Gosick
È un'opera molto particolare... abbiamo una prima parte della storia molto blanda e tranquilla, andando avanti la trama continua a infittirsi sempre di più, portando la componente di mistero e suspense ad un livello veramente alto.
Considererei quest'opera come una fusione tra un giallo e un anime romantico, credo che -indipendentemente da come lo si guarda- possa stupire per la sua complessità. Il comparto grafico è degno, ma non lo definirei ai livelli di opere con dietro budget immensi, anche se -in ogni caso- non avendo come obbiettivo quello di stupire lo spettatore con effetti particolari credo che sia apprezzabilissimo.
Ci tengo a notificare che verso la fine potrebbe esserci qualche scena un po' forte, ma a parte questo credo che sia un anime che possa essere guardato ed apprezzato da tutti.
Preparatevi per un'opera in cui non sempre tutto è ciò che sembra!
Considererei quest'opera come una fusione tra un giallo e un anime romantico, credo che -indipendentemente da come lo si guarda- possa stupire per la sua complessità. Il comparto grafico è degno, ma non lo definirei ai livelli di opere con dietro budget immensi, anche se -in ogni caso- non avendo come obbiettivo quello di stupire lo spettatore con effetti particolari credo che sia apprezzabilissimo.
Ci tengo a notificare che verso la fine potrebbe esserci qualche scena un po' forte, ma a parte questo credo che sia un anime che possa essere guardato ed apprezzato da tutti.
Preparatevi per un'opera in cui non sempre tutto è ciò che sembra!
Non è facile scrivere questa recensione perché questo anime convince e non convince.
Praticamente è una storia d'amore, in cui l'amore si sente solo nelle ultime puntate, inizialmente è molto morto, infatti si può dire che l'anime inizia dal episodio 17/18 perché inizialmente è tutto un preambolo, detto ciò io reputo comunque essere carino, non l'anime della vita nel genere in cui è inserito, ma sicuramente un'anime che ha anche scelto una difficile era in cui collocarsi.
Io amo molto quel genere di animazioni e disegni, quindi questo è un voto a favore, ma si sente la mancanza di moltissimi dettagli che se ci fossero stati avrebbero reso l'anime tutta un'altra cosa; come, ad esempio, alcuni personaggi un po' vuoti o il contesto a volte non molto chiaro. Detto ciò comunque non mi sentirei di dire che è brutto in nessun modo, ma nemmeno che sia magnifico.
Sicuramente sono veramente belli questi tipi di disegni e animazioni, e bellissima è Victorique e bellissime sono le altre ragazze!
E solo la parte finale vale la sufficienza, perché alla fine è una bella storia d'amore con un finale che comunque mi ha lasciato un qualcosa! Opening degna di nota.
Praticamente è una storia d'amore, in cui l'amore si sente solo nelle ultime puntate, inizialmente è molto morto, infatti si può dire che l'anime inizia dal episodio 17/18 perché inizialmente è tutto un preambolo, detto ciò io reputo comunque essere carino, non l'anime della vita nel genere in cui è inserito, ma sicuramente un'anime che ha anche scelto una difficile era in cui collocarsi.
Io amo molto quel genere di animazioni e disegni, quindi questo è un voto a favore, ma si sente la mancanza di moltissimi dettagli che se ci fossero stati avrebbero reso l'anime tutta un'altra cosa; come, ad esempio, alcuni personaggi un po' vuoti o il contesto a volte non molto chiaro. Detto ciò comunque non mi sentirei di dire che è brutto in nessun modo, ma nemmeno che sia magnifico.
Sicuramente sono veramente belli questi tipi di disegni e animazioni, e bellissima è Victorique e bellissime sono le altre ragazze!
E solo la parte finale vale la sufficienza, perché alla fine è una bella storia d'amore con un finale che comunque mi ha lasciato un qualcosa! Opening degna di nota.
Nel 2011 Studio Bones decide di cimentarsi in un prodotto dallo stampo sovrannaturale-fantastico, una vicenda ambientata a partire dal 1924 e dagli avvenimenti storici non pertinenti alla realtà, modificati ad arte per imbastire un contesto che facesse da pericolante palcoscenico per un’avventura da cui, viste le premesse, ci si sarebbe potuto attendere molto di più.
A cavallo della situazione bellica più drammatica dei tempi moderni, l’attenzione della trama si concentra a Saubure, una piccola, immaginaria nazione al confine fra Francia, Italia e Svizzera, nel bel mezzo delle Alpi. In questo luogo inesistente, ma suggestivo si trova l’istituto “Santa Margherita”, una scuola dedicata esclusivamente a nobili rampolli: un edificio esageratamente elegante tanto da ricordare l’architettura vasta, abbracciante e solenne di Versailles, circondata da ettari di prati e colline, protetta dalle granitiche vette alpine ed eretta nei pressi di due torri più antiche (una delle due trasformata in sontuosa, massiccia biblioteca verticale dal misterioso sapore barocco). Questo istituto è frequentato da Kujo, figlio di militari giapponesi, venuto a Saubure – paese alleato del sol levante – per una formazione di tutto rispetto che lo dovrà catapultare, almeno così da programmi, nel futuro mondo aristocratico.
All'interno della smisurata, contorta, babilonica torre circolare adibita a biblioteca (dagli interni indecifrabili, le scaffalature concentriche, le scale a spirale e dai collegamenti che ricordano vagamente le ingannevoli prospettive Escheriane), vive pigramente – ben accorta dal non mostrarsi al resto degli studenti – una ragazzina di nome Victorique, creatura dall’aspetto fragile ma austero, dalla carnagione pallida, gli occhi che ricordano due limpidi smeraldi colpiti dal sole mattutino, i lunghissimi capelli biondi e lisci come seta, lo sguardo impassibile e la falsa aria da nobildonna di fine ottocento. La giovane - vera protagonista della vicenda assieme a Kujo - è solita indossare abiti ricercati dai sottili ricami gotici che rievocano un tardo barocco merlettato, un appeal apparentemente complicato che non rassegna tuttavia alcuna originalità, facendola apparire come l’ennesima “gothic lolita” generata dallo sconfinato, malizioso universo di fantasie nipponiche, un copia-incolla di trend già visti, tsundere senza mezzi termini, animata da un caratteraccio volubile ed insopportabile, ma capace di sfoggiare uno spirito di deduzione quasi alieno, correlato da un acuto – anzi, sarebbe il caso di dire sconvolgente – intelletto.
Le vibrazioni alla “Rozen Maiden” che la giovane emana svaniscono leste non appena l’anime tenta di decollare, proponendosi con una narrativa investigativo-poliziesca, una sorta di giallo che strizza l’occhio al sovrannaturale senza tuffarsi realmente in esso. I casi da sbrogliare, l’evoluzione della trama e i progressi di questa si sviluppano in brevi archi narrativi di due o tre episodi a volta, dove man mano vengono presentati tutti i personaggi secondari a partire da Cecile, insegnante dell’accademia imbranata e infantile, una delle figure più insulse ed insopportabili di tutta la storia tanto quanto la sua voce da gallina strozzata: un’altra sorta di stereotipo adoperato dagli sceneggiatori come pallido tentativo di comicità, atto a smorzare le tensioni e le criticità delle vicende – spesso piacevolmente cupe e pervase da un thrilling appena abbozzato - che, a conti fatti, fallisce miseramente.
Se Cecile non funziona né come macchietta né come spalla a cui i protagonisti cercheranno di appoggiarsi, di tutt'altro stampo è Grevil, che per quanto d’aspetto risulti assurdo ed improbabile, finisce per rivelarsi il personaggio migliore di tutto l’anime: vestito elegantemente di bianco, dal ridicolo ed esagerato ciuffo biondo, si manifesta immantinente presentandosi come l’investigatore più rinomato di Saubure nonché ispettore di polizia del paese, anche se in seguito si scoprirà avere ben più segreti e scheletri nell’armadio di quanto si possa immaginare.
L’incipit fin troppo vago non riesce subito ad indirizzare lo spettatore verso una chiara direzione, e nonostante la piacevole presentazione dei personaggi principali, si comprende ben poco di come funzioni l’accademia.
A traino dei primi, farraginosi minuti però, il primo arco narrativo ci getta rapidamente nel mezzo dell’azione, così repentinamente da apparire un’inversione di rotta sia sbrigativa - come se ci fosse una qualche necessità di travolgere lo spettatore con eventi eclatanti, - sia inaspettatamente gradevole. La prima parte della storia ricerca quindi principalmente colpi di scena a breve termine, procede masticando situazioni concitate che la portano a trasformarsi in un giallo-thriller dai toni oscuri e minacciosi, dove sangue e macabri decessi non vengono risparmiati. Sebbene la poca chiarezza di alcuni passaggi sia atta a celare determinati punti cruciali che saranno svelati più avanti, la sensazione che ogni enigma sia proposto dapprima ad arte - con le giuste dosi di intrigo, mistero, suspense e inquietudine, - e poi si risolva in modi fin troppo banali o quasi illogici, si fa strada nella mente dello spettatore in maniera ripetuta e fastidiosa.
I casi da risolvere in cui, per un motivo o per l’altro, Kujo e Victorique vengono coinvolti, sono ben scritti ed egregiamente presentati, ma in risoluzione si rivelano di tanto in tanto semplici o poco credibili; fortunatamente tutto ciò non risulta una costante, ma nemmeno una rarità.
Se lo si osserva con distacco, Gosick si distingue, come anticipato, alla stregua di un prodotto investigativo dagli inevitabili toni sovrannaturali, capace sicuramente di attingere a piene mani dalle brillanti idee di Agatha Christie e soprattutto dal genio di Sir Arthur Conan Doyle, il tutto intrecciato ad un quadro storico in cui si sospetta che qualcosa di sconvolgente e drammatico (ed in parte ovvio) stia per accadere. Man mano che la storia si evolve, ecco emergere elementi storici differenti, complotti segreti, misteri trasversali ai noti eventi annoverati su tutti i libri di scuola; tutto ciò rende il prodotto decisamente intrigante e misterioso, invoglia il proseguo della visione per scoprirne l’esito, e crea una decisa aspettativa per una seconda parte in cui ci si aspetta un crescendo corposo e risolutivo.
Il vero punto debole di Gosick sta proprio nel non rispettare appieno tali premesse. Lo svolgimento dei misteri-thriller dei primi archi narrativi risulta generalmente altalenante, mai vertiginoso, se non in rarissime occasioni. Come dinanzi accennato, gli enigmi finiscono spesso per risolversi in ritagli d’elementare investigazione (che sembrano apparire ancora più semplici a causa della spiccata intelligenza di Victorique), ma il leit-motiv è sempre lo stesso: la trama manca di quella intrigante complessità e di quei picchi d’adrenalina che sembrano costantemente essere dietro l’angolo… ma mai si manifestano.
Altra pecca è una ridondanza narrativa di alcune vicende che parrebbero funzionali allo svolgersi della trama, ma che col senno di poi si rivelano uno sbiadito companatico.
Artisticamente discreto, Gosick si rivela un’esperienza visiva di spicco. Ad accompagnare le pieghe e i merletti di vesti ricercate vi sono spesso sfondi curati e prospettive di stampo quasi cinematografico. L’opening risulta godibile ma non indimenticabile, ricca di ricami in cui si respira il sapore di un’art-nouveau bagnata da un neo-gotico modaiolo e anacronistico; differente è la caratura della colonna sonora, di altissimo livello, capace di instillare inquietudine e cupi presagi durante l’arco di tutta la serie. I brani più profondi e sinistri rievocano tetre atmosfere di un thriller d’autore, il tutto tinto da elementi che suggeriscono un sovrannaturale imminente ma mai esplicito, mentre i brani più elaborati e melodici risultano toccanti ed indimenticabili.
Spesso la mimica dei personaggi risulta accentuata per marcare in modo netto reazioni ed emozioni anche se la qualità d’animazione non appare sempre impeccabile, ma si tratta di pecche di poco conto, quando si va a pesare il tutto sulla bilancia delle valutazioni.
La seconda metà dell’anime ha un netto miglioramento globale. Si percepiscono le vibrazioni del celeberrimo Fullmetal Alchemist a cui Gosick si ispira per un breve arco, ponte narrativo che permette di intrecciare diverbi e dubbi etici di un certo spessore, per poi scollinare per andare a concludersi sullo sfondo di quel che sarà il tanto atteso secondo conflitto mondiale.
Sebbene Saubure sembri un regno ispirato al principato monegasco ma dalle sfumature franco-austriache, nonostante gli spunti presi da numerosi romanzi gialli e thriller di fama immortale, e a fronte di una storia d’amore appena accennata e poco coinvolgente, il risultato finale ha il sapore di qualcosa di inconcluso, realizzato in maniera più che sufficiente ma che non riesce mai a decollare come avrebbe probabilmente meritato.
Consigliato a chi ama le storie d’investigazione con un tocco di sovrannaturale senza troppe pretese.
Dieci pieno all’acconciatura di Grevil.
A cavallo della situazione bellica più drammatica dei tempi moderni, l’attenzione della trama si concentra a Saubure, una piccola, immaginaria nazione al confine fra Francia, Italia e Svizzera, nel bel mezzo delle Alpi. In questo luogo inesistente, ma suggestivo si trova l’istituto “Santa Margherita”, una scuola dedicata esclusivamente a nobili rampolli: un edificio esageratamente elegante tanto da ricordare l’architettura vasta, abbracciante e solenne di Versailles, circondata da ettari di prati e colline, protetta dalle granitiche vette alpine ed eretta nei pressi di due torri più antiche (una delle due trasformata in sontuosa, massiccia biblioteca verticale dal misterioso sapore barocco). Questo istituto è frequentato da Kujo, figlio di militari giapponesi, venuto a Saubure – paese alleato del sol levante – per una formazione di tutto rispetto che lo dovrà catapultare, almeno così da programmi, nel futuro mondo aristocratico.
All'interno della smisurata, contorta, babilonica torre circolare adibita a biblioteca (dagli interni indecifrabili, le scaffalature concentriche, le scale a spirale e dai collegamenti che ricordano vagamente le ingannevoli prospettive Escheriane), vive pigramente – ben accorta dal non mostrarsi al resto degli studenti – una ragazzina di nome Victorique, creatura dall’aspetto fragile ma austero, dalla carnagione pallida, gli occhi che ricordano due limpidi smeraldi colpiti dal sole mattutino, i lunghissimi capelli biondi e lisci come seta, lo sguardo impassibile e la falsa aria da nobildonna di fine ottocento. La giovane - vera protagonista della vicenda assieme a Kujo - è solita indossare abiti ricercati dai sottili ricami gotici che rievocano un tardo barocco merlettato, un appeal apparentemente complicato che non rassegna tuttavia alcuna originalità, facendola apparire come l’ennesima “gothic lolita” generata dallo sconfinato, malizioso universo di fantasie nipponiche, un copia-incolla di trend già visti, tsundere senza mezzi termini, animata da un caratteraccio volubile ed insopportabile, ma capace di sfoggiare uno spirito di deduzione quasi alieno, correlato da un acuto – anzi, sarebbe il caso di dire sconvolgente – intelletto.
Le vibrazioni alla “Rozen Maiden” che la giovane emana svaniscono leste non appena l’anime tenta di decollare, proponendosi con una narrativa investigativo-poliziesca, una sorta di giallo che strizza l’occhio al sovrannaturale senza tuffarsi realmente in esso. I casi da sbrogliare, l’evoluzione della trama e i progressi di questa si sviluppano in brevi archi narrativi di due o tre episodi a volta, dove man mano vengono presentati tutti i personaggi secondari a partire da Cecile, insegnante dell’accademia imbranata e infantile, una delle figure più insulse ed insopportabili di tutta la storia tanto quanto la sua voce da gallina strozzata: un’altra sorta di stereotipo adoperato dagli sceneggiatori come pallido tentativo di comicità, atto a smorzare le tensioni e le criticità delle vicende – spesso piacevolmente cupe e pervase da un thrilling appena abbozzato - che, a conti fatti, fallisce miseramente.
Se Cecile non funziona né come macchietta né come spalla a cui i protagonisti cercheranno di appoggiarsi, di tutt'altro stampo è Grevil, che per quanto d’aspetto risulti assurdo ed improbabile, finisce per rivelarsi il personaggio migliore di tutto l’anime: vestito elegantemente di bianco, dal ridicolo ed esagerato ciuffo biondo, si manifesta immantinente presentandosi come l’investigatore più rinomato di Saubure nonché ispettore di polizia del paese, anche se in seguito si scoprirà avere ben più segreti e scheletri nell’armadio di quanto si possa immaginare.
L’incipit fin troppo vago non riesce subito ad indirizzare lo spettatore verso una chiara direzione, e nonostante la piacevole presentazione dei personaggi principali, si comprende ben poco di come funzioni l’accademia.
A traino dei primi, farraginosi minuti però, il primo arco narrativo ci getta rapidamente nel mezzo dell’azione, così repentinamente da apparire un’inversione di rotta sia sbrigativa - come se ci fosse una qualche necessità di travolgere lo spettatore con eventi eclatanti, - sia inaspettatamente gradevole. La prima parte della storia ricerca quindi principalmente colpi di scena a breve termine, procede masticando situazioni concitate che la portano a trasformarsi in un giallo-thriller dai toni oscuri e minacciosi, dove sangue e macabri decessi non vengono risparmiati. Sebbene la poca chiarezza di alcuni passaggi sia atta a celare determinati punti cruciali che saranno svelati più avanti, la sensazione che ogni enigma sia proposto dapprima ad arte - con le giuste dosi di intrigo, mistero, suspense e inquietudine, - e poi si risolva in modi fin troppo banali o quasi illogici, si fa strada nella mente dello spettatore in maniera ripetuta e fastidiosa.
I casi da risolvere in cui, per un motivo o per l’altro, Kujo e Victorique vengono coinvolti, sono ben scritti ed egregiamente presentati, ma in risoluzione si rivelano di tanto in tanto semplici o poco credibili; fortunatamente tutto ciò non risulta una costante, ma nemmeno una rarità.
Se lo si osserva con distacco, Gosick si distingue, come anticipato, alla stregua di un prodotto investigativo dagli inevitabili toni sovrannaturali, capace sicuramente di attingere a piene mani dalle brillanti idee di Agatha Christie e soprattutto dal genio di Sir Arthur Conan Doyle, il tutto intrecciato ad un quadro storico in cui si sospetta che qualcosa di sconvolgente e drammatico (ed in parte ovvio) stia per accadere. Man mano che la storia si evolve, ecco emergere elementi storici differenti, complotti segreti, misteri trasversali ai noti eventi annoverati su tutti i libri di scuola; tutto ciò rende il prodotto decisamente intrigante e misterioso, invoglia il proseguo della visione per scoprirne l’esito, e crea una decisa aspettativa per una seconda parte in cui ci si aspetta un crescendo corposo e risolutivo.
Il vero punto debole di Gosick sta proprio nel non rispettare appieno tali premesse. Lo svolgimento dei misteri-thriller dei primi archi narrativi risulta generalmente altalenante, mai vertiginoso, se non in rarissime occasioni. Come dinanzi accennato, gli enigmi finiscono spesso per risolversi in ritagli d’elementare investigazione (che sembrano apparire ancora più semplici a causa della spiccata intelligenza di Victorique), ma il leit-motiv è sempre lo stesso: la trama manca di quella intrigante complessità e di quei picchi d’adrenalina che sembrano costantemente essere dietro l’angolo… ma mai si manifestano.
Altra pecca è una ridondanza narrativa di alcune vicende che parrebbero funzionali allo svolgersi della trama, ma che col senno di poi si rivelano uno sbiadito companatico.
Artisticamente discreto, Gosick si rivela un’esperienza visiva di spicco. Ad accompagnare le pieghe e i merletti di vesti ricercate vi sono spesso sfondi curati e prospettive di stampo quasi cinematografico. L’opening risulta godibile ma non indimenticabile, ricca di ricami in cui si respira il sapore di un’art-nouveau bagnata da un neo-gotico modaiolo e anacronistico; differente è la caratura della colonna sonora, di altissimo livello, capace di instillare inquietudine e cupi presagi durante l’arco di tutta la serie. I brani più profondi e sinistri rievocano tetre atmosfere di un thriller d’autore, il tutto tinto da elementi che suggeriscono un sovrannaturale imminente ma mai esplicito, mentre i brani più elaborati e melodici risultano toccanti ed indimenticabili.
Spesso la mimica dei personaggi risulta accentuata per marcare in modo netto reazioni ed emozioni anche se la qualità d’animazione non appare sempre impeccabile, ma si tratta di pecche di poco conto, quando si va a pesare il tutto sulla bilancia delle valutazioni.
La seconda metà dell’anime ha un netto miglioramento globale. Si percepiscono le vibrazioni del celeberrimo Fullmetal Alchemist a cui Gosick si ispira per un breve arco, ponte narrativo che permette di intrecciare diverbi e dubbi etici di un certo spessore, per poi scollinare per andare a concludersi sullo sfondo di quel che sarà il tanto atteso secondo conflitto mondiale.
Sebbene Saubure sembri un regno ispirato al principato monegasco ma dalle sfumature franco-austriache, nonostante gli spunti presi da numerosi romanzi gialli e thriller di fama immortale, e a fronte di una storia d’amore appena accennata e poco coinvolgente, il risultato finale ha il sapore di qualcosa di inconcluso, realizzato in maniera più che sufficiente ma che non riesce mai a decollare come avrebbe probabilmente meritato.
Consigliato a chi ama le storie d’investigazione con un tocco di sovrannaturale senza troppe pretese.
Dieci pieno all’acconciatura di Grevil.
Attenzione: la recensione contiene spoiler
Anime davvero bello, interessante, intrigante, coinvolgente, dolcissimo e triste allo stesso tempo.
Quest'opera è davvero ottima dall'inizio alla fine, un anime davvero ben fatto e congegnato, pensato e curato fin nei minimi dettagli, con un finale davvero emozionante; ottimi tutti i misteri e gli intrighi presenti in tutta la serie, quelli dei mini archi sono intuibili e ci si può arrivare mentre il grande mistero è davvero contorto ed articolato e svelato passo passo, episodio dopo episodio.
La trama inizialmente sembra molto semplice e lineare, Kujo incontra Victorique e se ne innamora, svolgono delle indagini su vari misteri e casi di polizia ed iniziano a raccogliere informazioni sul passato di Victorique e sugli intrighi politici del regno, tutto lineare fino a quando la trama non comincia a ramificarsi, tra passato e presente per poi giungere dopo tre episodi finali davvero emozionanti ad un insperato lieto fine.
I personaggi hanno un buon character design e sono caratterizzati discretamente mentre per quello che riguarda i due protagonisti: loro sono davvero ben caratterizzati anche sotto l'aspetto psicologico insieme a pochi altri; davvero un ottimo lavoro.
Il comparto tecnico è davvero buono, con animazioni fluide e piacevoli, senza cali di frame rate, sublime il comparto audio con delle Soundtrack davvero belle ed azzeccate, le quali danno una marcia in più per l'apprezzamento di tutto l'anime.
In conclusione un ottimo anime davvero bello ed intricato su una storia d'amore piuttosto unica.
Anime davvero bello, interessante, intrigante, coinvolgente, dolcissimo e triste allo stesso tempo.
Quest'opera è davvero ottima dall'inizio alla fine, un anime davvero ben fatto e congegnato, pensato e curato fin nei minimi dettagli, con un finale davvero emozionante; ottimi tutti i misteri e gli intrighi presenti in tutta la serie, quelli dei mini archi sono intuibili e ci si può arrivare mentre il grande mistero è davvero contorto ed articolato e svelato passo passo, episodio dopo episodio.
La trama inizialmente sembra molto semplice e lineare, Kujo incontra Victorique e se ne innamora, svolgono delle indagini su vari misteri e casi di polizia ed iniziano a raccogliere informazioni sul passato di Victorique e sugli intrighi politici del regno, tutto lineare fino a quando la trama non comincia a ramificarsi, tra passato e presente per poi giungere dopo tre episodi finali davvero emozionanti ad un insperato lieto fine.
I personaggi hanno un buon character design e sono caratterizzati discretamente mentre per quello che riguarda i due protagonisti: loro sono davvero ben caratterizzati anche sotto l'aspetto psicologico insieme a pochi altri; davvero un ottimo lavoro.
Il comparto tecnico è davvero buono, con animazioni fluide e piacevoli, senza cali di frame rate, sublime il comparto audio con delle Soundtrack davvero belle ed azzeccate, le quali danno una marcia in più per l'apprezzamento di tutto l'anime.
In conclusione un ottimo anime davvero bello ed intricato su una storia d'amore piuttosto unica.
"Gosick" è ambientato in un Europa del primo dopoguerra, un dopoguerra un po' alterato. Siamo infatti nel 1924, nel regno di Saubre (inventato) tra Francia e Italia. Ambientato in un’accademia d’elite, i protagonisti saranno Victoire, che vive da autoreclusa nella torre della biblioteca della scuola ed un giovane studente giapponese, venuto a studiare all’estero. Date le grandi capacità investigative di Victoire e il suo carattere impossibile, si potrebbe pensare ad una storia analoga alla “biblioteca mistica di Dantalian” ambientato oltretutto nello stesso periodo. O ad una sorta di "Detective Conan" . Invece non sarà così. I vari casi risolti porteranno non ad una serie di storie autoconclusive, ma ad un unico, grande mosaico, un unico grande caso. Il tutto condito dalla storia d’amore complicato tra i due protagonisti, reso ancora più strano dalla presenza di una studentessa inglese anch’essa interessata al nostro. Splendido ed originale il finale. La grafica è ottima, così come la regia. Sufficienti le sigle. Una storia validissima che tocca la mente ma anche il cuore. Sarà infatti impossibile non fare alcuna riflessione su quel gran guazzabuglio del cuore umano, come direbbe il Manzoni, sul rapporto tra genitori e figli, sulla gelosia, sull’amore, sul perché diventare genitori. Una storia di formazione che ci lascerà un po' più saggi e ci farà notare come fumare la pipa non sia necessariamente un’attività esclusivamente maschile. E onore all’inimitabile professoressa giovane e iperattiva. Non per sembrare troppo generoso, ma un otto ci sta tutto.
Innanzitutto vorrei precisare che non è un horror, anzi, laddove magari c'era un'atmosfera di mistero, in cui ad esempio si parlava di un fantasma che si aggirava da qualche parte o di una fata che nessuno aveva visto e che divorava le anime, mi faceva ridere per l'ingenuità dei personaggi che ci credevano veramente. Infatti, l'anime è strettamente poliziesco e gli episodi sono collegati tra di loro, l'unico elemento che fa pensare al soprannaturale è l'intelligenza straordinaria della quindicenne Victorique (nell'anime il nome veniva pronunciato "Victorica") che risolveva i casi con tale rapidità e sicurezza, avendo a disposizione pochissime informazioni, che mi facevano pensare ad una sorta di chiaroveggenza. Ricordate "Sherlock", la serie TV del 2010? Ecco, già Sherlock esagerava con le sue deduzioni straordinarie, vedendo solo una soluzione senza altre alternative, lei è ancora più straordinaria di lui. Ed è proprio il motivo principale per cui ho dato un voto un po' basso.
I personaggi, Kujo e Victorique, creano una coppia comica in cui lui è convincente come personaggio, invece lei era... Una specie di caricatura: da una parte era intelligentissima fuori da ogni limite consentito, dall'altra non riusciva ad imparare ad essere gentile senza fare l'arrogante nei confronti di Kujo, il che fino ad un certo punto faceva ridere, ma dopo mi irritava.
Casi e il grottesco a parte, la trama stessa non lascia spazio alla noia. La storia che sta dietro a Victorique e quel poco che si viene a sapere di Kujo è molto interessante, il tutto collegato alle storie di altri personaggi che, mano a mano che gli episodi procedono, si intrecciano con le loro, crea un quadro sconvolgente, a tratti commovente. Peccato, però, che gli ultimissimi episodi siano stati creati chiaramente in fretta e furia, perché improvvisamente una ballerina diventa ninja, un uomo di punto in bianco ha un gemello e si viene a sapere che molto probabilmente c'era un triangolo amoroso (sic!), dal nulla compare un'organizzazione veneratrice di "Monstre Charmant" con un altissimo numero di seguaci, che a quanto pare è molto rilevante per lo svolgimento della storia verso il finale, ma di cui non si sa niente, a parte la leggenda e chi ci sia dietro, una ragazza ha il colore dei capelli cambiato come per magia in un altro (ok, questo è solo un dettaglio, però...), ecc.
Da quanto ho potuto scavare in Internet, certe incomprensioni suscitate durante la visione dell'anime trovano spiegazione nel manga e, a quanto pare, certe cose che appaiono nel primo, non ci sono nel secondo.
I disegni sono ben fatti, su questo non ho di che lamentarmi.
Concludendo, l'anime non è proprio da scartare se si chiude un occhio per molte cose.
I personaggi, Kujo e Victorique, creano una coppia comica in cui lui è convincente come personaggio, invece lei era... Una specie di caricatura: da una parte era intelligentissima fuori da ogni limite consentito, dall'altra non riusciva ad imparare ad essere gentile senza fare l'arrogante nei confronti di Kujo, il che fino ad un certo punto faceva ridere, ma dopo mi irritava.
Casi e il grottesco a parte, la trama stessa non lascia spazio alla noia. La storia che sta dietro a Victorique e quel poco che si viene a sapere di Kujo è molto interessante, il tutto collegato alle storie di altri personaggi che, mano a mano che gli episodi procedono, si intrecciano con le loro, crea un quadro sconvolgente, a tratti commovente. Peccato, però, che gli ultimissimi episodi siano stati creati chiaramente in fretta e furia, perché improvvisamente una ballerina diventa ninja, un uomo di punto in bianco ha un gemello e si viene a sapere che molto probabilmente c'era un triangolo amoroso (sic!), dal nulla compare un'organizzazione veneratrice di "Monstre Charmant" con un altissimo numero di seguaci, che a quanto pare è molto rilevante per lo svolgimento della storia verso il finale, ma di cui non si sa niente, a parte la leggenda e chi ci sia dietro, una ragazza ha il colore dei capelli cambiato come per magia in un altro (ok, questo è solo un dettaglio, però...), ecc.
Da quanto ho potuto scavare in Internet, certe incomprensioni suscitate durante la visione dell'anime trovano spiegazione nel manga e, a quanto pare, certe cose che appaiono nel primo, non ci sono nel secondo.
I disegni sono ben fatti, su questo non ho di che lamentarmi.
Concludendo, l'anime non è proprio da scartare se si chiude un occhio per molte cose.
<b>Attenzione: la seguente recensione contiene spoiler</b>
Strana è la storia umana, ancor più strano è il crearsi degli avvenimenti che porteranno allo sviluppo e o consolidamento delle società che faranno proprio questa.
Ogni società umana documentata e conosciuta oggi ha sempre presentato una caratteristica eguale alle altre; distinzioni sociali dovute al flusso informativo, e alla qualità di esso, che circolava tra le varie "classi". E, altro elemento comune, c'è sempre stato anche un processo che porta inesorabilmente alla estinzione, e quindi fine, o riformazione, della società, cioè quello di una sempre maggiore divulgazione. Grazie a Internet, oggi, possiamo vedere questo processo in tutto il suo splendore, osservare come faccia cambiare, passo dopo passo, le società odierne, avviando il mondo in nuova era. Positiva? Negativa? a questa domanda non ho risposta, so solo che l'informazione circolerà tra individuo e individuo sempre più veloce. Grazie proprio a questo fenomeno è nato e cresciuto sempre più l'interesse per le conoscenze antiche, il cosiddetto "occulto", l'esoterismo e vari tipi di psicologie. E a questo punto arrivo a parlare dell'anime.
"Gosick", anime del 2011, adattato dall'omonimo manga Sakuya Amano, è esattamente uno dei frutti di quel processo appena descritto. Esso, infatti, tenta di riunire un sacco di elementi che al giorno d'oggi suscitano interesse (civiltà antiche che possedevano abilità o tecnologie elevate, organizzazioni segrete etc...) creando, alla fine dei conti, un autentico (quasi) disastro.
Devo scrivere in piena sincerità che tra riti "settari" inventati dall'autore ma che vogliono sembrare, nessuno sa come, esoterici, mini-storie un po' insensate (basti vedere la prima, quella che ha luogo sulla nave, per farsi un sacco di domande, come, ad esempio, il motivo dell'assassino di uccidere: soldi? Favori? Il puro e sadico gusto di versar sangue altrui? Mai verrà spiegato), e atteggiamenti di certi personaggi un pochino irritanti (in primis il padre della protagonista), ho terminato la visione alla diciassettesima puntata avendo, non lo nascondo, il latte alle ginocchia. Tanta carne gettata sulla brace ma, come ho letto in altre recensioni scritte da utenti che invece, al contrario di me, hanno guardato tutte le puntate, mai nessuna viene cotta, anche solo al sangue con una leggera scottatina. Le curiosità che possono sorgere nello spettatore non vengono soddisfate da nessuna risposta nel corso dell'opera; cos'è la "fontana della saggezza"? Perché Victorique costringe, come punizione, il fratellastro a farsi i capelli nel modo in cui li ha? Non aveva già accettato di non sposare la sua amata? Cos'è che cerca davvero il padre di Victorique? Fama storica? Potere? Conoscenza? Un mondo migliore seppur costruito con mezzi molto discutibili? E cosa c'entra in tutto questo sua figlia? Cosa vuole ottenere da lei? Cosa può dargli?
Sperando di riuscire a sgarbugliare la trama sono andato avanti, ma poi, di fronte alla amara verità che in realtà stava divenendo solo più complessa, ho rinunciato.
La cosa che è sicuramente più criticabile è il fatto che lo sviluppo del rapporto tra Victorique e Kazuya, i due protagonisti, cosa, credo normale nei rapporti umani, sia totalmente assente. "Totalmente" è inteso in senso strettamente letterale. Infatti, fin dalla seconda puntata, mi sono trovato imbarazzato nel guardare ed ascoltare l'accumulo di frasi ad effetto sulle profonde amicizie da Kazuya rivolte verso una ragazza che non ha conosciuto nemmeno da quarantotto ore.
La trama non verrà descritta poiché è perlopiù formata dalle mini-storie e tentare di scrivere di quella principale, cercando di essere un po' più dettagliato in confronto alla descrizione della scheda del sito, sarebbe fare uno spoiler completo in tutto e per tutto.
I disegni sono molto curati, d'apprezzare il fatto che, siccome la storia si svolge in una nazione fittizia in Europa (piuttosto simile alla Svizzera, aggiungerei), non ci sono altri giapponesi in giro tranne il protagonista (attenzione da gradire particolarmente poiché in molti altri titoli nipponici, seppur ambientati in altre terre diverse da quella del Sol Levante, si trovano, comunque, solo giapponesi). Il sapiente uso dei colori e l'effetto di luci e ombre conferisce all'opera un'aria per l'appunto "gotica". Dovere è quello di far notare l'accurato vestiario di Victorique, che, tra merletti e fini cuciture, riesce a conquistare, specie se si è un amante del moe di cui lei è il trionfo vivente (figurativamente scrivendo). Peccato che questa creatività e accuratezza vengano limitati solo alla protagonista, lasciando gli altri più o meno con gli stessi vestiti. La musica non mi ha particolarmente colpito, ma sono gusti puramente soggettivi, se si vuole avere un'opinione al riguardo non si può far altro che ascoltare.
In definitiva, "Gosick" è un anime che consiglio agli amanti del genere steampunk, avvertendo, però, che potrebbero non trovare esattamente gli elementi che caratterizzano tale genere ma solo una leggera atmosfera.Ai fan di "Detective Conan", consiglio di andare avanti e cercare altrove se desiderano vedere un anime giallo, lo stesso per gli amanti dell'orrore o del poliziesco, poiché esso sembra offrire tutto ciò ma in verità non lo fa per niente.
Concludo la recensione aggiungendo che se non bastano di certo elementi che possiamo definire pure "nuovi" per fare di un opera d'arte un capolavoro, "Gosick" ne è l'esempio lampante.
Strana è la storia umana, ancor più strano è il crearsi degli avvenimenti che porteranno allo sviluppo e o consolidamento delle società che faranno proprio questa.
Ogni società umana documentata e conosciuta oggi ha sempre presentato una caratteristica eguale alle altre; distinzioni sociali dovute al flusso informativo, e alla qualità di esso, che circolava tra le varie "classi". E, altro elemento comune, c'è sempre stato anche un processo che porta inesorabilmente alla estinzione, e quindi fine, o riformazione, della società, cioè quello di una sempre maggiore divulgazione. Grazie a Internet, oggi, possiamo vedere questo processo in tutto il suo splendore, osservare come faccia cambiare, passo dopo passo, le società odierne, avviando il mondo in nuova era. Positiva? Negativa? a questa domanda non ho risposta, so solo che l'informazione circolerà tra individuo e individuo sempre più veloce. Grazie proprio a questo fenomeno è nato e cresciuto sempre più l'interesse per le conoscenze antiche, il cosiddetto "occulto", l'esoterismo e vari tipi di psicologie. E a questo punto arrivo a parlare dell'anime.
"Gosick", anime del 2011, adattato dall'omonimo manga Sakuya Amano, è esattamente uno dei frutti di quel processo appena descritto. Esso, infatti, tenta di riunire un sacco di elementi che al giorno d'oggi suscitano interesse (civiltà antiche che possedevano abilità o tecnologie elevate, organizzazioni segrete etc...) creando, alla fine dei conti, un autentico (quasi) disastro.
Devo scrivere in piena sincerità che tra riti "settari" inventati dall'autore ma che vogliono sembrare, nessuno sa come, esoterici, mini-storie un po' insensate (basti vedere la prima, quella che ha luogo sulla nave, per farsi un sacco di domande, come, ad esempio, il motivo dell'assassino di uccidere: soldi? Favori? Il puro e sadico gusto di versar sangue altrui? Mai verrà spiegato), e atteggiamenti di certi personaggi un pochino irritanti (in primis il padre della protagonista), ho terminato la visione alla diciassettesima puntata avendo, non lo nascondo, il latte alle ginocchia. Tanta carne gettata sulla brace ma, come ho letto in altre recensioni scritte da utenti che invece, al contrario di me, hanno guardato tutte le puntate, mai nessuna viene cotta, anche solo al sangue con una leggera scottatina. Le curiosità che possono sorgere nello spettatore non vengono soddisfate da nessuna risposta nel corso dell'opera; cos'è la "fontana della saggezza"? Perché Victorique costringe, come punizione, il fratellastro a farsi i capelli nel modo in cui li ha? Non aveva già accettato di non sposare la sua amata? Cos'è che cerca davvero il padre di Victorique? Fama storica? Potere? Conoscenza? Un mondo migliore seppur costruito con mezzi molto discutibili? E cosa c'entra in tutto questo sua figlia? Cosa vuole ottenere da lei? Cosa può dargli?
Sperando di riuscire a sgarbugliare la trama sono andato avanti, ma poi, di fronte alla amara verità che in realtà stava divenendo solo più complessa, ho rinunciato.
La cosa che è sicuramente più criticabile è il fatto che lo sviluppo del rapporto tra Victorique e Kazuya, i due protagonisti, cosa, credo normale nei rapporti umani, sia totalmente assente. "Totalmente" è inteso in senso strettamente letterale. Infatti, fin dalla seconda puntata, mi sono trovato imbarazzato nel guardare ed ascoltare l'accumulo di frasi ad effetto sulle profonde amicizie da Kazuya rivolte verso una ragazza che non ha conosciuto nemmeno da quarantotto ore.
La trama non verrà descritta poiché è perlopiù formata dalle mini-storie e tentare di scrivere di quella principale, cercando di essere un po' più dettagliato in confronto alla descrizione della scheda del sito, sarebbe fare uno spoiler completo in tutto e per tutto.
I disegni sono molto curati, d'apprezzare il fatto che, siccome la storia si svolge in una nazione fittizia in Europa (piuttosto simile alla Svizzera, aggiungerei), non ci sono altri giapponesi in giro tranne il protagonista (attenzione da gradire particolarmente poiché in molti altri titoli nipponici, seppur ambientati in altre terre diverse da quella del Sol Levante, si trovano, comunque, solo giapponesi). Il sapiente uso dei colori e l'effetto di luci e ombre conferisce all'opera un'aria per l'appunto "gotica". Dovere è quello di far notare l'accurato vestiario di Victorique, che, tra merletti e fini cuciture, riesce a conquistare, specie se si è un amante del moe di cui lei è il trionfo vivente (figurativamente scrivendo). Peccato che questa creatività e accuratezza vengano limitati solo alla protagonista, lasciando gli altri più o meno con gli stessi vestiti. La musica non mi ha particolarmente colpito, ma sono gusti puramente soggettivi, se si vuole avere un'opinione al riguardo non si può far altro che ascoltare.
In definitiva, "Gosick" è un anime che consiglio agli amanti del genere steampunk, avvertendo, però, che potrebbero non trovare esattamente gli elementi che caratterizzano tale genere ma solo una leggera atmosfera.Ai fan di "Detective Conan", consiglio di andare avanti e cercare altrove se desiderano vedere un anime giallo, lo stesso per gli amanti dell'orrore o del poliziesco, poiché esso sembra offrire tutto ciò ma in verità non lo fa per niente.
Concludo la recensione aggiungendo che se non bastano di certo elementi che possiamo definire pure "nuovi" per fare di un opera d'arte un capolavoro, "Gosick" ne è l'esempio lampante.
Ho intrapreso la visione di "Gosick" senza troppe aspettative, sia perché sono capitato per caso sulla sua scheda, e prima non ne avevo mai sentito parlare, sia per il fatto che il genere poliziesco/mistero non è esattamente quello che preferisco, ma fortunatamente mi sono bastate poche puntate per capire che i miei timori erano infondati e le mie supposizioni completamente sbagliate.
La storia è ambientata nel 1924 a Saubre, un Paese immaginario collocato tra Francia, Svizzera e Italia; più precisamente ci troviamo alla St. Marguerite Academy, una scuola che raccoglie figli di aristocratici o persone politicamente influenti da tutto il mondo, e sulla quale sono nate molte leggende e storie dell'orrore. Tutto inizia quando Kazuya Kujou, uno studente giapponese appena trasferito e con grandi difficoltà a socializzare, incontra Victorique de Blois, una ragazzina bionda dalla pelle tanto candida da sembrare una bambola, tenuta segregata in cima alla torre della biblioteca. Sin dal primo incontro Kujou capisce che Victorique è dotata di un'intelligenza e di un intuito al di fuori del normale, ma allo stesso tempo si comporta come una bambina piagnucolona. Iniziano quindi le loro avventure che li vedranno protagonisti nella risoluzione di numerosi casi riguardanti truffe, omicidi e rapimenti, fino a indagare sul tetro e misterioso passato di Victorique e della sua famiglia.
La trama è suddivisa in diversi archi narrativi brillantemente collegati fra loro. La storia procede in maniera lineare, senza intoppi e senza mai annoiare, concedendosi nel mezzo un paio di puntate a sfondo puramente scolastico necessarie per far riprendere fiato allo spettatore, regalando anche un finale intenso e inaspettatamente commovente. I misteri sui quali i protagonisti sono chiamati a indagare sono sempre curati nei minimi dettagli, e soprattutto interessanti, mai si troveranno di fronte a situazioni di poco conto.
I personaggi che ci vengono presentati non sono molti, in fondo meglio pochi ma buoni; se inizialmente i due protagonisti possono sembrare i classici stereotipi del ragazzo imbranato e della tsundere capricciosa che fa sempre di testa sua, col proseguire degli episodi questa sensazione si affievolisce sino a scomparire completamente. I personaggi secondari come Grevil, la madre di Victorique e il misterioso Brian Roscoe avranno un ruolo marginale per buona parte della serie, ma diverranno fondamentali nella seconda e più emozionante metà.
Tecnicamente è un prodotto magnifico sotto ogni punto di vista.
Graficamente è stato svolto un ottimo lavoro: il semplice e pulito design dei personaggi fa da contrasto a dei dettagliatissimi e curatissimi sfondi che ci presentano delle ambientazioni varie e meravigliose. A proposito, altro grande punto a favore di questa serie sono proprio le ambientazioni e tutti quei dettagli che ricalcano perfettamente il periodo storico in cui è stata inserita la vicenda, come la cura per i vestiti e per la rappresentazione della città o i riferimenti al ministero dell'occulto, che in quegli anni rivestiva realmente un ruolo importante per gran parte delle nazioni europee.
Ottimo anche il comparto sonoro, che colpisce sin dall'inizio presentandoci una delle più belle opening che mi sia mai capitato di ascoltare, e che continua su alti livelli durante tutta la serie.
Come se non bastassero, mi sorge spontaneo sottolineare quello che, a mio avviso, si è rivelato essere un altro grandissimo e inaspettato pregio di questa serie, ovvero il rapporto fra i due protagonisti. Nonostante sia principalmente una storia a sfondo poliziesco, la componente sentimentale non mancherà mai di essere adeguatamente sviluppata, riuscendo infine a costruire un rapporto reciproco credibile e profondo.
Reputo "Gosick" una delle serie più intriganti e commoventi che abbia mai visto, e ne consiglio vivamente la visione a tutti; un'opera che riesce a miscelare insieme molti elementi in maniera magistrale e mai banale. Per quello che mi riguarda è un 10 sotto ogni punto di vista.
La storia è ambientata nel 1924 a Saubre, un Paese immaginario collocato tra Francia, Svizzera e Italia; più precisamente ci troviamo alla St. Marguerite Academy, una scuola che raccoglie figli di aristocratici o persone politicamente influenti da tutto il mondo, e sulla quale sono nate molte leggende e storie dell'orrore. Tutto inizia quando Kazuya Kujou, uno studente giapponese appena trasferito e con grandi difficoltà a socializzare, incontra Victorique de Blois, una ragazzina bionda dalla pelle tanto candida da sembrare una bambola, tenuta segregata in cima alla torre della biblioteca. Sin dal primo incontro Kujou capisce che Victorique è dotata di un'intelligenza e di un intuito al di fuori del normale, ma allo stesso tempo si comporta come una bambina piagnucolona. Iniziano quindi le loro avventure che li vedranno protagonisti nella risoluzione di numerosi casi riguardanti truffe, omicidi e rapimenti, fino a indagare sul tetro e misterioso passato di Victorique e della sua famiglia.
La trama è suddivisa in diversi archi narrativi brillantemente collegati fra loro. La storia procede in maniera lineare, senza intoppi e senza mai annoiare, concedendosi nel mezzo un paio di puntate a sfondo puramente scolastico necessarie per far riprendere fiato allo spettatore, regalando anche un finale intenso e inaspettatamente commovente. I misteri sui quali i protagonisti sono chiamati a indagare sono sempre curati nei minimi dettagli, e soprattutto interessanti, mai si troveranno di fronte a situazioni di poco conto.
I personaggi che ci vengono presentati non sono molti, in fondo meglio pochi ma buoni; se inizialmente i due protagonisti possono sembrare i classici stereotipi del ragazzo imbranato e della tsundere capricciosa che fa sempre di testa sua, col proseguire degli episodi questa sensazione si affievolisce sino a scomparire completamente. I personaggi secondari come Grevil, la madre di Victorique e il misterioso Brian Roscoe avranno un ruolo marginale per buona parte della serie, ma diverranno fondamentali nella seconda e più emozionante metà.
Tecnicamente è un prodotto magnifico sotto ogni punto di vista.
Graficamente è stato svolto un ottimo lavoro: il semplice e pulito design dei personaggi fa da contrasto a dei dettagliatissimi e curatissimi sfondi che ci presentano delle ambientazioni varie e meravigliose. A proposito, altro grande punto a favore di questa serie sono proprio le ambientazioni e tutti quei dettagli che ricalcano perfettamente il periodo storico in cui è stata inserita la vicenda, come la cura per i vestiti e per la rappresentazione della città o i riferimenti al ministero dell'occulto, che in quegli anni rivestiva realmente un ruolo importante per gran parte delle nazioni europee.
Ottimo anche il comparto sonoro, che colpisce sin dall'inizio presentandoci una delle più belle opening che mi sia mai capitato di ascoltare, e che continua su alti livelli durante tutta la serie.
Come se non bastassero, mi sorge spontaneo sottolineare quello che, a mio avviso, si è rivelato essere un altro grandissimo e inaspettato pregio di questa serie, ovvero il rapporto fra i due protagonisti. Nonostante sia principalmente una storia a sfondo poliziesco, la componente sentimentale non mancherà mai di essere adeguatamente sviluppata, riuscendo infine a costruire un rapporto reciproco credibile e profondo.
Reputo "Gosick" una delle serie più intriganti e commoventi che abbia mai visto, e ne consiglio vivamente la visione a tutti; un'opera che riesce a miscelare insieme molti elementi in maniera magistrale e mai banale. Per quello che mi riguarda è un 10 sotto ogni punto di vista.
Gosick è un anime del 2011, prodotto dallo studio Bones e derivato dalla Light Novel del 2003 scritta da Hazuki Sakuraba, illustrata da Hinata Takeda. Il genere di questo anime è molto particolare: un mix tra una serie poliziesca, ricca di enigmi e di misteri, e una storia di amicizia, quasi di amore, tra i due protagonisti, Kazuya Kujo, studente di origini giapponesi che si è trasferito nell'Accademia St. Marguerite, e Victorique de Blois, una ragazza così bella da "sembrare una bambola". Victorique è un personaggio assai complesso: è molto brillante e sveglia ma sembra che non voglia legar con nessuno, tanto che, anziché andare a lezione, se ne sta tutto il giorno rinchiusa in una biblioteca a leggere libri. L'ambientazione da subito all'occhio, molto bella e particolare: ci troviamo infatti nel 1924 in un piccolo paese europeo immaginario, Saubure.
Kujo è un ragazzo orientale, figlio minore di un ufficiale dell'esercito giapponese; Kazuya ha speso la sua infanzia nella gelosia, a causa dei suoi fratelli, prediletti dal padre. Kujo ha sempre fatto di tutto cercando di superarli, fino a quando capirà che suo padre non ammetterà mai le sue vere qualità.
Ma torniamo a Victorique, che io definisco un personaggio davvero ben fatto e caratterizzato, che subisce una vera e forte evoluzione psicologica con l'arrivo di Kujo: dopo aver fatto amicizia con quest'ultimo, i due passeranno i giorni a risolvere i misteri che nemmeno i detective più esperti possono risolvere. La serie si basa dunque su questi due personaggi, che indagando su diversi casi (veramente ben costruiti ed interessanti), conosceranno altre persone, e qualcosa in più sul passato di Victorique.
Mi sono innamorato di questo anime sin dal primo episodio: la trama è convolgente, ricca di suspense e colpi di scena; i personaggi sono ben caratterizzati, la musica e la scenografia sono molto belle. Migliorabile secondo me è l'opening e l'ending, che non le ho apprezzate moltissimo. Andiamo oltre al non mi è piaciuto/mi è piaciuto: questo anime è una delle serie secondo me più belle degli ultimi anni.
Forse il problema è la popolarità: nessuno mi ha consigliato la visione di questo anime, l'ho trovato io quasi per caso su animetube. Consiglio vivamente a tutti, amanti del genere e non, di guardare questa serie, che davvero sa come sorprenderti, farti piangere e sorridere. Ripeto: oltre alle mie opinioni personali, questa serie è una delle più belle degli ultimi anni, perciò il mio voto è 10.
Kujo è un ragazzo orientale, figlio minore di un ufficiale dell'esercito giapponese; Kazuya ha speso la sua infanzia nella gelosia, a causa dei suoi fratelli, prediletti dal padre. Kujo ha sempre fatto di tutto cercando di superarli, fino a quando capirà che suo padre non ammetterà mai le sue vere qualità.
Ma torniamo a Victorique, che io definisco un personaggio davvero ben fatto e caratterizzato, che subisce una vera e forte evoluzione psicologica con l'arrivo di Kujo: dopo aver fatto amicizia con quest'ultimo, i due passeranno i giorni a risolvere i misteri che nemmeno i detective più esperti possono risolvere. La serie si basa dunque su questi due personaggi, che indagando su diversi casi (veramente ben costruiti ed interessanti), conosceranno altre persone, e qualcosa in più sul passato di Victorique.
Mi sono innamorato di questo anime sin dal primo episodio: la trama è convolgente, ricca di suspense e colpi di scena; i personaggi sono ben caratterizzati, la musica e la scenografia sono molto belle. Migliorabile secondo me è l'opening e l'ending, che non le ho apprezzate moltissimo. Andiamo oltre al non mi è piaciuto/mi è piaciuto: questo anime è una delle serie secondo me più belle degli ultimi anni.
Forse il problema è la popolarità: nessuno mi ha consigliato la visione di questo anime, l'ho trovato io quasi per caso su animetube. Consiglio vivamente a tutti, amanti del genere e non, di guardare questa serie, che davvero sa come sorprenderti, farti piangere e sorridere. Ripeto: oltre alle mie opinioni personali, questa serie è una delle più belle degli ultimi anni, perciò il mio voto è 10.
La storia di Gosick intreccia molti generi diversi, dal mistero, al poliziesco, al sentimentale. Davvero notevole la narrazione, ambientata inizialmente nel 1923 nel fantasioso stato di Sabure, situato nella storia tra il Piemonte e la Francia, e che vede come protagonista Kujo Kazuya, giovane studente giapponese dell'all'Accademia St. Marguerite, ultimo figlio di un uffciale giapponese. In un paese straniero, mal visto dai suoi coetanei e dai prof. (esclusa Cecile), Kujo finirà per avvicinarsi ad una misteriosa ragazzina (in teoria anche compagna di classe), dal corpo minuto e intelligenza brillante,Victorique de Blois, che passa le sue giornate nella torre dell'orologio a leggere libri.
Grazie anche al fratello di Victorique, Grevil, della polizia di Sabure, i due (Victorique, più che altro) si ritroveranno sempr e a risolvere casi piuttosto intrigati. I casi, a metà tra horror e mistero, risultano quasi sempre molto ben riusciti, e catalizzano l'attenzione dello spettatore. Ciò che tuttavia e di principale importanza negli eventi, è la storia di Victorique stessa, che viene svelata poco alla volta e risulta essere ben fatta, dando spessore all'anime stesso. Gosick infatti, non è un semplice contenitore di casi scollegati tra loro, per mostrarci solo il genio investigativo di Victorique. Le origini della sua abilità, il suo rapporto con Kujo, e le loro interazioni con una serie discreta di personaggi secondari ben fatti (Grevil, Avril, Brian Roscoe e Cordelia) danno ampiezza narrativa alla trama, che ci racconta quindi le vicende dei due protagonisti principali sotto una veste più seria, più completa di quanto non ci si aspetti ad un primo approccio di Gosick.
Le eccellenti opening, l'ottimo character design, il fantastico doppiaggio (soprattutto di Victorique e Cordelia) rappresentano solide fondamenta a cui Gosick aggiunge una delle più belle storie anime degli ultimi anni.
Consigliatissimo a tutti
Grazie anche al fratello di Victorique, Grevil, della polizia di Sabure, i due (Victorique, più che altro) si ritroveranno sempr e a risolvere casi piuttosto intrigati. I casi, a metà tra horror e mistero, risultano quasi sempre molto ben riusciti, e catalizzano l'attenzione dello spettatore. Ciò che tuttavia e di principale importanza negli eventi, è la storia di Victorique stessa, che viene svelata poco alla volta e risulta essere ben fatta, dando spessore all'anime stesso. Gosick infatti, non è un semplice contenitore di casi scollegati tra loro, per mostrarci solo il genio investigativo di Victorique. Le origini della sua abilità, il suo rapporto con Kujo, e le loro interazioni con una serie discreta di personaggi secondari ben fatti (Grevil, Avril, Brian Roscoe e Cordelia) danno ampiezza narrativa alla trama, che ci racconta quindi le vicende dei due protagonisti principali sotto una veste più seria, più completa di quanto non ci si aspetti ad un primo approccio di Gosick.
Le eccellenti opening, l'ottimo character design, il fantastico doppiaggio (soprattutto di Victorique e Cordelia) rappresentano solide fondamenta a cui Gosick aggiunge una delle più belle storie anime degli ultimi anni.
Consigliatissimo a tutti
Gosick è un anime che coinvolge, prima di qualsiasi altra cosa.
La trama è incentrata sulla figura di Kujo Kazuya, studente giapponese che nel 1924 si trasferisce in uno stato immaginario fra le Alpi, Saubure, per studiare alla St Marguerite Academy. In questa scuola sono molto frequenti le storie dell'orrore, che sembrano piacere particolarmenti agli alunni. Proprio per via di uno di questi racconti Kujo viene chiamato "Dio della morte primaverile" e viene isolato dal resto della classe. Così finisce con il rimanere solo, fino a quando, per caso, non incontra Victorique de Blois, una sua compagna di classe che passa le giornate a leggere libri al piano più alto della biblioteca.
A quanto pare Vicorique è un genio: si diverte infatti a risolvere enigmi talmente complicati che nemmeno gli investigatori più competenti riescono a capire. Kujo inizia a seguire la ragazza nelle indagini di vari casi, ed inizialmente la storia si incentra più che altro su una serie di gialli che sembrano non essere collegati fra loro. In realtà tutto ha un senso: chi è davvero Victorique? Perché si trova all'Accademia St Marguerite e non frequenta mai le lezioni? Quale sarà la grande debolezza che si nasconde nel cuore della ragazza?
Una storia avvincente, emozionante, che ti rende partecipe degli avvenimenti. Ho visto 24 episodi in una settimana da tanto mi piaceva questo anime.
I disegni sono piacevolissimi e fatti davvero molto bene a mio parere, anche le ambientazioni e gli abiti rispecchiano bene l'epoca in cui ci troviamo e il peridoo storico. Infatti poco dopo inizierà la Seconda Guerra Mondiale, e chiaramente avrà influenze anche su Kujo e Victorique.
Concludo con il consigliarvi vivamente di guardare questo anime, anche se all'inizio potrà sembrarvi la solita storia horror-gialla incentrata sul risolvere vari casi... Ma vi assicuro che non è così, con un po' di pazienza vi ritroverete immersi in questo bellissimo mondo immaginario che è Gosick, un mondo dove per sopravvivere bisogna credere negli amici... ♥
La trama è incentrata sulla figura di Kujo Kazuya, studente giapponese che nel 1924 si trasferisce in uno stato immaginario fra le Alpi, Saubure, per studiare alla St Marguerite Academy. In questa scuola sono molto frequenti le storie dell'orrore, che sembrano piacere particolarmenti agli alunni. Proprio per via di uno di questi racconti Kujo viene chiamato "Dio della morte primaverile" e viene isolato dal resto della classe. Così finisce con il rimanere solo, fino a quando, per caso, non incontra Victorique de Blois, una sua compagna di classe che passa le giornate a leggere libri al piano più alto della biblioteca.
A quanto pare Vicorique è un genio: si diverte infatti a risolvere enigmi talmente complicati che nemmeno gli investigatori più competenti riescono a capire. Kujo inizia a seguire la ragazza nelle indagini di vari casi, ed inizialmente la storia si incentra più che altro su una serie di gialli che sembrano non essere collegati fra loro. In realtà tutto ha un senso: chi è davvero Victorique? Perché si trova all'Accademia St Marguerite e non frequenta mai le lezioni? Quale sarà la grande debolezza che si nasconde nel cuore della ragazza?
Una storia avvincente, emozionante, che ti rende partecipe degli avvenimenti. Ho visto 24 episodi in una settimana da tanto mi piaceva questo anime.
I disegni sono piacevolissimi e fatti davvero molto bene a mio parere, anche le ambientazioni e gli abiti rispecchiano bene l'epoca in cui ci troviamo e il peridoo storico. Infatti poco dopo inizierà la Seconda Guerra Mondiale, e chiaramente avrà influenze anche su Kujo e Victorique.
Concludo con il consigliarvi vivamente di guardare questo anime, anche se all'inizio potrà sembrarvi la solita storia horror-gialla incentrata sul risolvere vari casi... Ma vi assicuro che non è così, con un po' di pazienza vi ritroverete immersi in questo bellissimo mondo immaginario che è Gosick, un mondo dove per sopravvivere bisogna credere negli amici... ♥
Gosick è ambientato nel 1924 in un ipotetico paese di nome Sauville sito tra l'Italia e la Francia. Le ambientazioni passano immediatamente da quelle cupe e spaventose di un'introduzione in ottimo stile horror a quelle più consuete del "classico" collegio di lusso che riserva interessanti sorprese. Sono proprio le ambientazioni uno dei maggiori pregi di questa serie capaci di regalare un certo impatto grafico ed emotivo, davvero molto curate!
I protagonisti vengono presto in contatto tra loro ma il tutto avviene in modo abbastanza forzato e poco convincente, l'unico personaggio degno di risalto è la giovane e misteriosa Victorique de Blois, i "comprimari" risultano banalotti se non addirittura piuttosto antipatici. Durante tutto l'arco narrativo ho atteso un approfondimento sulla storia di taluni personaggi ma è stata un'attesa parzialmente vana. Certi individui andavano sviscerati meglio, la serie conta 24 episodi, il tempo per farlo ci sarebbe stato ma si è optato per dipanare la trama in modo diverso, si è scelto anche d'inserire puntate visibilmente fuori dal contesto e discretamente noiose.
Inizialmente lo schema narrativo sembra essere quello del tipico "giallo" in cui il protagonista deve risolvere una serie di misteri più o meno intriganti ma col proseguo dell'opera la trama abbandonerà i casi singoli andando a trattare approfonditamente il presente e il passato di Victorique e Kujo per poi fondersi con ciò che riguarda il passato, il presente e il futuro del regno di Sauville. Anche in questo caso a livello narrativo si sono fatte delle scelte discutibilissime, talvolta poco chiare, talvolta decisamente assurde e tutto ciò non mi ha dato l'opportunità d'immedesimarmi nella storia quanto avrei voluto fare.
Se volessimo portare un paragone a quest'opera direi che l'accostamento più appropriato potrebbe essere fatto con Spice and Wolf. Il ritmo narrativo è in qualche modo simile anche se Gosick può vantare su molta più azione e fasi meno noiose (seppur ce ne siano) in più viene abbastanza facile notare la similitudine dell'accoppiata tra ragazzo e ragazzina "particolare" che assieme vivono la loro avventura.
Gosick si fregia di essere un poliziesco (e passi) un'opera incentrata sul mistero ( lo accettiamo pacificamente) ma quando si viene a parlare di "horror" beh... direi che si esagera un tantino. Le scene a tinte horrorifiche sono a dir poco sporadiche e decisamente poco incisive.
La soundtrack può contare su due buone ost di apertura e di chiusura per il resto le musiche di sottofondo all'interno dell'opera non lasciano il segno ma anzi, passano quasi inascoltate intervenendo poco, quasi in punta di piedi.
Mi aspettavo molto di più da quest'anime.
Non ero in cerca del capolavoro ma pensavo di essere al cospetto di una delle migliori opere del 2011. Mi sbagliavo.
Le potenzialità le avrebbe anche avute ma sono stati gli sviluppi narrativi a convincermi poco e niente.
I protagonisti vengono presto in contatto tra loro ma il tutto avviene in modo abbastanza forzato e poco convincente, l'unico personaggio degno di risalto è la giovane e misteriosa Victorique de Blois, i "comprimari" risultano banalotti se non addirittura piuttosto antipatici. Durante tutto l'arco narrativo ho atteso un approfondimento sulla storia di taluni personaggi ma è stata un'attesa parzialmente vana. Certi individui andavano sviscerati meglio, la serie conta 24 episodi, il tempo per farlo ci sarebbe stato ma si è optato per dipanare la trama in modo diverso, si è scelto anche d'inserire puntate visibilmente fuori dal contesto e discretamente noiose.
Inizialmente lo schema narrativo sembra essere quello del tipico "giallo" in cui il protagonista deve risolvere una serie di misteri più o meno intriganti ma col proseguo dell'opera la trama abbandonerà i casi singoli andando a trattare approfonditamente il presente e il passato di Victorique e Kujo per poi fondersi con ciò che riguarda il passato, il presente e il futuro del regno di Sauville. Anche in questo caso a livello narrativo si sono fatte delle scelte discutibilissime, talvolta poco chiare, talvolta decisamente assurde e tutto ciò non mi ha dato l'opportunità d'immedesimarmi nella storia quanto avrei voluto fare.
Se volessimo portare un paragone a quest'opera direi che l'accostamento più appropriato potrebbe essere fatto con Spice and Wolf. Il ritmo narrativo è in qualche modo simile anche se Gosick può vantare su molta più azione e fasi meno noiose (seppur ce ne siano) in più viene abbastanza facile notare la similitudine dell'accoppiata tra ragazzo e ragazzina "particolare" che assieme vivono la loro avventura.
Gosick si fregia di essere un poliziesco (e passi) un'opera incentrata sul mistero ( lo accettiamo pacificamente) ma quando si viene a parlare di "horror" beh... direi che si esagera un tantino. Le scene a tinte horrorifiche sono a dir poco sporadiche e decisamente poco incisive.
La soundtrack può contare su due buone ost di apertura e di chiusura per il resto le musiche di sottofondo all'interno dell'opera non lasciano il segno ma anzi, passano quasi inascoltate intervenendo poco, quasi in punta di piedi.
Mi aspettavo molto di più da quest'anime.
Non ero in cerca del capolavoro ma pensavo di essere al cospetto di una delle migliori opere del 2011. Mi sbagliavo.
Le potenzialità le avrebbe anche avute ma sono stati gli sviluppi narrativi a convincermi poco e niente.
"Come nella biblioteca della torre, ci sono molti libri qui e molta conoscenza... Comunque, tu non sei qui".
Victorique è una ragazzina a dir poco misteriosa ed enigmatica, fragile come una bambola di ceramica, intelligente e ironica all'inverosimile, tagliente come un rasoio, diretta e aggressiva come un serpente a sonagli, annoiata in modo sistematico e perenne, apparentemente disinteressata a tutto e a tutti coloro che la circondano, a parte il fratello detective Grevil e il giovane studente straniero Kujo.
Tuttavia, il suo innato orgoglio le impedisce, almeno all'inizio, di dimostrare coi fatti il suo timido interesse per Kujo, che trasforma in un vero e proprio servo per i suoi quotidiani capricci. Kujo, dal canto suo, è da subito interessato alla bella "dama dorata", ma si presta controvoglia ai suoi capricci: dopotutto anche lui possiede un orgoglio non indifferente, proveniente dai geni della sua stirpe, da sempre al servizio dell'Impero Giapponese. Kujo è il terzogenito di una delle famiglie più vicine all'imperatore, tuttavia vive da sempre nell'ombra dei fratelli maggiori e dell'enorme reputazione del padre. La sua partenza per l'Europa spera possa servire a dimostrare alla sua famiglia che anche l'ultimo nato vale qualcosa, che è degno di portare quel cognome. Ma nel 1924 c'è ben poco da dimostrare in Europa, solo studiare e sperare un giorno di poter prendere parte a qualcosa che finirà sui libri di storia; forse solo così riuscirà a sentirsi degno della sua famiglia e a tornare a casa a testa alta. Non può certo immaginare che sarà proprio l'incontro con Victorique ad aiutarlo in questa impresa.
La ragazzina-detective ha talento. La "fonte della saggezza", che non manca mai di citare, ma che non specifica mai di cosa si tratti realmente, le consente, davanti a ogni intricato caso, di riordinare tutti i "frammenti di caos" e di giungere velocemente a una sicura soluzione. Il fratello Grevil, detective di mestiere, non esita a utilizzare l'enorme talento di Victorique per la sua carriera, che brilla quindi di luce riflessa. Ma entrambi hanno molto da risolvere nella propria vita privata e molto da nascondere del proprio passato, per il quale forse la sola fonte di saggezza non è sufficiente come rimedio.
Tutta la prima parte della storia sarà dedicata ai due neo-compagni di classe, con una Victorique presuntuosa e diva, e un Kujo servile e perennemente affannato. Nonostante però il rapporto impari, Victorique si affeziona a Kujo in modo morboso, diventa ben presto il suo punto di riferimento, anche se all'apparenza potrebbe sembrare più che altro un giocattolo nelle sue mani. Kujo si accorge quasi subito che Victorique porta una profonda tristezza in fondo al cuore, e sicuramente è per questa ragione che non si ribella mai seriamente alle sue manie e alle sue piccole violenze quotidiane.
Infatti, nella seconda parte della serie i giochi cominciano a farsi più duri, la trama vira improvvisamente in una direzione meno scanzonata e più cupa, e gli autori scoprono poco alla volta l'oscuro passato della bella dama, incrociandolo con il futuro altrettanto crudele che l'aspetta. I viaggi dentro gli enigmi da risolvere si fanno via via meno frequenti, fino a quando la situazione precipita e Kujo dovrà rendersi conto che il rebus più importante riguarda la loro stessa vita.
Le prove da affrontare diventeranno dunque quasi insormontabili, il destino riserverà loro degli ostacoli dalla portata un po' troppo pesante per dei ragazzini, ma tutto questo servirà a mettere alla prova la loro caparbietà e il loro rapporto affettivo. Riusciranno la lucida freddezza di Victorique e l'inossidabile determinazione di Kujo a riservar loro il futuro che meritano?
Stilisticamente parlando, "Gosick" è una piccola perla, sicuramente uno dei lavori più sottovalutati del 2011. La luminosità, i colori, i fondali e le splendide scenografie, che arrivano addirittura a stridere un pochino con le bizzarre espressioni tipicamente manga, rendono l'opera decisamente affascinante e gradevole, forse anche più di quanto una sceneggiatura non priva di difetti ed eccessi riuscirebbe a rendere. La storia in sé è abbastanza originale e sufficientemente interessante, ma subisce a mio parere il classico trattamento finale di frettolosità che non rende giustizia al lavoro complessivo, quella fretta di concludere una storia che si ritrova troppo spesso negli anime degli anni 2000.
I personaggi principali, ovvero la stramba coppia di studenti, sono caratterizzati al meglio, mentre quelli secondari, seppur molto importanti, non lo sono altrettanto. Buoni i dialoghi e il montaggio, la trama scorre fluida complessivamente fino agli ultimi tre episodi, quando oramai la tensione è a mille e gli autori si accorgono probabilmente che il loro spazio a disposizione si sta esaurendo, pur avendo ancora molto da descrivere in immagini video. Ma alla fine in qualche modo ci riescono: nonostante l'acceleratore premuto, il risultato finale non ne risente particolarmente.
E anche per questa opera, tutto sommato, il lato emotivo è quello più tartassato dagli autori, per cui si fa fatica a riconoscere eventuali difetti, se non a mente fredda. "Gosick" parte lento e continua altrettanto nei primi episodi, è il classico anime che ha bisogno di essere visionato fino a metà serie prima di accorgersi di volerlo continuare e finire, non prima. Pur essendo parecchio simpatici i protagonisti, il tema è forse un po' troppo retrò per interessare il giovane pubblico, esattamente come le ambientazioni, ma la trama si fa intrigante abbastanza in fretta, sufficientemente per farci affezionare alla storia. La "pucciosità" di Victorique, poi, è un'altra di quelle caratteristiche che ne rendono la visione decisamente piacevole.
Ma la punta di diamante di "Gosick" è a mio parere l'imponente colonna sonora, un'OST davvero sorprendente, tanto nei temi centrali, quanto nell'opening e nelle due ending. L'opening, "Destin Histoire", è a mio parere in assoluto la più bella, adatta e convincente degli anni 2000, interpretata con voce accattivante dalla modella e cantante giapponese Lisa. Le due ending sono meravigliose, soprattutto la seconda, "Unity", una delle più belle di sempre. E' quindi facile accostare "Gosick" alle splendide sigle che l'accompagnano, soprattutto a distanza di tempo, poiché in mente ti rimangono quasi più queste che la comunque tenera, non stereotipata e intelligente love story.
Victorique è una ragazzina a dir poco misteriosa ed enigmatica, fragile come una bambola di ceramica, intelligente e ironica all'inverosimile, tagliente come un rasoio, diretta e aggressiva come un serpente a sonagli, annoiata in modo sistematico e perenne, apparentemente disinteressata a tutto e a tutti coloro che la circondano, a parte il fratello detective Grevil e il giovane studente straniero Kujo.
Tuttavia, il suo innato orgoglio le impedisce, almeno all'inizio, di dimostrare coi fatti il suo timido interesse per Kujo, che trasforma in un vero e proprio servo per i suoi quotidiani capricci. Kujo, dal canto suo, è da subito interessato alla bella "dama dorata", ma si presta controvoglia ai suoi capricci: dopotutto anche lui possiede un orgoglio non indifferente, proveniente dai geni della sua stirpe, da sempre al servizio dell'Impero Giapponese. Kujo è il terzogenito di una delle famiglie più vicine all'imperatore, tuttavia vive da sempre nell'ombra dei fratelli maggiori e dell'enorme reputazione del padre. La sua partenza per l'Europa spera possa servire a dimostrare alla sua famiglia che anche l'ultimo nato vale qualcosa, che è degno di portare quel cognome. Ma nel 1924 c'è ben poco da dimostrare in Europa, solo studiare e sperare un giorno di poter prendere parte a qualcosa che finirà sui libri di storia; forse solo così riuscirà a sentirsi degno della sua famiglia e a tornare a casa a testa alta. Non può certo immaginare che sarà proprio l'incontro con Victorique ad aiutarlo in questa impresa.
La ragazzina-detective ha talento. La "fonte della saggezza", che non manca mai di citare, ma che non specifica mai di cosa si tratti realmente, le consente, davanti a ogni intricato caso, di riordinare tutti i "frammenti di caos" e di giungere velocemente a una sicura soluzione. Il fratello Grevil, detective di mestiere, non esita a utilizzare l'enorme talento di Victorique per la sua carriera, che brilla quindi di luce riflessa. Ma entrambi hanno molto da risolvere nella propria vita privata e molto da nascondere del proprio passato, per il quale forse la sola fonte di saggezza non è sufficiente come rimedio.
Tutta la prima parte della storia sarà dedicata ai due neo-compagni di classe, con una Victorique presuntuosa e diva, e un Kujo servile e perennemente affannato. Nonostante però il rapporto impari, Victorique si affeziona a Kujo in modo morboso, diventa ben presto il suo punto di riferimento, anche se all'apparenza potrebbe sembrare più che altro un giocattolo nelle sue mani. Kujo si accorge quasi subito che Victorique porta una profonda tristezza in fondo al cuore, e sicuramente è per questa ragione che non si ribella mai seriamente alle sue manie e alle sue piccole violenze quotidiane.
Infatti, nella seconda parte della serie i giochi cominciano a farsi più duri, la trama vira improvvisamente in una direzione meno scanzonata e più cupa, e gli autori scoprono poco alla volta l'oscuro passato della bella dama, incrociandolo con il futuro altrettanto crudele che l'aspetta. I viaggi dentro gli enigmi da risolvere si fanno via via meno frequenti, fino a quando la situazione precipita e Kujo dovrà rendersi conto che il rebus più importante riguarda la loro stessa vita.
Le prove da affrontare diventeranno dunque quasi insormontabili, il destino riserverà loro degli ostacoli dalla portata un po' troppo pesante per dei ragazzini, ma tutto questo servirà a mettere alla prova la loro caparbietà e il loro rapporto affettivo. Riusciranno la lucida freddezza di Victorique e l'inossidabile determinazione di Kujo a riservar loro il futuro che meritano?
Stilisticamente parlando, "Gosick" è una piccola perla, sicuramente uno dei lavori più sottovalutati del 2011. La luminosità, i colori, i fondali e le splendide scenografie, che arrivano addirittura a stridere un pochino con le bizzarre espressioni tipicamente manga, rendono l'opera decisamente affascinante e gradevole, forse anche più di quanto una sceneggiatura non priva di difetti ed eccessi riuscirebbe a rendere. La storia in sé è abbastanza originale e sufficientemente interessante, ma subisce a mio parere il classico trattamento finale di frettolosità che non rende giustizia al lavoro complessivo, quella fretta di concludere una storia che si ritrova troppo spesso negli anime degli anni 2000.
I personaggi principali, ovvero la stramba coppia di studenti, sono caratterizzati al meglio, mentre quelli secondari, seppur molto importanti, non lo sono altrettanto. Buoni i dialoghi e il montaggio, la trama scorre fluida complessivamente fino agli ultimi tre episodi, quando oramai la tensione è a mille e gli autori si accorgono probabilmente che il loro spazio a disposizione si sta esaurendo, pur avendo ancora molto da descrivere in immagini video. Ma alla fine in qualche modo ci riescono: nonostante l'acceleratore premuto, il risultato finale non ne risente particolarmente.
E anche per questa opera, tutto sommato, il lato emotivo è quello più tartassato dagli autori, per cui si fa fatica a riconoscere eventuali difetti, se non a mente fredda. "Gosick" parte lento e continua altrettanto nei primi episodi, è il classico anime che ha bisogno di essere visionato fino a metà serie prima di accorgersi di volerlo continuare e finire, non prima. Pur essendo parecchio simpatici i protagonisti, il tema è forse un po' troppo retrò per interessare il giovane pubblico, esattamente come le ambientazioni, ma la trama si fa intrigante abbastanza in fretta, sufficientemente per farci affezionare alla storia. La "pucciosità" di Victorique, poi, è un'altra di quelle caratteristiche che ne rendono la visione decisamente piacevole.
Ma la punta di diamante di "Gosick" è a mio parere l'imponente colonna sonora, un'OST davvero sorprendente, tanto nei temi centrali, quanto nell'opening e nelle due ending. L'opening, "Destin Histoire", è a mio parere in assoluto la più bella, adatta e convincente degli anni 2000, interpretata con voce accattivante dalla modella e cantante giapponese Lisa. Le due ending sono meravigliose, soprattutto la seconda, "Unity", una delle più belle di sempre. E' quindi facile accostare "Gosick" alle splendide sigle che l'accompagnano, soprattutto a distanza di tempo, poiché in mente ti rimangono quasi più queste che la comunque tenera, non stereotipata e intelligente love story.
Contrariamente alle mie abitudini ho impiegato tantissimo tempo a finire questo "Gosick"; generalmente, quando questo accade, la mia valutazione dell'anime è sempre piuttosto bassa: tendo ad attribuire il ritardo, infatti, al fatto che ciò che sto guardando in fondo non mi piace, mi annoia, non riesce a catturare il mio interesse. Da questo punto di vista "Gosick" mette in discussione questo mio metro di valutazione, in quanto, sin dai primi episodi, mi sono immediatamente accorto che si trattava invece di un anime di grande spessore.
Ambientato a cavallo fra le due grandi guerre nell'immaginario regno di Sabure, la storia segue le vicende di Kujo, studente giapponese all'estero, e Victorique, una misteriosa ragazza dai lunghi capelli biondi che vive da sola all'interno della grande torre della scuola. Dotata di una capacità di deduzione eccezionale, da lei definita come "la fontana del sapere", Victorique si dimostrerà essere un detective infallibile nel risolvere i vari casi che le si presenteranno. Col tempo, il legame fra i due ragazzi diventerà sempre più profondo, nell'attesa di esser messo duramente alla prova con la seconda "grande tempesta".
Nato come un poliziesco, "Gosick" si dimostra essere un ottimo prodotto per chi, pur detestando a morte il detective Conan, ama le indagini che si risolvono in due - tre episodi. Questo anime appassionerà, però, anche le altre tipologie di spettatore, specie nella seconda parte, quando la sua fisionomia poliziesca cederà il passo a un mondo fatto di misteri, trame ordite da personaggi che si muovono nell'ombra e, perché no, di una dose di sentimentalismo che rende il tutto ancora più emozionante.
I personaggi ci mettono un po' per entrare nel cuore dello spettatore (ed ecco perché ho impiegato tanto tempo a finire questo anime), ma la tragica evoluzione degli eventi finirà per far scoprire i loro lati più deboli, con evidente vantaggio per la loro caratterizzazione, prima troppo stereotipata.
Una nota di merito va alla colonna sonora: ottimi entrambi i brani che fanno da opening e da ending; molto buono anche l'aspetto grafico.
Infine un appunto: ma la Seconda Guerra Mondiale non è cominciata nella seconda metà degli Anni Trenta? Perché qui vien fatta cominciare dieci anni prima? Non è un rilievo troppo importante, ma l'errore è troppo evidente per non essere notato. Che ci sia una spiegazione che io non ho capito?
In definitiva, consiglio caldamente questo anime a tutti coloro che amano storie non troppo semplici, che richiedono costante attenzione. La sua qualità complessiva è eccellente, difficilmente ci si annoia; ma se Kujo non avesse passato la metà del suo tempo a gridare a squarciagola il nome della sua compagna (cosa che ho trovato spesso irritante), questo anime forse avrebbe ottenuto dal sottoscritto lodi ancora maggiori.
Ambientato a cavallo fra le due grandi guerre nell'immaginario regno di Sabure, la storia segue le vicende di Kujo, studente giapponese all'estero, e Victorique, una misteriosa ragazza dai lunghi capelli biondi che vive da sola all'interno della grande torre della scuola. Dotata di una capacità di deduzione eccezionale, da lei definita come "la fontana del sapere", Victorique si dimostrerà essere un detective infallibile nel risolvere i vari casi che le si presenteranno. Col tempo, il legame fra i due ragazzi diventerà sempre più profondo, nell'attesa di esser messo duramente alla prova con la seconda "grande tempesta".
Nato come un poliziesco, "Gosick" si dimostra essere un ottimo prodotto per chi, pur detestando a morte il detective Conan, ama le indagini che si risolvono in due - tre episodi. Questo anime appassionerà, però, anche le altre tipologie di spettatore, specie nella seconda parte, quando la sua fisionomia poliziesca cederà il passo a un mondo fatto di misteri, trame ordite da personaggi che si muovono nell'ombra e, perché no, di una dose di sentimentalismo che rende il tutto ancora più emozionante.
I personaggi ci mettono un po' per entrare nel cuore dello spettatore (ed ecco perché ho impiegato tanto tempo a finire questo anime), ma la tragica evoluzione degli eventi finirà per far scoprire i loro lati più deboli, con evidente vantaggio per la loro caratterizzazione, prima troppo stereotipata.
Una nota di merito va alla colonna sonora: ottimi entrambi i brani che fanno da opening e da ending; molto buono anche l'aspetto grafico.
Infine un appunto: ma la Seconda Guerra Mondiale non è cominciata nella seconda metà degli Anni Trenta? Perché qui vien fatta cominciare dieci anni prima? Non è un rilievo troppo importante, ma l'errore è troppo evidente per non essere notato. Che ci sia una spiegazione che io non ho capito?
In definitiva, consiglio caldamente questo anime a tutti coloro che amano storie non troppo semplici, che richiedono costante attenzione. La sua qualità complessiva è eccellente, difficilmente ci si annoia; ma se Kujo non avesse passato la metà del suo tempo a gridare a squarciagola il nome della sua compagna (cosa che ho trovato spesso irritante), questo anime forse avrebbe ottenuto dal sottoscritto lodi ancora maggiori.
L'anime di per sé prometteva molto bene, tanto che appena iniziato non vedevo l'ora di andare avanti per arrivare a possibili sviluppi. Tuttavia questi non sono mai arrivati.
Innanzitutto la trama è stata sviluppata, a mio avviso, in maniera troppo frettolosa. I due protagonisti, Kujo e Victorique, passano infatti dall'essere due completi sconosciuti al diventare due amici per la pelle nel giro di un episodio, senza parlare del resto. Il loro è un rapporto che si sviluppa rapidamente fermandosi all'improvviso per poi giungere a una conclusione senza senso. Anche il rapporto con il padre è molto confusionario; egli, infatti, è una figura misteriosa che non ha mai spiegato con precisione che cosa si aspettasse da Victorique.
Per quanto riguarda i disegni li ho apprezzati, anche se ho notato parecchia differenza di stile tra i personaggi: Avril, per esempio, è disegnata in maniera completamente diversa da Victorique e Kujo.
La colonna sonora mi è piaciuta moltissimo e ho risentito l'opening più volte.
In generale non me la sento di dare a quest'anime un'insufficienza, nonostante abbia deluso le mie aspettative, poiché in qualche modo mi ci sono affezionata. Nonostante ciò consiglio quest'opera solamente a chi voglia vedere qualcosa di leggero, senza aspettarsi molto dalla storia né dai personaggi.
Innanzitutto la trama è stata sviluppata, a mio avviso, in maniera troppo frettolosa. I due protagonisti, Kujo e Victorique, passano infatti dall'essere due completi sconosciuti al diventare due amici per la pelle nel giro di un episodio, senza parlare del resto. Il loro è un rapporto che si sviluppa rapidamente fermandosi all'improvviso per poi giungere a una conclusione senza senso. Anche il rapporto con il padre è molto confusionario; egli, infatti, è una figura misteriosa che non ha mai spiegato con precisione che cosa si aspettasse da Victorique.
Per quanto riguarda i disegni li ho apprezzati, anche se ho notato parecchia differenza di stile tra i personaggi: Avril, per esempio, è disegnata in maniera completamente diversa da Victorique e Kujo.
La colonna sonora mi è piaciuta moltissimo e ho risentito l'opening più volte.
In generale non me la sento di dare a quest'anime un'insufficienza, nonostante abbia deluso le mie aspettative, poiché in qualche modo mi ci sono affezionata. Nonostante ciò consiglio quest'opera solamente a chi voglia vedere qualcosa di leggero, senza aspettarsi molto dalla storia né dai personaggi.
La ricerca dell'originalità: questa è la missione più ardua di un otaku dei nostri giorni. Siamo infatti giunti a un punto in cui il panorama degli anime e dei manga non riesce più a rinnovarsi ed è entrato in una spirale fatta di trame riciclate e di personaggi stereotipati. Quelle poche volte che qualcosa di "nuovo" viene annunciato spesso si rivela un fuoco di paglia e di solito più l'aspettativa di qualcosa è alta, maggiore è la delusione a cui si va incontro. Ma anche in questo panorama fatto di "cloni" è possibile imbattersi in una matrice pura.
E' questo il caso di "Gosick", anime uscito quasi in sordina nella stagione invernale 2011 e che oggi mi appresto a recensire per voi.
Comincio dicendo che quest'anime non si colloca in una sezione precisa, in quanto la trama passa da un genere all'altro continuamente, ma in un modo naturale che non crea confusione allo spettatore, ma anzi lo rende ancora più consapevole di trovarsi di fronte a un prodotto completo e finito. Dico finito perché quest'anime ha una storia che inizia e termina nel giro dei suoi 24 episodi e che non lascia niente in sospeso.
Trovare oggi una serie anime che abbraccia vari generi e che si completa nel giro di 24 puntate è un'impresa pressoché impossibile, dato che la maggior parte delle volte che si finisce una serie ciò che ci esce dalla bocca è una domanda e non un'esclamazione.
Comunque, tornando a noi, ecco un breve sunto della trama privo di spoiler. La storia è ambientata nel 1924 in un piccolo regno immaginario di nome Saubere. Qui, a ridosso delle Alpi francesi, sorge un'accademia di formazione per i giovani nobili di tutto il mondo, di cui fanno parte i nostri due protagonisti: Kujo kazuya e Victorique. Il primo è il terzogenito di un ufficiale di alto grado dell'esercito giapponese, mentre la seconda è una bella e brillante ragazza che passa le sue giornate rinchiusa nella biblioteca dell'accademia a leggere libri. La cosa interessante è che mentre nella prima parte dell'anime la trama girerà intorno ai due protagonisti, nella seconda saranno loro a essere inghiottiti dal vortice degli eventi rendendo pertanto l'opera originale e interessante.
Caratteristica comune a molti episodi però sarà la risoluzione di casi o misteri in cui i protagonisti si troveranno coinvolti e che verranno puntualmente risolti dai due.
La storia, come già detto, abbraccia vari generi, andando dalla commedia al sentimentale, dal drammatico all'horror riuscendo però a miscelarli in maniera perfetta e rendendo il tutto fondamentale lo svolgersi della trama. Non sorprende quindi vedere come anche gli episodi autoconclusvi abbiano dei dettagli che si collegano a quelli successivi, rendendo di fatto il senso di progressione della trama e di scorrimento temporale realmente tangibile. Molto importante si rivelerà poi successivamente il passato dei protagonisti (in particolare di Victorique), costituendo di fatto il mistero principale dell'anime.
Doverosa menzione anche per il tema della guerra, che si manifesta continuamente anche grazie alla collocazione storica dell'opera a cavallo tra le due grandi guerre. Conclude il tutto un pizzico di senso del fantastico che serve a rendere al meglio l'atmosfera gotica di questìanime.
"Gosick" è un anime con la "A" maiuscola, di quelli che ad oggi si contano sulla punta delle dita. Probabilmente se fosse uscito venti anni fa sarebbe stato sommerso dall'originalità di molte altre opere, ma non essendo così oggi merita di diritto un posto nell'olimpo degli anime di questo primo decennio.
Valutazione
8 a grafica e sonoro. Particolare lode per le animazioni e per i modelli dei personaggi, mentre per quanto riguarda la colonna sonora si sarebbe potuto fare di più pur restando valida in ogni situazione.
9 a personaggi. Tutti i personaggi hanno un carattere particolare e gli antagonisti sono epici; menzione speciale per i due protagonisti, il cui rapporto viene spremuto fino in fondo.
10 a trama, la migliore degli ultimi anni, un mix di generi e tematiche che non può non conquistarti il cuore.
La media è dunque 9, che è il mio voto a questa perla dell'animazione. In conclusione posso solo dire che questo "Gosick" è un vero e proprio manuale di come un anime andrebbe fatto e sebbene il mercato non lo considererà nemmeno continuando a puntare sul "riciclo", noi otaku continuiamo speranzosi ad attendere l'uscita di anime come questo che ci rendono fieri della nostra passione.
E' questo il caso di "Gosick", anime uscito quasi in sordina nella stagione invernale 2011 e che oggi mi appresto a recensire per voi.
Comincio dicendo che quest'anime non si colloca in una sezione precisa, in quanto la trama passa da un genere all'altro continuamente, ma in un modo naturale che non crea confusione allo spettatore, ma anzi lo rende ancora più consapevole di trovarsi di fronte a un prodotto completo e finito. Dico finito perché quest'anime ha una storia che inizia e termina nel giro dei suoi 24 episodi e che non lascia niente in sospeso.
Trovare oggi una serie anime che abbraccia vari generi e che si completa nel giro di 24 puntate è un'impresa pressoché impossibile, dato che la maggior parte delle volte che si finisce una serie ciò che ci esce dalla bocca è una domanda e non un'esclamazione.
Comunque, tornando a noi, ecco un breve sunto della trama privo di spoiler. La storia è ambientata nel 1924 in un piccolo regno immaginario di nome Saubere. Qui, a ridosso delle Alpi francesi, sorge un'accademia di formazione per i giovani nobili di tutto il mondo, di cui fanno parte i nostri due protagonisti: Kujo kazuya e Victorique. Il primo è il terzogenito di un ufficiale di alto grado dell'esercito giapponese, mentre la seconda è una bella e brillante ragazza che passa le sue giornate rinchiusa nella biblioteca dell'accademia a leggere libri. La cosa interessante è che mentre nella prima parte dell'anime la trama girerà intorno ai due protagonisti, nella seconda saranno loro a essere inghiottiti dal vortice degli eventi rendendo pertanto l'opera originale e interessante.
Caratteristica comune a molti episodi però sarà la risoluzione di casi o misteri in cui i protagonisti si troveranno coinvolti e che verranno puntualmente risolti dai due.
La storia, come già detto, abbraccia vari generi, andando dalla commedia al sentimentale, dal drammatico all'horror riuscendo però a miscelarli in maniera perfetta e rendendo il tutto fondamentale lo svolgersi della trama. Non sorprende quindi vedere come anche gli episodi autoconclusvi abbiano dei dettagli che si collegano a quelli successivi, rendendo di fatto il senso di progressione della trama e di scorrimento temporale realmente tangibile. Molto importante si rivelerà poi successivamente il passato dei protagonisti (in particolare di Victorique), costituendo di fatto il mistero principale dell'anime.
Doverosa menzione anche per il tema della guerra, che si manifesta continuamente anche grazie alla collocazione storica dell'opera a cavallo tra le due grandi guerre. Conclude il tutto un pizzico di senso del fantastico che serve a rendere al meglio l'atmosfera gotica di questìanime.
"Gosick" è un anime con la "A" maiuscola, di quelli che ad oggi si contano sulla punta delle dita. Probabilmente se fosse uscito venti anni fa sarebbe stato sommerso dall'originalità di molte altre opere, ma non essendo così oggi merita di diritto un posto nell'olimpo degli anime di questo primo decennio.
Valutazione
8 a grafica e sonoro. Particolare lode per le animazioni e per i modelli dei personaggi, mentre per quanto riguarda la colonna sonora si sarebbe potuto fare di più pur restando valida in ogni situazione.
9 a personaggi. Tutti i personaggi hanno un carattere particolare e gli antagonisti sono epici; menzione speciale per i due protagonisti, il cui rapporto viene spremuto fino in fondo.
10 a trama, la migliore degli ultimi anni, un mix di generi e tematiche che non può non conquistarti il cuore.
La media è dunque 9, che è il mio voto a questa perla dell'animazione. In conclusione posso solo dire che questo "Gosick" è un vero e proprio manuale di come un anime andrebbe fatto e sebbene il mercato non lo considererà nemmeno continuando a puntare sul "riciclo", noi otaku continuiamo speranzosi ad attendere l'uscita di anime come questo che ci rendono fieri della nostra passione.
"Gosick" lo misi in lista quasi per caso, non pensavo che un poliziesco/misterioso potesse piacermi o attrarmi. Mi sono sbagliato, in quanto si è rivelato particolare, realistico (ne parlerò meglio dopo questo punto) e assolutamente razionale. Ha tantissimi difetti, questo lo dobbiamo riconoscere, però i punti appena sottolineati riescono a "coprire" questi problemi, in quanto permettono di creare un anime diverso dal solito. Non è possibile paragonarlo a Conan o a Scooby Doo (all'inizio lo pensavo veramente) o a Martin Myster, perché i casi propinati, le azioni dei personaggi e il modus operandi rompono gli schemi soliti dei polizieschi.
Infatti sembra quasi che noi non partecipiamo alla ricerca del colpevole. Lo spettatore non ha bisogno di scervellarsi o di prendere appunti per capire il possibile omicida. Ognuno sta al suo posto e occorre solo capire i punti salienti dai personaggi. A questo punto le cose sono due: o ami questo modo di fare - il mio caso: in quanto pigro cronico odio dover pensare mentre guardo anche anime - oppure lo odi - gli amanti del giallo che vogliono capire passo passo la storia.
Passiamo alla trama. Anno 1924, un paese di fantasia posto tra l'Italia, la Svizzera e la Francia, chiamato Sauville, ha una grandiosa accademia, la St. Marguerite Academy. In questa scuola si trasferisce un ragazzo giapponese, Kazuya Kujo. Non viene amato dai suoi compagni, tant'è che lo chiamano l' "oscuro shinigami". Quasi per caso Kujo incontra Victorique mentre sale le infinite scale della biblioteca. La ragazza era impegnata a parlare con il "miglior" investigatore del paese Grevil. Tra fonti della sagezza e frammenti del caos il ragazzo rimane affascinato da Victorique, che sembrava tanto una bambola.
Da quel momento i due cominceranno le loro avventure ricche di morti, casi avvincenti e misteri da risolvere.
Prima cosa da sottolineare è il realismo. Ci troviamo in un contesto storico perfettamente combaciante con quello reale del 1924. Basta ricordare che quella è l'epoca della lotta e del fascino del binomio scienza/occulto. Hitler stesso e molti stati limitrofi dell'alleanza avevano ministeri dell'occulto per capire tutte le storie del passato e per poter capire tutte le cose misteriose. "Gosick" si riesce ad amalgamare perfettamente in quest'epoca. Inoltre tutti i casi propinati si rivelano privi di elementi fantasy, rendendo possibile sempre delle spiegazioni razionali e scientifiche per ciò che lo spettatore vede. Anche la stessa Victorique e la storia dei lupi grigi è perfettamente plausibile. Pensate, una ragazza sempre rinchiusa, che studia e legge libri dalla mattina alla sera (aumentando notevolmente la sua cultura scientifica) e che è molto perspicace e intelligente non è qualcosa di fantasioso, bensì è abbastanza realistico.
Purtroppo il vero problema sta nei personaggi e nelle loro scene da comedy. Fintanto che vengono sviluppati i misteri è abbastanza interessante, ma appena vengono inserite le scene di vita scolastica o di cazzeggio diventa veramente noioso! Inoltre, oserei dire, se proprio si voleva aggiungerlo che si facesse qualcosa di innovativo. Il rapporto di Kujo e Victorique è uguale a quello di Louise in "Zero no Tsukaima": una tsundere che maltratta in tutti i modi possibili e immaginabili il povero ragazzo, ma che appena si allontana da lui piange ripetendo quarantamila volte il suo nome e quanto è "baka". Kujo, tanto per cambiare, è uguale a Saito: un ragazzo arrivato per caso unito dal destino a una ragazza loli di cui si innamora e che almeno sei volte a puntata grida il suo nome perché la deve cercare.
Sinceramente, senza questo lato comedy la serie sarebbe stata da 10.
A livello tecnico "Gosik" è impeccabile, con disegni semplici per le persone e curati per i paesaggi. Ha una regia eccezionale e dei doppiatori molto bravi. La serie è molto dark, quindi i colori sono scuri ma fantastici.
Lo consiglio a coloro a cui è piaciuto Conan e tutti i gialli perché è fatto abbastanza bene.
Infatti sembra quasi che noi non partecipiamo alla ricerca del colpevole. Lo spettatore non ha bisogno di scervellarsi o di prendere appunti per capire il possibile omicida. Ognuno sta al suo posto e occorre solo capire i punti salienti dai personaggi. A questo punto le cose sono due: o ami questo modo di fare - il mio caso: in quanto pigro cronico odio dover pensare mentre guardo anche anime - oppure lo odi - gli amanti del giallo che vogliono capire passo passo la storia.
Passiamo alla trama. Anno 1924, un paese di fantasia posto tra l'Italia, la Svizzera e la Francia, chiamato Sauville, ha una grandiosa accademia, la St. Marguerite Academy. In questa scuola si trasferisce un ragazzo giapponese, Kazuya Kujo. Non viene amato dai suoi compagni, tant'è che lo chiamano l' "oscuro shinigami". Quasi per caso Kujo incontra Victorique mentre sale le infinite scale della biblioteca. La ragazza era impegnata a parlare con il "miglior" investigatore del paese Grevil. Tra fonti della sagezza e frammenti del caos il ragazzo rimane affascinato da Victorique, che sembrava tanto una bambola.
Da quel momento i due cominceranno le loro avventure ricche di morti, casi avvincenti e misteri da risolvere.
Prima cosa da sottolineare è il realismo. Ci troviamo in un contesto storico perfettamente combaciante con quello reale del 1924. Basta ricordare che quella è l'epoca della lotta e del fascino del binomio scienza/occulto. Hitler stesso e molti stati limitrofi dell'alleanza avevano ministeri dell'occulto per capire tutte le storie del passato e per poter capire tutte le cose misteriose. "Gosick" si riesce ad amalgamare perfettamente in quest'epoca. Inoltre tutti i casi propinati si rivelano privi di elementi fantasy, rendendo possibile sempre delle spiegazioni razionali e scientifiche per ciò che lo spettatore vede. Anche la stessa Victorique e la storia dei lupi grigi è perfettamente plausibile. Pensate, una ragazza sempre rinchiusa, che studia e legge libri dalla mattina alla sera (aumentando notevolmente la sua cultura scientifica) e che è molto perspicace e intelligente non è qualcosa di fantasioso, bensì è abbastanza realistico.
Purtroppo il vero problema sta nei personaggi e nelle loro scene da comedy. Fintanto che vengono sviluppati i misteri è abbastanza interessante, ma appena vengono inserite le scene di vita scolastica o di cazzeggio diventa veramente noioso! Inoltre, oserei dire, se proprio si voleva aggiungerlo che si facesse qualcosa di innovativo. Il rapporto di Kujo e Victorique è uguale a quello di Louise in "Zero no Tsukaima": una tsundere che maltratta in tutti i modi possibili e immaginabili il povero ragazzo, ma che appena si allontana da lui piange ripetendo quarantamila volte il suo nome e quanto è "baka". Kujo, tanto per cambiare, è uguale a Saito: un ragazzo arrivato per caso unito dal destino a una ragazza loli di cui si innamora e che almeno sei volte a puntata grida il suo nome perché la deve cercare.
Sinceramente, senza questo lato comedy la serie sarebbe stata da 10.
A livello tecnico "Gosik" è impeccabile, con disegni semplici per le persone e curati per i paesaggi. Ha una regia eccezionale e dei doppiatori molto bravi. La serie è molto dark, quindi i colori sono scuri ma fantastici.
Lo consiglio a coloro a cui è piaciuto Conan e tutti i gialli perché è fatto abbastanza bene.
'Gosick' è un anime che rispecchia appieno la mia situazione famigliare. Anche se qualche maligno suol parafrasare "L'inteligente e la bestia". Comunque sia mi è piaciuto mandarlo giù in un sorso. Piacevolmente fresco e frizzante, un pinot grigio.
Tralasciando il fatto che quest'opera non è nata per essere un capolavoro, l'ho trovata gradevole in quanto riesce ad avere più livelli narrativi e, come con il pinot, alcuni li percepisci subito, altri li scopri dopo, alla fine. Mi viene in mente un altro anime, forse un po' più serio, 'Dantalian no Shoka'. In 'Gosick' sono piacevoli gli ambienti ben disegnati e i personaggi hanno un buon spessore, anche quelli che a prima vista non diresti.
Tralasciando il fatto che quest'opera non è nata per essere un capolavoro, l'ho trovata gradevole in quanto riesce ad avere più livelli narrativi e, come con il pinot, alcuni li percepisci subito, altri li scopri dopo, alla fine. Mi viene in mente un altro anime, forse un po' più serio, 'Dantalian no Shoka'. In 'Gosick' sono piacevoli gli ambienti ben disegnati e i personaggi hanno un buon spessore, anche quelli che a prima vista non diresti.
Gosick è un anime di tipo investigativo - drama prodotto nel 2011 dallo studio Bones.
La trama
Senza troppi indugi e chiacchiere, passiamo alla trama. 1924: qualche tempo dopo la prima guerra mondiale, si consolida un nuovo stato, posto tra l'Italia e la Francia, Saubreme, sede di una delle più prestigiose accademie del mondo, che raccoglie studenti provenienti da altri stati ai fini di compiere scambi e gemellaggi. E' proprio qui che conosceremo il nostro protagonista, il giapponese Kujo Kazuya, che dopo essersi presentato a tutti guadagna il colorito appellativo di "Dio nero della morte primaverile", a causa del colore dei suoi capelli e del periodo in cui si è trasferito nella scuola. Non avendo nessun amico, Kujo gironzolerà per un po' nell'accademia, finché non capiterà nella biblioteca, un'enorme torre alla cui sommità si trova uno splendido giardino botanico. Questo giardino è frequentato dalla coprotagonista, Victorique (letto Victorica), una curiosa ragazza dalla mente acuta. Ed è proprio dal loro incontro che comincerà una delle avventure a mio parere meglio strutturate del 2011 in campo di anime.
La produzione sarà costellata di vari casi, tutti collegati fra loro e con un unico scopo: quello di fare quadrare il caso finale, quello che deciderà le sorti dell'anime. Tutti i vari casi sono stati ben congegnati, e forzano lo spettatore ad aprire gli occhi a ogni particolare. Anche se alcuni sono fin troppo facilitati, poiché danno fin da subito una chiara visione della tesi finale, il livello di difficoltà rimane piuttosto standard e mai troppo banale. I personaggi secondari sono ridotti praticamente all'osso e all'essenziale, e pochi hanno uno spessore caratteriale ben congegnato. Ciò però è compensato dal carisma e dal carattere forte di Kujo e di Victorique, che si allontanano dallo stereotipo di "servo e governante" per avvicinarsi di più a quello che si può dire "rapporto d'amicizia" - che poi amicizia non è, ma fate finta di non aver letto. Incredibile è inoltre la dose di immedesimazione che viene inculcata nello spettatore: più volte ci troveremo a sorridere a un particolare avvenimento o a innervosirci per colpa di un'ingiustizia.
Lato tecnico
Dal punto di vista grafico, notiamo uno stile veramente brillante: minimalista per quanto riguarda i personaggi, veramente curato per quanto riguarda i fondali e i vestiti, sempre ricercati e mai banali, che saltano subito all'occhio dello spettatore. Le animazioni, inoltre, sono qualcosa di veramente ben riuscito: ricalcando lo stile dello studio Deen, almeno per quanto riguarda le espressioni terrorizzate, lo stile Bones rende un'ottima espressività ai personaggi, come anche movimenti veramente molto fluidi e mai meccanici. Osservando inoltre la quantità e la qualità delle soundtrack, possiamo dire che gli accompagnamenti sono anch'essi ben mirati, ottimi in tutte le situazioni, anche quelle più concitate. L'opening e le due ending, inoltre, sono fatte in un ottimo modo, non banali e ben mirate.
Commento finale
Gosick è un anime del tipo "o lo ami, o lo odi". Ha uno sviluppo lento ma una trama molto consistente, che si conclude nell'ultimo episodio, in cui troviamo un finale anche fin troppo buonista, ma necessario per fare "quadrare i conti". Nulla di troppo sbrigativo, ma nemmeno di troppo ponderato. Probabilmente è proprio per colpa di questo strano stile che l'anime ha subito così tante controversie, ma io, almeno nel mio piccolo, mi sento di consigliarlo a chiunque capiti sotto gli occhi il nome "Gosick", o a chiunque cerchi un anime consistente. Voto finale: 9.
La trama
Senza troppi indugi e chiacchiere, passiamo alla trama. 1924: qualche tempo dopo la prima guerra mondiale, si consolida un nuovo stato, posto tra l'Italia e la Francia, Saubreme, sede di una delle più prestigiose accademie del mondo, che raccoglie studenti provenienti da altri stati ai fini di compiere scambi e gemellaggi. E' proprio qui che conosceremo il nostro protagonista, il giapponese Kujo Kazuya, che dopo essersi presentato a tutti guadagna il colorito appellativo di "Dio nero della morte primaverile", a causa del colore dei suoi capelli e del periodo in cui si è trasferito nella scuola. Non avendo nessun amico, Kujo gironzolerà per un po' nell'accademia, finché non capiterà nella biblioteca, un'enorme torre alla cui sommità si trova uno splendido giardino botanico. Questo giardino è frequentato dalla coprotagonista, Victorique (letto Victorica), una curiosa ragazza dalla mente acuta. Ed è proprio dal loro incontro che comincerà una delle avventure a mio parere meglio strutturate del 2011 in campo di anime.
La produzione sarà costellata di vari casi, tutti collegati fra loro e con un unico scopo: quello di fare quadrare il caso finale, quello che deciderà le sorti dell'anime. Tutti i vari casi sono stati ben congegnati, e forzano lo spettatore ad aprire gli occhi a ogni particolare. Anche se alcuni sono fin troppo facilitati, poiché danno fin da subito una chiara visione della tesi finale, il livello di difficoltà rimane piuttosto standard e mai troppo banale. I personaggi secondari sono ridotti praticamente all'osso e all'essenziale, e pochi hanno uno spessore caratteriale ben congegnato. Ciò però è compensato dal carisma e dal carattere forte di Kujo e di Victorique, che si allontanano dallo stereotipo di "servo e governante" per avvicinarsi di più a quello che si può dire "rapporto d'amicizia" - che poi amicizia non è, ma fate finta di non aver letto. Incredibile è inoltre la dose di immedesimazione che viene inculcata nello spettatore: più volte ci troveremo a sorridere a un particolare avvenimento o a innervosirci per colpa di un'ingiustizia.
Lato tecnico
Dal punto di vista grafico, notiamo uno stile veramente brillante: minimalista per quanto riguarda i personaggi, veramente curato per quanto riguarda i fondali e i vestiti, sempre ricercati e mai banali, che saltano subito all'occhio dello spettatore. Le animazioni, inoltre, sono qualcosa di veramente ben riuscito: ricalcando lo stile dello studio Deen, almeno per quanto riguarda le espressioni terrorizzate, lo stile Bones rende un'ottima espressività ai personaggi, come anche movimenti veramente molto fluidi e mai meccanici. Osservando inoltre la quantità e la qualità delle soundtrack, possiamo dire che gli accompagnamenti sono anch'essi ben mirati, ottimi in tutte le situazioni, anche quelle più concitate. L'opening e le due ending, inoltre, sono fatte in un ottimo modo, non banali e ben mirate.
Commento finale
Gosick è un anime del tipo "o lo ami, o lo odi". Ha uno sviluppo lento ma una trama molto consistente, che si conclude nell'ultimo episodio, in cui troviamo un finale anche fin troppo buonista, ma necessario per fare "quadrare i conti". Nulla di troppo sbrigativo, ma nemmeno di troppo ponderato. Probabilmente è proprio per colpa di questo strano stile che l'anime ha subito così tante controversie, ma io, almeno nel mio piccolo, mi sento di consigliarlo a chiunque capiti sotto gli occhi il nome "Gosick", o a chiunque cerchi un anime consistente. Voto finale: 9.
Parto subito col dire che è stato molto difficile decidere il voto da dare a "Gosick" in quanto è una serie dai continui alti e bassi. Mi spiego meglio: fin da subito vengono presentati due personaggi, Kazuya Kujo, studente giapponese che frequenta una scuola nel regno di Saubure (un regno ovviamente immaginario) e Victoricque, giovane piuttosto enigmatica di cui solamente alla fine della serie si capiranno bene tutti i dettagli legati al suo passato.
La struttura è molto simile a quella di "Detective Conan", vari casi slegati tra di loro (7 se non sbaglio) in cui s'intreccia una trama non molto complessa, quasi solo accennata per molta parte delle puntate. Come ho anticipato prima il livello di "Gosick" è piuttosto altalenante, in molte puntate la noia sarà inevitabile raggiungendo in certi momenti anche il fastidio nel sentire Kujo ripetere all'inverosimile: "Victorique" storpiando il nome come solo i giapponesi riescono.
Certi casi sono abbastanza intriganti, pur non raggiungendo mai livelli superiori a un 8, risultato comunque non da disprezzare. Il difetto che si nota in ogni singolo mistero è che non c'è una vera e propria investigazione, lo spettatore anche volendo è impossibilitato a risolvere il caso da sé in quanto gli elementi forniti sono talmente irrisori e sconclusionati da rendere l'interpretazione un'impresa ardua. "Come vengono risolti allora i casi?" chiederete voi. Semplice, ci pensa Victorique con la sua pipa e la fonte della saggezza. "Cos'è la fonte della saggezza?" ribatterà un lettore incuriosito. Bella domanda, suppongo che sia come sparare a caso, tentare a indovinare o leggere il finale di libro giallo e poi andare a ritroso.
Come ben si può capire "Gosick" non è proprio un anime riuscitissimo, anzi. Cosa riesce allora a tenerlo a galla e a non farlo sprofondare nell'abisso del ciarpame made in Japan? Prima di tutto un comparto grafico di tutto rispetto, personaggi ben disegnati e abbastanza ispirati sia dal punto di vista estetico sia da quello caratteriale. Notevole cura è stata riposta nel creare gli abiti stile vittoriano molto amati da Victorique, veramente molto belli, peccato non si possa dire lo stesso del suo carattere; un misto tra una bambina viziata da prendere a sberle e una tenera orsacchiottina da coccolare per ore e ore. Questa dicotomia non si denota invece nel personaggi di Kujo, odioso dalla prima all'ultima puntata con quel suo fare da mollaccione che si fa mettere i piedi in testa da Victorique pur di avere un'amichetta con cui parlare.
Come detto a inizio recensione ero molto titubante sul voto da assegnare a "Gosick", l'asticella prima pendeva verso un 6,5 arrotondato a 7 dovuto principalmente alla lentezza con cui la storia procede verso un finale, che invece in parte riesce ad alzare il voto ad un 7,5 passibile di arrotondamento a 8. Ciò che non mi ha convinto è stato il fatto che questa serie non è corta, ha 24 episodi, durata normale per un anime che ha permesso di creare trame articolate e labirintiche senza lasciare un momento di noia allo spettatore. Qui invece sembra che gli autori facciano apposta ad allungare il brodo con casi prolissi e piuttosto pallosi (no, non "Noiosi", proprio pallosi) salvo poi dire: "Che ne pensate in due puntate di mettere un finale al cardiopalma?" mettendo la quinta a una trama che stentava a decollare.
Non mi dilungo troppo in altre critiche o elogi, mi limito ad assegnare il voto che penso più rispecchi le qualità generali dell'anime e cioè un 7, che denota la qualità della serie ma anche le sue innumerevoli pecche.
La struttura è molto simile a quella di "Detective Conan", vari casi slegati tra di loro (7 se non sbaglio) in cui s'intreccia una trama non molto complessa, quasi solo accennata per molta parte delle puntate. Come ho anticipato prima il livello di "Gosick" è piuttosto altalenante, in molte puntate la noia sarà inevitabile raggiungendo in certi momenti anche il fastidio nel sentire Kujo ripetere all'inverosimile: "Victorique" storpiando il nome come solo i giapponesi riescono.
Certi casi sono abbastanza intriganti, pur non raggiungendo mai livelli superiori a un 8, risultato comunque non da disprezzare. Il difetto che si nota in ogni singolo mistero è che non c'è una vera e propria investigazione, lo spettatore anche volendo è impossibilitato a risolvere il caso da sé in quanto gli elementi forniti sono talmente irrisori e sconclusionati da rendere l'interpretazione un'impresa ardua. "Come vengono risolti allora i casi?" chiederete voi. Semplice, ci pensa Victorique con la sua pipa e la fonte della saggezza. "Cos'è la fonte della saggezza?" ribatterà un lettore incuriosito. Bella domanda, suppongo che sia come sparare a caso, tentare a indovinare o leggere il finale di libro giallo e poi andare a ritroso.
Come ben si può capire "Gosick" non è proprio un anime riuscitissimo, anzi. Cosa riesce allora a tenerlo a galla e a non farlo sprofondare nell'abisso del ciarpame made in Japan? Prima di tutto un comparto grafico di tutto rispetto, personaggi ben disegnati e abbastanza ispirati sia dal punto di vista estetico sia da quello caratteriale. Notevole cura è stata riposta nel creare gli abiti stile vittoriano molto amati da Victorique, veramente molto belli, peccato non si possa dire lo stesso del suo carattere; un misto tra una bambina viziata da prendere a sberle e una tenera orsacchiottina da coccolare per ore e ore. Questa dicotomia non si denota invece nel personaggi di Kujo, odioso dalla prima all'ultima puntata con quel suo fare da mollaccione che si fa mettere i piedi in testa da Victorique pur di avere un'amichetta con cui parlare.
Come detto a inizio recensione ero molto titubante sul voto da assegnare a "Gosick", l'asticella prima pendeva verso un 6,5 arrotondato a 7 dovuto principalmente alla lentezza con cui la storia procede verso un finale, che invece in parte riesce ad alzare il voto ad un 7,5 passibile di arrotondamento a 8. Ciò che non mi ha convinto è stato il fatto che questa serie non è corta, ha 24 episodi, durata normale per un anime che ha permesso di creare trame articolate e labirintiche senza lasciare un momento di noia allo spettatore. Qui invece sembra che gli autori facciano apposta ad allungare il brodo con casi prolissi e piuttosto pallosi (no, non "Noiosi", proprio pallosi) salvo poi dire: "Che ne pensate in due puntate di mettere un finale al cardiopalma?" mettendo la quinta a una trama che stentava a decollare.
Non mi dilungo troppo in altre critiche o elogi, mi limito ad assegnare il voto che penso più rispecchi le qualità generali dell'anime e cioè un 7, che denota la qualità della serie ma anche le sue innumerevoli pecche.
Dopo 24 episodi che mi ha mostrato "Gosick", l'anime dai tratti gotici come anche il titolo ci suggerisce ma non solo, ecco il mio voto e la mia impressione che ci tengo a spiegare e condividere in quanto segue. C'è da dire che, quando un'opera è da ritenere un successo e la visione di essa non ti fa sorgere dubbi sul contenuto, la segui tutta d'un fiato, e "Gosick" poteva benissimo esserlo. Ma durante la visione qualcosa mi infastidiva. Mi viene da paragonare "Gosick" al recente "Guilty Crown" perché strizzando l'occhio si nota la similitudine, leggera, ma che in verità non aggiungeva né toglieva più di tanto come era successo in "Guilty Crown". Mi riferisco al modo di spezzare l'anime in due parti, capovolgendo l'esito della storia a favore della seconda parte. Difatti, "Gosick", nella prima parte, si presenta come un anime investigativo e ci fa conoscere Victorique de Blois (o semplicemente Victorica); una mente adulta in un corpo piccolo, una ragazza bella e misteriosa quanto abile a risolvere casi di turno e seguita da Kazuya Kujo con il quale formerà un legame profondo, un giapponese (nota: il luogo degli eventi è Sauville, un paese immaginario con accenni francesi), che ci fa ripensare inevitabilmente alla storica copia di Sherlock Holmes e del suo aiutante Watson; l'aspettativa cresce dunque. I casi che la coppia dovrà risolvere in totale sono 7.
Quest'interessante, seppur diversa, a modo suo, coppia, rimane tale fino al decimo episodio e da qui in poi purtroppo si cade nella monotonia. Capisco che un anime deve finire con il botto, ma lascia, se vogliamo, quei piccoli 'sporchi' casi che ti tenevano teso per fare luce su qualcosa di più enorme in ballo. Il coinvolgimento cala, i personaggi se prima avevano un qualcosa di intrigante (il gentile eroe Kujo e la perspicace, misteriosa Victorique mi avevano appassionato) mutano, cambiano carattere e ci ritroviamo a rivedere soliti personaggi già visti da qualche parte. Insomma è amaro. In fin dei conti, si poteva fare di più per far di quest'anime un colosso.
Se tutto va così male vi chiederete, come mai do un voto a favore di "Gosick" e lo consiglio? Francamente l'anime è gradevole, dal character design al filo narrativo; ha alti e bassi, ma non è da scartare se volete passare un po' di tempo a riflettere sui misteriosi casi nell'Europa gotica del 1924. Tra l'altra una scelta veramente interessante come ambientazione che a modo suo risulta accattivante.
Meravigliose sono l'openigng e le ending, poco memorabili le colonne sonore.
Riassumendo, mi addolora dire che "Gosick" è un'occasione sprecata, ma che aveva ottimi elementi; ha preso la giusta via ma si è smarrito tra gli anime sopra la media. Insomma, guardatevelo e fatevi un'idea vostra perché "Gosick", semplicemente per quello che è, decisamente se lo merita.
Quest'interessante, seppur diversa, a modo suo, coppia, rimane tale fino al decimo episodio e da qui in poi purtroppo si cade nella monotonia. Capisco che un anime deve finire con il botto, ma lascia, se vogliamo, quei piccoli 'sporchi' casi che ti tenevano teso per fare luce su qualcosa di più enorme in ballo. Il coinvolgimento cala, i personaggi se prima avevano un qualcosa di intrigante (il gentile eroe Kujo e la perspicace, misteriosa Victorique mi avevano appassionato) mutano, cambiano carattere e ci ritroviamo a rivedere soliti personaggi già visti da qualche parte. Insomma è amaro. In fin dei conti, si poteva fare di più per far di quest'anime un colosso.
Se tutto va così male vi chiederete, come mai do un voto a favore di "Gosick" e lo consiglio? Francamente l'anime è gradevole, dal character design al filo narrativo; ha alti e bassi, ma non è da scartare se volete passare un po' di tempo a riflettere sui misteriosi casi nell'Europa gotica del 1924. Tra l'altra una scelta veramente interessante come ambientazione che a modo suo risulta accattivante.
Meravigliose sono l'openigng e le ending, poco memorabili le colonne sonore.
Riassumendo, mi addolora dire che "Gosick" è un'occasione sprecata, ma che aveva ottimi elementi; ha preso la giusta via ma si è smarrito tra gli anime sopra la media. Insomma, guardatevelo e fatevi un'idea vostra perché "Gosick", semplicemente per quello che è, decisamente se lo merita.
"Gosick" si svolge nel 1924 in un piccolo paese europeo immaginario di lingua francese nei pressi delle Alpi: Saubure. La storia racconta le vicende di Kazuya Kujo, terzo figlio di un ufficiale di alto grado dell'Esercito Imperiale Giapponese, che è uno studente appena trasferitosi all'Accademia St. Marguerite, dove leggende urbane e storie d'orrore vanno di gran moda. Qui Kujo incontra Victorique, una misteriosa quanto bella e brillante ragazza che non va mai in classe e passa i giorni leggendo l'intero contenuto della biblioteca o risolvendo i misteri a cui nemmeno i detective trovano soluzione.
I primi 10 episodi di quest'anime hanno la funzione di presentare i vari personaggi, dunque il ritmo appare spesso lento e poco coinvolgente, tuttavia, se saprete aspettare, "Gosick" potrebbe essere per voi una piacevole sorpresa.
Gli ultimi episodi sono infatti splendidi, mi hanno veramente catturato e, sarà perché sono una ragazza un po' sentimentale, sono riusciti a commuovermi moltissimo. Victorique è un personaggio che ho amato fin dal primo istante: il suo carattere intrigante e cocciuto mi ha molto incuriosito, e il suo legame con Kujo è molto particolare e descritto alla perfezione nell'anime e quest'ultimo, nonostante possa apparire un po' come il "cagnolino" di Victorique, è un personaggio molto ben riuscito. Agli altri personaggi secondari, a eccezione della madre di Victorique, Cordelia Gallo, non viene dato molto spazio.
La grafica è molto curata, e la colonna sonora è adattissima all'anime, in particolare la prima ending è meravigliosa.
Purtroppo quest'anime stecca sotto vari aspetti. Il ritmo infatti si movimenta solo nelle ultime puntate, nelle quali avvengono più cose che nel resto dell'anime, tant'è che avrei preferito moltissimo se gli autori avessero "dosato" i vari colpi di scena durante tutta la durata dell'anime. I casi risolti da Victorique sono inoltre spesso inverosimili e intricatissimi. Non sono riuscita a comprendere come la giovane sia riuscita a risolvere i vari misteri, ed è questo che ha abbassato notevolmente il mio voto. In ultimo il finale lascia molti punti in sospeso, cosa che ho sempre detestato.
In conclusione do 7 a quest'anime che, francamente, poteva essere realizzato meglio. Dal punto di vista emotivo, lo devo ammettere, mi ha coinvolto moltissimo, tuttavia non posso ignorare certi difetti che mi hanno spesso fatto innervosire. "Gosick" è un anime da guardare, magari senza avere grosse aspettative.
I primi 10 episodi di quest'anime hanno la funzione di presentare i vari personaggi, dunque il ritmo appare spesso lento e poco coinvolgente, tuttavia, se saprete aspettare, "Gosick" potrebbe essere per voi una piacevole sorpresa.
Gli ultimi episodi sono infatti splendidi, mi hanno veramente catturato e, sarà perché sono una ragazza un po' sentimentale, sono riusciti a commuovermi moltissimo. Victorique è un personaggio che ho amato fin dal primo istante: il suo carattere intrigante e cocciuto mi ha molto incuriosito, e il suo legame con Kujo è molto particolare e descritto alla perfezione nell'anime e quest'ultimo, nonostante possa apparire un po' come il "cagnolino" di Victorique, è un personaggio molto ben riuscito. Agli altri personaggi secondari, a eccezione della madre di Victorique, Cordelia Gallo, non viene dato molto spazio.
La grafica è molto curata, e la colonna sonora è adattissima all'anime, in particolare la prima ending è meravigliosa.
Purtroppo quest'anime stecca sotto vari aspetti. Il ritmo infatti si movimenta solo nelle ultime puntate, nelle quali avvengono più cose che nel resto dell'anime, tant'è che avrei preferito moltissimo se gli autori avessero "dosato" i vari colpi di scena durante tutta la durata dell'anime. I casi risolti da Victorique sono inoltre spesso inverosimili e intricatissimi. Non sono riuscita a comprendere come la giovane sia riuscita a risolvere i vari misteri, ed è questo che ha abbassato notevolmente il mio voto. In ultimo il finale lascia molti punti in sospeso, cosa che ho sempre detestato.
In conclusione do 7 a quest'anime che, francamente, poteva essere realizzato meglio. Dal punto di vista emotivo, lo devo ammettere, mi ha coinvolto moltissimo, tuttavia non posso ignorare certi difetti che mi hanno spesso fatto innervosire. "Gosick" è un anime da guardare, magari senza avere grosse aspettative.
Trama
Sauville, 1924. Victorique è una ragazza di 15 anni dall'aspetto di una bambina di 10, con lunghi capelli dorati e occhi verdi. La sua mente brillante le permette di di aiutare nell'ombra suo fratello, un detective, a risolvere i casi più intricati. Trascorre le sue giornate nella biblioteca della scuola alla quale è iscritta. Kujo è uno studente giapponese venuto a studiare a Sauville e s'imbatte nella ragazza per caso. Da quel momento Victorique e Kujo cercheranno di risolvere alcuni misteri fra i più complicati e irrisolti di sempre. Ma è soprattutto uno il mistero che i due hanno intenzione di svelare: quello del passato di Victorique.
Personaggi e ambientazione
E' chiaro fin da subito che il paese in cui si svolgono i fatti è completamente inventato, immerso in un'atmosfera gotico-rinascimentale e in cui gli abitanti hanno una spiccata passione per il macabro e le storie sanguinose e sovrannaturali (forse sono una loro parente).
Victorique è una dei coprotagonisti della storia. Scontrosa, minuta e bellissima, con due freddi occhi verdi e il dono della "fonte della saggezza", ovvero un'intelligenza di gran lunga superiore alla media. E' una dei Lupi Grigi, persone che vivono in una fortezza fra le montagne e che hanno il suo stesso colore di occhi e capelli. Ma lo è solo per metà. Suo padre è un uomo potente che vuole servirsi delle sue capacità per vincere la guerra mondiale in arrivo. Nonostante sia un personaggio stereotipato molto classico in questo tipo di anime, è anche altrettanto dinamico e il suo carattere, nonché il suo aspetto, si modificano durante la storia.
Kujo è il secondo coprotagonista, un ragazzo dai caratteristici occhi e capelli scuri tipici degli orientali e un carattere tranquillo ma determinato. Anche lui è un personaggio molto stereotipato, perfetto per la coppia "lei-comanda-lui-obbedisce" altrettanto tipica in anime e manga. Durante la storia non subisce particolari variazioni caratteriali e ben poche fisiche.
Cordelia Gallo è l'unico personaggio secondario che ho deciso di chiamare in causa, perché, nonostante ve ne siano molti, lei è l'unica ad avere uno spessore psicologico. Cordelia è la madre di Victorique, costretta a sposarsi e a dare alla luce la ragazza contro la sua volontà e separata da lei alla nascita. Nonostante questo ama moltissimo la figlia e vuole la sua salvezza. Al pari della figlia, ha dei severi occhi smeraldo e una cascata di capelli biondi, ma dimostra una certa umanità che Victorique invece tenta di nascondere. E' uno dei pochi personaggi della storia a non essere stereotipati né tipici del genere, e avrebbe meritato maggiore attenzione durante la storia.
Commento
A dispetto dei personaggi, i disegni sono ben caratterizzati, particolareggiati e realistici per quanto riguarda l'ambientazione. I colori accesi contrastano con le scene macabre in cui spesso incorrono i protagonisti. In particolare mi sono piaciuti molto gli abiti d'epoca con pizzi e merletti.
Nonostante le 24 puntate, alcuni punti della storia non vengono chiariti del tutto, lasciando la sensazione che qualcosa non quadri completamente. Comunque come sviluppo è tutto sommato originale, anche se avrebbe dovuto essere meglio valorizzato.
Al contrario di Victorique, Kujo mi ha lasciato del tutto indifferente, perché non dimostra doti né comportamenti particolari. Sia dal punto di vista psicologico sia da quello fisico tende a essere superficiale come potrebbe esserlo una comparsa. Per questo l'attenzione del lettore si rivolge immediatamente su Victorique.
Il mio 8 va soprattutto alla grafica, al contenuto splatter e a Cordelia Gallo, che mi ha colpito particolarmente. Come anime avrebbe potuto avere una valutazione migliore se fosse stato eseguito con maggior cura.
Sauville, 1924. Victorique è una ragazza di 15 anni dall'aspetto di una bambina di 10, con lunghi capelli dorati e occhi verdi. La sua mente brillante le permette di di aiutare nell'ombra suo fratello, un detective, a risolvere i casi più intricati. Trascorre le sue giornate nella biblioteca della scuola alla quale è iscritta. Kujo è uno studente giapponese venuto a studiare a Sauville e s'imbatte nella ragazza per caso. Da quel momento Victorique e Kujo cercheranno di risolvere alcuni misteri fra i più complicati e irrisolti di sempre. Ma è soprattutto uno il mistero che i due hanno intenzione di svelare: quello del passato di Victorique.
Personaggi e ambientazione
E' chiaro fin da subito che il paese in cui si svolgono i fatti è completamente inventato, immerso in un'atmosfera gotico-rinascimentale e in cui gli abitanti hanno una spiccata passione per il macabro e le storie sanguinose e sovrannaturali (forse sono una loro parente).
Victorique è una dei coprotagonisti della storia. Scontrosa, minuta e bellissima, con due freddi occhi verdi e il dono della "fonte della saggezza", ovvero un'intelligenza di gran lunga superiore alla media. E' una dei Lupi Grigi, persone che vivono in una fortezza fra le montagne e che hanno il suo stesso colore di occhi e capelli. Ma lo è solo per metà. Suo padre è un uomo potente che vuole servirsi delle sue capacità per vincere la guerra mondiale in arrivo. Nonostante sia un personaggio stereotipato molto classico in questo tipo di anime, è anche altrettanto dinamico e il suo carattere, nonché il suo aspetto, si modificano durante la storia.
Kujo è il secondo coprotagonista, un ragazzo dai caratteristici occhi e capelli scuri tipici degli orientali e un carattere tranquillo ma determinato. Anche lui è un personaggio molto stereotipato, perfetto per la coppia "lei-comanda-lui-obbedisce" altrettanto tipica in anime e manga. Durante la storia non subisce particolari variazioni caratteriali e ben poche fisiche.
Cordelia Gallo è l'unico personaggio secondario che ho deciso di chiamare in causa, perché, nonostante ve ne siano molti, lei è l'unica ad avere uno spessore psicologico. Cordelia è la madre di Victorique, costretta a sposarsi e a dare alla luce la ragazza contro la sua volontà e separata da lei alla nascita. Nonostante questo ama moltissimo la figlia e vuole la sua salvezza. Al pari della figlia, ha dei severi occhi smeraldo e una cascata di capelli biondi, ma dimostra una certa umanità che Victorique invece tenta di nascondere. E' uno dei pochi personaggi della storia a non essere stereotipati né tipici del genere, e avrebbe meritato maggiore attenzione durante la storia.
Commento
A dispetto dei personaggi, i disegni sono ben caratterizzati, particolareggiati e realistici per quanto riguarda l'ambientazione. I colori accesi contrastano con le scene macabre in cui spesso incorrono i protagonisti. In particolare mi sono piaciuti molto gli abiti d'epoca con pizzi e merletti.
Nonostante le 24 puntate, alcuni punti della storia non vengono chiariti del tutto, lasciando la sensazione che qualcosa non quadri completamente. Comunque come sviluppo è tutto sommato originale, anche se avrebbe dovuto essere meglio valorizzato.
Al contrario di Victorique, Kujo mi ha lasciato del tutto indifferente, perché non dimostra doti né comportamenti particolari. Sia dal punto di vista psicologico sia da quello fisico tende a essere superficiale come potrebbe esserlo una comparsa. Per questo l'attenzione del lettore si rivolge immediatamente su Victorique.
Il mio 8 va soprattutto alla grafica, al contenuto splatter e a Cordelia Gallo, che mi ha colpito particolarmente. Come anime avrebbe potuto avere una valutazione migliore se fosse stato eseguito con maggior cura.
La storia narra le vicende del giovane Kujo, che si trasferisce dal suo paese in una nuova scuola. Qui incontrerà una strana ragazzina che, all'apparenza, sembra una bambola inanimata dalla bellezza eterea, per poi rivelarsi un'abilissima detective sempre alle prese con i casi più disparati e con la sua difficile e misteriosa condizione familiare.
Nel corso delle puntate si farà sempre più solido il rapporto tra i due ragazzi, alle prese con difficili casi di omicidi e furti. La tenerezza di Victorique tende a smorzare leggermente i temi molto forti di alcune vicende, mantenendo sempre l'attenzione su di sé.
Trama avvincente, disegni ottimi e personaggi molto originali rendono questo anime veramente gradevole. Sicuramente da non perdere.
Nel corso delle puntate si farà sempre più solido il rapporto tra i due ragazzi, alle prese con difficili casi di omicidi e furti. La tenerezza di Victorique tende a smorzare leggermente i temi molto forti di alcune vicende, mantenendo sempre l'attenzione su di sé.
Trama avvincente, disegni ottimi e personaggi molto originali rendono questo anime veramente gradevole. Sicuramente da non perdere.
"In ogni caos c'è un cosmo, in ogni disordine un ordine segreto."
E con le parole di Carl Gustav Jung apriamo questa recensione sull'anime tratto dall'omonimo manga di Kazuki Sakuraba. Tralasciando la trama che potete leggere nella scheda dell'anime, andiamo un po' ad analizzare quelli che sono i pro, i contro e le caratteristiche principali dell'anime.
Impressione iniziale
Potendo dare un aggettivo a quest'anime gli darei "strano", non tanto per il periodo storico, che diciamoci la verità è solo di contorno agli eventi, ma più per come si svolge e dirama la trama. Vediamo vari spezzoni apparentemente separati che però sono congiunti da un singolo filo che permette inoltre la crescita e lo sviluppo dei singoli personaggi. Ciò permette quindi di potere continuare a vedere quest'anime senza avere quella sensazione di inutilità che molti anime portano: siamo chiari, intendo anime che, come questo, sono composti da veri e propri blocchi distaccati fra di loro.
Difatti, seppur i vari crimini che vengono sciolti dalla piccola Victorique sono (o no?) separati, un filo conduttore unisce il tutto per poi concludere la serie in un climax finale che mi ha davvero colpito. Pochi anime hanno una svolta cosi azzardata verso la fine e questo riesce dove molti hanno fallito, dando un finale che a mio avviso riesce a risollevare completamente la storia.
Analisi personaggi
Purtroppo mi duole dirlo ma questo è forse il tallone d'Achille di tutta la serie. Infatti, anche se alcuni personaggi come Brian e il fratello di Victorique mi hanno colpito e fatto buona impressione, all'interno della scuola ahimè abbiamo parecchie pecche. In primis il "mietitore dai capelli scuri" ovvero il protagonista maschile della serie, Kazuya Kujo, che come il peggiore dei protagonisti di qualche harem da quattro soldi si fa trattare a pesci in faccia da chiunque gli gironzoli intorno, un atteggiamento già testato, collaudato e pronto al fallimento, non lasciando un minimo di crescita al protagonista, se non alla fine.
Victorique a differenza della sua controparte maschile mi ha piacevolmente sorpreso, infatti è dotata "della fonte della saggezza" e ciò rende questo personaggio a dir poco unico, capace sia di ragionamenti al limite dell'umano, sia di essere tenera e indifesa, due aspetti che vengono giostrati al meglio durante gli svariati eventi che si susseguono.
Grafica e ambientazione
Tra i tanti e tanti luoghi percorsi dai nostri protagonisti non ne ho trovato uno che non fosse unico, eccezion fatta per l'accademia, stereotipo vecchio e stravecchio. Si passa infatti da una nave "infestata" a una città brulicante e viva, sino alla torre di un orologio scricchiolante e malandata: ogni paesaggio era "vero", se il lettore mi passa il termine, qualcosa di unico in tutti questi posti che non mi ha mai annoiato.
Per quanto riguarda la grafica, poi, quest'anime è davvero pregevole, i dettagli dei vestiti, dei volti, seppur in qualche caso anonimi, e delle ambientazioni danno un tocco di classe a quello che già è un buon anime
Misteri e storie
E ora trattiamo la parte più particolare di "Gosick". Come dicevo nell'introduzione quest'anime è formato da blocchi, e ogni blocco da un mistero che Victorique, insieme a Kujo, dovrà risolvere. Ogni enigma è tanto intricato quanto divertente, nulla di scontato o banale, in alcuni casi mi sono davvero sorpreso a scoprire chi si celava dietro all'enigma, pecca pero è che alcuni ragionamenti e soluzioni siano leggermente forzati, data però l' "essenza sovrannaturale" di Victorique penso possa essere passabile
Giudizio finale
Seppur sia un buon anime, non eccelle in nessun dove. Non mi si fraintenda, non è brutto, anzi io mi sono divertito a guardarlo, ma non raggiunge l'apice di altri anime. Forse questo è dato dalla sua anatomia a blocchi che, seppur non annoia, dato che alla fine di un blocco si può tranquillamente mettere in pausa quest'anime per poi riprenderlo più avanti, però non tiene avvinghiato lo spettatore davanti al pc una nottata intera per vedere tutta la serie d'un fiato.
Dal punto di vista romantico, per chi fosse interessato a quest'aspetto, non aspettatevi molto, ovvero il più si vedrà alla fine. Sono abbastanza soddisfatto seppur rimango con l'amaro in bocca sapendo che quest'anime sarebbe potuto essere uno dei migliori, se non il migliore, di quest'anno.
E con le parole di Carl Gustav Jung apriamo questa recensione sull'anime tratto dall'omonimo manga di Kazuki Sakuraba. Tralasciando la trama che potete leggere nella scheda dell'anime, andiamo un po' ad analizzare quelli che sono i pro, i contro e le caratteristiche principali dell'anime.
Impressione iniziale
Potendo dare un aggettivo a quest'anime gli darei "strano", non tanto per il periodo storico, che diciamoci la verità è solo di contorno agli eventi, ma più per come si svolge e dirama la trama. Vediamo vari spezzoni apparentemente separati che però sono congiunti da un singolo filo che permette inoltre la crescita e lo sviluppo dei singoli personaggi. Ciò permette quindi di potere continuare a vedere quest'anime senza avere quella sensazione di inutilità che molti anime portano: siamo chiari, intendo anime che, come questo, sono composti da veri e propri blocchi distaccati fra di loro.
Difatti, seppur i vari crimini che vengono sciolti dalla piccola Victorique sono (o no?) separati, un filo conduttore unisce il tutto per poi concludere la serie in un climax finale che mi ha davvero colpito. Pochi anime hanno una svolta cosi azzardata verso la fine e questo riesce dove molti hanno fallito, dando un finale che a mio avviso riesce a risollevare completamente la storia.
Analisi personaggi
Purtroppo mi duole dirlo ma questo è forse il tallone d'Achille di tutta la serie. Infatti, anche se alcuni personaggi come Brian e il fratello di Victorique mi hanno colpito e fatto buona impressione, all'interno della scuola ahimè abbiamo parecchie pecche. In primis il "mietitore dai capelli scuri" ovvero il protagonista maschile della serie, Kazuya Kujo, che come il peggiore dei protagonisti di qualche harem da quattro soldi si fa trattare a pesci in faccia da chiunque gli gironzoli intorno, un atteggiamento già testato, collaudato e pronto al fallimento, non lasciando un minimo di crescita al protagonista, se non alla fine.
Victorique a differenza della sua controparte maschile mi ha piacevolmente sorpreso, infatti è dotata "della fonte della saggezza" e ciò rende questo personaggio a dir poco unico, capace sia di ragionamenti al limite dell'umano, sia di essere tenera e indifesa, due aspetti che vengono giostrati al meglio durante gli svariati eventi che si susseguono.
Grafica e ambientazione
Tra i tanti e tanti luoghi percorsi dai nostri protagonisti non ne ho trovato uno che non fosse unico, eccezion fatta per l'accademia, stereotipo vecchio e stravecchio. Si passa infatti da una nave "infestata" a una città brulicante e viva, sino alla torre di un orologio scricchiolante e malandata: ogni paesaggio era "vero", se il lettore mi passa il termine, qualcosa di unico in tutti questi posti che non mi ha mai annoiato.
Per quanto riguarda la grafica, poi, quest'anime è davvero pregevole, i dettagli dei vestiti, dei volti, seppur in qualche caso anonimi, e delle ambientazioni danno un tocco di classe a quello che già è un buon anime
Misteri e storie
E ora trattiamo la parte più particolare di "Gosick". Come dicevo nell'introduzione quest'anime è formato da blocchi, e ogni blocco da un mistero che Victorique, insieme a Kujo, dovrà risolvere. Ogni enigma è tanto intricato quanto divertente, nulla di scontato o banale, in alcuni casi mi sono davvero sorpreso a scoprire chi si celava dietro all'enigma, pecca pero è che alcuni ragionamenti e soluzioni siano leggermente forzati, data però l' "essenza sovrannaturale" di Victorique penso possa essere passabile
Giudizio finale
Seppur sia un buon anime, non eccelle in nessun dove. Non mi si fraintenda, non è brutto, anzi io mi sono divertito a guardarlo, ma non raggiunge l'apice di altri anime. Forse questo è dato dalla sua anatomia a blocchi che, seppur non annoia, dato che alla fine di un blocco si può tranquillamente mettere in pausa quest'anime per poi riprenderlo più avanti, però non tiene avvinghiato lo spettatore davanti al pc una nottata intera per vedere tutta la serie d'un fiato.
Dal punto di vista romantico, per chi fosse interessato a quest'aspetto, non aspettatevi molto, ovvero il più si vedrà alla fine. Sono abbastanza soddisfatto seppur rimango con l'amaro in bocca sapendo che quest'anime sarebbe potuto essere uno dei migliori, se non il migliore, di quest'anno.
"Gosick" è un anime prodotto nel 2011 dallo studio Bones come adattamento dell'omonima light novel composta da tredici volumi, scritta da Kazuki Sakuraba e illustrata da Hinata Takeda.
Storia
Ambientata nel 1924, nell'immaginario paese europeo di Saubrue, la storia parla di Kazuya Kujo, uno studente giapponese trasferitosi per studiare all'Accademia Santa Margherita, dove incontrerà Victorique de Blois, una ragazza dai lunghi capelli dorati che passa le giornate nella serra che si trova in cima alla torre-biblioteca dell'accademia. Victorique è solita aiutare il fratello, Grevil, un famoso ispettore della polizia, a risolvere i casi più intricati, che hanno spesso degli elementi in comune con le leggende e le credenze popolari del Paese. Nel corso della storia Kujo si ritroverà coinvolto in avvenimenti più grandi di lui, riguardanti la famiglia di Victorique.
Nell'anime si alternano atmosfere tranquille e rilassate ad altre tenebrose e oscure, talvolta claustrofobiche. Il problema di "Gosick" è che, per quanto riesca bene nel realizzare le prime, ha dei problemi, talvolta non indifferenti, a creare le seconde, e questo si riflette sulla narrazione, che spesso risulta, a volte per brevi momenti, a volte per intere manciate di minuti, noiosa. Ciò nonostante, l'intreccio è ottimo, così come la narrazione. Il finale, inoltre, è un finale splendido e toccante; in particolare è un finale chiuso, cosa rara negli anime tratti da light novel.
Personaggi
Una fata dorata, un tetro mietitore, un lupo grigio e il suo compagno dalla chioma rossa: questi i protagonisti di "Gosick".
Victorique, inizialmente, è un personaggio dannatamente stereotipato, però, vista la costante maturazione che affronta durante la serie, viene da chiedersi se l'autore non l'abbia ideata apposta come classica tsundere. Più avanti nella serie, infatti, si distaccherà dal proprio stereotipo per diventare un personaggio nettamente migliore. Purtroppo, però, questo distacco avviene un po' troppo tardi.
Kujo è il personaggio più "dubbio" di tutta la serie. Se in alcuni momenti si comporta in maniera stereotipata quasi al pari di Victorique, in altri sembra subire un'improvvisa (e breve) evoluzione, che puntualmente svanisce poco dopo. Come Victorique, anche lui, nel corso della serie, attraverserà una profonda maturazione.
Cordelia è, insieme a Brian, il personaggio meglio caratterizzato, con una profonda storia alle spalle. Su questi due, però, dubito di riuscire a esprimermi senza fare spoiler, quindi preferisco evitare di dilungarmi. Notevole anche la caratterizzazione degli altri personaggi, in particolare quelle di Grevil e di Albert, che svolgono il loro ruolo alla perfezione, riuscendo, talvolta, anche a uscire dalle righe e a farsi notare per il loro spessore.
Audio e colonna sonora
Le musiche sono adatte all'ambientazione, ma riescono a farsi veramente notare rispetto alla media solo in una o due occasioni. Buone l'opening e la seconda ending, nettamente superiore la prima ending.
Disegni e animazioni
Graficamente parlando, "Gosick" è una vera perla, con fondali meravigliosi, illuminazioni fantastiche, chara particolareggiato, animazioni sempre ottime, colori perfetti. Conosco poche serie che possono vantare dei disegni migliori.
Apprezzamento personale
Difficile. Se devo essere sincero, sono stato spesso sul punto di sbadigliare durante la visione di questa serie, anche se devo dire che ne è valsa la pena, dato il finale.
Voto complessivo: 7,5. Tirando le somme, "Gosick" è un anime che non riesce a brillare, e nemmeno a raggiungere un otto pieno, unicamente perché spesso fallisce nel creare le atmosfere horror che si propone di realizzare, ma rimane un'ottima serie, consigliata agli amanti del genere. Va specificato, però, che l'inizio è abbastanza lento.
Storia
Ambientata nel 1924, nell'immaginario paese europeo di Saubrue, la storia parla di Kazuya Kujo, uno studente giapponese trasferitosi per studiare all'Accademia Santa Margherita, dove incontrerà Victorique de Blois, una ragazza dai lunghi capelli dorati che passa le giornate nella serra che si trova in cima alla torre-biblioteca dell'accademia. Victorique è solita aiutare il fratello, Grevil, un famoso ispettore della polizia, a risolvere i casi più intricati, che hanno spesso degli elementi in comune con le leggende e le credenze popolari del Paese. Nel corso della storia Kujo si ritroverà coinvolto in avvenimenti più grandi di lui, riguardanti la famiglia di Victorique.
Nell'anime si alternano atmosfere tranquille e rilassate ad altre tenebrose e oscure, talvolta claustrofobiche. Il problema di "Gosick" è che, per quanto riesca bene nel realizzare le prime, ha dei problemi, talvolta non indifferenti, a creare le seconde, e questo si riflette sulla narrazione, che spesso risulta, a volte per brevi momenti, a volte per intere manciate di minuti, noiosa. Ciò nonostante, l'intreccio è ottimo, così come la narrazione. Il finale, inoltre, è un finale splendido e toccante; in particolare è un finale chiuso, cosa rara negli anime tratti da light novel.
Personaggi
Una fata dorata, un tetro mietitore, un lupo grigio e il suo compagno dalla chioma rossa: questi i protagonisti di "Gosick".
Victorique, inizialmente, è un personaggio dannatamente stereotipato, però, vista la costante maturazione che affronta durante la serie, viene da chiedersi se l'autore non l'abbia ideata apposta come classica tsundere. Più avanti nella serie, infatti, si distaccherà dal proprio stereotipo per diventare un personaggio nettamente migliore. Purtroppo, però, questo distacco avviene un po' troppo tardi.
Kujo è il personaggio più "dubbio" di tutta la serie. Se in alcuni momenti si comporta in maniera stereotipata quasi al pari di Victorique, in altri sembra subire un'improvvisa (e breve) evoluzione, che puntualmente svanisce poco dopo. Come Victorique, anche lui, nel corso della serie, attraverserà una profonda maturazione.
Cordelia è, insieme a Brian, il personaggio meglio caratterizzato, con una profonda storia alle spalle. Su questi due, però, dubito di riuscire a esprimermi senza fare spoiler, quindi preferisco evitare di dilungarmi. Notevole anche la caratterizzazione degli altri personaggi, in particolare quelle di Grevil e di Albert, che svolgono il loro ruolo alla perfezione, riuscendo, talvolta, anche a uscire dalle righe e a farsi notare per il loro spessore.
Audio e colonna sonora
Le musiche sono adatte all'ambientazione, ma riescono a farsi veramente notare rispetto alla media solo in una o due occasioni. Buone l'opening e la seconda ending, nettamente superiore la prima ending.
Disegni e animazioni
Graficamente parlando, "Gosick" è una vera perla, con fondali meravigliosi, illuminazioni fantastiche, chara particolareggiato, animazioni sempre ottime, colori perfetti. Conosco poche serie che possono vantare dei disegni migliori.
Apprezzamento personale
Difficile. Se devo essere sincero, sono stato spesso sul punto di sbadigliare durante la visione di questa serie, anche se devo dire che ne è valsa la pena, dato il finale.
Voto complessivo: 7,5. Tirando le somme, "Gosick" è un anime che non riesce a brillare, e nemmeno a raggiungere un otto pieno, unicamente perché spesso fallisce nel creare le atmosfere horror che si propone di realizzare, ma rimane un'ottima serie, consigliata agli amanti del genere. Va specificato, però, che l'inizio è abbastanza lento.
Tirare le somme dopo la visione di 'Gosick' non mi è facile, in primis per l'incapacità di realizzare se l'avere compreso ben poco della trama dipende da mancanze mie o da una sceneggiatura deficitaria di BONES.
Basato sulle light novel di Kazuki Sakuruba (serializzate dal 2003 al 2011 in 13 volumi), che segue fedelmente pur accorciandole per farle stare tutte in 24 episodi, 'Gosick' è ambientato nello stato europeo immaginario di Saubure, nel 1924. Il protagonista giapponese, Kazuja Kujo, s'è trasferito qui per studiare all'accademia di Santa Margherita, dove avrà inizio la sua avventura. Stringerà amicizia con Victorique de Blois, la Fatina Dorata, una bassa ragazza, abbigliata come una bambola e dalla lunghissima chioma bionda, che passa le sue giornate divorando libri all'ultimo piano della gigantesca biblioteca della scuola. Victorique è dotata di intelligenza e capacità deduttive incredibili, con cui risolverà, insieme all'amico, mille misteri concernenti storie di fantasmi e leggende che circolano da quelle parti, per infine svelare un complotto politico, legato al suo misterioso passato e alla scomparsa della madre, che rivelerà uno sconvolgente piano, legato all'occulto, che aveva già portato alla Prima Guerra Mondiale.
Background storico-politico, cospirazioni, miti e leggende, atmosfere inquietanti... Innumerevoli sono i motivi che hanno portato me, e immagino non solo me, ad approcciarmi alla serie con alte aspettative. Peccato che 'Gosick' si rivelerà assurdamente tedioso, al punto che la noia porterà la visione a essere così distratta da segare quel che di buono offre.
I protagonisti innanzitutto, Kujo e Victorique, offrono il peggio degli stereotipi delle coppiette di eroi. Lei è la solita insopportabile tsundere che ormai infesta un gran numero di serie animate - sempre scontrosa e arrogante, e in momenti telefonatissimi si scioglie come burro al sole -; lui terribilmente anonimo ma sopratutto starnazza come un'oca, non c'è una sola puntata in cui non urla a pieni polmoni, per almeno tre volte "Victoriqueeee!", uccidendo lo spettatore e divenendo subito odioso come fosse un villain (un villain caratterizzato ovviamente!). La prevedibile storia d'amore segue il collaudato schema di lui che è un tonno indifendibile nelle avances della sua pretendente Avril (molto più bella e degna), e che invece di approfittarne preferisce rimanere l'amico/schiavo di Victorique, accompagnandola nei suoi viaggi pericolosi, subendone il mobbing continuo e salvandole ogni volta la vita, col sorriso sulle labbra, "perché sei la mia migliore amica". Pietà. Eroi insopportabili con cui non si instaura alcuna empatia.
La trama portante, nella sua complessità e nelle mille ramificazioni - ministeri dell'occulto, sanguinosi omicidi, società segrete, personaggi leggendari, trappole letali, prestigiatori inquietanti, chi più ne ha più ne metta - è di assoluto rispetto. 'Gosick' ha inizio con 13 episodi d'introduzione ai personaggi e ci racconta di singoli casi risolti dagli odiosi eroi, per poi fare risaltare, nella seconda parte, la vera storia, il diabolico piano messo in piedi dal misterioso marionettista a cui spesso fanno riferimento i punti di domanda sollevati dalle indagini precedenti. La trama, però, è difficilissima da seguire, sia per l'odio per i protagonisti (si ha così poco interesse nelle loro iterazioni che si perdono volentieri i riferimenti all'indagine) sia per la quantità abnorme di sotto-trame che spesso nascono dentro gli stessi casi e che non sempre c'entrano. Caos al massimo. Non mancano poi, in una storia che è abbastanza realistica, pesanti cadute di credibilità: posso ancora accettare, a 15 anni da 'La signora in giallo' e negli stessi anni di 'Detective Conan', che ovunque vadano gli eroi avviene un omicidio, ma no, non posso non sentirmi preso in giro da scene ridicole tipo quella di Victorique che spara al detonatore di una bomba, ovviamente colpendolo, da un treno ad alta velocità e senza avere mai preso in mano un'arma da fuoco. Senza contare che i gialli di 'Gosick' attingono alla filosofia di pensiero di Arthur Conan Doyle: Victorique non li risolve con gli indizi a disposizione, ma perché conosce cose che noi non possiamo sapere.
Background storico poco sfruttato: non fosse per gli abbigliamenti, i riferimenti alla Prima Guerra Mondiale e i piani del villain che riguardano la Seconda, Gosick potrebbe essere ambientato in un periodo storico qualsiasi. Nessun accenno a fascismo, nazismo, comunismo - giusto in una puntata vediamo salvata, da mercanti di schiavi, la piccola Anastasia, ma si fa solo riferimento a una fantomatica rivoluzione avvenuta in Russia - e a quello che succede in Europa, e la Seconda Guerra Mondiale è liquidata in tipo 5 minuti dell'ultimo episodio, senza parlare di chi vi ha combattuto, le cause e chi ha vinto e perso (e facendola pure finire nel 1929!), e accennando in velocità come l'hanno passata i due protagonisti. E meno male che era stata profetizzata, da un indovino a inizio della storia, come l'avvenimento apocalittico che avrebbe cambiato le loro vite per sempre!
Dopo una simile disamina negativa un voto insufficiente sembrerebbe inevitabile, ma una volta tanto non mi riesce. Rimangono alla memoria alcuni ottimi personaggi (l'ispettore Grevil, fratello di Victorique, che dietro la ridicola acconciatura "a gelato" nasconde un'anima seria e imprevedibile), la grandezza epica della trama generale (seppur di difficile comprensione) e i due episodi finali, di un registro così drammatico e truce da rappresentare una degna ricompensa a chi è sopravvissuto al tedio precedente. Senza contare, ovviamente, la consueta cura BONES in animazioni e resa grafica, anche se la regia di Hitoshi Nanba è alquanto banale e telefonata. Rimane da sé che, tra tutte le produzioni BONES caldamente consigliate, Gosick non è certo tra queste.
Basato sulle light novel di Kazuki Sakuruba (serializzate dal 2003 al 2011 in 13 volumi), che segue fedelmente pur accorciandole per farle stare tutte in 24 episodi, 'Gosick' è ambientato nello stato europeo immaginario di Saubure, nel 1924. Il protagonista giapponese, Kazuja Kujo, s'è trasferito qui per studiare all'accademia di Santa Margherita, dove avrà inizio la sua avventura. Stringerà amicizia con Victorique de Blois, la Fatina Dorata, una bassa ragazza, abbigliata come una bambola e dalla lunghissima chioma bionda, che passa le sue giornate divorando libri all'ultimo piano della gigantesca biblioteca della scuola. Victorique è dotata di intelligenza e capacità deduttive incredibili, con cui risolverà, insieme all'amico, mille misteri concernenti storie di fantasmi e leggende che circolano da quelle parti, per infine svelare un complotto politico, legato al suo misterioso passato e alla scomparsa della madre, che rivelerà uno sconvolgente piano, legato all'occulto, che aveva già portato alla Prima Guerra Mondiale.
Background storico-politico, cospirazioni, miti e leggende, atmosfere inquietanti... Innumerevoli sono i motivi che hanno portato me, e immagino non solo me, ad approcciarmi alla serie con alte aspettative. Peccato che 'Gosick' si rivelerà assurdamente tedioso, al punto che la noia porterà la visione a essere così distratta da segare quel che di buono offre.
I protagonisti innanzitutto, Kujo e Victorique, offrono il peggio degli stereotipi delle coppiette di eroi. Lei è la solita insopportabile tsundere che ormai infesta un gran numero di serie animate - sempre scontrosa e arrogante, e in momenti telefonatissimi si scioglie come burro al sole -; lui terribilmente anonimo ma sopratutto starnazza come un'oca, non c'è una sola puntata in cui non urla a pieni polmoni, per almeno tre volte "Victoriqueeee!", uccidendo lo spettatore e divenendo subito odioso come fosse un villain (un villain caratterizzato ovviamente!). La prevedibile storia d'amore segue il collaudato schema di lui che è un tonno indifendibile nelle avances della sua pretendente Avril (molto più bella e degna), e che invece di approfittarne preferisce rimanere l'amico/schiavo di Victorique, accompagnandola nei suoi viaggi pericolosi, subendone il mobbing continuo e salvandole ogni volta la vita, col sorriso sulle labbra, "perché sei la mia migliore amica". Pietà. Eroi insopportabili con cui non si instaura alcuna empatia.
La trama portante, nella sua complessità e nelle mille ramificazioni - ministeri dell'occulto, sanguinosi omicidi, società segrete, personaggi leggendari, trappole letali, prestigiatori inquietanti, chi più ne ha più ne metta - è di assoluto rispetto. 'Gosick' ha inizio con 13 episodi d'introduzione ai personaggi e ci racconta di singoli casi risolti dagli odiosi eroi, per poi fare risaltare, nella seconda parte, la vera storia, il diabolico piano messo in piedi dal misterioso marionettista a cui spesso fanno riferimento i punti di domanda sollevati dalle indagini precedenti. La trama, però, è difficilissima da seguire, sia per l'odio per i protagonisti (si ha così poco interesse nelle loro iterazioni che si perdono volentieri i riferimenti all'indagine) sia per la quantità abnorme di sotto-trame che spesso nascono dentro gli stessi casi e che non sempre c'entrano. Caos al massimo. Non mancano poi, in una storia che è abbastanza realistica, pesanti cadute di credibilità: posso ancora accettare, a 15 anni da 'La signora in giallo' e negli stessi anni di 'Detective Conan', che ovunque vadano gli eroi avviene un omicidio, ma no, non posso non sentirmi preso in giro da scene ridicole tipo quella di Victorique che spara al detonatore di una bomba, ovviamente colpendolo, da un treno ad alta velocità e senza avere mai preso in mano un'arma da fuoco. Senza contare che i gialli di 'Gosick' attingono alla filosofia di pensiero di Arthur Conan Doyle: Victorique non li risolve con gli indizi a disposizione, ma perché conosce cose che noi non possiamo sapere.
Background storico poco sfruttato: non fosse per gli abbigliamenti, i riferimenti alla Prima Guerra Mondiale e i piani del villain che riguardano la Seconda, Gosick potrebbe essere ambientato in un periodo storico qualsiasi. Nessun accenno a fascismo, nazismo, comunismo - giusto in una puntata vediamo salvata, da mercanti di schiavi, la piccola Anastasia, ma si fa solo riferimento a una fantomatica rivoluzione avvenuta in Russia - e a quello che succede in Europa, e la Seconda Guerra Mondiale è liquidata in tipo 5 minuti dell'ultimo episodio, senza parlare di chi vi ha combattuto, le cause e chi ha vinto e perso (e facendola pure finire nel 1929!), e accennando in velocità come l'hanno passata i due protagonisti. E meno male che era stata profetizzata, da un indovino a inizio della storia, come l'avvenimento apocalittico che avrebbe cambiato le loro vite per sempre!
Dopo una simile disamina negativa un voto insufficiente sembrerebbe inevitabile, ma una volta tanto non mi riesce. Rimangono alla memoria alcuni ottimi personaggi (l'ispettore Grevil, fratello di Victorique, che dietro la ridicola acconciatura "a gelato" nasconde un'anima seria e imprevedibile), la grandezza epica della trama generale (seppur di difficile comprensione) e i due episodi finali, di un registro così drammatico e truce da rappresentare una degna ricompensa a chi è sopravvissuto al tedio precedente. Senza contare, ovviamente, la consueta cura BONES in animazioni e resa grafica, anche se la regia di Hitoshi Nanba è alquanto banale e telefonata. Rimane da sé che, tra tutte le produzioni BONES caldamente consigliate, Gosick non è certo tra queste.
'Gosick' risplende innanzitutto per l'ambientazione: un'accademia in un ipotetico paese europeo della prima metà del millenovecento, che accoglie studenti da tutto il mondo. In questo terreno fertile si intrecciano le vicende di Kujo, trasferitosi dal Giappone, e di Victorique, misteriosa ragazza la cui origine non è inizialmente molto chiara. Entrambi sono considerati esseri quasi sovrannaturali dai superstiziosi compagni, e vengono quindi emarginati. Dall'incontro tra i due nasce però una profonda amicizia, che si fortifica via via che i due si ritrovano a collaborare, come dei novelli Sherlock e Watson, nella risoluzione di casi misteriosi. Non parlo dei semplici assassinii o rapine, si tratta di navi fantasma, maledizioni e ricerca della vera identità di un alchimista.
Una base di realismo è costante, ma si divaga spesso e volentieri con leggende abilmente strutturate nelle quali Victorique cercherà di dividere realtà e invenzione. Anche se le saghe sono relativamente poche ma abbastanza lunghe, esse sono molto d'effetto e rendono piacevole l'anime. Ciò che servirebbe di più, soprattutto verso la fine, è la capacità di commuovere lo spettatore, cosa non da poco (ammetto però che il finale, una lacrimuccia, me la ha strappata). Proprio per questo l'opera non supera l'otto, che mi sembra comunque un ottimo voto. Esso viene confermato appieno dalle animazioni e dalle sigle. Per queste ultime, ho un'opinione molto positiva, mi sono piaciute tutte e non ho assolutamente nulla di negativo da dire, l'opening per di più ha un'animazione bellissima, con molti disegni fatti in stile vetrata gotica.
In effetti lo stile tipicamente gotico ritorna spesso nell'opera, a partire dagli splendidi abiti indossati da Victorique, pieni di svolazzi ma allo stesso tempo piuttosto moderni, senza dubbio ricordano le gothic lolita ma lasciano spazio anche a colori allegri come il violetto, a testimoniare la cura degli realizzatori su questo punto. Anche le atmosfere spesso richiamano questo stile, ma non è necessariamente l'abitudine. Spesso si inseriscono dei fatti o elementi storicamente strani, ma essendo la stessa ambientazione romanzata non c'è problema.
Finisco con un altro punto di rilievo: la caratterizzazione. Penso di aver già reso l'idea per i personaggi principali, ma anche quelli secondari sono molto ben fatti e non manca l'approfondimento psicologico, oltre che un pizzico di sana assurdità.
Una base di realismo è costante, ma si divaga spesso e volentieri con leggende abilmente strutturate nelle quali Victorique cercherà di dividere realtà e invenzione. Anche se le saghe sono relativamente poche ma abbastanza lunghe, esse sono molto d'effetto e rendono piacevole l'anime. Ciò che servirebbe di più, soprattutto verso la fine, è la capacità di commuovere lo spettatore, cosa non da poco (ammetto però che il finale, una lacrimuccia, me la ha strappata). Proprio per questo l'opera non supera l'otto, che mi sembra comunque un ottimo voto. Esso viene confermato appieno dalle animazioni e dalle sigle. Per queste ultime, ho un'opinione molto positiva, mi sono piaciute tutte e non ho assolutamente nulla di negativo da dire, l'opening per di più ha un'animazione bellissima, con molti disegni fatti in stile vetrata gotica.
In effetti lo stile tipicamente gotico ritorna spesso nell'opera, a partire dagli splendidi abiti indossati da Victorique, pieni di svolazzi ma allo stesso tempo piuttosto moderni, senza dubbio ricordano le gothic lolita ma lasciano spazio anche a colori allegri come il violetto, a testimoniare la cura degli realizzatori su questo punto. Anche le atmosfere spesso richiamano questo stile, ma non è necessariamente l'abitudine. Spesso si inseriscono dei fatti o elementi storicamente strani, ma essendo la stessa ambientazione romanzata non c'è problema.
Finisco con un altro punto di rilievo: la caratterizzazione. Penso di aver già reso l'idea per i personaggi principali, ma anche quelli secondari sono molto ben fatti e non manca l'approfondimento psicologico, oltre che un pizzico di sana assurdità.
<b>ATTENZIONE SPOILER!</b>
'Gosik' è un superbo anime, a mio avviso. L'ho visto, infatti, tutto d'un fiato perché volevo vedere come andavano a finire la storia, i vari misteri e non riuscivo a spegnere il lettore DVD.
Dal punto di vista tecnico è ad alti livelli: i disegni sono bellissimi e curati, idem i colori, la fluidità dei movimenti, gli abiti, le inquadrature e le sigle, che trovo veramente coinvolgenti.
Per quanto riguarda i protagonisti, Victorique è davvero bellissima: una bambolina che mi ricordava Taiga di 'Toradora', intelligentissima, con un passato di sofferenze ma con un cuore che non vede l'ora di amare finalmente qualcuno e essere riamata. Kujo è molto dolce e " normale" rispetto a lei, ma dimostra un animo generoso, tenero e a mio avviso accetta, a volte, di sottomettersi a Victorique, solo perché capisce la sua triste storia e il suo essere speciale. Lei inoltre subisce un'evoluzione interiore e caratteriale nel corso degli episodi davvero interessante e il legame profondo tra i due rende lo spettatore partecipe delle loro vicende ed è reso benissimo. E poi Victorique e Kujo sono davvero teneri tra loro.
Il finale mi ha soddisfatto pienamente: lei ha lo sguardo proprio innamorato e lui, nonostante le barbarie vissute in guerra, è rimasto lo stesso semplice e dolce ragazzo.
Unica pecca è il fatto che gli ultimi episodi sono troppo rapidi e frettolosi: le vicende avrebbero potuto essere spiegate meglio e sviluppate maggiormente visto che di materiale interessante ce n'era parecchio e ne sarebbero usciti degli episodi con i fiocchi.
Consiglio a tutti la visione con un piccolo avviso: non vi aspettate troppa credibilità riguardo ai misteri e alle loro soluzioni. Ma del resto un po' di fantasia fa solo che bene a cuore e mente, a parer mio.
'Gosik' è un superbo anime, a mio avviso. L'ho visto, infatti, tutto d'un fiato perché volevo vedere come andavano a finire la storia, i vari misteri e non riuscivo a spegnere il lettore DVD.
Dal punto di vista tecnico è ad alti livelli: i disegni sono bellissimi e curati, idem i colori, la fluidità dei movimenti, gli abiti, le inquadrature e le sigle, che trovo veramente coinvolgenti.
Per quanto riguarda i protagonisti, Victorique è davvero bellissima: una bambolina che mi ricordava Taiga di 'Toradora', intelligentissima, con un passato di sofferenze ma con un cuore che non vede l'ora di amare finalmente qualcuno e essere riamata. Kujo è molto dolce e " normale" rispetto a lei, ma dimostra un animo generoso, tenero e a mio avviso accetta, a volte, di sottomettersi a Victorique, solo perché capisce la sua triste storia e il suo essere speciale. Lei inoltre subisce un'evoluzione interiore e caratteriale nel corso degli episodi davvero interessante e il legame profondo tra i due rende lo spettatore partecipe delle loro vicende ed è reso benissimo. E poi Victorique e Kujo sono davvero teneri tra loro.
Il finale mi ha soddisfatto pienamente: lei ha lo sguardo proprio innamorato e lui, nonostante le barbarie vissute in guerra, è rimasto lo stesso semplice e dolce ragazzo.
Unica pecca è il fatto che gli ultimi episodi sono troppo rapidi e frettolosi: le vicende avrebbero potuto essere spiegate meglio e sviluppate maggiormente visto che di materiale interessante ce n'era parecchio e ne sarebbero usciti degli episodi con i fiocchi.
Consiglio a tutti la visione con un piccolo avviso: non vi aspettate troppa credibilità riguardo ai misteri e alle loro soluzioni. Ma del resto un po' di fantasia fa solo che bene a cuore e mente, a parer mio.
"Gosick" è un anime tratto da una light novel di Kazuki Sakuraba, edita dalla Fujimi Shobo. Sempre a partire da quest'opera è stato tratto anche un manga (2008), a cura dello stesso autore ed edito dalla medesima casa di pubblicazione Giapponese. Quest'anime del 2011 è stato prodotto dal rinomato studio Bones, sotto la regia ottima di Hitoshi Nanba. Sotto l'aspetto tecnico rappresenta l'eccellenza, sotto quello dei contenuti l'assoluta miseria.
La trama è poco originale e a mio avviso sviluppata in modo penoso. Il tutto si svolge in un paese francese molto piccolo, situato vicino alle Alpi, dal nome Sauville; più precisamente nell'anno 1924. La storia si evolve intorno al protagonista di nome Kazuya Kujo, figlio di un ufficiale dell'esercito giapponese; è uno studente dell'Accademia St. Marguerite appena trasferitosi in questo piccolo e assai bizzarro paesino di montagna, isolato da tutti nonostante sia molto intelligente e apprezzato dagli insegnanti. La cosa che salta subito all'occhio è il fatto che sono di gran voga diverse storie dell'orrore. Accidentalmente, un giorno, Kazuya incontra Victorique de Blois, una ragazza molto carina e provocante, ma allo stesso tempo misteriosa e brillante. Nonostante questa sia una studentessa della suddetta scuola, non si presenta mai alle lezioni, visto che a parer suo sono noiose e semplici: perciò dice che preferisce trascorrere le sue giornate in biblioteca o a indagare su casi inspiegabili insieme agli agenti di polizia locali.
Così prenderà il via l'avventura dei due, che sarà costituita dalla risoluzione di casi complicati che necessitano della loro intelligenza e spirito di competizione.
Inizialmente 'Gosick' mi colpì molto, in quanto ci presenta una storia poco originale ma che avrebbe potuto essere sviluppata in modo molto più misterioso e "dark", dando vita a storie avvincenti. Questa cosa - con mio dispiacere - non è accaduta.
Tutti i casi che si faranno avanti nel corso degli eventi saranno banali e poco coinvolgenti, facendo emergere la parte infantile e poco adatta che prima era celata dietro un velo di silenzi e architetture vittoriane antiche. La cosa realmente piacevole dell'anime in questione è una: l'ambientazione. Infatti si presenta molto particolare e ricercata, studiata per trasportare lo spettatore totalmente all'interno del piccolo paesino Europeo.
Il character design è davvero curato all'eccellenza, sotto tutti i più svariati aspetti. I disegni sono il grande punto di forza, senza il quale l'anime sarebbe pressoché nullo e insignificante (più di quanto già non lo sia). La regia si dimostra impeccabile e capace, in grado di lasciare trasparire giochi di luce e inserimenti inaspettati.
Le opening e le ending a mio avviso sono pessime, create in modo quasi superficiale e misero. Nel complesso trovo 'Gosick' un anime poco meritevole, sconsigliato a chiunque; persino ai grandi amanti del mistero e delle indagini.
La trama è poco originale e a mio avviso sviluppata in modo penoso. Il tutto si svolge in un paese francese molto piccolo, situato vicino alle Alpi, dal nome Sauville; più precisamente nell'anno 1924. La storia si evolve intorno al protagonista di nome Kazuya Kujo, figlio di un ufficiale dell'esercito giapponese; è uno studente dell'Accademia St. Marguerite appena trasferitosi in questo piccolo e assai bizzarro paesino di montagna, isolato da tutti nonostante sia molto intelligente e apprezzato dagli insegnanti. La cosa che salta subito all'occhio è il fatto che sono di gran voga diverse storie dell'orrore. Accidentalmente, un giorno, Kazuya incontra Victorique de Blois, una ragazza molto carina e provocante, ma allo stesso tempo misteriosa e brillante. Nonostante questa sia una studentessa della suddetta scuola, non si presenta mai alle lezioni, visto che a parer suo sono noiose e semplici: perciò dice che preferisce trascorrere le sue giornate in biblioteca o a indagare su casi inspiegabili insieme agli agenti di polizia locali.
Così prenderà il via l'avventura dei due, che sarà costituita dalla risoluzione di casi complicati che necessitano della loro intelligenza e spirito di competizione.
Inizialmente 'Gosick' mi colpì molto, in quanto ci presenta una storia poco originale ma che avrebbe potuto essere sviluppata in modo molto più misterioso e "dark", dando vita a storie avvincenti. Questa cosa - con mio dispiacere - non è accaduta.
Tutti i casi che si faranno avanti nel corso degli eventi saranno banali e poco coinvolgenti, facendo emergere la parte infantile e poco adatta che prima era celata dietro un velo di silenzi e architetture vittoriane antiche. La cosa realmente piacevole dell'anime in questione è una: l'ambientazione. Infatti si presenta molto particolare e ricercata, studiata per trasportare lo spettatore totalmente all'interno del piccolo paesino Europeo.
Il character design è davvero curato all'eccellenza, sotto tutti i più svariati aspetti. I disegni sono il grande punto di forza, senza il quale l'anime sarebbe pressoché nullo e insignificante (più di quanto già non lo sia). La regia si dimostra impeccabile e capace, in grado di lasciare trasparire giochi di luce e inserimenti inaspettati.
Le opening e le ending a mio avviso sono pessime, create in modo quasi superficiale e misero. Nel complesso trovo 'Gosick' un anime poco meritevole, sconsigliato a chiunque; persino ai grandi amanti del mistero e delle indagini.
'Gosick' è una serie di ventiquattro episodi prodotta nel 2011 dallo studio Bones, la cui regia è stata affidata nelle mani di Hitoshi Nanba. Essa consiste in una trasposizione animata dell'omonimo manga, scritto e disegnato da Kazuki Sakuraba.
Se vi aspettate, da questa serie, una sorta di detective Conan in gonnella e reggicalze di pizzo, per grazia di Dio, e fortuna vostra oserei aggiungere, ne rimarrete sorpresi. 'Gosick' infatti gode di una quantomai erronea e fuorviante fama di anime investigativo con reminiscenze horror quando in realtà tale aspetto si rivela essere nient'altro che una delle tante maschere che indossa. Il corpo dell'opera è infatti suddivisibile in, grossomodo, due sezioni, una prima parte corrispondente ai requisiti di cui sopra, e una seconda, la quale assume invece aspetti ulteriori, cambiando repentinamente volto.
Sarebbe dunque un grave errore giudicare 'Gosik' per quello che appare in superficie, senza tenere conto dei notevoli sviluppi di trama che ci propone e che lo fanno sfuggire da una rigorosa inquadratura di genere.
Ma andiamo ad analizzare la serie partendo da un breve accenno alla trama e all'ambientazione, che risulta in questo caso quantomeno d'obbligo per la sua particolarità.
Le vicende prendono vita in un piccolo regno, dalla natura sfacciatamente fittizia e funzionale al racconto, di nome Sauville, situato sulle Alpi e schiacciato tra il confine italico e quello francese.
Il periodo storico sembra essere un ipotetico inizio '900, con sfumature pseudo-vittoriane, che però non risultano del tutto convincenti. In questa sperduta nazione, presso la St. Marguerite Academy, giunge il nostro eroe, Kazuya Kujo, studente trasferito dal Giappone per uno scambio culturale.
Ben presto conosceremo i pittoreschi e sontuosi ambienti dell'accademia, il vastissimo parco, la torre dell'orologio e la gigantesca e labirintica biblioteca, una vertiginosa torre sulla cui cima svetta un elegante e variopinto giardino pensile. Tale è il luogo del fatidico incontro del protagonista con la misteriosa "fata d'oro" Victorique de Blois, ragazzina dalla lucente chioma bionda, prigioniera di questa struttura e dotata di elevati intelletto e capacità di analisi, doti che le permettono di risolvere anche il più intricato degli enigmi. Tra leggende e fiabe dal sapore gotico, la narrazione si focalizzerà sui misteriosi e improbabili casi che la nostra eroina dovrà risolvere con la sua arguzia e con il suo ingegno.
Proprio le leggende fungono da fulcro della serie, da punto di riferimento per l'intero intreccio di cui costituiscono quindi la base portante, e qui risiedono contemporaneamente il maggior pregio e il peggior difetto di 'Gosick', tema che tratteremo nelle prossime righe. Le fiabe sembrano assumere, in questa ambientazione, un ruolo sociale peculiare, tutti vi credono ciecamente e si fanno influenzare da esse, nonostante molti di questi racconti non siano altro che dicerie che nemmeno possono definirsi leggenda o mito, poiché nate anche solo alcuni anni prima. Nonostante ciò esse servono da "motore immobile" per le vicende, ogni mistero è legato a una leggenda, che si rivelerà essere perciò reale ma al contempo una farsa, poiché l'alone sovrannaturale che la ammanta sarà spazzato via dai ragionamenti di Victorique, i quali faranno emergere preponderantemente la verità dalla mistificazione.
Questo eccessivo affidamento alle leggende però è inesorabilmente poco credibile, tanto che sorprende l'ingenuità dei personaggi nel venirne influenzati. Ciò sarebbe stato passabile se tale ottusità fosse comune solo all'interno dell'ambiente dell'accademia, ma essa viene estesa alla società intera, e ciò sembra essere nondimeno un'enorme forzatura, anziché una geniale metafora che critichi con ironia la credulità popolare.
Nonostante la complessità delle vicende che si vengono a delineare, e malgrado il susseguirsi dei relativi mutamenti sia decisamente ben pianificato e strutturato con dovizia di dettagli, le basi su cui tutto poggia sono talmente ridicole da sminuire non poco il valore dell'intreccio. La regia ha continui alti e bassi, raggiunge vette considerevoli, propone svolte geniali e impensabili, ma fin troppo spesso si lascia sfuggire ingenui e imbarazzanti cliché, situazioni improbabili e assolutamente non credibili, soprattutto nel versante delle reazioni e dei "modus agendi" dei personaggi. Per contro la loro caratterizzazione risulta alquanto fatiscente, scontata a volte, e inconsistente.
Il protagonista non esce dallo stereotipo del ragazzo impacciato e un po' tonto, che però dimostra buon cuore e sprizza generosità da tutti i pori. Victorique stessa rimane intrappolata nel suo ruolo di tsundere perennemente annoiata e imbronciata, salvo nelle battute finali, dove mostra una maturazione e uno sviluppo della personalità. Gli studenti dell'accademia svolgono il loro ruolo di comparse dal dubbio quoziente intellettivo, troviamo poi l'unica maestra che sembra esistere nell'intero istituto, esagitata e caciarona, la compagna di classe innamorata e incontrovertibilmente gelosa di ogni altro essere di sesso femminile che solo osi sfiorare il suo principe, e la cuoca gentile ed affabile.
Vi sono poi altri tre insiemi di personaggi: coloro che ruotano attorno al governo e al re, contrapposti ai seguaci del "ministro dell'occulto", il nobile e tenebroso Marquis Albert de Blois, e un terzo gruppo legato alla madre della protagonista. Le vicende di queste tre fazioni si intrecciano continuamente per andare a costruire la trama che, di sottofondo e appena accennata all'inizio, diventerà poi il fulcro dell'opera.
La parte iniziale a cui si accennava in precedenza, comprendente le prime sedici puntate, si connota per una struttura episodica composta da archi narrativi auto-conclusivi posti in ordine cronologico. Questi sono dedicati allo scopo di approfondire l'ambientazione, il contesto e a porre le basi dello schema di relazioni che si viene a creare tra i vari personaggi, e primari e secondari.
La seconda sezione invece cambia volto, per assumere tutti i tratti che tipicamente connotano una storia drammatica, sentimentale, con una piccola sfumatura di racconto gotico, ma quasi impercettibile e rintracciabile solo nelle ambientazioni.
Il "problema", se in siffatto modo lo si vuol definire, di 'Gosick' consiste nella difficoltà dell'intendere quanto esso si prenda sul serio. La regia è spesso costretta a funambolismi di vario genere per cercare di fare trasparire un'atmosfera di tensione, continuamente spezzata e stravolta sia da scene ilari sia da patetici cliché inverosimili, tanto che la serie risulta nel complesso leggera e alquanto "scanzonata" addirittura, a dispetto delle numerose scene di violenza presenti in tutta la narrazione, che non sortiscono però il desiderato effetto di creare la giusta tensione. 'Gosick' è un thriller che non riesce a essere tale, un horror che non riesce a essere horror, ma risulta incontrovertibilmente in qualcos'altro, d'indefinibile, un miscuglio azzardato tra un giallo e una storia romantica, con spruzzi di comicità e allegria, ma che raramente risulta credibile. Questa instabile identità non viene di certo aiutata dal regime finale, caratterizzato da un complesso intrico di eventi dei quali però si avrà perfetta e concludente spiegazione, nonostante l'imprecisa e fatiscente sceneggiatura che potrebbe confondere lo spettatore. Il finale non sorprende, rivelandosi un patetico happy ending dei più classici, senza infamia né lode.
Dal lato tecnico, d'altra parte, Gosick sfoggia delle animazioni fluide, sfondi quasi tangibili e vividi, un chara un po' anonimo ma appagante, delle musiche molto azzeccate, che variano molto: da toni vivaci e allegri, fino ad arrivare a suggestivi cori molto evocativi .
La realizzazione grafica è delle migliori, purtroppo non si può dire lo stesso della regia, che tuttavia nel complesso rimane buona.
In conclusione, si tratta di una serie piuttosto piacevole da seguire, con alti e bassi, ma che serba sorprese e colpi di scena ben pensati, la pecca è che tutto si basa su delle premesse ridicole e a mio avviso controproducenti, che sembrano quasi una farsa. Consiglierei la visione a chi nutre il desiderio di godersi un'opera diversa dal solito, complessa ma non realmente impegnativa, capace di fornire un buon grado d'intrattenimento ma non in grado di spingersi oltre. Per quanto concerne la mia personalissima valutazione e considerazione globale, 'Gosick' non arriva alla piena sufficienza, posso ben dire che nonostante gli innumerevoli difetti l'ho trovato appagante e a tratti coinvolgente, ma permangono dei nei sui quali non posso sorvolare. Voto: 5/6.
Se vi aspettate, da questa serie, una sorta di detective Conan in gonnella e reggicalze di pizzo, per grazia di Dio, e fortuna vostra oserei aggiungere, ne rimarrete sorpresi. 'Gosick' infatti gode di una quantomai erronea e fuorviante fama di anime investigativo con reminiscenze horror quando in realtà tale aspetto si rivela essere nient'altro che una delle tante maschere che indossa. Il corpo dell'opera è infatti suddivisibile in, grossomodo, due sezioni, una prima parte corrispondente ai requisiti di cui sopra, e una seconda, la quale assume invece aspetti ulteriori, cambiando repentinamente volto.
Sarebbe dunque un grave errore giudicare 'Gosik' per quello che appare in superficie, senza tenere conto dei notevoli sviluppi di trama che ci propone e che lo fanno sfuggire da una rigorosa inquadratura di genere.
Ma andiamo ad analizzare la serie partendo da un breve accenno alla trama e all'ambientazione, che risulta in questo caso quantomeno d'obbligo per la sua particolarità.
Le vicende prendono vita in un piccolo regno, dalla natura sfacciatamente fittizia e funzionale al racconto, di nome Sauville, situato sulle Alpi e schiacciato tra il confine italico e quello francese.
Il periodo storico sembra essere un ipotetico inizio '900, con sfumature pseudo-vittoriane, che però non risultano del tutto convincenti. In questa sperduta nazione, presso la St. Marguerite Academy, giunge il nostro eroe, Kazuya Kujo, studente trasferito dal Giappone per uno scambio culturale.
Ben presto conosceremo i pittoreschi e sontuosi ambienti dell'accademia, il vastissimo parco, la torre dell'orologio e la gigantesca e labirintica biblioteca, una vertiginosa torre sulla cui cima svetta un elegante e variopinto giardino pensile. Tale è il luogo del fatidico incontro del protagonista con la misteriosa "fata d'oro" Victorique de Blois, ragazzina dalla lucente chioma bionda, prigioniera di questa struttura e dotata di elevati intelletto e capacità di analisi, doti che le permettono di risolvere anche il più intricato degli enigmi. Tra leggende e fiabe dal sapore gotico, la narrazione si focalizzerà sui misteriosi e improbabili casi che la nostra eroina dovrà risolvere con la sua arguzia e con il suo ingegno.
Proprio le leggende fungono da fulcro della serie, da punto di riferimento per l'intero intreccio di cui costituiscono quindi la base portante, e qui risiedono contemporaneamente il maggior pregio e il peggior difetto di 'Gosick', tema che tratteremo nelle prossime righe. Le fiabe sembrano assumere, in questa ambientazione, un ruolo sociale peculiare, tutti vi credono ciecamente e si fanno influenzare da esse, nonostante molti di questi racconti non siano altro che dicerie che nemmeno possono definirsi leggenda o mito, poiché nate anche solo alcuni anni prima. Nonostante ciò esse servono da "motore immobile" per le vicende, ogni mistero è legato a una leggenda, che si rivelerà essere perciò reale ma al contempo una farsa, poiché l'alone sovrannaturale che la ammanta sarà spazzato via dai ragionamenti di Victorique, i quali faranno emergere preponderantemente la verità dalla mistificazione.
Questo eccessivo affidamento alle leggende però è inesorabilmente poco credibile, tanto che sorprende l'ingenuità dei personaggi nel venirne influenzati. Ciò sarebbe stato passabile se tale ottusità fosse comune solo all'interno dell'ambiente dell'accademia, ma essa viene estesa alla società intera, e ciò sembra essere nondimeno un'enorme forzatura, anziché una geniale metafora che critichi con ironia la credulità popolare.
Nonostante la complessità delle vicende che si vengono a delineare, e malgrado il susseguirsi dei relativi mutamenti sia decisamente ben pianificato e strutturato con dovizia di dettagli, le basi su cui tutto poggia sono talmente ridicole da sminuire non poco il valore dell'intreccio. La regia ha continui alti e bassi, raggiunge vette considerevoli, propone svolte geniali e impensabili, ma fin troppo spesso si lascia sfuggire ingenui e imbarazzanti cliché, situazioni improbabili e assolutamente non credibili, soprattutto nel versante delle reazioni e dei "modus agendi" dei personaggi. Per contro la loro caratterizzazione risulta alquanto fatiscente, scontata a volte, e inconsistente.
Il protagonista non esce dallo stereotipo del ragazzo impacciato e un po' tonto, che però dimostra buon cuore e sprizza generosità da tutti i pori. Victorique stessa rimane intrappolata nel suo ruolo di tsundere perennemente annoiata e imbronciata, salvo nelle battute finali, dove mostra una maturazione e uno sviluppo della personalità. Gli studenti dell'accademia svolgono il loro ruolo di comparse dal dubbio quoziente intellettivo, troviamo poi l'unica maestra che sembra esistere nell'intero istituto, esagitata e caciarona, la compagna di classe innamorata e incontrovertibilmente gelosa di ogni altro essere di sesso femminile che solo osi sfiorare il suo principe, e la cuoca gentile ed affabile.
Vi sono poi altri tre insiemi di personaggi: coloro che ruotano attorno al governo e al re, contrapposti ai seguaci del "ministro dell'occulto", il nobile e tenebroso Marquis Albert de Blois, e un terzo gruppo legato alla madre della protagonista. Le vicende di queste tre fazioni si intrecciano continuamente per andare a costruire la trama che, di sottofondo e appena accennata all'inizio, diventerà poi il fulcro dell'opera.
La parte iniziale a cui si accennava in precedenza, comprendente le prime sedici puntate, si connota per una struttura episodica composta da archi narrativi auto-conclusivi posti in ordine cronologico. Questi sono dedicati allo scopo di approfondire l'ambientazione, il contesto e a porre le basi dello schema di relazioni che si viene a creare tra i vari personaggi, e primari e secondari.
La seconda sezione invece cambia volto, per assumere tutti i tratti che tipicamente connotano una storia drammatica, sentimentale, con una piccola sfumatura di racconto gotico, ma quasi impercettibile e rintracciabile solo nelle ambientazioni.
Il "problema", se in siffatto modo lo si vuol definire, di 'Gosick' consiste nella difficoltà dell'intendere quanto esso si prenda sul serio. La regia è spesso costretta a funambolismi di vario genere per cercare di fare trasparire un'atmosfera di tensione, continuamente spezzata e stravolta sia da scene ilari sia da patetici cliché inverosimili, tanto che la serie risulta nel complesso leggera e alquanto "scanzonata" addirittura, a dispetto delle numerose scene di violenza presenti in tutta la narrazione, che non sortiscono però il desiderato effetto di creare la giusta tensione. 'Gosick' è un thriller che non riesce a essere tale, un horror che non riesce a essere horror, ma risulta incontrovertibilmente in qualcos'altro, d'indefinibile, un miscuglio azzardato tra un giallo e una storia romantica, con spruzzi di comicità e allegria, ma che raramente risulta credibile. Questa instabile identità non viene di certo aiutata dal regime finale, caratterizzato da un complesso intrico di eventi dei quali però si avrà perfetta e concludente spiegazione, nonostante l'imprecisa e fatiscente sceneggiatura che potrebbe confondere lo spettatore. Il finale non sorprende, rivelandosi un patetico happy ending dei più classici, senza infamia né lode.
Dal lato tecnico, d'altra parte, Gosick sfoggia delle animazioni fluide, sfondi quasi tangibili e vividi, un chara un po' anonimo ma appagante, delle musiche molto azzeccate, che variano molto: da toni vivaci e allegri, fino ad arrivare a suggestivi cori molto evocativi .
La realizzazione grafica è delle migliori, purtroppo non si può dire lo stesso della regia, che tuttavia nel complesso rimane buona.
In conclusione, si tratta di una serie piuttosto piacevole da seguire, con alti e bassi, ma che serba sorprese e colpi di scena ben pensati, la pecca è che tutto si basa su delle premesse ridicole e a mio avviso controproducenti, che sembrano quasi una farsa. Consiglierei la visione a chi nutre il desiderio di godersi un'opera diversa dal solito, complessa ma non realmente impegnativa, capace di fornire un buon grado d'intrattenimento ma non in grado di spingersi oltre. Per quanto concerne la mia personalissima valutazione e considerazione globale, 'Gosick' non arriva alla piena sufficienza, posso ben dire che nonostante gli innumerevoli difetti l'ho trovato appagante e a tratti coinvolgente, ma permangono dei nei sui quali non posso sorvolare. Voto: 5/6.
Per me "Gosik" è un anime fantastico, del resto è tratto da un ciclo di romanzi. Ne consiglio la visione. La trama è coerente, i vari casi risolti dalla protagonista si ricollegano tra loro per arrivare a svelare nel finale tutti i misteri dei vari personaggi. La grafica è curata nei dettagli e le musiche sono suggestive.
Trovo quest'anime migliore della tanto decantata serie "Kuroshitsuji", in quanto l'evoluzione della storia e dei personaggi è gestita nei particolari e la coppia Victorica-Kujo è meno "tenebrosa" rispetto a quella Ciel-Sebastian (Kujo e Victorica parlano molto spesso dei loro sentimenti, fanno più tenerezza insomma).
Il periodo storico è azzeccato, si svolge su più archi temporali (es. 1914-1924) e permette di creare tra i personaggi un climax-intreccio originale.
Guardatelo, mi raccomando.
Trovo quest'anime migliore della tanto decantata serie "Kuroshitsuji", in quanto l'evoluzione della storia e dei personaggi è gestita nei particolari e la coppia Victorica-Kujo è meno "tenebrosa" rispetto a quella Ciel-Sebastian (Kujo e Victorica parlano molto spesso dei loro sentimenti, fanno più tenerezza insomma).
Il periodo storico è azzeccato, si svolge su più archi temporali (es. 1914-1924) e permette di creare tra i personaggi un climax-intreccio originale.
Guardatelo, mi raccomando.
Pensavo che un personaggio più antipatico e odioso del detective Conan non lo avrei mai visto prima d'incappare in questa sua versione in gonnella. Veramente irritante vedere che dei misteri vengano risolti per "magia" senza nemmeno provare a creare un filo logico narrativo che ne faccia intuire la soluzione allo spettatore. Notevoli sono il design e la tecnica anche se non sono particolarmente di mio gusto. L'anime tuttavia è molto povero nella caratterizzazione dei personaggi e nella trama fiacca che cerca disperatamente di risollevarsi in un finale che appare però caotico. Ho guardato Gosik ma non mi ha soddisfatto per niente, scarso.
<b>Attenzione! Contiene possibili spoiler!</b>
Avevo deciso di scrivere una ben più tiepida recensione di quest'anime prima di vedere gli ultimi 6 episodi, ma mi sono dovuto ricredere. La parte finale della serie merita un voto molto più alto del resto. Non si può restare indifferenti quando viene alla luce il rapporto madre/figlia tra Cordelia e Victorique, quando il legame tra Kujo e Victorique si intensifica fino a diventare più forte delle avversità, delle distanze e dei pericoli. Il finale poi, lo trovo stupendo e appagante. Anche se avrei preferito vedere l'ultima puntata diluita in 3/4 episodi per gustarmi bene lo scioglimento finale con tutte le sue conseguenze (chissà, forse in un OAV). Forse sono solo un inguaribile romantico, ma trovo che per tutte queste cose la storia si meriti un bel 9.
A tutti coloro a cui quest'anime è piaciuto vorrei anche consigliare "Spice and Wolf" (Ookami to Koushinryou), secondo me ha alcuni punti di contatto con Gosick, seppure nel complesso è meno ricco in quanto a emozioni forti. Anche lì i protagonisti sono una ragazza bellissima e molto intelligente - addirittura è una dea - e un ragazzo un po' più "tonto" e ingenuo. Consiglio Gosik per l'atmosfera magica e i toni gentili con cui si svolge la trama, che lo rendono a mio avviso molto poetico. La colonna sonora poi è veramente bella.
Avevo deciso di scrivere una ben più tiepida recensione di quest'anime prima di vedere gli ultimi 6 episodi, ma mi sono dovuto ricredere. La parte finale della serie merita un voto molto più alto del resto. Non si può restare indifferenti quando viene alla luce il rapporto madre/figlia tra Cordelia e Victorique, quando il legame tra Kujo e Victorique si intensifica fino a diventare più forte delle avversità, delle distanze e dei pericoli. Il finale poi, lo trovo stupendo e appagante. Anche se avrei preferito vedere l'ultima puntata diluita in 3/4 episodi per gustarmi bene lo scioglimento finale con tutte le sue conseguenze (chissà, forse in un OAV). Forse sono solo un inguaribile romantico, ma trovo che per tutte queste cose la storia si meriti un bel 9.
A tutti coloro a cui quest'anime è piaciuto vorrei anche consigliare "Spice and Wolf" (Ookami to Koushinryou), secondo me ha alcuni punti di contatto con Gosick, seppure nel complesso è meno ricco in quanto a emozioni forti. Anche lì i protagonisti sono una ragazza bellissima e molto intelligente - addirittura è una dea - e un ragazzo un po' più "tonto" e ingenuo. Consiglio Gosik per l'atmosfera magica e i toni gentili con cui si svolge la trama, che lo rendono a mio avviso molto poetico. La colonna sonora poi è veramente bella.
Mi sono accorto, una volta in più, di quanto sia sbagliato giudicare un anime senza averlo visto nella sua interezza. Le vicende che mi hanno collegato a Gosick si possono riassumere in tre passi:
- interessato dalla trama e dall'ambientazione, lo iniziai a vedere nel lontano inverno 2010;
- etichettato come copia in salsa storica del Detective Conan, lo snobbai dopo un 6-7 episodi;
- dopo 6 mesi mi prese la scimmia di concluderlo.
Ed eccomi a recensirlo. Siccome il voto è visibile in cima alla recensione, la mia conclusione è già evidente, ma andiamo con ordine.
Corre l'anno 1924. Kazuya Kujo è un giovane giapponese, terzo figlio di una famiglia di guardie imperiali come ama ripetere, che viene inviato dal suo paese a studiare nell'immaginario regno di Sauville, geograficamente situato tra Svizzera, Francia e Italia. Qui, in cima a un'enorme torre-biblioteca, incontra la fata dorata, una ragazzina simile a una bambola di ceramica e con l'evocativo nome di Victorique de Blois. La ragazzina si rivelerà essere più impertinente di Miss Marple e più sagace di Sherlock Holmes, risolvendo con aria annoiata ogni tipo di mistero e giallo che le viene sottoposto.
Nei primi episodi, e fino a circa metà anime, la trama procederà mostrando varie vicende in cui i due protagonisti sono coinvolti, spesso collegate a omicidi o a rapimenti, e tutto sembrerà più orientato nel mostrare la carineria e il carattere di Victorica (come viene chiamata dal giovane Kujo), a metà tra lo tsundere e il kuudere. Ma Gosick inizia veramente dopo la metà della serie. Gli eventi incalzeranno e la trama si dipanerà su scala mondiale. La giovane detective, che dapprima sembra immortale e onnisciente, verrà resa piccola dagli avvenimenti che arriveranno.
Ho trovato il character design piacevole, anche se certi personaggi sopra le righe (la stessa Victorica, vestita con anacronistici abiti vittoriani, o l'ispettore De Blois, con un vistosissimo trapano al posto dei capelli) cozzano con il realismo dei fondali e dei personaggi di contorno. Le musiche della colonna sonora sono davvero splendide, come raramente ne ho sentite, in grado di sottolineare e arricchire chirurgicamente le scene importanti.
Unici lati negativi sono un'accelerazione negli ultimi tre episodi - avvengono più cose lì che nel resto dell'anime - e la carenza di personaggi davvero caratterizzati. A eccezione dei protagonisti e di qualche altro coprotagonista, gli altri sono stereotipati o mere comparse, rendendo difficile affezionarsi a loro.
Gosick si è rivelata una vera sorpresa, una chicca che ho rischiato di perdermi per la presunzione di volere capire un anime in pochi episodi. Lo consiglio a tutti quelli alla ricerca di un'opera che mescoli sapientemente storia, mistero e sentimento.
- interessato dalla trama e dall'ambientazione, lo iniziai a vedere nel lontano inverno 2010;
- etichettato come copia in salsa storica del Detective Conan, lo snobbai dopo un 6-7 episodi;
- dopo 6 mesi mi prese la scimmia di concluderlo.
Ed eccomi a recensirlo. Siccome il voto è visibile in cima alla recensione, la mia conclusione è già evidente, ma andiamo con ordine.
Corre l'anno 1924. Kazuya Kujo è un giovane giapponese, terzo figlio di una famiglia di guardie imperiali come ama ripetere, che viene inviato dal suo paese a studiare nell'immaginario regno di Sauville, geograficamente situato tra Svizzera, Francia e Italia. Qui, in cima a un'enorme torre-biblioteca, incontra la fata dorata, una ragazzina simile a una bambola di ceramica e con l'evocativo nome di Victorique de Blois. La ragazzina si rivelerà essere più impertinente di Miss Marple e più sagace di Sherlock Holmes, risolvendo con aria annoiata ogni tipo di mistero e giallo che le viene sottoposto.
Nei primi episodi, e fino a circa metà anime, la trama procederà mostrando varie vicende in cui i due protagonisti sono coinvolti, spesso collegate a omicidi o a rapimenti, e tutto sembrerà più orientato nel mostrare la carineria e il carattere di Victorica (come viene chiamata dal giovane Kujo), a metà tra lo tsundere e il kuudere. Ma Gosick inizia veramente dopo la metà della serie. Gli eventi incalzeranno e la trama si dipanerà su scala mondiale. La giovane detective, che dapprima sembra immortale e onnisciente, verrà resa piccola dagli avvenimenti che arriveranno.
Ho trovato il character design piacevole, anche se certi personaggi sopra le righe (la stessa Victorica, vestita con anacronistici abiti vittoriani, o l'ispettore De Blois, con un vistosissimo trapano al posto dei capelli) cozzano con il realismo dei fondali e dei personaggi di contorno. Le musiche della colonna sonora sono davvero splendide, come raramente ne ho sentite, in grado di sottolineare e arricchire chirurgicamente le scene importanti.
Unici lati negativi sono un'accelerazione negli ultimi tre episodi - avvengono più cose lì che nel resto dell'anime - e la carenza di personaggi davvero caratterizzati. A eccezione dei protagonisti e di qualche altro coprotagonista, gli altri sono stereotipati o mere comparse, rendendo difficile affezionarsi a loro.
Gosick si è rivelata una vera sorpresa, una chicca che ho rischiato di perdermi per la presunzione di volere capire un anime in pochi episodi. Lo consiglio a tutti quelli alla ricerca di un'opera che mescoli sapientemente storia, mistero e sentimento.
Nel recensire una serie come Gosick, trovo sia opportuna una premessa che, se non fatta, potrebbe portare molti degli spettatori ad abbandonare la visione pensando di ritrovarsi davanti a un clone di Detective Conan: Gosick, sebbene parta secondo un genere abbastanza simile, già da metà stagione si rivela essere qualcosa di profondamente diverso.
Detto questo partiamo con la solita analisi.
Trama
La storia, ambientata in uno scenario simil-primonovecento in una accademia, ruota attorno alle figure di Victorique, ragazzina dalle innata capacità di investigazione e risoluzione che vive isolata in una torre-biblioteca, e Kujo, studente straniero dai capelli neri (in questo anime è una stranezza a quanto pare) trasferitosi di recente.
E' questa una coppia di personaggi i cui legami con il resto degli studenti sono pressoché nulli - mentre la prima appunto vive isolata sulla torre, il secondo viene additato come un qualcuno in grado di portare malaugurio a causa del colore dei suoi capelli. Nel corso dei vari episodi, facendo ovviamente leva sulla narrazione delle varie sotto-trame costituenti quella principale, si aggiungeranno altri enigmi, infittendo man mano la rete di misteri che ruotano attorno allo stesso regno di Saubremme ed al suo passato.
Personaggi
I personaggi principali sono abbastanza pochi a dire il vero, ma con una buona caratterizzazione. Vi dico subito di non aspettarvi figure indimenticabili, idoli, ecc. ecc. perché a mio avviso qui proprio non ve ne sono.
Il costrutto nella sostanza funziona in modo corretto e piacevole.
Comparto tecnico (musiche, disegni, ecc.)
Pur non amando eccessivamente il tipo di grafica adottata dall’opera, ovvero un disegno dai toni soft con poche ombre e con poche spigolature, il risultato finale è per lo più piacevole. Molto più che buoni sono le animazioni e i fondali.
Trovo le musiche non indimenticabili (a parte la prima ending, molto bella), ma anche qui nulla da dire in tono dispregiativo.
Riassumendo
Gosik è una buona opera, molto piacevole da vedere e che costruisce nel corso dei suoi 24 episodi una bella storia, ricca di misteri e che riesce a tenere lo spettatore piacevolmente coinvolto sino in fondo. Purtroppo c’è da dire che il ritmo è molto blando e alla fine della visione quello che rimane è un po’ di rammarico per qualcosa che forse poteva essere fatto meglio.
Voto: 7.
Detto questo partiamo con la solita analisi.
Trama
La storia, ambientata in uno scenario simil-primonovecento in una accademia, ruota attorno alle figure di Victorique, ragazzina dalle innata capacità di investigazione e risoluzione che vive isolata in una torre-biblioteca, e Kujo, studente straniero dai capelli neri (in questo anime è una stranezza a quanto pare) trasferitosi di recente.
E' questa una coppia di personaggi i cui legami con il resto degli studenti sono pressoché nulli - mentre la prima appunto vive isolata sulla torre, il secondo viene additato come un qualcuno in grado di portare malaugurio a causa del colore dei suoi capelli. Nel corso dei vari episodi, facendo ovviamente leva sulla narrazione delle varie sotto-trame costituenti quella principale, si aggiungeranno altri enigmi, infittendo man mano la rete di misteri che ruotano attorno allo stesso regno di Saubremme ed al suo passato.
Personaggi
I personaggi principali sono abbastanza pochi a dire il vero, ma con una buona caratterizzazione. Vi dico subito di non aspettarvi figure indimenticabili, idoli, ecc. ecc. perché a mio avviso qui proprio non ve ne sono.
Il costrutto nella sostanza funziona in modo corretto e piacevole.
Comparto tecnico (musiche, disegni, ecc.)
Pur non amando eccessivamente il tipo di grafica adottata dall’opera, ovvero un disegno dai toni soft con poche ombre e con poche spigolature, il risultato finale è per lo più piacevole. Molto più che buoni sono le animazioni e i fondali.
Trovo le musiche non indimenticabili (a parte la prima ending, molto bella), ma anche qui nulla da dire in tono dispregiativo.
Riassumendo
Gosik è una buona opera, molto piacevole da vedere e che costruisce nel corso dei suoi 24 episodi una bella storia, ricca di misteri e che riesce a tenere lo spettatore piacevolmente coinvolto sino in fondo. Purtroppo c’è da dire che il ritmo è molto blando e alla fine della visione quello che rimane è un po’ di rammarico per qualcosa che forse poteva essere fatto meglio.
Voto: 7.
Magnifico, trovo Gosik un anime davvero bello, e secondo il mio parere tra tutti gli anime che ho visto finora, e ne ho visti parecchi, è il migliore di tutti. La trama risulta essere molto avvincente e intrigante per quanto non originalissima: il protagonista maschile è Kazuya Kujo, uno studente giapponese che, nell'accademia dove gli studenti sono tutti biondi o comunque chiari di capelli, è l'unico ad avere i capelli neri, cosa che non lo aiuterà certo a farsi degli amici, anzi tutt'altro. Infatti intorno a sé gli sguardi sono solo impauriti. Victirique è una ragazza mingherlina - alquanto pucciosa - ma con un intelligenza decisamente fuori dal comune, con un passato tragico e un presente avvolto nella noia. Lei è rinchiusa nell'accademia frequentata da Kujo a leggere libri dalla mattina fino alla sera nella libreria; ha un carattere forte e suscettibile almeno all'esterno, ma poi molto fragile all'interno.
L'incontro di questi due personaggi darà inizio alla storia e un vortice di eventi misteriosi e intriganti ci catapulterà nel 1924.
Trovo i disegni sublimi, almeno per i miei gusti, forse in giro c'è di meglio ma a me questi sono piaciuti tantissimo.
La caratterizzazione dei personaggi è molto curata come anche l'opening e l'eding, forse non eccezionali ma molto carine e udibili. Nel corso della storia l'audio è utilizzato con maestria e gli sfondi sono altrettanto ben curati.
Per avergli messo un dieci credo che sia facilmente intuibile che lo consiglio vivamente a tutti, anche a quelli che preferiscono evitare gli anime storici.
L'incontro di questi due personaggi darà inizio alla storia e un vortice di eventi misteriosi e intriganti ci catapulterà nel 1924.
Trovo i disegni sublimi, almeno per i miei gusti, forse in giro c'è di meglio ma a me questi sono piaciuti tantissimo.
La caratterizzazione dei personaggi è molto curata come anche l'opening e l'eding, forse non eccezionali ma molto carine e udibili. Nel corso della storia l'audio è utilizzato con maestria e gli sfondi sono altrettanto ben curati.
Per avergli messo un dieci credo che sia facilmente intuibile che lo consiglio vivamente a tutti, anche a quelli che preferiscono evitare gli anime storici.
<b>Attenzione! Contiene possibili spoiler!</b>
Perché dare 9 a Gosick, vi starete chiedendo. E non vi biasimo, visto che sono io la prima a chiedermi quale sia la forza mistica che mi spinge ad assegnare a quest'anime un voto così alto. Ma prima ancora di questo non posso fare a meno di chiedermi, io stessa, come abbia fatto Gosick a diventare il mio anime preferito. Non sono una persona molto incline a queste cose, anzi è estremamente raro che io abbia un anime preferito, in tutta la mia vita saranno state due o tre al massimo le volte in cui ho puntato il dito contro qualcosa e detto: "Io lo preferisco a tutti gli altri". Quindi potete ben comprendere il mio sgomento di fronte alla decisione di considerare quest'opera come una delle mie favorite. Cercherò quindi, sia perché io stessa vorrei venirne a capo sia per aiutare chi si appresta a visionare questo lavoro dello studio Bones (uno dei migliori, a mio modesto avviso), di elencare passo dopo passo quali sono i pregi, ma soprattutto i difetti di quest'anime.
Anzitutto, possiamo partire dalla trama in sé. Uno studente straniero ma con una pessima reputazione (tanto da venire chiamato "Kuroi Shinigami", ovverosia il "Nero Demonio") incontra una misteriosa ragazza il cui nome è Victorique de Blois - da tutti pronunciato "Victorica", fansub compresi -, che a prima vista sembra proprio avere le fattezze di una bambola, e verrà progressivamente coinvolto in una bolgia di casi da risolvere da parte della suddetta aspirante Sherlock, la cui "Fonte della Saggezza" le permette di riordinare i "Frammenti di Caos" di ogni mistero per giungerne alla soluzione. Non avete capito niente? Tranquilli, con il tempo anche voi comprenderete. Così come comprenderete che la natura dei casi di cui vengono ad occuparsi i nostri pseudo Sherlock Holmes e Watson più che essere arrovellante la si può definire "complessa", dove la complessità sta a indicare una serie d'incastri notevoli (che nella novel devono essere sicuramente resi ancora meglio) di cui lo spettatore a stento riesce a seguire il nesso e il filo. Anche se poi, a conclusione avvenuta, ci si accorge che non era così difficile come sembrava.
Se prendiamo in esame il primissimo caso di cui si occupa Victorique ci accorgiamo infatti che è di una banalità disarmante. Anche se io, personalmente, ci ho fatto caso solo dopo che lei l'aveva risolto, ma poiché ritengo di essere io un po' tarda mi aspetto che una persona più sveglia ci arrivi subito.
Passiamo poi alla caratterizzazione dei personaggi. Quello che all'inizio può sembrare stereotipo, non lo è affatto. E la stessa Victorique sfugge a questa definizione, visto che possiede molti suoi lati peculiari che ne fanno un personaggio piuttosto originale. Ovviamente non ci si può aspettare che sia qualcosa di mai visto prima, ma il modo in cui reagisce alle varie situazioni è un suo buon punto di forza. Lo stesso non si può dire di Kujou Kazuya, il Nero Demonio, che almeno per i primi episodi sembra esattamente quel tipo di personaggio che senza un motivo si fa mettere i piedi in testa, coinvolgere in qualunque situazione, maltrattare come se fosse un servo - Victorique afferma che egli lo sia, anche se non si capisce come e quando Kujou avrebbe accettato l'incarico -, anche se viene immediatamente fatto vedere quanto in realtà la fanciulla tenga a lui, in una maniera davvero deliziosa, a mio avviso. Non aspettatevi di certo palesi effusioni d'affetto, perché Victorique rimane comunque una proto-tsundere con i contro fiocchi, ma il rapporto che li lega è chiaramente di tipo affettivo, e penso sia per questo che Kujou desidera proteggerla per tutto il corso della storia, aiutarla in ogni modo possibile, ma soprattutto renderla felice: non sarà raro trovarlo mentre è intento a scegliere un regalo per lei, solitamente di tipo culinario; Victorique adora i dolci.
Dunque questa apparenza da uke che si porta dietro il nostro Kazuja viene quasi immediatamente giustificata con il fatto che è evidente quanto in verità lei ci tenga a lui, e glielo dimostra spesso nel corso della serie, con atteggiamenti quietamente affettuosi che simboleggiano pienamente la fiducia che nutre nei confronti del ragazz. Niente smancerie, dunque, ed è veramente meglio così.
Questo tipo di relazione "servo e padrone", come ama definirla Victorique, non avviene affatto per gradi. Già nel secondo episodio molte cose vengono rese evidenti, ma stranamente questo non pesa. Non si sente una forzatura, e questo mi ha molto sorpreso, perché generalmente questo tipo di sviluppo narrativo mi fa storcere il naso, non essendo capace di giustificare minimamente quel che accade. Qui non è così, e anche se quasi immediatamente possiamo notare l'attaccamento che nutrono i due giovini l'uno per l'altro, tutto ciò dà come un senso di giustizia, quasi di "predestinazione", ecco. Ed è questa coppia, straordinariamente bella a mio avviso, uno dei motivi principali che mi ha spinto a considerare Gosick come il mio anime preferito. Io credo che non si possa non amare la goffaggine di Victorique quando è con lui, la premura che Kujou le dimostra in ogni momento, una premura che diventa immediatamente motivo di adorazione, perché, pur sembrando a tratti quasi una devozione, non può non fare sorridere. Perché non è sdolcinatezza, non è quel tipo di atteggiamento che fa venire la carie. E' gentilezza nel senso più puro del termine, una gentilezza che non esita a mostrare gli artigli, una gentilezza che non ha paura di ritirarsi quando è il momento di farlo. E' affetto, quell'affetto che permane in ogni situazione, anche se c'è da rimproverare o da litigare. Che poi Kujou non la spunti quasi mai è un altro paio di maniche, ma a noi va bene così.
Per quanto riguarda gli altri personaggi, non si può certo dire che siano di quelli che nei siti te li ritrovi dai 200 preferiti in su, anzi, è esattamente il contrario. Pur non essendo banali, non viene loro dato molto spazio, sembrano quasi parte dello scenario, semplicemente funzionali a quelle che sono le peripezie di Victorique e Kujou, e per questo non è possibile affezionarsi troppo a loro, anche se magari compiono dei gesti di nota. Non sono affatto brutti, va precisato; ma non lasciano il segno, semplicemente. Sono belli, ma sembrano più oggetti che altro. Hanno una loro personalità, le loro motivazioni, ma non hanno spazio, semplicemente, perché esso è occupato praticamente per intero dalla Fata Dorata (altro nome con cui ci viene presentata la nostra Victorique) e dal Nero Demonio.
Parlando poi del comparto visivo e auditivo, nel primo caso stiamo parlando dello Studio Bones (Eureka Seven, FMA Bortherhood, Soul Eater), quindi non c'è molto da dire se non lavoro eccellente. Per quanto riguarda il secondo punto, posso solo dire che l'opening per me è un autentico capolavoro melodico, e le due ending non sono affatto da meno.
Quindi in definitiva Gosick è un ottimo sotto praticamente tutti i punti di vista, in grado di coinvolgere lo spettatore con delle mini saghe intriganti tutte collegate tra di loro - che ci porteranno a scoprire di più anche sul misteriossimo passato di Victorique -, ma soprattutto, almeno, è quello che è successo a me, con la splendida storia d'amore (perché, ne sono convinta, di amore si tratta, e aspetto solo la fine dell'anime per esultare o mettermi a piangere) fra i due protagonisti, una di quelle che quasi ti costringono a tifare per loro e a mandare a quel paese chiunque si metta in mezzo, e qualcuno ci sarà. Forse è proprio per questo che è diventato il mio anime preferito, e una cosa è certa: quando finirà io mi sentirò malissimo. E leggerò le novel per colmare il vuoto nel mio cuore.
Perché dare 9 a Gosick, vi starete chiedendo. E non vi biasimo, visto che sono io la prima a chiedermi quale sia la forza mistica che mi spinge ad assegnare a quest'anime un voto così alto. Ma prima ancora di questo non posso fare a meno di chiedermi, io stessa, come abbia fatto Gosick a diventare il mio anime preferito. Non sono una persona molto incline a queste cose, anzi è estremamente raro che io abbia un anime preferito, in tutta la mia vita saranno state due o tre al massimo le volte in cui ho puntato il dito contro qualcosa e detto: "Io lo preferisco a tutti gli altri". Quindi potete ben comprendere il mio sgomento di fronte alla decisione di considerare quest'opera come una delle mie favorite. Cercherò quindi, sia perché io stessa vorrei venirne a capo sia per aiutare chi si appresta a visionare questo lavoro dello studio Bones (uno dei migliori, a mio modesto avviso), di elencare passo dopo passo quali sono i pregi, ma soprattutto i difetti di quest'anime.
Anzitutto, possiamo partire dalla trama in sé. Uno studente straniero ma con una pessima reputazione (tanto da venire chiamato "Kuroi Shinigami", ovverosia il "Nero Demonio") incontra una misteriosa ragazza il cui nome è Victorique de Blois - da tutti pronunciato "Victorica", fansub compresi -, che a prima vista sembra proprio avere le fattezze di una bambola, e verrà progressivamente coinvolto in una bolgia di casi da risolvere da parte della suddetta aspirante Sherlock, la cui "Fonte della Saggezza" le permette di riordinare i "Frammenti di Caos" di ogni mistero per giungerne alla soluzione. Non avete capito niente? Tranquilli, con il tempo anche voi comprenderete. Così come comprenderete che la natura dei casi di cui vengono ad occuparsi i nostri pseudo Sherlock Holmes e Watson più che essere arrovellante la si può definire "complessa", dove la complessità sta a indicare una serie d'incastri notevoli (che nella novel devono essere sicuramente resi ancora meglio) di cui lo spettatore a stento riesce a seguire il nesso e il filo. Anche se poi, a conclusione avvenuta, ci si accorge che non era così difficile come sembrava.
Se prendiamo in esame il primissimo caso di cui si occupa Victorique ci accorgiamo infatti che è di una banalità disarmante. Anche se io, personalmente, ci ho fatto caso solo dopo che lei l'aveva risolto, ma poiché ritengo di essere io un po' tarda mi aspetto che una persona più sveglia ci arrivi subito.
Passiamo poi alla caratterizzazione dei personaggi. Quello che all'inizio può sembrare stereotipo, non lo è affatto. E la stessa Victorique sfugge a questa definizione, visto che possiede molti suoi lati peculiari che ne fanno un personaggio piuttosto originale. Ovviamente non ci si può aspettare che sia qualcosa di mai visto prima, ma il modo in cui reagisce alle varie situazioni è un suo buon punto di forza. Lo stesso non si può dire di Kujou Kazuya, il Nero Demonio, che almeno per i primi episodi sembra esattamente quel tipo di personaggio che senza un motivo si fa mettere i piedi in testa, coinvolgere in qualunque situazione, maltrattare come se fosse un servo - Victorique afferma che egli lo sia, anche se non si capisce come e quando Kujou avrebbe accettato l'incarico -, anche se viene immediatamente fatto vedere quanto in realtà la fanciulla tenga a lui, in una maniera davvero deliziosa, a mio avviso. Non aspettatevi di certo palesi effusioni d'affetto, perché Victorique rimane comunque una proto-tsundere con i contro fiocchi, ma il rapporto che li lega è chiaramente di tipo affettivo, e penso sia per questo che Kujou desidera proteggerla per tutto il corso della storia, aiutarla in ogni modo possibile, ma soprattutto renderla felice: non sarà raro trovarlo mentre è intento a scegliere un regalo per lei, solitamente di tipo culinario; Victorique adora i dolci.
Dunque questa apparenza da uke che si porta dietro il nostro Kazuja viene quasi immediatamente giustificata con il fatto che è evidente quanto in verità lei ci tenga a lui, e glielo dimostra spesso nel corso della serie, con atteggiamenti quietamente affettuosi che simboleggiano pienamente la fiducia che nutre nei confronti del ragazz. Niente smancerie, dunque, ed è veramente meglio così.
Questo tipo di relazione "servo e padrone", come ama definirla Victorique, non avviene affatto per gradi. Già nel secondo episodio molte cose vengono rese evidenti, ma stranamente questo non pesa. Non si sente una forzatura, e questo mi ha molto sorpreso, perché generalmente questo tipo di sviluppo narrativo mi fa storcere il naso, non essendo capace di giustificare minimamente quel che accade. Qui non è così, e anche se quasi immediatamente possiamo notare l'attaccamento che nutrono i due giovini l'uno per l'altro, tutto ciò dà come un senso di giustizia, quasi di "predestinazione", ecco. Ed è questa coppia, straordinariamente bella a mio avviso, uno dei motivi principali che mi ha spinto a considerare Gosick come il mio anime preferito. Io credo che non si possa non amare la goffaggine di Victorique quando è con lui, la premura che Kujou le dimostra in ogni momento, una premura che diventa immediatamente motivo di adorazione, perché, pur sembrando a tratti quasi una devozione, non può non fare sorridere. Perché non è sdolcinatezza, non è quel tipo di atteggiamento che fa venire la carie. E' gentilezza nel senso più puro del termine, una gentilezza che non esita a mostrare gli artigli, una gentilezza che non ha paura di ritirarsi quando è il momento di farlo. E' affetto, quell'affetto che permane in ogni situazione, anche se c'è da rimproverare o da litigare. Che poi Kujou non la spunti quasi mai è un altro paio di maniche, ma a noi va bene così.
Per quanto riguarda gli altri personaggi, non si può certo dire che siano di quelli che nei siti te li ritrovi dai 200 preferiti in su, anzi, è esattamente il contrario. Pur non essendo banali, non viene loro dato molto spazio, sembrano quasi parte dello scenario, semplicemente funzionali a quelle che sono le peripezie di Victorique e Kujou, e per questo non è possibile affezionarsi troppo a loro, anche se magari compiono dei gesti di nota. Non sono affatto brutti, va precisato; ma non lasciano il segno, semplicemente. Sono belli, ma sembrano più oggetti che altro. Hanno una loro personalità, le loro motivazioni, ma non hanno spazio, semplicemente, perché esso è occupato praticamente per intero dalla Fata Dorata (altro nome con cui ci viene presentata la nostra Victorique) e dal Nero Demonio.
Parlando poi del comparto visivo e auditivo, nel primo caso stiamo parlando dello Studio Bones (Eureka Seven, FMA Bortherhood, Soul Eater), quindi non c'è molto da dire se non lavoro eccellente. Per quanto riguarda il secondo punto, posso solo dire che l'opening per me è un autentico capolavoro melodico, e le due ending non sono affatto da meno.
Quindi in definitiva Gosick è un ottimo sotto praticamente tutti i punti di vista, in grado di coinvolgere lo spettatore con delle mini saghe intriganti tutte collegate tra di loro - che ci porteranno a scoprire di più anche sul misteriossimo passato di Victorique -, ma soprattutto, almeno, è quello che è successo a me, con la splendida storia d'amore (perché, ne sono convinta, di amore si tratta, e aspetto solo la fine dell'anime per esultare o mettermi a piangere) fra i due protagonisti, una di quelle che quasi ti costringono a tifare per loro e a mandare a quel paese chiunque si metta in mezzo, e qualcuno ci sarà. Forse è proprio per questo che è diventato il mio anime preferito, e una cosa è certa: quando finirà io mi sentirò malissimo. E leggerò le novel per colmare il vuoto nel mio cuore.
Gosick è un anime davvero super interessante che riesce a catturare l'attenzione sin dal primo episodio. Pur essendo un poliziesco devo dire che non cade mai nello scontato e che comunque i personaggi, lontani dall'essere eccessivamente stereotipati, sono molto ben analizzati, soprattutto per quanto riguarda la protagonista, la tsundere loli Victorique de Blois, il cui passato nasconde dei segreti molto interessanti.
L'ambientazione è falsamente vittoriana, visto che la storia si svolge nel 1924 nel fittizio regno di Sauville. Il tutto inizia quando uno studente giapponese, Kazuya Kujo, viene mandato dalla sua famiglia a studiare presso l'accademia Saint Marguerite, ma purtroppo il ragazzo si trova a disagio a causa del soprannome datogli dai compagni, Mietitore Oscuro. Così, spinto da un'affettuosa insegnante, Kujo decide di apprendere qualcosa di più sulla tradizione di racconti horror si Sauville, in modo da trovare un argomento in comune con i suoi compagni. Una volta entrato nell'immensa biblioteca, incuriosito, il giovane giunge fino all'orto botanico in cima alla biblioteca e lì trova quella che sembrerebbe una bambola dalla candida pelle e dai capelli dorati. Chi mai sarà quest'enigmatica ragazzina, e perché Kujo non l'ha mai incontrata a scuola?
Questi e altri misteri saranno svelati nel corso delle puntate di Gosick. La serie è ancora in corso ed è proprio per questo che dò 9, sperando che proseguendo mantenga questo ritmo iniziale e che il finale sia ben fatto.
L'ambientazione è falsamente vittoriana, visto che la storia si svolge nel 1924 nel fittizio regno di Sauville. Il tutto inizia quando uno studente giapponese, Kazuya Kujo, viene mandato dalla sua famiglia a studiare presso l'accademia Saint Marguerite, ma purtroppo il ragazzo si trova a disagio a causa del soprannome datogli dai compagni, Mietitore Oscuro. Così, spinto da un'affettuosa insegnante, Kujo decide di apprendere qualcosa di più sulla tradizione di racconti horror si Sauville, in modo da trovare un argomento in comune con i suoi compagni. Una volta entrato nell'immensa biblioteca, incuriosito, il giovane giunge fino all'orto botanico in cima alla biblioteca e lì trova quella che sembrerebbe una bambola dalla candida pelle e dai capelli dorati. Chi mai sarà quest'enigmatica ragazzina, e perché Kujo non l'ha mai incontrata a scuola?
Questi e altri misteri saranno svelati nel corso delle puntate di Gosick. La serie è ancora in corso ed è proprio per questo che dò 9, sperando che proseguendo mantenga questo ritmo iniziale e che il finale sia ben fatto.
Dopo avere visto ben 13 episodi di codesto anime sono giunto alla conclusione di trovarmi di fronte un bestsellers del genere. I protagonisti sono ben caratterizzati e con un fascino tutto loro; e sono solo una minima parte di ciò che caratterizza veramente quest'anime.
Ciò che mi ha colpito di più è il rapporto tra i due che, andando avanti con la storia, si solidifica e diventa sempre più forte.
Consiglio la visione non solo a tutti gli amanti del genere mistero, ma anche a quelli che sono alla ricerca di una storia sentimentale, anche se, vi avverto, è tirata molto alla lunga. Aspettando gli altri 11 episodi, che in totale fanno 24, non posso che dare un sontuoso 10 a questo bellissimo anime.
Ciò che mi ha colpito di più è il rapporto tra i due che, andando avanti con la storia, si solidifica e diventa sempre più forte.
Consiglio la visione non solo a tutti gli amanti del genere mistero, ma anche a quelli che sono alla ricerca di una storia sentimentale, anche se, vi avverto, è tirata molto alla lunga. Aspettando gli altri 11 episodi, che in totale fanno 24, non posso che dare un sontuoso 10 a questo bellissimo anime.
Ho visto parecchi anime e quando ho deciso d'iniziare questo ero parecchio scettica, però mi sono ricreduta quasi subito. I disegni sono decisamente sopra la media, la sceneggiatura altrettanto, così come gli sfondi e i doppiatori, che hanno svolto egregiamente il loro lavoro. Gosik mi ha colpito parecchio, anche se sinceramente non so spiegarne il motivo. I personaggi non sono originali, ma hanno qualcosa in più che li fa sembrare tali: la ragazza menefreghista che sfrutta l'amico senza ritegno, con un terribile passato e un'intelligenza fuori dal comune, ma fragile all'interno; il ragazzo ingenuo, nella media in tutto quello che fa, ma risoluto e coraggioso quando si tratta di proteggere le persone a cui tiene, soprattutto la ragazza che lo tratta da schiavo.
Le colonne sonore sono nella media o un po' più su ma niente di speciale. Secondo me la vera pecca è il finale, che non chiarisce quasi nulla e lascia tutto in sospeso, compresa la relazione tra i due protagonisti. A me è piaciuto e lo consiglio a tutti, a voi la scelta.
Le colonne sonore sono nella media o un po' più su ma niente di speciale. Secondo me la vera pecca è il finale, che non chiarisce quasi nulla e lascia tutto in sospeso, compresa la relazione tra i due protagonisti. A me è piaciuto e lo consiglio a tutti, a voi la scelta.
Primavera 1924, a Saubure, tra Francia, Svizzera e Italia vive Victorica De Broix, una ragazzina, apparentemente indifesa e ingenua, che ama i dolci e si diletta tra i libri. Relegata in una torre della Saint Marguerite Academy, che sorge alla base delle Alpi francesi, non vi può uscire senza il permesso di un suo parente detective.
In questo istituto, ricco di leggende e storie di fantasmi, studia anche Kazuya Kujo, studente straniero, immediatamente additato come Kuroi Shinigami dai suoi compagni (lo shinigami della primavera). Questa leggenda gli comporta molta difficoltà, inizialmente, a inserirsi tra gli studenti. Apparentemente è l'unico a conoscere Victorica, mentre nella scuola aleggia la leggenda della fata dorata della biblioteca che potrebbe solo fare immaginare una presenza in quella torre.
Le storie di diramano tra casi di omicidio e leggende antiche di fantasmi che si ripropongono nell'istituto. Sarà Victorica, dopo alcuni flash intuitivi, a risolvere i casi come una perfetta Sherlock Holmes, verso il quale è in debito della pipa, di alcuni indumenti, nonché di atteggiamenti. Victorica ha uno speciale intuito a metà strada tra poteri ESP ed esoterici con i quali risolve i "Chaos" che gli vengono proposti da suo zio e da Kujo, quale catalizzatore di avvenimenti.
Per l'analisi tecnica devo dire che il chara non è proprio il massimo, nella media degli ultimi anni, in questo non sono attendibile perché amo il tratto di Akio Sugino, Y. Kishi, H. Mikimoto e S. Araki, per cui la vecchia scuola dell'animazione. I fondali sono veramente curati e ben fatti, tutti in stile gotico - che adoro -, con continua presenza di nebbia, di colori scuri, di atmosfere cupe rese alla grande dal tratto e dai particolari (si nota solo qualche incongruenza con arredamenti e vestiario della reale epoca europea).
La storia è davvero ben strutturata e secondo me è il vero punto di forza di quest'anime. Come detto le ambientazioni sono gotiche, per cui è assicurata la suggestione dei vari accadimenti: assassini, storie di fantasmi, misteri dell'orrore. Non mancano momenti sia comici sia drammatici. Dal sesto episodio in poi si conosce anche la storia di Victorica, anch'essa avvolta nel mistero. Da non sottovalutare le musiche, sempre suggestive e ottimamente inserite nella storia, a descrivere sia stati d'animo sia momenti di suspense.
Buone sono anche la regia, che a tratti ricorda Detective Conan, e la fotografia, che si avvale dei tipici paesaggi montuosi europei.
In definitiva Gosik è un titolo godibilissimo che consiglierei agli amanti dell'horror e agli appassionati di polizieschi, nonchèé a chi apprezza i succitati S. Holmes e D. Conan.
In questo istituto, ricco di leggende e storie di fantasmi, studia anche Kazuya Kujo, studente straniero, immediatamente additato come Kuroi Shinigami dai suoi compagni (lo shinigami della primavera). Questa leggenda gli comporta molta difficoltà, inizialmente, a inserirsi tra gli studenti. Apparentemente è l'unico a conoscere Victorica, mentre nella scuola aleggia la leggenda della fata dorata della biblioteca che potrebbe solo fare immaginare una presenza in quella torre.
Le storie di diramano tra casi di omicidio e leggende antiche di fantasmi che si ripropongono nell'istituto. Sarà Victorica, dopo alcuni flash intuitivi, a risolvere i casi come una perfetta Sherlock Holmes, verso il quale è in debito della pipa, di alcuni indumenti, nonché di atteggiamenti. Victorica ha uno speciale intuito a metà strada tra poteri ESP ed esoterici con i quali risolve i "Chaos" che gli vengono proposti da suo zio e da Kujo, quale catalizzatore di avvenimenti.
Per l'analisi tecnica devo dire che il chara non è proprio il massimo, nella media degli ultimi anni, in questo non sono attendibile perché amo il tratto di Akio Sugino, Y. Kishi, H. Mikimoto e S. Araki, per cui la vecchia scuola dell'animazione. I fondali sono veramente curati e ben fatti, tutti in stile gotico - che adoro -, con continua presenza di nebbia, di colori scuri, di atmosfere cupe rese alla grande dal tratto e dai particolari (si nota solo qualche incongruenza con arredamenti e vestiario della reale epoca europea).
La storia è davvero ben strutturata e secondo me è il vero punto di forza di quest'anime. Come detto le ambientazioni sono gotiche, per cui è assicurata la suggestione dei vari accadimenti: assassini, storie di fantasmi, misteri dell'orrore. Non mancano momenti sia comici sia drammatici. Dal sesto episodio in poi si conosce anche la storia di Victorica, anch'essa avvolta nel mistero. Da non sottovalutare le musiche, sempre suggestive e ottimamente inserite nella storia, a descrivere sia stati d'animo sia momenti di suspense.
Buone sono anche la regia, che a tratti ricorda Detective Conan, e la fotografia, che si avvale dei tipici paesaggi montuosi europei.
In definitiva Gosik è un titolo godibilissimo che consiglierei agli amanti dell'horror e agli appassionati di polizieschi, nonchèé a chi apprezza i succitati S. Holmes e D. Conan.
Victorique è una piccola e graziosa ragazzina che passa le sue giornate a leggere libri e a risolvere i casi presentati dal suo fratello poliziotto. A parte casi eccezionali, ella è solita nascondersi nel suo nascondiglio segreto prima che qualcuno possa salire le scale edarrivare al piano della biblioteca nella quale si trova di solito.
Quando però il protagonista sale le scale lei non si nasconde, (strano vero?) e anzi conversa con il ragazzino con il quale in seguito troverà intesa e aiuto reciproco alla risoluzione di vari misteri.
Ovviamente non è cosa semplice come si potrebbe pensare. Molte volte è necessario andare nel luogo dove si è compiuto l'omicidio o dove è accaduto qualcosa di misterioso, facendo attenzione a non farsi accoltellare/squartare dal serial killer di turno.
Quindi Gosik è un anime che trova vari e validissimi spunti, molte volte il protagonista maschile dovrà passare alle maniere forti pur di proteggere la sua compagna d'avventure, e ci sarà anche spazio per stralci di comicità, visto il rapporto tra i due protagonisti, "la ragazzina so tutto io" ed il suo compare.
In definitiva ritengo che si tratti di un titolo validissimo, un vero cult per gli amanti del genere, con grafica, sonoro, ecc. pregevoli e un'ottima trama. Quindi do 10.
Quando però il protagonista sale le scale lei non si nasconde, (strano vero?) e anzi conversa con il ragazzino con il quale in seguito troverà intesa e aiuto reciproco alla risoluzione di vari misteri.
Ovviamente non è cosa semplice come si potrebbe pensare. Molte volte è necessario andare nel luogo dove si è compiuto l'omicidio o dove è accaduto qualcosa di misterioso, facendo attenzione a non farsi accoltellare/squartare dal serial killer di turno.
Quindi Gosik è un anime che trova vari e validissimi spunti, molte volte il protagonista maschile dovrà passare alle maniere forti pur di proteggere la sua compagna d'avventure, e ci sarà anche spazio per stralci di comicità, visto il rapporto tra i due protagonisti, "la ragazzina so tutto io" ed il suo compare.
In definitiva ritengo che si tratti di un titolo validissimo, un vero cult per gli amanti del genere, con grafica, sonoro, ecc. pregevoli e un'ottima trama. Quindi do 10.
Più che una recensione questa è un'impressione a caldo dato che ho visto solo il primo episodio.
Kazuya Kujo è uno studente giapponese trasferitosi in Europa, in un immaginario paese chiamato Sauville, dove incontra una strana ma brillante ragazza di nome Victorique. I due si troveranno a dovere risolvere, specialmente grazie alle abilità della ragazza, diversi misteri.
Gosick vanta dei bei disegni con dei colori nitidi, la trama sembra interessante e le atmosfere sono eleganti e curate.
Piccola pecca: nonostante i vestiti dei personaggi siano realizzati bene, purtroppo non c'entrano nulla con l'epoca (1924), in cui i corsetti, le lunghe gonne a cerchio e i mille nastri erano praticamente spariti dall'abbigliamento, magari sarebbe stato più verosimile se gli autori avessero ambientato la storia in epoca vittoriana.
Do a Gosik un 7 sulla fiducia perché è stata una piacevole visione e spero di avere trovato una storia interessante.
Kazuya Kujo è uno studente giapponese trasferitosi in Europa, in un immaginario paese chiamato Sauville, dove incontra una strana ma brillante ragazza di nome Victorique. I due si troveranno a dovere risolvere, specialmente grazie alle abilità della ragazza, diversi misteri.
Gosick vanta dei bei disegni con dei colori nitidi, la trama sembra interessante e le atmosfere sono eleganti e curate.
Piccola pecca: nonostante i vestiti dei personaggi siano realizzati bene, purtroppo non c'entrano nulla con l'epoca (1924), in cui i corsetti, le lunghe gonne a cerchio e i mille nastri erano praticamente spariti dall'abbigliamento, magari sarebbe stato più verosimile se gli autori avessero ambientato la storia in epoca vittoriana.
Do a Gosik un 7 sulla fiducia perché è stata una piacevole visione e spero di avere trovato una storia interessante.