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Godaime Hokage

Episodi visti: 13/13 --- Voto 4
Se dovessi descrivere questo anime con una sola parola, userei deludente.
La storia sembra partire bene, ha dei presupposti interessanti, un soggetto originale; ti viene da dire: “Chissà come si evolve, chissà che trovate ci saranno nelle puntate successive!” E poi invece tutte le aspettative colano a picco nel giro di qualche puntata.

La trama parla di queste ombre che vivono in un palazzo del casato degli Shadow, che ricevono una bambola vivente che dovrebbe servirle, pulire la loro stanza e fungere loro da volto quando si trovano a interagire con le altre ombre. Questo perché, in quanto ombre, non le si può vedere in viso e non si capisce che espressione abbiano quando parlano o si trovano a incontrare le altre ombre.
La protagonista, tale bambola vivente denominata Emilico dalla sua padrona ombra, Kate, ha un non so che di irritante che diventa sempre più fastidioso al passare di ogni puntata: tipo quel prurito che non riesci a farti passare neanche dopo una gran bella grattata. E il prurito non viene lenito neanche dal progredire delle puntate, perché le situazioni presentate non fanno altro che renderlo sempre più fastidioso, complice anche la lentezza narrativa che porta un determinato evento a dilungarsi per troppe puntate senza avere grandi sviluppi, salvo poi ritrovarsi in una sola puntata tutta una serie di rivelazioni che, se da un lato dovrebbero rendere più comprensibile la storia, dall’altro ti fanno dire: “Ma le stesse cose non potevate dirle distribuendole meglio durante la narrazione?”. Perché il rischio è che poi la gente si stanca e molla la visione della serie, perché si è annoiata troppo.
Ho tenuto duro stoicamente per arrivare alla fine della serie, così da capire se c’era qualcosa di buono e salvabile. Sinceramente penso che ciò che si è raccontato in tredici puntate poteva essere sviluppato in molte meno, dando spazio a ciò che poi avverrà nella seconda serie, che personalmente eviterò di guardare, perché è stato già abbastanza palloso sorbirmi questa. L’ho fatto solo per dovere di cronaca, in quanto intendevo fare una recensione il più completa possibile.
Se andiamo a vedere gli altri personaggi, c’è questa Rum che è di una insulsaggine tale, che non vedi l’ora venga fatta fuori dalla storia: della serie, tempo perso che si sarebbe potuto impiegare meglio a creare qualche altro personaggio decente. Gli altri non sono né simpatici né antipatici, caso mai qualcuno un po’ snob.

In fin dei conti, penso che il tema di base poteva essere sviluppato molto meglio e con personaggi più incisivi e simpatici per lo spettatore.
Come voto finale non posso certo dare una sufficienza. Voto: 4.


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Focasaggia

Episodi visti: 13/13 --- Voto 7
«Shadows House» è un anime, tratto da un manga scritto e disegnato da Somato, animato dallo studio CloverWorks, fiabesco e misterioso, capace di incuriosire lo spettatore sin dalla prima scena.

Emilico, una bambola vivente, è una goffa cameriera al servizio di una particolare nobile appartenente a un casata misteriosa e oscura nel vero senso del termine. I loro volti sono celati, simili a ombre emettono fuliggine senza volerlo, il semplice tocco delle loro mani sporca ogni cosa. Quando sono turbati, l’emissione si amplifica, per questo a ogni nobile è stata assegnata una particolare cameriera, un oggetto dalle fattezze umane. Potrebbero danneggiarsi, anche rompersi, venendo facilmente sostituite, l’importante è la loro assoluta devozione al proprio padrone.

Emilico fa del suo meglio per servire l’elegante Kate, nobile anche nei suoi atteggiamenti. La ragazza, nata, sembrerebbe da pochi giorni, non conosce nulla del mondo, stupendosi di fronte a cose elementari e ignorando elementi basilari. Kate con molta pazienza le insegna a leggere e altro, stringendo lentamente un legame con la sua bambola, trovandola divertente e solare, mentre Emilico sogna di diventare la migliore bambola vivente.

“Le bambole viventi che non si mostrano devote saranno eliminate.”

La fisionomia delle bambole è identica a quella del loro padrone. Bisogna convenire sulla bravura del loro creatore, una tale somiglianza è un’opera d’arte. Costituiscono i loro volti, devono imitarle nei movimenti ogni qual volta si mostrano in pubblico e devono mimare l’espressione del loro padrone. Tale affinità è talmente importante, da costituire un elemento insostituibile per diventare adulti. Stranamente infatti i tanti volti e nobili sono tutti bambini, non ci sono adulti; per quanto capaci di governarsi autonomamente, questa loro assenza fa insospettire: dove sono i genitori di tutte queste ombre? Tutti questi ragazzi non sono imparentati tra loro? Gli adulti non vengono mai a far loro visita? Certo, il tutto potrebbe anche costituire una critica sociale, ai tanti genitori convinti di poter venire sostituiti dai soldi, dal potere, eppure è qualcosa di diverso.

Ma queste domande, per quanto lecite, ci distraggono dal quesito più importante: perché i nobili sono ombre?

L’ombra sembra spostarsi dai nobili allo spettatore: rimanendo intrappolato in questa oscurità, cerca di comprendere cosa la foschia sta coprendo, quale sia la verità celata ai nostri occhi, e con il tempo grazie a indizi e colpi di scena qualcosa si scopre, diverse cose si intuiscono, diventando alla fine tutto più chiaro e, forse, spaventoso.

I pensieri superflui delle bambole vengono malvisti dai nobili. Non si deve pensare con la propria testa, del resto una bambola non dovrebbe neanche pensare. Cosa viene interpretato come superfluo? Ogni pensiero non riguardante il nobile a cui devono obbedienza, di conseguenza diventa difficile per lo spettatore comprendere anche un qualcosa di semplice non mostrato direttamente nello schermo, portando ad accettare passivamente quanto gli viene mostrato, portando oltre lo schermo quel sinistro ordine. Per fortuna, saranno tanti quei pensieri e nessuno di essi sarà superfluo.

Gli adulti faranno infine le loro comparsa solo, sembrerebbe, per complicare la vita a Kate. Normalmente gli adulti dovrebbero pensare solo al bene dei bambini, educarli senza essere troppo severi, eppure l'utilizzo di metodi spartani fa solo crescere dubbi e timori nello spettatore, mostrandogli pensieri e punti di vista di cui i bambini sono completamente ignari. Cosa vogliono realmente gli adulti dai bambini? Quante domande superflue, qualcuno direbbe.

La regia è impeccabile nel trasmettere un leggero senso di inquietudine e quell’aria misteriosa allo spettatore. La qualità delle animazioni, curate da CloverWorks (“The Promised Neverland”, “Wonder Egg Priority”, “My Dress-Up Darling”), sono generalmente di buon livello, come del resto tutto il comparto grafico. La visione della serie è permessa a chiunque, non essendoci particolari scene violente. Il comparto musicale è allineato, fornendo una colonna sonora adeguata. La sigla iniziale strumentale è semplice e d’impatto, mentre la sigla di chiusura, “Nai Nai “di ReoNa, è pura magia. Lato doppiaggio, brava Akari Kitō (Nezuko Kamado in “Demon Slayer”) nell’interpretare Kate.

Emilico può, nel suo essere sempre allegra, risultare non piacevole come personaggio, mentre la misteriosa Kate risulta caratterizzata alla perfezione. Tra gli altri personaggi spicca il nobile John, dal carattere aperto e solare, con la sua bambola astuta Shaun, mentre l’austera Barbara con la bambola Barbie sembra nascondere qualcosa. Lou potrà catturare la simpatia di molti. Edward, per colpa soprattutto delle parti aggiunte rispetto all'originale, non convince come dovrebbe.

Il finale, non canonico e non potendo finire con il colpo di scena del decimo episodio, potrebbe risultare deludente e di minor impatto rispetto a quanto visto in precedenza. Un personaggio è stato completamente censurato in questa serie, per poi essere ripreso nella successiva parte.

Serie consigliata a chi si vuole lasciare trascinare e cullare dall'aria misteriosa di una serie d'effetto.


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devil96

Episodi visti: 13/13 --- Voto 9
Lo ammetto, non mi aspettavo minimante un prodotto così interessante.
Una perenne atmosfera cupa e un senso di mistero fanno da sfondo e da contrapposizione alla storia e ai personaggi, che si dimostrano ingenui, sciocchi, allegri e ignari del proprio mondo. Infatti ne conoscono le regole, ma non i segreti che si celano dietro tali regole. Quest'opera riesce a instillare nello spettatore la voglia di conoscere sempre di più sui segreti della casa e dei suoi abitanti.
Dal punto di vista tecnico è un'opera visivamente godibile, non ho riscontrato particolari problemi con animazioni, sonoro o altro. Buone anche opening ed ending, che si sposano bene con il contesto dell'opera (ovviamente mi riferisco al ritmo, in quanto non capisco nulla di giapponese).

SimoSimo_96

Episodi visti: 13/13 --- Voto 8,5
Avete presente i film dell'orrore? Sì, quei film in cui un'allegra famigliola di campagna compra una casa nuova con un fottio di stanze, e dopo due giorni iniziano a succedere cose che per un qualche ancestrale motivo si manifestano esclusivamente nella fascia oraria notturna, e poi c'è sempre una cantina da cui arrivano strani rumori, e allora succede che i nuovi arrivati siano inesorabilmente attrattati da essi al suo interno; e intanto te sei lì davanti allo schermo e sfotti lo scemo di turno che, scendendo le scale, va incontro ad una morte miserabile, richiamato da solo lui sa cosa. Ecco, "Shadows House" è, più o meno, questo. Una maledettissima casa infestata.

Questo perché la Shadows House è affascinante, esattamente come quelle case infestate dove, in un modo o nell'altro - che cavolo! -, vuoi solo vedere cosa si nasconde dietro quella fottuta porta, indipendentemente da quante sberle emotive (e fisiche) prenderai sul tuo muso da ficcanaso, non importa se dietro ci sia un fantasma o una torta al cioccolato, vuoi solo sapere. Quel che ti attira lentamente ma inesorabilmente all'interno delle sue mura è la perfetta alchimia che intercorre tra l'innocenza (e ignoranza) dei protagonisti e l'inquietudine che avvolge la casa e chi la abita. Vuoi sapere, sei chiamato a curiosare, perché tutto quello che ti circonda è tutta una roba assurda, tanto assurda che il rischio che si corre nell'andare alla scoperta di tutti i segreti che la casa nasconde vale assolutamente la candela.

Ci sono questi membri della famiglia Shadow, che, nomen omen, sono letteralmente delle ombre, delle persone completamente nere, e di conseguenza prive di volto. E quindi ci sono anche le Bambole viventi, delle "persone" normali (ma finte), che hanno il compito di svolgere il ruolo di "corpo", ognuna della propria Ombra. Veniamo quindi all'Ombra Kate-sama e alla sua Bambola Emiliko, che, assieme ad altre new entry della tenebrosa (capito il gioco di parole?) famiglia, ci accompagneranno alla scoperta dei molti misteri che avvolgono questa stramaledetta casa. E il fatto che abbiamo anche delle Ombre dalla nostra parte non significa che saremo avvantaggiati nell'avventurarci in questo districato labirinto, no no, per nulla, anzi, loro ne sanno meno che noi. E infatti le giovani Ombre sono pure condannate a studiare costantemente, per prepararsi a quello che sembra essere un esame di ammissione (?) alla famiglia Shadow; una prova che dovranno superare assieme alle loro Bambole (di cui nel frattempo faremo conoscenza), per poter restare in famiglia. E questa prova sembra essere tutt'altro che semplice.

D'altra parte, oltre alla misteriosa storia, "Shadows House" ha avuto il pregio di mettere insieme un'autentica coppia d'oro che Holly e Benji devono solo spostarsi. Kate-sama, elegante, intelligente, composta, gentile (e chi più ne ha più ne metta), e Emiliko, sbadata, casinista, disadattata, formano un duo che raramente si ha avuto il piacere di ammirare nel panorama animato giapponese (e non solo). Nel corso del tempo che le separa dal fantomatico Debutto (che sarebbe la suddetta prova da superare), non solo ci accompagnano alla scoperta della casa, ma anche e soprattutto alla scoperta di loro stesse, due caratteri così diversi per due anime così simili, definite fino all'ultima cellula da un autentico eccesso di gentilezza, l'una verso l'altra, e entrambe verso gli altri. E avranno modo di dimostrarcelo a più riprese che la gentilezza (l'amicizia ormai è un cliché) vince sempre. Loro due sono il filo conduttore, sono l'eccezione alla regola, sono tutto. Tutto nel senso che possono essere tutto, se sono insieme, insieme non hanno limite alcuno. Sono unite, da un'unione di quelle che fanno la forza, di quelle che si formano tra litigi e perdoni, tra urla e carezze. Sono genio e sregolatezza. Sono semplicemente stupende, ecco tutto.

In un universo narrativo tutto da scoprire, quel che ci è per adesso concesso sapere è un miserabile assaggio. Un assaggio, però, di quello che ha tutta l'aria di essere un meraviglioso e gustosissimo bombolone alla crema, e la crème de la crème sono ovviamente loro due, Kate e la sua Emiliko.

P.S. "Shadows House", oltre alla bella storiella da raccontare, ha avuto la gentilezza di regalarci "Nai Nai", una delle ending più belle che abbia mai ascoltato.