Gyo (OVA)
"GYO" è un film di 70 minuti circa, che segue le vicende del manga ideato da Junji Itou, una vicenda fantascientifica e anche molto strana.
La trama si concentra su Kaori, una ragazza che va in una casa vacanza con i suoi amici ad Okinawa, ma neanche il tempo di rilassarsi ecco che i pesci con le zampe invadono improvvisamente la terra ferma, diffondendo un virus. La protagonista si recherà a Tokyo per raggiungere il suo fidanzato.
Il film ha un buon inizio, misterioso e interessante però poi ha uno sviluppo troppo costante, per decrescere verso il finale; la vicenda dei pesci con le zampe è un po' strana inizialmente, e forse non piacerà a tutti, ma personalmente mi ha incuriosito moltissimo perchè giustamente, oltre ai pesci, ci sono anche le altre creature marine che rendono certi momenti davvero pieni di suspense. Ciò che mi ha sorpreso di questa trama è l'originalità, infatti non avevo mai visto un film dove dei pesci con le zampe invadessero una città, mentre ciò che mi ha lasciato insoddisfatto è il retroscena sulla causa che donato le zampe ai pesci, e per come il virus contagi le persone. Il finale lascia amaro in bocca per una conclusione priva di significato e di spiegazioni.
I personaggi sono un'altro aspetto negativo del film, infatti oltre alla protagonista gli altri sono praticamente inutili sul piano narrativo.
Il comparto tecnico per lo meno è di alto livello, grazie a dei precisi disegni ed una buona grafica che rendono un'animazione davvero fluida; il sonoro è anch'esso positivo, grazie ad un doppiaggio più che sufficiente ed alle musiche di sottofondo mirati anche alla suspense, che rendono più interessanti i momenti proposti.
I conclusione, GYO è un film che sicuramente arriva alla sufficienza e che intrattiene a suo modo lo spettatore. Consiglio se mirate ad un film di breve durata che vi tenga occupati.
La trama si concentra su Kaori, una ragazza che va in una casa vacanza con i suoi amici ad Okinawa, ma neanche il tempo di rilassarsi ecco che i pesci con le zampe invadono improvvisamente la terra ferma, diffondendo un virus. La protagonista si recherà a Tokyo per raggiungere il suo fidanzato.
Il film ha un buon inizio, misterioso e interessante però poi ha uno sviluppo troppo costante, per decrescere verso il finale; la vicenda dei pesci con le zampe è un po' strana inizialmente, e forse non piacerà a tutti, ma personalmente mi ha incuriosito moltissimo perchè giustamente, oltre ai pesci, ci sono anche le altre creature marine che rendono certi momenti davvero pieni di suspense. Ciò che mi ha sorpreso di questa trama è l'originalità, infatti non avevo mai visto un film dove dei pesci con le zampe invadessero una città, mentre ciò che mi ha lasciato insoddisfatto è il retroscena sulla causa che donato le zampe ai pesci, e per come il virus contagi le persone. Il finale lascia amaro in bocca per una conclusione priva di significato e di spiegazioni.
I personaggi sono un'altro aspetto negativo del film, infatti oltre alla protagonista gli altri sono praticamente inutili sul piano narrativo.
Il comparto tecnico per lo meno è di alto livello, grazie a dei precisi disegni ed una buona grafica che rendono un'animazione davvero fluida; il sonoro è anch'esso positivo, grazie ad un doppiaggio più che sufficiente ed alle musiche di sottofondo mirati anche alla suspense, che rendono più interessanti i momenti proposti.
I conclusione, GYO è un film che sicuramente arriva alla sufficienza e che intrattiene a suo modo lo spettatore. Consiglio se mirate ad un film di breve durata che vi tenga occupati.
Pesci con le zampe che corrono sulla terraferma e che attaccano l'uomo!
Sin da subito, quando a suo tempo lessi la preview di quest'opera, rimasi piuttosto scettico riguardo il possibile esito che un'anime di questo tipo avrebbe potuto avere. L'idea è abbastanza originale ma fa parte di quel genere di idee talmente originali da poter esser anche definite a pieno merito "bislacche" ed infatti le prime impressioni di molti furono non propriamente positive, tanto per usare un valido eufemismo. In vero possiamo tranquillamente affermare che la reazione predominante fu l'ilarità generale. Mettendo da parte le prime superficialissime impressioni si passò ad analizzare i primissimi screen dell'OAV che ne stava uscendo fuori e, avendo ormai accettato l'idea dei pesci camminanti, le opinioni cominciarono a mutare il tanto che basta per riuscire a concedere maggior credito a Gyo, anche perché alcune scene sembravano essere tutt'altro che scherzose. Passando ad un'analisi diretta dell'opera notiamo come l'azione non tardi affatto ad entrare nel vivo e questo non può esser altro che un bene, soprattutto se riesce a prenderci sin da subito. Le meccaniche che portano avanti questo lavoro di animazione ricordano tanto i vecchi film (trash) di tanti anni fa e questo, fino ad un certo punto, non vuol esser per forza un difetto, tutt'altro! L'atmosfera iniziale è ottima, si viene a creare quasi subito quel clima di ansia e paura tipici dei film di un tempo. Il tutto è coadiuvato da una realizzazione tecnica di prim'ordine che ci accompagnerà quasi sino alla fine. Ad esser onesti e pignoli potremmo far notare come (nelle fasi più caotiche) l'uso della computer graphic per far muovere i branchi di "pesci" strida un pochino col resto ma si tratta di un dettaglio quasi ininfluente. Quel che invece non può proprio passare inosservato è lo svolgersi della trama che va via via peggiorando in modo drastico fino a giungere a trovate non solo di cattivo gusto ma soprattutto decisamente inconcludenti e incomprensibili. Non è possibile scendere nei dettagli di cosa non mi è piaciuto di quest'opera senza spoilerarne fasi importanti a chi non l'ha ancora visto ma l'aggettivo inconcludente è quanto mai appropriato.
Cosa mi resta di Gyo? Il ricordo di una buona prima metà e la consapevolezza che si sarebbe potuto fare molto meglio, anche senza ricorrere a trovate "geniali". Il grosso era stato fatto, bastava svilupparlo in modo diverso, in modo tale da non mandare in malora quanto costruito sino a quel punto. Purtroppo non ci sono riusciti neanche lontanamente e questo fa di Gyo un'occasione mancata.
Sin da subito, quando a suo tempo lessi la preview di quest'opera, rimasi piuttosto scettico riguardo il possibile esito che un'anime di questo tipo avrebbe potuto avere. L'idea è abbastanza originale ma fa parte di quel genere di idee talmente originali da poter esser anche definite a pieno merito "bislacche" ed infatti le prime impressioni di molti furono non propriamente positive, tanto per usare un valido eufemismo. In vero possiamo tranquillamente affermare che la reazione predominante fu l'ilarità generale. Mettendo da parte le prime superficialissime impressioni si passò ad analizzare i primissimi screen dell'OAV che ne stava uscendo fuori e, avendo ormai accettato l'idea dei pesci camminanti, le opinioni cominciarono a mutare il tanto che basta per riuscire a concedere maggior credito a Gyo, anche perché alcune scene sembravano essere tutt'altro che scherzose. Passando ad un'analisi diretta dell'opera notiamo come l'azione non tardi affatto ad entrare nel vivo e questo non può esser altro che un bene, soprattutto se riesce a prenderci sin da subito. Le meccaniche che portano avanti questo lavoro di animazione ricordano tanto i vecchi film (trash) di tanti anni fa e questo, fino ad un certo punto, non vuol esser per forza un difetto, tutt'altro! L'atmosfera iniziale è ottima, si viene a creare quasi subito quel clima di ansia e paura tipici dei film di un tempo. Il tutto è coadiuvato da una realizzazione tecnica di prim'ordine che ci accompagnerà quasi sino alla fine. Ad esser onesti e pignoli potremmo far notare come (nelle fasi più caotiche) l'uso della computer graphic per far muovere i branchi di "pesci" strida un pochino col resto ma si tratta di un dettaglio quasi ininfluente. Quel che invece non può proprio passare inosservato è lo svolgersi della trama che va via via peggiorando in modo drastico fino a giungere a trovate non solo di cattivo gusto ma soprattutto decisamente inconcludenti e incomprensibili. Non è possibile scendere nei dettagli di cosa non mi è piaciuto di quest'opera senza spoilerarne fasi importanti a chi non l'ha ancora visto ma l'aggettivo inconcludente è quanto mai appropriato.
Cosa mi resta di Gyo? Il ricordo di una buona prima metà e la consapevolezza che si sarebbe potuto fare molto meglio, anche senza ricorrere a trovate "geniali". Il grosso era stato fatto, bastava svilupparlo in modo diverso, in modo tale da non mandare in malora quanto costruito sino a quel punto. Purtroppo non ci sono riusciti neanche lontanamente e questo fa di Gyo un'occasione mancata.
Come tutti sappiamo, in Giappone la caccia alle balene è ancora oggi considerata un'attività legale. Questa pratica, però, ha esposto il Paese a forti critiche da parte sia dei Paesi che ritengono sia sbagliato dar la caccia a una specie a rischio estinzione, sia da parte delle principali associazioni animaliste del pianeta.
C'era dunque la necessità da parte del Governo e delle lobbies del commercio di carne di balena di mostrare alla Nazione che in realtà i pesci sono una razza brutta e cattiva, e che quindi non sono meritevoli della carità di chicchessia. Perché allora non creare un anime sull'argomento utilizzando un genere, l'horror, che negli ultimi anni sta andando per la maggiore?
Immagino cosa state pensando in questo momento: il recensore è impazzito o è vittima di sostanze stupefacenti. In realtà voglio rassicurarvi sulla mia sanità mentale: ho solo pensato di abbinare a una produzione decisamente trash una recensione dello stesso calibro. Questo perché questo "Gyo" è davvero una delle cose più sciocche e insensate che abbia mai visto. E così mi son dovuto creare una spiegazione assurda per giustificare l'esistenza di un titolo così assurdo.
La giovane Kaori è fidanzata con Tadeshi e progettano di sposarsi; prima però la ragazza deve laurearsi e il momento è davvero vicino, tanto che la ragazza parte con due sue amiche per un viaggio per festeggiare l'evento. Paese che vai usanze che trovi: in Italia la festa di laurea si fa dopo la discussione della tesi, in Giappone invece la si fa prima. Mentre una delle sue amiche fa di tutto per trovarsi dei ragazzi da portarsi a letto (e ho usato il plurale non per sbaglio) e l'altra si ingozza di ogni ben di Dio, Kaori non fa altro che pensare al suo Tadeshi; la loro tranquillità, però, terminerà quando una sera, rientrando a casa, sentono una puzza orribile e vedono uno strano animale aggirarsi nella villa. Oddio è entrato un ratto? Niente del genere: trattasi, udite udite, di un pesce con le gambe. Uccisa la bestia, le ragazze credono di essere tornate alla normalità; in realtà dalle acque di Okinawa milioni e milioni di pesci, grandi e piccoli, con le gambe si stanno dirigendo in superficie e in breve tempo invaderanno tutto il Giappone con effetti devastanti.
Se qualcuno di voi sta pensando che una trama del genere può avere delle potenzialità è bene che sappia che non sarà questo "Gyo" a svilupparla. All'autore, infatti, non interessava affatto creare qualcosa di originale e ben congegnato, ma solo disgustare in qualsiasi modo possibile lo spettatore, non risparmiandosi scene di indubbio cattivo gusto. Per far questo, però, finisce per trascurare tutto il resto; ciò che, in particolare, non mi sono piaciute sono le reazioni umane di fronte a un evento tanto insolito e a scene tanto terribili: la gente continua a comportarsi per troppo tempo come se nulla fosse e i protagonisti hanno reazioni senza senso volte solo a far andare avanti la trama.
"Gyo", quindi, è certamente un prodotto trash come già, prima di me, hanno affermato in molti; ma è quel trash a cui lo spettatore si affeziona o è semplicemente un titolo da dimenticare in fretta? Non so voi, ma io propenderò per la seconda ipotesi.
C'era dunque la necessità da parte del Governo e delle lobbies del commercio di carne di balena di mostrare alla Nazione che in realtà i pesci sono una razza brutta e cattiva, e che quindi non sono meritevoli della carità di chicchessia. Perché allora non creare un anime sull'argomento utilizzando un genere, l'horror, che negli ultimi anni sta andando per la maggiore?
Immagino cosa state pensando in questo momento: il recensore è impazzito o è vittima di sostanze stupefacenti. In realtà voglio rassicurarvi sulla mia sanità mentale: ho solo pensato di abbinare a una produzione decisamente trash una recensione dello stesso calibro. Questo perché questo "Gyo" è davvero una delle cose più sciocche e insensate che abbia mai visto. E così mi son dovuto creare una spiegazione assurda per giustificare l'esistenza di un titolo così assurdo.
La giovane Kaori è fidanzata con Tadeshi e progettano di sposarsi; prima però la ragazza deve laurearsi e il momento è davvero vicino, tanto che la ragazza parte con due sue amiche per un viaggio per festeggiare l'evento. Paese che vai usanze che trovi: in Italia la festa di laurea si fa dopo la discussione della tesi, in Giappone invece la si fa prima. Mentre una delle sue amiche fa di tutto per trovarsi dei ragazzi da portarsi a letto (e ho usato il plurale non per sbaglio) e l'altra si ingozza di ogni ben di Dio, Kaori non fa altro che pensare al suo Tadeshi; la loro tranquillità, però, terminerà quando una sera, rientrando a casa, sentono una puzza orribile e vedono uno strano animale aggirarsi nella villa. Oddio è entrato un ratto? Niente del genere: trattasi, udite udite, di un pesce con le gambe. Uccisa la bestia, le ragazze credono di essere tornate alla normalità; in realtà dalle acque di Okinawa milioni e milioni di pesci, grandi e piccoli, con le gambe si stanno dirigendo in superficie e in breve tempo invaderanno tutto il Giappone con effetti devastanti.
Se qualcuno di voi sta pensando che una trama del genere può avere delle potenzialità è bene che sappia che non sarà questo "Gyo" a svilupparla. All'autore, infatti, non interessava affatto creare qualcosa di originale e ben congegnato, ma solo disgustare in qualsiasi modo possibile lo spettatore, non risparmiandosi scene di indubbio cattivo gusto. Per far questo, però, finisce per trascurare tutto il resto; ciò che, in particolare, non mi sono piaciute sono le reazioni umane di fronte a un evento tanto insolito e a scene tanto terribili: la gente continua a comportarsi per troppo tempo come se nulla fosse e i protagonisti hanno reazioni senza senso volte solo a far andare avanti la trama.
"Gyo", quindi, è certamente un prodotto trash come già, prima di me, hanno affermato in molti; ma è quel trash a cui lo spettatore si affeziona o è semplicemente un titolo da dimenticare in fretta? Non so voi, ma io propenderò per la seconda ipotesi.
"Gyo OVA" è un lungometraggio di circa un'ora del 2012.
Sono stata colpita dalle immagini di quest'anime, e pensando di sfruttare una delle mie ore libere soddisfacendo la mia passione per gli anime, mi sono quindi dedicata alla visione di questo film, ma mio malgrado questa ora è stata utilizzata malissimo. Volendogli dare degli aggettivi che lo rappresentino appieno, e tra l'altro gli unici che penso gli si addicano di più, sono, senza ombra di dubbio: vomitevole, disgustoso e ridicolo.
Lo scenario è di tipo catastrofico. Un'invasione di pesci di qualsiasi dimensione, grazie a un virus o alla follia di uno scienziato pazzo (perché il motivo non lo si riesce davvero a capire nemmeno alla fine del film), hanno iniziato a camminare, a uscire dalle acque e oltretutto ad attaccare gli altri esseri viventi non della loro specie, i quali ne rimangono contagiati a loro volta. Questi pesci oltretutto sono di un cattivo odore che viene percepito anche a distanze lontane. In tutto ciò la protagonista Kaori, andata in vacanza con le amiche a Okinawa, si ritrova a dover sopravvivere alla furia di questi pesci e agli esseri a loro volta contagiati, e cercherà di ricongiungersi al suo fidanzato che invece sta lavorando a Tokyo.
Inizio a parlare della caratterizzazione data ai personaggi, che a parer mio non è per niente originale. Kaori è innamoratissima del fidanzato, il suo unico scopo sarà quello di ricongiungersi a lui, e per farlo lascerà anche le sue amiche al loro tragico destino, e lo farà addirittura praticamente senza risentimento. Le amiche della protagonista non si sopportano l'un l'altra, quindi (mi chiedo) perché fare una vacanza tutte assieme? Tadashi, il fidanzato di Kaori, era forse l'unico tra i personaggi che avrebbe potuto avere una storia interessante rispetto agli altri, in quanto nascondeva una sorta di segreto militare; purtroppo, però, quest'ultimo avrà vita breve e ciò aiuterà a rendere meno interessante la storia. Kaori incontra nel suo viaggio verso Tokyo un giornalista free-lance che nutre solo un interesse verso la notizia e la ricerca dello scoop. Attenzione, non è che penso che l'informazione non sia importante o cose simili, ma nel contesto di questo film credo che non avesse molto senso inserirvi un personaggio del genere, in quanto tutti gli esseri viventi penserebbero alla propria sopravvivenza e non a fare uno scoop, e questo vale anche per i giornalisti più temerari. Per cui, se il destino dell' umanità è quello di soccombere, compreso lui, chi potrà leggere notizie e da chi verrebbero stampate o perlomeno divulgate?
Ho trovato buoni i disegni, sia dei personaggi che della scenografia. Ho apprezzato molto il modo in cui la puzza è stata interpretata, e qui, mi spiego meglio. Quest'ultima osservazione è dovuta al fatto che nel film ricopre un ruolo importante, per cui disegnare un qualcosa che non si può vedere ma solo sentire attraverso i nostri sensi, e oltretutto farla immediatamente rievocare allo spettatore, è qualcosa di estremamente difficile da realizzare. L'autore è riuscito perfettamente a rappresentarlo, e ha reso benissimo l'idea, talmente bene che lo spettatore sembra provare lo stesso disgusto percepito dai personaggi della trama; ecco perché gli aggettivi che secondo me sono più adatti a questo anime sono quelli di disgustoso e vomitevole, proprio perché lo spettatore sembra quasi percepirla durante la visione. Mentre l'aggettivo di banalità ricade invece nella trama trita e ritrita, e nei suoi personaggi privi di originalità.
Il mio voto è 5 (ma avrei dato 4) solo perché, ripeto, il fetore è stato rappresentato sapientemente, e l'autore ha reso bene quell'idea.
Sono stata colpita dalle immagini di quest'anime, e pensando di sfruttare una delle mie ore libere soddisfacendo la mia passione per gli anime, mi sono quindi dedicata alla visione di questo film, ma mio malgrado questa ora è stata utilizzata malissimo. Volendogli dare degli aggettivi che lo rappresentino appieno, e tra l'altro gli unici che penso gli si addicano di più, sono, senza ombra di dubbio: vomitevole, disgustoso e ridicolo.
Lo scenario è di tipo catastrofico. Un'invasione di pesci di qualsiasi dimensione, grazie a un virus o alla follia di uno scienziato pazzo (perché il motivo non lo si riesce davvero a capire nemmeno alla fine del film), hanno iniziato a camminare, a uscire dalle acque e oltretutto ad attaccare gli altri esseri viventi non della loro specie, i quali ne rimangono contagiati a loro volta. Questi pesci oltretutto sono di un cattivo odore che viene percepito anche a distanze lontane. In tutto ciò la protagonista Kaori, andata in vacanza con le amiche a Okinawa, si ritrova a dover sopravvivere alla furia di questi pesci e agli esseri a loro volta contagiati, e cercherà di ricongiungersi al suo fidanzato che invece sta lavorando a Tokyo.
Inizio a parlare della caratterizzazione data ai personaggi, che a parer mio non è per niente originale. Kaori è innamoratissima del fidanzato, il suo unico scopo sarà quello di ricongiungersi a lui, e per farlo lascerà anche le sue amiche al loro tragico destino, e lo farà addirittura praticamente senza risentimento. Le amiche della protagonista non si sopportano l'un l'altra, quindi (mi chiedo) perché fare una vacanza tutte assieme? Tadashi, il fidanzato di Kaori, era forse l'unico tra i personaggi che avrebbe potuto avere una storia interessante rispetto agli altri, in quanto nascondeva una sorta di segreto militare; purtroppo, però, quest'ultimo avrà vita breve e ciò aiuterà a rendere meno interessante la storia. Kaori incontra nel suo viaggio verso Tokyo un giornalista free-lance che nutre solo un interesse verso la notizia e la ricerca dello scoop. Attenzione, non è che penso che l'informazione non sia importante o cose simili, ma nel contesto di questo film credo che non avesse molto senso inserirvi un personaggio del genere, in quanto tutti gli esseri viventi penserebbero alla propria sopravvivenza e non a fare uno scoop, e questo vale anche per i giornalisti più temerari. Per cui, se il destino dell' umanità è quello di soccombere, compreso lui, chi potrà leggere notizie e da chi verrebbero stampate o perlomeno divulgate?
Ho trovato buoni i disegni, sia dei personaggi che della scenografia. Ho apprezzato molto il modo in cui la puzza è stata interpretata, e qui, mi spiego meglio. Quest'ultima osservazione è dovuta al fatto che nel film ricopre un ruolo importante, per cui disegnare un qualcosa che non si può vedere ma solo sentire attraverso i nostri sensi, e oltretutto farla immediatamente rievocare allo spettatore, è qualcosa di estremamente difficile da realizzare. L'autore è riuscito perfettamente a rappresentarlo, e ha reso benissimo l'idea, talmente bene che lo spettatore sembra provare lo stesso disgusto percepito dai personaggi della trama; ecco perché gli aggettivi che secondo me sono più adatti a questo anime sono quelli di disgustoso e vomitevole, proprio perché lo spettatore sembra quasi percepirla durante la visione. Mentre l'aggettivo di banalità ricade invece nella trama trita e ritrita, e nei suoi personaggi privi di originalità.
Il mio voto è 5 (ma avrei dato 4) solo perché, ripeto, il fetore è stato rappresentato sapientemente, e l'autore ha reso bene quell'idea.
Disgusto, questo posso dire. Se propio volevano far vomitare la gente, beh, ci sono riusciti alla grande; "Gyo" doveva essere un'anime horror stile Squalo, ma alla fine invece di mettere suspense mette solamente sentimenti di disgusto e repulsione. La trama é semplice quanto banale: Praticamente dei pesci normalissimi sono stati tramutati in mostri aggressivi e pericolosi a causa di un virus che colpisce gli umani. I nostri protagonisti Kaori e Tadashi, distanti fra di loro, dovranno cercare di ritrovarsi. La trama non é male, perché film di questo genere in stile apocalittico mi piacciono, però é l'idea che dal disgusto passa al ridicolo. Lo sò benissimo che é trash, non ci vedo nulla di sbagliato nel fare un'anime horror trash, però é l'idea che viene malsfruttata in una maniera incredibile. Insomma, per concludere, penso solamente che sia un'anime stile Asalyum che cerca di inquietare il pubblico, ma che in realtà mette solamente repulsione, oltre che i conati di vomito. Dò 5 solamente per i disegni.
Questo film è un trash assurdo. Già il manga lo era abbastanza, ma qui c'è stata una consacrazione della vena trash dell'opera. E' stata molto calcata la mano su questo fattore, inoltre anche la storia è cambiata abbastanza rispetto al manga. Nel manga è meglio, e le situazioni sono almeno un pò più realistiche rispetto all'anime. Qui le reazioni dei personaggi sono assolutamente poco credibili: gente che vede uno squalo entrare in casa e corre via con calma esclamando soltanto "che orrore", senza minimamente domandarsi cosa ci faccia uno squalo in una casa, e per di più con delle gambe metalliche, persone che litigano tra loro e si danno calci in faccia, si strappano i vestiti e quant'altro, che ritornano alla normalità poco dopo, comodamente sedute a guardare la tv, lo stesso per alcuni di questi che tradiscono altri scappando via senza salvarli, per poi ritornare allegramente a far parte del gruppo... davvero, le reazioni dei personaggi sono forse la cosa peggiore di questo film, ma l'atmosfera è totalmente trash, quindi ci sta tutto. Bisogna valutare questo film secondo l'ottica del trash, e non secondo parametri normali... io che sono un amante del trash non ho potuto fare altro che apprezzarlo nonostante gli evidentissimi difetti e le spiegazioni estremamente poco credibili, a cui vengono date altrettanto poco credibili spiegazioni che non possono fare altro che generare nello spettatore il seguente pensiero: "ma che cazzo..." Le animazioni non sono malaccio comunque, e si ricorre spesso al 3d, abbastanza piacevole e ad effetto, ed anche i disegni si mantengono abbastanza fedeli al manga. Una cosa è certa, non fa per niente paura, ma se il trash fa per voi allora non vi resta che guardarlo, ne resterete sicuramente soddisfatti.
<b>Attenzione! Contiene spoiler!</b>
"Gyo" è un OAV prodotto verso il termine della stagione invernale del 2012 di genere survival-horror/splatter.
Kaori insieme alle amiche, Aki, cicciotta, e la frivola Erika, giunge nella casa di Kaori per la notte durante un viaggio pre-laurea e nella casa puzzolente si ritrovano a uccidere uno strano quanto ripugnante pesce con degli arti meccanici da ragno. Dopo poco subiranno l'attacco di uno squalo con le gambe che riusciranno in qualche modo a eliminare, ma questo fenomeno dilaga e Kaori, in seguito a una chiamata interrotta del suo futuro marito Tadashi, parte alla volta di Tokyo nonostante i moniti del fidanzato. Nel frattempo nella casa le cose peggiorano per Erika, ferita dallo squalo con le zampe, che ingrassa a dismisura, ha una voce strana, la sua pelle è verdastra con chiazze ed emette continuamente un gas puzzolente dalla bocca e dal sedere. Alla vista di ciò Aki scappa ma, quando l'amica chiede aiuto, ricordando i momenti in cui veniva vessata e insultata dalla stessa, le restituisce pan per focaccia, pestandola e per liberarsene le massacra la testa con un posacenere.
Quando Kaori riesce finalmente ad andare a Tokyo incontrerà un ragazzo che la accompagnerà in questo viaggio increscioso nel terrore alla ricerca del fidanzato Tadashi, mentre il mondo è invaso dal gas mefitico, da esseri umani e animali contagiati e fissati a questi misteriosi meccanismi dotati di zampe da granchio metalliche. Riusciranno i due a scoprire la terribile verità sul gas e sui meccanismi meccanici alimentati a gas? Che fine ha fatto Tadashi? Erika riuscirà a guarire? Riusciranno a contenere quest'invasione?
La storia e l'intreccio sono in linea con i tipici film di genere survival horror/splatter in cui un gruppo di persone deve scappare e difendersi, solitamente, dall'attacco di un'orda di mostri mutanti/zombie contagiati dal virus di turno, evitando di farsi ferire da loro per non diventare a loro volta zombie. A ciò vengono anche aggiunti sapientemente elementi disturbanti e visionari quali bestialità fra semi-androidi malati o animali meccanizzati, orridi e al contempo molto d'impatto.
Graficamente l'OAV unisce i disegni normali alla CG in modo sapiente e ricrea scene e immagini disturbanti, orride, al limite del ragionevole e dello stomachevole. In questo possiamo dire sia stato fatto un ottimo lavoro degno dei vecchi film horror di serie B degli anni '70-'80. Degne di nota le scene orripilanti di quando un essere umano viene "meccanizzato" o degli attacchi dei pesci con le gambe, piuttosto che del polpo: fanno proprio schifo e molta impressione. Anche i dialoghi e le situazioni sono spesso stomachevoli e nauseabondi come il parlare della puzza nauseabonda paragonandola all'odore della morte o della putrefazione.
I colori inizialmente pastellati, tenui, quasi sbiaditi per i fondali terreni e per i personaggi, spesso cozzando violentemente con le atmosfere oppressive o le scene degli attacchi dei pesci mutanti, vengono poi affiancati al verde marcio della pelle degli umani contagiati. Il tratto di definizione o contorno dei personaggi e animali-mostri è molto sottile e non fa risaltare troppo le figure rispetto ai fondali, ma è una delle particolarità grafiche di quest'opera.
Le animazioni sono rese in modo abbastanza buono, ma lo sporco lavoro viene fatto in gran parte da inquadrature incisive e primissimi piani, piuttosto che da una regia che sfrutta abbastanza bene i tempi e i ritmi tipici dei film dell'orrore. Bisogna fare un plauso alla fotografia e ai designer/concept artist dei raccapriccianti esseri che fanno impressione, spaventano e disgustano al contempo.
Altra cosa da valutare in un'opera simile sono le scene horror e degli attacchi, rese in modo molto buono: sono disturbanti, inquietanti, disgustose e stomachevoli, degne degli splatter d'epoca. Infine il finale non si discosta troppo da quelli tipici di film simili in cui il mondo cade in rovina e l'infezione non viene debellata anzi diventa pandemia a livello mondiale.
Insomma "Gyo" risulta essere un'opera molto controversa che farà parlare di sé chi l'ha visto e incuriosirà chi ne ha sentito parlare, anche negativamente. La visione è pertanto consigliata ai maggiorenni amanti del genere o dotati di uno stomaco abbastanza forte, avvezzo a scene simili visionate in altri horror nel corso della loro esperienza nel "settore". Ciò non toglie che "Gyo" riesce a essere quel che si prefigge: un horror-parodia dei vecchi B-movie con tutti i pregi e i difetti delle pellicole trash di quei tempi. Ragion per cui almeno la sufficienza, per le idee geniali del design, è d'obbligo, anche se amo generi più soft di horror. Voto: 7.
"Gyo" è un OAV prodotto verso il termine della stagione invernale del 2012 di genere survival-horror/splatter.
Kaori insieme alle amiche, Aki, cicciotta, e la frivola Erika, giunge nella casa di Kaori per la notte durante un viaggio pre-laurea e nella casa puzzolente si ritrovano a uccidere uno strano quanto ripugnante pesce con degli arti meccanici da ragno. Dopo poco subiranno l'attacco di uno squalo con le gambe che riusciranno in qualche modo a eliminare, ma questo fenomeno dilaga e Kaori, in seguito a una chiamata interrotta del suo futuro marito Tadashi, parte alla volta di Tokyo nonostante i moniti del fidanzato. Nel frattempo nella casa le cose peggiorano per Erika, ferita dallo squalo con le zampe, che ingrassa a dismisura, ha una voce strana, la sua pelle è verdastra con chiazze ed emette continuamente un gas puzzolente dalla bocca e dal sedere. Alla vista di ciò Aki scappa ma, quando l'amica chiede aiuto, ricordando i momenti in cui veniva vessata e insultata dalla stessa, le restituisce pan per focaccia, pestandola e per liberarsene le massacra la testa con un posacenere.
Quando Kaori riesce finalmente ad andare a Tokyo incontrerà un ragazzo che la accompagnerà in questo viaggio increscioso nel terrore alla ricerca del fidanzato Tadashi, mentre il mondo è invaso dal gas mefitico, da esseri umani e animali contagiati e fissati a questi misteriosi meccanismi dotati di zampe da granchio metalliche. Riusciranno i due a scoprire la terribile verità sul gas e sui meccanismi meccanici alimentati a gas? Che fine ha fatto Tadashi? Erika riuscirà a guarire? Riusciranno a contenere quest'invasione?
La storia e l'intreccio sono in linea con i tipici film di genere survival horror/splatter in cui un gruppo di persone deve scappare e difendersi, solitamente, dall'attacco di un'orda di mostri mutanti/zombie contagiati dal virus di turno, evitando di farsi ferire da loro per non diventare a loro volta zombie. A ciò vengono anche aggiunti sapientemente elementi disturbanti e visionari quali bestialità fra semi-androidi malati o animali meccanizzati, orridi e al contempo molto d'impatto.
Graficamente l'OAV unisce i disegni normali alla CG in modo sapiente e ricrea scene e immagini disturbanti, orride, al limite del ragionevole e dello stomachevole. In questo possiamo dire sia stato fatto un ottimo lavoro degno dei vecchi film horror di serie B degli anni '70-'80. Degne di nota le scene orripilanti di quando un essere umano viene "meccanizzato" o degli attacchi dei pesci con le gambe, piuttosto che del polpo: fanno proprio schifo e molta impressione. Anche i dialoghi e le situazioni sono spesso stomachevoli e nauseabondi come il parlare della puzza nauseabonda paragonandola all'odore della morte o della putrefazione.
I colori inizialmente pastellati, tenui, quasi sbiaditi per i fondali terreni e per i personaggi, spesso cozzando violentemente con le atmosfere oppressive o le scene degli attacchi dei pesci mutanti, vengono poi affiancati al verde marcio della pelle degli umani contagiati. Il tratto di definizione o contorno dei personaggi e animali-mostri è molto sottile e non fa risaltare troppo le figure rispetto ai fondali, ma è una delle particolarità grafiche di quest'opera.
Le animazioni sono rese in modo abbastanza buono, ma lo sporco lavoro viene fatto in gran parte da inquadrature incisive e primissimi piani, piuttosto che da una regia che sfrutta abbastanza bene i tempi e i ritmi tipici dei film dell'orrore. Bisogna fare un plauso alla fotografia e ai designer/concept artist dei raccapriccianti esseri che fanno impressione, spaventano e disgustano al contempo.
Altra cosa da valutare in un'opera simile sono le scene horror e degli attacchi, rese in modo molto buono: sono disturbanti, inquietanti, disgustose e stomachevoli, degne degli splatter d'epoca. Infine il finale non si discosta troppo da quelli tipici di film simili in cui il mondo cade in rovina e l'infezione non viene debellata anzi diventa pandemia a livello mondiale.
Insomma "Gyo" risulta essere un'opera molto controversa che farà parlare di sé chi l'ha visto e incuriosirà chi ne ha sentito parlare, anche negativamente. La visione è pertanto consigliata ai maggiorenni amanti del genere o dotati di uno stomaco abbastanza forte, avvezzo a scene simili visionate in altri horror nel corso della loro esperienza nel "settore". Ciò non toglie che "Gyo" riesce a essere quel che si prefigge: un horror-parodia dei vecchi B-movie con tutti i pregi e i difetti delle pellicole trash di quei tempi. Ragion per cui almeno la sufficienza, per le idee geniali del design, è d'obbligo, anche se amo generi più soft di horror. Voto: 7.
La prossima volta che mangerete del pesce sicuramente storcerete il naso grazie a "Gyo".
L'OVA è della durata complessiva di un'ora e dieci minuti circa. I generi che include al suo interno sono l'horror che sfocia spesso nello splatter, una dose massiccia d'azione, litri di lacrime che fanno tanto dramma e del sentimentalismo accennato.
"Gyo" si presenta come la più classica delle storie e procede sulla stessa linea, senza particolari variazioni o colpi di scena degni di nota: tre amiche, molto diverse tra di loro, si recano in vacanza a Okinawa per festeggiare la laurea.
Kaori è la nostra bella protagonista dai lunghi capelli neri: una ragazza buona, semplice e perdutamente innamorata del suo fidanzato di nome Tadashi. Oltre alla protagonista figurano anche la paffuta Aki e l'allegra Erika che si concede assai facilmente agli uomini.
Le nostre tre fanciulle tornano da una divertente giornata dedicata agli acquisti ma, quando aprono la porta, avvertono un odore orripilante provenire dall'interno. Si tratta di un odore di morte, quello di un cadavere in decomposizione: è un odore che Kaori ricorda molto bene, ma che non avrebbe mai più voluto sentire, eppure aleggia nell'aria.
Tadashi è a Tokyo, lontano dalla sua amata Kaori. Ma lei farà tutto ciò che è in suo potere per raggiungere il suo fidanzato, nonostante dei violenti e aggressivi pesci dotati di gambe stiano invadendo intere città con la propria presenza e il proprio fetore insopportabile.
Spazzatura. Questa è l'unico termine con cui possiamo in qualche modo commentare l'emerita idiozia alla quale si assiste durante la visione di "Gyo", un prodotto assai scadente sotto molti di punti di vista.
Il primo fra tutti, e il più rilevante di questi aspetti negativi che caratterizzano "Gyo", è senza alcun dubbio l'assurdità della trama: pesci dotati di gambe che scorrazzano ovunque mietendo vittime che, successivamente, si gonfiano come palloncini verdi, emettendo un odore fetido che fuoriesce da ogni singolo buco del loro corpo? Se devo essere sincera non sapevo se scoppiare a ridere o mettermi le mani nei capelli, perché ciò che stavo guardando rasentava un livello di stupidità davvero elevato.
I suddetti pesci salterelli, infettati da un virus sconosciuto, affiorano in superficie, invadendo le spiagge, l'entroterra di Okinawa, e continuano a spostarsi in massa finché non raggiungono Tokyo. Osservare con enorme sconcerto e perplessità questa moltitudine di pesci impazziti è assolutamente esilarante: uno spettacolo che chiunque dovrebbe concedersi per ridere a crepapelle.
Lo sviluppo della trama è alquanto banale, ridicolizzato oltretutto dalla presenza di questi pesci infetti che mietono vittime in ogni parte del Giappone, e li riducono a delle maleodoranti figure tonde dal colorito verdastro che alla vista hanno suscitato in me delle risate convulsive.
Il proseguimento della storia in cui si viene a scoprire ciò che è accaduto, pur rimanendo comunque avvolta nel mistero, è di una banalità allucinante: bisogna impegnarsi seriamente per creare qualcosa di così scontato e prevedibile.
Gli unici pregi che si possono riscontrare in "Gyo" riguardano i disegni che sono molto buoni, così come le animazioni, anche se il character design è davvero anonimo. Un altro dei pochi punti a suo favore è la dose d'azione che permea la quasi totalità delle scene, permettendo comunque a questo comico e stupido titolo di proseguire rapidamente, senza annoiare lo spettatore.
Nel complesso "Gyo" può forse essere apprezzato da un pubblico poco esigente, che non è alla ricerca di un horror dalla trama solida, ma bensì da schizzi di sangue, interiora in vista e spazzatura dilagante.
"Gyo" è assolutamente e inequivocabilmente esilarante, oscenamente trash e scontato a livelli inimmaginabili.
L'OVA è della durata complessiva di un'ora e dieci minuti circa. I generi che include al suo interno sono l'horror che sfocia spesso nello splatter, una dose massiccia d'azione, litri di lacrime che fanno tanto dramma e del sentimentalismo accennato.
"Gyo" si presenta come la più classica delle storie e procede sulla stessa linea, senza particolari variazioni o colpi di scena degni di nota: tre amiche, molto diverse tra di loro, si recano in vacanza a Okinawa per festeggiare la laurea.
Kaori è la nostra bella protagonista dai lunghi capelli neri: una ragazza buona, semplice e perdutamente innamorata del suo fidanzato di nome Tadashi. Oltre alla protagonista figurano anche la paffuta Aki e l'allegra Erika che si concede assai facilmente agli uomini.
Le nostre tre fanciulle tornano da una divertente giornata dedicata agli acquisti ma, quando aprono la porta, avvertono un odore orripilante provenire dall'interno. Si tratta di un odore di morte, quello di un cadavere in decomposizione: è un odore che Kaori ricorda molto bene, ma che non avrebbe mai più voluto sentire, eppure aleggia nell'aria.
Tadashi è a Tokyo, lontano dalla sua amata Kaori. Ma lei farà tutto ciò che è in suo potere per raggiungere il suo fidanzato, nonostante dei violenti e aggressivi pesci dotati di gambe stiano invadendo intere città con la propria presenza e il proprio fetore insopportabile.
Spazzatura. Questa è l'unico termine con cui possiamo in qualche modo commentare l'emerita idiozia alla quale si assiste durante la visione di "Gyo", un prodotto assai scadente sotto molti di punti di vista.
Il primo fra tutti, e il più rilevante di questi aspetti negativi che caratterizzano "Gyo", è senza alcun dubbio l'assurdità della trama: pesci dotati di gambe che scorrazzano ovunque mietendo vittime che, successivamente, si gonfiano come palloncini verdi, emettendo un odore fetido che fuoriesce da ogni singolo buco del loro corpo? Se devo essere sincera non sapevo se scoppiare a ridere o mettermi le mani nei capelli, perché ciò che stavo guardando rasentava un livello di stupidità davvero elevato.
I suddetti pesci salterelli, infettati da un virus sconosciuto, affiorano in superficie, invadendo le spiagge, l'entroterra di Okinawa, e continuano a spostarsi in massa finché non raggiungono Tokyo. Osservare con enorme sconcerto e perplessità questa moltitudine di pesci impazziti è assolutamente esilarante: uno spettacolo che chiunque dovrebbe concedersi per ridere a crepapelle.
Lo sviluppo della trama è alquanto banale, ridicolizzato oltretutto dalla presenza di questi pesci infetti che mietono vittime in ogni parte del Giappone, e li riducono a delle maleodoranti figure tonde dal colorito verdastro che alla vista hanno suscitato in me delle risate convulsive.
Il proseguimento della storia in cui si viene a scoprire ciò che è accaduto, pur rimanendo comunque avvolta nel mistero, è di una banalità allucinante: bisogna impegnarsi seriamente per creare qualcosa di così scontato e prevedibile.
Gli unici pregi che si possono riscontrare in "Gyo" riguardano i disegni che sono molto buoni, così come le animazioni, anche se il character design è davvero anonimo. Un altro dei pochi punti a suo favore è la dose d'azione che permea la quasi totalità delle scene, permettendo comunque a questo comico e stupido titolo di proseguire rapidamente, senza annoiare lo spettatore.
Nel complesso "Gyo" può forse essere apprezzato da un pubblico poco esigente, che non è alla ricerca di un horror dalla trama solida, ma bensì da schizzi di sangue, interiora in vista e spazzatura dilagante.
"Gyo" è assolutamente e inequivocabilmente esilarante, oscenamente trash e scontato a livelli inimmaginabili.
Per quanto possa attirare per i bei disegni e l'idea originale, non ci si deve far trarre in inganno, a mio avviso "Gyo" è davvero un pessimo OAV, carente in tutte le sue parti. La prima a cadere sotto i colpi della banalità è la trama, solita situazione di pericolo data da una fantomatica invasione di pesci con le gambe, e per qualche strano motivo gli autori riescono anche a rendere i più docili abitanti degli abissi terribilmente tosti e pericolosi. Le già scarne premesse vengono poi demolite del tutto dalla presenza di pochi e per di più non azzeccati colpi di scena. Non si salvano nemmeno i personaggi che rivelano tutti la profondità interiore di una pozzanghera (di quelle molto basse, quasi secche) e in base a questa profondità caratteriale agiscono nel modo più stereotipato possibile. Il tutto viene infine condito da chili di scene trash degne dei peggior B-movie che chi ha lo stomaco leggero potrebbe non reggere. In definitiva a meno di essere amanti sfegatati dei B-movie e del trash, non vi sono proprio motivi per guardare "Gyo", neppure se si ha del tempo da perdere.
Trash, disgustoso, grottesco: ahimè sono termini che assumono nuovi significati con la visione di uno degli anime horror più ridicoli e allo stesso tempo disturbanti che il Giappone sia riuscito a creare.
Okinawa, giorni nostri, un gruppo di ragazze si trova a passare le vacanze pre-laurea in una casa vicino al mare. Un tanfo insopportabile le inonda quando aprono la porta della villetta e nello stesso momento trovano quello che sembra essere un pesce dotato di arti che gli permettono di camminare sulla terra ferma. La scoperta tuttavia non desta più scalpore di un moscone su una tenda, fino al giorno dopo, quando l'intera nazione si ritrova invasa da migliaia e migliaia di pesci capaci di muoversi con arti simili a gambe.
I risvolti narrativi seguenti porteranno alla memoria vecchi film horror/trash tra il ridicolo e il grottesco. Com'è normale in questo genere di tematiche gli esseri umani daranno il peggio di loro, mostrandosi spesso e volentieri menefreghisti e realisticamente cattivi nei confronti dei loro simili, pensando piuttosto a salvarsi la pelle. Benché originale, la trama non è nulla di speciale, tutt'altro, e si arriva alla fine giusto per vedere dove si voglia andare a parare. All'inizio potrebbe apparire interessante, ma già dopo una ventina di minuti fanno la loro entrata in scena le prime avvisaglie della noia e della poca convinzione nei confronti dell'opera in questione.
Tecnicamente l'anime si salva a malapena e in maniera piuttosto scialba. I personaggi umani sono ricreati in una maniera che definirei anonima, senza un briciolo di stile o particolarità. Gli sfondi paesaggistici sono eccessivamente piatti e poco dettagliati. Gli "esseri" anfibi sono stati creati con una sorta di grafica virtuale ridicolmente scadente, tranne in alcuni casi, e sono animati malissimo. Effetti sonori e musiche di sottofondo sono anonime o assenti.
Solitamente l'horror è giusto un gradino più sopra rispetto a un porno, hentai negli anime. Ma ciò non implica in nessun modo che venga creato in una maniera grossolana sulla falsariga degli horror anni '80 di serie B. L'originalità da sola non basta a creare un'opera decente e Gyo ne è la prova inconfutabile. Al di là del disgusto e del ridicolo non c'è niente in questo OVA.
Okinawa, giorni nostri, un gruppo di ragazze si trova a passare le vacanze pre-laurea in una casa vicino al mare. Un tanfo insopportabile le inonda quando aprono la porta della villetta e nello stesso momento trovano quello che sembra essere un pesce dotato di arti che gli permettono di camminare sulla terra ferma. La scoperta tuttavia non desta più scalpore di un moscone su una tenda, fino al giorno dopo, quando l'intera nazione si ritrova invasa da migliaia e migliaia di pesci capaci di muoversi con arti simili a gambe.
I risvolti narrativi seguenti porteranno alla memoria vecchi film horror/trash tra il ridicolo e il grottesco. Com'è normale in questo genere di tematiche gli esseri umani daranno il peggio di loro, mostrandosi spesso e volentieri menefreghisti e realisticamente cattivi nei confronti dei loro simili, pensando piuttosto a salvarsi la pelle. Benché originale, la trama non è nulla di speciale, tutt'altro, e si arriva alla fine giusto per vedere dove si voglia andare a parare. All'inizio potrebbe apparire interessante, ma già dopo una ventina di minuti fanno la loro entrata in scena le prime avvisaglie della noia e della poca convinzione nei confronti dell'opera in questione.
Tecnicamente l'anime si salva a malapena e in maniera piuttosto scialba. I personaggi umani sono ricreati in una maniera che definirei anonima, senza un briciolo di stile o particolarità. Gli sfondi paesaggistici sono eccessivamente piatti e poco dettagliati. Gli "esseri" anfibi sono stati creati con una sorta di grafica virtuale ridicolmente scadente, tranne in alcuni casi, e sono animati malissimo. Effetti sonori e musiche di sottofondo sono anonime o assenti.
Solitamente l'horror è giusto un gradino più sopra rispetto a un porno, hentai negli anime. Ma ciò non implica in nessun modo che venga creato in una maniera grossolana sulla falsariga degli horror anni '80 di serie B. L'originalità da sola non basta a creare un'opera decente e Gyo ne è la prova inconfutabile. Al di là del disgusto e del ridicolo non c'è niente in questo OVA.
Trama & commento: 8 - Questo OAV di una settantina di minuti, tratto dall'omonimo manga, è molto più di quel che sembra a prima vista. La trama racconta di un gruppo di tre ragazze che si trovano in vacanza pre-laurea, tra queste la protagonista, la quale ha lasciato il suo ragazzo a Tokyo. Di quest'ultima è la casa delle vacanze in cui alloggiano le tre momentaneamente.
Una sera, rientrando in casa, le ragazze, dapprima, sentono un odore nauseabondo, e poi si accorgono che in casa c'è qualche animale che zampetta. Una volta ucciso, schiacciato dietro a un mobile d'arredo con un sordo rumore di sofferenza, si accorgono che è un pesce con delle zampe simili a quelle di un granchio. Da qui iniziano i problemi poiché non è solo un pesce ad avere le gambe. Così ci si ritroverà a lottare contro squali e polpi giganti (che per strizzare tra i loro tentacoli ragazze non possono mancare), tutti con le gambe, nel disperato tentativo di sopravvivere e tornare a casa.
La trama comincia come nei più classici e banali teen horror, che parlino di zombie o meno, dove un gruppo di ragazzi deve sopravvivere e dove, uno alla volta, vengono uccisi dai mostri di turno; tuttavia questa non è assolutamente la piega che prende Gyo, dove vediamo innanzitutto i protagonisti dividersi e dove i colpi di scena non mancano affatto, e non riguardano tanto la morte di alcuni personaggi ma il come la situazione dei "walking fish" si trasforma arrivando a livelli che nessuno spettatore, a inizio visione, si sarebbe mai aspettato.
Il finale lascia solo desolazione e impotenza, mostra come l'uomo possa distruggersi da solo e non lascia molte speranze. Che questo OAV sia solo un pilot per una serie futura? Mi sembra molto improbabile.
Personaggi: 7,5 - I personaggi, pur essendo l'OAV di appena 70 minuti, sono abbastanza caratterizzati. Abbiamo diversi stereotipi ma non pesano troppo e sono piacevoli, rivelandosi anche abbastanza particolareggiati. Una parte importante sono i rapporti che tra di loro intercorrono: se, fino a quando tutto va bene, si sta assieme, quando la situazione precipita escono allo scoperto rancori e risentimenti. C'è, purtroppo, chi viene abbandonato e chi impazzisce. Le "reazioni umane", nel vedere queste orribili creature, che hanno i personaggi sono abbastanza realistiche, pur essendo completamente assurda la situazione. I personaggi da prima sono tremendamente spaventati e poi iniziano a capire che ciò è inutile, e quindi decidono di combattere. Molto triste è il rapporto tra la protagonista e il suo ragazzo che lascia fino all'ultimo il dubbio morale allo spettatore per il gesto che il giovane compie prima della fine.
Grafica: 7,5 - La grafica del film può essere divisa in due parti: quella classica e quella 3D. La parte classica è quella dei personaggi e degli sfondi, i primi sono abbastanza semplici in realtà, non molto particolareggiati ma piacevoli, i secondi invece stupiscono molto per la loro minuziosità e risultano veramente belli. Tuttavia mancano molto spesso le ombre sui corpi, sui volti o sui vestiti.
Per quanto riguarda la parte 3D, i disegni sono insolitamente ben integrati con il resto della grafica. Pur notandosi la differenza rispetto ai normali personaggi (infatti a essere 3D sono più che altro i pesci camminatori) non staccano troppo dal resto; unica pecca sono i "gas" che vengono resi come macro-particelle verdastre e filiformi.
Inoltre c'è da dire che, pur essendo un OAV di genere horror, si fanno anche scelte antiestetiche piuttosto coraggiose mostrando anche esseri (semi)umani veramente orribili e che non rispecchiano affatto il "mondo magico degli anime, dove tutti sono belli" (scusate la frase ma non sapevo come esprimere il concetto), ma che danno più drammaticità al tutto.
Musiche: 7 - Le musiche sono nella media, giusto un po' sopra quelle più inquietanti, ma rimaniamo abbastanza bassi.
Animazione: 7,5 - Come per la grafica, anche l'animazione possiamo suddividerla in classica e 3D. Tuttavia è abbastanza inutile in quanto l'animazione fa il suo dovere senza particolari momenti di picco, sia in 3D che non.
Tot: 7,5.
In generale "Gyo" è un'opera di buon livello, che consiglio agli amanti dell'horror e generi simili. Tuttavia non contiene elementi particolarmente splatter.
Una sera, rientrando in casa, le ragazze, dapprima, sentono un odore nauseabondo, e poi si accorgono che in casa c'è qualche animale che zampetta. Una volta ucciso, schiacciato dietro a un mobile d'arredo con un sordo rumore di sofferenza, si accorgono che è un pesce con delle zampe simili a quelle di un granchio. Da qui iniziano i problemi poiché non è solo un pesce ad avere le gambe. Così ci si ritroverà a lottare contro squali e polpi giganti (che per strizzare tra i loro tentacoli ragazze non possono mancare), tutti con le gambe, nel disperato tentativo di sopravvivere e tornare a casa.
La trama comincia come nei più classici e banali teen horror, che parlino di zombie o meno, dove un gruppo di ragazzi deve sopravvivere e dove, uno alla volta, vengono uccisi dai mostri di turno; tuttavia questa non è assolutamente la piega che prende Gyo, dove vediamo innanzitutto i protagonisti dividersi e dove i colpi di scena non mancano affatto, e non riguardano tanto la morte di alcuni personaggi ma il come la situazione dei "walking fish" si trasforma arrivando a livelli che nessuno spettatore, a inizio visione, si sarebbe mai aspettato.
Il finale lascia solo desolazione e impotenza, mostra come l'uomo possa distruggersi da solo e non lascia molte speranze. Che questo OAV sia solo un pilot per una serie futura? Mi sembra molto improbabile.
Personaggi: 7,5 - I personaggi, pur essendo l'OAV di appena 70 minuti, sono abbastanza caratterizzati. Abbiamo diversi stereotipi ma non pesano troppo e sono piacevoli, rivelandosi anche abbastanza particolareggiati. Una parte importante sono i rapporti che tra di loro intercorrono: se, fino a quando tutto va bene, si sta assieme, quando la situazione precipita escono allo scoperto rancori e risentimenti. C'è, purtroppo, chi viene abbandonato e chi impazzisce. Le "reazioni umane", nel vedere queste orribili creature, che hanno i personaggi sono abbastanza realistiche, pur essendo completamente assurda la situazione. I personaggi da prima sono tremendamente spaventati e poi iniziano a capire che ciò è inutile, e quindi decidono di combattere. Molto triste è il rapporto tra la protagonista e il suo ragazzo che lascia fino all'ultimo il dubbio morale allo spettatore per il gesto che il giovane compie prima della fine.
Grafica: 7,5 - La grafica del film può essere divisa in due parti: quella classica e quella 3D. La parte classica è quella dei personaggi e degli sfondi, i primi sono abbastanza semplici in realtà, non molto particolareggiati ma piacevoli, i secondi invece stupiscono molto per la loro minuziosità e risultano veramente belli. Tuttavia mancano molto spesso le ombre sui corpi, sui volti o sui vestiti.
Per quanto riguarda la parte 3D, i disegni sono insolitamente ben integrati con il resto della grafica. Pur notandosi la differenza rispetto ai normali personaggi (infatti a essere 3D sono più che altro i pesci camminatori) non staccano troppo dal resto; unica pecca sono i "gas" che vengono resi come macro-particelle verdastre e filiformi.
Inoltre c'è da dire che, pur essendo un OAV di genere horror, si fanno anche scelte antiestetiche piuttosto coraggiose mostrando anche esseri (semi)umani veramente orribili e che non rispecchiano affatto il "mondo magico degli anime, dove tutti sono belli" (scusate la frase ma non sapevo come esprimere il concetto), ma che danno più drammaticità al tutto.
Musiche: 7 - Le musiche sono nella media, giusto un po' sopra quelle più inquietanti, ma rimaniamo abbastanza bassi.
Animazione: 7,5 - Come per la grafica, anche l'animazione possiamo suddividerla in classica e 3D. Tuttavia è abbastanza inutile in quanto l'animazione fa il suo dovere senza particolari momenti di picco, sia in 3D che non.
Tot: 7,5.
In generale "Gyo" è un'opera di buon livello, che consiglio agli amanti dell'horror e generi simili. Tuttavia non contiene elementi particolarmente splatter.
Già dai trailer visionati in precedenza mi ero fatto un'idea errata di 'Gyo', pregiudicandolo come un horror banale e insensato. E invece si è rivelato un anime particolare e abbastanza divertente, da valutare con attenzione e da interpretare - riferito a ogni sua scena ambigua.
Il disegno è vagamente simile a quello di 'Kara no Kyoukai', mentre lo stile di trama segue inizialmente il tipico e banale horror "americano" vecchio stile. C'è da ammettere che molte scene chiave hanno un effetto significativamente comico agli occhi dello spettatore, il quale in media prova spesso un senso del "ridicolo", ma ciò non è necessariamente un aspetto negativo dell'anime, dal momento che l'horror in generale è anche questo, e, sebbene non produca l'effetto desiderato dagli autori, lo spettatore ne trae comunque divertimento.
Non sostengo che Gyo sia un anime che non sia stato capito, ma semplicemente penso che si tratti di horror da interpretare in modo da trarne chicche divertenti e interessanti.
L'anime ha aspetti che ho trovato alquanto interessanti. È evidente la presenza costante di un karma legato a tutti i personaggi di 'Gyo', ogni loro comportamento produce effetti rispettivamente positivi e negativi su loro stessi. Un altro punto interessante sono le svolte che l'anime prende nel corso della storia proposta, importanti rivelazioni smentiscono alcune banalità e alcuni "non-sense" "significativi".
Molti hanno accostato subito 'Gyo' ad 'Highschool of the dead', questo rischia di fare da spoiler per coloro che hanno intuito la vicenda senza conoscerne il manga. In realtà penso che i due anime horror siano completamente diversi tra loro; infatti c'è una profonda differenza di base tra i due per quanto riguarda la mente degli antagonisti.
Dell'anime non boccio la colonna sonora - dal momento che è praticamente assente, non è neanche valutabile, quindi - ma piuttosto boccio il finale, il quale risulta troppo inconcludente e insoddisfacente. Nella speranza di un seguito, attribuisco un buon voto all'anime, in quanto è riuscito a stupirmi nelle sue importanti svolte contenute, dando un senso di soddisfazione per quanto riguarda la trama, che trovo ben realizzata; e inoltre trovo che abbia saputo rispettare l'orrido richiesto dal genere a cui appartiene, rimanendo più inquietante che comico in certe scene chiave: gli antagonisti - dopo la svolta - uniscono un "involontaria" comicità con un terrore invece "voluto", ottenendo un effetto di divertimento per coloro che amano l'horror.
Consigliato esclusivamente agli amanti dell'horror o al limite dello splatter, qualunque altro spettatore rischia di rimanere disgustato o schifato se non "tristemente divertito". Sconsigliato per chi aborra il genere, anche coloro che hanno lo stomaco forte classificherebbero questo anime come patetico oltre che ridicolo.
Il disegno è vagamente simile a quello di 'Kara no Kyoukai', mentre lo stile di trama segue inizialmente il tipico e banale horror "americano" vecchio stile. C'è da ammettere che molte scene chiave hanno un effetto significativamente comico agli occhi dello spettatore, il quale in media prova spesso un senso del "ridicolo", ma ciò non è necessariamente un aspetto negativo dell'anime, dal momento che l'horror in generale è anche questo, e, sebbene non produca l'effetto desiderato dagli autori, lo spettatore ne trae comunque divertimento.
Non sostengo che Gyo sia un anime che non sia stato capito, ma semplicemente penso che si tratti di horror da interpretare in modo da trarne chicche divertenti e interessanti.
L'anime ha aspetti che ho trovato alquanto interessanti. È evidente la presenza costante di un karma legato a tutti i personaggi di 'Gyo', ogni loro comportamento produce effetti rispettivamente positivi e negativi su loro stessi. Un altro punto interessante sono le svolte che l'anime prende nel corso della storia proposta, importanti rivelazioni smentiscono alcune banalità e alcuni "non-sense" "significativi".
Molti hanno accostato subito 'Gyo' ad 'Highschool of the dead', questo rischia di fare da spoiler per coloro che hanno intuito la vicenda senza conoscerne il manga. In realtà penso che i due anime horror siano completamente diversi tra loro; infatti c'è una profonda differenza di base tra i due per quanto riguarda la mente degli antagonisti.
Dell'anime non boccio la colonna sonora - dal momento che è praticamente assente, non è neanche valutabile, quindi - ma piuttosto boccio il finale, il quale risulta troppo inconcludente e insoddisfacente. Nella speranza di un seguito, attribuisco un buon voto all'anime, in quanto è riuscito a stupirmi nelle sue importanti svolte contenute, dando un senso di soddisfazione per quanto riguarda la trama, che trovo ben realizzata; e inoltre trovo che abbia saputo rispettare l'orrido richiesto dal genere a cui appartiene, rimanendo più inquietante che comico in certe scene chiave: gli antagonisti - dopo la svolta - uniscono un "involontaria" comicità con un terrore invece "voluto", ottenendo un effetto di divertimento per coloro che amano l'horror.
Consigliato esclusivamente agli amanti dell'horror o al limite dello splatter, qualunque altro spettatore rischia di rimanere disgustato o schifato se non "tristemente divertito". Sconsigliato per chi aborra il genere, anche coloro che hanno lo stomaco forte classificherebbero questo anime come patetico oltre che ridicolo.
Ormai il cinema e la letteratura ci hanno preparati ad ogni possibile e catastrofica invasione animale, dai mitici uccelli di Hitchcock, passando per topi, pipistrelli, sciami di api e calabroni, ragni mutanti, branchi di vario genere, persino pecore e mucche. Lo spettatore medio, amante del genere, quindi è temprato a ogni possibile soluzione narrativa, ma sfido chiunque ad aspettarsi una calata su Tokyo di migliaia di pesci dotati di zampe meccaniche: vera glorificazione del trash assoluto!
Tratto da un manga (che non ho letto) in due volumi di Junji Ito, specialista in opere horror come "Tomie", questa versione anime a cura dello studio Ufotable ("Fate Zero") ne cambia leggermente la trama ponendo a soggetto dell'azione la giovane Kaori che, al momento dell'incredibile calamità, si trova a Okinawa, lontano dal suo fidanzato Tadashi, rimasto a Tokyo.
La prima parte di questo OVA, superata la novità dei pesci zampettanti, segue il normale cliché dei film horror di serie b americani come "Rats", "Bats" e chi più ne ha più ne metta; nel proseguire della visione la morbosità e la perversione di chi ha ideato tutta questa grottesca sarabanda emerge invece in maniera sempre più chiara fino a confluire nel delirio tragicomico finale. Ho detto bene, tragicomico, perché di fronte a certe scene uno spettatore potrà avere sì raccapriccio, ma non potrà non sottrarsi ad almeno un paio di sorrisi tanto per il livello di demenzialità raggiunto; da quanto ho letto, i giapponesi non sono nuovi a concepire cose di questo genere, io purtroppo (o per fortuna) non sono esperto di trash nipponico e, dopo quest'esperienza, penso che rimarrò ignorante sull'argomento ancora per un bel po'.
La trama è zoppicante e, come dicevo, nel finale delirante le scene divengono solo fini a se stesse senza che ci sia una benché minima spiegazione razionale al tutto, senza neanche il tentativo di buttarla su un'esposizione esclusivamente criptica: l'unico risultato che si vuole ricercare è l'insana visione del deforme, della bizzarria a tutti i costi.
Dal punto di vista tecnico siamo nella media delle produzioni odierne, con una regia più che discreta che, per quanto la trama possa permetterglielo, cerca di sfruttare appieno l'utilizzo della computer grafica per ricreare scene d'atmosfera piuttosto fluide; totalmente anonimi chara e musiche mentre gli stessi pesci (in particolare gli squali), realizzati in cell-shading, risultano piuttosto scollegati con i fondali e il resto delle animazioni.
Sono sicuro che questo titolo riuscirà a piacere a qualche amante del genere horror-trash, a me invece, alla conclusione della visione, è rimasta solo un'unica grande domanda: ma perché tutto questo?
Tratto da un manga (che non ho letto) in due volumi di Junji Ito, specialista in opere horror come "Tomie", questa versione anime a cura dello studio Ufotable ("Fate Zero") ne cambia leggermente la trama ponendo a soggetto dell'azione la giovane Kaori che, al momento dell'incredibile calamità, si trova a Okinawa, lontano dal suo fidanzato Tadashi, rimasto a Tokyo.
La prima parte di questo OVA, superata la novità dei pesci zampettanti, segue il normale cliché dei film horror di serie b americani come "Rats", "Bats" e chi più ne ha più ne metta; nel proseguire della visione la morbosità e la perversione di chi ha ideato tutta questa grottesca sarabanda emerge invece in maniera sempre più chiara fino a confluire nel delirio tragicomico finale. Ho detto bene, tragicomico, perché di fronte a certe scene uno spettatore potrà avere sì raccapriccio, ma non potrà non sottrarsi ad almeno un paio di sorrisi tanto per il livello di demenzialità raggiunto; da quanto ho letto, i giapponesi non sono nuovi a concepire cose di questo genere, io purtroppo (o per fortuna) non sono esperto di trash nipponico e, dopo quest'esperienza, penso che rimarrò ignorante sull'argomento ancora per un bel po'.
La trama è zoppicante e, come dicevo, nel finale delirante le scene divengono solo fini a se stesse senza che ci sia una benché minima spiegazione razionale al tutto, senza neanche il tentativo di buttarla su un'esposizione esclusivamente criptica: l'unico risultato che si vuole ricercare è l'insana visione del deforme, della bizzarria a tutti i costi.
Dal punto di vista tecnico siamo nella media delle produzioni odierne, con una regia più che discreta che, per quanto la trama possa permetterglielo, cerca di sfruttare appieno l'utilizzo della computer grafica per ricreare scene d'atmosfera piuttosto fluide; totalmente anonimi chara e musiche mentre gli stessi pesci (in particolare gli squali), realizzati in cell-shading, risultano piuttosto scollegati con i fondali e il resto delle animazioni.
Sono sicuro che questo titolo riuscirà a piacere a qualche amante del genere horror-trash, a me invece, alla conclusione della visione, è rimasta solo un'unica grande domanda: ma perché tutto questo?
La versione anime di "Gyo" è un OAV della durata di un ora, ed è basata sul manga omonimo in due volumi di Junji Itou. L'anime mantiene la stessa trama di base del fumetto ovvero l'invasione dei pesci con le zampe dalle coste di Okinawa che sconvolge il Giappone. La storia dell'anime presenta però molte e importanti differenze con quella del manga.
Alcuni personaggi sono stati rimossi, mentre altri sono stati aggiunti, e di conseguenza alcune scene che vedevano protagonisti certi personaggi ora ne hanno altri. In questo caso particolare è da segnalare l'inversione dei ruoli di Tadashi e della sua ragazza Kaori. Nel manga sono entrambi a Okinawa, e Tadashi è il protagonista della storia che cerca di salvare la fidanzata, mentre nell'anime lui si trova a Tokyo, e Kaori è sola a Okinawa.
Dunque Kaori diventa la protagonista, cambiando il punto di vista della storia.
La realizzazione tecnica è più che buona. I disegni sono simili a quelli di Itou, specialmente nelle scene in cui il terrore è dipinto sui volti dei personaggi. Il doppiaggio originale giapponese è nella norma, ma non sono riuscito a riconoscere nessuna voce importante, mentre non vi è una colonna sonora degna di nota.
Come OAV non è male, e grazie alle tante differenze con il manga, che lo rendono quasi una versione alternativa, può essere interessante da guardare anche per chi ha letto il manga. La storia come detto, è più o meno la stessa, sono rimaste le scene più importanti, e anche il delirante e astruso finale.
Il problema di "Gyo" in questa versione anime è lo stesso del manga, ovvero, dovrebbe essere un horror, ma è talmente assurdo e trash che finisce per diventare (forse) involontariamente comico. Alcune scene sono talmente malate e fuori di testa (e chi l'ha visto o letto il manga sa a cosa mi riferisco) che il solo rimanere seri di fronte allo schermo risulta difficile, figurarsi spaventarsi o altro.
E' anche vero che dipende da persona a persona, magari ad altri può far paura davvero, però lo credo difficile.
A me ha fatto ridere, più del manga persino.
Alcuni personaggi sono stati rimossi, mentre altri sono stati aggiunti, e di conseguenza alcune scene che vedevano protagonisti certi personaggi ora ne hanno altri. In questo caso particolare è da segnalare l'inversione dei ruoli di Tadashi e della sua ragazza Kaori. Nel manga sono entrambi a Okinawa, e Tadashi è il protagonista della storia che cerca di salvare la fidanzata, mentre nell'anime lui si trova a Tokyo, e Kaori è sola a Okinawa.
Dunque Kaori diventa la protagonista, cambiando il punto di vista della storia.
La realizzazione tecnica è più che buona. I disegni sono simili a quelli di Itou, specialmente nelle scene in cui il terrore è dipinto sui volti dei personaggi. Il doppiaggio originale giapponese è nella norma, ma non sono riuscito a riconoscere nessuna voce importante, mentre non vi è una colonna sonora degna di nota.
Come OAV non è male, e grazie alle tante differenze con il manga, che lo rendono quasi una versione alternativa, può essere interessante da guardare anche per chi ha letto il manga. La storia come detto, è più o meno la stessa, sono rimaste le scene più importanti, e anche il delirante e astruso finale.
Il problema di "Gyo" in questa versione anime è lo stesso del manga, ovvero, dovrebbe essere un horror, ma è talmente assurdo e trash che finisce per diventare (forse) involontariamente comico. Alcune scene sono talmente malate e fuori di testa (e chi l'ha visto o letto il manga sa a cosa mi riferisco) che il solo rimanere seri di fronte allo schermo risulta difficile, figurarsi spaventarsi o altro.
E' anche vero che dipende da persona a persona, magari ad altri può far paura davvero, però lo credo difficile.
A me ha fatto ridere, più del manga persino.