di Salvador Dalì. Ogni elemento contribuisce a creare atmosfere estremamente inquietanti, quasi fastidiose, per non parlare dell’aspetto dei nemici, grotteschi all’inverosimile, tanto da farli divenire sia odiosi che buffi, capaci di far generare allo spettatore una vaga repulsione che sarà esplicata in un finale che definire tragico è riduttivo.
Così, lentamente, il focus si sposta dai sogni puri, coraggiosamente adolescenziali e scanzonati delle protagoniste a un esistenzialismo cupo e sordido, spaziando nei meandri di una tristezza derivante da una chiara consapevolezza leopardiana che ci rimembra di come la vita, compreso ciò che crediamo di possedere, è qualcosa di effimero e passeggero, eppure altrettanto prezioso per noi miserabili mortali, così prezioso che ci aggrappiamo ad esso, mostrando tutta la nostra fragilità, e facciamo di tutto pur di salvaguardarlo e proteggerlo.
“Solo qui e ora posso concepire ciò che per me è davvero importante”, un leitmotiv criptato che ci mostra per ciò che siamo, ovvero semplici esseri umani guidati dai nostri sentimenti, dalle nostre paure e dai nostri desideri.
Il livello di malinconia e sgomento crescente levita episodio dopo episodio. Il ritmo della serie è perfetto solo nella seconda parte, poiché i primi episodi risultano talvolta troppo lenti e vuoti, tuttavia ricchi di indizi che anticipano la svolta: la drammaticità tangibile e corposa giunge serpeggiando silenziosamente, nascondendosi nella quotidianità di Madoka e delle sue amiche, infettando quella routine che scopriremo trattarsi di qualcosa di terrificante e surreale. Nonostante le battaglie contro i “cattivi”, raramente ci si concentra sull’azione fine a sé stessa, poiché i veri scontri in “Puella Magi Madoka Magica” sono principalmente cerebrali ed etici, dove la morale personale viene messa in discussione da punti di vista estremi, generati dalle esperienze sofferte e controverse delle giovani protagoniste.
Si viaggia così verso un finale paradossale, assolutamente straziante, pronto però a riservarci una sequenza di colpi di scena che non potrete immaginare neanche per sbaglio. È un epilogo mostruoso in tutti i sensi, tinto da una morale aliena distante anni luce dalle emozioni umane, capace di emergere definitivamente e contrapporsi al buon cuore delle nostre eroine. In particolare, l’episodio 10 spalanca definitivamente la mente dello spettatore in modo violento e sublime, spietato e visionario, e, proprio come nella sapiente costruzione di “Steins;Gate”, apre scenari clamorosi e inaspettati, uno sconvolgimento totale delle informazioni ricevute fino a quel momento: un picco estremamente emozionante che valorizza la serie in modo decisivo.
Il finale è la sublimazione dell’astratto, la teoria dell’extraterreno oltre lo spazio-tempo che strizza l’occhio a scenari ”neongenesisevangeliani”, divenendo genesi totale di una semplice quanto complessa metafora, un’iperbole che inizialmente nemmeno si poteva immaginare, ma ci regala anche una positività inaspettata, che mitiga un contorno davvero cupo. Ma non si tratta di una fine “totale”: rimangono spiragli aperti per il lungometraggio che verrà, poiché alcuni punti interrogativi restano irrisolti.
Tuttavia, “Puella Magi Madoka Magica” non è un prodotto esente da difetti: uno dei punti deboli è, probabilmente, oltre al ritmo frastagliato e non sempre coinvolgente dei primi episodi, una delle giovani protagoniste: Kyoko. Spesso appare poco coerente con le proprie attitudini, un po’ troppo “tsundere” quando non ce ne sarebbe bisogno, capace di cambi comportamentali poco lineari e poco comprensibili. Sarebbe calzato in un altro contesto, ma qui rischia di sviare, più che rafforzare il focus della trama.
Ad ogni modo, senza giri di parole, possiamo dire di essere di fronte a un quasi-capolavoro. L’immensa Kajura Yuki tesse (ancora) una colonna sonora da brividi, che raddoppia e intensifica le emozioni visive. Eccezionale.
Nonostante dimostri dei limiti che non inficiano in modo decisivo le grandi qualità, possiamo tranquillamente asserire di essere di fronte a un prodotto visionario, provocatorio, folle nella sua grandezza, una pietra miliare del panorama d’animazione post duemila, che però potrebbe non essere adatto a tutti, sia per tematiche che per tipologia.
Desiderare qualcosa non costa nulla.
Realizzarlo, invece, ha sempre bisogno di un sacrificio, un po' come il principio dello scambio equivalente di quel capolavoro assoluto che fu “Fullmetal Alchemist”.
Ma cosa sareste disposti a sacrificare per ciò che desiderate?
Posso cominciare asserendo che la ricetta di quest’anime è una ricetta difficile; oserei dire una ricetta arcana, misteriosa, degna d’uno di quei calderoni stregati che si annoverano nelle fiabe più antiche o nei racconti per spaventare i bambini, giusto per rimanere in tema.
E, se di ricette e calderoni si parla, eccoci agli ingredienti: mescolate al suo interno il coraggio delle guerriere Sailor e il loro granitico senso d’amicizia, gettateci una bella dose di tenerezza derivata dalla presenza di simpatici e dolci alieni (vi ricordate Posi & Nega in “L’incantevole Creamy”?), poi un pizzico di coraggio, di sacrificio e una discreta quantità di abnegazione degna delle eroine delle più famose storie majokko, e infine condite il tutto con una soverchiante e devastante dose di dolore, il più amaro e triste possibile.
Dodici rapidi, sconcertanti episodi, capaci di esordire (troppo) lentamente, per poi stordire nella seconda parte della trama, sviluppando dei colpi di scena al di là di ogni immaginazione.
Madoka Kaname è una ragazzina dolce, gentile e d’animo generoso, che frequenta la seconda media in una grande metropoli di un luogo indefinito, ambientato in un tempo che pare un futuro prossimo, vago e freddo. Ha due amiche del cuore che ritiene molto importanti, Sayaka e Hitomi, e un giorno, a causa di un particolare dialogo con la madre, la ragazza si interroga su una domanda tanto semplice quanto infantile, una domanda che probabilmente ci siamo fatti tutti, almeno una volta nella vita: se - per assurdo - potessi esprimere un desiderio, uno solo, e potessi desiderare una qualsiasi cosa io voglia... cosa vorrei davvero?
“Puella Magi Madoka Magica” è una crepa, un cretto spaventoso, una spaccatura nell’universo majokko, una sorta di scossone tanto sfrontato quanto eccezionale, capace di sconvolgere letteralmente un genere che per quarant’anni è stato considerato dolce, leggermente ardito, ma mai eccessivo o crudele, dedicato spesso alle ragazze più che ai maschietti (ma ottenendo comunque un pubblico chiaramente - e giustamente - misto). Il design decisamente “chibi” e “kawaii” è parte dell’inganno ordito, atto ad erigere un fragile palcoscenico che servirà da facciata per ciò che poi verrà svelato; si ricerca in modo spregiudicato e provocatorio un contrasto aspro fra un character design tondeggiante, dolce e adolescenziale, che va a stridere in modo quasi grottesco con i traumi della storia e le sue terribili evoluzioni, per non parlare degli ambienti freddi, giganteschi e lugubri. Probabilmente, se avessero adottato uno stile di disegno più maturo e ricercato, l’impatto emozionale sarebbe stato differente, ma non avrebbe sortito lo stesso effetto scioccante che scaturisce da questa condizione di contrasto stridente.
Senza esagerare, potremmo dire che “Puella Magi Madoka Magica” è, suo malgrado, un cult del genere. Lo diventa inevitabilmente lungo lo snodarsi della trama, un racconto più maturo di quel che si possa sospettare, sempre più tetro man mano che la storia procede, insospettabilmente preda di quei toni agghiaccianti, ben nascosti nelle prime battute, ma che verranno fuori con lo svelarsi del quadro generale. Lo stile maho shojo subisce quindi un’evoluzione critica, proiettato in una nuova dimensione, più moderna, un sovrannaturale che sconfina nell’horror psicologico, capace di esplorare differenti tipologie d’inquietudine e disperazione mai viste prima in un contesto simile. Tutto ciò che è stato non è più, e le basi stilistiche di questo genere vengono decostruite e riscritte in un’inesorabile chiave disperata, pur sempre legata al classico e reiterato concetto della creatura aliena o sovrannaturale che compare agli occhi di una ragazzina dal cuore puro, pronta a donarle incredibili poteri in cambio di una serrata lotta alle forze del male, con una chicca in più: poter esaudire un singolo, unico, importantissimo, personale desiderio.
Ma chi sono queste forze del male? E cosa significa essere “Puellae Magi”?
Domande complesse che non trovano certo una risposta immediata. Domande che vagano in una città algida, enorme, asettica e distante sia dai protagonisti che dagli spettatori, una metropoli che fa da malinconico e ruvido sfondo alle vicende delle ignare maghette. Le tinte di ciò che le circonda variano a seconda delle emozioni e dei momenti della giornata, e ogni elemento ci suggerisce un’ambientazione immersa in un futuro prossimo, non così lontano, quasi distopico e appena accennato, dove enormi prospettive sono pronte a deformarsi in modo angosciante man mano che la storia precipita, mentre i colori s’inaspriscono e intensificano, accentuando in modo critico le emozioni e le sensazioni dello spettatore.
Ci accorgiamo che i disegni, soprattutto i primi piani, posseggono un che di incompleto, di astratto, poco fluido; luci miste a ombre e colori stridenti accentuano il contrasto fra innocenza e orrore, e questa sensazione aumenta vertiginosamente man mano che ci si dirige verso la seconda metà della storia. Occhi vacui, ombre taglienti, sguardi che abbandonano l’innocenza per accettare un dolore ingiusto e assurdo, un’alienazione dell’umanità oltre ogni immaginazione; è un design ingannevolmente “moe”, un contrasto che inizialmente potrebbe dare quasi fastidio, ma col senno di poi si può apprezzare per l’intento trasversale che, strada facendo, emerge inesorabile. Il tutto condito da una colonna sonora sublime partorita da quel genio che è Yuki Kajura, leader delle Kalafina, autrici fra l’altro della ending (altro pezzo eccezionale).
Poi, i mondi “magici”: quando le maghette devono “fare sul serio” e visitare i luoghi in cui i loro nemici dimorano, ecco che il grottesco e lo sperimentale si sublimano in un mix allucinogeno: disegni ritagliati, incompleti, ombre e luci sparpagliate a metà fra incubi lovecraftiani e disumane, angoscianti visioni che riportano a galla le preziose oscenità di Salvador Dalì. Ogni elemento contribuisce a creare atmosfere estremamente inquietanti, quasi fastidiose, per non parlare dell’aspetto dei nemici, grotteschi all’inverosimile, tanto da farli divenire sia odiosi che buffi, capaci di far generare allo spettatore una vaga repulsione che sarà esplicata in un finale che definire tragico è riduttivo.
Così, lentamente, il focus si sposta dai sogni puri, coraggiosamente adolescenziali e scanzonati delle protagoniste a un esistenzialismo cupo e sordido, spaziando nei meandri di una tristezza derivante da una chiara consapevolezza leopardiana che ci rimembra di come la vita, compreso ciò che crediamo di possedere, è qualcosa di effimero e passeggero, eppure altrettanto prezioso per noi miserabili mortali, così prezioso che ci aggrappiamo ad esso, mostrando tutta la nostra fragilità, e facciamo di tutto pur di salvaguardarlo e proteggerlo.
“Solo qui e ora posso concepire ciò che per me è davvero importante”, un leitmotiv criptato che ci mostra per ciò che siamo, ovvero semplici esseri umani guidati dai nostri sentimenti, dalle nostre paure e dai nostri desideri.
Il livello di malinconia e sgomento crescente levita episodio dopo episodio. Il ritmo della serie è perfetto solo nella seconda parte, poiché i primi episodi risultano talvolta troppo lenti e vuoti, tuttavia ricchi di indizi che anticipano la svolta: la drammaticità tangibile e corposa giunge serpeggiando silenziosamente, nascondendosi nella quotidianità di Madoka e delle sue amiche, infettando quella routine che scopriremo trattarsi di qualcosa di terrificante e surreale. Nonostante le battaglie contro i “cattivi”, raramente ci si concentra sull’azione fine a sé stessa, poiché i veri scontri in “Puella Magi Madoka Magica” sono principalmente cerebrali ed etici, dove la morale personale viene messa in discussione da punti di vista estremi, generati dalle esperienze sofferte e controverse delle giovani protagoniste.
Si viaggia così verso un finale paradossale, assolutamente straziante, pronto però a riservarci una sequenza di colpi di scena che non potrete immaginare neanche per sbaglio. È un epilogo mostruoso in tutti i sensi, tinto da una morale aliena distante anni luce dalle emozioni umane, capace di emergere definitivamente e contrapporsi al buon cuore delle nostre eroine. In particolare, l’episodio 10 spalanca definitivamente la mente dello spettatore in modo violento e sublime, spietato e visionario, e, proprio come nella sapiente costruzione di “Steins;Gate”, apre scenari clamorosi e inaspettati, uno sconvolgimento totale delle informazioni ricevute fino a quel momento: un picco estremamente emozionante che valorizza la serie in modo decisivo.
Il finale è la sublimazione dell’astratto, la teoria dell’extraterreno oltre lo spazio-tempo che strizza l’occhio a scenari ”neongenesisevangeliani”, divenendo genesi totale di una semplice quanto complessa metafora, un’iperbole che inizialmente nemmeno si poteva immaginare, ma ci regala anche una positività inaspettata, che mitiga un contorno davvero cupo. Ma non si tratta di una fine “totale”: rimangono spiragli aperti per il lungometraggio che verrà, poiché alcuni punti interrogativi restano irrisolti.
Tuttavia, “Puella Magi Madoka Magica” non è un prodotto esente da difetti: uno dei punti deboli è, probabilmente, oltre al ritmo frastagliato e non sempre coinvolgente dei primi episodi, una delle giovani protagoniste: Kyoko. Spesso appare poco coerente con le proprie attitudini, un po’ troppo “tsundere” quando non ce ne sarebbe bisogno, capace di cambi comportamentali poco lineari e poco comprensibili. Sarebbe calzato in un altro contesto, ma qui rischia di sviare, più che rafforzare il focus della trama.
Ad ogni modo, senza giri di parole, possiamo dire di essere di fronte a un quasi-capolavoro. L’immensa Kajura Yuki tesse (ancora) una colonna sonora da brividi, che raddoppia e intensifica le emozioni visive. Eccezionale.
Nonostante dimostri dei limiti che non inficiano in modo decisivo le grandi qualità, possiamo tranquillamente asserire di essere di fronte a un prodotto visionario, provocatorio, folle nella sua grandezza, una pietra miliare del panorama d’animazione post duemila, che però potrebbe non essere adatto a tutti, sia per tematiche che per tipologia.
Desiderare qualcosa non costa nulla.
Realizzarlo, invece, ha sempre bisogno di un sacrificio, un po' come il principio dello scambio equivalente di quel capolavoro assoluto che fu “Fullmetal Alchemist”.
Ma cosa sareste disposti a sacrificare per ciò che desiderate?
Penso che come pochi io sia stato fortunato. Sono solito, anche se difficile, ad evitarmi ogni tipo di spoiler, quando comincio una nuova serie. In questo caso, sono riuscito a cominciarne la visione senza avere il minimo accenno di trama, ma solo perché consigliata.
Comincio la visione chiedendomi cosa stessi vedendo e perché, continuo la visione e la domanda cambia esclamazione: "Cosa cavolo sto vedendo?".
"Mahou Shoujo Madoka Magica" è uno di quei prodotti dove il detto "l'abito non fa il monaco" è totalmente azzeccato. Nei primi episodi potresti essere un poco confuso, ma ad un certo punto tutto cambia, la storia cambia, i disegni cambiano, la ending cambia (tra l'altro, adoro l'ending). Una piacevole sorpresa, un po' come fu "Made in Abyss", anche esso riuscito a vedere senza spoiler.
Uno dei punti forti dell'anime penso sia l'originalità, cosa che ben pochi anime ormai posseggono. I disegni non sono dei migliori, ma i labirinti e le streghe sono qualcosa di assurdo, ai livelli di un trip, le musiche sono tutte azzeccate e la storia è molto avvincente.
Penso che il mio voto sia dovuto alla sorpresa che ho avuto alla visione. Con qualche spoiler, probabilmente l'avrei apprezzata di meno. Potrebbe tranquillamente ritenersi un capolavoro, ma non nel mio caso. L'ho trovato un prodotto godibilissimo e diverso dai soliti anime in circolazione.
In conclusione, lo consiglio, ma si presuppone che vi abbiano già 'spoilerato' la sorpresa.
Comincio la visione chiedendomi cosa stessi vedendo e perché, continuo la visione e la domanda cambia esclamazione: "Cosa cavolo sto vedendo?".
"Mahou Shoujo Madoka Magica" è uno di quei prodotti dove il detto "l'abito non fa il monaco" è totalmente azzeccato. Nei primi episodi potresti essere un poco confuso, ma ad un certo punto tutto cambia, la storia cambia, i disegni cambiano, la ending cambia (tra l'altro, adoro l'ending). Una piacevole sorpresa, un po' come fu "Made in Abyss", anche esso riuscito a vedere senza spoiler.
Uno dei punti forti dell'anime penso sia l'originalità, cosa che ben pochi anime ormai posseggono. I disegni non sono dei migliori, ma i labirinti e le streghe sono qualcosa di assurdo, ai livelli di un trip, le musiche sono tutte azzeccate e la storia è molto avvincente.
Penso che il mio voto sia dovuto alla sorpresa che ho avuto alla visione. Con qualche spoiler, probabilmente l'avrei apprezzata di meno. Potrebbe tranquillamente ritenersi un capolavoro, ma non nel mio caso. L'ho trovato un prodotto godibilissimo e diverso dai soliti anime in circolazione.
In conclusione, lo consiglio, ma si presuppone che vi abbiano già 'spoilerato' la sorpresa.
Questa serie narra le vicende di un gruppo di maghette che vengono reclutate da una creatura aliena chiamata Kyubey, il quale stipula un contratto che permette loro di esprimere un desiderio, a patto che però, una volta diventate maghe, combattano le streghe a rischio della propria vita. Non vado oltre, perché preferisco che il resto lo scopriate guardando la serie.
Quello che inizialmente mi ha colpito come comparto tecnico sono gli scenari molto belli, spesso surreali e che utilizzano colori cupi, i disegni ben fatti, anche se avrei preferito una definizione migliore dei vari personaggi. La colonna sonora è veramente bella, soprattutto la sigla iniziale. Le animazioni sono di buona fattura, senza eccellere fanno il loro dovere.
Per quanto riguarda i vari personaggi, si nota che in realtà più che Madoka la vera protagonista è Homura Akemi; secondo me è decisamente la maga più presente e che più si batte, avendo un compito molto arduo da risolvere.
L'anime si può suddividere in due parti: nella prima è piuttosto scontato e nella media del genere, sembra trattare temi molto drammatici, ma allo stesso tempo si nota un'eccessiva leggerezza da parte delle protagoniste nell'affrontare queste situazioni di pericolo. Ad esempio, come quando Mami in uno scontro con una strega dice che avrebbe vinto sicuramente, come se non le importasse nulla di rischiare la vita. Nella seconda parte ammetto che mi ha sorpreso, perché si eleva di livello, vengono chiarite tante questioni in sospeso, certo resta l'anomalia della "protagonista" Madoka, che invece resta quasi sempre ai margini delle vicende, e questo l'ho trovato alquanto strano.
Alla fine è una serie che mi sento di promuovere e consigliare agli amanti del genere, ma badate bene che non è la solita serie di anime majokko, in quanto le vicende sono ben più impegnative rispetto allo standard, ed è proprio per questo motivo che l'ho guardato fino alla fine con discreto interesse.
Voto finale: 7,5
Quello che inizialmente mi ha colpito come comparto tecnico sono gli scenari molto belli, spesso surreali e che utilizzano colori cupi, i disegni ben fatti, anche se avrei preferito una definizione migliore dei vari personaggi. La colonna sonora è veramente bella, soprattutto la sigla iniziale. Le animazioni sono di buona fattura, senza eccellere fanno il loro dovere.
Per quanto riguarda i vari personaggi, si nota che in realtà più che Madoka la vera protagonista è Homura Akemi; secondo me è decisamente la maga più presente e che più si batte, avendo un compito molto arduo da risolvere.
L'anime si può suddividere in due parti: nella prima è piuttosto scontato e nella media del genere, sembra trattare temi molto drammatici, ma allo stesso tempo si nota un'eccessiva leggerezza da parte delle protagoniste nell'affrontare queste situazioni di pericolo. Ad esempio, come quando Mami in uno scontro con una strega dice che avrebbe vinto sicuramente, come se non le importasse nulla di rischiare la vita. Nella seconda parte ammetto che mi ha sorpreso, perché si eleva di livello, vengono chiarite tante questioni in sospeso, certo resta l'anomalia della "protagonista" Madoka, che invece resta quasi sempre ai margini delle vicende, e questo l'ho trovato alquanto strano.
Alla fine è una serie che mi sento di promuovere e consigliare agli amanti del genere, ma badate bene che non è la solita serie di anime majokko, in quanto le vicende sono ben più impegnative rispetto allo standard, ed è proprio per questo motivo che l'ho guardato fino alla fine con discreto interesse.
Voto finale: 7,5
Cosa posso dire di quest'anime? Beh, a livello di trama è molto interessante e lontano anni luce da tutti i majokko che mi sono "sciroppata" negli anni dalle varie Sailor Moon, Evelyn, Doremi, Creamy e via dicendo.
Un animaletto magico propone alle due protagoniste Sayaka Miki e Madoka Kaname di stipulare un contratto per diventare maghe. Niente di più semplice! Se non fosse che alla base di tutto ciò ci sono altre cose in ballo, che non dico per non fare spoiler.
Per quanto mi riguarda, i personaggi sono caratterizzati in modo semplice.
Parlando della realizzazione tecnica, beh, non me ne intendo molto, ma è stato fatto dallo studio Shaft, che unisce alcuni disegni a tratti infantili con uno stile ancora più morbido delle protagoniste.
Per quanto riguarda il comparto sonoro, beh, abbiamo una colonna sonora stupenda, composta dalla opening "Connect" delle ClariS, che ti dà l'impressione che "sarà il solito shoujo come tutti gli altri", ma per quanto riguarda la ending è tutto dire. Infatti, la canzone che ricopre il ruolo di ending è "Magia" delle Kalafina, che ha un non so che di misterioso. Vorrei anche segnalare la canzone della trasformazione di Mami Tomoe, "Credentiam Justiniam", che è stupenda.
Che dire? Questo anime è molto bello, ma raccomando la visione ai ragazzi dai venti/ventotto anni circa e ai bambini accompagnati.
Un animaletto magico propone alle due protagoniste Sayaka Miki e Madoka Kaname di stipulare un contratto per diventare maghe. Niente di più semplice! Se non fosse che alla base di tutto ciò ci sono altre cose in ballo, che non dico per non fare spoiler.
Per quanto mi riguarda, i personaggi sono caratterizzati in modo semplice.
Parlando della realizzazione tecnica, beh, non me ne intendo molto, ma è stato fatto dallo studio Shaft, che unisce alcuni disegni a tratti infantili con uno stile ancora più morbido delle protagoniste.
Per quanto riguarda il comparto sonoro, beh, abbiamo una colonna sonora stupenda, composta dalla opening "Connect" delle ClariS, che ti dà l'impressione che "sarà il solito shoujo come tutti gli altri", ma per quanto riguarda la ending è tutto dire. Infatti, la canzone che ricopre il ruolo di ending è "Magia" delle Kalafina, che ha un non so che di misterioso. Vorrei anche segnalare la canzone della trasformazione di Mami Tomoe, "Credentiam Justiniam", che è stupenda.
Che dire? Questo anime è molto bello, ma raccomando la visione ai ragazzi dai venti/ventotto anni circa e ai bambini accompagnati.
"Puella Magi Madoka Magica" è un anime del 2011 composto da dodici episodi, di cui sentivo parlare in ogni dove. Tutti nel mondo degli anime l'avevano visto tranne me, imperdonabile. Tra chi lo elogiava a capolavoro e chi ne parlava malissimo, ho capito subito che questo è un classico anime che o si ama o si odia.
La storia inizialmente segue le vicende di Madoka e Sayaka, due studentesse delle medie, che un giorno vengono a conoscenza dell'esistenza delle streghe, delle entità malvagie invisibili che seminano desideri di morte nelle persone. Per questo Kyubey, uno strano gatto parlante, proporrà loro di diventare maghe, esprimendo un desiderio, che lui esaudirà. Donando loro poi una soul gem, che servirà a farle trasformare in maghe e ad acquisire poteri magici, per combattere le streghe per il resto della loro vita, correndo anche gravi pericoli. Le due ragazze dovranno pensare molto bene a questa scelta. Vale davvero la pena rischiare la vita in questo modo, per il bene degli altri? E, se dovessero esprimere un desiderio, quale sarebbe?
Questo anime tocca molti argomenti seri e profondi, analizzandoli in maniera molto adulta e mai superficialmente. Le due ragazze, dal carattere molto diverso, prenderanno la lotta contro le streghe in modo differente: Sayaka, dal fare molto deciso, ma dall'animo fragile, vorrà combattere le streghe per difendere gli altri, usando il desiderio per curare il braccio del ragazzo che ama, Kyosuke, così che possa riprendere a suonare il violino. Mentre Madoka, dal fare sempre amichevole, non si saprà mai decidere sul suo desiderio, avendo già una vita molto felice. Ma è giusto mettere a repentaglio la sua vita felice per fare una cosa tanto rischiosa? Per tutto l'anime una nuova studentessa di nome Homura, anche lei maga, farà di tutto per impedire a Madoka di diventare maga. Mentre, dall'altro lato, un incontro con una maga veterana di nome Mami le farà sempre venire più voglia di diventarlo. Quale decisione prenderanno le due ragazze? Se ne pentiranno? Kyubey avrà detto loro tutto quanto, riguardo cosa comporterà davvero la loro trasformazione? L'anime risponderà a tutte queste domande e vi sorprenderà molto, in fatto di colpi di scena e crudeltà.
Per quanto riguarda i personaggi di quest'anime, sono tutti ben caratterizzati, tutti con i loro pregi e difetti, molto realistici e d'impatto. Tutti tranne Madoka, e questo proprio non mi è andato giù. Per tutto l'anime lei sarà in balia degli eventi e sembrerà solo un angioletto piagnucolone, decisamente il personaggio meno riuscito, che avrà un ruolo solo e soltanto nell'ultimo episodio. Questo secondo me è il più grande difetto dell'anime, che aveva davvero un enorme potenziale.
Riguardo al comparto tecnico, devo dire che è davvero notevole il lavoro fatto nella rappresentazione delle streghe, peccato che alcuni cambi di inquadratura molto presenti nell'anime io non li abbia proprio sopportati: secondo me stonano parecchio con l'atmosfera dell'anime e la rovinano, ma, se si chiude un occhio su questo particolare, allora non c'è proprio niente da ridire. Il caracter design dei personaggi non è dei più carini che ho visto, ma si sposa benissimo con l'anime e ci si abitua subito, quindi non è assolutamente un problema. Anche il sonoro è molto azzeccato. L'intro e l'ending mi sono piaciute, anche se non molto memorabili, diciamo il giusto.
Infine, il mio voto per l'anime è 7,5, e mi dispiace, perché, se avessero pensato meglio il carattere della non protagonista Madoka e se avesse avuto più ruolo nell'intero anime e non solo nell'ultimo episodio, avrei dato molto di più. Ma questo è solo il mio gusto; se magari a voi piace il genere di personaggio puro fino al midollo, allora vi assicuro che amerete quest'anime, e quindi ve lo consiglio.
La storia inizialmente segue le vicende di Madoka e Sayaka, due studentesse delle medie, che un giorno vengono a conoscenza dell'esistenza delle streghe, delle entità malvagie invisibili che seminano desideri di morte nelle persone. Per questo Kyubey, uno strano gatto parlante, proporrà loro di diventare maghe, esprimendo un desiderio, che lui esaudirà. Donando loro poi una soul gem, che servirà a farle trasformare in maghe e ad acquisire poteri magici, per combattere le streghe per il resto della loro vita, correndo anche gravi pericoli. Le due ragazze dovranno pensare molto bene a questa scelta. Vale davvero la pena rischiare la vita in questo modo, per il bene degli altri? E, se dovessero esprimere un desiderio, quale sarebbe?
Questo anime tocca molti argomenti seri e profondi, analizzandoli in maniera molto adulta e mai superficialmente. Le due ragazze, dal carattere molto diverso, prenderanno la lotta contro le streghe in modo differente: Sayaka, dal fare molto deciso, ma dall'animo fragile, vorrà combattere le streghe per difendere gli altri, usando il desiderio per curare il braccio del ragazzo che ama, Kyosuke, così che possa riprendere a suonare il violino. Mentre Madoka, dal fare sempre amichevole, non si saprà mai decidere sul suo desiderio, avendo già una vita molto felice. Ma è giusto mettere a repentaglio la sua vita felice per fare una cosa tanto rischiosa? Per tutto l'anime una nuova studentessa di nome Homura, anche lei maga, farà di tutto per impedire a Madoka di diventare maga. Mentre, dall'altro lato, un incontro con una maga veterana di nome Mami le farà sempre venire più voglia di diventarlo. Quale decisione prenderanno le due ragazze? Se ne pentiranno? Kyubey avrà detto loro tutto quanto, riguardo cosa comporterà davvero la loro trasformazione? L'anime risponderà a tutte queste domande e vi sorprenderà molto, in fatto di colpi di scena e crudeltà.
Per quanto riguarda i personaggi di quest'anime, sono tutti ben caratterizzati, tutti con i loro pregi e difetti, molto realistici e d'impatto. Tutti tranne Madoka, e questo proprio non mi è andato giù. Per tutto l'anime lei sarà in balia degli eventi e sembrerà solo un angioletto piagnucolone, decisamente il personaggio meno riuscito, che avrà un ruolo solo e soltanto nell'ultimo episodio. Questo secondo me è il più grande difetto dell'anime, che aveva davvero un enorme potenziale.
Riguardo al comparto tecnico, devo dire che è davvero notevole il lavoro fatto nella rappresentazione delle streghe, peccato che alcuni cambi di inquadratura molto presenti nell'anime io non li abbia proprio sopportati: secondo me stonano parecchio con l'atmosfera dell'anime e la rovinano, ma, se si chiude un occhio su questo particolare, allora non c'è proprio niente da ridire. Il caracter design dei personaggi non è dei più carini che ho visto, ma si sposa benissimo con l'anime e ci si abitua subito, quindi non è assolutamente un problema. Anche il sonoro è molto azzeccato. L'intro e l'ending mi sono piaciute, anche se non molto memorabili, diciamo il giusto.
Infine, il mio voto per l'anime è 7,5, e mi dispiace, perché, se avessero pensato meglio il carattere della non protagonista Madoka e se avesse avuto più ruolo nell'intero anime e non solo nell'ultimo episodio, avrei dato molto di più. Ma questo è solo il mio gusto; se magari a voi piace il genere di personaggio puro fino al midollo, allora vi assicuro che amerete quest'anime, e quindi ve lo consiglio.
Scrivere una recensione su quest'anime è estremamente difficile, ogni cosa che potrei dire sulla trama si tramuta in un grossissimo spoiler; la cosa migliore sarebbe iniziare l'anime pensando di trovarsi di fronte a una specie di "Sailor Moon", per poi accorgersi mano a mano che qualcosa non torna... e averne la completa certezza nel primo momento 'WTF'! Solo allora anche l'ending cambierà, mostrando la vera natura dell'anime. Ma mi rendo conto che è molto improbabile che qualcuno nel 2018 venga a contatto con l'opera in questo modo, io stesso non avrei mai iniziato la visione, se non fossi venuto a contatto con qualche recensione 'spoilerosa'.
Quindi esplicito lo stretto necessario per incoraggiare la visione già da subito: qui siamo in un seinen che si maschera da majokko! Questa è la 'trollata' top del 2011, la decostruzione finale di un genere! Un anime di altissima qualità non soltanto dal punto di vista della sceneggiatura, ma anche dal punto di vista grafico, soprattutto al palesarsi di una strega: un bad trip alienante che è un piacere per gli occhi. L'unico difetto che si può trovare è un unico personaggio poco convincente e stereotipato, Kyoko! Un difetto quasi veniale, se non fosse che l'anime presenta pochissimi personaggi, e svilupparne anche solo uno mediocremente inficia tutta l'opera. Ad ogni modo è consigliatissimo! Non ve ne pentirete!
Quindi esplicito lo stretto necessario per incoraggiare la visione già da subito: qui siamo in un seinen che si maschera da majokko! Questa è la 'trollata' top del 2011, la decostruzione finale di un genere! Un anime di altissima qualità non soltanto dal punto di vista della sceneggiatura, ma anche dal punto di vista grafico, soprattutto al palesarsi di una strega: un bad trip alienante che è un piacere per gli occhi. L'unico difetto che si può trovare è un unico personaggio poco convincente e stereotipato, Kyoko! Un difetto quasi veniale, se non fosse che l'anime presenta pochissimi personaggi, e svilupparne anche solo uno mediocremente inficia tutta l'opera. Ad ogni modo è consigliatissimo! Non ve ne pentirete!
Premetto che, prima di guardare questo anime, nutrivo numerosi dubbi nei suoi confronti: temevo un replay di "Mew Mew" o di "Sailor Moon", in cui la sola differenza fosse il numero di episodi. Mi sbagliavo di brutto; una puntata tira l'altra e l'ho guardato tutto in un pomeriggio, totalmente catturato da quanto aveva da offrire questo capolavoro. Ma ora basta con gli elogi.
Trama: Madoka è una giovane ragazzina delle medie dai capelli rosa, dolce, gentile, onesta e di buon cuore che vive una vita normale con le sue amichette normali. Un giorno fa un sogno, conosce una nuova compagna di classe, incontra una sottospecie di gatto con le orecchie pelose e la sua vita cambia radicalmente. La bestiola le propone, infatti, uno strano accordo.
Malus: il voto suggerirebbe un'opera priva di difetti, ma oggettivamente parlando ci sono alcune caratteristiche che potrebbero non essere apprezzate; non è il mio caso, ma il mondo è bello perché è vario. La storia è di fatto stupenda e perfetta a mio modesto parere, però tratta temi e argomentazioni di enorme complessità, ponendo alle protagoniste domande dalle risposte non semplici; sono discorsi di cui parlerei per ore, ma difficilmente il mio interlocutore sarebbe una ragazzina delle medie, specialmente per i tempi in cui viviamo oggi. Questa cosa non mi ha disturbato affatto, anzi, dal punto di vista del micetto ha anche senso puntare sulle ragazze in giovane età piuttosto che su donne adulte, però, se a qualcun altro disturba, posso comprendere. Un altro possibile difetto può essere costituito dalla resa delle ragazze in termini di design character, non proprio "realistiche". Personalmente la cosa non mi ha dato alcun fastidio, l'ho anzi apprezzata molto, ormai troppo spesso dei disegni belli diventano strumento per nascondere la mediocrità di un'opera di animazione.
Bonus: a conti fatti, i difetti che ho descritto sono in realtà per me motivi di elogio. Avrei talmente tanti pregi da elencare che devo per forza di cose scremarli. La trama, come detto, è perfetta, se aggiungessi altro sarebbe spoiler, e, per un anime come questo, non è ammissibile; la trama va vissuta.
La caratterizzazione dei personaggi è ottima, non perfetta a causa di estremizzazioni a volte un poco forzate, ma comunque comprensibili, se pensiamo che si tratta di ragazzine che tutto d'un colpo si rendono conto di che cosa le circondi. Gli episodi sono gestiti in modo esemplare, costituiti dal giusto equilibrio tra azione e dialogo, sempre con estrema attenzione ai dettagli. I dialoghi mi sono piaciuti tantissimo, dai più semplici ai più profondi; forse ci sono un po' troppe lacrime, ma può darsi sia colpa del mio cuore di pietra.
Il sonoro, tra sigle e colonne, merita solo tanti applausi, era tanto che non avevo la pelle d'oca davanti a una mocciosa che combatte il male.
L'animazione, invece, ho deciso di trattarla per ultima, perché merita più di un paio di righe. Da architetto, anche piuttosto critico e severo solitamente, ho apprezzato tantissimo le ambientazioni, dalle case delle protagoniste con le loro stanze, arredo ovviamente compreso, agli spazi pubblici, che siano le classi della scuola o gli spazi aperti in città. Per uno come me è stato veramente un onore poter vedere finalmente un lavoro così ben curato dal punto di vista degli ambienti architettonici, troppo spesso posti in secondo piano, magari a causa di scarse conoscenze in materia. Le riprese della città, dall'alto, a volo d'uccello o a passo di uomo che fossero, mi sono sempre piaciute molto. Per quanto concerne invece l'ambiente "magico", si tratta di una vera e propria scommessa, secondo me, vinta a mani bassissime; giù il cappello per questa trovata davvero geniale e di cui, onestamente parlando, l'animazione giapponese aveva bisogno.
Questo anime ha, secondo me, molto da dare, più di quanto traspaia dalla copertina e dal titolo (che comunque a me piace), ma va seguito con pazienza e, malgrado tutto, senza troppe pretese. Un mix così ben amalgamato di generi non è facile da trovare, soprattutto se si nasconde dietro l'icona di "nuovo Doremì".
Concludo consigliando la visione a tutti, magari anche in compagnia dei genitori, se siete molto giovani; sarebbe l'anime ideale per far capire loro che questo tipo di televisione ha molto da offrire. Il 9,5/10, premesso che 10 credo non lo darò mai, è dovuto al finale, bellissimo ma leggermente troppo "pirotecnico" o "universale" per i miei gusti.
Trama: Madoka è una giovane ragazzina delle medie dai capelli rosa, dolce, gentile, onesta e di buon cuore che vive una vita normale con le sue amichette normali. Un giorno fa un sogno, conosce una nuova compagna di classe, incontra una sottospecie di gatto con le orecchie pelose e la sua vita cambia radicalmente. La bestiola le propone, infatti, uno strano accordo.
Malus: il voto suggerirebbe un'opera priva di difetti, ma oggettivamente parlando ci sono alcune caratteristiche che potrebbero non essere apprezzate; non è il mio caso, ma il mondo è bello perché è vario. La storia è di fatto stupenda e perfetta a mio modesto parere, però tratta temi e argomentazioni di enorme complessità, ponendo alle protagoniste domande dalle risposte non semplici; sono discorsi di cui parlerei per ore, ma difficilmente il mio interlocutore sarebbe una ragazzina delle medie, specialmente per i tempi in cui viviamo oggi. Questa cosa non mi ha disturbato affatto, anzi, dal punto di vista del micetto ha anche senso puntare sulle ragazze in giovane età piuttosto che su donne adulte, però, se a qualcun altro disturba, posso comprendere. Un altro possibile difetto può essere costituito dalla resa delle ragazze in termini di design character, non proprio "realistiche". Personalmente la cosa non mi ha dato alcun fastidio, l'ho anzi apprezzata molto, ormai troppo spesso dei disegni belli diventano strumento per nascondere la mediocrità di un'opera di animazione.
Bonus: a conti fatti, i difetti che ho descritto sono in realtà per me motivi di elogio. Avrei talmente tanti pregi da elencare che devo per forza di cose scremarli. La trama, come detto, è perfetta, se aggiungessi altro sarebbe spoiler, e, per un anime come questo, non è ammissibile; la trama va vissuta.
La caratterizzazione dei personaggi è ottima, non perfetta a causa di estremizzazioni a volte un poco forzate, ma comunque comprensibili, se pensiamo che si tratta di ragazzine che tutto d'un colpo si rendono conto di che cosa le circondi. Gli episodi sono gestiti in modo esemplare, costituiti dal giusto equilibrio tra azione e dialogo, sempre con estrema attenzione ai dettagli. I dialoghi mi sono piaciuti tantissimo, dai più semplici ai più profondi; forse ci sono un po' troppe lacrime, ma può darsi sia colpa del mio cuore di pietra.
Il sonoro, tra sigle e colonne, merita solo tanti applausi, era tanto che non avevo la pelle d'oca davanti a una mocciosa che combatte il male.
L'animazione, invece, ho deciso di trattarla per ultima, perché merita più di un paio di righe. Da architetto, anche piuttosto critico e severo solitamente, ho apprezzato tantissimo le ambientazioni, dalle case delle protagoniste con le loro stanze, arredo ovviamente compreso, agli spazi pubblici, che siano le classi della scuola o gli spazi aperti in città. Per uno come me è stato veramente un onore poter vedere finalmente un lavoro così ben curato dal punto di vista degli ambienti architettonici, troppo spesso posti in secondo piano, magari a causa di scarse conoscenze in materia. Le riprese della città, dall'alto, a volo d'uccello o a passo di uomo che fossero, mi sono sempre piaciute molto. Per quanto concerne invece l'ambiente "magico", si tratta di una vera e propria scommessa, secondo me, vinta a mani bassissime; giù il cappello per questa trovata davvero geniale e di cui, onestamente parlando, l'animazione giapponese aveva bisogno.
Questo anime ha, secondo me, molto da dare, più di quanto traspaia dalla copertina e dal titolo (che comunque a me piace), ma va seguito con pazienza e, malgrado tutto, senza troppe pretese. Un mix così ben amalgamato di generi non è facile da trovare, soprattutto se si nasconde dietro l'icona di "nuovo Doremì".
Concludo consigliando la visione a tutti, magari anche in compagnia dei genitori, se siete molto giovani; sarebbe l'anime ideale per far capire loro che questo tipo di televisione ha molto da offrire. Il 9,5/10, premesso che 10 credo non lo darò mai, è dovuto al finale, bellissimo ma leggermente troppo "pirotecnico" o "universale" per i miei gusti.
È raro trovare un'opera di grande consistenza come "Puella Magi Madoka Magica". Qualitativamente ci si trova di fronte a un prodotto senza pecche, una perla che brilla per il suo comparto tecnico nel fango di produzioni che non riescono a risaltare da nessun punto di vista, crudelmente dette mediocri.
Non è però la cornice, in un trionfo musicale e visivo, a rendere questo anime un capolavoro. Ciò che lo rende tale è la storia, intessuta con cura da una regia magistrale, che si dipana in maniera deliziosamente lineare, le cui uniche increspature sono rappresentate da flashback e rivelazioni inaspettate che non spezzano minimamente il ritmo scorrevole dell'opera.
"Puella Magi Madoka Magica" siede ancora con grazia nelle classifiche dedicate al mondo anime stilate in Giappone, a mostrare la vittoria dell'equilibrio sugli eccessi di un'industria che punta a primeggiare attraverso le vuote stravaganze, col risultato di sfornare titoli dal successo fulmineo ma incapaci di rimanere nei cuori degli spettatori.
È il prezzo da pagare per la mancanza di originalità e di coraggio nell'osare, in contrasto con "Puella Magi Madoka Magica", il cui intero concept è basato sulla demolizione del genere maho shojo.
All'inizio si viene presi per mano e guidati nella comodità rassicurante del già visto, soltanto per essere abbandonati all'improvviso con l'emozione che solo un salto nel vuoto può dare, e questo salto è il rovesciamento degli stereotipi che trasforma il banale in sorprendente. Questo passaggio brusco si sviluppa però con la freddezza razionale di un'idea ben pensata, dove ogni cosa ha il suo posto e il suo perché, e puntata dopo puntata si delinea una spiegazione chiara di ogni avvenimento. Nulla è lasciato al caso e, se da una parte abbiamo la logica spietata dell'antagonista, dall'altra troviamo l'emotività umana delle giovani protagoniste.
Bianco e nero quindi, ma anche infiniti grigi che catturano le mille sfaccettature che questo titolo riesce ad offrire grazie alla cura dei particolari, generando interessanti retroscena e possibilità di teorizzare nonostante la sua perfetta conclusione.
L'unica fetta di pubblico che dovrebbe astenersi dalla visione è quella alla ricerca di leggerezza. L'atmosfera cupa, resa paradossalmente ancora più fosca dal delicato character design e dai colori pastello, appesantisce una storia amara e carica di emozioni, certamente non adatta a chi preferisce una risata.
Non è però la cornice, in un trionfo musicale e visivo, a rendere questo anime un capolavoro. Ciò che lo rende tale è la storia, intessuta con cura da una regia magistrale, che si dipana in maniera deliziosamente lineare, le cui uniche increspature sono rappresentate da flashback e rivelazioni inaspettate che non spezzano minimamente il ritmo scorrevole dell'opera.
"Puella Magi Madoka Magica" siede ancora con grazia nelle classifiche dedicate al mondo anime stilate in Giappone, a mostrare la vittoria dell'equilibrio sugli eccessi di un'industria che punta a primeggiare attraverso le vuote stravaganze, col risultato di sfornare titoli dal successo fulmineo ma incapaci di rimanere nei cuori degli spettatori.
È il prezzo da pagare per la mancanza di originalità e di coraggio nell'osare, in contrasto con "Puella Magi Madoka Magica", il cui intero concept è basato sulla demolizione del genere maho shojo.
All'inizio si viene presi per mano e guidati nella comodità rassicurante del già visto, soltanto per essere abbandonati all'improvviso con l'emozione che solo un salto nel vuoto può dare, e questo salto è il rovesciamento degli stereotipi che trasforma il banale in sorprendente. Questo passaggio brusco si sviluppa però con la freddezza razionale di un'idea ben pensata, dove ogni cosa ha il suo posto e il suo perché, e puntata dopo puntata si delinea una spiegazione chiara di ogni avvenimento. Nulla è lasciato al caso e, se da una parte abbiamo la logica spietata dell'antagonista, dall'altra troviamo l'emotività umana delle giovani protagoniste.
Bianco e nero quindi, ma anche infiniti grigi che catturano le mille sfaccettature che questo titolo riesce ad offrire grazie alla cura dei particolari, generando interessanti retroscena e possibilità di teorizzare nonostante la sua perfetta conclusione.
L'unica fetta di pubblico che dovrebbe astenersi dalla visione è quella alla ricerca di leggerezza. L'atmosfera cupa, resa paradossalmente ancora più fosca dal delicato character design e dai colori pastello, appesantisce una storia amara e carica di emozioni, certamente non adatta a chi preferisce una risata.
Mahou shoujo, le ragazze magiche. Un genere di anime che ha da sempre visto come protagoniste ragazze nel fiore degli anni cambiare la loro vita a seguito di incontri molto speciali che le hanno portate a lottare in battaglie dai punti di vista molto particolari: da semplici lotte fra il bene e il male alla difesa di persone a loro care come la famiglia, gli amici, i sogni e coloro che potrebbero diventare l'amore della loro vita, in storie dalle atmosfere bene o male sempre innocenti. Ma tutto dipende dalla mano di chi vuole raccontare la storia in questione e, se a narrarla è Gen Urobuchi, allora si arriva all'inversione totale di rotta del genere, rivoluzionandolo in un modo molto difficile da descrivere, ma che tento comunque di fare in queste righe, con la storia di "Puella Magi ★ Madoka Magica".
Le storie di Gen Urobuchi non sono mai semplici, ma sono molto complesse, difficili e a volte perfino crudeli, capaci di portare lo spettatore in un conflitto di ideali e punti di vista nelle tematiche affrontate, in una storia che vuole essere ciclica. La semplice premessa della ragazza che ottiene poteri magici tramite l'incontro con una misteriosa figura nella lotta contro un'entità maligna con l'aiuto di alleate e l'interferenza di rivali, e con la possibilità di esaudire il suo desiderio, pur sapendo di correre gravi pericoli, getta le fondamenta di una storia molto più drammatica, seria e crudele, dove il prezzo da pagare può essere fatale, se non peggio. La tragica vicenda che coinvolgerà Madoka Kaname e la sua amica Sayaka a seguito dell'incontro con Kyubey e della possibilità di lottare contro le streghe mediante un patto, e l'interferenza di Akemi Homura, sarà niente in confronto a ciò che aspetta lo spettatore man mano che la storia andrà avanti.
Se si sbaglia, si perde, e perdere e sbagliare equivale a morire, in un tremendo ciclo nel nome dell'amoralità e crudeltà totale dal punto di vita della vittima e del vantaggio di chi è il carnefice, in un tremendo concetto di ciclicità all'insegna del dolore e del nauseabondo di chi guarda e interpreta il tutto; l'unica soluzione equivale a spezzare quel ciclo, anche se a prezzi estremi, ma, se un ciclo finisce, un altro ricomincia, e c'è da chiedersi se si è riusciti a guadagnarci o meno.
I cliché tipici di una serie mahou shoujo vengono completamente stravolti, sia nelle atmosfere, che in pochi attimi mutano dall'allegro e colorato all'oscuro e drammatico, che nei personaggi, con rapporti che richiamano l'ambiguità in certi frangenti. Madoka non è la classica ragazza gentile e pronta a tutto, e le crudeli faccende che la coinvolgeranno segneranno per lei un duro percorso da intraprendere, e alla fine la porteranno alla più sofferta delle decisioni; Kyubey... ho solo un epiteto da associargli: feccia; Sayaka, da ragazza allegra e scanzonata, pagherà a caro prezzo cosa vuol dire esaudire un desiderio e non aver sfruttato a dovere tale occasione; delle altre due maghe non dico nulla, mentre per Akemi, infine, il discorso è molto più difficile che mai: questa sua "fissa" per Madoka verrà compresa solo alla fine, e c'è da interrogarsi se tale "sentimento" sia giustificato nel suo agire e nel suo esprimersi.
Dal lato sonoro, Yuki Kajiura regala dei pezzi da novanta nel suo repertorio musicale, davvero splendidi e riusciti, mentre dal lato artistico è ben visibile la maestria e bravura dello Studio Shaft, capace di trasformare le loro serie in vere e proprie opere d'arte da museo, con il loro stile artistico nelle ambientazioni normali e quelle "anormali", degne di un quadro.
"Puella Magi ★ Madoka Magica" sembra una serie innocente, ma non lo è affatto, se a dirigerla è la difficile mano di Gen Urobuchi, capace di inserire le sue difficili tematiche e le sue storie drammatiche perfino in un genere innocente come quello delle maghette, regalando un'esperienza che vale la pena seguire tutta d'un fiato, e che cosa lascerà alla fine sta allo spettatore deciderlo.
Cosa si è disposti a fare per esaudire un desiderio, e poi riuscire a sfruttarlo appieno? Cosa si è disposti a fare per proteggere le persone a noi care? E per la persona più importante della nostra vita, saremo capaci di fare qualunque cosa? E se qualcuno osa gettare lerciume sul concetto di umanità, definendolo "strumento", saprete come controbattere tale cieca visione su di noi?
Il segno definitivo lasciatoci da questa anormale ma suadente esperienza e le conclusioni dei nostri punti di vista spettano a ciascuno di noi.
Le storie di Gen Urobuchi non sono mai semplici, ma sono molto complesse, difficili e a volte perfino crudeli, capaci di portare lo spettatore in un conflitto di ideali e punti di vista nelle tematiche affrontate, in una storia che vuole essere ciclica. La semplice premessa della ragazza che ottiene poteri magici tramite l'incontro con una misteriosa figura nella lotta contro un'entità maligna con l'aiuto di alleate e l'interferenza di rivali, e con la possibilità di esaudire il suo desiderio, pur sapendo di correre gravi pericoli, getta le fondamenta di una storia molto più drammatica, seria e crudele, dove il prezzo da pagare può essere fatale, se non peggio. La tragica vicenda che coinvolgerà Madoka Kaname e la sua amica Sayaka a seguito dell'incontro con Kyubey e della possibilità di lottare contro le streghe mediante un patto, e l'interferenza di Akemi Homura, sarà niente in confronto a ciò che aspetta lo spettatore man mano che la storia andrà avanti.
Se si sbaglia, si perde, e perdere e sbagliare equivale a morire, in un tremendo ciclo nel nome dell'amoralità e crudeltà totale dal punto di vita della vittima e del vantaggio di chi è il carnefice, in un tremendo concetto di ciclicità all'insegna del dolore e del nauseabondo di chi guarda e interpreta il tutto; l'unica soluzione equivale a spezzare quel ciclo, anche se a prezzi estremi, ma, se un ciclo finisce, un altro ricomincia, e c'è da chiedersi se si è riusciti a guadagnarci o meno.
I cliché tipici di una serie mahou shoujo vengono completamente stravolti, sia nelle atmosfere, che in pochi attimi mutano dall'allegro e colorato all'oscuro e drammatico, che nei personaggi, con rapporti che richiamano l'ambiguità in certi frangenti. Madoka non è la classica ragazza gentile e pronta a tutto, e le crudeli faccende che la coinvolgeranno segneranno per lei un duro percorso da intraprendere, e alla fine la porteranno alla più sofferta delle decisioni; Kyubey... ho solo un epiteto da associargli: feccia; Sayaka, da ragazza allegra e scanzonata, pagherà a caro prezzo cosa vuol dire esaudire un desiderio e non aver sfruttato a dovere tale occasione; delle altre due maghe non dico nulla, mentre per Akemi, infine, il discorso è molto più difficile che mai: questa sua "fissa" per Madoka verrà compresa solo alla fine, e c'è da interrogarsi se tale "sentimento" sia giustificato nel suo agire e nel suo esprimersi.
Dal lato sonoro, Yuki Kajiura regala dei pezzi da novanta nel suo repertorio musicale, davvero splendidi e riusciti, mentre dal lato artistico è ben visibile la maestria e bravura dello Studio Shaft, capace di trasformare le loro serie in vere e proprie opere d'arte da museo, con il loro stile artistico nelle ambientazioni normali e quelle "anormali", degne di un quadro.
"Puella Magi ★ Madoka Magica" sembra una serie innocente, ma non lo è affatto, se a dirigerla è la difficile mano di Gen Urobuchi, capace di inserire le sue difficili tematiche e le sue storie drammatiche perfino in un genere innocente come quello delle maghette, regalando un'esperienza che vale la pena seguire tutta d'un fiato, e che cosa lascerà alla fine sta allo spettatore deciderlo.
Cosa si è disposti a fare per esaudire un desiderio, e poi riuscire a sfruttarlo appieno? Cosa si è disposti a fare per proteggere le persone a noi care? E per la persona più importante della nostra vita, saremo capaci di fare qualunque cosa? E se qualcuno osa gettare lerciume sul concetto di umanità, definendolo "strumento", saprete come controbattere tale cieca visione su di noi?
Il segno definitivo lasciatoci da questa anormale ma suadente esperienza e le conclusioni dei nostri punti di vista spettano a ciascuno di noi.
“Puella Magi ★ Madoka Magica” è una serie d’animazione giapponese del 2011, costituita da dodici episodi di durata canonica e prodotta da Aniplex e Shaft.
Trama: la tranquilla e abitudinaria vita quotidiana della quattordicenne Madoka Kaname e della sua amica Sayaka Miki viene completamente sconvolta dall'incontro con Kyubey, un bizzarro animaletto affetto dal più impressionante caso di ciuffi pelosi nelle orecchie. Scoprono così l’esistenza delle Streghe, creature sovrannaturali, invisibili agli occhi delle persone comuni, che si nutrono di negatività e causano numerosi incidenti e sofferenza per gli esseri umani, e delle Maghe, ragazzine dotate dei poteri necessari per cacciare le Streghe e salvare gli innocenti.
Kyubey proporrà loro un patto: diventare Maghe in cambio dell’esaudimento di un loro desiderio, anche il più improbabile. Accetteranno?
Ispirandosi vagamente alla premessa del “Faust” di Goethe e traendo a piene mani dalle dinamiche basilari di “Claymore”, l’anime si contraddistingue per l’altalenante qualità, sia narrativa che tecnica, ma tratta con intelligenza e delicatezza solo la tematica portante della vicenda: la scelta. Rinunciare alle proprie rassicuranti esistenze per abbracciare un cammino di lotte, sofferenza e pericoli potenzialmente mortali non è alla portata di tutti, anche se la promessa di poter realizzare un proprio sogno, IL sogno, e di ottenere capacità incredibili, nonché vestiti adornati di pizzi e fiocchetti, rende la proposta molto allettante. E lo straziante dilemma si vede e si sente: le protagoniste discutono a lungo e approfonditamente circa i vantaggi e gli svantaggi di una simile decisione, si interrogano su cosa possano perdere e su cosa possano guadagnare dalla trasformazione in Maghe e, soprattutto, realizzano ciò che veramente bramano. Si configura in questo modo una serie particolarmente verbosa, di cui le scene d’azione costituiscono una ridotta parte. A scontrarsi ferocemente, invece, sono altruismo ed egoismo, autentici o presunti: combattere le Streghe significa mettere a repentaglio la propria incolumità, con le conseguenti difficoltà per la sfera affettiva, sia famigliare che romantica (ulteriori rivelazioni non fanno che appesantire questa realtà), ma anche salvare altre persone dall'influenza negativa di queste immonde creature. Quand'è, tuttavia, che compiere del bene per gli altri è un gesto sinceramente generoso, e quando invece rappresenta un modo per soddisfare il proprio cuore e per convivere più facilmente con sé stessi?
Per quanto questo preambolo lasci pensare a un’opera insolitamente adulta, è proprio in questo frangente che si palesano le prime inconsistenze. La maturità che le protagoniste dimostrano nei loro dialoghi viene improvvisamente meno nelle situazioni più drammatiche e concitate, regalando al pubblico una banda di ragazzine quasi bipolari e belligeranti, continuamente divise da fraintendimenti e omissioni di preziosi dettagli. La stessa Madoka, figura centrale della storia ma non della narrazione in senso stretto, è quasi costantemente in preda a dubbi e paure, quando non sconvolta dal pianto, il che è perfettamente in linea con gli atteggiamenti che ci si aspetterebbe da una quattordicenne catapultata in un mondo fantastico e terribile. Peccato che questa sua peculiarità si infranga contro la personalità apparentemente giudiziosa che ostenta in altre sequenze. Lo stesso si può dire per le sue compagne, amiche e rivali, alcune delle quali hanno caratterizzazioni psicologiche quanto mai schizofreniche. Unica sorprendente eccezione è Homura Akemi, un personaggio misterioso e affascinante: il breve arco narrativo che la vede protagonista è tragico e avvolgente nella sua oscurità, perennemente afflitto da un senso di ineffabile disperazione.
Il comparto tecnico è generalmente di buon livello: le animazioni sono piuttosto fluide e rendono bene nei vari combattimenti, coreografati con attenzione e contraddistinti da fragorosi effetti speciali.
Il design dei personaggi risulta piuttosto sgraziato, con corpi minuti su cui si innestano teste larghe e squadrate. Discretamente diversificate e curate sono, al contrario, le uniformi da battaglia delle Maghe, che identificano inequivocabilmente ogni ragazza. Buone le ambientazioni: la città in cui si svolge la vicenda è estesa e a tratti soverchiante nel suo essere surreale, dipinta con forti contrasti bicromatici e sui cui dettagli indugia più volte la camera. Interessanti da un punto di vista meramente progettuale sono anche la dimora dei Kaname e la scuola frequentata dalle protagoniste, certamente frutti della mente di un archistar a cui è stata data troppa carta bianca, ma non necessariamente disprezzabili. Il mondo parallelo in cui hanno luogo gli scontri con le Streghe, per aumentare il senso di disagio e orrore, punta tutto sul contrasto tra atmosfere e colori disturbanti e un bagaglio immaginifico bizzarro e quasi infantile, realizzato frequentemente con sagome di carta. Si viene così a creare un mondo pulsante e inquieto, ma anche eccessivamente confuso, in cui è difficile riconoscere e seguire le azioni che vi avvengono. Anche il design delle Streghe stesse e dei loro aiutanti è a volte troppo banale e deludente, se si tralasciano alcuni casi isolati più maestosi e riusciti.
Ottima la componente sonora, con OST sempre azzeccate (ending “Magia” delle Kalafina in particolare, eseguita anche all'interno dei vari episodi) e un doppiaggio italiano sufficientemente espressivo e coinvolgente, nonostante alcune voci siano troppo mature per interpretare delle ragazzine.
Menzione speciale per la regia, dominata da quelle che, per mancanza di un termine più adeguato e per ignoranza personale, devo obbligatoriamente chiamare “inquadrature interstiziali di discontinuità”: si tratta di brevissime riprese, a volte della durata di una manciata di secondi, in cui vengono mostrate le protagoniste che si voltano, che inclinano la testa, che agitano i piedi, o che abbassano lo sguardo, senza che venga aggiunto niente alla composizione della scena o alla costruzione della suspense, nonché in completo contrasto con quanto è possibile vedere subito prima e subito dopo questi inutili frame riempitivi.
Tirando le somme, “Puella Magi ★ Madoka Magica” è un tortuoso rollercoaster qualitativo, in grado di raggiungere alte vette emozionali e drammatiche e di affrontare argomenti spinosi in maniera brillante e seria per poi precipitare in stereotipi e scelte di dubbio buonismo, con personaggi che cambiano fronte senza apparente motivo, affetti da downgrade intellettivi e illogicità varie a seconda di quanto imponga la trama. E’ un anime che propone avversari mostruosi e invincibili e altri estremamente poco creativi ed essenziali, oltre a cinici burattinai spregiudicati e ingegnosi ma terribilmente sprovveduti.
E’ un prodotto che merita alcune lodi, ma che è attraversato da troppi difetti, sia tecnici che di sceneggiatura, troppo compiaciuto del suo essere edgy e delle tinte dark con cui ha macchiato il genere mahō shōjo, di cui raccoglie e manipola gli stilemi per presentarli al pubblico in una personale rielaborazione orrorifica.
Il risultato non è malvagio, ma pecca di inconsistenza: non basta cavalcare il contrasto tra elementi storicamente graziosi e positivi e altri oscuri e crudeli per realizzare un capolavoro.
Trama: la tranquilla e abitudinaria vita quotidiana della quattordicenne Madoka Kaname e della sua amica Sayaka Miki viene completamente sconvolta dall'incontro con Kyubey, un bizzarro animaletto affetto dal più impressionante caso di ciuffi pelosi nelle orecchie. Scoprono così l’esistenza delle Streghe, creature sovrannaturali, invisibili agli occhi delle persone comuni, che si nutrono di negatività e causano numerosi incidenti e sofferenza per gli esseri umani, e delle Maghe, ragazzine dotate dei poteri necessari per cacciare le Streghe e salvare gli innocenti.
Kyubey proporrà loro un patto: diventare Maghe in cambio dell’esaudimento di un loro desiderio, anche il più improbabile. Accetteranno?
Ispirandosi vagamente alla premessa del “Faust” di Goethe e traendo a piene mani dalle dinamiche basilari di “Claymore”, l’anime si contraddistingue per l’altalenante qualità, sia narrativa che tecnica, ma tratta con intelligenza e delicatezza solo la tematica portante della vicenda: la scelta. Rinunciare alle proprie rassicuranti esistenze per abbracciare un cammino di lotte, sofferenza e pericoli potenzialmente mortali non è alla portata di tutti, anche se la promessa di poter realizzare un proprio sogno, IL sogno, e di ottenere capacità incredibili, nonché vestiti adornati di pizzi e fiocchetti, rende la proposta molto allettante. E lo straziante dilemma si vede e si sente: le protagoniste discutono a lungo e approfonditamente circa i vantaggi e gli svantaggi di una simile decisione, si interrogano su cosa possano perdere e su cosa possano guadagnare dalla trasformazione in Maghe e, soprattutto, realizzano ciò che veramente bramano. Si configura in questo modo una serie particolarmente verbosa, di cui le scene d’azione costituiscono una ridotta parte. A scontrarsi ferocemente, invece, sono altruismo ed egoismo, autentici o presunti: combattere le Streghe significa mettere a repentaglio la propria incolumità, con le conseguenti difficoltà per la sfera affettiva, sia famigliare che romantica (ulteriori rivelazioni non fanno che appesantire questa realtà), ma anche salvare altre persone dall'influenza negativa di queste immonde creature. Quand'è, tuttavia, che compiere del bene per gli altri è un gesto sinceramente generoso, e quando invece rappresenta un modo per soddisfare il proprio cuore e per convivere più facilmente con sé stessi?
Per quanto questo preambolo lasci pensare a un’opera insolitamente adulta, è proprio in questo frangente che si palesano le prime inconsistenze. La maturità che le protagoniste dimostrano nei loro dialoghi viene improvvisamente meno nelle situazioni più drammatiche e concitate, regalando al pubblico una banda di ragazzine quasi bipolari e belligeranti, continuamente divise da fraintendimenti e omissioni di preziosi dettagli. La stessa Madoka, figura centrale della storia ma non della narrazione in senso stretto, è quasi costantemente in preda a dubbi e paure, quando non sconvolta dal pianto, il che è perfettamente in linea con gli atteggiamenti che ci si aspetterebbe da una quattordicenne catapultata in un mondo fantastico e terribile. Peccato che questa sua peculiarità si infranga contro la personalità apparentemente giudiziosa che ostenta in altre sequenze. Lo stesso si può dire per le sue compagne, amiche e rivali, alcune delle quali hanno caratterizzazioni psicologiche quanto mai schizofreniche. Unica sorprendente eccezione è Homura Akemi, un personaggio misterioso e affascinante: il breve arco narrativo che la vede protagonista è tragico e avvolgente nella sua oscurità, perennemente afflitto da un senso di ineffabile disperazione.
Il comparto tecnico è generalmente di buon livello: le animazioni sono piuttosto fluide e rendono bene nei vari combattimenti, coreografati con attenzione e contraddistinti da fragorosi effetti speciali.
Il design dei personaggi risulta piuttosto sgraziato, con corpi minuti su cui si innestano teste larghe e squadrate. Discretamente diversificate e curate sono, al contrario, le uniformi da battaglia delle Maghe, che identificano inequivocabilmente ogni ragazza. Buone le ambientazioni: la città in cui si svolge la vicenda è estesa e a tratti soverchiante nel suo essere surreale, dipinta con forti contrasti bicromatici e sui cui dettagli indugia più volte la camera. Interessanti da un punto di vista meramente progettuale sono anche la dimora dei Kaname e la scuola frequentata dalle protagoniste, certamente frutti della mente di un archistar a cui è stata data troppa carta bianca, ma non necessariamente disprezzabili. Il mondo parallelo in cui hanno luogo gli scontri con le Streghe, per aumentare il senso di disagio e orrore, punta tutto sul contrasto tra atmosfere e colori disturbanti e un bagaglio immaginifico bizzarro e quasi infantile, realizzato frequentemente con sagome di carta. Si viene così a creare un mondo pulsante e inquieto, ma anche eccessivamente confuso, in cui è difficile riconoscere e seguire le azioni che vi avvengono. Anche il design delle Streghe stesse e dei loro aiutanti è a volte troppo banale e deludente, se si tralasciano alcuni casi isolati più maestosi e riusciti.
Ottima la componente sonora, con OST sempre azzeccate (ending “Magia” delle Kalafina in particolare, eseguita anche all'interno dei vari episodi) e un doppiaggio italiano sufficientemente espressivo e coinvolgente, nonostante alcune voci siano troppo mature per interpretare delle ragazzine.
Menzione speciale per la regia, dominata da quelle che, per mancanza di un termine più adeguato e per ignoranza personale, devo obbligatoriamente chiamare “inquadrature interstiziali di discontinuità”: si tratta di brevissime riprese, a volte della durata di una manciata di secondi, in cui vengono mostrate le protagoniste che si voltano, che inclinano la testa, che agitano i piedi, o che abbassano lo sguardo, senza che venga aggiunto niente alla composizione della scena o alla costruzione della suspense, nonché in completo contrasto con quanto è possibile vedere subito prima e subito dopo questi inutili frame riempitivi.
Tirando le somme, “Puella Magi ★ Madoka Magica” è un tortuoso rollercoaster qualitativo, in grado di raggiungere alte vette emozionali e drammatiche e di affrontare argomenti spinosi in maniera brillante e seria per poi precipitare in stereotipi e scelte di dubbio buonismo, con personaggi che cambiano fronte senza apparente motivo, affetti da downgrade intellettivi e illogicità varie a seconda di quanto imponga la trama. E’ un anime che propone avversari mostruosi e invincibili e altri estremamente poco creativi ed essenziali, oltre a cinici burattinai spregiudicati e ingegnosi ma terribilmente sprovveduti.
E’ un prodotto che merita alcune lodi, ma che è attraversato da troppi difetti, sia tecnici che di sceneggiatura, troppo compiaciuto del suo essere edgy e delle tinte dark con cui ha macchiato il genere mahō shōjo, di cui raccoglie e manipola gli stilemi per presentarli al pubblico in una personale rielaborazione orrorifica.
Il risultato non è malvagio, ma pecca di inconsistenza: non basta cavalcare il contrasto tra elementi storicamente graziosi e positivi e altri oscuri e crudeli per realizzare un capolavoro.
Mi sono avvicinato a questa serie a causa dei disegni accattivanti: questo stile apparentemente semplice ma così ricco di dettagli mi ha davvero colpito. E devo dire che c'è molto altro oltre un aspetto meramente visivo, ma andiamo con ordine.
"Puella Magi ★ Madoka Magica" si pone a un occhio superficiale come serie rivolta a un target giovane e che ricerca principalmente un passatempo dopo la scuola, così almeno credevo guardando semplicemente gli screen: bei disegni ma con ogni probabilità storia abbozzata giusto per tirare avanti dodici puntate. Non potevo sbagliarmi di più, "Madoka Magica" è una serie decisamente sostanziosa, sia sul piano dei personaggi, che, per quanto pochi, sono decisamente caratterizzati, sia su quello della narrativa, solida e con un ritmo sempre incalzante.
Le puntate scorrono velocemente e diventa decisamente difficile fermarsi prima di averle viste tutte, anche perché fino alla fine ci si chiederà come potranno uscire dalla situazione le protagoniste.
I disegni sono a mio avviso comunque il punto di assoluta forza della serie, le animazioni dei combattimenti sono fluide e ho trovato straordinariamente bella la caratterizzazione delle barriere delle streghe. Infatti ognuna avrà un design diverso, tutte comunque con uno stile cubista-astrattista. Una barriera conterrà ad esempio il famoso dipinto di Picasso "Guernica", un dettaglio, ma che non può che aggiungere valore alla serie a mio avviso già ottima.
Le musiche invece, per quanto di livello, non sono particolarmente ispirate, ricordano le colonne sonore usate dallo studio ufotable in "Kara no Kyoukai".
In conclusione, mi sento di consigliare la serie a chiunque, unica cosa sottolinerei che il doppiaggio italiano non è particolarmente riuscito, per cui se possibile la visione in lingua originale è decisamente più interessante.
"Puella Magi ★ Madoka Magica" si pone a un occhio superficiale come serie rivolta a un target giovane e che ricerca principalmente un passatempo dopo la scuola, così almeno credevo guardando semplicemente gli screen: bei disegni ma con ogni probabilità storia abbozzata giusto per tirare avanti dodici puntate. Non potevo sbagliarmi di più, "Madoka Magica" è una serie decisamente sostanziosa, sia sul piano dei personaggi, che, per quanto pochi, sono decisamente caratterizzati, sia su quello della narrativa, solida e con un ritmo sempre incalzante.
Le puntate scorrono velocemente e diventa decisamente difficile fermarsi prima di averle viste tutte, anche perché fino alla fine ci si chiederà come potranno uscire dalla situazione le protagoniste.
I disegni sono a mio avviso comunque il punto di assoluta forza della serie, le animazioni dei combattimenti sono fluide e ho trovato straordinariamente bella la caratterizzazione delle barriere delle streghe. Infatti ognuna avrà un design diverso, tutte comunque con uno stile cubista-astrattista. Una barriera conterrà ad esempio il famoso dipinto di Picasso "Guernica", un dettaglio, ma che non può che aggiungere valore alla serie a mio avviso già ottima.
Le musiche invece, per quanto di livello, non sono particolarmente ispirate, ricordano le colonne sonore usate dallo studio ufotable in "Kara no Kyoukai".
In conclusione, mi sento di consigliare la serie a chiunque, unica cosa sottolinerei che il doppiaggio italiano non è particolarmente riuscito, per cui se possibile la visione in lingua originale è decisamente più interessante.
"Puella Magi Madoka Magica" è un titolo datato 2011 e prodotto dallo studio Shaft; la regia è a cura di Akiyuki Shinbo, che si è già distinto per altri prodotti quali "Sayonara Zetsubo Sensei", "Negima", "Magical Lyrical Nanoha" e "Bakemonogatari". Oltre a Shinbo ci hanno lavorato altre personcine quali Gen Urobuchi (scrittore/sceneggiatore) e Ume Aoki (character design): insieme formano il Magical Quartet.
All'inizio ero titubante, non amavo molto il genere, e i primi episodi non mi avevano colpito molto, finendo con il 'droppare' il titolo. Successivamente gli diedi un'altra possibilità, e me ne innamorai. Dopo aver visto quest'anime, incominciai a interessarmi al genere majokko, e tuttora è uno dei miei preferiti.
Scusate se ho fatto la premessa un po' lunga, torniamo a "Madoka Magica".
Trama: la storia gira intorno a Madoka Kaname, una studentessa come tante, con una vita normale, una bella famiglia. Sembra tutto carino, vero? Bene, tutto ciò non durerà a lungo. La vita della piccola Madoka verrà sconvolta dall'incontro con Homura Akemi e da un piccolo cosino bianco chiamato Kyubey, che le chiederà di stipulare un contratto con lei.
Comparto tecnico: apprezzo molto lo studio Shaft, fa dei buoni titoli e le loro animazioni son buone. Con "Madoka Magica" non si son certo risparmiati. Ho apprezzato particolarmente i toni dark che sono onnipresenti, gli sfondi curatissimi sia nel mondo in cui si muovono i personaggi sia nelle battaglie all'interno delle barriere magiche. Questi ultimi sono una delle cose più belle all'interno dell'anime, sembra quasi di entrare in quadro di Dalì. Sotto il punto di vista del character design, i personaggi son realizzati con uno stile davvero interessante. Semplice, ma che non dà fastidio alla vista, con linee spesse e tratteggiate. Un altro dei punti forti sono i nemici delle piccole maghette, le Witch (che faranno impazzire la vostra mente): anche qui Aoki ha fatto un ottimo lavoro, realizzando dei nemici particolari che si sposano perfettamente con gli sfondi e sembrano quasi dei personaggi a sé stanti, come se tutto ciò fosse un teatrino. Il marchio di fabbrica della Shaft è senza dubbio la "tilt head": in particolari momenti i personaggi piegano la testa all'indietro come se non avessero le ossa del collo. Apprezzo un sacco questa cosa e "Madoka Magica" non è esente da ciò, anche se spesso mette un po' ansia.
Colonna sonora: un altro punto a favore del titolo sono le stupende OST, azzeccatissime nel contesto. La maggior parte sono latineggianti e sembrano canti di chiesa, ma sono perfette per il tipo di anime, e aggiungono un tocco di drammaticità alle varie scene. Non da meno son la opening e la ending, a cura delle Kalafina e delle Claris, artisti già affermati nel mondo dell'animazione.
Critica: da come l'ho descritto può sembrare che questo titolo sia da 10 e non sia esente da problemi. Bene, non è così! Ovviamente non è un anime da voto così alto, oggettivamente "Madoka Magica" si merita 8 o 9, se si vuole esagerare.
Ma in cosa è carente? Uno dei punti in cui non mi ha convinto per nulla è stato negli ultimi episodi, che a mio parere lasciano correre troppo velocemente gli eventi e lasciano alcuni punti in sospeso (tra cui: il passato di Homura, gli incubator ecc.). Potevano allungare anche il brodo, sarebbe venuto meglio.
Anche i personaggi a volte risultano non proprio convincenti e non si liberano dal concetto di "stereotipo", ma su quello non posso lamentarmi più di tanto.
"Madoka Magica" è innovativo? Sento molto spesso questa frase accompagnata da: "Eh, ha rivoluzionato i majokko". La mia risposta è "ni": da una parte il titolo porta delle novità a questo genere, tra cui i sopracitati toni dark e il fatto che a delle maghette siano state affibbiate delle armi da fuoco. Ma tutto ciò è anche accompagnato da altre cose già viste in altri titoli quali "Uta Kata" e in particolare "Princess Tutu"; vi invito a vedere entrambi per trovare dei parallelismi, e fidatevi che ci sono. Volendo, potrei anche citare il grande pilastro dell'animazione giapponese, ossia "Neon Genesis Evangelion", da cui "Madoka Magica" prende spunto.
Conclusione: "Madoka Magica" è un ottimo titolo che consiglio sia ai novizi sia a chi già mastica "animazione giapponese". Non fatevi ingannare (ahimè, come mi è successo) dai primi episodi e continuatelo. Apprezzerete sicuramente, anche se non amate il genere. Dopo la visione della serie vi consiglio anche quella dei film: i primi due potete saltarli, in quanto sono un riassunto della serie, in cui hanno aggiunto scene e migliorato la qualità visiva. Il terzo invece presenta una storia diversa in cui succedono davvero cose interessanti, probabilmente scriverò qualcosa anche su quest'ultimo.
Se amate "Madoka Magica" son admin di un gruppo su FaceBook a tema di quest'ultimo, sto cercando di creare una bella community "raccogliendo" in giro i fan di questa serie. Per altre informazioni, scrivetemi o venitemi a cercare sul gruppo Madoka Magica [ITA].
All'inizio ero titubante, non amavo molto il genere, e i primi episodi non mi avevano colpito molto, finendo con il 'droppare' il titolo. Successivamente gli diedi un'altra possibilità, e me ne innamorai. Dopo aver visto quest'anime, incominciai a interessarmi al genere majokko, e tuttora è uno dei miei preferiti.
Scusate se ho fatto la premessa un po' lunga, torniamo a "Madoka Magica".
Trama: la storia gira intorno a Madoka Kaname, una studentessa come tante, con una vita normale, una bella famiglia. Sembra tutto carino, vero? Bene, tutto ciò non durerà a lungo. La vita della piccola Madoka verrà sconvolta dall'incontro con Homura Akemi e da un piccolo cosino bianco chiamato Kyubey, che le chiederà di stipulare un contratto con lei.
Comparto tecnico: apprezzo molto lo studio Shaft, fa dei buoni titoli e le loro animazioni son buone. Con "Madoka Magica" non si son certo risparmiati. Ho apprezzato particolarmente i toni dark che sono onnipresenti, gli sfondi curatissimi sia nel mondo in cui si muovono i personaggi sia nelle battaglie all'interno delle barriere magiche. Questi ultimi sono una delle cose più belle all'interno dell'anime, sembra quasi di entrare in quadro di Dalì. Sotto il punto di vista del character design, i personaggi son realizzati con uno stile davvero interessante. Semplice, ma che non dà fastidio alla vista, con linee spesse e tratteggiate. Un altro dei punti forti sono i nemici delle piccole maghette, le Witch (che faranno impazzire la vostra mente): anche qui Aoki ha fatto un ottimo lavoro, realizzando dei nemici particolari che si sposano perfettamente con gli sfondi e sembrano quasi dei personaggi a sé stanti, come se tutto ciò fosse un teatrino. Il marchio di fabbrica della Shaft è senza dubbio la "tilt head": in particolari momenti i personaggi piegano la testa all'indietro come se non avessero le ossa del collo. Apprezzo un sacco questa cosa e "Madoka Magica" non è esente da ciò, anche se spesso mette un po' ansia.
Colonna sonora: un altro punto a favore del titolo sono le stupende OST, azzeccatissime nel contesto. La maggior parte sono latineggianti e sembrano canti di chiesa, ma sono perfette per il tipo di anime, e aggiungono un tocco di drammaticità alle varie scene. Non da meno son la opening e la ending, a cura delle Kalafina e delle Claris, artisti già affermati nel mondo dell'animazione.
Critica: da come l'ho descritto può sembrare che questo titolo sia da 10 e non sia esente da problemi. Bene, non è così! Ovviamente non è un anime da voto così alto, oggettivamente "Madoka Magica" si merita 8 o 9, se si vuole esagerare.
Ma in cosa è carente? Uno dei punti in cui non mi ha convinto per nulla è stato negli ultimi episodi, che a mio parere lasciano correre troppo velocemente gli eventi e lasciano alcuni punti in sospeso (tra cui: il passato di Homura, gli incubator ecc.). Potevano allungare anche il brodo, sarebbe venuto meglio.
Anche i personaggi a volte risultano non proprio convincenti e non si liberano dal concetto di "stereotipo", ma su quello non posso lamentarmi più di tanto.
"Madoka Magica" è innovativo? Sento molto spesso questa frase accompagnata da: "Eh, ha rivoluzionato i majokko". La mia risposta è "ni": da una parte il titolo porta delle novità a questo genere, tra cui i sopracitati toni dark e il fatto che a delle maghette siano state affibbiate delle armi da fuoco. Ma tutto ciò è anche accompagnato da altre cose già viste in altri titoli quali "Uta Kata" e in particolare "Princess Tutu"; vi invito a vedere entrambi per trovare dei parallelismi, e fidatevi che ci sono. Volendo, potrei anche citare il grande pilastro dell'animazione giapponese, ossia "Neon Genesis Evangelion", da cui "Madoka Magica" prende spunto.
Conclusione: "Madoka Magica" è un ottimo titolo che consiglio sia ai novizi sia a chi già mastica "animazione giapponese". Non fatevi ingannare (ahimè, come mi è successo) dai primi episodi e continuatelo. Apprezzerete sicuramente, anche se non amate il genere. Dopo la visione della serie vi consiglio anche quella dei film: i primi due potete saltarli, in quanto sono un riassunto della serie, in cui hanno aggiunto scene e migliorato la qualità visiva. Il terzo invece presenta una storia diversa in cui succedono davvero cose interessanti, probabilmente scriverò qualcosa anche su quest'ultimo.
Se amate "Madoka Magica" son admin di un gruppo su FaceBook a tema di quest'ultimo, sto cercando di creare una bella community "raccogliendo" in giro i fan di questa serie. Per altre informazioni, scrivetemi o venitemi a cercare sul gruppo Madoka Magica [ITA].
<b>Attenzione: la recensione contiene spoiler</b>
State cercando un majokko? Vi siete imbattuti nelle immagini di "Madoka Magica" in giro sulla rete e avete pensato di passare qualche oretta in compagnia di maghette simpatiche e buoni sentimenti buttandovi su questo anime? Allora quest'opera non fa per voi.
Cercare di analizzare "Mahou Shoujo Madoka Magica" come un'opera di animazione a sé stante è piuttosto difficile, poiché racchiude al suo interno molti generi, anche agli antipodi tra loro. Qui non si cerca solamente di rendere ciò che è innocente e dolce al primo impatto crudele e cruento suscitando stupore nello spettatore, il Magical Quartet si è impegnato, degnando di una buona e articolata trama questo prodotto all'apparenza semplice "commercialata", introducendo una profondità psicologica che in un majokko raramente troverete. Ciò non significa che la psicologia dei personaggi qui introdotta sia sofisticata e ricercata, anzi, è solo che, essendo decontestualizzata, risulta molto più di impatto. Dovremmo chiamarlo colpo di genio o semplice furbizia? Dipende dal vostro spirito critico.
Risulta complesso cercare di definire degli schemi oggettivi secondo cui provare a giustificare e quindi dare un senso al voto attribuitogli, non avendo (secondo me) un vero e proprio genere di appartenenza, perciò ecco qui che nasce la premessa: questo anime è succube della soggettività e di conseguenza in questa recensione lo è della mia. Precisiamo: detto ciò, non significa che non possiamo individuare qualche guizzo di genialità oggettivamente azzeccato.
Madoka Kaname è la nostra protagonista, una semplice ragazza di quattrodici anni con una vita ordinaria e una famiglia altrettanto elementare. Vi starete chiedendo: "Come mai un personaggio del genere?" Probabilmente si cerca di far immedesimare il più possibile lo spettatore con la nostra "eroina", si cerca di creare una empatia che pregiudicherà le emozioni che ci farà provare questo anime... perché? Semplicemente Madoka verrà investita dalla responsabilità del dover fare una scelta che potrebbe cambiare drasticamente la sua vita.
Tutto ciò ci viene mostrato dal primo episodio, il quale introduce uno dei personaggi più inquietanti che un majokko abbia mai conosciuto: non è la solita spalla della protagonista, anche se le sembianze sono simili, questo mostriciattolo di nome Kyubey non possiede nessuna espressione, nessun sentimento da condividere, nessun motivo perciò per farci empatizzare con esso; tutto ciò che farà durante la serie non sarà altro che tentare noi e Madoka, e come? Kyubey ci spiega il motivo dell'esistenza delle Mahou Shoujo (lo potete immaginare) e afferma che la nostra protagonista è una ragazza con una enorme potenzialità latente, perfetta per sconfiggere le malvagie streghe che portano morte, distruzione ecc. A questo punto immaginatevi finalmente nella vostra ordinaria vita, quando ancora a quattordici anni siete nella più totale pubertà, nel "melting pot "più estremo di sentimenti ed emozioni, non sapete cosa volete fare, non avete aspirazioni e desideri, non conoscete neanche del tutto voi stessi. In questo periodo così delicato ci viene offerta una possibilità del genere? Cioè la chance di diventare qualcuno/a, di dare uno scopo alla nostra esistenza? Per tutta la durata dell'anime saremo combattuti tra questa dualistica scelta, come lo sarà Madoka da un lato, tentata da Kyubey che continuerà ad affermare la potenzialità e l'unicità della nostra protagonista, e dall'altro lato il personaggio (a mio parere) meglio riuscito di tutto l'anime: Homura Akemi, che cercherà continuamente di non far fare questo passo a Kaname. Il perché lo lascio scoprire a voi.
La soundtrack è assolutamente promossa, si abbina perfettamente con le ambientazioni cupe quando si incontra una strega, come è altrettanto perfetta nei momenti più intimi e personali dei personaggi.
Opening ed ending sono semplicemente sublimi.
Sul disegno come al solito non mi esprimo, regna la soggettività.
Conclusioni: quest'opera verrà ricordata o meno tra gli anime più "belli" tra qualche anno? Non direi.
Verrà ricordata per l'innovazione (se così possiamo chiamarla) del genere? Mah...
Guardare questo anime è tempo sprecato? Assolutamente no. È un anime ben fatto con un comparto tecnico particolare ma molto ben realizzato; probabilmente uno dei difetti più rilevanti è la durata, per nulla sufficiente ad esplorare la psicologia delle protagoniste e, soprattutto, il loro rapporto con il mondo "esterno" e la loro solitudine interiore dovuta all'addossarsi l'enorme responsabilità dell'essere una maga.
L'anime è proprio come la protagonista, combattuto da un dualismo interiore con tanto, tantissimo potenziale da sfruttare... purtroppo la sua decisione è stata quella di non accettare il contratto. Voto: 7-
State cercando un majokko? Vi siete imbattuti nelle immagini di "Madoka Magica" in giro sulla rete e avete pensato di passare qualche oretta in compagnia di maghette simpatiche e buoni sentimenti buttandovi su questo anime? Allora quest'opera non fa per voi.
Cercare di analizzare "Mahou Shoujo Madoka Magica" come un'opera di animazione a sé stante è piuttosto difficile, poiché racchiude al suo interno molti generi, anche agli antipodi tra loro. Qui non si cerca solamente di rendere ciò che è innocente e dolce al primo impatto crudele e cruento suscitando stupore nello spettatore, il Magical Quartet si è impegnato, degnando di una buona e articolata trama questo prodotto all'apparenza semplice "commercialata", introducendo una profondità psicologica che in un majokko raramente troverete. Ciò non significa che la psicologia dei personaggi qui introdotta sia sofisticata e ricercata, anzi, è solo che, essendo decontestualizzata, risulta molto più di impatto. Dovremmo chiamarlo colpo di genio o semplice furbizia? Dipende dal vostro spirito critico.
Risulta complesso cercare di definire degli schemi oggettivi secondo cui provare a giustificare e quindi dare un senso al voto attribuitogli, non avendo (secondo me) un vero e proprio genere di appartenenza, perciò ecco qui che nasce la premessa: questo anime è succube della soggettività e di conseguenza in questa recensione lo è della mia. Precisiamo: detto ciò, non significa che non possiamo individuare qualche guizzo di genialità oggettivamente azzeccato.
Madoka Kaname è la nostra protagonista, una semplice ragazza di quattrodici anni con una vita ordinaria e una famiglia altrettanto elementare. Vi starete chiedendo: "Come mai un personaggio del genere?" Probabilmente si cerca di far immedesimare il più possibile lo spettatore con la nostra "eroina", si cerca di creare una empatia che pregiudicherà le emozioni che ci farà provare questo anime... perché? Semplicemente Madoka verrà investita dalla responsabilità del dover fare una scelta che potrebbe cambiare drasticamente la sua vita.
Tutto ciò ci viene mostrato dal primo episodio, il quale introduce uno dei personaggi più inquietanti che un majokko abbia mai conosciuto: non è la solita spalla della protagonista, anche se le sembianze sono simili, questo mostriciattolo di nome Kyubey non possiede nessuna espressione, nessun sentimento da condividere, nessun motivo perciò per farci empatizzare con esso; tutto ciò che farà durante la serie non sarà altro che tentare noi e Madoka, e come? Kyubey ci spiega il motivo dell'esistenza delle Mahou Shoujo (lo potete immaginare) e afferma che la nostra protagonista è una ragazza con una enorme potenzialità latente, perfetta per sconfiggere le malvagie streghe che portano morte, distruzione ecc. A questo punto immaginatevi finalmente nella vostra ordinaria vita, quando ancora a quattordici anni siete nella più totale pubertà, nel "melting pot "più estremo di sentimenti ed emozioni, non sapete cosa volete fare, non avete aspirazioni e desideri, non conoscete neanche del tutto voi stessi. In questo periodo così delicato ci viene offerta una possibilità del genere? Cioè la chance di diventare qualcuno/a, di dare uno scopo alla nostra esistenza? Per tutta la durata dell'anime saremo combattuti tra questa dualistica scelta, come lo sarà Madoka da un lato, tentata da Kyubey che continuerà ad affermare la potenzialità e l'unicità della nostra protagonista, e dall'altro lato il personaggio (a mio parere) meglio riuscito di tutto l'anime: Homura Akemi, che cercherà continuamente di non far fare questo passo a Kaname. Il perché lo lascio scoprire a voi.
La soundtrack è assolutamente promossa, si abbina perfettamente con le ambientazioni cupe quando si incontra una strega, come è altrettanto perfetta nei momenti più intimi e personali dei personaggi.
Opening ed ending sono semplicemente sublimi.
Sul disegno come al solito non mi esprimo, regna la soggettività.
Conclusioni: quest'opera verrà ricordata o meno tra gli anime più "belli" tra qualche anno? Non direi.
Verrà ricordata per l'innovazione (se così possiamo chiamarla) del genere? Mah...
Guardare questo anime è tempo sprecato? Assolutamente no. È un anime ben fatto con un comparto tecnico particolare ma molto ben realizzato; probabilmente uno dei difetti più rilevanti è la durata, per nulla sufficiente ad esplorare la psicologia delle protagoniste e, soprattutto, il loro rapporto con il mondo "esterno" e la loro solitudine interiore dovuta all'addossarsi l'enorme responsabilità dell'essere una maga.
L'anime è proprio come la protagonista, combattuto da un dualismo interiore con tanto, tantissimo potenziale da sfruttare... purtroppo la sua decisione è stata quella di non accettare il contratto. Voto: 7-
"Mahou Shoujo Madoka Magica" è una serie anime di dodici episodi del 2011, con storia scritta dal Magica Quartet e animata dalla Shaft ("Monogatari Series"). In Italia i diritti sono stati acquistati dalla Dynit e gli episodi trasmessi (doppiati) su Rai 4 e poi caricati sul sito VVVVID.
Storia
Punto forte della serie, è una storia fatta di colpi di scena e continui ribaltamenti delle posizioni, non si potrà mai essere certi di quello che succederà, ogni episodio può dare nuove chiavi di lettura, cambiare l'idea nello spettatore e fargli credere che tutto quello visto fino ad ora sia un falso.
La storia è quasi priva di punti morti, dico "quasi" per via dei primi due episodi (che, a dirla tutta, in realtà saranno uno e mezzo): se si vede solo fino a metà del secondo episodio, sarà normale pensare al solito anime con delle maghette, con niente di più dei soliti mahou shoujo, grossissimo errore. "Mahou Shoujo Madoka Magica" ha una trama decisamente più profonda e matura di tutti gli altri mahou shoujo, ci si può dimenticare delle maghette che combattono il male con la forza dell'amicizia e un cuore puro, qui i personaggi proveranno odio, voglia di uccidere, disperazione: i temi della serie sono molto cupi.
Grafica
Chiunque abbia visto una qualsiasi opera della Shaft saprà che aspettarsi.
Per questa serie si potrebbe dire che ha due stili grafici, di cui uno definibile "normale" - non si vedrà nulla di particolare in queste scene, tranne una gestione dell'illuminazione e dei colori capace di lasciare a bocca aperta. L'altro stile grafico è quello più particolare e usato quando sono presenti le streghe (nemiche principali della serie): in questi momenti ci saranno sfondi molto particolari con uso di oggetti reali e figure che sembrano appena uscite da un quadro antico; questo stile crea un grandissimo contrasto col design moe dei personaggi, scelta che ho trovato molto giusta.
Le animazioni hanno una grandissima fluidità, in modo particolare nei combattimenti, in cui il comparto tecnico dà il meglio di sé con scene fantastiche e quasi improvvise.
Personaggi
La caratterizzazione non è molto particolare per la protagonista, anzi è quasi banale, un personaggio che si comporta in modo passivo e spesso infantile.
Per quanto riguarda le altre tre (di cui non svelerò i nomi per non causare possibili spoiler), queste hanno una buona caratterizzazione, alcune di loro anche molto misteriosa e piena di cose da scoprire e che verranno svelate con l'avanzare degli episodi.
Conclusioni
Serie a mio parere imperdibile, riesce a sconvolgere episodio dopo episodio, non si vedrà mai niente di prevedibile e banale, tutto viene spiegato nei minimi dettagli; il "problema" è la scelta del design e della locandina che (seppur sia stata una buona scelta stilistica) tiene lontano molti ragazzi dal vedersi questa serie, facendo pensare a una serie per bambine.
Consiglio di continuare almeno fino al terzo episodio, momento in cui la trama si può davvero dire che parta.
Storia
Punto forte della serie, è una storia fatta di colpi di scena e continui ribaltamenti delle posizioni, non si potrà mai essere certi di quello che succederà, ogni episodio può dare nuove chiavi di lettura, cambiare l'idea nello spettatore e fargli credere che tutto quello visto fino ad ora sia un falso.
La storia è quasi priva di punti morti, dico "quasi" per via dei primi due episodi (che, a dirla tutta, in realtà saranno uno e mezzo): se si vede solo fino a metà del secondo episodio, sarà normale pensare al solito anime con delle maghette, con niente di più dei soliti mahou shoujo, grossissimo errore. "Mahou Shoujo Madoka Magica" ha una trama decisamente più profonda e matura di tutti gli altri mahou shoujo, ci si può dimenticare delle maghette che combattono il male con la forza dell'amicizia e un cuore puro, qui i personaggi proveranno odio, voglia di uccidere, disperazione: i temi della serie sono molto cupi.
Grafica
Chiunque abbia visto una qualsiasi opera della Shaft saprà che aspettarsi.
Per questa serie si potrebbe dire che ha due stili grafici, di cui uno definibile "normale" - non si vedrà nulla di particolare in queste scene, tranne una gestione dell'illuminazione e dei colori capace di lasciare a bocca aperta. L'altro stile grafico è quello più particolare e usato quando sono presenti le streghe (nemiche principali della serie): in questi momenti ci saranno sfondi molto particolari con uso di oggetti reali e figure che sembrano appena uscite da un quadro antico; questo stile crea un grandissimo contrasto col design moe dei personaggi, scelta che ho trovato molto giusta.
Le animazioni hanno una grandissima fluidità, in modo particolare nei combattimenti, in cui il comparto tecnico dà il meglio di sé con scene fantastiche e quasi improvvise.
Personaggi
La caratterizzazione non è molto particolare per la protagonista, anzi è quasi banale, un personaggio che si comporta in modo passivo e spesso infantile.
Per quanto riguarda le altre tre (di cui non svelerò i nomi per non causare possibili spoiler), queste hanno una buona caratterizzazione, alcune di loro anche molto misteriosa e piena di cose da scoprire e che verranno svelate con l'avanzare degli episodi.
Conclusioni
Serie a mio parere imperdibile, riesce a sconvolgere episodio dopo episodio, non si vedrà mai niente di prevedibile e banale, tutto viene spiegato nei minimi dettagli; il "problema" è la scelta del design e della locandina che (seppur sia stata una buona scelta stilistica) tiene lontano molti ragazzi dal vedersi questa serie, facendo pensare a una serie per bambine.
Consiglio di continuare almeno fino al terzo episodio, momento in cui la trama si può davvero dire che parta.
Cosa fareste se un misterioso essere vi dicesse che realizzerebbe un vostro desiderio qualsiasi, in cambio dell'impegno a combattere pericolose streghe che minacciano l'umanità? E che desiderio esprimereste?
Questo è il quesito che la giovane Madoka si trova a dover affrontare, dopo che le viene offerto il contratto dal misterioso Kyuubey, un esserino bianco simile a un gatto con strani e lunghi orecchi. Solo una ragazza appena trasferitasi nella sua scuola, Homura Akemi, sembra decisa a tutto pur di evitare che Madoka stipuli il suddetto contratto.
Si tratta di una storia fantastica, di profonda amicizia, con toni drammatici, di mistero, molto differente da come ci si potrebbe aspettare da un anime di maghette: così infatti appare a un primo sguardo, con disegni carini tipici dei majokko, e dai promo dai quali si intravede tutt'altro.
I personaggi sono molto curati, in tutti i loro aspetti, hanno i loro desideri per cui combattere e sacrificarsi e finiscono per farsi tentare da Kyuubey. Questi è quello che tra tutti mi ha intrigato di più: senza sentimenti, carino e tenero nell'aspetto, ma che sembra sempre nascondere qualcosa e non rivelare le proprie intenzioni, in grado di suscitare apprezzamenti contrastanti.
La parte tecnica esibisce una grafica che ho trovato decisamente accattivante: come detto, disegni carinissimi con colori ben abbinati e sfondi di tipo avveniristico, come le abitazioni delle protagoniste (dentro e fuori di stampo futuristico, basti vedere le aule della scuola frequentata da Madoka, con pareti di vetro e banchi elettronici). Inoltre mi è piaciuto anche il modo originale in cui sono state rappresentate le streghe, le cattive di turno, con colori e animazioni insolite per un anime giapponese.
Anche le musiche sono adeguatamente composte, ottime le sigle, sia quella di apertura che quelle di chiusura, e interessanti e avvincenti i brani che compongono la colonna sonora.
"Puella Magi Madoka Magica", come detto, non è il solito majokko per bambine, bensì un anime ben più profondo, adatto a tutti, tranne forse a coloro che non sopportano le storie drammatiche e strappalacrime, ma del quale tuttavia mi sento di consigliare la visione.
Questo è il quesito che la giovane Madoka si trova a dover affrontare, dopo che le viene offerto il contratto dal misterioso Kyuubey, un esserino bianco simile a un gatto con strani e lunghi orecchi. Solo una ragazza appena trasferitasi nella sua scuola, Homura Akemi, sembra decisa a tutto pur di evitare che Madoka stipuli il suddetto contratto.
Si tratta di una storia fantastica, di profonda amicizia, con toni drammatici, di mistero, molto differente da come ci si potrebbe aspettare da un anime di maghette: così infatti appare a un primo sguardo, con disegni carini tipici dei majokko, e dai promo dai quali si intravede tutt'altro.
I personaggi sono molto curati, in tutti i loro aspetti, hanno i loro desideri per cui combattere e sacrificarsi e finiscono per farsi tentare da Kyuubey. Questi è quello che tra tutti mi ha intrigato di più: senza sentimenti, carino e tenero nell'aspetto, ma che sembra sempre nascondere qualcosa e non rivelare le proprie intenzioni, in grado di suscitare apprezzamenti contrastanti.
La parte tecnica esibisce una grafica che ho trovato decisamente accattivante: come detto, disegni carinissimi con colori ben abbinati e sfondi di tipo avveniristico, come le abitazioni delle protagoniste (dentro e fuori di stampo futuristico, basti vedere le aule della scuola frequentata da Madoka, con pareti di vetro e banchi elettronici). Inoltre mi è piaciuto anche il modo originale in cui sono state rappresentate le streghe, le cattive di turno, con colori e animazioni insolite per un anime giapponese.
Anche le musiche sono adeguatamente composte, ottime le sigle, sia quella di apertura che quelle di chiusura, e interessanti e avvincenti i brani che compongono la colonna sonora.
"Puella Magi Madoka Magica", come detto, non è il solito majokko per bambine, bensì un anime ben più profondo, adatto a tutti, tranne forse a coloro che non sopportano le storie drammatiche e strappalacrime, ma del quale tuttavia mi sento di consigliare la visione.
"Dopotutto, le maghe sono in grado di realizzare i desideri e le speranze, no?"
"Mahou Shoujo Madoka Magica" nasce come progetto originale nel 2011, ad opera del Magica Quartet, animato dallo studio Shaft.
Inizio col dire che questo è stato uno dei primissimi anime che ho visto. Tralasciando "Sailor Moon" (citazione non proprio casuale) che mi ha indotto a comprare il mio primo manga e ad appassionarmi a questo mondo, direi che è stato il secondo o il terzo, se non erro. Non ero quindi a conoscenza - come tutti i bambini, del resto - che i cartoni animati non sono sempre divertenti, allegri e quindi adatti solo ai più piccoli. "Madoka Magica" è stato infatti il primo anime di quel genere che ho visto, e come molti sono stata tratta in inganno dal character design dolce e puccioso e dal fatto che si presentasse come un mahou shoujo, un anime con le maghette. Abituata appunto a "Sailor Moon", "Mermaid Melody", "Doremì" e così via, non mi potevo certo aspettare che dietro "Madoka Magica" si potesse celare una storia cupa, piena di disperazione, ma allo stesso tempo meravigliosa, per me.
Molti sono i punti che hanno reso "Madoka Magica" il mio anime preferito (assieme a un altro). Innanzitutto la sorpresa descritta sopra, vedere già dal primo episodio (sebbene si inizi normalmente ad assaporare la sua vera natura dal terzo) quei piccoli Anthony inquietanti (i famigli della strega Gertrud), accompagnati da musiche altrettanto inquietanti, e vedere Mami utilizzare dei fucili al posto degli scettri. Per chi segue anime da molto più tempo di me, "Madoka Magica" sarà stato l'ennesimo prodotto commerciale, fatto di situazioni già viste e poco originali, ma io al primo impatto ne sono solo rimasta stupita e ammirata.
Ma andiamo un po' più nei dettagli. La storia, soprattutto se siete alle prime armi com'ero io, non mancherà di stupirvi con tantissimi colpi di scena: a volte situazioni crudeli, altre volte verità sconvolgenti che ribalteranno la concezione che avete avuto dei personaggi o dell'eccitante idea di diventare una maga, a cui aggiungiamo spettacolari combattimenti e allo stesso tempo scene toccanti. Proseguendo con la visione, si potrebbe pensare a "Madoka Magica" come un anime solamente cupo e deprimente, tant'è che riderete al massimo due volte, ma non è detto che non contenga messaggi un po' più allegri. Come ho scritto nella frase all'inizio di questa recensione, nell'ultimo episodio viene trasmesso un bellissimo messaggio di speranza, che non ha mancato di commuovermi, accompagnato da una splendida OST. Tra l'altro, a che serve parlare ogni volta di disperazione, versare tante lacrime, se poi non dobbiamo arrivare appunto a questo? Beh, il finale non è felicissimo (anche se c'è un film-sequel), lo definirei un po' agrodolce, ma azzeccato per questa serie.
Parlando dei personaggi, non posso non amarli, a partire dalla protagonista, Madoka Kaname, allegra e un po' piagnucolona, che quasi tutti hanno odiato perché ha passato quasi tutta la serie a piangere. Non sarà infatti raro leggere: "Ma perché Madoka ancora non si trasforma?" Beh, un motivo c'è, pazientate almeno fino al decimo episodio e capirete, non è mica detto che debba trasformarsi, visto che non è il solito anime con le maghette! Chiudendo questa parentesi, c'è una cosa che ho amato di Madoka, e che ho descritto in parte anche sopra: lei l'ha sempre pensata nello stesso modo riguardo alle maghe e al loro compito, ai loro desideri, il che ha portato quindi a quel messaggio meraviglioso di speranza. Abbiamo poi Sayaka, che accetta l'ingrato compito con lo stesso pensiero dell'amica, anche se dopo aver scoperto la verità e altri vari accadimenti, non sarà più come prima. Sayaka è certamente uno dei personaggi meglio caratterizzati, a cui sono stati dedicati molti episodi, ed è quindi facile capire la sua psicologia, tanto da renderla uno dei personaggi meglio sviluppati e molto vicini alla realtà. Tra chi ha già stipulato il contratto troviamo Mami, la senpai che tutti ammirano. Come fa a non diventare il vostro personaggio preferito, così forte e coraggiosa? Anch'io l'ho subito amata, ma come mi hanno fatto notare, anch'ella nasconde lati oscuri: per esempio, vuol costringere Madoka a diventare maga (in cambio di una torta?), ben sapendo quanti pericoli e sofferenze affronterebbe, spinta dall'immensa solitudine in cui ha vissuto in questi anni. Anche Mami quindi ha quei difetti che la rendono "umana", e ho imparato ad amarla per questi suoi lati. Che dire di Kyoko, il mio personaggio preferito? A prima vista si direbbe: "Ecco, lei è l'incarnazione del concetto di maga di questa serie, spietata e che fa i suoi interessi". Ma poi ascolti la sua storia, vedi quello che fa e fin dove si spinge per quello per cui ha iniziato a combattere e che aveva dimenticato, che Sayaka le ha fatto ricordare. Una ragazza stupenda. Ultima per una serie di motivi, Homura, di cui non possiamo dire molto per non sfociare nello spoiler, tant'è che fin dall'inizio è "avvolta da un'aura di mistero" (cit.). Ma quando scoprirete chi è veramente, non potrete non fare il tifo per lei. Beh, se volete c'è pure Kyubey, che incarna perfettamente il concetto di inganno di questa serie, ma tanto lui non lo capisce, il tenero peluche.
Arriviamo infine al lato tecnico. Shaft possiede animazioni uniche, con inquadrature ben studiate, sfondi dettagliatissimi e particolari, per non parlare di come rende i combattimenti. Salteranno subito agli occhi il modo in cui sono realizzate le barriere delle streghe, e qualcuno ha detto che è stato inutile farle così, ma è una delle cose che rendono "Madoka Magica" tanto speciale.
Il character design è stato appunto realizzato per ingannare lo spettatore, a volte subisce dei cali, ma non l'ho mai trovato brutto o inappropriato.
Altro punto di eccellenza sono sicuramente le OST, composte da Yuki Kajiura. Il suo stile è inconfondibile, infatti troveremo cori che cantano splendidamente in lingue inesistenti, o cupe OST che rendono il ritmo lento e oscuro. Splendide anche le sigle, come dimenticare "And I'm Home" e "Magia"?
In conclusione, "Madoka Magica" è un anime che consiglierei a tutti, soprattutto a chi poco conosce l'animazione giapponese e vorrebbe liberarsi dei soliti preconcetti che i "cartoni animati" hanno nel nostro Paese.
"Mahou Shoujo Madoka Magica" nasce come progetto originale nel 2011, ad opera del Magica Quartet, animato dallo studio Shaft.
Inizio col dire che questo è stato uno dei primissimi anime che ho visto. Tralasciando "Sailor Moon" (citazione non proprio casuale) che mi ha indotto a comprare il mio primo manga e ad appassionarmi a questo mondo, direi che è stato il secondo o il terzo, se non erro. Non ero quindi a conoscenza - come tutti i bambini, del resto - che i cartoni animati non sono sempre divertenti, allegri e quindi adatti solo ai più piccoli. "Madoka Magica" è stato infatti il primo anime di quel genere che ho visto, e come molti sono stata tratta in inganno dal character design dolce e puccioso e dal fatto che si presentasse come un mahou shoujo, un anime con le maghette. Abituata appunto a "Sailor Moon", "Mermaid Melody", "Doremì" e così via, non mi potevo certo aspettare che dietro "Madoka Magica" si potesse celare una storia cupa, piena di disperazione, ma allo stesso tempo meravigliosa, per me.
Molti sono i punti che hanno reso "Madoka Magica" il mio anime preferito (assieme a un altro). Innanzitutto la sorpresa descritta sopra, vedere già dal primo episodio (sebbene si inizi normalmente ad assaporare la sua vera natura dal terzo) quei piccoli Anthony inquietanti (i famigli della strega Gertrud), accompagnati da musiche altrettanto inquietanti, e vedere Mami utilizzare dei fucili al posto degli scettri. Per chi segue anime da molto più tempo di me, "Madoka Magica" sarà stato l'ennesimo prodotto commerciale, fatto di situazioni già viste e poco originali, ma io al primo impatto ne sono solo rimasta stupita e ammirata.
Ma andiamo un po' più nei dettagli. La storia, soprattutto se siete alle prime armi com'ero io, non mancherà di stupirvi con tantissimi colpi di scena: a volte situazioni crudeli, altre volte verità sconvolgenti che ribalteranno la concezione che avete avuto dei personaggi o dell'eccitante idea di diventare una maga, a cui aggiungiamo spettacolari combattimenti e allo stesso tempo scene toccanti. Proseguendo con la visione, si potrebbe pensare a "Madoka Magica" come un anime solamente cupo e deprimente, tant'è che riderete al massimo due volte, ma non è detto che non contenga messaggi un po' più allegri. Come ho scritto nella frase all'inizio di questa recensione, nell'ultimo episodio viene trasmesso un bellissimo messaggio di speranza, che non ha mancato di commuovermi, accompagnato da una splendida OST. Tra l'altro, a che serve parlare ogni volta di disperazione, versare tante lacrime, se poi non dobbiamo arrivare appunto a questo? Beh, il finale non è felicissimo (anche se c'è un film-sequel), lo definirei un po' agrodolce, ma azzeccato per questa serie.
Parlando dei personaggi, non posso non amarli, a partire dalla protagonista, Madoka Kaname, allegra e un po' piagnucolona, che quasi tutti hanno odiato perché ha passato quasi tutta la serie a piangere. Non sarà infatti raro leggere: "Ma perché Madoka ancora non si trasforma?" Beh, un motivo c'è, pazientate almeno fino al decimo episodio e capirete, non è mica detto che debba trasformarsi, visto che non è il solito anime con le maghette! Chiudendo questa parentesi, c'è una cosa che ho amato di Madoka, e che ho descritto in parte anche sopra: lei l'ha sempre pensata nello stesso modo riguardo alle maghe e al loro compito, ai loro desideri, il che ha portato quindi a quel messaggio meraviglioso di speranza. Abbiamo poi Sayaka, che accetta l'ingrato compito con lo stesso pensiero dell'amica, anche se dopo aver scoperto la verità e altri vari accadimenti, non sarà più come prima. Sayaka è certamente uno dei personaggi meglio caratterizzati, a cui sono stati dedicati molti episodi, ed è quindi facile capire la sua psicologia, tanto da renderla uno dei personaggi meglio sviluppati e molto vicini alla realtà. Tra chi ha già stipulato il contratto troviamo Mami, la senpai che tutti ammirano. Come fa a non diventare il vostro personaggio preferito, così forte e coraggiosa? Anch'io l'ho subito amata, ma come mi hanno fatto notare, anch'ella nasconde lati oscuri: per esempio, vuol costringere Madoka a diventare maga (in cambio di una torta?), ben sapendo quanti pericoli e sofferenze affronterebbe, spinta dall'immensa solitudine in cui ha vissuto in questi anni. Anche Mami quindi ha quei difetti che la rendono "umana", e ho imparato ad amarla per questi suoi lati. Che dire di Kyoko, il mio personaggio preferito? A prima vista si direbbe: "Ecco, lei è l'incarnazione del concetto di maga di questa serie, spietata e che fa i suoi interessi". Ma poi ascolti la sua storia, vedi quello che fa e fin dove si spinge per quello per cui ha iniziato a combattere e che aveva dimenticato, che Sayaka le ha fatto ricordare. Una ragazza stupenda. Ultima per una serie di motivi, Homura, di cui non possiamo dire molto per non sfociare nello spoiler, tant'è che fin dall'inizio è "avvolta da un'aura di mistero" (cit.). Ma quando scoprirete chi è veramente, non potrete non fare il tifo per lei. Beh, se volete c'è pure Kyubey, che incarna perfettamente il concetto di inganno di questa serie, ma tanto lui non lo capisce, il tenero peluche.
Arriviamo infine al lato tecnico. Shaft possiede animazioni uniche, con inquadrature ben studiate, sfondi dettagliatissimi e particolari, per non parlare di come rende i combattimenti. Salteranno subito agli occhi il modo in cui sono realizzate le barriere delle streghe, e qualcuno ha detto che è stato inutile farle così, ma è una delle cose che rendono "Madoka Magica" tanto speciale.
Il character design è stato appunto realizzato per ingannare lo spettatore, a volte subisce dei cali, ma non l'ho mai trovato brutto o inappropriato.
Altro punto di eccellenza sono sicuramente le OST, composte da Yuki Kajiura. Il suo stile è inconfondibile, infatti troveremo cori che cantano splendidamente in lingue inesistenti, o cupe OST che rendono il ritmo lento e oscuro. Splendide anche le sigle, come dimenticare "And I'm Home" e "Magia"?
In conclusione, "Madoka Magica" è un anime che consiglierei a tutti, soprattutto a chi poco conosce l'animazione giapponese e vorrebbe liberarsi dei soliti preconcetti che i "cartoni animati" hanno nel nostro Paese.
<b>Attenzione: la recensione contiene spoiler</b>
"Mahou Shoujo Madoka Magica" è un anime di dodici episodi prodotto nel 2011 del quale negli ultimi anni si è sentito parlare molto, nel bene e nel male. La serie è diventata famosa principalmente per aver introdotto un'inaspettata novità nel genere: non aspettatevi quindi il solito majokko pieno di buonismo, allegria e leggerezza, perché rimarrete completamente spiazzati.
Protagonista della storia è Madoka, una normale ragazzina di seconda media che vive la sua vita in maniera del tutto ordinaria insieme alla sua amica Sayaka. Un giorno una nuova misteriosa studentessa si presenta nella classe di Madoka, e si rivela essere la ragazza che la stessa protagonista aveva sognato la notte precedente. Tutto inizia quando Madoka e Sayaka vedono la nuova arrivata inseguire e ferire uno strano animaletto ma senza riuscire ad eliminarlo; dopo averlo aiutato, le due si ritrovano intrappolate in una strana dimensione generata una strega, dalla quale vengono salvate da Mami Tomoe, una ragazza poco più grande di loro dotata di poteri magici. Scampato il pericolo, Kyubei, la strana creatura, spiega alle protagoniste che anche loro possono acquisire dei poteri magici per combattere le streghe, diventando delle Puella Magi; basta siglare un particolare contratto nel quale, in cambio di un qualsiasi desiderio, si impegnino senza sosta nella battaglia.
Tuttavia, vale davvero la pena mettere in gioco la propria vita per un semplice desiderio personale?
Se inizialmente la trama può sembrare una come tante altre, ci si rende ben presto conto che non è così, e ci viene chiaramente mostrato nel terzo episodio quando Mami, divenuta amica e protettrice delle protagoniste, viene improvvisamente divorata da una strega, uscendo di scena. A differenza dei soliti majokko, dove i protagonisti, per quanto la situazione sia difficile, riescono sempre a uscirne illesi, in questa serie le vittime non mancheranno, senza contare che le ambientazioni e le tematiche trattate sono insolitamente cupe e pesanti; sono queste le principali differenze che hanno reso questo titolo così famoso e degno di nota.
Altra innovazione è sicuramente la prospettiva con la quale ci viene presentato il ruolo della maghetta, che in genere è vista come l'eroina da ammirare e su cui poter fare affidamento, libera da ogni esitazione e dall'animo puro e pulito. In Madoka Magica invece ognuno combatte per i propri interessi personali o perché costretto a farlo da circostanze tutt'altro che allegre; diventare una Puella Magi è considerata quasi una sfortuna, una sorta di condanna, soprattutto arrivati a un certo punto della serie quando verrà fatta chiarezza sulla natura di questi poteri.
Per quanto riguarda i personaggi, gli autori sono riusciti a creare un ottimo gruppo in grado di coinvolgere lo spettatore. Madoka, la protagonista, non si differenzia molto dalla solita eroina, se non fosse per il fatto che rifiuta consapevolmente i poteri per quasi tutta la serie; questa scelta la rende unica e originale, seppur caratterialmente non si discosti molto dal classico stereotipo.
Le figure più misteriose sono sicuramente Kyubey e Homura, che riescono a tenere lo spettatore attento e vigile per tutte le puntate. Ad ogni personaggio viene creato un passato malinconico e una psicologia accurata e credibile.
Tecnicamente è stato svolto un ottimo lavoro. Il desing dei personaggi è semplice e in stile majokko, le ambientazioni sono varie e curate, e i combattimenti fluidi e godibili; il vero punto forte in questo senso sono il disegno dei labirinti e delle streghe, che è un qualcosa di veramente fantastico.
Per quanto riguarda il comparto sonoro, un buon lavoro sotto ogni punto di vista, dalle sigle di apertura e chiusura sino al doppiaggio.
In conclusione, un'opera che fra gli altri ha il merito innegabile di aver sperimentato qualcosa di nuovo e originale, a prescindere dai gusti personali. Ne consiglio vivamente la visione.
"Mahou Shoujo Madoka Magica" è un anime di dodici episodi prodotto nel 2011 del quale negli ultimi anni si è sentito parlare molto, nel bene e nel male. La serie è diventata famosa principalmente per aver introdotto un'inaspettata novità nel genere: non aspettatevi quindi il solito majokko pieno di buonismo, allegria e leggerezza, perché rimarrete completamente spiazzati.
Protagonista della storia è Madoka, una normale ragazzina di seconda media che vive la sua vita in maniera del tutto ordinaria insieme alla sua amica Sayaka. Un giorno una nuova misteriosa studentessa si presenta nella classe di Madoka, e si rivela essere la ragazza che la stessa protagonista aveva sognato la notte precedente. Tutto inizia quando Madoka e Sayaka vedono la nuova arrivata inseguire e ferire uno strano animaletto ma senza riuscire ad eliminarlo; dopo averlo aiutato, le due si ritrovano intrappolate in una strana dimensione generata una strega, dalla quale vengono salvate da Mami Tomoe, una ragazza poco più grande di loro dotata di poteri magici. Scampato il pericolo, Kyubei, la strana creatura, spiega alle protagoniste che anche loro possono acquisire dei poteri magici per combattere le streghe, diventando delle Puella Magi; basta siglare un particolare contratto nel quale, in cambio di un qualsiasi desiderio, si impegnino senza sosta nella battaglia.
Tuttavia, vale davvero la pena mettere in gioco la propria vita per un semplice desiderio personale?
Se inizialmente la trama può sembrare una come tante altre, ci si rende ben presto conto che non è così, e ci viene chiaramente mostrato nel terzo episodio quando Mami, divenuta amica e protettrice delle protagoniste, viene improvvisamente divorata da una strega, uscendo di scena. A differenza dei soliti majokko, dove i protagonisti, per quanto la situazione sia difficile, riescono sempre a uscirne illesi, in questa serie le vittime non mancheranno, senza contare che le ambientazioni e le tematiche trattate sono insolitamente cupe e pesanti; sono queste le principali differenze che hanno reso questo titolo così famoso e degno di nota.
Altra innovazione è sicuramente la prospettiva con la quale ci viene presentato il ruolo della maghetta, che in genere è vista come l'eroina da ammirare e su cui poter fare affidamento, libera da ogni esitazione e dall'animo puro e pulito. In Madoka Magica invece ognuno combatte per i propri interessi personali o perché costretto a farlo da circostanze tutt'altro che allegre; diventare una Puella Magi è considerata quasi una sfortuna, una sorta di condanna, soprattutto arrivati a un certo punto della serie quando verrà fatta chiarezza sulla natura di questi poteri.
Per quanto riguarda i personaggi, gli autori sono riusciti a creare un ottimo gruppo in grado di coinvolgere lo spettatore. Madoka, la protagonista, non si differenzia molto dalla solita eroina, se non fosse per il fatto che rifiuta consapevolmente i poteri per quasi tutta la serie; questa scelta la rende unica e originale, seppur caratterialmente non si discosti molto dal classico stereotipo.
Le figure più misteriose sono sicuramente Kyubey e Homura, che riescono a tenere lo spettatore attento e vigile per tutte le puntate. Ad ogni personaggio viene creato un passato malinconico e una psicologia accurata e credibile.
Tecnicamente è stato svolto un ottimo lavoro. Il desing dei personaggi è semplice e in stile majokko, le ambientazioni sono varie e curate, e i combattimenti fluidi e godibili; il vero punto forte in questo senso sono il disegno dei labirinti e delle streghe, che è un qualcosa di veramente fantastico.
Per quanto riguarda il comparto sonoro, un buon lavoro sotto ogni punto di vista, dalle sigle di apertura e chiusura sino al doppiaggio.
In conclusione, un'opera che fra gli altri ha il merito innegabile di aver sperimentato qualcosa di nuovo e originale, a prescindere dai gusti personali. Ne consiglio vivamente la visione.
<b>Attenzione: la recensione contiene spoiler</b>
"Madoka Magica" è stato uno dei primi anime che ho visto. Adorando la serie majokko "Pretty Cure", avevo deciso di provarlo pensando che fosse adorabile come esso. Ma mi sbagliavo. "Madoka Magica" è molto, molto di più. Ha rivoluzionato il genere majokko, non è il solito mahou shoujo dove le maghette vincono sempre e non c'è un minimo di azione.
Trama: la trama è una delle cose principali che mi ha spinto a guardare "Madoka Magica". Già da quando la leggi, scopri che non è un majokko dove l'amore trionfa e l'elemento più importante è l'amicizia. Qua bisogna lottare per la sopravvivenza, il più forte vince e il più debole rimane indietro, trasformandosi in un mostro. Voto trama: 9.5.
Grafica: altra cosa che mi ha spinto a continuare "Madoka Magica". La grafica nei combattimenti con le streghe è veramente bella e avvincente: elementi reali, o comunque simili, mischiati con l'animazione, che rendono uno strano effetto, in senso buono però, anzi. Anche la grafica dei paesaggi è molto buona, anche se preferisco di gran lunga quella dei combattimenti. Voto grafica: 10.
Grafica dei personaggi: ecco il punto debole dell'anime. Grafica dei personaggi troppo kawaii, che non fa pensare a un anime violento con scene di morte e sangue. Anche se a me piace (in particolare quella di Kyoko), non è adatta a quest'anime. Perfino Kyubey è troppo carino e non sembra essere tutto quello che dimostra di essere nell'anime. Comunque, sembrano anche un po' abbozzati, e ogni tanto la grafica dei personaggi di sfondo è proprio brutta. Voto grafica dei personaggi: 7.
Suoni: colonna sonora fantastica, opening ed ending veramente belle, in particolare "And I'm Home", la mia preferita. Anche "Magia" e "Connect" mi hanno colpito molto. I suoni nell'anime sono fatti bene, sempre adatti alle scene, in particolare l'apparizione delle armi. Molto bene Shaft. Voto suoni: 10.
Finale: il finale mi ha colpito, anche se non come quello di altri anime tipo "School Days". Mi è piaciuta molto la trasformazione di Madoka nella divinità, peccato non fosse uno dei miei personaggi preferiti, in ogni caso non avrebbe influenzato il voto. Però dai, nel complesso mi è piaciuto. Voto Finale: 9.
Commento generale: "Puella Magi Madoka Magica" è un anime che ti fa pensare che la vita non è tutta rosa e fiori, bisogna anche fare dei sacrifici, soprattutto per le persone a cui tieni davvero, e che c'è sempre qualcuno che si sta facendo in quattro per te. Ha un significato molto bello, bisogna saperlo capire nel modo giusto, e ti accorgi di aver visto un anime veramente stupendo. Un sacco di persone lo scartano dalla lista di anime da vedere soltanto perché è un majokko schifoso e mieloso, invece no. Lo consiglio vivamente, sopratutto a chi non è abituato a vedere anime violenti, perché è un ottimo inizio; poi, dopo averlo visto, sicuramente ci si spingerà a vedere molti più horror e splatter. Vabbé, dipende da persona a persona, se siete molto sensibili evitatelo, però in ogni caso non escludetelo e provate a guardarvelo, non è quello che sembra, fidatevi. Ecco perché ho dato un voto così alto.
"Madoka Magica" è stato uno dei primi anime che ho visto. Adorando la serie majokko "Pretty Cure", avevo deciso di provarlo pensando che fosse adorabile come esso. Ma mi sbagliavo. "Madoka Magica" è molto, molto di più. Ha rivoluzionato il genere majokko, non è il solito mahou shoujo dove le maghette vincono sempre e non c'è un minimo di azione.
Trama: la trama è una delle cose principali che mi ha spinto a guardare "Madoka Magica". Già da quando la leggi, scopri che non è un majokko dove l'amore trionfa e l'elemento più importante è l'amicizia. Qua bisogna lottare per la sopravvivenza, il più forte vince e il più debole rimane indietro, trasformandosi in un mostro. Voto trama: 9.5.
Grafica: altra cosa che mi ha spinto a continuare "Madoka Magica". La grafica nei combattimenti con le streghe è veramente bella e avvincente: elementi reali, o comunque simili, mischiati con l'animazione, che rendono uno strano effetto, in senso buono però, anzi. Anche la grafica dei paesaggi è molto buona, anche se preferisco di gran lunga quella dei combattimenti. Voto grafica: 10.
Grafica dei personaggi: ecco il punto debole dell'anime. Grafica dei personaggi troppo kawaii, che non fa pensare a un anime violento con scene di morte e sangue. Anche se a me piace (in particolare quella di Kyoko), non è adatta a quest'anime. Perfino Kyubey è troppo carino e non sembra essere tutto quello che dimostra di essere nell'anime. Comunque, sembrano anche un po' abbozzati, e ogni tanto la grafica dei personaggi di sfondo è proprio brutta. Voto grafica dei personaggi: 7.
Suoni: colonna sonora fantastica, opening ed ending veramente belle, in particolare "And I'm Home", la mia preferita. Anche "Magia" e "Connect" mi hanno colpito molto. I suoni nell'anime sono fatti bene, sempre adatti alle scene, in particolare l'apparizione delle armi. Molto bene Shaft. Voto suoni: 10.
Finale: il finale mi ha colpito, anche se non come quello di altri anime tipo "School Days". Mi è piaciuta molto la trasformazione di Madoka nella divinità, peccato non fosse uno dei miei personaggi preferiti, in ogni caso non avrebbe influenzato il voto. Però dai, nel complesso mi è piaciuto. Voto Finale: 9.
Commento generale: "Puella Magi Madoka Magica" è un anime che ti fa pensare che la vita non è tutta rosa e fiori, bisogna anche fare dei sacrifici, soprattutto per le persone a cui tieni davvero, e che c'è sempre qualcuno che si sta facendo in quattro per te. Ha un significato molto bello, bisogna saperlo capire nel modo giusto, e ti accorgi di aver visto un anime veramente stupendo. Un sacco di persone lo scartano dalla lista di anime da vedere soltanto perché è un majokko schifoso e mieloso, invece no. Lo consiglio vivamente, sopratutto a chi non è abituato a vedere anime violenti, perché è un ottimo inizio; poi, dopo averlo visto, sicuramente ci si spingerà a vedere molti più horror e splatter. Vabbé, dipende da persona a persona, se siete molto sensibili evitatelo, però in ogni caso non escludetelo e provate a guardarvelo, non è quello che sembra, fidatevi. Ecco perché ho dato un voto così alto.
<b>Attenzione: la recensione contiene spoiler</b>
Conosco alcune persone che non hanno visto "Madoka Magica" solo perché è un majokko, ma non bisogna farsi ingannare! "Madoka Magica" è un anime davvero bello, purtroppo non tutti riescono a capire il significato dell'anime.
Partiamo dalla trama. Madoka Kaname incontra un essere chiamato Kyubey che chiede a lei e alla sua amica Sayaka Miki di diventare maghe, in cambio avrebbe avverato un loro desiderio. È stupendo come le due ragazze comincino a capire quanto è difficile esprimere un vero e proprio desiderio quando hai già praticamente tutto e che invece molta gente darebbe tutto per avere un'opportunità simile: molto bello, ti fa riflettere. Che desiderio esprimerei io? Non sono riuscita a rispondermi... non ho nessun desiderio per cui rischierei la mia vita.
I personaggi sono tutti bellissimi, in particolare Sayaka Miki l'ho trovata davvero interessante. Lei esprime il suo desiderio per far guarire il ragazzo che ama, per poi far sì che lui realizzi il suo desiderio... e alla fine lui si innamora di un'altra e non saprà mai che Sayaka ha dato l'anima per lui. Quando Sayaka impazzisce è stato il pezzo che ho amato di più: non fraintendetemi, ovviamente non sono felice che lei sia diventata pazza, ma è stato toccante vedere lei che rimpiangeva quello che aveva fatto. Orami non era niente, un oggetto vuoto, senz'anima, e allora a cosa serviva quel che aveva fatto? Si era dannata per salvare qualcun altro che alla fine non ha scelto lei.
Un altro personaggio che mi è piaciuto molto è stata Mami Tomoe, anche lei molto emozionante. Non verrà mai a scoprire la verità sul contratto stipulato con Kyubey: il fatto che l'unica cosa che voleva veramente era amore, amicizia, comprensione, tutte cose che solo alla fine ha avuto da parte di Madoka. Mami morirà felice, una felicità che è iniziata e finita nello stesso momento.
Ho amato anche Kyoko Sakura, molto divertente, e Homura Akemi, che viaggerà nel tempo per impedire a Madoka di fare l'errore che la porterà alla morte, ma alla fine non riuscirà mai a cambiare la verità.
Darei un'8 e mezzo a questo anime, in verità profondo, bello e con una ottima opening.
Conosco alcune persone che non hanno visto "Madoka Magica" solo perché è un majokko, ma non bisogna farsi ingannare! "Madoka Magica" è un anime davvero bello, purtroppo non tutti riescono a capire il significato dell'anime.
Partiamo dalla trama. Madoka Kaname incontra un essere chiamato Kyubey che chiede a lei e alla sua amica Sayaka Miki di diventare maghe, in cambio avrebbe avverato un loro desiderio. È stupendo come le due ragazze comincino a capire quanto è difficile esprimere un vero e proprio desiderio quando hai già praticamente tutto e che invece molta gente darebbe tutto per avere un'opportunità simile: molto bello, ti fa riflettere. Che desiderio esprimerei io? Non sono riuscita a rispondermi... non ho nessun desiderio per cui rischierei la mia vita.
I personaggi sono tutti bellissimi, in particolare Sayaka Miki l'ho trovata davvero interessante. Lei esprime il suo desiderio per far guarire il ragazzo che ama, per poi far sì che lui realizzi il suo desiderio... e alla fine lui si innamora di un'altra e non saprà mai che Sayaka ha dato l'anima per lui. Quando Sayaka impazzisce è stato il pezzo che ho amato di più: non fraintendetemi, ovviamente non sono felice che lei sia diventata pazza, ma è stato toccante vedere lei che rimpiangeva quello che aveva fatto. Orami non era niente, un oggetto vuoto, senz'anima, e allora a cosa serviva quel che aveva fatto? Si era dannata per salvare qualcun altro che alla fine non ha scelto lei.
Un altro personaggio che mi è piaciuto molto è stata Mami Tomoe, anche lei molto emozionante. Non verrà mai a scoprire la verità sul contratto stipulato con Kyubey: il fatto che l'unica cosa che voleva veramente era amore, amicizia, comprensione, tutte cose che solo alla fine ha avuto da parte di Madoka. Mami morirà felice, una felicità che è iniziata e finita nello stesso momento.
Ho amato anche Kyoko Sakura, molto divertente, e Homura Akemi, che viaggerà nel tempo per impedire a Madoka di fare l'errore che la porterà alla morte, ma alla fine non riuscirà mai a cambiare la verità.
Darei un'8 e mezzo a questo anime, in verità profondo, bello e con una ottima opening.
"Mahou Shoujo Madoka Magica", probabilmente l'anime più chiacchierato del 2011.
Premessa: "Mahou Shoujo Madoka Magica" = majokko = maghette.
Nonostante la mia più che ventennale esperienza su anime e manga, mi portavo dietro una piccola falla d'ignoranza. Majokko, termine che ho sentito nominare chissà quante volte, non avevo idea che fosse il corrispettivo italiano di "maghette": immaginatevi il mio stupore quando, solo recentemente, ho appreso tale nozione! A mia parziale discolpa posso affermare di non aver mai approfondito la questione, trovandomi dinnanzi a un genere che non figura certo tra i miei prediletti, anzi! Trattasi di una tipologia di opere dalla quale prendo tutte le distanze possibili e immaginabili! E allora, giustamente, vi chiederete cosa diamine mi abbia portato a recensire un'opera di questo tipo, e la risposta è una sola, chiara e semplice. "Mahou Shoujo Madoka Magica" si presenta come un'opera assolutamente atipica nel suo genere, quindi, vista la sua singolarità, questo "majokko" poteva essere la mia ultima chance da offrire a questa tipologia di storie. O dentro o fuori.
Il primo approccio lascia subito trapelare la particolarità dell'opera: le primissime sequenze sono spiazzanti, ci portano su un curioso campo di battaglia per poi ricondurci alla "realtà" della vita quotidiana. A questo punto ci troviamo di fronte a brevi fasi simili a quelle già vissute in molteplici altri anime a sfondo scolastico e/o romantico. Di qui a breve però le atmosfere cambiano, soprattutto sotto il punto di vista dei contesti, della psicologia e dei rapporti tra alcuni personaggi; si avverte una certa tensione che desta l'interesse dello spettatore e fa nascere numerose domande alle quali troveremo molto presto una risposta, visto anche l'esiguo numero di episodi e la necessità di non tirarla troppo per le lunghe. La regia si rivela spesso e volentieri sin troppo eccentrica, portando certe situazioni su binari che sfiorano il ridicolo. Le nostre maghette dovranno vedersela contro le "streghe", esseri sovrannaturali chiamati così per non so qual motivo; perdiamo di vista il concetto classico di "strega", che in questo caso viene soppiantato da creature "mostruose" ma dalle fattezze generalmente poco convincenti: si spazia dalla creatura paragonabile a un pupazzetto di peluche a qualcosa di totalmente astratto.
E' tutto il comparto grafico a cambiare drasticamente quando si entra nella fase di combattimento con uno di questi esseri e spesso ne esce un qualcosa che stride brutalmente con lo stile grafico usuale dell'opera. L'azione vera e propria non è affatto male, ma il comparto grafico dei campi di battaglia e dei nemici può esser considerato stravagante e originale, ma scade spesso nel ridicolo. Il disegno dei personaggi è quasi moe, molto semplicistico, non propriamente di mio gradimento, ma di certo non potremmo definirlo sgradevole.
Proseguendo, l'anime migliora parecchio, acquista spessore e la caratterizzazione dei personaggi viene arricchita e approfondita moltissimo; tutto ciò che in precedenza poteva anche apparire come un banale pretesto assume assoluta concretezza.
Sono rimasto davvero colpito da quest'opera: partivo prevenuto per molteplici motivi (prima di tutto per il genere di appartenenza), ciononostante "Madoka Magica" ha saputo conquistarmi sin dal primo episodio, mantenendo sempre altissimo il mio livello d'interesse quasi sino alla fine. Già... purtroppo c'è quel "quasi" che rovina la valutazione finale. Se già dal terzultimo episodio l'atmosfera cominciava ad avere dei cali d'interesse, per alcune scelte narrative abbastanza opinabili, l'apice del disappunto arriva proprio con l'episodio conclusivo. Le soluzioni e gli spunti inventati per il finale non sono da buttare (tutt'altro), ma vengono presentati in maniera caotica e vagamente sconclusionata; si fosse impostato il tutto in modo un tantino più semplice e lineare, credo che la trama ne avrebbe potuto unicamente giovare. Non è ciò che succede a non piacermi, ma il modo in cui viene presentato. Purtroppo è proprio lo scivolone sul finale che penalizza pesantemente la mia valutazione complessiva, che altrimenti avrebbe potuto contare su un punticino in più.
Doverosa menzione per la soundtrack, che si eleva nettamente sopra la media con brani d'atmosfera assolutamente evocativi.
Premessa: "Mahou Shoujo Madoka Magica" = majokko = maghette.
Nonostante la mia più che ventennale esperienza su anime e manga, mi portavo dietro una piccola falla d'ignoranza. Majokko, termine che ho sentito nominare chissà quante volte, non avevo idea che fosse il corrispettivo italiano di "maghette": immaginatevi il mio stupore quando, solo recentemente, ho appreso tale nozione! A mia parziale discolpa posso affermare di non aver mai approfondito la questione, trovandomi dinnanzi a un genere che non figura certo tra i miei prediletti, anzi! Trattasi di una tipologia di opere dalla quale prendo tutte le distanze possibili e immaginabili! E allora, giustamente, vi chiederete cosa diamine mi abbia portato a recensire un'opera di questo tipo, e la risposta è una sola, chiara e semplice. "Mahou Shoujo Madoka Magica" si presenta come un'opera assolutamente atipica nel suo genere, quindi, vista la sua singolarità, questo "majokko" poteva essere la mia ultima chance da offrire a questa tipologia di storie. O dentro o fuori.
Il primo approccio lascia subito trapelare la particolarità dell'opera: le primissime sequenze sono spiazzanti, ci portano su un curioso campo di battaglia per poi ricondurci alla "realtà" della vita quotidiana. A questo punto ci troviamo di fronte a brevi fasi simili a quelle già vissute in molteplici altri anime a sfondo scolastico e/o romantico. Di qui a breve però le atmosfere cambiano, soprattutto sotto il punto di vista dei contesti, della psicologia e dei rapporti tra alcuni personaggi; si avverte una certa tensione che desta l'interesse dello spettatore e fa nascere numerose domande alle quali troveremo molto presto una risposta, visto anche l'esiguo numero di episodi e la necessità di non tirarla troppo per le lunghe. La regia si rivela spesso e volentieri sin troppo eccentrica, portando certe situazioni su binari che sfiorano il ridicolo. Le nostre maghette dovranno vedersela contro le "streghe", esseri sovrannaturali chiamati così per non so qual motivo; perdiamo di vista il concetto classico di "strega", che in questo caso viene soppiantato da creature "mostruose" ma dalle fattezze generalmente poco convincenti: si spazia dalla creatura paragonabile a un pupazzetto di peluche a qualcosa di totalmente astratto.
E' tutto il comparto grafico a cambiare drasticamente quando si entra nella fase di combattimento con uno di questi esseri e spesso ne esce un qualcosa che stride brutalmente con lo stile grafico usuale dell'opera. L'azione vera e propria non è affatto male, ma il comparto grafico dei campi di battaglia e dei nemici può esser considerato stravagante e originale, ma scade spesso nel ridicolo. Il disegno dei personaggi è quasi moe, molto semplicistico, non propriamente di mio gradimento, ma di certo non potremmo definirlo sgradevole.
Proseguendo, l'anime migliora parecchio, acquista spessore e la caratterizzazione dei personaggi viene arricchita e approfondita moltissimo; tutto ciò che in precedenza poteva anche apparire come un banale pretesto assume assoluta concretezza.
Sono rimasto davvero colpito da quest'opera: partivo prevenuto per molteplici motivi (prima di tutto per il genere di appartenenza), ciononostante "Madoka Magica" ha saputo conquistarmi sin dal primo episodio, mantenendo sempre altissimo il mio livello d'interesse quasi sino alla fine. Già... purtroppo c'è quel "quasi" che rovina la valutazione finale. Se già dal terzultimo episodio l'atmosfera cominciava ad avere dei cali d'interesse, per alcune scelte narrative abbastanza opinabili, l'apice del disappunto arriva proprio con l'episodio conclusivo. Le soluzioni e gli spunti inventati per il finale non sono da buttare (tutt'altro), ma vengono presentati in maniera caotica e vagamente sconclusionata; si fosse impostato il tutto in modo un tantino più semplice e lineare, credo che la trama ne avrebbe potuto unicamente giovare. Non è ciò che succede a non piacermi, ma il modo in cui viene presentato. Purtroppo è proprio lo scivolone sul finale che penalizza pesantemente la mia valutazione complessiva, che altrimenti avrebbe potuto contare su un punticino in più.
Doverosa menzione per la soundtrack, che si eleva nettamente sopra la media con brani d'atmosfera assolutamente evocativi.
Nonostante sia un grande appassionato di majokko sentai, sono stato lontano dalla visione di Madoka Magica per diverso tempo, risolvendomi a guardarlo soltanto nel 2014, a causa dell'aspetto moe, che purtroppo è una caratteristica che non manderò mai giù. Nel complesso ho trovato la serie più che guardabile, tant'è che - incuriosito - ho infilato un episodio dietro l'altro in una sola giornata. Tuttavia, nonostante la curiosità di vederlo che è riuscito a instillarmi, non posso dire che alla fine mi abbia rapito o mi abbia lasciato "qualcosa" post-visione. Il voto finale è dunque una media tra alcuni evidenti pregi e diversi difetti non del tutto visibili (o quanto meno non ritenuti tali da un gran numero di persone, visto che su Madoka Magica si sentono usare le parole miracolo, capolavoro o cose del genere).
La serie - concisa e piuttosto strutturata - sembra iniziare come un qualsiasi majokko sentai, con la protagonista Madoka che in qualche modo entra in contatto con l'animaletto puccioso di turno, Kyubey, che potrà donarle i poteri per trasformarla in una paladina magica. Nel contesto in questione le guerriere sono chiamate "maghe" e il loro compito è combattere le "streghe", creature invisibili ai normali esseri umani, ma causa di numerosi morti tra questi ultimi.
Già dai primi episodi si possono iniziare a notare quegli elementi che senz'altro distinguono Madoka Magica da altre serie del genere classico: il tono decisamente gotico, con tanto di un' "inaspettata" scena molto cruda, fin quasi dall'inizio, il fatto che la protagonista eponima praticamente non combatta, lasciando lo spazio d'azione a tutte le altre eroine.
Madoka Magica ha senz'altro dalla sua molti elementi positivi. Intanto l'indubbia originalità di diversi elementi, come quelli già citati, che lo fanno emergere da una produzione che si era, bene o male, sempre appiattita sul modello di Sailor Moon. La grafica è davvero molto curata, con un contrasto piacevole e interessante tra la normalità e la dimensione delle streghe, resa con una tecnica stop-motion che propone una sorta di collage (anche di opere d'arte importanti, dal surrealismo al cubismo). Le musiche sono straordinariamente suggestive e ben fatte, e contribuiscono al clima onirico e sospeso delle scene appena citate. La storia è interessante, non banale, ma la sua originalità oscilla tra il pregio e il difetto.
E quindi passiamo ai difetti.
Il character design puccioso e moe, caratteristica che non riuscirò mai a mandar giù, è assolutamente fuori luogo in un contesto del genere. La storia è decisamente dark e vedere delle bambinette delle elementari, che in realtà di anni ne hanno quattordici, ritrovarsi in delle situazioni così forti è quasi ridicolo. Ho letto che in diversi hanno percepito questo elemento come segno di originalità e distinzione; io ci leggo soltanto la mossa ultra-commerciale, con un appiattimento sul gusto generale del momento e con l'obiettivo di attirare tutta quella fetente schiera di uomini fissati con le ragazzine molto infantili... Per carità, è il segno del tempo che passa e dei gusti mutevoli (dei Giapponesi): vent'anni fa avevamo le guerriere sailor, belle e sensuali, che sembravano un po' più grandi dei loro quattordici-quindici anni. Oggi abbiamo le maghe, infantili e con le gambe storte. E, nonostante la commerciabilità di questi diversi tipi di femminilità, la prima continua ad apparirmi comprensibile, la seconda mi urta in una maniera disarmante e mi fa pure un po' impressione (ho trovato davvero al livello del feticismo le inquadrature da dietro delle ragazze che camminano per far notare quelle gambette storte da bimbetta giapponese). In conclusione ritengo che la serie avrebbe mantenuto la sua buona dose di originalità anche semplicemente presentando delle ragazze con un aspetto un po' più adulto, visto che bastavano il look da majokko a dichiarare l'effetto esotico e contrastante tra un elemento glamour e sbarazzino e un'ambientazione pesante e un po' tetra.
La storia come pregio e come difetto. Credo di aver usato più volte il termine "originale" in questa recensione e senz'altro la serie lo è. Tuttavia, mi ha dato fortemente l'impressione di giocare questa originalità in maniera un po' troppo dichiarata, nel senso che mi è parso palese fin dai primi episodi l'intento degli autori di creare qualcosa a tavolino di assolutamente nuovo, originale, spiazzante. Il risultato trovo sia stato un po' troppo meccanico. Per Madoka Magica sento spendere spesso il termine "maturo". Io francamente questa maturità non ce l'ho vista. Il fatto che succedano delle cose molto brutte, crude e drammatiche non automaticamente fa sì che la serie risulti matura. Quegli elementi di dramma mi sembrano inseriti in maniera piuttosto forzata, col risultato sì di spiazzare in parte lo spettatore, ma anche portatolo a domandarsi «Ma stanno facendo sul serio?». Ci sono certi momenti che mi hanno lasciato abbastanza istupidito per il livello di dramma e sofferenza dichiarati, rispetto al contesto generale, che risulta quindi meno credibile. In particolare ho trovato del tutto idiota e sciocca la storia famigliare di Kyoko (una roba assolutamente anacronistica col tempo in cui è ambientata la storia, cioè la nostra contemporaneità giusto un pelo più tecnologica). Altro momento un po' imbarazzante è quello della questione delle anime delle maghe, in cui le ragazze hanno delle reazioni assolutamente esagerate e improvvise.
Questi elementi di dramma a tutti costi, di serie che vuole forzosamente e dichiaratamente essere presa sul serio (fin troppo sul serio, aggiungo) giocano a sfavore dei personaggi. Sì, le maghe sono carine, qualcuna di loro anche interessante, ma mi sono sembrate nel complesso un po' vuote e meccaniche. Da un lato abbiamo Mami Tomoe, che in un certo senso si "salva": non che mi sia piaciuta, anzi, mi ha dato un po' sui nervi (presente la bimbetta serafica ma con il seno prosperoso e l'espressione perennemente assonnata/imbecille che temo dovrebbe essere sexy? Una cosa mai vista...), ma viene esclusa dalla vicenda abbastanza presto da essere giustificata per la scarsa caratterizzazione. Sayaka Miki è a tratti uno dei personaggi più riusciti, perché viene presentata sin dal principio con un carattere molto forte, ma anche delle reazioni e dei pensieri molto umani. La sua vicenda personale, senz'altro interessante, si brucia però un poco nel generale meccanismo della vicenda, risultando quindi meno drammatica di quanto potenzialmente non potesse essere (e sì, qui c'era davvero motivo di ricamare degli episodi ad alto tasso di lacrime). Kyoko Sakura compare un po' troppo tardi, quindi in parte è giustificata come Mami. Nel complesso è un personaggio che sul finire risulta gradevole, ma purtroppo nel dettaglio risulta quasi schizofrenico; il personaggio dovrebbe essere quello del membro del gruppo già addentro alla missione, che si unisce tardi alle protagoniste, entrando in contrasto con loro, perché ha metodi più spicci e diretti (come Sailor Uranus e Neptune in Sailor Moon). Il passaggio dalla sponda spocchia/antipatia all'amicizia per la pelle, però, è talmente repentino da risultare innaturale. Veniamo ai personaggi principali: Madoka è tanto carina e tenera, ma a lungo andare diventa un personaggio davvero stancante. Troppo remissiva, deboletta, fin troppo monocorde dall'inizio alla fine. Anzi, sul finale devo dire che ho trovato qualche incongruenza col suo personaggio: nel decisivo penultimo episodio - che mostra quello che è l'aspetto più interessante della trama e che secondo me salva tutta la baracca - vediamo una Madoka ben più decisa e attiva. Quello che secondo me stona nel complesso, però, è che anche nelle scene teoricamente comuni tra il tempo della narrazione e il tempo del ricordo, Madoka sembra avere due personalità ben diverse e la cosa non ha decisamente senso. Homura Akemi, infine, è forse quella più interessante tra le maghe, tant'è che direi che è a suo modo la vera protagonista della vicenda. La sua maturazione è praticamente l'unica che ci viene mostrata e che abbia senso, per quanto, comunque, risulta poco credibile il passaggio così radicale tra quello che era e quello che è diventata. Si ritorna al punto del "dramma a tutti i costi", che dovrebbe giustificare questa trasformazione.
Il personaggio più interessante è Kyubey, il pupazzetto puccioso: qui devo dire che ho apprezzato l'effettivo slancio di originalità, perché è la prima volta che mi capita di vedere un ribaltamento tale di un personaggio chiave del genere majokko (non so se ci siano precedenti, escludendo il caso di Mokona nella versione manga della seconda serie di Rayearth, nel quale, però, la situazione era diversa).
In conclusione Madoka Magica mi è sembrata una serie che avrebbe potuto essere molto più bella, se avesse sfruttato al meglio gli effettivi elementi innovativi della trama, senza attaccarsi in maniera così spudorata al tentativo di fare qualcosa di "profondo e maturo", per distanziarsi in maniera fin troppo meccanica dal genere madre. Il risultato è purtroppo un anime che si prende troppo sul serio, che vuole dannatamente essere "diverso", per palati fini, quando in verità mi sembra una grande macchina commerciale (nel contesto in cui, rispetto al passato, l'opera sperimentale o presunta tale è riuscita a diventare commerciale, a dispetto delle serie piene di fanservice "vecchio stile"). Il nuovo fanservice - nuovo relativamente, la cosa si è innescata praticamente da due decenni - sta diventando il "serio impegnato", che in realtà non è né l'uno, né l'altro. Forse sarò io ad avere dei limiti, ma se una serie come questa si propone come impegnata, un dramma - effettivo e realistico in tutti i sensi - come la cara, vecchia Lady Oscar che cos'è?
Senza andare troppo in là con prodotti fin troppo distanti, come l'anime storico appena citato, trovo che tante serie di successo che mi piacciono - di genere affine a Madoka Magica - abbiano sicuramente dietro delle strategie di marketing e possano a buon ragione dirsi commerciali (penso ad esempio a Sailor Moon). Tuttavia, in prodotti come quest'ultimo, gli aspetti commerciali erano quelli più appariscenti (ovviamente un tipo di femminilità rivolta agli standard del periodo, i colori, gli oggetti magici) e non andavano a intaccare la parte più sensibile e sentimentale della vicenda, né l'emozionalità dei personaggi. Tra il dramma forzato di Madoka e quello "affine" di tanti personaggi di Sailor Moon (penso a Chibiusa/Black Lady, Hotaru/Mistress 9, Nehellenia), quello dei secondi continua a sembrarmi più sincero e personalmente mi risulta sempre emozionante, anche dopo numerose visioni. Il presunto carattere sperimentale di Madoka Magica è l'elemento che fa perdere numerosi colpi alla serie: la ricerca di un meccanismo maturo e serio fa sì che gli autori abbiano perso di vista uno dei punti fondamentali nel creare una storia, cioè dare un'emotività ai suoi personaggi. Madoka Magica in conclusione mi sembra un prodotto ben confezionato, pronto per essere fagocitato e digerito da un pubblico generalista (con la pretesa di essere un'opera per eletti), perfetto per essere idolatrato fino all'inverosimile come fenomeno. Bisognerà vedere quanto durerà e se supererà lo scoglio del tempo. Quanto all'essere un prodotto realmente sperimentale ho i miei dubbi, soprattutto se penso al fatto che anni prima siano usciti prodotti - relativamente affini - singolarmente più originali (La rivoluzione di Utena e Princess Tutu su tutti). Credo che l'anime che rivoluzionerà e darà nuova linfa (duratura) al majokko-sentai debba ancora arrivare: Sailor Moon, dall'alto dei suoi anni, regge ancora benissimo.
La serie - concisa e piuttosto strutturata - sembra iniziare come un qualsiasi majokko sentai, con la protagonista Madoka che in qualche modo entra in contatto con l'animaletto puccioso di turno, Kyubey, che potrà donarle i poteri per trasformarla in una paladina magica. Nel contesto in questione le guerriere sono chiamate "maghe" e il loro compito è combattere le "streghe", creature invisibili ai normali esseri umani, ma causa di numerosi morti tra questi ultimi.
Già dai primi episodi si possono iniziare a notare quegli elementi che senz'altro distinguono Madoka Magica da altre serie del genere classico: il tono decisamente gotico, con tanto di un' "inaspettata" scena molto cruda, fin quasi dall'inizio, il fatto che la protagonista eponima praticamente non combatta, lasciando lo spazio d'azione a tutte le altre eroine.
Madoka Magica ha senz'altro dalla sua molti elementi positivi. Intanto l'indubbia originalità di diversi elementi, come quelli già citati, che lo fanno emergere da una produzione che si era, bene o male, sempre appiattita sul modello di Sailor Moon. La grafica è davvero molto curata, con un contrasto piacevole e interessante tra la normalità e la dimensione delle streghe, resa con una tecnica stop-motion che propone una sorta di collage (anche di opere d'arte importanti, dal surrealismo al cubismo). Le musiche sono straordinariamente suggestive e ben fatte, e contribuiscono al clima onirico e sospeso delle scene appena citate. La storia è interessante, non banale, ma la sua originalità oscilla tra il pregio e il difetto.
E quindi passiamo ai difetti.
Il character design puccioso e moe, caratteristica che non riuscirò mai a mandar giù, è assolutamente fuori luogo in un contesto del genere. La storia è decisamente dark e vedere delle bambinette delle elementari, che in realtà di anni ne hanno quattordici, ritrovarsi in delle situazioni così forti è quasi ridicolo. Ho letto che in diversi hanno percepito questo elemento come segno di originalità e distinzione; io ci leggo soltanto la mossa ultra-commerciale, con un appiattimento sul gusto generale del momento e con l'obiettivo di attirare tutta quella fetente schiera di uomini fissati con le ragazzine molto infantili... Per carità, è il segno del tempo che passa e dei gusti mutevoli (dei Giapponesi): vent'anni fa avevamo le guerriere sailor, belle e sensuali, che sembravano un po' più grandi dei loro quattordici-quindici anni. Oggi abbiamo le maghe, infantili e con le gambe storte. E, nonostante la commerciabilità di questi diversi tipi di femminilità, la prima continua ad apparirmi comprensibile, la seconda mi urta in una maniera disarmante e mi fa pure un po' impressione (ho trovato davvero al livello del feticismo le inquadrature da dietro delle ragazze che camminano per far notare quelle gambette storte da bimbetta giapponese). In conclusione ritengo che la serie avrebbe mantenuto la sua buona dose di originalità anche semplicemente presentando delle ragazze con un aspetto un po' più adulto, visto che bastavano il look da majokko a dichiarare l'effetto esotico e contrastante tra un elemento glamour e sbarazzino e un'ambientazione pesante e un po' tetra.
La storia come pregio e come difetto. Credo di aver usato più volte il termine "originale" in questa recensione e senz'altro la serie lo è. Tuttavia, mi ha dato fortemente l'impressione di giocare questa originalità in maniera un po' troppo dichiarata, nel senso che mi è parso palese fin dai primi episodi l'intento degli autori di creare qualcosa a tavolino di assolutamente nuovo, originale, spiazzante. Il risultato trovo sia stato un po' troppo meccanico. Per Madoka Magica sento spendere spesso il termine "maturo". Io francamente questa maturità non ce l'ho vista. Il fatto che succedano delle cose molto brutte, crude e drammatiche non automaticamente fa sì che la serie risulti matura. Quegli elementi di dramma mi sembrano inseriti in maniera piuttosto forzata, col risultato sì di spiazzare in parte lo spettatore, ma anche portatolo a domandarsi «Ma stanno facendo sul serio?». Ci sono certi momenti che mi hanno lasciato abbastanza istupidito per il livello di dramma e sofferenza dichiarati, rispetto al contesto generale, che risulta quindi meno credibile. In particolare ho trovato del tutto idiota e sciocca la storia famigliare di Kyoko (una roba assolutamente anacronistica col tempo in cui è ambientata la storia, cioè la nostra contemporaneità giusto un pelo più tecnologica). Altro momento un po' imbarazzante è quello della questione delle anime delle maghe, in cui le ragazze hanno delle reazioni assolutamente esagerate e improvvise.
Questi elementi di dramma a tutti costi, di serie che vuole forzosamente e dichiaratamente essere presa sul serio (fin troppo sul serio, aggiungo) giocano a sfavore dei personaggi. Sì, le maghe sono carine, qualcuna di loro anche interessante, ma mi sono sembrate nel complesso un po' vuote e meccaniche. Da un lato abbiamo Mami Tomoe, che in un certo senso si "salva": non che mi sia piaciuta, anzi, mi ha dato un po' sui nervi (presente la bimbetta serafica ma con il seno prosperoso e l'espressione perennemente assonnata/imbecille che temo dovrebbe essere sexy? Una cosa mai vista...), ma viene esclusa dalla vicenda abbastanza presto da essere giustificata per la scarsa caratterizzazione. Sayaka Miki è a tratti uno dei personaggi più riusciti, perché viene presentata sin dal principio con un carattere molto forte, ma anche delle reazioni e dei pensieri molto umani. La sua vicenda personale, senz'altro interessante, si brucia però un poco nel generale meccanismo della vicenda, risultando quindi meno drammatica di quanto potenzialmente non potesse essere (e sì, qui c'era davvero motivo di ricamare degli episodi ad alto tasso di lacrime). Kyoko Sakura compare un po' troppo tardi, quindi in parte è giustificata come Mami. Nel complesso è un personaggio che sul finire risulta gradevole, ma purtroppo nel dettaglio risulta quasi schizofrenico; il personaggio dovrebbe essere quello del membro del gruppo già addentro alla missione, che si unisce tardi alle protagoniste, entrando in contrasto con loro, perché ha metodi più spicci e diretti (come Sailor Uranus e Neptune in Sailor Moon). Il passaggio dalla sponda spocchia/antipatia all'amicizia per la pelle, però, è talmente repentino da risultare innaturale. Veniamo ai personaggi principali: Madoka è tanto carina e tenera, ma a lungo andare diventa un personaggio davvero stancante. Troppo remissiva, deboletta, fin troppo monocorde dall'inizio alla fine. Anzi, sul finale devo dire che ho trovato qualche incongruenza col suo personaggio: nel decisivo penultimo episodio - che mostra quello che è l'aspetto più interessante della trama e che secondo me salva tutta la baracca - vediamo una Madoka ben più decisa e attiva. Quello che secondo me stona nel complesso, però, è che anche nelle scene teoricamente comuni tra il tempo della narrazione e il tempo del ricordo, Madoka sembra avere due personalità ben diverse e la cosa non ha decisamente senso. Homura Akemi, infine, è forse quella più interessante tra le maghe, tant'è che direi che è a suo modo la vera protagonista della vicenda. La sua maturazione è praticamente l'unica che ci viene mostrata e che abbia senso, per quanto, comunque, risulta poco credibile il passaggio così radicale tra quello che era e quello che è diventata. Si ritorna al punto del "dramma a tutti i costi", che dovrebbe giustificare questa trasformazione.
Il personaggio più interessante è Kyubey, il pupazzetto puccioso: qui devo dire che ho apprezzato l'effettivo slancio di originalità, perché è la prima volta che mi capita di vedere un ribaltamento tale di un personaggio chiave del genere majokko (non so se ci siano precedenti, escludendo il caso di Mokona nella versione manga della seconda serie di Rayearth, nel quale, però, la situazione era diversa).
In conclusione Madoka Magica mi è sembrata una serie che avrebbe potuto essere molto più bella, se avesse sfruttato al meglio gli effettivi elementi innovativi della trama, senza attaccarsi in maniera così spudorata al tentativo di fare qualcosa di "profondo e maturo", per distanziarsi in maniera fin troppo meccanica dal genere madre. Il risultato è purtroppo un anime che si prende troppo sul serio, che vuole dannatamente essere "diverso", per palati fini, quando in verità mi sembra una grande macchina commerciale (nel contesto in cui, rispetto al passato, l'opera sperimentale o presunta tale è riuscita a diventare commerciale, a dispetto delle serie piene di fanservice "vecchio stile"). Il nuovo fanservice - nuovo relativamente, la cosa si è innescata praticamente da due decenni - sta diventando il "serio impegnato", che in realtà non è né l'uno, né l'altro. Forse sarò io ad avere dei limiti, ma se una serie come questa si propone come impegnata, un dramma - effettivo e realistico in tutti i sensi - come la cara, vecchia Lady Oscar che cos'è?
Senza andare troppo in là con prodotti fin troppo distanti, come l'anime storico appena citato, trovo che tante serie di successo che mi piacciono - di genere affine a Madoka Magica - abbiano sicuramente dietro delle strategie di marketing e possano a buon ragione dirsi commerciali (penso ad esempio a Sailor Moon). Tuttavia, in prodotti come quest'ultimo, gli aspetti commerciali erano quelli più appariscenti (ovviamente un tipo di femminilità rivolta agli standard del periodo, i colori, gli oggetti magici) e non andavano a intaccare la parte più sensibile e sentimentale della vicenda, né l'emozionalità dei personaggi. Tra il dramma forzato di Madoka e quello "affine" di tanti personaggi di Sailor Moon (penso a Chibiusa/Black Lady, Hotaru/Mistress 9, Nehellenia), quello dei secondi continua a sembrarmi più sincero e personalmente mi risulta sempre emozionante, anche dopo numerose visioni. Il presunto carattere sperimentale di Madoka Magica è l'elemento che fa perdere numerosi colpi alla serie: la ricerca di un meccanismo maturo e serio fa sì che gli autori abbiano perso di vista uno dei punti fondamentali nel creare una storia, cioè dare un'emotività ai suoi personaggi. Madoka Magica in conclusione mi sembra un prodotto ben confezionato, pronto per essere fagocitato e digerito da un pubblico generalista (con la pretesa di essere un'opera per eletti), perfetto per essere idolatrato fino all'inverosimile come fenomeno. Bisognerà vedere quanto durerà e se supererà lo scoglio del tempo. Quanto all'essere un prodotto realmente sperimentale ho i miei dubbi, soprattutto se penso al fatto che anni prima siano usciti prodotti - relativamente affini - singolarmente più originali (La rivoluzione di Utena e Princess Tutu su tutti). Credo che l'anime che rivoluzionerà e darà nuova linfa (duratura) al majokko-sentai debba ancora arrivare: Sailor Moon, dall'alto dei suoi anni, regge ancora benissimo.
Di solito, quando un titolo ha successo (dal punto di vista commerciale, almeno) il mondo degli appassionati di anime e manga si divide fra coloro che lo osannano come un capolavoro e coloro che lo criticano fortemente, a volte a ragione, a volte a torto. Così è stato anche per Puella Magi Madoka Magica, serie di 12 episodi diretta da Akiyuki Shinbo e sceneggiata da Gen Urobuchi (l'autore delle light novel di Fate/Zero), uno dei majokko di maggior successo degli ultimi anni se si considera la mole di materiale che ne è derivata: tre film cinematografici, i primi due riassuntivi e il terzo con una trama inedita; cinque serie manga, di cui una è il semplice adattamento cartaceo della serie, un'altra l'adattamento del terzo film, le rimanenti tre sono spin-off; quattro volumi antologici di manga disegnati da vari artisti; un anime comic a colori; un romanzo di Hajime Ninomae ispirato alla serie tv e un altro basato sulla sceneggiatura originale di Urobuchi pubblicato dalla Kadokawa Shoten; videogiochi per PSP e per dispositivi mobili; un browser game; un cortometraggio live action. È dunque lecito chiedersi se tale successo sia meritato o se invece si tratta di un'abile mossa commerciale che sfrutta un titolo insulso facendo leva sui gusti del pubblico.
La protagonista Madoka Kaname è una ragazzina di 14 anni come tante, con una famiglia che la ama e delle amiche, ma le cose cambiano improvvisamente quando nella sua vita fanno irruzione, in breve tempo, il misterioso Kyubey e la nuova compagna di classe Homura Akemi: il primo cerca di convincere Madoka a esprimere un desiderio e diventare così una maga, per combattere le streghe e proteggere le persone; la seconda, invece, per motivi che verranno svelati solo negli ultimi episodi, tenta in ogni modo di impedire che Madoka stipuli un simile patto. Ben presto appare chiaro che la vita delle maghe non è facile e la morte è dietro l'angolo in ogni combattimento; a questo si aggiungono le sconcertanti rivelazioni sul vero obiettivo di Kyubey e della sua razza, gli alieni Incubator, i viaggi nel tempo di una delle maghe, l'approssimarsi della notte di Valpurgis in cui bisognerà scontrarsi con la più potente delle streghe.
Dietro le atmosfere colorate e luminose e un character design kawaii e morbido dai grandi occhioni, Puella Magi Madoka Magica nasconde una storia tetra che si nutre di citazioni dal Faust di Goethe (indicato dallo stesso staff di produzione come fonte d'ispirazione primaria per la serie) e ribalta alcuni degli stilemi tipici del genere majokko: diventare una Puella Magi non significa soltanto ottenere grandi poteri e difendere gli innocenti e le persone amate, ma anche stipulare un vero e proprio contratto magico in cui si perde l'anima; la lotta contro le streghe è soltanto un cinico modo, per la razza aliena degli Incubator, di immagazzinare energia per ridurre l'entropia dell'universo e ogni Puella Magi è destinata a morire, sul campo di battaglia o trasformandosi in una strega, in un circolo vizioso che non tiene conto dei sentimenti delle ragazze coinvolte e sacrifica le loro vite per un fine superiore. È un universo cupo quello di Puella Magi Madoka Magica, in cui paradossalmente la sopravvivenza dell'universo è garantita da una razza di esseri privi di sentimenti e di compassione che sfrutta gli esseri umani come se fossero bestie d'allevamento. Invece al capolavoro drammaturgico di Johann Wolfgang Goethe rimandano tanti elementi: i parallelismi fra l'inizio del primo episodio e il Prolog im Himmel, fra Kyubey e Mefistofele, fra la caduta di Sayaka e la tragica conclusione della storia di Gretchen; i nomi di alcune streghe; i versi tedeschi che compaiono a volte sullo schermo, tratti pari pari dal Faust; il concetto di Walpurgisnacht.
La caratterizzazione dei personaggi ha alti e bassi. La protagonista Madoka è timida e insicura, vorrebbe aiutare gli altri ma si ritiene priva di talenti ed è quindi portata ad ammirare le compagne e le amiche: un ritratto tipico di molte ragazze adolescenti, insomma. Il problema è che la sua insicurezza, invece di diminuire con il prosieguo della storia, non fa che aumentare e tradursi in piagnistei, recriminazioni varie e monologhi sulla propria inutilità che difficilmente la rendono un personaggio sopportabile dallo spettatore, salvo poi avere nel finale un'improvvisa e forzata maturazione che la porta a compiere la scelta che gli spettatori aspettavano fin dal primo episodio. Sayaka è esuberante e piena di energie, ma si ritrova coinvolta in una storia d'amore sfortunata e alcuni passaggi della storia che portano alla sua caduta finale appaiono affrettati, forzati o spiegati male. Mami compare poco e lascia il segno per la sua dipartita, di grande effetto perché inaspettata, ma in una manciata di episodi ci vengono dati gli elementi sufficienti a inquadrarla. Risaltano maggiormente Kyoko e Homura, presentate inizialmente come antagoniste benché anche loro impegnate nella lotta alle streghe, ma riabilitate in un secondo momento dall'approfondimento del loro passato e delle loro motivazioni. Kyubey è la mascotte dai lineamenti felini inquietante fin dalla sua prima apparizione, con quello sguardo vacuo e quella voce suadente, ma soltanto gradualmente emergono tutto il suo cinismo e la sua spregiudicatezza nel servirsi delle ragazze. I personaggi secondari hanno una caratterizzazione psicologica pressoché nulla e i soli ricorrenti e utili ai fini della trama sono la padre di Madoka, che dà spesso saggi consigli alla figlia, la compagna di classe Hitomi e Kamijo, il ragazzo di cui Sayaka è innamorata.
Il character design dai tratti chibi e moe (grandi teste e grandi occhi, nasi piccoli, facce schiacciate) opera di Ume Aoki predilige colori chiari e tenui e linee dolci, ma ciò non fa che rendere ancora più cupa, per contrasto, la trama intrisa di disperazione. Similmente la colonna sonora, che beneficia delle composizioni della talentuosa Yuki Kajura, alterna brani gioiosi ad altri più cupi: basti pensare al contrasto fra l'allegra opening Connect e l'inquietante ending Magia cantata dalle Kalafina. Degna di nota è anche la realizzazione delle streghe tramite l'uso di una particolare tecnica di collage che spiazza lo spettatore e contribuisce a creare atmosfere surreali e stranianti.
Puella Magi Madoka Magica è dunque un anime rivoluzionario che ha stravolto il genere majokko o l'animazione nipponica in generale? Non si può negare un certo sperimentalismo nelle animazioni, soprattutto nei combattimenti, ma nella sostanza si tratta di una serie molto meno innovativa di quanto ci si aspetti, che non sa osare quando dovrebbe (forse per mantenere il prodotto quanto più commerciale possibile e alla portata di tutti) e stempera il nichilismo di fondo con l'assenza di sangue nonostante alcune morti assai cruente, piagnistei continui e scenette strappalacrime e stucchevoli. Inoltre è ancora presto per dire se negli anni a venire avremo una frotta di "cloni" e di anime majokko che vi si ispireranno o se invece si tratterà di un caso isolato, di una pista non più battuta o con pochi epigoni mentre le grandi produzioni majokko continueranno a rifarsi ad altri modelli. Una cosa è certa: è una serie che merita la visione, che potrebbe trarre in inganno ma punta proprio a questo per poi stupire lo spettatore.
La protagonista Madoka Kaname è una ragazzina di 14 anni come tante, con una famiglia che la ama e delle amiche, ma le cose cambiano improvvisamente quando nella sua vita fanno irruzione, in breve tempo, il misterioso Kyubey e la nuova compagna di classe Homura Akemi: il primo cerca di convincere Madoka a esprimere un desiderio e diventare così una maga, per combattere le streghe e proteggere le persone; la seconda, invece, per motivi che verranno svelati solo negli ultimi episodi, tenta in ogni modo di impedire che Madoka stipuli un simile patto. Ben presto appare chiaro che la vita delle maghe non è facile e la morte è dietro l'angolo in ogni combattimento; a questo si aggiungono le sconcertanti rivelazioni sul vero obiettivo di Kyubey e della sua razza, gli alieni Incubator, i viaggi nel tempo di una delle maghe, l'approssimarsi della notte di Valpurgis in cui bisognerà scontrarsi con la più potente delle streghe.
Dietro le atmosfere colorate e luminose e un character design kawaii e morbido dai grandi occhioni, Puella Magi Madoka Magica nasconde una storia tetra che si nutre di citazioni dal Faust di Goethe (indicato dallo stesso staff di produzione come fonte d'ispirazione primaria per la serie) e ribalta alcuni degli stilemi tipici del genere majokko: diventare una Puella Magi non significa soltanto ottenere grandi poteri e difendere gli innocenti e le persone amate, ma anche stipulare un vero e proprio contratto magico in cui si perde l'anima; la lotta contro le streghe è soltanto un cinico modo, per la razza aliena degli Incubator, di immagazzinare energia per ridurre l'entropia dell'universo e ogni Puella Magi è destinata a morire, sul campo di battaglia o trasformandosi in una strega, in un circolo vizioso che non tiene conto dei sentimenti delle ragazze coinvolte e sacrifica le loro vite per un fine superiore. È un universo cupo quello di Puella Magi Madoka Magica, in cui paradossalmente la sopravvivenza dell'universo è garantita da una razza di esseri privi di sentimenti e di compassione che sfrutta gli esseri umani come se fossero bestie d'allevamento. Invece al capolavoro drammaturgico di Johann Wolfgang Goethe rimandano tanti elementi: i parallelismi fra l'inizio del primo episodio e il Prolog im Himmel, fra Kyubey e Mefistofele, fra la caduta di Sayaka e la tragica conclusione della storia di Gretchen; i nomi di alcune streghe; i versi tedeschi che compaiono a volte sullo schermo, tratti pari pari dal Faust; il concetto di Walpurgisnacht.
La caratterizzazione dei personaggi ha alti e bassi. La protagonista Madoka è timida e insicura, vorrebbe aiutare gli altri ma si ritiene priva di talenti ed è quindi portata ad ammirare le compagne e le amiche: un ritratto tipico di molte ragazze adolescenti, insomma. Il problema è che la sua insicurezza, invece di diminuire con il prosieguo della storia, non fa che aumentare e tradursi in piagnistei, recriminazioni varie e monologhi sulla propria inutilità che difficilmente la rendono un personaggio sopportabile dallo spettatore, salvo poi avere nel finale un'improvvisa e forzata maturazione che la porta a compiere la scelta che gli spettatori aspettavano fin dal primo episodio. Sayaka è esuberante e piena di energie, ma si ritrova coinvolta in una storia d'amore sfortunata e alcuni passaggi della storia che portano alla sua caduta finale appaiono affrettati, forzati o spiegati male. Mami compare poco e lascia il segno per la sua dipartita, di grande effetto perché inaspettata, ma in una manciata di episodi ci vengono dati gli elementi sufficienti a inquadrarla. Risaltano maggiormente Kyoko e Homura, presentate inizialmente come antagoniste benché anche loro impegnate nella lotta alle streghe, ma riabilitate in un secondo momento dall'approfondimento del loro passato e delle loro motivazioni. Kyubey è la mascotte dai lineamenti felini inquietante fin dalla sua prima apparizione, con quello sguardo vacuo e quella voce suadente, ma soltanto gradualmente emergono tutto il suo cinismo e la sua spregiudicatezza nel servirsi delle ragazze. I personaggi secondari hanno una caratterizzazione psicologica pressoché nulla e i soli ricorrenti e utili ai fini della trama sono la padre di Madoka, che dà spesso saggi consigli alla figlia, la compagna di classe Hitomi e Kamijo, il ragazzo di cui Sayaka è innamorata.
Il character design dai tratti chibi e moe (grandi teste e grandi occhi, nasi piccoli, facce schiacciate) opera di Ume Aoki predilige colori chiari e tenui e linee dolci, ma ciò non fa che rendere ancora più cupa, per contrasto, la trama intrisa di disperazione. Similmente la colonna sonora, che beneficia delle composizioni della talentuosa Yuki Kajura, alterna brani gioiosi ad altri più cupi: basti pensare al contrasto fra l'allegra opening Connect e l'inquietante ending Magia cantata dalle Kalafina. Degna di nota è anche la realizzazione delle streghe tramite l'uso di una particolare tecnica di collage che spiazza lo spettatore e contribuisce a creare atmosfere surreali e stranianti.
Puella Magi Madoka Magica è dunque un anime rivoluzionario che ha stravolto il genere majokko o l'animazione nipponica in generale? Non si può negare un certo sperimentalismo nelle animazioni, soprattutto nei combattimenti, ma nella sostanza si tratta di una serie molto meno innovativa di quanto ci si aspetti, che non sa osare quando dovrebbe (forse per mantenere il prodotto quanto più commerciale possibile e alla portata di tutti) e stempera il nichilismo di fondo con l'assenza di sangue nonostante alcune morti assai cruente, piagnistei continui e scenette strappalacrime e stucchevoli. Inoltre è ancora presto per dire se negli anni a venire avremo una frotta di "cloni" e di anime majokko che vi si ispireranno o se invece si tratterà di un caso isolato, di una pista non più battuta o con pochi epigoni mentre le grandi produzioni majokko continueranno a rifarsi ad altri modelli. Una cosa è certa: è una serie che merita la visione, che potrebbe trarre in inganno ma punta proprio a questo per poi stupire lo spettatore.
Al tempo dell'uscita di Magica Madoka, lessi la trama e guardai il chara design. Non trovai nulla che mi potesse interessare, tanto più il genere a cui apparteneva, quello delle ragazze magiche, non mi ha mai interessato, né mi ha mai colpito in particolare, pur avendo avuto la possibilità di vedere a spezzoni qualche anime del genere. Decisi semplicemente di passare oltre e non curarmene più. L'anime però fece inevitabilmente discutere e mi incuriosii, così mi sono trovato a vederlo dopo più di 2 anni dall'uscita della serie.
Madoka Kaname è una ragazza perfettamente normale, senza alcun talento particolare né un motivo per risaltare tra altri individui. Ha una famiglia normale e delle amiche, come normale che sia per la sua età. Tutto ciò però si rompe nel momento in cui lei e Sayaka vengono in contatto con Kyuubei, una creatura di un altro mondo. Egli offrirà loro la possibilità di realizzare un loro desiderio, ma in cambio esse saranno costrette a diventare delle maghe e combattere le streghe, causa di avvenimenti negativi nel mondo e di svariate morti degli esseri umani.
La trama, almeno nelle sue battute iniziali, si distingue già radicalmente dal classico filone delle ragazze magiche. E' un fatto naturale che negli anime di questo genere le ragazze in questione abbiano una sorta di predisposizione naturale o in qualche modo vengono scelte per qualità particolari. In questo caso invece il topos viene smaltellato. Sono le ragazze stesse a decidere se diventarlo o no, e la trasformazione in maghe diventa un prezzo da pagare in cambio di un desiderio.
In secondo luogo è l'aiutante stesso a uscire fuori da ogni tutti gli stereotipi del genere. Kyuubei non si potrebbe nemmeno classificare come aiutante, in quanto tutto ciò che si limita a fare è proporre il contratto, per il resto non aiuterà mai materialmente le maghe, e anzi si rivela poi nascondere molte informazioni vitali per chi voglia stringere il patto.
Ciò che però mi ha colpito molto di più è l'atmosfera cupa e tragica che investe tutta la storia. I colori e le ambientazioni, la rappresentazione stessa delle streghe e del mondo distorto in cui vivono, tutto viene rappresentato in modo buio, che sembra trasmettere un senso di disperazione e di angoscia allo spettatore. Lo stesso accompagnamento musicale, eccellente a mio parere, contribuisce maestralmente a suscitare queste sensazioni. Tutto ciò in un primo momento mi ha letteralmente sconvolto. Perché questa atmosfera cupa in un anime che per genere si accosta all'infanzia o alla prima adolescenza? Semplice, perché questo anime rappresenta una sorta di demolizione e ricreazione del genere. I classici temi di amicizia e solidarietà tra le ragazze magiche vengono cancellati: le maghe sono spesso in competizione tra loro e nel corso della storia avranno modo di scontrarsi in varie occasioni, inoltre spesso vengono alla luce gli aspetti più cinici di queste maghe, che in alcuni casi nemmeno considerano se stesse come delle paladine per la giustizia e non agiscono altro che per i propri fini personali.
Come se non bastasse, il crollo della tradizionale visione del ruolo di paladine della giustizia si accompagna a un percorso di solitudine e di disperazione che le maghe sono costrette ad affrontare, in cui la morte spesso è solo un passo più avanti e la fine significa sprofondare nell'oblio ed essere dimenticati.
Temi forti e piuttosto maturi, dunque, assolutamente non adatti a un pubblico troppo giovane. Tuttavia, è proprio una maggiore maturità a rendere l'opera interessante e piuttosto piacevole, lontana dai soliti stereotipi classici la serie riesce ad offrire una ventata di originalità, ma sopratutto riesce ad offrire scene molto intense dal punto di vista emotivo, capace di toccare lo spettatore e di invitarlo a riflettere.
Per quel che riguarda il lato tecnico, è necessario spendere anche alcune considerazioni. Per quanto riguarda la colonna sonora, sicuramente perfetta, riuscendo a rispecchiare i toni cupi della trama e a rendere maggiormente viva l'ambientazione. Note di merito vanno anche alla opening e alla ending, che si mantengono sullo stesso livello del resto delle ost, cosa che a mio parere capita raramente. Per il disegno invece trovo necessario dire qualcosa di più. Innanzitutto ciò che colpisce è la resa grafica delle streghe, in cui si cambia totalmente lo stile di disegno rispetto al resto delle vicende, un modo sinceramente originale di rendere in modo visivo e quindi più forte il fatto che ci si trova quasi in una realtà parallela in cui tutto è stravolto e distorto. Per quel che riguarda invece il resto dei disegni, devo dire che il tratto l'ho trovato piuttosto fiabeggiante ed infantile, capace di contrapporsi efficacemente con l'ambientazione cupa e pesante della vicenda. Insomma, un modo per dare anche un impatto chiaramente visivo di come si voglia riplasmare sostanzialmente il genere classico.
Per concludere mi sento di dare 9 a Magica Madoka. Lo ritengo un prodotto molto buono, interessante e sicuramente da vedere, ma comunque non perfetto. Poteva essere sfruttato molto meglio, in particolare la durata di 12 episodi risulta spesso improduttiva nel rendere con più chiarezza alcuni punti chiave della vicenda, che possono risultare così troppo affrettati e poco coerenti, e per dare un po' più di spessore ai personaggi, che in così pochi episodi non possono risultare del tutto efficaci.
Madoka Kaname è una ragazza perfettamente normale, senza alcun talento particolare né un motivo per risaltare tra altri individui. Ha una famiglia normale e delle amiche, come normale che sia per la sua età. Tutto ciò però si rompe nel momento in cui lei e Sayaka vengono in contatto con Kyuubei, una creatura di un altro mondo. Egli offrirà loro la possibilità di realizzare un loro desiderio, ma in cambio esse saranno costrette a diventare delle maghe e combattere le streghe, causa di avvenimenti negativi nel mondo e di svariate morti degli esseri umani.
La trama, almeno nelle sue battute iniziali, si distingue già radicalmente dal classico filone delle ragazze magiche. E' un fatto naturale che negli anime di questo genere le ragazze in questione abbiano una sorta di predisposizione naturale o in qualche modo vengono scelte per qualità particolari. In questo caso invece il topos viene smaltellato. Sono le ragazze stesse a decidere se diventarlo o no, e la trasformazione in maghe diventa un prezzo da pagare in cambio di un desiderio.
In secondo luogo è l'aiutante stesso a uscire fuori da ogni tutti gli stereotipi del genere. Kyuubei non si potrebbe nemmeno classificare come aiutante, in quanto tutto ciò che si limita a fare è proporre il contratto, per il resto non aiuterà mai materialmente le maghe, e anzi si rivela poi nascondere molte informazioni vitali per chi voglia stringere il patto.
Ciò che però mi ha colpito molto di più è l'atmosfera cupa e tragica che investe tutta la storia. I colori e le ambientazioni, la rappresentazione stessa delle streghe e del mondo distorto in cui vivono, tutto viene rappresentato in modo buio, che sembra trasmettere un senso di disperazione e di angoscia allo spettatore. Lo stesso accompagnamento musicale, eccellente a mio parere, contribuisce maestralmente a suscitare queste sensazioni. Tutto ciò in un primo momento mi ha letteralmente sconvolto. Perché questa atmosfera cupa in un anime che per genere si accosta all'infanzia o alla prima adolescenza? Semplice, perché questo anime rappresenta una sorta di demolizione e ricreazione del genere. I classici temi di amicizia e solidarietà tra le ragazze magiche vengono cancellati: le maghe sono spesso in competizione tra loro e nel corso della storia avranno modo di scontrarsi in varie occasioni, inoltre spesso vengono alla luce gli aspetti più cinici di queste maghe, che in alcuni casi nemmeno considerano se stesse come delle paladine per la giustizia e non agiscono altro che per i propri fini personali.
Come se non bastasse, il crollo della tradizionale visione del ruolo di paladine della giustizia si accompagna a un percorso di solitudine e di disperazione che le maghe sono costrette ad affrontare, in cui la morte spesso è solo un passo più avanti e la fine significa sprofondare nell'oblio ed essere dimenticati.
Temi forti e piuttosto maturi, dunque, assolutamente non adatti a un pubblico troppo giovane. Tuttavia, è proprio una maggiore maturità a rendere l'opera interessante e piuttosto piacevole, lontana dai soliti stereotipi classici la serie riesce ad offrire una ventata di originalità, ma sopratutto riesce ad offrire scene molto intense dal punto di vista emotivo, capace di toccare lo spettatore e di invitarlo a riflettere.
Per quel che riguarda il lato tecnico, è necessario spendere anche alcune considerazioni. Per quanto riguarda la colonna sonora, sicuramente perfetta, riuscendo a rispecchiare i toni cupi della trama e a rendere maggiormente viva l'ambientazione. Note di merito vanno anche alla opening e alla ending, che si mantengono sullo stesso livello del resto delle ost, cosa che a mio parere capita raramente. Per il disegno invece trovo necessario dire qualcosa di più. Innanzitutto ciò che colpisce è la resa grafica delle streghe, in cui si cambia totalmente lo stile di disegno rispetto al resto delle vicende, un modo sinceramente originale di rendere in modo visivo e quindi più forte il fatto che ci si trova quasi in una realtà parallela in cui tutto è stravolto e distorto. Per quel che riguarda invece il resto dei disegni, devo dire che il tratto l'ho trovato piuttosto fiabeggiante ed infantile, capace di contrapporsi efficacemente con l'ambientazione cupa e pesante della vicenda. Insomma, un modo per dare anche un impatto chiaramente visivo di come si voglia riplasmare sostanzialmente il genere classico.
Per concludere mi sento di dare 9 a Magica Madoka. Lo ritengo un prodotto molto buono, interessante e sicuramente da vedere, ma comunque non perfetto. Poteva essere sfruttato molto meglio, in particolare la durata di 12 episodi risulta spesso improduttiva nel rendere con più chiarezza alcuni punti chiave della vicenda, che possono risultare così troppo affrettati e poco coerenti, e per dare un po' più di spessore ai personaggi, che in così pochi episodi non possono risultare del tutto efficaci.
"Mahou shoujo Madoka Magica" rappresenta la tomba definitiva del genere Majokko. Riuscire a vedere una serie tanto osannata quanto tristemente mediocre non è stato facile, mi aspettavo infatti un anime coinvolgente, immerso in un mondo suggestivo e magico appunto. Quello che invece mi sono dovuto (a fatica) vedere, è un anime che del classico stile Majokko non ha assolutamente nulla.
A prima vista, la trama inizia subito bene, grazie a diversi spunti innovativi, decisamente seri e caratterizzati da uno stile cupo e suggestivo. La protagonista della storia e appunto Madoka Kaname, una ragazzina di 14 anni prescelta da esseri extraterrestri, che in cambio dei poteri magici, dovrà combattere delle perfide streghe. Oltre a Madoka, anche altre protagoniste sue amiche diventeranno maghette e naturalmente sono presenti anche gli immancabili combattimenti magici tipici del genere. Il problema è che tutte le idee anche valide proposte dagli autori, sono solo uno specchietto per le allodole perché sia la trama, che la sceneggiatura fanno acqua da tutte le parti.
A livello narrativo si sente fortemente la mancanza di una certa coerenza nel comportamento decisamente lagnoso delle ragazzine, che a tratti danno l'impressione di disperarsi senza validi motivi, restituendo una forte sensazione di finzione irritante e il finale confuso non aiuta di certo. Questi difetti, magari possono sfuggire ad una mente poco attenta alle forzature, ma non a chi riesce ad entrare in quella furba degli autori, che si sono limitati a prendere e buttare nella mischia scene forti, cupe e ad alto impatto emotivo, ma senza una precisa coerenza di sceneggiatura. Mossa perfetta per accalappiare quanta più gente possibile, in quella che alla fine è una trama banale e priva di spunti realmente coinvolgenti. Questo è ancora più evidente guardando il basso numero di episodi, che è un chiaro segnale di una voluta compressione narrativa, tipica di una trama non abbastanza articolata da supportarne un numero maggiore. Ed ecco che Madoka Magica altro non è che una furbissima operazione commerciale studiata ad arte, che è riuscita nel suo intento.
La caratterizzazione delle ragazzine è decisamente confusa e contraddistinta sempre da uno stile frivolo e molto banale, decisamente in contrasto con le premesse narrative iniziali. Un altro difetto è l'estrema leggerezza dell'atteggiamento degli adulti, che sono frivoli e poco credibili, anche nelle proporzioni strettamente fisiche.
Dal punto di vista tecnico non posso che rimpiangere le sapiente maestrie che l'insuperabile Studio Pierrot ci sapeva regalare. Sono passati tanti anni, ma sono sicuro che se queste povere maghette deformi, avessero potuto godere del character design di Akemi Takada, sarebbero state delle maghette carismatiche, di un anime almeno decente. Invece quello che mi tocca descrivere è un vero e proprio disastro artistico. Il character design moe é pessimo ed inguardabile, deforme, privo di ogni qualità e specialmente di un dettaglio decente. I capelli hanno solo due sfumature di riflesso e sembrano letteralmente incollati alla tasta, restituendo un aspetto decisamente plasticoso e poco personale. Come se non bastasse, anche gli adulti hanno un pessimo stile grafico e sono caratterizzati da un eterna espressione facciale, decisamente poco intelligente. L'animazione realizzata nel mondo delle streghe è orrenda e dilettantistica, mentre si salva quella nel mondo reale. I fondali sono molto al di sotto del 2011 e del bassissimo numero di episodi e quindi scarsi. Le musiche fanno solo il loro onesto dovere, con buone sigle ed Ost discrete, mentre il doppiaggio italiano è ottimo, ma questo particolare di questi tempi è la norma.
In definitiva questa è una serie realizzata in maniera pessima graficamente, tanto confusionaria quanto superficiale e decisamente da evitare.
A prima vista, la trama inizia subito bene, grazie a diversi spunti innovativi, decisamente seri e caratterizzati da uno stile cupo e suggestivo. La protagonista della storia e appunto Madoka Kaname, una ragazzina di 14 anni prescelta da esseri extraterrestri, che in cambio dei poteri magici, dovrà combattere delle perfide streghe. Oltre a Madoka, anche altre protagoniste sue amiche diventeranno maghette e naturalmente sono presenti anche gli immancabili combattimenti magici tipici del genere. Il problema è che tutte le idee anche valide proposte dagli autori, sono solo uno specchietto per le allodole perché sia la trama, che la sceneggiatura fanno acqua da tutte le parti.
A livello narrativo si sente fortemente la mancanza di una certa coerenza nel comportamento decisamente lagnoso delle ragazzine, che a tratti danno l'impressione di disperarsi senza validi motivi, restituendo una forte sensazione di finzione irritante e il finale confuso non aiuta di certo. Questi difetti, magari possono sfuggire ad una mente poco attenta alle forzature, ma non a chi riesce ad entrare in quella furba degli autori, che si sono limitati a prendere e buttare nella mischia scene forti, cupe e ad alto impatto emotivo, ma senza una precisa coerenza di sceneggiatura. Mossa perfetta per accalappiare quanta più gente possibile, in quella che alla fine è una trama banale e priva di spunti realmente coinvolgenti. Questo è ancora più evidente guardando il basso numero di episodi, che è un chiaro segnale di una voluta compressione narrativa, tipica di una trama non abbastanza articolata da supportarne un numero maggiore. Ed ecco che Madoka Magica altro non è che una furbissima operazione commerciale studiata ad arte, che è riuscita nel suo intento.
La caratterizzazione delle ragazzine è decisamente confusa e contraddistinta sempre da uno stile frivolo e molto banale, decisamente in contrasto con le premesse narrative iniziali. Un altro difetto è l'estrema leggerezza dell'atteggiamento degli adulti, che sono frivoli e poco credibili, anche nelle proporzioni strettamente fisiche.
Dal punto di vista tecnico non posso che rimpiangere le sapiente maestrie che l'insuperabile Studio Pierrot ci sapeva regalare. Sono passati tanti anni, ma sono sicuro che se queste povere maghette deformi, avessero potuto godere del character design di Akemi Takada, sarebbero state delle maghette carismatiche, di un anime almeno decente. Invece quello che mi tocca descrivere è un vero e proprio disastro artistico. Il character design moe é pessimo ed inguardabile, deforme, privo di ogni qualità e specialmente di un dettaglio decente. I capelli hanno solo due sfumature di riflesso e sembrano letteralmente incollati alla tasta, restituendo un aspetto decisamente plasticoso e poco personale. Come se non bastasse, anche gli adulti hanno un pessimo stile grafico e sono caratterizzati da un eterna espressione facciale, decisamente poco intelligente. L'animazione realizzata nel mondo delle streghe è orrenda e dilettantistica, mentre si salva quella nel mondo reale. I fondali sono molto al di sotto del 2011 e del bassissimo numero di episodi e quindi scarsi. Le musiche fanno solo il loro onesto dovere, con buone sigle ed Ost discrete, mentre il doppiaggio italiano è ottimo, ma questo particolare di questi tempi è la norma.
In definitiva questa è una serie realizzata in maniera pessima graficamente, tanto confusionaria quanto superficiale e decisamente da evitare.
Anime del 2011 di 12 episodi di genere majokko, creato dalla Shaft, studio d'animazione di anime come Bakemonogatari, diretto dal Magica Quartet:Akiyuki Shinbo (regia) Gen Urobuchi (sceneggiatura), Yuki Kajiura (soundrack). Edito in Italia da Dynit, trasmesso nel periodo Febbraio-Aprile del 2012 su Rai4.
Questo anime è particolare, è riuscito a rompere la mia fermissima convinzione che i majokko fossero anime per ragazzine, questo è tutt'altro che per ragazzine, nonostante l'inizio sottotono è riuscito a sorprendermi.
Pochi combattimenti ma molto belli, anche se i disegni non sono il massimo, ecco lo stile grafico, qui c'è da soffermarsi a lungo: in questo anime ci sono due stili grafici. Quello normale e quello del mondo delle streghe, fatto con oggetti reali, creando un mix molto surreale, che mi piace.
Parentesi a parte le musiche, la opening (Connect delle ClariS) e la ending (Magia delle Kalafina) sono molto belle, senza dimenticare la ending speciale, And I'm home, cantata dalle doppiatrici di Sayaka e Kyoko (Eri Kitamura e Ai Nonaka), anche quella molto bella, ma il fiore all'occhiello è sicuramente la soundtrack fatta da Yuki Kajiura, molto bella adatta a ogni contesto e non è mai fuori luogo.
Il doppiaggio originale non l'ho sentito, avendolo visto solo in italiano e devo dire che pure sul doppiaggio in italiano hanno fatto un buon lavoro, soprattutto la voce di Kyoko, doppiata da Veronica Puccio (Maka di Soul Eater).
In conclusione, Madoka magica è diverso dai soliti Majokko, riesce a coinvolgere con pochi colpi di scena ma molto efficaci, consigliato.
Questo anime è particolare, è riuscito a rompere la mia fermissima convinzione che i majokko fossero anime per ragazzine, questo è tutt'altro che per ragazzine, nonostante l'inizio sottotono è riuscito a sorprendermi.
Pochi combattimenti ma molto belli, anche se i disegni non sono il massimo, ecco lo stile grafico, qui c'è da soffermarsi a lungo: in questo anime ci sono due stili grafici. Quello normale e quello del mondo delle streghe, fatto con oggetti reali, creando un mix molto surreale, che mi piace.
Parentesi a parte le musiche, la opening (Connect delle ClariS) e la ending (Magia delle Kalafina) sono molto belle, senza dimenticare la ending speciale, And I'm home, cantata dalle doppiatrici di Sayaka e Kyoko (Eri Kitamura e Ai Nonaka), anche quella molto bella, ma il fiore all'occhiello è sicuramente la soundtrack fatta da Yuki Kajiura, molto bella adatta a ogni contesto e non è mai fuori luogo.
Il doppiaggio originale non l'ho sentito, avendolo visto solo in italiano e devo dire che pure sul doppiaggio in italiano hanno fatto un buon lavoro, soprattutto la voce di Kyoko, doppiata da Veronica Puccio (Maka di Soul Eater).
In conclusione, Madoka magica è diverso dai soliti Majokko, riesce a coinvolgere con pochi colpi di scena ma molto efficaci, consigliato.
<b>Contiene spoiler!</b>
Mi sono approcciata a Madoka Magica perché ne ho sentito tanto parlare, anche se all'inizio pensavo fosse il classico majokko, che dai tempi di Sailor Moon ci perseguita, ma il fatto che sia composto da soli 12 episodi mi ha convinto a guardare la serie. Alla fine mi ha sorpreso piacevolmente. Tutto ciò che ci si aspetta da un anime di questo genere viene ribaltato. Il potere che ottengono le protagoniste non è un dono, ma una maledizione, che finirà per portarle alla pazzia. Il finale dolce-amaro mi ha convinto poco: dati i toni dell'anime mi aspettavo (o più che altro pretendevo) un finale più catastrofico, in cui non si salvasse nessuno.
Una nota di biasimo va al disegno: troppo "bamboleggiante" per i toni dell'anime, ma forse la scelta è stata fatta per sorprendere maggiormente lo spettatore: un disegno adatto alla trama avrebbe reso più prevedibile una svolta drammatica, invece in questo modo, fino al quarto-quinto episodio, uno tende ad aspettarsi un majokko più o meno classico. Personalmente ritengo pessima la scelta del modo di rappresentare le streghe: stonano con il resto delle animazioni, sono dei pezzi di cartone colorati e appicicati sullo sfondo.
Ottime le musiche, suggestive e intense.
Ho trovato buona anche la rappresentazione dei personaggi: la loro disperazione è molto ben descritta.
Anche se non l'ho trovato così eccezionale come tanti dicono, nel complesso mi è piaciuto molto.
Mi sono approcciata a Madoka Magica perché ne ho sentito tanto parlare, anche se all'inizio pensavo fosse il classico majokko, che dai tempi di Sailor Moon ci perseguita, ma il fatto che sia composto da soli 12 episodi mi ha convinto a guardare la serie. Alla fine mi ha sorpreso piacevolmente. Tutto ciò che ci si aspetta da un anime di questo genere viene ribaltato. Il potere che ottengono le protagoniste non è un dono, ma una maledizione, che finirà per portarle alla pazzia. Il finale dolce-amaro mi ha convinto poco: dati i toni dell'anime mi aspettavo (o più che altro pretendevo) un finale più catastrofico, in cui non si salvasse nessuno.
Una nota di biasimo va al disegno: troppo "bamboleggiante" per i toni dell'anime, ma forse la scelta è stata fatta per sorprendere maggiormente lo spettatore: un disegno adatto alla trama avrebbe reso più prevedibile una svolta drammatica, invece in questo modo, fino al quarto-quinto episodio, uno tende ad aspettarsi un majokko più o meno classico. Personalmente ritengo pessima la scelta del modo di rappresentare le streghe: stonano con il resto delle animazioni, sono dei pezzi di cartone colorati e appicicati sullo sfondo.
Ottime le musiche, suggestive e intense.
Ho trovato buona anche la rappresentazione dei personaggi: la loro disperazione è molto ben descritta.
Anche se non l'ho trovato così eccezionale come tanti dicono, nel complesso mi è piaciuto molto.
Avviso tutti i lettori che la prima parte della mia recensione, in cui parlo delle fonti da cui "Madoka Magica" attinge senza ritegno, contiene qualche spoiler: vi conviene leggerla dopo aver visto l'anime.
Se esistesse un corso di studi in animazione giapponese, molto probabilmente al terzo anno verrebbe affrontata la tecnica narrativa della decostruzione del genere, abusata negli anni '90 e di cui "Evangelion", "Narutaru", "Bokurano", "La rivoluzione di Utena" e "Beautiful Dreamer" sono gli esponenti più celebri. Inoltre, sempre in questo corso, l'ipotetico otaku-professore potrebbe fare dei cenni riguardanti "Serial Experiments Lain" e alcuni anime in cui il/la protagonista diventa Dio e resetta l'universo, cosa molto di moda ai miei tempi. Lo studente più attento, a questo punto, alzerà la mano e nel suo intervento farà notare che nella decostruzione di un genere X le dimensioni parallele e il mostriciattolo puccioso cattivello e calcolatore sono dei buoni ingredienti, come "Bokurano" insegna. Lo studente più furbo, che ha studiato molto e vuole che le sue fatiche abbiano un riscontro economico, capirà immediatamente, durante la lezione, che le paranoie e le turbe adolescenziali è meglio che trovino riscontro in protagoniste alquanto moe, che magari ogni tanto vengono fatte a pezzi in modo brutale, come insegna il successo di "Elfen Lied". Se poi a questo si aggiunge un po' di post-modernismo e qualche riflessione filosofica sul secondo principio della termodinamica, il gioco è fatto.
"Madoka Magica" è essenzialmente una decostruzione del genere majokko, del quale vengono rotti tutti i canoni, come le opere del passato insegnano. Abbiamo quindi una protagonista chiusa e introversa che si sente inutile e piange sempre, che però ha un grosso potere di cui non è a conoscenza, l'animaletto magico che degenera in uno spietato calcolatore incurante delle sorti della razza umana, le maghette che anzi di utilizzare armi fantasiose piantano bombe qua e là e usufruiscono di esplosivi C-4, fucili a pompa e lanciamissili, e spesso e volentieri sclerano, i cristalli del cuore che anzi di essere oggetti positivi assumono connotazioni negative e inquietanti.
Fin qui per me va tutto bene, sono un appassionato di queste inversioni e degenerazioni a cui mi hanno abituato Ikuhara, Kitoh, Nakamura, Konaka e Anno fin dall'infanzia. Perché allora il mio voto è così basso? Le opere degli autori suddetti erano coraggiose, rivoluzionarie e dense di contenuti: c'era un contesto e si capiva dove si voleva andare a parare. "Madoka Magica" invece è un titolo troppo fine a sé stesso e, nella peggiore delle ipotesi, lo è esclusivamente per fini commerciali. È un'opera simbolista? Una denuncia sociale? Il mondo delle streghe è il mondo dell'inconscio? Una rivisitazione dadaista e cubista del cyberspazio? Magari è il lato oscuro della forza! Quello sì! Quindi per sconfiggere queste streghe, che rappresentano le emozioni negative della razza umana (?) è necessario che le protagoniste stipulino un contratto (in cui non mancano di certo raccapriccianti clausole vessatorie!) con un essere alieno di nome Kyubei, l'animaletto magico della situazione. Non tutto è quello che sembra: ci saranno colpi di scena prevedibili per gli otaku della generazione scorsa e imprevedibili per quelli della nuova. "Madoka Magica" intrattiene comunque per bene lo spettatore, nonostante alcuni rallentamenti nella parte centrale che possono risultare noiosi.
Abbiamo visto fin qui che "Madoka Magica" non è un prodotto molto originale, che attinge a piene mani dal passato. Gli aspetti tecnici sono buoni, le animazioni delle protagoniste abbastanza fluide. Gli sfondi in CG stonano un po' con i personaggi in 2D, ma ci si abitua, negli anime più recenti questo stile è ormai abusato. Il character design non mi è piaciuto affatto: è troppo moe e le facce sono troppo squadrate. Questione di marketing: se il chara fosse stato più maturo non sarebbe stato più alla moda, e il prodotto avrebbe venduto di meno.
La regia è una nota dolente in quanto è molto standardizzata e statica. Le musiche invece sono molto belle e ho particolarmente aprezzato l'ending theme. Una curiosità: i primi frangenti dell'opening sono ispirati alla sigla di apertura dell'anime di "Narutaru".
La grafica del mondo delle streghe, per quanto citi dadaismo e cubismo, risulta visivamente estranea ai personaggi in 2D: spesso mi ha dato fastidio vedere le fluidissime maghette lottare contro dei pezzi di cartapesta animati a scatti. Non si potevano fare le streghe con un design migliore, animate bene come le majokko? Il prodotto non è nulla di nuovo a priori, secondo me non gli si aggiunge di certo spessore o originalità facendo lottare delle ragazze kawaii contro dei quadri di picasso...
In conclusione abbiamo un buon strumento di intrattenimento, che manca completamente di un contesto e risulta quindi troppo "campato per aria", senza una base solida. Evidentemente l'esistenza di un contesto non è indispensabile per creare un prodotto di successo, ma è fondamentale per creare un anime che non sfoci nella mediocrità. Infatti "Madoka Magica" è un prodotto di successo, ma fin troppo mediocre.
Se esistesse un corso di studi in animazione giapponese, molto probabilmente al terzo anno verrebbe affrontata la tecnica narrativa della decostruzione del genere, abusata negli anni '90 e di cui "Evangelion", "Narutaru", "Bokurano", "La rivoluzione di Utena" e "Beautiful Dreamer" sono gli esponenti più celebri. Inoltre, sempre in questo corso, l'ipotetico otaku-professore potrebbe fare dei cenni riguardanti "Serial Experiments Lain" e alcuni anime in cui il/la protagonista diventa Dio e resetta l'universo, cosa molto di moda ai miei tempi. Lo studente più attento, a questo punto, alzerà la mano e nel suo intervento farà notare che nella decostruzione di un genere X le dimensioni parallele e il mostriciattolo puccioso cattivello e calcolatore sono dei buoni ingredienti, come "Bokurano" insegna. Lo studente più furbo, che ha studiato molto e vuole che le sue fatiche abbiano un riscontro economico, capirà immediatamente, durante la lezione, che le paranoie e le turbe adolescenziali è meglio che trovino riscontro in protagoniste alquanto moe, che magari ogni tanto vengono fatte a pezzi in modo brutale, come insegna il successo di "Elfen Lied". Se poi a questo si aggiunge un po' di post-modernismo e qualche riflessione filosofica sul secondo principio della termodinamica, il gioco è fatto.
"Madoka Magica" è essenzialmente una decostruzione del genere majokko, del quale vengono rotti tutti i canoni, come le opere del passato insegnano. Abbiamo quindi una protagonista chiusa e introversa che si sente inutile e piange sempre, che però ha un grosso potere di cui non è a conoscenza, l'animaletto magico che degenera in uno spietato calcolatore incurante delle sorti della razza umana, le maghette che anzi di utilizzare armi fantasiose piantano bombe qua e là e usufruiscono di esplosivi C-4, fucili a pompa e lanciamissili, e spesso e volentieri sclerano, i cristalli del cuore che anzi di essere oggetti positivi assumono connotazioni negative e inquietanti.
Fin qui per me va tutto bene, sono un appassionato di queste inversioni e degenerazioni a cui mi hanno abituato Ikuhara, Kitoh, Nakamura, Konaka e Anno fin dall'infanzia. Perché allora il mio voto è così basso? Le opere degli autori suddetti erano coraggiose, rivoluzionarie e dense di contenuti: c'era un contesto e si capiva dove si voleva andare a parare. "Madoka Magica" invece è un titolo troppo fine a sé stesso e, nella peggiore delle ipotesi, lo è esclusivamente per fini commerciali. È un'opera simbolista? Una denuncia sociale? Il mondo delle streghe è il mondo dell'inconscio? Una rivisitazione dadaista e cubista del cyberspazio? Magari è il lato oscuro della forza! Quello sì! Quindi per sconfiggere queste streghe, che rappresentano le emozioni negative della razza umana (?) è necessario che le protagoniste stipulino un contratto (in cui non mancano di certo raccapriccianti clausole vessatorie!) con un essere alieno di nome Kyubei, l'animaletto magico della situazione. Non tutto è quello che sembra: ci saranno colpi di scena prevedibili per gli otaku della generazione scorsa e imprevedibili per quelli della nuova. "Madoka Magica" intrattiene comunque per bene lo spettatore, nonostante alcuni rallentamenti nella parte centrale che possono risultare noiosi.
Abbiamo visto fin qui che "Madoka Magica" non è un prodotto molto originale, che attinge a piene mani dal passato. Gli aspetti tecnici sono buoni, le animazioni delle protagoniste abbastanza fluide. Gli sfondi in CG stonano un po' con i personaggi in 2D, ma ci si abitua, negli anime più recenti questo stile è ormai abusato. Il character design non mi è piaciuto affatto: è troppo moe e le facce sono troppo squadrate. Questione di marketing: se il chara fosse stato più maturo non sarebbe stato più alla moda, e il prodotto avrebbe venduto di meno.
La regia è una nota dolente in quanto è molto standardizzata e statica. Le musiche invece sono molto belle e ho particolarmente aprezzato l'ending theme. Una curiosità: i primi frangenti dell'opening sono ispirati alla sigla di apertura dell'anime di "Narutaru".
La grafica del mondo delle streghe, per quanto citi dadaismo e cubismo, risulta visivamente estranea ai personaggi in 2D: spesso mi ha dato fastidio vedere le fluidissime maghette lottare contro dei pezzi di cartapesta animati a scatti. Non si potevano fare le streghe con un design migliore, animate bene come le majokko? Il prodotto non è nulla di nuovo a priori, secondo me non gli si aggiunge di certo spessore o originalità facendo lottare delle ragazze kawaii contro dei quadri di picasso...
In conclusione abbiamo un buon strumento di intrattenimento, che manca completamente di un contesto e risulta quindi troppo "campato per aria", senza una base solida. Evidentemente l'esistenza di un contesto non è indispensabile per creare un prodotto di successo, ma è fondamentale per creare un anime che non sfoci nella mediocrità. Infatti "Madoka Magica" è un prodotto di successo, ma fin troppo mediocre.
Ok, questa recensione sarà dura; andiamo con ordine.
Iniziamo con le cose facili, il comparto tecnico: le musiche si dimostrano spesso molto suggestive ed accattivanti, non solo fanno il loro lavoro, ma condiscono attivamente molte scene, non essendo "di sottofondo" o di contorno, ma prendendovi quasi parte, tanto riescono ad esser coinvolgenti.
Questione un po' diversa è il comparto grafico il quale, sebbene adotti scelte interessanti, probabilmente anche funzionali ed assolutamente non criticabili (almeno da me), ogni tanto ha delle sviste da cavarsi gli occhi. A partire da un raro strabismo improvviso che coglie i personaggi, ad ombre che fanno i miracoli. Nello specifico, assistiamo a scene in cui le ombre dello scenario vanno in una direzione, mentre quelle dei personaggi vanno in una direzione simile, ma palesemente differente, pur essendoci un'unica fonte di luce comune. Altro miracolo è che l'ombra proiettata da alcuni personaggi mentre si muovono rispetto ad una fonte di luce non cambiano direzione o altro, davvero spiacevole.
Iniziamo con la roba tosta: la trama risulta di per sé interessante, sostanzialmente coinvolgente ed a mio avviso bellina assai. L'idea di fondo è bella, e sebbene il finale possa far storcere qualche naso, non è nulla di così orripilante o di così poco bello da far gridare "alla forca!".
La narrazione invece ha qualche problemino. Sebbene gli eventi narrati siano interessanti, ogni tanto l'anime soffre di cali di ritmo ed attenzione inquietanti, tentando di introdurre determinati dialoghi o reintrodurre determinati personaggi all'interno della storia. Questi siparietti dormienti, sebbene potrebbero esser stata "la scelta migliore possibile per comunicare alcune informazioni", sanno essere fastidiosi e spiacevoli anche ad un'analisi più accurata: anziché tirarmi fuori un dialogo tra la madre di Madoka e l'insegnante della stessa (personaggio che non esiste, essendo sempre stato a malapena stereotipato poiché secondario tra i secondari) per darmi un'idea di come l'ambiente circostante sta reagendo agli eventi che noi abbiamo visto in prima persona, sarebbe stato preferibile che le nostre protagoniste si scambiassero due commenti sulla cosa, anche senza concluder nulla volendo.
E parliamo ora dei personaggi... la nostra protagonista potrà ricordarci uno Shinji Ikari in versione femminile (e con due anni di meno!), ed ella sarà più vittima degli eventi che artefice. Tuttavia, ogni tanto lo spettatore verrà stupito dalla protagonista, la quale compirà un'azione fuori dall'ordinario (lavarsi i denti, mangiare etc etc), con risvolti spesso un po' catastrofici, ma per la maggior parte del tempo sarà una ragazzina riflessiva che si preoccupa per le sue amiche ma che non sa che altro fare se non far loro compagnia. Non lo nego, è un personaggio che per i primi 10 episodi è abbastanza brutto, per me, ma resta un personaggio ben caratterizzato, ergo, va tutto bene. I comprimari saranno quattro, e spesso avranno una buona caratterizzazione, un ottimo sviluppo psicologico e saranno piacevoli. Tuttavia, saranno affetti, molti, da una forte titubanza e ripensamenti frequenti, cosa comprensibile per delle dodicenni (credo?), ma che, beh, se si evitava era meglio.
Esauriti i punti fondamentali, l'anime merita altri commenti più specifici dei vari aspetti. I drammi psicologici dei vari personaggi sono sensati, carini, e spesso profondi, nonché coinvolgenti.
L'età scelta per le protagoniste può o meno sembrare abbastanza inadeguata, non lo nego, anzi, ritengo che la fascia d'età 15-17 sarebbe stata molto più verosimile e funzionale.
L'anime è relativamente privo di morale e fine a se stesso, gli unici insegnamenti "maturi" che si possono trarre direttamente sono "non disperare" e "nel mondo la disperazione ci sarà sempre", più o meno. Ponderando meglio sugli eventi, tuttavia, su come vengono affrontati dai personaggi e sul curioso karma che sembra aleggiare, oltre che su alcuni dialoghi in cui partecipa Kyubei, si possono tuttavia cogliere spunti più interessanti e maturi (senza virgolette).
Nell'anime ad una certa si nega palesemente il primo principio della termodinamica in quanto Kyubei confonde "Energia" ed "Energia libera" (presumo abbia confuso le due, ma non posso escludere che in quell'universo il "nostro" primo principio della termodinamica non esista, chi lo sa).
Due parole a sé merita il doppiaggio italiano, curato dalla Dynit. A mio modestissimo e personalissimo parere, la recitazione dei doppiatori è altalenante in modo indicibile e sconnessa, e sembra che le varie frasi siano state registrate in modo scemo (esempio: chiamo oggi la doppiatrice di Madoka e doppiamo tutte le sue frasi, domani chiamo quella di Hitomi etc. etc.) poiché le varie battute non sembrano risposte alla frase precedentemente detta, non sembrano dialoghi ma frasi sconnesse e senza relazione. L'impostazione c'è, le frasi preoccupate sono dette con tono preoccupato, esempio, ma non essendoci questo lavoro di "rispondere all'altro" si produce un effetto alienante per me pesantissimo.
Non mancano parti doppiate in modo impeccabile, ma la povera Madoka per me è un pianto.
Concludo con due chiarimenti sul voto: prima di scrivere questa recensione ho voluto leggere le altre, principalmente quelle che davano i voti più bassi, al fine di vedere se c'erano colossali buchi che non avevo notato e per raccogliere altri spunti. Sebbene non possa contraddire buona parte delle critiche mosse all'anime, come si evince anche dalla buona sfilza di difetti che ho elencato, l'anime fa il suo lavoro, intrattiene, e lascia parecchi spunti riflessivi. In virtù di ciò, non mi sento di dargli né più né meno di 8, in quanto lo trovo tutt'altro che mediocre e tutt'altro che eccelso.
Iniziamo con le cose facili, il comparto tecnico: le musiche si dimostrano spesso molto suggestive ed accattivanti, non solo fanno il loro lavoro, ma condiscono attivamente molte scene, non essendo "di sottofondo" o di contorno, ma prendendovi quasi parte, tanto riescono ad esser coinvolgenti.
Questione un po' diversa è il comparto grafico il quale, sebbene adotti scelte interessanti, probabilmente anche funzionali ed assolutamente non criticabili (almeno da me), ogni tanto ha delle sviste da cavarsi gli occhi. A partire da un raro strabismo improvviso che coglie i personaggi, ad ombre che fanno i miracoli. Nello specifico, assistiamo a scene in cui le ombre dello scenario vanno in una direzione, mentre quelle dei personaggi vanno in una direzione simile, ma palesemente differente, pur essendoci un'unica fonte di luce comune. Altro miracolo è che l'ombra proiettata da alcuni personaggi mentre si muovono rispetto ad una fonte di luce non cambiano direzione o altro, davvero spiacevole.
Iniziamo con la roba tosta: la trama risulta di per sé interessante, sostanzialmente coinvolgente ed a mio avviso bellina assai. L'idea di fondo è bella, e sebbene il finale possa far storcere qualche naso, non è nulla di così orripilante o di così poco bello da far gridare "alla forca!".
La narrazione invece ha qualche problemino. Sebbene gli eventi narrati siano interessanti, ogni tanto l'anime soffre di cali di ritmo ed attenzione inquietanti, tentando di introdurre determinati dialoghi o reintrodurre determinati personaggi all'interno della storia. Questi siparietti dormienti, sebbene potrebbero esser stata "la scelta migliore possibile per comunicare alcune informazioni", sanno essere fastidiosi e spiacevoli anche ad un'analisi più accurata: anziché tirarmi fuori un dialogo tra la madre di Madoka e l'insegnante della stessa (personaggio che non esiste, essendo sempre stato a malapena stereotipato poiché secondario tra i secondari) per darmi un'idea di come l'ambiente circostante sta reagendo agli eventi che noi abbiamo visto in prima persona, sarebbe stato preferibile che le nostre protagoniste si scambiassero due commenti sulla cosa, anche senza concluder nulla volendo.
E parliamo ora dei personaggi... la nostra protagonista potrà ricordarci uno Shinji Ikari in versione femminile (e con due anni di meno!), ed ella sarà più vittima degli eventi che artefice. Tuttavia, ogni tanto lo spettatore verrà stupito dalla protagonista, la quale compirà un'azione fuori dall'ordinario (lavarsi i denti, mangiare etc etc), con risvolti spesso un po' catastrofici, ma per la maggior parte del tempo sarà una ragazzina riflessiva che si preoccupa per le sue amiche ma che non sa che altro fare se non far loro compagnia. Non lo nego, è un personaggio che per i primi 10 episodi è abbastanza brutto, per me, ma resta un personaggio ben caratterizzato, ergo, va tutto bene. I comprimari saranno quattro, e spesso avranno una buona caratterizzazione, un ottimo sviluppo psicologico e saranno piacevoli. Tuttavia, saranno affetti, molti, da una forte titubanza e ripensamenti frequenti, cosa comprensibile per delle dodicenni (credo?), ma che, beh, se si evitava era meglio.
Esauriti i punti fondamentali, l'anime merita altri commenti più specifici dei vari aspetti. I drammi psicologici dei vari personaggi sono sensati, carini, e spesso profondi, nonché coinvolgenti.
L'età scelta per le protagoniste può o meno sembrare abbastanza inadeguata, non lo nego, anzi, ritengo che la fascia d'età 15-17 sarebbe stata molto più verosimile e funzionale.
L'anime è relativamente privo di morale e fine a se stesso, gli unici insegnamenti "maturi" che si possono trarre direttamente sono "non disperare" e "nel mondo la disperazione ci sarà sempre", più o meno. Ponderando meglio sugli eventi, tuttavia, su come vengono affrontati dai personaggi e sul curioso karma che sembra aleggiare, oltre che su alcuni dialoghi in cui partecipa Kyubei, si possono tuttavia cogliere spunti più interessanti e maturi (senza virgolette).
Nell'anime ad una certa si nega palesemente il primo principio della termodinamica in quanto Kyubei confonde "Energia" ed "Energia libera" (presumo abbia confuso le due, ma non posso escludere che in quell'universo il "nostro" primo principio della termodinamica non esista, chi lo sa).
Due parole a sé merita il doppiaggio italiano, curato dalla Dynit. A mio modestissimo e personalissimo parere, la recitazione dei doppiatori è altalenante in modo indicibile e sconnessa, e sembra che le varie frasi siano state registrate in modo scemo (esempio: chiamo oggi la doppiatrice di Madoka e doppiamo tutte le sue frasi, domani chiamo quella di Hitomi etc. etc.) poiché le varie battute non sembrano risposte alla frase precedentemente detta, non sembrano dialoghi ma frasi sconnesse e senza relazione. L'impostazione c'è, le frasi preoccupate sono dette con tono preoccupato, esempio, ma non essendoci questo lavoro di "rispondere all'altro" si produce un effetto alienante per me pesantissimo.
Non mancano parti doppiate in modo impeccabile, ma la povera Madoka per me è un pianto.
Concludo con due chiarimenti sul voto: prima di scrivere questa recensione ho voluto leggere le altre, principalmente quelle che davano i voti più bassi, al fine di vedere se c'erano colossali buchi che non avevo notato e per raccogliere altri spunti. Sebbene non possa contraddire buona parte delle critiche mosse all'anime, come si evince anche dalla buona sfilza di difetti che ho elencato, l'anime fa il suo lavoro, intrattiene, e lascia parecchi spunti riflessivi. In virtù di ciò, non mi sento di dargli né più né meno di 8, in quanto lo trovo tutt'altro che mediocre e tutt'altro che eccelso.
Analizzare un fenomeno commerciale di massa non è cosa facile, specialmente se detto fenomeno continua a far parlar di sé anche dopo anni dalla sua genesi. È il caso di "Puella Magi ★ Madoka Magica", anime che ha fatto parlare di sé e diviso le comunità di appassionati d'animazione giapponese. Al di là dell'analisi tecnica, quest'opera ha avuto un pregio per molti indiscutibile, far tornare in auge il genere "maghette", tanto bistrattato quanto abbandonato nel corso degli ultimi anni.
"Puella Magi ★ Madoka Magica" è una serie dell'inverno 2011 composta da 12 episodi di durata canonica. Questa serie nasce come anime e ha dato vita ad una serie di manga e film per il grande schermo.
Trama: in un ipotetico futuro, l'umanità è sconvolta da alcuni crimini efferati compiuti da creature sovrannaturali conosciuti col nome di "streghe". Tali esseri solitamente vivono in dimensioni parallele denominate "labirinti" e sono responsabili di casi di suicidio, malattie sconosciute ed incidenti mortali. Per contrastare tali creature giunge un essere di origine aliena denominato Kyubey, il quale seleziona delle ragazzine delle medie (l'età oscilla attorno ai 14 anni) adatte a trasformarsi in ragazze magiche. Affinché possano essere elargiti siffatti poteri, è necessario che ciascuna ragazza stipuli un contratto col Kyubey, il quale oltre a donare i poteri necessari per contrastare le streghe, esaudirà un desiderio, non importa se fuori dalle leggi della fisica o della ragione. La realizzazione del desiderio è però bilanciata da un contrappasso. Maggiore è il desiderio, maggiore sarà la sofferenza che la ragazza magica dovrà subire, inoltre il contratto non è rescindibile, poiché le ragazze saranno costrette a combattere le streghe per tutta la vita, o fino alla loro morte. Come se non bastasse, l'anima di ciascuna ragazza magica è separata dal corpo e sigillata all'interno di un monile (denominato soul gem) affinché il corpo sia immune dal dolore fisico, tuttavia, se separato da detto monile, il corpo della ragazza magica non sarà più vivo. Madoka Kaname è stata valutata dal Kyubey come ragazza dotata di poteri immensi, tuttavia verrà diffidata dallo stipulare un contratto da alcune conoscenti ed amiche, anch'esse ragazze magiche.
Grafica: il mio giudizio è sostanzialmente diviso tra un ottimo lavoro ed un lavoro scadente. Le ambientazioni (del mondo reale) sono perfette per dettaglio e resa grafica, i giochi di luce sono ottimi. Le ambientazioni delle dimensioni delle streghe invece sono una schifezza assurda. Praticamente sono dei modelli di cartapesta sagomata. Lo stesso dicasi per le animazioni, fluide ed appropriate per il mondo reale, ultra scattose e "cartonate" nel mondo delle streghe. Il character design stona con le ambientazioni così lucide e dettagliate, poiché non è brillante a causa di disegni grossolani e con evidente stile "matitato".
Sonoro: il comparto sonoro trova da parte mia un giudizio sostanzialmente più favorevole. L'opening è molto bello. L'ending è molto particolare ed evocativo. Ottimi OST ed effetti sonori. Doppiaggio giapponese valido. Mi lascia un po' perplesso la scelta di alcune voci nell'adattamento italiano, a mio avviso inappropriate e troppo "adulte".
Personaggi: non si può affermare che i personaggi in questa serie siano stati trascurati. Spesso la caratterizzazione dei protagonisti è discutibile, in alcuni casi tende ad essere esagerata (Madoka, Sayaka, Akemi), in altri casi è minimizzata e trascurabile (Mami), ciò che risalta maggiormente è che ogni fatto è vissuto fondamentalmente in chiave emotiva e non razionale. Il lato introspettivo è ben curato ed è presente una buona evoluzione dei personaggi (talvolta involuzione e degenerazione), anche se sono presenti eccezioni come la figura del Kyubey e di personaggi secondari che non spiccano nella serie.
Sceneggiatura: migliorabile sotto alcuni punti. La gestione temporale è decisamente contorta. Spesso passato e presente si fondono e si rincorrono tra loro. S'inizia col futuro (o col passato?) per poi proseguire in una determinata linea temporale. Tale linea poi si biforca o è rivista dal punto di vista di una linea parallela e così via… I flashback sovrabbondano. Il ritmo è altalenante. Piuttosto lento (se non addirittura fermo) nelle scelte di vita quotidiana, mentre accelera vistosamente nelle scene di combattimento per poi rallentare nuovamente nelle scene di pathos. È presente una discreta dose di violenza (anche se avrei voluto vedere delle scene più esplicite in determinati punti) che spesso sfocia nell'horror. È presente una minima dose di fanservice, inappropriata sia per il genere dell'opera, sia per l'età delle protagoniste. I dialoghi sono piuttosto elaborati e ben fatti.
Finale: nel complesso valido. Il finale è piuttosto articolato e complesso, e fornisce una "soluzione definitiva" al problema delle streghe (pur aprendo altri problemi). Il finale si presenta completo anche se la sua peculiarità lo potrebbe rendere adatto a futuri sviluppi.
In sintesi: "Puella Magi ★ Madoka Magica" è un anime che farà parlare di sé, nel bene e nel male. È indiscutibile che si è trattato di un fenomeno commerciale che è relativamente piaciuto e che ha suscitato scalpore. È altresì indiscutibile che, grazie a questo titolo, il genere delle maghette ha avuto più risalto. Ciò che è discutibile è la sua intera struttura, pericolosamente oscillante tra punte di squallore e di validità. Nel complesso mi sembra una serie con più pregi che difetti, pertanto gli attribuisco una sufficienza. Consigliato a chi ricerca un prodotto "alternativo", un qualcosa di contraddittorio, ossia di nicchia ma fin troppo commerciale per essere considerato tale.
"Puella Magi ★ Madoka Magica" è una serie dell'inverno 2011 composta da 12 episodi di durata canonica. Questa serie nasce come anime e ha dato vita ad una serie di manga e film per il grande schermo.
Trama: in un ipotetico futuro, l'umanità è sconvolta da alcuni crimini efferati compiuti da creature sovrannaturali conosciuti col nome di "streghe". Tali esseri solitamente vivono in dimensioni parallele denominate "labirinti" e sono responsabili di casi di suicidio, malattie sconosciute ed incidenti mortali. Per contrastare tali creature giunge un essere di origine aliena denominato Kyubey, il quale seleziona delle ragazzine delle medie (l'età oscilla attorno ai 14 anni) adatte a trasformarsi in ragazze magiche. Affinché possano essere elargiti siffatti poteri, è necessario che ciascuna ragazza stipuli un contratto col Kyubey, il quale oltre a donare i poteri necessari per contrastare le streghe, esaudirà un desiderio, non importa se fuori dalle leggi della fisica o della ragione. La realizzazione del desiderio è però bilanciata da un contrappasso. Maggiore è il desiderio, maggiore sarà la sofferenza che la ragazza magica dovrà subire, inoltre il contratto non è rescindibile, poiché le ragazze saranno costrette a combattere le streghe per tutta la vita, o fino alla loro morte. Come se non bastasse, l'anima di ciascuna ragazza magica è separata dal corpo e sigillata all'interno di un monile (denominato soul gem) affinché il corpo sia immune dal dolore fisico, tuttavia, se separato da detto monile, il corpo della ragazza magica non sarà più vivo. Madoka Kaname è stata valutata dal Kyubey come ragazza dotata di poteri immensi, tuttavia verrà diffidata dallo stipulare un contratto da alcune conoscenti ed amiche, anch'esse ragazze magiche.
Grafica: il mio giudizio è sostanzialmente diviso tra un ottimo lavoro ed un lavoro scadente. Le ambientazioni (del mondo reale) sono perfette per dettaglio e resa grafica, i giochi di luce sono ottimi. Le ambientazioni delle dimensioni delle streghe invece sono una schifezza assurda. Praticamente sono dei modelli di cartapesta sagomata. Lo stesso dicasi per le animazioni, fluide ed appropriate per il mondo reale, ultra scattose e "cartonate" nel mondo delle streghe. Il character design stona con le ambientazioni così lucide e dettagliate, poiché non è brillante a causa di disegni grossolani e con evidente stile "matitato".
Sonoro: il comparto sonoro trova da parte mia un giudizio sostanzialmente più favorevole. L'opening è molto bello. L'ending è molto particolare ed evocativo. Ottimi OST ed effetti sonori. Doppiaggio giapponese valido. Mi lascia un po' perplesso la scelta di alcune voci nell'adattamento italiano, a mio avviso inappropriate e troppo "adulte".
Personaggi: non si può affermare che i personaggi in questa serie siano stati trascurati. Spesso la caratterizzazione dei protagonisti è discutibile, in alcuni casi tende ad essere esagerata (Madoka, Sayaka, Akemi), in altri casi è minimizzata e trascurabile (Mami), ciò che risalta maggiormente è che ogni fatto è vissuto fondamentalmente in chiave emotiva e non razionale. Il lato introspettivo è ben curato ed è presente una buona evoluzione dei personaggi (talvolta involuzione e degenerazione), anche se sono presenti eccezioni come la figura del Kyubey e di personaggi secondari che non spiccano nella serie.
Sceneggiatura: migliorabile sotto alcuni punti. La gestione temporale è decisamente contorta. Spesso passato e presente si fondono e si rincorrono tra loro. S'inizia col futuro (o col passato?) per poi proseguire in una determinata linea temporale. Tale linea poi si biforca o è rivista dal punto di vista di una linea parallela e così via… I flashback sovrabbondano. Il ritmo è altalenante. Piuttosto lento (se non addirittura fermo) nelle scelte di vita quotidiana, mentre accelera vistosamente nelle scene di combattimento per poi rallentare nuovamente nelle scene di pathos. È presente una discreta dose di violenza (anche se avrei voluto vedere delle scene più esplicite in determinati punti) che spesso sfocia nell'horror. È presente una minima dose di fanservice, inappropriata sia per il genere dell'opera, sia per l'età delle protagoniste. I dialoghi sono piuttosto elaborati e ben fatti.
Finale: nel complesso valido. Il finale è piuttosto articolato e complesso, e fornisce una "soluzione definitiva" al problema delle streghe (pur aprendo altri problemi). Il finale si presenta completo anche se la sua peculiarità lo potrebbe rendere adatto a futuri sviluppi.
In sintesi: "Puella Magi ★ Madoka Magica" è un anime che farà parlare di sé, nel bene e nel male. È indiscutibile che si è trattato di un fenomeno commerciale che è relativamente piaciuto e che ha suscitato scalpore. È altresì indiscutibile che, grazie a questo titolo, il genere delle maghette ha avuto più risalto. Ciò che è discutibile è la sua intera struttura, pericolosamente oscillante tra punte di squallore e di validità. Nel complesso mi sembra una serie con più pregi che difetti, pertanto gli attribuisco una sufficienza. Consigliato a chi ricerca un prodotto "alternativo", un qualcosa di contraddittorio, ossia di nicchia ma fin troppo commerciale per essere considerato tale.
<b>Contiene lievi spoiler</b>
E finalmente anche io sono riuscito a vedermi "Puella Magi Madoka Magica"; ci ho messo un bel po' a decidermi di iniziarlo, nonostante le buone parole di alcuni amici, perché ero un po' riluttante sul genere, visto che non mi sono mai piaciuti molto i majokko. Tuttavia devo dire che mi è piaciuto e anche tanto. Ma procediamo con ordine. Innanzitutto ricordo che questa serie è targata Gen Urobuchi ("Psycho Pass", "Fate/Zero" e ora anche il nuovo "Suisei no Gargantia") e già solo per questo andrebbe vista.
Questo anime si presenta con un inizio alquanto particolare, con la città semi distrutta e una ragazza con lunghi capelli neri che sta combattendo contro uno strano essere e sta avendo la peggio. Una ragazzina di nome Madoka Kaname sta assistendo allo spettacolo, impotente, mentre uno strano gattino puccioso di nome Kyuubei le dice che può cambiare tutto questo, che può cambiare il destino stipulando un contratto con lui e diventando una maga. A quel punto Madoka si risveglia, credendo che quello fosse stato solo un sogno. Ci viene così presentata la tranquilla vita di Madoka Kaname, una studentessa che frequenta il secondo anno delle scuole medie (e ricordo che il sistema scolastico giapponese è diverso da quello italiano, per cui in seconda media si hanno 14 anni...), e delle sue due amiche, Sayaka Miki e Hitomi Suzuki. Tuttavia quello stesso giorno si trasferisce una nuova compagna nella loro classe, di nome Homura Akemi, che è la ragazza del sogno di Madoka. Ella si comporta in modo abbastanza strano e dà anche uno strano consiglio a Madoka, ovvero quello di non cambiare mai.
In seguito, mentre accompagnava Sayaka in un negozio di dischi, sente una voce nella sua testa che le chiede aiuto. Lei segue la voce e trova l'animaletto del suo sogno, Kyuubei, gravemente ferito e Homura che stava cercando di ucciderlo. Loro riescono a scappare ma all'improvviso si ritrovano in un luogo strano, pieno di creature che volevano attaccarle. Quando tutto sembrava perduto vengono salvate da un'altra ragazzina, la bionda Mami Tomoe, che rivela loro di essere una grande amica di Kyuubei, nonché una maga, mostrando loro la sua trasformazione e il suo combattimento contro quegli strani esseri. In seguito spiega loro in cosa consiste il patto con Kyuubei e il compito, con pro e contro, di una maga, prima di decidere se accettare o no un contratto con Kyuubei. Questa è la base, poi ovviamente da questa cosa che sembra assai lineare, facile e quasi "standard" si diparte una trama fitta di misteri, scoperte sconvolgenti e capovolgimenti di fronte, insomma, una trama alla Gen Urobuchi. Quindi non fermatevi alle apparenze dei primi due episodi.
Appendice a parte merita l'episodio numero 3, che fa capire come questo anime non sia tutto rose e fiori, un episodio abbastanza sconvolgente che ti prende a sberle nel finale, ma sberle ben assestate e potenti. Serve per far risvegliare anche coloro che dubitano, i San Tommaso del caso, per fare capire loro che questo non sarà un semplice majokko, ma qualcosa di assai più complesso e coinvolgente.
I personaggi, beh che dire di loro... Sono tutti realizzati molto bene, forse quella che lascia un po' più a desiderare, all'inizio, è proprio la protagonista Madoka, ma alla fine anche lei si svela nel finale e nell'azione che riesce a compiere. Tutte rivelano un grande spessore psicologico, soprattutto quando si tratta della scelta del desiderio per il contratto e del loro passato.
Esaminiamo ora i principali:
-Mami Tomoe: fin dalla sua prima comparsa è stata la mia preferita, sempre pronta ad aiutare gli altri, sempre pronta ad andare alla carica. Ha deciso di sfruttare questa occasione-maledizione (il patto) per aiutare e salvare le persone, anche se questo significava mettere costantemente la propria vita in pericolo e vivere da sola, senza amici ne genitori. Il suo potere consiste in infiniti fucili che può fare uscire dai propri vestiti e in lacci infinitamente allungabili che partono dai lacci che ha sul vestito. Lei stessa afferma di non aver avuto molto tempo per decidere quale desiderio chiedere a Kyuubei per il patto e così lascia che Madoka e Sayaka la seguano nelle sue "battute di caccia", per capire in cosa consiste il compito di una maga e per aiutarle a decidere se la realizzazione di un proprio desiderio potesse valere un simile prezzo. Del suo passato sappiamo ben poco, solo il momento e l'occasione durante la quale ha stipulato il patto.
-Sayaka Maki: è una ragazzina che all'apparenza sembra spensierata, ma in realtà è sempre preoccupata per il ragazzo che ama, Kamijou, un tempo virtuoso violinista costretto ora in ospedale a causa di un grave incidente stradale durante il quale ha perso l'uso delle mani e di conseguenza anche l'utilizzo del suo violino. Lei è sempre preoccupata per lui, lo va sempre a trovare in ospedale e gli porta sempre nuovi dischi di musica classica che lui adora. Questo affligge tanto lui quanto lei, che non sa se accettare il patto per restituirgli l'uso della mano destra, nonostante Mami le abbia suggerito di pensare a realizzare i proprio desideri prima di pensare a quelli altrui. Il suo potere consiste nell'utilizzo delle spade e in una guarigione dalle ferite molto più rapida del normale.
-Kyoko Sakura: fa la sua prima comparsa circa a metà dell'anime. Dapprima si presenta come una maga egoista che pensa soltanto a se stessa e ai proprio interessi, anche a discapito degli esseri umani innocenti, insomma, quasi l'opposto di Mami Tomoe. Con il proseguire della storia, però, ci racconta il suo passato, il suo desiderio e come questo abbia sconvolto in maniera negativa la sua vita e quella delle persone a lei care. Da qui emerge la motivazione del suo comportamento. Dopo essersi aperta con Sayaka, le due diventano amiche, ma la loro amicizia non è destinata a durare a lungo. Il suo potere consiste nell'utilizzo di una lancia, scomponibile (come quella di Madarame Ikkaku di "Bleach") e nella creazione di barriere.
-Homura Akemi: lei forse è il personaggio più complesso e tormentato della storia. All'inizio viene presentata come una persona fredda, scrupolosa e quasi priva di emozioni, che cerca comunque in tutti i modi di proteggere Madoka e impedirle di diventare una maga. Rimane un personaggio molto misterioso per la maggior parte della serie, misteriosa come i suoi poteri, sconosciuti perfino a Kyuubei. Ma dall'episodio 9 la vera Homura inizia a svelarsi e tutto risulta già più chiaro riunendo varie sue affermazioni che suonavano un po' strane nel corso dei precedenti episodi con la scoperta del suo potere. L'episodio 10 difatti ci mostra tutto ciò che è Homura Akemi, tutta la sua vita, come la ha passata, il suo scopo, la sua battaglia, la sua ragione d'esistenza, la sua testardaggine, la sua voglia di proteggere la sua migliore amica, a qualunque costo; il desiderio stesso che ha espresso è la rappresentazione di Homura Akemi, di ciò che ha deciso di diventare e di ciò che ha deciso di fare. Complimenti a Gen, personaggio più che riuscito.
-Madoka Kaname: è la protagonista, altruista come non mai e allo stesso tempo ingenua e anche un po' piagnona, devo ammetterlo. Nella maggior parte delle occasioni la ritroviamo a piangere o per un motivo o per un altro e questo ad alcuni può anche dare un po' fastidio alla lunga. È l'unica che riesce a non diventare una maga. E questa è quasi una contraddizione, la protagonista di un majokko che non si trasforma in una maga. Ma non preoccupatevi, Gen ha previsto tutto: c'è una motivazione per questo e anche per il fatto che lei abbia un potenziale magico più elevato di chiunque altra. È una bambina con una situazione familiare stabile e priva di scheletri nell'armadio, dunque per quale motivo questa dovrebbe essere la protagonista? Semplice: lei sarà l'inizio e la fine di tutto. Questa frase vi risulterà più comprensibile dopo aver visto il finale della serie, dove tutto quello che è stato detto su Madoka Kaname converge e torna al proprio posto.
-Kyuubei ( /人◕ ‿‿ ◕人\ ): è una specie di famiglio, uno strano gatto bianco che a discapito del nome ha soltanto una coda (Kyuubei può ricordare le 9 code di Naruto): ma questo non è un errore dell'autore, no di certo. C'è un altro mistero misterioso dietro al suo nome. È colui che stipula i contratti con le ragazzine e che le segue quasi in ogni occasione. Fin da subito tuttavia si presenta come un personaggio misterioso, altrimenti come si spiegherebbe l'avversione di Homura nei suoi confronti? È caratterizzato da una calma e una freddezza estrema. Con il proseguire dell'anime si scopre la sua natura, la sua funzione che lasciano stupito lo spettatore e a volte possono suscitare odio nei suoi confronti. Ma in fin dei conti lui non fa nulla di male, quello è il suo compito, il suo dovere. Non riesce a capire le emozioni né gli esseri umani. Potremmo definirlo come il più grande materialista e cinico di sempre: cito come esempio il paragone che fa con gli animali da macello nell'episodio 9, del quale però non vado nello specifico per evitare spoiler; ecco, quello è Kyuubei, un altro personaggio riuscito alla grande.
L'animazione a volte mi lascia perplesso (sorvolo sulle facce rettangolari e sul fatto che a volte i personaggi non sembrano muovere le loro bocche mentre parlano). Per quel che riguarda invece la rappresentazione delle barriere sembravano quasi tratte da registrazioni reali e non realizzate al pc, il che gli donava un aspetto ancora più giusto, realistico e adatto. Anche l'effetto pastello negli occhi gli dona un tocco assai particolare e caratteristico che a me sinceramente è piaciuto molto. Anche i poteri e le battaglie sono realizzate molto bene graficamente.
Le musiche delle trasformazioni mi piacciono un sacco, diciamo che gasano lo spettatore (per esempio "Credens Justitiam"). Ma il punto di forza effettivo della colonna sonora dell'anime sono le ost tristi, che fanno davvero emozionare lo spettatore e in certi momenti aiutano molto le lacrime ad uscire dagli occhi.
Il finale. Beh, è stato forse un tantino esagerato, ma alla fine era l'unica cosa possibile e non scontata che si potesse creare, il finale perfetto per PMMM. Anche le scene finali in cui le rincontra e la visione del mondo dopo è un qualcosa che lascia anche un po' con l'amaro in bocca, come anche la magnifica scena dopo i titoli di coda, un po' come il finale di "Angel Beats".
Commento finale: non mi dilungo ulteriormente, penso di aver già detto la maggior parte prima. Posso solo dire che è un anime che consiglio vivamente e che mi ha lasciato molto sorpreso positivamente. Anche il doppiaggio italiano è molto ben riuscito, forse solo la voce di Homura è migliore nella versione originale, per il resto è ottima e consiglio di vedere anche quella. Voto: 9
E finalmente anche io sono riuscito a vedermi "Puella Magi Madoka Magica"; ci ho messo un bel po' a decidermi di iniziarlo, nonostante le buone parole di alcuni amici, perché ero un po' riluttante sul genere, visto che non mi sono mai piaciuti molto i majokko. Tuttavia devo dire che mi è piaciuto e anche tanto. Ma procediamo con ordine. Innanzitutto ricordo che questa serie è targata Gen Urobuchi ("Psycho Pass", "Fate/Zero" e ora anche il nuovo "Suisei no Gargantia") e già solo per questo andrebbe vista.
Questo anime si presenta con un inizio alquanto particolare, con la città semi distrutta e una ragazza con lunghi capelli neri che sta combattendo contro uno strano essere e sta avendo la peggio. Una ragazzina di nome Madoka Kaname sta assistendo allo spettacolo, impotente, mentre uno strano gattino puccioso di nome Kyuubei le dice che può cambiare tutto questo, che può cambiare il destino stipulando un contratto con lui e diventando una maga. A quel punto Madoka si risveglia, credendo che quello fosse stato solo un sogno. Ci viene così presentata la tranquilla vita di Madoka Kaname, una studentessa che frequenta il secondo anno delle scuole medie (e ricordo che il sistema scolastico giapponese è diverso da quello italiano, per cui in seconda media si hanno 14 anni...), e delle sue due amiche, Sayaka Miki e Hitomi Suzuki. Tuttavia quello stesso giorno si trasferisce una nuova compagna nella loro classe, di nome Homura Akemi, che è la ragazza del sogno di Madoka. Ella si comporta in modo abbastanza strano e dà anche uno strano consiglio a Madoka, ovvero quello di non cambiare mai.
In seguito, mentre accompagnava Sayaka in un negozio di dischi, sente una voce nella sua testa che le chiede aiuto. Lei segue la voce e trova l'animaletto del suo sogno, Kyuubei, gravemente ferito e Homura che stava cercando di ucciderlo. Loro riescono a scappare ma all'improvviso si ritrovano in un luogo strano, pieno di creature che volevano attaccarle. Quando tutto sembrava perduto vengono salvate da un'altra ragazzina, la bionda Mami Tomoe, che rivela loro di essere una grande amica di Kyuubei, nonché una maga, mostrando loro la sua trasformazione e il suo combattimento contro quegli strani esseri. In seguito spiega loro in cosa consiste il patto con Kyuubei e il compito, con pro e contro, di una maga, prima di decidere se accettare o no un contratto con Kyuubei. Questa è la base, poi ovviamente da questa cosa che sembra assai lineare, facile e quasi "standard" si diparte una trama fitta di misteri, scoperte sconvolgenti e capovolgimenti di fronte, insomma, una trama alla Gen Urobuchi. Quindi non fermatevi alle apparenze dei primi due episodi.
Appendice a parte merita l'episodio numero 3, che fa capire come questo anime non sia tutto rose e fiori, un episodio abbastanza sconvolgente che ti prende a sberle nel finale, ma sberle ben assestate e potenti. Serve per far risvegliare anche coloro che dubitano, i San Tommaso del caso, per fare capire loro che questo non sarà un semplice majokko, ma qualcosa di assai più complesso e coinvolgente.
I personaggi, beh che dire di loro... Sono tutti realizzati molto bene, forse quella che lascia un po' più a desiderare, all'inizio, è proprio la protagonista Madoka, ma alla fine anche lei si svela nel finale e nell'azione che riesce a compiere. Tutte rivelano un grande spessore psicologico, soprattutto quando si tratta della scelta del desiderio per il contratto e del loro passato.
Esaminiamo ora i principali:
-Mami Tomoe: fin dalla sua prima comparsa è stata la mia preferita, sempre pronta ad aiutare gli altri, sempre pronta ad andare alla carica. Ha deciso di sfruttare questa occasione-maledizione (il patto) per aiutare e salvare le persone, anche se questo significava mettere costantemente la propria vita in pericolo e vivere da sola, senza amici ne genitori. Il suo potere consiste in infiniti fucili che può fare uscire dai propri vestiti e in lacci infinitamente allungabili che partono dai lacci che ha sul vestito. Lei stessa afferma di non aver avuto molto tempo per decidere quale desiderio chiedere a Kyuubei per il patto e così lascia che Madoka e Sayaka la seguano nelle sue "battute di caccia", per capire in cosa consiste il compito di una maga e per aiutarle a decidere se la realizzazione di un proprio desiderio potesse valere un simile prezzo. Del suo passato sappiamo ben poco, solo il momento e l'occasione durante la quale ha stipulato il patto.
-Sayaka Maki: è una ragazzina che all'apparenza sembra spensierata, ma in realtà è sempre preoccupata per il ragazzo che ama, Kamijou, un tempo virtuoso violinista costretto ora in ospedale a causa di un grave incidente stradale durante il quale ha perso l'uso delle mani e di conseguenza anche l'utilizzo del suo violino. Lei è sempre preoccupata per lui, lo va sempre a trovare in ospedale e gli porta sempre nuovi dischi di musica classica che lui adora. Questo affligge tanto lui quanto lei, che non sa se accettare il patto per restituirgli l'uso della mano destra, nonostante Mami le abbia suggerito di pensare a realizzare i proprio desideri prima di pensare a quelli altrui. Il suo potere consiste nell'utilizzo delle spade e in una guarigione dalle ferite molto più rapida del normale.
-Kyoko Sakura: fa la sua prima comparsa circa a metà dell'anime. Dapprima si presenta come una maga egoista che pensa soltanto a se stessa e ai proprio interessi, anche a discapito degli esseri umani innocenti, insomma, quasi l'opposto di Mami Tomoe. Con il proseguire della storia, però, ci racconta il suo passato, il suo desiderio e come questo abbia sconvolto in maniera negativa la sua vita e quella delle persone a lei care. Da qui emerge la motivazione del suo comportamento. Dopo essersi aperta con Sayaka, le due diventano amiche, ma la loro amicizia non è destinata a durare a lungo. Il suo potere consiste nell'utilizzo di una lancia, scomponibile (come quella di Madarame Ikkaku di "Bleach") e nella creazione di barriere.
-Homura Akemi: lei forse è il personaggio più complesso e tormentato della storia. All'inizio viene presentata come una persona fredda, scrupolosa e quasi priva di emozioni, che cerca comunque in tutti i modi di proteggere Madoka e impedirle di diventare una maga. Rimane un personaggio molto misterioso per la maggior parte della serie, misteriosa come i suoi poteri, sconosciuti perfino a Kyuubei. Ma dall'episodio 9 la vera Homura inizia a svelarsi e tutto risulta già più chiaro riunendo varie sue affermazioni che suonavano un po' strane nel corso dei precedenti episodi con la scoperta del suo potere. L'episodio 10 difatti ci mostra tutto ciò che è Homura Akemi, tutta la sua vita, come la ha passata, il suo scopo, la sua battaglia, la sua ragione d'esistenza, la sua testardaggine, la sua voglia di proteggere la sua migliore amica, a qualunque costo; il desiderio stesso che ha espresso è la rappresentazione di Homura Akemi, di ciò che ha deciso di diventare e di ciò che ha deciso di fare. Complimenti a Gen, personaggio più che riuscito.
-Madoka Kaname: è la protagonista, altruista come non mai e allo stesso tempo ingenua e anche un po' piagnona, devo ammetterlo. Nella maggior parte delle occasioni la ritroviamo a piangere o per un motivo o per un altro e questo ad alcuni può anche dare un po' fastidio alla lunga. È l'unica che riesce a non diventare una maga. E questa è quasi una contraddizione, la protagonista di un majokko che non si trasforma in una maga. Ma non preoccupatevi, Gen ha previsto tutto: c'è una motivazione per questo e anche per il fatto che lei abbia un potenziale magico più elevato di chiunque altra. È una bambina con una situazione familiare stabile e priva di scheletri nell'armadio, dunque per quale motivo questa dovrebbe essere la protagonista? Semplice: lei sarà l'inizio e la fine di tutto. Questa frase vi risulterà più comprensibile dopo aver visto il finale della serie, dove tutto quello che è stato detto su Madoka Kaname converge e torna al proprio posto.
-Kyuubei ( /人◕ ‿‿ ◕人\ ): è una specie di famiglio, uno strano gatto bianco che a discapito del nome ha soltanto una coda (Kyuubei può ricordare le 9 code di Naruto): ma questo non è un errore dell'autore, no di certo. C'è un altro mistero misterioso dietro al suo nome. È colui che stipula i contratti con le ragazzine e che le segue quasi in ogni occasione. Fin da subito tuttavia si presenta come un personaggio misterioso, altrimenti come si spiegherebbe l'avversione di Homura nei suoi confronti? È caratterizzato da una calma e una freddezza estrema. Con il proseguire dell'anime si scopre la sua natura, la sua funzione che lasciano stupito lo spettatore e a volte possono suscitare odio nei suoi confronti. Ma in fin dei conti lui non fa nulla di male, quello è il suo compito, il suo dovere. Non riesce a capire le emozioni né gli esseri umani. Potremmo definirlo come il più grande materialista e cinico di sempre: cito come esempio il paragone che fa con gli animali da macello nell'episodio 9, del quale però non vado nello specifico per evitare spoiler; ecco, quello è Kyuubei, un altro personaggio riuscito alla grande.
L'animazione a volte mi lascia perplesso (sorvolo sulle facce rettangolari e sul fatto che a volte i personaggi non sembrano muovere le loro bocche mentre parlano). Per quel che riguarda invece la rappresentazione delle barriere sembravano quasi tratte da registrazioni reali e non realizzate al pc, il che gli donava un aspetto ancora più giusto, realistico e adatto. Anche l'effetto pastello negli occhi gli dona un tocco assai particolare e caratteristico che a me sinceramente è piaciuto molto. Anche i poteri e le battaglie sono realizzate molto bene graficamente.
Le musiche delle trasformazioni mi piacciono un sacco, diciamo che gasano lo spettatore (per esempio "Credens Justitiam"). Ma il punto di forza effettivo della colonna sonora dell'anime sono le ost tristi, che fanno davvero emozionare lo spettatore e in certi momenti aiutano molto le lacrime ad uscire dagli occhi.
Il finale. Beh, è stato forse un tantino esagerato, ma alla fine era l'unica cosa possibile e non scontata che si potesse creare, il finale perfetto per PMMM. Anche le scene finali in cui le rincontra e la visione del mondo dopo è un qualcosa che lascia anche un po' con l'amaro in bocca, come anche la magnifica scena dopo i titoli di coda, un po' come il finale di "Angel Beats".
Commento finale: non mi dilungo ulteriormente, penso di aver già detto la maggior parte prima. Posso solo dire che è un anime che consiglio vivamente e che mi ha lasciato molto sorpreso positivamente. Anche il doppiaggio italiano è molto ben riuscito, forse solo la voce di Homura è migliore nella versione originale, per il resto è ottima e consiglio di vedere anche quella. Voto: 9
"Mahou shoujo Madoka Magica", o meglio "Puella Magi Madoka Magica" è un anime che, prodotto nel vicino 2011, ha riscosso in madre patria e all'estero, tra gli appassionati di anime e manga, un notevolissimo successo, che è poi sfiorito in un merchandising di non poco conto, sfruttando la notorietà che la serie si è guadagnata. A procurare ciò, cosa è stato?
Alcuni paragonano Puella Magi a "Neon Genesis Evangelion", altri sostengono che tale confronto è a dir poco forzato. Il confronto ha qualche relativo approccio razionale, se vogliamo dirla tutta. "Neon Genesis Evangelion", ha rivoluzionato un genere che sembrava ormai non avere futuro, che sembrava avesse raccontato tutto quello che poteva raccontare. Come Evangelion ha puntato sopratutto a rovesciare gli stereotipi dei mecha, o meglio, li ha rianalizzati dando loro maggior spessore e sopratutto credibilità psicologica (in quanti di voi a 14 anni, piloterebbero un robot gigante perché un padre che vi ha abbandonato all'improvviso ve lo impone senza avere nessuna ripercussione al livello di psiche?), così Madoka Magica ha seguito le "orme" di "Neon Genesis Evangelion". Come ben si sa le maghette, da Sailor Moon ad oggi, e le relative protagoniste dei gruppi, spesso sono (oltre che dei cloni di Usagi Tsukino) delle "buoniste" che senza condizionamenti accettano di diventare delle guerriere, senza se e senza ma. Qualche dubbio all'inizio, ma poi tutto fila liscio e si va verso un finale a lieto fine, dove le guerriere capiscono il vero valore dell'amicizia, del gioco di squadra, e anche una buona dose di sentimentalismo ci può stare, dato che il maho shojo o majokko, altro non è che un sottogenere del meno fruttuoso shojo in generale.
Il panorama dei majokko si tinge di trasformazioni lunghette, dove le guerriere si trasformano in belle guerriere con accessori (spesso di utilità dubbia nel contesto) brillanti e dagli sfondi e colori vivaci, con una festa di sorrisi ed occhiolini. Questo avviene in Madoka? Non certo con la stessa modalità. Tuttavia, come nei mecha non è credibile realmente che un quattordicenne possa tranquillamente pilotare un robottone e averla vinta ogni volta, nei majokko non sono credibili queste trasformazioni in battaglie (spesso ripetute più volte negli episodi della serie), come è poco credibile il fatto che le "vittime" degli attacchi dei nemici ritornino alla loro vita normale tranquillamente e senza che nessuno sappia niente delle battaglie. E questo si è notato alla lunga. Madoka Magica viene concepito proprio per abbattere questo stereotipo di majokko fino ad allora concepito, spingendosi almeno quanto Evangelion si è spinto con i mecha, abbattendo tutto quello che si era costruito fino ad allora.
Le guerriere hanno forti ripercussioni psicologiche, si combattono tra di loro, e l'unico personaggio che ha qualche ideale per diventare guerriera, come fino ad allora era stato concepito nei majokko, non lo fa perché teme questo cambiamento di vita. E l'elemento di base di Madoka Magica è senz'altro il drammatico: niente finali a lieto fine, niente puntate filler inutili ai fini della trama, niente sentimentalismo banale, perché il messaggio della serie, non è rivolto più alle bambine, pubblico fino ad allora prediletto del genere. Il messaggio è "la realtà è dolorosa e fatta di dramma, non rifugiatevi in falsi miti e accettatela!".
Dalla guerriera vestita alla marinara che punisce in nome della luna alle Pretty Cure, come tradizione vuole, vi è stata sempre una mascotte parlante che accompagna il tutto, che suggerisce cosa fare alle maghette inesperte, che le aiuta, senza voler nulla in cambio. E prendiamo il famigerato Kyubey: esso si dimostra tanto dolce all'inizio (sebbene già dalle premesse il volto inespressivo e alquanto inquietante sembrava confermare tale ipotesi), quanto poi viscidamente infido, che tradisce le guerriere. Non prova alcun tipo di empatia verso le guerriere, ed anzi le tradisce ripetutamente, spesso nascondendo verità scomode a loro stesse.
Una super eroina che si trasforma per combattere per gli altri? La risposta è no. Le guerriere combattono per un tornaconto personale, e sono infide anche tra di loro. Nessuna delle guerriere, dopo aver affrontato gli ostacoli, di volta in volta, guarderà sempre con maggior disprezzo se stessa, rammaricandosi per la scelta che ha fatto di diventare guerriera. E così si disilludono drasticamente, non credono più in quegli ideali di giustizia e amore, verità ed amicizia, che tanto si possono predicare.
E passiamo ora dal contenuto al contenitore. La serie ha un ritmo fin troppo lento, e vi sono episodi in cui mi sono decisamente annoiato. Lo sbalzo tra gli episodi è una delle maggiori pecche dell'anime, cosa che mi ha fatto calare il voto finale. Buono invece è il comparto strettamente grafico, specie per quanto riguarda i fondali, decisamente dettagliati per una serie shojo, serie conosciute anche per la particolare poca attenzione ai fondali rispetto ad altre serie. Il character design, all'inizio è decisamente bruttino, ma poi riesce a migliorarsi, risultando anche alquanto fresco. Le musiche, specie l'opening, si adattano alle varie situazioni e svolgimenti che si susseguono nel corso degli episodi, e alcune spiccano, essendo semplicemente sublimi, angoscianti e inquietanti, e generano l'atmosfera desiderata dallo spettatore.
Che ci sia riuscito o meno a riformare il genere, senza cadere in passi falsi, è questione di gusti propri dello spettatore. Non ci si deve sorprendere che molti gli affibbiano un 3 o un 5, mentre altri gli affibbiano un 9 o un 10. Chi ha ragione nella disputa? Ciò è ampiamente relativo.
Certo, l'andamento dell'anime è decisamente poco gradevole, ma globalmente non posso che dargli un 7 e mezzo, ma siccome non sono permessi i mezzi voti, lo arrotondo a 7. Spero in un sequel, e soprattutto che vengano delle nuove guerriere come le Puelle Magi e nuovi Kyubey.
Alcuni paragonano Puella Magi a "Neon Genesis Evangelion", altri sostengono che tale confronto è a dir poco forzato. Il confronto ha qualche relativo approccio razionale, se vogliamo dirla tutta. "Neon Genesis Evangelion", ha rivoluzionato un genere che sembrava ormai non avere futuro, che sembrava avesse raccontato tutto quello che poteva raccontare. Come Evangelion ha puntato sopratutto a rovesciare gli stereotipi dei mecha, o meglio, li ha rianalizzati dando loro maggior spessore e sopratutto credibilità psicologica (in quanti di voi a 14 anni, piloterebbero un robot gigante perché un padre che vi ha abbandonato all'improvviso ve lo impone senza avere nessuna ripercussione al livello di psiche?), così Madoka Magica ha seguito le "orme" di "Neon Genesis Evangelion". Come ben si sa le maghette, da Sailor Moon ad oggi, e le relative protagoniste dei gruppi, spesso sono (oltre che dei cloni di Usagi Tsukino) delle "buoniste" che senza condizionamenti accettano di diventare delle guerriere, senza se e senza ma. Qualche dubbio all'inizio, ma poi tutto fila liscio e si va verso un finale a lieto fine, dove le guerriere capiscono il vero valore dell'amicizia, del gioco di squadra, e anche una buona dose di sentimentalismo ci può stare, dato che il maho shojo o majokko, altro non è che un sottogenere del meno fruttuoso shojo in generale.
Il panorama dei majokko si tinge di trasformazioni lunghette, dove le guerriere si trasformano in belle guerriere con accessori (spesso di utilità dubbia nel contesto) brillanti e dagli sfondi e colori vivaci, con una festa di sorrisi ed occhiolini. Questo avviene in Madoka? Non certo con la stessa modalità. Tuttavia, come nei mecha non è credibile realmente che un quattordicenne possa tranquillamente pilotare un robottone e averla vinta ogni volta, nei majokko non sono credibili queste trasformazioni in battaglie (spesso ripetute più volte negli episodi della serie), come è poco credibile il fatto che le "vittime" degli attacchi dei nemici ritornino alla loro vita normale tranquillamente e senza che nessuno sappia niente delle battaglie. E questo si è notato alla lunga. Madoka Magica viene concepito proprio per abbattere questo stereotipo di majokko fino ad allora concepito, spingendosi almeno quanto Evangelion si è spinto con i mecha, abbattendo tutto quello che si era costruito fino ad allora.
Le guerriere hanno forti ripercussioni psicologiche, si combattono tra di loro, e l'unico personaggio che ha qualche ideale per diventare guerriera, come fino ad allora era stato concepito nei majokko, non lo fa perché teme questo cambiamento di vita. E l'elemento di base di Madoka Magica è senz'altro il drammatico: niente finali a lieto fine, niente puntate filler inutili ai fini della trama, niente sentimentalismo banale, perché il messaggio della serie, non è rivolto più alle bambine, pubblico fino ad allora prediletto del genere. Il messaggio è "la realtà è dolorosa e fatta di dramma, non rifugiatevi in falsi miti e accettatela!".
Dalla guerriera vestita alla marinara che punisce in nome della luna alle Pretty Cure, come tradizione vuole, vi è stata sempre una mascotte parlante che accompagna il tutto, che suggerisce cosa fare alle maghette inesperte, che le aiuta, senza voler nulla in cambio. E prendiamo il famigerato Kyubey: esso si dimostra tanto dolce all'inizio (sebbene già dalle premesse il volto inespressivo e alquanto inquietante sembrava confermare tale ipotesi), quanto poi viscidamente infido, che tradisce le guerriere. Non prova alcun tipo di empatia verso le guerriere, ed anzi le tradisce ripetutamente, spesso nascondendo verità scomode a loro stesse.
Una super eroina che si trasforma per combattere per gli altri? La risposta è no. Le guerriere combattono per un tornaconto personale, e sono infide anche tra di loro. Nessuna delle guerriere, dopo aver affrontato gli ostacoli, di volta in volta, guarderà sempre con maggior disprezzo se stessa, rammaricandosi per la scelta che ha fatto di diventare guerriera. E così si disilludono drasticamente, non credono più in quegli ideali di giustizia e amore, verità ed amicizia, che tanto si possono predicare.
E passiamo ora dal contenuto al contenitore. La serie ha un ritmo fin troppo lento, e vi sono episodi in cui mi sono decisamente annoiato. Lo sbalzo tra gli episodi è una delle maggiori pecche dell'anime, cosa che mi ha fatto calare il voto finale. Buono invece è il comparto strettamente grafico, specie per quanto riguarda i fondali, decisamente dettagliati per una serie shojo, serie conosciute anche per la particolare poca attenzione ai fondali rispetto ad altre serie. Il character design, all'inizio è decisamente bruttino, ma poi riesce a migliorarsi, risultando anche alquanto fresco. Le musiche, specie l'opening, si adattano alle varie situazioni e svolgimenti che si susseguono nel corso degli episodi, e alcune spiccano, essendo semplicemente sublimi, angoscianti e inquietanti, e generano l'atmosfera desiderata dallo spettatore.
Che ci sia riuscito o meno a riformare il genere, senza cadere in passi falsi, è questione di gusti propri dello spettatore. Non ci si deve sorprendere che molti gli affibbiano un 3 o un 5, mentre altri gli affibbiano un 9 o un 10. Chi ha ragione nella disputa? Ciò è ampiamente relativo.
Certo, l'andamento dell'anime è decisamente poco gradevole, ma globalmente non posso che dargli un 7 e mezzo, ma siccome non sono permessi i mezzi voti, lo arrotondo a 7. Spero in un sequel, e soprattutto che vengano delle nuove guerriere come le Puelle Magi e nuovi Kyubey.
<b>Contiene lievi spoiler!</b>
Le frasi più ricorrenti che ho letto prima di vedere questa serie sono state le seguenti: "Non è quello che sembra" o "Non è un semplice majokko" o "Non lasciarti ingannare dalle immagini" e roba simile. Sembra quasi una catena di Sant'Antonio che tuttora continua, un po' come quelle frasi ad effetto che appena cominciano ad andare di moda, è impossibile bloccarne la diffusione! Io credo che la frase più appropriata, sia per questo che per qualsiasi altro anime, sia: "Fregatene delle opinioni altrui". Non ho mai dato giudizi prima di vedere qualcosa perché sono del parere che ogni giudizio sia sempre soggettivo. Anche perché poi va a finire che alcuni snobbano una serie senza manco vederla, magari solo perché la ritengono un prodotto commerciale, dopo che se n'è detto di cotte e di crude. Niente di più sbagliato!
Bene, chiudendo questa parentesi personale, passiamo alla recensione. Innanzitutto qui non c'è niente di commerciale e poi se questo anime è diventato famoso il motivo è semplice: piace. E se piace ci sarà un perché!
Solitamente i majokko sono noti per alternare azione e magia a siparietti più o meno comici, come le classiche espressioni buffe, onomatopee o personaggi super deformed, tutte caratteristiche tipiche anche del genere shojo. "Madoka Magica" invece è la versione "seinen" (il termine secondo me più corretto) del majokko. Ha tutti gli elementi citati, più altre novità, ad eccezione dell'humour. Infatti sono praticamente assenti situazioni divertenti, battute e cose del genere, tranne in rarissimi casi. Per tutta la durata della serie vi è un alone di angoscia, di tensione e di oscurità, presente quasi in ogni sequenza.
Alcuni la interpretano come una storiella semplice, di una ragazzina un po' sfigata che, per amore della sua più cara amica, sacrifica la sua stessa esistenza, diventando forte (almeno all'apparenza) e superando le paure. Giudicare frettolosamente però è sbagliato. La chiave di tutta la storia sono proprio i sentimenti, in particolare amore e affetto. Inoltre ci stanno tanti elementi figurati, che la maggior parte del pubblico non coglie, e le streghe sono uno di questi. Soffermarsi a pensare che le disgrazie che accadono nel mondo sono opere delle streghe, e per questo pensare che l'anime sia una stupidaggine, lo trovo un errore madornale (un "orrore" come direbbero alcuni). Ad essere definita col nome di "strega", in realtà è la rappresentazione materiale della malvagità stessa, di tutti i sentimenti negativi e sinistri che percorrono l'animo umano. In realtà non esiste nessuna strega che dice di compiere cattive azioni, ma è l'uomo stesso a crearle! Questo è secondo me il messaggio che la serie vuole comunicare. E gli stessi desideri che offre Kyubey, stanno a mostrare fin dove possano spingersi gli umani, quanto siano disposti a pagare pur di ottenere il potere assoluto. Nel nostro caso, le ragazze ottengono la possibilità di diventare maghe, viene esaudito un desiderio impossibile, ma al prezzo della loro stessa esistenza.
Un altro elemento importante è lo spirito di sacrificio, che riguarda diversi personaggi (compresa Madoka) e non solo Homura. Ma la cosa fondamentale, secondo me, è il tempo: se ne avessi la possibilità, quante volte torneresti indietro per cambiare il corso degli eventi?
Come trama è parecchio struggente, e lo diventa sempre di più, man mano che si prosegue la visione, e a stento in certe scene si trattengono le lacrime.
Le musiche sono ben curate, e accentuano quell'atmosfera cupa e tetra presente nelle situazioni drammatiche. Le sigle sono molto belle, soprattutto Magia delle Kalafina è stupenda!
Ho trovato le animazioni davvero spettacolari. Akiyuki Shinbo è noto per il suo stile surreale, visto già in altre opere ("Le Portrait de Petit Cossette" ad esempio), e qui si dimostra un vero talento. Forse il disegno delle protagoniste non è il massimo della qualità, in certe inquadrature si notano i contorni troppo spessi del viso, e forme lievemente poligonali; a volte sembra quasi che le linee escano fuori dal contorno. Questo credo sia l'unico difetto, ma è un dettaglio trascurabile. Gli elementi scenografici invece sono incredibili. Soprattutto le dimensioni delle streghe sono qualcosa di unico: un mix di effetti digitali, astrattismo e altri elementi decorativi (alcuni sembrano dipinti a mano), che crea una sorta di confusione e smarrimento (Horror Vacui), però mai eccessivo. Si rifà a stili artistici del passato, non per niente in un episodio c'è persino Guernica di Picasso sul pavimento.
Il finale è quello che un po' mi ha deluso, ma se come dicono, il terzo film continuerà la storia, allora ci può stare.
Ho dato 10 perché il massimo era 10, se fosse stato 100 avrei dato 100! Non vedo l'ora che escano i film in italiano, e spero sia vera la notizia di una seconda serie!
Le frasi più ricorrenti che ho letto prima di vedere questa serie sono state le seguenti: "Non è quello che sembra" o "Non è un semplice majokko" o "Non lasciarti ingannare dalle immagini" e roba simile. Sembra quasi una catena di Sant'Antonio che tuttora continua, un po' come quelle frasi ad effetto che appena cominciano ad andare di moda, è impossibile bloccarne la diffusione! Io credo che la frase più appropriata, sia per questo che per qualsiasi altro anime, sia: "Fregatene delle opinioni altrui". Non ho mai dato giudizi prima di vedere qualcosa perché sono del parere che ogni giudizio sia sempre soggettivo. Anche perché poi va a finire che alcuni snobbano una serie senza manco vederla, magari solo perché la ritengono un prodotto commerciale, dopo che se n'è detto di cotte e di crude. Niente di più sbagliato!
Bene, chiudendo questa parentesi personale, passiamo alla recensione. Innanzitutto qui non c'è niente di commerciale e poi se questo anime è diventato famoso il motivo è semplice: piace. E se piace ci sarà un perché!
Solitamente i majokko sono noti per alternare azione e magia a siparietti più o meno comici, come le classiche espressioni buffe, onomatopee o personaggi super deformed, tutte caratteristiche tipiche anche del genere shojo. "Madoka Magica" invece è la versione "seinen" (il termine secondo me più corretto) del majokko. Ha tutti gli elementi citati, più altre novità, ad eccezione dell'humour. Infatti sono praticamente assenti situazioni divertenti, battute e cose del genere, tranne in rarissimi casi. Per tutta la durata della serie vi è un alone di angoscia, di tensione e di oscurità, presente quasi in ogni sequenza.
Alcuni la interpretano come una storiella semplice, di una ragazzina un po' sfigata che, per amore della sua più cara amica, sacrifica la sua stessa esistenza, diventando forte (almeno all'apparenza) e superando le paure. Giudicare frettolosamente però è sbagliato. La chiave di tutta la storia sono proprio i sentimenti, in particolare amore e affetto. Inoltre ci stanno tanti elementi figurati, che la maggior parte del pubblico non coglie, e le streghe sono uno di questi. Soffermarsi a pensare che le disgrazie che accadono nel mondo sono opere delle streghe, e per questo pensare che l'anime sia una stupidaggine, lo trovo un errore madornale (un "orrore" come direbbero alcuni). Ad essere definita col nome di "strega", in realtà è la rappresentazione materiale della malvagità stessa, di tutti i sentimenti negativi e sinistri che percorrono l'animo umano. In realtà non esiste nessuna strega che dice di compiere cattive azioni, ma è l'uomo stesso a crearle! Questo è secondo me il messaggio che la serie vuole comunicare. E gli stessi desideri che offre Kyubey, stanno a mostrare fin dove possano spingersi gli umani, quanto siano disposti a pagare pur di ottenere il potere assoluto. Nel nostro caso, le ragazze ottengono la possibilità di diventare maghe, viene esaudito un desiderio impossibile, ma al prezzo della loro stessa esistenza.
Un altro elemento importante è lo spirito di sacrificio, che riguarda diversi personaggi (compresa Madoka) e non solo Homura. Ma la cosa fondamentale, secondo me, è il tempo: se ne avessi la possibilità, quante volte torneresti indietro per cambiare il corso degli eventi?
Come trama è parecchio struggente, e lo diventa sempre di più, man mano che si prosegue la visione, e a stento in certe scene si trattengono le lacrime.
Le musiche sono ben curate, e accentuano quell'atmosfera cupa e tetra presente nelle situazioni drammatiche. Le sigle sono molto belle, soprattutto Magia delle Kalafina è stupenda!
Ho trovato le animazioni davvero spettacolari. Akiyuki Shinbo è noto per il suo stile surreale, visto già in altre opere ("Le Portrait de Petit Cossette" ad esempio), e qui si dimostra un vero talento. Forse il disegno delle protagoniste non è il massimo della qualità, in certe inquadrature si notano i contorni troppo spessi del viso, e forme lievemente poligonali; a volte sembra quasi che le linee escano fuori dal contorno. Questo credo sia l'unico difetto, ma è un dettaglio trascurabile. Gli elementi scenografici invece sono incredibili. Soprattutto le dimensioni delle streghe sono qualcosa di unico: un mix di effetti digitali, astrattismo e altri elementi decorativi (alcuni sembrano dipinti a mano), che crea una sorta di confusione e smarrimento (Horror Vacui), però mai eccessivo. Si rifà a stili artistici del passato, non per niente in un episodio c'è persino Guernica di Picasso sul pavimento.
Il finale è quello che un po' mi ha deluso, ma se come dicono, il terzo film continuerà la storia, allora ci può stare.
Ho dato 10 perché il massimo era 10, se fosse stato 100 avrei dato 100! Non vedo l'ora che escano i film in italiano, e spero sia vera la notizia di una seconda serie!
Ho visto "Madoka Magica" su suggerimento di una mia amica e devo dire che mi ha davvero colpito tutto di quest'anime. Ti attira in una maniera che non riusciresti a staccarti nemmeno volendo. Che dire? A una prima occhiata il primo episodio sembra quasi il classico enigma: che cosa potrei fare se avessi a disposizione dei poteri? A volte è meglio non cercarsele troppo velocemente le cose altrimenti ti si presentano con un conto salato. Questo è in sintesi "Puella Magika".
La trama parla di una ragazza, Madoka, che frequenta il secondo anno della scuola media e un giorno, mentre sta per far ritorno a casa, si imbatte in una strana creatura, Kyubey, proveniente da un'altra dimensione. Dopo il loro incontro Kyubey le propone un contratto: quello di diventare una maga, per contrastare le streghe "impazzite" e, con l'aiuto della magia poter realizzare tutti i suoi desideri. Da quel momento cambia tutto e successivamete viene coinvolta anche la sua migliore amica Sayaka. Da quel momento in poi le due amiche si trovano coinvolte in un susseguirsi di avventure che non avrebbero mai immaginato, incontrano altre maghe, alcune alleate, altre antagoniste, fino ad un destino con la lama a doppio taglio.
A mio parere la storia coinvolge chi lo vede e allo stesso tempo lo ipnotizza.
Mamma quante volte ho detestato quella creatura, Kyubey, che ad un primo sguardo sembra innocua e innocente ma in realtà ha la mente diabolica degna di una strega malefica (infatti nasconde molte cose alle ragazze come ad esempio il "prezzo da pagare")!.
Un anime dalle molte sfaccettature. Decisamente consigliato.
La trama parla di una ragazza, Madoka, che frequenta il secondo anno della scuola media e un giorno, mentre sta per far ritorno a casa, si imbatte in una strana creatura, Kyubey, proveniente da un'altra dimensione. Dopo il loro incontro Kyubey le propone un contratto: quello di diventare una maga, per contrastare le streghe "impazzite" e, con l'aiuto della magia poter realizzare tutti i suoi desideri. Da quel momento cambia tutto e successivamete viene coinvolta anche la sua migliore amica Sayaka. Da quel momento in poi le due amiche si trovano coinvolte in un susseguirsi di avventure che non avrebbero mai immaginato, incontrano altre maghe, alcune alleate, altre antagoniste, fino ad un destino con la lama a doppio taglio.
A mio parere la storia coinvolge chi lo vede e allo stesso tempo lo ipnotizza.
Mamma quante volte ho detestato quella creatura, Kyubey, che ad un primo sguardo sembra innocua e innocente ma in realtà ha la mente diabolica degna di una strega malefica (infatti nasconde molte cose alle ragazze come ad esempio il "prezzo da pagare")!.
Un anime dalle molte sfaccettature. Decisamente consigliato.
Allora, qui ci troviamo di fronte un anime, "Puella Magi Madoka Magica", che, odiato e amato ma soprattutto super premiato, ha segnato il 2011 degli anime.
Partiamo dal contesto sul quale ci muoviamo.
Sul lato tecnico, "Puella Magi" è semplicemente quanto di meglio ci potesse essere fin lì. L'unica cosa che può far storcere il naso a qualcuno da questo punto di vista probabilmente è il tratto dei personaggi, decisamente non convenzionale e quindi bisogno di qualche puntata per andare oltre. Ma si tratta di qualcosa di marginale. La colonna sonora è semplicemente magnifica, è contribuisce al cento per cento ad entrare nelle atmosfere spesso cupe dell'anime. Il doppiaggio è di gran livello, con un mix tra doppiatrici già famose e seiyuu che famose lo sono diventate proprio grazie a questo anime. Detto questo passiamo al lato più interessante, la trama.
La narrazione di "Puella Magi" è molto articolata, particolarmente intrigante per ognuna delle cinque protagoniste, i cui destini ruotano tutti attorno alla fine a dir poco "ambigua" e "sinistra" di Kyubey. Senza andare a rovinare la visione anticipando troppo, ci troviamo di fronte ad una creatura, Kyubey per l'appunto, intenta a stipulare contratti con ragazze facendole diventare mahō shōjo, ragazze magiche, facendole combattere contro le "streghe" che infestano il mondo riempiendolo di cupa disperazione. Tutto questo al prezzo di un desiderio, da scegliere al momento di divenire mahō shōjo, che Kyubey esaudisce alle ragazze. Ognuna lotta contro l'altra per il territorio, dato che per sopravvivere devono ricaricare il proprio potere uccidendo streghe, in un circolo vizioso che non accenna a finire. In questo contesto, ci vengono presentate Madoka, la protagonista, che è quella che più mostra titubanze nello stipulare il contratto con Kyubey, Mimi Sayaka, amica e compagna di classe di Madoka, anche lei titubante all'idea, Mami Tomoe, una mahō shōjo esperta, e Akemi Homura, anche lei mahō shōjo e nettamente contraria all'idea che Madoka possa stipulare un contratto con la creatura. Più in la verrà svelato anche un altro personaggio, Sakura Kyouko, anche lei mahō shōjo e con una delle storie meglio fatte dell'anime (dopo quella di Homura a mio parere).
E' questo quindi, un grande anime, forse idolatrato anche oltre i propri meriti, ma che comunque sono rilevanti: ad esempio è molto difficile trovare un mahō shōjo con una simile ricchezza narrativa, con temi seri che commuovono inevitabilmente lo spettatore (e lo dico da non amante del genere). Consentitemi anche le personale opinione che "Puella Magi Madoka Magica" ha anche il pregio di avere uno dei personaggi migliori in assoluto, cioè la ragazza che si impegna di più a... ok basta così.
Buona visione
Un anime da vedere assolutamente
Partiamo dal contesto sul quale ci muoviamo.
Sul lato tecnico, "Puella Magi" è semplicemente quanto di meglio ci potesse essere fin lì. L'unica cosa che può far storcere il naso a qualcuno da questo punto di vista probabilmente è il tratto dei personaggi, decisamente non convenzionale e quindi bisogno di qualche puntata per andare oltre. Ma si tratta di qualcosa di marginale. La colonna sonora è semplicemente magnifica, è contribuisce al cento per cento ad entrare nelle atmosfere spesso cupe dell'anime. Il doppiaggio è di gran livello, con un mix tra doppiatrici già famose e seiyuu che famose lo sono diventate proprio grazie a questo anime. Detto questo passiamo al lato più interessante, la trama.
La narrazione di "Puella Magi" è molto articolata, particolarmente intrigante per ognuna delle cinque protagoniste, i cui destini ruotano tutti attorno alla fine a dir poco "ambigua" e "sinistra" di Kyubey. Senza andare a rovinare la visione anticipando troppo, ci troviamo di fronte ad una creatura, Kyubey per l'appunto, intenta a stipulare contratti con ragazze facendole diventare mahō shōjo, ragazze magiche, facendole combattere contro le "streghe" che infestano il mondo riempiendolo di cupa disperazione. Tutto questo al prezzo di un desiderio, da scegliere al momento di divenire mahō shōjo, che Kyubey esaudisce alle ragazze. Ognuna lotta contro l'altra per il territorio, dato che per sopravvivere devono ricaricare il proprio potere uccidendo streghe, in un circolo vizioso che non accenna a finire. In questo contesto, ci vengono presentate Madoka, la protagonista, che è quella che più mostra titubanze nello stipulare il contratto con Kyubey, Mimi Sayaka, amica e compagna di classe di Madoka, anche lei titubante all'idea, Mami Tomoe, una mahō shōjo esperta, e Akemi Homura, anche lei mahō shōjo e nettamente contraria all'idea che Madoka possa stipulare un contratto con la creatura. Più in la verrà svelato anche un altro personaggio, Sakura Kyouko, anche lei mahō shōjo e con una delle storie meglio fatte dell'anime (dopo quella di Homura a mio parere).
E' questo quindi, un grande anime, forse idolatrato anche oltre i propri meriti, ma che comunque sono rilevanti: ad esempio è molto difficile trovare un mahō shōjo con una simile ricchezza narrativa, con temi seri che commuovono inevitabilmente lo spettatore (e lo dico da non amante del genere). Consentitemi anche le personale opinione che "Puella Magi Madoka Magica" ha anche il pregio di avere uno dei personaggi migliori in assoluto, cioè la ragazza che si impegna di più a... ok basta così.
Buona visione
Un anime da vedere assolutamente
<b>ATTENZIONE! CONTIENE SPOILER</b>
Puella Magi ★ Madoka Magica un titolo che è tutto un programma. Non ho mai visto una serie così noiosa, estranea alla logica e con la pretesa di essere profonda realizzata in modo orribile. Ho guardato (escludendo le puntate a random su Rai4 intorno Marzo) questa serie 2 volte di seguito. Diciamo che la prima volta, nonostante vedo sempre gli anime di notte, ho dormito. Cosa mai successa, neanche durante la visione di "School Days" e "Dears" (Che reputo pessimi!). "Puella Magi ★ Madoka Magica" pretende di essere uno pseudo-Majokko. Una sorta di anime psicologico con vene sperimentali portato avanti da delle implausibili maghette dodicenni che hanno "sparate" da persone mature, ricche d'esperienza e colte quando si interrogano personalmente ma che nei momenti delle scelte sono delle bambine lontane dall'adolescenza.
Sinceramente: ma perché? Un semplice Majokko non andava bene? O per lo meno scegliere delle adolescenti era così lontano dal genere? (Con delle ragazze di età compresa tra i 14 e i 15 anni sarebbe stato un Majokko alternativo che proponeva cosa leggermente più plausibili).
Ma cominciamo con ordine. Ho intenzione di trattare tutto dal titolo alla fine. Siamo in un futuro possibilmente prossimo al nostro mondo. Una ragazzina di nome Madoka si accinge a frequentare la seconda media. Questa giovane fa un sogno che la esorta a cambiare il destino dell'universo e a salvare una ragazza che a causa di uno scontro era in fin di vita. Ovviamente essendo un sogno non viene molto considerato dalla nostra (non)protagonista fin tanto che nella scuola di Madoka non si presenta una nuova compagna: Homura. Questa è la ragazza nel sogno. Stranamente il nuovo personaggio presentato esorta Madoka a non cambiare se stessa per nessun motivo al mondo. Purtroppo però alcuni eventi portano la nostra (non)protagonista a conoscere Kyubey, un alieno che può avverare qualsiasi desiderio al "solo" prezzo di diventare una Mahou Shoujo e di combattere le streghe per purificare la propria Soul Gem (una pietra che rispecchia l'anima della protagonista che usando il potere magico si consuma)
A questo punto qualsiasi anime, dopo una piccola titubanza, avrebbe portato la nostra Madoka a trasformarsi e poi cercare di risolvere i vari problemi. Qui non avverrà. Qualcuno può pensare che possa andare bene in quanto non si mostrano i soliti cliché. Sarei d'accordo se non fosse che la serie si intitola "Puella Magi ★ Madoka" Magica e quindi pretendo di vedere Madoka con i poteri. In quest'anime invece vediamo trasformarsi in una Maghetta l'amica di Madoka, Sayaka, che ahimè risulta essere la vera protagonista. In 9 episodi su 12 episodi il centro di tutto sarà Sayaka mentre la nostra falsa protagonista sarà lì a piangere incessantemente, impotente e tutto sommato tranquilla.
Chissà andava chiamato "Puella Magi ★ Sayaka Magica" la serie? Almeno sarebbero stati più coerenti.
L'anime, come accennavo prima, vuole essere profondo. Non solo non ci riesce ma è capace di plagiare tanti capolavori d'animazione giapponese. Chiari sono i furti da Claymore (che devo rivedere perché è stupendo), "Neon Genesis Evangelion", "Sailor Moon" e chi più ne ha più ne metta. La cosa che da più fastidio è che se "Neon Genesis Evangelion" era un'opera esistenzialista e profonda, "Puella Magi ★ Madoka Magica" non tratta di niente. O meglio parla di tutto ma non comunica affatto.
Sono un appassionato di filosofia e letteratura e mi piace scavare in fondo agli anime soprattutto quando questi celano messaggi che, a differenza di come molti ignoranti affermano, possono essere mandati anche attraverso l'animazione. Ho tentato, entrambe le volte che ho visto la serie, di trovare qualche tema profondo o qualche connessione, ma niente. Cercando su internet ho notato che qualcuno lo paragonava al Faust di Goethe. Soprattutto a quanto pare è evidente la citazione in un momento del discorso tra Madoka e Kyubey. Secondo qualcuno è possibile associare quel momento alla discussione fatta tra Mefistofele e Dio nel Faust. Precisamente è quel momento in cui Kyubey dice che gli uomini avendo sentimenti sono limitati e non percepiscono i vantaggi se qualcuno deve soffrire. Riporto la frase di Goethe per far capire come non c'è collegamento "Egli vivrebbe un po' meglio se tu non gli avessi dato il riflesso della luce celeste, ch'egli chiama ragione e usa soltanto per essere più bestia di ogni bestia" (op. cit. pag. 6)". Inutile qualsiasi commento per dimostrare come il Faust e Madoka siano 2 mondi diversi. Ovviamente la Notte di Valpurga, anche se il riferimento a quella descritta da Goethe è ovvia, è semplicemente un pretesto per dire che l'anime è ispirato all'opera dell'autore tedesco per solo questo motivo è ridicolo.
Dopo aver trattato della mancanza di temi, vorrei trattare della logica applicata a questo anime. Ci sono delle dodicenni che si fanno "seghe mentali" sul perché trasformarsi o no, se è giusto esprimere un desiderio per terzi e che cosa ne penserebbero questi qualora si vedessero realizzato il proprio sogno. Un mal di testa incredibile. Ma se uno vede realizzato il proprio desiderio tramite una persona vicina cosa può provare se non felicità, gioia e gratitudine?
Viene forzata l'introspezione mandando a quel paese la semplice logica di base. Addirittura pur di mandare avanti la serie ci saranno scelte prive di fondamento, esempio lampante è la madre di Madoka che permette alla figlia di uscire dal rifuggio mentre all'esterno c'è la fine del mondo. Un comportamento ovvio di un genitore! Sempre rimanendo sul tema genitori: dodicenni che combattono di notte e che nessuno dei parenti stretti scopre oppure è preoccupato.
Addirittura si arriverà al ridicolo quando Sayaka muore e nessuno la cerca (la madre al citofono che dice "Mia figlia ieri sera non è rientrata" è qualcosa di epico). Se non fosse stata trovata all'hotel probabilmente nessuno si sarebbe accorto della sua scomparsa!
Apparte la logica dei personaggi è contorta anche quella della trama. Molte scelte sono illogiche a partire dal Ciclo Maghette, Streghe, energia per l'universo di cui parla Kyubey. Infatti in termini di resa sembra improponibile come cosa. O meglio per come viene descritto il tutto è quasi senza senso. Se una maghetta può purificarsi col Grief Seed potrebbe continuare a combattere all'infinito senza diventare mai una strega. Che poi in Madoka tutte lo diventano sembra quasi ridicolo perchè va contro ciò che è stato descritto nei primi episodi. Qualcuno potrebbe pensare che i sentimenti dell'anima possano influire: è vero, ma è anche vero che la Gem Soul se rappresentasse i sentimenti non sarebbe mai splendente e dovrebbe avere cambiamenti nei momenti tristi e felici. Ciò non avviene e la reputo una grandissima falla di "Puella Magi ★ Madoka Magica".
Passiamo all'ultimo punto. Il comparto tecnico.
Sinceramente, odio il disegno. Il solo pensiero che questa serie del 2011 sia stata fatta tipo abbozzo mi da fastidio. Quando si vede un mezzo fondo, o una panoramica i personaggi sembrano fatti a matita e ciò non mi garba (gusto personale, niente di più). Inoltre tutto è splendente in questo anime. Di notte i colori sono anche chiari e addirittura in una stanza buia riusciamo a notare i particolari. Le animazioni non sono neanche un gran che. Ma quello che ho odiato di più è l'interno delle barriere delle streghe. Mi sono domandato: Perché utilizzare arte astratta, simbolista, cubista e surrealista? (c'è anche della Pop Art!). Che siano tutte mosse per poter raggiungere quella profondità tanto desiderata ma lontana anni luce? Credo proprio di si in quanto dubito che si possa associare a Madoka la tematica dell'amore fulcro del surrealismo o della Guerra e della fuga dalla realtà fulcro del cubismo. Ed anche se si potesse associare uno di questi capisaldi non avrebbero senso il mix di correnti letterarie.
Infine (ebbene si, prima o poi doveva finire questa recensione!) penso che Madoka voglia essere un anime che destruttura i semplici Majokko. Ma non perché lo vuole veramente ma perché è spinta dal desiderio di diventare un capolavoro visto i predecessori che hanno destrutturato altri generi (primo tra tutti "Neon Genesis Evangelion"). Nel farlo l'autore ha pensato, erroneamente, di inserire tutto ciò che ad un otaku possa piacere: dalle lolite "Kawaii" alla psicologia contorna, dalle tematiche sperimentali ai temi sentimentali. Un mix che ha reso "Puella Magi ★ Madoka Magica" non solo noioso e privo di logica ma anche insopportabile!
Sconsigliatissimo!
Puella Magi ★ Madoka Magica un titolo che è tutto un programma. Non ho mai visto una serie così noiosa, estranea alla logica e con la pretesa di essere profonda realizzata in modo orribile. Ho guardato (escludendo le puntate a random su Rai4 intorno Marzo) questa serie 2 volte di seguito. Diciamo che la prima volta, nonostante vedo sempre gli anime di notte, ho dormito. Cosa mai successa, neanche durante la visione di "School Days" e "Dears" (Che reputo pessimi!). "Puella Magi ★ Madoka Magica" pretende di essere uno pseudo-Majokko. Una sorta di anime psicologico con vene sperimentali portato avanti da delle implausibili maghette dodicenni che hanno "sparate" da persone mature, ricche d'esperienza e colte quando si interrogano personalmente ma che nei momenti delle scelte sono delle bambine lontane dall'adolescenza.
Sinceramente: ma perché? Un semplice Majokko non andava bene? O per lo meno scegliere delle adolescenti era così lontano dal genere? (Con delle ragazze di età compresa tra i 14 e i 15 anni sarebbe stato un Majokko alternativo che proponeva cosa leggermente più plausibili).
Ma cominciamo con ordine. Ho intenzione di trattare tutto dal titolo alla fine. Siamo in un futuro possibilmente prossimo al nostro mondo. Una ragazzina di nome Madoka si accinge a frequentare la seconda media. Questa giovane fa un sogno che la esorta a cambiare il destino dell'universo e a salvare una ragazza che a causa di uno scontro era in fin di vita. Ovviamente essendo un sogno non viene molto considerato dalla nostra (non)protagonista fin tanto che nella scuola di Madoka non si presenta una nuova compagna: Homura. Questa è la ragazza nel sogno. Stranamente il nuovo personaggio presentato esorta Madoka a non cambiare se stessa per nessun motivo al mondo. Purtroppo però alcuni eventi portano la nostra (non)protagonista a conoscere Kyubey, un alieno che può avverare qualsiasi desiderio al "solo" prezzo di diventare una Mahou Shoujo e di combattere le streghe per purificare la propria Soul Gem (una pietra che rispecchia l'anima della protagonista che usando il potere magico si consuma)
A questo punto qualsiasi anime, dopo una piccola titubanza, avrebbe portato la nostra Madoka a trasformarsi e poi cercare di risolvere i vari problemi. Qui non avverrà. Qualcuno può pensare che possa andare bene in quanto non si mostrano i soliti cliché. Sarei d'accordo se non fosse che la serie si intitola "Puella Magi ★ Madoka" Magica e quindi pretendo di vedere Madoka con i poteri. In quest'anime invece vediamo trasformarsi in una Maghetta l'amica di Madoka, Sayaka, che ahimè risulta essere la vera protagonista. In 9 episodi su 12 episodi il centro di tutto sarà Sayaka mentre la nostra falsa protagonista sarà lì a piangere incessantemente, impotente e tutto sommato tranquilla.
Chissà andava chiamato "Puella Magi ★ Sayaka Magica" la serie? Almeno sarebbero stati più coerenti.
L'anime, come accennavo prima, vuole essere profondo. Non solo non ci riesce ma è capace di plagiare tanti capolavori d'animazione giapponese. Chiari sono i furti da Claymore (che devo rivedere perché è stupendo), "Neon Genesis Evangelion", "Sailor Moon" e chi più ne ha più ne metta. La cosa che da più fastidio è che se "Neon Genesis Evangelion" era un'opera esistenzialista e profonda, "Puella Magi ★ Madoka Magica" non tratta di niente. O meglio parla di tutto ma non comunica affatto.
Sono un appassionato di filosofia e letteratura e mi piace scavare in fondo agli anime soprattutto quando questi celano messaggi che, a differenza di come molti ignoranti affermano, possono essere mandati anche attraverso l'animazione. Ho tentato, entrambe le volte che ho visto la serie, di trovare qualche tema profondo o qualche connessione, ma niente. Cercando su internet ho notato che qualcuno lo paragonava al Faust di Goethe. Soprattutto a quanto pare è evidente la citazione in un momento del discorso tra Madoka e Kyubey. Secondo qualcuno è possibile associare quel momento alla discussione fatta tra Mefistofele e Dio nel Faust. Precisamente è quel momento in cui Kyubey dice che gli uomini avendo sentimenti sono limitati e non percepiscono i vantaggi se qualcuno deve soffrire. Riporto la frase di Goethe per far capire come non c'è collegamento "Egli vivrebbe un po' meglio se tu non gli avessi dato il riflesso della luce celeste, ch'egli chiama ragione e usa soltanto per essere più bestia di ogni bestia" (op. cit. pag. 6)". Inutile qualsiasi commento per dimostrare come il Faust e Madoka siano 2 mondi diversi. Ovviamente la Notte di Valpurga, anche se il riferimento a quella descritta da Goethe è ovvia, è semplicemente un pretesto per dire che l'anime è ispirato all'opera dell'autore tedesco per solo questo motivo è ridicolo.
Dopo aver trattato della mancanza di temi, vorrei trattare della logica applicata a questo anime. Ci sono delle dodicenni che si fanno "seghe mentali" sul perché trasformarsi o no, se è giusto esprimere un desiderio per terzi e che cosa ne penserebbero questi qualora si vedessero realizzato il proprio sogno. Un mal di testa incredibile. Ma se uno vede realizzato il proprio desiderio tramite una persona vicina cosa può provare se non felicità, gioia e gratitudine?
Viene forzata l'introspezione mandando a quel paese la semplice logica di base. Addirittura pur di mandare avanti la serie ci saranno scelte prive di fondamento, esempio lampante è la madre di Madoka che permette alla figlia di uscire dal rifuggio mentre all'esterno c'è la fine del mondo. Un comportamento ovvio di un genitore! Sempre rimanendo sul tema genitori: dodicenni che combattono di notte e che nessuno dei parenti stretti scopre oppure è preoccupato.
Addirittura si arriverà al ridicolo quando Sayaka muore e nessuno la cerca (la madre al citofono che dice "Mia figlia ieri sera non è rientrata" è qualcosa di epico). Se non fosse stata trovata all'hotel probabilmente nessuno si sarebbe accorto della sua scomparsa!
Apparte la logica dei personaggi è contorta anche quella della trama. Molte scelte sono illogiche a partire dal Ciclo Maghette, Streghe, energia per l'universo di cui parla Kyubey. Infatti in termini di resa sembra improponibile come cosa. O meglio per come viene descritto il tutto è quasi senza senso. Se una maghetta può purificarsi col Grief Seed potrebbe continuare a combattere all'infinito senza diventare mai una strega. Che poi in Madoka tutte lo diventano sembra quasi ridicolo perchè va contro ciò che è stato descritto nei primi episodi. Qualcuno potrebbe pensare che i sentimenti dell'anima possano influire: è vero, ma è anche vero che la Gem Soul se rappresentasse i sentimenti non sarebbe mai splendente e dovrebbe avere cambiamenti nei momenti tristi e felici. Ciò non avviene e la reputo una grandissima falla di "Puella Magi ★ Madoka Magica".
Passiamo all'ultimo punto. Il comparto tecnico.
Sinceramente, odio il disegno. Il solo pensiero che questa serie del 2011 sia stata fatta tipo abbozzo mi da fastidio. Quando si vede un mezzo fondo, o una panoramica i personaggi sembrano fatti a matita e ciò non mi garba (gusto personale, niente di più). Inoltre tutto è splendente in questo anime. Di notte i colori sono anche chiari e addirittura in una stanza buia riusciamo a notare i particolari. Le animazioni non sono neanche un gran che. Ma quello che ho odiato di più è l'interno delle barriere delle streghe. Mi sono domandato: Perché utilizzare arte astratta, simbolista, cubista e surrealista? (c'è anche della Pop Art!). Che siano tutte mosse per poter raggiungere quella profondità tanto desiderata ma lontana anni luce? Credo proprio di si in quanto dubito che si possa associare a Madoka la tematica dell'amore fulcro del surrealismo o della Guerra e della fuga dalla realtà fulcro del cubismo. Ed anche se si potesse associare uno di questi capisaldi non avrebbero senso il mix di correnti letterarie.
Infine (ebbene si, prima o poi doveva finire questa recensione!) penso che Madoka voglia essere un anime che destruttura i semplici Majokko. Ma non perché lo vuole veramente ma perché è spinta dal desiderio di diventare un capolavoro visto i predecessori che hanno destrutturato altri generi (primo tra tutti "Neon Genesis Evangelion"). Nel farlo l'autore ha pensato, erroneamente, di inserire tutto ciò che ad un otaku possa piacere: dalle lolite "Kawaii" alla psicologia contorna, dalle tematiche sperimentali ai temi sentimentali. Un mix che ha reso "Puella Magi ★ Madoka Magica" non solo noioso e privo di logica ma anche insopportabile!
Sconsigliatissimo!
<b>CONTIENE LIEVI SPOILER!</b>
"Eccoci di fronte all'ennesimo majokko moe con le eroine combattenti contro il male: da saltare a piè pari" - Questo è stato il mio primo pensiero quando ho visto le prime immagini promozionali. E quest'etichetta ci ha messo un bel po' di tempo a scollarsi, sia per il character design che pare non distaccarsi molto dai canoni del genere, sia perchè avendo fatto indigestione di majokko da piccola (in tv ne abbiamo visti veramente tanti: "Sailor moon", "Ojamajo doremi", "Mew Mew", "Pretty cure" e "Mermaid melody" solo per citarne alcuni), pensavo che rientrasse negli schemi come gli innumerevoli predecessori. Madoka = Majokko, una pietra tombale che si è sgretolata come un castello di sabbia non appena, sentendone tutto il vociferare, mi sono decisa a dargli una possibilità.
Recensire a posteriori, e con due visioni alle spalle, fa capire molti fatti che avvengono sin dai primi episodi, che disseminano indizi sui fatti successivi e sulle ragioni per cui le Puellae combattono. Infatti, gli avvenimenti in questa serie sono tutti magistralmente concatenati, nulla succede per caso, e nel momento in cui le due compagne di scuola, Kaname Madoka e Miki Sayaka (quattordicenni nonostante sembrino molto più piccole) incontrano l'esserino QB (Kyuubei) che gli promette di donargli poteri miracolosi, il loro destino è già segnato. Incuriosisce che le ragazze non accettino subito il contratto.
E qui veniamo agli stravolgimenti dei canoni che separano Madoka dai classici Majokko kodomo, facendolo rientrare a pieno titolo tra i seinen: il "contratto" sopracitato, scopriamo gradualmente e spesso dopo eventi drammatici, comporta infatti durissime conseguenze per chi lo sigla: in cambio di un desiderio, si ricevono poteri che come un cancro divorano gradualmente l'anima della Puella, attraverso la Soul Gem, che non è il mero oggettino per trasformarsi, quanto una gabbia dell'anima, che viene estraniata dal corpo e chiusa al suo interno. A che pro? Per non far sentire il dolore fisico alle Puellae, che quando entrano in dimensioni parallele per combattere le Streghe -non il classico gruppetto di ragazze spesso rivali delle eroine, costanti in ogni episodio; no, streghe veramente pericolose, inumane - combattono all'ultimo sangue e a loro rischio e pericolo. Se non si combatte, si perde l'anima, e la conseguenza più orribile è diventare proprio una di esse.
Parliamo un po' dei personaggi: ragazzine la cui apparenza trae in inganno, in realtà adolescenti alle prese con una vita già complessa, preda di gelosie, amori e complessi nei confronti della famiglia, disilluse. Madoka, timida e riflessiva, ma molto altruista, nonostante sia la protagonista non fa quasi nulla per tutta la storia, salvo poi scoprire che è il fulcro di tutti i drammi delle compagne, e allo stesso tempo l'unica a poter risolvere la spirale in cui sono immerse da una quantità incalcolabile di tempo. Sì, perchè il tempo è anche il potere della misteriosa Akemi Homura, che essendo già consapevole delle conseguenze ineluttabili che il contratto porta, tenterà innumerevoli volte di dissuadere Madoka e Sayaka dal siglarlo. Sfortunatamente, l'impulsiva Sayaka cade nella trappola, e da una parte non si può non compatirla per le buone intenzioni, dall'altra la serie mette in luce l'egoismo che la spinge ad assumersi responsabilità che non gli competono. A parte questo trio, abbiamo altre due Puellae, la sempai Mami Tomoe, che mi ha fatto troppa pena -non appena trova l'amicizia e comincia a combattere per una causa, va incontro a un tragico destino- e la disillusa e cinica Kyoko Sakura, che ha scelto consapevolmente di diventare una Puella, e che si porta dietro il fardello delle conseguenze che ciò ha causato. In effetti, le parole di Kyuubei "Ogni puella combatte per sè stessa, senza la possibilità di legare con alcuno" sono tremendamente vere. A proposito di quest'animaletto alieno, capace di leggere la mente delle persone con cui stabilisce i contratti, non reputo che le sue parole siano sempre oneste o logiche come alcuni credono: ci sono delle volte in cui effettivamente tace delle verità, o fa finta di non sapere, solo per indurre le ragazze a trasformarsi.
E qui veniamo al messaggio di fondo: volere un miracolo stravolge il corso naturale degli eventi, e di conseguenza sè stesse. Perchè gli esseri umani, persino delle ragazzine tenere i cui problemi principali sembrano essere i fidanzati delle compagne, hanno in sè un egoismo che spesso le spinge a fare azioni avventate, e a dimenticare coloro che le circondano. Vista la drammaticità con cui questa questione viene posta, ad esempio <b>SPOILER</b> avevo veramente il terrore che dopo che Sayaka si è sacrificata per far guarire il suo compagno malato, a quest'ultimo potesse succedere qualcosa -mi chiedo in quanti se lo siano chiesto - <b>FINE SPOILER</b>. Per fortuna questo ce l'hanno risparmiato, ma non di meno la serie assume sfumature angoscianti, impensabili in un majokko normale. Questo ribaltamento di tutti i canoni per me è stato un'inquietante quanto piacevolissima sorpresa, nonchè la causa scatenante del suo successo presso il grande pubblico.
Da menzionare l'inganno che non solo riguarda la grafica: pucciosa, con ambientazioni curatissime (una città a prima vista modernissima e pulita, in realtà asettica e angosciante con tutti i capannoni industriali che si vedono in alcune schermate), ma anche la musica: la sigla iniziale è la sola cosa allegra presente, mentre l'imponente colonna sonora della Kajuura -che scrive la musica anche per le Kalafina che si occupano dell'ending- è perfetta per rendere tutta l'angoscia e la tristezza che si respirano successivamente.
A conti fatti, se condividete la mia opinione riguardo quest'anime o vi ispira, scrollatevi di dosso il problema se sia una commercialata o no, se sia un nuovo Evangelion o cosa. Cercate un anime moe, allegro e scherzoso? Alla larga. Cercate una storia mistica, soprannaturale e dai toni horror (psicologici)? E' imperdibile. Da vedere e rivedere.
"Eccoci di fronte all'ennesimo majokko moe con le eroine combattenti contro il male: da saltare a piè pari" - Questo è stato il mio primo pensiero quando ho visto le prime immagini promozionali. E quest'etichetta ci ha messo un bel po' di tempo a scollarsi, sia per il character design che pare non distaccarsi molto dai canoni del genere, sia perchè avendo fatto indigestione di majokko da piccola (in tv ne abbiamo visti veramente tanti: "Sailor moon", "Ojamajo doremi", "Mew Mew", "Pretty cure" e "Mermaid melody" solo per citarne alcuni), pensavo che rientrasse negli schemi come gli innumerevoli predecessori. Madoka = Majokko, una pietra tombale che si è sgretolata come un castello di sabbia non appena, sentendone tutto il vociferare, mi sono decisa a dargli una possibilità.
Recensire a posteriori, e con due visioni alle spalle, fa capire molti fatti che avvengono sin dai primi episodi, che disseminano indizi sui fatti successivi e sulle ragioni per cui le Puellae combattono. Infatti, gli avvenimenti in questa serie sono tutti magistralmente concatenati, nulla succede per caso, e nel momento in cui le due compagne di scuola, Kaname Madoka e Miki Sayaka (quattordicenni nonostante sembrino molto più piccole) incontrano l'esserino QB (Kyuubei) che gli promette di donargli poteri miracolosi, il loro destino è già segnato. Incuriosisce che le ragazze non accettino subito il contratto.
E qui veniamo agli stravolgimenti dei canoni che separano Madoka dai classici Majokko kodomo, facendolo rientrare a pieno titolo tra i seinen: il "contratto" sopracitato, scopriamo gradualmente e spesso dopo eventi drammatici, comporta infatti durissime conseguenze per chi lo sigla: in cambio di un desiderio, si ricevono poteri che come un cancro divorano gradualmente l'anima della Puella, attraverso la Soul Gem, che non è il mero oggettino per trasformarsi, quanto una gabbia dell'anima, che viene estraniata dal corpo e chiusa al suo interno. A che pro? Per non far sentire il dolore fisico alle Puellae, che quando entrano in dimensioni parallele per combattere le Streghe -non il classico gruppetto di ragazze spesso rivali delle eroine, costanti in ogni episodio; no, streghe veramente pericolose, inumane - combattono all'ultimo sangue e a loro rischio e pericolo. Se non si combatte, si perde l'anima, e la conseguenza più orribile è diventare proprio una di esse.
Parliamo un po' dei personaggi: ragazzine la cui apparenza trae in inganno, in realtà adolescenti alle prese con una vita già complessa, preda di gelosie, amori e complessi nei confronti della famiglia, disilluse. Madoka, timida e riflessiva, ma molto altruista, nonostante sia la protagonista non fa quasi nulla per tutta la storia, salvo poi scoprire che è il fulcro di tutti i drammi delle compagne, e allo stesso tempo l'unica a poter risolvere la spirale in cui sono immerse da una quantità incalcolabile di tempo. Sì, perchè il tempo è anche il potere della misteriosa Akemi Homura, che essendo già consapevole delle conseguenze ineluttabili che il contratto porta, tenterà innumerevoli volte di dissuadere Madoka e Sayaka dal siglarlo. Sfortunatamente, l'impulsiva Sayaka cade nella trappola, e da una parte non si può non compatirla per le buone intenzioni, dall'altra la serie mette in luce l'egoismo che la spinge ad assumersi responsabilità che non gli competono. A parte questo trio, abbiamo altre due Puellae, la sempai Mami Tomoe, che mi ha fatto troppa pena -non appena trova l'amicizia e comincia a combattere per una causa, va incontro a un tragico destino- e la disillusa e cinica Kyoko Sakura, che ha scelto consapevolmente di diventare una Puella, e che si porta dietro il fardello delle conseguenze che ciò ha causato. In effetti, le parole di Kyuubei "Ogni puella combatte per sè stessa, senza la possibilità di legare con alcuno" sono tremendamente vere. A proposito di quest'animaletto alieno, capace di leggere la mente delle persone con cui stabilisce i contratti, non reputo che le sue parole siano sempre oneste o logiche come alcuni credono: ci sono delle volte in cui effettivamente tace delle verità, o fa finta di non sapere, solo per indurre le ragazze a trasformarsi.
E qui veniamo al messaggio di fondo: volere un miracolo stravolge il corso naturale degli eventi, e di conseguenza sè stesse. Perchè gli esseri umani, persino delle ragazzine tenere i cui problemi principali sembrano essere i fidanzati delle compagne, hanno in sè un egoismo che spesso le spinge a fare azioni avventate, e a dimenticare coloro che le circondano. Vista la drammaticità con cui questa questione viene posta, ad esempio <b>SPOILER</b> avevo veramente il terrore che dopo che Sayaka si è sacrificata per far guarire il suo compagno malato, a quest'ultimo potesse succedere qualcosa -mi chiedo in quanti se lo siano chiesto - <b>FINE SPOILER</b>. Per fortuna questo ce l'hanno risparmiato, ma non di meno la serie assume sfumature angoscianti, impensabili in un majokko normale. Questo ribaltamento di tutti i canoni per me è stato un'inquietante quanto piacevolissima sorpresa, nonchè la causa scatenante del suo successo presso il grande pubblico.
Da menzionare l'inganno che non solo riguarda la grafica: pucciosa, con ambientazioni curatissime (una città a prima vista modernissima e pulita, in realtà asettica e angosciante con tutti i capannoni industriali che si vedono in alcune schermate), ma anche la musica: la sigla iniziale è la sola cosa allegra presente, mentre l'imponente colonna sonora della Kajuura -che scrive la musica anche per le Kalafina che si occupano dell'ending- è perfetta per rendere tutta l'angoscia e la tristezza che si respirano successivamente.
A conti fatti, se condividete la mia opinione riguardo quest'anime o vi ispira, scrollatevi di dosso il problema se sia una commercialata o no, se sia un nuovo Evangelion o cosa. Cercate un anime moe, allegro e scherzoso? Alla larga. Cercate una storia mistica, soprannaturale e dai toni horror (psicologici)? E' imperdibile. Da vedere e rivedere.
Sebbene il genere della serie in questione sia quanto di più lontano possibile dagli anime che solitamente mi trovo ad apprezzare, tutto sommato i dodici episodi di Puella Magi - Madoka Magica sono riusciti a sorprendermi piacevolmente.
Nonostante possa apparire un classico "majokko" con maghette carine e colorate, in realtà Madoka è da apprezzare anche solo per il tentativo di scompaginare totalmente il genere: dietro una patina dolce e spensierata, si nasconde una trama densa di misteri e dagli sviluppi oscuri e intriganti. I personaggi, esigui e ben delineati, sono caratterizzati al punto giusto e danno vita a dialoghi sono sempre interessanti (ebbene, anche quelli concernenti discussioni quotidiane). Tra quelli che più mi sono rimasti impressi c'è ovviamente la protagonista Madoka, che forse è un po' troppo petulante per i miei gusti, ma resta comunque coerente con il suo ruolo; Homura Akemi è ancora più riuscita e profonda. D'altra parte, l'ambientazione futuristica costruita su pochi elementi efficaci (aule trasparenti, banchi a scomparsa) risulta subito evidente già al primo sguardo. Fulcro dell'inquietudine e del mistero che la serie trasmette allo spettatore è, infine, un animaletto bianco inespressivo ma alquanto astuto e calcolatore. A contribuire a questa sensazione di "sbagliato" che permea quasi ogni puntata della serie, sono gli avversari e i loro "mondi" astratti, i quali all'inizio mi hanno fatto storcere il naso, ma che, con il proseguire della storia, acquisiscono un minimo di senso. Rappresentano, insomma, una scelta grafica audace e nondimeno lodevole. Le musiche non mi hanno lasciato un ricordo indelebile, ma durante la visione hanno dato la giusta atmosfera evocativa, sia nelle sequenze più movimentate sia nei momenti più tragici e drammatici. Le ultime puntate si divorano rapidamente e la conclusione, enigmatica, a tratti fantascientifica e in parte amara, è lungi dal solito "happy ending".
Anche se non si tratta dell'opera più originale di sempre, consiglio Madoka Magica a chi cerca una lieve ventata di "novità" o, almeno, una storia già vista in buona parte rivisitata. Decisamente discreto.
Nonostante possa apparire un classico "majokko" con maghette carine e colorate, in realtà Madoka è da apprezzare anche solo per il tentativo di scompaginare totalmente il genere: dietro una patina dolce e spensierata, si nasconde una trama densa di misteri e dagli sviluppi oscuri e intriganti. I personaggi, esigui e ben delineati, sono caratterizzati al punto giusto e danno vita a dialoghi sono sempre interessanti (ebbene, anche quelli concernenti discussioni quotidiane). Tra quelli che più mi sono rimasti impressi c'è ovviamente la protagonista Madoka, che forse è un po' troppo petulante per i miei gusti, ma resta comunque coerente con il suo ruolo; Homura Akemi è ancora più riuscita e profonda. D'altra parte, l'ambientazione futuristica costruita su pochi elementi efficaci (aule trasparenti, banchi a scomparsa) risulta subito evidente già al primo sguardo. Fulcro dell'inquietudine e del mistero che la serie trasmette allo spettatore è, infine, un animaletto bianco inespressivo ma alquanto astuto e calcolatore. A contribuire a questa sensazione di "sbagliato" che permea quasi ogni puntata della serie, sono gli avversari e i loro "mondi" astratti, i quali all'inizio mi hanno fatto storcere il naso, ma che, con il proseguire della storia, acquisiscono un minimo di senso. Rappresentano, insomma, una scelta grafica audace e nondimeno lodevole. Le musiche non mi hanno lasciato un ricordo indelebile, ma durante la visione hanno dato la giusta atmosfera evocativa, sia nelle sequenze più movimentate sia nei momenti più tragici e drammatici. Le ultime puntate si divorano rapidamente e la conclusione, enigmatica, a tratti fantascientifica e in parte amara, è lungi dal solito "happy ending".
Anche se non si tratta dell'opera più originale di sempre, consiglio Madoka Magica a chi cerca una lieve ventata di "novità" o, almeno, una storia già vista in buona parte rivisitata. Decisamente discreto.
Sgomberiamo innanzitutto il campo da un equivoco: molti paragonano questa serie a "Neon Genesis Evangelion". Niente di più errato, Evangelion e Madoka Magica non hanno nulla in comune né dal punto vista tematico né da quello narrativo. Quindi se avete amato Evangelion potete odiare tranquillamente Madoka Magica e viceversa.
Se c'è qualcosa che accomuna queste due serie è la loro capacità di avere stravolto la formula dei rispettivi generi di appartenenza, il robotico per Evangelion, il majokko sentai nel caso di Madoka Magica. Il majokko sentai è il genere nato ufficialmente con l'anime e il manga di "Sailor Moon" (anche se degli echi si possono già ritrovare in "Cutie Honey" di Go Nagai) e si basa sull'unione di due generi, ovvero quello delle maghette in stile Creamy con i telefilm in salsa Power Rangers. Letteralmente è il genere delle maghette combattenti. Tuttavia, nonostante l'exploit di "Sailor Moon", nessun altro anime di questo tipo è riuscito ad avere lo stesso impatto a livello mondiale o a reinventare la formula in maniera drastica - cosa in cui è parzialmente riuscita la serie "Pretty Cure".
Poi nel 2011 arriva Puella Madoka Magica e di nuovo si parla di quattordicenni dotate di magici poteri impegnate a combattere i cattivi. Realizzato dallo Studio Shaft e dalla Aniplex, ha una storia apparentemente semplicissima: Madoka è una ragazzina delle medie che in una giornata come tante altre incontra un folletto, Kyubey, il quale promette a lei e alla sua migliore amica Sayaka di potere realizzare qualsiasi loro desiderio. In cambio diventeranno delle "maghe" e dovranno lottare contro le "streghe". La proposta sembra allettante, ma un'altra maga, Homura, farà di tutto per dissuaderle dal fare una scelta simile.
Come già anticipato, Puella Madoka Magica ha dato nuova linfa a un genere che sembrava non avesse già più niente da dire, ha meritatamente avuto un successo enorme e ha ricevuto persino gli elogi da parte di Mamoru Oshii, il regista di "Ghost in the Shell". Non è affatto un caso che tutto questo sia avvenuto, a mio avviso. Madoka Magica ha preso tutti gli stereotipi narrativi del genere e li ha completamente rovesciati, macchiando uno dei generi più innocenti dell'animazione giapponese con il rosso del sangue e il nero dell'angoscia. Puella Madoka Magica infatti, nonostante l'aspetto bamboleggiante, non è per niente un anime per ragazzine.
Prendiamo per esempio il famiglio, Kyubey. Da Creamy a Card Captor Sakura, fino alla parodia più cattiva del genere, Dai Mahou Togue, questo genere di creature è una presenza stabile in questo tipo di anime. E' una sorta di Virgilio che accompagna lo spettatore nella dimensione magica della storia, dando il potere alla protagonista di turno e fungendo per lei da grillo parlante, da voce saggia che già conosce le cose e quindi le esplica anche a noi tutti che leggiamo o guardiamo. Insomma è una figura positiva, direi genitoriale nella trama. Kyubey invece è un essere mefistofelico e già il suo stesso design presuppone questo drastico cambio di direzione narrativa. Nonostante l'aspetto tenero e inoffensivo di un gatto, il suo volto è inquietante e completamente inespressivo. E' assolutamente incapace di provare empatia per le guerriere che ha creato, non le consiglia nel loro percorso di battaglia, ma le tradisce ripetutamente tacendo loro le verità più scomode.
Per non parlare poi della trasformazione in super eroine da parte dei personaggi. Solitamente nei majokko sentai, ma anche in tanti altri anime e manga, l'eroe o l'eroina è un predestinato. Ha un potere recondito che viene casualmente scoperto. In Puella Madoka Magica no: si acquisisce il super potere per cupidigia. Nessuna delle guerriere è una santa votata in maniera disinteressata alla causa, sono tutte lì per tornaconto personale alla fin fine, cosa che già rovescia completamente il concetto tipico di "eroe" dei cartoni animati. Tale visione viene anche ribadita tramite lo svolgimento della trama stessa: chiunque usa o crede di usare il proprio desiderio per gli altri vedrà ogni volta questa sua scelta ritorcersi tragicamente contro di lei, come se il tentativo di ammantare di altruismo la propria scelta venisse implicitamente tacciato di ingenuità.
Diventare una maga non è quindi come per tanti super eroi dei cartoni animati e dei fumetti in generale il riscatto da una vita da perdente, come per Usagi Tsukino o Clark Kent: è un salato prezzo da pagare per vedere realizzato un sogno. In questa serie infatti diventare una guerriera non significa affatto come in "Wedding Peach" vivere esaltanti avventure assieme alle proprie migliori amiche per poi vedere il bene trionfare sul male. Essere un super eroe in quest'anime è una condanna, significa attraversare un percorso di inaudita violenza e solitudine che alla fine inaridisce e devasta psicologicamente i personaggi. Non c'è infatti una goccia del romanticismo e dei valori di amicizia propagandati dagli altri majokko sentai: qui le guerriere arrivano a ostacolarsi, a cercare di uccidersi a vicenda, a odiare sé stesse e cosa hanno scelto di fare. Nessuna infatti dopo infinite battaglie contro il mostro di turno guarderà più con orgoglio ai valori di giustizia e amore che crede di rappresentare. L'orrenda routine renderà le più forti ciniche, le più deboli pazze e alla fine tutte saranno unite da un unico funesto destino a cui non potranno opporsi.
A questo innovativo quadro generale si unisce poi uno sviluppo della trama coinvolgente e originale, che puntata dopo puntata non finisce mai di spiazzare lo spettatore con colpi di scena uno più brillante dell'altro.
La domanda però a questo punto sorge spontanea: perché un anime così tetro ha un aspetto così infantile? Ovvio: perché è paradossale. Cosa c'è infatti di più disturbante che vedere delle ragazzine dall'aspetto angelico e innocente, vestite di frappe e pizzi, districarsi in un contesto simile di violenza psicologica? Insomma, l'infantilismo e l'innocenza del character design è il tassello fondamentale per la creazione dell'atmosfera che permea tutta la serie, perennemente in sospeso tra l'onirico e il grottesco. E' impossibile non solo riconoscere la città in cui Puella Madoka Magica è ambientato, ma anche l'epoca in si muovono le protagoniste, in quanto a scenari futuristici si susseguono paesaggi facilmente riconducibili alla nostra epoca. Il momento però in cui graficamente questa serie dà prova di quest'idea sono le scene di battaglia. Scordatevi le pose al limite dell'imbarazzante di Sailor Moon, le trasformazioni infinite nel bel mezzo della battaglia e i mostri dal design ridicolo. Ogni volta che una maga entra in contatto con una strega questa precipita in un'altra dimensione, dove la realtà viene completamente stravolta e la gioia per gli occhi di fronte a un simile sfoggio di bizzaria visiva si unisce allo sgomento per il crudele svolgimento della battaglia.
Meritoria di applausi è anche la colonna sonora: il tema di Puella Madoka Magica è maestoso, solenne, quasi un coro gregoriano che sottolinea con ancora più forza l'aura d'inquietudine e dramma in cui questa serie sguazza.
A costo di dire un'eresia agli occhi di chi detesta quest'anime, io penso che Puella Madoka Magica, se fosse una serie americana e fossimo negli anni Ottanta, si intitolerebbe "Watchmen".
Strabiliante. Da vedere senza se e senza ma, per me è già una pietra miliare.
Se c'è qualcosa che accomuna queste due serie è la loro capacità di avere stravolto la formula dei rispettivi generi di appartenenza, il robotico per Evangelion, il majokko sentai nel caso di Madoka Magica. Il majokko sentai è il genere nato ufficialmente con l'anime e il manga di "Sailor Moon" (anche se degli echi si possono già ritrovare in "Cutie Honey" di Go Nagai) e si basa sull'unione di due generi, ovvero quello delle maghette in stile Creamy con i telefilm in salsa Power Rangers. Letteralmente è il genere delle maghette combattenti. Tuttavia, nonostante l'exploit di "Sailor Moon", nessun altro anime di questo tipo è riuscito ad avere lo stesso impatto a livello mondiale o a reinventare la formula in maniera drastica - cosa in cui è parzialmente riuscita la serie "Pretty Cure".
Poi nel 2011 arriva Puella Madoka Magica e di nuovo si parla di quattordicenni dotate di magici poteri impegnate a combattere i cattivi. Realizzato dallo Studio Shaft e dalla Aniplex, ha una storia apparentemente semplicissima: Madoka è una ragazzina delle medie che in una giornata come tante altre incontra un folletto, Kyubey, il quale promette a lei e alla sua migliore amica Sayaka di potere realizzare qualsiasi loro desiderio. In cambio diventeranno delle "maghe" e dovranno lottare contro le "streghe". La proposta sembra allettante, ma un'altra maga, Homura, farà di tutto per dissuaderle dal fare una scelta simile.
Come già anticipato, Puella Madoka Magica ha dato nuova linfa a un genere che sembrava non avesse già più niente da dire, ha meritatamente avuto un successo enorme e ha ricevuto persino gli elogi da parte di Mamoru Oshii, il regista di "Ghost in the Shell". Non è affatto un caso che tutto questo sia avvenuto, a mio avviso. Madoka Magica ha preso tutti gli stereotipi narrativi del genere e li ha completamente rovesciati, macchiando uno dei generi più innocenti dell'animazione giapponese con il rosso del sangue e il nero dell'angoscia. Puella Madoka Magica infatti, nonostante l'aspetto bamboleggiante, non è per niente un anime per ragazzine.
Prendiamo per esempio il famiglio, Kyubey. Da Creamy a Card Captor Sakura, fino alla parodia più cattiva del genere, Dai Mahou Togue, questo genere di creature è una presenza stabile in questo tipo di anime. E' una sorta di Virgilio che accompagna lo spettatore nella dimensione magica della storia, dando il potere alla protagonista di turno e fungendo per lei da grillo parlante, da voce saggia che già conosce le cose e quindi le esplica anche a noi tutti che leggiamo o guardiamo. Insomma è una figura positiva, direi genitoriale nella trama. Kyubey invece è un essere mefistofelico e già il suo stesso design presuppone questo drastico cambio di direzione narrativa. Nonostante l'aspetto tenero e inoffensivo di un gatto, il suo volto è inquietante e completamente inespressivo. E' assolutamente incapace di provare empatia per le guerriere che ha creato, non le consiglia nel loro percorso di battaglia, ma le tradisce ripetutamente tacendo loro le verità più scomode.
Per non parlare poi della trasformazione in super eroine da parte dei personaggi. Solitamente nei majokko sentai, ma anche in tanti altri anime e manga, l'eroe o l'eroina è un predestinato. Ha un potere recondito che viene casualmente scoperto. In Puella Madoka Magica no: si acquisisce il super potere per cupidigia. Nessuna delle guerriere è una santa votata in maniera disinteressata alla causa, sono tutte lì per tornaconto personale alla fin fine, cosa che già rovescia completamente il concetto tipico di "eroe" dei cartoni animati. Tale visione viene anche ribadita tramite lo svolgimento della trama stessa: chiunque usa o crede di usare il proprio desiderio per gli altri vedrà ogni volta questa sua scelta ritorcersi tragicamente contro di lei, come se il tentativo di ammantare di altruismo la propria scelta venisse implicitamente tacciato di ingenuità.
Diventare una maga non è quindi come per tanti super eroi dei cartoni animati e dei fumetti in generale il riscatto da una vita da perdente, come per Usagi Tsukino o Clark Kent: è un salato prezzo da pagare per vedere realizzato un sogno. In questa serie infatti diventare una guerriera non significa affatto come in "Wedding Peach" vivere esaltanti avventure assieme alle proprie migliori amiche per poi vedere il bene trionfare sul male. Essere un super eroe in quest'anime è una condanna, significa attraversare un percorso di inaudita violenza e solitudine che alla fine inaridisce e devasta psicologicamente i personaggi. Non c'è infatti una goccia del romanticismo e dei valori di amicizia propagandati dagli altri majokko sentai: qui le guerriere arrivano a ostacolarsi, a cercare di uccidersi a vicenda, a odiare sé stesse e cosa hanno scelto di fare. Nessuna infatti dopo infinite battaglie contro il mostro di turno guarderà più con orgoglio ai valori di giustizia e amore che crede di rappresentare. L'orrenda routine renderà le più forti ciniche, le più deboli pazze e alla fine tutte saranno unite da un unico funesto destino a cui non potranno opporsi.
A questo innovativo quadro generale si unisce poi uno sviluppo della trama coinvolgente e originale, che puntata dopo puntata non finisce mai di spiazzare lo spettatore con colpi di scena uno più brillante dell'altro.
La domanda però a questo punto sorge spontanea: perché un anime così tetro ha un aspetto così infantile? Ovvio: perché è paradossale. Cosa c'è infatti di più disturbante che vedere delle ragazzine dall'aspetto angelico e innocente, vestite di frappe e pizzi, districarsi in un contesto simile di violenza psicologica? Insomma, l'infantilismo e l'innocenza del character design è il tassello fondamentale per la creazione dell'atmosfera che permea tutta la serie, perennemente in sospeso tra l'onirico e il grottesco. E' impossibile non solo riconoscere la città in cui Puella Madoka Magica è ambientato, ma anche l'epoca in si muovono le protagoniste, in quanto a scenari futuristici si susseguono paesaggi facilmente riconducibili alla nostra epoca. Il momento però in cui graficamente questa serie dà prova di quest'idea sono le scene di battaglia. Scordatevi le pose al limite dell'imbarazzante di Sailor Moon, le trasformazioni infinite nel bel mezzo della battaglia e i mostri dal design ridicolo. Ogni volta che una maga entra in contatto con una strega questa precipita in un'altra dimensione, dove la realtà viene completamente stravolta e la gioia per gli occhi di fronte a un simile sfoggio di bizzaria visiva si unisce allo sgomento per il crudele svolgimento della battaglia.
Meritoria di applausi è anche la colonna sonora: il tema di Puella Madoka Magica è maestoso, solenne, quasi un coro gregoriano che sottolinea con ancora più forza l'aura d'inquietudine e dramma in cui questa serie sguazza.
A costo di dire un'eresia agli occhi di chi detesta quest'anime, io penso che Puella Madoka Magica, se fosse una serie americana e fossimo negli anni Ottanta, si intitolerebbe "Watchmen".
Strabiliante. Da vedere senza se e senza ma, per me è già una pietra miliare.
Quest'anime mi è piaciuto molto, e di sicuro è il migliore che abbia visto nell'ultimo mese. Devo dire che gli aspetti che mi hanno colpito in positivo sono stati diversi, in primis l'ambientazione futuristica che non mi aspettavo: anche se non viene detto esplicitamente, si capisce che ci troviamo davanti a un Giappone come potrebbe esserlo tra 15-20 anni, e questo fatto mi ha spiazzato. La grafica poi è stupenda e ben fatta. La colonna sonora, che tra cori e flauti è inquietante, evocativa, misteriosa e armoniosa allo stesso tempo, è veramente ottima, come non mi capitava di sentirne da tempo in un anime. Il character design sulle prime mi convinceva poco, soprattutto nei primi piani, che rendono i personaggi ancora più pucciosi e cicciotti, ma tutto sommato è godibile, anche se le parti con le streghe mi hanno colpito di più in quanto visionarie e alla "Salvador Dalì", cosa che non avevo mai visto in un anime.
I nemici delle protagoniste sono presentati in una veste grafica molto innovativa, che accentua la loro natura non-umana al massimo e che mi ha lasciato piacevolmente sorpresa. Inoltre ci sono tanti riferimenti colti al mondo dell'arte, della musica e della letteratura, che ho apprezzato perché non si ritrovano negli anime così spesso come si crede.
Mi è piaciuta molto anche l'atmosfera cupa della serie, la caratterizzazione dei personaggi e di Kyubey soprattutto, che nella sua natura aliena, dietro il finto aspetto da animaletto tenero e carino, vede le cose dal suo punto di vista con una logica e una freddezza impeccabile. Le ragazzine, invece, che alternano momenti di pianto ad altri di allegria e d'isteria, rispecchiano bene la loro giovanissima età, e sono costrette a riflettere su questioni come la vita e la morte e sulle difficoltà e sui rischi connessi all'accettazione del patto con Kyubey, che promette loro la realizzazione di qualunque desiderio e poteri magici in cambio della loro anima, in una serie di scelte e situazioni che le spiazzano e le sconvolgono di episodio in episodio.
Non concordo con la classificazione "horror" di questa serie, in quanto priva di scene sanguinolente come ci si potrebbe aspettare, piuttosto la considererei uno "shoujo-ai" dati certi risvolti verso la fine: più di una scena mi ha fatto pensare che ci fosse qualcosa di più a legare Madoka a una delle altre quattro ragazze. Madoka Magica è un anime più cupo e profondo di quello che potrebbe sembrare a prima vista dalle immagini sul web o dalla trama riportata sul sito, ma merita sicuramente un'occhiata. Certe rivelazioni che altri hanno intuito, io le ho avute insieme alle protagoniste, e devo dire che si sono rivelate davvero deprimenti: per la prima volta essere una maga è una maledizione, non una benedizione che permette di vivere felicemente. Il finale mi ha un po' stordito e forse è un po' troppo buonista, ma tutto sommato non stona con il resto della serie, anche se ho avuto la sensazione che dopo il sesto episodio la tensione e il senso di inquietudine calassero. Inoltre non credo Madoka Magica si possa ritenere un nuovo "Evangelion", come dicono molti, mi sembra un po' una forzatura, ma è proprio vero che è un anti-majokko, l'opposto degli anime di maghette che ho visto in passato, e mi ha attirato proprio per questo motivo. Alcune situazioni però sanno di già visto (ovvio, dato che l'originalità è difficile di questi tempi), ma nel complesso è una ventata fresca nel panorama degli anime degli ultimi due-tre anni. Un bell'8 meritato.
I nemici delle protagoniste sono presentati in una veste grafica molto innovativa, che accentua la loro natura non-umana al massimo e che mi ha lasciato piacevolmente sorpresa. Inoltre ci sono tanti riferimenti colti al mondo dell'arte, della musica e della letteratura, che ho apprezzato perché non si ritrovano negli anime così spesso come si crede.
Mi è piaciuta molto anche l'atmosfera cupa della serie, la caratterizzazione dei personaggi e di Kyubey soprattutto, che nella sua natura aliena, dietro il finto aspetto da animaletto tenero e carino, vede le cose dal suo punto di vista con una logica e una freddezza impeccabile. Le ragazzine, invece, che alternano momenti di pianto ad altri di allegria e d'isteria, rispecchiano bene la loro giovanissima età, e sono costrette a riflettere su questioni come la vita e la morte e sulle difficoltà e sui rischi connessi all'accettazione del patto con Kyubey, che promette loro la realizzazione di qualunque desiderio e poteri magici in cambio della loro anima, in una serie di scelte e situazioni che le spiazzano e le sconvolgono di episodio in episodio.
Non concordo con la classificazione "horror" di questa serie, in quanto priva di scene sanguinolente come ci si potrebbe aspettare, piuttosto la considererei uno "shoujo-ai" dati certi risvolti verso la fine: più di una scena mi ha fatto pensare che ci fosse qualcosa di più a legare Madoka a una delle altre quattro ragazze. Madoka Magica è un anime più cupo e profondo di quello che potrebbe sembrare a prima vista dalle immagini sul web o dalla trama riportata sul sito, ma merita sicuramente un'occhiata. Certe rivelazioni che altri hanno intuito, io le ho avute insieme alle protagoniste, e devo dire che si sono rivelate davvero deprimenti: per la prima volta essere una maga è una maledizione, non una benedizione che permette di vivere felicemente. Il finale mi ha un po' stordito e forse è un po' troppo buonista, ma tutto sommato non stona con il resto della serie, anche se ho avuto la sensazione che dopo il sesto episodio la tensione e il senso di inquietudine calassero. Inoltre non credo Madoka Magica si possa ritenere un nuovo "Evangelion", come dicono molti, mi sembra un po' una forzatura, ma è proprio vero che è un anti-majokko, l'opposto degli anime di maghette che ho visto in passato, e mi ha attirato proprio per questo motivo. Alcune situazioni però sanno di già visto (ovvio, dato che l'originalità è difficile di questi tempi), ma nel complesso è una ventata fresca nel panorama degli anime degli ultimi due-tre anni. Un bell'8 meritato.
"La rivoluzione dei majokko"; "l'anime che non è ciò che sembra": quante volte avrete letto oppure sentito queste frasi? Stiamo parlando "Mahou Shoujo Madoka Magica", l'anime sulla bocca di tutti. All'inizio ero un po' scettica su queste voci, poi, dopo essermi armata della buona volontà per vederlo, mi sono ricreduta. Dimenticatevi le pink girl con poteri universali o le solite maghette majokko, Puella Magi non è questo.
Questo è un anime di dodici episodi creato dallo studio Shaft, trasmesso per la prima volta in Giappone nella stagione invernale 2011, mentre in Italia edito da Dynit e Popcorn tv, trasmesso su Rai 4 nel 2012.
Partiamo con la trama. Kyubey è una creatura misteriosa, con funzione simile a un famiglio, il cui compito è quello di trovare le prescelte, ovvero ragazze con il potenziale per diventare "Ragazze Magiche". Madoka Kaname e Sayaka Miki sono due ragazzine che frequentano la scuola media Mitakihara. Dall'arrivo di una nuova compagna, Homura Akemi (comparsa nei sogni di Madoka), queste due ragazze incontreranno Kyubey e da quel momento inizieranno le loro "avventure" come ragazze magiche, ma non da subito. Da qui la trama prende forma e man mano verranno allo scoperto altre ragazze magiche (Mami Tomoe e Kyoko Sakura) e tutti (o quasi tutti) i segreti delle ragazze magiche e Kyubey.
Arriviamo a questo punto e tutti starete dicendo: e allora? Cosa c'è di speciale in questa trama? Beh, per i primi due episodi di speciale c'è poco e niente. Dal terzo in poi cambia tutto. Vedrete quest'anime da un altro punto di vista. I tempi allegri finiscono e un'atmosfera cupa e misteriosa, che durerà fino alla fine, avvolge l'anime.
Dal lato tecnico l'anime è proprio ben fatto. Lo stile di disegno è qualcosa di particolare, mai visto prima; trovo che si adatti perfettamente al tema dell'anime. Musiche e OST sono stupende. L'opening è "Connect" delle ClairS mentre le ending sono "Magia" delle Kalafina (01-08-10-12) e "And I'm home" (episodio 09), character song di Sayaka Miki e Kyoko Sakura cantata da Eri Kitamura e Ai Nonaka. Le musiche di sottofondo sono qualcosa di magnifico. Le OST cantate sono un mix di parole giapponesi, latine e italiane, il che si sposa benissimo con l'anime che, all'occidentale, traduce "Mahou Shoujo" con le parole latine "Puella Magi" - anche se in realtà è un latino messo così un po' alla cavolo. Le animazioni sono meravigliose, le streghe e i loro famigli sono "disegnati" con uno stile davvero particolare. Sono rimasta soddisfatta anche della versione italiana: niente censure e doppiaggi molto belli - Kyubey non convince molto, però la Loretta Di Pisa ci ha messo del suo meglio.
Come voto finale un dieci se lo merita veramente quest'anime. Forse il finale mi ha lasciato un po' così (pensando alla povera Homura, ma non spoilero) però il dieci glielo metto lo stesso; sarà un po' la storia che ha un andamento differente rispetto ai classici majokko (tipo Sailor Moon, Pretty Cure, Doremì...), sarà la grafica e il lato tecnico, ma io quest'anime lo adoro. Lo consiglio agli amanti del majokko in primis e anche a chi vuole vedersi qualcosa d'innovativo con un lato un po' cupo.
Questo è un anime di dodici episodi creato dallo studio Shaft, trasmesso per la prima volta in Giappone nella stagione invernale 2011, mentre in Italia edito da Dynit e Popcorn tv, trasmesso su Rai 4 nel 2012.
Partiamo con la trama. Kyubey è una creatura misteriosa, con funzione simile a un famiglio, il cui compito è quello di trovare le prescelte, ovvero ragazze con il potenziale per diventare "Ragazze Magiche". Madoka Kaname e Sayaka Miki sono due ragazzine che frequentano la scuola media Mitakihara. Dall'arrivo di una nuova compagna, Homura Akemi (comparsa nei sogni di Madoka), queste due ragazze incontreranno Kyubey e da quel momento inizieranno le loro "avventure" come ragazze magiche, ma non da subito. Da qui la trama prende forma e man mano verranno allo scoperto altre ragazze magiche (Mami Tomoe e Kyoko Sakura) e tutti (o quasi tutti) i segreti delle ragazze magiche e Kyubey.
Arriviamo a questo punto e tutti starete dicendo: e allora? Cosa c'è di speciale in questa trama? Beh, per i primi due episodi di speciale c'è poco e niente. Dal terzo in poi cambia tutto. Vedrete quest'anime da un altro punto di vista. I tempi allegri finiscono e un'atmosfera cupa e misteriosa, che durerà fino alla fine, avvolge l'anime.
Dal lato tecnico l'anime è proprio ben fatto. Lo stile di disegno è qualcosa di particolare, mai visto prima; trovo che si adatti perfettamente al tema dell'anime. Musiche e OST sono stupende. L'opening è "Connect" delle ClairS mentre le ending sono "Magia" delle Kalafina (01-08-10-12) e "And I'm home" (episodio 09), character song di Sayaka Miki e Kyoko Sakura cantata da Eri Kitamura e Ai Nonaka. Le musiche di sottofondo sono qualcosa di magnifico. Le OST cantate sono un mix di parole giapponesi, latine e italiane, il che si sposa benissimo con l'anime che, all'occidentale, traduce "Mahou Shoujo" con le parole latine "Puella Magi" - anche se in realtà è un latino messo così un po' alla cavolo. Le animazioni sono meravigliose, le streghe e i loro famigli sono "disegnati" con uno stile davvero particolare. Sono rimasta soddisfatta anche della versione italiana: niente censure e doppiaggi molto belli - Kyubey non convince molto, però la Loretta Di Pisa ci ha messo del suo meglio.
Come voto finale un dieci se lo merita veramente quest'anime. Forse il finale mi ha lasciato un po' così (pensando alla povera Homura, ma non spoilero) però il dieci glielo metto lo stesso; sarà un po' la storia che ha un andamento differente rispetto ai classici majokko (tipo Sailor Moon, Pretty Cure, Doremì...), sarà la grafica e il lato tecnico, ma io quest'anime lo adoro. Lo consiglio agli amanti del majokko in primis e anche a chi vuole vedersi qualcosa d'innovativo con un lato un po' cupo.
"Puella Magi Madoka Magica" è un anime incentrato sulla magia fatto dalla Digital Sh@ft nel 2011.
La trama
La protagonista, una ragazzina delle scuole medie di nome Kaname Madoka, un giorno fa uno strano sogno, in cui vede, dopo aver corso in lungo e in largo, una ragazzina della sua età più volte colpita da uno strano essere, e viene più volte invogliata da una sorta di cagnolino a fare uno strano contratto. Ecco come comincia "Puella Magi Madoka Magica", uno degli anime che sono riusciti a scalare l'olimpo dell'animazione del 2011. Ci troviamo in un'enorme città giapponese (che per certi versi ricorda quella di "Bakemonogatari"), in cui la tecnologia è ordinaria e molto sviluppata. Un giorno, tornando da scuola, Madoka e la sua migliore amica Sayaka scoprono ciò che si nasconde dietro la monotonia di ogni giorno: un mondo in cui delle ragazze con strani poteri sconfiggono degli esseri chiamati "streghe". Una volta sconfitte queste streghe, viene occasionalmente rilasciato un seme chiamato "grief seed", che depura una gemma emessa dalle Puella Magi quando compiono il loro contratto con Kyubey, lo stesso strano animale apparso in sogno a Madoka. Esattamente, le Puelle Magi sono vincolate da un contratto, secondo il quale Kyubey può esaudire un loro qualsiasi desiderio, ma in cambio, le Puelle Magi devono combattere le streghe. Ecco quindi, che seguendo questo semplice input, "Puella Magi Madoka Magica" si discosta dal solito anime per ragazzine, in cui abbiamo uno o più eroine che combattono il male. Al contrario, in "Puella Magi Madoka Magica" essere una ragazza magica comporta i suoi pesi e le giuste paure. Insomma, il campo degli anime shoujo si è evoluto, e questa ne è una prova tangibile. I personaggi sono piuttosto esigui, ma solo tre dei cinque principali hanno ricevuto la giusta cura in ogni particolare del loro carattere. Un vero peccato, anche perché questi stessi personaggi si riveleranno essere meri personaggi secondari, lasciando quindi spazio a solo due di loro.
Lato tecnico
Dal punto di vista grafico, si può notare uno stile grafico mai visto prima: i personaggi sono disegnati in modo non proprio dettagliato, e la forma sia degli occhi sia del viso è atipica rispetto a qualsiasi altro anime passato. Quest'atipicità del design dell'anime comporta i suoi rischi, anche perché sono presenti molte inesattezze in fatto di proporzioni quando i personaggi sono ripresi da lontano, e ciò è un vero peccato. Le animazioni sono anch'esse piuttosto elementari, ma proprio grazie alla scelta stilistica di aggiungere parti filmate in stile collage dà punti positivi alla produzione. Ad accompagnare il tutto ci sono convincenti soundtrack e belle opening ed ending.
Per quanto riguarda il doppiaggio, molte voci conosciute sono presenti, ma ciò non compensa la qualità audio che sgrana quando i personaggi urlano o strillano.
Commento finale
"Puella Magi Madoka Magica" si discosta completamente dallo stereotipo di anime shoujo mostrando una forte personalità, ma al contempo una componente blanda che si porta dietro fino alla fine: la sensazione che nulla proceda come dovrebbe. Tutto rimane piuttosto statico, e domande che dovrebbero nascere subito vengono ritardate agli episodi finali, e molte di esse non ricevono nemmeno risposta. Lo consiglio? Sì, a chi ha da perdere un paio di giorni dietro quest'anime. Bisogna guardare quest'anime a cuor leggero, in caso contrario non si potrebbe capire granché.
Voto Finale: 8. Sono rimasto indeciso fino alla fine sul voto da dare a questa produzione, ma penso che un 8 sia più che sufficiente per un anime simile. Non mi ha convinto totalmente, ma come alcuni di voi sapranno, do molto peso alla componente "immedesimazione" ed "emozione".
La trama
La protagonista, una ragazzina delle scuole medie di nome Kaname Madoka, un giorno fa uno strano sogno, in cui vede, dopo aver corso in lungo e in largo, una ragazzina della sua età più volte colpita da uno strano essere, e viene più volte invogliata da una sorta di cagnolino a fare uno strano contratto. Ecco come comincia "Puella Magi Madoka Magica", uno degli anime che sono riusciti a scalare l'olimpo dell'animazione del 2011. Ci troviamo in un'enorme città giapponese (che per certi versi ricorda quella di "Bakemonogatari"), in cui la tecnologia è ordinaria e molto sviluppata. Un giorno, tornando da scuola, Madoka e la sua migliore amica Sayaka scoprono ciò che si nasconde dietro la monotonia di ogni giorno: un mondo in cui delle ragazze con strani poteri sconfiggono degli esseri chiamati "streghe". Una volta sconfitte queste streghe, viene occasionalmente rilasciato un seme chiamato "grief seed", che depura una gemma emessa dalle Puella Magi quando compiono il loro contratto con Kyubey, lo stesso strano animale apparso in sogno a Madoka. Esattamente, le Puelle Magi sono vincolate da un contratto, secondo il quale Kyubey può esaudire un loro qualsiasi desiderio, ma in cambio, le Puelle Magi devono combattere le streghe. Ecco quindi, che seguendo questo semplice input, "Puella Magi Madoka Magica" si discosta dal solito anime per ragazzine, in cui abbiamo uno o più eroine che combattono il male. Al contrario, in "Puella Magi Madoka Magica" essere una ragazza magica comporta i suoi pesi e le giuste paure. Insomma, il campo degli anime shoujo si è evoluto, e questa ne è una prova tangibile. I personaggi sono piuttosto esigui, ma solo tre dei cinque principali hanno ricevuto la giusta cura in ogni particolare del loro carattere. Un vero peccato, anche perché questi stessi personaggi si riveleranno essere meri personaggi secondari, lasciando quindi spazio a solo due di loro.
Lato tecnico
Dal punto di vista grafico, si può notare uno stile grafico mai visto prima: i personaggi sono disegnati in modo non proprio dettagliato, e la forma sia degli occhi sia del viso è atipica rispetto a qualsiasi altro anime passato. Quest'atipicità del design dell'anime comporta i suoi rischi, anche perché sono presenti molte inesattezze in fatto di proporzioni quando i personaggi sono ripresi da lontano, e ciò è un vero peccato. Le animazioni sono anch'esse piuttosto elementari, ma proprio grazie alla scelta stilistica di aggiungere parti filmate in stile collage dà punti positivi alla produzione. Ad accompagnare il tutto ci sono convincenti soundtrack e belle opening ed ending.
Per quanto riguarda il doppiaggio, molte voci conosciute sono presenti, ma ciò non compensa la qualità audio che sgrana quando i personaggi urlano o strillano.
Commento finale
"Puella Magi Madoka Magica" si discosta completamente dallo stereotipo di anime shoujo mostrando una forte personalità, ma al contempo una componente blanda che si porta dietro fino alla fine: la sensazione che nulla proceda come dovrebbe. Tutto rimane piuttosto statico, e domande che dovrebbero nascere subito vengono ritardate agli episodi finali, e molte di esse non ricevono nemmeno risposta. Lo consiglio? Sì, a chi ha da perdere un paio di giorni dietro quest'anime. Bisogna guardare quest'anime a cuor leggero, in caso contrario non si potrebbe capire granché.
Voto Finale: 8. Sono rimasto indeciso fino alla fine sul voto da dare a questa produzione, ma penso che un 8 sia più che sufficiente per un anime simile. Non mi ha convinto totalmente, ma come alcuni di voi sapranno, do molto peso alla componente "immedesimazione" ed "emozione".
Alla fine mi sono convinto. Spinto dai continui commenti e dalle recensioni contrastanti tra loro, con molta forza di volontà, ho deciso di vedere quest'anime.
L'ho visto doppiato in italiano, quindi probabilmente parecchie scene hanno perso di pathos (oppure no), ma terrò conto anche di questo nella stesura della mia recensione.
Premetto, inoltre, che dopo le prime puntate ho pensato seriamente di dropparlo, ma questa è un'altra storia...
Madoka: una ragazzina come le altre dalla gentilezza quasi irritante. E' la protagonista di questa storia che si sviluppa in modo repentino già dalla prima puntata. La ragazza viene in contatto con Kyubei, uno pseudo-gatto parlante che gli offre di diventare maga in cambio di un desiderio.
Non avanzerò con la trama per non creare spoiler, ma fin qui non sembra nulla di speciale, anzi, parrebbe un "visto e rivisto" annoiante; fortunatamente, però, la storia cambia, intervengono nuovi personaggi (alcuni anche inutili, come Kyoko Sakura) e un fattore determinante che mi ha fatto un enorme piacere.
Lo ammetto, fino alla puntata 9 mi stavo annoiando a morte, poi finalmente è avvenuto il fatto che mi ha reso più attento e voglioso di proseguire la visione - fatto che non vi dirò per non spoilerare, ma riguarda Homura Akemi.
Incredibilmente ho avuto la voglia di proseguire, ma è stata una pessima scelta, perché ritengo che il finale sia non solo confusionario, ma anche improbabile e pieno di controsensi.
Comunque dal punto di vista grafico l'anime risulta particolare: i visi sono contornati da una linea "vuota", gli occhi senza pupille nere e le ciglia a doppio tratto. In generale il disegno è pulito ma molto semplice, solo in alcune scene viene rafforzato dai particolari, tra l'altro quest'ultimi assenti per quasi tutto l'anime. Le scene delle streghe - non è spoiler, tanto era chiaro che le maghe dovevano combattere contro qualcuno - mi sono sembrate veramente senza logica: mi ricordano la terza opening di 'Goku Sayonara Zetsubou Sensei'.
Per quel che riguarda le musiche e quelle di sottofondo, invece, sembrano azzeccate.
Praticamente quest'anime, per me, è stato come una sinusoide emotiva, in cui all'inizio annoia, poi si riprende, poi ri-annoia, si riprende alla grande e infine delude. Quindi il mio voto non può essere sicuramente positivo, perché se dovessi dare un voto in base alla sinusoide, sarebbe: 3 - 6 - 4 - 9 - 2. Quindi la media è 4,8... Non fa una piega.
L'ho visto doppiato in italiano, quindi probabilmente parecchie scene hanno perso di pathos (oppure no), ma terrò conto anche di questo nella stesura della mia recensione.
Premetto, inoltre, che dopo le prime puntate ho pensato seriamente di dropparlo, ma questa è un'altra storia...
Madoka: una ragazzina come le altre dalla gentilezza quasi irritante. E' la protagonista di questa storia che si sviluppa in modo repentino già dalla prima puntata. La ragazza viene in contatto con Kyubei, uno pseudo-gatto parlante che gli offre di diventare maga in cambio di un desiderio.
Non avanzerò con la trama per non creare spoiler, ma fin qui non sembra nulla di speciale, anzi, parrebbe un "visto e rivisto" annoiante; fortunatamente, però, la storia cambia, intervengono nuovi personaggi (alcuni anche inutili, come Kyoko Sakura) e un fattore determinante che mi ha fatto un enorme piacere.
Lo ammetto, fino alla puntata 9 mi stavo annoiando a morte, poi finalmente è avvenuto il fatto che mi ha reso più attento e voglioso di proseguire la visione - fatto che non vi dirò per non spoilerare, ma riguarda Homura Akemi.
Incredibilmente ho avuto la voglia di proseguire, ma è stata una pessima scelta, perché ritengo che il finale sia non solo confusionario, ma anche improbabile e pieno di controsensi.
Comunque dal punto di vista grafico l'anime risulta particolare: i visi sono contornati da una linea "vuota", gli occhi senza pupille nere e le ciglia a doppio tratto. In generale il disegno è pulito ma molto semplice, solo in alcune scene viene rafforzato dai particolari, tra l'altro quest'ultimi assenti per quasi tutto l'anime. Le scene delle streghe - non è spoiler, tanto era chiaro che le maghe dovevano combattere contro qualcuno - mi sono sembrate veramente senza logica: mi ricordano la terza opening di 'Goku Sayonara Zetsubou Sensei'.
Per quel che riguarda le musiche e quelle di sottofondo, invece, sembrano azzeccate.
Praticamente quest'anime, per me, è stato come una sinusoide emotiva, in cui all'inizio annoia, poi si riprende, poi ri-annoia, si riprende alla grande e infine delude. Quindi il mio voto non può essere sicuramente positivo, perché se dovessi dare un voto in base alla sinusoide, sarebbe: 3 - 6 - 4 - 9 - 2. Quindi la media è 4,8... Non fa una piega.
Credo di essere l'unica idiota che ha trovato Madoka davvero un bell'anime e devo essere ancora più idiota perché ho dato dieci come voto. Ma questo solo agli occhi di qualcuno.
Mi rendo conto che la storia non è delle mie preferite, in quanto non sopporto i majokko, tuttavia l'aspetto tecnico, registico, le colonne sonore magnifiche e tutti questi fattori lo rendono ai miei occhi uno vero capolavoro - oltre al fatto che è come se mi avessero chiesto: " Ehi, quali sono i tuoi anime preferiti?" e un mese dopo se ne fossero usciti con Madoka, un pastone di tutti quelli. Per spiegare bene i fattori non solo tecnici ma anche contenutistici che lo rendono bello ai miei occhi dovrei andare giù pesante di spoiler, ma ciò non mi è permesso.
Cominciamo con la storia: banale. Madoka Kaname e Sayaka Miki, due bimbette inutili, vengono contattate da un misterioso "gatto bianco con due orecchie" e viene chiesto loro di stringere un contratto: loro potrebbero diventate delle "puelle magi" (l'utilizzo del latino è un po' ironico) in cambio di un desiderio irrealizzabile. Arrivano poi altri personaggi, tra cui la misteriosa Homura Akemi.
Premetto che il regista di Madoka, che è lo stesso di "Negima!?", utilizza questi sfondi stravaganti ecc. come scelta stilistica e simbolica, quindi, quando vedete per esempio quella stanza piena di sedie, non è che il regista si è bevuto qualcosa di strano!
Tornando alla trama, direi che è stra-scopiazzata da altri anime, ma non tutta la trama, solo qualche scena sparsa qua e là.
I disegni sono ben curati... sui primi piani. Il background tende ad assumere una movenza alla "K-On!".
Per quanto riguarda le colonne sonore, beh, abbiamo Yuki Kajiura, cosa volevamo di più? Tutte le OST hanno titoli in latino come "Decretum", "Conturbatio", "Sis puella magica", ecc., e l'ending è "Magia" delle Kalafina (il video della sigla mi ricorda vagamente l'ending di ".Hack//Sign").
Il personaggio migliore di Madoka secondo me è Kyubeey, il gatto maxi-orecchiuto - lo so che mi state aspettando sotto casa per pestarmi, ma wait a moment! Personalmente odio quell'essere, tuttavia è l'anima della storia. Lui dice a delle pucciosissime bimbette di realizzare un unico desiderio irrealizzabile e in cambio di diventare delle bimbette sempre pucciosissime ma magiche. Ma non lo fa perché si è alzato la mattina con il trip di incasinare la vita delle adolescenti della città, tutto ha una ragione. E poi Homura (scopiazzatura di Chikane Himemiya di "Kannazuki no Miko…"), che sconvolge la vita di Madoka a tal punto da farla diventare un essere superiore all'uomo. Cioè, ciò è assurdo ma allo stesso tempo geniale.
Poi, come ho già detto, le scene rubacchiate sono all'ordine del giorno, ma tutti quei simbolismi che ora non sto a spiegare, altrimenti sarebbe spoiler colossale, rendono Madoka un anime assolutamente non sopravvalutato.
Se fosse veramente così e l'anime facesse così schifo perché i tormentoni di Mami Tomoe e Kyubeey sono ovunque?
Ovvio che se si ha intenzione di guardarlo mentre si fa altro o semplicemente per "completezza" senza dare peso alle cose non piaccia, soprattutto perché la storia delle bimbette magiche fa un po' pena: quello per cui vale veramente la pena è "tutto ciò che sta dietro le apparenze".
Mi rendo conto che la storia non è delle mie preferite, in quanto non sopporto i majokko, tuttavia l'aspetto tecnico, registico, le colonne sonore magnifiche e tutti questi fattori lo rendono ai miei occhi uno vero capolavoro - oltre al fatto che è come se mi avessero chiesto: " Ehi, quali sono i tuoi anime preferiti?" e un mese dopo se ne fossero usciti con Madoka, un pastone di tutti quelli. Per spiegare bene i fattori non solo tecnici ma anche contenutistici che lo rendono bello ai miei occhi dovrei andare giù pesante di spoiler, ma ciò non mi è permesso.
Cominciamo con la storia: banale. Madoka Kaname e Sayaka Miki, due bimbette inutili, vengono contattate da un misterioso "gatto bianco con due orecchie" e viene chiesto loro di stringere un contratto: loro potrebbero diventate delle "puelle magi" (l'utilizzo del latino è un po' ironico) in cambio di un desiderio irrealizzabile. Arrivano poi altri personaggi, tra cui la misteriosa Homura Akemi.
Premetto che il regista di Madoka, che è lo stesso di "Negima!?", utilizza questi sfondi stravaganti ecc. come scelta stilistica e simbolica, quindi, quando vedete per esempio quella stanza piena di sedie, non è che il regista si è bevuto qualcosa di strano!
Tornando alla trama, direi che è stra-scopiazzata da altri anime, ma non tutta la trama, solo qualche scena sparsa qua e là.
I disegni sono ben curati... sui primi piani. Il background tende ad assumere una movenza alla "K-On!".
Per quanto riguarda le colonne sonore, beh, abbiamo Yuki Kajiura, cosa volevamo di più? Tutte le OST hanno titoli in latino come "Decretum", "Conturbatio", "Sis puella magica", ecc., e l'ending è "Magia" delle Kalafina (il video della sigla mi ricorda vagamente l'ending di ".Hack//Sign").
Il personaggio migliore di Madoka secondo me è Kyubeey, il gatto maxi-orecchiuto - lo so che mi state aspettando sotto casa per pestarmi, ma wait a moment! Personalmente odio quell'essere, tuttavia è l'anima della storia. Lui dice a delle pucciosissime bimbette di realizzare un unico desiderio irrealizzabile e in cambio di diventare delle bimbette sempre pucciosissime ma magiche. Ma non lo fa perché si è alzato la mattina con il trip di incasinare la vita delle adolescenti della città, tutto ha una ragione. E poi Homura (scopiazzatura di Chikane Himemiya di "Kannazuki no Miko…"), che sconvolge la vita di Madoka a tal punto da farla diventare un essere superiore all'uomo. Cioè, ciò è assurdo ma allo stesso tempo geniale.
Poi, come ho già detto, le scene rubacchiate sono all'ordine del giorno, ma tutti quei simbolismi che ora non sto a spiegare, altrimenti sarebbe spoiler colossale, rendono Madoka un anime assolutamente non sopravvalutato.
Se fosse veramente così e l'anime facesse così schifo perché i tormentoni di Mami Tomoe e Kyubeey sono ovunque?
Ovvio che se si ha intenzione di guardarlo mentre si fa altro o semplicemente per "completezza" senza dare peso alle cose non piaccia, soprattutto perché la storia delle bimbette magiche fa un po' pena: quello per cui vale veramente la pena è "tutto ciò che sta dietro le apparenze".
Premetto che io non tendo a giudicare una serie in base alla sua popolarità, né sulla base di questioni commerciali/di nicchia, ecc. Ma in questo caso non posso che esprimermi altrimenti. Madoka magica, serie rivelazione del 2011, che a quanto pare ha rilanciato il genere majokko, è frutto, secondo me, più di interessi commerciali. Una bella idea, insomma, che è stata sprecata. I motivi sono presto detti: Madoka Kaname è una ragazzina normale che trascorre una vita serena con la sua famiglia. Un giorno incontra Kubey, un tenero batuffolo di pelo che le propone di diventare una ragazza magica e sconfiggere le streghe per proteggere gli umani. La ragazza, molto entusiasta della cosa, inizia a fantasticare e disegnare vestiti pieni di fiocchi, ma dopo l'entrata in scena di Miki Sayaka, Akemi Homura, Mami Tomoe e Sakura Yoko scopre che dietro al tenero faccino di Kubey si nasconde un incubator, un mostro senza sentimenti che sfrutta la vita di ragazzine disperate o in fin di vita per raccogliere energia.
La trama tutto sommato sembra interessante, una versione dark delle maghette è originale e può rappresentare un genere a sé. Se non fosse per alcune gravi pecche. La prima degna di nota, che forse potrebbe sembrare un po' sciocca, sono i personaggi. Anche se ne potrei salvare un paio, in linea di massima mi risultano tutti odiosi, superficiali, egoisti e stereotipati. Anche Homura e Yoko, che inizialmente sembravano interessanti, sono cadute in buonismi vari. Per non parlare della logica della storia, i princìpi della termodinamica spiegati da Kubey. Mi sono sembrate parole vuote tanto per far pensare alle persone che Madoka Magica è un anime serio, quasi per eletti. Per non parlare del finale... quanto sono rimasta infastidita dal finale, soprattutto la prima volta che l'ho visto. Madoka, la ragazzina nauseante per i continui buonismi e piagnistei, improvvisamente diventa così seria e matura! Ha una crescita interiore piatta come lei, senza senso, senza alcuna gradualità.
Infine i disegni: niente da dire agli sfondi, alle streghe, e alle scene di combattimento tutto sommato interessanti, ma i personaggi... sembrano bambini dell'asilo! A partire dai genitori di Madoka, a cui avrei dato sì e no 10 anni.
In sostanza, la mia opinione è che la serie è partita da dei presupposti interessanti, per poi cadere in banalità.
La trama tutto sommato sembra interessante, una versione dark delle maghette è originale e può rappresentare un genere a sé. Se non fosse per alcune gravi pecche. La prima degna di nota, che forse potrebbe sembrare un po' sciocca, sono i personaggi. Anche se ne potrei salvare un paio, in linea di massima mi risultano tutti odiosi, superficiali, egoisti e stereotipati. Anche Homura e Yoko, che inizialmente sembravano interessanti, sono cadute in buonismi vari. Per non parlare della logica della storia, i princìpi della termodinamica spiegati da Kubey. Mi sono sembrate parole vuote tanto per far pensare alle persone che Madoka Magica è un anime serio, quasi per eletti. Per non parlare del finale... quanto sono rimasta infastidita dal finale, soprattutto la prima volta che l'ho visto. Madoka, la ragazzina nauseante per i continui buonismi e piagnistei, improvvisamente diventa così seria e matura! Ha una crescita interiore piatta come lei, senza senso, senza alcuna gradualità.
Infine i disegni: niente da dire agli sfondi, alle streghe, e alle scene di combattimento tutto sommato interessanti, ma i personaggi... sembrano bambini dell'asilo! A partire dai genitori di Madoka, a cui avrei dato sì e no 10 anni.
In sostanza, la mia opinione è che la serie è partita da dei presupposti interessanti, per poi cadere in banalità.
Viste alcune immagini di "Puella Magi ★ Madoka Magica", credevo fosse il solito majokko, pieno di fanservice e con protagoniste alcune maghette pucciose, che si trasformano in modo altrettanto puccioso e combattono dei nemici che sono tutto tranne che cattivi. La trama e il primo episodio non smentisce affatto quest'ipotesi, infatti avevo in considerazione di interrompere la visione dell'anime.
Ma le cose iniziano a farsi interessanti più avanti e si fa evidente che la serie è tutto tranne quello che ho appena detto: mi riferisco a quando le maghe iniziano a combattere con ogni tipo di armi, da delle semplici pistole a bazooka giganti, contro delle streghe che sono rese a mio parere benissimo. I mondi in cui si trovano le streghe sono infatti una delle cose che mi ha colpito di più.
Un altro punto forte sono sicuramente le musiche: i sottofondi sono fantastici e azzeccatissimi, stessa cosa vale per le sigle.
Il finale è una cosa che ha deluso molti spettatori e che ha alzato molte critiche, ma io l'ho trovato originale e conclusivo.
I personaggi sono approfonditi psicologicamente molto bene, ma forse sono proprio alcuni di questi che peggiorano la visione di quest'opera. Se si pensa alla protagonista, Madoka, non si pensa sicuramente a un personaggio da adorare. Quest'ultima piange ogni minuto e lascia fare tutto agli altri per quasi tutti gli episodi cambiando idea ogni puntata. Homura è forse il personaggio che mi ha deluso di più, poiché alla fine rivela di avere completamente un'altra personalità rispetto a come si mostrava all'inizio.
"Puella Magi ★ Madoka Magica" rimane comunque a mio parere un anime molto bello, di cui consiglio la visione.
Ma le cose iniziano a farsi interessanti più avanti e si fa evidente che la serie è tutto tranne quello che ho appena detto: mi riferisco a quando le maghe iniziano a combattere con ogni tipo di armi, da delle semplici pistole a bazooka giganti, contro delle streghe che sono rese a mio parere benissimo. I mondi in cui si trovano le streghe sono infatti una delle cose che mi ha colpito di più.
Un altro punto forte sono sicuramente le musiche: i sottofondi sono fantastici e azzeccatissimi, stessa cosa vale per le sigle.
Il finale è una cosa che ha deluso molti spettatori e che ha alzato molte critiche, ma io l'ho trovato originale e conclusivo.
I personaggi sono approfonditi psicologicamente molto bene, ma forse sono proprio alcuni di questi che peggiorano la visione di quest'opera. Se si pensa alla protagonista, Madoka, non si pensa sicuramente a un personaggio da adorare. Quest'ultima piange ogni minuto e lascia fare tutto agli altri per quasi tutti gli episodi cambiando idea ogni puntata. Homura è forse il personaggio che mi ha deluso di più, poiché alla fine rivela di avere completamente un'altra personalità rispetto a come si mostrava all'inizio.
"Puella Magi ★ Madoka Magica" rimane comunque a mio parere un anime molto bello, di cui consiglio la visione.
Ho rimandato a lungo questo momento, ma dopo la quinta (esattamente, quinta, senza contare i film) visione della serie ho deciso che era giunto il tempo di riscrivere la mia vecchia recensione. E non è stata una semplice correzione, ma un cambio radicale, in quanto precedentemente avevo assegnato un 7 a questo anime, voto che - ora come ora - non credo affatto si meriti.
"Madoka Magica", per come la vedo io, è un anime complesso, che solo all'apparenza credi di aver compreso una volta finito di vederlo: in realtà, già dopo la seconda visione alcuni suoi aspetti mi sono stati più chiari, alcune situazioni sono state rivalutate. Ma è stata questa quinta visione a farmi rivalutare addirittura il finale, che da sempre avevo criticato, portando il voto ad alzarsi di ben due punti: in questa nuova recensione vorrei spiegare perché senza cadere troppo nel "Madoka-fag".
In tantissimi hanno raccontato Madoka come una rivoluzione del genere majokko, e onestamente non posso far altro che appoggiarli, perché per come la vedo io solo di rivoluzione si tratta. All'inizio non te lo aspetti, è tutto così loli, così sbrilluccicoso, così kawaii che, anche se magari ti eri andato a leggere qualche parere in giro, ti chiedi dove stia l'inghippo: ci sono le ragazzine delle medie, c'è l'animaletto puccioso che si occupa delle pratiche per l'acquisizione dei poteri, ci sono le gonnelline e i capelli colorati. Ma già dal primo episodio, questo anime ci stupisce presentandoci dei nemici nuovi, particolari: le streghe. Streghe che non sono semplicemente una copia delle protagoniste in versione dark e più cattivella: si tratta di esseri maligni generati - poi si scoprirà come - da maledizioni, che si nascondono all'interno di barriere invisibili agli umani. Streghe, barriere e famigli sono realizzati con una tecnica straordinaria, una sorta di patchwork malato e insano, che fin da subito ti mette a disagio, ti fa intuire che qualcosa in "Madoka Magica" non è come negli altri majokko.
Nel primo episodio tuttavia la smentita sembra arrivare in fretta con la comparsa di Mami Tomoe: una biondina che con molto stile e movenze aggraziate salva la nostra protagonista - Madoka Kaname - e la sua amica Sayaka Miki dalle fauci di una di queste creature. Mami è tranquilla, pacata, una presenza quasi familiare. Sarà lei che in un primo tempo mostrerà alle altre due "allieve" come lei combatte e in che cosa consiste il compito di maghe: dopo aver accettato di stipulare il contratto con Kyubey - esserino patatoso bianco con quattro orecchie - si inizia la propria carriera da ragazza magica che giorno dopo giorno combatte le streghe, causa di tante morti e tante disgrazie. Un desiderio, un unico desiderio - anche un miracolo, volendo - in cambio di questo destino di battaglie. Sembra fattibile, no? Mami però è saggia, e consiglia alle nostre due protagoniste di scegliere bene e con ponderazione la propria richiesta, ma nel frattempo si offre appunto di far loro da insegnante, così che possano decidere meglio sul da farsi.
Con questo allegro e spensierato trio, si giunge dunque al fantomatico terzo episodio che ha lasciato un buon 90% dei fan assolutamente sconvolti. Per parte mia, all'inizio devo dire di esserci rimasta male, poiché l'avevo considerata una scelta vana e insulsa, troppo frettolosa. In parte la considero ancora tale, ma allo stesso tempo mi rendo conto che sia una azzeccata scelta di sceneggiatura per -citando la misteriosa Homura Akemi - "tenere bene a mente che cosa significhi diventare una maga". Dopo un episodio del genere, ci si aspetta che la situazione degeneri in fretta, ma così non è: Gen Urobuchi (il nostro sceneggiatore) si prende tutto il tempo per aprire una sorta di parentesi su Sayaka, un personaggio che ha generato (in tutti i sensi, sia nel fandom che all'interno della serie stessa) una egual misura di amore e di odio.
Devo ammetterlo, gli episodi che trattano di Sayaka sono un po' noiosi in certi punti, su alcune situazioni si poteva tagliare benissimo senza gravare alla trama nel suo complesso: non un episodio intero in meno, ma una decina di minuti totali sì.
In ogni caso, a partire grossomodo dall'episodio 6, la trama si infittisce e le clausole del contratto iniziano a venire a galla poco a poco sino a giungere al bellissimo climax rappresentato dagli episodi 8, 9 e 10, a mio parere i migliori dell'intera serie. "Madoka Magica" qui dà il meglio di sé, mostrandoci un continuo alternarsi di disperazione, speranza e ancora disperazione, trascinando lo spettatore in un vortice di emozioni che non credevo possibile, a maggior ragione per il fatto che ogni cosa ha un suo perché, non c'è nulla di inspiegato o di forzato. Le lacrime che si versano -perché se ne versano - sono autentiche e soprattutto motivate: capisci perché il tal personaggio sta agendo nel tal modo, comprendi le motivazioni che lo muovono ma non puoi fare a meno di dispiacerti per lui (sui personaggi, in ogni caso, ci tornerò dopo).
Così, dopo il decimo episodio incentrato solo e soltanto sulla figura di Homura, si giunge alla conclusione: anche qui, mi tocca ammettere che si sarebbe potuto fare un lavoro migliore.
In precedenza avevo bollato il finale come eccessivamente buonista e assolutamente fuori luogo, ma adesso non mi sentirei di definirlo ancora così. L'unico aspetto forzato del finale di "Madoka Magica" è la strabiliante crescita psicologica di Madoka stessa: non accetto che per dieci episodi e mezzo sia un personaggio quasi inutile pur essendo la "protagonista" e che poi, di colpo, compia una scelta incredibilmente più grande di lei. Non è il cambiamento in sé, ma l'eccessiva velocità con cui esso avviene che mi ha dato fastidio.
Per quel che riguarda il resto del finale, ora credo di aver capito meglio la logica che c'è dietro, e fermo restando che un po' di buonismo rimane, resta comunque perfettamente in linea con il resto della trama.
<b>Attenzione: questa parte contiene spoiler</b>
Perché inizialmente avevo affermato che il finale fosse eccessivamente buonista? Non mi sembrava corretto che Madoka diventasse una divinità così a caso e con uno schiocco di dita rimodellasse l'universo per far sparire tutte le maledizioni e tutte le streghe. Pensavo che dopo tutte le scene crude che ci erano state mostrate era quasi - paradossalmente - un pugno nello stomaco tutto quell'insieme di buoni sentimenti. Ebbene, sono pronta a ritrattare completamente la mia tesi.
Il finale di "Madoka Magica" ha solo quel poco di buonismo che basta a renderlo un "lieto fine ma non troppo lieto": il punto fondamentale della scelta di Madoka è l'eliminazione delle streghe passate e future, così che le maghe non possano accumulare nella loro Soul Gem un'impurità tale da renderle fautrici di maledizioni a loro volta. Ma come ci racconta Homura stessa nell'epilogo, il destino delle maghe non cambia poi molto. L'umanità è per sua natura maligna, i nuovi nemici sono diventati le "cattive influenze": le maghe combattono contro questi spettri finché tutto il loro potere magico si esaurisce, e solo in quel momento verranno portate via dalla "Legge della Ruota".
Il concetto importantissimo che l'anime vuole comunicare è che, nonostante siano sparite le streghe, le ragazze hanno accettato un contratto: un desiderio è pur sempre un desiderio; un miracolo resta un miracolo e questa loro scelta le condanna ugualmente a un destino di dure battaglie e continui scontri. Madoka non elimina il concetto di maga, bensì quello di strega: le maghe sono esistite, esistono e sempre esisteranno, e in quanto tali la loro sorte è quella di combattere.
Per questo non vedo più il finale della serie come eccessivamente buonista: se fosse stato tale, Madoka avrebbe eliminato la sofferenza, la morte in battaglia o gli Incubators; ma così non è stato e non posso che esserne felice.
<b>Fine parte contenente spoiler</b>
Dopo questa logorroica trattazione della trama, è giunto il momento di parlare dei personaggi. La mia opinione su Madoka purtroppo non è cambiata molto rispetto a prima: anche se "si fa tutto per lei", resta fondamentalmente di poca utilità, non fa altro che frignare per buona parte della serie. È un personaggio che ho trovato pesante e ingenuo a livelli inaccettabili, della sua crescita psicologica ho già parlato, ma a suo favore posso dire che per una volta hanno dato una degna spiegazione a un potere magico incredibile. Se spesso capita di trovare personaggi particolarmente dotati "perché sì", Madoka non lo è: fin da subito ci viene detto che il suo potenziale magico è il più grande che sia mai esistito, ma ciò è giustificato in maniera veramente eccellente nell'episodio dedicato a Homura.
Parliamo anche di lei: sin da subito ci viene presentata come "quella misteriosa", colei che sa e non vuol dire, e le sue vere intenzioni resteranno poco chiare fino all'ultimo. Il suo scopo è impedire che Madoka stringa il patto con Kyubey, ma fino a un certo punto non sapremo mai perché. E devo dire, tutto mi aspettavo fuorché la storia che poi hanno tirato fuori: al di là del fatto che l'idea possa essere banale o meno, è il come ci viene narrata che mi ha stupita. Seguiamo il suo percorso di crescita con calma, abbiamo il tempo di capire cosa l'ha spinta a diventare una maga e quali fatti abbiano stravolto in maniera così radicale il suo vero carattere (carattere che peraltro viene saltuariamente fuori nel corso della serie, lasciando qualche piccolo indizio su chi sia lei veramente). Uno dei personaggi migliori e senz'altro il più intrigante.
Altro personaggio che mi ha molto colpito è stato Mami: forse può essere identificata come la "sintesi" di tutta una serie. Lei è gentile, è la veterana pronta ad aiutare gli altri e a combattere per le sue convinzioni, è bella e brava e cucina degli ottimi dolci. Se non fosse che, in realtà, è una persona sola. Dietro a quel sorriso nasconde paura, dolore e un gran senso di solitudine che prontamente maschera per non farlo conoscere agli altri, ed è veramente un peccato che su di lei ci venga detto così poco.
Ignara di tutto ciò, Mami viene presa a modello da Sayaka, la Puella azzurra. Come ho già detto, questo personaggio è forse più odiato che amato. Personalmente trovo un po' pesante la sua psicologia e mi irrita il modo in cui ha ragionato: il più grande errore che ha commesso a mio parere è stato ingigantire un certo problema oltre misura, salvo poi non fare nulla per risolverlo. Nulla che non sia disperarsi, s'intende. E forse proprio per questo è la più umana, la più "ragazzina" fra tutte le cinque protagoniste: una contraddizione di buone intenzioni ed eccessive paranoie.
Ah, ma ho detto cinque? Non sono mica quattro i personaggi principali dell'anime?
No, signori, sono cinque: manca Kyoko Sakura, che, pur essendo la mia preferita, non ho citato in precedenza per non toccare gli spoiler a cui è legata. Anche lei è un personaggio estremamente interessante, in quanto ci viene inizialmente presentata come l'infame di turno, la cui mentalità si oppone e si scontra con quella di Sayaka: se quest'ultima combatte per la giustizia seguendo gli ideali di Mami, Kyoko combatte solo per sé stessa e per il suo interesse, almeno fino a un certo punto della storia. Il suo passato (svelato in una delle migliori sequenze di tutto l'anime) ci spiega chi e cosa l'abbiano portata a tenere un simile atteggiamento; ma sarà proprio quel passato a determinare la scelta che stravolgerà le carte in tavola e avvierà la trama verso la sua conclusione.
Vorrei spendere qualche parola anche per Kyubey, che passa facilmente per il cattivo della situazione quando non è necessariamente detto che lo sia. Il suo compito è appunto quello di stringere il patto fra la sua razza e le ragazze terrestri, generando le Soul Gem e quindi le maghe. Generalmente è famoso per il "perché non ci hai detto tutto questo?!" - "Perché non me lo avete chiesto", difatti il simpatico quadrupede non prova alcuna emozione e i valori degli umani gli sono totalmente estranei. Per questo motivo non mi sento assolutamente di odiarlo: non fa quel che fa per cattiveria ma perché, secondo il suo modo di vedere privo di sentimenti umani, è la scelta più ovvia e conveniente; e ho letteralmente amato i numerosi momenti in cui il suo freddo pragmatismo e il suo cinismo si scontrano con la visione umana della situazione, generando spesso e volentieri un black humor piuttosto particolare.
Sui personaggi secondari non rimane molto da aggiungere: svolgono il loro compito senza essere né dimenticabili né indimenticabili. Alcuni di loro in particolare avranno una parte attiva nel corso degli eventi, anche se, almeno per quel che riguarda la madre di Madoka, trovo una sua scelta negli ultimi episodi molto poco credibile.
Dopo questo secondo sproloquio sui personaggi, giungiamo a trattare della parte tecnica.
La sceneggiatura, come ho detto, poteva essere ridotta in alcuni punti, mentre la regia è davvero fenomenale, specialmente nella parte finale dell'episodio 8 che riguarda Sayaka e la battaglia di Homura contro Walpurgis. In generale, ogni singolo scontro - sia fra maghe e maghe che fra maghe e streghe - è trattato magistralmente, merito dell'unione perfetta di regia, animazioni e colonna sonora.
Il character design è ottimo sia per quanto riguarda le puellae sia per le streghe, stesso dicasi per le animazioni, salvo rare eccezioni (e ho notato con piacere che i punti più bassi sono stati poi rifatti daccapo nei primi due film). Da notare anche le trasformazioni delle ragazze in maghe, caratteristiche del genere majokko, ma che per fortuna dello spettatore non si ripetono in ogni episodio e non durano più di mezzo minuto.
Eccezionale la colonna sonora composta da Yuki Kajiura: la considero probabilmente una delle migliori di sempre, in quanto estremamente variegata così da adattarsi senza forzature alle situazioni allegre, drammatiche e serie dell'anime. Molto carina la opening "Connect" cantata dal duo ClariS, terribilmente bella la ending "Magia" cantata dalle Kalafina, per non citare poi "...and I'm home", romanticissima ending speciale dell'episodio 9.
Insomma, dopo più di 2.000 parole sono pronta a chiudere questa recensione, sperando che sia definitiva (anche se non penso che "Madoka Magica" abbia ancora esaurito tutto quel che ha da dirmi).
Ero incerta sul voto, perché a livello propriamente sentimentale questa è una delle mie serie preferite (se non quella che preferisco in assoluto), ma riconosco che i difetti li ha e alcuni non sono esattamente trascurabili.
Alla fine ho optato per un nove, a mio parere meritatissimo. Il consiglio per chi si vuol approcciare a questa serie o per chi lo ha già fatto è: non limitatevi a una sola visione. Se l'avete guardata una volta e non vi ha detto nulla, provate a guardarla ancora, perché vi sorprenderete dei diversi livelli di significato che vengon fuori volta per volta. E se ancora non vi sarà piaciuta, spero che vi avrà lasciato almeno un ricordo da conservare nel tempo in mezzo all'incredibile numero di anime finora usciti e che usciranno.
"Madoka Magica", per come la vedo io, è un anime complesso, che solo all'apparenza credi di aver compreso una volta finito di vederlo: in realtà, già dopo la seconda visione alcuni suoi aspetti mi sono stati più chiari, alcune situazioni sono state rivalutate. Ma è stata questa quinta visione a farmi rivalutare addirittura il finale, che da sempre avevo criticato, portando il voto ad alzarsi di ben due punti: in questa nuova recensione vorrei spiegare perché senza cadere troppo nel "Madoka-fag".
In tantissimi hanno raccontato Madoka come una rivoluzione del genere majokko, e onestamente non posso far altro che appoggiarli, perché per come la vedo io solo di rivoluzione si tratta. All'inizio non te lo aspetti, è tutto così loli, così sbrilluccicoso, così kawaii che, anche se magari ti eri andato a leggere qualche parere in giro, ti chiedi dove stia l'inghippo: ci sono le ragazzine delle medie, c'è l'animaletto puccioso che si occupa delle pratiche per l'acquisizione dei poteri, ci sono le gonnelline e i capelli colorati. Ma già dal primo episodio, questo anime ci stupisce presentandoci dei nemici nuovi, particolari: le streghe. Streghe che non sono semplicemente una copia delle protagoniste in versione dark e più cattivella: si tratta di esseri maligni generati - poi si scoprirà come - da maledizioni, che si nascondono all'interno di barriere invisibili agli umani. Streghe, barriere e famigli sono realizzati con una tecnica straordinaria, una sorta di patchwork malato e insano, che fin da subito ti mette a disagio, ti fa intuire che qualcosa in "Madoka Magica" non è come negli altri majokko.
Nel primo episodio tuttavia la smentita sembra arrivare in fretta con la comparsa di Mami Tomoe: una biondina che con molto stile e movenze aggraziate salva la nostra protagonista - Madoka Kaname - e la sua amica Sayaka Miki dalle fauci di una di queste creature. Mami è tranquilla, pacata, una presenza quasi familiare. Sarà lei che in un primo tempo mostrerà alle altre due "allieve" come lei combatte e in che cosa consiste il compito di maghe: dopo aver accettato di stipulare il contratto con Kyubey - esserino patatoso bianco con quattro orecchie - si inizia la propria carriera da ragazza magica che giorno dopo giorno combatte le streghe, causa di tante morti e tante disgrazie. Un desiderio, un unico desiderio - anche un miracolo, volendo - in cambio di questo destino di battaglie. Sembra fattibile, no? Mami però è saggia, e consiglia alle nostre due protagoniste di scegliere bene e con ponderazione la propria richiesta, ma nel frattempo si offre appunto di far loro da insegnante, così che possano decidere meglio sul da farsi.
Con questo allegro e spensierato trio, si giunge dunque al fantomatico terzo episodio che ha lasciato un buon 90% dei fan assolutamente sconvolti. Per parte mia, all'inizio devo dire di esserci rimasta male, poiché l'avevo considerata una scelta vana e insulsa, troppo frettolosa. In parte la considero ancora tale, ma allo stesso tempo mi rendo conto che sia una azzeccata scelta di sceneggiatura per -citando la misteriosa Homura Akemi - "tenere bene a mente che cosa significhi diventare una maga". Dopo un episodio del genere, ci si aspetta che la situazione degeneri in fretta, ma così non è: Gen Urobuchi (il nostro sceneggiatore) si prende tutto il tempo per aprire una sorta di parentesi su Sayaka, un personaggio che ha generato (in tutti i sensi, sia nel fandom che all'interno della serie stessa) una egual misura di amore e di odio.
Devo ammetterlo, gli episodi che trattano di Sayaka sono un po' noiosi in certi punti, su alcune situazioni si poteva tagliare benissimo senza gravare alla trama nel suo complesso: non un episodio intero in meno, ma una decina di minuti totali sì.
In ogni caso, a partire grossomodo dall'episodio 6, la trama si infittisce e le clausole del contratto iniziano a venire a galla poco a poco sino a giungere al bellissimo climax rappresentato dagli episodi 8, 9 e 10, a mio parere i migliori dell'intera serie. "Madoka Magica" qui dà il meglio di sé, mostrandoci un continuo alternarsi di disperazione, speranza e ancora disperazione, trascinando lo spettatore in un vortice di emozioni che non credevo possibile, a maggior ragione per il fatto che ogni cosa ha un suo perché, non c'è nulla di inspiegato o di forzato. Le lacrime che si versano -perché se ne versano - sono autentiche e soprattutto motivate: capisci perché il tal personaggio sta agendo nel tal modo, comprendi le motivazioni che lo muovono ma non puoi fare a meno di dispiacerti per lui (sui personaggi, in ogni caso, ci tornerò dopo).
Così, dopo il decimo episodio incentrato solo e soltanto sulla figura di Homura, si giunge alla conclusione: anche qui, mi tocca ammettere che si sarebbe potuto fare un lavoro migliore.
In precedenza avevo bollato il finale come eccessivamente buonista e assolutamente fuori luogo, ma adesso non mi sentirei di definirlo ancora così. L'unico aspetto forzato del finale di "Madoka Magica" è la strabiliante crescita psicologica di Madoka stessa: non accetto che per dieci episodi e mezzo sia un personaggio quasi inutile pur essendo la "protagonista" e che poi, di colpo, compia una scelta incredibilmente più grande di lei. Non è il cambiamento in sé, ma l'eccessiva velocità con cui esso avviene che mi ha dato fastidio.
Per quel che riguarda il resto del finale, ora credo di aver capito meglio la logica che c'è dietro, e fermo restando che un po' di buonismo rimane, resta comunque perfettamente in linea con il resto della trama.
<b>Attenzione: questa parte contiene spoiler</b>
Perché inizialmente avevo affermato che il finale fosse eccessivamente buonista? Non mi sembrava corretto che Madoka diventasse una divinità così a caso e con uno schiocco di dita rimodellasse l'universo per far sparire tutte le maledizioni e tutte le streghe. Pensavo che dopo tutte le scene crude che ci erano state mostrate era quasi - paradossalmente - un pugno nello stomaco tutto quell'insieme di buoni sentimenti. Ebbene, sono pronta a ritrattare completamente la mia tesi.
Il finale di "Madoka Magica" ha solo quel poco di buonismo che basta a renderlo un "lieto fine ma non troppo lieto": il punto fondamentale della scelta di Madoka è l'eliminazione delle streghe passate e future, così che le maghe non possano accumulare nella loro Soul Gem un'impurità tale da renderle fautrici di maledizioni a loro volta. Ma come ci racconta Homura stessa nell'epilogo, il destino delle maghe non cambia poi molto. L'umanità è per sua natura maligna, i nuovi nemici sono diventati le "cattive influenze": le maghe combattono contro questi spettri finché tutto il loro potere magico si esaurisce, e solo in quel momento verranno portate via dalla "Legge della Ruota".
Il concetto importantissimo che l'anime vuole comunicare è che, nonostante siano sparite le streghe, le ragazze hanno accettato un contratto: un desiderio è pur sempre un desiderio; un miracolo resta un miracolo e questa loro scelta le condanna ugualmente a un destino di dure battaglie e continui scontri. Madoka non elimina il concetto di maga, bensì quello di strega: le maghe sono esistite, esistono e sempre esisteranno, e in quanto tali la loro sorte è quella di combattere.
Per questo non vedo più il finale della serie come eccessivamente buonista: se fosse stato tale, Madoka avrebbe eliminato la sofferenza, la morte in battaglia o gli Incubators; ma così non è stato e non posso che esserne felice.
<b>Fine parte contenente spoiler</b>
Dopo questa logorroica trattazione della trama, è giunto il momento di parlare dei personaggi. La mia opinione su Madoka purtroppo non è cambiata molto rispetto a prima: anche se "si fa tutto per lei", resta fondamentalmente di poca utilità, non fa altro che frignare per buona parte della serie. È un personaggio che ho trovato pesante e ingenuo a livelli inaccettabili, della sua crescita psicologica ho già parlato, ma a suo favore posso dire che per una volta hanno dato una degna spiegazione a un potere magico incredibile. Se spesso capita di trovare personaggi particolarmente dotati "perché sì", Madoka non lo è: fin da subito ci viene detto che il suo potenziale magico è il più grande che sia mai esistito, ma ciò è giustificato in maniera veramente eccellente nell'episodio dedicato a Homura.
Parliamo anche di lei: sin da subito ci viene presentata come "quella misteriosa", colei che sa e non vuol dire, e le sue vere intenzioni resteranno poco chiare fino all'ultimo. Il suo scopo è impedire che Madoka stringa il patto con Kyubey, ma fino a un certo punto non sapremo mai perché. E devo dire, tutto mi aspettavo fuorché la storia che poi hanno tirato fuori: al di là del fatto che l'idea possa essere banale o meno, è il come ci viene narrata che mi ha stupita. Seguiamo il suo percorso di crescita con calma, abbiamo il tempo di capire cosa l'ha spinta a diventare una maga e quali fatti abbiano stravolto in maniera così radicale il suo vero carattere (carattere che peraltro viene saltuariamente fuori nel corso della serie, lasciando qualche piccolo indizio su chi sia lei veramente). Uno dei personaggi migliori e senz'altro il più intrigante.
Altro personaggio che mi ha molto colpito è stato Mami: forse può essere identificata come la "sintesi" di tutta una serie. Lei è gentile, è la veterana pronta ad aiutare gli altri e a combattere per le sue convinzioni, è bella e brava e cucina degli ottimi dolci. Se non fosse che, in realtà, è una persona sola. Dietro a quel sorriso nasconde paura, dolore e un gran senso di solitudine che prontamente maschera per non farlo conoscere agli altri, ed è veramente un peccato che su di lei ci venga detto così poco.
Ignara di tutto ciò, Mami viene presa a modello da Sayaka, la Puella azzurra. Come ho già detto, questo personaggio è forse più odiato che amato. Personalmente trovo un po' pesante la sua psicologia e mi irrita il modo in cui ha ragionato: il più grande errore che ha commesso a mio parere è stato ingigantire un certo problema oltre misura, salvo poi non fare nulla per risolverlo. Nulla che non sia disperarsi, s'intende. E forse proprio per questo è la più umana, la più "ragazzina" fra tutte le cinque protagoniste: una contraddizione di buone intenzioni ed eccessive paranoie.
Ah, ma ho detto cinque? Non sono mica quattro i personaggi principali dell'anime?
No, signori, sono cinque: manca Kyoko Sakura, che, pur essendo la mia preferita, non ho citato in precedenza per non toccare gli spoiler a cui è legata. Anche lei è un personaggio estremamente interessante, in quanto ci viene inizialmente presentata come l'infame di turno, la cui mentalità si oppone e si scontra con quella di Sayaka: se quest'ultima combatte per la giustizia seguendo gli ideali di Mami, Kyoko combatte solo per sé stessa e per il suo interesse, almeno fino a un certo punto della storia. Il suo passato (svelato in una delle migliori sequenze di tutto l'anime) ci spiega chi e cosa l'abbiano portata a tenere un simile atteggiamento; ma sarà proprio quel passato a determinare la scelta che stravolgerà le carte in tavola e avvierà la trama verso la sua conclusione.
Vorrei spendere qualche parola anche per Kyubey, che passa facilmente per il cattivo della situazione quando non è necessariamente detto che lo sia. Il suo compito è appunto quello di stringere il patto fra la sua razza e le ragazze terrestri, generando le Soul Gem e quindi le maghe. Generalmente è famoso per il "perché non ci hai detto tutto questo?!" - "Perché non me lo avete chiesto", difatti il simpatico quadrupede non prova alcuna emozione e i valori degli umani gli sono totalmente estranei. Per questo motivo non mi sento assolutamente di odiarlo: non fa quel che fa per cattiveria ma perché, secondo il suo modo di vedere privo di sentimenti umani, è la scelta più ovvia e conveniente; e ho letteralmente amato i numerosi momenti in cui il suo freddo pragmatismo e il suo cinismo si scontrano con la visione umana della situazione, generando spesso e volentieri un black humor piuttosto particolare.
Sui personaggi secondari non rimane molto da aggiungere: svolgono il loro compito senza essere né dimenticabili né indimenticabili. Alcuni di loro in particolare avranno una parte attiva nel corso degli eventi, anche se, almeno per quel che riguarda la madre di Madoka, trovo una sua scelta negli ultimi episodi molto poco credibile.
Dopo questo secondo sproloquio sui personaggi, giungiamo a trattare della parte tecnica.
La sceneggiatura, come ho detto, poteva essere ridotta in alcuni punti, mentre la regia è davvero fenomenale, specialmente nella parte finale dell'episodio 8 che riguarda Sayaka e la battaglia di Homura contro Walpurgis. In generale, ogni singolo scontro - sia fra maghe e maghe che fra maghe e streghe - è trattato magistralmente, merito dell'unione perfetta di regia, animazioni e colonna sonora.
Il character design è ottimo sia per quanto riguarda le puellae sia per le streghe, stesso dicasi per le animazioni, salvo rare eccezioni (e ho notato con piacere che i punti più bassi sono stati poi rifatti daccapo nei primi due film). Da notare anche le trasformazioni delle ragazze in maghe, caratteristiche del genere majokko, ma che per fortuna dello spettatore non si ripetono in ogni episodio e non durano più di mezzo minuto.
Eccezionale la colonna sonora composta da Yuki Kajiura: la considero probabilmente una delle migliori di sempre, in quanto estremamente variegata così da adattarsi senza forzature alle situazioni allegre, drammatiche e serie dell'anime. Molto carina la opening "Connect" cantata dal duo ClariS, terribilmente bella la ending "Magia" cantata dalle Kalafina, per non citare poi "...and I'm home", romanticissima ending speciale dell'episodio 9.
Insomma, dopo più di 2.000 parole sono pronta a chiudere questa recensione, sperando che sia definitiva (anche se non penso che "Madoka Magica" abbia ancora esaurito tutto quel che ha da dirmi).
Ero incerta sul voto, perché a livello propriamente sentimentale questa è una delle mie serie preferite (se non quella che preferisco in assoluto), ma riconosco che i difetti li ha e alcuni non sono esattamente trascurabili.
Alla fine ho optato per un nove, a mio parere meritatissimo. Il consiglio per chi si vuol approcciare a questa serie o per chi lo ha già fatto è: non limitatevi a una sola visione. Se l'avete guardata una volta e non vi ha detto nulla, provate a guardarla ancora, perché vi sorprenderete dei diversi livelli di significato che vengon fuori volta per volta. E se ancora non vi sarà piaciuta, spero che vi avrà lasciato almeno un ricordo da conservare nel tempo in mezzo all'incredibile numero di anime finora usciti e che usciranno.
Se mi chiedessero di abbinare una frase qualsiasi a quest'anime sceglierei sicuramente l'inizio della canzoncina di Pollon: "Sembra talco ma non è..."
Ecco, Madoka Magica con la sua grafica tenera e pucciosa, l'opening allegra e un'apparente protagonista rosa insicura delle proprie capacità e del proprio valore, sembra il classico majokko stereotipato. Appunto, sembra. In realtà come la cocaina, che a differenza del talco ha ben altri effetti, anche quest'anime a differenza di molti altri mahou shoujo, ha atmosfere, contenuti e protagoniste ben diversi dal solito e farà provare allo spettatore tante emozioni e vi assicuro che nessuno di queste è gioia, allegria o felicità.
Madoka Magica, (ispirato al "Faust" di Goethe) è un prodotto colto, raffinato, sottile, in grado, a mio avviso, di colpire chiunque e che sconvolge letteralmente tutti i criteri standard del majokko. Madoka Kaname, 14 anni, la ragazzina rosa insicura, tanto per cominciare, non è la protagonista, ma l'oggetto della vicenda. Possiede, come tutte le paladine rosa che si rispettino, un potenziale enormemente superiore a quello delle altre maghe, ma a differenza delle suddette paladine, questa sua caratteristica non è immotivata, ha un'origine profonda e complessa che inizialmente nessuno sarà in grado di capire. Inoltre, questa volta, le sue insicurezza, dolcezza e goffaggine non solo le salveranno la vita per gran parte del tempo, ma le permetteranno davvero di fare le sue scelte in maniera consapevole e matura. Non è la sola a essere "insolita". Anche gli altri personaggi principali, infatti, sono esattamente come il talco di Pollon.
Sayaka Miki, 14 anni anche lei, migliore amica di Madoka, il colore che la contraddistingue è il blu. Sayaka è la protagonista di tutta la parte centrale della serie. E' impetuosa, impulsiva, molto coraggiosa, altruista, generosa, decide di diventare maga per guarire Kyosuke Kamijo, il ragazzo che ama e per proteggere lui, i suoi amici, la sua famiglia e la gente dalle streghe, come una vera paladina per la giustizia. Eppure, tutte queste sue caratteristiche non costituiranno un punto di forza, al contrario saranno il suo tallone d'Achille, perché Sayaka non vuole accettare il fatto che per essere maghe bisogna in un modo o nell'altro scendere a compromessi con il male e la disperazione, necessariamente e forzatamente. Inoltre anche lei come una persona qualunque, conosce oltre che la paura e il coraggio, anche la solitudine, la delusione, l'amicizia, il dolore e la disperazione. E' senza dubbio la più umana della serie e la descrizione che ho fatto di lei è estremamente riduttiva. Per conoscerla anche solo superficialmente non basta una recensione. Davvero.
Mami Tomoe, la "gialla-arancione". Solo basandoci sul suo character design si può benissimo intuire dai ricci biondi, dal seno prosperoso e lo sguardo serafico il suo modo di fare materno, protettivo e il fatto che sia esperta. Il suo fare sicuro, però, nasconde un grande vuoto e un'immensa solitudine: la ragazza è incompresa dal resto del mondo. Mami infatti ha perso la sua famiglia in un incidente d'auto e ha scelto di essere maga e combattere le streghe per sfuggire alla morte in quella tragica situazione. In Sayaka e Madoka (soprattutto in quest'ultima), troverà finalmente qualcuno che desidera condividere il suo stesso destino e sarà lei a spronare entrambe affinché accettino di diventare paladine della giustizia.
Kyoko Sakura, la "rossa", al contrario di Mami non è né materna né gentile, anzi inizialmente il suo modo di fare è sadico, cinico e violento. Anche Kyoko è una veterana come Mami, ma a differenza di quest'ultima combatte unicamente per se stessa e i suoi fini personali. Nonostante le premesse un po' scoraggianti su questo personaggio, in realtà Kyoko rivelerà una sensibilità straordinaria nel corso della storia e il suo modo di fare in realtà è perfettamente giustificabile. E' inoltre l'unica ad accettare senza tante storie il meccanismo fondamentale di ciò che ha scelto di diventare. La sua evoluzione verrà esaminata in base all'approfondimento del suo rapporto con Sayaka.
Homura Akemi, la "nera", algida e impenetrabile e dal temperamento freddo e distaccato, è una maga che nasconde tanti segreti. Chi è realmente? Perché si batte tanto affinché Madoka e Sayaka non diventino maghe? Perché è ostile a Mami? Cosa ha contro Kyubey? Qual è il suo potere? Come mai è a conoscenza di così tante cose? Cosa la spinge a comportarsi in maniera tanto diffidente e apparentemente indifferente? Le risposte a queste domande saranno la chiave per comprendere tutta la serie.
Tra i personaggi principali abbiamo, infine, Kyubey, la mascotte che propone di stipulare un contratto alle ragazze per diventare maghe in cambio dell'esaudimento di un desiderio. Il suo aspetto tenero e puccioso e la sua voce dolce, carina e androgina non nascondono una mente diabolica come molti pensano. Il modo di fare di Kyubey segue una logica inoppugnabile e io personalmente condivido le sue idee in tutto e per tutto. Anche lui è un personaggio positivo se lo si esamina sotto i giusti punti di vista.
Madoka Magica sicuramente ci propone come personaggi principali non solo dei disegni, ma vere e proprie persone, che non agiscono a random "perché questo è un majokko e si fa così". I nemici che ci presenta non sono esseri più o meno alieni con uno scopo ben preciso, ma entità maligne e malvagie dall'origine ignota ai più, chiamate streghe. Attraverso un complesso lavoro di animazione, le streghe vengono rese in maniera grottesca, con riferimenti storici, artistici e... il resto scopritelo da soli. La battaglia contro di loro non è un gioco ma una lotta per la vita.
Madoka Magica in più stravolge anche il concetto di oggetto magico. La Soul Gem, la fonte del potere delle maghe, l'oggetto che consente loro di trasformarsi e il Greef Seed, l'uovo di strega, quello che appunto queste ultime lasciano una volta sconfitte, non sono ciò che sembrano. Il loro potere è comunque molto molto grande.
I combattimenti non avvengono con bacchette magiche o scettri o colpi in stile Pretty Cure (gran fulmine nero, gran fulmine bianco, eccetera eccetera), ma con armi vere e proprie: c'è chi ha una spada come Sayaka, chi una lancia come Kyoko, chi un fucile a pietra focaia come Mami.
Sicuramente quelli esaminati sono solo alcune delle tante sfaccettature che quest'anime mostra, ma prima di concludere la mia recensione una lode di merito è d'obbligo per quanto riguarda le animazioni così cupe e psichedeliche e le musiche, sempre appropriate e mai fuori luogo. Di gran pregio è l'ending "Magia" delle Kalafina, che rispecchia davvero lo spirito della serie.
Consiglio a tutti la visione di quest'anime, che in 12 episodi affronta tantissimi temi anche pesanti e porta avanti allo stesso tempo una trama complessa con dei personaggi a mio avviso davvero ottimamente caratterizzati. Non fatevi ingannare dal design moe e visionate Madoka Magica. Fidatevi, "sembra talco ma non è"!
Ecco, Madoka Magica con la sua grafica tenera e pucciosa, l'opening allegra e un'apparente protagonista rosa insicura delle proprie capacità e del proprio valore, sembra il classico majokko stereotipato. Appunto, sembra. In realtà come la cocaina, che a differenza del talco ha ben altri effetti, anche quest'anime a differenza di molti altri mahou shoujo, ha atmosfere, contenuti e protagoniste ben diversi dal solito e farà provare allo spettatore tante emozioni e vi assicuro che nessuno di queste è gioia, allegria o felicità.
Madoka Magica, (ispirato al "Faust" di Goethe) è un prodotto colto, raffinato, sottile, in grado, a mio avviso, di colpire chiunque e che sconvolge letteralmente tutti i criteri standard del majokko. Madoka Kaname, 14 anni, la ragazzina rosa insicura, tanto per cominciare, non è la protagonista, ma l'oggetto della vicenda. Possiede, come tutte le paladine rosa che si rispettino, un potenziale enormemente superiore a quello delle altre maghe, ma a differenza delle suddette paladine, questa sua caratteristica non è immotivata, ha un'origine profonda e complessa che inizialmente nessuno sarà in grado di capire. Inoltre, questa volta, le sue insicurezza, dolcezza e goffaggine non solo le salveranno la vita per gran parte del tempo, ma le permetteranno davvero di fare le sue scelte in maniera consapevole e matura. Non è la sola a essere "insolita". Anche gli altri personaggi principali, infatti, sono esattamente come il talco di Pollon.
Sayaka Miki, 14 anni anche lei, migliore amica di Madoka, il colore che la contraddistingue è il blu. Sayaka è la protagonista di tutta la parte centrale della serie. E' impetuosa, impulsiva, molto coraggiosa, altruista, generosa, decide di diventare maga per guarire Kyosuke Kamijo, il ragazzo che ama e per proteggere lui, i suoi amici, la sua famiglia e la gente dalle streghe, come una vera paladina per la giustizia. Eppure, tutte queste sue caratteristiche non costituiranno un punto di forza, al contrario saranno il suo tallone d'Achille, perché Sayaka non vuole accettare il fatto che per essere maghe bisogna in un modo o nell'altro scendere a compromessi con il male e la disperazione, necessariamente e forzatamente. Inoltre anche lei come una persona qualunque, conosce oltre che la paura e il coraggio, anche la solitudine, la delusione, l'amicizia, il dolore e la disperazione. E' senza dubbio la più umana della serie e la descrizione che ho fatto di lei è estremamente riduttiva. Per conoscerla anche solo superficialmente non basta una recensione. Davvero.
Mami Tomoe, la "gialla-arancione". Solo basandoci sul suo character design si può benissimo intuire dai ricci biondi, dal seno prosperoso e lo sguardo serafico il suo modo di fare materno, protettivo e il fatto che sia esperta. Il suo fare sicuro, però, nasconde un grande vuoto e un'immensa solitudine: la ragazza è incompresa dal resto del mondo. Mami infatti ha perso la sua famiglia in un incidente d'auto e ha scelto di essere maga e combattere le streghe per sfuggire alla morte in quella tragica situazione. In Sayaka e Madoka (soprattutto in quest'ultima), troverà finalmente qualcuno che desidera condividere il suo stesso destino e sarà lei a spronare entrambe affinché accettino di diventare paladine della giustizia.
Kyoko Sakura, la "rossa", al contrario di Mami non è né materna né gentile, anzi inizialmente il suo modo di fare è sadico, cinico e violento. Anche Kyoko è una veterana come Mami, ma a differenza di quest'ultima combatte unicamente per se stessa e i suoi fini personali. Nonostante le premesse un po' scoraggianti su questo personaggio, in realtà Kyoko rivelerà una sensibilità straordinaria nel corso della storia e il suo modo di fare in realtà è perfettamente giustificabile. E' inoltre l'unica ad accettare senza tante storie il meccanismo fondamentale di ciò che ha scelto di diventare. La sua evoluzione verrà esaminata in base all'approfondimento del suo rapporto con Sayaka.
Homura Akemi, la "nera", algida e impenetrabile e dal temperamento freddo e distaccato, è una maga che nasconde tanti segreti. Chi è realmente? Perché si batte tanto affinché Madoka e Sayaka non diventino maghe? Perché è ostile a Mami? Cosa ha contro Kyubey? Qual è il suo potere? Come mai è a conoscenza di così tante cose? Cosa la spinge a comportarsi in maniera tanto diffidente e apparentemente indifferente? Le risposte a queste domande saranno la chiave per comprendere tutta la serie.
Tra i personaggi principali abbiamo, infine, Kyubey, la mascotte che propone di stipulare un contratto alle ragazze per diventare maghe in cambio dell'esaudimento di un desiderio. Il suo aspetto tenero e puccioso e la sua voce dolce, carina e androgina non nascondono una mente diabolica come molti pensano. Il modo di fare di Kyubey segue una logica inoppugnabile e io personalmente condivido le sue idee in tutto e per tutto. Anche lui è un personaggio positivo se lo si esamina sotto i giusti punti di vista.
Madoka Magica sicuramente ci propone come personaggi principali non solo dei disegni, ma vere e proprie persone, che non agiscono a random "perché questo è un majokko e si fa così". I nemici che ci presenta non sono esseri più o meno alieni con uno scopo ben preciso, ma entità maligne e malvagie dall'origine ignota ai più, chiamate streghe. Attraverso un complesso lavoro di animazione, le streghe vengono rese in maniera grottesca, con riferimenti storici, artistici e... il resto scopritelo da soli. La battaglia contro di loro non è un gioco ma una lotta per la vita.
Madoka Magica in più stravolge anche il concetto di oggetto magico. La Soul Gem, la fonte del potere delle maghe, l'oggetto che consente loro di trasformarsi e il Greef Seed, l'uovo di strega, quello che appunto queste ultime lasciano una volta sconfitte, non sono ciò che sembrano. Il loro potere è comunque molto molto grande.
I combattimenti non avvengono con bacchette magiche o scettri o colpi in stile Pretty Cure (gran fulmine nero, gran fulmine bianco, eccetera eccetera), ma con armi vere e proprie: c'è chi ha una spada come Sayaka, chi una lancia come Kyoko, chi un fucile a pietra focaia come Mami.
Sicuramente quelli esaminati sono solo alcune delle tante sfaccettature che quest'anime mostra, ma prima di concludere la mia recensione una lode di merito è d'obbligo per quanto riguarda le animazioni così cupe e psichedeliche e le musiche, sempre appropriate e mai fuori luogo. Di gran pregio è l'ending "Magia" delle Kalafina, che rispecchia davvero lo spirito della serie.
Consiglio a tutti la visione di quest'anime, che in 12 episodi affronta tantissimi temi anche pesanti e porta avanti allo stesso tempo una trama complessa con dei personaggi a mio avviso davvero ottimamente caratterizzati. Non fatevi ingannare dal design moe e visionate Madoka Magica. Fidatevi, "sembra talco ma non è"!
Rai4 recentemente ci ha intrattenuto con l'anime "Puella Magi ★ Madoka Magica", titolo originale "Mahō shōjo Madoka Magika", anime genere majokko del 2011 scritto dal Magica Quartet e diretto da Akiyuki Shinbō.
Madoka Kaname è una ragazzina del secondo anno delle medie, la sua vita trascorre serenamente circondata dall'affetto della sua famiglia e delle sue amiche, Sayaka Miki e Hitomi Shizuki, fino a quando non comincia a fare uno strano sogno ricorrente in cui una ragazza misteriosa le salva la vita combattendo.
Non mi aspetto mai niente di trascendentale da un majokko se non delle maghe che combattono il male e qualche gag. Ma qui il concetto va oltre ogni immaginazione. Nei primi due episodi ci si aspetta un majokko di stampo classico, forse più serio del normale, ma con elementi tutto sommato ordinari. Al terzo episodio, lo schiaffo in pieno viso. Non c'è niente di consueto, niente che fa sperare in un lieto fine. E soprattutto niente di allegro. E' una tragedia, la realtà presentata non può essere modificata, non si può tornare indietro, sebbene qualcuno ci provi continuamente, invano.
Ma veniamo alla descrizione vera e propria. La storia è ben concatenata grazie alle relazioni profonde, sia di amore sia di odio, tra i personaggi; ognuno ha un ruolo fondamentale. La protagonista, anche se talvolta non sembrerebbe, è Madoka Kaname, ragazzina sensibile ed emotiva, non accetta le ingiustizie e si dispera se qualcuno soffre. Ha due amiche molto strette, Sayaka, esuberante e impulsiva, e Hitomi, più seria e riflessiva. Madoka si è sempre sentita inutile e senza uno scopo nella vita, fino a quando non incontra Homura e Kyubey, una sorta di famiglio. Carino, vero? Aspettate qualche puntata. Quest'ultimo vede in lei un potenziale magico incredibilmente alto e tenta in tutti i modi di persuaderla a diventare una maga. Come unica antagonista di Kyubey, Homura Akemi, nuova compagna di classe di Madoka, chiusa e diffidente, che avverte Madoka di non fidarsi del simpatico famiglio. La prima maga che appare nell'anime, Mami Tomoe, cordiale e buona verso il prossimo, diventerà il modello di vita di Madoka. L'unica combattente che all'inizio starà un po' antipatica è Kyoko Sakura, disillusa e individualista, ma con il tempo si imparerà a conoscerla e capirla.
Kyubey offre la possibilità a delle ragazze prescelte di avverare un loro desiderio a un unico prezzo: diventare maghe per sempre. Una volta trasformate, le maghe ottengono la Soul Gem, una gemma magica contenente il loro potere che permette la trasformazione per combattere contro le streghe, degli esseri esistenti in una realtà distorta aventi come unico scopo quello di spargere i semi della disperazione e della morte a discapito delle ignare persone, che, marchiate dal bacio della strega, non possono vederle, in quanto esse appaiono sotto forma di catastrofi, devastanti eventi meteorologici o malattie. Una volta sconfitte le streghe, quello che rimane è il Grief Seed, il seme indispensabile per purificare la Soul Gem, che ad ogni vittoria ottiene un po' di oscurità. Tutto ciò appare più o meno nella norma, se non fosse che dietro l'apparizione delle streghe si nasconde un'amara verità che il buon Kyubey non esita a sputarvi addosso dopo alcune puntate con tutta la sua non-chalance. Le maghe non sono semplici combattenti, le streghe non sono semplici nemici e tu vuoi tirare un pugno alla tv e possibilmente anche al Magica Quartet.
Le ambientazioni sono l'elemento che più mi ha colpita. Il panorama che si vede spesso durante i dialoghi tra Madoka e i vari personaggi è parecchio suggestivo, la scuola in cui studiano le ragazze ha del futuristico grazie ai suoi "muri" trasparenti, le scene casalinghe sono ricche di dettagli che richiamano le caratteristiche dei personaggi, come i quadri in levitazione e l'ingranaggio di un orologio a casa di Homura (collegherete più avanti nella storia) o l'accogliente casa di lusso di Mami.
Il mondo delle streghe è la peculiarità dell'anime. Per poterle sconfiggere, le maghe devono combattere sul suolo nemico, una barriera in cui, se una persona normale l'oltrepassa, viene risucchiata senza la possibilità di tornare indietro, una sorta di mondo psichedelico e infernale, con elementi richiamanti molti quadri famosi di Dalì, Chagall, Klimt, Van Gogh, Picasso, che rappresentano i rimorsi, i rimpianti, le paure relativi alle persone presenti al cospetto della strega.
Le musiche come "Gradus Prohibitus" che accompagnano le maghe durante le folli battaglie si sposano benissimo con l'inquietante contesto, come del resto tutta la colonna sonora di Yuki Kajiura, dai momenti di trama con "Sis Puella Magica!" ai momenti più tranquilli con "Postmeridie" e "Salve, Terrae Magicae", all'opening "Connect", fino all'ending "Magia".
La grafica generale è molto ben curata, a partire dai colori accesi, ai fasci di luce che attraversano i personaggi in determinati risvolti della storia mettendoli in ombra, creando così un effetto totalmente azzeccato, alla caratterizzazione fisica delle maghe, ognuna con il suo abito e la sua arma, di Kyubey, con la sua staticità calcolata, e in particolar modo delle streghe e dei loro aiutanti, ricchissimi di dettagli.
Ho apprezzato molto questa piccola opera psichedelica e la consiglio a chi non vuole imbattersi nel solito majokko, a chi viene attirato dalle atmosfere e dalle musiche destabilizzanti e a chi accetta i finali un po' contorti.
Madoka Kaname è una ragazzina del secondo anno delle medie, la sua vita trascorre serenamente circondata dall'affetto della sua famiglia e delle sue amiche, Sayaka Miki e Hitomi Shizuki, fino a quando non comincia a fare uno strano sogno ricorrente in cui una ragazza misteriosa le salva la vita combattendo.
Non mi aspetto mai niente di trascendentale da un majokko se non delle maghe che combattono il male e qualche gag. Ma qui il concetto va oltre ogni immaginazione. Nei primi due episodi ci si aspetta un majokko di stampo classico, forse più serio del normale, ma con elementi tutto sommato ordinari. Al terzo episodio, lo schiaffo in pieno viso. Non c'è niente di consueto, niente che fa sperare in un lieto fine. E soprattutto niente di allegro. E' una tragedia, la realtà presentata non può essere modificata, non si può tornare indietro, sebbene qualcuno ci provi continuamente, invano.
Ma veniamo alla descrizione vera e propria. La storia è ben concatenata grazie alle relazioni profonde, sia di amore sia di odio, tra i personaggi; ognuno ha un ruolo fondamentale. La protagonista, anche se talvolta non sembrerebbe, è Madoka Kaname, ragazzina sensibile ed emotiva, non accetta le ingiustizie e si dispera se qualcuno soffre. Ha due amiche molto strette, Sayaka, esuberante e impulsiva, e Hitomi, più seria e riflessiva. Madoka si è sempre sentita inutile e senza uno scopo nella vita, fino a quando non incontra Homura e Kyubey, una sorta di famiglio. Carino, vero? Aspettate qualche puntata. Quest'ultimo vede in lei un potenziale magico incredibilmente alto e tenta in tutti i modi di persuaderla a diventare una maga. Come unica antagonista di Kyubey, Homura Akemi, nuova compagna di classe di Madoka, chiusa e diffidente, che avverte Madoka di non fidarsi del simpatico famiglio. La prima maga che appare nell'anime, Mami Tomoe, cordiale e buona verso il prossimo, diventerà il modello di vita di Madoka. L'unica combattente che all'inizio starà un po' antipatica è Kyoko Sakura, disillusa e individualista, ma con il tempo si imparerà a conoscerla e capirla.
Kyubey offre la possibilità a delle ragazze prescelte di avverare un loro desiderio a un unico prezzo: diventare maghe per sempre. Una volta trasformate, le maghe ottengono la Soul Gem, una gemma magica contenente il loro potere che permette la trasformazione per combattere contro le streghe, degli esseri esistenti in una realtà distorta aventi come unico scopo quello di spargere i semi della disperazione e della morte a discapito delle ignare persone, che, marchiate dal bacio della strega, non possono vederle, in quanto esse appaiono sotto forma di catastrofi, devastanti eventi meteorologici o malattie. Una volta sconfitte le streghe, quello che rimane è il Grief Seed, il seme indispensabile per purificare la Soul Gem, che ad ogni vittoria ottiene un po' di oscurità. Tutto ciò appare più o meno nella norma, se non fosse che dietro l'apparizione delle streghe si nasconde un'amara verità che il buon Kyubey non esita a sputarvi addosso dopo alcune puntate con tutta la sua non-chalance. Le maghe non sono semplici combattenti, le streghe non sono semplici nemici e tu vuoi tirare un pugno alla tv e possibilmente anche al Magica Quartet.
Le ambientazioni sono l'elemento che più mi ha colpita. Il panorama che si vede spesso durante i dialoghi tra Madoka e i vari personaggi è parecchio suggestivo, la scuola in cui studiano le ragazze ha del futuristico grazie ai suoi "muri" trasparenti, le scene casalinghe sono ricche di dettagli che richiamano le caratteristiche dei personaggi, come i quadri in levitazione e l'ingranaggio di un orologio a casa di Homura (collegherete più avanti nella storia) o l'accogliente casa di lusso di Mami.
Il mondo delle streghe è la peculiarità dell'anime. Per poterle sconfiggere, le maghe devono combattere sul suolo nemico, una barriera in cui, se una persona normale l'oltrepassa, viene risucchiata senza la possibilità di tornare indietro, una sorta di mondo psichedelico e infernale, con elementi richiamanti molti quadri famosi di Dalì, Chagall, Klimt, Van Gogh, Picasso, che rappresentano i rimorsi, i rimpianti, le paure relativi alle persone presenti al cospetto della strega.
Le musiche come "Gradus Prohibitus" che accompagnano le maghe durante le folli battaglie si sposano benissimo con l'inquietante contesto, come del resto tutta la colonna sonora di Yuki Kajiura, dai momenti di trama con "Sis Puella Magica!" ai momenti più tranquilli con "Postmeridie" e "Salve, Terrae Magicae", all'opening "Connect", fino all'ending "Magia".
La grafica generale è molto ben curata, a partire dai colori accesi, ai fasci di luce che attraversano i personaggi in determinati risvolti della storia mettendoli in ombra, creando così un effetto totalmente azzeccato, alla caratterizzazione fisica delle maghe, ognuna con il suo abito e la sua arma, di Kyubey, con la sua staticità calcolata, e in particolar modo delle streghe e dei loro aiutanti, ricchissimi di dettagli.
Ho apprezzato molto questa piccola opera psichedelica e la consiglio a chi non vuole imbattersi nel solito majokko, a chi viene attirato dalle atmosfere e dalle musiche destabilizzanti e a chi accetta i finali un po' contorti.
Paragonato a Evangelion come impatto sul genere di cui tratta, "Puella Magi Madoka Magica" è senz'altro un titolo che fa parlare per i temi trattati, ma se lo si analizza ancora più a fondo le crepe ci sono, e sono assai consistenti, più di quanto non lo fossero quelle del primo anime citato.
Madoka, la protagonista, farà la parte della mascotte, infatti ella fino all'estremo si sentirà quasi 'costretta' a stare ferma senza aiutare gli altri, a girarsi i pollici con i suoi ragionamenti senza carisma alcuno; se non fosse rosa e la storia non portasse il suo nome, non la troverei di certo come la protagonista di questo mahou shoujo. Ma, naturalmente, partiamo con la trama prima di addentrarci nei meandri oscuri quali le caratterizzazioni dei personaggi. Come già detto, Madoka è la protagonista; già, è tutta rosa, dev'essere senz'altro lei anche se è la ragazza più anonima della serie. Ha una famiglia normale anche se la madre, giovane sì ma piuttosto incosciente, le lascia fare ciò che desidera dall'inizio alla fine di questa storia. Ma tranquilli, possiamo dire che quelli di Madoka sono i genitori più presenti della serie: insomma, non chiamiamo il telefono azzurro perché non servirebbe a nulla. Comunque, Madoka frequenta la scuola come tutte e naturalmente ha delle amiche, tra cui Hitomi, la classica secchiona (che improvvisamente sparirà nel nulla), e Sayaka, la tipica ragazza spigliata del gruppo, e che risalta assai quando in mezzo a due 'piene di vita' come Madoka e Hitomi. La storia inizia quando una misteriosa ragazza dai corvini capelli lunghi entra a far parte di quella classe. La ragazza in questione, Homura (molto Mary Sue), pare avere uno strano interesse verso Madoka... No no, niente fanservice yuri, quello viene dopo! A Sayaka però quella ragazza non convince per nulla e, infatti, quando la rincontreranno nel pomeriggio mentre dà la caccia a un innocente animaletto, Madoka e Sayaka capiranno che quella che pareva perfezione in realtà nascondeva tanto sadismo, o almeno così a loro pare, dato che quella ragazza misteriosa aveva anche dei poteri da maghetta che però utilizzava solo per la sua rendita. Non come Mami, un'altra maghetta bionda che salva tutti, compreso l'animaletto di nome Kyubey. Il piccolo Kyubey, come un buon promotore pubblicitario, per tutta la durata della storia non farà altro che pubblicizzare il suo prodotto, ovvero la Soul Gem, creata dal desiderio di una ragazza e in grado di farla diventare appunto magica, come nei casi di Homura e Mami. Come un diavolo tentatore ma più 'kawaii', Kyubey insisterà su tutte le protagoniste con stratagemmi psicologici degni del migliore strizzacervelli, fino ad adescarle tutte nella sua ingegnosa trappola, anche se la fifoneria di Madoka gli darà parecchio filo da torcere.
La caratterizzazione di tutte le maghette è sì trattata, ma non approfondita, scavata. Insomma, quel bell'involucro che vediamo all'inizio ben presto si schiude e agli occhi dei più esperti (e non solo) è chiaro che non vi è nulla se non quel modello iniziale di un carattere che però si sgretola. Ci si aggrappa nelle note di metà/fine serie all'amicizia tra soprattutto due "coppie" di maghette, e devo dir la verità, per me hanno marciato anche un po' su un'atmosfera quasi amorosa tra di loro, come a voler innaffiare leggermente di fanservice yuri, che fortunatamente chiudendo un occhio si può sopportare. L'idea di creare scandalo con una versione 'nuda e cruda' del lato negativo di quello che negli anime magici sembra sempre un arcobaleno di bei colori e sentimenti è buonissima, nulla da obbiettare, ma è veramente così ben fatta o forse è in realtà un cumulo di frivolezza? Si è dato più peso al dare lo stupore a tutti gli spettatori, oppure al concepire qualcosa di solido nel tempo? Beh, io penso che quando diventerà così tanto noto da non creare più quello scandalo iniziale, Madoka Magica subirà un drastico calo, perché non regge, è pieno di crepe.
Do la sufficienza perché l'idea e lo scopo di partenza sono stati raggiunti con il massimo dei risultati e la grafica nonostante quello stile un po' troppo "sporco" di matita è guardabile.
Madoka, la protagonista, farà la parte della mascotte, infatti ella fino all'estremo si sentirà quasi 'costretta' a stare ferma senza aiutare gli altri, a girarsi i pollici con i suoi ragionamenti senza carisma alcuno; se non fosse rosa e la storia non portasse il suo nome, non la troverei di certo come la protagonista di questo mahou shoujo. Ma, naturalmente, partiamo con la trama prima di addentrarci nei meandri oscuri quali le caratterizzazioni dei personaggi. Come già detto, Madoka è la protagonista; già, è tutta rosa, dev'essere senz'altro lei anche se è la ragazza più anonima della serie. Ha una famiglia normale anche se la madre, giovane sì ma piuttosto incosciente, le lascia fare ciò che desidera dall'inizio alla fine di questa storia. Ma tranquilli, possiamo dire che quelli di Madoka sono i genitori più presenti della serie: insomma, non chiamiamo il telefono azzurro perché non servirebbe a nulla. Comunque, Madoka frequenta la scuola come tutte e naturalmente ha delle amiche, tra cui Hitomi, la classica secchiona (che improvvisamente sparirà nel nulla), e Sayaka, la tipica ragazza spigliata del gruppo, e che risalta assai quando in mezzo a due 'piene di vita' come Madoka e Hitomi. La storia inizia quando una misteriosa ragazza dai corvini capelli lunghi entra a far parte di quella classe. La ragazza in questione, Homura (molto Mary Sue), pare avere uno strano interesse verso Madoka... No no, niente fanservice yuri, quello viene dopo! A Sayaka però quella ragazza non convince per nulla e, infatti, quando la rincontreranno nel pomeriggio mentre dà la caccia a un innocente animaletto, Madoka e Sayaka capiranno che quella che pareva perfezione in realtà nascondeva tanto sadismo, o almeno così a loro pare, dato che quella ragazza misteriosa aveva anche dei poteri da maghetta che però utilizzava solo per la sua rendita. Non come Mami, un'altra maghetta bionda che salva tutti, compreso l'animaletto di nome Kyubey. Il piccolo Kyubey, come un buon promotore pubblicitario, per tutta la durata della storia non farà altro che pubblicizzare il suo prodotto, ovvero la Soul Gem, creata dal desiderio di una ragazza e in grado di farla diventare appunto magica, come nei casi di Homura e Mami. Come un diavolo tentatore ma più 'kawaii', Kyubey insisterà su tutte le protagoniste con stratagemmi psicologici degni del migliore strizzacervelli, fino ad adescarle tutte nella sua ingegnosa trappola, anche se la fifoneria di Madoka gli darà parecchio filo da torcere.
La caratterizzazione di tutte le maghette è sì trattata, ma non approfondita, scavata. Insomma, quel bell'involucro che vediamo all'inizio ben presto si schiude e agli occhi dei più esperti (e non solo) è chiaro che non vi è nulla se non quel modello iniziale di un carattere che però si sgretola. Ci si aggrappa nelle note di metà/fine serie all'amicizia tra soprattutto due "coppie" di maghette, e devo dir la verità, per me hanno marciato anche un po' su un'atmosfera quasi amorosa tra di loro, come a voler innaffiare leggermente di fanservice yuri, che fortunatamente chiudendo un occhio si può sopportare. L'idea di creare scandalo con una versione 'nuda e cruda' del lato negativo di quello che negli anime magici sembra sempre un arcobaleno di bei colori e sentimenti è buonissima, nulla da obbiettare, ma è veramente così ben fatta o forse è in realtà un cumulo di frivolezza? Si è dato più peso al dare lo stupore a tutti gli spettatori, oppure al concepire qualcosa di solido nel tempo? Beh, io penso che quando diventerà così tanto noto da non creare più quello scandalo iniziale, Madoka Magica subirà un drastico calo, perché non regge, è pieno di crepe.
Do la sufficienza perché l'idea e lo scopo di partenza sono stati raggiunti con il massimo dei risultati e la grafica nonostante quello stile un po' troppo "sporco" di matita è guardabile.
In una tranquilla città giapponese Madoka, una ragazzina come tante, inizia a fare strani sogni e sente un richiamo d'aiuto. Si tratta di Kyubey, un grazioso animaletto peloso un po' strano, probabilmente proveniente da un mondo incantato o anche da un altro pianeta, infatti non si comprende se sia un coniglietto bianco, un gattino o una volpe. E' ferito, Madoka lo soccorre; al che Kyubey le fa una straordinaria proposta: diventare una maga (come già hanno fatto alcune sue compagne di scuola) e combattere le streghe cattive, in cambio di un desiderio, non importa quanto assurdo, lui lo realizzerà.
Una trama del genere, soprattutto se unita al character design kawaii, sembrerebbe quella di un comune anime majokko, come ce ne sono tanti, perciò, quando mi sono imbattuta in "Puella Magi Madoka Magica", nell'Anime Morning su Rai4, per puro caso e senza averne visto alcuna pubblicità, ero piuttosto scettica. Tuttavia ha prevalso la mia solita curiosità per gli anime... Per fortuna, perché definire quest'anime un classico majokko è a mio avviso sbagliato. Innanzitutto perché il piccolo "pucciosissimo" Kyubey non è affatto quello che sembra: quello che propone a Madoka è un vero e proprio contratto, ma, come spesso capita in certe circostanze, omette, apparentemente senza volerlo, i lati negativi della vita di una maga, e dietro a quegli occhietti si nasconde uno degli esseri più diabolici che abbia mai visto in un anime. Per sfortuna di Kyubey, Madoka avrà modo di avere, dall'esperienza delle sue compagne, un'anteprima su come sia davvero vivere da maga, al di là degli straordinari poteri acquisiti. Cosa deciderà? E quale sarà il suo destino?
Qualcuno ha paragonato questa storia al Faust, e io, per quel poco che conosco di quell'opera, credo che sia un paragone azzeccato; in ogni caso quest'anime mi è piaciuto moltissimo, è incredibile come lo abbia apprezzato sempre di più man mano che si andava avanti, una sequenza di sorprese e scioccanti rivelazioni, fino a culminare in un finale per nulla scontato. Positivo? Negativo? Non è facilissimo dirlo, dipende dai punti di vista, ma quel che è certo è che l'ho trovato commovente e anche del tutto coerente con la storia narrata e tutti gli avvenimenti che vi si susseguono, cosa che (almeno per me) è ciò che più conta.
Ottima è a mio avviso la caratterizzazione dei personaggi, almeno nei limiti di quanto sia possibile nei pochi episodi. La mia preferita è la misteriosa Homura, soprattutto alla luce di quanto viene scoperto alla fine sul suo conto, ma il più grande capolavoro di chi ha ideato la serie è senz'altro l'odiosissimo Kyubey, per la voce mono-tonale e per quegli occhietti, che sono perennemente inespressivi, dunque non si capisce mai cosa pensi, ma soprattutto per quell'aspetto "puccioso" associato alla vocina tipica di tutte le mascotte majokko: è proprio questo contrasto a renderlo particolarmente inquietante. In ogni caso nessun personaggio è banale, sono tutti da scoprire nel corso degli eventi.
Come ho accennato sopra, il character design è kawaii, in linea con le serie majokko, le protagoniste hanno occhioni grandi e sbrilluccicosi, e anche le trasformazioni evocano il majokko, ma anche questo è apparenza.
Particolari sono gli scenari delle battaglie, in cui le streghe hanno un aspetto strano, stilizzato.
Ho apprezzato il doppiaggio, in particolare quello di Kyubey, ma tutte le voci mi sembrano più o meno adatte ai loro personaggi. Ma più del doppiaggio ho adorato la colonna sonora, meravigliosa.
Insomma, non riesco a trovare dei difetti alla serie, perciò il mio voto finale è 10.
Una trama del genere, soprattutto se unita al character design kawaii, sembrerebbe quella di un comune anime majokko, come ce ne sono tanti, perciò, quando mi sono imbattuta in "Puella Magi Madoka Magica", nell'Anime Morning su Rai4, per puro caso e senza averne visto alcuna pubblicità, ero piuttosto scettica. Tuttavia ha prevalso la mia solita curiosità per gli anime... Per fortuna, perché definire quest'anime un classico majokko è a mio avviso sbagliato. Innanzitutto perché il piccolo "pucciosissimo" Kyubey non è affatto quello che sembra: quello che propone a Madoka è un vero e proprio contratto, ma, come spesso capita in certe circostanze, omette, apparentemente senza volerlo, i lati negativi della vita di una maga, e dietro a quegli occhietti si nasconde uno degli esseri più diabolici che abbia mai visto in un anime. Per sfortuna di Kyubey, Madoka avrà modo di avere, dall'esperienza delle sue compagne, un'anteprima su come sia davvero vivere da maga, al di là degli straordinari poteri acquisiti. Cosa deciderà? E quale sarà il suo destino?
Qualcuno ha paragonato questa storia al Faust, e io, per quel poco che conosco di quell'opera, credo che sia un paragone azzeccato; in ogni caso quest'anime mi è piaciuto moltissimo, è incredibile come lo abbia apprezzato sempre di più man mano che si andava avanti, una sequenza di sorprese e scioccanti rivelazioni, fino a culminare in un finale per nulla scontato. Positivo? Negativo? Non è facilissimo dirlo, dipende dai punti di vista, ma quel che è certo è che l'ho trovato commovente e anche del tutto coerente con la storia narrata e tutti gli avvenimenti che vi si susseguono, cosa che (almeno per me) è ciò che più conta.
Ottima è a mio avviso la caratterizzazione dei personaggi, almeno nei limiti di quanto sia possibile nei pochi episodi. La mia preferita è la misteriosa Homura, soprattutto alla luce di quanto viene scoperto alla fine sul suo conto, ma il più grande capolavoro di chi ha ideato la serie è senz'altro l'odiosissimo Kyubey, per la voce mono-tonale e per quegli occhietti, che sono perennemente inespressivi, dunque non si capisce mai cosa pensi, ma soprattutto per quell'aspetto "puccioso" associato alla vocina tipica di tutte le mascotte majokko: è proprio questo contrasto a renderlo particolarmente inquietante. In ogni caso nessun personaggio è banale, sono tutti da scoprire nel corso degli eventi.
Come ho accennato sopra, il character design è kawaii, in linea con le serie majokko, le protagoniste hanno occhioni grandi e sbrilluccicosi, e anche le trasformazioni evocano il majokko, ma anche questo è apparenza.
Particolari sono gli scenari delle battaglie, in cui le streghe hanno un aspetto strano, stilizzato.
Ho apprezzato il doppiaggio, in particolare quello di Kyubey, ma tutte le voci mi sembrano più o meno adatte ai loro personaggi. Ma più del doppiaggio ho adorato la colonna sonora, meravigliosa.
Insomma, non riesco a trovare dei difetti alla serie, perciò il mio voto finale è 10.
Faccio parte del folto gruppo che avrebbe ignorato quest'anime fin dall'inizio se non fosse stato per la tanta pubblicità qui sul sito e per il chiacchiericcio generale nel web. Sì, Madoka Magica si presenta come majokko, infatti ne ha tutte le caratteristiche del genere, ma la drammaticità non tarda ad arrivare, e anche i più adulti e forti di cuore potrebbero trovarsi in difficoltà di fronte alla trama. Andiamo con ordine.
Sicuramente Madoka Magica parte come progetto molto ambizioso: animazioni di grande livello, sfondi da capogiro o di estremo spessore artistico, character design infantile, ma tremendamente suggestivo perché si discosta dagli sfondi un po' rudi e freddi, nonostante i colori vivaci, colonna sonora da brivido a opera della maestra Yuki Kajiura. Insomma, se anche Madoka Magica non avesse avuto una trama cupa e profonda, forse avrebbe comunque avuto la sua fetta di pubblico tanto per le meraviglie concesse agli occhi nel corso degli episodi. Perché quest'espediente? Semplice, per stupire lo spettatore al terzo episodio con un'amara verità, dove probabilmente era giunto solo per inerzia. Madoka Magica infatti all'inizio può solo apparire il classico majokko che non ha nulla da proporre oltre ad animazioni strabilianti, ragazzine vestite con costumi degni dell'alta moda e magari una trama un po' diversa dal solito, ma senza mai nulla di particolarmente originale.
Ma veniamo alla trama. Il tradizionale animaletto di peluche cos'ha da proporre questa volta? Propone la realizzazione di qualsiasi desiderio. In cambio di cosa? Diventare una mahou-shoujo ("maga" nella versione italiana) per combattere le streghe vita-natural-durante. Ma cosa sono le streghe? Altro non sono che creature, invisibili all'occhio umano, che si manifestano sotto forma di mali comuni come depressione, malattie, e volendo anche di catastrofi climatiche, il tutto per un solo fine: far morire le persone. Le maghe hanno il compito di sconfiggere le streghe prima che possano procurare male alle persone, il tutto in cambio del desiderio già esaudito. Orbene già dall'inizio si nota questa sottilissima nebbiolina cupa che ci spinge ad andare avanti con gli episodi (sono solo 12) fino alla botta che ci catapulta in tutta la drammaticità totale. Da quel momento ogni episodio va visto assolutamente, a costo di morire per la tanta suspense creata. Madoka Magica ha sicuramente ribaltato, o (per i più pidocchiosi) rinfrescato con un bel secchio d'acqua gelata, il genere. Arriviamo all'ultimo episodio con l'acqua alla gola. Non c'è via di scampo. Ci viene regalato un finale claustrofobico. Non c'è soluzione al problema, deve essere così per forza, ma...
Passiamo ai personaggi. Mami Tomoe, l'insegnante maga della protagonista Madoka e della sua amica Sayaka, è dolce e gentile, amabile con il prossimo, rivela il peso che porta nel cuore a causa dell'essere una maga, ma grazie a Madoka riesce a liberarsene.
Kyoko Sakura, ragazzina intraprendente, è l'ultima arrivata del quintetto magico. Svogliata, forte, e pungente, appare come antagonista, ma si rivela anch'essa essere vittima della situazione e dimostra subito compassione per le altre e disponibilità.
Miki Sayaka, l'agnello sacrificale, è quella innamorata del gruppo, tanto da sfruttate il desiderio non per se stessa, ma per il suo amore. La sua crescita, anzi decrescita, va a pari passo con lo sviluppo di Sakura. Quest'ultima si dimostra di animo forte, invece Sayaka perde pian piano fiducia in se stessa arrivando pericolosamente a disperarsi. Difatti le due non possono che essere accoppiate assieme per l'affinità di carattere.
Kyubey è motore di fondo della trama, senza di lui non saremo qui a parlarne; c'è chi dice che sia il più malvagio mai creato, ma la storia dell'anime ci dimostra quanto i suoi intenti non siano né malvagi né benevoli, ma frutto di una logica ineluttabile dalla quale non si può sfuggire.
Homura Akemi è la più misteriosa. Di lei sappiamo poco e niente fino alla fine, dove le viene dedicato un intero episodio. All'apparenza sembra che il suo scopo sia quello di fermare Kyubey, arrestando il reclutamento di maghe, ma perché mai dovrebbe impedirlo? Chi fermerà le streghe altrimenti?
Madoka Kaname è la protagonista. Sempre a piangere, a confronto di un destino contro il quale non può fare nulla. Impotente se non esprime un desiderio per diventare una maga, ma la cupa Homura continua a impedirglielo, per quale motivo?
Il cast di doppiatori non è indifferente, sia italiano sia giapponese, ma non mi ci soffermo perché parla da solo. Tirando le somme, Madoka Magica a mio avviso è un capolavoro, chi dice che è sopravvalutato lo riguardi molto attentamente. Molti sono i temi trattati, io ci ho visto anche come le donne siano sempre state, in tutte le civiltà della storia, maltrattate e sminuite a confronto con il genere maschile. Qui invece vediamo come siano loro le reali motrici della storia, come abbiano preferito sacrificarsi per permettere agli uomini di evolversi ai giorni nostri. Per comprendere meglio quest'ultimo punto consiglio caldamente la visione dell'anime suddetto. Penso di avervi dato tutte le possibili ragioni per guardarlo. Volete belle animazioni? Guardatelo. Volete belle musiche? Guardatelo. Volete una storia cupa? Guardatelo. Volete... Chi più ne ha più ne metta!
Sicuramente Madoka Magica parte come progetto molto ambizioso: animazioni di grande livello, sfondi da capogiro o di estremo spessore artistico, character design infantile, ma tremendamente suggestivo perché si discosta dagli sfondi un po' rudi e freddi, nonostante i colori vivaci, colonna sonora da brivido a opera della maestra Yuki Kajiura. Insomma, se anche Madoka Magica non avesse avuto una trama cupa e profonda, forse avrebbe comunque avuto la sua fetta di pubblico tanto per le meraviglie concesse agli occhi nel corso degli episodi. Perché quest'espediente? Semplice, per stupire lo spettatore al terzo episodio con un'amara verità, dove probabilmente era giunto solo per inerzia. Madoka Magica infatti all'inizio può solo apparire il classico majokko che non ha nulla da proporre oltre ad animazioni strabilianti, ragazzine vestite con costumi degni dell'alta moda e magari una trama un po' diversa dal solito, ma senza mai nulla di particolarmente originale.
Ma veniamo alla trama. Il tradizionale animaletto di peluche cos'ha da proporre questa volta? Propone la realizzazione di qualsiasi desiderio. In cambio di cosa? Diventare una mahou-shoujo ("maga" nella versione italiana) per combattere le streghe vita-natural-durante. Ma cosa sono le streghe? Altro non sono che creature, invisibili all'occhio umano, che si manifestano sotto forma di mali comuni come depressione, malattie, e volendo anche di catastrofi climatiche, il tutto per un solo fine: far morire le persone. Le maghe hanno il compito di sconfiggere le streghe prima che possano procurare male alle persone, il tutto in cambio del desiderio già esaudito. Orbene già dall'inizio si nota questa sottilissima nebbiolina cupa che ci spinge ad andare avanti con gli episodi (sono solo 12) fino alla botta che ci catapulta in tutta la drammaticità totale. Da quel momento ogni episodio va visto assolutamente, a costo di morire per la tanta suspense creata. Madoka Magica ha sicuramente ribaltato, o (per i più pidocchiosi) rinfrescato con un bel secchio d'acqua gelata, il genere. Arriviamo all'ultimo episodio con l'acqua alla gola. Non c'è via di scampo. Ci viene regalato un finale claustrofobico. Non c'è soluzione al problema, deve essere così per forza, ma...
Passiamo ai personaggi. Mami Tomoe, l'insegnante maga della protagonista Madoka e della sua amica Sayaka, è dolce e gentile, amabile con il prossimo, rivela il peso che porta nel cuore a causa dell'essere una maga, ma grazie a Madoka riesce a liberarsene.
Kyoko Sakura, ragazzina intraprendente, è l'ultima arrivata del quintetto magico. Svogliata, forte, e pungente, appare come antagonista, ma si rivela anch'essa essere vittima della situazione e dimostra subito compassione per le altre e disponibilità.
Miki Sayaka, l'agnello sacrificale, è quella innamorata del gruppo, tanto da sfruttate il desiderio non per se stessa, ma per il suo amore. La sua crescita, anzi decrescita, va a pari passo con lo sviluppo di Sakura. Quest'ultima si dimostra di animo forte, invece Sayaka perde pian piano fiducia in se stessa arrivando pericolosamente a disperarsi. Difatti le due non possono che essere accoppiate assieme per l'affinità di carattere.
Kyubey è motore di fondo della trama, senza di lui non saremo qui a parlarne; c'è chi dice che sia il più malvagio mai creato, ma la storia dell'anime ci dimostra quanto i suoi intenti non siano né malvagi né benevoli, ma frutto di una logica ineluttabile dalla quale non si può sfuggire.
Homura Akemi è la più misteriosa. Di lei sappiamo poco e niente fino alla fine, dove le viene dedicato un intero episodio. All'apparenza sembra che il suo scopo sia quello di fermare Kyubey, arrestando il reclutamento di maghe, ma perché mai dovrebbe impedirlo? Chi fermerà le streghe altrimenti?
Madoka Kaname è la protagonista. Sempre a piangere, a confronto di un destino contro il quale non può fare nulla. Impotente se non esprime un desiderio per diventare una maga, ma la cupa Homura continua a impedirglielo, per quale motivo?
Il cast di doppiatori non è indifferente, sia italiano sia giapponese, ma non mi ci soffermo perché parla da solo. Tirando le somme, Madoka Magica a mio avviso è un capolavoro, chi dice che è sopravvalutato lo riguardi molto attentamente. Molti sono i temi trattati, io ci ho visto anche come le donne siano sempre state, in tutte le civiltà della storia, maltrattate e sminuite a confronto con il genere maschile. Qui invece vediamo come siano loro le reali motrici della storia, come abbiano preferito sacrificarsi per permettere agli uomini di evolversi ai giorni nostri. Per comprendere meglio quest'ultimo punto consiglio caldamente la visione dell'anime suddetto. Penso di avervi dato tutte le possibili ragioni per guardarlo. Volete belle animazioni? Guardatelo. Volete belle musiche? Guardatelo. Volete una storia cupa? Guardatelo. Volete... Chi più ne ha più ne metta!
Da non amante dei majokko non è che avessi alcuna aspettativa per Madoka Magica. Anzi, se non fossi stato martellato da tutti i lati e spinto a vederlo, ne avrei fatto senza dubbio a meno, dedicandomi a titoli che ritenevo potessero essere più conformi ai miei gusti.
Il primo episodio non è riuscito a impressionarmi e a modificare i miei preconcetti, tuttavia ha fatto quello che bastava per farmi provare il secondo. Mi ha colpito soprattutto per lo stile sperimentale che ha utilizzato durante lo scontro con la strega di turno che, perlomeno, mi ha fatto intuire che il titolo potesse essere ben più profondo di quanto avessi ipotizzato. Il secondo episodio è stato sufficiente per insinuare nella mia testa una serie di dubbi che esigevano risposta; da qual momento sono in pratica stato costretto a seguire l'anime.
L'atmosfera che si respira in Madoka Magica è ben diversa da quella che traspare nella sigla iniziale, le situazioni spensierate e divertenti lasciano quasi da subito il posto a una realtà ben più cupa e opprimente. Le protagoniste sono sottoposte da subito a pressioni che metterebbero in crisi un adulto e vengono costantemente spinte e incalzate a prendere una decisione che cambierebbe per sempre la loro vita. E' poi evidente sin da subito che sotto a tutta questa storia c'è qualcosa di losco e che la linea che divide i buoni dai cattivi è molto labile. Due ragazzine come tante, infatti, avranno diritto a un desiderio e a dei poteri magici in cambio dell'impegno, irrevocabile, di combattere le streghe che infestano il mondo. Sembra un affare, se non fosse che hanno modo di assistere a qualcuno di questi scontri che, come effettivamente accade, possono anche finire in modo tragico.
A incalzarle e spingerle ad accettare il patto è il classico buffo e tenero animaletto, desideroso di trasformare le ragazze in nuove e potenti maghe in grado di combattere il male. Insomma, ci sono tutti gli elementi classici dei majokko, se non fosse che la storia prende da subito tinte drammatiche e che gli elementi del genere vengono distorti e prendono una connotazione negativa. L'anime acquisisce profondità e spessore e, sempre supportato da una realizzazione tecnica di prim'ordine, riesce a coinvolgere con la sua trama lo spettatore. La situazione è ben più complessa del banale quadro iniziale e i pezzi del puzzle iniziano a combaciare, dando una spiegazione a certi comportamenti strani e anomali perpetrati da alcuni personaggi sin dalla loro prima apparizione.
Il mio interesse è rimasto invariato, se non si è accresciuto, per l'intera durata della serie fino a un finale che, per come si erano messe le cose, mi ha sorpreso e che mi è decisamente piaciuto.
Trovo che Madoka Magica sia una delle produzioni più interessanti fra quelle prodotte negli ultimi anni. Si dimostra, soprattutto, un prodotto impegnato e per nulla banale. Offre degli ottimi spunti e porta dell'innovazione a un genere, quello dei majokko, che dopo "Sailor Moon" era rimasto un po' attaccato ai suoi cliché. Si tratta di una produzione curata e nella quale sono stati profusi diversi sforzi sia in fase di progettazione sia in quella di realizzazione. Vi consiglio vivamente di dargli un'occhiata.
Il primo episodio non è riuscito a impressionarmi e a modificare i miei preconcetti, tuttavia ha fatto quello che bastava per farmi provare il secondo. Mi ha colpito soprattutto per lo stile sperimentale che ha utilizzato durante lo scontro con la strega di turno che, perlomeno, mi ha fatto intuire che il titolo potesse essere ben più profondo di quanto avessi ipotizzato. Il secondo episodio è stato sufficiente per insinuare nella mia testa una serie di dubbi che esigevano risposta; da qual momento sono in pratica stato costretto a seguire l'anime.
L'atmosfera che si respira in Madoka Magica è ben diversa da quella che traspare nella sigla iniziale, le situazioni spensierate e divertenti lasciano quasi da subito il posto a una realtà ben più cupa e opprimente. Le protagoniste sono sottoposte da subito a pressioni che metterebbero in crisi un adulto e vengono costantemente spinte e incalzate a prendere una decisione che cambierebbe per sempre la loro vita. E' poi evidente sin da subito che sotto a tutta questa storia c'è qualcosa di losco e che la linea che divide i buoni dai cattivi è molto labile. Due ragazzine come tante, infatti, avranno diritto a un desiderio e a dei poteri magici in cambio dell'impegno, irrevocabile, di combattere le streghe che infestano il mondo. Sembra un affare, se non fosse che hanno modo di assistere a qualcuno di questi scontri che, come effettivamente accade, possono anche finire in modo tragico.
A incalzarle e spingerle ad accettare il patto è il classico buffo e tenero animaletto, desideroso di trasformare le ragazze in nuove e potenti maghe in grado di combattere il male. Insomma, ci sono tutti gli elementi classici dei majokko, se non fosse che la storia prende da subito tinte drammatiche e che gli elementi del genere vengono distorti e prendono una connotazione negativa. L'anime acquisisce profondità e spessore e, sempre supportato da una realizzazione tecnica di prim'ordine, riesce a coinvolgere con la sua trama lo spettatore. La situazione è ben più complessa del banale quadro iniziale e i pezzi del puzzle iniziano a combaciare, dando una spiegazione a certi comportamenti strani e anomali perpetrati da alcuni personaggi sin dalla loro prima apparizione.
Il mio interesse è rimasto invariato, se non si è accresciuto, per l'intera durata della serie fino a un finale che, per come si erano messe le cose, mi ha sorpreso e che mi è decisamente piaciuto.
Trovo che Madoka Magica sia una delle produzioni più interessanti fra quelle prodotte negli ultimi anni. Si dimostra, soprattutto, un prodotto impegnato e per nulla banale. Offre degli ottimi spunti e porta dell'innovazione a un genere, quello dei majokko, che dopo "Sailor Moon" era rimasto un po' attaccato ai suoi cliché. Si tratta di una produzione curata e nella quale sono stati profusi diversi sforzi sia in fase di progettazione sia in quella di realizzazione. Vi consiglio vivamente di dargli un'occhiata.
Madoka Magica è un bell'anime, ma da lì a definirlo capolavoro ce ne vuole. Ma andiamo con ordine.
Partiamo dalla trama: Madoka Kaname e Sayaka Miki, studentesse del secondo anno delle medie avranno a che vedere con un animaletto extraterrestre di nome Kyubey, che chiede di stipulare un contratto per diventare delle maghe e battere le streghe in cambio di un desiderio, su Madoka entrano in gioco due puellae: Homura Akemi, nuova compagna di classe di Madoka e Sayaka, che cerca di impedire alla prima di far stipulare il contratto con Kyubey; infine Mami Tomoe, studentessa del terzo anno, che, al contrario di Homura, invita a stipulare il contratto. Devo dire che le idee base sono originali, infatti a differenza dei classici majokko, qui oltre a dover purificare la propria anima (messa nei contenitori da Kyubey chiamati soul gem) non avranno aiuti da parte del famiglio di turno (in questo caso Kyubey); da notare inoltre le dimensioni surreali delle streghe e altro ancora. Sullo sviluppo direi che è il solito: le classiche eroine di turno che devono combattere le streghe con l'aggiunta della rivalità, della disperazione, della morte - che poi c'è la morte anche negli altri majokko anche se non sempre è delle eroine.
Insomma, definire quest'anime addirittura horror è un'eresia; lo trovo semplicemente un majokko drammatico. Inoltre la serie si può dividere in due parti: la prima dall'episodio 1 all'episodio 9 con Sayaka e "il suo processo" di una tipica puella magica; la seconda dall'episodio 10 all'episodio 12 con Madoka e Homura nel passato, presente e futuro.
Il finale mi ha lasciato indifferente, me lo aspettavo drammatico, invece ha del buonismo che non mi ha lasciato emozioni salvo nell'ultima scena che mi ha inquietato; inoltre esso è pure aperto, quindi ci sarebbe bisogno di un seguito.
Per quanto riguarda i personaggi e il background, lo strano caso è che nessuno s'è lamentato degli evidenziatori, che ci sono eccome. Vabbè che è un contorno, però ci voleva un po' più realtà nella capigliatura e non solo; vabbè che le Giapponesi vanno in giro con le divise scolastiche, ma com'è possibile che in questa serie non abbiano altro da indossare? Mi dispiace, ma in quest'anime ci vuole più realtà non solo per le cose elencate prima, ma anche per esempio per altre cose come la questione dell'energia delle energie delle maghe.
I personaggi sono i classici stereotipi: Madoka Kaname, la classica ragazzina coprotagonista (ha fatto poco o nulla) buona, coraggiosa (solo negli ultimi tre episodi però) e piagnucolona anche per poco; Homura Akemi, la vera protagonista (s'è fatta un mazzo così per Madoka), la classica ragazzina fredda con un cuore d'oro nascosto; Sayaka Miki, la classica ragazzina apparentemente forte e indistruttibile, ma in realtà fragile ed emotiva; Mami Tomoe la classica ragazzina gentile e genuina con un lato pazzerello e un' po' egoista; Kyoko Sakura (stessa età di Mami, non frequenta la scuola di Madoka & co.), la classica ragazzina apparentemente arrogante e prepotente dall'animo gentile. Oltretutto le reazioni delle protagoniste sono piuttosto assurde: altro che anime psicologico come dicono molti!
Ottima invece è la grafica: ottimi sfondi, chara design diverso dal solito, bei disegni dal tratto matitesco (mi è indifferente il contrasto dei disegni con la trama), ottimi i disegni dei personaggi delle altre dimensioni, animazione sublime e colori accesi quanto basta.
Infine le musiche: orecchiabili, azzeccatissime nelle varie situazioni, bellissime sono l'opening e le ending.
In conclusione consiglio quest'anime a chi vuole qualcosa di drammatico, diverso dal solito e un po' impegnativo; lo può vedere perfino un bambino (con un adulto o un adolescente però), ma chi vuole i veri capolavori lo eviti.
Partiamo dalla trama: Madoka Kaname e Sayaka Miki, studentesse del secondo anno delle medie avranno a che vedere con un animaletto extraterrestre di nome Kyubey, che chiede di stipulare un contratto per diventare delle maghe e battere le streghe in cambio di un desiderio, su Madoka entrano in gioco due puellae: Homura Akemi, nuova compagna di classe di Madoka e Sayaka, che cerca di impedire alla prima di far stipulare il contratto con Kyubey; infine Mami Tomoe, studentessa del terzo anno, che, al contrario di Homura, invita a stipulare il contratto. Devo dire che le idee base sono originali, infatti a differenza dei classici majokko, qui oltre a dover purificare la propria anima (messa nei contenitori da Kyubey chiamati soul gem) non avranno aiuti da parte del famiglio di turno (in questo caso Kyubey); da notare inoltre le dimensioni surreali delle streghe e altro ancora. Sullo sviluppo direi che è il solito: le classiche eroine di turno che devono combattere le streghe con l'aggiunta della rivalità, della disperazione, della morte - che poi c'è la morte anche negli altri majokko anche se non sempre è delle eroine.
Insomma, definire quest'anime addirittura horror è un'eresia; lo trovo semplicemente un majokko drammatico. Inoltre la serie si può dividere in due parti: la prima dall'episodio 1 all'episodio 9 con Sayaka e "il suo processo" di una tipica puella magica; la seconda dall'episodio 10 all'episodio 12 con Madoka e Homura nel passato, presente e futuro.
Il finale mi ha lasciato indifferente, me lo aspettavo drammatico, invece ha del buonismo che non mi ha lasciato emozioni salvo nell'ultima scena che mi ha inquietato; inoltre esso è pure aperto, quindi ci sarebbe bisogno di un seguito.
Per quanto riguarda i personaggi e il background, lo strano caso è che nessuno s'è lamentato degli evidenziatori, che ci sono eccome. Vabbè che è un contorno, però ci voleva un po' più realtà nella capigliatura e non solo; vabbè che le Giapponesi vanno in giro con le divise scolastiche, ma com'è possibile che in questa serie non abbiano altro da indossare? Mi dispiace, ma in quest'anime ci vuole più realtà non solo per le cose elencate prima, ma anche per esempio per altre cose come la questione dell'energia delle energie delle maghe.
I personaggi sono i classici stereotipi: Madoka Kaname, la classica ragazzina coprotagonista (ha fatto poco o nulla) buona, coraggiosa (solo negli ultimi tre episodi però) e piagnucolona anche per poco; Homura Akemi, la vera protagonista (s'è fatta un mazzo così per Madoka), la classica ragazzina fredda con un cuore d'oro nascosto; Sayaka Miki, la classica ragazzina apparentemente forte e indistruttibile, ma in realtà fragile ed emotiva; Mami Tomoe la classica ragazzina gentile e genuina con un lato pazzerello e un' po' egoista; Kyoko Sakura (stessa età di Mami, non frequenta la scuola di Madoka & co.), la classica ragazzina apparentemente arrogante e prepotente dall'animo gentile. Oltretutto le reazioni delle protagoniste sono piuttosto assurde: altro che anime psicologico come dicono molti!
Ottima invece è la grafica: ottimi sfondi, chara design diverso dal solito, bei disegni dal tratto matitesco (mi è indifferente il contrasto dei disegni con la trama), ottimi i disegni dei personaggi delle altre dimensioni, animazione sublime e colori accesi quanto basta.
Infine le musiche: orecchiabili, azzeccatissime nelle varie situazioni, bellissime sono l'opening e le ending.
In conclusione consiglio quest'anime a chi vuole qualcosa di drammatico, diverso dal solito e un po' impegnativo; lo può vedere perfino un bambino (con un adulto o un adolescente però), ma chi vuole i veri capolavori lo eviti.
<b>Attenzione! Contiene spoiler sulla trama e sul finale!</b>
Non ho mai visto moltissimi majokko in vita mia, ma quando ero piccolo Italia 1 ci bombardava con queste serie (per quanto possano essere stati censurate e mal doppiate) e quindi un po' tutti, anche se non approfonditamente, conosciamo il genere.
Ecco, preso atto di ciò, non fatevi sfiorare neanche per un attimo dall'idea che Madoka Magica possa essere una roba alla Doredò Doremì, anzi credetelo pure se volete poi ottenere una "piacevole" sorpresa. Madoka Magica, come è spesso abbreviato, è tutt'altro che questo, le magie e i vestitini sono un contorno importante, ma niente più di ciò.
Trama
Penso che la trama sia risaputa e quindi non mi ci soffermerò molto; diciamocelo, per quella potete andare tranquillamente su Wikipedia, se non temete gli spoiler. Comunque la storia a sommi capi parla di Madoka e delle vicende delle "puellae", giovani ragazze che hanno stretto un contratto con il "simpatico" Kyubey e che combattono contro le streghe, in cambio di veder realizzato un loro "miracolo" personale.
La trama quindi si presenta a primo acchito piuttosto stereotipata, tipica di un qualsiasi majokko, e almeno in parte ciò è vero. Per lo meno fino al terzo episodio. Da qui in avanti la serie si mostra per com'è veramente, la storia di cinque ragazze maledette, che sono state fregate da un animaletto molto meno tenero e coccoloso di quanto si possa pensare. E qui vediamo tutta la tragicità di avere dei poteri, l'estraniazione che ne deriva e la solitudine a cui si va incontro, lungo una strada irta di pericoli in cui basta poco per perdere la vita. Un crescendo di episodio in episodio, un'escalation di suspense fino all'epilogo complesso alla "The End of Evangelion", seppur molto più comprensibile, con una buona dose di logica e di attenzione. Sicuramente a mio avviso c'è una trama da 10, che presenta come unica pecca quella di essere stata sviluppata solo in 12 episodi.
Personaggi
Si è gridato tanto al fatto che fossero molto stereotipati e insignificanti i personaggi, ma anche questo discorso vale solo per i primi tre episodi. In realtà essi avrebbero potuto essere approfonditi molto di più con un maggior numero di episodi, ma con 12 episodi secondo me è stato svolto un lavoro egregio, mantenendo alta la suspense e la curiosità. I personaggi si svelano dopo il terzo episodio molto più complessi e profondi, fatta eccezione di Madoka, che vede una crescita interiore solo negli ultimi episodi, quando prende in mano il suo destino. Perché Madoka non è la protagonista, ma più giustamente, come è stata definita, l'oggetto della vicenda. Ogni episodio ha la sua protagonista, di cui osserviamo il tormento interiore: prima Mami, poi Sayaka e Kyoko e per ultima appunto Madoka. La vera protagonista di tutta la serie però è Homura, che emergendo di episodio in episodio si rivela essere la chiave e il centro di tutto, molto più di Madoka. Bei personaggi, con un'esteriorità in contrasto con quello che hanno dentro, cosa che regala un piacevole effetto. Da sottolineare il personaggio di Kyubey, vera rivelazione dell'anime: la figura del semplice animaletto magico viene stravolta, andando a creare un essere terribile a causa della sua completa apatia, che ci sorprende e fa inorridire.
Finale
Il finale è stato molto discusso, ma io l'ho trovato il pezzo mancante del puzzle, il giusto completamento alla serie. Quando l'ho visto ne sono rimasto soddisfatto e per questo sono riuscito a capirlo penso in modo corretto. Madoka capisce qual è il suo ruolo in tutta la vicenda e decide di usare il suo "miracolo" per sovvertire la legge di causa ed effetto per cui ogni maga è destinata a diventare inevitabilmente una strega. Ciò le dona il potere di una dea, sopraelevandosi al piano divino, diventando la speranza stessa delle maghe, colei che purifica tutte le soul gem prima che diventino grief seed. Tutto ciò porta a una completa ricreazione dell'universo, per cui le streghe cessano di esistere e le maghe possono morire in pace, senza paura di ciò che diverranno. Quello che ho apprezzato è che non ci si è abbandonati a un totale buonismo per cui il mondo è diventato un'utopia, ma il fatto che le streghe siano state sostituite da altre manifestazioni del dramma umano. Che le puellae continuino comunque a morire va di certo a sottolineare che Madoka ha evitato una fine tremenda alle puellae, ma non ha potuto evitare che queste continuassero a soffrire, perché il dolore è umano. Un finale che mi ha ricordato una versione semplificata di "The End of Evangelion" e che ho molto apprezzato.
Animazione ed effetti
L'anime è realizzato molto bene, con i mondi delle streghe pienamente in grado di trasmettere la drammaticità delle scene, grazie anche a sottofondi musicali azzeccati.
Concludendo, ritengo che Madoka Magica sia un'ottima serie che consiglio a tutti e di cui sicuramente comprerò anche la versione in DVD, per poterla rivedere.
Non ho mai visto moltissimi majokko in vita mia, ma quando ero piccolo Italia 1 ci bombardava con queste serie (per quanto possano essere stati censurate e mal doppiate) e quindi un po' tutti, anche se non approfonditamente, conosciamo il genere.
Ecco, preso atto di ciò, non fatevi sfiorare neanche per un attimo dall'idea che Madoka Magica possa essere una roba alla Doredò Doremì, anzi credetelo pure se volete poi ottenere una "piacevole" sorpresa. Madoka Magica, come è spesso abbreviato, è tutt'altro che questo, le magie e i vestitini sono un contorno importante, ma niente più di ciò.
Trama
Penso che la trama sia risaputa e quindi non mi ci soffermerò molto; diciamocelo, per quella potete andare tranquillamente su Wikipedia, se non temete gli spoiler. Comunque la storia a sommi capi parla di Madoka e delle vicende delle "puellae", giovani ragazze che hanno stretto un contratto con il "simpatico" Kyubey e che combattono contro le streghe, in cambio di veder realizzato un loro "miracolo" personale.
La trama quindi si presenta a primo acchito piuttosto stereotipata, tipica di un qualsiasi majokko, e almeno in parte ciò è vero. Per lo meno fino al terzo episodio. Da qui in avanti la serie si mostra per com'è veramente, la storia di cinque ragazze maledette, che sono state fregate da un animaletto molto meno tenero e coccoloso di quanto si possa pensare. E qui vediamo tutta la tragicità di avere dei poteri, l'estraniazione che ne deriva e la solitudine a cui si va incontro, lungo una strada irta di pericoli in cui basta poco per perdere la vita. Un crescendo di episodio in episodio, un'escalation di suspense fino all'epilogo complesso alla "The End of Evangelion", seppur molto più comprensibile, con una buona dose di logica e di attenzione. Sicuramente a mio avviso c'è una trama da 10, che presenta come unica pecca quella di essere stata sviluppata solo in 12 episodi.
Personaggi
Si è gridato tanto al fatto che fossero molto stereotipati e insignificanti i personaggi, ma anche questo discorso vale solo per i primi tre episodi. In realtà essi avrebbero potuto essere approfonditi molto di più con un maggior numero di episodi, ma con 12 episodi secondo me è stato svolto un lavoro egregio, mantenendo alta la suspense e la curiosità. I personaggi si svelano dopo il terzo episodio molto più complessi e profondi, fatta eccezione di Madoka, che vede una crescita interiore solo negli ultimi episodi, quando prende in mano il suo destino. Perché Madoka non è la protagonista, ma più giustamente, come è stata definita, l'oggetto della vicenda. Ogni episodio ha la sua protagonista, di cui osserviamo il tormento interiore: prima Mami, poi Sayaka e Kyoko e per ultima appunto Madoka. La vera protagonista di tutta la serie però è Homura, che emergendo di episodio in episodio si rivela essere la chiave e il centro di tutto, molto più di Madoka. Bei personaggi, con un'esteriorità in contrasto con quello che hanno dentro, cosa che regala un piacevole effetto. Da sottolineare il personaggio di Kyubey, vera rivelazione dell'anime: la figura del semplice animaletto magico viene stravolta, andando a creare un essere terribile a causa della sua completa apatia, che ci sorprende e fa inorridire.
Finale
Il finale è stato molto discusso, ma io l'ho trovato il pezzo mancante del puzzle, il giusto completamento alla serie. Quando l'ho visto ne sono rimasto soddisfatto e per questo sono riuscito a capirlo penso in modo corretto. Madoka capisce qual è il suo ruolo in tutta la vicenda e decide di usare il suo "miracolo" per sovvertire la legge di causa ed effetto per cui ogni maga è destinata a diventare inevitabilmente una strega. Ciò le dona il potere di una dea, sopraelevandosi al piano divino, diventando la speranza stessa delle maghe, colei che purifica tutte le soul gem prima che diventino grief seed. Tutto ciò porta a una completa ricreazione dell'universo, per cui le streghe cessano di esistere e le maghe possono morire in pace, senza paura di ciò che diverranno. Quello che ho apprezzato è che non ci si è abbandonati a un totale buonismo per cui il mondo è diventato un'utopia, ma il fatto che le streghe siano state sostituite da altre manifestazioni del dramma umano. Che le puellae continuino comunque a morire va di certo a sottolineare che Madoka ha evitato una fine tremenda alle puellae, ma non ha potuto evitare che queste continuassero a soffrire, perché il dolore è umano. Un finale che mi ha ricordato una versione semplificata di "The End of Evangelion" e che ho molto apprezzato.
Animazione ed effetti
L'anime è realizzato molto bene, con i mondi delle streghe pienamente in grado di trasmettere la drammaticità delle scene, grazie anche a sottofondi musicali azzeccati.
Concludendo, ritengo che Madoka Magica sia un'ottima serie che consiglio a tutti e di cui sicuramente comprerò anche la versione in DVD, per poterla rivedere.
"Puella Magi ★ Madoka Magica" è un anime di ottima fattura che mi ha davvero colpito nella sua genialità.
La storia tratta di Madoka, una studentessa come tante altre, alla quale un tenero mostriciattolo, di nome Kyubey, propone di diventare una ragazza magica, ovvero una fanciulla con poteri magici che deve trovare ed eliminare le streghe, entità che sono alla causa di gran parte dei mali del nostro mondo, in cambio della realizzazione di un qualsiasi desiderio della scolaretta. La giovane nel corso della sua avventura incontrerà alcune di queste ragazze magiche e con loro stringerà dei rapporti. Il perno su cui le vicende gireranno sarà la continua rivelazione di quanto il patto che stipulano queste maghette celi in realtà oscure clausole e le conseguenze che la rivelazione di esse avrà sulle nostre giovani amiche. Altro punto cruciale di quest'anime è naturalmente l'evoluzione psicologica della docile Madoka.
La trama si evolve in modo lineare presentando diversi colpi di scena in ogni episodio. Alcuni avvenimenti sono però piuttosto prevedibili, in quanto allo spettatore vengono dati gli elementi per prevedere alcuni dei risvolti che la storia potrebbe prendere.
Rimane comunque il fatto che la suspense non manca; in alcuni episodi la velocità della narrazione è molto lenta quando in altri vi è un susseguirsi di molte vicende che forse avrebbero dovuto avere più spazio.
Un grande punto forte di quest'anime è il fatto che vengano presi i classici stereotipi dei personaggi del majokko o comunque degli anime per bambini in generale (la ragazza collegata al colore giallo simpatica e mite, quella collegata al colore azzurro maschile e oscura, quella rossa impertinente e sfrontata ma molto coraggiosa) per essere inseriti in contesti oscuri.
Altra nota, né positiva né negativa, è il finale, che non è propriamente strepitoso ma nemmeno brutto. Le vicende vengono concluse senza una battaglia epica, in modo pacato e poetico ma anche vagamente piatto. Il tutto si salva grazie agli ultimi minuti pieni di rivelazioni e azione.
La grafica di "Puella Magi ★ Madoka Magica" è forse il vero punto forte del prodotto. Infatti a un chara design infantile e semplice vengono accostate animazioni mozzafiato come quelle dei mondi delle streghe, in cui al classico stile anime si accostano elementi semi-realistici come se il tutto fosse un collage. Vengono poi proposte delle inquadrature fantastiche e vi sono anche altre trovate grafiche interessanti.
Le musiche sono orecchiabili. A un'opening calda e solare viene contrapposta un'ending oscura e cupa. Nel corso degli episodi si sentono canzoni sempre piacevoli e mai nulla stona con i contenuti.
Il doppiaggio italiano mi è parso ottimo. Quasi tutto il cast selezionato da AnimeClick.it ha reso molto bene i personaggi. Forse Veronica Puccio non mi convinto al 100% (probabilmente a causa del fatto che ho ormai incollato la sua voce a Maka Alban di "Soul Eater"), ma in compenso abbiamo interpretazioni magnifiche come Gea Riva e Alessia Amendola, che ho entrambe sentito per la prima volta in questo titolo.
Insomma "Puella Magi ★ Madoka Magica" è un anime dall'ottima fattura, in cui una trama abbastanza intrigante si fonde con una grafica e un sonoro di ottima qualità e anche il doppiaggio italiano non è da meno.
Impossibile non citare anche la fan limited edition, a cui AnimeClick.it ha dedicato una lunga ed esauriente recensione.
Insomma: grazie Dynit; grazie Rai 4.
La storia tratta di Madoka, una studentessa come tante altre, alla quale un tenero mostriciattolo, di nome Kyubey, propone di diventare una ragazza magica, ovvero una fanciulla con poteri magici che deve trovare ed eliminare le streghe, entità che sono alla causa di gran parte dei mali del nostro mondo, in cambio della realizzazione di un qualsiasi desiderio della scolaretta. La giovane nel corso della sua avventura incontrerà alcune di queste ragazze magiche e con loro stringerà dei rapporti. Il perno su cui le vicende gireranno sarà la continua rivelazione di quanto il patto che stipulano queste maghette celi in realtà oscure clausole e le conseguenze che la rivelazione di esse avrà sulle nostre giovani amiche. Altro punto cruciale di quest'anime è naturalmente l'evoluzione psicologica della docile Madoka.
La trama si evolve in modo lineare presentando diversi colpi di scena in ogni episodio. Alcuni avvenimenti sono però piuttosto prevedibili, in quanto allo spettatore vengono dati gli elementi per prevedere alcuni dei risvolti che la storia potrebbe prendere.
Rimane comunque il fatto che la suspense non manca; in alcuni episodi la velocità della narrazione è molto lenta quando in altri vi è un susseguirsi di molte vicende che forse avrebbero dovuto avere più spazio.
Un grande punto forte di quest'anime è il fatto che vengano presi i classici stereotipi dei personaggi del majokko o comunque degli anime per bambini in generale (la ragazza collegata al colore giallo simpatica e mite, quella collegata al colore azzurro maschile e oscura, quella rossa impertinente e sfrontata ma molto coraggiosa) per essere inseriti in contesti oscuri.
Altra nota, né positiva né negativa, è il finale, che non è propriamente strepitoso ma nemmeno brutto. Le vicende vengono concluse senza una battaglia epica, in modo pacato e poetico ma anche vagamente piatto. Il tutto si salva grazie agli ultimi minuti pieni di rivelazioni e azione.
La grafica di "Puella Magi ★ Madoka Magica" è forse il vero punto forte del prodotto. Infatti a un chara design infantile e semplice vengono accostate animazioni mozzafiato come quelle dei mondi delle streghe, in cui al classico stile anime si accostano elementi semi-realistici come se il tutto fosse un collage. Vengono poi proposte delle inquadrature fantastiche e vi sono anche altre trovate grafiche interessanti.
Le musiche sono orecchiabili. A un'opening calda e solare viene contrapposta un'ending oscura e cupa. Nel corso degli episodi si sentono canzoni sempre piacevoli e mai nulla stona con i contenuti.
Il doppiaggio italiano mi è parso ottimo. Quasi tutto il cast selezionato da AnimeClick.it ha reso molto bene i personaggi. Forse Veronica Puccio non mi convinto al 100% (probabilmente a causa del fatto che ho ormai incollato la sua voce a Maka Alban di "Soul Eater"), ma in compenso abbiamo interpretazioni magnifiche come Gea Riva e Alessia Amendola, che ho entrambe sentito per la prima volta in questo titolo.
Insomma "Puella Magi ★ Madoka Magica" è un anime dall'ottima fattura, in cui una trama abbastanza intrigante si fonde con una grafica e un sonoro di ottima qualità e anche il doppiaggio italiano non è da meno.
Impossibile non citare anche la fan limited edition, a cui AnimeClick.it ha dedicato una lunga ed esauriente recensione.
Insomma: grazie Dynit; grazie Rai 4.
Sono stati molti coloro che hanno ceduto al fascino di Madoka Magica, anime dalle tinte fosche e dalle qualità indiscusse, che tuttavia è stato sopravvalutato non poco.
Madoka è una ragazza come tante altre, dal carattere tranquillo e pacato, che ama passare il tempo libero con le amiche Sayaka e Hitomi. Un bel giorno nella sua classe arriva Homura, una misteriosa ragazza fredda e distaccata, che pare conoscere Madoka.
Qualche giorno dopo Madoka incontra uno strano essere (Kyubey) con il quale Homura ha dei conti in sospeso (insomma, cerca di ucciderlo in tutti i modi) e, dopo averlo salvato, riceve dall'animaletto apparentemente buffo la proposta di diventare una maga con il compito di uccidere le streghe, creature responsabili di molti eventi tragici sulla Terra. Nel caso in cui Madoka accettasse, inoltre, avrebbe diritto a esprimere un qualsiasi desiderio. La stessa proposta viene fatta anche a Sayaka.
Le ragazze scopriranno ben presto che non è tutto oro quel che luccica, e che, dietro alla proposta di Kyubey, ci sono molti inconvenienti e segreti da svelare.
La trama è buona, abbastanza originale, ma ciò che veramente colpisce sono alcune scelte registiche, che, a parer mio, rasentano la genialità. Un esempio è il modo in cui sono rappresentate le streghe, e l'idea di abbinare uno stile di disegno alquanto infantile a temi piuttosto duri e non certo adatti agli stomaci più deboli.
La grafica, dunque, a cui ho già accennato con il riferimento alle streghe, è molto curata, e durante i combattimenti assistiamo a veri momenti di sperimentalismo grafico - lo so, è una frase un po' insensata, ma non avevo idea di come formularla.
La colonna sonora è ottima, adattissima all'anime in questione, in particolare l'ending è molto intrigante.
I personaggi sono caratterizzati piuttosto bene, con l'eccezione della protagonista, veramente insulsa. Non ho parole per esprimere quanto sia deludente sorbirsi un'intera serie con un protagonista assolutamente piatto, privo di tratti particolari e incapace di incuriosire lo sventurato spettatore. Purtroppo questo difetto l'ho notato in molte serie, e mi viene da pensare che, in questo caso, sia stata una cosa voluta, tuttavia ciò non toglie il fatto che sia veramente noioso ascoltare le riflessioni senza costrutto di Madoka, che non riesce mai a uscire dai propri schemi e a maturare, se non negli episodi finali, dove tuttavia il cambiamento da bambinetta insicura a ragazza consapevole appare troppo forzato.
Sono tre infatti le vere pecche dell'anime: il protagonista piatto, l'andamento della trama e il finale. La prima l'ho già motivata, mi restano le altre due. L'andamento della trama è lineare, chiaro, tuttavia gli eventi appaiono fin troppo prevedibili, tant'è che vengono disseminati negli episodi iniziali vari indizi che ci permettono di svelare molti "segreti" in anticipo. Ciò impedisce alla trama di coinvolgere veramente, e l'unico vero colpo di scena è costituito dal finale, che, tuttavia, è campato in aria, e si rivela difficile da capire e poco chiaro.
Se l'anime tratta per tutta la sua durata temi tragici e "crudi", con il finale si rovina l'atmosfera drammatica creata in precedenza per lasciare il posto a un buonismo insulso, esattamente come la protagonista.
Un'ultima cosa che mi ha dato fastidio è stato quando <b>(attenzione spoiler)</b> le maghette hanno dato di matto per la storia dell'anima. Comprendo una certa angoscia, ma quando i personaggi diventano isterici per futili ragioni è davvero rompente per lo spettatore. <b>(fine spoiler)</b>
Non mi fraintendete, Madoka Magica è un buon anime, capace di tenere lo spettatore incollato allo schermo soprattutto nella parte centrale grazie al carisma di due personaggi in particolare: Sayaka e Kyubey. Purtroppo presenta anche molti difetti che gli impediscono di brillare veramente. A ogni modo, lo consiglio a chi apprezza le tinte fosche e desidera guardare un majokko che si discosta dai soliti anime che ci vengono propinati.
Madoka è una ragazza come tante altre, dal carattere tranquillo e pacato, che ama passare il tempo libero con le amiche Sayaka e Hitomi. Un bel giorno nella sua classe arriva Homura, una misteriosa ragazza fredda e distaccata, che pare conoscere Madoka.
Qualche giorno dopo Madoka incontra uno strano essere (Kyubey) con il quale Homura ha dei conti in sospeso (insomma, cerca di ucciderlo in tutti i modi) e, dopo averlo salvato, riceve dall'animaletto apparentemente buffo la proposta di diventare una maga con il compito di uccidere le streghe, creature responsabili di molti eventi tragici sulla Terra. Nel caso in cui Madoka accettasse, inoltre, avrebbe diritto a esprimere un qualsiasi desiderio. La stessa proposta viene fatta anche a Sayaka.
Le ragazze scopriranno ben presto che non è tutto oro quel che luccica, e che, dietro alla proposta di Kyubey, ci sono molti inconvenienti e segreti da svelare.
La trama è buona, abbastanza originale, ma ciò che veramente colpisce sono alcune scelte registiche, che, a parer mio, rasentano la genialità. Un esempio è il modo in cui sono rappresentate le streghe, e l'idea di abbinare uno stile di disegno alquanto infantile a temi piuttosto duri e non certo adatti agli stomaci più deboli.
La grafica, dunque, a cui ho già accennato con il riferimento alle streghe, è molto curata, e durante i combattimenti assistiamo a veri momenti di sperimentalismo grafico - lo so, è una frase un po' insensata, ma non avevo idea di come formularla.
La colonna sonora è ottima, adattissima all'anime in questione, in particolare l'ending è molto intrigante.
I personaggi sono caratterizzati piuttosto bene, con l'eccezione della protagonista, veramente insulsa. Non ho parole per esprimere quanto sia deludente sorbirsi un'intera serie con un protagonista assolutamente piatto, privo di tratti particolari e incapace di incuriosire lo sventurato spettatore. Purtroppo questo difetto l'ho notato in molte serie, e mi viene da pensare che, in questo caso, sia stata una cosa voluta, tuttavia ciò non toglie il fatto che sia veramente noioso ascoltare le riflessioni senza costrutto di Madoka, che non riesce mai a uscire dai propri schemi e a maturare, se non negli episodi finali, dove tuttavia il cambiamento da bambinetta insicura a ragazza consapevole appare troppo forzato.
Sono tre infatti le vere pecche dell'anime: il protagonista piatto, l'andamento della trama e il finale. La prima l'ho già motivata, mi restano le altre due. L'andamento della trama è lineare, chiaro, tuttavia gli eventi appaiono fin troppo prevedibili, tant'è che vengono disseminati negli episodi iniziali vari indizi che ci permettono di svelare molti "segreti" in anticipo. Ciò impedisce alla trama di coinvolgere veramente, e l'unico vero colpo di scena è costituito dal finale, che, tuttavia, è campato in aria, e si rivela difficile da capire e poco chiaro.
Se l'anime tratta per tutta la sua durata temi tragici e "crudi", con il finale si rovina l'atmosfera drammatica creata in precedenza per lasciare il posto a un buonismo insulso, esattamente come la protagonista.
Un'ultima cosa che mi ha dato fastidio è stato quando <b>(attenzione spoiler)</b> le maghette hanno dato di matto per la storia dell'anima. Comprendo una certa angoscia, ma quando i personaggi diventano isterici per futili ragioni è davvero rompente per lo spettatore. <b>(fine spoiler)</b>
Non mi fraintendete, Madoka Magica è un buon anime, capace di tenere lo spettatore incollato allo schermo soprattutto nella parte centrale grazie al carisma di due personaggi in particolare: Sayaka e Kyubey. Purtroppo presenta anche molti difetti che gli impediscono di brillare veramente. A ogni modo, lo consiglio a chi apprezza le tinte fosche e desidera guardare un majokko che si discosta dai soliti anime che ci vengono propinati.
"Non è il classico maho shoujo": è una frase che spesso si sente tirar fuori dai sostenitori di quest'anime, per suggerire agli scettici di non limitarsi alla ricezione di un anime con pupazzi e maghette, bensì rendersi conto di quanto maturi, addirittura scioccanti, possano risultare i suoi progressivi sviluppi. Beh, da una parte, come si può dare loro torto? È la verità: Mahou Shoujo Madoka Magica non è un qualsiasi anime di maghette. Sarà forse stato questo stesso titolo a ingannare i miscredenti, o magari il 'puccioso' chara-design di cui le sue enigmatiche figure si vestono? O sarà magari che il vero incantesimo l'abbiano scagliato gli autori ai danni di otaku nipponici e non, facendo di Puella Magi uno dei migliori 'fenomeni' del Sol Levante? Sì, perché come 'fenomeno', la serie di Ayuki Shinbo se la cava benissimo, alla stregua di tanti altri 'fenomeni': qualcuno l'ha paragonata, e a ragione, a Evangelion. In tal caso direi che il paragone può benissimo starci. Entrambi i titoli possono vantare il pregio - meritato o meno, non ci sarà mai un accordo - di aver ridimensionato un genere, e con Madoka ci riferiamo ovviamente al majokko.
Tuttavia, pur volendo ammettere che sia veramente così, e pertanto che nomi come Nanoha, Princess Tutu, Sailor Moon, o Uta Kata (primo anime cui ho davvero trovato enorme affinità) non siano mai esistiti, Madoka resta nient'altro che un fenomeno; pur volendo chiudere un occhio sugli accostamenti narrativi ricavabili dal confronto con titoli come Evangelion, Claymore, Bokurano, Narutaru o altre opere anche esterne alla cerchia animata, Madoka resta nient'altro che un fenomeno. Un ottimo fenomeno commerciale; una mediocre serie d'animazione: ecco come voglio considerarlo. Non voglio giudicarlo per le presunte scopiazzature, né per il presunto ruolo di 'decostruttore' di un tipo di cartone animato. Ciò che davvero interessa è il risultato tangibile dell'aggregazione di un insieme di disegni e di dialoghi, innestati in una trama e gestiti da una regia: è in questo che Puella Magi mi ha convinto molto poco. Quel che c'è da promuovere è costituito senza dubbio da comparto grafico e sonoro: il design dei personaggi, pur prestandosi alla legge del 'kawaii', prova a personalizzarsi con volti in stile 'abbozzo a matita' (evidenziabile soprattutto in occhi, contorni e ombreggiature), e outfit piuttosto differenti di maga in maga; gli scenari si lasciano apprezzare, specialmente nelle sezioni di 'caccia alle streghe', in cui appaiono distorti, psichedelici, inquietanti al punto giusto nonché ricchi di riferimenti al figurativismo; la scena si muove più che bene grazie alla buona mano del regista, si denota qualche calo di fluidità, ma per fortuna non nelle battaglie, animate in modo egregio.
Anche Yuki Kajiura fa un buon lavoro con le musiche, sempre piuttosto evocative, così come le doppiatrici con le interpretazioni - sia giapponesi sia italiane.
A determinare la mediocrità della serie è la superficialità che investe la vera 'sostanza' di quest'anime: innanzitutto, la caratterizzazione di tutti i personaggi - eccetto Kyubey - è decisamente scarsa, stereotipata, con atteggiamenti che vanno dal plateale all'apatico; la sceneggiatura risulta piuttosto piatta fin quando non viene spremuta a forza nelle battute conclusive, in cui sia il meglio sia il peggio della trama sono compressi. Fino ad allora ogni episodio segue una scaletta che si correda di pseudo-colpi di scena; la morale dell'opera si rivela infine una delle 'solite': classico messaggio di speranza, estrapolato da una miriade di evitabili casini.
Ripeto, Mahou Shoujo Madoka Magica è nient'altro che un fenomeno, impostosi rispetto ad altri solo perché, detto papale papale, pieno zeppo di roba che piace agli otaku. E le vendite lo confermano.
Tuttavia, pur volendo ammettere che sia veramente così, e pertanto che nomi come Nanoha, Princess Tutu, Sailor Moon, o Uta Kata (primo anime cui ho davvero trovato enorme affinità) non siano mai esistiti, Madoka resta nient'altro che un fenomeno; pur volendo chiudere un occhio sugli accostamenti narrativi ricavabili dal confronto con titoli come Evangelion, Claymore, Bokurano, Narutaru o altre opere anche esterne alla cerchia animata, Madoka resta nient'altro che un fenomeno. Un ottimo fenomeno commerciale; una mediocre serie d'animazione: ecco come voglio considerarlo. Non voglio giudicarlo per le presunte scopiazzature, né per il presunto ruolo di 'decostruttore' di un tipo di cartone animato. Ciò che davvero interessa è il risultato tangibile dell'aggregazione di un insieme di disegni e di dialoghi, innestati in una trama e gestiti da una regia: è in questo che Puella Magi mi ha convinto molto poco. Quel che c'è da promuovere è costituito senza dubbio da comparto grafico e sonoro: il design dei personaggi, pur prestandosi alla legge del 'kawaii', prova a personalizzarsi con volti in stile 'abbozzo a matita' (evidenziabile soprattutto in occhi, contorni e ombreggiature), e outfit piuttosto differenti di maga in maga; gli scenari si lasciano apprezzare, specialmente nelle sezioni di 'caccia alle streghe', in cui appaiono distorti, psichedelici, inquietanti al punto giusto nonché ricchi di riferimenti al figurativismo; la scena si muove più che bene grazie alla buona mano del regista, si denota qualche calo di fluidità, ma per fortuna non nelle battaglie, animate in modo egregio.
Anche Yuki Kajiura fa un buon lavoro con le musiche, sempre piuttosto evocative, così come le doppiatrici con le interpretazioni - sia giapponesi sia italiane.
A determinare la mediocrità della serie è la superficialità che investe la vera 'sostanza' di quest'anime: innanzitutto, la caratterizzazione di tutti i personaggi - eccetto Kyubey - è decisamente scarsa, stereotipata, con atteggiamenti che vanno dal plateale all'apatico; la sceneggiatura risulta piuttosto piatta fin quando non viene spremuta a forza nelle battute conclusive, in cui sia il meglio sia il peggio della trama sono compressi. Fino ad allora ogni episodio segue una scaletta che si correda di pseudo-colpi di scena; la morale dell'opera si rivela infine una delle 'solite': classico messaggio di speranza, estrapolato da una miriade di evitabili casini.
Ripeto, Mahou Shoujo Madoka Magica è nient'altro che un fenomeno, impostosi rispetto ad altri solo perché, detto papale papale, pieno zeppo di roba che piace agli otaku. E le vendite lo confermano.
<b>Contiene lievi spoiler</b>
Tendenzialmente sono molto diffidente verso gli anime che vengono osannati come capolavori, perché ho spesso riscontrato che non incontrano i miei gusti e questa volta non è stato diverso. Ho sentito molto parlare di questa serie soprattutto per il gradimento che aveva ricevuto in Giappone, così, incuriosita soprattutto dai consensi più che dalla storia in sé, l'ho visto.
La trama: Madoka è una ragazzina come tutte le altre, frequenta la scuola, ha delle amiche con cui esce e una famiglia che le vuole bene. I guai accadono quando arriva una nuova compagna di classe dall'atteggiamento distaccato che però sembra in qualche modo conoscere Madoka. Durante un'uscita Madoka si imbatte in un combattimento tra la nuova arrivata Homura e uno strano essere di nome Kyubey, che inizialmente sembra ingiustamente perseguitato da Homura e che trova riparo tra le braccia di Madoka. Più tardi veniamo a sapere che Kyubey è un incubator ed è capace di esaudire qualunque desiderio, ma in cambio la ragazza che lo richiede, deve diventare una maga che da quel momento in poi consacra la propria vita per combattere le streghe cattive.
Potrebbe sembrare la classica storia in cui la protagonista, una normalissima studentessa, riceve la visita di un essere magico che le dà magici poteri per combattere i cattivi e da lì in poi grandi avventure che finiscono bene, ma non è così. Nel corso degli episodi vedremo battaglie anche con esiti molto duri e verremo a conoscenza di particolari, non proprio trascurabili, a cui il "caro" Kyubey non aveva minimamente accennato.
Oltre Madoka e Homura ci sono altre maghe: Mami, che aiuterà inizialmente le ragazze a capire come funziona la lotta tra maghe e streghe; Sayaka, la migliore amica di Madoka; e Kyoko una ragazza un po' scontrosa, ma in fin dei conti buona.
Inizialmente trovato l'anime molto confusionario e questo mi ha portato a vedere le puntate con molta difficoltà, soprattutto perché non mi invogliavano a continuarne la visione. Senza contare che ho odiato Madoka e in ogni puntata aspettavo puntuale un suo pianto (spesso anche più di uno) che non si è fatto attendere.
Solo verso la fine della serie iniziamo a capire un po' di più i diversi personaggi, l'emblematica figura di Kyubey e il rapporto che lega Madoka e Homura.
Mi aspettavo molto da questa serie, visto il clamore e il consenso che ha avuto in Giappone, mentre io ne sono rimasta piuttosto delusa. Gli do la sufficienza, anche se meriterebbe un voto più alto per due motivi:
- il character design, nonostante le atmosfere spesso cupe, è piuttosto originale sia nel disegno dei personaggi sia per la rappresentazione delle streghe e i loro mondi;
- il personaggio di Sayaka è a mio parere il più riuscito della serie, è l'unica che non mi sembra finta e mi è dispiaciuto molto per la sua storia. <b>
Tendenzialmente sono molto diffidente verso gli anime che vengono osannati come capolavori, perché ho spesso riscontrato che non incontrano i miei gusti e questa volta non è stato diverso. Ho sentito molto parlare di questa serie soprattutto per il gradimento che aveva ricevuto in Giappone, così, incuriosita soprattutto dai consensi più che dalla storia in sé, l'ho visto.
La trama: Madoka è una ragazzina come tutte le altre, frequenta la scuola, ha delle amiche con cui esce e una famiglia che le vuole bene. I guai accadono quando arriva una nuova compagna di classe dall'atteggiamento distaccato che però sembra in qualche modo conoscere Madoka. Durante un'uscita Madoka si imbatte in un combattimento tra la nuova arrivata Homura e uno strano essere di nome Kyubey, che inizialmente sembra ingiustamente perseguitato da Homura e che trova riparo tra le braccia di Madoka. Più tardi veniamo a sapere che Kyubey è un incubator ed è capace di esaudire qualunque desiderio, ma in cambio la ragazza che lo richiede, deve diventare una maga che da quel momento in poi consacra la propria vita per combattere le streghe cattive.
Potrebbe sembrare la classica storia in cui la protagonista, una normalissima studentessa, riceve la visita di un essere magico che le dà magici poteri per combattere i cattivi e da lì in poi grandi avventure che finiscono bene, ma non è così. Nel corso degli episodi vedremo battaglie anche con esiti molto duri e verremo a conoscenza di particolari, non proprio trascurabili, a cui il "caro" Kyubey non aveva minimamente accennato.
Oltre Madoka e Homura ci sono altre maghe: Mami, che aiuterà inizialmente le ragazze a capire come funziona la lotta tra maghe e streghe; Sayaka, la migliore amica di Madoka; e Kyoko una ragazza un po' scontrosa, ma in fin dei conti buona.
Inizialmente trovato l'anime molto confusionario e questo mi ha portato a vedere le puntate con molta difficoltà, soprattutto perché non mi invogliavano a continuarne la visione. Senza contare che ho odiato Madoka e in ogni puntata aspettavo puntuale un suo pianto (spesso anche più di uno) che non si è fatto attendere.
Solo verso la fine della serie iniziamo a capire un po' di più i diversi personaggi, l'emblematica figura di Kyubey e il rapporto che lega Madoka e Homura.
Mi aspettavo molto da questa serie, visto il clamore e il consenso che ha avuto in Giappone, mentre io ne sono rimasta piuttosto delusa. Gli do la sufficienza, anche se meriterebbe un voto più alto per due motivi:
- il character design, nonostante le atmosfere spesso cupe, è piuttosto originale sia nel disegno dei personaggi sia per la rappresentazione delle streghe e i loro mondi;
- il personaggio di Sayaka è a mio parere il più riuscito della serie, è l'unica che non mi sembra finta e mi è dispiaciuto molto per la sua storia. <b>
Attenzione :: Spoiler! (clicca per visualizzarlo)
</b> L'ho compresa quando ha deciso di diventare una maga per guarire la mano del suo amico d'infanzia Kyosuke (di cui è innamorata), che non poteva più suonare il violino, e mi è dispiaciuto tanto vederla soffrire e piangere quando, resasi conto di essere un corpo senz'anima, non poteva essere al fianco di Kyosuke e non ha potuto impedire alla sua amica Hitomi di dichiararsi al ragazzo <b>[Fine Spoiler]</b>.
Premessa: questa serie all'apparenza sembrerebbe essere il classico majokko, nel quale puntualmente appare da un altro mondo una creatura magica dall'aspetto tenero e gentile che offre la possibilità ad alcune ragazze di trasformarsi in giovani maghe per salvare il mondo dall'ennesima sciagura che sta per travolgere gli ignari terrestri. Tuttavia non bisognerebbe mai giudicare dalle apparenze, e difatti Madoka Magica è una storia molto più profonda e complicata di quel che sembrerebbe da una prima occhiata superficiale. L'autore si è voluto cimentare in un esperimento insolito: ha voluto creare una storia adulta e molto cupa che avesse però l'apparenza di una storia per bambini; infatti lo stesso chara dà l'impressione di una storiella infantile; inoltre molto probabilmente esso è stato realizzato volutamente in maniera poco curata, per far concentrare lo spettatore su ciò che conta realmente, e cioè la storia.
Trama: un giorno, una giovane ragazza di nome Madoka incontra un essere di un altro mondo, Kyubei, il quale, braccato da una ragazza - Homura, nuova compagna di classe di Madoka -, le chiede aiuto, e la protagonista, senza pensarci troppo, trae in salvo il buffo animaletto. A un tratto, tutto intorno a lei si crea uno spazio distorto e tutti si vengono a trovare improvvisamente in un'altra dimensione, dove appare una maga, Mami, che inizia a combattere contro una strega, sconfiggendola. Dopodiché, tornati al mondo reale, Kyubei e Mami spiegano a Madoka e a Sayaka - una sua amica che aveva assistito a tutta la scena -, che nel mondo esistono le streghe e che il compito delle maghe è quello di preservare la pace nel mondo, sconfiggendole, prima che loro possano uccidere della gente innocente. Inoltre Kyubei rivela che per trasformarsi in maghe le ragazze prescelte devono stipulare con lui un contratto, e in cambio di ciò lui esaudirà un qualsiasi desiderio, anche qualora si trattasse di un vero e proprio miracolo. Nonostante ciò, nella vita nessuno dà niente per niente, dunque le nostre ragazze scopriranno presto che il prezzo da pagare per quel desiderio sarà molto più alto di ciò che possano immaginare.
Comunque sia, questa serie ruota tutta intorno a Madoka, una ragazza in apparenza normale, ma che pare abbia un potenziale magico enorme... Ma perché? C'è chi vuole che si trasformi e chi no, in quanto dalla sua scelta potrebbe derivare la salvezza o la fine del nostro mondo. Altre domande che occorre porsi durante la visione di quest'anime, sono: chi è veramente Homura? E come sa così tante cose? Le risposte a questi quesiti determineranno la soluzione dei vari enigmi della serie. In conclusione posso dire che Madoka Magica è un'opera originale, mai banale, e che tiene lo spettatore incollato alla poltrona. Difatti in quest'opera l'autore è riuscito, in maniera esemplare, a nascondere nella prima parte della serie quelle che erano le sue reali intenzioni, e cioè di creare una storia nuova, totalmente diversa dal solito, e per nulla ripetitiva, che infatti seppur in pochissimi episodi, è riuscita a esprimere in maniera perfetta tutto ciò che aveva in mente, senza allungare inutilmente la trama in maniera artificiosa.
Infatti dai primi episodi non si riesce a cogliere la vera essenza di Madoka Magica, che invece man mano risulta essere sempre più una serie molto introspettiva, dove i personaggi sono caratterizzati in maniera molto curata, soprattutto Homura. Quando si scopre infatti tutto ciò che c'è dietro a questo personaggio, non si può che apprezzarlo e ammirarlo per la sua lealtà, per il suo spirito di sacrificio e per il suo profondo senso d'amicizia. Infatti, a dispetto di ciò che potrebbe sembrare, nonostante la sua crudezza e violenza, questa serie evidenzia come nonostante la vita certe volte possa apparirci molto difficile e possa farci fare esperienze negative, l'uomo non abbandona mai i propri valori, i suoi affetti, le sue speranze, anzi, proprio nelle difficoltà dimostra che per le persone care si possono addirittura fare sacrifici impensabili.
In definitiva si potrebbe dire che Madoka Magica potrebbe essere considerato quasi un inno alla vera amicizia, quella per cui si sarebbe disposti a fare qualsiasi cosa.
Secondo il mio giudizio, quindi, è una serie da vedere assolutamente.
Trama: un giorno, una giovane ragazza di nome Madoka incontra un essere di un altro mondo, Kyubei, il quale, braccato da una ragazza - Homura, nuova compagna di classe di Madoka -, le chiede aiuto, e la protagonista, senza pensarci troppo, trae in salvo il buffo animaletto. A un tratto, tutto intorno a lei si crea uno spazio distorto e tutti si vengono a trovare improvvisamente in un'altra dimensione, dove appare una maga, Mami, che inizia a combattere contro una strega, sconfiggendola. Dopodiché, tornati al mondo reale, Kyubei e Mami spiegano a Madoka e a Sayaka - una sua amica che aveva assistito a tutta la scena -, che nel mondo esistono le streghe e che il compito delle maghe è quello di preservare la pace nel mondo, sconfiggendole, prima che loro possano uccidere della gente innocente. Inoltre Kyubei rivela che per trasformarsi in maghe le ragazze prescelte devono stipulare con lui un contratto, e in cambio di ciò lui esaudirà un qualsiasi desiderio, anche qualora si trattasse di un vero e proprio miracolo. Nonostante ciò, nella vita nessuno dà niente per niente, dunque le nostre ragazze scopriranno presto che il prezzo da pagare per quel desiderio sarà molto più alto di ciò che possano immaginare.
Comunque sia, questa serie ruota tutta intorno a Madoka, una ragazza in apparenza normale, ma che pare abbia un potenziale magico enorme... Ma perché? C'è chi vuole che si trasformi e chi no, in quanto dalla sua scelta potrebbe derivare la salvezza o la fine del nostro mondo. Altre domande che occorre porsi durante la visione di quest'anime, sono: chi è veramente Homura? E come sa così tante cose? Le risposte a questi quesiti determineranno la soluzione dei vari enigmi della serie. In conclusione posso dire che Madoka Magica è un'opera originale, mai banale, e che tiene lo spettatore incollato alla poltrona. Difatti in quest'opera l'autore è riuscito, in maniera esemplare, a nascondere nella prima parte della serie quelle che erano le sue reali intenzioni, e cioè di creare una storia nuova, totalmente diversa dal solito, e per nulla ripetitiva, che infatti seppur in pochissimi episodi, è riuscita a esprimere in maniera perfetta tutto ciò che aveva in mente, senza allungare inutilmente la trama in maniera artificiosa.
Infatti dai primi episodi non si riesce a cogliere la vera essenza di Madoka Magica, che invece man mano risulta essere sempre più una serie molto introspettiva, dove i personaggi sono caratterizzati in maniera molto curata, soprattutto Homura. Quando si scopre infatti tutto ciò che c'è dietro a questo personaggio, non si può che apprezzarlo e ammirarlo per la sua lealtà, per il suo spirito di sacrificio e per il suo profondo senso d'amicizia. Infatti, a dispetto di ciò che potrebbe sembrare, nonostante la sua crudezza e violenza, questa serie evidenzia come nonostante la vita certe volte possa apparirci molto difficile e possa farci fare esperienze negative, l'uomo non abbandona mai i propri valori, i suoi affetti, le sue speranze, anzi, proprio nelle difficoltà dimostra che per le persone care si possono addirittura fare sacrifici impensabili.
In definitiva si potrebbe dire che Madoka Magica potrebbe essere considerato quasi un inno alla vera amicizia, quella per cui si sarebbe disposti a fare qualsiasi cosa.
Secondo il mio giudizio, quindi, è una serie da vedere assolutamente.
Tu, che sei perplesso per la grafica di quest'anime e stai leggendo che è un majokko e hai tutta l'intenzione di non vedere questa serie, fermati: non è neanche lontanamente quello che sembra e potresti commettere l'errore di perderti, a mio avviso, uno degli anime più belli della storia.
Proprio ieri sera ho finito di visionare la serie e la prima considerazione a mente lucida che posso fare è la seguente: ero molto sfiduciata dall'animazione giapponese in questo periodo e soprattutto ero sempre più convinta che non avrei trovato mai più un anime come "FullMetal Alchemist" (quello del 2003), il mio preferito, per storia, contenuti, tecnica e forti emozioni che mi ha regalato. Dopo anni ho trovato finalmente un anime pari a FMA, e questo è proprio "Puella Magi Madoka Magica".
Quanto ho storto il naso quando ho visto la grafica. L'anime mi ha fatto pensare subito a Doremì, solo che quest'ultima e le sue amiche sembravano molto più adulte rispetto a Madoka & company, però l'apparenza horror della serie mi incuriosiva parecchio e mi son detta: "dai, sono 12 episodi, in due giorni ti vedi tutta la serie", e così, nella speranza che mi stupisse, ho iniziato la visione e alla fine non ero sorpresa, ma di più, perché "Puella Magi Madoka Magica" è arrivato a oltrepassare totalmente ogni mia aspettativa, finendo per farmi consacrare questa serie come una delle più belle, coinvolgenti, emozionanti e profonde che io abbia mai visto, e tra tanti finali (a volte anche immaginati) in serie diverse, Madoka credo che abbia il finale più bello che abbia visto, ma non vi rivelo se in positivo o in negativo: di sicuro lascia senza parole ed emoziona.
Cos'è alla fine Puella Magi? Per quanto sia etichettato come majokko, secondo me lo è solo in apparenza, è un anti-majokko, per questo credo che a molti non sia piaciuto. Queste serie con maghette protagoniste sono così ricche di buonismo, con le loro magie vivono avventure fantastiche, combattono per la giustizia e spesso sono anche veri e propri idoli per la gente comune, sempre con al fianco l'animaletto kawaii che ha dato loro i poteri, che realizza i desideri, e c'è una purezza nel cuore di questi personaggi surreali. Ebbene, Puella Magi secondo me non è questo. Le protagoniste ricevono in cambio di un miracolo la loro magia dal mefistofelico Kyubei, e dall'incontro con esso mostrano di avere tutte un lato oscuro, un forte egoismo che le motiva. La magia non è qualcosa di bello, ma diventa una maledizione, non c'è nessuna avventura fantastica, piuttosto incubi che prendono forma e verso i quali le maghe sono legate per sempre, costrette così a dire addio alla loro purezza e alla loro felicità e, se anche all'inizio pensano che combattano per la giustizia, dopo poco comprendendo la loro situazione e che nessuno mai si renderà conto di quello che fanno per l'umanità. I loro cuori diventano freddi, rischiando di cadere nell'odio.
E così il colorato e brillante mondo e il concetto di majokko acquistano sembianze oscure, angoscianti, paurose, e se tutte le bambine da piccole hanno desiderato poter diventare delle maghette, da adulte vedendo questa serie rimarranno terrorizzate alla sola idea - perché questo è assolutamente un anime per un pubblico maturo e tra i generi io ci scriverei pure un bel seinen; questo sogno all'inizio era pure quello di Madoka, una ragazzina semplice, ordinaria e ingenua, ma scoprendo poi cosa significa essere una maga, viene terrorizzata dall'idea. Eppure è troppo coinvolta per poter voltare le spalle a questa realtà, alle sue amiche, in particolare alla sua migliore amica Sayaka. Già dall'inizio si intuisce che la storia prenderà oscure vie, episodio dopo episodio il carattere dark e drammatico della serie diventa sempre più concreto, lascia angoscia, e qui il character design così "kawaii" assume un ruolo importante dal punto di vista narrativo, contribuendo a far risultare la serie ancora più "creepy", ma saprà meravigliarvi la stessa grafica, che durante gli scontri con le streghe dà vita a luoghi pittoreschi, fuori dagli schemi di disegno manga.
C'è un bell'omaggio ai capolavori della storia dell'arte, ma anche alle tecniche più contemporanee di disegno (ricordo l'omaggio al tratto gotico di Tim Burton). A mio avviso è un vero spettacolo per gli occhi, soprattutto perché le animazioni sono così fluide e realistiche che garantiscono un prodotto di qualità eccelsa, qualità che trionfa grazie anche a una sceneggiatura articolatissima e complessa - ma che risponderà a tutte le vostre domande -, quanto a una colonna sonora grandiosa e indimenticabile. Ho adorato, tra l'altro, sia l'opening sia l'ending, 'Magia', delle Kalafina, che credo rispecchi alla perfezione l'animo e gli umori della serie, e la sigla speciale dedicata a Kyoko e Sayaka, 'And I'm Home'.
Chicca, per gli amanti del genere, scoprire che questa serie è anche marcatamente shoujo-ai, in modo delicato, poetico, ma che per certi versi risulta "poco consolatoria" vista la drammaticità presente che coinvolge totalmente lo spettatore, che si troverà a riflettere su tematiche di un certo livello e di una certa profondità, attualissime e impossibili da ignorare, per poi rendersi conto dell'importanza della tematica religiosa al suo interno.
Quindi, qualcuno potrà dire, Madoka parla di tutto fuorché di magia? Oh no, la magia è onnipresente nella serie, ed è la magia del coinvolgimento, della sorpresa e poi la magia finale - reale - che saprà fare, se comprendete il suo messaggio, qualcosa che vi porterete dentro e per il quale credo sia un must vedere la serie.
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Mi è piaciuto vedere "Puella Magi Madoka Magica" come una grande storia d'amore, al di là dell'amore puro di Homura per Madoka, come amore nel suo senso più primo, amore in cui Madoka si incarna diventando divinità e credo che il concetto di Dio sia stato reso benissimo in quest'anime: un messaggio di speranza che rincuora e lascia emozioni positive dentro di te, ripagando totalmente la negatività e la tristezza del resto della serie, quasi a voler dire che, nonostante esista tanto male al mondo, tanti fatti e azioni terribili, l'amore li assolve ed è più forte di tanto male.
La mia visione della cosa è molto romantica e religiosa, sì, ma non credo che per questo sia lontana dal messaggio che la serie lascia.
Proprio ieri sera ho finito di visionare la serie e la prima considerazione a mente lucida che posso fare è la seguente: ero molto sfiduciata dall'animazione giapponese in questo periodo e soprattutto ero sempre più convinta che non avrei trovato mai più un anime come "FullMetal Alchemist" (quello del 2003), il mio preferito, per storia, contenuti, tecnica e forti emozioni che mi ha regalato. Dopo anni ho trovato finalmente un anime pari a FMA, e questo è proprio "Puella Magi Madoka Magica".
Quanto ho storto il naso quando ho visto la grafica. L'anime mi ha fatto pensare subito a Doremì, solo che quest'ultima e le sue amiche sembravano molto più adulte rispetto a Madoka & company, però l'apparenza horror della serie mi incuriosiva parecchio e mi son detta: "dai, sono 12 episodi, in due giorni ti vedi tutta la serie", e così, nella speranza che mi stupisse, ho iniziato la visione e alla fine non ero sorpresa, ma di più, perché "Puella Magi Madoka Magica" è arrivato a oltrepassare totalmente ogni mia aspettativa, finendo per farmi consacrare questa serie come una delle più belle, coinvolgenti, emozionanti e profonde che io abbia mai visto, e tra tanti finali (a volte anche immaginati) in serie diverse, Madoka credo che abbia il finale più bello che abbia visto, ma non vi rivelo se in positivo o in negativo: di sicuro lascia senza parole ed emoziona.
Cos'è alla fine Puella Magi? Per quanto sia etichettato come majokko, secondo me lo è solo in apparenza, è un anti-majokko, per questo credo che a molti non sia piaciuto. Queste serie con maghette protagoniste sono così ricche di buonismo, con le loro magie vivono avventure fantastiche, combattono per la giustizia e spesso sono anche veri e propri idoli per la gente comune, sempre con al fianco l'animaletto kawaii che ha dato loro i poteri, che realizza i desideri, e c'è una purezza nel cuore di questi personaggi surreali. Ebbene, Puella Magi secondo me non è questo. Le protagoniste ricevono in cambio di un miracolo la loro magia dal mefistofelico Kyubei, e dall'incontro con esso mostrano di avere tutte un lato oscuro, un forte egoismo che le motiva. La magia non è qualcosa di bello, ma diventa una maledizione, non c'è nessuna avventura fantastica, piuttosto incubi che prendono forma e verso i quali le maghe sono legate per sempre, costrette così a dire addio alla loro purezza e alla loro felicità e, se anche all'inizio pensano che combattano per la giustizia, dopo poco comprendendo la loro situazione e che nessuno mai si renderà conto di quello che fanno per l'umanità. I loro cuori diventano freddi, rischiando di cadere nell'odio.
E così il colorato e brillante mondo e il concetto di majokko acquistano sembianze oscure, angoscianti, paurose, e se tutte le bambine da piccole hanno desiderato poter diventare delle maghette, da adulte vedendo questa serie rimarranno terrorizzate alla sola idea - perché questo è assolutamente un anime per un pubblico maturo e tra i generi io ci scriverei pure un bel seinen; questo sogno all'inizio era pure quello di Madoka, una ragazzina semplice, ordinaria e ingenua, ma scoprendo poi cosa significa essere una maga, viene terrorizzata dall'idea. Eppure è troppo coinvolta per poter voltare le spalle a questa realtà, alle sue amiche, in particolare alla sua migliore amica Sayaka. Già dall'inizio si intuisce che la storia prenderà oscure vie, episodio dopo episodio il carattere dark e drammatico della serie diventa sempre più concreto, lascia angoscia, e qui il character design così "kawaii" assume un ruolo importante dal punto di vista narrativo, contribuendo a far risultare la serie ancora più "creepy", ma saprà meravigliarvi la stessa grafica, che durante gli scontri con le streghe dà vita a luoghi pittoreschi, fuori dagli schemi di disegno manga.
C'è un bell'omaggio ai capolavori della storia dell'arte, ma anche alle tecniche più contemporanee di disegno (ricordo l'omaggio al tratto gotico di Tim Burton). A mio avviso è un vero spettacolo per gli occhi, soprattutto perché le animazioni sono così fluide e realistiche che garantiscono un prodotto di qualità eccelsa, qualità che trionfa grazie anche a una sceneggiatura articolatissima e complessa - ma che risponderà a tutte le vostre domande -, quanto a una colonna sonora grandiosa e indimenticabile. Ho adorato, tra l'altro, sia l'opening sia l'ending, 'Magia', delle Kalafina, che credo rispecchi alla perfezione l'animo e gli umori della serie, e la sigla speciale dedicata a Kyoko e Sayaka, 'And I'm Home'.
Chicca, per gli amanti del genere, scoprire che questa serie è anche marcatamente shoujo-ai, in modo delicato, poetico, ma che per certi versi risulta "poco consolatoria" vista la drammaticità presente che coinvolge totalmente lo spettatore, che si troverà a riflettere su tematiche di un certo livello e di una certa profondità, attualissime e impossibili da ignorare, per poi rendersi conto dell'importanza della tematica religiosa al suo interno.
Quindi, qualcuno potrà dire, Madoka parla di tutto fuorché di magia? Oh no, la magia è onnipresente nella serie, ed è la magia del coinvolgimento, della sorpresa e poi la magia finale - reale - che saprà fare, se comprendete il suo messaggio, qualcosa che vi porterete dentro e per il quale credo sia un must vedere la serie.
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Attenzione :: Spoiler! (clicca per visualizzarlo)
</b> Mi è piaciuto vedere "Puella Magi Madoka Magica" come una grande storia d'amore, al di là dell'amore puro di Homura per Madoka, come amore nel suo senso più primo, amore in cui Madoka si incarna diventando divinità e credo che il concetto di Dio sia stato reso benissimo in quest'anime: un messaggio di speranza che rincuora e lascia emozioni positive dentro di te, ripagando totalmente la negatività e la tristezza del resto della serie, quasi a voler dire che, nonostante esista tanto male al mondo, tanti fatti e azioni terribili, l'amore li assolve ed è più forte di tanto male.
La mia visione della cosa è molto romantica e religiosa, sì, ma non credo che per questo sia lontana dal messaggio che la serie lascia.
<b>Attenzione! Lievi spoiler sulla trama</b>
Trama e commento: 8. Non mi è mai piaciuto classificare gli anime per genere, cosa che a mio dire non è altro che un modo per inscatolare la creatività degli individui, e non lo farò nemmeno per recensire questa serie che molti hanno definito un capolavoro, essendo stata anche eletta "miglior serie del 2011" dai votanti secondo un sondaggio finitomi sottomano non molto tempo fa. Tutto questo perché, in teoria, "Puella Magi Madoka Magica" doveva porsi come un nuovo tipo di majokko, mai visto prima, ricco di spettacolarità e di colpi di scena con tanta introspezione psicologica e drammaticità. Tuttavia non sono qui a valutare un majokko, ma un anime. La stessa cosa? Non proprio.
La trama è quella che segue: una ragazza timida e un po' tonta, dai tradizionali capelli rosa, un giorno a scuola riceve prima un monito da una misteriosa compagna di classe, che le intima di non accettare strane proposte volte a realizzare un miracolo, e successivamente si ritrova in pericolo di vita, ma viene salvata da un'altra ragazza che si rivela essere una "puella magi", ossia una ragazza con poteri speciali e con l'obbiettivo di uccidere le malvagie streghe. Con lei è una specie di gatto rosa solo apparentemente dolce e "morbidoso", che le propone di avverare un suo desiderio in cambio dell'aiuto della ragazza nel compito di sconfiggere i malvagi. Madoka non accetterà subito la proposta, al contrario della sua amica Sayaka Miki, che invece sceglierà di combattere per il bene del suo amato.
Fin qui nulla di nuovo sotto il sole, la trama inizia a svilupparsi successivamente tra morti violente e inaspettate, l'arrivo di altre maghette e i contrasti che tra loro sorgono e infine l'intero sistema della trama viene rovesciato, rompendo il confine tra buoni e cattivi; il tutto farcito da viaggi temporali che renderanno la trama ancora più intricata. Lo spettatore rimane incollato allo schermo per vedere di far luce su tutti i punti oscuri della trama, che però non vengono interamente spiegati pur scomodando (addirittura) la termodinamica. Quindi il finale, ben realizzato ed efficace, lancia comunque un messaggio non trascurabile: per quanto si tenti di estirpare il male dal mondo, esso è insito nella natura stessa, e non scomparirà mai; esso rimane comunque parzialmente aperto, attendendo la seconda serie per continuare la battaglia infinita tra bene e male.
Come detto sopra, pur presentando una trama abbastanza articolata, i colpi di scena sono abbastanza prevedibili, anche se d'effetto; qualche punto nella trama resta oscuro - la strega finale da dove proviene? -, ma "Mahou Shoujo Madoka Magica" resta comunque un evoluzione per il genere majokko, non certamente per un anime.
Personaggi: 7,5. I personaggi, insieme alla trama, devono essere il punto forte di questa serie. In parte ci riescono: si assiste a una buona caratterizzazione e maturazione di Madoka. Ma il vero lavoro viene fatto su altri personaggi: le "puellae magi" - il plurale di "puella", suppongo - si vedono private della propria anima e addirittura dell'esistenza stessa; ognuna di esse descrive un modo differente di reagire a questo. C'è chi lo accetta non curandosene, chi impazzisce non potendo sopportare oltre questo peso/umiliazione e chi diventa distaccata e fredda. Oltre alle protagoniste, che hanno dunque un aspetto psicologico interessante, si aggiungono figure molto più macchiette tra cui, una su tutte, la madre di Madoka, un personaggio al quale viene data importanza sin dal primo episodio: viene vista come madre e donna perfetta, che dispensa sempre i consigli giusti e che si preoccupa per la figlia, ma poi la sua descrizione non si conclude e rimane inutile nel dialogo finale tra lei e Madoka.
Grafica: 5. La grafica è di una semplicità quasi infantile per quanto riguarda i personaggi. Pochi sono i particolari sia per i connotati sia per i vestiti. Il modello dei personaggi rasenta il chibi. I colori utilizzati sono essenzialissimi, senza utilizzo di sfumature. Questo si può notare ad esempio negli occhi, nei quali le ombreggiature sono fatte con semplici tratti neri. Anche gli sfondi sono essenziali, a volte si gettano in improbabili prospettive, altre volte rimangono completamente anonimi.
Capitolo a parte per la rappresentazione delle streghe, per le quali viene talvolta usata una tecnica molto più sperimentale e che, oggettivamente, stona con i personaggi realizzati in modo standard. Per fortuna quando i personaggi devono effettivamente interagire con le streghe, queste sono realizzate normalmente, il che confonde abbastanza, non prendendo l'anime una effettiva firma per quanto riguarda questi avversari, che, a mio giudizio, sarebbero dovuti essere rappresentati sempre allo stesso modo.
Musiche: 6,5. L'opening è orecchiabile, l'ending anche, peccato che essa venga poi spesso utilizzata come vera e propria colonna sonora nelle puntate, in momenti più o meno casuali. Le colonne sonore sono nella media, anche se potevano essere sfruttate un po' meglio - il pezzo in cui il ragazzo suona il violino nel quale, anche dopo che ha smesso di suonare, si continua a udire lo strumento in sottofondo poteva essere risparmiato.
Animazione: 8,5. L'animazione è elegante, fluida nei combattimenti, nelle esplosioni e negli effetti pirotecnici. Per il resto essa è nella media, non ci si spinge più in là del necessario.
E' presente il solito conflitto tra animazione classica e quella più sperimentale data ad alcune streghe, che quando si incontrano fanno stridere qualche rotella.
TOT: 7,5.
"Mahou Shoujo Madoka Magica" è un interessante majokko, ma che vedo veramente troppo sopravvalutato. Lo consiglio a tutti gli amanti del genere.
Trama e commento: 8. Non mi è mai piaciuto classificare gli anime per genere, cosa che a mio dire non è altro che un modo per inscatolare la creatività degli individui, e non lo farò nemmeno per recensire questa serie che molti hanno definito un capolavoro, essendo stata anche eletta "miglior serie del 2011" dai votanti secondo un sondaggio finitomi sottomano non molto tempo fa. Tutto questo perché, in teoria, "Puella Magi Madoka Magica" doveva porsi come un nuovo tipo di majokko, mai visto prima, ricco di spettacolarità e di colpi di scena con tanta introspezione psicologica e drammaticità. Tuttavia non sono qui a valutare un majokko, ma un anime. La stessa cosa? Non proprio.
La trama è quella che segue: una ragazza timida e un po' tonta, dai tradizionali capelli rosa, un giorno a scuola riceve prima un monito da una misteriosa compagna di classe, che le intima di non accettare strane proposte volte a realizzare un miracolo, e successivamente si ritrova in pericolo di vita, ma viene salvata da un'altra ragazza che si rivela essere una "puella magi", ossia una ragazza con poteri speciali e con l'obbiettivo di uccidere le malvagie streghe. Con lei è una specie di gatto rosa solo apparentemente dolce e "morbidoso", che le propone di avverare un suo desiderio in cambio dell'aiuto della ragazza nel compito di sconfiggere i malvagi. Madoka non accetterà subito la proposta, al contrario della sua amica Sayaka Miki, che invece sceglierà di combattere per il bene del suo amato.
Fin qui nulla di nuovo sotto il sole, la trama inizia a svilupparsi successivamente tra morti violente e inaspettate, l'arrivo di altre maghette e i contrasti che tra loro sorgono e infine l'intero sistema della trama viene rovesciato, rompendo il confine tra buoni e cattivi; il tutto farcito da viaggi temporali che renderanno la trama ancora più intricata. Lo spettatore rimane incollato allo schermo per vedere di far luce su tutti i punti oscuri della trama, che però non vengono interamente spiegati pur scomodando (addirittura) la termodinamica. Quindi il finale, ben realizzato ed efficace, lancia comunque un messaggio non trascurabile: per quanto si tenti di estirpare il male dal mondo, esso è insito nella natura stessa, e non scomparirà mai; esso rimane comunque parzialmente aperto, attendendo la seconda serie per continuare la battaglia infinita tra bene e male.
Come detto sopra, pur presentando una trama abbastanza articolata, i colpi di scena sono abbastanza prevedibili, anche se d'effetto; qualche punto nella trama resta oscuro - la strega finale da dove proviene? -, ma "Mahou Shoujo Madoka Magica" resta comunque un evoluzione per il genere majokko, non certamente per un anime.
Personaggi: 7,5. I personaggi, insieme alla trama, devono essere il punto forte di questa serie. In parte ci riescono: si assiste a una buona caratterizzazione e maturazione di Madoka. Ma il vero lavoro viene fatto su altri personaggi: le "puellae magi" - il plurale di "puella", suppongo - si vedono private della propria anima e addirittura dell'esistenza stessa; ognuna di esse descrive un modo differente di reagire a questo. C'è chi lo accetta non curandosene, chi impazzisce non potendo sopportare oltre questo peso/umiliazione e chi diventa distaccata e fredda. Oltre alle protagoniste, che hanno dunque un aspetto psicologico interessante, si aggiungono figure molto più macchiette tra cui, una su tutte, la madre di Madoka, un personaggio al quale viene data importanza sin dal primo episodio: viene vista come madre e donna perfetta, che dispensa sempre i consigli giusti e che si preoccupa per la figlia, ma poi la sua descrizione non si conclude e rimane inutile nel dialogo finale tra lei e Madoka.
Grafica: 5. La grafica è di una semplicità quasi infantile per quanto riguarda i personaggi. Pochi sono i particolari sia per i connotati sia per i vestiti. Il modello dei personaggi rasenta il chibi. I colori utilizzati sono essenzialissimi, senza utilizzo di sfumature. Questo si può notare ad esempio negli occhi, nei quali le ombreggiature sono fatte con semplici tratti neri. Anche gli sfondi sono essenziali, a volte si gettano in improbabili prospettive, altre volte rimangono completamente anonimi.
Capitolo a parte per la rappresentazione delle streghe, per le quali viene talvolta usata una tecnica molto più sperimentale e che, oggettivamente, stona con i personaggi realizzati in modo standard. Per fortuna quando i personaggi devono effettivamente interagire con le streghe, queste sono realizzate normalmente, il che confonde abbastanza, non prendendo l'anime una effettiva firma per quanto riguarda questi avversari, che, a mio giudizio, sarebbero dovuti essere rappresentati sempre allo stesso modo.
Musiche: 6,5. L'opening è orecchiabile, l'ending anche, peccato che essa venga poi spesso utilizzata come vera e propria colonna sonora nelle puntate, in momenti più o meno casuali. Le colonne sonore sono nella media, anche se potevano essere sfruttate un po' meglio - il pezzo in cui il ragazzo suona il violino nel quale, anche dopo che ha smesso di suonare, si continua a udire lo strumento in sottofondo poteva essere risparmiato.
Animazione: 8,5. L'animazione è elegante, fluida nei combattimenti, nelle esplosioni e negli effetti pirotecnici. Per il resto essa è nella media, non ci si spinge più in là del necessario.
E' presente il solito conflitto tra animazione classica e quella più sperimentale data ad alcune streghe, che quando si incontrano fanno stridere qualche rotella.
TOT: 7,5.
"Mahou Shoujo Madoka Magica" è un interessante majokko, ma che vedo veramente troppo sopravvalutato. Lo consiglio a tutti gli amanti del genere.
Dopo tutto il clamore suscitato da questa serie, sia in Giappone sia su questo sito, non avevo la benché minima intenzione di dare una possibilità a questo "Madoka Magika": il modo in cui era stato presentato mi faceva pensare a una specie di "K-ON!" in cui le cinque provette musiciste venivano sostituite da cinque "pucciosissime" maghette. E, seppure non abbia mai nutrito disprezzo verso "K-ON!" e simili, quest'idea sembrava superare la mia pur alta capacità di sopportazione.
Durante una discussione tenuta in queste sere, però, quest'anime mi veniva raccontato come "cupo e deprimente"; immagino che sulla mia testa sia apparso un bel punto interrogativo, così come accade ai personaggi dei fumetti: cupo e deprimente? Ma come?
E' ovviamente inutile raccontare il seguito, dato che sono qui a scrivere questa recensione. E credo anche che molti di voi avranno esclamato il più classico dei "Ma chi se ne frega!" mentre leggevano il mio racconto; tuttavia, mai come ora, credo sia importante descrivere quale fosse il mio atteggiamento nei confronti di questa serie in quanto ho ragione di credere che sia parecchio diffuso tra gli utenti di questo sito. Era, e lo ripeto un'ultima volta, un atteggiamento "ostile" verso tutto ciò che circondava questa serie. E proprio per questo, ritengo che questa sia una recensione destinata a tutti coloro che come me avevano frainteso il vero contenuto di quest'anime.
"Madoka Magica" parla indubbiamente di maghette che lottano contro streghe; ma, se è vero che già questo sarebbe un ottimo motivo per ribadire il concetto "cascasse il mondo non lo vedo", la realtà è molto diversa da quanto potrebbe sembrare: non c'è la benché minima traccia di kawaii, nessun "cristallo di luna" e simili, niente feste a base di tè o torte. "Matrix", il Faust di Goethe, Dalì e Picasso rappresentano, invece, a mio vedere le principali fonti di ispirazione di questo titolo, che è davvero immerso in una delle ambientazioni più cupe e deprimenti che abbia mai visto, specie se si tiene conto del genere a cui viene tendenzialmente associato. A ciò va aggiunta una colonna sonora che io ho trovato superba e che va ad amplificare la sensazione di drammaticità trasmessa degli eventi.
La trama, in realtà, non è proprio originalissima: quando il mistero che avvolge l'intera storia finisce per essere svelato, esso si rivela essere un mix di quello proposto dal già citato "Matrix" e di quello proprio alla seconda serie di "Higurashi". Ma il vero merito che deve essere attribuito a quest'anime è il crescente senso di suspense che riesce a trasmettere allo spettatore e, sebbene la spiegazione ripercorra sentieri già battuti in precedenza, essa non è poi così banale come sembra.
E veniamo alle dolenti note: a mio avviso il finale proposto sfiora l'indecenza. La scelta che compie la protagonista mina alle basi la credibilità dell'intera storia: il susseguirsi degli eventi, infatti, presupponeva la sua irrealizzabilità per avere un senso compiuto; a quanto pare il desiderio di dare al pubblico un finale strappalacrime e buonista ha avuto il sopravvento sulla necessità di restare razionali. Qualcuno ha detto che si è preferito abbandonare il cinismo presente negli episodi precedenti; questo è senz'altro vero e, come intenzione, non può essere disprezzata a priori. Purtroppo oltre ad abbandonare il cinismo si è abbandonato anche il buon senso.
In definitiva il mio giudizio su "Madoka Magica" resta molto buono specie per il coraggio di riproporre in un modo del tutto nuovo e inaspettato il modello di maghette e simili. Meritava tutto questo successo? Probabilmente no, ma ciò non toglie che a mio avviso si tratti di un titolo di buon livello, discretamente interessante e ricco di pathos. Se finora non avete guardato questo titolo per il timore di trovarvi al cospetto di una storia moe tutta costumini da maghe e cristalli del cuore, potete fare marcia indietro e dargli almeno una possibilità.
Durante una discussione tenuta in queste sere, però, quest'anime mi veniva raccontato come "cupo e deprimente"; immagino che sulla mia testa sia apparso un bel punto interrogativo, così come accade ai personaggi dei fumetti: cupo e deprimente? Ma come?
E' ovviamente inutile raccontare il seguito, dato che sono qui a scrivere questa recensione. E credo anche che molti di voi avranno esclamato il più classico dei "Ma chi se ne frega!" mentre leggevano il mio racconto; tuttavia, mai come ora, credo sia importante descrivere quale fosse il mio atteggiamento nei confronti di questa serie in quanto ho ragione di credere che sia parecchio diffuso tra gli utenti di questo sito. Era, e lo ripeto un'ultima volta, un atteggiamento "ostile" verso tutto ciò che circondava questa serie. E proprio per questo, ritengo che questa sia una recensione destinata a tutti coloro che come me avevano frainteso il vero contenuto di quest'anime.
"Madoka Magica" parla indubbiamente di maghette che lottano contro streghe; ma, se è vero che già questo sarebbe un ottimo motivo per ribadire il concetto "cascasse il mondo non lo vedo", la realtà è molto diversa da quanto potrebbe sembrare: non c'è la benché minima traccia di kawaii, nessun "cristallo di luna" e simili, niente feste a base di tè o torte. "Matrix", il Faust di Goethe, Dalì e Picasso rappresentano, invece, a mio vedere le principali fonti di ispirazione di questo titolo, che è davvero immerso in una delle ambientazioni più cupe e deprimenti che abbia mai visto, specie se si tiene conto del genere a cui viene tendenzialmente associato. A ciò va aggiunta una colonna sonora che io ho trovato superba e che va ad amplificare la sensazione di drammaticità trasmessa degli eventi.
La trama, in realtà, non è proprio originalissima: quando il mistero che avvolge l'intera storia finisce per essere svelato, esso si rivela essere un mix di quello proposto dal già citato "Matrix" e di quello proprio alla seconda serie di "Higurashi". Ma il vero merito che deve essere attribuito a quest'anime è il crescente senso di suspense che riesce a trasmettere allo spettatore e, sebbene la spiegazione ripercorra sentieri già battuti in precedenza, essa non è poi così banale come sembra.
E veniamo alle dolenti note: a mio avviso il finale proposto sfiora l'indecenza. La scelta che compie la protagonista mina alle basi la credibilità dell'intera storia: il susseguirsi degli eventi, infatti, presupponeva la sua irrealizzabilità per avere un senso compiuto; a quanto pare il desiderio di dare al pubblico un finale strappalacrime e buonista ha avuto il sopravvento sulla necessità di restare razionali. Qualcuno ha detto che si è preferito abbandonare il cinismo presente negli episodi precedenti; questo è senz'altro vero e, come intenzione, non può essere disprezzata a priori. Purtroppo oltre ad abbandonare il cinismo si è abbandonato anche il buon senso.
In definitiva il mio giudizio su "Madoka Magica" resta molto buono specie per il coraggio di riproporre in un modo del tutto nuovo e inaspettato il modello di maghette e simili. Meritava tutto questo successo? Probabilmente no, ma ciò non toglie che a mio avviso si tratti di un titolo di buon livello, discretamente interessante e ricco di pathos. Se finora non avete guardato questo titolo per il timore di trovarvi al cospetto di una storia moe tutta costumini da maghe e cristalli del cuore, potete fare marcia indietro e dargli almeno una possibilità.
Onestamente non so se classificare questa recensione tra quelle che riservo ai titoli che vedo dopo il grande successo e le grandi discussioni che suscitano oppure se aggregarla al gruppo degli anime che ripercorrono la storia del genere majokko dagli anni '90 ai giorni nostri. Questione difficile. Sostienimi dunque, o Musa, e aiutami nella strada a dipanar l'arcano.
Stiamo parlando ora di Puella Magi Madoka Magica, una storia di maghe, ragazze che acquisiscono dei poteri magici e con essi combattono le loro nemesi identificate con le "streghe". Poteri che arrivano dopo la stipula di un contratto dall'esimio notaio Kyuubee, essere dall'aspetto inoffensivo proveniente da chissà quale dimensione.
In un certo senso potremmo fermarci qui nell'analisi del tema centrale dell'anime. Da che mondo è mondo infatti le eroine del majokko si battevano per una certa causa che più o meno consisteva sempre nell'aiutare il prossimo nella quotidianità o mediante il combattere una qualche forza malvagia. Madoka Magica invece sposta il problema sul cosa voglia dire o che conseguenze abbia l'essere maga.
Conseguenze che ovviamente non sono proprio positive...
A dissertare sul meccanismo del diventare maghe mi allungherei e farei anche spoiler, cosa che di solito non gradisco. Meglio parafrasare e non dire... Non dire come viene fatto in Madoka Magica.
Ebbene sì, perché quest'anime non si basa su cosa viene detto, ma su cosa invece non viene detto. È una strategia per creare atmosfera, hype o quello che volete. La narrazione procede a strattoni, immersa in un'atmosfera occulta e con le rivelazioni strappate con le pinze a dare regolarmente una nuova spinta. Tra queste la più chiacchierata è il famigerato terzo episodio "che ha shockato il Giappone" (come recitava lo spot degli episodi su Popcorntv), il quale onestamente non mi ha colpito molto, forse per inclinazione personale o forse perché l'arrivo dello shock è "sgamabile" da minuti prima che esso avvenga - e lo spettatore attento vi riesce.
Non si dice neanche sulla protagonista Madoka Kaname. Essa è soggetto o oggetto del racconto? La cosa è ambigua anche qui, forse sta all'interpretazione di ognuno. Personalmente ritengo Homura la protagonista della storia e Madoka ciò di cui essa racconta.
Si può dunque dedurre che Madoka Magica non è un anime facilmente inquadrabile. Esso vive di contrasti: primo fra tutti è quello che c'è tra ciò che di solito propone il genere (messaggi positivi per un pubblico giovane) e gli avvenimenti molto drammatici che ci propone; oppure tra il design dei personaggi (moe al massimo, vedi il recente Saimoe) e l'asprezza del contesto. Ma anche le ardite architetture disposte tra sfondi e locazione o le musiche varie e dai registri contrastanti composte niente meno che dalla sempre ottima Yui Kajiura, contribuiscono al clima surreale che esalta i suddetti contrasti.
Nonostante sia una strategia piuttosto furba da parte degli autori, io non posso valutare positivamente tutto ciò: ritengo sia una furbata in malafede a danno soprattutto del pubblico più "ingenuo", ma soprattutto verso chi non conosce il genere majokko.
Occorre ora fare una digressione temporale: inizialmente vidi solo quattro episodi di Madoka avendone delle impressioni positive. Poi mi sono fermato, ma nel frattempo ho iniziato a vedere (finalmente) un certo Mahou Shoujo Lyrical Nanoha. Ebbene, vedendo il primo episodio di questa saga ho di fatto visto una seconda volta la prima puntata di Madoka Magica. Qual è il problema? Nanoha è datato 2004.
Incuriosito da ciò, iniziate le trasmissioni in streaming ufficiale, ho fatto un po' caso qua e là a pescare altre cose ottenendo una pesca abbastanza grossa.
Non solo lo svolgersi della prima puntata, ma anche molti elementi della magia sono stati ricalcati tal quali da Nanoha; la storia di Homura in pratica è la riproposizione dell'Endless Eight di Haruhi; lo stesso finale lo associo ai tipici risvolti da caos quantistico presenti nelle malinconiche avventure della Suzumiya; la battaglia del penultimo episodio e le sue esplosioni paiono saltate fuori da un certo Evangelion; "The World, che il tempo si fermi!" (citazione...); lo stesso rito del contratto a me ora sa tanto dello scambio equivalente di due ben noti Alchimisti - sia grazie a te, o Musa, per avermi suggerito questo dettaglio.
A me sembra un efficace minestrone di roba già fatta da altri, non mi sorprende che l'otaku medio giapponese sia andato in brodo di giuggiole di fronte a questa subliminale reunion dei cult dell'animazione giapponese e abbia saccheggiato i negozi dei DVD o Blu-ray dell'anime...
Delle cose buone tuttavia Madoka Magica ne lascia comunque in consegna. Di architetture e musiche avevamo già detto, ma altro troviamo nel gruppo delle maghe protagoniste: dei personaggi ben caratterizzati che fanno valere le loro forze e le loro debolezze. A me è piaciuta in modo particolare Kyoko, per il suo carattere e la sua evoluzione nella storia - io un po' ci ho visto Asuka di Evangelion, sarò fissato. Eludo volutamente Madoka in quanto per me oggetto e non soggetto di quest'anime.
La vera invenzione resta però Kyuubei, lucido esempio di una fredda caratterizzazione di un personaggio che in realtà carattere non ne ha in quanto privo alla base di emozioni di sorta. Al regista è piaciuto così tanto metterlo in controluce e in primo piano che ha esteso indiscriminatamente la pratica a tutti gli altri personaggi.
Mi congedo ora da te, o Musa, ringraziandoti per l'ispirazione e dicendoti che colloco ora Puella Magi Madoka Magica nella prima delle due categorie cui accennavo all'inizio. Esso non è un majokko: se invece delle maghette fosse stata messa qualunque altra cosa, il meccanismo funzionava lo stesso, ma si è voluto furbescamente giocare con i contrasti e con i gusti del pubblico.
Come anime mi è anche piaciuto, è stato un buon intrattenimento. Mi si permetta però di lanciargli un personale anatema per il suo aver aggregato idee qua e là in modo indiscriminato, ma soprattutto per aver associato, e fatto associare, mascherandola a molto pubblico - ho sentito parlare di "majokko alternativo"... bah! -, un'opera che di tutt'altro tratta con un genere quale il majokko, che negli anni ci ha regalato veri cult dell'animazione.
Stiamo parlando ora di Puella Magi Madoka Magica, una storia di maghe, ragazze che acquisiscono dei poteri magici e con essi combattono le loro nemesi identificate con le "streghe". Poteri che arrivano dopo la stipula di un contratto dall'esimio notaio Kyuubee, essere dall'aspetto inoffensivo proveniente da chissà quale dimensione.
In un certo senso potremmo fermarci qui nell'analisi del tema centrale dell'anime. Da che mondo è mondo infatti le eroine del majokko si battevano per una certa causa che più o meno consisteva sempre nell'aiutare il prossimo nella quotidianità o mediante il combattere una qualche forza malvagia. Madoka Magica invece sposta il problema sul cosa voglia dire o che conseguenze abbia l'essere maga.
Conseguenze che ovviamente non sono proprio positive...
A dissertare sul meccanismo del diventare maghe mi allungherei e farei anche spoiler, cosa che di solito non gradisco. Meglio parafrasare e non dire... Non dire come viene fatto in Madoka Magica.
Ebbene sì, perché quest'anime non si basa su cosa viene detto, ma su cosa invece non viene detto. È una strategia per creare atmosfera, hype o quello che volete. La narrazione procede a strattoni, immersa in un'atmosfera occulta e con le rivelazioni strappate con le pinze a dare regolarmente una nuova spinta. Tra queste la più chiacchierata è il famigerato terzo episodio "che ha shockato il Giappone" (come recitava lo spot degli episodi su Popcorntv), il quale onestamente non mi ha colpito molto, forse per inclinazione personale o forse perché l'arrivo dello shock è "sgamabile" da minuti prima che esso avvenga - e lo spettatore attento vi riesce.
Non si dice neanche sulla protagonista Madoka Kaname. Essa è soggetto o oggetto del racconto? La cosa è ambigua anche qui, forse sta all'interpretazione di ognuno. Personalmente ritengo Homura la protagonista della storia e Madoka ciò di cui essa racconta.
Si può dunque dedurre che Madoka Magica non è un anime facilmente inquadrabile. Esso vive di contrasti: primo fra tutti è quello che c'è tra ciò che di solito propone il genere (messaggi positivi per un pubblico giovane) e gli avvenimenti molto drammatici che ci propone; oppure tra il design dei personaggi (moe al massimo, vedi il recente Saimoe) e l'asprezza del contesto. Ma anche le ardite architetture disposte tra sfondi e locazione o le musiche varie e dai registri contrastanti composte niente meno che dalla sempre ottima Yui Kajiura, contribuiscono al clima surreale che esalta i suddetti contrasti.
Nonostante sia una strategia piuttosto furba da parte degli autori, io non posso valutare positivamente tutto ciò: ritengo sia una furbata in malafede a danno soprattutto del pubblico più "ingenuo", ma soprattutto verso chi non conosce il genere majokko.
Occorre ora fare una digressione temporale: inizialmente vidi solo quattro episodi di Madoka avendone delle impressioni positive. Poi mi sono fermato, ma nel frattempo ho iniziato a vedere (finalmente) un certo Mahou Shoujo Lyrical Nanoha. Ebbene, vedendo il primo episodio di questa saga ho di fatto visto una seconda volta la prima puntata di Madoka Magica. Qual è il problema? Nanoha è datato 2004.
Incuriosito da ciò, iniziate le trasmissioni in streaming ufficiale, ho fatto un po' caso qua e là a pescare altre cose ottenendo una pesca abbastanza grossa.
Non solo lo svolgersi della prima puntata, ma anche molti elementi della magia sono stati ricalcati tal quali da Nanoha; la storia di Homura in pratica è la riproposizione dell'Endless Eight di Haruhi; lo stesso finale lo associo ai tipici risvolti da caos quantistico presenti nelle malinconiche avventure della Suzumiya; la battaglia del penultimo episodio e le sue esplosioni paiono saltate fuori da un certo Evangelion; "The World, che il tempo si fermi!" (citazione...); lo stesso rito del contratto a me ora sa tanto dello scambio equivalente di due ben noti Alchimisti - sia grazie a te, o Musa, per avermi suggerito questo dettaglio.
A me sembra un efficace minestrone di roba già fatta da altri, non mi sorprende che l'otaku medio giapponese sia andato in brodo di giuggiole di fronte a questa subliminale reunion dei cult dell'animazione giapponese e abbia saccheggiato i negozi dei DVD o Blu-ray dell'anime...
Delle cose buone tuttavia Madoka Magica ne lascia comunque in consegna. Di architetture e musiche avevamo già detto, ma altro troviamo nel gruppo delle maghe protagoniste: dei personaggi ben caratterizzati che fanno valere le loro forze e le loro debolezze. A me è piaciuta in modo particolare Kyoko, per il suo carattere e la sua evoluzione nella storia - io un po' ci ho visto Asuka di Evangelion, sarò fissato. Eludo volutamente Madoka in quanto per me oggetto e non soggetto di quest'anime.
La vera invenzione resta però Kyuubei, lucido esempio di una fredda caratterizzazione di un personaggio che in realtà carattere non ne ha in quanto privo alla base di emozioni di sorta. Al regista è piaciuto così tanto metterlo in controluce e in primo piano che ha esteso indiscriminatamente la pratica a tutti gli altri personaggi.
Mi congedo ora da te, o Musa, ringraziandoti per l'ispirazione e dicendoti che colloco ora Puella Magi Madoka Magica nella prima delle due categorie cui accennavo all'inizio. Esso non è un majokko: se invece delle maghette fosse stata messa qualunque altra cosa, il meccanismo funzionava lo stesso, ma si è voluto furbescamente giocare con i contrasti e con i gusti del pubblico.
Come anime mi è anche piaciuto, è stato un buon intrattenimento. Mi si permetta però di lanciargli un personale anatema per il suo aver aggregato idee qua e là in modo indiscriminato, ma soprattutto per aver associato, e fatto associare, mascherandola a molto pubblico - ho sentito parlare di "majokko alternativo"... bah! -, un'opera che di tutt'altro tratta con un genere quale il majokko, che negli anni ci ha regalato veri cult dell'animazione.
<b>Attenzione! Lievi spoiler sulla trama</b>
Un fenomeno di costume può essere scisso in due parti. Lo stimolo e la propagazione. Pensate di essere al mare e di tirare una pietra. Se va a finire negli scogli, fa un po' di rumore e non succede niente. Se invece cade in acqua, si allargano increspature su increspature. Il trucco sta nel conoscere le reazioni della superficie da colpire. E naturalmente nel saper direzionare bene il lancio.
Ok, ora immaginate di essere un creatore di anime. E' un mestiere molto stressante, alcuni si sono beccati pure l'esaurimento nervoso a stare dietro a 'sto lavoro. Ci sono pressioni dalla produzione, tempi ristretti all'osso, la costante spada di Damocle del mancato successo di un titolo, e via così.
Ma voi la prendete con filosofia, siete dei tipi particolari, un po' strambi, dentro al settore da un mucchio di tempo, con tanti prodotti all'attivo, un po' strambi come voi, ma nessun vero boom commerciale. Ci pensate e ripensate sopra e vi torna in mente il ricordo di quando eravate al mare e avete tirato le pietre in acqua. E il flashback vi viene mentre riguardate uno dei pallosissimi filler della 5a serie di Sailor Moon registrata su VHS all'epoca. Perché voi avete visto tanta animazione, di tutti i generi, vi piace smontarla e capire come funziona, non siete degli otaku qualunque, possedete un occhio vivo, furbo. E in quell'istante raggiungete l'illuminazione. Avete trovato il modo di ottenere il successo tanto anelato, proprio facendo le scarpe alla nuova generazione di otaku. Una sorta di nonnismo.
Sapete bene che gli attuali teen-ager manco erano nati negli anni '90, nell'era della rivoluzione dei majokko, quando s'iniziò a veder morire, e morire in mala maniera, personaggi circondati da atmosfere lugubri e grottesche. Quando non si combatteva più a mo' di cazzeggio nei pomeriggi liberi tra la scuola e l'ora di cena, ma si doveva difendere l'umanità versando lacrime e sangue. Quando anche le compagne potevano celare un lato oscuro e il sacrificio veniva contemplato in un mondo avvolto dalle tenebre in cui si arrivò a manipolare il tempo per la salvezza dei propri affetti.
Così l'idea è quella di prendere tutto ciò, tanto materiale che nessun ragazzino di oggi conosce, e dargli un bel restyling grafico, con figure pupazzose in ambienti ipnagogici, ché non sapete proprio rinunciare al vostro solito tocco da allucinati. In più avete da parte un bel mucchio di note delle cose che vi sono piaciute visionando serie un po' qua e un po' là. "Il nemico siamo noi, per ottenere il potere di affrontare il male stringiamo un accordo che ci farà diventare quello stesso male che vogliamo combattere". "Il bilancio energetico dell'universo se ne sta andando a puttane come Abberlusconi e degli esseri superiori (l'oscuro governo Monti) ci manipolano per arginare il collasso dello spazio". "Il peluche kawaii in realtà è un bastardo, sadico calcolatore senza emozioni". "Lo stop motion con i ritagli di carta da parati stile new dada rende il look molto sperimentale, molto ricercato, gran figata".
Per farla breve decidete di mischiare al piano iniziale tutto questo corpo di appunti, un po' per il vostro innato gusto per il gioco, un po' per nascondere le tracce di colla tra le tessere del mosaico. Maggiore è il numero degli elementi, più sono fitti, più difficile è distinguerli singolarmente.
Da lì in poi il resto è cronaca. Avete lanciato il sasso che ha fatto splash e le onde si sono sollevate ed è esplosa la Madoka mania per la nuova rottura del genere. Cioè la vecchia rottura sotto la veste aggiornata di un'anime ultra-mistificato dalla nuova generazione di otaku, come avevate calcolato. Applausi, congratulazioni e giù il cappello per Akiyuki Shinbo, che ha concretizzato l'operazione più troll della storia dell'animazione insieme al Rebuild (alla continuazione) di Eva.
Però se parliamo della serie in sé il discorso cambia. E dal discorso resta fuori l'innovazione di schemi e temi e situazioni. Ovviamente. Non esiste. Perciò prendiamo ciò che resta, che a tratti funziona e a tratti no. Che concettualmente, come pianificazione della storyline, ha un suo senso, ma nella pratica è uno stillicidio di lagne di bambine complessate senza o con poche ragioni per esserlo, considerando che non c'è un contesto. Che non si capisce perché si dovrebbe proteggere una società inesistente, fatta da fantasmi e da genitori assenti o per buona parte degli eventi latitanti. E la narrazione gira sempre nello stesso senso, magari mettendo sotto qualcuno, ma sempre uguale a se stessa fino allo scossone che anticipa il finale, più concreto lo scossone del finale, per il reset the world del quale si rimanda alle annotazioni di cui si è già detto e quindi non è argomento da trattare. E ci fermiamo qua. Un po' poco. Un po' troppo poco.
Un fenomeno di costume può essere scisso in due parti. Lo stimolo e la propagazione. Pensate di essere al mare e di tirare una pietra. Se va a finire negli scogli, fa un po' di rumore e non succede niente. Se invece cade in acqua, si allargano increspature su increspature. Il trucco sta nel conoscere le reazioni della superficie da colpire. E naturalmente nel saper direzionare bene il lancio.
Ok, ora immaginate di essere un creatore di anime. E' un mestiere molto stressante, alcuni si sono beccati pure l'esaurimento nervoso a stare dietro a 'sto lavoro. Ci sono pressioni dalla produzione, tempi ristretti all'osso, la costante spada di Damocle del mancato successo di un titolo, e via così.
Ma voi la prendete con filosofia, siete dei tipi particolari, un po' strambi, dentro al settore da un mucchio di tempo, con tanti prodotti all'attivo, un po' strambi come voi, ma nessun vero boom commerciale. Ci pensate e ripensate sopra e vi torna in mente il ricordo di quando eravate al mare e avete tirato le pietre in acqua. E il flashback vi viene mentre riguardate uno dei pallosissimi filler della 5a serie di Sailor Moon registrata su VHS all'epoca. Perché voi avete visto tanta animazione, di tutti i generi, vi piace smontarla e capire come funziona, non siete degli otaku qualunque, possedete un occhio vivo, furbo. E in quell'istante raggiungete l'illuminazione. Avete trovato il modo di ottenere il successo tanto anelato, proprio facendo le scarpe alla nuova generazione di otaku. Una sorta di nonnismo.
Sapete bene che gli attuali teen-ager manco erano nati negli anni '90, nell'era della rivoluzione dei majokko, quando s'iniziò a veder morire, e morire in mala maniera, personaggi circondati da atmosfere lugubri e grottesche. Quando non si combatteva più a mo' di cazzeggio nei pomeriggi liberi tra la scuola e l'ora di cena, ma si doveva difendere l'umanità versando lacrime e sangue. Quando anche le compagne potevano celare un lato oscuro e il sacrificio veniva contemplato in un mondo avvolto dalle tenebre in cui si arrivò a manipolare il tempo per la salvezza dei propri affetti.
Così l'idea è quella di prendere tutto ciò, tanto materiale che nessun ragazzino di oggi conosce, e dargli un bel restyling grafico, con figure pupazzose in ambienti ipnagogici, ché non sapete proprio rinunciare al vostro solito tocco da allucinati. In più avete da parte un bel mucchio di note delle cose che vi sono piaciute visionando serie un po' qua e un po' là. "Il nemico siamo noi, per ottenere il potere di affrontare il male stringiamo un accordo che ci farà diventare quello stesso male che vogliamo combattere". "Il bilancio energetico dell'universo se ne sta andando a puttane come Abberlusconi e degli esseri superiori (l'oscuro governo Monti) ci manipolano per arginare il collasso dello spazio". "Il peluche kawaii in realtà è un bastardo, sadico calcolatore senza emozioni". "Lo stop motion con i ritagli di carta da parati stile new dada rende il look molto sperimentale, molto ricercato, gran figata".
Per farla breve decidete di mischiare al piano iniziale tutto questo corpo di appunti, un po' per il vostro innato gusto per il gioco, un po' per nascondere le tracce di colla tra le tessere del mosaico. Maggiore è il numero degli elementi, più sono fitti, più difficile è distinguerli singolarmente.
Da lì in poi il resto è cronaca. Avete lanciato il sasso che ha fatto splash e le onde si sono sollevate ed è esplosa la Madoka mania per la nuova rottura del genere. Cioè la vecchia rottura sotto la veste aggiornata di un'anime ultra-mistificato dalla nuova generazione di otaku, come avevate calcolato. Applausi, congratulazioni e giù il cappello per Akiyuki Shinbo, che ha concretizzato l'operazione più troll della storia dell'animazione insieme al Rebuild (alla continuazione) di Eva.
Però se parliamo della serie in sé il discorso cambia. E dal discorso resta fuori l'innovazione di schemi e temi e situazioni. Ovviamente. Non esiste. Perciò prendiamo ciò che resta, che a tratti funziona e a tratti no. Che concettualmente, come pianificazione della storyline, ha un suo senso, ma nella pratica è uno stillicidio di lagne di bambine complessate senza o con poche ragioni per esserlo, considerando che non c'è un contesto. Che non si capisce perché si dovrebbe proteggere una società inesistente, fatta da fantasmi e da genitori assenti o per buona parte degli eventi latitanti. E la narrazione gira sempre nello stesso senso, magari mettendo sotto qualcuno, ma sempre uguale a se stessa fino allo scossone che anticipa il finale, più concreto lo scossone del finale, per il reset the world del quale si rimanda alle annotazioni di cui si è già detto e quindi non è argomento da trattare. E ci fermiamo qua. Un po' poco. Un po' troppo poco.
<b>Attenzione! Contiene spoiler!</b>
Guardai "Mahou shoujo ★ Madoka Magica" dopo averne sentito più volte parlare come uno degli anime più belli e innovativi degli ultimi anni e, forse proprio per questo, sono rimasta non poco delusa.
Cioè, la trama è innovativa, in quanto fa vedere i lati negativi del diventare una maghetta e tratta temi che non vedremo mai in altri majokko, visto il target. Eppure non mi ha detto granché. Non credo sia necessario parlarne, credo che oramai tutti la conoscano, più o meno.
Comunque, i primi due episodi sono stati una gran noia. Il terzo, con la morte di Mami mi ha fatta rimanere veramente male. Ma non per la fine che fa, ma per l'insipidezza con cui accade. Mi sono chiesta seriamente come tale evento ha fatto a essere tra la classifica dei momenti più commoventi nella storia degli anime. Io, che piango per ogni cavolata, non ci ho trovato assolutamente niente di commovente; drammatico sì, ma commovente assolutamente no.
Anche gli ultimi due episodi mi hanno schifata abbastanza. Se l'anime fosse finito in un altro modo sarebbe stato decisamente meglio, anche perché Madoka ci ha messo 12 episodi a capire di poter esprimere il desiderio che avrebbe potuto fare anche nel primo, ma tralasciamo.
Per quanto riguarda i personaggi, adoro Kyoko e mi piace molto anche Sayaka. Comunque le maghette sono tutte e cinque approfondite molto bene, ma gli altri personaggi di sfondo sono troppo piatti.
Per quanto riguarda il chara design, posso dire solo che odio lo stile troppo moe, quindi questo è sicuramente ciò che più mi ha fatto storcere il naso.
Le animazioni, invece, le ho trovate assolutamente superbe, in particolar modo durante le lotte contro le streghe, specialmente perché cozzano molto con il sopracitato stile moe.
Le musiche sono bellissime anche quelle, l'opening e l'ending in particolare.
Alla fine ho trovato "Mahou shoujo ★ Madoka Magica" un anime molto carino, ma che non ha assolutamente niente a che vedere con grandi capolavori - ultimamente va quasi di moda gridare al capolavoro per anime quasi sufficienti.
Come voto sarebbe un 6,5 abbassato a 6 per la grande aspettativa che nutrivo nei suoi confronti.
Comunque, consiglio quest'anime a chi potrebbe apprezzare il genere, ma sconsiglio profondamente di aspettarsi chissà che. Madoka è un bell'anime che per qualcuno si innalza al di sopra della massa, ma che per altri ne fa parte.
Guardai "Mahou shoujo ★ Madoka Magica" dopo averne sentito più volte parlare come uno degli anime più belli e innovativi degli ultimi anni e, forse proprio per questo, sono rimasta non poco delusa.
Cioè, la trama è innovativa, in quanto fa vedere i lati negativi del diventare una maghetta e tratta temi che non vedremo mai in altri majokko, visto il target. Eppure non mi ha detto granché. Non credo sia necessario parlarne, credo che oramai tutti la conoscano, più o meno.
Comunque, i primi due episodi sono stati una gran noia. Il terzo, con la morte di Mami mi ha fatta rimanere veramente male. Ma non per la fine che fa, ma per l'insipidezza con cui accade. Mi sono chiesta seriamente come tale evento ha fatto a essere tra la classifica dei momenti più commoventi nella storia degli anime. Io, che piango per ogni cavolata, non ci ho trovato assolutamente niente di commovente; drammatico sì, ma commovente assolutamente no.
Anche gli ultimi due episodi mi hanno schifata abbastanza. Se l'anime fosse finito in un altro modo sarebbe stato decisamente meglio, anche perché Madoka ci ha messo 12 episodi a capire di poter esprimere il desiderio che avrebbe potuto fare anche nel primo, ma tralasciamo.
Per quanto riguarda i personaggi, adoro Kyoko e mi piace molto anche Sayaka. Comunque le maghette sono tutte e cinque approfondite molto bene, ma gli altri personaggi di sfondo sono troppo piatti.
Per quanto riguarda il chara design, posso dire solo che odio lo stile troppo moe, quindi questo è sicuramente ciò che più mi ha fatto storcere il naso.
Le animazioni, invece, le ho trovate assolutamente superbe, in particolar modo durante le lotte contro le streghe, specialmente perché cozzano molto con il sopracitato stile moe.
Le musiche sono bellissime anche quelle, l'opening e l'ending in particolare.
Alla fine ho trovato "Mahou shoujo ★ Madoka Magica" un anime molto carino, ma che non ha assolutamente niente a che vedere con grandi capolavori - ultimamente va quasi di moda gridare al capolavoro per anime quasi sufficienti.
Come voto sarebbe un 6,5 abbassato a 6 per la grande aspettativa che nutrivo nei suoi confronti.
Comunque, consiglio quest'anime a chi potrebbe apprezzare il genere, ma sconsiglio profondamente di aspettarsi chissà che. Madoka è un bell'anime che per qualcuno si innalza al di sopra della massa, ma che per altri ne fa parte.
<b>Attenzione! Lievi spoiler sulla trama</b>
"Mahou Shoujo Madoka Magica" è un anime che ti lascia una strana sensazione dentro. Non lasciatevi ingannare dal titolo, e tanto meno dai visini dolci e delicati. Qui si tratta di qualcosa che va oltre l'apparenza ingannevole, qui si parla di morte, invidia, gelosia, paura, egoismo, inganno.
Un giorno la protagonista, Madoka, la classica ragazzina semplice e senza particolari abilità, corre in aiuto di una strana bestiola che comunica con lei telepaticamente e che viene inseguita e ferita da una misteriosa ragazza.
Madoka riesce a trarre in salvo l'esserino kawaii per poi scoprire che questi è una creatura magica di nome Kyubei che le farà una proposta molto allettante, ma dai risvolti non troppo chiari: Madoka potrà esprimere un desiderio, anche impossibile, e questo verrà realizzato se in cambio ella accetterà di diventare una maghetta e di combattere contro le streghe, esseri misteriosi e pericolosi per l'umanità, con tutti i rischi che questo comporta - o si suppone che comporterà.
Se inizialmente sembra una proposta che solo un pazzo rifiuterebbe (e la protagonista ci rimugina sopra non tanto perché è pazza, piuttosto perché nel suo cuore non riesce a trovare una cosa che desideri a tal punto da combattere rischiando di farsi male), più avanti ci si ricrederà, quando si verranno a scoprire quali saranno gli aspetti negativi di un tale compito.
Le prime puntate sono un'incognita, le si guarda quasi con diffidenza, perché dopo l'iniziale paura di dejà-vu si capisce subito che non si ha a che fare con il solito anime majokko, soprattutto grazie ai primi colpi di scena.
Con il procedere della storia si ha un senso crescente di disagio e di desiderio di sapere cosa c'è in realtà dietro a quello che sta accadendo. Le cose si fanno sempre più interessanti con il finire della serie.
Le musiche sono veramente azzeccate, soprattutto la sigla finale merita tantissimo e dona quel pizzico di "angoscia" che contribuire a creare l'atmosfera di questa serie.
Le animazioni mi sono sembrate piuttosto semplici, i movimenti un po' legnosi e i combattimenti non sono certo il massimo della fluidità.
Il tratto non brilla granché, è un po' troppo pulito, semplice. L'unica nota di merito è la rappresentazione grafica delle streghe, che creano una scenografia originale e che rende bene l'idea di un'atmosfera cupa e da vero incubo.
Come nota negativa, con un pizzico di spoiler, c'è il finale, un po' troppo complicato e cervellotico.
"Mahou Shoujo Madoka Magica" è un anime che ti spiazza, decisamente, e di cui consiglio caldamente la visione.
"Mahou Shoujo Madoka Magica" è un anime che ti lascia una strana sensazione dentro. Non lasciatevi ingannare dal titolo, e tanto meno dai visini dolci e delicati. Qui si tratta di qualcosa che va oltre l'apparenza ingannevole, qui si parla di morte, invidia, gelosia, paura, egoismo, inganno.
Un giorno la protagonista, Madoka, la classica ragazzina semplice e senza particolari abilità, corre in aiuto di una strana bestiola che comunica con lei telepaticamente e che viene inseguita e ferita da una misteriosa ragazza.
Madoka riesce a trarre in salvo l'esserino kawaii per poi scoprire che questi è una creatura magica di nome Kyubei che le farà una proposta molto allettante, ma dai risvolti non troppo chiari: Madoka potrà esprimere un desiderio, anche impossibile, e questo verrà realizzato se in cambio ella accetterà di diventare una maghetta e di combattere contro le streghe, esseri misteriosi e pericolosi per l'umanità, con tutti i rischi che questo comporta - o si suppone che comporterà.
Se inizialmente sembra una proposta che solo un pazzo rifiuterebbe (e la protagonista ci rimugina sopra non tanto perché è pazza, piuttosto perché nel suo cuore non riesce a trovare una cosa che desideri a tal punto da combattere rischiando di farsi male), più avanti ci si ricrederà, quando si verranno a scoprire quali saranno gli aspetti negativi di un tale compito.
Le prime puntate sono un'incognita, le si guarda quasi con diffidenza, perché dopo l'iniziale paura di dejà-vu si capisce subito che non si ha a che fare con il solito anime majokko, soprattutto grazie ai primi colpi di scena.
Con il procedere della storia si ha un senso crescente di disagio e di desiderio di sapere cosa c'è in realtà dietro a quello che sta accadendo. Le cose si fanno sempre più interessanti con il finire della serie.
Le musiche sono veramente azzeccate, soprattutto la sigla finale merita tantissimo e dona quel pizzico di "angoscia" che contribuire a creare l'atmosfera di questa serie.
Le animazioni mi sono sembrate piuttosto semplici, i movimenti un po' legnosi e i combattimenti non sono certo il massimo della fluidità.
Il tratto non brilla granché, è un po' troppo pulito, semplice. L'unica nota di merito è la rappresentazione grafica delle streghe, che creano una scenografia originale e che rende bene l'idea di un'atmosfera cupa e da vero incubo.
Come nota negativa, con un pizzico di spoiler, c'è il finale, un po' troppo complicato e cervellotico.
"Mahou Shoujo Madoka Magica" è un anime che ti spiazza, decisamente, e di cui consiglio caldamente la visione.
Per una volta, vista l'occasione speciale, farò una recensione un po' al contrario. Insomma, inizio dal finale. Ovviamente non farò spoiler, quindi leggete pure tranquilli.
Ora, un finale è uno dei requisiti fondamentali di un anime, e anche se qualche volta si può usare lo "sporco trucchetto" del finale aperto, ci sono casi in cui per forza va messo un "tappo" per dare un senso a tutto ciò che viene prima, ed eventualmente possa essere ripreso per un sequel. Un finale buono spesso nasce grazie ad alcuni fattori ed elementi, tra i quali ve ne sono due in particolare che, a un corretto ma facile utilizzo, permettono di non far crollare l'opera al suo culmine.
Uno è quello di presentare sin dagli inizi dell'anime gli elementi necessari nel finale, in modo da risultare poi parti integranti dello stesso. L'altro è l'ampliamento delle prospettive: oltre a fare risultare ovvia la possibilità di una nuova serie o, in questo caso, di un film, può servire a fare sembrare gli avvenimenti del tutto una piccola parte o un caso particolare affinché il tutto risulti meno improbabile.
Ecco, "Puella Magi Madoka Magica" li ha entrambi. Proprio per il finale si prepara il terreno sin da subito, e proprio il finale rivela l'immensa portata che può avere la storia - non dimentichiamo che il manga ha portato alla nascita di due spin-off di grande successo. Paradossalmente, proprio per questo finale, tutti gli avvenimenti precedenti acquistano lustro, e a loro volta migliorano il finale. Questo circolo vizioso diventa quindi capace di spiegare la fama esplosa in poco tempo, così grande da soverchiare un sacco di altre opere, e che in Italia ha portato a un rapido acquisto delle versioni anime e manga.
Senza sprecarmi nello rispiegare la conosciutissima trama, passo piuttosto al piano tecnico: ineccepibile. Sotto qualunque punto di vista si sfiora la perfezione, non esagero su questo punto. Che si tratti di animazioni o di suono, non trovo nulla di cui lamentarmi, siamo ampiamente sopra la media. Un ultimo monito, per chi volesse criticare la mia opinione: se un certo livello tecnico è innegabile, si può variare il giudizio in base al proprio giudizio personale basato sui gusti e sulle opinioni a priori - i pregiudizi, insomma. Su questo punto, è difficile che una sola singola opera rispetti in pieno i giudizi di ogni singolo individuo, ma opere particolari, come la qui presente "Puella Magi Madoka Magica", riescono a funzionare per una fetta di pubblico abbastanza amplia.
Ora, un finale è uno dei requisiti fondamentali di un anime, e anche se qualche volta si può usare lo "sporco trucchetto" del finale aperto, ci sono casi in cui per forza va messo un "tappo" per dare un senso a tutto ciò che viene prima, ed eventualmente possa essere ripreso per un sequel. Un finale buono spesso nasce grazie ad alcuni fattori ed elementi, tra i quali ve ne sono due in particolare che, a un corretto ma facile utilizzo, permettono di non far crollare l'opera al suo culmine.
Uno è quello di presentare sin dagli inizi dell'anime gli elementi necessari nel finale, in modo da risultare poi parti integranti dello stesso. L'altro è l'ampliamento delle prospettive: oltre a fare risultare ovvia la possibilità di una nuova serie o, in questo caso, di un film, può servire a fare sembrare gli avvenimenti del tutto una piccola parte o un caso particolare affinché il tutto risulti meno improbabile.
Ecco, "Puella Magi Madoka Magica" li ha entrambi. Proprio per il finale si prepara il terreno sin da subito, e proprio il finale rivela l'immensa portata che può avere la storia - non dimentichiamo che il manga ha portato alla nascita di due spin-off di grande successo. Paradossalmente, proprio per questo finale, tutti gli avvenimenti precedenti acquistano lustro, e a loro volta migliorano il finale. Questo circolo vizioso diventa quindi capace di spiegare la fama esplosa in poco tempo, così grande da soverchiare un sacco di altre opere, e che in Italia ha portato a un rapido acquisto delle versioni anime e manga.
Senza sprecarmi nello rispiegare la conosciutissima trama, passo piuttosto al piano tecnico: ineccepibile. Sotto qualunque punto di vista si sfiora la perfezione, non esagero su questo punto. Che si tratti di animazioni o di suono, non trovo nulla di cui lamentarmi, siamo ampiamente sopra la media. Un ultimo monito, per chi volesse criticare la mia opinione: se un certo livello tecnico è innegabile, si può variare il giudizio in base al proprio giudizio personale basato sui gusti e sulle opinioni a priori - i pregiudizi, insomma. Su questo punto, è difficile che una sola singola opera rispetti in pieno i giudizi di ogni singolo individuo, ma opere particolari, come la qui presente "Puella Magi Madoka Magica", riescono a funzionare per una fetta di pubblico abbastanza amplia.
Finalmente mi decido a recensire quest'anime, che ho visionato ben prima che divenisse così popolare qui da noi. È stato il primo anime che ho visto interamente con i sottotitoli in italiano, ero troppo curioso, e non mi sono affatto pentito della scelta. "Mahou shoujo Madoka Magica" è un majokko, ma non uno di quei soliti anime dove c'è la ragazzina buona e dolce che combatte o usa i suoi poteri a tempo perso, qui c'è molto molto di più.
Sulla trama non mi dilungo poiché è stata ampiamente esplicata dalle recensioni precedenti, ma c'è da dire comunque che è una storia originale, fra centinaia e centinaia di copie varie che trattano argomenti triti e ritriti pur di vendere la bambola o l'oggettino magico, e comunque ritengo che questo è un seinen, e ciò lo apprezzo tantissimo poiché mostra un majokko che non è solo trasformazioni e glitter.
I personaggi in questa serie seppur breve a mio avviso sono tutti caratterizzati al massimo; vediamo una completa evoluzione delle personalità che non è dovuta semplicemente alla crescita, ma a eventi che condizioneranno le vite delle giovani.
Sul lato grafico, sebbene apprezzi poco il metodo con il quale vengono rappresentate le streghe, c'è un bellissimo contrasto fra la dolcezza dei tratti con i quali sono stati disegnati i personaggi e gli sfondi sempre tetri e oscuri, che trasmettono un messaggio d'angoscia.
Kyubei, poi, con quella sua aria così fredda e carina è un qualcosa di sublime.
Anche la colonna sonora accompagna bene gli avvenimenti; inoltre ad ogni personaggio è affibbiato un "tema" che lo rappresenta. Un esempio è quello di Sayaka, triste e malinconico, che mi fa venire i brividi per la sua intensità.
In conclusione, consiglio quest'anime praticamente a chiunque: vi sono sentimenti e l'essere in lotta con sé stessi in una commistione più unica che rara nell'animazione moderna.
Assegno 9, non do la massima eccellenza solo perché la rappresentazione grafica delle streghe mi piace davvero molto poco, ma se si sorvola quest'aspetto l'anime per me è un 10 pieno.
Sulla trama non mi dilungo poiché è stata ampiamente esplicata dalle recensioni precedenti, ma c'è da dire comunque che è una storia originale, fra centinaia e centinaia di copie varie che trattano argomenti triti e ritriti pur di vendere la bambola o l'oggettino magico, e comunque ritengo che questo è un seinen, e ciò lo apprezzo tantissimo poiché mostra un majokko che non è solo trasformazioni e glitter.
I personaggi in questa serie seppur breve a mio avviso sono tutti caratterizzati al massimo; vediamo una completa evoluzione delle personalità che non è dovuta semplicemente alla crescita, ma a eventi che condizioneranno le vite delle giovani.
Sul lato grafico, sebbene apprezzi poco il metodo con il quale vengono rappresentate le streghe, c'è un bellissimo contrasto fra la dolcezza dei tratti con i quali sono stati disegnati i personaggi e gli sfondi sempre tetri e oscuri, che trasmettono un messaggio d'angoscia.
Kyubei, poi, con quella sua aria così fredda e carina è un qualcosa di sublime.
Anche la colonna sonora accompagna bene gli avvenimenti; inoltre ad ogni personaggio è affibbiato un "tema" che lo rappresenta. Un esempio è quello di Sayaka, triste e malinconico, che mi fa venire i brividi per la sua intensità.
In conclusione, consiglio quest'anime praticamente a chiunque: vi sono sentimenti e l'essere in lotta con sé stessi in una commistione più unica che rara nell'animazione moderna.
Assegno 9, non do la massima eccellenza solo perché la rappresentazione grafica delle streghe mi piace davvero molto poco, ma se si sorvola quest'aspetto l'anime per me è un 10 pieno.
<b>Attenzione, potrebbe contenere spoiler!</b>
Devo dire che "Mahou Shoujo Madoka Magica", le critiche positive che ha ricevuto, se le merita eccome. Inizialmente l'anime non m'interessava perché mi sembrava il solito majokko stile "Magica Doremì", visto il character design kaawaii e i colori sgargianti. Tuttavia, dopo aver sentito voci di corridoio che dicevano "Non è quel che sembra", ho deciso di darci un'occhiata. Inutile dire che me ne sono subito innamorata.
Quest'anime ti sbatte subito in faccia quanto un'eroina rischi la vita di fronte ai nemici (le streghe, in questo caso): insomma, a mio avviso non è buonista e zuccheroso come la stragrande maggioranza dei majokko.
Al contrario di chi lo trova insipido, io ho visto un certo approfondimento psicologico dei personaggi, in particolare di Sayaka e Kyoko.
Sayaka mi ha colpita particolarmente a causa delle vicende burrascose in cui si viene a trovare, che la porteranno, ahimè, a diventare una strega. Kyoko, invece, ha un background molto interessante e il suo cinismo è abbastanza comprensibile. Ho amato anche il modo in cui la vicinanza a Sayaka l'ha cambiata, fino al momento in cui ha deciso di sacrificarsi per il bene dell'amica, ormai arrivata alla condizione irreversibile di strega.
Anche Mami è un bel personaggio anche se si sarebbe potuta approfondire di più, senza farla fuori già dal terzo episodio.
Madoka può risultare irritante per via del pianto continuo, però non riesco proprio a odiarla. Ho sempre trovato valide le motivazioni per cui piange. E' vero però che il titolo stona un po', se si considera che, le uniche cose veramente significative, le ha fatte nell'ultimo episodio.
Homura è, forse, la vera protagonista. Ha una buona caratterizzazione, anche se all'inizio può sembrare stereotipata, visto che la ragazza fredda e silenziosa è un po' un must di molti majokko. L'unica cosa che le rimprovero è la sua ossessione eccessiva nei confronti di Madoka.
Kyubey o Incubator è l'ennesimo esempio di come le apparenze ingannino. Dall'aspetto è carino e "puccioso", in realtà è un essere che non comprende i sentimenti umani e non esita a sacrificare le maghette per gli scopi della propria razza.
La trama è interessante e molto coinvolgente, l'atmosfera gotica rende in maniera a mio avviso sublime la suspense che si va a creare in ogni episodio e la colonna sonora è una delle migliori che abbia mai sentito. Yuki Kaijiura è davvero una compositrice fantastica, le sue OST sono particolari, ma riescono sempre a toccarti l'anima. Le sigle poi si contrappongono. L'opening sembra proprio quella di un majokko rose e fiori, mentre l'ending è particolarmente cupa e drammatica.
Anche le animazioni trovo siano un altro punto a favore dell'anime. La colorazione "a pastello" è molto originale e piacevole da vedere.
Insomma, reputo "Mahou shoujo Madoka Magica" davvero un buon lavoro che per me si distingue dalla massa.
Devo dire che "Mahou Shoujo Madoka Magica", le critiche positive che ha ricevuto, se le merita eccome. Inizialmente l'anime non m'interessava perché mi sembrava il solito majokko stile "Magica Doremì", visto il character design kaawaii e i colori sgargianti. Tuttavia, dopo aver sentito voci di corridoio che dicevano "Non è quel che sembra", ho deciso di darci un'occhiata. Inutile dire che me ne sono subito innamorata.
Quest'anime ti sbatte subito in faccia quanto un'eroina rischi la vita di fronte ai nemici (le streghe, in questo caso): insomma, a mio avviso non è buonista e zuccheroso come la stragrande maggioranza dei majokko.
Al contrario di chi lo trova insipido, io ho visto un certo approfondimento psicologico dei personaggi, in particolare di Sayaka e Kyoko.
Sayaka mi ha colpita particolarmente a causa delle vicende burrascose in cui si viene a trovare, che la porteranno, ahimè, a diventare una strega. Kyoko, invece, ha un background molto interessante e il suo cinismo è abbastanza comprensibile. Ho amato anche il modo in cui la vicinanza a Sayaka l'ha cambiata, fino al momento in cui ha deciso di sacrificarsi per il bene dell'amica, ormai arrivata alla condizione irreversibile di strega.
Anche Mami è un bel personaggio anche se si sarebbe potuta approfondire di più, senza farla fuori già dal terzo episodio.
Madoka può risultare irritante per via del pianto continuo, però non riesco proprio a odiarla. Ho sempre trovato valide le motivazioni per cui piange. E' vero però che il titolo stona un po', se si considera che, le uniche cose veramente significative, le ha fatte nell'ultimo episodio.
Homura è, forse, la vera protagonista. Ha una buona caratterizzazione, anche se all'inizio può sembrare stereotipata, visto che la ragazza fredda e silenziosa è un po' un must di molti majokko. L'unica cosa che le rimprovero è la sua ossessione eccessiva nei confronti di Madoka.
Kyubey o Incubator è l'ennesimo esempio di come le apparenze ingannino. Dall'aspetto è carino e "puccioso", in realtà è un essere che non comprende i sentimenti umani e non esita a sacrificare le maghette per gli scopi della propria razza.
La trama è interessante e molto coinvolgente, l'atmosfera gotica rende in maniera a mio avviso sublime la suspense che si va a creare in ogni episodio e la colonna sonora è una delle migliori che abbia mai sentito. Yuki Kaijiura è davvero una compositrice fantastica, le sue OST sono particolari, ma riescono sempre a toccarti l'anima. Le sigle poi si contrappongono. L'opening sembra proprio quella di un majokko rose e fiori, mentre l'ending è particolarmente cupa e drammatica.
Anche le animazioni trovo siano un altro punto a favore dell'anime. La colorazione "a pastello" è molto originale e piacevole da vedere.
Insomma, reputo "Mahou shoujo Madoka Magica" davvero un buon lavoro che per me si distingue dalla massa.
"Arriva la serie che al terzo episodio ha scioccato il Giappone", così titola la pubblicità di PopcornTv, e così urlano a gran voce i suoi tanti fan. Attratta da questa promessa ho deciso di vedere il chiacchieratissimo <i> Mahou Shoujo ★ Madoka Magica</i> , e quando finalmente sono giunta al fatidico terzo episodio, cosa ho visto? Nulla di innovativo se non un forzato colpo di scena. Non ho trovato quest'episodio così sconvolgente, in quanto ciò che viene mostrato l'avevo già visto - in forme diverse - in un certo "Sailor Moon".
Per comprendere meglio <i>Mahou Shoujo ★ Madoka Magica</i> bisogna sapere chi c'è dietro questo progetto. Ebbene, chi sono questi individui che pare abbiano architettato a tavolino il modo per fare scalpore? Non sono certo degli sprovveduti. La regia, che ho trovato davvero valida, è di Akiyuki Shinbo ("Bakemonogatari", "Dance in the Vampire Bund"), la sceneggiatura di Gen Urobuchi ("Phantom - Requiem for the Phantom"), il character design originale è stato curato da Ume Aoki, e infine l'efficace colonna sonora è invece di Yuki Kajiura ("Noir"). La serie è prodotta da Aniplex e Shaft; quest'ultimo è uno studio che già in passato ha cercato di distinguersi e di attirare l'attenzione del pubblico con opere come "Ef - A tale of the two", "Bakemonogatari", "Maria Holic", "Arakawa under the bridge", andando anche alla ricerca di un certo sperimentalismo nella veste grafica.
<i>Mahou Shoujo ★ Madoka Magica</i> è una serie molto furba, che gioca in maniera intelligente sui contrasti. Non può non risaltare all'occhio come quel chara dal tratto così morbido cocci con le atmosfere sempre più angoscianti e rarefatte degli episodi; come la purezza di Madoka si scontri con la ferocia del mondo in cui è costretta a vivere; come l'opening spensierata strida con le vicende narrate; come l'aspetto di Kyubey sia l'opposto della sua personalità, e così via.
Tornando ai parallelismi con "Sailor Moon", sia chiaro, io non penso che prendere spunto da serie del passato sia necessariamente negativo, credo solo che spesso e volentieri a <i>Mahou Shoujo ★ Madoka Magica</i> siano state attribuite delle innovazioni che in realtà non le appartengono.
La stessa Madoka nel suo essere codarda, piagnucolona, goffa, nel suo voler ad ogni costo far in modo che tutte le maghe possano andare d'accordo, mi è parsa proprio una copia sbiadita di Usagi Tsukino.
Homura, poi, gioca lo stesso ruolo svolto da Sailor Uranus e Sailor Neptuno, ovvero anch'ella è una maga, eppure cerca in tutti i modi, e per fini a noi inizialmente oscuri, di ostacolare le altre puellae. La sua spiccata femminilità, nonché il suo essere più matura delle sue colleghe, - persino il modo in cui si sposta i capelli! - la rendono molto simile specialmente a Michiru.
In <i>Mahou Shoujo ★ Madoka Magica</i> è percepibile quanto sia straziante e alienante essere una guerriera, a quali enormi rischi siano esposte le giovanissime puellae, ma neppure quest'aspetto è del tutto nuovo. Invero già in "Sailor Moon", Usagi era restia a combattere in quanto avrebbe desiderato solo condurre una vita normale. Anche lei era conscia dei pericoli a cui andava in contro. Ciò che viene fatto in <i>Mahou Shoujo ★ Madoka Magica</i> è enfatizzare al massimo tale aspetto. La paura della morte è una realtà con cui le fanciulle si scontrano di continuo ed è resa molto bene.
Il punto più debole di tutto l'ingranaggio è la caratterizzazione delle puellae. La personalità delle ragazze è ingabbiata in topoi prestabiliti e non riesce mai a evolvere, senza contare che le giovani hanno a tratti reazioni immotivate messe lì giusto per fare in modo che le vicende vadano in una determinata direzione. Ma ciò che più sorprende è il ruolo di Madoka, una protagonista-non protagonista, la meno interessante delle puellae e purtuttavia il fulcro della storia. L'unica che riesce a distinguersi per la sua personalità è Homura, seppur anche con lei si sarebbe potuto fare di meglio.
Bisogna ammettere che <i>Mahou Shoujo ★ Madoka Magica</i>, pur avendo preso molto da "Sailor Moon", ha portato alcuni elementi innovativi al majokko, anche se non so quanto sia giusto parlare di stravolgimento del genere.
Il primo elemento innovativo è l'atmosfera opprimente che permea ogni episodio.
Poi ci sono gli splendidi scenari che fanno da sfondo alle battaglie, un'idea davvero indovinata; sperimentali, astratti, psichedelici, "picassiani", nonché dall'architettura assurda. Gli scenografici combattimenti che avvengono in questi mondi paralleli sono più simili a una danza che a una lotta. Molto diversi invece sono i fondali del mondo reale, come già avvenuto in "Bakemonogatari" e in "Ef - A tale of the two": essi sono spesso asettici, freddi, caratterizzati da strade sempre vuote, come a voler dare risalto solo alle protagoniste.
L'ultimo elemento innovativo, ovvero quello che più mi ha colpito, è Kyubey, quest'esserino kawaii e spaventoso allo stesso tempo. I mahou shoujo ci hanno abituato alla presenza di simpatici e dolci animaletti pronti a donare i poteri alla maghetta di turno. Tali esserini, definiti anche famigli, hanno sempre svolto la funzione di consiglieri per le giovani maghe. Fin da subito è evidente che Kyubey non sarà la solita mascotte, in quanto utilizza già nel primo episodio la parola "contratto". E un contratto è un compromesso molto diverso dal semplice donare. Lui non regala poteri, piuttosto vende miracoli e lo fa a carissimo prezzo. Questo moderno Mefistofele non è cattivo, semplicemente non ha sentimenti. E' impassibile e indifferente nell'espressione quanto nell'animo.
Il contratto da stipulare con Kyubey fornisce lo spunto per una tematica interessante, quella del prezzo da pagare per ogni cosa. Ogni azione porta a una conseguenza. Più grande è il miracolo e maggiore sarà il conto che si dovrà saldare. E le puellae lo scopriranno molto presto nella loro lenta debacle.
Venendo ora al comparto sonoro, esso è senza dubbio di pregevole fattura; i pezzi non sono moltissimi, ma si fanno ricordare. Ottima è l'ending "Magia", in perfetta sintonia con le atmosfere sempre più claustrofobiche della serie. Molto bella è la traccia <i>Sis Puella Magica</i>; <i>Conturbatio</i> e <i>Puella in somnio</i>, invece, riescono a trasmettere tensione anche nei momenti apparentemente più tranquilli.
Racchiudere le mie riflessioni in un voto non è mai facile e stavolta meno che mai, poiché <i>Mahou Shoujo ★ Madoka Magica</i> è una serie controversa, sopravvalutata, ma che senza dubbio porta delle innovazioni al genere majokko, non tanto inventando qualcosa di nuovo ma piuttosto riutilizzando con sagacia elementi già esistenti. Purtroppo è anche una serie con parecchie carenze. La caratterizzazione dei personaggi è un aspetto troppo importante per essere così trascurato. Le forzature nei comportamenti dei personaggi sono a tratti eccessive e mi sono sentita presa in giro da quell'epilogo contraddittorio che cerca in ogni modo di assecondare lo spettatore, dandogli la conclusione meno negativa possibile, vanificando tutto quello che era stato fatto negli episodi antecedenti.
In conclusione, volendo bilanciare pregi e difetti, credo che 'sette' sia il voto più adatto.
Per comprendere meglio <i>Mahou Shoujo ★ Madoka Magica</i> bisogna sapere chi c'è dietro questo progetto. Ebbene, chi sono questi individui che pare abbiano architettato a tavolino il modo per fare scalpore? Non sono certo degli sprovveduti. La regia, che ho trovato davvero valida, è di Akiyuki Shinbo ("Bakemonogatari", "Dance in the Vampire Bund"), la sceneggiatura di Gen Urobuchi ("Phantom - Requiem for the Phantom"), il character design originale è stato curato da Ume Aoki, e infine l'efficace colonna sonora è invece di Yuki Kajiura ("Noir"). La serie è prodotta da Aniplex e Shaft; quest'ultimo è uno studio che già in passato ha cercato di distinguersi e di attirare l'attenzione del pubblico con opere come "Ef - A tale of the two", "Bakemonogatari", "Maria Holic", "Arakawa under the bridge", andando anche alla ricerca di un certo sperimentalismo nella veste grafica.
<i>Mahou Shoujo ★ Madoka Magica</i> è una serie molto furba, che gioca in maniera intelligente sui contrasti. Non può non risaltare all'occhio come quel chara dal tratto così morbido cocci con le atmosfere sempre più angoscianti e rarefatte degli episodi; come la purezza di Madoka si scontri con la ferocia del mondo in cui è costretta a vivere; come l'opening spensierata strida con le vicende narrate; come l'aspetto di Kyubey sia l'opposto della sua personalità, e così via.
Tornando ai parallelismi con "Sailor Moon", sia chiaro, io non penso che prendere spunto da serie del passato sia necessariamente negativo, credo solo che spesso e volentieri a <i>Mahou Shoujo ★ Madoka Magica</i> siano state attribuite delle innovazioni che in realtà non le appartengono.
La stessa Madoka nel suo essere codarda, piagnucolona, goffa, nel suo voler ad ogni costo far in modo che tutte le maghe possano andare d'accordo, mi è parsa proprio una copia sbiadita di Usagi Tsukino.
Homura, poi, gioca lo stesso ruolo svolto da Sailor Uranus e Sailor Neptuno, ovvero anch'ella è una maga, eppure cerca in tutti i modi, e per fini a noi inizialmente oscuri, di ostacolare le altre puellae. La sua spiccata femminilità, nonché il suo essere più matura delle sue colleghe, - persino il modo in cui si sposta i capelli! - la rendono molto simile specialmente a Michiru.
In <i>Mahou Shoujo ★ Madoka Magica</i> è percepibile quanto sia straziante e alienante essere una guerriera, a quali enormi rischi siano esposte le giovanissime puellae, ma neppure quest'aspetto è del tutto nuovo. Invero già in "Sailor Moon", Usagi era restia a combattere in quanto avrebbe desiderato solo condurre una vita normale. Anche lei era conscia dei pericoli a cui andava in contro. Ciò che viene fatto in <i>Mahou Shoujo ★ Madoka Magica</i> è enfatizzare al massimo tale aspetto. La paura della morte è una realtà con cui le fanciulle si scontrano di continuo ed è resa molto bene.
Il punto più debole di tutto l'ingranaggio è la caratterizzazione delle puellae. La personalità delle ragazze è ingabbiata in topoi prestabiliti e non riesce mai a evolvere, senza contare che le giovani hanno a tratti reazioni immotivate messe lì giusto per fare in modo che le vicende vadano in una determinata direzione. Ma ciò che più sorprende è il ruolo di Madoka, una protagonista-non protagonista, la meno interessante delle puellae e purtuttavia il fulcro della storia. L'unica che riesce a distinguersi per la sua personalità è Homura, seppur anche con lei si sarebbe potuto fare di meglio.
Bisogna ammettere che <i>Mahou Shoujo ★ Madoka Magica</i>, pur avendo preso molto da "Sailor Moon", ha portato alcuni elementi innovativi al majokko, anche se non so quanto sia giusto parlare di stravolgimento del genere.
Il primo elemento innovativo è l'atmosfera opprimente che permea ogni episodio.
Poi ci sono gli splendidi scenari che fanno da sfondo alle battaglie, un'idea davvero indovinata; sperimentali, astratti, psichedelici, "picassiani", nonché dall'architettura assurda. Gli scenografici combattimenti che avvengono in questi mondi paralleli sono più simili a una danza che a una lotta. Molto diversi invece sono i fondali del mondo reale, come già avvenuto in "Bakemonogatari" e in "Ef - A tale of the two": essi sono spesso asettici, freddi, caratterizzati da strade sempre vuote, come a voler dare risalto solo alle protagoniste.
L'ultimo elemento innovativo, ovvero quello che più mi ha colpito, è Kyubey, quest'esserino kawaii e spaventoso allo stesso tempo. I mahou shoujo ci hanno abituato alla presenza di simpatici e dolci animaletti pronti a donare i poteri alla maghetta di turno. Tali esserini, definiti anche famigli, hanno sempre svolto la funzione di consiglieri per le giovani maghe. Fin da subito è evidente che Kyubey non sarà la solita mascotte, in quanto utilizza già nel primo episodio la parola "contratto". E un contratto è un compromesso molto diverso dal semplice donare. Lui non regala poteri, piuttosto vende miracoli e lo fa a carissimo prezzo. Questo moderno Mefistofele non è cattivo, semplicemente non ha sentimenti. E' impassibile e indifferente nell'espressione quanto nell'animo.
Il contratto da stipulare con Kyubey fornisce lo spunto per una tematica interessante, quella del prezzo da pagare per ogni cosa. Ogni azione porta a una conseguenza. Più grande è il miracolo e maggiore sarà il conto che si dovrà saldare. E le puellae lo scopriranno molto presto nella loro lenta debacle.
Venendo ora al comparto sonoro, esso è senza dubbio di pregevole fattura; i pezzi non sono moltissimi, ma si fanno ricordare. Ottima è l'ending "Magia", in perfetta sintonia con le atmosfere sempre più claustrofobiche della serie. Molto bella è la traccia <i>Sis Puella Magica</i>; <i>Conturbatio</i> e <i>Puella in somnio</i>, invece, riescono a trasmettere tensione anche nei momenti apparentemente più tranquilli.
Racchiudere le mie riflessioni in un voto non è mai facile e stavolta meno che mai, poiché <i>Mahou Shoujo ★ Madoka Magica</i> è una serie controversa, sopravvalutata, ma che senza dubbio porta delle innovazioni al genere majokko, non tanto inventando qualcosa di nuovo ma piuttosto riutilizzando con sagacia elementi già esistenti. Purtroppo è anche una serie con parecchie carenze. La caratterizzazione dei personaggi è un aspetto troppo importante per essere così trascurato. Le forzature nei comportamenti dei personaggi sono a tratti eccessive e mi sono sentita presa in giro da quell'epilogo contraddittorio che cerca in ogni modo di assecondare lo spettatore, dandogli la conclusione meno negativa possibile, vanificando tutto quello che era stato fatto negli episodi antecedenti.
In conclusione, volendo bilanciare pregi e difetti, credo che 'sette' sia il voto più adatto.
Premetto che questa non sarà una vera e propria recensione, ma più una serie di considerazioni su quest'anime visto qualche tempo fa. Come è possibile che tutto mi sia rimasto fisso nella mente mentre serie viste 3-4 giorni fa sono completamente scomparse dai miei pensieri? Rispetto le opinioni di chi ha dato 3, 4, 5 a questa serie, probabilmente io farei lo stesso con una serie sui vampiri, ma se avete deciso dopo aver visto 2-3 puntate senza proseguire la visione, beh, mi spiace tantissimo per voi, è come se aveste cancellato l'intera serie "Lucky Star" dopo i primi 5-6 minuti spesi dalle protagoniste a spiegare come si mangia un pasticciotto! A mio avviso vi siete persi un capolavoro.
In quest'anime tutto cambia, nulla è quel che sembra, i buoni possono diventare cattivi e viceversa. I disegni sono splendidi, le voci sono magnifiche, le musiche coinvolgenti al punto da scuotere l'animo di chi le ascolta; a mio avviso la storia è fantastica, il finale è meraviglioso, se non vi scappa la lacrimuccia vuol dire che siete di pietra. Concludendo, "Mahou shoujo ★ Madoka Magica" è stata tra le prime serie che ho visto, ha rafforzato la mia passione per questo genere e ogni volta che inizio una nuova serie mi domando: chissà se arriverà ai livelli di Madoka. Perché non ho dato 10? Vivo nella speranza che qualcuno un giorno possa creare qualcosa di meglio, ma ritengo che non sarà facile.
In quest'anime tutto cambia, nulla è quel che sembra, i buoni possono diventare cattivi e viceversa. I disegni sono splendidi, le voci sono magnifiche, le musiche coinvolgenti al punto da scuotere l'animo di chi le ascolta; a mio avviso la storia è fantastica, il finale è meraviglioso, se non vi scappa la lacrimuccia vuol dire che siete di pietra. Concludendo, "Mahou shoujo ★ Madoka Magica" è stata tra le prime serie che ho visto, ha rafforzato la mia passione per questo genere e ogni volta che inizio una nuova serie mi domando: chissà se arriverà ai livelli di Madoka. Perché non ho dato 10? Vivo nella speranza che qualcuno un giorno possa creare qualcosa di meglio, ma ritengo che non sarà facile.
<b>Attenzione: contiene spoiler!</b>
Per recensire "Puella Magi Madoka Magica" servirebbe molto più spazio, ma tenterò di essere breve su ogni punto, anche se temo che in alcuni casi risulterò piuttosto vago.
Madoka Magica può sembrare superficialmente un anime piuttosto normale nei primi episodi, ma con il progredire della serie viene rivelata la sua vera natura partorita dalla mente di Gen Urobuchi, precedentemente noto sopratutto per Fate/zero che, come da lui stesso dichiarato, ha salvato la sua carriera da scrittore di storie.
Partiamo dalla colonna sonora. Composta dal noto Yuki Kajiura è costituita da una grande varietà di brani di grande qualità. Si passa dai violini alle chitarre, dai flauti ai pianoforti, da brani molto calmi e rilassati a brani dinamici e adrenalinici. Ogni brano si adatta perfettamente alla scena in cui è usato, diventando un tutt'uno con l'episodio e creando un'atmosfera fiabesca. Degni di nota sono brani come "Sis puella magica!", "Salve, terrae magicae" e "Decretum".
Passiamo ora alla veste grafica. Il character design fornito da Ume Aoki si discosta da molti non solo nella forma particolare del viso (la più evidente), ma anche nel particolare modo in cui sono disegnati gli occhi, totalmente diversi da quelli a cui siamo abituati.
I vestiti delle nostre care maghe invece non sono poi così particolari, specialmente quello di Madoka, che risulta essere molto ispirato dai classici canoni del genere.
Le streghe e le loro barriere sono la vera peculiarità di Madoka: dimorano in luoghi oscuri e inquietanti, abitati da strani esseri fuori da ogni logica in un ambiente quasi "lovecraftiano". Degno di nota il particolare alfabeto runico presente in queste barriere che viene usato per dare nome alle streghe: si divide in Arcaico (l'unico completo), Moderno e Musicale. I primi a riuscire a decifrarlo sono stati alcuni Anonimi di 4chan, comprendendo in pieno gli indizi lasciati dagli animatori in cui si incoraggiava a cercare nella letteratura tedesca (ma di questo parleremo più tardi) e lasciando di stucco i fan giapponesi, molto più indietro nel lavoro.
Piccola nota dolente: nonostante i primi piani siano di grande qualità, molto spesso i personaggi in posizioni arretrate (e non solo) sono stati disegnati in un modo piuttosto approssimativo - non che si potesse pretendere più di tanto, data la piccola area di lavoro su un personaggio in lontananza. Ciò ha scatenato in internet anche parodie degli episodi basate solamente su questi spezzoni mal disegnati.
E' il turno della storia e dei personaggi: ammettiamolo, in 12 episodi si è fatto il possibile. Nell'Official Guidebook "You Are Not Alone" si scopre che in origine l'anime sarebbe dovuto essere di 13 episodi, e Urobuchi ha dichiarato che nel suo bozzetto originale l'episodio 10 sarebbe dovuto durare come minimo 45 minuti, risultando quindi castrato della metà. Si evince quindi che in meno di 5 ore di episodi non si possa fare poi far sviluppare così tanto i personaggi e la storia, ma Madoka Magica ci riesce senza molti problemi.
La storia all'inizio non rivela una grande trama di fondo, sembrando la classica formula dell'alternanza tra la felice vita normale e combattimenti magici. Formula cancellata con un colpo di spugna nel terzo episodio con la morte di quella che sembrava dovere diventare un personaggio durevole, e che viene riscritta da 0 nel quarto episodio con la presa di coscienza su cosa comporta diventare una maga e con la consapevolezza di vivere in un mondo che non perdona i deboli. Con il progresso della storia si assiste a come la disperazione si fa strada dentro alla paladina della giustizia Sayaka, del profondo cambiamento di Kyoko nei suoi confronti e della relazione tra le due (prima di aperta rivalità, poi di tiepida tolleranza, quindi di comprensione e attrazione reciproca), culminando nella tragica morte di entrambe.
Ed è proprio "grazie" a Sayaka che si viene a conoscenza della vera natura di una maga: un corpo senza vita controllato dall'anima ormai separata, destinate a cadere in uno stato di disperazione e conseguente trasformazione proprio nelle streghe a cui danno la caccia.
E dopo queste rivelazioni Homura si mostra finalmente per quella che è: non la fredda antagonista, ma colei che tenta di salvare Madoka da una fine orribile e che ritorna indietro nel tempo ogni volta che fallisce, creando però inconsapevolmente un finale sempre peggiore per il mondo.
Ma sarà proprio Madoka a risolvere questa situazione senza uscita in quello che molti chiamano incorrettamente un classico esempio di deus ex machina: non è l'arrivo di un dio o di un personaggio esterno a risolvere la situazione, è lei stessa che diventa un dio per risolverla, come precisa nel suo desiderio, con le sue stesse mani.
Ma un momento, non avevo parlato di letteratura tedesca? Sì, perché Madoka Magica è disseminato di citazioni dal famoso Faust di Goethe, con cui ha più di un parallelismo. Basta prendere in esempio come Kyubey per molti versi rappresenta Mefistofele e Madoka stessa sia Faust. Ma in realtà non è esattamente così. La strega nata da Madoka si chiama Kriemhild Gretchen, e Gretchen (nota anche come Margarete) era l'amata di Faust. Ciò porterebbe quindi a pensare che in realtà Homura sia Faust e che Madoka, oltre ad essere Gretchen, sia anche Dio (che poi, infatti lo diventa). Non solo: il discorso tra Madoka e Kyubey nel "sogno" del primo episodio ricorda in parte quello tra Dio e Mefistofele nel prologo del Faust.
Ma già dal primo istante si comprende un'altra cosa: quest'anime è una sorta di rivisitazione moderna del Faust. Nei primi secondi del primo episodio compare, in rune, la scritta "Prolog im Himmel", ovvero il prologo del Faust, e il numero "2011", anno di produzione di Madoka Magica.
Riguardo a questi parallelismi servirebbe un articolo a parte, data l'enorme mole di materiale che si potrebbe scrivere.
Che cosa rende quindi speciale Madoka Magica? L'unione di tutti gli elementi sopra elencati: sonoro, grafica, storia, personaggi, ispirazioni letterarie. Ma sopratutto la voglia di fare qualcosa di diverso, di qualcosa che possa riscrivere i canoni del genere e farlo maturare.
Per recensire "Puella Magi Madoka Magica" servirebbe molto più spazio, ma tenterò di essere breve su ogni punto, anche se temo che in alcuni casi risulterò piuttosto vago.
Madoka Magica può sembrare superficialmente un anime piuttosto normale nei primi episodi, ma con il progredire della serie viene rivelata la sua vera natura partorita dalla mente di Gen Urobuchi, precedentemente noto sopratutto per Fate/zero che, come da lui stesso dichiarato, ha salvato la sua carriera da scrittore di storie.
Partiamo dalla colonna sonora. Composta dal noto Yuki Kajiura è costituita da una grande varietà di brani di grande qualità. Si passa dai violini alle chitarre, dai flauti ai pianoforti, da brani molto calmi e rilassati a brani dinamici e adrenalinici. Ogni brano si adatta perfettamente alla scena in cui è usato, diventando un tutt'uno con l'episodio e creando un'atmosfera fiabesca. Degni di nota sono brani come "Sis puella magica!", "Salve, terrae magicae" e "Decretum".
Passiamo ora alla veste grafica. Il character design fornito da Ume Aoki si discosta da molti non solo nella forma particolare del viso (la più evidente), ma anche nel particolare modo in cui sono disegnati gli occhi, totalmente diversi da quelli a cui siamo abituati.
I vestiti delle nostre care maghe invece non sono poi così particolari, specialmente quello di Madoka, che risulta essere molto ispirato dai classici canoni del genere.
Le streghe e le loro barriere sono la vera peculiarità di Madoka: dimorano in luoghi oscuri e inquietanti, abitati da strani esseri fuori da ogni logica in un ambiente quasi "lovecraftiano". Degno di nota il particolare alfabeto runico presente in queste barriere che viene usato per dare nome alle streghe: si divide in Arcaico (l'unico completo), Moderno e Musicale. I primi a riuscire a decifrarlo sono stati alcuni Anonimi di 4chan, comprendendo in pieno gli indizi lasciati dagli animatori in cui si incoraggiava a cercare nella letteratura tedesca (ma di questo parleremo più tardi) e lasciando di stucco i fan giapponesi, molto più indietro nel lavoro.
Piccola nota dolente: nonostante i primi piani siano di grande qualità, molto spesso i personaggi in posizioni arretrate (e non solo) sono stati disegnati in un modo piuttosto approssimativo - non che si potesse pretendere più di tanto, data la piccola area di lavoro su un personaggio in lontananza. Ciò ha scatenato in internet anche parodie degli episodi basate solamente su questi spezzoni mal disegnati.
E' il turno della storia e dei personaggi: ammettiamolo, in 12 episodi si è fatto il possibile. Nell'Official Guidebook "You Are Not Alone" si scopre che in origine l'anime sarebbe dovuto essere di 13 episodi, e Urobuchi ha dichiarato che nel suo bozzetto originale l'episodio 10 sarebbe dovuto durare come minimo 45 minuti, risultando quindi castrato della metà. Si evince quindi che in meno di 5 ore di episodi non si possa fare poi far sviluppare così tanto i personaggi e la storia, ma Madoka Magica ci riesce senza molti problemi.
La storia all'inizio non rivela una grande trama di fondo, sembrando la classica formula dell'alternanza tra la felice vita normale e combattimenti magici. Formula cancellata con un colpo di spugna nel terzo episodio con la morte di quella che sembrava dovere diventare un personaggio durevole, e che viene riscritta da 0 nel quarto episodio con la presa di coscienza su cosa comporta diventare una maga e con la consapevolezza di vivere in un mondo che non perdona i deboli. Con il progresso della storia si assiste a come la disperazione si fa strada dentro alla paladina della giustizia Sayaka, del profondo cambiamento di Kyoko nei suoi confronti e della relazione tra le due (prima di aperta rivalità, poi di tiepida tolleranza, quindi di comprensione e attrazione reciproca), culminando nella tragica morte di entrambe.
Ed è proprio "grazie" a Sayaka che si viene a conoscenza della vera natura di una maga: un corpo senza vita controllato dall'anima ormai separata, destinate a cadere in uno stato di disperazione e conseguente trasformazione proprio nelle streghe a cui danno la caccia.
E dopo queste rivelazioni Homura si mostra finalmente per quella che è: non la fredda antagonista, ma colei che tenta di salvare Madoka da una fine orribile e che ritorna indietro nel tempo ogni volta che fallisce, creando però inconsapevolmente un finale sempre peggiore per il mondo.
Ma sarà proprio Madoka a risolvere questa situazione senza uscita in quello che molti chiamano incorrettamente un classico esempio di deus ex machina: non è l'arrivo di un dio o di un personaggio esterno a risolvere la situazione, è lei stessa che diventa un dio per risolverla, come precisa nel suo desiderio, con le sue stesse mani.
Ma un momento, non avevo parlato di letteratura tedesca? Sì, perché Madoka Magica è disseminato di citazioni dal famoso Faust di Goethe, con cui ha più di un parallelismo. Basta prendere in esempio come Kyubey per molti versi rappresenta Mefistofele e Madoka stessa sia Faust. Ma in realtà non è esattamente così. La strega nata da Madoka si chiama Kriemhild Gretchen, e Gretchen (nota anche come Margarete) era l'amata di Faust. Ciò porterebbe quindi a pensare che in realtà Homura sia Faust e che Madoka, oltre ad essere Gretchen, sia anche Dio (che poi, infatti lo diventa). Non solo: il discorso tra Madoka e Kyubey nel "sogno" del primo episodio ricorda in parte quello tra Dio e Mefistofele nel prologo del Faust.
Ma già dal primo istante si comprende un'altra cosa: quest'anime è una sorta di rivisitazione moderna del Faust. Nei primi secondi del primo episodio compare, in rune, la scritta "Prolog im Himmel", ovvero il prologo del Faust, e il numero "2011", anno di produzione di Madoka Magica.
Riguardo a questi parallelismi servirebbe un articolo a parte, data l'enorme mole di materiale che si potrebbe scrivere.
Che cosa rende quindi speciale Madoka Magica? L'unione di tutti gli elementi sopra elencati: sonoro, grafica, storia, personaggi, ispirazioni letterarie. Ma sopratutto la voglia di fare qualcosa di diverso, di qualcosa che possa riscrivere i canoni del genere e farlo maturare.
<b>Attenzione! Contiene spoiler!</b>
"Mahou shoujo Madoka magica" è un anime uscito nel 2011, dunque molto recente, dove in 12 episodi vengono narrate le vicende di Madoka, una sensibile e generosa studentessa della Mitakihara high school, a cui, insieme alla sua amica Sayaka, viene proposto di diventare una ragazza magica (puella magi) dal misterioso e apparentemente adorabile Kyubey. Il contratto verrà però inizialmente ostacolato dalla nuova compagna di classe, Akemi Homura.
Comunque, le due ragazze incoraggiate dalla saggia Mami, un'altra puella magi, cominciano a conoscere i lati oscuri dell'animo umano impersonati da astratte figure chiamate comunemente streghe.
Ben presto le ragazze scopriranno che essere una puella magi non è facile come potrebbe sembrare e tutti coloro che seguiranno l'anime capiranno che non è certamente ciò che ci si aspetta da un tipico anime di genere "mahou shoujo".
La storia di puntata in puntata acquista caratteri sempre più cupi e angoscianti e ci si ritrova, dopo una prima puntata in tutta serenità, di fronte a uno sconvolgente e drastico cambiamento che influenzerà l'andamento di tutta la storia sin dal terzo episodio. Detto questo posso affermare con certezza che è una sciocchezza fermare la visione alla prima puntata facendosi influenzare ingenuamente dai pregiudizi che si possono avere nei confronti di questo genere. E' proprio il caso di dire: "L'apparenza inganna".
Per quanto riguarda la grafica, è estremamente buona ed è conforme all'andamento della trama. La rappresentazione delle streghe ipnotizza e confonde lasciando una sensazione di inquietudine tanto che in alcune descrizioni viene aggiunto il genere "horror", anche se a mio parere esagerato.
I personaggi sono molto curati, anche un personaggio "secondario", come potrebbe essere considerata Kyoko Sakura, ha una sua storia ben dettagliata e capace di farti amare il personaggio come se fosse presente fin dall'inizio.
Ogni personaggio durante tutto il corso dell'anime mostra le sue qualità e debolezze e ognuno di essi ha una propria evoluzione, alcuni in positivo, e altri sfortunatamente in negativo, come accade con Sayaka che ha un declino con l'aumentare delle puntate.
Anche Kyubey non è affatto la tipica mascotte, infatti si rivela essere una creatura insensibile e senza sentimenti umani: ingannerà da subito sia le protagoniste sia gli ignari spettatori che si ritroveranno a cambiare radicalmente idea sul suo conto.
Un altro personaggio che subisce dei radicali cambiamenti è Homura, che appare da subito come una ragazza piena di segreti e fredda come il ghiaccio, si scopre avere un passato doloroso che la renderà coprotagonista dell'intera storia.
Quest'anime è particolarmente ricco di colonne sonore splendide, che incantano, intristiscono, rallegrano (per breve tempo) con un efficacia pazzesca e sono davvero dei punti in più a favore del voto che ho dato e che sicuramente anche altri hanno notato. Sono talmente belle che pure successivamente le ho riascoltate a lungo. Persino l'opening e l'ending sono coerenti con la trama: dall'opening che dona gioia e trasferisce speranza all'ending che è inquietante a tratti e anche esteticamente scura.
L'anime è assolutamente consigliato e aggiungo infine che a mio avviso è la migliore trasposizione anime-manga mai vista, perfettamente fedele in tutti i dettagli.
"Mahou shoujo Madoka magica" è un anime uscito nel 2011, dunque molto recente, dove in 12 episodi vengono narrate le vicende di Madoka, una sensibile e generosa studentessa della Mitakihara high school, a cui, insieme alla sua amica Sayaka, viene proposto di diventare una ragazza magica (puella magi) dal misterioso e apparentemente adorabile Kyubey. Il contratto verrà però inizialmente ostacolato dalla nuova compagna di classe, Akemi Homura.
Comunque, le due ragazze incoraggiate dalla saggia Mami, un'altra puella magi, cominciano a conoscere i lati oscuri dell'animo umano impersonati da astratte figure chiamate comunemente streghe.
Ben presto le ragazze scopriranno che essere una puella magi non è facile come potrebbe sembrare e tutti coloro che seguiranno l'anime capiranno che non è certamente ciò che ci si aspetta da un tipico anime di genere "mahou shoujo".
La storia di puntata in puntata acquista caratteri sempre più cupi e angoscianti e ci si ritrova, dopo una prima puntata in tutta serenità, di fronte a uno sconvolgente e drastico cambiamento che influenzerà l'andamento di tutta la storia sin dal terzo episodio. Detto questo posso affermare con certezza che è una sciocchezza fermare la visione alla prima puntata facendosi influenzare ingenuamente dai pregiudizi che si possono avere nei confronti di questo genere. E' proprio il caso di dire: "L'apparenza inganna".
Per quanto riguarda la grafica, è estremamente buona ed è conforme all'andamento della trama. La rappresentazione delle streghe ipnotizza e confonde lasciando una sensazione di inquietudine tanto che in alcune descrizioni viene aggiunto il genere "horror", anche se a mio parere esagerato.
I personaggi sono molto curati, anche un personaggio "secondario", come potrebbe essere considerata Kyoko Sakura, ha una sua storia ben dettagliata e capace di farti amare il personaggio come se fosse presente fin dall'inizio.
Ogni personaggio durante tutto il corso dell'anime mostra le sue qualità e debolezze e ognuno di essi ha una propria evoluzione, alcuni in positivo, e altri sfortunatamente in negativo, come accade con Sayaka che ha un declino con l'aumentare delle puntate.
Anche Kyubey non è affatto la tipica mascotte, infatti si rivela essere una creatura insensibile e senza sentimenti umani: ingannerà da subito sia le protagoniste sia gli ignari spettatori che si ritroveranno a cambiare radicalmente idea sul suo conto.
Un altro personaggio che subisce dei radicali cambiamenti è Homura, che appare da subito come una ragazza piena di segreti e fredda come il ghiaccio, si scopre avere un passato doloroso che la renderà coprotagonista dell'intera storia.
Quest'anime è particolarmente ricco di colonne sonore splendide, che incantano, intristiscono, rallegrano (per breve tempo) con un efficacia pazzesca e sono davvero dei punti in più a favore del voto che ho dato e che sicuramente anche altri hanno notato. Sono talmente belle che pure successivamente le ho riascoltate a lungo. Persino l'opening e l'ending sono coerenti con la trama: dall'opening che dona gioia e trasferisce speranza all'ending che è inquietante a tratti e anche esteticamente scura.
L'anime è assolutamente consigliato e aggiungo infine che a mio avviso è la migliore trasposizione anime-manga mai vista, perfettamente fedele in tutti i dettagli.
<b>Attenzione! Contiene spoiler!</b>
Inutile dire che quest'anime sembra ma non è.
Odio fare spoiler in recensioni, ma in sole 12 puntate qualche particolare scappa sempre.
La figura della ragazza magica è sempre stata quella colorata, paladina della giustizia e del bene, quella allegra che vince sempre con oggetti colorati e contro mostri o simili che hanno tutt'altro che un aspetto malvagio, la maggior parte delle volte. Questa figura ormai fotocopiata mille volte dal noto "Sailor Moon" ha purtroppo messo una grossa etichetta su questo genere, e devo essere sincera, con i miei diciotto anni mi vergognavo un po' a iniziarlo, guardando questa locandina colorata con quel tenero animaletto ad abbellire le già graziose divise delle maghette.
Ma andiamo al dunque. In quest'anime il mondo è quel che più normale non si può, se si escludono i variopinti colori dei capelli delle varie protagoniste e comparse. Madoka è una ragazzina delle medie, la tipa pacifica, gentile e timida che cosparge il mondo degli anime, con le inseparabili amiche, quella che sembra più tosta e quella che pare più intelligente. No no! Non scappate via, è tutta apparenza!
Nella classe di queste amiche, apparirà la solita figura tetra e sospettosa - ripeto, restate qua e non scappate, so che l'anime è pieno di cliché, ma fatevi forza. Questa persona sembrerà avere a che fare con la protagonista che non capisce però che rapporto abbia con lei nonostante l'avesse sognata confusamente. Madoka e la sua amica tosta Sayara poco dopo capiranno che la loro nuova compagna non è altro che una perfida ragazza con strani poteri magici che vuole persino fare del male a un simpatico e paffuto animaletto che le due salveranno finendo però nella trappola di un vero malvagio, ovvero di una strega.
Mi è piaciuta molto la rappresentazione del male, così confuso che mi ha fatto venire i brividi. Queste streghe in grado di rinchiudere in mondi paralleli le loro vittime o di manipolarle fino al suicidio e il vero scopo di queste maghe, di cui fa parte anche la stessa ragazza sospettosa, che si chiama Homura, è di sconfiggerle usando la magia.
Così Madoka e Sayaka, ormai dentro la vicenda, verranno più volte tentate dall'animale che hanno salvato, ovvero Kyubey, che si scoprirà essere in grado di esaudire qualunque desiderio in cambio dell'investitura a maga della ragazza.
Le due incontreranno una maga più "buona" di Homura che le farà capire quanto sia crudele in realtà, questo essere maghe.
"Mahou shoujo Madoka Magika" non è tutto rose e fiori come altri anime magici, scordatevi i salvataggi in estremo, o il tempo di piangere perché il vero pericolo farà crescere mentalmente tutti. Inutile dire come e perché diventino maghe anche le due amiche (non è uno spoiler, su, dall'immagine in copertina è palese che lo diventino), ma invece fa riflettere cosa le abbia spinte.
Secondo me i pensieri sono molto adatti all'età delle ragazze, tranne che per quelli di Madoka, che finirà per fare qualcosa che secondo me una ragazza come lei non avrebbe mai fatto, nonostante la crescita dovuta a tutta quella tristezza.
Homura deludente, era un personaggio forte che poi si è sgretolato per far pervenire il vero lato: debole, quasi patetico perché non riesce nel suo vero intento.
L'unico personaggio coerente dell'opera resterà Kyoko, dura fino alla fine.
Che dire, i desideri distrutti di queste ragazze, che capiranno la dura realtà, e il freddo essere di Kyubey sono dei punti di forza, soprattutto il secondo che con un giro contorto ribalterà al peggio il tutto.
Ci sono bei disegni, fantastiche colonne sonore, personaggi anche secondari presi bene; peccato per la fine, l'ho trovata quasi frettolosa. Per questo motivo e per i personaggi di Madoka e Homura, per me utilizzati male, il mio voto è 7, ma comunque l'anime è consigliatissimo per chi ha poco tempo e vuole godersi qualcosa di diverso e più maturo di quello che sembra.
Lo consiglio a tutti, di età e sesso indistinti.
Inutile dire che quest'anime sembra ma non è.
Odio fare spoiler in recensioni, ma in sole 12 puntate qualche particolare scappa sempre.
La figura della ragazza magica è sempre stata quella colorata, paladina della giustizia e del bene, quella allegra che vince sempre con oggetti colorati e contro mostri o simili che hanno tutt'altro che un aspetto malvagio, la maggior parte delle volte. Questa figura ormai fotocopiata mille volte dal noto "Sailor Moon" ha purtroppo messo una grossa etichetta su questo genere, e devo essere sincera, con i miei diciotto anni mi vergognavo un po' a iniziarlo, guardando questa locandina colorata con quel tenero animaletto ad abbellire le già graziose divise delle maghette.
Ma andiamo al dunque. In quest'anime il mondo è quel che più normale non si può, se si escludono i variopinti colori dei capelli delle varie protagoniste e comparse. Madoka è una ragazzina delle medie, la tipa pacifica, gentile e timida che cosparge il mondo degli anime, con le inseparabili amiche, quella che sembra più tosta e quella che pare più intelligente. No no! Non scappate via, è tutta apparenza!
Nella classe di queste amiche, apparirà la solita figura tetra e sospettosa - ripeto, restate qua e non scappate, so che l'anime è pieno di cliché, ma fatevi forza. Questa persona sembrerà avere a che fare con la protagonista che non capisce però che rapporto abbia con lei nonostante l'avesse sognata confusamente. Madoka e la sua amica tosta Sayara poco dopo capiranno che la loro nuova compagna non è altro che una perfida ragazza con strani poteri magici che vuole persino fare del male a un simpatico e paffuto animaletto che le due salveranno finendo però nella trappola di un vero malvagio, ovvero di una strega.
Mi è piaciuta molto la rappresentazione del male, così confuso che mi ha fatto venire i brividi. Queste streghe in grado di rinchiudere in mondi paralleli le loro vittime o di manipolarle fino al suicidio e il vero scopo di queste maghe, di cui fa parte anche la stessa ragazza sospettosa, che si chiama Homura, è di sconfiggerle usando la magia.
Così Madoka e Sayaka, ormai dentro la vicenda, verranno più volte tentate dall'animale che hanno salvato, ovvero Kyubey, che si scoprirà essere in grado di esaudire qualunque desiderio in cambio dell'investitura a maga della ragazza.
Le due incontreranno una maga più "buona" di Homura che le farà capire quanto sia crudele in realtà, questo essere maghe.
"Mahou shoujo Madoka Magika" non è tutto rose e fiori come altri anime magici, scordatevi i salvataggi in estremo, o il tempo di piangere perché il vero pericolo farà crescere mentalmente tutti. Inutile dire come e perché diventino maghe anche le due amiche (non è uno spoiler, su, dall'immagine in copertina è palese che lo diventino), ma invece fa riflettere cosa le abbia spinte.
Secondo me i pensieri sono molto adatti all'età delle ragazze, tranne che per quelli di Madoka, che finirà per fare qualcosa che secondo me una ragazza come lei non avrebbe mai fatto, nonostante la crescita dovuta a tutta quella tristezza.
Homura deludente, era un personaggio forte che poi si è sgretolato per far pervenire il vero lato: debole, quasi patetico perché non riesce nel suo vero intento.
L'unico personaggio coerente dell'opera resterà Kyoko, dura fino alla fine.
Che dire, i desideri distrutti di queste ragazze, che capiranno la dura realtà, e il freddo essere di Kyubey sono dei punti di forza, soprattutto il secondo che con un giro contorto ribalterà al peggio il tutto.
Ci sono bei disegni, fantastiche colonne sonore, personaggi anche secondari presi bene; peccato per la fine, l'ho trovata quasi frettolosa. Per questo motivo e per i personaggi di Madoka e Homura, per me utilizzati male, il mio voto è 7, ma comunque l'anime è consigliatissimo per chi ha poco tempo e vuole godersi qualcosa di diverso e più maturo di quello che sembra.
Lo consiglio a tutti, di età e sesso indistinti.
La giovane Madoka salva un esserino chiamato Kyubey, capace di esaudire qualunque desiderio a patto che chi lo esaudisca diventi una ragazza magica per combattere le streghe, esseri malvagi che risiedono in dimensioni parallele, artefici di suicidi e uccisioni.
Madoka, insieme alla sua compagna di classe Sayaka, conosce alcune mahou shoujo: Tomoe Mami e Akemi Homura. La prima combatte le streghe con il sorriso senza tanti problemi, mentre la seconda, fredda e distaccata, sembra conoscere molti segreti su Kyubey e le ragazze magiche.
Sayaka esaudirà il desiderio di guarire la mano del suo amato, senza la quale non può suonare il violino, diventando così una ragazza magica, ma ben presto scoprirà, insieme a Madoka (ancora umana), e a un'altra egoista ragazza magica chiamata Sakura Kyouko, che non tutto è come sembra.
Ambizioso è il progetto di Shaft e Aniplex: quello di svecchiare un genere praticamente statico da 30 anni. L'operazione è parzialmente riuscita, almeno per una buona fetta di giovani otaku. Madoka Magica utilizza le linee guida del genere - oggetto magico, trasformazioni, essere puccioso - per farne su una cupa storia dark, psicologica, decadente, senza però inventare nulla.
Fin dal primo episodio ci troviamo con una serie esteticamente atipica. Un character design fin troppo semplicistico (da "anime del pomeriggio") si unisce a fondali essenziali nelle fasi di vita quotidiana - abbiamo una Tokyo bianca, iper-futuristica, quasi vuota, senza alcun particolare - e altri invece totalmente folli nelle fasi di battaglia, psichedelici nel momento in cui le protagoniste si ritrovano in questi "labirinti" fatti di disegni, di oggetti vari e di figure inquietanti.
A ciò va aggiunta una sceneggiatura, a cura di Gen Urobuchi, che basa la sua forza sulla crudeltà esplicita, in cui vediamo queste ragazzine combattere, e rischiare seriamente la vita con numerosi colpi di scena (a mio avviso non vi è un episodio inutile) e perennemente sotto uno stress di difficile sopportazione.
Paradossalmente Madoka è il personaggio, che per 11 episodi, riesce a rendersi del tutto inutile e incapace di salvare chiunque; non farà che piangere per buona parte della serie. La sua mancanza di obiettivi e di forti desideri la rendono inizialmente un personaggio passivo. Akemi Homura è sotto molti aspetti la vera protagonista dell'opera, colei che tutto sa e tutto sopporta, reduce da un passato non facile e che impedisce più volte a Madoka di stringere il patto con Kyubey.
Kyubey: su questo inquietante essere ci sarebbe molto da dire. La "mascotte" che ha il potere di esaudire desideri e di trasformare innocenti ragazzine rendendo la loro vita un inferno, viene considerata il nemico di tutto l'anime, privo di qualunque sentimento umano. Tuttavia, proprio per la sua mancanza di sentimenti, la sua natura non si può definire malvagia né buona; è un tentatore, certo, ma sono le ragazze in primis a cedere alla tentazione di vedere i propri desideri realizzati.
Buona è la colonna sonora di Yuki Kajiura ("Gundam Seed", "Xenosaga"), vincente mix di brani orchestrali, di cori femminili, di flauti e quant'altro. Sulle animazioni e in generale sulla sua realizzazione tecnica, invece, l'anime pecca in diversi punti (come i già citati fondali "vuoti") e questo mi frena dal dargli un giudizio alto, unito anche a diversi problemi di sceneggiatura e a continue influenze di idee e situazioni, soprattutto sul finire della serie, da altri anime più o meno noti che evito di nominare.
"Puella Magi Madoka Magica" ha tuttavia il pregio di appassionare un giovane pubblico affamato di stranezze e sempre alla ricerca di qualcosa di "diverso" anche dove non serve; offre indubbiamente svariati punti di riflessione, ma tenta con una certa furbizia di stravolgere un genere, in questo caso il majokko, copiando però da ogni dove.
6,5.
Madoka, insieme alla sua compagna di classe Sayaka, conosce alcune mahou shoujo: Tomoe Mami e Akemi Homura. La prima combatte le streghe con il sorriso senza tanti problemi, mentre la seconda, fredda e distaccata, sembra conoscere molti segreti su Kyubey e le ragazze magiche.
Sayaka esaudirà il desiderio di guarire la mano del suo amato, senza la quale non può suonare il violino, diventando così una ragazza magica, ma ben presto scoprirà, insieme a Madoka (ancora umana), e a un'altra egoista ragazza magica chiamata Sakura Kyouko, che non tutto è come sembra.
Ambizioso è il progetto di Shaft e Aniplex: quello di svecchiare un genere praticamente statico da 30 anni. L'operazione è parzialmente riuscita, almeno per una buona fetta di giovani otaku. Madoka Magica utilizza le linee guida del genere - oggetto magico, trasformazioni, essere puccioso - per farne su una cupa storia dark, psicologica, decadente, senza però inventare nulla.
Fin dal primo episodio ci troviamo con una serie esteticamente atipica. Un character design fin troppo semplicistico (da "anime del pomeriggio") si unisce a fondali essenziali nelle fasi di vita quotidiana - abbiamo una Tokyo bianca, iper-futuristica, quasi vuota, senza alcun particolare - e altri invece totalmente folli nelle fasi di battaglia, psichedelici nel momento in cui le protagoniste si ritrovano in questi "labirinti" fatti di disegni, di oggetti vari e di figure inquietanti.
A ciò va aggiunta una sceneggiatura, a cura di Gen Urobuchi, che basa la sua forza sulla crudeltà esplicita, in cui vediamo queste ragazzine combattere, e rischiare seriamente la vita con numerosi colpi di scena (a mio avviso non vi è un episodio inutile) e perennemente sotto uno stress di difficile sopportazione.
Paradossalmente Madoka è il personaggio, che per 11 episodi, riesce a rendersi del tutto inutile e incapace di salvare chiunque; non farà che piangere per buona parte della serie. La sua mancanza di obiettivi e di forti desideri la rendono inizialmente un personaggio passivo. Akemi Homura è sotto molti aspetti la vera protagonista dell'opera, colei che tutto sa e tutto sopporta, reduce da un passato non facile e che impedisce più volte a Madoka di stringere il patto con Kyubey.
Kyubey: su questo inquietante essere ci sarebbe molto da dire. La "mascotte" che ha il potere di esaudire desideri e di trasformare innocenti ragazzine rendendo la loro vita un inferno, viene considerata il nemico di tutto l'anime, privo di qualunque sentimento umano. Tuttavia, proprio per la sua mancanza di sentimenti, la sua natura non si può definire malvagia né buona; è un tentatore, certo, ma sono le ragazze in primis a cedere alla tentazione di vedere i propri desideri realizzati.
Buona è la colonna sonora di Yuki Kajiura ("Gundam Seed", "Xenosaga"), vincente mix di brani orchestrali, di cori femminili, di flauti e quant'altro. Sulle animazioni e in generale sulla sua realizzazione tecnica, invece, l'anime pecca in diversi punti (come i già citati fondali "vuoti") e questo mi frena dal dargli un giudizio alto, unito anche a diversi problemi di sceneggiatura e a continue influenze di idee e situazioni, soprattutto sul finire della serie, da altri anime più o meno noti che evito di nominare.
"Puella Magi Madoka Magica" ha tuttavia il pregio di appassionare un giovane pubblico affamato di stranezze e sempre alla ricerca di qualcosa di "diverso" anche dove non serve; offre indubbiamente svariati punti di riflessione, ma tenta con una certa furbizia di stravolgere un genere, in questo caso il majokko, copiando però da ogni dove.
6,5.
Le maghette del nuovo millennio sono pulp. Nel 2011, dopo i grandi fasti degli anni '90 che avevano imposto l'animazione nipponica in tutto il mondo ancora di più che negli anni '80, il genere majokko aveva bisogno di un restyling. Grande specchio delle generazioni femminili degli ultimi decenni, da quelle del dopoguerra impersonate da Sally fino alle maghe idol alla Creamy degli Ottanta, arrivato ai giorni d'oggi, per fatti di recessione finanziaria e di catastrofi naturali, il genere non poteva se non deviare verso una rivisitazione pessimista e oscura. "Puella Magi Madoka Magica" va incastonato quindi in questo contesto, quale apripista dell'ennesima evoluzione di un genere, in una virtuale staffetta con il fenomeno Sailor, senza la pretesa di pareggiarne il successo planetario.
Non si può dire che queste nuove bimbe magiche siano scevre di spunti interessanti. Esse, come chi le ha precedute, vivono ancora di sogni e speranze da paladine della giustizia e di nobili guerriere in uniformi sgargianti con poteri fenomenali. Vergini vestali in un mondo dove la giustizia e l'amore devono trionfare, o almeno questa sarebbe l'idea, invero la realtà è altra cosa e le maghette del nuovo decennio arriveranno a scoprire quasi subito che non è tutto oro quello che luccica, che la concezione del male è molto ambigua e che c'è sempre un lato oscuro in tutti, persino in loro che sembrano avere un'anima candida che solo chi è in giovanissima età può avere.
In principio fu il cinema a demolire le certezze dei grandi supereroi della gioventù dei nostri padri; l'Uomo Ragno aveva scoperto che "da grandi poteri derivano grandi responsabilità". Le maghe guerriere del nuovo decennio oltre a questo dovranno però fare i conti con un'epoca che non lascia più spazio ai sogni.
12 episodi sono però pochi per dare ampio respiro a tutta questa serie di tematiche, senza contare che oggi una serie anime costa molti soldi e ne deve scaturire quantomeno un discreto successo commerciale, ed è così che Madoka Magica alla lunga diventa altalenante in tutto ciò che vorrebbe proporre e alla fine non porta a frutto tutto quello che aveva seminato. Il successo di pubblico e di vendite certo maschera alcune pecche, tuttavia non posso definire questo titolo completo e perfettamente riuscito.
A livello di trama dopo un inizio sugli schemi classici del genere, la parte centrale di questa serie mi era piaciuta non poco nel suo virare verso gli stati di solitudine e di successiva alienazione delle protagoniste - questa sì una grossa novità anche più delle scene "forti" che al giorno d'oggi non fanno più di tanto scalpore.
A rovinare tutto è però la consueta minestra riscaldata, le ultime quattro puntate davvero poco originali (avendo da poco ultimato "Higurashi" mi capirete), il "pappone" celebrale che serve solo per portare a un finale agrodolce per giunta poco coerente con le azioni del personaggio principale. Questa è infatti l'altra grande sbavatura di questo titolo: Madoka è un personaggio principale assolutamente inconsistente, debole e che non crea nessuna empatia con lo spettatore, cosa che a dire il vero non fanno neanche gli altri personaggi con l'esclusione del famiglio Kyubey, esperimento riuscito di primo animaletto majokko che invece di generare tenerezza provoca una genuina irritazione. Mezza delusione? Forse, anche se a livelli di grafica e di musiche dobbiamo ammettere che siamo al top grazie a un binomio femminile composto dalla brava compositrice Kajiura e dal chara design della Aoki. Quest'ultima l'ho apprezzata molto per la scelta di non rendere eccessivamente realistici i personaggi, rielaborando in salsa fiabesca la moda moe del momento con più "pastellati" colori tenui. L'anime è un trionfo degli occhi e delle orecchie indirizzato a un mercato in cui l'alta definizione non è più un lusso per pochi.
"Mahou shoujo Madoka Magica" sarà un titolo capace di creare un solco nell'animazione, se non mondiale almeno nipponica? Io non credo, e non perché più di una critica l'ha accusato di non essere affatto originale - oggi cosa può effettivamente esserlo? - ma perché rimane una serie ancora a metà del guado a cui però va dato il merito di essere stata la prima a riprendere un percorso. Se sarà seguita o meno con maggior successo e idee sarà solo il futuro a dircelo, ed è con questa speranza che do 7 a "Puella Magi Madoka Magica", arrotondando il 6,5 pieno che secondo me merita.
Non si può dire che queste nuove bimbe magiche siano scevre di spunti interessanti. Esse, come chi le ha precedute, vivono ancora di sogni e speranze da paladine della giustizia e di nobili guerriere in uniformi sgargianti con poteri fenomenali. Vergini vestali in un mondo dove la giustizia e l'amore devono trionfare, o almeno questa sarebbe l'idea, invero la realtà è altra cosa e le maghette del nuovo decennio arriveranno a scoprire quasi subito che non è tutto oro quello che luccica, che la concezione del male è molto ambigua e che c'è sempre un lato oscuro in tutti, persino in loro che sembrano avere un'anima candida che solo chi è in giovanissima età può avere.
In principio fu il cinema a demolire le certezze dei grandi supereroi della gioventù dei nostri padri; l'Uomo Ragno aveva scoperto che "da grandi poteri derivano grandi responsabilità". Le maghe guerriere del nuovo decennio oltre a questo dovranno però fare i conti con un'epoca che non lascia più spazio ai sogni.
12 episodi sono però pochi per dare ampio respiro a tutta questa serie di tematiche, senza contare che oggi una serie anime costa molti soldi e ne deve scaturire quantomeno un discreto successo commerciale, ed è così che Madoka Magica alla lunga diventa altalenante in tutto ciò che vorrebbe proporre e alla fine non porta a frutto tutto quello che aveva seminato. Il successo di pubblico e di vendite certo maschera alcune pecche, tuttavia non posso definire questo titolo completo e perfettamente riuscito.
A livello di trama dopo un inizio sugli schemi classici del genere, la parte centrale di questa serie mi era piaciuta non poco nel suo virare verso gli stati di solitudine e di successiva alienazione delle protagoniste - questa sì una grossa novità anche più delle scene "forti" che al giorno d'oggi non fanno più di tanto scalpore.
A rovinare tutto è però la consueta minestra riscaldata, le ultime quattro puntate davvero poco originali (avendo da poco ultimato "Higurashi" mi capirete), il "pappone" celebrale che serve solo per portare a un finale agrodolce per giunta poco coerente con le azioni del personaggio principale. Questa è infatti l'altra grande sbavatura di questo titolo: Madoka è un personaggio principale assolutamente inconsistente, debole e che non crea nessuna empatia con lo spettatore, cosa che a dire il vero non fanno neanche gli altri personaggi con l'esclusione del famiglio Kyubey, esperimento riuscito di primo animaletto majokko che invece di generare tenerezza provoca una genuina irritazione. Mezza delusione? Forse, anche se a livelli di grafica e di musiche dobbiamo ammettere che siamo al top grazie a un binomio femminile composto dalla brava compositrice Kajiura e dal chara design della Aoki. Quest'ultima l'ho apprezzata molto per la scelta di non rendere eccessivamente realistici i personaggi, rielaborando in salsa fiabesca la moda moe del momento con più "pastellati" colori tenui. L'anime è un trionfo degli occhi e delle orecchie indirizzato a un mercato in cui l'alta definizione non è più un lusso per pochi.
"Mahou shoujo Madoka Magica" sarà un titolo capace di creare un solco nell'animazione, se non mondiale almeno nipponica? Io non credo, e non perché più di una critica l'ha accusato di non essere affatto originale - oggi cosa può effettivamente esserlo? - ma perché rimane una serie ancora a metà del guado a cui però va dato il merito di essere stata la prima a riprendere un percorso. Se sarà seguita o meno con maggior successo e idee sarà solo il futuro a dircelo, ed è con questa speranza che do 7 a "Puella Magi Madoka Magica", arrotondando il 6,5 pieno che secondo me merita.
"Mahou shoujo ★ Madoka Magika" è molto strano sotto molti aspetti: a prima vista appare come il solito anime con bambine che si trasformano in eroine per combattere i cattivi, ma andando avanti con gli episodi scopri che non è così.
Ciò si comincia a vedere sin dai disegni: se la maggior parte delle scene è disegnata in stile majokko, i labirinti e le streghe sembrano usciti dagli incubi più terrificanti di H.P. Lovecraft; è un cambiamento così repentino e contrastante che subito fa venire i brividi. Andando avanti la situazione non migliora grazie anche alla presenza di numerose scene tragiche a cui sia le protagoniste sia gli spettatori assistono inermi. Il finale lascia veramente l'amaro in bocca perché è quasi come se tutte le vicende degli episodi precedenti non fossero servite a nulla.
Veniamo ora ai caratteri psicologici.
<b>Attenzione! Contiene Spoiler!</b>
A mio avviso le uniche degne di nota sono Sayaka e Kyoko: la prima a causa della sua lenta ma inesorabile discesa nell'oscurità che la porterà, infine, a diventare una strega e a essere uccisa dalle altre; assistiamo passo passo al suo cambiamento di umore che la porterà dalla gioia di essere diventata una Mahou Shoujo alla disperazione più nera. Kyoko dal canto suo colpisce molto per il suo passato disastroso e per la voglia di andare avanti con tutte le forze e con tutti i mezzi; quando riuscirà finalmente a trovare delle amiche però dovrà prendere la fatale decisione di morire per sconfiggere la strega Sayaka.
Poco c'è da dire invece su Homura e su Madoka. La prima si presenta come una ragazza fredda e spietata per poi rivelarsi dolcissima anche a causa della sua "maledizione". La accosterei senza problemi sia per il carattere sia per il compito che svolge nella narrazione a Rika di "Higurashi No Naku Koro Ni" - e chi ha visto anche quest'anime può facilmente capire il perché.
Madoka, dal canto suo non ha un ruolo ben preciso se non nell'ultimo episodio: passa la serie a piangere e a essere spaventata e solo alla fine prenderà la decisione che negherà il carattere visto per ben 11 puntate: a mio avviso troppo contraddittoria.
<b>Fine spoiler</b>
Le musiche sono molto belle, comprese opening ed ending, che scandiscono bene il ritmo della vicenda senza lasciare un attimo di riposo. Il doppiaggio è nella media. Consiglio quest'anime a tutti coloro che cercano un prodotto originale e non tanto lungo.
Ciò si comincia a vedere sin dai disegni: se la maggior parte delle scene è disegnata in stile majokko, i labirinti e le streghe sembrano usciti dagli incubi più terrificanti di H.P. Lovecraft; è un cambiamento così repentino e contrastante che subito fa venire i brividi. Andando avanti la situazione non migliora grazie anche alla presenza di numerose scene tragiche a cui sia le protagoniste sia gli spettatori assistono inermi. Il finale lascia veramente l'amaro in bocca perché è quasi come se tutte le vicende degli episodi precedenti non fossero servite a nulla.
Veniamo ora ai caratteri psicologici.
<b>Attenzione! Contiene Spoiler!</b>
A mio avviso le uniche degne di nota sono Sayaka e Kyoko: la prima a causa della sua lenta ma inesorabile discesa nell'oscurità che la porterà, infine, a diventare una strega e a essere uccisa dalle altre; assistiamo passo passo al suo cambiamento di umore che la porterà dalla gioia di essere diventata una Mahou Shoujo alla disperazione più nera. Kyoko dal canto suo colpisce molto per il suo passato disastroso e per la voglia di andare avanti con tutte le forze e con tutti i mezzi; quando riuscirà finalmente a trovare delle amiche però dovrà prendere la fatale decisione di morire per sconfiggere la strega Sayaka.
Poco c'è da dire invece su Homura e su Madoka. La prima si presenta come una ragazza fredda e spietata per poi rivelarsi dolcissima anche a causa della sua "maledizione". La accosterei senza problemi sia per il carattere sia per il compito che svolge nella narrazione a Rika di "Higurashi No Naku Koro Ni" - e chi ha visto anche quest'anime può facilmente capire il perché.
Madoka, dal canto suo non ha un ruolo ben preciso se non nell'ultimo episodio: passa la serie a piangere e a essere spaventata e solo alla fine prenderà la decisione che negherà il carattere visto per ben 11 puntate: a mio avviso troppo contraddittoria.
<b>Fine spoiler</b>
Le musiche sono molto belle, comprese opening ed ending, che scandiscono bene il ritmo della vicenda senza lasciare un attimo di riposo. Il doppiaggio è nella media. Consiglio quest'anime a tutti coloro che cercano un prodotto originale e non tanto lungo.
A prima vista "Mahou shoujo ★ Madoka Magika" sembrerebbe il classico anime majokko, in cui le protagoniste vestite di merletti e fiocchi combattono le forze del male nel nome della giustizia e dell'amicizia, accompagnate da un tenero magico animaletto/mascotte, ed è infatti quello che ho pensato vedendo i primi due episodi. Ma, credetemi, quest'anime di puccioso ha solo il character design. Dalla classica atmosfera tranquilla e zuccherosa si passa alla tragedia, fino a sfociare nell'horror psicologico. La dolce protagonista Madoka vive la sua vita tranquilla, con le solite e frivole preoccupazioni della vita di un'adolescente (come per esempio quale colore scegliere per i fiocchetti da mettere tra i capelli), fino a quando nella sua vita piomba uno stano animaletto, Q-bey o Kyuubey, una specie di gatto che le svela il segreto che si cela dietro ai numerosi suicidi che si diffondono in Giappone. Da qui in poi l'anime prende una piega sempre più cupa e complessa.
Ciò che caratterizza quest'anime è la contrapposizione tra la "pucciosità" dei mahou shoujo e dei majokko e la crudezza della realtà.
<b>SPOILER</b>
Le protagoniste infatti muoiono una dopo l'altra e nonostante verrebbe da pensare: "E' uno shoujo, non possono essere morte veramente! Torneranno in vita con qualche trucco!" in effetti non accade nulla, fino all'ultimo episodio. Questo dona un certo realismo alla serie e fa anche capire quanto in realtà quest'anime voglia essere profondo.
<b>FINE SPOILER</b>
Ma a questo punto c'è anche un difetto: le protagoniste hanno un profilo psicologico alquanto anomalo. A volte hanno dei comportamenti eccessivi e a volte invece diventano troppo insofferenti e calme. Sopratutto Madoka contrappone un eccessivo vittimismo a un'insofferenza disarmante per poi cambiare ulteriormente e diventare una persona capace di sacrificare se stessa per gli altri. In effetti Madoka è un personaggio alquanto discutibile, il suo piangere di continuo mi ha dato non poco fastidio durante la serie.
Cose che invece ho immensamente apprezzato in quest'anime sono le animazioni e la colonna sonora. Mi piacciono molto le inquadrature cinematografiche e prospettiche e adoro le colorazioni a effetto caleidoscopio che contrastano con i faccioni dei personaggi e l'effetto matita degli occhi e dei contorni. Le musiche, a cura di Yuki Kajiura, sono tutte stupende e molto azzeccate, diffondono perfettamente la sensazione di mistero, d'angoscia e di epicità dei combattimenti e sinceramente sono innamorata dell'ending.
La trama di base è relativamente semplice, ma a mio avviso decisamente imprevedibile.
Il voto finale che do a quest'anime è quindi un 9 tondo tondo. "Mahou shoujo ★ Madoka Magika" è un anime interessante che consiglio a tutti.
Ciò che caratterizza quest'anime è la contrapposizione tra la "pucciosità" dei mahou shoujo e dei majokko e la crudezza della realtà.
<b>SPOILER</b>
Le protagoniste infatti muoiono una dopo l'altra e nonostante verrebbe da pensare: "E' uno shoujo, non possono essere morte veramente! Torneranno in vita con qualche trucco!" in effetti non accade nulla, fino all'ultimo episodio. Questo dona un certo realismo alla serie e fa anche capire quanto in realtà quest'anime voglia essere profondo.
<b>FINE SPOILER</b>
Ma a questo punto c'è anche un difetto: le protagoniste hanno un profilo psicologico alquanto anomalo. A volte hanno dei comportamenti eccessivi e a volte invece diventano troppo insofferenti e calme. Sopratutto Madoka contrappone un eccessivo vittimismo a un'insofferenza disarmante per poi cambiare ulteriormente e diventare una persona capace di sacrificare se stessa per gli altri. In effetti Madoka è un personaggio alquanto discutibile, il suo piangere di continuo mi ha dato non poco fastidio durante la serie.
Cose che invece ho immensamente apprezzato in quest'anime sono le animazioni e la colonna sonora. Mi piacciono molto le inquadrature cinematografiche e prospettiche e adoro le colorazioni a effetto caleidoscopio che contrastano con i faccioni dei personaggi e l'effetto matita degli occhi e dei contorni. Le musiche, a cura di Yuki Kajiura, sono tutte stupende e molto azzeccate, diffondono perfettamente la sensazione di mistero, d'angoscia e di epicità dei combattimenti e sinceramente sono innamorata dell'ending.
La trama di base è relativamente semplice, ma a mio avviso decisamente imprevedibile.
Il voto finale che do a quest'anime è quindi un 9 tondo tondo. "Mahou shoujo ★ Madoka Magika" è un anime interessante che consiglio a tutti.
Sono rimasto letteralmente folgorato da quest'anime. Sembra noioso, "puccioso", "majokkoso", la solita minestra insomma. I disegni sono strani, perché a fondali eccellenti corrispondono personaggi molto stilizzati e volti spesso poco curati. Ma appena arriva la prima strega, l'atmosfera cambia.
Perché Puella Magi Madoka Magika è un anime crudele, crudele sia nella storia sia verso gli spettatori. Me li immagino gli otaku giapponesi, che fin dalla prima puntata fremono per ciò che in realtà non accadrà, e vengono via via sbigottiti da quanto invece accade e che di solito da una serie majokko non ci si aspetta. E quando si è convinti di aver capito tutto, arriva la mazzata finale. Il tutto condito da una storia che sembra uno scherzetto e che via via a mio avviso diventa pura angoscia. Completa il tutto una colonna sonora spiazzante, del tutto inadeguata al contesto (almeno all'inizio), ma che si rivela favolosa. Per me Madoka Magika è quasi un capolavoro.
Perché Puella Magi Madoka Magika è un anime crudele, crudele sia nella storia sia verso gli spettatori. Me li immagino gli otaku giapponesi, che fin dalla prima puntata fremono per ciò che in realtà non accadrà, e vengono via via sbigottiti da quanto invece accade e che di solito da una serie majokko non ci si aspetta. E quando si è convinti di aver capito tutto, arriva la mazzata finale. Il tutto condito da una storia che sembra uno scherzetto e che via via a mio avviso diventa pura angoscia. Completa il tutto una colonna sonora spiazzante, del tutto inadeguata al contesto (almeno all'inizio), ma che si rivela favolosa. Per me Madoka Magika è quasi un capolavoro.
<b>Attenzione! Contiene spoiler!</b>
Oh, Madoka, fonte per me di sorpresa e di disappunto.
Non mi fraintendete: non odio la serie. L'ho trovata fruibile, interessante, ma non così fantasticamente unica come è stata descritta dai più.
Certo, a colpo d'occhio puoi solo sorprenderti davanti a degli scenari così inquietanti, e alla disperazione così palpabile dei personaggi, mascherati astutamente da protagoniste carine e da disegni quasi infantili.
Però, alla lunga, la storia comincia a riempirsi di contraddizioni, nonché di altri fardelli pesanti. Scusatemi, io non sono riuscita a sopportare il buonismo di Madoka, e il suo piangere continuo per dodici episodi. Dodici dannatissimi episodi in cui non è riuscita a fare altro che piangere. E diventare dio, ma quello è un altro discorso.
I personaggi hanno spesso reazioni fin troppo esagerate, cambi di carattere impensabili, e gli avvenimenti sono talvolta fin troppo assurdi per essere davvero presi sul serio.
E poi, Puella Magi Madoka Magica, sì, ma in realtà Madoka fa ben poco. Riceve solo la maggior parte delle inquadrature, non di più. Non me la sento di chiamarla davvero protagonista: in fin dei conti, ha "solo" salvato le altre Puellae Magi dal diventare streghe. Okay, grande cosa, ma per tutti gli altri episodi cos'ha fatto? Niente.
Credo che ci sarebbero altri personaggi più meritevoli di attenzione. Dire Homura sarebbe banale, anche se è la verità: è lei, a mio parere, la vera protagonista della serie, è lei che si è fatta un mazzo tanto, anche se forse pure il personaggio di Mami meritava un po' più di gloria - lei sì che è un personaggio genuino, senza quel fastidiosissimo buonismo che invece caratterizza Madoka.
E, niente, detto così sembra che davvero la serie non mi sia piaciuta per niente, però ribadisco, non l'ho odiata. L'ho trovata solo sopravvalutata, ecco. Però dall'aspetto tecnico ha molti punti in favore: una colonna sonora godibilissima, un'animazione particolare (quella delle streghe, intendo) davvero inquietante, così come la capacità di creare atmosfere oscure, per non parlare delle sigle, diverse come il giorno e la notte, proprio in linea con la serie. È un peccato che non si siano approfondite le side story delle streghe, perché stando a quello che si legge nelle varie wiki, sono davvero interessanti.
Per concludere, sono indecisa sul voto che darei a quest'anime: sarebbe un sei e mezzo, che in piena indecisione mi ritrovo ad arrotondare al sei. Badate bene però, come anime non è del tutto da buttare via.
Oh, Madoka, fonte per me di sorpresa e di disappunto.
Non mi fraintendete: non odio la serie. L'ho trovata fruibile, interessante, ma non così fantasticamente unica come è stata descritta dai più.
Certo, a colpo d'occhio puoi solo sorprenderti davanti a degli scenari così inquietanti, e alla disperazione così palpabile dei personaggi, mascherati astutamente da protagoniste carine e da disegni quasi infantili.
Però, alla lunga, la storia comincia a riempirsi di contraddizioni, nonché di altri fardelli pesanti. Scusatemi, io non sono riuscita a sopportare il buonismo di Madoka, e il suo piangere continuo per dodici episodi. Dodici dannatissimi episodi in cui non è riuscita a fare altro che piangere. E diventare dio, ma quello è un altro discorso.
I personaggi hanno spesso reazioni fin troppo esagerate, cambi di carattere impensabili, e gli avvenimenti sono talvolta fin troppo assurdi per essere davvero presi sul serio.
E poi, Puella Magi Madoka Magica, sì, ma in realtà Madoka fa ben poco. Riceve solo la maggior parte delle inquadrature, non di più. Non me la sento di chiamarla davvero protagonista: in fin dei conti, ha "solo" salvato le altre Puellae Magi dal diventare streghe. Okay, grande cosa, ma per tutti gli altri episodi cos'ha fatto? Niente.
Credo che ci sarebbero altri personaggi più meritevoli di attenzione. Dire Homura sarebbe banale, anche se è la verità: è lei, a mio parere, la vera protagonista della serie, è lei che si è fatta un mazzo tanto, anche se forse pure il personaggio di Mami meritava un po' più di gloria - lei sì che è un personaggio genuino, senza quel fastidiosissimo buonismo che invece caratterizza Madoka.
E, niente, detto così sembra che davvero la serie non mi sia piaciuta per niente, però ribadisco, non l'ho odiata. L'ho trovata solo sopravvalutata, ecco. Però dall'aspetto tecnico ha molti punti in favore: una colonna sonora godibilissima, un'animazione particolare (quella delle streghe, intendo) davvero inquietante, così come la capacità di creare atmosfere oscure, per non parlare delle sigle, diverse come il giorno e la notte, proprio in linea con la serie. È un peccato che non si siano approfondite le side story delle streghe, perché stando a quello che si legge nelle varie wiki, sono davvero interessanti.
Per concludere, sono indecisa sul voto che darei a quest'anime: sarebbe un sei e mezzo, che in piena indecisione mi ritrovo ad arrotondare al sei. Badate bene però, come anime non è del tutto da buttare via.
Beh, non posso che dare un altissimo voto a quest'anime veramente bello, anche se abbastanza triste, ma che dà speranza nel finale.
I disegni in certi momenti non sono il massimo, soprattutto quando si entra nel mondo delle streghe, ma dopo qualche puntata, quando ci fai l'abitudine, ne capisci il senso e li apprezzi. Per il resto sono fatti bene e le inquadrature sono spesso alla Bakemonogatari, dove si inquadra una parte del corpo per far capire esattamente allo spettatore l'emozione che il personaggio ha in quel momento. Raramente ci sono inquadrature alle gambe delle protagoniste per dei flash ecchi.
La caratterizzazione dei personaggi a mio avviso è ottima, infatti Madoka Magika è mirato a un pubblico adulto e non ai piccoli, ed è una serie per me proprio fatta bene.
Le OST e le BGM sono degne dell'anime, anche se inferiori ad altri grandi anime dello stesso calibro; non vi è ad esempio un'ED o un'OP che ti dia una forte emozione e questo è stato voluto dagli stessi autori. Già nella OP vedi Madoka che piange e quindi ciò ti dà un po' di tristezza e ti fa capire che non Madoka Magika è il solito anime majokko.
Come già detto, con il proseguire della storia diventa tutto più serio, si comprende più che bene che nella vita a ogni cosa positiva ne equivale una negativa di pari valore e a volte va anche maggiore, ma nel finale l'anime fa capire cosa è importante non perdere mai, in cosa credere e dà molta speranza. Anche per questo il mio voto è 9.
I disegni in certi momenti non sono il massimo, soprattutto quando si entra nel mondo delle streghe, ma dopo qualche puntata, quando ci fai l'abitudine, ne capisci il senso e li apprezzi. Per il resto sono fatti bene e le inquadrature sono spesso alla Bakemonogatari, dove si inquadra una parte del corpo per far capire esattamente allo spettatore l'emozione che il personaggio ha in quel momento. Raramente ci sono inquadrature alle gambe delle protagoniste per dei flash ecchi.
La caratterizzazione dei personaggi a mio avviso è ottima, infatti Madoka Magika è mirato a un pubblico adulto e non ai piccoli, ed è una serie per me proprio fatta bene.
Le OST e le BGM sono degne dell'anime, anche se inferiori ad altri grandi anime dello stesso calibro; non vi è ad esempio un'ED o un'OP che ti dia una forte emozione e questo è stato voluto dagli stessi autori. Già nella OP vedi Madoka che piange e quindi ciò ti dà un po' di tristezza e ti fa capire che non Madoka Magika è il solito anime majokko.
Come già detto, con il proseguire della storia diventa tutto più serio, si comprende più che bene che nella vita a ogni cosa positiva ne equivale una negativa di pari valore e a volte va anche maggiore, ma nel finale l'anime fa capire cosa è importante non perdere mai, in cosa credere e dà molta speranza. Anche per questo il mio voto è 9.
Madoka Magika non è quello che sembra. O quello che sembra a molti.
Si sa, il chiacchiericcio ama ricamare sui fatti e l'ultimo ad ascoltare il discorso di norma arriva a recepire giusto un chicco di verità, se gli va bene. In caso contrario gli restano le ciance, altrimenti dette vaniloqui, e tanto, tanto hype, perché più una cosa passa di bocca in bocca, più viene enfatizzata. Guarda caso c'è stato un gran sbattimento attorno al titolo delle Maho Shoujo, chi intonava osanna, chi si strappava i capelli per la rivoluzione del genere: chi caldeggiava MM al trono di nuovo cult anime.
"Voce di Babilonia" direbbero a Zion, più comunemente, nei nostri lidi, vox populi. Negli spazi dove le invettive contro l'animazione contemporanea rintoccano sul sottofondo dell'isteria collettiva per l'ultimo fashion moe, non ci si può aspettare altro. Il problema non sono i titoli, ma chi li guarda, tanto eccessivo, nelle sue arroganti ingenuità, da azzardare giudizi fuori dalla propria portata, con mal celata presunzione di autorevolezza, in aggiunta.
Per cui sarebbe anche ingiusto prendersela soltanto con Madoka Magika che, da parte sua, non porta sul palco nulla di nuovo, si macchia solo della colpa di tutti i bluff, cioè quella di avere pretese prive di sostanza. Rubando tanto da Sailor Moon, un bel po' da Claymore e fregando spunti e concetti pure a Bakurano (fonte finora passata inosservata), MM mischia le carte cercando e non trovando il quid per scardinare convenzioni che invece riprende e porta avanti inalterate nei modi e nella filosofia. Madoka Magika anela al jolly. E fallisce miseramente.
Si fosse limitato a raccontare una storia, una piccola, tragica storia, quella di una ragazzina (Homura), straziata dai fallimenti in aeternum, adesso staremmo parlando di un altro anime e con tutt'altri toni. Ma limitarsi a ciò era forse troppo poco per il fenomeno del momento. Limitarsi a una bell'idea, a una buona ideazione grafica, alla cinetica potente come si è vista nel penultimo episodio non era abbastanza. Le mire sono salite e, di contro, nella bilancia, è sceso il piatto della coesione di una serie per metà da buttare (tra paturnie ingombranti oltre ogni limite accettabile) e per i due terzi dell'altra posticcia, coronata inoltre da suicidio logico nel finale.
Nel tempo in cui gli dèi falsi e bugiardi, anziché lasciare il passo ai veri numi, prendono piede come le graminacee, un pubblico di creduloni si è radunato attorno al nuovo vitello d'oro, frutto di un'allucinazione di massa. Continuando con le metafore, Madoka Magika, in mancanza d'altro, ha lanciato l'amo, camuffato nemmeno tanto ad arte, e la pesca è stata grossa. Dell'adescamento non è vittima, bensì complice, lo spettatore allocco, capace di lasciarsi circuire con niente, seppure MM non è esente da dolo. Difatti, con furbizia e preterintenzionalità, confondendo le acque, ha raggiunto il suo intento, bisogna dargliene atto.
No, Madoka Magika non è proprio ciò che sembra, molti lo dicono, ma invero costoro intendono l'inverso di ciò che è realmente.
Si sa, il chiacchiericcio ama ricamare sui fatti e l'ultimo ad ascoltare il discorso di norma arriva a recepire giusto un chicco di verità, se gli va bene. In caso contrario gli restano le ciance, altrimenti dette vaniloqui, e tanto, tanto hype, perché più una cosa passa di bocca in bocca, più viene enfatizzata. Guarda caso c'è stato un gran sbattimento attorno al titolo delle Maho Shoujo, chi intonava osanna, chi si strappava i capelli per la rivoluzione del genere: chi caldeggiava MM al trono di nuovo cult anime.
"Voce di Babilonia" direbbero a Zion, più comunemente, nei nostri lidi, vox populi. Negli spazi dove le invettive contro l'animazione contemporanea rintoccano sul sottofondo dell'isteria collettiva per l'ultimo fashion moe, non ci si può aspettare altro. Il problema non sono i titoli, ma chi li guarda, tanto eccessivo, nelle sue arroganti ingenuità, da azzardare giudizi fuori dalla propria portata, con mal celata presunzione di autorevolezza, in aggiunta.
Per cui sarebbe anche ingiusto prendersela soltanto con Madoka Magika che, da parte sua, non porta sul palco nulla di nuovo, si macchia solo della colpa di tutti i bluff, cioè quella di avere pretese prive di sostanza. Rubando tanto da Sailor Moon, un bel po' da Claymore e fregando spunti e concetti pure a Bakurano (fonte finora passata inosservata), MM mischia le carte cercando e non trovando il quid per scardinare convenzioni che invece riprende e porta avanti inalterate nei modi e nella filosofia. Madoka Magika anela al jolly. E fallisce miseramente.
Si fosse limitato a raccontare una storia, una piccola, tragica storia, quella di una ragazzina (Homura), straziata dai fallimenti in aeternum, adesso staremmo parlando di un altro anime e con tutt'altri toni. Ma limitarsi a ciò era forse troppo poco per il fenomeno del momento. Limitarsi a una bell'idea, a una buona ideazione grafica, alla cinetica potente come si è vista nel penultimo episodio non era abbastanza. Le mire sono salite e, di contro, nella bilancia, è sceso il piatto della coesione di una serie per metà da buttare (tra paturnie ingombranti oltre ogni limite accettabile) e per i due terzi dell'altra posticcia, coronata inoltre da suicidio logico nel finale.
Nel tempo in cui gli dèi falsi e bugiardi, anziché lasciare il passo ai veri numi, prendono piede come le graminacee, un pubblico di creduloni si è radunato attorno al nuovo vitello d'oro, frutto di un'allucinazione di massa. Continuando con le metafore, Madoka Magika, in mancanza d'altro, ha lanciato l'amo, camuffato nemmeno tanto ad arte, e la pesca è stata grossa. Dell'adescamento non è vittima, bensì complice, lo spettatore allocco, capace di lasciarsi circuire con niente, seppure MM non è esente da dolo. Difatti, con furbizia e preterintenzionalità, confondendo le acque, ha raggiunto il suo intento, bisogna dargliene atto.
No, Madoka Magika non è proprio ciò che sembra, molti lo dicono, ma invero costoro intendono l'inverso di ciò che è realmente.
Mahou shoujo ★ Madoka Magika è stato sicuramente uno degli anime più discussi del 2011. Alcuni lo considerano un pilastro dell'animazione giapponese, altri una ciofeca.
Ma cos'è Mahou shoujo ★ Madoka Magica?
In effetti è un'opera dai tanti aspetti innovativi, se lo paragoniamo agli anime degli ultimi anni. Quindi il suo pregio è l'originalità? <i>Ni</i>.
Il suo essere innovativo sta nel saper shakerare ottimamente opere che in passato hanno raccolto innumerevoli consensi. Mi riferisco a "La malinconia di Haruhi Suzumiya" e il film "The butterfly effect", da cui è stato copiato tutto il concept - sempre che quel film non fosse già stato scopiazzato da qualcos'altro.
Qualcosa d'originale c'è, ma nulla che valga la pena segnalare. Il grosso è stato preso dalle due opere che ho citato.
Per rispondere alla domanda: è un anime che consiglio? La risposta non può essere che sì.
Innanzitutto la realizzazione tecnica è davvero molto buona. Per un'opera così ci si aspetterebbero disegni cupi, molto particolareggiati, e invece spuntano fuori i faccioni disegnati da Ume Aoki. Scelta coraggiosa e secondo me molto azzeccata, il contrasto rende ancora meglio il clima surreale della storia. In generale direi che il comparto audio/video costituisce uno dei punti forti di quest'anime.
La trama, per quanto a tratti prevedibile, ma mai banale, è interessante. Non vedevo l'ora di sapere come sarebbe finito, ho divorato 12 episodi in poche ore.
La sceneggiatura e la regia sono ok, svolgono molto bene il loro compito - mi sono piaciute molto alcune inquadrature di Kyubey.
Il problema principale di "Madoka Magica" è costituito dall'introspezione dei personaggi. A volte si ha l'impressione che reagiscano in maniera forzata, se non del tutto random. Nello specifico, la protagonista è poco credibile. Alterna un continuo vittimismo da "sono una nullità capace di creare solo problemi" a "voglio aiutarti a costo della vita". Per poi tornare a essere molto carefree e a sorridere come un'ebete.
Ma vabbè, anzi lei è quella messa meglio. Sayaka sembra avere disturbi da personalità dissociata, il che dovrebbe essere imputabile al corso degli eventi - però <i>meh</i>, anche in quel caso c'è qualcosa che non mi convince; l'analisi sarebbe troppo lunga e sostanzialmente inutile, ergo non credo valga la pena di farla.
In pratica le ragazze sembra si comportino in quel modo solo perché la storia lo richiede. Si notano forzature una dietro l'altra, probabilmente altri 12 episodi avrebbero fatto molto bene a "Madoka Magica" da questo punto di vista.
Volendo difetti se ne possono trovare a vagonate, ma credo sia più proficuo concentrarsi su ciò che di buono c'è in quest'anime. E qualcosa di buono c'è sicuramente, anche solo per aver ridato lustro a un genere - quello delle mahou shoujo - che ormai sfornava soltanto copie uguali a sé stesse: ragazzine delle medie che tramite vestitini carini e poteri magici donati da morbidi orsacchiotti riuscivano a salvare il mondo grazie al potere dell'amicizia.
Per carità, anche a me sono piaciuti anime come Cardcaptor Sakura o le Pretty Cure, ma è più interessante vedere il tutto svolgersi attraverso un'ottica meno infantile.
Un plauso quindi ai realizzatori di quest'opera, sono contento d'averla assaporata dal primo all'ultimo episodio.
Ma cos'è Mahou shoujo ★ Madoka Magica?
In effetti è un'opera dai tanti aspetti innovativi, se lo paragoniamo agli anime degli ultimi anni. Quindi il suo pregio è l'originalità? <i>Ni</i>.
Il suo essere innovativo sta nel saper shakerare ottimamente opere che in passato hanno raccolto innumerevoli consensi. Mi riferisco a "La malinconia di Haruhi Suzumiya" e il film "The butterfly effect", da cui è stato copiato tutto il concept - sempre che quel film non fosse già stato scopiazzato da qualcos'altro.
Qualcosa d'originale c'è, ma nulla che valga la pena segnalare. Il grosso è stato preso dalle due opere che ho citato.
Per rispondere alla domanda: è un anime che consiglio? La risposta non può essere che sì.
Innanzitutto la realizzazione tecnica è davvero molto buona. Per un'opera così ci si aspetterebbero disegni cupi, molto particolareggiati, e invece spuntano fuori i faccioni disegnati da Ume Aoki. Scelta coraggiosa e secondo me molto azzeccata, il contrasto rende ancora meglio il clima surreale della storia. In generale direi che il comparto audio/video costituisce uno dei punti forti di quest'anime.
La trama, per quanto a tratti prevedibile, ma mai banale, è interessante. Non vedevo l'ora di sapere come sarebbe finito, ho divorato 12 episodi in poche ore.
La sceneggiatura e la regia sono ok, svolgono molto bene il loro compito - mi sono piaciute molto alcune inquadrature di Kyubey.
Il problema principale di "Madoka Magica" è costituito dall'introspezione dei personaggi. A volte si ha l'impressione che reagiscano in maniera forzata, se non del tutto random. Nello specifico, la protagonista è poco credibile. Alterna un continuo vittimismo da "sono una nullità capace di creare solo problemi" a "voglio aiutarti a costo della vita". Per poi tornare a essere molto carefree e a sorridere come un'ebete.
Ma vabbè, anzi lei è quella messa meglio. Sayaka sembra avere disturbi da personalità dissociata, il che dovrebbe essere imputabile al corso degli eventi - però <i>meh</i>, anche in quel caso c'è qualcosa che non mi convince; l'analisi sarebbe troppo lunga e sostanzialmente inutile, ergo non credo valga la pena di farla.
In pratica le ragazze sembra si comportino in quel modo solo perché la storia lo richiede. Si notano forzature una dietro l'altra, probabilmente altri 12 episodi avrebbero fatto molto bene a "Madoka Magica" da questo punto di vista.
Volendo difetti se ne possono trovare a vagonate, ma credo sia più proficuo concentrarsi su ciò che di buono c'è in quest'anime. E qualcosa di buono c'è sicuramente, anche solo per aver ridato lustro a un genere - quello delle mahou shoujo - che ormai sfornava soltanto copie uguali a sé stesse: ragazzine delle medie che tramite vestitini carini e poteri magici donati da morbidi orsacchiotti riuscivano a salvare il mondo grazie al potere dell'amicizia.
Per carità, anche a me sono piaciuti anime come Cardcaptor Sakura o le Pretty Cure, ma è più interessante vedere il tutto svolgersi attraverso un'ottica meno infantile.
Un plauso quindi ai realizzatori di quest'opera, sono contento d'averla assaporata dal primo all'ultimo episodio.
Mahou shoujo Madoka Magika è una di quelle serie che colpisce per le innovazioni stilistiche e tematiche che la compongono. La trama è piuttosto basilare: Madoka, ragazzina di 14 anni, viene in contatto con il mondo delle Mahou shoujo casualmente incontrando Kyubey, uno strano essere dall'aspetto dolce e innocuo che si rivelerà poi l'essere capace di donare poteri magici alle fanciulle. In cambio di una vita in perenne lotta contro le streghe, Kyubey può fare avverare un loro qualsiasi desiderio, anche un miracolo, ma il prezzo per questo è molto più alto di quello che si può immaginare...
Nonostante il tratto e il disegno morbido possano fare pensare al classico anime dedicato a un pubblico infantile, l'opera si distanzia immediatamente dall'attenzione della fascia bassa del target per i toni gotici delle atmosfere e della stupenda colonna sonora, che propone sonorità celtiche e antiche. La SHAFT, casa d'animazione di quest'opera, anima e colora questo prodotto in maniera eccezionale e lascia anche qua il suo marchio di fabbrica con l'inserimento di elementi sperimentali, di colori azzardati e di tecniche inusuali, ben lontane da ciò che l'animazione giapponese standard propone negli ultimi tempi.
Si è ben lontani da un mondo idillico in cui la bontà trionfa sul male; la disperazione regna sovrana in Madoka, così come la morte, che assume una dimensione umana e vicina alle protagoniste, ben caratterizzate nella loro psicologia e nel diverso modo di affrontare la crudele situazione, anche se, alle volte, le loro reazioni paiono fin troppo esagerate in alcuni momenti.
Un'altra piccola nota negativa, del tutto personale, è da segnalare nel finale, che non è riuscito a convincermi pienamente per alcuni aspetti, ma, nel complesso, Madoka risulta un anime godibile e a un livello decisamente superiore dell'attuale produzione dedita al fan service, agli stereotipi e ai soliti cliché che stanno invadendo le varie stagioni anime di questo periodo.
Consiglio quest'opera a chiunque desideri vedere qualcosa di alternativo sotto ogni aspetto e a chi vuole rivedere un genere dedicato solitamente a un pubblico infantile rivisitato con occhi più adulti.
Nonostante il tratto e il disegno morbido possano fare pensare al classico anime dedicato a un pubblico infantile, l'opera si distanzia immediatamente dall'attenzione della fascia bassa del target per i toni gotici delle atmosfere e della stupenda colonna sonora, che propone sonorità celtiche e antiche. La SHAFT, casa d'animazione di quest'opera, anima e colora questo prodotto in maniera eccezionale e lascia anche qua il suo marchio di fabbrica con l'inserimento di elementi sperimentali, di colori azzardati e di tecniche inusuali, ben lontane da ciò che l'animazione giapponese standard propone negli ultimi tempi.
Si è ben lontani da un mondo idillico in cui la bontà trionfa sul male; la disperazione regna sovrana in Madoka, così come la morte, che assume una dimensione umana e vicina alle protagoniste, ben caratterizzate nella loro psicologia e nel diverso modo di affrontare la crudele situazione, anche se, alle volte, le loro reazioni paiono fin troppo esagerate in alcuni momenti.
Un'altra piccola nota negativa, del tutto personale, è da segnalare nel finale, che non è riuscito a convincermi pienamente per alcuni aspetti, ma, nel complesso, Madoka risulta un anime godibile e a un livello decisamente superiore dell'attuale produzione dedita al fan service, agli stereotipi e ai soliti cliché che stanno invadendo le varie stagioni anime di questo periodo.
Consiglio quest'opera a chiunque desideri vedere qualcosa di alternativo sotto ogni aspetto e a chi vuole rivedere un genere dedicato solitamente a un pubblico infantile rivisitato con occhi più adulti.
Tutto ciò che non avete mai avuto il coraggio di chiedere a un <i>majokko</i>. Difficilmente mi sarei avvicinata a questo titolo se non fosse stato per il clamore che è stato capace di suscitare, trasformandosi in un vero e proprio fenomeno di massa di cui non si riesce ancora a intravedere l'apogeo: un prodotto ambizioso e complesso capace di far discutere, pensare e, in alcuni casi, anche commuovere.
Tuttavia più un'opera è famosa e più aumentano le sue “responsabilità” nei confronti del pubblico, in particolare quello delle “ondate” successive alla prima, in quanto le sue aspettative diventeranno via via sempre più elevate e difficili da soddisfare. Vi stupisce quindi che i pareri su <i>Mahou Shoujo ★ Madoka Magica</i> siano talvolta molto discordanti fra loro? A me per nulla: come nel gioco dei sussurri, in cui la frase intesa dall'ultimo elemento della catena non corrisponde quasi mai a quella pronunciata dal primo, le troppe informazioni che si frappongono fra lo spettatore e l'opera, unite ai gusti del primo, non possono non pesare in un modo o nell'altro in sede di giudizio.
Prima di entrare nel vivo della recensione, qualche nota tecnica: l'anime è “figlio” di un connubio tra SHAFT e Aniplex, diretto da Akiyuki Shinbō (<i>Bakemonogatari</i>, <i>Arakawa Under The Bridge</i>, <i>Magical Girl Lyrical Nanoha</i>) e sceneggiato da Gen Urobuchi (<i>Fate/zero</i>). Il <i>character design</i> originale è stato affidato a Ume Aoki (<i>Hidamari Sketch</i>, altro anime diretto da Shibō), che assieme al produttore Atsuhiro Iwakami completa il cosiddetto “Magica Quartet”. La colonna sonora è stata invece curata da Yuki Kajiura, già nota al grande pubblico per la realizzazione di colonne sonore di anime, quali <i>Tsubasa Cronicle</i>. L'opening, <i>Connect</i>, è stata composta da Sho Watanabe ed eseguita da ClariS, mentre le Kalafina firmano l'ending con <i>Magia</i>.
La serie si compone di 12 episodi andati in onda dal 6 gennaio al 21 aprile 2011, che si sono conclusi con un mese di ritardo rispetto a quanto previsto dalla scaletta originale, per via del terremoto con annesso tsunami del Tōhoku, avvenuto pochi giorni prima della data in cui sarebbe dovuto essere trasmesso l'undicesimo episodio: causa del ritardo, la presenza di scene che alludevano con un tempismo a dir poco inopportuno a un disastro naturale.
Madoka Kaname ha quattordici anni, una famiglia che adora, delle amiche a cui è molto legata, e un carattere semplice e aperto. Un giorno nella sua classe arriva una nuova studentessa, tale Homura Akemi, ma non appena i suoi occhi si posano su di lei la ragazzina realizza di averla vista quella notte stessa in un sogno. Non solo: anche Homura sembra conoscerla, e l'avverte di non rinnegare mai se stessa se non vuole perdere tutto ciò che ha di più caro. Confusa e spaventata dalla sua risolutezza, Madoka cerca di dare un senso a quelle parole, ma invano.
Sempre quello stesso giorno il suo cammino s'incrocia nuovamente con quello della misteriosa fanciulla, che questa volta appare a lei e alla sua amica Sayaka Miki in un'ala in manutenzione di un centro commerciale, vestita con abiti di strana foggia e chiaramente alla spasmodica ricerca di qualcosa. Questo qualcosa è Kyuubey, uno strano animaletto che giace ferito tra le braccia di Madoka e che Homura sembra essere intenzionata a uccidere. Le due amiche si rifiutano di cederglielo e si danno alla fuga, ma rimangono intrappolate in una strana dimensione popolata da spaventose creature: a salvarle è Mami Tomoe, una ragazza che si rivelerà dotata di poteri magici che lo stesso Kyuubey le ha dato. Quest'ultimo è infatti in grado di trasformare qualunque fanciulla in una <i>Mahou Shoujo</i> in cambio di un desiderio, ma la giovane dovrà poi impiegare i suoi poteri per combattere le Streghe, responsabili di tutti gli eventi negativi che si verificano nel mondo e che si nutrono dei sogni e delle speranze di chi lo popola.
Madoka si ritrova quindi combattuta fra l'ammirazione per Mami e il peso di una decisione che minaccia di cambiare per sempre la sua vita e quella di coloro che le stanno intorno. Cosa deciderà di fare? E perché Homura vuole impedirle a tutti i costi di stringere il patto con la bestiola?
“Ma che strano, questa scena mi ricorda qualcosa...”: non è raro prorompere in esclamazioni del genere durante la visione dell'anime, perché quest'ultimo è pieno di riferimenti sia ad altre serie (si vedano ad esempio <i>Bakemonogatari</i> e <i>Magical Girl Lyrical Nanoha</i>) sia a capolavori della letteratura mondiale, come il <i>Faust</i> di Goethe, più volte citato esplicitamente nel corso dell'opera. Alcuni sospettano inoltre che siano stati “chiamati in causa” anche <i>Il lupo nella steppa</i> di Hesse e persino un dramma del norvegese Hernik Ibsen, ma al momento queste teorie, per quanto interessanti, non hanno ancora trovato una vera e propria conferma.
Anche il mondo delle arti figurative non è immune a questa pratica, soprattutto per quanto riguarda l'architettura e la pittura: possiamo ad esempio riconoscere l'Arco di Trionfo, elementi dello <i>skyline</i> di città come Dubai, Tokyo o Taipei, e dipinti come la <i>Notte stellata</i> di Van Gogh e la <i>Guernica</i> di Picasso. Abbiamo inoltre una corposa “razione” di elementi di cultura popolare e di scienze naturali. Qualcuno potrebbe trovare questo “citazionismo estremo” un fastidioso specchietto per le allodole, ma, se ciò dovesse servire ad avvicinare il grande pubblico a certi gioielli erroneamente ritenuti di nicchia, io non avrei nulla da obiettare. Certo, se oltre a questi tributi non vi fosse nient'altro, il discorso sarebbe molto diverso, ma non è questa l'impressione che ho avuto durante la visione dell'anime, anche se non me la sento di parlare di rivoluzione del <i>majokko</i> o di considerare questo titolo come il nuovo <i>Evangelion</i>: un paragone per alcuni campato per aria, ma che per molti estimatori di Madoka &Co. è una realtà concreta. Al di là dell'opportunità o meno di questo paragone, in che cosa
<i>Mahou Shoujo ★ Madoka Magica</i> si differenzia dai più convenzionali anime di maghette? Cerchiamo di scoprirlo insieme.
Innanzitutto la prospettiva offerta allo spettatore riguardo a cosa significhi essere una ragazzina dotata di poteri magici è più ampia rispetto a quella dei <i>majokko</i> normali. “Ogni rosa ha le sue spine”, recita un vecchio adagio, ed essere una Mahou Shoujo comporta molti rischi e responsabilità, non solo nei confronti delle persone che si vogliono proteggere, ma anche e soprattutto nei riguardi di se stesse. Non a caso l'acquisizione dei poteri avviene per mezzo di un contratto stipulato con Kyuubey e non per “grazia ricevuta”: una transazione “adulta” per una decisione “adulta”. La stessa figura di Kyuubey esula dall'archetipo di mascotte o di famiglio solitamente presente in questi anime, basti pensare alle emozioni a dir poco contrastanti che suscita tra - e nelle - sue protette con i suoi comportamenti. Ciò lo rende senza dubbio più intrigante e “tridimensionale” di qualsiasi altro suo “predecessore”, nonché dotato di un peso maggiore ai fini della storia.
E ancora: la presenza di più ragazze magiche, conosciute anche come <i>Puellae Magi</i> (quale sarà la ragione di quel genitivo?), non fa di <i>Mahou Shoujo ★ Madoka Magica</i> un <i>sentai mono</i> (gruppo d'attacco) vero e proprio. Essere una Mahou Shoujo significa prima di tutto essere sola, a partire dal momento in cui viene stipulato il contratto: sola di fronte alla scelta di un desiderio degno di un simile sacrificio, sola fra le compagne, sola di fronte alla Streghe - rappresentate in modo diverso rispetto all'iconografia classica e lontane dagli stereotipi che le riguardano anche per <i>modus operandi</i> - e alla morte.
Solitamente le ragazze magiche sono vincolate a tenere segreta la propria identità, circostanza che può creare loro qualche problema. In <i>Madoka</i>, invece, le ragazze sotto contratto sono spesso sole anche nella vita “reale”, e non devono temere che degli estranei vengano a conoscenza del loro segreto perché soltanto una Mahou Shoujo, o al limite una candidata al ruolo, può sapere dell'esistenza delle streghe. Tutto ciò è certamente crudele, ma lo è ancora di più per chi, come Madoka, ha attorno a sé tante persone che non può permettersi di coinvolgere, come ad esempio la sua famiglia.
Dal punto di vista strutturale la cosa che più colpisce è sicuramente il fatto che Madoka, a differenza delle altre sue “colleghe” dei <i>majokko</i> tradizionali, non solo può scegliere se diventare o meno una Puella Magi, ma non lo fa subito. Questo la pone sullo stesso livello dello spettatore, provocando in lui una situazione di conflitto simile a quella vissuta dalla ragazzina: da un lato non si vede l'ora che lei faccia il contratto, dall'altro, man mano che la visione d'insieme si allarga, non si può non sperare il contrario.
La psicologia dei personaggi è certamente più approfondita rispetto ai <i>majokko</i> tradizionali, ma al tempo stesso si avverte la mancanza di qualcosa. L'universo di <i>Madoka</i> è quasi interamente circoscritto alle Puellae, probabilmente per sottolineare l'idea di fondo del loro distacco dal resto del mondo, ma la scarsità delle interazioni fra le ragazze e la “squadra dei normali” non permette di capire fino in fondo il dramma della loro solitudine. Questo perché allo spettatore è richiesto uno sforzo che va ben oltre la visione dei singoli episodi, cosa senza dubbio intrigante, ma che richiede un notevole dispendio di energie; impossibile non chiedersi se si tratti di una scelta voluta oppure di una lacuna da parte di Urobuchi. Personalmente trovo meraviglioso il fatto che un'opera mi “costringa” a pensare al suo vero significato anche a distanza di tempo, ma mi rendo conto che la mancanza d'immediatezza di <i>Mahou Shoujo ★ Madoka Magica</i> possa avere un altro effetto su uno spettatore con gusti ed esigenze diversi dai miei.
Il personaggio di Madoka incarna alla perfezione lo stereotipo della ragazza magica, a cominciare dal <i>chara</i> a metà tra l'anonimo e il fiabesco. Anche caratterialmente essa si conferma in linea con gli standard del genere a cui appartiene: simpatica, altruista, leggermente maldestra. Eppure Kyuubey è convinto che come Puella Magi abbia un potenziale impossibile da quantificare. Una simile “compensazione” costituisce una pratica largamente diffusa nei <i>majokko</i>, ma non sempre viene addotta una motivazione a questa scelta; in <i>Madoka</i> sì, cosa a parer mio da apprezzare. Ma è proprio tutto qui? Davvero la nostra eroina non ha null'altro da offrire allo spettatore? E in caso contrario, a cos'è dovuta questa impressione?
Sicuramente la brevità dell'opera non aiuta, ma credo che se Madoka non avesse avuto un “profilo” così basso sarebbe stato ancora più difficile per noi identificarci con lei. Per ragioni narrative la sua crescita psicologia avviene su un piano totalmente differente da quello degli altri personaggi, circostanza che fa sì che l'impatto sullo spettatore abbia una forza e delle conseguenze diverse.
Sayaka, per contro, è probabilmente il personaggio più immediato di tutta la serie, nonché quello che subisce la trasformazione più evidente: complice il “bashing” perpetrato da Urobuchi a suo danno, infatti, la vedremo smarcarsi in maniera veloce ed efficace dal suo ruolo di spalla, rivelando una personalità molto più complessa di quanto si possa pensare.
Ci sono poi personaggi che si arriva a conoscere veramente soltanto quando escono di scena: è il caso di Mami, spesso “liquidata” come la <i>senpai</i> della situazione e nulla più. A uno sguardo un po' più attento, invece, quel suo sorrisetto sempiterno pare quasi una smorfia di dolore dovuta al peso dell'invisibile giogo della solitudine che ogni ragazza magica deve portare sulle spalle fino alla fine dei suoi giorni.
Anche Homura rimane un mistero insondabile per la maggior parte del tempo, ma ciò è dovuto a precise ragioni narrative, anche se non mi pare che Urobuchi si sia prodigato in maniera eccessiva nel disseminare degli indizi che rendessero giustizia alla poveretta, circostanza che ha reso la sua metamorfosi negli ultimi due episodi piuttosto difficile da “digerire” tutta in una volta. Tuttavia per me rimane uno dei personaggi più riusciti.
Per quanto riguarda l'ultima Puella, Kyouko Sakura, sarà che caratterialmente non mi entusiasma, ma penso che anche senza di lei la storia avrebbe potuto filare senza intoppi. Ben venga lo spunto di riflessione sull'opportunità o meno di esprimere un desiderio per gli altri, ben vengano ulteriori teorie sulle ragazze magiche, ben venga anche lo yuri (di cui nel corso della serie c'è un gran numero di suggerimenti, non solo nel caso di Kyouko, ma anche in quello di Homura), ma forse si sarebbe potuto fare qualcosa di più.
Il comparto tecnico è di tutto rispetto, anche se non mancano degli errori di produzione che in alcuni casi hanno sollecitato un po' troppo la fantasia degli spettatori dalla vista più acuta. Ciononostante (o forse un po' anche per questo) il mio giudizio al riguardo è estremamente positivo: la regia è molto personale, le animazioni ottime, la sceneggiatura intrigante e la colonna sonora magnifica, sempre puntuale. Mi è piaciuto molto anche il doppiaggio, soprattutto per quanto riguarda l'ottima prova di Emiri Katou nei panni di Kyuubey. L'analisi dell'opening e dell'ending meritrebbe un articolo per ciascuna, ma non essendo una soluzione praticabile mi limiterò a suggerire che neppure in questo frangente è stato lasciato alcunché al caso. Il design dei personaggi non è nelle mie corde, ma, contrapposto a quello più arioso e variegato delle Streghe e alle atmosfere cupe che caratterizzano gran parte dell'azione, fa la sua bella figura.
Bastano tutti questi elementi per elevare <i>Mahou Shoujo ★ Madoka Magica</i> allo status di anime rivoluzionario, tale da diventare il capostipite di una nuova generazione di <i>majokko</i>? Soltanto il tempo potrà stabilirlo con certezza, ma almeno per me si è rivelata una piacevolissima sorpresa, un'inaspettata quanto gradita immersione in un genere che, anche per colpa della mia ignoranza in materia, mi sembrava non avere più nulla da dire e da offrire.
Tuttavia più un'opera è famosa e più aumentano le sue “responsabilità” nei confronti del pubblico, in particolare quello delle “ondate” successive alla prima, in quanto le sue aspettative diventeranno via via sempre più elevate e difficili da soddisfare. Vi stupisce quindi che i pareri su <i>Mahou Shoujo ★ Madoka Magica</i> siano talvolta molto discordanti fra loro? A me per nulla: come nel gioco dei sussurri, in cui la frase intesa dall'ultimo elemento della catena non corrisponde quasi mai a quella pronunciata dal primo, le troppe informazioni che si frappongono fra lo spettatore e l'opera, unite ai gusti del primo, non possono non pesare in un modo o nell'altro in sede di giudizio.
Prima di entrare nel vivo della recensione, qualche nota tecnica: l'anime è “figlio” di un connubio tra SHAFT e Aniplex, diretto da Akiyuki Shinbō (<i>Bakemonogatari</i>, <i>Arakawa Under The Bridge</i>, <i>Magical Girl Lyrical Nanoha</i>) e sceneggiato da Gen Urobuchi (<i>Fate/zero</i>). Il <i>character design</i> originale è stato affidato a Ume Aoki (<i>Hidamari Sketch</i>, altro anime diretto da Shibō), che assieme al produttore Atsuhiro Iwakami completa il cosiddetto “Magica Quartet”. La colonna sonora è stata invece curata da Yuki Kajiura, già nota al grande pubblico per la realizzazione di colonne sonore di anime, quali <i>Tsubasa Cronicle</i>. L'opening, <i>Connect</i>, è stata composta da Sho Watanabe ed eseguita da ClariS, mentre le Kalafina firmano l'ending con <i>Magia</i>.
La serie si compone di 12 episodi andati in onda dal 6 gennaio al 21 aprile 2011, che si sono conclusi con un mese di ritardo rispetto a quanto previsto dalla scaletta originale, per via del terremoto con annesso tsunami del Tōhoku, avvenuto pochi giorni prima della data in cui sarebbe dovuto essere trasmesso l'undicesimo episodio: causa del ritardo, la presenza di scene che alludevano con un tempismo a dir poco inopportuno a un disastro naturale.
Madoka Kaname ha quattordici anni, una famiglia che adora, delle amiche a cui è molto legata, e un carattere semplice e aperto. Un giorno nella sua classe arriva una nuova studentessa, tale Homura Akemi, ma non appena i suoi occhi si posano su di lei la ragazzina realizza di averla vista quella notte stessa in un sogno. Non solo: anche Homura sembra conoscerla, e l'avverte di non rinnegare mai se stessa se non vuole perdere tutto ciò che ha di più caro. Confusa e spaventata dalla sua risolutezza, Madoka cerca di dare un senso a quelle parole, ma invano.
Sempre quello stesso giorno il suo cammino s'incrocia nuovamente con quello della misteriosa fanciulla, che questa volta appare a lei e alla sua amica Sayaka Miki in un'ala in manutenzione di un centro commerciale, vestita con abiti di strana foggia e chiaramente alla spasmodica ricerca di qualcosa. Questo qualcosa è Kyuubey, uno strano animaletto che giace ferito tra le braccia di Madoka e che Homura sembra essere intenzionata a uccidere. Le due amiche si rifiutano di cederglielo e si danno alla fuga, ma rimangono intrappolate in una strana dimensione popolata da spaventose creature: a salvarle è Mami Tomoe, una ragazza che si rivelerà dotata di poteri magici che lo stesso Kyuubey le ha dato. Quest'ultimo è infatti in grado di trasformare qualunque fanciulla in una <i>Mahou Shoujo</i> in cambio di un desiderio, ma la giovane dovrà poi impiegare i suoi poteri per combattere le Streghe, responsabili di tutti gli eventi negativi che si verificano nel mondo e che si nutrono dei sogni e delle speranze di chi lo popola.
Madoka si ritrova quindi combattuta fra l'ammirazione per Mami e il peso di una decisione che minaccia di cambiare per sempre la sua vita e quella di coloro che le stanno intorno. Cosa deciderà di fare? E perché Homura vuole impedirle a tutti i costi di stringere il patto con la bestiola?
“Ma che strano, questa scena mi ricorda qualcosa...”: non è raro prorompere in esclamazioni del genere durante la visione dell'anime, perché quest'ultimo è pieno di riferimenti sia ad altre serie (si vedano ad esempio <i>Bakemonogatari</i> e <i>Magical Girl Lyrical Nanoha</i>) sia a capolavori della letteratura mondiale, come il <i>Faust</i> di Goethe, più volte citato esplicitamente nel corso dell'opera. Alcuni sospettano inoltre che siano stati “chiamati in causa” anche <i>Il lupo nella steppa</i> di Hesse e persino un dramma del norvegese Hernik Ibsen, ma al momento queste teorie, per quanto interessanti, non hanno ancora trovato una vera e propria conferma.
Anche il mondo delle arti figurative non è immune a questa pratica, soprattutto per quanto riguarda l'architettura e la pittura: possiamo ad esempio riconoscere l'Arco di Trionfo, elementi dello <i>skyline</i> di città come Dubai, Tokyo o Taipei, e dipinti come la <i>Notte stellata</i> di Van Gogh e la <i>Guernica</i> di Picasso. Abbiamo inoltre una corposa “razione” di elementi di cultura popolare e di scienze naturali. Qualcuno potrebbe trovare questo “citazionismo estremo” un fastidioso specchietto per le allodole, ma, se ciò dovesse servire ad avvicinare il grande pubblico a certi gioielli erroneamente ritenuti di nicchia, io non avrei nulla da obiettare. Certo, se oltre a questi tributi non vi fosse nient'altro, il discorso sarebbe molto diverso, ma non è questa l'impressione che ho avuto durante la visione dell'anime, anche se non me la sento di parlare di rivoluzione del <i>majokko</i> o di considerare questo titolo come il nuovo <i>Evangelion</i>: un paragone per alcuni campato per aria, ma che per molti estimatori di Madoka &Co. è una realtà concreta. Al di là dell'opportunità o meno di questo paragone, in che cosa
<i>Mahou Shoujo ★ Madoka Magica</i> si differenzia dai più convenzionali anime di maghette? Cerchiamo di scoprirlo insieme.
Innanzitutto la prospettiva offerta allo spettatore riguardo a cosa significhi essere una ragazzina dotata di poteri magici è più ampia rispetto a quella dei <i>majokko</i> normali. “Ogni rosa ha le sue spine”, recita un vecchio adagio, ed essere una Mahou Shoujo comporta molti rischi e responsabilità, non solo nei confronti delle persone che si vogliono proteggere, ma anche e soprattutto nei riguardi di se stesse. Non a caso l'acquisizione dei poteri avviene per mezzo di un contratto stipulato con Kyuubey e non per “grazia ricevuta”: una transazione “adulta” per una decisione “adulta”. La stessa figura di Kyuubey esula dall'archetipo di mascotte o di famiglio solitamente presente in questi anime, basti pensare alle emozioni a dir poco contrastanti che suscita tra - e nelle - sue protette con i suoi comportamenti. Ciò lo rende senza dubbio più intrigante e “tridimensionale” di qualsiasi altro suo “predecessore”, nonché dotato di un peso maggiore ai fini della storia.
E ancora: la presenza di più ragazze magiche, conosciute anche come <i>Puellae Magi</i> (quale sarà la ragione di quel genitivo?), non fa di <i>Mahou Shoujo ★ Madoka Magica</i> un <i>sentai mono</i> (gruppo d'attacco) vero e proprio. Essere una Mahou Shoujo significa prima di tutto essere sola, a partire dal momento in cui viene stipulato il contratto: sola di fronte alla scelta di un desiderio degno di un simile sacrificio, sola fra le compagne, sola di fronte alla Streghe - rappresentate in modo diverso rispetto all'iconografia classica e lontane dagli stereotipi che le riguardano anche per <i>modus operandi</i> - e alla morte.
Solitamente le ragazze magiche sono vincolate a tenere segreta la propria identità, circostanza che può creare loro qualche problema. In <i>Madoka</i>, invece, le ragazze sotto contratto sono spesso sole anche nella vita “reale”, e non devono temere che degli estranei vengano a conoscenza del loro segreto perché soltanto una Mahou Shoujo, o al limite una candidata al ruolo, può sapere dell'esistenza delle streghe. Tutto ciò è certamente crudele, ma lo è ancora di più per chi, come Madoka, ha attorno a sé tante persone che non può permettersi di coinvolgere, come ad esempio la sua famiglia.
Dal punto di vista strutturale la cosa che più colpisce è sicuramente il fatto che Madoka, a differenza delle altre sue “colleghe” dei <i>majokko</i> tradizionali, non solo può scegliere se diventare o meno una Puella Magi, ma non lo fa subito. Questo la pone sullo stesso livello dello spettatore, provocando in lui una situazione di conflitto simile a quella vissuta dalla ragazzina: da un lato non si vede l'ora che lei faccia il contratto, dall'altro, man mano che la visione d'insieme si allarga, non si può non sperare il contrario.
La psicologia dei personaggi è certamente più approfondita rispetto ai <i>majokko</i> tradizionali, ma al tempo stesso si avverte la mancanza di qualcosa. L'universo di <i>Madoka</i> è quasi interamente circoscritto alle Puellae, probabilmente per sottolineare l'idea di fondo del loro distacco dal resto del mondo, ma la scarsità delle interazioni fra le ragazze e la “squadra dei normali” non permette di capire fino in fondo il dramma della loro solitudine. Questo perché allo spettatore è richiesto uno sforzo che va ben oltre la visione dei singoli episodi, cosa senza dubbio intrigante, ma che richiede un notevole dispendio di energie; impossibile non chiedersi se si tratti di una scelta voluta oppure di una lacuna da parte di Urobuchi. Personalmente trovo meraviglioso il fatto che un'opera mi “costringa” a pensare al suo vero significato anche a distanza di tempo, ma mi rendo conto che la mancanza d'immediatezza di <i>Mahou Shoujo ★ Madoka Magica</i> possa avere un altro effetto su uno spettatore con gusti ed esigenze diversi dai miei.
Il personaggio di Madoka incarna alla perfezione lo stereotipo della ragazza magica, a cominciare dal <i>chara</i> a metà tra l'anonimo e il fiabesco. Anche caratterialmente essa si conferma in linea con gli standard del genere a cui appartiene: simpatica, altruista, leggermente maldestra. Eppure Kyuubey è convinto che come Puella Magi abbia un potenziale impossibile da quantificare. Una simile “compensazione” costituisce una pratica largamente diffusa nei <i>majokko</i>, ma non sempre viene addotta una motivazione a questa scelta; in <i>Madoka</i> sì, cosa a parer mio da apprezzare. Ma è proprio tutto qui? Davvero la nostra eroina non ha null'altro da offrire allo spettatore? E in caso contrario, a cos'è dovuta questa impressione?
Sicuramente la brevità dell'opera non aiuta, ma credo che se Madoka non avesse avuto un “profilo” così basso sarebbe stato ancora più difficile per noi identificarci con lei. Per ragioni narrative la sua crescita psicologia avviene su un piano totalmente differente da quello degli altri personaggi, circostanza che fa sì che l'impatto sullo spettatore abbia una forza e delle conseguenze diverse.
Sayaka, per contro, è probabilmente il personaggio più immediato di tutta la serie, nonché quello che subisce la trasformazione più evidente: complice il “bashing” perpetrato da Urobuchi a suo danno, infatti, la vedremo smarcarsi in maniera veloce ed efficace dal suo ruolo di spalla, rivelando una personalità molto più complessa di quanto si possa pensare.
Ci sono poi personaggi che si arriva a conoscere veramente soltanto quando escono di scena: è il caso di Mami, spesso “liquidata” come la <i>senpai</i> della situazione e nulla più. A uno sguardo un po' più attento, invece, quel suo sorrisetto sempiterno pare quasi una smorfia di dolore dovuta al peso dell'invisibile giogo della solitudine che ogni ragazza magica deve portare sulle spalle fino alla fine dei suoi giorni.
Anche Homura rimane un mistero insondabile per la maggior parte del tempo, ma ciò è dovuto a precise ragioni narrative, anche se non mi pare che Urobuchi si sia prodigato in maniera eccessiva nel disseminare degli indizi che rendessero giustizia alla poveretta, circostanza che ha reso la sua metamorfosi negli ultimi due episodi piuttosto difficile da “digerire” tutta in una volta. Tuttavia per me rimane uno dei personaggi più riusciti.
Per quanto riguarda l'ultima Puella, Kyouko Sakura, sarà che caratterialmente non mi entusiasma, ma penso che anche senza di lei la storia avrebbe potuto filare senza intoppi. Ben venga lo spunto di riflessione sull'opportunità o meno di esprimere un desiderio per gli altri, ben vengano ulteriori teorie sulle ragazze magiche, ben venga anche lo yuri (di cui nel corso della serie c'è un gran numero di suggerimenti, non solo nel caso di Kyouko, ma anche in quello di Homura), ma forse si sarebbe potuto fare qualcosa di più.
Il comparto tecnico è di tutto rispetto, anche se non mancano degli errori di produzione che in alcuni casi hanno sollecitato un po' troppo la fantasia degli spettatori dalla vista più acuta. Ciononostante (o forse un po' anche per questo) il mio giudizio al riguardo è estremamente positivo: la regia è molto personale, le animazioni ottime, la sceneggiatura intrigante e la colonna sonora magnifica, sempre puntuale. Mi è piaciuto molto anche il doppiaggio, soprattutto per quanto riguarda l'ottima prova di Emiri Katou nei panni di Kyuubey. L'analisi dell'opening e dell'ending meritrebbe un articolo per ciascuna, ma non essendo una soluzione praticabile mi limiterò a suggerire che neppure in questo frangente è stato lasciato alcunché al caso. Il design dei personaggi non è nelle mie corde, ma, contrapposto a quello più arioso e variegato delle Streghe e alle atmosfere cupe che caratterizzano gran parte dell'azione, fa la sua bella figura.
Bastano tutti questi elementi per elevare <i>Mahou Shoujo ★ Madoka Magica</i> allo status di anime rivoluzionario, tale da diventare il capostipite di una nuova generazione di <i>majokko</i>? Soltanto il tempo potrà stabilirlo con certezza, ma almeno per me si è rivelata una piacevolissima sorpresa, un'inaspettata quanto gradita immersione in un genere che, anche per colpa della mia ignoranza in materia, mi sembrava non avere più nulla da dire e da offrire.
Avendo visto tutti i dodici episodi di quest'anime e l'enorme popolarità che ha riscosso, non potevo non lasciare una recensione.
Quella di Mahou Shoujo Madoka Magika è sicuramente una storia che si allontana dalle trame tradizionali di tutti gli anime del suo genere, per sfociare in un'atmosfera molto più macabra e gotica. Per questo motivo viene considerato dai più un capolavoro e un'innovazione ed elogiato per la sua trama.
Detto questo l'ho guardato e non ha assolutamente niente di spettacolare. Le atmosfere, sì, sono tetre, ma manca la pressione psicologica: le protagoniste hanno tutte comportamenti assurdi e poco credibili e reagiscono sempre in modo esagerato. <b>SPOILER</b> Ad esempio, quando scoprono che le anime con la trasformazione vengono trasferite nelle soul gems, cominciano tutte a disperarsi e addirittura a impazzire, come Miki Sayaka; mentre quando scoprono che tutte le Puellae Magi sono destinate a trasformarsi in streghe rimangono quasi impassibili. Trovo che questa cosa non abbia senso e che mostri solo quanto l'autrice non riesca a dare una qualche profondità psicologica alle protagoniste. Inoltre ho trovato irritante il continuo lagnarsi di Madoka.
Come trama, be', l'ho trovata eccessivamente lineare tranne che per la storia di Homura, che però non riesce a salvarsi in quanto sembra un plagio di "Higurashi no naku koro ni". Anche questa cosa mi ha dato molto fastidio: com'è possibile che nessuno se ne sia accorto? Insomma, sembra che Homura sia una copia di Rika Furude, che però è dotata di uno spessore psicologico notevole, al contrario di Homura.
L'animazione e la regia invece sono meravigliose. I disegni sono molto gradevoli, soprattutto per il tratto quasi "matitoso" degli occhi; i combattimenti con le streghe, con le ambientazioni psichedeliche, riescono a fare immergere chi guarda nell'atmosfera della lotta.
Ma la cosa più bella di quest'anime, secondo me, è la colonna sonora: a mio avviso è semplicemente perfetta, soprattutto il brano 'Sis Puella Magi', così magico e dalle tinte celtiche.
Concludendo, Madoka Magika è un anime diverso dagli altri, sicuramente, ma manca di credibilità psicologica e di fantasia; si salva per l'animazione gradevole e per le musiche, che si accompagnano sempre perfettamente.
Voto finale: 5-6, che però viene abbassato vista la mancanza di originalità della serie e da quello che io considero un plagio a "Higurashi no naku koro ni", che resterà sempre il mio preferito.
Voto: 5.
Quella di Mahou Shoujo Madoka Magika è sicuramente una storia che si allontana dalle trame tradizionali di tutti gli anime del suo genere, per sfociare in un'atmosfera molto più macabra e gotica. Per questo motivo viene considerato dai più un capolavoro e un'innovazione ed elogiato per la sua trama.
Detto questo l'ho guardato e non ha assolutamente niente di spettacolare. Le atmosfere, sì, sono tetre, ma manca la pressione psicologica: le protagoniste hanno tutte comportamenti assurdi e poco credibili e reagiscono sempre in modo esagerato. <b>SPOILER</b> Ad esempio, quando scoprono che le anime con la trasformazione vengono trasferite nelle soul gems, cominciano tutte a disperarsi e addirittura a impazzire, come Miki Sayaka; mentre quando scoprono che tutte le Puellae Magi sono destinate a trasformarsi in streghe rimangono quasi impassibili. Trovo che questa cosa non abbia senso e che mostri solo quanto l'autrice non riesca a dare una qualche profondità psicologica alle protagoniste. Inoltre ho trovato irritante il continuo lagnarsi di Madoka.
Come trama, be', l'ho trovata eccessivamente lineare tranne che per la storia di Homura, che però non riesce a salvarsi in quanto sembra un plagio di "Higurashi no naku koro ni". Anche questa cosa mi ha dato molto fastidio: com'è possibile che nessuno se ne sia accorto? Insomma, sembra che Homura sia una copia di Rika Furude, che però è dotata di uno spessore psicologico notevole, al contrario di Homura.
L'animazione e la regia invece sono meravigliose. I disegni sono molto gradevoli, soprattutto per il tratto quasi "matitoso" degli occhi; i combattimenti con le streghe, con le ambientazioni psichedeliche, riescono a fare immergere chi guarda nell'atmosfera della lotta.
Ma la cosa più bella di quest'anime, secondo me, è la colonna sonora: a mio avviso è semplicemente perfetta, soprattutto il brano 'Sis Puella Magi', così magico e dalle tinte celtiche.
Concludendo, Madoka Magika è un anime diverso dagli altri, sicuramente, ma manca di credibilità psicologica e di fantasia; si salva per l'animazione gradevole e per le musiche, che si accompagnano sempre perfettamente.
Voto finale: 5-6, che però viene abbassato vista la mancanza di originalità della serie e da quello che io considero un plagio a "Higurashi no naku koro ni", che resterà sempre il mio preferito.
Voto: 5.
L'apparenza inganna: è questa la prima cosa che ho pensato quando ho visto Madoka Magika. Credevo di ritrovarmi di fronte a un anime leggero e spensierato, insomma, un classico majokko destinato a un pubblico meno esigente - anche se l'orario in cui venne trasmesso in Giappone era quanto meno sospetto per la messa in onda di un anime del genere - e invece già dal terzo episodio l'anime prende una strada completamente differente, rivelandosi un anime che ha come suo punto di forza la drammaticità. E' proprio questo che porta Madoka Magika a essere un anime sicuramente innovativo che sovverte i canoni imposti dai soliti majokko ed è per questo che a molti è piaciuto. Finalmente Madoka Magika ha proposto qualcosa di nuovo da vedere. Naturalmente in molti non lo ritengono un capolavoro solo per questo, io personalmente lo reputo "solo" ottimo, poiché ad appoggiare una trama intensa vi è anche un comparto tecnico sublime, composto da bei disegni e da musiche ottime. Vi è una caratterizzazione dei personaggi buona e un finale in linea con tutto ciò che si era visto nei precedenti 11 episodi.
In definitiva se cercate un'opera matura, con una storia intensa e soprattutto innovativa guardate Madoka, ché non ve ne pentirete.
In definitiva se cercate un'opera matura, con una storia intensa e soprattutto innovativa guardate Madoka, ché non ve ne pentirete.
Mahou shoujo ★ Madoka Magika è notevole, per dirlo in una parola, ma perché non ho dato più di otto? Le tipologie di animazioni, i temi trattati sono intensi, pesanti, quasi pressanti, e il fatto che per creare l'effetto shock da "famiglia del mulino bianco", per come è davvero l'anime e per quello che vuole dire, si sia scelta questa copertura scolastica - "pucciclampesca" - "streghettesca", non so, mi ha un po' deluso. Il tutto unito a un comparto grafico un pochino "anomalo".
Riassumo la trama rapidamente, visto che è stata stra-raccontata prima di me. Ci troviamo in un'ambientazione apparentemente "puccio-scolastica", in cui la protagonista, Madoka, figlia di papà (in questo caso di mamma), vive la sua vita da adolescente in una cornicetta melensa da voltastomaco insieme alle amichette di scuola. Le giornate sono fatte da colazione "mulino bianco", lavata di denti con chiacchierata madre/figlia, sorrisi a ogni angolo, nessun dramma famigliare, nessun problema di sorta/genere/forma, vita soave, problemi banali da ragazzina tipo e niente di più. Una rottura, insomma, se non ci fosse stato il sogno introduttivo io al 10 minuto del primo episodio non ci sarei arrivata, ma il sogno introduttivo c'è. Madoka vede un mondo in rovina e una singola ragazza, Akemi Homura, combattere contro uno pseudo nemico senza forma precisa (ma chiaramente più grosso e più cattivo), in quella che è senza dubbio una battaglia persa, eppure non cede. Nasce da qui una bizzarra chiacchierata con una specie di coniglietto che invece che dire qualcosa di noioso, epico o melenso, dice a Madoka che la resa è la fine, non buona o cattiva, la fine, stop, se ti arrendi è finita, puoi fare qualcosa solo fino a che non accetti la resa.
Ecco, questi sono i veri toni dell'anime, dove il rosa pucci della vita di Madoka impatta con una realtà da incubo in cui niente è rosa, niente è felice, niente ha speranza. C'è solo distruzione, dolore e concetti che effettivamente non sono tanto all'acqua di rose per una ragazzina adolescente, posta davanti anche a qualcosa che solitamente manca in questi anime: il Machiavelli o forse è meglio dire il Mefistofele, visti anche i passi di Goethe incisi sul muro. Il puccettoso coniglietto Kyubey del sogno di cui sopra, non è amorevole, pieno di buoni sentimenti e pronto all'aiuto dei soggetti implicati. La creatura in questione è subdola e ingannevole, usa il suo aspetto carino e innocente a suo vantaggio, espone i concetti in un determinato modo per non mentire e non dire la verità allo stesso tempo. Le sue scelte seguono schemi mentali non guidati da emozioni, egli è un concentrato cupo di razionalità finalizzata all'inganno tale da sfociare nel fastidioso.
E' così che risulta come elemento di screzio, non c'è il bene o il male, ci sono degli accordi, non c'è il buono e il cattivo, ci sono scelte prese e da prendere che vanno portate avanti. Le scelte a volte si sbagliano e non basta la volontà per correggerle, come invece molto (troppo) spesso questo genere di anime lascia passare come messaggio. La speranza è un concetto a sua volta contorto e doloroso, perché se te la macellano e te la fanno in casseruola, la speranza, i tuoi sogni poi quanto valgono? Ma, soprattutto, una scelta quanto vale, e quanto vale la possibilità di prenderla?
E' incredibile la caratterizzazione di questo soggetto atipico, Kyubey, che di fatto è l'elemento inatteso che più ho apprezzato, nel suo delirio malevolo, il che è un dire errato, perché lui non è un cattivo, non è un buono, è un logico razionale che fa i suoi interessi, lui fa accordi per qualcuno e vuole qualcosa, niente di più niente di meno.
Anche Madoka e company non sono mal caratterizzate come personalità, ogni streghetta ha i suoi perché. Non sono banali le strutture psicologiche di queste ragazzine, il che è notevole per un anime così breve - è geniale il ruolo di avvocato del diavolo che fa Mami, prima che le due nuove streghe candidate prendano la decisione.
Io non amo molto le streghette paladine della legge - mi spiace dirlo, ma non amavo Sailor Moon, parenti e affini - e lo stile scolastico e vestitino "maggico" (qualcuno mi passi altre "g"). Il genere majokko mi ha sempre un po' fatto storcere il naso, tuttavia qualche serie di questo genere me la sono sciroppata. Ebbene, Mahou shoujo ★ Madoka Magika è oltre. Sciocca direttamente, non sorprende semplicemente, non ci sono paladine in giro, ci sono persone che hanno fatto un patto e hanno preso una decisione, sono anche state ingannate dal bel contrattino, posto loro tipo bigliettino della lotteria. Le protagoniste sono illuse dal bel contrattino e si lanciano a grande velocità su un muro di mattoni che rappresenta come stanno davvero le cose, ma è questo è il bello di quest'anime.
Venendo al comparto tecnico, ecco io sono offesa per quanto concerne questo fronte, non lo trovo degno rispetto alla trama e ai temi trattati, eppure ammetto che il contorno puccettoso-scolastico-maghesco aiuti proprio a creare il piacevolissimo effetto shock dell'impattata con il reale non idilliaco. Il tratto non è stupendo, niente disegni che lascino con il fiato sospeso. Alcuni pezzi di CG stonano pure con i fondali - vedi le vitone nel cielo e lo scambio di passaggio nel mondo delle mazzate: ciò ha un che di, come dire, bruttino da vedere, ma sono gusti.
Ho trovato bellissime le animazioni di combattimento e gli attacchi delle streghettine, non sto scherzando, sembrano le Limit di Final Fantasy, sono davvero carinissime.
E' anche stupendo secondo me il comparto sonoro, è geniale: le musiche ammazzano i toni melensi del lato roseo della faccenda, i toni che seguono Homura aiutano fin dal primo episodio a spezzare il lato puccio incollante nella melassa. E' davvero stupefacente il vedere scene tranquillissime con un accompagnamento che però lascia un sospetto di falso, d'illusione. Inoltre trovo l'opening orecchiabile e anche l'ending non è da buttare.
Direi stra-consigliato (e per dirlo io, che non sono una fan del genere). Mahou shoujo ★ Madoka Magika non è la solita minestra, non è formato da magia + animale puccioso + ragazzine paladine della legge. No, un cavolo. E' brutale, imprevedibile come evoluzione di trama, a volte distruttivo, crudo e impietoso verso gli animi dei personaggi coinvolti. Insomma, quest'anime è davvero una boccata di aria fresca per il genere.
Riassumo la trama rapidamente, visto che è stata stra-raccontata prima di me. Ci troviamo in un'ambientazione apparentemente "puccio-scolastica", in cui la protagonista, Madoka, figlia di papà (in questo caso di mamma), vive la sua vita da adolescente in una cornicetta melensa da voltastomaco insieme alle amichette di scuola. Le giornate sono fatte da colazione "mulino bianco", lavata di denti con chiacchierata madre/figlia, sorrisi a ogni angolo, nessun dramma famigliare, nessun problema di sorta/genere/forma, vita soave, problemi banali da ragazzina tipo e niente di più. Una rottura, insomma, se non ci fosse stato il sogno introduttivo io al 10 minuto del primo episodio non ci sarei arrivata, ma il sogno introduttivo c'è. Madoka vede un mondo in rovina e una singola ragazza, Akemi Homura, combattere contro uno pseudo nemico senza forma precisa (ma chiaramente più grosso e più cattivo), in quella che è senza dubbio una battaglia persa, eppure non cede. Nasce da qui una bizzarra chiacchierata con una specie di coniglietto che invece che dire qualcosa di noioso, epico o melenso, dice a Madoka che la resa è la fine, non buona o cattiva, la fine, stop, se ti arrendi è finita, puoi fare qualcosa solo fino a che non accetti la resa.
Ecco, questi sono i veri toni dell'anime, dove il rosa pucci della vita di Madoka impatta con una realtà da incubo in cui niente è rosa, niente è felice, niente ha speranza. C'è solo distruzione, dolore e concetti che effettivamente non sono tanto all'acqua di rose per una ragazzina adolescente, posta davanti anche a qualcosa che solitamente manca in questi anime: il Machiavelli o forse è meglio dire il Mefistofele, visti anche i passi di Goethe incisi sul muro. Il puccettoso coniglietto Kyubey del sogno di cui sopra, non è amorevole, pieno di buoni sentimenti e pronto all'aiuto dei soggetti implicati. La creatura in questione è subdola e ingannevole, usa il suo aspetto carino e innocente a suo vantaggio, espone i concetti in un determinato modo per non mentire e non dire la verità allo stesso tempo. Le sue scelte seguono schemi mentali non guidati da emozioni, egli è un concentrato cupo di razionalità finalizzata all'inganno tale da sfociare nel fastidioso.
E' così che risulta come elemento di screzio, non c'è il bene o il male, ci sono degli accordi, non c'è il buono e il cattivo, ci sono scelte prese e da prendere che vanno portate avanti. Le scelte a volte si sbagliano e non basta la volontà per correggerle, come invece molto (troppo) spesso questo genere di anime lascia passare come messaggio. La speranza è un concetto a sua volta contorto e doloroso, perché se te la macellano e te la fanno in casseruola, la speranza, i tuoi sogni poi quanto valgono? Ma, soprattutto, una scelta quanto vale, e quanto vale la possibilità di prenderla?
E' incredibile la caratterizzazione di questo soggetto atipico, Kyubey, che di fatto è l'elemento inatteso che più ho apprezzato, nel suo delirio malevolo, il che è un dire errato, perché lui non è un cattivo, non è un buono, è un logico razionale che fa i suoi interessi, lui fa accordi per qualcuno e vuole qualcosa, niente di più niente di meno.
Anche Madoka e company non sono mal caratterizzate come personalità, ogni streghetta ha i suoi perché. Non sono banali le strutture psicologiche di queste ragazzine, il che è notevole per un anime così breve - è geniale il ruolo di avvocato del diavolo che fa Mami, prima che le due nuove streghe candidate prendano la decisione.
Io non amo molto le streghette paladine della legge - mi spiace dirlo, ma non amavo Sailor Moon, parenti e affini - e lo stile scolastico e vestitino "maggico" (qualcuno mi passi altre "g"). Il genere majokko mi ha sempre un po' fatto storcere il naso, tuttavia qualche serie di questo genere me la sono sciroppata. Ebbene, Mahou shoujo ★ Madoka Magika è oltre. Sciocca direttamente, non sorprende semplicemente, non ci sono paladine in giro, ci sono persone che hanno fatto un patto e hanno preso una decisione, sono anche state ingannate dal bel contrattino, posto loro tipo bigliettino della lotteria. Le protagoniste sono illuse dal bel contrattino e si lanciano a grande velocità su un muro di mattoni che rappresenta come stanno davvero le cose, ma è questo è il bello di quest'anime.
Venendo al comparto tecnico, ecco io sono offesa per quanto concerne questo fronte, non lo trovo degno rispetto alla trama e ai temi trattati, eppure ammetto che il contorno puccettoso-scolastico-maghesco aiuti proprio a creare il piacevolissimo effetto shock dell'impattata con il reale non idilliaco. Il tratto non è stupendo, niente disegni che lascino con il fiato sospeso. Alcuni pezzi di CG stonano pure con i fondali - vedi le vitone nel cielo e lo scambio di passaggio nel mondo delle mazzate: ciò ha un che di, come dire, bruttino da vedere, ma sono gusti.
Ho trovato bellissime le animazioni di combattimento e gli attacchi delle streghettine, non sto scherzando, sembrano le Limit di Final Fantasy, sono davvero carinissime.
E' anche stupendo secondo me il comparto sonoro, è geniale: le musiche ammazzano i toni melensi del lato roseo della faccenda, i toni che seguono Homura aiutano fin dal primo episodio a spezzare il lato puccio incollante nella melassa. E' davvero stupefacente il vedere scene tranquillissime con un accompagnamento che però lascia un sospetto di falso, d'illusione. Inoltre trovo l'opening orecchiabile e anche l'ending non è da buttare.
Direi stra-consigliato (e per dirlo io, che non sono una fan del genere). Mahou shoujo ★ Madoka Magika non è la solita minestra, non è formato da magia + animale puccioso + ragazzine paladine della legge. No, un cavolo. E' brutale, imprevedibile come evoluzione di trama, a volte distruttivo, crudo e impietoso verso gli animi dei personaggi coinvolti. Insomma, quest'anime è davvero una boccata di aria fresca per il genere.
È con un po’ di pudore e di cauto timore che mi accingo a recensire una serie coma Madoka Magica, di cui si è già detto molto e forse troppo: non fatico a immaginare il disorientamento provato da parte di un visitatore occasionale che, andatosi a leggere questa scheda sollecitato dalla pubblicità (negativa e positiva) che se ne è fatta in questo e in altri siti, ha trovato recensioni tanto discordi che non paiono trattare lo stesso argomento. Perché dunque infierire con un ulteriore scritto di mio pugno? Semplice: passato l’ ”effetto sorpresa” si rende necessario fare chiarezza.
Di certo lo scalpore suscitato alla prima trasmissione in Giappone, e il clamoroso quanto consequenziale successo di ascolti delle ultime attesissime puntate, nonostante l’orario da nottambuli, sono parimenti giustificati. "Madoka Magica", fin dall’opening pseudo-lolicon, fin dai primi cinque minuti del primo episodio, fin dall’ending, punta a destabilizzare e a riplasmare il panorama del majokko sentai: avete presente sailor moon e tutte le altre serie dove uno sparuto gruppo di bambine/adolescenti ricevono dei poteri magici e dei costumi "fru-fru" per combattere il malvagio di turno? Ecco, il genere è quello. Per fare questo l’anime parte subito con la canonica puntata dell’avvicinamento dell’animaletto puccioso di turno della protagonista,la Madoka del titolo, e dalla consequenziale proposta: in cambio della realizzazione di un suo desiderio, la prescelta diventa una Puella Magi e s'impegna per tutta la vita a combattere le streghe, malefiche creature provenienti da altre dimensioni. Questo in teoria, perché nella pratica Madoka si mostra subito riluttante all’accettazione del titolo, e in seguito numerosi strani eventi contribuiranno a metterle la pulce nell’orecchio. Dopo il primo episodio introduttivo, si assiste a un progressivo incupimento delle atmosfere e alla drammatizzazione dei toni della narrazione, finché le maghette verranno indotte a perdere la ragione di fronte alle rivelazioni dapprima furbescamente taciute dal diabolico animaletto.
Va da sé che molti cultori del majokko sentai potrebbero indignarsi alla visione della serie, mentre i detrattori semplicemente adorarla; il fatto che si siano create tante discussioni a proposito certifica un sicuro punto a suo favore. Nonostante le premesse originali e lo svolgimento subdolamente attraente, va detto che "Madoka Magica" non luccica di solo oro.
Se l’intento era appunto quello di riformare un genere mettendone in discussione i canoni, com'era accaduto con Evangelion per i mecha-anime, non può dirsi pienamente riuscito. Le protagoniste ad esempio sono quanto di più piatto e stereotipato una sceneggiatura possa presentare: abbiamo in ordine di comparsa la protagonista piagnucolona e goffa, l’amica affidabile e piena di buoni propositi, l’alleata-sensei, la tsundere solitaria e la bulimica prepotente. Il che non sarebbe un male, se questi fossero stati degli standard disposti a evolvere in delle personalità compiute invece di involvere in casi patologici di umano squallore. Con il proseguire della visione ho avuto l’impressione che le cinque eroine si muovessero in funzione di una storia più grande e complessa di loro senza particolare enfasi o possibilità di ribellione. Tanto per dirne una, se si voleva fare veramente scandalo potevano essere inserite scene di sesso vero o presunto a togliere un po’ di candore dalle facce "pastellose" e moe delle maghette, o almeno si potevano allargare le loro relazioni personali, praticamente limitate al circolo delle Puellae Magi. Ricordo che buona metà dei contenuti di altre serie majokko riguarda scene di vita “normale” e “sociale” del gruppo di amiche guerriere, scene delle quali in Madoka Magica non si vede l’ombra, colpa anche dello scarso numero degli episodi.
Per fortuna a supporto delle scialbe protagoniste abbiamo Kyubey, il subdolo animaletto puccioso di cui sopra, che con la sua sola presenza conferisce valore all’anime: la sua abilità nel tacere verità scomode e la sua inumana reazione agli eventi lo rendono un perfetto Mefistofele su cui riversare istinti omicidi. Il paragone non è scelto a caso, numerosi e colti sono i riferimenti al “Faust” di Goethe e i cultori del romanzo si divertiranno a riconoscerli nel corso della serie.
Per concludere non ho trovato in Madoka Magica né il capolavoro annunciato né l’anime-rivoluzione della stagione 2011, ma un prodotto di pregevole fattura, di fresca concezione e d'indubbio interesse, sì. Solo la cura meticolosa investita nel comparto tecnico, dalla stupenda colonna sonora di Yuki Kajiura al disegno delicato e armonioso fino alla meravigliosa progettazione dei mondi delle streghe, merita la visione. Premio dunque la pensata originale e la bella seppure imperfetta realizzazione con un 8 pieno.
<b>Spoiler!</b>
Nota personale sul tanto acclamato finale: a me non è piaciuto. Sarà che conclusioni aperte a interpretazioni si addicono particolarmente bene ad anime di questo calibro, ma ciò non giustifica i pochi frame posti dopo i titoli di coda del tutto incoerenti e messi lì tanto per gettare ulteriore confusione nella mente dello spettatore. Per non parlare del resto: chiude la storia, questo sì, ma non abusa certo di soluzioni nuove e imprevedibili (potrei citare almeno tre anime da cui Madoka ha preso, diciamo così, “spunto”). Un Armageddon sarebbe stato peggio, ma c’era la possibilità di escogitare soluzioni più ardite.
Di certo lo scalpore suscitato alla prima trasmissione in Giappone, e il clamoroso quanto consequenziale successo di ascolti delle ultime attesissime puntate, nonostante l’orario da nottambuli, sono parimenti giustificati. "Madoka Magica", fin dall’opening pseudo-lolicon, fin dai primi cinque minuti del primo episodio, fin dall’ending, punta a destabilizzare e a riplasmare il panorama del majokko sentai: avete presente sailor moon e tutte le altre serie dove uno sparuto gruppo di bambine/adolescenti ricevono dei poteri magici e dei costumi "fru-fru" per combattere il malvagio di turno? Ecco, il genere è quello. Per fare questo l’anime parte subito con la canonica puntata dell’avvicinamento dell’animaletto puccioso di turno della protagonista,la Madoka del titolo, e dalla consequenziale proposta: in cambio della realizzazione di un suo desiderio, la prescelta diventa una Puella Magi e s'impegna per tutta la vita a combattere le streghe, malefiche creature provenienti da altre dimensioni. Questo in teoria, perché nella pratica Madoka si mostra subito riluttante all’accettazione del titolo, e in seguito numerosi strani eventi contribuiranno a metterle la pulce nell’orecchio. Dopo il primo episodio introduttivo, si assiste a un progressivo incupimento delle atmosfere e alla drammatizzazione dei toni della narrazione, finché le maghette verranno indotte a perdere la ragione di fronte alle rivelazioni dapprima furbescamente taciute dal diabolico animaletto.
Va da sé che molti cultori del majokko sentai potrebbero indignarsi alla visione della serie, mentre i detrattori semplicemente adorarla; il fatto che si siano create tante discussioni a proposito certifica un sicuro punto a suo favore. Nonostante le premesse originali e lo svolgimento subdolamente attraente, va detto che "Madoka Magica" non luccica di solo oro.
Se l’intento era appunto quello di riformare un genere mettendone in discussione i canoni, com'era accaduto con Evangelion per i mecha-anime, non può dirsi pienamente riuscito. Le protagoniste ad esempio sono quanto di più piatto e stereotipato una sceneggiatura possa presentare: abbiamo in ordine di comparsa la protagonista piagnucolona e goffa, l’amica affidabile e piena di buoni propositi, l’alleata-sensei, la tsundere solitaria e la bulimica prepotente. Il che non sarebbe un male, se questi fossero stati degli standard disposti a evolvere in delle personalità compiute invece di involvere in casi patologici di umano squallore. Con il proseguire della visione ho avuto l’impressione che le cinque eroine si muovessero in funzione di una storia più grande e complessa di loro senza particolare enfasi o possibilità di ribellione. Tanto per dirne una, se si voleva fare veramente scandalo potevano essere inserite scene di sesso vero o presunto a togliere un po’ di candore dalle facce "pastellose" e moe delle maghette, o almeno si potevano allargare le loro relazioni personali, praticamente limitate al circolo delle Puellae Magi. Ricordo che buona metà dei contenuti di altre serie majokko riguarda scene di vita “normale” e “sociale” del gruppo di amiche guerriere, scene delle quali in Madoka Magica non si vede l’ombra, colpa anche dello scarso numero degli episodi.
Per fortuna a supporto delle scialbe protagoniste abbiamo Kyubey, il subdolo animaletto puccioso di cui sopra, che con la sua sola presenza conferisce valore all’anime: la sua abilità nel tacere verità scomode e la sua inumana reazione agli eventi lo rendono un perfetto Mefistofele su cui riversare istinti omicidi. Il paragone non è scelto a caso, numerosi e colti sono i riferimenti al “Faust” di Goethe e i cultori del romanzo si divertiranno a riconoscerli nel corso della serie.
Per concludere non ho trovato in Madoka Magica né il capolavoro annunciato né l’anime-rivoluzione della stagione 2011, ma un prodotto di pregevole fattura, di fresca concezione e d'indubbio interesse, sì. Solo la cura meticolosa investita nel comparto tecnico, dalla stupenda colonna sonora di Yuki Kajiura al disegno delicato e armonioso fino alla meravigliosa progettazione dei mondi delle streghe, merita la visione. Premio dunque la pensata originale e la bella seppure imperfetta realizzazione con un 8 pieno.
<b>Spoiler!</b>
Nota personale sul tanto acclamato finale: a me non è piaciuto. Sarà che conclusioni aperte a interpretazioni si addicono particolarmente bene ad anime di questo calibro, ma ciò non giustifica i pochi frame posti dopo i titoli di coda del tutto incoerenti e messi lì tanto per gettare ulteriore confusione nella mente dello spettatore. Per non parlare del resto: chiude la storia, questo sì, ma non abusa certo di soluzioni nuove e imprevedibili (potrei citare almeno tre anime da cui Madoka ha preso, diciamo così, “spunto”). Un Armageddon sarebbe stato peggio, ma c’era la possibilità di escogitare soluzioni più ardite.
Premessa: commento tutta la serie in generale, quindi possibilità di incontro con spoiler :D
Credo che leggere queste due parole affiancate, "majokko" e "tragedia", nella stessa riga di descrizione del genere di un anime, riesca a creare una certa curiosità in chiunque vi si imbatta. Ed è esattamente quello che è capitato a me: normalmente non sono una fan del genere majokko (troppo infantile rispetto ai miei gusti attuali) e prediligo le opere comiche e demenziali negli anime di breve durata. Ma lo stupore che leggevo nei commenti del popolo del web mi ha spinta a cominciare la visione di questa opera.
Una breve trama: Madoka è una ragazzina delle medie buona ed un po' imbranata, vive una vita felice, amata da genitori e amiche. Un giorno salva un animaletto - grazioso e strambo al punto giusto per essere il classico aiutante magico - da una sua compagna di classe appena trasferitasi che sembra volerlo uccidere. Kyubey, questo il nome dell'animaletto, chiede a Madoka se vuole diventare una Ragazza Magica e combattere le streghe: in cambio lui esaudirà un suo desiderio.
Nonostante un inizio classico del genere Majokko e un characters design tenero e vezzoso, si percepisce subito una nota che stona nell'insieme.
Le prime ambientazioni che compaiono sono tetre e decisamente gotiche, come la colonna sonora che ti accompagnerà per tutta la visione. E le streghe, rappresentate come un perfetto collage surrealista, sono tanto eccezionali quanto angoscianti.
Il mondo che Mahou shoujo ★ Madoka Magika ti presenta è attraente, coinvolgente, è lui stesso che fin dai primi episodi ti supplica di trovare gli indizi per scoprire la verità. Tu, telespettatore, dopo solo i primi tre episodi sarai già alla disperata ricerca della soluzione per aiutare Madoka e le sue amiche, perchè anche se ancora un vero problema non ti è stato posto, sai che le protagoniste sono ormai state catturate da un destino che non possono evitare. Tu, come loro, cammini smarrito in questo mondo surreale completamente diverso da te, ma che non riesci a percepire come estraneo, in qualche modo riesce ad appartenerti. E ancora non comprendi cosa stia accadendo.
Sei guidato dalla fine di un episodio all'inizio dell'altro dalla speranza: non puoi credere alla piega che gli eventi riescono a prendere proseguendo, sei convinto che ad un passo da te ci sia la svolta positiva che tornerà a far risplendere la luce nel mondo buio e soprattutto confuso in cui le protagoniste sono trascinate. Io stessa ho pensato: "E' una storia di fantasia e magia, la morte non può essere definitiva!". Ed invece, inaspettatamente, lo è. E questo che improvvisamente mi ha fatto percepire la storia come reale. Ed è riuscita a spaventarmi.
Le Ragazze Magiche protagoniste sono cinque e cinque sono le alternative che si pongono davanti a chi vuole entrar a far parte di quel mondo: allo spettatore arriva chiaro il messaggio che nel momento in cui entri a conoscenza della magia sei già caduto nella sua trappola.
Non c'è sangue, non c'è eccessiva crudezza. Tutto quello che accade è nella psiche dei personaggi che però li porterà in fin di vita.
Il culmine della tensione io l'ho raggiunto all'episodio nove: tutta la speranza che mi aveva guidata fino a lì è svanita, lasciando spazio ad una sensazione di sconforto e sfiducia. La fine della serie è vicina e più di tanto ormai non si riuscirà a salvare. Ma grazie all'ennesimo sacrificio almeno nell'ultima puntata vedremo la protagonista sorridere, e noi con lei.
L'opening e l'ending contengono anche loro un tocco di originalità. Ad un primo sguardo sembrano totalmente opposte: la prima dominata dai toni del rosa e dai costumi frivoli delle tenere protagoniste; la seconda cupa e angosciante, un tunnel buio con al centro Madoka che non ci rivolge mai lo sguardo.
L'opening a mio parere è ciò che rispecchia perfettamente il clima dell'opera: tutta quella carineria e zuccherosità che sembra colpirti è solo palesemente di facciata, una storia parallela a quella reale dove Madoka indossa già il suo completo da Ragazza Magica ed è protagonista di gang divertenti insieme alle comprotagonista. La chiave è nascosta però nel volto della ragazzina: Madoka non sorride mai. E con il suo volto triste ci saltano all'orecchio i toni malinconici e tesi della canzone, e all'occhio la corsa disperata della protagonista nella città sempre grigia.
Nemmeno la caratterizzazione dei personaggi è da meno: la cosa che più ho apprezzato è la loro ambiguità e la loro ricerca di un equilibrio. Nessuna persona reale è totalmente buona o cattiva, e così anche queste ragazzine non affrontano le sfide che la vita pone loro davanti sempre nel modo giusto. Loro compiono delle scelte, vivono i loro successi e i loro insuccessi, e reagiscono con forza o debolezza, sapendosi riscattare o al contrario abbandonandosi al corso degli eventi. Ma alla fine sarai costretto ad apprezzare ognuna, partecipando alla loro crescita. Soprattutto al cambiamento di Kyubey che da simpatico animaletto diventerà il tuo peggiore incubo (giuro che una notte mi ha profondamente turbato il sonno!)
Mi sono dilungata parecchio: ma quest'opera mi ha veramente colpita, trascinandomi in una girandola di sensazioni per me nuove nella visione di un anime. Volevo comunicare i toni che tanto mi hanno stupita e descriverli per mostrare quanto ancora oggi dopo migliaia di produzioni un anime possa dimostrarsi originale.
Non ho dato un 10 perché il finale non mi ha entusiasmata come i restanti 11 episodi.
Un ultimo appunto: ancora Giovanna d'Arco, 'sti jappi non hanno fantasia che palle :P
Credo che leggere queste due parole affiancate, "majokko" e "tragedia", nella stessa riga di descrizione del genere di un anime, riesca a creare una certa curiosità in chiunque vi si imbatta. Ed è esattamente quello che è capitato a me: normalmente non sono una fan del genere majokko (troppo infantile rispetto ai miei gusti attuali) e prediligo le opere comiche e demenziali negli anime di breve durata. Ma lo stupore che leggevo nei commenti del popolo del web mi ha spinta a cominciare la visione di questa opera.
Una breve trama: Madoka è una ragazzina delle medie buona ed un po' imbranata, vive una vita felice, amata da genitori e amiche. Un giorno salva un animaletto - grazioso e strambo al punto giusto per essere il classico aiutante magico - da una sua compagna di classe appena trasferitasi che sembra volerlo uccidere. Kyubey, questo il nome dell'animaletto, chiede a Madoka se vuole diventare una Ragazza Magica e combattere le streghe: in cambio lui esaudirà un suo desiderio.
Nonostante un inizio classico del genere Majokko e un characters design tenero e vezzoso, si percepisce subito una nota che stona nell'insieme.
Le prime ambientazioni che compaiono sono tetre e decisamente gotiche, come la colonna sonora che ti accompagnerà per tutta la visione. E le streghe, rappresentate come un perfetto collage surrealista, sono tanto eccezionali quanto angoscianti.
Il mondo che Mahou shoujo ★ Madoka Magika ti presenta è attraente, coinvolgente, è lui stesso che fin dai primi episodi ti supplica di trovare gli indizi per scoprire la verità. Tu, telespettatore, dopo solo i primi tre episodi sarai già alla disperata ricerca della soluzione per aiutare Madoka e le sue amiche, perchè anche se ancora un vero problema non ti è stato posto, sai che le protagoniste sono ormai state catturate da un destino che non possono evitare. Tu, come loro, cammini smarrito in questo mondo surreale completamente diverso da te, ma che non riesci a percepire come estraneo, in qualche modo riesce ad appartenerti. E ancora non comprendi cosa stia accadendo.
Sei guidato dalla fine di un episodio all'inizio dell'altro dalla speranza: non puoi credere alla piega che gli eventi riescono a prendere proseguendo, sei convinto che ad un passo da te ci sia la svolta positiva che tornerà a far risplendere la luce nel mondo buio e soprattutto confuso in cui le protagoniste sono trascinate. Io stessa ho pensato: "E' una storia di fantasia e magia, la morte non può essere definitiva!". Ed invece, inaspettatamente, lo è. E questo che improvvisamente mi ha fatto percepire la storia come reale. Ed è riuscita a spaventarmi.
Le Ragazze Magiche protagoniste sono cinque e cinque sono le alternative che si pongono davanti a chi vuole entrar a far parte di quel mondo: allo spettatore arriva chiaro il messaggio che nel momento in cui entri a conoscenza della magia sei già caduto nella sua trappola.
Non c'è sangue, non c'è eccessiva crudezza. Tutto quello che accade è nella psiche dei personaggi che però li porterà in fin di vita.
Il culmine della tensione io l'ho raggiunto all'episodio nove: tutta la speranza che mi aveva guidata fino a lì è svanita, lasciando spazio ad una sensazione di sconforto e sfiducia. La fine della serie è vicina e più di tanto ormai non si riuscirà a salvare. Ma grazie all'ennesimo sacrificio almeno nell'ultima puntata vedremo la protagonista sorridere, e noi con lei.
L'opening e l'ending contengono anche loro un tocco di originalità. Ad un primo sguardo sembrano totalmente opposte: la prima dominata dai toni del rosa e dai costumi frivoli delle tenere protagoniste; la seconda cupa e angosciante, un tunnel buio con al centro Madoka che non ci rivolge mai lo sguardo.
L'opening a mio parere è ciò che rispecchia perfettamente il clima dell'opera: tutta quella carineria e zuccherosità che sembra colpirti è solo palesemente di facciata, una storia parallela a quella reale dove Madoka indossa già il suo completo da Ragazza Magica ed è protagonista di gang divertenti insieme alle comprotagonista. La chiave è nascosta però nel volto della ragazzina: Madoka non sorride mai. E con il suo volto triste ci saltano all'orecchio i toni malinconici e tesi della canzone, e all'occhio la corsa disperata della protagonista nella città sempre grigia.
Nemmeno la caratterizzazione dei personaggi è da meno: la cosa che più ho apprezzato è la loro ambiguità e la loro ricerca di un equilibrio. Nessuna persona reale è totalmente buona o cattiva, e così anche queste ragazzine non affrontano le sfide che la vita pone loro davanti sempre nel modo giusto. Loro compiono delle scelte, vivono i loro successi e i loro insuccessi, e reagiscono con forza o debolezza, sapendosi riscattare o al contrario abbandonandosi al corso degli eventi. Ma alla fine sarai costretto ad apprezzare ognuna, partecipando alla loro crescita. Soprattutto al cambiamento di Kyubey che da simpatico animaletto diventerà il tuo peggiore incubo (giuro che una notte mi ha profondamente turbato il sonno!)
Mi sono dilungata parecchio: ma quest'opera mi ha veramente colpita, trascinandomi in una girandola di sensazioni per me nuove nella visione di un anime. Volevo comunicare i toni che tanto mi hanno stupita e descriverli per mostrare quanto ancora oggi dopo migliaia di produzioni un anime possa dimostrarsi originale.
Non ho dato un 10 perché il finale non mi ha entusiasmata come i restanti 11 episodi.
Un ultimo appunto: ancora Giovanna d'Arco, 'sti jappi non hanno fantasia che palle :P
"Maghette", ecco cosa si può pensare guardando per la prima volta il titolo di quest'opera, ma non lasciatevi ingannare dalla stellina centrale del titolo, questa serie è veramente ben altro e ora ne elencherò le caratteristiche.
Innanzitutto il proposito è importante: in questa serie la Shaft si è posta l'obiettivo di riscrivere completamente il genere di appartenenza, presentando le situazioni in un modo più realistico - quante volte da bambini vedendo un supereroe incassare un colpo in pieno avete pensato "ma nella realtà sarebbe morto": beh, qui potrete vedere cosa sarebbe accaduto -, crudo, ma mai gratuitamente.
In questo contesto penso sia assolutamente opportuno sottolineare come gli sceneggiatori abbiano lavorato molto sui giochi di luce, sui dialoghi - spesso lasciati a metà da lunghe pause, come in Bakemonogatari, per intenderci - e sull'aspetto psicologico delle vicende. Madoka e le altre ragazzine vivono ognuna a modo loro il dramma di dover essere diventate "paladine della giustizia", costrette in una spirale di disperazione per salvare qualcosa che automaticamente diviene non più proprio. Insomma, Mahou shoujo ★ Madoka Magika è un lavoro veramente fatto con i fiocchi in questo senso.
Musiche
Eccellente è la fattura delle musiche. Come in Bakemonogatari non abbiamo una OST infinita, ma ogni singolo brano risulta essere assolutamente perfetto per la scena di rappresentanza.
Possiamo dire che forse lo stesso gioco opening/ending riflette la realtà dell'opera: un'opening solare, apparentemente allegra fa da preludio a ogni episodio; un'ending di canone completamente opposto lo chiude - opposto sia a livello di animazioni sia a livello di musica, intendo.
Personaggi
Già detto, i personaggi nella sostanza sono piuttosto pochi: le 5 puellae + Kyubey.
In particolare quest'ultimo risulta essere una vera incognita interpretativa per lo spettatore: quel suo musetto zuccheroso risulta essere la maschera dietro la quale si cela forse il peggiore nemico delle puellae, oppure si tratta solo di uno spettatore disinteressato? Non avrete risposte, sia chiaro, solo domande, un po' com'era accaduto alla fine con Bokurano - anime abbastanza simile come atmosfera e incipit, devo dire.
Sulle ragazzine preferisco non spoilerare troppo, sappiate solo che ognuna di esse ha una sua micro-storia dietro, motivo fondante delle proprie azioni, in fondo l'atto del contratto discende spesso da esse e determina la stessa crescita della puellae.
Insomma, Mahou shoujo ★ Madoka Magika è una serie a mio parere must della stagione 2011, è un bell'anime come veramente non se ne vedevano da tempo, semplice, geniale ed efficace. Sopratutto se non amate il suo genere di appartenenza (come nel mio caso), dovreste dargli un'occhiata.
Innanzitutto il proposito è importante: in questa serie la Shaft si è posta l'obiettivo di riscrivere completamente il genere di appartenenza, presentando le situazioni in un modo più realistico - quante volte da bambini vedendo un supereroe incassare un colpo in pieno avete pensato "ma nella realtà sarebbe morto": beh, qui potrete vedere cosa sarebbe accaduto -, crudo, ma mai gratuitamente.
In questo contesto penso sia assolutamente opportuno sottolineare come gli sceneggiatori abbiano lavorato molto sui giochi di luce, sui dialoghi - spesso lasciati a metà da lunghe pause, come in Bakemonogatari, per intenderci - e sull'aspetto psicologico delle vicende. Madoka e le altre ragazzine vivono ognuna a modo loro il dramma di dover essere diventate "paladine della giustizia", costrette in una spirale di disperazione per salvare qualcosa che automaticamente diviene non più proprio. Insomma, Mahou shoujo ★ Madoka Magika è un lavoro veramente fatto con i fiocchi in questo senso.
Musiche
Eccellente è la fattura delle musiche. Come in Bakemonogatari non abbiamo una OST infinita, ma ogni singolo brano risulta essere assolutamente perfetto per la scena di rappresentanza.
Possiamo dire che forse lo stesso gioco opening/ending riflette la realtà dell'opera: un'opening solare, apparentemente allegra fa da preludio a ogni episodio; un'ending di canone completamente opposto lo chiude - opposto sia a livello di animazioni sia a livello di musica, intendo.
Personaggi
Già detto, i personaggi nella sostanza sono piuttosto pochi: le 5 puellae + Kyubey.
In particolare quest'ultimo risulta essere una vera incognita interpretativa per lo spettatore: quel suo musetto zuccheroso risulta essere la maschera dietro la quale si cela forse il peggiore nemico delle puellae, oppure si tratta solo di uno spettatore disinteressato? Non avrete risposte, sia chiaro, solo domande, un po' com'era accaduto alla fine con Bokurano - anime abbastanza simile come atmosfera e incipit, devo dire.
Sulle ragazzine preferisco non spoilerare troppo, sappiate solo che ognuna di esse ha una sua micro-storia dietro, motivo fondante delle proprie azioni, in fondo l'atto del contratto discende spesso da esse e determina la stessa crescita della puellae.
Insomma, Mahou shoujo ★ Madoka Magika è una serie a mio parere must della stagione 2011, è un bell'anime come veramente non se ne vedevano da tempo, semplice, geniale ed efficace. Sopratutto se non amate il suo genere di appartenenza (come nel mio caso), dovreste dargli un'occhiata.
Chiamatele maghette, chiamatele majokko o chiamatele come vi pare, queste dolci fanciulle dagli stravaganti poteri cavalcano le scene fin dai tempi antichi (o quasi).
Le abbiamo viste trasformarsi in bellissime idol o padroneggiare con destrezza complicati incantesimi, e ogni volta ci hanno fatto innamorare (o quasi).
Perché prima bambini e poi adulti (noi), queste simpatiche "streghette" ci hanno sempre accompagnato offrendoci diverse interpretazioni che, con l'età, hanno subìto notevoli cambiamenti. E poi è arrivata Madoka...
E' vero, le protagoniste hanno poteri magici, vestitini pieni di merletti, aspetto "puccettoso" e c'è un animaletto-alieno che riporta alla mente quei famosi "tempi antichi" citati poco sopra. Ma qui finisce l'aspetto "majokko" di quest'opera, il resto è un intenso percorso di crescita attraverso le paure e i sogni di queste ragazze.
Perché diventare "maghetta" non è più un dono unico e speciale, ma una scelta che comporterà una serie di scelte difficili, di rinunce, di sacrifici, non più la promessa di un mondo pieno di fiori e di colori.
L'unico compenso, l'unico premio, sarà il fatidico "un desiderio avverato", di qualunque natura, a simboleggiare l'importante patto che dovranno stringere per potere diventare delle "maghette". Si tratta di un patto che non prevede compromessi, dove il corpo privato dell'anima (rinchiusa in una "gemma") dovrà affrontare il male in ogni sua forma, che nel caso specifico, si presenterà attraverso l'aspetto di una strega.
Tutto si svolge in un mondo cupo che difficilmente regalerà sorrisi, lontano dalle sobrie e lucenti atmosfere a cui le nostre amate "maghette" ci avevano abituato. Qui tutto gira al contrario.
Ma se anche lo stile moe delle protagoniste dovesse ingannarvi, provate a sbirciare attraverso i mondi dove risiedono le streghe di questa storia: scenari "malati", figure distorte, passaggi di atmosfera che ricordano quelle architetture tanto care al buon Tim Burton (molto alla lontana).
Il tratto si confonde con una scenografia fatta di collage, dove i simboli "buoni" come le torte si vanno a incastrare in un contesto privo di ogni logica, rendendo il tutto surreale e disturbante.
Se poi aggiungiamo una colonna sonora fatta di note malinconiche e "scordate", allora chiudiamo un quadro che non permette interpretazioni.
Mahou shoujo ★ Madoka Magika è un'opera che fugge dalle classiche regole del gioco, ingannando chi fermandosi alle prime apparenze, potrebbe farsi un'idea sbagliata, perché qui non si parla di "Maghette", concedetemelo.
L'anime è un viaggio intenso che merita di essere vissuto, un'esperienza drastica ma appagante, impreziosita da una scelta stilistica coraggiosa.
Le abbiamo viste trasformarsi in bellissime idol o padroneggiare con destrezza complicati incantesimi, e ogni volta ci hanno fatto innamorare (o quasi).
Perché prima bambini e poi adulti (noi), queste simpatiche "streghette" ci hanno sempre accompagnato offrendoci diverse interpretazioni che, con l'età, hanno subìto notevoli cambiamenti. E poi è arrivata Madoka...
E' vero, le protagoniste hanno poteri magici, vestitini pieni di merletti, aspetto "puccettoso" e c'è un animaletto-alieno che riporta alla mente quei famosi "tempi antichi" citati poco sopra. Ma qui finisce l'aspetto "majokko" di quest'opera, il resto è un intenso percorso di crescita attraverso le paure e i sogni di queste ragazze.
Perché diventare "maghetta" non è più un dono unico e speciale, ma una scelta che comporterà una serie di scelte difficili, di rinunce, di sacrifici, non più la promessa di un mondo pieno di fiori e di colori.
L'unico compenso, l'unico premio, sarà il fatidico "un desiderio avverato", di qualunque natura, a simboleggiare l'importante patto che dovranno stringere per potere diventare delle "maghette". Si tratta di un patto che non prevede compromessi, dove il corpo privato dell'anima (rinchiusa in una "gemma") dovrà affrontare il male in ogni sua forma, che nel caso specifico, si presenterà attraverso l'aspetto di una strega.
Tutto si svolge in un mondo cupo che difficilmente regalerà sorrisi, lontano dalle sobrie e lucenti atmosfere a cui le nostre amate "maghette" ci avevano abituato. Qui tutto gira al contrario.
Ma se anche lo stile moe delle protagoniste dovesse ingannarvi, provate a sbirciare attraverso i mondi dove risiedono le streghe di questa storia: scenari "malati", figure distorte, passaggi di atmosfera che ricordano quelle architetture tanto care al buon Tim Burton (molto alla lontana).
Il tratto si confonde con una scenografia fatta di collage, dove i simboli "buoni" come le torte si vanno a incastrare in un contesto privo di ogni logica, rendendo il tutto surreale e disturbante.
Se poi aggiungiamo una colonna sonora fatta di note malinconiche e "scordate", allora chiudiamo un quadro che non permette interpretazioni.
Mahou shoujo ★ Madoka Magika è un'opera che fugge dalle classiche regole del gioco, ingannando chi fermandosi alle prime apparenze, potrebbe farsi un'idea sbagliata, perché qui non si parla di "Maghette", concedetemelo.
L'anime è un viaggio intenso che merita di essere vissuto, un'esperienza drastica ma appagante, impreziosita da una scelta stilistica coraggiosa.
Mahou shojo Madoka magica è una serie anime del 2011 di 12 puntate, di genere fantasy/slice of life. La casa di produzione, la famosa Shaft, questa volta ha veramente superato se stessa: dal punto di vista tecnico l’anime è impeccabile, con disegni belli e creativi e animazione fluida e definita anche nei momenti più concitati. I combattimenti sono pochi, ma molto spettacolari e “pirotecnici”, da fare invidia a combattimenti lunghi interi episodi di altre serie ben più famose.
Il doppiaggio a mio avviso è ottimo, soprattutto quello di Kyubey,che riesce a dare la sensazione di mancanza di emozioni, cosa non facile per un doppiatore. Le musiche sono di genere J-pop, a volte non adatte, ma belle e orecchiabili. Trovo che anche la regia è ottima. Mi chiedevo come si sarebbe riusciti a svolgere una simile matassa in sole 12 puntate: semplicemente si è riempito ogni singolo episodio di avvenimenti fondamentali, distribuendo bene lo svolgersi della trama.
L'opening è talmente bella che in 12 puntate non mi è mai venuta voglia di saltarla.
La trama ha come scheletro i canoni del majokko, con l’apparizione di un animaletto che dona alle giovani protagoniste il potere di combattere il male, ma questo è solo l’incipit di una storia tutt’altro che banale e ricca di colpi di scena, anche se alcuni sono abbastanza prevedibili. Il concetto stesso di bene contro il male viene spostato nel grigio; le streghe che le maghette combattono hanno un aspetto grottesco e indefinito, più che esseri malvagi sono male materializzato, che opera per istinto più che per ragione. Alcuni hanno criticato il modo in cui le streghe sono state rappresentate, sostenendo che si sia cercato di dimostrarsi “artistici” senza esserlo per impressionare lo spettatore; io invece penso che la scelta stilistica fatta sia stata perfetta e che nient’altro sarebbe riuscito a rappresentare meglio quello che le streghe sono: follia e disperazione incarnate. Il patto tra le ragazze e l’animaletto ha chiari riferimenti al “Faust” di Goethe, in cui un umano sacrifica la propria anima in cambio di un desiderio, ottenendo infine solo disperazione. Infine va sottolineato che, incredibile per un majokko, le protagoniste possono morire.
Con questi elementi quest’opera si avvicina alla perfezione del 10, ma purtroppo non la raggiunge a causa di un errore gravissimo, che gli fa perdere più di un punto: nonostante le differenze, i personaggi restano quelli di un majokko, cioè bambine infantili. Questo provoca inevitabilmente il crearsi di situazioni altrettanto infantili, dove le ragazzine esplodono sentimentalmente a ogni episodio e cercano la luce anche nella totale oscurità con esiti fallimentari. Fremo al solo pensiero di cosa sarebbe potuto essere quest'anime se al posto delle bambine ci fossero stati personaggi adulti, determinati e ben fatti.
Consiglio la visione a tutti gli appassionati di anime, sopratutto agli amanti delle storie complesse.
Voto: 8,5.
Il doppiaggio a mio avviso è ottimo, soprattutto quello di Kyubey,che riesce a dare la sensazione di mancanza di emozioni, cosa non facile per un doppiatore. Le musiche sono di genere J-pop, a volte non adatte, ma belle e orecchiabili. Trovo che anche la regia è ottima. Mi chiedevo come si sarebbe riusciti a svolgere una simile matassa in sole 12 puntate: semplicemente si è riempito ogni singolo episodio di avvenimenti fondamentali, distribuendo bene lo svolgersi della trama.
L'opening è talmente bella che in 12 puntate non mi è mai venuta voglia di saltarla.
La trama ha come scheletro i canoni del majokko, con l’apparizione di un animaletto che dona alle giovani protagoniste il potere di combattere il male, ma questo è solo l’incipit di una storia tutt’altro che banale e ricca di colpi di scena, anche se alcuni sono abbastanza prevedibili. Il concetto stesso di bene contro il male viene spostato nel grigio; le streghe che le maghette combattono hanno un aspetto grottesco e indefinito, più che esseri malvagi sono male materializzato, che opera per istinto più che per ragione. Alcuni hanno criticato il modo in cui le streghe sono state rappresentate, sostenendo che si sia cercato di dimostrarsi “artistici” senza esserlo per impressionare lo spettatore; io invece penso che la scelta stilistica fatta sia stata perfetta e che nient’altro sarebbe riuscito a rappresentare meglio quello che le streghe sono: follia e disperazione incarnate. Il patto tra le ragazze e l’animaletto ha chiari riferimenti al “Faust” di Goethe, in cui un umano sacrifica la propria anima in cambio di un desiderio, ottenendo infine solo disperazione. Infine va sottolineato che, incredibile per un majokko, le protagoniste possono morire.
Con questi elementi quest’opera si avvicina alla perfezione del 10, ma purtroppo non la raggiunge a causa di un errore gravissimo, che gli fa perdere più di un punto: nonostante le differenze, i personaggi restano quelli di un majokko, cioè bambine infantili. Questo provoca inevitabilmente il crearsi di situazioni altrettanto infantili, dove le ragazzine esplodono sentimentalmente a ogni episodio e cercano la luce anche nella totale oscurità con esiti fallimentari. Fremo al solo pensiero di cosa sarebbe potuto essere quest'anime se al posto delle bambine ci fossero stati personaggi adulti, determinati e ben fatti.
Consiglio la visione a tutti gli appassionati di anime, sopratutto agli amanti delle storie complesse.
Voto: 8,5.
Kaname Madoka è ragazzina delle medie, inserita in una normale famiglia: ha una bella casa, un fratellino e due genitori che vanno d’amore e d’accordo, anche se, un po’ stranamente per lo standard giapponese, il padre fa il casalingo-mammo, mentre la madre è una donna in carriera che porta i soldi e pantaloni; la protagonista è attorniata da due care amiche, Miki Sayaka e Shizuki Hitomi.
Non lasciatevi sviare da questo quadretto idilliaco, tanto meno dai video promozionali e dalle molte immagini che circolano sul web. Quest'anime non ha nulla di dolce, non è uno slice of life tranquillo, non appartiene alla categoria di anime cosiddetti “healing” (che curano le ferite dell’animo) o “heart warming” (che con la loro gioia ci scaldano il cuore), e non è nemmeno il classico majokko. Tutta la campagna promozionale, che ha preceduto il suo debutto, ha puntato a ingenerare questo equivoco negli spettatori, i quali non si sono fatti ingannare, allorquando hanno scoperto chi firma la sceneggiatura: un certo Gen Urobuchi (scenggiatore in Phantom - The Animation(OVA), Phantom ~Requiem for the Phantom~; Phantom: Requiem for the Phantom (manga); nonché scrittore delle light novel di Balck lagoon e Fate/Zero). A dire il vero la Shaft ha tentato di tenere nascosta la sua partecipazione, inutilmente, ma già il solo fatto che il titolo fosse proprio della Shaft poteva far pensare a qualcosa di diverso, e alternativo, dalle tinte fosche, e infatti…
Tornando alla trama: la vita tranquilla di Madaoka si trasforma ben presto in un “incubo”. In sogno vede una misteriosa ragazza dai lunghi capelli neri corvini mentre combatte in un mondo tetro sull’orlo della distruzione contro una potentissima forza maligna. Il giorno seguente scopre che la ragazza in questione esiste davvero e si è appena trasferita nella sua classe. Questo incontro cambierà il destino della protagonista e di Sayaka in un modo irreversibile, le due conosceranno il mondo delle ragazze magiche e delle streghe, nel trio di amiche nasceranno dei dissapori, e Hitomi resterà un po’ al margine delle vicende magiche.
L’apparizione sulla scena di Akemi Homura porta con sé la comparsa di altri personaggi, due da subito: Tomoe Mami e Kyuubey; e di un altro personaggio solo in un secondo momento: Sakura Kyouko.
Kyuubey è un candido animaletto magico dagli occhi fucsia, e come nei più classici dei mahou shoujo, appare molto kawaii. Ma l’apparenza inganna: questo “coso” è diabolico, anzi no, credo che sia meglio definirlo come un robot o un programma informatico, una specie di A.I., Intelligenza Artificiale, poiché tutte le sue azioni e i suoi ragionamenti sono supportati dall’opportunità logica, quindi è totalmente privo di quello che noi comuni umani definiamo sentimenti ed emozioni. Egli, un po’ come il diavolo, propone dei patti/contratti alle giovani ragazze da lui prescelte: l’esaudimento di un desiderio-miracolo, in cambio in questo caso, non tanto dell’anima, quanto di diventare mahou shoujo, e quindi di rischiare la propria vita per proteggere la città dalle temibili streghe che insidiano la sicurezza degli abitanti. Ma che fortuna! Viene esaudito un desiderio anche il più impossibile, per sé o per altri, e poi si ha pure il vantaggio di acquistare super poteri per difendere la terra?! Sembra un’opportunità unica, imperdibile, e qui entrano in gioco i classici elementi del majokko: ragazze generose, magia, coraggio, buoni sentimenti, volontà di difendere gli altri a costo delle propria sicurezza. Ogni ragazza, aiutata da un gruppo unito di amiche, lotta per il bene per sconfiggere il male: bianco contro nero.
Occhio, non è per niente così! Ecco che la serie prende le distanze dal genere, in cui sembra rientrare perfettamente a uno sguardo superficiale, e tutto diventa grigio. Cos’è il bene, cos’è il male? Anzi, qual è il minore dei mali e il minore dei sacrifici? L’anime ci porta, attraverso animazioni inquietanti, nei tormenti della coscienza delle giovani protagoniste, tra lacrime e turbamenti, tra colpi di scena e continui ribaltamenti di fronte ai quali lo spettatore rimane incollato davanti allo schermo, fino ad avere divorato il prodotto, fino al colpo di scena del decimo episodio - l’episodio della sospensione causa terremoto, che per la lunga pausa ha definito la serie -, fino ad arrivare all’epilogo del 12 a bocca aperta.
Madoka, Sayaka, Akemi, Mami, Sakura, ognuna contrae con “l’incubator” per una ragione diversa, ognuna porta nel suo cuore una speranza, che viene inesorabilmente calpestata. Siete alla ricerca di qualcosa di diverso, che rompa gli schemi e i generi? Allora non fatevi sfuggire questo titolo, che oltre all’originalità della trama, ai momenti di grande introspezione, ma anche di azione serrata, si fregia di una buonissima realizzazione tecnica e di animazioni di altissimo livello. Lo consiglio caldamente.
Non lasciatevi sviare da questo quadretto idilliaco, tanto meno dai video promozionali e dalle molte immagini che circolano sul web. Quest'anime non ha nulla di dolce, non è uno slice of life tranquillo, non appartiene alla categoria di anime cosiddetti “healing” (che curano le ferite dell’animo) o “heart warming” (che con la loro gioia ci scaldano il cuore), e non è nemmeno il classico majokko. Tutta la campagna promozionale, che ha preceduto il suo debutto, ha puntato a ingenerare questo equivoco negli spettatori, i quali non si sono fatti ingannare, allorquando hanno scoperto chi firma la sceneggiatura: un certo Gen Urobuchi (scenggiatore in Phantom - The Animation(OVA), Phantom ~Requiem for the Phantom~; Phantom: Requiem for the Phantom (manga); nonché scrittore delle light novel di Balck lagoon e Fate/Zero). A dire il vero la Shaft ha tentato di tenere nascosta la sua partecipazione, inutilmente, ma già il solo fatto che il titolo fosse proprio della Shaft poteva far pensare a qualcosa di diverso, e alternativo, dalle tinte fosche, e infatti…
Tornando alla trama: la vita tranquilla di Madaoka si trasforma ben presto in un “incubo”. In sogno vede una misteriosa ragazza dai lunghi capelli neri corvini mentre combatte in un mondo tetro sull’orlo della distruzione contro una potentissima forza maligna. Il giorno seguente scopre che la ragazza in questione esiste davvero e si è appena trasferita nella sua classe. Questo incontro cambierà il destino della protagonista e di Sayaka in un modo irreversibile, le due conosceranno il mondo delle ragazze magiche e delle streghe, nel trio di amiche nasceranno dei dissapori, e Hitomi resterà un po’ al margine delle vicende magiche.
L’apparizione sulla scena di Akemi Homura porta con sé la comparsa di altri personaggi, due da subito: Tomoe Mami e Kyuubey; e di un altro personaggio solo in un secondo momento: Sakura Kyouko.
Kyuubey è un candido animaletto magico dagli occhi fucsia, e come nei più classici dei mahou shoujo, appare molto kawaii. Ma l’apparenza inganna: questo “coso” è diabolico, anzi no, credo che sia meglio definirlo come un robot o un programma informatico, una specie di A.I., Intelligenza Artificiale, poiché tutte le sue azioni e i suoi ragionamenti sono supportati dall’opportunità logica, quindi è totalmente privo di quello che noi comuni umani definiamo sentimenti ed emozioni. Egli, un po’ come il diavolo, propone dei patti/contratti alle giovani ragazze da lui prescelte: l’esaudimento di un desiderio-miracolo, in cambio in questo caso, non tanto dell’anima, quanto di diventare mahou shoujo, e quindi di rischiare la propria vita per proteggere la città dalle temibili streghe che insidiano la sicurezza degli abitanti. Ma che fortuna! Viene esaudito un desiderio anche il più impossibile, per sé o per altri, e poi si ha pure il vantaggio di acquistare super poteri per difendere la terra?! Sembra un’opportunità unica, imperdibile, e qui entrano in gioco i classici elementi del majokko: ragazze generose, magia, coraggio, buoni sentimenti, volontà di difendere gli altri a costo delle propria sicurezza. Ogni ragazza, aiutata da un gruppo unito di amiche, lotta per il bene per sconfiggere il male: bianco contro nero.
Occhio, non è per niente così! Ecco che la serie prende le distanze dal genere, in cui sembra rientrare perfettamente a uno sguardo superficiale, e tutto diventa grigio. Cos’è il bene, cos’è il male? Anzi, qual è il minore dei mali e il minore dei sacrifici? L’anime ci porta, attraverso animazioni inquietanti, nei tormenti della coscienza delle giovani protagoniste, tra lacrime e turbamenti, tra colpi di scena e continui ribaltamenti di fronte ai quali lo spettatore rimane incollato davanti allo schermo, fino ad avere divorato il prodotto, fino al colpo di scena del decimo episodio - l’episodio della sospensione causa terremoto, che per la lunga pausa ha definito la serie -, fino ad arrivare all’epilogo del 12 a bocca aperta.
Madoka, Sayaka, Akemi, Mami, Sakura, ognuna contrae con “l’incubator” per una ragione diversa, ognuna porta nel suo cuore una speranza, che viene inesorabilmente calpestata. Siete alla ricerca di qualcosa di diverso, che rompa gli schemi e i generi? Allora non fatevi sfuggire questo titolo, che oltre all’originalità della trama, ai momenti di grande introspezione, ma anche di azione serrata, si fregia di una buonissima realizzazione tecnica e di animazioni di altissimo livello. Lo consiglio caldamente.
<b>Attenzione! Contiene spoiler!</b>
Sicuramente Mahou Shoujo Madoka Magica non è un anime da sottovalutare. Almeno per me: mi ha lasciato senza parole dalla prima all'ultima puntata. Credevo che fosse uno di quegli anime come le Pretty Cure o le Tokyo Mew Mew, in cui ci sono 4 o 5 ragazze magiche che combattono contro i nemici, vincono e vivono tutti felici e contenti. Ma mi sbagliavo.
Riguardo alla storia non è originalissima, per questo metto 9, anche se però rispetto ai soliti majokko qui le protagoniste muoiono una a una.
Ma è questa la caratteristica che mi piace in quest'anime.
Il finale, invece, è molto difficile da assimilare e si può solo capire vedendolo tutto, lascia la serie incompleta e senza successo. Diciamo, è molto contorto e ambiguo, perché in pratica Madoka per essere una Maho Shojo è diventata una dea. Non si capisce bene l'ultimo episodio della serie sia per i personaggi sia per il tempo. Ma alla fine si intuisce che l'unica sopravvissuta a tutto è Homura e le ultime parole che dice sarebbero che non dimenticherà mai Madoka e che starà sempre nei suoi pensieri.
Riguardo ai disegni mi sono piaciuti, trovo molto originali i tratti a matita e a pastello. Un'altra cosa che mi ha colpita sono gli sfondi, molto curati riguardo ai colori e ai disegni (che sembrerebbero futuristici) e assai realistici. Sembra di essere dentro il cartone a vivere tutte le vicende delle protagoniste.
Che dire,non troverò un anime majokko così. Per forza ha avuto successo.
Sicuramente Mahou Shoujo Madoka Magica non è un anime da sottovalutare. Almeno per me: mi ha lasciato senza parole dalla prima all'ultima puntata. Credevo che fosse uno di quegli anime come le Pretty Cure o le Tokyo Mew Mew, in cui ci sono 4 o 5 ragazze magiche che combattono contro i nemici, vincono e vivono tutti felici e contenti. Ma mi sbagliavo.
Riguardo alla storia non è originalissima, per questo metto 9, anche se però rispetto ai soliti majokko qui le protagoniste muoiono una a una.
Ma è questa la caratteristica che mi piace in quest'anime.
Il finale, invece, è molto difficile da assimilare e si può solo capire vedendolo tutto, lascia la serie incompleta e senza successo. Diciamo, è molto contorto e ambiguo, perché in pratica Madoka per essere una Maho Shojo è diventata una dea. Non si capisce bene l'ultimo episodio della serie sia per i personaggi sia per il tempo. Ma alla fine si intuisce che l'unica sopravvissuta a tutto è Homura e le ultime parole che dice sarebbero che non dimenticherà mai Madoka e che starà sempre nei suoi pensieri.
Riguardo ai disegni mi sono piaciuti, trovo molto originali i tratti a matita e a pastello. Un'altra cosa che mi ha colpita sono gli sfondi, molto curati riguardo ai colori e ai disegni (che sembrerebbero futuristici) e assai realistici. Sembra di essere dentro il cartone a vivere tutte le vicende delle protagoniste.
Che dire,non troverò un anime majokko così. Per forza ha avuto successo.
<b>Attenzione! Contiene spoiler!</b>
Consigliata da una mia amica, ho deciso di cominciare quest'anime, convinta pienamente di guardare un qualcosa di simile a "Magica doremì".
Le prime 2 puntate, di fatto, mi hanno lasciata molto perplessa ed ero indecisa se continuarlo o no. Ebbene, mi è bastato arrivare alla terza puntata per scoprire la pesantezza e la crudeltà di quest'anime, per non parlare dello sconvolgimento psicologico che colpisce le mahou shoujo durante il corso della puntate.
Le geniali ambientazioni tetre in cui vengono combattute le streghe e le musiche stupende create da Yuki Kajiura, famosa per le OST di Tsubasa ReserVoir Chronicles, sono servite a particolarizzare quest'anime, che ho guardato davvero molto volentieri.
Un'altra caratteristica che ho notato e che mi è piaciuta è il tratto che viene usato per disegnare le ragazze: non è il classico tratto nero, ma i contorni sono tracciati con una linea spessa marrone, che a parer mio ha fatto il suo gioco.
I personaggi hanno tutti una personalità particolare.
Madoka, ragazza semplice e tranquilla, viene sconvolta improvvisamente dall'arrivo misterioso di Kyubey (un animaletto alieno che nel susseguirsi delle puntate si rivela un personaggio malefico e manipolatore), che tenta di convincere Madoka a prendere i poteri e a combattere contro le streghe. Poi c'è Homura, che nel suo modo di fare cupo e misterioso è una ragazza che lotta per il bene di Madoka, al fine di non farla mai diventare una Mahou Shoujo.
Miki, migliore amica di Madoka, accetta di combattere le streghe al fine di restituire al ragazzo di cui è innamorata la funzionalità delle mani che gli permetteranno di riprendere a suonare il violino, ma la sua felicità dura ben poco perché la ragazza cade nella disperazione e diventa una strega. Mami, gentilissima e esperta mahou shojo, si presta a far vedere a Madoka e a Miki il modo di combattere le streghe, ma una disgrazia la porta alla morte sconvolgendo psicologicamente Madoka che si chiude in se stessa e pian piano scopre la crudeltà del mondo di cui vorrebbe far parte e la cattiveria di Kyubey. Kyoko, ragazza dal carattere forte, si ritrova spesso ad aiutare Homura nella sua "caccia alla strega" e muore sacrificando la sua vita per sconfiggere Miki quando diventa malvagia.
L'opening a mio avviso è bellissima, così come tutte le altre OST, che sono perfettamente sincronizzate con lo svolgimento dell'anime.
Il finale è molto triste, diverso da ciò che ci si può aspettare.
Non sono assolutamente rimasta delusa da quest'anime. La cosa che lo penalizza è il numero di puntate, che sono solo 12.
Comunque aspetto di potere vedere altre serie di questo genere che mi lascino stupita.
Consigliato a chi è stanco di vedere il classico anime di combattimento e vuole addentrarsi in qualcosa di sorprendentemente spettacolare.
Consigliata da una mia amica, ho deciso di cominciare quest'anime, convinta pienamente di guardare un qualcosa di simile a "Magica doremì".
Le prime 2 puntate, di fatto, mi hanno lasciata molto perplessa ed ero indecisa se continuarlo o no. Ebbene, mi è bastato arrivare alla terza puntata per scoprire la pesantezza e la crudeltà di quest'anime, per non parlare dello sconvolgimento psicologico che colpisce le mahou shoujo durante il corso della puntate.
Le geniali ambientazioni tetre in cui vengono combattute le streghe e le musiche stupende create da Yuki Kajiura, famosa per le OST di Tsubasa ReserVoir Chronicles, sono servite a particolarizzare quest'anime, che ho guardato davvero molto volentieri.
Un'altra caratteristica che ho notato e che mi è piaciuta è il tratto che viene usato per disegnare le ragazze: non è il classico tratto nero, ma i contorni sono tracciati con una linea spessa marrone, che a parer mio ha fatto il suo gioco.
I personaggi hanno tutti una personalità particolare.
Madoka, ragazza semplice e tranquilla, viene sconvolta improvvisamente dall'arrivo misterioso di Kyubey (un animaletto alieno che nel susseguirsi delle puntate si rivela un personaggio malefico e manipolatore), che tenta di convincere Madoka a prendere i poteri e a combattere contro le streghe. Poi c'è Homura, che nel suo modo di fare cupo e misterioso è una ragazza che lotta per il bene di Madoka, al fine di non farla mai diventare una Mahou Shoujo.
Miki, migliore amica di Madoka, accetta di combattere le streghe al fine di restituire al ragazzo di cui è innamorata la funzionalità delle mani che gli permetteranno di riprendere a suonare il violino, ma la sua felicità dura ben poco perché la ragazza cade nella disperazione e diventa una strega. Mami, gentilissima e esperta mahou shojo, si presta a far vedere a Madoka e a Miki il modo di combattere le streghe, ma una disgrazia la porta alla morte sconvolgendo psicologicamente Madoka che si chiude in se stessa e pian piano scopre la crudeltà del mondo di cui vorrebbe far parte e la cattiveria di Kyubey. Kyoko, ragazza dal carattere forte, si ritrova spesso ad aiutare Homura nella sua "caccia alla strega" e muore sacrificando la sua vita per sconfiggere Miki quando diventa malvagia.
L'opening a mio avviso è bellissima, così come tutte le altre OST, che sono perfettamente sincronizzate con lo svolgimento dell'anime.
Il finale è molto triste, diverso da ciò che ci si può aspettare.
Non sono assolutamente rimasta delusa da quest'anime. La cosa che lo penalizza è il numero di puntate, che sono solo 12.
Comunque aspetto di potere vedere altre serie di questo genere che mi lascino stupita.
Consigliato a chi è stanco di vedere il classico anime di combattimento e vuole addentrarsi in qualcosa di sorprendentemente spettacolare.
<b>Attenzione! Contiene spoiler!</b>
Come destrutturare un genere, ovvero prenderlo e stravolgerlo dalle fondamenta, non lasciando più nulla che sia uguale a prima: Madoka non è quello che sembra, e non è quello che tutti ci aspettavamo.
Comincia la visione. Parte la sigla, carina, con un po' di malinconia adolescenziale sparsa qua e là, qualche lacrimuccia, l'animaletto puccioso di prammatica che dorme sul letto della protagonista, il costumino altrettanto d'ordinanza. E' tutta una finta, e infatti già dalla prima puntata si capisce che qualcosa non quadra: il design così dark delle streghe, le atmosfere inquietanti, Homura che tenta di uccidere la bestiola. La sensazione si acuisce ancora di più nella seconda puntata, per diventare certezza nella terza. L'animaletto puccioso è qualcuno la cui malizia e la cui freddezza lasciano di sasso, quanto di più lontano da Posi e Nega o da similari esserini alieni si possa immaginare. Le maghette muoiono come cani, vengono ingannate e plagiate e sono delle vittime sacrificali.
L'anime è bello, non c'è che dire. C'è grande approfondimento psicologico, e grande attenzione ai dettagli, è un complesso puzzle in cui ogni minimo particolare trova una collocazione. C'è una sensazione di predestinazione che permea tutto, le protagoniste lottano contro un destino avverso a cui non c'è verso di sfuggire. Non c'è lieto fine comunque, e sta anche qui la validità di una conclusione che è originale fino a un certo punto, con un bello spunto rubato a Lain, se il nome dice qualcosa.
I punti deboli sono in primo luogo i personaggi maschili, poco presenti, poco approfonditi, nel caso di Kamijo anche un po' antipatici. Ne parlavamo con amici, questa serie è materiale per fandom yuri proprio per questo motivo. E poi, non a tutti possono piacere le architetture, e a dirla tutta a me non sono piaciute granché. Però alla fine si tratta di difetti veniali, che non inficiano il voto complessivo che do alla serie, che trovo ottima. Peccato solo aver dovuto attendere così tanto per la messa in onda degli ultimi episodi.
Come destrutturare un genere, ovvero prenderlo e stravolgerlo dalle fondamenta, non lasciando più nulla che sia uguale a prima: Madoka non è quello che sembra, e non è quello che tutti ci aspettavamo.
Comincia la visione. Parte la sigla, carina, con un po' di malinconia adolescenziale sparsa qua e là, qualche lacrimuccia, l'animaletto puccioso di prammatica che dorme sul letto della protagonista, il costumino altrettanto d'ordinanza. E' tutta una finta, e infatti già dalla prima puntata si capisce che qualcosa non quadra: il design così dark delle streghe, le atmosfere inquietanti, Homura che tenta di uccidere la bestiola. La sensazione si acuisce ancora di più nella seconda puntata, per diventare certezza nella terza. L'animaletto puccioso è qualcuno la cui malizia e la cui freddezza lasciano di sasso, quanto di più lontano da Posi e Nega o da similari esserini alieni si possa immaginare. Le maghette muoiono come cani, vengono ingannate e plagiate e sono delle vittime sacrificali.
L'anime è bello, non c'è che dire. C'è grande approfondimento psicologico, e grande attenzione ai dettagli, è un complesso puzzle in cui ogni minimo particolare trova una collocazione. C'è una sensazione di predestinazione che permea tutto, le protagoniste lottano contro un destino avverso a cui non c'è verso di sfuggire. Non c'è lieto fine comunque, e sta anche qui la validità di una conclusione che è originale fino a un certo punto, con un bello spunto rubato a Lain, se il nome dice qualcosa.
I punti deboli sono in primo luogo i personaggi maschili, poco presenti, poco approfonditi, nel caso di Kamijo anche un po' antipatici. Ne parlavamo con amici, questa serie è materiale per fandom yuri proprio per questo motivo. E poi, non a tutti possono piacere le architetture, e a dirla tutta a me non sono piaciute granché. Però alla fine si tratta di difetti veniali, che non inficiano il voto complessivo che do alla serie, che trovo ottima. Peccato solo aver dovuto attendere così tanto per la messa in onda degli ultimi episodi.
Mahou shoujo ★ Madoka Magika è un anime del 2011 prodotto da Shaft e da Anyplex. La colonna sonora è stata composta da Yuki Kajiura, noto anche per le OST di serie della levatura di Noir, Tsubasa, oltre a vari lavori tra cui l'opening di Sora No Woto.
Ed eccomi qui a recensire l'ormai famoso Madoka Magika. Anime che a detta di tutti sembrerebbe rivoluzionare il genere majokko, capolavoro dalle tinte fosche e dalla straziante crudeltà psicologica.
Ebbene, a mio avviso Madoka non è nulla di tutto ciò. Il primo grande difetto che si può riscontrare in quest'opera è proprio come i personaggi abbiano una psicologia poco approfondita che non li cala in maniera sufficiente nel contesto in cui vivono, soprattutto per la mancanza di un background soddisfacente. Non mi si venga a dire che la protagonista che piange in ogni episodio e i personaggi che muoiono e si disperano siano la condicio sine qua non per la quale si possa parlare di profondità psicologica. Anzi, le reazioni delle ragazze sono spesso immotivate, o poco credibili. Per esempio il modo in cui quasi impazziscono dopo la rivelazione riguardante l'anima è palesemente esagerato.
L'atmosfera di disperazione che gli episodi centrali erano riusciti a produrre viene poi completamente disfatta da ciò che viene rivelato nell'episodio 10, da cui inizia il declino della serie. L'espediente utilizzato per quello che doveva essere il grande colpo di scena è effettivamente interessante e sarebbe potuto sfociare in un'ottima risultante. Purtroppo gli autori non sono riusciti in questo intento e la trattazione del tutto risulta anche fin troppo lineare, fino ad arrivare a un finale comunque perbenista e buonista rispetto all'atmosfera che si era venuta a creare in precedenza, nonostante permanga l'idea che non ci si possa liberare dal male.
La sensazione che il finale mi ha dato è stata quella di un qualcosa lasciato volutamente aperto e liberamente interpretabile in modo da nascondere l'incapacità di trovare una conclusione degna.
Dal punto di vista tecnico, d'altro canto, trovo che Madoka sia da elogiare. L'animazione è molto buona, come la regia che raggiunge picchi di sperimentalismo negli scontri con le streghe. La colonna sonora è evocativa e intrigante, sublime oserei dire.
Purtroppo, come molto spesso mi trovo a ripetere, non basta la struttura fenomenica per rendere un'opera un capolavoro, soprattutto nel caso in cui i contenuti non riescono a essere soddisfacenti. In aggiunta riterrei opportuno ribadire il concetto di come non sia sufficiente, per dare profondità a un'opera, condire il tutto con situazioni drammatiche o con la morte di alcuni personaggi.
Non si riescono a raggiungere i livelli di profondità di altre opere dalla forte crudeltà psicologica quali Narutaru o Bokurano.
La delusione delle aspettative dovute alla grande popolarità di cui gode questa serie è grande. Mahou shoujo ★ Madoka Magika è un'opera che certo si distingue dalla maggior parte degli anime mediocri che ormai dilagano di questi tempi, ma nulla che sia riuscito a soddisfarmi appieno.
Voto: 5,5
Ed eccomi qui a recensire l'ormai famoso Madoka Magika. Anime che a detta di tutti sembrerebbe rivoluzionare il genere majokko, capolavoro dalle tinte fosche e dalla straziante crudeltà psicologica.
Ebbene, a mio avviso Madoka non è nulla di tutto ciò. Il primo grande difetto che si può riscontrare in quest'opera è proprio come i personaggi abbiano una psicologia poco approfondita che non li cala in maniera sufficiente nel contesto in cui vivono, soprattutto per la mancanza di un background soddisfacente. Non mi si venga a dire che la protagonista che piange in ogni episodio e i personaggi che muoiono e si disperano siano la condicio sine qua non per la quale si possa parlare di profondità psicologica. Anzi, le reazioni delle ragazze sono spesso immotivate, o poco credibili. Per esempio il modo in cui quasi impazziscono dopo la rivelazione riguardante l'anima è palesemente esagerato.
L'atmosfera di disperazione che gli episodi centrali erano riusciti a produrre viene poi completamente disfatta da ciò che viene rivelato nell'episodio 10, da cui inizia il declino della serie. L'espediente utilizzato per quello che doveva essere il grande colpo di scena è effettivamente interessante e sarebbe potuto sfociare in un'ottima risultante. Purtroppo gli autori non sono riusciti in questo intento e la trattazione del tutto risulta anche fin troppo lineare, fino ad arrivare a un finale comunque perbenista e buonista rispetto all'atmosfera che si era venuta a creare in precedenza, nonostante permanga l'idea che non ci si possa liberare dal male.
La sensazione che il finale mi ha dato è stata quella di un qualcosa lasciato volutamente aperto e liberamente interpretabile in modo da nascondere l'incapacità di trovare una conclusione degna.
Dal punto di vista tecnico, d'altro canto, trovo che Madoka sia da elogiare. L'animazione è molto buona, come la regia che raggiunge picchi di sperimentalismo negli scontri con le streghe. La colonna sonora è evocativa e intrigante, sublime oserei dire.
Purtroppo, come molto spesso mi trovo a ripetere, non basta la struttura fenomenica per rendere un'opera un capolavoro, soprattutto nel caso in cui i contenuti non riescono a essere soddisfacenti. In aggiunta riterrei opportuno ribadire il concetto di come non sia sufficiente, per dare profondità a un'opera, condire il tutto con situazioni drammatiche o con la morte di alcuni personaggi.
Non si riescono a raggiungere i livelli di profondità di altre opere dalla forte crudeltà psicologica quali Narutaru o Bokurano.
La delusione delle aspettative dovute alla grande popolarità di cui gode questa serie è grande. Mahou shoujo ★ Madoka Magika è un'opera che certo si distingue dalla maggior parte degli anime mediocri che ormai dilagano di questi tempi, ma nulla che sia riuscito a soddisfarmi appieno.
Voto: 5,5
<b>Attenzione! Possibili spoiler sulla trama! </b>
"Massì, vediamoci un anime di maghette alla Doremì, mi manca come genere!". Se ripenso al motivo principale per cui cominciai quest'anime non posso che ridere.
Di Doremì quest'anime ha infatti al massimo l'opening, unica parte allegra e spensierata di tutta l'opera. Presentandosi infatti come un allegro anime di ragazze magiche come ce ne sono molti, Madoka mi ha infatti stupito, deviando subito verso uno psicologico e drammatico anime dalle tinte scure e dalle animazioni contorte.
Non mi sarei aspettato quelle streghe così particolari, la morte della maggior parte delle compagne iniziali della protagonista, che ci aspettavamo avrebbero accompagnato la caccia alle streghe per tutta la durata dell'anime. La contrapposizione così forte tra sentimento e ragione, tra cuore e meccanica, mi è sembrata quasi il perno di tutto l'anime. Sono molti gli elementi che ho trovato ottimi in quest'opera, che comincia con il raccontare la vita di una normale studentessa che pian piano viene introdotta in un mondo di magia crudele e realistico come, per quanto ne so, non se n'erano mai visti.
Anche se forse un po' troppo corta, la serie mi è piaciuta molto, e devo ammettere che il finale mi ha sorpreso non poco: deviando dal percorso degli episodi precedenti ci viene presentato una sottospecie di lieto fine, in cui una goccia di candida speranza, di bontà, di "bene", viene gettata su di una tela che era stata composta finora da colori cupi. Un'altra cosa che credo di avere capito dal finale è che le protagoniste sono essenzialmente due e che tutti gli altri personaggi fanno semplicemente da contorno alle due ragazze.
C'è in più una leggera componente oserei dire fisica che, nonostante non sia molto marcata, mi è piaciuta molto e mi ha interessato di più alla storia, quasi rendendomela più realistica.
In più ho trovato la scelta del design molto poco realistico dei personaggi molto azzeccata, anche se francamente non so perché, so solo che mi ha dato una buona impressione.
"Mahou shoujo ★ Madoka Magika" è un anime che mi ha dato da pensare pure fuori dalla visione e su cui credo rifletterò molto.
"Massì, vediamoci un anime di maghette alla Doremì, mi manca come genere!". Se ripenso al motivo principale per cui cominciai quest'anime non posso che ridere.
Di Doremì quest'anime ha infatti al massimo l'opening, unica parte allegra e spensierata di tutta l'opera. Presentandosi infatti come un allegro anime di ragazze magiche come ce ne sono molti, Madoka mi ha infatti stupito, deviando subito verso uno psicologico e drammatico anime dalle tinte scure e dalle animazioni contorte.
Non mi sarei aspettato quelle streghe così particolari, la morte della maggior parte delle compagne iniziali della protagonista, che ci aspettavamo avrebbero accompagnato la caccia alle streghe per tutta la durata dell'anime. La contrapposizione così forte tra sentimento e ragione, tra cuore e meccanica, mi è sembrata quasi il perno di tutto l'anime. Sono molti gli elementi che ho trovato ottimi in quest'opera, che comincia con il raccontare la vita di una normale studentessa che pian piano viene introdotta in un mondo di magia crudele e realistico come, per quanto ne so, non se n'erano mai visti.
Anche se forse un po' troppo corta, la serie mi è piaciuta molto, e devo ammettere che il finale mi ha sorpreso non poco: deviando dal percorso degli episodi precedenti ci viene presentato una sottospecie di lieto fine, in cui una goccia di candida speranza, di bontà, di "bene", viene gettata su di una tela che era stata composta finora da colori cupi. Un'altra cosa che credo di avere capito dal finale è che le protagoniste sono essenzialmente due e che tutti gli altri personaggi fanno semplicemente da contorno alle due ragazze.
C'è in più una leggera componente oserei dire fisica che, nonostante non sia molto marcata, mi è piaciuta molto e mi ha interessato di più alla storia, quasi rendendomela più realistica.
In più ho trovato la scelta del design molto poco realistico dei personaggi molto azzeccata, anche se francamente non so perché, so solo che mi ha dato una buona impressione.
"Mahou shoujo ★ Madoka Magika" è un anime che mi ha dato da pensare pure fuori dalla visione e su cui credo rifletterò molto.
Madoka Magika è un majokko per adulti a tinte fosche. Si tratta di un'opera piuttosto sofisticata, con innumerevoli rimandi e citazioni non solo alla tradizione del genere majokko, ma anche e soprattutto al <a href="http://wiki.puella-magi.net/Speculah:Madoka_Magica_and_Faust">Faust di Goethe</a>. Negli episodi appaiono addirittura dei geroglifici che sono stati decifrati dai fan come strofe del Faust in tedesco. Si tratta decisamente di un anime intellettuale e postmoderno. Anche dal punto di vista grafico è piuttosto sperimentale: si notano in particolare le scene di combattimento, realizzate con uno stile collage che non avevo mai visto prima in un anime mainstream. Fortunatamente Madoka non è troppo sperimentale e non è un semplice esercizio di stile: c'è una trama, dei misteri che si svelano con l'andare delle puntate e la storia mantiene sempre viva l'attenzione del lettore. Vi sono molti indizi lasciati ad arte, che permettono allo spettatore di capire in anticipo alcune cose. Per esempio, io avevo capito il segreto delle streghe un paio di puntate prima che venisse svelato chiaramente, ma è sempre impossibile capire dove si andrà a parare: il finale per me è sempre stato imprevedibile.
Si tratta sicuramente di un'opera che vale la pena guardare, non fosse altro che per l'assenza di fanservice e di personaggi moe.
È Madoka un anime assolutamente rivoluzionario nel campo del majokko come lo fu Evangelion nel genere robotico? C'è chi lo pensa, ma mi pare troppo presto per stabilirlo. Io personalmente non rientro tra i conoscitori del genere - non ho mai seguito una serie di majokko sentai - e non mi sento competente per pronunciarmi in tal senso. Personalmente non assegnerei un 10 e neppure un 9, ma un 8 se lo merita pienamente, non fosse altro che per la cura della realizzazione tecnica. Le musiche meritano un plauso, non tanto l'opening e l'ending, che sono buone, ma non eccezionali, quanto il tema di Madoka che si sente in sottofondo durante tutte le scene più tragiche. Quel tema è supremamente inquietante, esprime alla perfezione l'anima della serie e da solo si merita un 10 e lode.
Ho apprezzato il finale, consistente con le atmosfere del resto dell'opera. Mi sembrava difficilissimo concludere degnamente la storia senza stravolgerla con un lieto fine, oppure senza scadere nel tragico o nel patetico, invece gli autori ci sono riusciti. Il finale resta in qualche modo aperto (Madoka promette "ci rivedremo un giorno"), ma non vedo spazi per una nuova serie, la storia è conclusa così com'è, spero che operazioni commerciali non la riaprano mai. Una side story parallela agli avvenimenti principali, come si diceva volesse essere la seconda serie di Madoka, invece potrebbe anche starci. Sicuramente le puntate sono molto dense e in 12 episodi è stato condensato molto materiale, motivo per cui c'è spazio per raccontare altro. Com'è stato detto da altri, in questi tempi di serie conformiste e scontate Madoka brilla particolarmente anche per demerito dei concorrenti.
Il miglior personaggio della serie? Kyubei, non c'è dubbio.
Si tratta sicuramente di un'opera che vale la pena guardare, non fosse altro che per l'assenza di fanservice e di personaggi moe.
È Madoka un anime assolutamente rivoluzionario nel campo del majokko come lo fu Evangelion nel genere robotico? C'è chi lo pensa, ma mi pare troppo presto per stabilirlo. Io personalmente non rientro tra i conoscitori del genere - non ho mai seguito una serie di majokko sentai - e non mi sento competente per pronunciarmi in tal senso. Personalmente non assegnerei un 10 e neppure un 9, ma un 8 se lo merita pienamente, non fosse altro che per la cura della realizzazione tecnica. Le musiche meritano un plauso, non tanto l'opening e l'ending, che sono buone, ma non eccezionali, quanto il tema di Madoka che si sente in sottofondo durante tutte le scene più tragiche. Quel tema è supremamente inquietante, esprime alla perfezione l'anima della serie e da solo si merita un 10 e lode.
Ho apprezzato il finale, consistente con le atmosfere del resto dell'opera. Mi sembrava difficilissimo concludere degnamente la storia senza stravolgerla con un lieto fine, oppure senza scadere nel tragico o nel patetico, invece gli autori ci sono riusciti. Il finale resta in qualche modo aperto (Madoka promette "ci rivedremo un giorno"), ma non vedo spazi per una nuova serie, la storia è conclusa così com'è, spero che operazioni commerciali non la riaprano mai. Una side story parallela agli avvenimenti principali, come si diceva volesse essere la seconda serie di Madoka, invece potrebbe anche starci. Sicuramente le puntate sono molto dense e in 12 episodi è stato condensato molto materiale, motivo per cui c'è spazio per raccontare altro. Com'è stato detto da altri, in questi tempi di serie conformiste e scontate Madoka brilla particolarmente anche per demerito dei concorrenti.
Il miglior personaggio della serie? Kyubei, non c'è dubbio.
Quest'anime mi ha stupito e spiazzato. Data l'ambientazione, lo stile di disegno e il tema majokko, credevo di trovare una serie scanzonata, leggera e allegra e invece niente di tutto questo, e assisto a scene cupe, horror, spaventose, mature e crude.
Tutti gli elementi majokko - l'animaletto carino, i disegni carini, le trasformazioni con effetti speciali, le divise dai colori sgargianti e luccicanti, l'amicizia e la lotta contro il male - vengono inseriti in contesti che sono l'opposto del genere maghette.
Ma andiamo con ordine.
Trama
In questo mondo esistono le streghe, esseri paranormali (apparentemente) di pura malvagità che provocano la morte, incidenti, indirizzano al suicidio ecc. Insomma, sono tutte azioni che danneggiano il prossimo.
A combattere le streghe esistono le Maho shoujo - o "puella magi" - combattenti a caccia di streghe che ottengono il potere di combatterle, con magia, armi e vestizione, da un essere magico di nome Kyubei (l'animaletto, appunto).
Per diventare Maho shoujo bisogna stringere un contratto con Kyubei: lui esaudisce un desiderio in cambio bisogna combattere le streghe che, una volta sconfitte, rilasciano il Grief Seed, l'uovo della strega che serve a rigenerare e purificare l'energia magica utilizzata in battaglia. L'energia magica è custodita nella soul gem, un contenitore che ogni puella magi possiede. Maggiore è il numero di streghe uccise, più grief seed si collezionano e più potenti si diventa.
Madoka, ragazzina delle scuole medie, si trova in mezzo a una battaglia, con lei c'è l'amica Miki. La puella magi Mami spiegherà loro i vantaggi e gli svantaggi nel diventare una ragazza magica. Il desiderio viene esaudito, ma a che prezzo? Cosa sono in realtà le streghe? Qual è il vero scopo di Kyubei, animaletto tanto carino quanto crudele e approfittatore. E chi è la misteriosa puella magi Homura Akemi, che pare conoscere Madoka?
Caratteristiche.
In quest'anime si combatte, si combatte sul serio. Mettete da parte i combattimenti alla Sailor Moon o alla Card Captor Sakura, qui c'è in gioco seriamente la vita. Si sanguina, si prova dolore, tensione e, soprattutto, spavento. Il senso di paura e angoscia è reso in maniera impeccabile e reale. La scelta di accettare i poteri che vengono offerti è combattuta e ponderata da avvenimenti personali che porteranno a coglierla. Infatti Madoka e Miki, dopo aver visto la puella magi Mami combattere, sono restie e spaventate e il colloquio che hanno in seguito con quest'ultima finisce con la frase "essere puella magi è una maledizione", e ben presto si scoprirà il perché.
Il lato comico è assente, in ogni puntata si respirano il dramma del combattimento, l'inquietudine, la paura e l'angoscia dell'attesa dell'apparizione della strega. E' presente uno scenario terribilmente inquietante.
Secondo me i combattimenti sono realizzati benissimo, gli effetti speciali sono ben bilanciati, le tecniche di combattimento sono esagerate ma efficaci - vedi le mille spade di Miki o le centinaia armi da fuoco di Mami.
La grafica delle streghe è singolare, sembrano dei pezzi di cartone che si muovono a scatti su fondali che ricordano il circo, corredati da pizzi e merletti.
La caratterizzazione psicologica dei protagonisti è un punto su cui si focalizza l'anime. I tormenti delle protagoniste sul desiderio da esprimere, sull'egoismo stesso del concetto di desiderio o sull'altruismo che può scaturirne, richiamano il Faust di Goethe (come dichiarato dalla produzione).
Una nota di merito va alle musiche, affidate alla grande Yuki Kajiura - che negli OAV di Tsubasa Reservoir Chronicles è stata a mio avviso sublime. L'autrice farcisce i combattimenti di cori epici, di flauti e di musiche medioevali.
Il character design, affidato a Ume Aoki, è carino, geometrico e pulito, e si contrappone in modo affascinante al tema della serie.
I fondali sono strani, le architetture imponenti e geometriche si alternano ad edifici realmente esistenti in tutte le parti del mondo (compare persino la Torre Eiffel).
Dall'episodio 6, l'anime inizia il climax che porta a un epico e secondo me indimenticabile episodio finale, un finale che meglio non poteva essere realizzato.
Insomma, Mahou shoujo ★ Madoka Magika è un anime da vedere, che ribalta i canoni delle serie di maghette, e che lascia un po' scossi alla fine di ogni episodio. Da provare il mix di tutti questi elementi che ne fanno una serie singolare, appassionante e ricca di azione e filosofia. Buona visione.
Tutti gli elementi majokko - l'animaletto carino, i disegni carini, le trasformazioni con effetti speciali, le divise dai colori sgargianti e luccicanti, l'amicizia e la lotta contro il male - vengono inseriti in contesti che sono l'opposto del genere maghette.
Ma andiamo con ordine.
Trama
In questo mondo esistono le streghe, esseri paranormali (apparentemente) di pura malvagità che provocano la morte, incidenti, indirizzano al suicidio ecc. Insomma, sono tutte azioni che danneggiano il prossimo.
A combattere le streghe esistono le Maho shoujo - o "puella magi" - combattenti a caccia di streghe che ottengono il potere di combatterle, con magia, armi e vestizione, da un essere magico di nome Kyubei (l'animaletto, appunto).
Per diventare Maho shoujo bisogna stringere un contratto con Kyubei: lui esaudisce un desiderio in cambio bisogna combattere le streghe che, una volta sconfitte, rilasciano il Grief Seed, l'uovo della strega che serve a rigenerare e purificare l'energia magica utilizzata in battaglia. L'energia magica è custodita nella soul gem, un contenitore che ogni puella magi possiede. Maggiore è il numero di streghe uccise, più grief seed si collezionano e più potenti si diventa.
Madoka, ragazzina delle scuole medie, si trova in mezzo a una battaglia, con lei c'è l'amica Miki. La puella magi Mami spiegherà loro i vantaggi e gli svantaggi nel diventare una ragazza magica. Il desiderio viene esaudito, ma a che prezzo? Cosa sono in realtà le streghe? Qual è il vero scopo di Kyubei, animaletto tanto carino quanto crudele e approfittatore. E chi è la misteriosa puella magi Homura Akemi, che pare conoscere Madoka?
Caratteristiche.
In quest'anime si combatte, si combatte sul serio. Mettete da parte i combattimenti alla Sailor Moon o alla Card Captor Sakura, qui c'è in gioco seriamente la vita. Si sanguina, si prova dolore, tensione e, soprattutto, spavento. Il senso di paura e angoscia è reso in maniera impeccabile e reale. La scelta di accettare i poteri che vengono offerti è combattuta e ponderata da avvenimenti personali che porteranno a coglierla. Infatti Madoka e Miki, dopo aver visto la puella magi Mami combattere, sono restie e spaventate e il colloquio che hanno in seguito con quest'ultima finisce con la frase "essere puella magi è una maledizione", e ben presto si scoprirà il perché.
Il lato comico è assente, in ogni puntata si respirano il dramma del combattimento, l'inquietudine, la paura e l'angoscia dell'attesa dell'apparizione della strega. E' presente uno scenario terribilmente inquietante.
Secondo me i combattimenti sono realizzati benissimo, gli effetti speciali sono ben bilanciati, le tecniche di combattimento sono esagerate ma efficaci - vedi le mille spade di Miki o le centinaia armi da fuoco di Mami.
La grafica delle streghe è singolare, sembrano dei pezzi di cartone che si muovono a scatti su fondali che ricordano il circo, corredati da pizzi e merletti.
La caratterizzazione psicologica dei protagonisti è un punto su cui si focalizza l'anime. I tormenti delle protagoniste sul desiderio da esprimere, sull'egoismo stesso del concetto di desiderio o sull'altruismo che può scaturirne, richiamano il Faust di Goethe (come dichiarato dalla produzione).
Una nota di merito va alle musiche, affidate alla grande Yuki Kajiura - che negli OAV di Tsubasa Reservoir Chronicles è stata a mio avviso sublime. L'autrice farcisce i combattimenti di cori epici, di flauti e di musiche medioevali.
Il character design, affidato a Ume Aoki, è carino, geometrico e pulito, e si contrappone in modo affascinante al tema della serie.
I fondali sono strani, le architetture imponenti e geometriche si alternano ad edifici realmente esistenti in tutte le parti del mondo (compare persino la Torre Eiffel).
Dall'episodio 6, l'anime inizia il climax che porta a un epico e secondo me indimenticabile episodio finale, un finale che meglio non poteva essere realizzato.
Insomma, Mahou shoujo ★ Madoka Magika è un anime da vedere, che ribalta i canoni delle serie di maghette, e che lascia un po' scossi alla fine di ogni episodio. Da provare il mix di tutti questi elementi che ne fanno una serie singolare, appassionante e ricca di azione e filosofia. Buona visione.
Dopo aver visto tutta la serie, posso esprimere un mio giudizio al riguardo (quindi potrebbero esserci velati spoiler a seguire).
Sinceramente, non sono rimasto colpito dall'originalità né dalle prodigiose innovazioni apportate da quest'anime al mondo dell'animazione, cosa che invece tutti paiono acclamare.
Si tratta di una commistione, per altro riuscita abbastanza bene, tra un mahou shoujo e una novella gotica, dove fin da subito risulta chiaro che le tinte fosche la faranno da padrone nel corso della serie e, tuttavia, già in ciò si hanno le prime debolezze: nonostante il tema della spirale di disperazione dell'intero gruppo di protagoniste sia sviluppato discretamente, mancano totalmente le premesse a tutto ciò, infatti i personaggi paiono totalmente estraniati dal contesto in cui vivono e, nonostante ciò, soffrono grandemente all'idea di separarsi da questo stesso contesto. Le reazioni successive sono a mio avviso ridicole - le ragazze paiono dare di matto alla storia dell'anima e hanno invece una reazione molto più pacata sulla verità delle streghe, cosa per altro scontata.
Altra pecca della serie è l'eccessiva linearità e la totale mancanza di colpi di scena, il che porta a una prevedibilità frustrante del proseguire degli eventi.
Inoltre vorrei far notare che un po' di violenza e la morte di qualche personaggio non portano un'opera a considerarsi matura. Semmai è la crudezza e il realismo psicologico a permettere a una serie di fregiarsi di quel titolo, e nell'anime in questione quest'ultima è di qualità piuttosto bassa.
Ho apprezzato l'atmosfera alienante delle fasi centrali della serie e la disperazione emotiva dei personaggi, tuttavia, come già detto, questa non è granché motivata se si considera che ciò che la motiverebbe viene scoperto dopo il debordare di Miki Sayaka.
Infine, devo dire di essere stato terribilmente deluso dagli ultimi quattro episodi, che a mio avviso rovinano quel poco di bello che si era riusciti a imbastire: una conclusione rapida che pare messa su tanto per forzare un finale, con un buonismo che distrugge quella serietà che si era creata e toglie tutta la tragicità alla serie.
Per concludere, questo è un titolo di cui consiglio la visione solo perché emerge dal mare della mediocrità nella quale gli anime affondano da parecchi anni, tuttavia non è una serie che brillerà nel firmamento delle grandi opere da ricordare.
E un ultimo consiglio per tutti coloro che considerano quest'opera lo Zarathustra degli anime che ha mostrato la verità sulla crudeltà del mondo: se volete qualcosa di maturo, cinico e di qualità, andate a leggervi manga di autori come Mohiro Kitoh (Narutaru, Le Ali di Vendemmiarie, ecc.), guardate i lungometraggi di Mamoru Oshii (Ghost in the Shell, Tenshi no Tamago, ecc.) o serie di Yoshitoshi Abe (Serial Experiments Lain, Haibane Renmei, ecc.), giusto per citare qualche nome celebre.
Sinceramente, non sono rimasto colpito dall'originalità né dalle prodigiose innovazioni apportate da quest'anime al mondo dell'animazione, cosa che invece tutti paiono acclamare.
Si tratta di una commistione, per altro riuscita abbastanza bene, tra un mahou shoujo e una novella gotica, dove fin da subito risulta chiaro che le tinte fosche la faranno da padrone nel corso della serie e, tuttavia, già in ciò si hanno le prime debolezze: nonostante il tema della spirale di disperazione dell'intero gruppo di protagoniste sia sviluppato discretamente, mancano totalmente le premesse a tutto ciò, infatti i personaggi paiono totalmente estraniati dal contesto in cui vivono e, nonostante ciò, soffrono grandemente all'idea di separarsi da questo stesso contesto. Le reazioni successive sono a mio avviso ridicole - le ragazze paiono dare di matto alla storia dell'anima e hanno invece una reazione molto più pacata sulla verità delle streghe, cosa per altro scontata.
Altra pecca della serie è l'eccessiva linearità e la totale mancanza di colpi di scena, il che porta a una prevedibilità frustrante del proseguire degli eventi.
Inoltre vorrei far notare che un po' di violenza e la morte di qualche personaggio non portano un'opera a considerarsi matura. Semmai è la crudezza e il realismo psicologico a permettere a una serie di fregiarsi di quel titolo, e nell'anime in questione quest'ultima è di qualità piuttosto bassa.
Ho apprezzato l'atmosfera alienante delle fasi centrali della serie e la disperazione emotiva dei personaggi, tuttavia, come già detto, questa non è granché motivata se si considera che ciò che la motiverebbe viene scoperto dopo il debordare di Miki Sayaka.
Infine, devo dire di essere stato terribilmente deluso dagli ultimi quattro episodi, che a mio avviso rovinano quel poco di bello che si era riusciti a imbastire: una conclusione rapida che pare messa su tanto per forzare un finale, con un buonismo che distrugge quella serietà che si era creata e toglie tutta la tragicità alla serie.
Per concludere, questo è un titolo di cui consiglio la visione solo perché emerge dal mare della mediocrità nella quale gli anime affondano da parecchi anni, tuttavia non è una serie che brillerà nel firmamento delle grandi opere da ricordare.
E un ultimo consiglio per tutti coloro che considerano quest'opera lo Zarathustra degli anime che ha mostrato la verità sulla crudeltà del mondo: se volete qualcosa di maturo, cinico e di qualità, andate a leggervi manga di autori come Mohiro Kitoh (Narutaru, Le Ali di Vendemmiarie, ecc.), guardate i lungometraggi di Mamoru Oshii (Ghost in the Shell, Tenshi no Tamago, ecc.) o serie di Yoshitoshi Abe (Serial Experiments Lain, Haibane Renmei, ecc.), giusto per citare qualche nome celebre.
"Mahou Shoujo Madoka Magica" è una serie apparentemente per bambini, ma in realtà il target è più adulto. Qui l'animaletto che di solito è la guida delle protagoniste può rivelarsi il nemico e la ragazza antipatica potrebbe essere in realtà colei che cerca di salvare le proprie amiche; è tutto ribaltato rispetto ai soliti majokko.
I disegni cercano di sviare lo spettatore portandolo a pensare che si tratti di una serie infantile, e a contribuire c'è anche l'OP, che non lascia trasparire il vero contenuto dell'anime. Le musiche sono eccellenti, la caratterizzazione dei personaggi è buona.
Ognuno ha i suoi motivi per comportarsi in un certo modo, c'è chi decide di utilizzare il suo desiderio per gli altri e chi, dopo avere imparato dai suoi errori, decide di utilizzarli solo per sé stessa. Credo che Madoka Magica si meriti un 9 di tutto rispetto.
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A essere sincera l'unica cosa a lasciarmi un po' l'amaro in bocca è stato proprio il finale, perché è incerto e non è quello che mi aspettavo. Mi viene da pensare che Madoka avrebbe potuto usare il suo desiderio per fare qualcosa di più, visto che avrebbe potuto esprimere qualunque richiesta. Non si sa se considerarlo un lieto fine o meno; nell'ultima scena sembra quasi che l'unica sopravvissuta (forse per poco) sia Homura, ma non si capisce se il desiderio di Madoka ha portato davvero a conseguenze disastrose o no. Purtroppo non credo che qualcuno ci toglierà questi dubbi con una seconda serie, e tutto sommato è meglio così, perché rischierebbe di rovinare un ottimo anime.
I disegni cercano di sviare lo spettatore portandolo a pensare che si tratti di una serie infantile, e a contribuire c'è anche l'OP, che non lascia trasparire il vero contenuto dell'anime. Le musiche sono eccellenti, la caratterizzazione dei personaggi è buona.
Ognuno ha i suoi motivi per comportarsi in un certo modo, c'è chi decide di utilizzare il suo desiderio per gli altri e chi, dopo avere imparato dai suoi errori, decide di utilizzarli solo per sé stessa. Credo che Madoka Magica si meriti un 9 di tutto rispetto.
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</b>A essere sincera l'unica cosa a lasciarmi un po' l'amaro in bocca è stato proprio il finale, perché è incerto e non è quello che mi aspettavo. Mi viene da pensare che Madoka avrebbe potuto usare il suo desiderio per fare qualcosa di più, visto che avrebbe potuto esprimere qualunque richiesta. Non si sa se considerarlo un lieto fine o meno; nell'ultima scena sembra quasi che l'unica sopravvissuta (forse per poco) sia Homura, ma non si capisce se il desiderio di Madoka ha portato davvero a conseguenze disastrose o no. Purtroppo non credo che qualcuno ci toglierà questi dubbi con una seconda serie, e tutto sommato è meglio così, perché rischierebbe di rovinare un ottimo anime.
"Mahou shoujo ★ Madoka Magika" è una serie innovativa che posso paragonare solamente a Evangelion. Inoltre, raramente ho visto un finale così soddisfacente: è un 10 pieno, non c'è dubbio. Senza spoilerare la trama, posso dire che quest'opera è estremamente curata nelle musiche, che sono riuscitissime, e nell'intreccio, che dosa i colpi di scena sapientemente.
A mio avviso la serie è assolutamente da vedere: chi conosce il genere majokko perché ha visto Sailor Moon o ricorda Creamy, comincerà a vederlo con un pizzico di nostalgia e resterà sorpreso dal capovolgimento sistematico e graduale dei cliché del genere.
A mio avviso la serie è assolutamente da vedere: chi conosce il genere majokko perché ha visto Sailor Moon o ricorda Creamy, comincerà a vederlo con un pizzico di nostalgia e resterà sorpreso dal capovolgimento sistematico e graduale dei cliché del genere.
Si tratta sicuramente dell'anime più innovativo degli ultimi anni, anche se, a mio avviso, la componente majokko è trattata solo come un pretesto quasi scherzoso per affrontare la storia, quindi non saprei fino a che punto si può considerare uno stravolgimento del genere. Come già detto da molti l'inquietudine che pervade l'intera serie non si presenta sin da subito, ma solo in un secondo momento ci si accorge di cosa si sta guardando.
Alcuni dicono che l'anime cerca solo il colpo di scena episodio dopo episodio, e per fare ciò non fa altro che torturare le ragazze ogni puntata, io, ovviamente, non sono d'accordo. Vi è, infatti, un unico elemento di tortura psicologica, che è l'unico colpo di scena dell'intero show, che è la natura del contratto stipulato fra Kyubey e le ragazze, tutto il resto è conseguenza diretta dello stesso. Il finale è ottimo, non cade nel melenso né nella tragedia più cupa, e rimane, inoltre, fedele alla trama e al clima della serie.
Consigliato a tutti.
Alcuni dicono che l'anime cerca solo il colpo di scena episodio dopo episodio, e per fare ciò non fa altro che torturare le ragazze ogni puntata, io, ovviamente, non sono d'accordo. Vi è, infatti, un unico elemento di tortura psicologica, che è l'unico colpo di scena dell'intero show, che è la natura del contratto stipulato fra Kyubey e le ragazze, tutto il resto è conseguenza diretta dello stesso. Il finale è ottimo, non cade nel melenso né nella tragedia più cupa, e rimane, inoltre, fedele alla trama e al clima della serie.
Consigliato a tutti.
Madoka è una timida ragazza delle medie, che vive felicemente le sue giornate con la sua famigliola e le sue due migliori amiche.
Un giorno una nuova studentessa si trasferisce nella classe di Madoka e la avvicina chiedendole di rimanere sempre se stessa. Poche ore più tardi le due ragazze si rivedranno, mentre Madoka tenta di salvare Kyubey (una specie di furetto/gatto parlante) dalla studentessa trasferita, che tenta in tutti i modi di ucciderlo. Entrambi verranno salvati da Mami, una ragazza dotata di poteri magici, e in seguito Kyubey chiederà a Madoka se sia disposta a diventare una ragazza magica. In cambio Kyubey esaudirà per lei un desiderio.
Questo anime ha la grande peculiarità di avere stravolto completamente il genere Majokko: le prime due puntate creano l'illusione di narrare una qualunque storia di maghette, ma dalla terza si comprende veramente la natura di quest'opera. La tensione che questo anime riesce ad infondere è incredibile, soprattutto se unita all'animazione e al chara design, che ispireranno spesso tenerezza. Questa combinazione provoca dei piacevoli sbalzi di atmosfera, catapultando lo spettatore senza il minimo preavviso in una situazione di tensione e angoscia.
Le tematiche dell'anime sono spesso profonde e analizzano la differenza fra ciò che è effettivamente il bene e il male, il cui confine non è sempre chiaro, come in altri Majokko.
L'animazione a me è piaciuta molto, ma, trattandosi di uno stile molto particolare, potrebbe non piacere a tutti.
Le musiche sono molto azzeccate, opera di Kajiura Yuki, una delle migliori compositrici sulla piazza. Per capire meglio che atmosfera vige in Madoka, consiglio di vedere la ending dell'anime.
Ho dato un nove sulla fiducia, poiché in Giappone, a causa delle recenti catastrofi, la messa in onda dell'anime è stata sospesa per via dei suoi contenuti forti. Mancano ancora due episodi, prima di vedere il finale.
Un giorno una nuova studentessa si trasferisce nella classe di Madoka e la avvicina chiedendole di rimanere sempre se stessa. Poche ore più tardi le due ragazze si rivedranno, mentre Madoka tenta di salvare Kyubey (una specie di furetto/gatto parlante) dalla studentessa trasferita, che tenta in tutti i modi di ucciderlo. Entrambi verranno salvati da Mami, una ragazza dotata di poteri magici, e in seguito Kyubey chiederà a Madoka se sia disposta a diventare una ragazza magica. In cambio Kyubey esaudirà per lei un desiderio.
Questo anime ha la grande peculiarità di avere stravolto completamente il genere Majokko: le prime due puntate creano l'illusione di narrare una qualunque storia di maghette, ma dalla terza si comprende veramente la natura di quest'opera. La tensione che questo anime riesce ad infondere è incredibile, soprattutto se unita all'animazione e al chara design, che ispireranno spesso tenerezza. Questa combinazione provoca dei piacevoli sbalzi di atmosfera, catapultando lo spettatore senza il minimo preavviso in una situazione di tensione e angoscia.
Le tematiche dell'anime sono spesso profonde e analizzano la differenza fra ciò che è effettivamente il bene e il male, il cui confine non è sempre chiaro, come in altri Majokko.
L'animazione a me è piaciuta molto, ma, trattandosi di uno stile molto particolare, potrebbe non piacere a tutti.
Le musiche sono molto azzeccate, opera di Kajiura Yuki, una delle migliori compositrici sulla piazza. Per capire meglio che atmosfera vige in Madoka, consiglio di vedere la ending dell'anime.
Ho dato un nove sulla fiducia, poiché in Giappone, a causa delle recenti catastrofi, la messa in onda dell'anime è stata sospesa per via dei suoi contenuti forti. Mancano ancora due episodi, prima di vedere il finale.
In genere non amo molto gli anime di majokko, questa serie però mi ha colpito davvero piacevolmente per diverse idee al suo interno.
Sebbene graficamente possa apparire all'inizio come una normalissima serie di maghette riesce ad avere molti spunti originali. I combattimenti tra maghette e streghe sono in dimensioni parallele con temi stilistici originalissimi e sempre diversi. La serie è drammatica, le maghette possono anche morire, il prezzo da pagare per essere una "puella magi" può anche essere socialmente altissimo o portare anche alla pazzia.
Non manca neanche l'animaletto che dona i poteri, ma dietro la facciata "kawaii" vi è una natura inquietante e decisamente non umana. Inoltre si aggiungono diversi colpi di scena e un mistero che viene svelato man mano nel corso della storia.
Insomma, davvero una serie molto interessante, un majokko anche psicologico che ha avuto il pregio di farmi piacere due generi che presi in disparte non ho mai molto amato: le majokko e gli anime psicologici. Consigliato quindi, è da provare!
Sebbene graficamente possa apparire all'inizio come una normalissima serie di maghette riesce ad avere molti spunti originali. I combattimenti tra maghette e streghe sono in dimensioni parallele con temi stilistici originalissimi e sempre diversi. La serie è drammatica, le maghette possono anche morire, il prezzo da pagare per essere una "puella magi" può anche essere socialmente altissimo o portare anche alla pazzia.
Non manca neanche l'animaletto che dona i poteri, ma dietro la facciata "kawaii" vi è una natura inquietante e decisamente non umana. Inoltre si aggiungono diversi colpi di scena e un mistero che viene svelato man mano nel corso della storia.
Insomma, davvero una serie molto interessante, un majokko anche psicologico che ha avuto il pregio di farmi piacere due generi che presi in disparte non ho mai molto amato: le majokko e gli anime psicologici. Consigliato quindi, è da provare!
Ero indecisa sul recensire questo anime, siccome non è ancora finito ed io sono solita recensire un'opera solo alla sua conclusione, ma leggendo certe recensioni qui ho deciso di dire la mia, anche perché mi sembra che molti non abbiano davvero centrato il punto di Madoka Magica. Massimo rispetto per la loro opinione, sia chiaro, ma permettetemi anche di dire la mia.
<b>ATTENZIONE SPOILER!</b>
La trama la racconterò molto in breve, perché tanti altri l'hanno già esposta. Madoka, una normalissima e timida studentessa, salva uno strano animaletto, Kyubey (QB) da un'altra strana ragazza, una studentessa da poco trasferitasi nella sua classe. L'animaletto propone a lei e ad una sua amica di diventare delle "magical girls" in cambio del vedersi esaudito un loro desiderio, anche il più impossibile.
Già dopo il secondo episodio ho pensato "questo sembra un anime per chi come me ha amato le maghette e continua ad amarle, ma ormai è cresciuto e vuole maggiore profondità". Madoka esaudisce questa esigenza. Il majokko solitamente ha ruoli molto definiti e netti, bene e male sono distinti, le combattenti non hanno dubbi e non sempre pagano il prezzo della loro scelta.
In Madoka Magica, le ragazze affrontano le conseguenze delle loro azioni: colei che diventa maghetta per curare il suo amore malato poi affronterà il dolore di non poterlo rivelare al ragazzo e la beffa di vederselo portato via.
Forse la morte di uno dei personaggi più positivi nel terzo episodio è il meno: però ci mostra che il combattimento può davvero portare alla morte. Non so voi, ma io non l'avevo mai davvero visto in altri anime di maghette, se non in casi eccezionali.
La trasformazione in maghetta comporta di fatto l'essere trasformate in creature non umane che devono combattere sempre per sopravvivere.
Il nemico poi, non è forse ciò che sembra e il tenero animaletto forse non è affatto lì per aiutare le ragazze.
E infine c'è l'incertezza di Madoka, che si rende conto che rinunciare alla sua umanità per sempre richiede un desiderio molto importante. È meglio desiderare per sé stessi o per gli altri?
<b>FINE SPOILER</b>
Lo stile grafico è particolare, rasenta l'animazione sperimentale. I personaggi kawaii stonano con gli argomenti cupi trattati. Come stile può non piacere, ma io esorto tutti ad andare oltre, poiché la storia per me merita.
Le musiche sono di Kajuura Yuki, il che significa garanzia certa di qualità. Se la Yuuki fa una colonna sonora, state certi che non si tratta di un anime da ragazzine. Il suo stile è di certo particolare e può non piacere, ma personalmente devo ancora trovare una persona che mi dica che non la sopporta.
Finora ho visto 8 episodi e muoio dalla voglia di andare avanti con la visione, cosa che non mi capitava più da molto tempo.
Voto finale 9. Storia non banale, reinterpretazione del genere a mio parere riuscitissima. Sconsigliata a chi è troppo giovane per apprezzarne la complessità (c'è un'età per tutto) e chi non ama l'animazione "sperimentale". Se la serie si mantiene ai livelli di queste 8 puntate, sarà una delle migliori che io abbia visto in questo ultimo anno.
<b>ATTENZIONE SPOILER!</b>
La trama la racconterò molto in breve, perché tanti altri l'hanno già esposta. Madoka, una normalissima e timida studentessa, salva uno strano animaletto, Kyubey (QB) da un'altra strana ragazza, una studentessa da poco trasferitasi nella sua classe. L'animaletto propone a lei e ad una sua amica di diventare delle "magical girls" in cambio del vedersi esaudito un loro desiderio, anche il più impossibile.
Già dopo il secondo episodio ho pensato "questo sembra un anime per chi come me ha amato le maghette e continua ad amarle, ma ormai è cresciuto e vuole maggiore profondità". Madoka esaudisce questa esigenza. Il majokko solitamente ha ruoli molto definiti e netti, bene e male sono distinti, le combattenti non hanno dubbi e non sempre pagano il prezzo della loro scelta.
In Madoka Magica, le ragazze affrontano le conseguenze delle loro azioni: colei che diventa maghetta per curare il suo amore malato poi affronterà il dolore di non poterlo rivelare al ragazzo e la beffa di vederselo portato via.
Forse la morte di uno dei personaggi più positivi nel terzo episodio è il meno: però ci mostra che il combattimento può davvero portare alla morte. Non so voi, ma io non l'avevo mai davvero visto in altri anime di maghette, se non in casi eccezionali.
La trasformazione in maghetta comporta di fatto l'essere trasformate in creature non umane che devono combattere sempre per sopravvivere.
Il nemico poi, non è forse ciò che sembra e il tenero animaletto forse non è affatto lì per aiutare le ragazze.
E infine c'è l'incertezza di Madoka, che si rende conto che rinunciare alla sua umanità per sempre richiede un desiderio molto importante. È meglio desiderare per sé stessi o per gli altri?
<b>FINE SPOILER</b>
Lo stile grafico è particolare, rasenta l'animazione sperimentale. I personaggi kawaii stonano con gli argomenti cupi trattati. Come stile può non piacere, ma io esorto tutti ad andare oltre, poiché la storia per me merita.
Le musiche sono di Kajuura Yuki, il che significa garanzia certa di qualità. Se la Yuuki fa una colonna sonora, state certi che non si tratta di un anime da ragazzine. Il suo stile è di certo particolare e può non piacere, ma personalmente devo ancora trovare una persona che mi dica che non la sopporta.
Finora ho visto 8 episodi e muoio dalla voglia di andare avanti con la visione, cosa che non mi capitava più da molto tempo.
Voto finale 9. Storia non banale, reinterpretazione del genere a mio parere riuscitissima. Sconsigliata a chi è troppo giovane per apprezzarne la complessità (c'è un'età per tutto) e chi non ama l'animazione "sperimentale". Se la serie si mantiene ai livelli di queste 8 puntate, sarà una delle migliori che io abbia visto in questo ultimo anno.
Madoka Magika, dal titolo suona molto un prodotto carezzevole e felice in tutti i sensi. In realtà non è altro che un anime ingannatorio, dietro la cui maschera si cela quell'animo perverso di Gen Urubochi che ha già, con la sua penna, deliziato diversi lettori con le sue opere controverse.
Trama stringata quanto possibile: Madoka è una ragazza come tante, va a scuola, chiacchiera con le amiche etc. Salva per caso un animaletto, tale Kyubei, che la sprona a diventare una maghetta e quindi a realizzare anche un suo desiderio per diventarla. Ciò che Kyubei nasconde è un mondo composto da esseri malvagi che attraggono le persone comuni per ucciderle e divenire così delle Streghe, che le maghette devono combattere e sconfiggere per diventare più forti e salvare il mondo.
Ovvio, con premesse simili quanti anime o manga avrete già sentito o anche visto. E invece, ciò che all'apparenza può sembrare un nuovo Card Captor Sakura o anche una specie di Sailor Moon, si rivela essere un prodotto dai toni cupi e dark, venature horror e personaggi ambigui, alcuni freddi e distaccati, ossessionati dalla gelosia verso gli altri. I nemici sono cattivi, ma veramente, in grado di uccidere in maniera truculenta i propri avversari; la responsabilità che una persona si porta per essere una maghetta è impensabilmente più alta della norma; le conseguenze a tutto ciò si riportano al fisico e alla psiche dei protagonisti.
Corredato totalmente da una colonna sonora incalzante e geniale in molte delle sue tracce, da una eccellente renderizzazione degli sfondi e dei colori e da animazioni degne di nota, la SHAFT ama il suo lavoro e si vede, sfornando ancora una volta un prodotto ben più che meritevole.
Trama stringata quanto possibile: Madoka è una ragazza come tante, va a scuola, chiacchiera con le amiche etc. Salva per caso un animaletto, tale Kyubei, che la sprona a diventare una maghetta e quindi a realizzare anche un suo desiderio per diventarla. Ciò che Kyubei nasconde è un mondo composto da esseri malvagi che attraggono le persone comuni per ucciderle e divenire così delle Streghe, che le maghette devono combattere e sconfiggere per diventare più forti e salvare il mondo.
Ovvio, con premesse simili quanti anime o manga avrete già sentito o anche visto. E invece, ciò che all'apparenza può sembrare un nuovo Card Captor Sakura o anche una specie di Sailor Moon, si rivela essere un prodotto dai toni cupi e dark, venature horror e personaggi ambigui, alcuni freddi e distaccati, ossessionati dalla gelosia verso gli altri. I nemici sono cattivi, ma veramente, in grado di uccidere in maniera truculenta i propri avversari; la responsabilità che una persona si porta per essere una maghetta è impensabilmente più alta della norma; le conseguenze a tutto ciò si riportano al fisico e alla psiche dei protagonisti.
Corredato totalmente da una colonna sonora incalzante e geniale in molte delle sue tracce, da una eccellente renderizzazione degli sfondi e dei colori e da animazioni degne di nota, la SHAFT ama il suo lavoro e si vede, sfornando ancora una volta un prodotto ben più che meritevole.
<b>[Attenzione, questa recensione contiene spoiler!]</b>
"L'anime della stagione!!!11one!".
Sì, certo... a casa vostra.
Ma procediamo per gradi:
- Se nel mondo accadono fattacci di cronaca, suicidi e altra roba correlata alla morte di un persona, è colpa delle streghe.
- Per combattere queste fantomatiche streghe ci sono delle maghette.
- Kyubey, un incrocio malriuscito fra un gatto e un pokémon di quinta generazione, recluta delle bambine per farle diventare maghette e quindi combattere le streghe prima citate.
- Le maghette combattono le streghe, vincono, perdono, solita roba vista e rivista.
Ma cos'è che fa gridare al miracolo? Proprio non lo so.
A quanto pare, e ripeto "a quanto pare", nel terzo episodio è presente una scena abbastanza cruda (che poi non si vede niente, si intuisce dalle immagini, ma non c'è niente di splatter), dove una delle maghette muore masticata dal mostro-strega. E finalmente, aggiungerei.
Cioè, tutto qui? Possiamo anche infilarci il fatto che i combattimenti avvengono in delle sorta di dimensioni parallele, al confine tra sogno e fantasia, riprendendo certi stilemi da una categoria di anime che sono considerati d'autore.
Mi spiego meglio: in queste dimensioni a parte, viene adoperato un complesso lavoro di animazione, dove vengono inseriti oggetti reali, creature stramboidi, atmosfere eteree e a tratti psichedeliche. Cose già viste e apprezzate, per esempio, in cortometraggi come Deathtic 4, Moondrive o in opere varie di Masaaki Yuuasa, cortometraggi dai significati sottili, che vanno ricercati in una attente visione e che impegnano intellettualmente lo spettatore. In parole povere: corti d'autore. Ecco, queste tecniche d'animazione da cortometraggio d'autore hanno un senso se usate, appunto, per i cortometraggi.
Invece, farcire Mahou shoujo ★ Madoka Magika di tali effetti, mi sembra solamente un becero tentativo di affibbiare alla serie quella parvenza di capolavoro autoriale, di animazione artistica che, secondo me, si sposa malissimo con la trama di fondo.
Certo, è presente il tema della morte... e quindi? Solo perché per una volta muore anche una delle protagoniste - se così poteva essere chiamata - non vuol dire mica che abbiamo di fronte una serie matura come non mai. In altri majokko muoiono i nemici, nessuno si commuove. Si sacrifica qualcuno dei protagonisti, viene ucciso l'amichetto ecc. e tutti che consumano fazzoletti a chili, che acclamano la presunta maturità dell'opera. Mah!
Avrei voluto mettere 0, ma non è contemplato.
Avrei voluto mettere 1, ma qualcosa di buono, in fondo in fondo, c'è: gli occhi delle bimbette (perché sono bimbette, non ragazzine) sono disegnati in maniera diversa rispetto al solito cliché loli-moe e tutto ciò che riguarda questo pattume di design dell'animazione giapponese, mi piace questo tratto "matitesco", da disegno; secondo punto a favore, la Mahou shoujo bionda con la faccia perennemente ebete è morta, un personaggio inutile in meno; infine, il lavoro di animazione gradevole, ma totalmente fuori posto con la trama di fondo. Secondo me.
Quindi, boh, un 4 pieno. Una serie che ho visto solo perché in molti ne parlavano in maniera entusiasta, sette episodi visti a sforzo (nella speranza che arrivasse la fatidica scintilla che mi accendesse l'interesse, ma niente) e che sconsiglio a chiunque, anche al mio peggior nemico.
"L'anime della stagione!!!11one!".
Sì, certo... a casa vostra.
Ma procediamo per gradi:
- Se nel mondo accadono fattacci di cronaca, suicidi e altra roba correlata alla morte di un persona, è colpa delle streghe.
- Per combattere queste fantomatiche streghe ci sono delle maghette.
- Kyubey, un incrocio malriuscito fra un gatto e un pokémon di quinta generazione, recluta delle bambine per farle diventare maghette e quindi combattere le streghe prima citate.
- Le maghette combattono le streghe, vincono, perdono, solita roba vista e rivista.
Ma cos'è che fa gridare al miracolo? Proprio non lo so.
A quanto pare, e ripeto "a quanto pare", nel terzo episodio è presente una scena abbastanza cruda (che poi non si vede niente, si intuisce dalle immagini, ma non c'è niente di splatter), dove una delle maghette muore masticata dal mostro-strega. E finalmente, aggiungerei.
Cioè, tutto qui? Possiamo anche infilarci il fatto che i combattimenti avvengono in delle sorta di dimensioni parallele, al confine tra sogno e fantasia, riprendendo certi stilemi da una categoria di anime che sono considerati d'autore.
Mi spiego meglio: in queste dimensioni a parte, viene adoperato un complesso lavoro di animazione, dove vengono inseriti oggetti reali, creature stramboidi, atmosfere eteree e a tratti psichedeliche. Cose già viste e apprezzate, per esempio, in cortometraggi come Deathtic 4, Moondrive o in opere varie di Masaaki Yuuasa, cortometraggi dai significati sottili, che vanno ricercati in una attente visione e che impegnano intellettualmente lo spettatore. In parole povere: corti d'autore. Ecco, queste tecniche d'animazione da cortometraggio d'autore hanno un senso se usate, appunto, per i cortometraggi.
Invece, farcire Mahou shoujo ★ Madoka Magika di tali effetti, mi sembra solamente un becero tentativo di affibbiare alla serie quella parvenza di capolavoro autoriale, di animazione artistica che, secondo me, si sposa malissimo con la trama di fondo.
Certo, è presente il tema della morte... e quindi? Solo perché per una volta muore anche una delle protagoniste - se così poteva essere chiamata - non vuol dire mica che abbiamo di fronte una serie matura come non mai. In altri majokko muoiono i nemici, nessuno si commuove. Si sacrifica qualcuno dei protagonisti, viene ucciso l'amichetto ecc. e tutti che consumano fazzoletti a chili, che acclamano la presunta maturità dell'opera. Mah!
Avrei voluto mettere 0, ma non è contemplato.
Avrei voluto mettere 1, ma qualcosa di buono, in fondo in fondo, c'è: gli occhi delle bimbette (perché sono bimbette, non ragazzine) sono disegnati in maniera diversa rispetto al solito cliché loli-moe e tutto ciò che riguarda questo pattume di design dell'animazione giapponese, mi piace questo tratto "matitesco", da disegno; secondo punto a favore, la Mahou shoujo bionda con la faccia perennemente ebete è morta, un personaggio inutile in meno; infine, il lavoro di animazione gradevole, ma totalmente fuori posto con la trama di fondo. Secondo me.
Quindi, boh, un 4 pieno. Una serie che ho visto solo perché in molti ne parlavano in maniera entusiasta, sette episodi visti a sforzo (nella speranza che arrivasse la fatidica scintilla che mi accendesse l'interesse, ma niente) e che sconsiglio a chiunque, anche al mio peggior nemico.
Un anime di maghette. Ecco cosa sembra da fuori. Non fatevi assolutamente ingannare dalle apparenze. Questo anime ingannatore è in realtà un interessante mix di innovazione ed atmosfere inquietanti che spiazzano letteralmente lo spettatore.
L'input sembra essere sempre lo stesso: una dolce ragazzina, Madoka, che dall'incontro con un simpatico animaletto, Kyubey, acquista magici poteri. Ma da subito l'anime si discosta dagli stereotipi. Prima di tutto Kyubey è un personaggio davvero inquietante, che sembra sfruttare senza rimorsi o tristezza le ragazze a cui dona i poteri, vedendole morire senza batter ciglio. Eh si, perché una delle maggiori novità è proprio questa: i personaggi muoiono davvero e quelli che sopravvivono sono tormentati dalla solitudine e dalla paura della morte. Le protagoniste capiscono che non si tratta solo di combattere il male con costumini infiocchettati ma è letteralmente cercare di sopravvivere. Il male che devono combattere è davvero suggestivo: streghe che vivono in mondi di pazzia davvero surreali e che cercano di portare al suicidio le persone più deboli.
Questo anime davvero particolare, lo consiglio davvero vivamente: guardatelo e godetevelo nello stupore che vi provocherà. Alla fine di ogni episodio non potrete che esserne soddisfatti e pensare di avere fra le mani qualcosa di finalmente diverso ed innovativo. Secondo me sarà una delle serie dell'anno.
L'input sembra essere sempre lo stesso: una dolce ragazzina, Madoka, che dall'incontro con un simpatico animaletto, Kyubey, acquista magici poteri. Ma da subito l'anime si discosta dagli stereotipi. Prima di tutto Kyubey è un personaggio davvero inquietante, che sembra sfruttare senza rimorsi o tristezza le ragazze a cui dona i poteri, vedendole morire senza batter ciglio. Eh si, perché una delle maggiori novità è proprio questa: i personaggi muoiono davvero e quelli che sopravvivono sono tormentati dalla solitudine e dalla paura della morte. Le protagoniste capiscono che non si tratta solo di combattere il male con costumini infiocchettati ma è letteralmente cercare di sopravvivere. Il male che devono combattere è davvero suggestivo: streghe che vivono in mondi di pazzia davvero surreali e che cercano di portare al suicidio le persone più deboli.
Questo anime davvero particolare, lo consiglio davvero vivamente: guardatelo e godetevelo nello stupore che vi provocherà. Alla fine di ogni episodio non potrete che esserne soddisfatti e pensare di avere fra le mani qualcosa di finalmente diverso ed innovativo. Secondo me sarà una delle serie dell'anno.
AVVERTENZE: questa serie non è quel che può sembrare.
Ripeto: NON e quel che può SEMBRARE.
Se ciò che vi aspettate è la solita storiella fatta di trasformazioni carine, buoni sentimenti e tanta allegria, STATENE ALLA LARGA, forse vi toglierò l'effetto sorpresa, ma davvero, qui di allegra c'è solo la sigla iniziale, che col suo fanservice abbastanza spinto cerca di tenere alla larga dalla visione il pubblico più giovane e più sensibile. Dentro la serie di fanservice non ce n'è, ma tanto, tanto approfondimento psicologico, drammi umani, senso di responsabilità e epicità. Insomma, tutto ciò che in questo genere di animazione si vede difficilmente, per questo vi avviso: se volete qualcosa di allegro e spensierato, rivolgetevi altrove, se cercate invece qualcosa di psicologicamente accattivante e di tenore più alto, allora provate a vedere i primi due episodi per decidere da voi se è il caso di proseguirne la visione.
Se i disegni sono qui visibili, un appunto sulla regia: specialmente nel primo episodio cerca di creare inquadrature molto particolari, estranee a ciò che si vede negli anime. Le animazioni sono ottime, e decisamente insolite in alcuni frangenti, buona la recitazione e la scelta dei doppiatori, e le musiche sono nella media.
Insomma, consigliato a chi vuole vedere qualcosa di diverso, sconsigliato a chi si fa attrarre solo dalle immagini.
Ripeto: NON e quel che può SEMBRARE.
Se ciò che vi aspettate è la solita storiella fatta di trasformazioni carine, buoni sentimenti e tanta allegria, STATENE ALLA LARGA, forse vi toglierò l'effetto sorpresa, ma davvero, qui di allegra c'è solo la sigla iniziale, che col suo fanservice abbastanza spinto cerca di tenere alla larga dalla visione il pubblico più giovane e più sensibile. Dentro la serie di fanservice non ce n'è, ma tanto, tanto approfondimento psicologico, drammi umani, senso di responsabilità e epicità. Insomma, tutto ciò che in questo genere di animazione si vede difficilmente, per questo vi avviso: se volete qualcosa di allegro e spensierato, rivolgetevi altrove, se cercate invece qualcosa di psicologicamente accattivante e di tenore più alto, allora provate a vedere i primi due episodi per decidere da voi se è il caso di proseguirne la visione.
Se i disegni sono qui visibili, un appunto sulla regia: specialmente nel primo episodio cerca di creare inquadrature molto particolari, estranee a ciò che si vede negli anime. Le animazioni sono ottime, e decisamente insolite in alcuni frangenti, buona la recitazione e la scelta dei doppiatori, e le musiche sono nella media.
Insomma, consigliato a chi vuole vedere qualcosa di diverso, sconsigliato a chi si fa attrarre solo dalle immagini.