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Kirad

Episodi visti: 12/12 --- Voto 7,5
Una serie iniziata per curiosità e che si è dimostrata migliore di quanto credessi.

Dopo un bell'incipit surreale la narrazione avanza con la giusta velocità, senza lungaggini e senza frettolosità, facendo alternare i momenti umoristici e quelli violenti, ma senza mescolarli: in "Koroshi Ai", infatti, le scene violente non hanno momenti di umorismo nero, si tratta di azioni piuttosto sanguinose e anche drammatiche, che per la spietatezza senza fronzoli possono richiamare film come "Taken" (e il protagonista Ryang-ha sa essere freddo e abile quanto Golgo). Le scene umoristiche, allo stesso modo, non hanno momenti di violenza e rappresentano una comicità alquanto standard, basata sul classico 'lui ci prova, lei lo respinge', però ho riso diverse volte. Trovo ammirevole la scelta degli autori di evitare la strada troppo facile della parodia e l'abilità di saper alternare due generi diversi senza creare confusione. Inoltre, ho apprezzato il modo in cui hanno saputo costruire il mistero sui due protagonisti, evitando la trappola di una eccessiva prevedibilità.

Proprio con la vicenda del mistero, però, per me iniziano pure i punti deboli della serie: anche se capisco che con solo dodici episodi bisogna andare in fretta al sodo, ci viene fatto capire troppo presto che c'è un legame tra i due, e questo ci impedisce di fantasticare sul carattere particolare dell'incipit; le scene d'azione, dramma e mistero funzionano, ma senza raggiungere livelli memorabili o comunque eccellenti; i personaggi trasmettono una certa freddezza e non si prova una grande empatia per loro tranne, nel finale, per i due protagonisti, che sempre nel finale hanno il loro momento introspettivo, di qualità discreta.

Riguardo le animazioni e i design, li ho trovati di buon livello (e niente fanservice), anche se ogni tanto c’è qualche effetto CG troppo evidente, mentre le musiche non mi hanno colpito molto.

Insomma, è un titolo valido e che consiglio, anche se non contiene momenti memorabili, e come voto metto 7,5, ma è più tra questo e il 7.


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esseci

Episodi visti: 12/12 --- Voto 7
“Koroshi Ai” (“Love of Kill”) è un anime tratto dal manga di Fe ancora in corso dal 2015, ed è un prodotto passato un po’ in sordina tra le novità della stagione invernale 2021-2022. La serie dell’anime sembra coprire grossomodo i primi sette volumi del manga, e pertanto non si conclude, sebbene il finale possa sembrare molto vagamente conclusivo... ma andiamo con ordine.

L’anime, annunciato nell’estate 2021, è stato pubblicato da gennaio 2022 ed è composto da dodici episodi, scritti da Ayumu Hisao e diretti da Hideaki Oba, per lo Studio Platinum Vision.

Prima facie potrebbe sembrare un thriller d’azione, spionaggio e crimine. Infatti i primi episodi sono abbastanza densi di scene d’azione, dove i protagonisti Song Ryang-Ha e Chateau Dankworth, accomunati dall’essere cacciatori di taglie (il primo in solitaria e la seconda membro di un’agenzia specializzata), si incontrano fortuitamente in una missione in cui probabilmente operano come rivali. Song blocca in una colluttazione Chateau e la “approccia” in un modo piuttosto “anomalo” (quasi da stalker), estorcendole il numero di telefono e una fotografia al cellulare.
Da come si comporta Song, si intende che questi la conosca, e in modo quasi surreale inizia la storia dei dodici episodi in cui lui è un famigerato, infallibile assassino ricercato da diverse organizzazioni criminali.
Fin dall'inizio si intuisce che Song, quando incontra Chateau, non ha interesse ad ucciderla, ma ad avvicinarsi sempre di più a lei. E, per avere una scusa per relazionarsi con lei, inizia a uccidere o catturare gli obiettivi di Chateau (e dell’agenzia per la quale lavora) per lei. Quest’ultima, dopo le prime giustificabili resistenze, non ha altra scelta che stare al suo gioco.

Con la visione degli episodi, si intuisce che "Love of Kill" è in sostanza una storia d'amore non propriamente definibile come “convenzionale”. Anzi, si potrebbe descrivere come un po’ “eccentrica” o “paradossale”, poiché, almeno all’inizio, la storia alterna in modo divertente e sapiente momenti di azione e di romanticismo con un approccio ironico e quasi comico.
La trama alterna i momenti di spionaggio a quelli più romantici, facendo apparire entrambi i protagonisti come Dr. Jekill e Mr. Hyde: quando sono al lavoro, rimangono freddi e calcolatori, quando non sono in missione, appaiono come due ragazzini al loro primo amore.

Di conseguenza, la serie sembra sia una commedia sia un thriller d'azione a intervalli alternati, e l’autore sembra essere riuscito a donare alla serie un certo equilibrio, che la rende un prodotto piuttosto particolare anche se non originalissimo: mi riferisco a due film, “Mr. & Mrs. Smith” e “True Lies”, in cui, mutatis mutandis, l’alternanza tra azione e romanticismo tra i membri della coppia dei rispettivi protagonisti è trattata in modo simile.

Ad essere onesti, oltre alle “luci”, ci sono anche delle “ombre”: se la trama è sviluppata in modo piuttosto intelligente (inserendo al momento giusto anche i doverosi flashback che spiegano il passato di Song e Chateau), i due protagonisti sono discretamente approfonditi e le scene di azione sono spesso valide, perché riescono a rendere i movimenti frenetici nei combattimenti corpo a corpo e nei duelli con le armi da fuoco, gli altri personaggi sembrano essere veramente marginali anche nella resa grafica (vedi Jim, disegnato senza bocca, ad esempio).

In più (anche se per qualcuno potrà necessariamente non essere un difetto), le “scaramucce” tra Song e Chateau sono spesso trattate in modo molto comico, quasi demenziale, abbassando un po’ il livello della serie e facendola assomigliare nelle espressioni buffe dei due a un prodotto da romcom di serie inferiore...

Pertanto, l’elemento che contraddistingue la serie da altri prodotti più o meno simili è l’alternanza tra momenti di vera azione e di dramma e quelli più romantici in senso lato in un modo leggero e spensierato, quasi scanzonato, cui si aggiunge (senza ‘spoilerare’ la trama) una discreta dose di introspezione.

La retrospettiva dei due personaggi principali che, dosata sapientemente con brevi accenni all’inizio e poi a dosi più massicce verso la fine (anche se un po’ spesso ridondanti), dà un po’ di spessore umano a Song e Chateau, facendoli apparire più sfaccettati e complessi. Tra questi mi è parso particolarmente significativo nell’ultimo episodio il momento in cui Chateau riflette e realizza quanto è successo tra lei e Song e i suoi sentimenti nei suoi confronti...

Pertanto, consiglio la visione di "Love of Kill”, un mix ben dosato di azione, romance e momenti esilaranti e comici, che rendono la trama originale non tanto nel contenuto quanto nella forma della narrazione. Comparto tecnico più che sufficiente, incluse la opening e l’ending.