Berserk - L'epoca d'oro - Capitolo I: L'uovo del re dominatore
Eh... niente non mi ha emozionato particolarmente, però c'è da dire che mi ha intrattenuto, e sono rimasto colpito dai dialoghi, molto chiari (sarà a causa del doppiaggio Italiano ben fatto). L'unica cosa che mi ha fatto storcere li naso è stato l'uso della CGI all'inizio, in tutto questo però disegni molto belli. Colonna sonora pienamente sufficiente. Personaggi... beh pienamente sufficienti, ma non mi ci sono affezionato.
Vi ricordo che "Berserk" è uno dei primi manga/anime "dark fantasy", senza di lui probabilmente una manciata di manga/anime non esisterebbe.
Voto Trama: 8
Voto Animazione e Disegni: 7,5
Voto Colonna Sonora: 6,5
Voto Personaggi: 6,5
Voto media: 7,125 che ho deciso di arrotondare a 7,5, perché appassionato del genere Cavalleresco.
Quindi il mio voto è 7,5/10
Vi ricordo che "Berserk" è uno dei primi manga/anime "dark fantasy", senza di lui probabilmente una manciata di manga/anime non esisterebbe.
Voto Trama: 8
Voto Animazione e Disegni: 7,5
Voto Colonna Sonora: 6,5
Voto Personaggi: 6,5
Voto media: 7,125 che ho deciso di arrotondare a 7,5, perché appassionato del genere Cavalleresco.
Quindi il mio voto è 7,5/10
Tradurre la complessità di un'opera non è mai facile. Si deve partire dalla premessa che nella trasposizione qualcosa andrà perso. Tagli, modifiche, aggiustamenti, sono inevitabili. Come è pure da tenere in conto che ogni traduzione è di fatto un'interpretazione, che a livello tecnico o stilistico può discostarsi dal modello originale. E di molto. Ma cosa avviene quando, oltre a riproporre un canovaccio e uno schema già usati, si comincia a sperimentare solo per "aggiornare", per "tirare a lucido" ciò che si ritiene (da vedere poi quanto a ragione) perfettibile o meritevole di una (supposta) miglioria?
Per rispondere a questa domanda basta dare un'occhiata alla nuova trilogia che adatta i capitoli dedicati al passato di Gutz, il protagonista di "Berserk". Capitoli che erano già stati adattati in una serie del 1997 che, pur discostandosi in più punti dal manga di partenza, aveva proposto una sua chiave di lettura, riuscendo a sopperire alle carenze tecniche, ai tagli della trama, alle modifiche e alle strategie narrative con uno stile enfatico, con richiami autoriali e virtuosismi tecnici come le musiche di Susumu Hirasawa.
Il confronto diventa così impietoso. Questo primo film della nuova trilogia, sembra un qualcosa di totalmente estraneo sia al manga di Miura, sia alla serie di quindici anni prima. "Diverso" in questo caso significa "estraniante". Nonostante la trama di base non sia stata sensibilmente modificata (anche se le forbici hanno comunque avuto un ruolo pari ai protagonisti), molti dettagli sono stati resi con un trasporto che rasenta la noncuranza.
Il regista Toshiyuki Kubooka sembra aver volutamente tralasciato sfumature e richiami, cullandosi negli allori del mito, stante la premessa che «la trama la conoscete già tutti, no?».
Il piglio espresso ha un sapore documentaristico. Nel proporre l'azione, gli orrori, le tragedie, i drammi, si percepisce lo stesso pathos che c'è nelle controindicazioni dei farmaci.
Non sono sufficienti i silenzi, gli effetti sonori, le scene d'azione, le battaglie, a restituire quelle atmosfere gotiche da Medioevo barbarico quanto picaresco che esplodono invece nelle tavole del manga.
Non bastano i nuovi brani di Hirasawa (sempre ispirato ma qui sprecato) a dare slancio ad un quadro d'insieme così insipido.
Ma l'elemento che più colpisce di questo film è l'animazione. Perché colpisce proprio come un pugno allo stomaco. Lo Studio 4°C ha confezionato un'opera incredibilmente mortificante a livello visivo. L'uso della CGI per animare personaggi e azioni è risultato devastante. I movimenti sono legnosi, meccanici, talmente innaturali da strappare dei sorrisi (o delle urla) di scherno. Non siamo certo di fronte a un colto richiamo all'arte delle marionette.
Sembra più di vedere le animazioni di un videogame.
Ma anche in questo caso il confronto sarebbe impietoso se si considera che l'industria videoludica è già in grado di proporre dettagli tecnici superiori a quelli qui proposti. Perfino la computer grafica usata per i videogames di Berserk da PlayStation 2 e Sega risultava più digeribile.
La differenza si nota subito in quel mischiare due forme tecniche che parlano linguaggi spaziali e prospettici quasi antitetici.
Il contrasto è accentuato soprattutto dall'alternanza fra questo espediente e l'animazione 2D. Tale contrasto, sempre rischioso e immotivato, è giocato in maniera dilettantesca, risultando niente affatto curato, quasi fosse un dettaglio di cui nessuno possa accorgersi (il che si potrebbe quasi interpretare come un palese insulto all'intelligenza dello spettatore).
La domanda sul perché si sia alla fine scelto di riproporre un arco narrativo già presentato in animazione viene totalmente messa in ombra da questi schiaffi visivi, che lasciano spazio al più pressante quesito sulla necessità di una tale prodezza che, alla luce dei risultati, si rivela utile quanto un calcio nelle gengive.
Purtroppo lo stesso schema si ripete sostanzialmente invariato negli altri capitoli della trilogia. Il che farà poi da apripista a qualcosa che se possibile risulterà anche peggiore di questo «trimorfo» che farebbe paura alle aberrazioni delle mitologie antiche, delle culture popolari o agli stessi incubi tracciati dalle chine di Miura.
A coronare questo sconfortante quadro c'è infine un dettaglio che, ciliegina sulla torta, rende il tutto ancor più penoso: un doppiaggio particolarmente non ispirato.
Nonostante la presenza di professionisti del calibro di Romano Malaspina, la resa è stranamente sottotono. Le voci, soprattutto quelle dei protagonisti, non riescono a dare vigore a un pacchetto che avrebbe potuto rifarsi con degli extra non inclusi. Un'esecuzione piatta e quasi stonata, paradossalmente in questo perfettamente coerente al senso generale di questa produzione.
Per trovare la necessità di vedere questo film e i suoi seguiti, stanti la precedente serie e il manga di riferimento, bisogna avere la costanza samuraica di chi ama l'animazione in ogni sua forma (anche la peggiore), o lo stoicismo che solo i filosofi e i fan accaniti possono avere.
A chiunque altro consiglierei di preferire una colonscopia.
Per rispondere a questa domanda basta dare un'occhiata alla nuova trilogia che adatta i capitoli dedicati al passato di Gutz, il protagonista di "Berserk". Capitoli che erano già stati adattati in una serie del 1997 che, pur discostandosi in più punti dal manga di partenza, aveva proposto una sua chiave di lettura, riuscendo a sopperire alle carenze tecniche, ai tagli della trama, alle modifiche e alle strategie narrative con uno stile enfatico, con richiami autoriali e virtuosismi tecnici come le musiche di Susumu Hirasawa.
Il confronto diventa così impietoso. Questo primo film della nuova trilogia, sembra un qualcosa di totalmente estraneo sia al manga di Miura, sia alla serie di quindici anni prima. "Diverso" in questo caso significa "estraniante". Nonostante la trama di base non sia stata sensibilmente modificata (anche se le forbici hanno comunque avuto un ruolo pari ai protagonisti), molti dettagli sono stati resi con un trasporto che rasenta la noncuranza.
Il regista Toshiyuki Kubooka sembra aver volutamente tralasciato sfumature e richiami, cullandosi negli allori del mito, stante la premessa che «la trama la conoscete già tutti, no?».
Il piglio espresso ha un sapore documentaristico. Nel proporre l'azione, gli orrori, le tragedie, i drammi, si percepisce lo stesso pathos che c'è nelle controindicazioni dei farmaci.
Non sono sufficienti i silenzi, gli effetti sonori, le scene d'azione, le battaglie, a restituire quelle atmosfere gotiche da Medioevo barbarico quanto picaresco che esplodono invece nelle tavole del manga.
Non bastano i nuovi brani di Hirasawa (sempre ispirato ma qui sprecato) a dare slancio ad un quadro d'insieme così insipido.
Ma l'elemento che più colpisce di questo film è l'animazione. Perché colpisce proprio come un pugno allo stomaco. Lo Studio 4°C ha confezionato un'opera incredibilmente mortificante a livello visivo. L'uso della CGI per animare personaggi e azioni è risultato devastante. I movimenti sono legnosi, meccanici, talmente innaturali da strappare dei sorrisi (o delle urla) di scherno. Non siamo certo di fronte a un colto richiamo all'arte delle marionette.
Sembra più di vedere le animazioni di un videogame.
Ma anche in questo caso il confronto sarebbe impietoso se si considera che l'industria videoludica è già in grado di proporre dettagli tecnici superiori a quelli qui proposti. Perfino la computer grafica usata per i videogames di Berserk da PlayStation 2 e Sega risultava più digeribile.
La differenza si nota subito in quel mischiare due forme tecniche che parlano linguaggi spaziali e prospettici quasi antitetici.
Il contrasto è accentuato soprattutto dall'alternanza fra questo espediente e l'animazione 2D. Tale contrasto, sempre rischioso e immotivato, è giocato in maniera dilettantesca, risultando niente affatto curato, quasi fosse un dettaglio di cui nessuno possa accorgersi (il che si potrebbe quasi interpretare come un palese insulto all'intelligenza dello spettatore).
La domanda sul perché si sia alla fine scelto di riproporre un arco narrativo già presentato in animazione viene totalmente messa in ombra da questi schiaffi visivi, che lasciano spazio al più pressante quesito sulla necessità di una tale prodezza che, alla luce dei risultati, si rivela utile quanto un calcio nelle gengive.
Purtroppo lo stesso schema si ripete sostanzialmente invariato negli altri capitoli della trilogia. Il che farà poi da apripista a qualcosa che se possibile risulterà anche peggiore di questo «trimorfo» che farebbe paura alle aberrazioni delle mitologie antiche, delle culture popolari o agli stessi incubi tracciati dalle chine di Miura.
A coronare questo sconfortante quadro c'è infine un dettaglio che, ciliegina sulla torta, rende il tutto ancor più penoso: un doppiaggio particolarmente non ispirato.
Nonostante la presenza di professionisti del calibro di Romano Malaspina, la resa è stranamente sottotono. Le voci, soprattutto quelle dei protagonisti, non riescono a dare vigore a un pacchetto che avrebbe potuto rifarsi con degli extra non inclusi. Un'esecuzione piatta e quasi stonata, paradossalmente in questo perfettamente coerente al senso generale di questa produzione.
Per trovare la necessità di vedere questo film e i suoi seguiti, stanti la precedente serie e il manga di riferimento, bisogna avere la costanza samuraica di chi ama l'animazione in ogni sua forma (anche la peggiore), o lo stoicismo che solo i filosofi e i fan accaniti possono avere.
A chiunque altro consiglierei di preferire una colonscopia.
Da poco tempo ho iniziato a leggere il manga di Berserk che mi ha subito conquistato e così ho deciso di passare all'animazione, precisamente sui film che riassumono le 25 puntate del primo anime. Il primo film inizia bene, ottima grafica e sonoro, animazioni davvero spettacolari che subito mi hanno colpito, ambientazione molto credibile e soddisfacente, in poche parole il comparto tecnico è il punto forte del film. La trama inizia subito da una battaglia dove vediamo Gatsu il ragazzino portento contro Bazuso, un cavaliere, dove ha l'opportunità di mettere in luce le sue abilità con lo spadone. Subito dopo ecco l'incontro con i due personaggi importanti per Gatsu, Casca e Griffith, entrambi mercenari famosi della squadra dei falchi, capitanata da Griffith, di cui Gatsu si affeziona rendendolo il suo primo amico. La storia va avanti molto velocemente, il protagonista si unisce alla squadra dei falchi, saltando alcuni dettagli non molto importanti ma che comunque rendono la vera storia più ricca di eventi, fino ad arrivare al momento in cui Gatsu e Griffith incontrano il discepolo Zod.
In definitiva, il primo film di Berserk si dimostra molto soddisfacente grazie al comparto tecnico e alla buona interpretazione dei personaggi, però è mancato il drammatico passato del protagonista che avrebbe reso il film migliore, ma comunque è più che sufficiente così come è.
In definitiva, il primo film di Berserk si dimostra molto soddisfacente grazie al comparto tecnico e alla buona interpretazione dei personaggi, però è mancato il drammatico passato del protagonista che avrebbe reso il film migliore, ma comunque è più che sufficiente così come è.
Ho visto questo primo episodio della trilogia cinematografica dedicata al lavoro di Kentaro Miura, Berserk, pochi giorni dopo aver finito di leggere il passato di Gatsu, ossia la parte che nella pellicola viene rappresentata, e devo dire che avendo fresche sia le immagini che la storia del manga ho avuto qualche difficoltà con l'approccio al film. Dico questo perchè alcune parti, emozioni e sensazioni sono state completamente tagliate o appena accennate. Mi riferisco soprattutto al passato di Gatsu con Gmbino una delle parti più toccanti dell'intero flashback, inoltre anche la nascita di Gatsu è stata oggetto di cesura. Un altro punto che mi ha lasciato perplesso è stato l'atteggiamento troppo normale che sia Gatsu che Grifis hanno avuto nei confronti di Zood(ma dico io ti appare un mostro davanti agli occhi e non dici nulla!). E per ultima cosa devo purtroppo criticare anche la grafica che in un anime è essenziale, ci sono parti delle varie battaglie completamente distrutte dalla CGI, quando i personaggi parlano e discutano tra loro un po' meglio.
Per concludere questa breve recensione/critica è opportuno però dire che non è un film da buttare completamente o da non vedere, soprattutto per il buon apporto musicale e per chi ama in generale Berserk o semplicemente questa saga, che probabilmente è l'apice dell'opera Berserk.
Per concludere questa breve recensione/critica è opportuno però dire che non è un film da buttare completamente o da non vedere, soprattutto per il buon apporto musicale e per chi ama in generale Berserk o semplicemente questa saga, che probabilmente è l'apice dell'opera Berserk.
Quando ho saputo che ci sarebbero stati tre film di Berserk quasi svenivo, ero convinta che finalmente avrei conosciuto il seguito della storia che, nei 25 episodi, finisce prima di iniziare davvero. Ed invece...no. Questi tre film sono semplicemente un riassunto, ovviamente completamente ridisegnato, dei 25 episodi visti ormai anni ed anni fa. Non che mi sia dispiaciuto, intendiamoci, ma speravo in qualcosa di totalmente diverso.
Mi piace, mi è piaciuto molto, come anche prima e forse più di prima, rivedere tutta la storia di Gatsu e di Grifis e questa strana "amicizia" che li lega fin da subito. Questo strano sentimento che fa sì che l'uno rischi la vita per l'altro. A distanza di tempo ancora non mi è chiara la natura di questo rapporto, sentimento, di questo voler dimostrarsi alla pari dell'altro...(Gatsu docet). Questa nuova versione che riesce a raccontare la storia in soli 3 film non mi dispiace, nell'anime c'erano troppe ripetizioni fastidiose, forse troppi flashback nei flashback, questa invece è molto più fruibile ed appassionante, meno forviante. Devo dire che fortunatamente il finale di questa trilogia va leggermente più avanti della fine dell'anime e ci spiega qualcosina in più che ci porta a capire l'inizio di quest'avventura intrapresa da Gatsu. Chara molto curato, l'entrata della computer grafica non disturba e le battaglie sono molto appassionanti. Nel complesso è un buon prodotto, la storia ti incuriosisce istantaneamente ed il fascino dei personaggi è indubbio. Logicamente confronto all'anime sono state omesse parecchie parti ma devo dire che non se ne sente la mancanza perchè la storia scorre tranquillamente senza "buchi" di sorta. Mi ha riappassionato parecchio lo sviluppo delle varie relazioni fra i personaggi principali, che mano a mano si intrecciano in modo originale ed a volte inaspettato. Una storia ben raccontata che ha come filo conduttore la lotta per raggiungere i propri sogni a dispetto di quante persone si debba calpestare e di quanto si abbia bisogno di sacrificare.
Mi piace, mi è piaciuto molto, come anche prima e forse più di prima, rivedere tutta la storia di Gatsu e di Grifis e questa strana "amicizia" che li lega fin da subito. Questo strano sentimento che fa sì che l'uno rischi la vita per l'altro. A distanza di tempo ancora non mi è chiara la natura di questo rapporto, sentimento, di questo voler dimostrarsi alla pari dell'altro...(Gatsu docet). Questa nuova versione che riesce a raccontare la storia in soli 3 film non mi dispiace, nell'anime c'erano troppe ripetizioni fastidiose, forse troppi flashback nei flashback, questa invece è molto più fruibile ed appassionante, meno forviante. Devo dire che fortunatamente il finale di questa trilogia va leggermente più avanti della fine dell'anime e ci spiega qualcosina in più che ci porta a capire l'inizio di quest'avventura intrapresa da Gatsu. Chara molto curato, l'entrata della computer grafica non disturba e le battaglie sono molto appassionanti. Nel complesso è un buon prodotto, la storia ti incuriosisce istantaneamente ed il fascino dei personaggi è indubbio. Logicamente confronto all'anime sono state omesse parecchie parti ma devo dire che non se ne sente la mancanza perchè la storia scorre tranquillamente senza "buchi" di sorta. Mi ha riappassionato parecchio lo sviluppo delle varie relazioni fra i personaggi principali, che mano a mano si intrecciano in modo originale ed a volte inaspettato. Una storia ben raccontata che ha come filo conduttore la lotta per raggiungere i propri sogni a dispetto di quante persone si debba calpestare e di quanto si abbia bisogno di sacrificare.
Kentarou Miura ha creato, con Berserk, un'opera mastodontica, un vero e proprio capolavoro del fantasy.
Un'arco narrativo della storia di Gatsu si presta molto bene ad una serie animata/cinematografica , ovvero la parte che racconta dell'ascesa e del declino della squadra dei falchi, essendo una storia quasi autoconclusiva ( termine decisamente forzato, ma possiamo chiamarla così).
Cosi come gia fu per la discreta serie anni '90 anche questa volta si ripercorrono le vicende dall'entrata di Gatsu nella squadra dei falchi fino al momento del sacrificio e della nascita di Phempt.
La serie animata peccava molto proprio nell'aspetto più caratterizzante, l'animazione. Le qualità tecniche erano davvero scadenti, ma la storia era così bella e coinvolgente che era un dettaglio su cui si poteva sorvolare.
In questa nuova versione è la computer grafica a farla da padrone, una novità che cozza decisamente con lo stile classico del manga, ma che permette di creare combattimenti sempre belli e animati molto bene.
Purtroppo questo pregio vale solo per i personaggi principali, molto belli e fedeli al manga, mentre tutte le varie comparse che incontreremo durante la storia presentano un Cell shading ( tecnica utilizzata molto in ambito videoludico) di scarsa qualità, risultando legnosi nei movimenti, quasi usciti da una cutscene di un videogioco di non pochi anni fa.
Nei momenti di calma si apprezzano molto i dettagli dei paesaggi e dei vestiti dei personaggi, molto belli e ben fatti mentre nei momenti di battaglia ci si dovrà abituare all'effetto strano che fa la CGI. Il risultato complessivo è piacevole e la dinamicità delle battaglie fa da contrappeso alla non sempre perfetta realizzazione dei combattenti
La pecca maggiore di questo primo film è la durata, poco più di un'ora che riassumono una mole notevole di avvenimenti, molti dei quali saltati a piè pari. Scompare quindi Gambino, il mercenario che crebbe Gatsu, lo vedremo solo in un sogno. Per qualcuno che si avvicina per la prima volta a Berserk sarà impossibile capire il senso di una scena come quella.
Lo stesso può dirsi per i membri più importanti della squadra dei falchi, il cui nome è solo accennato, di alcuni di essi a fine film non si è ancora nemmeno sentito. Una cosa su cui un lettore di Miura ( o anche qualcuno che ha già visto la serie animata) potrà sorvolare, ma che contribuirà non poco a spaesate un neofita.
L'ottimo doppiaggio dell'anime è stato sostituito con nuovi doppiatori, tutti molto bravi e competenti. Le voci però sembrano spesso stonare con il personaggio, una su tutte quella di Grifis ( qui Griffith), molto aggraziata e nobile nell'anime, più rude in questo film. In generale il lavoro è comunque buono.
Questo film è decisamente sconsigliato ad un neofita di Miura, sicuramente più consigliabile l'anime, decisamente più lungo e, quindi, completo. Mi sento di consigliarlo invece a chi, come me, ha apprezzato moltissimo il capolavoro fantasy sia in versione cartacea che animata, e cerca un nuovo modo di rivedere le gesta della fantastica squadra dei falchi.
Un'arco narrativo della storia di Gatsu si presta molto bene ad una serie animata/cinematografica , ovvero la parte che racconta dell'ascesa e del declino della squadra dei falchi, essendo una storia quasi autoconclusiva ( termine decisamente forzato, ma possiamo chiamarla così).
Cosi come gia fu per la discreta serie anni '90 anche questa volta si ripercorrono le vicende dall'entrata di Gatsu nella squadra dei falchi fino al momento del sacrificio e della nascita di Phempt.
La serie animata peccava molto proprio nell'aspetto più caratterizzante, l'animazione. Le qualità tecniche erano davvero scadenti, ma la storia era così bella e coinvolgente che era un dettaglio su cui si poteva sorvolare.
In questa nuova versione è la computer grafica a farla da padrone, una novità che cozza decisamente con lo stile classico del manga, ma che permette di creare combattimenti sempre belli e animati molto bene.
Purtroppo questo pregio vale solo per i personaggi principali, molto belli e fedeli al manga, mentre tutte le varie comparse che incontreremo durante la storia presentano un Cell shading ( tecnica utilizzata molto in ambito videoludico) di scarsa qualità, risultando legnosi nei movimenti, quasi usciti da una cutscene di un videogioco di non pochi anni fa.
Nei momenti di calma si apprezzano molto i dettagli dei paesaggi e dei vestiti dei personaggi, molto belli e ben fatti mentre nei momenti di battaglia ci si dovrà abituare all'effetto strano che fa la CGI. Il risultato complessivo è piacevole e la dinamicità delle battaglie fa da contrappeso alla non sempre perfetta realizzazione dei combattenti
La pecca maggiore di questo primo film è la durata, poco più di un'ora che riassumono una mole notevole di avvenimenti, molti dei quali saltati a piè pari. Scompare quindi Gambino, il mercenario che crebbe Gatsu, lo vedremo solo in un sogno. Per qualcuno che si avvicina per la prima volta a Berserk sarà impossibile capire il senso di una scena come quella.
Lo stesso può dirsi per i membri più importanti della squadra dei falchi, il cui nome è solo accennato, di alcuni di essi a fine film non si è ancora nemmeno sentito. Una cosa su cui un lettore di Miura ( o anche qualcuno che ha già visto la serie animata) potrà sorvolare, ma che contribuirà non poco a spaesate un neofita.
L'ottimo doppiaggio dell'anime è stato sostituito con nuovi doppiatori, tutti molto bravi e competenti. Le voci però sembrano spesso stonare con il personaggio, una su tutte quella di Grifis ( qui Griffith), molto aggraziata e nobile nell'anime, più rude in questo film. In generale il lavoro è comunque buono.
Questo film è decisamente sconsigliato ad un neofita di Miura, sicuramente più consigliabile l'anime, decisamente più lungo e, quindi, completo. Mi sento di consigliarlo invece a chi, come me, ha apprezzato moltissimo il capolavoro fantasy sia in versione cartacea che animata, e cerca un nuovo modo di rivedere le gesta della fantastica squadra dei falchi.
"Berserk" di Kentaro Miura è un manga horror-fantasy di cui si parla davvero bene in giro ed è definito anche come un capolavoro del genere, sebbene ci siano lettori che invece dicono che si sia pian piano rovinato con il passare del tempo, ma, non avendo letto questo manga - lo rendo noto anche ai fini di questa recensione -, non posso assolutamente pronunciarmi a tal proposito.
Quindi, mosso dall'interesse scatenato proprio dai molti fan e dai commenti positivi rivolti al manga, mi sono voluto avvicinare a quest'ambizioso progetto animato suddiviso in una trilogia, di cui questo film fa parte.
Inizio subito con il dire che effettivamente, ciò che è stato criticato da alcuni - il fatto che il film sia stato realizzato in modo da non permettere a un non lettore del manga di comprenderne la storia -, non è del tutto errato visto che, complice anche la breve durata (80 minuti scarsi), tutto pare essere fin troppo riassuntivo e fin poco approfondito, specialmente nei rapporti e nella caratterizzazione dei vari personaggi. Devo anche aggiungere che, fino alla metà del film (circa al minuto 35), mi sono praticamente annoiato sentendo un senso di pesantezza tale da voler quasi interrompere la visione, però, stringendo i denti e facendomi forza, sono andato avanti, finché ho iniziato a essere lentamente coinvolto nella vicenda narrata e a sentirmi maggiormente interessato nei confronti della storia e dei protagonisti.
Comunque sia, devo dire che di scene proprio epiche ed emozionanti non ne ho viste e ci sono stati giusto pochi momenti di buon livello e che destavano dalla noia - sicuramente tra questi rientra la battaglia contro "Zodd l'Immortale" e la fase finale contenente l'omicidio -, ma per il resto nulla che mi ha fatto veramente urlare al capolavoro, una cosa strana per un simile titolo.
Si, sicuramente si avvertono quell'importanza che caratterizza quest'opera e le grandiose tematiche in essa contenute - anche a carattere religioso -, ma questo primo film non è riuscito a colpirmi in maniera totalmente positiva, anche se l'interesse per i successivi film è almeno riuscito a darmelo, fortunatamente.
Dunque, per dirla in breve: la prima parte, almeno per i miei personali gusti, è stata molto noiosa, quasi da bocciare, mentre nella seconda il film riesce a decollare permettendomi di promuoverlo e di evitargli una non sufficienza che, fino a un certo momento, invece meritava.
Tecnicamente parlando ci troviamo dinanzi a un prodotto di altissimo livello realizzato in CGI e con la famosa tecnica della motion capture. Proprio la CGI è stata fonte di critiche e devo dire che, in effetti, dà quel fastidioso senso di artificialità nei movimenti dei vari personaggi e di maggior finzione in certe scene, come fatto notare da altri, però, allo stesso modo, fornisce un dettaglio tale e un'illuminazione che altrimenti sarebbero impossibili.
Le animazioni sono abbastanza elevate, tranne quando la CGI tende a rendere tutto un po' legnoso, e le musiche sono veramente a livelli cinematografici, così come la regia di Toshiyuki Kubooka.
In breve, è ottimo lo staff di produzione, ma non molto esaltante il contenuto, limitato da una sceneggiatura troppo riassuntiva e con ampi buchi narrativi.
Per finire, "Berserk - L'età dell'Oro I: L'uovo del Re conquistatore" riesce a prendersi la mia sufficienza - che comunque risulta un voto molto basso se si pensa all'opera da cui il film è stato tratto - in attesa di vedere il sequel che già si può recuperare tranquillamente, ma non sento quella gran voglia di voler rivedere questo primo film, almeno al momento.
Quindi, mosso dall'interesse scatenato proprio dai molti fan e dai commenti positivi rivolti al manga, mi sono voluto avvicinare a quest'ambizioso progetto animato suddiviso in una trilogia, di cui questo film fa parte.
Inizio subito con il dire che effettivamente, ciò che è stato criticato da alcuni - il fatto che il film sia stato realizzato in modo da non permettere a un non lettore del manga di comprenderne la storia -, non è del tutto errato visto che, complice anche la breve durata (80 minuti scarsi), tutto pare essere fin troppo riassuntivo e fin poco approfondito, specialmente nei rapporti e nella caratterizzazione dei vari personaggi. Devo anche aggiungere che, fino alla metà del film (circa al minuto 35), mi sono praticamente annoiato sentendo un senso di pesantezza tale da voler quasi interrompere la visione, però, stringendo i denti e facendomi forza, sono andato avanti, finché ho iniziato a essere lentamente coinvolto nella vicenda narrata e a sentirmi maggiormente interessato nei confronti della storia e dei protagonisti.
Comunque sia, devo dire che di scene proprio epiche ed emozionanti non ne ho viste e ci sono stati giusto pochi momenti di buon livello e che destavano dalla noia - sicuramente tra questi rientra la battaglia contro "Zodd l'Immortale" e la fase finale contenente l'omicidio -, ma per il resto nulla che mi ha fatto veramente urlare al capolavoro, una cosa strana per un simile titolo.
Si, sicuramente si avvertono quell'importanza che caratterizza quest'opera e le grandiose tematiche in essa contenute - anche a carattere religioso -, ma questo primo film non è riuscito a colpirmi in maniera totalmente positiva, anche se l'interesse per i successivi film è almeno riuscito a darmelo, fortunatamente.
Dunque, per dirla in breve: la prima parte, almeno per i miei personali gusti, è stata molto noiosa, quasi da bocciare, mentre nella seconda il film riesce a decollare permettendomi di promuoverlo e di evitargli una non sufficienza che, fino a un certo momento, invece meritava.
Tecnicamente parlando ci troviamo dinanzi a un prodotto di altissimo livello realizzato in CGI e con la famosa tecnica della motion capture. Proprio la CGI è stata fonte di critiche e devo dire che, in effetti, dà quel fastidioso senso di artificialità nei movimenti dei vari personaggi e di maggior finzione in certe scene, come fatto notare da altri, però, allo stesso modo, fornisce un dettaglio tale e un'illuminazione che altrimenti sarebbero impossibili.
Le animazioni sono abbastanza elevate, tranne quando la CGI tende a rendere tutto un po' legnoso, e le musiche sono veramente a livelli cinematografici, così come la regia di Toshiyuki Kubooka.
In breve, è ottimo lo staff di produzione, ma non molto esaltante il contenuto, limitato da una sceneggiatura troppo riassuntiva e con ampi buchi narrativi.
Per finire, "Berserk - L'età dell'Oro I: L'uovo del Re conquistatore" riesce a prendersi la mia sufficienza - che comunque risulta un voto molto basso se si pensa all'opera da cui il film è stato tratto - in attesa di vedere il sequel che già si può recuperare tranquillamente, ma non sento quella gran voglia di voler rivedere questo primo film, almeno al momento.
È con immensa delusione e amarezza che mi accingo a scrivere questa recensione sul primo dei tre film dedicati alla grandiosa saga di Miura. Dunque, comincio subito con l'esporvi i motivi che mi hanno portato a valutare insufficiente tale opera. Tuttavia, per far ciò, dovrò prender il discorso un po' alla larga, anzi, molto alla larga.
All'incirca 4 anni fa nel lontano 2009, trapelarono alcune immagini su internet, che il buon Animeclick.it non tardò a pubblicare, che ritraevano alcuni possibili fotogrammi di un novello anime di Berserk; a questa notizia rammento che un brivido folgorante mi pervase, attesi speranzoso nei mesi a venire che giungessero alcune notizie ufficiali, riguardo, magari, un nuovo progetto per una serie animata. I mesi trascorsero, ma nulla si seppe più; tuttavia, ben un anno dopo, quando ormai cominciai a demordere, in un mese settembrino come un fulmine a ciel sereno giunse la notizia: "Ufficiale: in arrivo una nuova serie animata per Berserk". "Sì! C***o, finalmente!": penso fu questa la mia reazione.
Nel periodo a seguire iniziarono ad aversi notizie di svariato genere al riguardo, tipo la casa di produzione, il fatto che non si trattasse di una vera e propria serie a episodi bensì di lungometraggi animati, uscirono i primi trailer e così via. Nondimeno, ricordo che già a suo tempo ci fu una notizia che non mi fece del tutto gioire, ossia la decisione di omettere i primi capitoli dell'opera, e quindi, di far principiare la serie di lungometraggi dai celebri capitoli dell'età dell'oro, per farla poi concludere con l'eclissi e la fine del flashback. Tale notizia, come accennato, già allora mi fece storcere il naso per almeno un paio di motivi: in primis ritengo che i primi capitoli precedenti al flashback siano altrettanto rilevanti nonché stupendi, in secundis, anche per quanto riguarda un eventuale prosieguo dell'opera, del quale già si parlava a suo tempo, quei capitoli risultano dei tasselli di vitale importanza. Comunque, al di là di questa piccola crepa, il castello di aspettative che edificai era molto ampio e solido (almeno così pensavo).
E da ultimo veniamo alla fatidica data del 4 Febbraio 2012, ossia l'uscita del primo lungometraggio "Berserk Ōgon Jidai-Hen: Haō no Tamago" ("Berserk - L'epoca d'oro I: L'uovo del Re dominatore").
Eccoci giunti finalmente alla vera e propria recensione; chiedo venia per la lunghezza di tale proemio, ma esso risulta, a mio parere, necessario alla comprensione delle mie seguenti opinioni. Dunque la trattazione consterà principalmente di due parti: la prima, in cui analizzerò brevemente e in maniera blanda (dato che non ritengo di essere uno specialista) la realizzazione tecnica dell'opera; una seconda in cui esporrò alcune opinioni riguardo a scelte che mi hanno lasciato alquanto perplesso e deluso.
Dunque, per quanto riguarda la composizione tecnica dell'opera, sono rimasto complessivamente abbastanza scontento, vi dico perché. Per ciò che concerne l'animazione ho trovato fin troppo invasiva la CG, la quale non solo talvolta cozza in maniera sgradevole con gli sfondi, ma risulta anche, a mio parere, di dubbia fattura, tant'è che di tanto in tanto pensavo di star giocando al videogioco per la PS2 di Berserk. Oltre questo, non mi hanno fatto nemmeno impazzire le animazione dei visi dei personaggi, specie quello di Gatsu, anche se in questo caso va detto, a parziale difesa, che lo stile di disegno di Miura non si presta molto all'animazione.
Mentre, per quanto riguarda il comparto sonoro, devo essere sincero: ho accusato veramente un brutto colpo, in quanto, a conoscenza della partecipazione di Susumu Hirasawasa, ero certo che le musiche sarebbero state grandiose date le precedenti performance dello stesso nel videogioco e nella serie tv; e invece nulla da fare, personalmente, a parte un paio di pezzi, ho trovato la maggior parte delle musiche scialbe, nessuna delle quali rimane impressa e talvolta in scene di grande pathos risultano addirittura assenti, si pensi al finale.
Quanto detto finora, si tratta in un certo senso di piccolezze, di fronte al vero tallone d'Achille di quest'opera, ossia l'esimia durata. Si pensi che la prima pellicola dura all'incirca soli 80 minuti con tanto di sigla iniziale e titoli di coda; essa, con i suoi 80 lunghi, fottutissimi minuti, dovrebbe ripercorrere dall'inizio dell'età dell'oro fino al celebre e splendido capitolo in cui Grifis in piedi sulla fontana discorre circa il sogno e l'amicizia. Per capirci meglio, esso dovrebbe contenere all'incirca poco meno di tre volumi. E ora la domanda sorge ovvia: com'è possibile far ciò? La risposta è alquanto semplice; dai, vi do un piccolo aiuto "Zack Zack Zack". Allora? ci siete arrivati? Se non sono bastate le onomatopee a farvici arrivare, ve lo dirò esplicitamente: tagli, tagli ovunque.
Ora, non pensiate si tratti di piccoli tagli qua e là, di cui si accorge solo un fissato del c***o (quale io sono); qui si tratta di vere e proprie menomazioni che vanno a danneggiare in maniera incontrovertibile l'opera; prendiamo ad esempio l'infanzia di Gatsu: essa è ridotta a un minuto scarso e confuso di fotogrammi, dei quali ovviamente non si capisce nulla; ora, tale mancanza non va solo a pesare abnormemente sul background del personaggio, che perde la profonda caratterizzazione, ma addirittura alcuni comportamenti che egli risulta avere sono totalmente incomprensibili e inspiegabili. Una seconda considerevole parte mancante sono i capitoli che narrano le vicende della prima missione che Gatsu sostiene all'interno della squadra dei falchi: infatti anch'essi risultano essere di vitale importanza per il divenire della storia, soprattutto per quanto riguarda il nodo gordiano di essa, ossia il complesso rapporto tra i due principali personaggi, Grifis e Gatsu. Quelli fin qui citati sono probabilmente i maggiori tagli all'interno dell'opera, ma sicuramente non sono gli unici, e come già detto più volte essi vanno a corrompere l'opera in molteplici punti.
Per riprendere le fila del discorso, vorrei osservare come ciò che mi ha fatto veramente adirare è che l'opera complessivamente dura 80 minuti scarsi, e quindi alla luce di questo mi chiedo: perché la necessità di tutte queste menomazioni? Perché non ci si è impegnati nella realizzazione di scene di vitale importanza quali quelle succitate, così da portare la pellicola a una durata ragionevole, quale può essere un'ora e quarantacinque o, perché no, un paio d'ore? Bah! Non so rispondere a cotali ignoti quesiti.
Concludendo, dato che ormai l'abbiamo tirata un po' troppo per le lunghe, penso che questo film sia una sorta di "best of" non riuscito. Gli sceneggiatori hanno estrapolato le parti che consideravano migliori attaccandole in malo modo sulla pellicola, realizzando così un pessimo collage, nella quale i personaggi principali perdono gran parte della loro caratterizzazione e profondità, i comprimari risultano scialbi e scompaiono nell'oblio, e gli avvenimenti sembrano svolgersi uno dietro l'atro, in una totale assenza del trascorrere del tempo. Inoltre gli autori hanno fatto un prodotto indirizzato e pensato unicamente per i fan (dato che in mancanza della lettura del manga, il film risulta, a mio parere, incomprensibile), senza pensare, invero, che questi ultimi sono il pubblico più complesso e difficile da soddisfare.
Per chiosare, dunque, il mio voto è un 5, né più né meno, in quanto da un lato il lungometraggio non giunge alla sufficienza per i vari motivi succitati; dall'altro non scende sotto un 5 perché pur avendo numerosi difetti, la materia prima che compone il film risulta essere pur sempre di inestimabile ed eccezionale valore, e per quanto il demiurgo possa essere non all'altezza, essa brillerà pur sempre di luce propria.
All'incirca 4 anni fa nel lontano 2009, trapelarono alcune immagini su internet, che il buon Animeclick.it non tardò a pubblicare, che ritraevano alcuni possibili fotogrammi di un novello anime di Berserk; a questa notizia rammento che un brivido folgorante mi pervase, attesi speranzoso nei mesi a venire che giungessero alcune notizie ufficiali, riguardo, magari, un nuovo progetto per una serie animata. I mesi trascorsero, ma nulla si seppe più; tuttavia, ben un anno dopo, quando ormai cominciai a demordere, in un mese settembrino come un fulmine a ciel sereno giunse la notizia: "Ufficiale: in arrivo una nuova serie animata per Berserk". "Sì! C***o, finalmente!": penso fu questa la mia reazione.
Nel periodo a seguire iniziarono ad aversi notizie di svariato genere al riguardo, tipo la casa di produzione, il fatto che non si trattasse di una vera e propria serie a episodi bensì di lungometraggi animati, uscirono i primi trailer e così via. Nondimeno, ricordo che già a suo tempo ci fu una notizia che non mi fece del tutto gioire, ossia la decisione di omettere i primi capitoli dell'opera, e quindi, di far principiare la serie di lungometraggi dai celebri capitoli dell'età dell'oro, per farla poi concludere con l'eclissi e la fine del flashback. Tale notizia, come accennato, già allora mi fece storcere il naso per almeno un paio di motivi: in primis ritengo che i primi capitoli precedenti al flashback siano altrettanto rilevanti nonché stupendi, in secundis, anche per quanto riguarda un eventuale prosieguo dell'opera, del quale già si parlava a suo tempo, quei capitoli risultano dei tasselli di vitale importanza. Comunque, al di là di questa piccola crepa, il castello di aspettative che edificai era molto ampio e solido (almeno così pensavo).
E da ultimo veniamo alla fatidica data del 4 Febbraio 2012, ossia l'uscita del primo lungometraggio "Berserk Ōgon Jidai-Hen: Haō no Tamago" ("Berserk - L'epoca d'oro I: L'uovo del Re dominatore").
Eccoci giunti finalmente alla vera e propria recensione; chiedo venia per la lunghezza di tale proemio, ma esso risulta, a mio parere, necessario alla comprensione delle mie seguenti opinioni. Dunque la trattazione consterà principalmente di due parti: la prima, in cui analizzerò brevemente e in maniera blanda (dato che non ritengo di essere uno specialista) la realizzazione tecnica dell'opera; una seconda in cui esporrò alcune opinioni riguardo a scelte che mi hanno lasciato alquanto perplesso e deluso.
Dunque, per quanto riguarda la composizione tecnica dell'opera, sono rimasto complessivamente abbastanza scontento, vi dico perché. Per ciò che concerne l'animazione ho trovato fin troppo invasiva la CG, la quale non solo talvolta cozza in maniera sgradevole con gli sfondi, ma risulta anche, a mio parere, di dubbia fattura, tant'è che di tanto in tanto pensavo di star giocando al videogioco per la PS2 di Berserk. Oltre questo, non mi hanno fatto nemmeno impazzire le animazione dei visi dei personaggi, specie quello di Gatsu, anche se in questo caso va detto, a parziale difesa, che lo stile di disegno di Miura non si presta molto all'animazione.
Mentre, per quanto riguarda il comparto sonoro, devo essere sincero: ho accusato veramente un brutto colpo, in quanto, a conoscenza della partecipazione di Susumu Hirasawasa, ero certo che le musiche sarebbero state grandiose date le precedenti performance dello stesso nel videogioco e nella serie tv; e invece nulla da fare, personalmente, a parte un paio di pezzi, ho trovato la maggior parte delle musiche scialbe, nessuna delle quali rimane impressa e talvolta in scene di grande pathos risultano addirittura assenti, si pensi al finale.
Quanto detto finora, si tratta in un certo senso di piccolezze, di fronte al vero tallone d'Achille di quest'opera, ossia l'esimia durata. Si pensi che la prima pellicola dura all'incirca soli 80 minuti con tanto di sigla iniziale e titoli di coda; essa, con i suoi 80 lunghi, fottutissimi minuti, dovrebbe ripercorrere dall'inizio dell'età dell'oro fino al celebre e splendido capitolo in cui Grifis in piedi sulla fontana discorre circa il sogno e l'amicizia. Per capirci meglio, esso dovrebbe contenere all'incirca poco meno di tre volumi. E ora la domanda sorge ovvia: com'è possibile far ciò? La risposta è alquanto semplice; dai, vi do un piccolo aiuto "Zack Zack Zack". Allora? ci siete arrivati? Se non sono bastate le onomatopee a farvici arrivare, ve lo dirò esplicitamente: tagli, tagli ovunque.
Ora, non pensiate si tratti di piccoli tagli qua e là, di cui si accorge solo un fissato del c***o (quale io sono); qui si tratta di vere e proprie menomazioni che vanno a danneggiare in maniera incontrovertibile l'opera; prendiamo ad esempio l'infanzia di Gatsu: essa è ridotta a un minuto scarso e confuso di fotogrammi, dei quali ovviamente non si capisce nulla; ora, tale mancanza non va solo a pesare abnormemente sul background del personaggio, che perde la profonda caratterizzazione, ma addirittura alcuni comportamenti che egli risulta avere sono totalmente incomprensibili e inspiegabili. Una seconda considerevole parte mancante sono i capitoli che narrano le vicende della prima missione che Gatsu sostiene all'interno della squadra dei falchi: infatti anch'essi risultano essere di vitale importanza per il divenire della storia, soprattutto per quanto riguarda il nodo gordiano di essa, ossia il complesso rapporto tra i due principali personaggi, Grifis e Gatsu. Quelli fin qui citati sono probabilmente i maggiori tagli all'interno dell'opera, ma sicuramente non sono gli unici, e come già detto più volte essi vanno a corrompere l'opera in molteplici punti.
Per riprendere le fila del discorso, vorrei osservare come ciò che mi ha fatto veramente adirare è che l'opera complessivamente dura 80 minuti scarsi, e quindi alla luce di questo mi chiedo: perché la necessità di tutte queste menomazioni? Perché non ci si è impegnati nella realizzazione di scene di vitale importanza quali quelle succitate, così da portare la pellicola a una durata ragionevole, quale può essere un'ora e quarantacinque o, perché no, un paio d'ore? Bah! Non so rispondere a cotali ignoti quesiti.
Concludendo, dato che ormai l'abbiamo tirata un po' troppo per le lunghe, penso che questo film sia una sorta di "best of" non riuscito. Gli sceneggiatori hanno estrapolato le parti che consideravano migliori attaccandole in malo modo sulla pellicola, realizzando così un pessimo collage, nella quale i personaggi principali perdono gran parte della loro caratterizzazione e profondità, i comprimari risultano scialbi e scompaiono nell'oblio, e gli avvenimenti sembrano svolgersi uno dietro l'atro, in una totale assenza del trascorrere del tempo. Inoltre gli autori hanno fatto un prodotto indirizzato e pensato unicamente per i fan (dato che in mancanza della lettura del manga, il film risulta, a mio parere, incomprensibile), senza pensare, invero, che questi ultimi sono il pubblico più complesso e difficile da soddisfare.
Per chiosare, dunque, il mio voto è un 5, né più né meno, in quanto da un lato il lungometraggio non giunge alla sufficienza per i vari motivi succitati; dall'altro non scende sotto un 5 perché pur avendo numerosi difetti, la materia prima che compone il film risulta essere pur sempre di inestimabile ed eccezionale valore, e per quanto il demiurgo possa essere non all'altezza, essa brillerà pur sempre di luce propria.
"Berserk Ougon Jidai-hen I: Haou no Tamago" è il primo film di una triologia che ripercorrerà per intero il passato di Gatsu e Grifis ai tempi della squadra dei Falchi. In pratica racconterà i capitoli dedicati all'Età dell'Oro dopo che già lo aveva fatto la vecchia serie animata una quindicina di anni fa.
Partendo da un'analisi puramente tecnica trovo che ci siano diverse cose positive, ma anche negative. Per quanto riguarda il character design, si sa, rendere alla perfezione lo stile di Miura è impensabile, però trovo comunque che il lavoro fatto sia più che discreto: immensamente migliore rispetto a quello visto per la vecchia serie animata, e non solo perché era più datata...
In questo film c'è un uso massiccio della computer grafica: in generale la CG non mi ha disturbato e, anzi, trovo che, soprattutto nelle scene di battaglia, renda benissimo, ma è evidente che in molte altre occasioni appaia davvero eccessiva. La parte relativa allo scontro con Zodd, per esempio, non si può quasi guardare.
Per quanto riguarda, invece, le musiche, non ho nessunissima critica da fare: le trovo stupende, azzeccate ed evocative: in una parola emozionanti.
Passiamo alla storia, che più o meno tutti ormai conosciamo. Premessa: è chiaro che rendere quasi 2500 pagine di fumetto in soli 3 film non è semplice. In effetti la sensazione è che tutto proceda un po' troppo velocemente e che questa triologia sia destinata principalmente a chi già conosce la storia tramite il fumetto: a tal proposito sarei curioso di sapere cosa ne pensa chi lo ha visto senza mai aver letto il manga...
In generale, comunque, grossi tagli e stravolgimenti non ce ne sono, nell'anime addirittura mancavano personaggi fondamentali come il Cavaliere del Teschio o Puck. Il film è qualitativamente buono e rivedere Gatsu&Co in movimento mi ha emozionato. Io adoro "Berserk", che leggo da quasi vent'anni ormai e forse sono, quindi, un po' troppo di parte per riuscire a dare un voto obbiettivo, però credo che un 8 se lo meriti tutto perché soprattutto confrontandolo con il vecchio anime (cosa praticamente inevitabile) il film è di gran lunga superiore sotto ogni punto di vista.
Partendo da un'analisi puramente tecnica trovo che ci siano diverse cose positive, ma anche negative. Per quanto riguarda il character design, si sa, rendere alla perfezione lo stile di Miura è impensabile, però trovo comunque che il lavoro fatto sia più che discreto: immensamente migliore rispetto a quello visto per la vecchia serie animata, e non solo perché era più datata...
In questo film c'è un uso massiccio della computer grafica: in generale la CG non mi ha disturbato e, anzi, trovo che, soprattutto nelle scene di battaglia, renda benissimo, ma è evidente che in molte altre occasioni appaia davvero eccessiva. La parte relativa allo scontro con Zodd, per esempio, non si può quasi guardare.
Per quanto riguarda, invece, le musiche, non ho nessunissima critica da fare: le trovo stupende, azzeccate ed evocative: in una parola emozionanti.
Passiamo alla storia, che più o meno tutti ormai conosciamo. Premessa: è chiaro che rendere quasi 2500 pagine di fumetto in soli 3 film non è semplice. In effetti la sensazione è che tutto proceda un po' troppo velocemente e che questa triologia sia destinata principalmente a chi già conosce la storia tramite il fumetto: a tal proposito sarei curioso di sapere cosa ne pensa chi lo ha visto senza mai aver letto il manga...
In generale, comunque, grossi tagli e stravolgimenti non ce ne sono, nell'anime addirittura mancavano personaggi fondamentali come il Cavaliere del Teschio o Puck. Il film è qualitativamente buono e rivedere Gatsu&Co in movimento mi ha emozionato. Io adoro "Berserk", che leggo da quasi vent'anni ormai e forse sono, quindi, un po' troppo di parte per riuscire a dare un voto obbiettivo, però credo che un 8 se lo meriti tutto perché soprattutto confrontandolo con il vecchio anime (cosa praticamente inevitabile) il film è di gran lunga superiore sotto ogni punto di vista.
"Berserk" è una storia magica, la "Divina Commedia dei manga", come disse un tempo un mio amico convincendomi a leggere il primo volume e a vedere la prima serie TV. Ho acquistato l'edizione limitata di Lucca Comics in bluray. Devo dire che il film mi è piaciuto davvero molto: i paesaggi, la pulizia generale del video, i colori, le musiche, i dialoghi, il doppiaggio; trovo che sia tutto di altissimo livello.
I problemi fondamentali di questa produzione, che pregiudicano dunque il voto finale, a mio avviso sono due: le animazioni dei combattimenti e la durata complessiva. Le prime sono strane, macchinose, danno quasi fastidio, anche se alla lunga ci si abitua. La seconda invece è la pecca più grande: 75 minuti di film? Ma si è impazziti? Non solo il disappunto nel veder finire così presto un film tanto bello, ma il problema fondamentale è che inevitabilmente in soli 75 minuti vengono tagliate tante parti della storia originale. Una produzione del genere, una storia così bella, avrebbe meritato almeno due ore di riproduzione, per non dire tre. A quel punto il mio voto sarebbe stato 9 o addirittura 10, perché nonostante questo il film, ripeto, è davvero molto bello.
Peccato, insomma, si poteva tirare fuori un capolavoro e invece ci si è persi in un bicchiere d'acqua.
I problemi fondamentali di questa produzione, che pregiudicano dunque il voto finale, a mio avviso sono due: le animazioni dei combattimenti e la durata complessiva. Le prime sono strane, macchinose, danno quasi fastidio, anche se alla lunga ci si abitua. La seconda invece è la pecca più grande: 75 minuti di film? Ma si è impazziti? Non solo il disappunto nel veder finire così presto un film tanto bello, ma il problema fondamentale è che inevitabilmente in soli 75 minuti vengono tagliate tante parti della storia originale. Una produzione del genere, una storia così bella, avrebbe meritato almeno due ore di riproduzione, per non dire tre. A quel punto il mio voto sarebbe stato 9 o addirittura 10, perché nonostante questo il film, ripeto, è davvero molto bello.
Peccato, insomma, si poteva tirare fuori un capolavoro e invece ci si è persi in un bicchiere d'acqua.
Credo fermamente che ogni recensione (o almeno una buona) non sia un consiglio per gli acquisti, ma una riflessione, un dialogo tra scrittore e lettore in cui, purtroppo, solo il primo può esporre la propria opinione. Quello che seguirà è infatti un sentiero di considerazioni (ponderate o meno) che potrà aiutare il fruitore ad arrivare a una scelta autonoma sul tema fondamentale di questa e ogni critica: "Ne vale la pena?".
Ogni opera legata al manga di "Berserk" vive e soffre di una contraddizione fatale: benché il fumetto non sia ancora terminato, esso contiene una sezione della trama fondamentalmente autoconclusiva e ciò rappresenta una tentazione troppo forte per chi desidera sfruttare il fascino dell'opera per trarne un film animato; ecco che così nasce "Berserk Ougon Jidaihen I: Haou no Tamago", primo capitolo che tratterà il ciclo dell'"Età dell'oro", un mastodontico flashback sul passato dei protagonisti del manga. Si segnala infine che tale tentazione, dall'essere forte, diventa assolutamente irresistibile se si considera che tale parte è anche, fuori da ogni dubbio, la più riuscita dell'opera.
In un immaginario medioevo occidentale, Gatsu è un giovane mercenario di straordinaria forza dal passato ignoto che pare lottare senza nessuno scopo in particolare, uccidendo brutalmente i suoi avversari con un'enorme spada e rifiutando ogni autorità imposta. Un giorno viene adocchiato da Grifis, leader indiscusso della più nota compagnia di mercenari delle Midlands, la squadra dei falchi, che lo vorrebbe al suo fianco. All'inizio riluttante, ma sconfitto in duello, Gatsu è costretto ad accettare di fare parte della compagnia e, per tre anni, vi milita facendo carriera e diventando velocemente il braccio destro di Grifis. Quando i successi militari della squadra dei falchi portano il loro capo a essere eletto Conte, i suoi ambiziosi piani di conquista presso la corte del Re iniziano a venire a galla e costringeranno Gatsu a riflettere sul suo rapporto con quello che è il suo generale, padrone e migliore amico.
Così sembrerebbe piuttosto semplice ricavare tutta una serie di elementi che renderebbero la pellicola degna di essere presa in considerazione, poiché le qualità di quella sezione del fumetto dovrebbero essere le stesse riproposte in modo fedele nella trasposizione. È però facendo solo qualche passo oltre nella riflessione che si capisce con maggior lucidità non solo quanto il film non sia riuscito, ma quanto il manga sia un'opera ancora più straordinaria di quanto si sia abituati a credere. Male perciò per la pellicola, meglio ancora per la carta stampata.
Si è detto infatti che la sezione del flashback è la preferita dalla maggior parte dei fan per le sue indubbie qualità; ci si chiede allora perché il film abbia così poco mordente. La verità è che tale parte non è straordinaria in se stessa, ma solo (e soprattutto) se inserita nel suo contesto di flashback. Gatsu ragazzino è un personaggio meno interessante se non sappiamo che diventerà il Cavaliere nero; Grifis che filosofeggia nella sua splendente armatura sarebbe misterioso e intrigante solo se lo spettatore sapesse il suo destino; senza l'assaggio fantasy dei primi capitoli del manga, una creatura mostruosa come Zodd non può che stonare nello scenario del film che sembrerebbe quasi realistico. Dopo una prima visione, si capisce perfettamente che è il presente di "Berserk" a reggere il flashback, non viceversa. Senza l'incipit accuratamente presente nel fumetto, la struttura della scoperta del passato di Gatsu crolla, e non dal punto di vista di coerenza della trama, ma di struttura stessa della narrazione. Oltre al contenuto della storia, in opere come quelle in analisi è fondamentale il "come" tale storia viene raccontata: se, prima del flashback, nel fumetto sono stati presentati i due personaggi principali nel presente, un motivo, evidentemente, c'era.
Scavando di un ultimo livello più a fondo nella riflessione su "Berserk Ougon Jidaihen I: Haou no Tamago", possiamo chiederci le motivazioni dietro la decisione di raccontare un ciclo abbastanza indipendente, ma comunque inutile se considerato da solo. La ragione è nella scelta del target, cioè i fan del manga. Per costoro non è infatti difficile appassionarsi nel rivivere le epiche battaglie e i momenti più importanti letti nelle ruvide pagine del fumetto. Loro sì conoscono il presente di Gatsu e non hanno bisogno che nel film ne venga accennato alcunché. Partendo da questo banale presupposto, ecco giustificate tutte le scelte stilistiche del film: essere fedeli al fumetto in modo infantile, ingenuo e quasi reverenziale; non preoccuparsi dello sviluppo dei caratteri dei personaggi; insistere nelle scene di battaglia con una dose di spettacolarità notevole. Questi tre elementi (ce ne sarebbero altri), accontentano la fetta di fedelissimi dell'opera originale, i quali non devono imparare a conoscere le pedine in gioco perché ne seguono le gesta da anni, non vogliono rinunciare agli episodi storici del manga, ma il cui motivo di interesse nella visione non sono le situazioni (loro già note), ma le emozionanti battaglie e lo spargimento di sangue. A questo punto non rimane molto da svelare sul perché gli eventi nel film siano così sconnessi, i personaggi piatti e non ci si preoccupi di dare coerenza alla trama. In una scena, Gatsu grida a un personaggio di non essere lo stesso uomo di tre anni prima: lo spettatore non se ne era accorto! La prova più evidente di tale atteggiamento disinteressato è il finale, totalmente in sospeso e che si esaurisce nella sezione più tediosa di tutto il film, rifiutando anche il più banale climax. "Berserk Ougon Jidaihen I: Haou no Tamago" è una successione (peraltro breve) di strizzatine d'occhio rivolte, purtroppo, solo a chi sa già cosa vedere.
Il problema maggiore non è perciò tanto la realizzazione, quanto gli intenti che hanno portato proprio a questo tipo di realizzazione. Il film vive come corollario del manga, ne è un'appendice, senza il quale non potrebbe vivere e senza il quale non avrebbe senso. La fedeltà all'opera di partenza è un diritto del regista che non deve soffocare. A confronto, sarebbe preferibile ignorare personaggi o fonderli, saltare degli episodi, cambiare il finale o il tono! Tutto va bene, purché l'opera funzioni a sé. Una trasposizione può essere anche poco fedele, purché sia riuscita - un esempio noto: "Blade Runner".
Il film dà poi il meglio di sé nelle scene di battaglia, proprio dove è stato progettato per appassionare e dire qualcosa di nuovo agli spettatori, con animazioni rese fluide da una CG elegante ma maldestra nell'essere troppo evidente: molte scene sembrano filmati tratti da un videogioco. Sarebbe però ingiusto non ammettere che le sequenze di guerra e assedio (meno i duelli) restituiscono grandi emozioni. Tutto ciò che vi sta nel mezzo è poco più di un ripasso distratto per qualche nostalgico. Un film buon è altra cosa. "Berserk" è altra cosa.
Ogni opera legata al manga di "Berserk" vive e soffre di una contraddizione fatale: benché il fumetto non sia ancora terminato, esso contiene una sezione della trama fondamentalmente autoconclusiva e ciò rappresenta una tentazione troppo forte per chi desidera sfruttare il fascino dell'opera per trarne un film animato; ecco che così nasce "Berserk Ougon Jidaihen I: Haou no Tamago", primo capitolo che tratterà il ciclo dell'"Età dell'oro", un mastodontico flashback sul passato dei protagonisti del manga. Si segnala infine che tale tentazione, dall'essere forte, diventa assolutamente irresistibile se si considera che tale parte è anche, fuori da ogni dubbio, la più riuscita dell'opera.
In un immaginario medioevo occidentale, Gatsu è un giovane mercenario di straordinaria forza dal passato ignoto che pare lottare senza nessuno scopo in particolare, uccidendo brutalmente i suoi avversari con un'enorme spada e rifiutando ogni autorità imposta. Un giorno viene adocchiato da Grifis, leader indiscusso della più nota compagnia di mercenari delle Midlands, la squadra dei falchi, che lo vorrebbe al suo fianco. All'inizio riluttante, ma sconfitto in duello, Gatsu è costretto ad accettare di fare parte della compagnia e, per tre anni, vi milita facendo carriera e diventando velocemente il braccio destro di Grifis. Quando i successi militari della squadra dei falchi portano il loro capo a essere eletto Conte, i suoi ambiziosi piani di conquista presso la corte del Re iniziano a venire a galla e costringeranno Gatsu a riflettere sul suo rapporto con quello che è il suo generale, padrone e migliore amico.
Così sembrerebbe piuttosto semplice ricavare tutta una serie di elementi che renderebbero la pellicola degna di essere presa in considerazione, poiché le qualità di quella sezione del fumetto dovrebbero essere le stesse riproposte in modo fedele nella trasposizione. È però facendo solo qualche passo oltre nella riflessione che si capisce con maggior lucidità non solo quanto il film non sia riuscito, ma quanto il manga sia un'opera ancora più straordinaria di quanto si sia abituati a credere. Male perciò per la pellicola, meglio ancora per la carta stampata.
Si è detto infatti che la sezione del flashback è la preferita dalla maggior parte dei fan per le sue indubbie qualità; ci si chiede allora perché il film abbia così poco mordente. La verità è che tale parte non è straordinaria in se stessa, ma solo (e soprattutto) se inserita nel suo contesto di flashback. Gatsu ragazzino è un personaggio meno interessante se non sappiamo che diventerà il Cavaliere nero; Grifis che filosofeggia nella sua splendente armatura sarebbe misterioso e intrigante solo se lo spettatore sapesse il suo destino; senza l'assaggio fantasy dei primi capitoli del manga, una creatura mostruosa come Zodd non può che stonare nello scenario del film che sembrerebbe quasi realistico. Dopo una prima visione, si capisce perfettamente che è il presente di "Berserk" a reggere il flashback, non viceversa. Senza l'incipit accuratamente presente nel fumetto, la struttura della scoperta del passato di Gatsu crolla, e non dal punto di vista di coerenza della trama, ma di struttura stessa della narrazione. Oltre al contenuto della storia, in opere come quelle in analisi è fondamentale il "come" tale storia viene raccontata: se, prima del flashback, nel fumetto sono stati presentati i due personaggi principali nel presente, un motivo, evidentemente, c'era.
Scavando di un ultimo livello più a fondo nella riflessione su "Berserk Ougon Jidaihen I: Haou no Tamago", possiamo chiederci le motivazioni dietro la decisione di raccontare un ciclo abbastanza indipendente, ma comunque inutile se considerato da solo. La ragione è nella scelta del target, cioè i fan del manga. Per costoro non è infatti difficile appassionarsi nel rivivere le epiche battaglie e i momenti più importanti letti nelle ruvide pagine del fumetto. Loro sì conoscono il presente di Gatsu e non hanno bisogno che nel film ne venga accennato alcunché. Partendo da questo banale presupposto, ecco giustificate tutte le scelte stilistiche del film: essere fedeli al fumetto in modo infantile, ingenuo e quasi reverenziale; non preoccuparsi dello sviluppo dei caratteri dei personaggi; insistere nelle scene di battaglia con una dose di spettacolarità notevole. Questi tre elementi (ce ne sarebbero altri), accontentano la fetta di fedelissimi dell'opera originale, i quali non devono imparare a conoscere le pedine in gioco perché ne seguono le gesta da anni, non vogliono rinunciare agli episodi storici del manga, ma il cui motivo di interesse nella visione non sono le situazioni (loro già note), ma le emozionanti battaglie e lo spargimento di sangue. A questo punto non rimane molto da svelare sul perché gli eventi nel film siano così sconnessi, i personaggi piatti e non ci si preoccupi di dare coerenza alla trama. In una scena, Gatsu grida a un personaggio di non essere lo stesso uomo di tre anni prima: lo spettatore non se ne era accorto! La prova più evidente di tale atteggiamento disinteressato è il finale, totalmente in sospeso e che si esaurisce nella sezione più tediosa di tutto il film, rifiutando anche il più banale climax. "Berserk Ougon Jidaihen I: Haou no Tamago" è una successione (peraltro breve) di strizzatine d'occhio rivolte, purtroppo, solo a chi sa già cosa vedere.
Il problema maggiore non è perciò tanto la realizzazione, quanto gli intenti che hanno portato proprio a questo tipo di realizzazione. Il film vive come corollario del manga, ne è un'appendice, senza il quale non potrebbe vivere e senza il quale non avrebbe senso. La fedeltà all'opera di partenza è un diritto del regista che non deve soffocare. A confronto, sarebbe preferibile ignorare personaggi o fonderli, saltare degli episodi, cambiare il finale o il tono! Tutto va bene, purché l'opera funzioni a sé. Una trasposizione può essere anche poco fedele, purché sia riuscita - un esempio noto: "Blade Runner".
Il film dà poi il meglio di sé nelle scene di battaglia, proprio dove è stato progettato per appassionare e dire qualcosa di nuovo agli spettatori, con animazioni rese fluide da una CG elegante ma maldestra nell'essere troppo evidente: molte scene sembrano filmati tratti da un videogioco. Sarebbe però ingiusto non ammettere che le sequenze di guerra e assedio (meno i duelli) restituiscono grandi emozioni. Tutto ciò che vi sta nel mezzo è poco più di un ripasso distratto per qualche nostalgico. Un film buon è altra cosa. "Berserk" è altra cosa.
Se la storia di Berserk v'interessa ma non avete tempo o voglia di seguirla tutta, allora guardate questo film. Si tratta di un semplice riassunto. La prima parte della storia di Gatsu, giovane guerriero solitario che si ritrova a entrare nell'armata dei Falchi, la squadra di mercenari più forti del paese. Sotto le direttive di Grifis, il loro affascinante comandante, Gatsu combatte per tre anni e nel frattempo l'abilità dell'Armata viene notata addirittura dal Re, che decide di annetterla tra le sue favorite, ma questo ai nobili non sta bene. E Grifis non è poi tanto candido come sembra.
Il film è un riassunto godibile ma superficiale, nel modo in cui presenta le scene, e nei rapporti tra i personaggi. Gatsu all'inizio sembra solo un ragazzetto che combatte per la gloria, e non basta un veloce e confusissimo flashback, presentato sotto forma di sogno, per farci intuire che ha avuto un'infanzia non troppo rosea. Le amiche che guardavano il film con me, senza conoscere la storia, hanno inizialmente pensato che non fosse lui il protagonista, poiché non ha troppo mordente, al contrario di Grifis. I membri dell'Armata dei Falchi, a eccezione di Caska, sono appena accennati. Dicono il loro nome e poi non compaiono quasi più, anche se mi aspetto che nei prossimi due film siano coinvolti maggiormente.
Le scene che caratterizzano la trama sono tutte slegate tra loro e non si capisce se tra l'una o l'altra siano passate ore o giorni. Come quando Grifis e Gatsu, dopo avere incontrato una terribile creatura di cui non anticipo nulla, ne escono vivi a stento ma nella scena dopo, se non erro, partecipano tranquillamente a una battuta di caccia e non si spiega bene cosa è successo nel frattempo. Inoltre, il regista ha preferito rendere più spettacolari alcuni eventi, arricchendoli con dettagli non sempre graditissimi o unendo più scene tra loro. Ad esempio, quel che avviene nella terrazza del castello è un'unione di un'altra scena che si svolgeva vicino a un pozzo, e in maniera totalmente differente.
Concentrando la nostra attenzione su altro, si nota inoltre che lo stile grafico è sicuramente al passo con i tempi attuali, molto più rispetto alla serie animata degli anni novanta e al manga ancor più precedente, ma questo non è completamente un bene perché, tentando di modernizzare tutto, ci si ritrova con colori sgargianti atipici rispetto a una serie cupa come questa, con alcuni personaggi che hanno subito dei restyling assurdi e con uno sproposito di computer grafica difficile da digerire. Le moltitudini di persone, ma anche alcuni particolari avversari, e perfino i cavalli (?) sono, infatti, resi con uno stile tridimensionale (credo sia cell shading) che paradossalmente li appiattisce e li stacca dall'ambiente, rendendo il tutto molto simile al filmato di un videogame. Alla fine comunque l'occhio si abitua e le animazioni sono complessivamente buone.
Le musiche, sono dello stesso autore che ha composto quelle della serie animata, ma non riescono a eguagliare quest'ultime. Sono epiche al punto giusto e piacevoli ma avrei preferito qualcosa di più brutale.
Diciamo che non boccio completamente questo film ma mi sarei aspettata qualcosa di più coinvolgente. Per concludere, edito ciò con cui sono partita; se la suddetta storia v'interessa ma non avete tempo o voglia di seguirla tutta, allora guardate questo film, ma sappiate che si tratta di una visione riduttiva dell'opera che è "Berserk".
Il film è un riassunto godibile ma superficiale, nel modo in cui presenta le scene, e nei rapporti tra i personaggi. Gatsu all'inizio sembra solo un ragazzetto che combatte per la gloria, e non basta un veloce e confusissimo flashback, presentato sotto forma di sogno, per farci intuire che ha avuto un'infanzia non troppo rosea. Le amiche che guardavano il film con me, senza conoscere la storia, hanno inizialmente pensato che non fosse lui il protagonista, poiché non ha troppo mordente, al contrario di Grifis. I membri dell'Armata dei Falchi, a eccezione di Caska, sono appena accennati. Dicono il loro nome e poi non compaiono quasi più, anche se mi aspetto che nei prossimi due film siano coinvolti maggiormente.
Le scene che caratterizzano la trama sono tutte slegate tra loro e non si capisce se tra l'una o l'altra siano passate ore o giorni. Come quando Grifis e Gatsu, dopo avere incontrato una terribile creatura di cui non anticipo nulla, ne escono vivi a stento ma nella scena dopo, se non erro, partecipano tranquillamente a una battuta di caccia e non si spiega bene cosa è successo nel frattempo. Inoltre, il regista ha preferito rendere più spettacolari alcuni eventi, arricchendoli con dettagli non sempre graditissimi o unendo più scene tra loro. Ad esempio, quel che avviene nella terrazza del castello è un'unione di un'altra scena che si svolgeva vicino a un pozzo, e in maniera totalmente differente.
Concentrando la nostra attenzione su altro, si nota inoltre che lo stile grafico è sicuramente al passo con i tempi attuali, molto più rispetto alla serie animata degli anni novanta e al manga ancor più precedente, ma questo non è completamente un bene perché, tentando di modernizzare tutto, ci si ritrova con colori sgargianti atipici rispetto a una serie cupa come questa, con alcuni personaggi che hanno subito dei restyling assurdi e con uno sproposito di computer grafica difficile da digerire. Le moltitudini di persone, ma anche alcuni particolari avversari, e perfino i cavalli (?) sono, infatti, resi con uno stile tridimensionale (credo sia cell shading) che paradossalmente li appiattisce e li stacca dall'ambiente, rendendo il tutto molto simile al filmato di un videogame. Alla fine comunque l'occhio si abitua e le animazioni sono complessivamente buone.
Le musiche, sono dello stesso autore che ha composto quelle della serie animata, ma non riescono a eguagliare quest'ultime. Sono epiche al punto giusto e piacevoli ma avrei preferito qualcosa di più brutale.
Diciamo che non boccio completamente questo film ma mi sarei aspettata qualcosa di più coinvolgente. Per concludere, edito ciò con cui sono partita; se la suddetta storia v'interessa ma non avete tempo o voglia di seguirla tutta, allora guardate questo film, ma sappiate che si tratta di una visione riduttiva dell'opera che è "Berserk".
Ho visto il primo film, mah...
Intanto iniziamo senza il flashback, cioè non si evince che è un flashback, si parte dall'episodio 2 con lo scontro di Gutsu - Pazzosa, già iniziamo male. Il primo episodio della vecchia serie animata è stato il fulcro della mia passione per il cavaliere delle tenebre, o guerriero nero, cavaliere nero che dir si voglia.
Il film è un riassunto che arriva fino all'assassinio di Giulius (il fratello del re) e mancano tanti particolari che ovviamente la serie ci onora di fornire. E meno male che gli amanti del fumetto lamentavano l'assenza di particolari nella vecchia serie monca di 25 episodi, unico vero difetto della serie, mancava l'episodio 26 che chiudeva la stagione e l'eclissi.
Tecnicamente parlando c'è molta, forse troppa, GC tanto è vero che in alcune scene all'inizio la camminata di Grifis era tutto fuorché "naturale". Spero almeno che si facciano i dovuti tagli dei personaggi che non servono o che comunque allungano il brodo inutilmente, andando avanti con la storia, intendo dopo l'eclissi.
Per il momento il film non mi ha proprio convinto, ma proprio per niente. E poi l'OST forces non la possono sostituire, era eccezionale. Che teste che hanno 'sti giappi. La colonna sonora, in generale, la trovo molto inferiore e deludente. E' presto per buttarlo come realizzazione, la cosa che non capisco è come gli altri si siano appassionati a questo capitolo che ben poco sfoggia di positivo. Staremo a vedere con i prossimi numeri, al momento il voto è un 5, vedremo se il film saprà guadagnarsi la sufficienza in futuro.
Intanto iniziamo senza il flashback, cioè non si evince che è un flashback, si parte dall'episodio 2 con lo scontro di Gutsu - Pazzosa, già iniziamo male. Il primo episodio della vecchia serie animata è stato il fulcro della mia passione per il cavaliere delle tenebre, o guerriero nero, cavaliere nero che dir si voglia.
Il film è un riassunto che arriva fino all'assassinio di Giulius (il fratello del re) e mancano tanti particolari che ovviamente la serie ci onora di fornire. E meno male che gli amanti del fumetto lamentavano l'assenza di particolari nella vecchia serie monca di 25 episodi, unico vero difetto della serie, mancava l'episodio 26 che chiudeva la stagione e l'eclissi.
Tecnicamente parlando c'è molta, forse troppa, GC tanto è vero che in alcune scene all'inizio la camminata di Grifis era tutto fuorché "naturale". Spero almeno che si facciano i dovuti tagli dei personaggi che non servono o che comunque allungano il brodo inutilmente, andando avanti con la storia, intendo dopo l'eclissi.
Per il momento il film non mi ha proprio convinto, ma proprio per niente. E poi l'OST forces non la possono sostituire, era eccezionale. Che teste che hanno 'sti giappi. La colonna sonora, in generale, la trovo molto inferiore e deludente. E' presto per buttarlo come realizzazione, la cosa che non capisco è come gli altri si siano appassionati a questo capitolo che ben poco sfoggia di positivo. Staremo a vedere con i prossimi numeri, al momento il voto è un 5, vedremo se il film saprà guadagnarsi la sufficienza in futuro.
"Berserk arco dell'età dell'oro I: L'uovo del Re" è il primo film di una trilogia dedicata alla serie manga "Berserk" di Kentaro Miura. "Haou no Tamago" (L'uovo del re) ripercorre una buona parte delle vicende già apprezzate nella serie animata "Berserk" del 1997 senza aggiungere nulla di nuovo, ma ripropone la stessa storia con disegni e animazioni indubbiamente molto migliorati.
Per chi ha non già visto l'anime è una bella opportunità di entrare in contatto con il mondo di "Berserk", anche se il film mantiene le differenze dal manga. Anzi addirittura non viene nemmeno mostrato Gatsu da grande, ma invece si parte direttamente da dentro il flashback con Gatsu giovane.
Una cosa che invece mi è piaciuta poco sono le battaglie campali: mentre gli scontri singoli sono di buona qualità, le battaglie che comprendono una grande quantità di uomini o animazioni a cavallo sono state fatte al computer, forse per semplicità, ma la differenza si nota e questo particolare imbruttisce l'animazione generale, che sarebbe stata di gran lunga superiore se non fosse stata utilizzata questa tecnica.
Per la trilogia di film avrei voluto un'opera più fedele al manga, ma il lavoro svolto è comunque di buona qualità e almeno per quanto riguarda il primo film è superiore alla serie animata, pertanto consigliato.
Per chi ha non già visto l'anime è una bella opportunità di entrare in contatto con il mondo di "Berserk", anche se il film mantiene le differenze dal manga. Anzi addirittura non viene nemmeno mostrato Gatsu da grande, ma invece si parte direttamente da dentro il flashback con Gatsu giovane.
Una cosa che invece mi è piaciuta poco sono le battaglie campali: mentre gli scontri singoli sono di buona qualità, le battaglie che comprendono una grande quantità di uomini o animazioni a cavallo sono state fatte al computer, forse per semplicità, ma la differenza si nota e questo particolare imbruttisce l'animazione generale, che sarebbe stata di gran lunga superiore se non fosse stata utilizzata questa tecnica.
Per la trilogia di film avrei voluto un'opera più fedele al manga, ma il lavoro svolto è comunque di buona qualità e almeno per quanto riguarda il primo film è superiore alla serie animata, pertanto consigliato.
Dunque, volevo dargli un 6½ ma non si può, quindi ho voluto dare quel mezzo voto in più sperando nei prossimi due film.
Inutile spiegare la trama di "Berserk", se state leggendo queste righe, vuol dire che bene o male conoscete l'uovo (in questo caso la metafora calza a pennello) che ancora sta covando Miura, quindi passerò oltre e spiegherò il motivo del mio voto.
La prima parte della trilogia non inizia come nel manga, ovvero con degli episodi autoconclusivi post-eclisse, bensì dall'incontro tra Gatsu e Grifis, saltando quindi a piè pari tutto il passato del povero protagonista. Ebbene sì, in tutta la durata del film, si ha davanti un Gatsu spaesato e che compie azioni illogiche, ovvero, sarebbero tali per chi non avesse letto prima il manga, perché il comportamento del nostro amico sarebbe chiaro se solo nel film si fosse almeno menzionata un po' la sua storia con Gambino, non sotto forma di piccolo incubo di Gatsu.
A quanto pare, il regista non ha voluto abusare del tempo (la durata è di 1 ora e 16, anche se altri lungometraggi anime sono arrivati anche alle due ore) e ha voluto sintetizzare il tutto dando per scontato che lo spettatore già conoscesse la storia, proprio come ho fatto io all'inizio di questa recensione. A parte l'omesso (e a mio avviso, importante) passato di Gatsu, il resto della trama scorre via abbastanza velocemente, nonostante la soppressione della sinergia della Squadra dei Falchi. Ma questo spero che verrà trattato meglio nei prossimi film.
Per quel che riguarda l'aspetto grafico, ma soprattutto tecnico, non posso che confermare le paure iniziali: troppa computer grafica. Magari una persona comune non riuscirebbe neanche a distinguerla, ma io l'ho vista in ogni singola scena e mi ha dato parecchio fastidio. Vedere in continuazione questi movimenti troppo fluidi e i disegni incollati su delle sagome in 3D, non mi ha affatto esaltato. Speravo in un qualcosa di meno invasivo, ma a quanto pare hanno utilizzato questo stratagemma come colonna portante della serie.
In conclusione, il film non è malaccio, è godibile perché privo di lunghe interruzioni, ma non è adatto per coloro che si affacciano solo ora in questo mondo. Quindi chiudo con una domanda ormai fin troppo popolare: "Ma era davvero necessaria un'altra versione "animata" di Berserk fino all'Eclissi?".
Inutile spiegare la trama di "Berserk", se state leggendo queste righe, vuol dire che bene o male conoscete l'uovo (in questo caso la metafora calza a pennello) che ancora sta covando Miura, quindi passerò oltre e spiegherò il motivo del mio voto.
La prima parte della trilogia non inizia come nel manga, ovvero con degli episodi autoconclusivi post-eclisse, bensì dall'incontro tra Gatsu e Grifis, saltando quindi a piè pari tutto il passato del povero protagonista. Ebbene sì, in tutta la durata del film, si ha davanti un Gatsu spaesato e che compie azioni illogiche, ovvero, sarebbero tali per chi non avesse letto prima il manga, perché il comportamento del nostro amico sarebbe chiaro se solo nel film si fosse almeno menzionata un po' la sua storia con Gambino, non sotto forma di piccolo incubo di Gatsu.
A quanto pare, il regista non ha voluto abusare del tempo (la durata è di 1 ora e 16, anche se altri lungometraggi anime sono arrivati anche alle due ore) e ha voluto sintetizzare il tutto dando per scontato che lo spettatore già conoscesse la storia, proprio come ho fatto io all'inizio di questa recensione. A parte l'omesso (e a mio avviso, importante) passato di Gatsu, il resto della trama scorre via abbastanza velocemente, nonostante la soppressione della sinergia della Squadra dei Falchi. Ma questo spero che verrà trattato meglio nei prossimi film.
Per quel che riguarda l'aspetto grafico, ma soprattutto tecnico, non posso che confermare le paure iniziali: troppa computer grafica. Magari una persona comune non riuscirebbe neanche a distinguerla, ma io l'ho vista in ogni singola scena e mi ha dato parecchio fastidio. Vedere in continuazione questi movimenti troppo fluidi e i disegni incollati su delle sagome in 3D, non mi ha affatto esaltato. Speravo in un qualcosa di meno invasivo, ma a quanto pare hanno utilizzato questo stratagemma come colonna portante della serie.
In conclusione, il film non è malaccio, è godibile perché privo di lunghe interruzioni, ma non è adatto per coloro che si affacciano solo ora in questo mondo. Quindi chiudo con una domanda ormai fin troppo popolare: "Ma era davvero necessaria un'altra versione "animata" di Berserk fino all'Eclissi?".
Ed eccolo qui, uno dei film più attesi del 2012, dopo una serie innumerevole di notizie, smentite, trailer, trovate pubblicitarie e controversie, giungere finalmente come prodotto completo e finalmente giudicabile.
Questo film fa parte di una trilogia, che uscirà durante tutto il 2012, e coprirà tutta la saga dell'età dell'oro, del manga di Kentaro Miura. Il film si presenta subito con un assedio altamente spettacolare, e successivamente con l'incontro tra Gatsu e la squadra dei falchi, e prosegue fino al discorso di Grifis con la principessa Charlotte. Durante il corso del film non mancano di certo le scene truculente e violente, quindi è bene fin da subito avvisare lo spettatore facilmente impressionabile.
Il film purtroppo dura troppo poco per potere narrare tutto quanto Miura ha inserito in questa prima parte della narrazione, quindi ci sono stati alcuni tagli di alcune parti, e sono state mantenute le parti più importanti, nulla di così traumatico, anche se ho trovato il tutto un po' troppo condensato. In virtù della poca durata, anche alcuni personaggi secondari saranno poco approfonditi in questo primo film, mentre i protagonisti assoluti e quindi i personaggi più approfonditi sono Gatsu e Grifis senza dubbio, mentre Caska ha delle parti un po' più ridotte, ma sarà sicuramente più protagonista nei prossimi due film, e mi auguro che lo stesso valga anche per gli altri personaggi.
Andiamo adesso al tanto discusso lato tecnico. Ebbene non trovo che il risultato sia cosi pessimo come ritengono in molti, la computer grafica è molto presente e di sicuro qualche volta va incontro a qualche scivolone di troppo, ma il risultato è molto godibile. Fa sempre un certo effetto vedere i personaggi sullo sfondo muoversi e non stare immobili completamente, come spesso capita di vedere in altre opere. Il risultato è lontano dalla perfezione, e può essere sempre migliorato, ma non è cosi tragico come invece mi aspettavo dai tanti pareri negativi.
Il sonoro è grandioso, il lavoro in questo caso è stato veramente eccellente, musiche epiche e veramente straordinarie.
Il film è un buon prodotto, non perfetto e ha bisogno di parecchie limature, ma come inizio non c'è male. Si spera che i prossimi due film possano migliorare il risultato finale, magari cercando di condensare meno la splendida storia del manga.
Questo film fa parte di una trilogia, che uscirà durante tutto il 2012, e coprirà tutta la saga dell'età dell'oro, del manga di Kentaro Miura. Il film si presenta subito con un assedio altamente spettacolare, e successivamente con l'incontro tra Gatsu e la squadra dei falchi, e prosegue fino al discorso di Grifis con la principessa Charlotte. Durante il corso del film non mancano di certo le scene truculente e violente, quindi è bene fin da subito avvisare lo spettatore facilmente impressionabile.
Il film purtroppo dura troppo poco per potere narrare tutto quanto Miura ha inserito in questa prima parte della narrazione, quindi ci sono stati alcuni tagli di alcune parti, e sono state mantenute le parti più importanti, nulla di così traumatico, anche se ho trovato il tutto un po' troppo condensato. In virtù della poca durata, anche alcuni personaggi secondari saranno poco approfonditi in questo primo film, mentre i protagonisti assoluti e quindi i personaggi più approfonditi sono Gatsu e Grifis senza dubbio, mentre Caska ha delle parti un po' più ridotte, ma sarà sicuramente più protagonista nei prossimi due film, e mi auguro che lo stesso valga anche per gli altri personaggi.
Andiamo adesso al tanto discusso lato tecnico. Ebbene non trovo che il risultato sia cosi pessimo come ritengono in molti, la computer grafica è molto presente e di sicuro qualche volta va incontro a qualche scivolone di troppo, ma il risultato è molto godibile. Fa sempre un certo effetto vedere i personaggi sullo sfondo muoversi e non stare immobili completamente, come spesso capita di vedere in altre opere. Il risultato è lontano dalla perfezione, e può essere sempre migliorato, ma non è cosi tragico come invece mi aspettavo dai tanti pareri negativi.
Il sonoro è grandioso, il lavoro in questo caso è stato veramente eccellente, musiche epiche e veramente straordinarie.
Il film è un buon prodotto, non perfetto e ha bisogno di parecchie limature, ma come inizio non c'è male. Si spera che i prossimi due film possano migliorare il risultato finale, magari cercando di condensare meno la splendida storia del manga.
"Berserk Ougon Jidaihen I: Haou no Tamago" è il primo di una trilogia di tre film che narra quella che in Berserk è appunto la saga chiamata "L'età dell'oro", ovvero la parte di storia che vede il protagonista Guts unirsi all'Armata dei falchi, e le molte battaglie che combatte con loro fino ad arrivare al momento del sacrificio durante l'Eclissi.
In questo breve film, appena un ora e dieci minuti, assistiamo all'ingresso di Guts nella squadra, e ai primi successi sul campo, che portano il leader dell'esercito di mercenari, Griffith, a essere accettato tra i nobili, con grande sdegno di questi ultimi.
Il film procede velocemente, dando per scontato che lo spettatore conosca già i personaggi, e il contesto in cui si muovono, visto la totale mancanza di scene introduttive che ne spieghino i caratteri, motivazioni, e il resto di queste cose.
Tecnicamente è abbastanza ben riuscito, i disegni sono certamente molto curati, e le scene di guerra ben realizzate, veloci e coinvolgenti. Unico punto davvero dolente è la troppa CG, che male si amalgama al resto delle animazioni, e in alcuni casi è troppo legnosa, facendo sembrare il film una sorta di videogame poco curato. Ma si può chiudere un occhio, è un film realizzato per i fan del manga, e fa bene quello che deve fare: la parte della storia in questione è forse la parte migliore del manga, e arrivati alla fine del film c'è voglia di guardare immediatamente il seguito, grazie anche al finale cliffhanger.
Rimango dell'idea che poteva comunque essere realizzato meglio, con animazioni migliori, meno CG, o forse un minutaggio più lungo, che avrebbe permesso l'inserimento di qualche scena in più. Ma s, anche così non è male, almeno, nell'attesa biblica di un nuovo volume del manga, abbiamo qualcosa da fare, sperando anche che la realizzazione di questo film e il successo che riscuoterà possano dare una spinta al lavoro di Miura, portando finalmente a compimento la sua opera.
In questo breve film, appena un ora e dieci minuti, assistiamo all'ingresso di Guts nella squadra, e ai primi successi sul campo, che portano il leader dell'esercito di mercenari, Griffith, a essere accettato tra i nobili, con grande sdegno di questi ultimi.
Il film procede velocemente, dando per scontato che lo spettatore conosca già i personaggi, e il contesto in cui si muovono, visto la totale mancanza di scene introduttive che ne spieghino i caratteri, motivazioni, e il resto di queste cose.
Tecnicamente è abbastanza ben riuscito, i disegni sono certamente molto curati, e le scene di guerra ben realizzate, veloci e coinvolgenti. Unico punto davvero dolente è la troppa CG, che male si amalgama al resto delle animazioni, e in alcuni casi è troppo legnosa, facendo sembrare il film una sorta di videogame poco curato. Ma si può chiudere un occhio, è un film realizzato per i fan del manga, e fa bene quello che deve fare: la parte della storia in questione è forse la parte migliore del manga, e arrivati alla fine del film c'è voglia di guardare immediatamente il seguito, grazie anche al finale cliffhanger.
Rimango dell'idea che poteva comunque essere realizzato meglio, con animazioni migliori, meno CG, o forse un minutaggio più lungo, che avrebbe permesso l'inserimento di qualche scena in più. Ma s, anche così non è male, almeno, nell'attesa biblica di un nuovo volume del manga, abbiamo qualcosa da fare, sperando anche che la realizzazione di questo film e il successo che riscuoterà possano dare una spinta al lavoro di Miura, portando finalmente a compimento la sua opera.
Tanto se n'è parlato, tanti trailer sono stati rilasciati, tante notizie, tanto avevo premeditato e molto di tutto ciò presupponevo sarebbe stato negativo. In realtà no, il primo film della rivisitazione grafica di "Berserk" non mi ha deluso affatto, anzi, ha rilanciato quella passione per "Berserk" che, oramai per il tanto tempo trascorso e per la lentezza di Miura nel portare avanti la trama, iniziava ad afflosciarsi.
Graficamente i trailer mi avevano spaventato, ma era un falso abbaglio. Certo, ci sono dei punti in cui la CG fa davvero cilecca, vedi ad esempio Grifis e Charlotte sul cavallo bianco immerso con le zampe nelle acque di un fiume. Questa scena, in particolare, è davvero brutta, nauseante, sembra falsa, più falsa di un qualsiasi anime in 2D. Fortunatamente queste scene non sono moltissime e, qualora ci siano, generalmente vengono usate nei momenti d'azione - tra l'altro molti e tutti spettacolarmente truculenti - tanto che il movimento riesce a mascherare, praticamente, la cattiva grafica.
Dal punto di vista della trama va detto che questo film, o forse l'intera trilogia, è definitivamente destinata ai già amatori, a chi conosce bene "Berserk". Non credo abbia la volontà di trovare nuovi adepti, ma forse, più che altro, di risvegliare la passione dei vecchi e stanchi fan. Ciò che mi ha fatto pensare questo è stato il leggerissimamente abbozzato passato di Gatsu che viene mostrato per pochi minuti sotto forma di sogno. L'analessi è talmente stringata e sterile che non ha nessuna intenzione di mostrare a chi non conosce "Berserk" il trascorso e quindi anche il carattere, di rimando, di Gatsu, che dovrebbe essere il protagonista principale.
Il film presuppone, quindi, secondo il mio parere, che lo spettatore già conosca il carattere dei protagonisti, che difatti sono lasciati da parte non solo nell'introspezione, ma anche nella presenza (tutti tranne Grifis e Gatsu, per intenderci) per dare posto a una trama comunque sia spicciola, essendo l'opera di una sola ora e qualche decina di minuti di lunghezza. Anche questo punto mi è oscuro: perché mai creare un'opera tanto breve, con il rischio di dovere scartare parti importanti del relativo manga?
Si spera, dunque, che il secondo film riesca a inoltrarsi maggiormente nella Squadra dei Falchi, anche se, dal trailer, appare anch'esso denso di avvenimenti e azione e quindi, qualora durasse tanto quanto questo, dubito che gli autori riusciranno a farci entrare anche un po' di psicologia. Probabilmente gli altri membri del gruppo, che nel manga hanno un certo peso, rimarranno comparse come in "Berserk Ougon Jidaihen I".
La trama è stata comunque sezionata bene. Il primo film termina, infatti, con un bel discorso del Falco, accompagnato da un pre-finale ricco di sangue e tristezza.
Critica finale: non ho gradito il Zodd trasformato che parla senza che le mascelle si muovano. Non ho, onestamente, compreso se si volesse farlo sembrare una sorta di ventriloquo o cos'altro.
Graficamente i trailer mi avevano spaventato, ma era un falso abbaglio. Certo, ci sono dei punti in cui la CG fa davvero cilecca, vedi ad esempio Grifis e Charlotte sul cavallo bianco immerso con le zampe nelle acque di un fiume. Questa scena, in particolare, è davvero brutta, nauseante, sembra falsa, più falsa di un qualsiasi anime in 2D. Fortunatamente queste scene non sono moltissime e, qualora ci siano, generalmente vengono usate nei momenti d'azione - tra l'altro molti e tutti spettacolarmente truculenti - tanto che il movimento riesce a mascherare, praticamente, la cattiva grafica.
Dal punto di vista della trama va detto che questo film, o forse l'intera trilogia, è definitivamente destinata ai già amatori, a chi conosce bene "Berserk". Non credo abbia la volontà di trovare nuovi adepti, ma forse, più che altro, di risvegliare la passione dei vecchi e stanchi fan. Ciò che mi ha fatto pensare questo è stato il leggerissimamente abbozzato passato di Gatsu che viene mostrato per pochi minuti sotto forma di sogno. L'analessi è talmente stringata e sterile che non ha nessuna intenzione di mostrare a chi non conosce "Berserk" il trascorso e quindi anche il carattere, di rimando, di Gatsu, che dovrebbe essere il protagonista principale.
Il film presuppone, quindi, secondo il mio parere, che lo spettatore già conosca il carattere dei protagonisti, che difatti sono lasciati da parte non solo nell'introspezione, ma anche nella presenza (tutti tranne Grifis e Gatsu, per intenderci) per dare posto a una trama comunque sia spicciola, essendo l'opera di una sola ora e qualche decina di minuti di lunghezza. Anche questo punto mi è oscuro: perché mai creare un'opera tanto breve, con il rischio di dovere scartare parti importanti del relativo manga?
Si spera, dunque, che il secondo film riesca a inoltrarsi maggiormente nella Squadra dei Falchi, anche se, dal trailer, appare anch'esso denso di avvenimenti e azione e quindi, qualora durasse tanto quanto questo, dubito che gli autori riusciranno a farci entrare anche un po' di psicologia. Probabilmente gli altri membri del gruppo, che nel manga hanno un certo peso, rimarranno comparse come in "Berserk Ougon Jidaihen I".
La trama è stata comunque sezionata bene. Il primo film termina, infatti, con un bel discorso del Falco, accompagnato da un pre-finale ricco di sangue e tristezza.
Critica finale: non ho gradito il Zodd trasformato che parla senza che le mascelle si muovano. Non ho, onestamente, compreso se si volesse farlo sembrare una sorta di ventriloquo o cos'altro.
Il primo capitolo di una delle trilogie più attese del 2012 si mostra ai giapponesi il 4 febbraio, sul grande schermo, inaugurando l'inizio di un progetto su larga scala, di cui i tre film non costituiscono che la prima parte (l'arco dell'Età dell'oro). Si considera infatti che l'intera produzione dovrebbe coprire le vicende del manga di Miura fino alla sua agognata conclusione.
L'uovo del re conquistatore ripercorre la trama del fumetto a partire dal terzo volume, e ovviamente quella della stessa versione animata del 1997-98, rimanendo particolarmente fedele a entrambe le edizioni. Ritroveremo quindi molte sequenze che richiameranno immediatamente alla memoria molti particolari della serie a episodi, quasi assistessimo a una sorta di mero rimodernamento di quest'ultima. E parlando di rinnovamenti, è indiscutibile che la presentazione grafica sia uno dei lati su cui si possa dibattere più a lungo.
Sappiamo bene quanto lo Studio 4°C sia rinomato per avere da sempre adottato tecniche d'avanguardia nella produzione delle proprie opere: in Jidaihen la grafica digitale è parecchio presente, e si vede. La scena d'apertura ci catapulta su un campo di battaglia che rivela immediatamente il largo uso di digitale e di motion capture. Contro le aspettative, il prodotto di questo miscuglio non è sempre rifinito al meglio, e lo si nota specialmente su campi lunghi e totali, con figure umane dalle movenze spesso sgraziate. Ma non di rado, se restringiamo ancora il campo, è la mancanza di espressività dei personaggi in secondo piano a destare qualche perplessità: alcuni daranno l'impressione di essere completamente imbambolati.
Molto più efficace del cel-shading di fondo è l'utilizzo della mocap che, specialmente durante i combattimenti ravvicinati - molto presenti, per la nostra gioia -, assicura una certa spettacolarità d'azione.
Per fortuna la persistenza di uno stile grafico imperfetto non compromette una visione che si scopre man mano più stimolante grazie a una regia e a una sceneggiatura notevoli, che arricchiscono il già di per sé appassionante resoconto dell'arruolamento di Gatsu tra le fila dei Falchi e del vincolo instaurato con Grifis. L'unica vera pecca riguardante la narrazione può essere costituita dalla rapidità con cui i fatti determinanti si succedono, lasciando decisamente poco spazio all'approfondimento dei personaggi: pur ammettendo che l'opera sia in qualche modo destinata a chi, di questi, conosca già morte e miracoli, potrà dispiacere notare che la sua durata superi di poco i sessanta minuti, e che pertanto uno sforzo in più nella presentazione dei protagonisti si sarebbe potuto compiere, raggiungendo almeno l'ora e mezza. A farceli meglio riconoscere saranno comunque le ottime interpretazioni di un rinnovato cast di doppiatori (alcuni debuttanti).
A prescindere da un apparato tecnico lodevole ma non ancora all'altezza delle aspettative, e da una rappresentazione incalzante ma frettolosa, nella speranza di un'evoluzione via via maggiore da parte dei prossimi capitoli, la prima tappa di questa nuova ricostruzione costituisce certamente un appuntamento importante per tutti gli appassionati del celebre titolo horror-fantasy.
L'uovo del re conquistatore ripercorre la trama del fumetto a partire dal terzo volume, e ovviamente quella della stessa versione animata del 1997-98, rimanendo particolarmente fedele a entrambe le edizioni. Ritroveremo quindi molte sequenze che richiameranno immediatamente alla memoria molti particolari della serie a episodi, quasi assistessimo a una sorta di mero rimodernamento di quest'ultima. E parlando di rinnovamenti, è indiscutibile che la presentazione grafica sia uno dei lati su cui si possa dibattere più a lungo.
Sappiamo bene quanto lo Studio 4°C sia rinomato per avere da sempre adottato tecniche d'avanguardia nella produzione delle proprie opere: in Jidaihen la grafica digitale è parecchio presente, e si vede. La scena d'apertura ci catapulta su un campo di battaglia che rivela immediatamente il largo uso di digitale e di motion capture. Contro le aspettative, il prodotto di questo miscuglio non è sempre rifinito al meglio, e lo si nota specialmente su campi lunghi e totali, con figure umane dalle movenze spesso sgraziate. Ma non di rado, se restringiamo ancora il campo, è la mancanza di espressività dei personaggi in secondo piano a destare qualche perplessità: alcuni daranno l'impressione di essere completamente imbambolati.
Molto più efficace del cel-shading di fondo è l'utilizzo della mocap che, specialmente durante i combattimenti ravvicinati - molto presenti, per la nostra gioia -, assicura una certa spettacolarità d'azione.
Per fortuna la persistenza di uno stile grafico imperfetto non compromette una visione che si scopre man mano più stimolante grazie a una regia e a una sceneggiatura notevoli, che arricchiscono il già di per sé appassionante resoconto dell'arruolamento di Gatsu tra le fila dei Falchi e del vincolo instaurato con Grifis. L'unica vera pecca riguardante la narrazione può essere costituita dalla rapidità con cui i fatti determinanti si succedono, lasciando decisamente poco spazio all'approfondimento dei personaggi: pur ammettendo che l'opera sia in qualche modo destinata a chi, di questi, conosca già morte e miracoli, potrà dispiacere notare che la sua durata superi di poco i sessanta minuti, e che pertanto uno sforzo in più nella presentazione dei protagonisti si sarebbe potuto compiere, raggiungendo almeno l'ora e mezza. A farceli meglio riconoscere saranno comunque le ottime interpretazioni di un rinnovato cast di doppiatori (alcuni debuttanti).
A prescindere da un apparato tecnico lodevole ma non ancora all'altezza delle aspettative, e da una rappresentazione incalzante ma frettolosa, nella speranza di un'evoluzione via via maggiore da parte dei prossimi capitoli, la prima tappa di questa nuova ricostruzione costituisce certamente un appuntamento importante per tutti gli appassionati del celebre titolo horror-fantasy.