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XEMNIOS

Episodi visti: 75/75 --- Voto 6,5
Inizialmente mi stava prendendo, poi alla lunga ha cominciato a diventare monotono: le partite tutte uguali che si risolvono all'ultimo secondo, e sempre per un solo punto di distacco, personaggi che ottengono superpoteri dal nulla e giocano da soli contro tutti, rendendo i compagni inutili. In più non c'è un protagonista, visto che Kuroko è assente, è molto più protagonista Kagami.
Unico pregio: la caratterizzazione dei personaggi davvero ottima. Per fortuna, gli episodi non sono moltissimi, altrimenti avrebbe stancato più del dovuto e non l'avrei concluso.
Ultima critica: è tutto troppo prevedibile e telefonato, ogni azione si capisce già come proseguirà, si sa già da subito chi avanzerà di turno, tanto che ho indovinato tutti gli accoppiamenti del torneo ancora prima che iniziasse.


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Utente6010

Episodi visti: 75/75 --- Voto 4,5
Dopo aver visto al cinema il film "The First Slam Dunk", mi è tornata voglia di guardare una serie che parlasse di basket... e mi sono imbattuto in questo "Kuroko no Basket".

Il comparto tecnico è nella norma, niente di straordinario, con alcuni episodi nettamente meglio di altri. I disegni talvolta sono infatti fastidiosamente brutti, sproporzionati e sgraziati. Lo stesso vale per le animazioni, che in alcuni frangenti sono davvero orribili e poco dinamiche, cosa abbastanza grave per uno spokon.

La serie parte abbastanza bene, i personaggi sono abbastanza gradevoli, il livello di credibilità dell'intero prodotto è basso, ma non al punto da risultare fastidioso, e comunque non mi aspettavo certo un documentario. Sfortunatamente, con il progredire degli episodi, l'aspetto "fantastico" (forse avrei dovuto utilizzare il termine "supereroistico" o "soprannaturale") diventa sempre più rilevante ed estremo, e le partite diventano un'accozzaglia di colpi speciali, mentre la credibilità va bellamente a farsi friggere. L'anime si trascina per tre stagioni tra insulsaggini, qualunquismi, risultati scontati, partite decise sempre all'ultimo secondo, costante 'power creep'... ma soprattutto palloni invisibili, giocatori che praticamente volano, altri che prevedono il futuro, gente che tira col 100% da sotto il proprio canestro, 'tricche tracche', bombe a mano, la sagra dell'effetto speciale... e poco, pochissimo basket "vero". E quel poco spesso è anche fatto male, al punto da chiedersi se Fujimaki (l'autore) abbia mai messo piede in un campo da pallacanestro, con giocatori veri, strategie vere, tecniche vere.
Questo anime sta al basket come "Shaolin Soccer" sta al calcio, o "Dragonball" alle arti marziali.
Insomma, un prodotto mediocre di cui sinceramente non si sarebbe sentita la mancanza, e di cui avrei fatto volentieri a meno... non fosse per la compulsione che mi porta a finire ogni serie che inizio, probabilmente l'avrei mollato al termine della prima stagione. O anche prima.

Nota mia personale: giuro che non capirò mai la necessità insopprimibile che hanno gli autori giapponesi di rappresentare lo sport come un enorme videogioco pieno di effetti speciali. Una serie sullo sport realizzata in modo serio, realistico, competente, tecnico il giusto rappresenterebbe la vera novità, e non dubito che attrarrebbe parecchi consensi ed estimatori. Dopotutto, nel mondo reale persino uno sport come il curling riesce ad attrarre appassionati.


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Verdiana500

Episodi visti: 25/75 --- Voto 8
E' un anime che mi ha lasciato tante emozioni e soprattutto carico di adrenalina. Il basket giocato non è propriamente verosimile (le giocate principali sono spaziali, antigravitazionali, irreali proprio, ma 'stra-fighissime'), e, nonostante fosse così fittizio (di solito i manga sportivi irreali non riescono a coinvolgermi più di tanto), è stato un anime che è riuscito comunque a travolgermi realmente, e anche tanto. Ho adorato la carica e la soddisfazione, o la tristezza, che mi ha lasciato ogni partita vinta, o persa. L'ho ritenuto molto appassionante, e ho fatto il tifo per la Seirin con tutta me stessa. I personaggi sono fantastici (uno più 'figo' dell'altro), e mi è piaciuta la loro caratterizzazione. Inoltre, il tema stra-trattato del 'non mollare mai', sebbene sia scontato, è comunque, per me, molto efficace.


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Tacchan

Episodi visti: 75/75 --- Voto 7,5
“Kuroko no Basket” parte sfruttando un’idea abbastanza poco credibile, ovvero la presenza di un giocatore invisibile che riesce con la sua abilità a modificare le sorti dell’incontro. Per quanto mi risulti assurda, non è niente con quello che mostrerà più avanti, con momenti in cui più che una partita di basket mi sembra di vedere un combattimento di “Dragonball”. Nessuno si picchia, non preoccupatevi, la sfida rimane a suon di canestri, tuttavia è un susseguirsi di super-mosse, potenziamenti e cose di questo tipo. Il concetto non è nuovo per gli anime sportivi giapponesi, ma “Kuroko no Basket” lo esalta all’ennesima potenza. Acquisita e chiarita questa propensione, ci troviamo davanti a un anime che vale la pena di seguire?

Prima di proseguire, occhio che alcuni potrebbero sembrare vaghissimi spoiler, ma mi serve accennare ad alcune cose per porre dalle basi alle critiche che muoverò.

La prima stagione parte secondo la mia opinione in modo abbastanza piatto e scontato, fatica a costruire in modo convincente dei personaggi sufficientemente empatici e carismatici, ed è un susseguirsi di partite vinte grazie soltanto alle due nuove fenomenali matricole, che, quando si accendono, non ce ne è più per nessuno. Tutto il resto è più o meno ininfluente, e nemmeno c’è un reale pathos negli scontri: vittoria a oltranza, senza troppa storia. Pertanto la boccerei, se non fosse che comunque ci sono momenti in cui le partite diventano coinvolgenti e, soprattutto nella seconda parte, l’anime decide finalmente di dedicarsi maggiormente ai personaggi secondari e di creare un paio di antagonisti di un certo spessore. In particolare lo scontro che chiude la stagione è piuttosto appassionante, finché regge, anche se non ho apprezzato il fatto che, quando le cose vanno male, c’è sempre una scusa, come un infortunio o altro.
Il ritmo narrativo rimane sempre molto incalzante, con una narrazione che si concentra sulle partite, che non si trascinano mai troppo a lungo. Questo lo trovo un pregio che mitiga le altre forzature, perlomeno non accade mai che mi annoi davvero, nonostante l’esito delle partite risulta scontato sin dal loro inizio: ok, saprò chi vince, ma sono sempre curioso di capire come questo accade.

La prima stagione di “Kuroko no Basket” raggiunge per quel che mi riguarda la sufficienza, fa quanto basta per non farmela ‘droppare’, ma ho visto per ora serie sportive di maggior valore. Sono comunque ottimista che quanto mostrato negli episodi finali porti a una seconda stagione migliore.

Attenzione: il seguente paragrafo analizza la parte di storia che va dall'episodio 25 all'episodio 50. Potrebbe contenere spoiler

Questa seconda stagione di “Kuroko no Basket” l’ho trovata molto più convincente della prima e credo che il merito sia di Tappei o, meglio, di quanto porta alla narrazione l’arrivo di Tappei. Di fatto si tratta di uno scostamento dal mero binomio Tetsuya-Taiga e di un maggior focus sull’intera squadra, con un paio di personaggi che emergono e rendono le partite più varie e verosimili. Allo stesso tempo crescono in modo convincente gli antagonisti, che a loro volta acquisiscono una squadra vera e propria, e non ci si limita a partite dove è soltanto uno il giocatore a fare la differenza. Per cui un po’ meglio, sebbene rimane la tendenza a risolvere i momenti critici con gli “one-man show”, che, quando ingranano, diventano inavvicinabili e infallibili. A tal proposito si segnala come siano spuntati i Super Saiyan, ovviamente in salsa basket, ma il concetto rimane quello.

Questa seconda stagione è riuscita a coinvolgermi maggiormente e non solo per quanto mostrato sul campo, che comunque è più appassionante e incerto, ma anche grazie a un lodevole lavoro introspettivo e di allargamento del cast di personaggi, che ora risulta molto più omogeneo e vario. Nonostante l’esito delle partite sia evidente sin dall’inizio, visto che le premesse richiedono che la squadra protagonista vada avanti nelle manifestazioni e arrivi perlomeno in finale, è un piacere vedere le contromisure e le nuove super-mosse, o come i meno dotati abbiano il loro spazio e nel loro piccolo facciano la differenza. Si tratta anche in questo caso principalmente di un susseguirsi di partite, con pochissimo spazio per altri intermezzi, ma personalmente è una caratteristica che trovo piuttosto un pregio che un difetto.

Ho anche notato una realizzazione tecnica più convincente, supportata da un character design che mostra personaggi che strizzano l’occhio anche al pubblico femminile.
“Kuroko no Basket 2” lo trovo un netto miglioramento rispetto alla sua prima incarnazione: ha più spessore, è realizzato con maggior cura e mantiene tutto quanto, e non era moltissimo, avevo apprezzato. Seguirò con maggior entusiasmo la terza stagione.

Attenzione: il seguente paragrafo analizza la parte di storia che va dall'episodio 50 all'episodio 75. Potrebbe contenere spoiler

“Kuroko no Basket” si chiude con una stagione che si pone come mio personale gradimento tra la seconda e la prima.

Non mantiene tutte le buone premesse che la seconda le aveva regalato, e il motivo credo sia principalmente per una mancanza di antagonisti adeguati a quelli che ci erano già stati presentanti. I due componenti della generazione dei miracoli mancanti all’appello si dimostrano ben meno convincenti e carismatici dei loro predecessori, il settimo componente, uscito da nulla, è del tutto pretestuoso. Le abilità di tutti si spingono fino all’inverosimile, con il potere “dell’occhio dell’imperatore” che risulta quasi ridicolo. Anche in questo caso si giustificano le sconfitte con infortuni o con altri mezzi che apprezzo sempre poco, in modo da non scontentare troppo i fan di uno o dell’altro personaggio. Nonostante ci sia spazio un po’ per tutta la squadra, i dislivelli tra i protagonisti e i comprimari vanno di nuovo a creare un solco simile a quello della prima stagione.

Sembrerebbe quindi che tutto sia un disastro, in realtà ho apprezzato in particolare una parte della stagione, che coincide con un flashback di qualche puntata, con tanto di sigla ad hoc, totalmente dedicato alla generazione dei miracoli, in cui si mostra il formarsi, la crescita e la distruzione virtuale di tale formazione. Devo ammettere che questa parte è tremendamente interessante, soprattutto nella sua parte iniziale, e regala un tocco di introspezione che mancava.

Per quel che riguarda il basket giocato, nonostante i paradossi e i poteri raggiungano livelli ancor più esagerati, le partite rimangono coinvolgenti e appassionanti, sebbene ho trovato le mosse e le contromisure meno convincenti e geniali. Il finale è adeguato alle aspettative e non riserva alcuna sorpresa, dando ai fan quello che volevano.

Non nego che mi aspettavo nel complesso qualcosa in più, e devo constatare come questa terza stagione sia un passo indietro, ma, ricordando come era iniziato l’anime, sono soddisfatto di avere investito il mio tempo nella sua visione. Non la ricorderò come una delle migliori serie sportive che ho visto, ma con le dovute premesse mi sento di consigliarla a chi ama il genere.


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PaterMundi

Episodi visti: 75/75 --- Voto 10
Dopo aver visto tutti e settantacinque gli episodi delle tre stagioni, posso assegnare senza remore il massimo dei voti a questo anime. Non illustrerò la trama, visto che è facilmente reperibile, ma esporrò il mio punto di vista.

Ho visto relativamente pochi spokon, ma "Kuroko no Basket" si allontana abbastanza da tutti gli stereotipi del genere, così da poter essere tranquillamente considerato come un anime molto originale e degno di essere visto e seguito.
L'autore, Tadatoshi Fujimaki, prende come riferimento un giocatore mingherlino, semplice e remissivo, che cerca di affermare, durante tutto l'anime, un suo ideale di basket, non solo all'interno del suo club, ma anche cercando di "regolare i conti" con la cosiddetta "generazione dei miracoli". Pertanto questo personaggio principale, Kuroko, si allontana già dal classico personaggio principale degli spokon, di solito tenace, deciso, grintoso, per avvicinarsi più a una caratterizzazione a 360º, con momenti in cui vediamo Kuroko assolutamente abbattuto e sconsolato, e momenti in cui riesce invece a risollevarsi. Questa caratterizzazione consente una profonda immedesimazione col personaggio. Tutti noi potremmo essere Kuroko, essendo quest'ultimo un soggetto con medie abilità, con una personalità abbastanza comune.

In questo anime non troverete vittorie scontate o una scalata verso il successo semplice o fatta di semplici ostacoli. Ogni puntata è utile, anzi essenziale per comprendere appieno l'anime. Non vi sono inutili riempitivi. Ci saranno cocenti delusioni che senz'appello termineranno i sogni di Kuroko, nonostante a momenti la vetta sportiva sembri vicina. Questo sicuramente incentiva la visione, in quanto non ci sarà puntata che non vi stimoli a vedere la successiva.

Per quanto riguarda l'ultimo aspetto per cui secondo me questo anime merita 10, ciò è profondamente soggettivo, può pertanto piacere come non piacere: gli scontri con le altre squadre durante i vari tornei sono caratterizzati da vera e propria epica, la concentrazione massima degli atleti (chiamata zone), i colpi e le mosse caratteristiche dei personaggi, il modo in cui vengono affrontate le varie rivalità richiamano scontri epici, e le animazioni sono piene di simbolismi che addirittura avvicinano questo spokon a uno shonen. Per esempio si caratterizzano alcuni personaggi, in momenti particolari del match, con un'aura o un certo dribbling con un effetto di illusione ottica, oppure uno scontro dove il contorno (magari il campo e il pubblico) viene meno con una concentrazione totale sul momento psichico in cui i due atleti si ritrovano.
In pratica, piuttosto che far vivere un match così come lo si potrebbe vedere in TV, l'autore concentra l'attenzione sulla percezione individuale soggettiva dei singoli protagonisti della singola azione sportiva che viene condotta in campo.

Non esistono 10 che possono essere attributi secondo me in senso oggettivo. Per cui è normale che un 10 comprende anche le emozioni suscitatemi in concreto da questo anime, che possono essere diverse in ognuno di voi lettori. Per cui vi invito semplicemente a vederlo e a farvi una vostra opinione.


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fedelic

Episodi visti: 75/75 --- Voto 9
E' una serie anime composta da venticinque episodi di durata canonica.

Trama: la vicenda incomincia con il nostro protagonista, Kuroko Tetsuya, che si iscrive al club di basket del liceo Seirin, scuola appena aperta da un anno e quindi neonata. La scuola da dove arriva Kuroko è molto particolare, perché lui ha fatto parte della squadra della generazione dei miracoli, composta da giocatori con talenti che nascono ogni dieci anni, che hanno vinto per tre anni di fila i campionati delle medie. Dopo i tre anni tutti sono andati in scuole diverse. Tornando all'ingresso del club, Kuroko incontra Kagami, altro personaggio importante, con cui si legherà fortemente e cercherà di battere la generazione dei miracoli, insieme ai loro senpai. Questa prima stagione tratta il loro cammino fino all'Inter High. Questa è sommariamente la trama, non dico nient'altro perché sarebbe un inutile spoiler, e credo che, dicendovi di più, il coinvolgimento ne risentirebbe.

I punti a favore della serie sono i seguenti: i personaggi del Seirin mi sono piaciuti tutti, dal capitano Yuuga (che soffre di doppia personalità, diciamo così) a Mitobe (il taciturno della squadra); ognuno ha un determinato carattere che porta ad avere una squadra bella affiatata. Kagami mi piace per il suo carattere combattivo, che lo aiuterà a vincere le sfide che gli si pareranno davanti; anche Kuroko ha un carattere che mi piace, perché, anche se è molto calmo e sembra che sia inespressivo, gli piace molto giocare a basket.
Anche i ragazzi della generazione dei miracoli, i tre visti, mi sono piaciuti, chi più chi meno. Quello che ho adorato di più è Aomine che, conscio delle sue mostruose capacità, quando incontra un avversario sufficientemente degno di lui, tira fuori la bestia che cela dentro di sé (basti vedere la sua faccia nella partita contro Kise alla fine della serie).
Un punto che ha un peso molto alto nella valutazione sono le sfide "one on one" tra i giocatori più forti: le ho adorate, perché sono state fatte, da un punto di vista grafico, in maniera sublime, e rendevano la dinamicità del momento.
Anche le gag del Seirin nei vari ritiri d'allenamento sono state molto carine, quante risate che mi sono fatto!

Quindi, di punti a sfavore non ne ho trovato quasi nessuno, e risultano surclassati dai pregi della serie, tra cui cito anche le sigle di apertura, che ho adorato entrambe, anche se la seconda ha quel qualcosa in più che rende la voglia di raggiungere un obbiettivo (in tema con quello che tratta l'anime).
Quindi il mio voto finale è un 9, con tanta voglia di vedermi le altre due stagioni che mancano. Spero che anche voi, come me, apprezziate questa serie anime e ne siate coinvolti, come lo sono stato io, per quanto riguarda le partite di basket.

Attenzione: il seguente paragrafo analizza la parte di storia che va dall'episodio 50 all'episodio 75. Potrebbe contenere spoiler

E' una serie anime composta da venticinque episodi di durata canonica e terza stagione di "Kuroko no Basket".

Per quanto riguarda la trama, c'è poco da aggiungere, si ricomincia da dove ci siamo lasciati nella seconda stagione.
Battute la Touou e la Yosen, il liceo Seirin dovrà vedersela con i rimanenti della generazione dei miracoli, in particolar modo Kise e successivamente Akashi. Non voglio aggiungere altro alla trama, perché non c'è altro da dire, quello su cui mi voglio concentrare sono le sensazioni che mi ha lasciato questa terza stagione di questo stupendo anime.
In ogni singola partita il coinvolgimento agonistico è molto forte, dovuto al fatto che i giocatori del Seirin e i loro avversari hanno dato sempre il massimo di loro stessi nel cercare di vincere ogni singola partita, nel tentativo di diventare i numeri uno del Giappone. Inoltre, in ogni partita, vediamo una crescita costante dei nostri beniamini che, nonostante le difficoltà che incontrano, riescono sempre a rialzarsi e a migliorarsi in continuazione, in particolar modo Kagami e Kuroko. Loro due sono quelli che hanno avuto la maggior crescita agonistica, dettata dalla voglia di non voler più far soffrire i compagni di squadra per una sconfitta bruciante, come quella della prima stagione contro la Touou. In modo particolare ho apprezzato Kuroko, che non ha mai gettato la spugna, anche quando tutto sembrava perduto, perché ha sempre tenuto fede al suo ideale di basket: giocare per la squadra. È tale ideale che lo porterà a raggiungere i risultati ottenuti, inoltre è riuscito a inculcare anche in Kagami questo pensiero, e ciò ha rappresentato un punto di svolta nella sua mostruosa crescita a livello atletico, che avviene in un momento cruciale per la squadra.

Animazioni: come sempre impeccabili, lasciano trasudare la dinamicità degli scontri da tutti i pori, riempiendo lo schermo, e sono proprio loro a coinvolgerti emotivamente, catapultandoti nella partita. L'ultima partita del Seirin è quella che ho amato di più, è stata la partita delle partite, uno scontro tra titani dove i nostri eroi hanno toccato l'apice del loro talento e della loro forma. Pazzesco è anche il tifo che viene fatto per le squadre, coinvolgente, che rispecchia l'agonismo della gara (anche io stavo per gridare "Seirin, Seirin" per incitare la squadra!) e, come nel calcio, è stato non il dodicesimo uomo, come nel calcio, ma piuttosto il sesto uomo (quando Kuroko è in campo, ovviamente) che ha ridato vigore a una squadra che sembrava spacciata; fantastici sono stati gli avversari sconfitti dalla Seirin, che hanno fatto il tifo per loro, un vero esempio di fair play.

Temi: i temi trattati sono stati molto profondi, basti pensare al flashback su come è nata la generazione dei miracoli. Questo flashback ci fa capire il perché i giocatori della generazione dei miracoli, che giocavano a basket divertendosi, si sono trasformati in esseri dai cuori di ghiaccio e spietati guerrieri, il cui obiettivo è solo la vittoria. Comunque, quel cuore di ghiaccio è stato sciolto con l'ideale di basket di Kuroko che, nei vari scontri tra i giocatori della generazione dei miracoli, li fa ricredere sul loro ideale di basket, che è limitato al contare solo su sé stessi, ed è distorto. I vari scontri con Kuroko li faranno cambiare, e comprenderanno che bisogna anche sapersi fidare degli altri e contare sulle loro forze, anche se siamo molto forti. La dimostrazione più evidente di questo cambiamento è il pianto di Aomine durante la partita di Kuroko contro Akashi (non ha prezzo), che capisce l'errore commesso e ripensa alle decisioni passate (in particolare su Kuroko). I temi presi in considerazione da questa serie sono molti, e considerarli tutti sarebbe impossibile, spero che guardando questa serie li possiate cogliere appieno.

Insomma, come avrete capito, sono stato affascinato da questa serie, sia per i temi trattati sia per gli scontri emozionanti a cui ho assistito. Questa serie credo sia da inserire tra i "must see", perché è veramente bella. Inoltre, credo che agli appassionati di basket piacerà questa serie (tenendo a mente che è una serie anime, quindi può anche non rappresentare fedelmente la realtà, sappiatelo bene), ma anche a chi non ha avuto mai modo di giocarci, come me (che ora ho una voglia matta di imparare, pensate voi!).
Il mio voto finale è un 9, come le altre serie precedenti, per i motivi detti.
Come mi sono sentito quando tutto era finito? Veramente triste, è sceso in me un senso di nostalgia, per qualcosa che è finito ed è stato bello vedere, che ha lasciato qualcosa dentro di te (lo so, tutto sembra essere troppo sdolcinato, ma è come mi sono sentito).
Avrei davvero voluto assistere al loro cammino fino alla fine del liceo, ma non si può avere tutto. Credo che questa sarà, d'ora in avanti, una delle mie serie preferite.
Sayonara Seirin, continua a combattere per rimanere la numero uno.

Buona visione!


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Lady Mei-Chan

Episodi visti: 25/75 --- Voto 9
Non sono mai stata una grande appassionata di anime sportivi, o sport in generale, ma "Kuroko no Basuke" mi ha spiazzata su tutti i fronti. La trama non è certo complessa, ma le partite sono straordinarie, al punto di riuscire a coinvolgere e stupire continuamente lo spettatore con delle giocate pazzesche e dei colpi di scena continui.

"La generazione dei miracoli": si sentirà spesso parlare di questi cinque ragazzi prodigio, ma in realtà sono sei, e il fantomatico sesto uomo è proprio il nostro protagonista, Kuroko. A prima vista sembra un ragazzo normale, e nessuno direbbe mai che è un giocatore di basket, ma in realtà nasconde una forza tale da poter ribaltare le partite, e con lui in campo è tutta un'altra storia.
L'anime inizia con il reclutamento di giocatori per la squadra di basket del Seirin: qui si iscrive Kuroko e un altro ragazzo ugualmente interessante, Kagami.

La cosa che mi ha colpito di "Kuroko no Basuke" è il fatto che presenti moltissimi personaggi, ma che questi siano sempre diversi l'un l'altro. Nessun personaggio ha lo stesso carattere, o le stesse caratteristiche fisiche di un altro. Senza contare il fatto che ognuno ha un'abilità propria. Nell'istituto Seirin, oltre ai due protagonisti, sono ovviamente presenti altri giocatori, sia matricole che senpai. Ho molto apprezzato che quest'ultimi siano ben caratterizzati, e che comunque si trovino all'altezza, o quasi, dei protagonisti. Anche se all'inizio pensavo che al centro dell'attenzione ci sarebbero stati sempre e solo Kuroko e Kagami, non è stato affatto così. I senpai sono riusciti a dimostrarsi all'altezza della situazione molte volte, per non parlare del fatto che abbiano un ottimo background. Sono riusciti in qualche modo a farmi affezionare a loro, pur non essendo i veri e propri protagonisti. Primo di questi, Hyuga, il capitano. Lui ha senza dubbio ottime qualità, per non parlare del fatto che riesce a mettere a segno un canestro anche nei momenti di maggiore tensione, quasi come se non sentisse la pressione. Izuki, invece, ha un'abilità particolare, e cioè il poter vedere il campo dall'alto sapendo in ogni momento dove si trovino i suoi avversari e i suoi alleati; anche lui è un ottimo personaggio. E quello che ho trovato più divertente, Mitobe: silenzioso, e a volte inquietante, insegnerà un paio di cose importanti a Kagami.
Un altro personaggio ben caratterizzato? Ovviamente il coach. Quale squadra può funzionare senza? Sarà interessante scoprire che il coach della squadra è Riko Aida, e cioè una ragazza. Lei si dimostra una grande allenatrice.
Gli avversari più interessanti sono sicuramente i ragazzi della Generazione dei miracoli. Questi, oltre a un'incredibile bravura nel basket, avranno tutti una loro qualità, qualcosa in cui siano particolarmente bravi. Oltre a loro, si presenteranno anche molti altri ragazzi di un'incredibile bravura, e tutti sempre con qualche abilità particolare, che rende tutto più interessante. Forse, il personaggio che più ho apprezzato oltre i protagonisti, è stato Kise. Lui era appunto uno della Generazione dei miracoli. Ammetto di averlo parecchio sottovalutato, dato che verso gli episodi finali supera di gran lunga le mie aspettative, e durante un match che mi ha lasciato letteralmente a bocca aperta.
Kuroko e Kagami, invece, mi sono piaciuti fin dall'inizio. Entrambi sono straordinari, e se poi giocano insieme diventano quasi invincibili. Certo, entrambi hanno dei punti deboli, ma penso che questo valga per tutti.

Ho particolarmente apprezzato la grafica. Infatti, rappresenta un punto forte dell'anime, poiché riesce a rendere al meglio ogni scena. Le ambientazioni non saranno tantissime, per la maggior parte si tratterà di campi da basket e scuole, ma anche così sono rimasta soddisfatta. Invece, mi ha proprio colpita il doppiaggio, soprattutto quello di Kuroko, ma in generale tutti i doppiatori sono apprezzabili. Le colonne sonore rendono tutto più emozionante, utilizzate nei momenti giusti riescono a dare la carica. Qui ne hanno usate di diverse, ma non ce n'è stata una che non abbia apprezzato. Opening ed ending non le ho saltate una volta, sono stupende sia per immagini che per musica.

In conclusione, "Kuroko no Basuke" è un anime incredibile che riesce a coinvolgerti nella partita, facendoti esultare ad ogni canestro. Non sai mai cosa potrebbe succedere. Vinceranno o perderanno? Mai sottovalutare un giocatore e mai dare per scontato il risultato, poiché potrebbe accadere l'inimmaginabile. I colpi di scena non mancano, e ogni partita è diversa dall'altra. Come se non fosse già abbastanza, riesce a coinvolgerti anche in partite in cui i protagonisti non sono presenti. Per tutto questo, il mio voto è 9.
Lo consiglio vivamente agli amanti del genere, ma anche a chi come me non se ne intende di sport.

Attenzione: il seguente paragrafo analizza la parte di storia che va dall'episodio 50 all'episodio 75. Potrebbe contenere spoiler

Sono felice di poter dire che questa terza stagione di "Kuroko no Basket" si dimostri al pari delle altre. Ogni partita è un susseguirsi di colpi di scena, e non puoi fare a meno di fare il tifo per i tuoi beniamini. La cosa che ho sempre amato di "Kuroko no Basket" è che, nonostante una partita possa durare diversi episodi, non annoia mai, anzi, continua a sorprendere lo spettatore e a tenerlo carico e incollato allo schermo. Mi è capitato più di una volta di restare sorpresa dal finale di una partita, poiché questo non è mai scontato: tutto potrebbe accadere.

La trama riprende da dove aveva lasciato la seconda stagione, e cioè dalle semifinali della Winter Cup. Mi è piaciuto il poter assistere anche alle altre partite, e non solo a quelle dei protagonisti. Questa stagione, però, non è caratterizzata solo da partite di basket, ma, attraverso dei flashback, ci fa conoscere a fondo "la generazione dei miracoli" e chiarisce quei pochi dubbi che le altre due serie avevano lasciato. In questo modo, scopriamo lati sconosciuti anche del protagonista Kuroko, di cui pensavamo sapere quasi tutto.

Una cosa che ho apprezzato moltissimo è il modo in cui i personaggi siano cambiati nel corso delle stagioni, e qui si vede in modo particolare. Ora non si tratta più di vincere, non si tratta più di combattere da soli. L'ideale di "squadra", di "compagni", diventa chiaro e presente in ogni personaggio, e la vittoria adesso si raggiunge insieme, fidandosi dei propri compagni di squadra e senza caricarsi tutto il peso da soli. Midorima Shintarou mi ha colpito in modo particolare. Un Midorima che sorride durante una partita e che si diverte giocando a basket? Se me l'avessero detto nella prima stagione, probabilmente avrei riso.

Le opening sono semplicemente perfette! Oltre ad essere canzoni stupende, le immagini mostrate e le animazioni ti fanno già scaldare, anche se si tratta solo della sigla. In questa stagione ne sono presenti tre, tutte perfette, ma quella che ho preferito è la prima.
Come le opening, anche le ending e le colonne sonore in generale sono ottime. Quest'ultime danno la carica e durante le partite vengono usate in modo perfetto.

Penso che questo sia senz'altro uno degli anime che mi abbia trasmesso più emozioni, e che mi abbia anche spronato a dare di più: ogni personaggio, soprattutto i protagonisti, non si arrendono mai. Anche nelle situazioni più disperate, sanno di poter contare sui propri compagni, sui propri amici, e per questo danno il massimo. Oltre che caricarci di adrenalina, riescono a trasmetterci ogni emozione provata in campo, che sia felicità per la vittoria, o tristezza e delusione per la sconfitta.
Credere nei propri compagni, non arrendersi mai dando tutto ciò di cui si dispone, lottare per veder realizzati i propri sogni... ecco quello che mi ha insegnato "Kuroko no Basket".

Per tutto ciò che mi ha trasmesso, il mio voto è 9.


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Delandur

Episodi visti: 50/75 --- Voto 8
Mi sono approcciato alla visione di "Kuroko no Basket" con grande entusiasmo, perché conciliava due delle cose che amo di più, il basket e gli anime. Scrivo questa recensione dopo aver visto anche la seconda stagione e parte della terza, e mi permetto di affermare che la prima sia la migliore, ma non per motivi narrativi o di storia, ma semplicemente perché con il tempo si è persa la parte di "basket" per cadere nel solito cliché dei "poteri speciali", poco credibili in un'opera sportiva.

Kuroko è un ragazzo che, appena entrato alle superiori, decide di iscriversi al club di basket. Ha giocato anche alle medie, e inoltre faceva parte della scuola media più forte in assoluto, la Teiko. Un istituto che aveva la fortuna di possedere cinque veri e propri prodigi del basket, tanto forti da non aver mai perso una partita. Lo scopo di Kuroko è batterli tutti e cinque nella sua nuova squadra, il Seirin, e nella nuova scuola superiore troverà il supporto di un giocatore proveniente dagli USA, Kagami, con il quale sconfiggere i suoi ex compagni.

La prima stagione, come ho già detto, è quella che presenta il basket più "normale", nonostante i membri della generazione dei miracoli siano mediamente credibili (Midorima su tutti: nessuno può segnare da tutto il campo qualsiasi tiro faccia; nell'NBA il migliore tiratore di questa stagione non arriva a 50% di triple), ma comunque Aomine e Kise (solo in questa stagione: con la perfect copy della terza diventerà il più ridicolo) sono giocatori "possibili", anche se improbabili, quindi la visione è molto carina e mi sono divertito e appassionato tanto a vedere le vicende del Seirin, stando ogni partita con il fiato sospeso.

Anche il charater design non è per nulla male, sia a livello estetico che caratteriale. Il primo è molto esplicativo del carattere anche solo a prima vista, e ben curato anche per i personaggi meno importanti, il secondo, anche se poco approfondito, rende piacevole ogni comparsa.
Il comparto tecnico eccelle sotto ogni punto di vista: disegni, animazioni e colori sono incredibili, davvero un lavoro eccelso; anche le musiche fanno la loro buona figura.

Lo consiglio molto, anche se purtroppo la seconda e la terza stagione non saranno all'altezza.


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Benihime

Episodi visti: 25/75 --- Voto 8
Il filo conduttore della storia di "Kuroko no Basket" è già chiaro grazie all'introduzione presentata all'inizio di ogni puntata: la scuola media Teikou vanta un'incredibile squadra di basket, composta da cinque giocatori che si sono tanto distinti per bravura da guadagnarsi l'appellativo di Generazione dei Miracoli. Tuttavia pare che oltre ai cinque giocatori vi fosse un altro straordinario membro, di cui però nessuno sembra ricordarsi, tanto da venir chiamato "il giocatore fantasma". Si tratta di Kuroko Tetsuya. A differenza dei suoi cinque compagni, iscritti tutti in licei le cui squadre di basket hanno una nomea prestigiosa, lui opta per il liceo Seirin, alla ricerca di una squadra che prediligesse il divertimento e il gioco di squadra al potenziamento delle abilità dei singoli giocatori. Contro ogni aspettativa dei compagni e della sua allenatrice, Kuroko non sembra avere alcuna dote per il basket: svantaggiato anche dal fisico minuto, sembra completamente incapace, anzi insignificante, al punto che i suoi compagni spesso nemmeno si accorgono che sia presente al primo allenamento. Come ha fatto a guadagnarsi il titolo di membro della Generazione dei Miracoli? In contrapposizione a lui c'è il promettente Kagami Teiga, tornato da poco dall'America, dove ha imparato uno stile di gioco potente e solitario. Dapprima Kagami sarà fortemente irritato dall'incapacità di Kuroko, ma gradualmente poi i due faranno amicizia e saranno il motore della squadra.

Non credevo avrei mai potuto trovare gradevole un anime sportivo. Non c'è un solo sport che segua con piacere e quindi mai più avrei pensato che nell'ambito della animazione giapponese le cose potessero cambiare. E infatti devo confessare che all'inizio questo anime non mi aveva preso per niente, lo trovavo piatto e non mi entusiasmava, nemmeno dopo la prima partita contro un membro della Generazione dei Miracoli. Ma, quando il liceo Seirin si scontra per la prima volta con la Shutoku e il bizzarro Midorima, ho cominciato sentire i brividi guardando le partite. Ogni giocatore in campo mostra di avere una particolare abilità; e spesso tali abilità sono tanto straordinarie da sembrare sovrannaturali, e questo vale non solo per la Generazione dei Miracoli ma anche per gli altri giocatori. Nelle partite vedremo sfruttare al meglio gli stili di gioco degli atleti in complesse strategie che ogni volta cambieranno per far fronte agli avversari, sempre incredibilmente forti. Ostacoli inizialmente insormontabili verranno aggirati grazie in particolar modo all'esplosiva potenza di Kagami e il sottile agire "dietro le quinte" di Kuroko. Il tutto viene reso con un'animazione spettacolare, con colpi che hanno dell'incredibile, movimenti fluidi e scattanti che lasceranno col fiato sospeso, fino al picco della partita contro la Touou, durante la quale sarà impossibile non restare ammaliati dalle abilità dei giocatori.

Il fatto che io dia "solo" 7 sta nel fatto che ho impiegato davvero molto ad appassionarmi, quasi dieci episodi dei venticinque totali, e anzi per alcune settimane ciò mi aveva spinto a sospendere la visione. Ma, se qualcuno come me avrà questo tipo di difficoltà, lo esorto a superarle perché non se ne pentirà, una puntata tirerà l'altra e poi si precipiterà a guardare la seconda stagione.

Attenzione: il seguente paragrafo analizza la parte di storia che va dall'episodio 25 all'episodio 50. Potrebbe contenere spoiler

La seconda serie di "Kuroko no Basket" mi ha appassionato anche di più della prima! Non smette mai di stupire! Tanto per cominciare conosciamo nuove squadre e nuovi avversari, ancora più interessanti delle squadre precedenti: a differenza ad esempio delle squadre di Kise e Midorima, costituite da ottimi giocatori ma che concentrano la loro attrattiva prevalentemente sul gioco dei loro assi, le nuove squadre tendono ad avere dei giocatori con abilità omogenee e uniformate a uno stile di squadra particolare e perfettamente riconoscibile, come per esempio quello della Kirisaki Daiichi o della Yosen. Tuttavia anche le vecchie conoscenze ci stupiranno, adattando gli stili di gioco in modo da far fronte alle difficoltà incontrate nelle partite precedenti, offrendoci un basket sempre fresco e nuovo. Gli stessi protagonisti conosceranno le loro debolezze, evidenziate dalla bruciante sconfitta subita nella stagione precedente, e sapranno smussarle e correggerle, senza dar luogo a power up forzati.
Altro punto di forza di questa seconda stagione sono i flashback, che ci faranno conoscere molto di più sul passato di Kagami, dei giocatori della Generazione dei Miracoli o dei compagni di squadra di Kuroko.
Non un solo minuto di noia, spettacolare.


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Eversor

Episodi visti: 75/75 --- Voto 8
Tutte le volte che vedevo il titolo di "Kuroko no Basket" andavo avanti, cercando in tutti i modi di evitare quell'anime a me tanto ostile. Sarà una sorta di trauma infantile, ma non riuscivo più a vedere con animo sereno un anime sportivo o leggere un spokon. Fatto sta che, su consiglio di un mio amico, ho deciso finalmente di affrontare "Kuroko no Basket" e le sue venticinque puntate. Ebbene, sono felice di averlo ascoltato, perché questa serie è stata in grado di farmi superare questa mia ostilità verso il genere sportivo e, inoltre, a farmi divertire e appassionare con una storia emozionante.

Kuroko non esiste, è un fantasma, un ragazzo normalissimo, talmente normale che ci si dimentica della sua stessa presenza. E allora perché è il protagonista? Semplice, infatti ha sfruttato questa sua particolare caratteristica per eccellere nello sport che più ama: il basket.
Ma partiamo con ordine e citiamo innanzi tutto la leggenda di cinque straordinari giocatori di basket, che alle medie sono riusciti a sbaragliare ogni avversario e vincere per tre anni consecutivi il torneo. Nessuno riusciva a fermare quella squadra, nessuno aveva abilità lontanamente paragonabili alle loro. Eppure sono pochissimi coloro che conoscono un piccolo segreto che gira attorno a quella strabiliante formazione: non erano cinque, bensì sei. Esisteva infatti un giocatore fantasma, che, con i suoi passaggi precisi e incredibilmente rapidi, permise ai suoi compagni di brillare ancora di più, Kuroko. Tuttavia qualcosa si è rotto, i cinque membri non solo avevano caratteri molto "particolari", ma la loro voglia di vincere, quella brama così forte e insaziabile, li aveva allontanati dall'ideale di squadra che Kuroko voleva. Il basket è uno sport da amare, in cui si vince, certo, ma ancor di più si gioca insieme, così da poter raggiungere ancora meglio la vittoria. Finite le medie i sei strabilianti giocatori si dividono, lanciandosi una sfida per il futuro. Chi sarebbe stato il più forte tra loro?
Kuroko si iscrive così in una scuola di medio-basso livello, deciso a puntare tutto sul gioco di squadra e sulla collaborazione reciproca. Qui incontrerà dei nuovi amici e compagni, tra cui il neoiscritto Taiga Kagami, un gigante di estrema abilità, e insieme cercheranno di sconfiggere quella che un tempo era considerata la "Generazione dei miracoli".

Quello che ho sempre odiato in un anime sportivo è l'eccessiva ripetizione di partite, una sequenza piacevole che, a lungo andare, rischia però di diventare monotona e banale. In questo caso invece ho constatato con piacere che, prima ancora della partita effettiva, viene costruito un contesto generale capace di creare la giusta atmosfera. La storia degli ex compagni di squadra che ritornano man mano come sfidanti è veramente interessante, anche perché aggiunge ogni volta un pizzico di adrenalina in più.
Taiga non mi entusiasma più di tanto, insomma, è il classico personaggio energico e dinamico che sa usare più i muscoli che il cervello, ma Kuroko è di tutt'altra pasta. La sua apparente tranquillità, il suo sguardo da pesce morto, che si accende improvvisamente quando incomincia a giocare a basket... lui sì che è un protagonista con gli attributi.
La storia si evolve man mano e, con essa, anche i vari personaggi. Non solo dal punto di vista fisico, ma anche psicologico, in quanto le vittorie, ma soprattutto le sconfitte, permetteranno al loro animo di essere temprato. In questo modo non sono mai gli stessi e con loro anche le partite mutano.

Mi concentro ora su queste ultime, perché, a differenza di altri anime/manga sul basket, in questo caso la regia sceglie di curare con minor precisione tutte le varie dinamiche di gioco, non facendosi ritegno a tagliare metà quarto. È inutile far vedere canestri monotoni, molto meglio concentrarsi su alcuni momenti fondamentali e nevralgici per la partita effettiva. Molte mosse speciali e soprattutto molti dialoghi, forse un po' irrealistici, ma capaci di costruire una vera e propria storia all'interno della sfida di basket.
La grafica è buona, anche se non capisco la scelta di rendere le ombre in quel modo (stile disegno). I personaggi sono molto curati graficamente, così come le varie ambientazioni. Colori puliti e luminosi, che si accendono ancor di più sul parquet della palestra.
Ottimo doppiaggio e buonissime musiche.

Dunque non mi rimane che consigliarvi questo bellissimo anime, capace, a chi ancora non lo conosce bene, di far apprezzare il basket. Il mio passato da giocatore (seppur scarso) mi ha permesso di apprezzare ancora di più questa serie e spero che anche voi lo possiate fare. Il finale lascia tutto in sospeso, ma, oltre a una seconda serie già uscita e conclusa, dovrebbe andare in onda a gennaio 2015 una terza stagione. Insomma, di materiale ce n'è più che in abbondanza, non vi resta che guardarlo e apprezzarlo.

Voto finale: 8

Attenzione: il seguente paragrafo analizza la parte di storia che va dall'episodio 25 all'episodio 50. Potrebbe contenere spoiler

Sulla scia della prima stagione, "Kuroko no Basket 2" si presenta come un anime altamente interessante, capace di unire nel migliore dei modi il gusto di una commedia scolastica alla passione per delle emozionantissime partite di basket. La prima serie si era interrotta con l'apparente disfatta della squadra di Kuroko al torneo estivo, ma non tutto è ancora perduto, poiché c'è un altro torneo, forse anche più prestigioso: il Winter Cup.
L'anime è uscito nel 2013 e anche questa volta presenta la bellezza di venticinque episodi, tutti da gustare.

I protagonisti principali sono gli stessi, anche se compare alle porte un nuovo giocatore, anzi, meglio dire quasi nuovo. Teppei Kiyoshi infatti è il fondatore della Seirin, la squadra di Kagami e Kuroko, recentemente dimessosi dall'ospedale in seguito a un grave infortunio. Subito ci mostra il suo carattere simpatico ed esplosivo, ma anche le sue strabilianti doti di giocatore, che, ai tempi delle medie, lo inquadravano tra i migliori ragazzi in circolazione... subito dopo la generazione dei miracoli. Insieme miglioreranno il loro gioco di squadra, la loro tenacia e, soprattutto, acquisteranno nuovamente la brama di vittoria, che si era andata affievolendosi dopo la bruciante sconfitta contro Aomine. Sia Kagami che Kuroko appaiono ora più decisi e desiderosi di vendetta, pronti a tutto per vincere il prossimo torneo. Competizione che incomincia subito nel migliore dei modi, con la Seirin che galoppa intrepida e le altre squadre, in cui giocano membri della fantomatica generazione dei miracoli, pronte a dare sfoggio della loro incredibile bravura.
Ci sono tutte le carte in tavola per partite emozionanti e appassionanti, che non celeranno le profonde lotte interiori, e non, che i vari protagonisti dovranno irrimediabilmente affrontare.

Proprio per questo motivo si può ben dire che la seconda stagione di "Kuroko no Basket" non cala affatto in qualità, anzi, per certi versi sembra proprio migliorarsi. I personaggi vengono analizzati nel dettaglio, approfondendo per esempio il passato di altri giocatori della Seirin, come quello di Kagami, Kiyoshi o Hyuga.
Nuovi nemici appaiono all'orizzonte, ma ognuno di essi ha qualcosa a che fare con un membro della nostra squadra di eroi: vuoi per una passata amicizia, vuoi invece per un'ostilità latente.
Non c'è solo il basket, e questo è importantissimo in un anime sportivo, che, altrimenti, diventerebbe troppo monotono e ripetitivo nella costante e prevedibile sequenza di partite.
Molto bella e simpatica è anche l'evoluzione del rapporto tra Kuroko e l'affascinante Momoi, una relazione piuttosto unidirezionale (da Momoi a Kuroko), che però riuscirà lo stesso a commuovere. Momoi è innamorata del "giocatore fantasma", ma la sua amicizia con Aomine la costringe a rimanere al fianco di quest'ultimo, proprio per proteggerlo. Eppure vorrebbe a tutti i costi riportare l'amico ai tempi d'oro, quando era felice e spensierato. Una pretesa impossibile senza l'aiuto di Kuroko.

La grafica è esattamente uguale a quella della prima serie, ma ciò non deve costituire per forza un fattore negativo. I colori sono molto belli: accesi e vivaci, soprattutto quando incomincia la partita. Buoni anche il doppiaggio e le musiche. Ultima nota è la regia, che, a conti fatti, si può definire estremamente positiva, perché riesce a mantenere alta la tensione, nonostante alcune partite durino anche più di quattro episodi. Solitamente quest'ultimo fattore potrebbe non solo rallentare la trama generale, ma anche annoiare lo spettatore. In questo caso invece vi è una storia nella storia, che si articola con destrezza all'interno di ogni sfida sul parquet, capace di appassionare e coinvolgere quanto la partita stessa.

Il finale forse è l'unica nota negativa, in quanto le venticinque puntate si interrompono proprio sul più bello. Capisco che, di fatto, è già stata annunciata una terza serie (gennaio 2015), ma concludere così un anime, proprio nel mezzo del torneo e senza una conclusione, seppur parziale, lascia un pochino basiti.
Pazienza, in fin dei conti non è poi così grave.

Voto finale: 8

Attenzione: il seguente paragrafo analizza la parte di storia che va dall'episodio 50 all'episodio 75. Potrebbe contenere spoiler

La terza e ultima serie di "Kuroko no Basket" si concentra sulla parte finale della Winter Cup. Ormai siamo agli sgoccioli e gli avversari si fanno sempre più forti e agguerriti. Venticinque puntate cariche e intense, che mi hanno fatto tornare la voglia di giocare a basket. Una passione sfrenata per uno sport che, almeno nel nostro Paese, passa in secondo piano dietro il ben più famoso calcio.
Ebbene, in questa storia, invece, risorge la passione per uno sport divertentissimo e pieno di emozioni. Se le prime due serie ci avevano fatto innamorare di Kuroko e compagni, ecco che questa nuova avventura ci farà rimpiangere di doverli lasciare.

Per quanto riguarda la trama, non c'è poi molto da riferire. Riprende esattamente nello stesso punto in cui era stata interrotta nella seconda stagione. Il torneo si infiamma e le partite si susseguono una dietro l'altra.
Tolti Aomine e Murasakibara, rimangono altri quattro giocatori della Generazione dei Miracoli (tenendo conto di Kuroko). La prossima sfida vedrà come avversari Akashi, che finalmente farà il suo debutto in campo, almeno davanti ai nostri occhi, e il serioso Midorima. Una sfida all'ultimo colpo, che lascerà con il fiato sospeso e l'animo colmo di gioia.
Ma, ancora prima di questa, non si può che rimanere sorpresi di fronte a uno scontro inaspettato. Una sfida che rivelerà un lato nascosto del passato della Generazione dei Miracoli. Ecco che compare un nuovo giocatore, piuttosto aggressivo, stranamente interessato ad entrare a far parte di quel quintetto di fenomeni. Perché? Semplice, anche lui era stato un titolare della scuola media Teiko. Chi sarà mai?

Ci sarebbero moltissime cose da dire, ma è necessario attuare un bel taglio alla valanga di considerazioni che, in questo momento, mi vengono in mente. Innanzitutto, per l'ennesima volta, non si può che ammirare la maestria con cui, in una serie di ben venticinque episodi, si raccontano solo quattro/cinque partite di basket. Ciò che potrebbe sembrare noioso, in realtà appassiona come non mai.
La finale, addirittura, tiene incollati allo schermo per ben sette/otto episodi, senza un attimo di tregua. Continui colpi scena, rivelazioni e flashback più o meno commoventi ammansiscono l'animo indomito dello spettatore. Lo addomesticano e lo costringono a guardare con estrema delizia le partite, una migliore dell'altra.
I personaggi risplendono e non posso che esprimere un doveroso elogio per la scelta di lasciare il passato della Generazione dei Miracoli oscuro. Ogni partita, così facendo, non appare più come un semplice atto sportivo, ma come un'inesorabile scoperta dell'animo dei protagonisti. Già le due opere precedenti avevano raccontato parecchio, ma con l'ultima parte vengono rivelate finalmente tutte le carte in tavola.
Kuroko, la sua idea di basket e la passione con cui cerca di rimanere fedele ai suoi ideali. Perché? Cosa lo spinge a lottare così duramente per poter vincere contro i suoi ex compagni di squadra? Tante domande a cui verranno date doverose spiegazioni.
Tra tutti spicca Akashi, uno dei miei personaggi preferiti. Mostra un animo completamente opposto a quello di Kuroko, ma, allo stesso tempo, molto simile. Le sue parole sono leggi assolute, le sue convinzioni non potranno mai cadere... un imperatore che guarda dal trono il mondo sottostante. Incosciente che, prima o poi, potrebbe arrivare qualcuno a sottrargli quel suo grande privilegio. Che sia Kuroko? Chissà.

La grafica è praticamente la stessa delle prime due stagioni. Ombreggiature molto marcate e visibili, che donano ai vari personaggi un aspetto molto più adulto e serio. Ciò, però, viene subito addolcito dai colori chiari e dagli occhioni grandi dei vari personaggi.
Le musiche, come sempre, non possono che ammaliare. Ritmi frenetici e passionali, che rendono ogni partita una corsa contro il tempo e un'adrenalinica battaglia. Un sottofondo niente male per accompagnare le avventure di Kuroko e compagni.
Per la regia, come già detto in precedenza, niente da dire. Il semplice fatto di aver realizzato in una serie solo quattro partite di basket senza annoiare, è un punto a loro favore. Il lungo flashback a metà opera non blocca la forza espressiva della storia principale, anzi, ne esalta ancor di più i sentimenti.

Insomma, "Kuroko no Basket" è un anime da vedere assolutamente, per tutti coloro che amano il basket, ma anche per quelli che non hanno mai sentito parlare di questo sport. Ci penseranno i protagonisti della serie a conquistare i cuori degli spettatori, per il resto non conta nulla.
L'unica pecca, se così può essere considerata, è la parola fine, che cala inesorabile al termine dell'ultima puntata. Quanto avrei voluto vedere ancora un pezzettino delle loro vite. In teoria sono solo al primo anno delle superiori, di tempo c'è n'è in abbondanza per creare nuove e appassionanti avventure. Ma è anche giusto così. Una conclusione ad effetto, che ci lascia spaesati, ma allo stesso tempo felici per come sono andate le cose.

Voto finale: 8 e mezzo


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Shiori

Episodi visti: 25/75 --- Voto 9
Questo è il primo anime del genere sport che guardo tutto con piacere: non è un genere che mi fa impazzire, ma questo c'è riuscito!

Iniziamo subito con la caratterizzazione dei personaggi, che è stupenda.
Kuroko: il personaggio principale, Kuroko, "il sesto giocatore fantasma", colui che in campo non si vede, è il mio personaggio preferito (ma dai?!). E' molto particolare, a volte sembra un bambino, a volte è taciturno, a volte serio e combattivo: è un personaggio dai mille volti, alla fine. E' un personaggio che, nonostante non riesca a fare altro che passaggi, non si dà per vinto e continua. E' un personaggio che ti dà la spinta per andare avanti, a non mollare mai, anche nella vita reale!
Kagami: è la personificazione della forza bruta, dell'istinto animale, di tutto ciò che è selvaggio: mi piace! E' impulsivo, forte e ha anche lui quella gran voglia di migliorare, di andare avanti e non farsi sconfiggere da nessuno, anzi, vuole sconfiggere tutti e diventare il migliore in assoluto. Prima di vedere l'episodio in cui narravano il suo passato in America (non faccio spoiler) non pensavo potesse avere un lato tenero!
La generazione dei miracoli: generalizzo un po' sui cinque, Aomine, Akashi, Midorima, Akise e Murasakibara. Durante ogni loro partita sembra che a causa della loro forza perdano via via l'amore per il basket e che sviluppino la voglia di dimostrare al Giappone che sono i più forti; si vede soprattutto in Murasakibara, mentre Aomine è forse quello che ama di più il basket. Sono dei personaggi particolari, un momento sono grandi amici di Kuroko, in campo diventano delle belve. Forse è palese che li amo tutti (anche qui, ma dai?!).

In questo anime, in cui musiche, disegni, dialoghi e caratterizzazione dei personaggi sono perfetti (letteralmente) ci sono tre piccoli errori: primo, l'utilità di Momoi. Probabilmente verrò linciata dai fan di questo personaggio, ma oltre ad allenare la squadra del Teiko e rincorrere Aomine ovunque, che fa? Mostrare la bellezza delle ragazze manga! Posso capire che ci sta, sai magari quando il pubblico s'annoia ci vuole una bella ragazza, ma se l'avessero resa più interessante l'avrei amata alla follia. Secondo, le righe sotto il mento: il disegno dell'ombra sotto il collo dei personaggi, fatta a righe, mi fa diventare scema: si muovono, sembrano avere vita propria, non riesco a guardarle, sorry. Terzo, e so che in questo terzo punto mi vorranno uccidere tutti, le partite lunghe: mi spiace, sono una sbrigativa, ma perdere tre episodi per una partita non riesco a sopportarlo... una, una e mezza, due e un pezzettino, va bene, ma tre e oltre no, mi spazientisco e vado avanti. Se durante questa partita succede ben poco m'annoio. Fortunatamente durante questi lunghi episodi aggiungono tattiche, mosse etc. che imparo a memoria e quando gioco con i miei amici metto in opera.

Perciò, ricapitolando:
Pro: è un anime sportivo che ti prende; non è noioso eccetto alcuni casi; i personaggi sono caratterizzati ottimamente; animazione favolosa; veri scopi e vera trama; sigle da paura; gag divertentissime.
Contro: inutilità di Momoi; alcune partite lunghe; e mannaggia alla miseria all'ombra sotto al collo.

Consiglio questo anime a tutti, veramente, è uno dei pochi che meritano e che personalmente mi ha preso sin dal primo episodio.


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Grell

Episodi visti: 25/75 --- Voto 9
Kuroko no Basket è una serie composta da 25 episodi, tratta dall'omonimo manga di Tadatoshi Fujimaki. Per la precisione dobbiamo parlare di prima serie, che si apre con l'approdo di Testuya Kuroko e Taiga Kagami alle scuole superiori.
Kuroko è il sesto uomo, della famosissima squadra di Basket, "La generazione dei Miracoli". Sebbene lui non faccia parte del famigerato quintetto, ha comunque quella marcia in più che gli ha permesso di avvalersi del titolo di sesto uomo.
Kagami invece è un ragazzo natio del Giappone ma di adozione americana. Decide di approdare di nuovo nel suo paese, speranzoso riguardo al basket e felice di aver trovato una squadra all'interno della sua scuola. La squadra della Seirin (nome della scuola che frequentano) è stupita delle meravigliose capacità di Kagami e di Kuroko che visto le sue caratteristiche fisiche, non sembrava potesse promettere tale eccellenza. Grazie a Kuroko e Kagami la Seirin troverà un nuovo splendore; loro faranno approdare la squadra durante le varie gare, con un nuova motivazione, sebbene loro fossero sempre stati intenti a vincere. L'entusiasmo della squadra è tanto e sopratutto l'impegno che ci mettono.
La formula vincente di questo anime infatti, sono proprio i suoi personaggi, che compiono una vera e propria maturazione, non solo sportiva, ma anche caratteriale. Lo sport è anche disciplina, quindi di conseguenza, i personaggi riescono a brillare in entrambi i lati.
Sicuramente la parvenza dei vari personaggi porta il pubblico ad avvicinarsi, almeno per un primo sguardo, ma è anche tutto il contesto a renderlo entusiasmante ed emozionante.
Il gioco di squadra è un altro elemento fondamentale, è bello vedere come sia importante fare affidamento l'uno sull'altro, come è bello potersi fidare dei propri compagni di squadra.
I vari caratteri dei personaggi, sono tutti diversi e veramente ben caratterizzati. Nessuno sembra simile all'altro, possono avere una linea di pensiero simile, ma ognuno sviluppa la sua incredibile personalità, sia in male che in bene.
Ho dato nove a Kurono no Basket perché lo trovo avvincente ed entusiasmante, tanto da farti stare col fiato sospeso per l'esito di ogni partita.
Lo consiglio a tutti e sopratutto agli amanti dello sport, perché penso che possano trovarvi il verso spirito.


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MattyPiranha

Episodi visti: 25/75 --- Voto 9
Attenzione: la seguente recensione analizza la parte di storia che va dall'episodio 25 all'episodio 50. Potrebbe contenere spoiler

Questa sarà una recensione molto veloce ma allo stesso tempo molto esaustiva, e questo perché Kuroko no Basket 2, anime della stagione autunnale 2013 e continuo della serie uscita circa un anno prima, è uno degli anime sportivi più belli e completi dell'ultimo decennio e questo continuo della serie non fa altro che confermarlo! Ripeto che questa sarà una recensione più corta delle solite che faccio perché dopotutto la serie ha tutta la linearità che ogni anime di questo genere deve obbligatoriamente avere e nonostante questo riesce a tenerti incollato allo schermo per tutte le puntate.

La trama è molto simile a quella di tanti altri anime a tema sportivo. Vedremo la squadra dello Seirin protagonista che dovrà affrontare un nuovo torneo, la Winter Cup. Dopo i primi episodi che fanno da anticipazione al grande torneo, vedremo i ragazzi protagonisti allenarsi duramente per creare nuove tattiche di gioco e nuove mosse. Gli allenamenti non saranno mai noiosi e saranno caratterizzate anche da scene comiche. I ragazzi scopriranno presto alcune delle squadre che parteciperanno al torneo hanno giocatori che fanno parte della generazioni dei miracoli, e sono ragazzi con delle qualità superiori al norma, sarà molto interessante andare a vedere quali sono le loro caratteristiche tecniche e successivamente anche quindi sono i loro punti forti e deboli.

I personaggi principali naturalmente sono i componenti della squadra del Seirin ma in particolare la serie si concentrerà su i due leader del gruppo, Kagami e Kuroko. Il primo è un ragazzo molto determinato ma che a volte si lascia prendere dalla rabbia e in questa serie scopriremo qualcosa in più riguardante la sua infanzia. Invece il secondo è un ragazzo molto calmo che nonostante la sua stazza tutt'altro che da giocatore di basket riesce a prevalere su avversari molto forti e ha un repertorio tecnico molto ampio. Descrivere anche gli altri membri del gruppo sarebbe troppo lungo quindi lascio a voi conoscerli e ad apprezzarli per la loro tenacia.

Saranno tante le sfide che dovranno affrontare per vincere questa benedetta Winter Cup e ognuna delle quali vedrà avversari forti con delle caratteristiche diverse: ci saranno quelli che basano il loro gioco sulla velocità, sulla difesa e purtroppo anche sulle scorrettezze ma nonostante questi ostacoli i protagonisti daranno del loro meglio e faranno vedere tutte le loro potenzialità e i loro miglioramenti durante la pausa che separa la prima e la seconda stagione di questo anime.

Consiglio vivamente la visione anche a chi non piace particolarmente la pallacanestro o comunque lo sport in generale e vedrete che non vi annoierete seguendo le avventure di questi semplici ma straordinari ragazzi con in comune la grande passione per questo sport.


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Zelda99

Episodi visti: 25/75 --- Voto 10
Attenzione: la seguente recensione analizza la parte di storia che va dall'episodio 25 all'episodio 50. Potrebbe contenere spoiler

Ero già rimasta molto sorpresa dalla prima serie di Kuroko no Basket, anime sportivo da tutti molto sottovalutato e spesso paragonato con il suo predecessore "Slam Dunk".
Avevo fatto una recensione, senza spoiler, sulla prima serie di Kuroko no Basket dandogli come voto finale un 9 (anche se avrei voluto dargli di più), poiché la serie non era ancora conclusa, e purtroppo Kuroko no Basket non si conclude nemmeno con questa serie, ciononostante gli ho dato un 10 con lode che si è sicuramente meritato e ora vi spiegherò anche il perché.

Innanzitutto si può vedere un miglioramento delle animazioni e dei disegni, anche se lì per lì non si nota moltissimo. Si nota molto, invece, un grande miglioramento per quanto riguarda la colonna sonora con la maggior parte dei brani completamente nuovi e decisamente migliori, sia per quanto riguarda la soundtrack, sia per quanto riguarda le opening e le ending cantate dai GRANRODEO.

Mi sono piaciuti molto i flashback basati sul passato di Kagami, Kyoshi, Aomine e Murasakibara e soprattutto mi è piaciuta molto la scelta dell'autore di introdurre una squadra molto diversa dalle altre (diciamo pure fuori dagli schemi), ovvero il Kirisaki Dai Chi, e se vi guarderete l'anime capirete cosa intendo con "squadra molto diversa dalle altre".
Notiamo poi vari approfondimenti riguardo la Teiko (soprattutto grazie agli OAV) e la squadra della Seirin un anno prima, cosa che mi ha incuriosito molto.

Inoltre fanno molto divertire gli "errori", o anche chiamati "bloopers" che vengono raccolti e inseriti in una mini-serie a parte chiamata "Kuroko no basket NG-Shuu", e infatti anche qui si nota la bravura dell'autore nel rendere molto belle non solo le scene serie ma anche quelle divertenti, e ultimamente in alcuni anime di momenti che dovrebbero far ridere e non ci riescono ce ne sono parecchi.

Se pensate che nell'anime Kuroko no Basket si arrivino a fare delle cose fuori dalla portata di un essere umano fate come me: andate su YouTube e cercate anche solo pezzetti di partite dell'NBA, dopo aver visto le robe che fanno non penso che direte più che Kuroko no Basket non è abbastanza realistico.

Detto questo mi dileguo e concludo dicendo che Kuroko no Basket è stato l'unico anime, in 2 anni che ne guardo, a farmi coinvolgere cosi tanto in una storia.


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Nyx

Episodi visti: 25/75 --- Voto 8
Prima ancora di approcciarsi a vedere un'opera quale Kuroko no Basket risulta pressoché impossibile non azzardare un paragone con Slam Dunk, anime a sfondo sportivo, dello stesso genere, con tanti annetti sulle spalle e tutt'ora il non plus ultra della sua categoria per quanto concerne la pallacanestro e, personalmente, pensando a questo confronto, partivo con una punta di giustificabile diffidenza. Andiamo subito al punto focale della questione, come ne esce Kuroko no Basket da questo raffronto? La risposta è "bene"! Ne esce a testa alta forte di una ricetta per certi versi innegabilmente ispirata proprio a Slam Dunk, i punti di incontro, gli spunti, saranno molteplici, forse persino troppi eppure (o forse proprio per questa ragione) quest'anime è stato capace di catturare il mio entusiasmo come ben poche opere son riuscite a fare in tempi recenti. Si parla di 25 episodi che son volati via velocissimi, quasi senza neanche rendermene conto. Toccando questo tasto tuttavia si è costretti ad evidenziare forse l'unica vera nota dolente di questo anime, e non si tratta di cosa di poco conto, parliamo del finale. Come spesso accade queste opere vengono realizzate quando la serie cartacea è ancora in corso, risulta quindi impossibile creare un finale e si resta così, sospesi a mezz'aria in attesa (si spera) dell'arrivo di un seguito che dia degna conclusione al tutto. Aspettarsi una seconda serie da Kuroko no basket significa aspettarsi che l'anime venga completato, né più né meno, dato che, allo stato attuale dei fatti, sarebbe un anime incompleto e completamente inconcludente.

L'opera, nel suo insieme, è realizzata davvero bene, i personaggi sono carismatici ed entrano nel vivo quasi da subito, caratterizzati in modo molto interessante e molto azzeccato, la grafica è piacevole, le azioni di gioco, non sempre realistiche, sono a dir poco appassionanti, al suo interno troviamo una marea di gag divertentissime (non ridevo così tanto da parecchio tempo) la soundtrack è di ottimo livello, ad esclusione della seconda opening, troppo casinista.
E allora cose si potrebbe desiderare di più da un anime?
Una degna conclusione, solo questo!
Senza un finale degno di tale nome anche assegnare un voto risulta essere alquanto complicato. Prendendolo come anime fatto e "concluso" il voto sarebbe bassissimo, avremmo a che fare con un'opera incompleta e inconcludente, prendendolo come parte di un progetto ancora da completare bisognerebbe attendere di vedere la seconda serie. Vi basti pensare che ci sono antagonisti di tutto rispetto che ancora devono entrare in ballo, li si è visti di sfuggita e per di più siamo nel bel mezzo di un importante torneo.
Situazione identica ad un anime di stampo calcistico che risponde al nome di Giant Killing, anche in quel caso lasciarono tutto a metà nell'attesa che il manga proseguisse il suo corso (ma attendere che l'opera sia compiuta no eh?).
L'unica cosa da fare, a questo punto, è aspettare che un doveroso seguito regali una degna conclusione a queste splendide opere che, altrimenti, nonostante le ottime premesse, resterebbero semplicemente incomplete e inconcludenti.


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ladynera

Episodi visti: 50/75 --- Voto 8,5
Incipit di ogni inizio episodio: «Il club di basket della scuola media Teiko conta più di cento iscritti e la sua fortissima squadra vanta tre vittorie consecutive al campionato nazionale delle scuole medie. Nel corso della sua brillante storia e grazie ad i risultati ottenuti, si è distinta una generazione in particolare, considerata la più forte e rimasta tuttora imbattuta chiamata la "generazione dei miracoli". In essa si erano trovati cinque talenti come se ne vedono uno ogni dieci anni.»

Kuroko's Basket (Kuroko no Basuke) tratto dall'omonimo manga scritto e disegnato da Tadatoshi Fujimaki, pubblicato dal dicembre 2008 sulla rivista Weekly Shōnen Jump; alla regia
Shunsuke Tada (Il Principe del Tennis, Tsubasa Chronicle: Tokyo Revelations), alla sceneggiatura Noboru Takagi (Durarara!!, Baccano!); cura il character design Yoko Kikuchi (Tsubasa Chronicle: Tokyo Revelations, Noir). Prodotto dallo studio Production I.G.

"La generazione dei Miracoli" una squadra formata da cinque giocatori, ognuno con le proprie caratteristiche, ciascuno dotato di un talento eccezionale; il sesto uomo, colui che viene rispettato dai cinque campioni, l'uomo invisibile che pochi ricordano e pochi hanno visto. Tutto ciò accadeva alla medie Teikou. Ora ognuno ha scelto una scuola superiore diversa. Kuroko decide di iscriversi in una scuola aperta da poco, il Liceo Seirin, e nel relativo club di basket. Seguiremo le sue avventure e quelle del ribelle e aggressivo Kagami.

Non farò paragoni tra questo e Slam Dunk, fino a poco tempo fa l'unico anime sul basket che avessi visto e per ovvi motivi il migliore del genere e tutt'ora uno dei miei preferiti. Inutile dire che avendo visto solo questo e il sopracitato, non posso che trovare interessante e unica l'opera, quindi bando alle ciance…
Un anime basato sullo sport, sull'amicizia, sul rispetto reciproco e la crescita interiore ed esteriore come giocatori e persone.
Non aspettatevi il solito basket, qui si parla del "basket di Kuroko", della "Generazione dei Miracoli", con simili premesse ci si può attendere solo il "fantabasket". Un basket che nessuno può giocare, un basket che nella realtà non esiste, fantasmagorico, qualcosa che nemmeno nel NBA puoi vedere, e qua parliamo di sedicenni. Poteri soprannaturali, salti e azioni fantascientifiche, il tutto condito dall'arroganza dei protagonisti.
Il ritmo è il punto forte di quest'opera! Forsennato, non darà spazio a niente che non sia sudore (tanto eh!), lacrime (soprattutto da parte del mio preferito), rabbia, dolore, frustrazione, umiliazione, fatica. Nel contempo saremo partecipi dell'amore genuino verso uno sport, della voglia di vincere e non arrendersi malgrado le difficoltà e le beffarde prese in giro; della collaborazione e dell'affiatamento che solo in uno sport di gruppo si può evincere. Dell'emozione data, sia essa dolce per una vittoria o amara per una sconfitta. Quando non è solo talento, ma costanza e dedizione.

La grafica è sicuramente distinta, i momenti d'azione sono animati magnificamente. Il chara mi piace molto. C'è poco "kawai" e tanta sostanza, in fin dei conti è un anime sul basket.
Altro punto forte: soundtrack dalla cadenza fortemente ritmata, mixate in modo da dare il giusto risalto ad ogni situazione. Sono presenti due opening e due ending, molto belle e orecchiabili. La prima e la seconda opening sono cantate dai Granrodeo rispettivamente: "Can Do dei" e "RIMFIRE". La prima ending "Start it right away" è cantata da Hyadain mentre la seconda Catal Rhythm dai OLDCODEX.

Il finale è ovviamente apertissimo, considerata la seconda stagione annunciata per Ottobre 2013, sicuramente in grado di emozionare e tenere incollati fino alla fine.
Per concludere, non sono solita dedicarmi agli anime sportivi, ma questo è stato sicuramente una gran bella scoperta; l'ho visto tutto d'un fiato e anche grazie a questo sono riuscita ad apprezzarlo a pieno. Il ritmo come accennato poc'anzi è quello che mi ha spinta a continuarlo, ogni puntata, come le ciliegie, tira l'altra! Piene d'azione e colpi di scena, le ultime tre poi sono qualcosa di eccezionale, da togliere il fiato.
Invito chi, amante o meno di questo sport, ha voglia di godersi un anime che come un vortice cattura l'attenzione senza accennare a scemare. Non posso che promuoverlo con un bel 9!

Piccole chicche: per chi non lo sapesse, oltre agli special in allegato con i bd, davvero molto divertenti e carinissimi, che riprendono alcune scene dell'anime e le rendono comiche con le papere dei protagonisti, vi sono anche dei duetti (cantati) tra i personaggi… Sentire Kuroko, Kagami o il mio adorato Kise cantando fa un certo effetto, per non parlare di Aomine! Ovviamente ci sono i vari cd, drama ecc. ecc.

Attenzione: il seguente paragrafo analizza la parte di storia che va dall'episodio 25 all'episodio 50. Potrebbe contenere spoiler

Kuroko no Basket 2 serie costituita da 25 episodi, è il seguito dell'omonima prima stagione; tratta dal manga di Tadatoshi Fujimaki e animata dalla Production I.G.

La storia riprende da dove l'avevamo lasciata e, insieme ai vecchi personaggi, introduce anche dei nuovi personaggi tra cui i restanti membri della "generazione dei miracoli". Ne mancavano due all'appello; uno di loro viene approfondito, divenendo l'antagonista per eccellenza; mentre l'altro, pur essendosi mostrato dando un accenno del suo carattere, rimane ancora un incognita. Ci saranno discrete rivelazioni grazie anche alle nuove squadre che la Seirin si troverà ad affrontare nella sua corsa alla Winter Cup.
Cosa differenzia questa serie dalla precedente? Nulla o quasi... Il "fantabasket" è il medesimo, con tanto di power levels per rendere possibile l'impossibile. L'introduzione di nuovi personaggi non fa altro che arricchire il quadro e le partite sono sempre ricche di adrenalina e di eventi fantascientifici. Seguiremo come sempre la Seirin, i suoi allenamenti e i notevoli miglioramenti tra fatica e sudore; il lato umoristico rimane quello di sempre, divertente e opportuno, dona una nota di leggerezza. Saranno presenti numerosi flashback per approfondire al meglio i personaggi e rendere il tutto più introspettivo.
Non mancano ovviamente i difetti: pare che il vizietto di allungare troppo il brodo abbia colpito anche Kuroko no Basuke... infatti spesso la partita si dilunga fino all'inverosimile, e se nel basket normale gli ultimi minuti durano il doppio qui si protraggono per un episodio intero! Altresì alcuni frangenti risulteranno un tantino noiosi, sopratutto i cosiddetti episodi "di passaggio". A parte gli insulsi allungamenti, la serie scorre abbastanza bene, senza annoiare o deludere le aspettative, mantenendo alto il livello si rivela un ottima seconda stagione; persino Kuroko uscirà dall'ombra quindi occhi aperti!

La grafica è eccellente, il chara sempre ottimo. Reparto sonoro presente e tangibile; nondimeno le opening, cantate nuovamente dai GRANRODEO: The Other Self la prima e Hengen Jizai no Magical Star la seconda; e le ending: rispettivamente Walk by Oldcodex e Fantastic Tune by Kensho Ono! Molto belle.

Come già scritto questa è un ottima seconda serie, d'obbligo per chi ha visto e apprezzato la prima! Visto il gran successo sia della versione cartacea che della precedente serie animata, e il tanto materiale, attendo al più presto una terza stagione!


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npepataecozz

Episodi visti: 25/75 --- Voto 7
Era parecchio tempo che non mi dedicavo ad un anime sportivo. In fondo mi son sempre piaciuti ma, da "Holly e Benji" in poi, il loro andamento era più o meno sempre lo stesso: ritmo frenetico, giocate che fanno a pugni con le leggi della fisica, partite decise all'ultimo secondo, la squadra del protagonista che le vince tutte (almeno quelle decisive). Insomma da tifoso e da spettatore sarebbe il tipo di spettacolo che piacerebbe vedere sempre su un campo di calcio, di basket e così via. Questo anime, poi, sin da subito non faceva immaginare niente di diverso. Già nell'introduzione, infatti, veniva raccontata la storia della "squadra dei miracoli", una compagine di ragazzini delle medie formata da cinque straordinari campioni di basket capaci di "asfaltare" qualunque altra squadra di pari età si fosse frapposta al loro cammino verso la vittoria. La narrazione, però, si svolge nel periodo immediatamente successivo al suo scioglimento: ognuno dei cinque fuoriclasse, infatti, aveva scelto una scuola diversa trasformandosi da compagni in avversari.
Chi s'intende di pallacanestro si sarà, probabilmente, già posto una domanda: una squadra è composta da sei membri e non da cinque; chi era il sesto giocatore di quella squadra così formidabile? Era un fenomeno anche lui o rappresentava un'eccezione rispetto ai suoi compagni? Il suo nome è Kuroko e, come si capisce dal titolo, può essere considerato come il protagonista principale della serie. Il "no basket", se interpretato col significato italico, potrebbe essere scelto per spiegare l'apparenza di questo giocatore: a prima vista, infatti, sembra essere la rappresentazione di ciò che non dovrebbe essere un cestista. Per niente alto, fisico non adeguato, assoluta incapacità sotto canestro, nessuna abilità in fase difensiva. Com'è possibile che un tipo simile fosse riuscito a diventare un titolare nella squadra dei miracoli? E' la stessa domanda che si pone anche il co-protagonista di questa serie, Kagami suo nuovo compagno di squadra appena rientrato in patria dall'America e dotato invece di grande talento e di grande ambizione. Ben presto, però si accorgerà che Kuroko e tutt'altro che una schiappa ma un vero e proprio mago dei passaggi, particolarmente efficaci anche perché quest'ultimo, grazie alla sua insignificanza fisica, riesce praticamente a scomparire dal campo e passare inosservato (ecco perché nessuno si ricordava di lui ai tempi delle medie).
Per il resto la storia è quella classica degli anime sportivi e in questo Kuroko no basket pecca decisamente in originalità; tuttavia può essere notato qualche leggera deviazione rispetto alla norma: il Seirin (la squadra di Kuroko e Kagami) non solo non vince tutte le partite che gioca ma deve subire (udite udite) anche l'onta dell'eliminazione. Siamo comunque tutti convinti che avranno la possibilità di rifarsi in futuro.
Il mio giudizio complessivo su questo anime è buono: i personaggi sono carismatici, le partite appassionanti. Insomma è un anime che si lascia seguire senza stancare. Anche la grafica è di buon livello. Finché, però, non si abbandoneranno tutte le esagerazioni proprie degli anime sportivi il voto complessivo non potrà essere superiore a quello da me assegnato in questa sede. Buona visione a tutti.

Attenzione: il seguente paragrafo analizza la parte di storia che va dall'episodio 25 all'episodio 50. Potrebbe contenere spoiler

Come si era già intuito dalla visione della prima serie, "Kuroko no Basket" è il classico anime sportivo giapponese, fatto di giocatori, almeno all'apparenza, invincibili e capaci di colpi così straordinari da risultare degni del miglior capitolo di Harry Potter scritto fino ad oggi. Un anime, per capirci, alla "Holly e Benji", anche se non ne raggiunge l'assurdità fisico atletica probabilmente perché qui si parla di basket e non di calcio. Un anime di questo tipo ha pregi e difetti molto ben definiti e anche questo "Kuroko no Basket" li ripropone tutti senza farsi mancare assolutamente nulla.

In questa seconda serie la squadra di pallacanestro della Seirin, che ha in Kuroko e Kagami i suoi elementi di punta, punta a raggiungere prima e a vincere poi i Winter games, ossia un torneo nazionale per squadre delle scuole superiori che si tiene in inverno anziché in estate. Così, passato il turno preliminare, la squadra approda alla fase finale dove dovrà scontrarsi, di volta in volta, con un membro della "generazione dei miracoli", ossia di quei cinque ragazzi che, assieme a Kuroko, impressionarono tutti durante le scuole medie per la loro incredibile bravura. Il compito non è dei più agevoli e le difficoltà saranno enormi; ma questo è da mettere in preventivo per un anime come questo.
"Kuroko no Basket" può essere considerato come uno dei migliori esempi di come anime criticabili sotto tutti i punti di vista riescono invece a mantenere viva l'attenzione dello spettatore fino alla fine.
E partiamo proprio dalle critiche. Il concetto di fisica in questo anime non esiste: palloni e giocatori che scompaiono, tiri impossibili, l'ingresso in una non meglio definita "zona" in cui il cestista diventa come posseduto e non sbaglia più un colpo con canestri a ripetizione e dozzine di salti fatti in pochissimi secondi. Ma, paradossalmente, non è questa la cosa più irritante di questo anime. Quello che più infastidisce, infatti, è l'andamento delle partite, sempre uguale: la Seirin va sotto, ci mette quattro quarti per recuperare per poi vincere di un punto all'ultimo secondo. Capisco che l'intento è quello di mantenere la suspense fino alla fine della partita, ma è davvero impossibile riuscirci adottando uno schema diverso? In questo modo lo spettatore sa già all'inizio della partita come questa si svolgerà e non è per niente stimolante.

Il mio giudizio complessivo, comunque, è positivo perché, come dicevo sopra, non si sa come questi anime all'apparenza assurdi e impossibili affascinano chi li guarda, generando addirittura il tifo per la squadra e attesa per la prossima mossa fantascientifica che uno dei protagonisti prima o poi metterà in scena. Ed è abbastanza naturale: in fondo quando vediamo una partita del Barcellona siamo tutti lì in attesa di una magia di Messi...


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SweetBeast

Episodi visti: 25/75 --- Voto 8
Questa serie anime ha avuto un effetto drogante su di me. Un episodio ne chiamava un altro e visionati tutti e 25, alla fine, ne ho sentito davvero la mancanza.
Si tratta di un anime sul basket, permeato dai classici messaggi sportivi di fondo: lo spirito di squadra, la determinazione a non arrendersi, l'impegno costante contrapposto al talento e la voglia di migliorarsi. Nulla di nuovo, eppure il modo in cui è raccontato mi è piaciuto moltissimo, forse grazie anche ai personaggi che sono qualcosa che mi ha colpito profondamente. Sarà l'agevolazione di avere una squadra di soli cinque elementi, ma le personalità sono davvero ben delineate. Le partite sono davvero entusiasmanti e mi sono spesso ritrovata a fare il tifo fino all'ultimo secondo. Ovviamente, ci sono le tipiche esagerazioni sportive da shonen, ma nulla di traumatico sostanzialmente, anzi, è stato spesso divertente e piacevole scoprire cosa avrebbero combinato Kuroko, Kagamine e gli altri fenomeni. Questo collegamento attraverso la Generazione dei Miracoli diventa davvero un pretesto intelligente per seguire le vicende di ciascuno ed affezionarcisi. Incredibile come gli avversari del Seirin non si percepiscano davvero tali: si respira una forte competizione, ma alla fine prevale il rispetto e il grande amore per il basket. Persino con Aomine si crea una sorta di empatia, grazie ai flash passati, e si è così ancor più speranzosi in una sua sconfitta. Peccato davvero la storia si arresti senza l'entrata in campo degli ultimi due della Generazione, soprattutto del misterioso Akashi. Te li fanno assaporare senza darteli in pasto!
Lo consiglio davvero a tutti coloro che amano gli anime sportivi.


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falcus92

Episodi visti: 25/75 --- Voto 8
Difficilmente comincio a vedere uno spokon, non sono il tipo che si appassiona facilmente a questo genere. Devo dire che, spinto dalla curiosità, ho per caso trovato il primo episodio di "Kuroko no basket" e dopo averlo visto ho pensato di doverlo vedere tutto in un giorno per quanto mi avesse colpito. E' un anime che permette il continuo rilascio di adrenalina nel corpo. Ovviamente, mi sembra anche inutile dirlo, è una serie non realistica. Ma in fondo stiamo sempre parlando di uno spokon, non possiamo pretendere per forza realismo. Anche perché se avessi voluto vedere semplici partite di basket mi bastava fare un po' di zapping tra i canali stranieri per riuscire a trovare qualche partita del NBA. A quanto pare per qualcuno risulta difficile apprezzare il lato fantasy della serie, proprio per questo mi sento in dovere di spezzare una lancia a suo favore.

Kuroko è un ragazzo snello, piccolo e che non viene notato facilmente. Queste sue caratteristiche sono davvero incredibili perché, a differenza di quanto uno si possa aspettare, è un giocatore di basket. Lui fa parte della famosa "Generazione dei miracoli". Nelle scuole medie che lui frequentava infatti esisteva una squadra fortissima composta da cinque elementi più il nostro protagonista: il giocatore fantasma. A quanto pare sono in pochi a conoscerlo visto la sua capacità di non essere notato ma i componenti della "Generazione dei miracoli" lo considerano tra i migliori elementi del team delle medie. Arrivato al liceo, Kuroko lascia la nuova squadra allibita. Infatti oltre ad essere debole fisicamente è anche debole tecnicamente. Pian piano che si svilupperà la storia andremo scoprendo le vere caratteristiche di Kuroko e dei suoi nuovi compagni che si preparano a vincere tutte le partite affinché possano arrivare alle nazionali.

La storia è abbastanza semplice e tipica del genere. Quello che risulta interessante è la caratterizzazione dei personaggi. Tutti sono molto eccentrici e ciò è dovuto alle varie capacità di ognuno. Soprattutto Kuroko spicca perché è un personaggio freddo ma allo stesso tempo semplice. Se dovessimo usare un parametro lo definiremmo un kuudere! Nonostante ciò è appassionante capire i suoi pensieri ed i suoi atteggiamenti che non sono mai cristallini. Inoltre lui ha la funzione di essere sia il protagonista che quello capace di mettere in risalto gli altri personaggi, soprattutto Kagami. Questa caratteristica è dovuta alla sua abilità che sfrutta maggiormente il gioco di Squadra. In "Kuroko no Basket" non incontreremo più i personaggi individuali tipici di "Capitan Tsubasa", o per lo meno i protagonisti, bensì ogni personaggio, soprattutto della squadra di Kuroko, avrà caratteristiche tali da poter ottenere risultati importanti. E' il caso del capitano della squadra del Seirin e di tutte le due o tre spalle che hanno gli altri giocatori della "Generazione dei Miracoli". Questa scelta è, probabilmente, scaturita dal fatto che in campo i giocatori sono solo cinque e non undici come in "Capitan Tsubasa". Ovviamente ciò mi ha molto colpito.

La punta di diamante di questo anime è la regia. Uno spokon con una regia scadente vale zero. Soprattutto quando occorre capire cosa i personaggi stanno facendo o come sfruttano le loro potenzialità servono dei tagli perfetti. "Kuroko no basket" non sbaglia mai un colpo mandando sempre in canestro la palla denominata regia! Inoltre presenta un ottimo disegno, molto caratterizzato ed interessante. L'unico difetto sono gli occhiali che se visti di profilo sembrano fluttuare in quanto mancano pezzi di sbarre (scelta dovuta per non oscurare gli occhi, ma per niente gradita!). Le OST non sono molte anzi spesso si riutilizzano le opening per sottofondo, è il caso di uno degli allenamenti effettuati dai giocatori prima dell'inizio del torneo e dopo la prima amichevole. Anche per questo sono rimasto un po' deluso. Quello che comunque ho apprezzato sono i colori dei capelli. Sembra che per ogni colore corrisponda una caratteristica diversa. Generalmente sono contro queste scelte, eppure non mi ha dato per niente fastidio anzi i personaggi sono stati calati meglio nella loro eccentricità.

In conclusione. Il mio voto è 8 perché comunque si attende la già annunciata seconda stagione, però posso dire che è una serie consigliata perché tutto quello che succede non è aspettato, anzi spesso e volentieri ci lascerà a bocca aperta spezzando quei canoni tipici degli Spokon!


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sidvicious

Episodi visti: 25/75 --- Voto 8
Come riferisce giá chiaramente il titolo, "Kuroko no Basket" é un anime il cui tema centrale é la pallacanestro.
Come la quasi totalitá degli anime sportivi, i personaggi hanno capacitá straordinarie che lo rendono spettacolare, ma per chi si appiglia troppo al realismo, è invece poco credibile. Il carattere della spettacolaritá rende sicuramente piú avvincente e piú intrigante ogni partita che altrimenti potrebbe annoiare.

Ci troviamo all'interno del club di basket del liceo Seirin di Tokyo e qui ci vengono presentati i due protagonisti principali: Kuroko e Kagami. Kuroko é un ex componente della squadra delle medie soprannominata la 'Generazione dei miracoli', team imbattibile che grazie alle capacitá individuali dei propri componenti vinceva qualsiasi torneo.
Kagami, invece é un ragazzo che arriva dagli Usa per imporsi nel basket nipponico. Il suo sogno, dopo esserne venuto a conoscenza, é quello di battere la 'Generazione dei miracoli'. Si instaurerá un ottimo rapporto tra i due che si impegneranno a cambiare la pallacanestro. Il titolo, infatti, non é solo indicativo, ma vuole modificare la concezione del basket ed in generale degli altri sport: i risultati non si ottengono individualmente, sopprimendo gli altri, ma cooperando con gli altri che fanno parte integrante della squadra. E' questo l'obiettivo di Kuroko che riuscirá a cambiare anche gli altri campioni, Kise in primis.

Un elemento che mi ha colpito particolarmente é stata l'evoluzione dei personaggi, non solo dal punto di vista psicologico, ma anche tecnico, poiché con l'allenamento chiunque puó riuscire a diventare un buon giocatore. I personaggi sono caratterizzati bene e non soltanto quelli principali, anche quelli con una rilevanza minima riescono ad avere un loro caratteristico comportamento e qualcosa che li differenzia dagli altri. Purtoppo, come quasi tutti gli anime che trattano di sport, ha dei difetti riscontrabili nell'eccessivo, a volte, uso di magiche tecniche sportive da parte dei personaggi, come ad esempio l'infallibilitá di Midorima quando tira per i 3 punti o l'assenza quasi totale di regole, come quella dei passi o i falli quasi mai fischiati. Per chi é abituato a questo genere non é neanche ravvisabile perché ormai ci si é fatti il callo con certe situazioni che, per dare spettacolo, vengo ripetute spesso, ma che non pregiudicano l'anime.

Una cosa che mi ha sorpreso é la non-invicibilitá del team dei protagonisti, evento che non si è mai verificato. Per quanto riguarda gli elementi tecnici dell'anime, penso che rientrano benissimo negli standard, visto che ci troviamo nel 2012. La grafica per me é ottima, con sfondi non monotoni e allegri. Ma l'elemento che piú mi é piaciuto é quello sonoro, specialmente durante lo svolgimento delle vicende piú importanti, conferendogli quella tensione che lo rende avvincente.

Tirando le somme, é un buon anime ricco di elementi che ti caricano durante la visione, facendoti venire la voglia di essere Kobe Bryant o LeBron James. Lo consiglio a tutti e non posso che dargli un 8 nella speranza che la seconda serie sia ancora piú spettacolare

Utente15064

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Utente15064

Episodi visti: 25/75 --- Voto 9
Coinvolgente. È probabilmente questo l'aggettivo migliore per descrivere questo anime appassionante.
La storia, in sintesi, narra di una squadra di basket di un liceo che al nuovo anno si ritrova un membro della Generazione dei Miracoli come iscritto al club, proprio il Kuroko del titolo.
Durante le venticinque puntate che compongono la storia, questa squadra si ritroverà ad affrontare altri tre membri della Generazione dei Miracoli (sono cinque in totale, più il sesto uomo, ovvero Kuroko). La trama è avvincente e mai noiosa, l'anime scorre in maniera eccellente e non vi sono punti morti o troppo veloci. Le gag comiche sono ben riuscite e i momenti di tensione palpabili.
I personaggi sono ben caratterizzati dal primo all'ultimo, anche quelli che si vedono meno.
Una particolarità da notare è che all'autore, molto probabilmente, piacciono i colori abbinati in quanto Kuroko ha sia gli occhi che i capelli azzurri, Kagami sia occhi che capelli rossi, Midorima sia occhi che capelli verdi eccetera: secondo la mia opinione è un punto a favore perché è una cosa che solitamente è presente in pochi anime, tra cui quelli per bambini. Invece qui è molto interessante notarlo.
L'animazione è ottima, un particolare da notare è il movimento della rete del canestro, molto singolare.
Le partite, come ho già scritto, sono avvincenti e tengono con il fiato sospeso fino all'ultimo secondo. I pensieri e i comportamenti dei personaggi sono studiati benissimo e non si può di certo dire che sia il solito anime sullo sport.
Il voto non è 10, sebbene da quello che ho detto potrebbe anche sembrare che sia così, perché c'è una cosa che mi fa veramente arrabbiare. Come già successo in molti anime (tra cui posso citare "Air Gear"), l'animazione si ferma mentre il manga da cui è stato tratto continua. In questo modo la storia risulta infatti incompleta, in effetti la squadra dei protagonisti non si scontra con tutti i membri della Generazione dei Miracoli. Questa è l'unica pecca, risolvibile leggendo il manga, ovviamente, però non è la stessa cosa: le musiche che accompagnano l'anime sono perfette e le due opening (che a me non entusiasmano particolarmente) possono piacere.
In conclusione è un anime che ti fa venire voglia di giocare a basket, consigliato a chiunque.

Mak15

Episodi visti: 25/75 --- Voto 8
Ci sono alcuni anime che semplicemente non si possono superare, non si possono imitare, si può solo tenerli lì, prenderli come esempio, come pietra fondante e da essi costruire qualcosa di nuovo, qualcosa di diverso. In questo caso l'anime irraggiungibile del genere è "Slam Dunk" e il nuovo e promettente è "Kuroko no Basket". Ma quest'ultimo è in grado di raggiungere vette talmente alte da ricordare il più blasonato predecessore, tanto da poter accostarsi alle sue pesanti orme. Tuttavia, il paragone tra i due anime si esaurisce qui, in quanto, "Kuroko no Basket" ha una propria distinta, quanto evidente, identità.
La prima cosa che si nota è il grado di "fantascienza" che c'è in questa serie. Pur essendo a tutti gli effetti un anime sportivo centrato sul basket, cerca in tutti i modi di trovare la propria originalità nell'estrosità e nell'incredibile, o meglio, nell'impossibile. Già, perché i cinque membri della famigerata Generazione dei Miracoli (anche se in questa serie ne compaiono solo 3) sembrano avere tutti dei poteri "sovrannaturali" legati al basket. Chi è in grado di segnare infallibilmente da ogni zona del campo, chi può copiare le mosse degli avversari dopo averle viste anche per una sola volta e chi sembra semplicemente inarrestabile, capace di segnare in ogni modo e maniera. Poi ci sono Kuroko e Kagami, i due protagonisti dell'anime, la coppia che cerca di integrare le proprie capacità eccezionali con l'obiettivo di battere, insieme, tutti i membri della Generazione dei Miracoli, di cui Kuroko, tra l'altro, faceva parte come sesto uomo. La sua abilità eccezionale (per non ripetere "fantascientifica") è quella di effettuare passaggi impossibili, precisi e infallibili. Kagami, invece, è il classico giocatore fisicato e irruento, che salta come un marziano e schiaccia come nessuno mai. Grandi capacità e grandi margini di miglioramento, determinazione incrollabile e voglia di giocare a basket che prevale su tutto.
E' un anime che non mi ha preso subito dalla prima puntata, che non mi ha strabiliato o lasciato senza fiato, ma è un anime solido, che sa quello che sta offrendo, che mantiene nella forza dei propri personaggi tanto del suo appeal. Che racconta di basket e, seppur con qualche effetto speciale, non ne stravolge le regole, i colori, i suoni e le emozioni che solo questo sport è in grado di dare. E come ogni anime sportivo che desideri andare oltre al semplice gioco, narra anche di emozioni e di sentimenti, di storie e di vita vera.
Gli manca ancora qualcosa per essere eccellente, per essere al livello dei migliori. Però ho notato un progressivo miglioramento con lo scorrere delle puntate, non dovuto solamente ad un mio maggiore coinvolgimento con la storia, ma ad un'effettiva ed esponenziale capacità di stupire. Quei personaggi e quelle storie che inizialmente sembravano un po' avulse e forzate, si sono mischiate, si sono miscelate e sono state in grado di tirare fuori molto di più di quello che mi sarei aspettato. Davvero un bellissimo anime, di quelli che non riesci ad aspettare. E poiché finisce sul più bello, credo che proseguirò con il manga, dato che lo ritengo altrettanto meritevole.
Buona visione a tutti. La palla arancione a spicchi non delude mai, e se per caso anche tu ami il basket, guardarlo ti farà solo venire una gran voglia di giocarci!


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Izaya_Orihara

Episodi visti: 25/75 --- Voto 7
Come già riferisce il titolo "Kuroko no Basket", o precisamente "Kuroko No Basuke" in giapponese, questo anime parla proprio del Basket. Anime che possiamo definire nuovo anche se è uscito ad Aprile, ti trasmette tutte le passioni e le emozioni di questo sport. Sinceramente questo è il mio primo anime riguardante lo sport quindi potrei anche non capirne molto ma a me è piaciuto parecchio. Nella scuola media Teiko esisteva una squadra definita "La generazione dei miracoli" in cui ci giocavano cinque giocatori fortissimi più un sesto giocatore definito il giocatore fantasma, ma lo stesso rispettato e ritenuto forte tanto quanto loro. Poi col finire delle scuole medie questi sei giocatori si separano e la storia va a concentrarsi su questo giocatore fantasma chiamato Kuroko che si trasferisce in un Liceo di nome Seirin, dove la squadra di Basket era stata formata soltanto l'anno prima in cui la storia ha inizio. Infatti questa scuola era molto scarsa e a rispetto degli ex compagni di Kuroko che hanno scelto la via "del vincere" in altre scuole famose Kuroko ha scelto la via del divertirsi per lo sport e del fidarsi dei compagni: elemento fondamentale dell'anime. Kuroko incontra poi Kagami Taiga, un ragazzo venuto dall'America che si iscrive subito al club e questo Kagami sarà proprio il co-protagonista: colui che non si arrende mai, colui che vuole proprio superare questa generazione dei miracoli. Quindi aderiscono al torneo interscolastico ma vengono eliminati nei gironi. Ritengo questa scelta giustissima: mi è piaciuta perché nelle storie non sempre "i buoni" devono vincere, secondo il mio pensiero, ogni tanto qualche sconfitta ci sta! Dopo questa sconfitta però la squadra si rialza perché si sa che devono disputare il torneo invernale con l'arrivo del fondatore della squadra Kiyoshi Teppei, le cui caratteristiche sono ancora sconosciute. Penalizzo questo anime per non aver descritto gli ultimi due della Generazione dei Miracoli e mai fatti vedere, tranne alla fine (25 ep.), e per non aver fatto vedere il torneo invernale, infatti la fine di questo anime è una fine "non fine". L'episodio 25 (l'ultimo) è lo scontro dei quarti tra Kaijo, squadra di Kise, e l'accademia Toutou, squadra dell'imbattuto Aomine, in cui i due ex compagni si sfidano e i protagonisti del Seirin assistono alla partita sugli spalti: uno scontro molto emozionante, di cui adesso non sto a raccontare tutto anche se avrei fatto vincere il Kaijo per far capire che nemmeno Aomine è imbattibile nel basket. Invece ci ha dato molta soddisfazione questa partita perché questo è il punto in cui ti fanno capire che Kise si fida dei compagni e i compagni di lui. Dopo aver perso contro il Seirin non tutti seguono il gioco dell'Accademia Toutou e di Aomine, che giocano solo per vincere e per se stessi, infatti questo porta Kise a sbagliare alla fine fidandosi del compagno, ma lui è contento cosi! Quindi per il momento il mio voto è 7, per le cose sospese, poi se continuerà, io non so, se continuerà cambierò il voto, se no rimarrà 7.


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MarcoR

Episodi visti: 25/75 --- Voto 9
"Kuroko no Basket" è un anime dedicato alla pallacanestro uscito nel 2012, anno molto fortunato per gli anime sportivi di diversi generi. A mio avviso comunque la fortuna della serie non è data tanto dalle tendenze in corso, quanto dai contenuti dell'opera, veramente ottimi.

Quando si parla di un anime 'baskettaro', è impossibile che la mente non vada immediatamente al capolavoro che era "Slam Dunk" ed è difficile non guardare ogni suo successore senza fare involontari paragoni. Dimenticatevi "Slam Dunk", in quanto quest'anime ha come unica somiglianza uno dei due protagonisti, Kagami Taiga, alto potente e con i capelli vagamente rossi. Per il resto esso è completamente diverso e vediamo il perché tralasciando i paragoni.

L'anime non ha un protagonista assoluto, ma tendenzialmente la figura di riferimento è Kuroko, che dà anche il nome all'opera. Kuroko è un ragazzo piccolo ed evanescente, che a prima vista dà l'impressione di non essere portato per il basket. È matricola nella scuola Seirin, dove conosce il suo compagno di squadra Kagami, ragazzo alto e prestante e molto estroverso e casinista. Insomma, l'esatto opposto. I due creano un bel legame sin dalle prime puntate e formano un duo formidabile. L'uno completa l'altro anche nel modo di giocare.

Ecco ciò che rende "Kuroko no Basket" unico: i personaggi principali hanno tutti abilità esagerate, spiccate e sorprendenti. Kuroko, data la sua natura, è spesso invisibile agli avversari e grazie a questo riesce a effettuare passaggi precisissimi prima ancora che gli avversari si accorgano che lui è li e che ha la palla. Kagami invece ha un'elevazione incredibile e resistenza fisica. Nel corso dell'anime il Seirin incontra una serie di avversari ognuno con abilità diverse: tiro infallibile da ogni parte del campo, visione di gioco assoluta, un giocatore che copia lo stile di gioco, ecc.

La trama riesce ad avere uno sviluppo ben preciso e non annoia, sebbene i momenti più interessanti sono indubbiamente le partite. Kuroko proviene da una squadra delle scuole medie in cui giocavano 5 ragazzi dal talento straordinario, detti "La generazione dei miracoli" e lui era il sesto uomo, prima riserva. Nel corso dell'anime vengono presentati solo tre dei cinque "miracolati" e vengono incontrati uno a uno, non tutti insieme, e la coppia Kuroko-Kagami deve trovare i modi, anche grazie all'allenamento, per contrarstare il loro gioco e batterli.

Nonostante le partite siano emozionanti e durino molte puntate, anche la parte di vita fuori dal campo non viene trascurata, anzi è una componente importante in quanto illustra il carattere dei personaggi, che sono tanti, e il loro allenamento, per niente da sottovalutare. Il miglioramento di tutti viene evidenziato, sia dal punto di vista sportivo sia da quello umano.

Come detto in precedenza, è difficile delineare un protagonista assoluto della serie, in quanto vengono sviluppati e approfonditi tutti i personaggi, lasciando lo stesso Kuroko da parte per più di una puntata. Si finisce per affezionarsi a tutti e fare il tifo per il nostro giocatore preferito.
Una particolarità che mi è piaciuta molto è il fatto che tutti i giocatori più forti e più importanti avessero un colore diverso tra loro: Kuroko ha i capelli azzurri, Kagami rossi e i tre della generazione dei miracoli che si incontrano li hanno biondi, verdi e neri. Anche gli altri due, che si vedono nel manga, avranno colori differenti. Immagino sia stata una scelta volta a far saltare subito all'occhio i diversi personaggi principali, in maniera che fossero facilmente identificabili.

Il disegno è ottimo e le azioni non sono mai ripetitive, ci si sente in campo durante la partita e si sente la fatica dei giocatori. Guardare quest'anime dà emozioni, grazie anche ai continui colpi di scena nel mezzo delle partite.
Sperando in una seconda stagione, lo consiglio a tutti gli appassionati di anime sportivi, non ve ne pentirete.


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YamaTheShepherd

Episodi visti: 19/75 --- Voto 7
Cinque giocatori della scuola media Teikou ottennero il nome di "Generazione dei Miracoli" grazie alle loro strabilianti capacità nel basket. Ma in pochi sanno dell'esistenza di un sesto membro, il giocatore fantasma.
Ormai fuori dalla scuola media i cinque giocatori si sono iscritti in altrettanti licei con squadre di basket ad alti livelli. Il sesto, il cui scopo non era più solamente vincere, decise di andare in un liceo in attività da soli due anni, con una squadra abbastanza forte per essere così giovane.
Ci troviamo nel liceo Seirin e Kagami Taiga, un ragazzo decisamente alto e arrogante, decide di iscriversi al club di basket, sport che ama e che ha praticato quanto viveva in America. Anche Kuroko Tetsuya ama il basket. E' un ragazzo che non fatica a passare inossevato e infatti nessuno lo vede mentre lascia il modulo d'iscrizione compilato proprio sul bancone del club. Nessuno si accorge di lui, ma tutti fanno caso al fatto che viene dalla scuola media Teikou.
Infatti è lui il sesto giocatore ed a prima vista potrebbe non sembrare un ragazzo molto portato in questo sport, ma il suo talento è quello di essere un'ombra sul campo, mentre il suo obiettivo è far risplendere la luce della squadra (in questo caso Kagami). Grazie a queste due nuove matricole il Seirin è pronto per i campionati scolastici e per sconfiggere il resto dei membri della "Generazione dei Miracoli".

Kuroko no Basket è uno dei manga/anime che, noto, sta spopolando di più in questo periodo.
Ho letto spesso cose come "è il degno erede di Slam Dunk", bé sfortunatamente non posso dire la mia a riguardo perché, con rammarico, devo ammettere di non aver né letto né visto l'opera, quindi la mia opinione si baserà semplicemente sulle impressioni che mi ha fatto questo anime.
La prima cosa di cui parlerei è la grafica.
Pur essendo la trasposizione animata di un manga, graficamente è buono. Ovviamente ci sono cose che non tornano, come braccia che vorticano come se non esistessero le spalle e i gomiti, o che si allungano quando vanno a canestro (ricordate Michael Jordan in Space Jam?), oppure l'estrema sintesi dei tratti nelle figure in lontananza. Ma diciamo che sono dei difetti che si notano spesso negli anime (anche in quelli da cui ci si aspetterebbe di più) e, per quanto riguarda i primi esempi che ho descritto, potremmo giustificarli come elementi che servono ad accentuare la dinamicità. Quindi che anche se spesso risultano eccessivi ci si può passare sopra, a meno che non si è pignoli, non danno troppo fastidio.

La storia non è nulla di particolarmente entusiasmante, ma è simpatica e ben proposta. Nel senso che, il fatto che i giocatori della Generazione dei Miracoli vengano introdotti un po' per volta, spiegando bene quali sono le loro particolarità e mostrandole quasi immediatamente in partita, dà lo stimolo a continuare la serie per scoprire cosa si cela dietro ogniuno di loro, il loro rapporto con Kuroko e con i nuovi, e vecchi, compagni di squadra. Da questo punto di vista Kuroko no Basket è veramente ben fatto, c'è sempre quel qualcosa (ad esmpio un colpo di scena) che ti spinge ad attendere con impazienza l'epidosio (o il capitolo, dipende) successivo e non lascia quasi mai insoddisfatti.
I personaggi, poi, sono ben caratterizzati. Non solo i giocatori della Generazione dei Miracoli, ma anche personaggi meno importanti, peccato però che non ci vengano ben introdotti tutti i giocatori delle squadre avversarie, contanto persiono che alcuni membri del Seirin stesso tendano un po' ad essere dimenticati.

Per quanto riguarda il basket inutile dire che non vedremo il vero e proprio sport. Quindi ci troveremo davanti a ragazzi con abilità più o meno assurde, partite tra liceali ai livelli di leghe professionistiche, spesso ignorando regole basilari come il fallo per passi ecc. Cose che inizialmente potrebbero dare un po' fastidio, ma abituandocisi iniziano quasi ad essere normali.
Tra le altre cose sembrano non esistere sono i falli (esclusi quelli di sfondamento). Non ne fanno neanche per errore. E' bello il gioco "pulito", ma non è realistico. Visto il carattere di alcuni personaggi spesso ci si aspetta qualche fallo, che ovviamente non avverrà mai.

Quindi il mio voto è 7 in base a tutto quello di cui ho parlato finora. A parer mio è una buona opera (l'anime sicuramente meno del manga), ma ha qualche difetto che potrebbe dare fastidio.
E' comunque ricco di elementi che danno carica, e fa venir voglia di prendere il primo pallone che capita ed andarsi a buttare nel campetto da basket più vicino. Stimoli che ogni spokon manga dovrebbe dare.


 1
denzi

Episodi visti: 25/75 --- Voto 8
"Kuroko no Basket" è l'anime sportivo della stagione. Come la maggior parte degli anime sportivi, le capacità dei giocatori vanno oltre la normalità stupendoci con tiri da una parte all'altra del campo, abilità speciali e quant'altro. Questo tuttavia rende forse le sue partite più interessanti e avvincenti di quanto sarebbe altrimenti una normale partita di basket, ovviamente finché non si esagera (come è successo in qualche puntata).

L'anime è incentrato su Kuroko e Kagami e sul loro "rapporto". Incontrando nelle partite i vari membri della "generazione dei miracoli", la mitica squadra che alle medie non aveva rivali e di cui faceva parte anche Kuroko; essi si scontreranno con sfide sempre più difficili che li metteranno alla prova. I due protagonisti sono molto diversi tra loro, ma è bello vedere come il loro modo di giocare a basket si intrecci e come proprio questa diversità li porti a diventare sempre più forti. Gli episodi lasciano molto spazio alla crescita dei personaggi, tra cui anche il resto della squadra (per quanto ovviamente siano trattati in modo più marginale) e i membri della generazione dei miracoli sfidati, in particolare Midorima e Kise, visto che Aomine per ora non dà segni di cambiamento. Kise in particolare viene ampiamente preso in considerazione: lo vediamo nella prima partita della seirin quasi come uno sbruffone e poi puntata dopo puntata assistiamo al suo miglioramento come persona e nelle ultime come giocatore.

La morale è sempre quella: non puoi vincere da solo, devi fare affidamento anche sulla tua squadra. Aomine invece è l'esempio contrario a questo principio, ma lui è il "cattivo", no? Lo stesso Midorima, così incentrato solo su se stesso e sulla vittoria da ottenere con il tiro che vale di più, quello da tre punti, anche se in modo non completamente esplicito contribuisce al miglioramento di Kagami. A Midorima si affianca il suo compagno di squadra Takao, che personalmente ho apprezzato moltissimo. Riconosce la bravura di Midorima e nonostante il suo atteggiamento burbero lo segue sempre e ne diventa quasi la parte "take it easy" che altrimenti Midorima non dimostrerebbe. Credo che in tutta la serie sia uno dei personaggi più positivi, quello che mi ha impressionata di più.
I personaggi, per quanto quindi presentino alcuni stereotipi, sono ben caratterizzati e hanno un'evoluzione che spero continui in una seconda serie.

L'anime è nel complesso piacevole e veramente avvincente, nonostante si possa spesso intuire il risultato del match. Non è infatti tanto quello che conta, quanto i singoli episodi che avvengono durante la partita.
Un anime insomma che consiglio a tutti, anche a chi non conosce benissimo questo sport. A me ha regalato moltissime emozioni, a partire dalle sigle di apertura fino a quelle di chiusura, tutte molto cariche.


 2
Athena

Episodi visti: 25/75 --- Voto 10
Della squadra di basket della scuola media Teikou facevano parte cinque ragazzi che, per le loro incredibili abilità e le loro numerose vittorie, sono divenuti noti con il nome di "Generazione dei Miracoli". Terminate le scuole medie, questi fenomenali giocatori si sono separati e ognuno di loro è entrato nella squadra di basket di un differente istituto superiore. Della generazione dei miracoli faceva parte anche un sesto giocatore di cui nessuno si ricorda ma dal grande talento, questo giocatore è Kuroko. Kuroko ha deciso di entrare nella squadra di basket di un istituto superiore di recente formazione, il Seirin, ed è qui che incontrerà Kagami Taiga, un gigante appena tornato dall'America e la cui grinta, determinazione e profondo amore per il basket colpiscono Kuroko. Nascerà così una particolarissima coppia luce/ombra il cui obiettivo sarà nientemeno che… sconfiggere la Generazione dei Miracoli e diventare i più forti del Giappone.

Per quanto mi riguarda quest'anime è stato una sorpresa assoluta e si è rivelato nettamente superiore alle mie aspettative, a partire dai personaggi. Il protagonista Kuroko è decisamente particolare: semplice, discreto, che non spicca per nulla, praticamente un'ombra. In campo però questa sua capacità di celare la sua presenza fa sì che riesca a eseguire degli incredibili passaggi imprendibili per gli avversari. La cosa bella di questo suo personaggio è che nonostante all'apparenza possa sembrare debole, in realtà è incredibilmente forte, soprattutto nella sua convinzione di dimostrare che il basket non è fatto di individualismo, bensì di gioco di squadra. Un'ombra come Kuroko però per esistere necessita di una luce e questa luce è Kagami. Alto, forte e deciso a diventare il migliore nello sport che ama, egli affronta ogni sfida con un'incredibile grinta che lo porta a non arrendersi mai, soprattutto quando i suoi avversari sono forti, magari anche più forti di lui. Oltre a loro nel corso dell'anime si fa la conoscenza dell'intera squadra di basket dell'istituto Seirin: Hyuga, Izuki, Mitobe… Ognuno di loro ha delle particolari capacità che verranno alla luce nel corso degli episodi. Infine come dimenticarsi del mitico coach del Seirin: Riko, le cui "doti" culinarie saranno spunto per divertenti siparietti comici. Nonostante siano personaggi secondari essi sono estremamente interessanti e ben caratterizzati e nel corso dell'anime acquistano un'importanza tutt'altro che secondaria.

Naturalmente in ogni anime sportivo che si rispetti servono degli avversari, in questo caso i membri della Generazione dei Miracoli. In questi 25 episodi si fa la conoscenza di tre di essi: Kise, il giocatore capace di copiare ogni tecnica, Midorima, infallibile nei tiri da lunga distanza e Aomine, vero e proprio fenomeno. Il carattere di ognuno di loro è ben pensato e approfondito durante la serie.
Per quanto riguarda la parte tecnica di quest'anime, cioè le giocate durante le partite di basket, devo ammettere che alcune sono inverosimili, ma nonostante ciò non sono fastidiose e le partite mantengono un buon realismo.
Gli episodi dedicati alle partite vengono intervallati da episodi dedicati agli allenamenti e allo sviluppo dei personaggi; inoltre sono spesso presenti gag comiche: ciò rende la visione piacevole, scorrevole e appassionante. Terminato un episodio non si vede l'ora di scoprire cosa succederà in seguito. Qui giunge l'unico dispiacere legato a quest'anime. Essendo la trasposizione di un manga ancora in corso, non si ha una reale fine, perciò quando si giunge all'ultimo episodio non resta che sperare in una seconda serie… Nonostante ciò l'episodio finale mi è piaciuto molto, l'ho trovato esaltante.
Da non tralasciare le sigle di apertura e chiusura, specialmente le prime trasmettono la grande grinta di quest'anime.
Come accennato prima, non mi sarei mai aspettata che un anime su uno sport che non conoscevo bene mi appassionasse a tal punto, perciò non posso far altro che consigliarne la visione a chiunque.


 2
Nae

Episodi visti: 75/75 --- Voto 7
Devo premettere che io sono in partenza prevenuta sugli anime sportivi perché tendono ad accanirsi sulla "deviazione" dello sport preso in esame, con esagerazioni che si susseguono incessanti nelle varie partite fino allo scontato finale. Arrivando poi dalla generazione traumatizzata da "Holly e Benji" e dai campi chilometrici con le partite da 10 episodi l'una capite che un momento di preconcetto ce l'ho, tuttavia, per il tratto del disegno e per il fatto che i protagonisti non siano solo bellocci che cazzeggiano a fare i fighi ma hanno anche una caratterizzazione, mi sono approcciata a quest'anime.

Il mio 7 è dato con speranza, lo confesso, perché hanno una personalità, questi personaggi, c'è un pochetto di altro oltre l'ossessione compulsiva da 'devo vincere, devo essere il migliore', ecc., che gli anime sportivi proprio non riescono a levarsi - e pure questo non esula.
"Kuroko no Basket" segue le vicende di Tetsu Kuroko un membro di una squadra incredibile di giocatori di basket delle scuole medie che nel momento della scelta della scuola superiore si separa, dando vita a svariate squadre con un ace fuori dai canoni nato da questa "Generazione dei Miracoli", nome dato ai membri della squadra di basket eccezionale formata da questi fuoriclasse. La trama nella sua apparente banalità riesce a dare qualche spunto innovativo: il fatto che Kuroko fosse la schiappa della squadra, per via del suo stile di gioco che poggiava solo sui passaggi in campo resi eccellenti dalla sua poca "presenza percepibile" (ricordate che siamo sempre nel fantasioso mondo degli anime sportivi), dà una piega variegata all'analisi dei personaggi. Di fatto noi scopriamo i cinque fuoriclasse non solo perché li si incontra piano piano nel torneo interscolastico, ma perché ad ogni incontro vi sono i ricordi di Kuroko, i dissapori passati e l'analisi psicologica di questo sui vecchi amici e compagni di squadra. Kuroko è molto riservato, elargisce informazioni limitate senza raccontare il suo dramma con questi ex compagni di squadra, creando quindi una curiosità velata che sa trascinare lo spettatore per tutte e 25 le puntate.

I personaggi sono caratterizzati, il che è un passone per gli anime sportivi, ma non solo quel tanto che basta per intrigare un attimo: essi hanno una personalità, fanno cavolate, hanno reazioni umane (non parlo delle follie in campo) a eventi emotivamente forti come uno scontro di idee violento e via dicendo, hanno debolezze e punti di forza, insomma, anche se non in modo estesissimo, hanno una caratterizzazione che dice: ma sì, vediamo che fanno oltre a giocare a basket, vediamo che cosa hanno da dire queste "persone" non solo giocatori. Questo mi è molto piaciuto in quest'anime, sebbene ci siano secchi momenti di caduta, dovuti al dannato "torneo" da seguire fino alla fine. Di fatto però Kuroko e connessi sono persone e sanno anche intrigare.
Notevole che si è rotto lo stereotipo: la squadra si assembra, fa schifo, migliora, fa meno schifo, migliora ancora, diventa fortina, ultima stoccata dalle ombre del passato, diventa fortissima. No, questo non c'è, la squadra di Kuroko è buona, non buonissima, ha problemi, manca di un fuoriclasse, quando lo trova nel duo Kuroko-Kagami inizia a pensare a un confronto con le altre squadre, ma non bastano cinque mesi per diventare fighissimi e quindi l'esito non è un'improbabile vittoria solo perché loro ci credono con tutti loro stessi.

Le musiche e il comparto tecnico sono di buon livello. "Kuroko no Basket" è un anime 2012, quindi deve essere bello da vedere, essendo un anime sportivo le animazioni meritano e sono fin troppo fuori scala, ma se si accetta questo fatto di base si può soprassedere. Opening ed ending sono orecchiabili e nel complesso piacevoli.
Ci sarà sicuramente una seconda serie, presumo, visto anche che di fatto l'anime segue abbastanza bene il manga. Per ora non mi sbilancio oltre il 7, ma magari nella prossima ci saranno miglioramenti.

Attenzione: il seguente paragrafo analizza la parte di storia che va dall'episodio 25 all'episodio 50. Potrebbe contenere spoiler

Kuroko no basuke è un bellissimo anime, non si può negare, tuttavia nel dare a Cesare quel che è di Cesare voglio puntualizzare che stiamo parlando di un 7.5 che con le musiche le animazioni e una scelta narrativa intrigante si portano a casa l'8, ma che come anime sportivo ancora non si libera dalle catene dogmatiche di questo genere dove l'evento sportivo sarà sempre il punto cardine, senza mai cedere il terreno a chi vive l'evento sportivo in sé.

La trama di questa seconda serie è ottimamente sviluppata. Ancora una volta si è strategicamente scelto di sviscerare i singoli membri della generazione dei miracoli, sempre tramite lo sguardo flemmatico di Tetsuya Kuroko, che essendo il narratore in questo anime, dà il suo punto di vista e di analisi e detta legge su quanto dire e quanto no, il fatto poi che il suo carattere sia introverso e bizzarro ammette che le scelte non siano così chiare, le opinioni e le idee su come sono andate le cose in passato tra i 5 incredibili + lui siano assoggettate a quel suo delicato esser chiuso in se stesso.
Dopo una brillante prima serie usata come ouverture per conoscere tutti i giocatori ed i loro ruoli nella storia, ci si aspettava molto da questa seconda serie, che non delude, ma si conclude proprio prima delle ultime partite lasciando ancora Akashi nel suo ruolo di ombra misteriosa, quasi tutto il percorso servisse a far capire allo spettatore chi è il vero avversario di Kuroko, il vero avversario della mentalità di Kuroko. Ogni singolo membro della generazione dei miracoli è stato plasmato da Akashi, la drammatica caduta umana del team è stata causata da questa personalità incredibile, ma ogni evoluzione di questi straordinari giocatori usciti dall'ombra di questo stratega durante il post middle school è stata dettata dalla divergenza di pensiero di Kuroko e da una testarda volontà di provare ad avere ragione. Scelta narrativa forte, perché di fatto si arriva con l'aspettativa a mille e la partita con Akashi non s'è vista ancora, e presumo ci vorrà tempo per la serie 3 visto che il fumetto è di poco più avanti, ma al momento scelta funzionale.
Che dire, le partite intrigano, perché non sono solo partite, conosciamo il passato dei personaggi e ne analizziamo i cambiamenti, si segue la guerra di Kuroko, che onestamente è più machiavellico del dolce ragazzino silenzioso che vuole apparire, di fatto il suo disperato bisogno di recuperare i legami che gli hanno fatto amare il basket sa di utilitarismo spietato, sta usando la Seirin per abbattere l'eredità di Akashi, non senza affezionarsi a sua volta a questa realtà è vero, ma ben lungi questa affezione dal farlo desistere.
Ho trovato toccate il dualismo Tetsu/Seijuro, perché il primo tira fuori il lato umano il secondo il lato tecnico strategico, ma da qualche parte c'è stato un Akashi umano e non solo pianificatore e lo insegue in ogni partita questo soggetto, in ogni vittoria della Seirin e di Kuroko. Di contro il basket è lo sport di questo anime sportivo e in questa seconda serie si è scaduti nel super mirabolante, con colpi alla cavalieri dello zodiaco e deliri di filosofia sportiva poco sensati, che sanno di fastidio soprattutto quando li si sente parlare in panchina dei colpi segreti usati, a volte stonano veramente tanto con la profondità dell'analisi psicologica che porta avanti la storia, ma diciamo che glielo si perdona proprio in virtù di questo.

Le animazioni sono incredibili, tratto pulito e chiaro, colori piacevolmente sgargianti e le musiche spettacolari, azzeccatissime e molto coinvolgenti, è come se l'umore e la determinazione dei personaggi avesse una traslazione sul piano musicale di accompagnamento, una scelta molto bella e non solo di contorno.
Consigliatissimo come anime, non vedo l'ora per la prossima serie.

Attenzione: il seguente paragrafo analizza la parte di storia che va dall'episodio 50 all'episodio 75. Potrebbe contenere spoiler

Faccio una piccola premessa chiarificatrice per motivare il mio 5, preceduto da un 7 e un 8: la verità è che, sebbene consapevole del concetto di anime sportivo, dove alla fine della fiera conta solo la farsa dello sport (perché, diciamocelo, negli anime non è sport, ma facciamo finta), io ho creduto che poteva esserci dell'altro. Sono stata tratta in inganno dalla magia dell'analisi psicologica dei cinque della generazione dei miracoli tutti uniti dal comun denominatore di Kuroko, ma alla fine della fiera "Kuroko no Basket" vuole solo essere un anime sportivo e dare tante occasioni di deliri alle fan dello shonen-ai, con le equivoche uscite dei vari personaggi sui loro legami.

La trama riprende da dove ha lasciato a fine seconda serie, si segue la Winter Cup e la si amalgama con i flashback che finalmente mostrano come sono nati i cinque leggendari giocatori della generazione dei miracoli, come Akashi ha reso possibile che esistessero e come hanno perso Akashi stesso nel processo. Senza rendersene nemmeno bene conto, tranne che per l'attento Tetsuya.
Ho trovato notevole nella seconda stagione l'ostinazione di Kuroko, ai limiti dell'egoismo spietato, nel voler riportare indietro Akashi, nel volergli mostrare che la loro grandezza non stava nelle loro singolarità, ma in quello che erano in grado di fare insieme; pensavo che in questa terza stagione avremmo visto qualcosa di più e invece di botto si sono ricordati che semplicemente dovevano vincere delle partite...
Il dualismo di punti di vista mi ha intrigato davvero tanto, l'analisi della duplicità di Akashi e l'uso del punto di vista di Kuroko è stato magistrale, fino a che... è venuto fuori l'anime sportivo puro. Quando i colpi da Cavalieri dello Zodiaco hanno irrotto troppo brutalmente nella trama, sminuendo l'analisi psicologica dei vari soggetti coinvolti, riducendoli a macchiette di onore e gloria gratuita, mi sono cadute le braccia. Quando poi il grande Aomine ha l'epifania che "Omioddio il basket è un gioco di squadra" (no, giura?), onestamente non sapevo se ridere o piangere.

Il patetico finale dove il Seirin deve vincere (perché giocano di squadra), ma in cui gli sceneggiatori si sono dimenticati che ci hanno venduto in tutti i modi Akashi come uno stratega geniale e, anche in collasso psicologico, non hanno pensato di fargli commettere qualche errore giusto per buttare le basi perché possano farcela con il Rakuzan, ecco che tutto diventa... malato, e quindi ce la fanno "perché sì", con il galaxian explosion di Gemini e via. Insomma, così, magicamente, niente spiegazioni, niente "follie sensate" a spiegazione, perché, capiamoci, tutti siamo d'accordo che l'anime viola la realtà dello sport rappresentato, ma, con questo assioma di fondo, non ci si aspetta che alla terza serie le regole della realtà vengono riallineate a casaccio per far riuscire tizi nell'impresa. Per carità, le leggi della fisica dell'anime stesso erano comunque state altamente compromesse oltre gli standard classici già da svariati episodi, quindi probabilmente non importa più a nessuno, ma un pelo di coerenza sarebbe stata gradita. E comunque non è la vittoria del Seirin che ha portato a qualcosa, e questo era chiaro, almeno fino a due serie prima.

Che dire: deludente. La verità è che "Kuroko no Basket" ce le aveva tutte le carte per essere più di un anime sportivo, i personaggi avevano un'anima, erano intricati, intensi. La corruzione di veri sportivi per via dell'arroganza... tante belle cose, insomma c'erano speranze, ma niente, tutto giù per scarico, però la grande epifania del gioco di squadra, mi raccomando.

A livello tecnico è un capolavoro questo anime, sia per l'uso dei fondali, dei colori sia per le animazioni. Le musiche sono spettacolari e opening ed ending sono davvero orecchiabili.

Peccato.

Superuto

 1
Superuto

Episodi visti: 23/75 --- Voto 9
Come non dare a quest'anime un bellissimo 9? A mio avviso esso ha un'ottima storia, scorre molto veloce ed è reso sempre più interessante dall'apparizione pian piano di tutti i vari membri della generazione dei miracoli. Le partite sono sempre appassionanti e a dir poco spettacolari, decise spesso agli ultimi secondi, sia nelle vittorie sia nelle sconfitte della squadra dei protagonisti; il divertimento è assicurato. L'umorismo non manca, come in ogni anime che si rispetti, ma la cosa che rende il manga accattivante è tutta l'atmosfera che crea l'autore, dove anche un semplice passaggio riesce a diventare qualcosa di davvero unico. Nonostante "Kuroko no Basket" sia un anime sul basket riesce a distaccarsi moltissimo dal leggendario "Slam Dunk", infatti non ci sono intrighi amorosi, il tipo di gioco visto è molto diverso e i personaggi non hanno quasi mai tristi storie alle spalle o un'adolescenza difficile.
Unica pecca è forse il livello di gioco che esprimono i giocatori, troppo elevato fin dall'inizio e anche un po' troppo fantasioso in certi casi. In complesso però esso è un anime da vedere assolutamente.


 2
Elam

Episodi visti: 17/75 --- Voto 7
Amici del fantabasket e amanti degli anime sportivi scolastici, quest'anime fa per voi. Di meglio sul basket potete trovare solo Gigi la trottola con la casacca a paracadute, ma almeno quello non si prendeva sul serio; qui invece sono tutti dannatamente seri e impegnati a vincere il campionato. I protagonisti sono i giocatori del Seirin e in particolare Kuroko, giocatore ombra della generazione dei miracoli (vedere scheda presentazione dell'anime), non particolarmente alto, non particolarmente muscoloso, con poca resistenza, ma con una caratteristica particolarissima: occulta la sua presenza come un ninja e compie passaggi incredibili, gli ultimi dei quali sono dei colpi con il palmo della mano, al volo, potentissimi e velocissimi,che lo rendono simile a un tamburo di una pistola. A causa dei suoi difetti, Kuroko può vincere solo facendo gioco di squadra, che è appunto uno dei messaggi subliminali che trasmette l'anime. A contrapporsi infatti sono due filosofie di gioco: il gioco di squadra del Seirin contro l'individualismo e il talento assoluto dei suoi avversari.
Tra gli avversari visti finora abbiamo Kise, il giocatore che ha studiato alla divina scuola di Hokuto e copia le tecniche dell'avversario, quindi occhio che certe mosse funzionano solo una volta. Midorima, il cecchino del canestro, è capace di fare canestro da ogni punto del terreno di gioco, con il suo talento potrebbe già giocare in America, ma è confinato in un liceo giapponese - non si capisce come mai 'sti fenomeni non emigrino. Il talentuoso Aomine, il flash dei campi di basket, utilizza tecniche da basket da strada e segna da dietro il canestro, avete capito bene, da dietro il canestro. E' talmente bravo che non si allena perché è troppo forte, ma non è cattivo. Non allenandosi spera di trovare qualcuno che lo sconfigga - certe pippe mentali mi mancavano. Mi manca di vedere il prossimo fenomeno, però già questi bastano per descrivere le partite tipiche. I talentuosi avversari sono quasi sempre sbruffoni, si salva un po' Kise, il più debole di tutti. Dopo varie sbruffonate (se la tirano tutti) e vantaggi abissali, il Seirin riesce a farcela grazie a Kuroko e al suo compagno Kagami, un vero prodigio nel salto in continua crescita. Non so ancora come andrà a finire, ma salvo colpi di scena, il Seirin vincerà sconfiggendo anche l'ultimo giocatore della generazione dei miracoli che come minimo avrà tutte le qualità viste finora assieme!
Se le cose finora descritte non vi hanno dato fastidio allora lasciatevi trasportare dalla narrazione, l'anime rimane comunque leggero e godibile, animato bene; i protagonisti sono un po' delle macchiette e finora a parte Kuroko e Kagami, non ho visto molto approfondimento psicologico. Il tutto ruota attorno alle partite, alle abilità incredibili degli avversari e a come fare per sconfiggerli. Buona visione.


 1
saemon

Episodi visti: 13/75 --- Voto 8
Certo "Kuroko no Basket" non è "Slam Dunk", è meno realistico e meno divertente, però prende.
Il personaggio di Kuroko è formidabile e la storia è talmente intrigante che aspetto sempre con impazienza il prossimo episodio. Non sarà un capolavoro, ma a me piace, e chi ha amato "Slam Dunk" non potrà che apprezzarlo.
Particolare da non sottovalutare è il nome del liceo. Seirin, vi dice niente? Chi conosce GTO, l'anime, mi capisce.
La cosa che meno mi piace purtroppo è la prevedibilità della storia. Bella nel presente, ma prevedibile nel finale, con la speranza che si concluda con qualche colpo di scena.

yellowketchup

Episodi visti: 13/75 --- Voto 7
"Il basket di Kuroko"; titolo azzecchato in quanto nessun altro sarebbe in grado di giocarlo! Allontanerei pertanto immediatamente da quest'anime chiunque sia appassionato dello sport in questione a tal punto da non riuscire a sopportare la "fantascientifica" versione che qui ne viene data.
La vicenda infatti si incentra su un ragazzo, Kuroko appunto, che ha l'abilità di cancellare la propria presenza impedendo così agli avversari di percepirlo sul campo da gioco, così da consentirgli di fare magici passaggi e incredibili intercettazioni. E quando dico 'cancellare la propria presenza', intendo dire che risulta davvero invisibile.
E Kuroko non è certo l'unico ad avere abilità fuori dal comune; vi è chi salta incredibilmente, chi segna con una precisione del 100% da ogni luogo del campo, chi ha una visione perfetta del gioco come se avesse un terzo occhio in cielo e chi più ne ha più ne metta.
La trama presenta come antefatto una scuola media, la cui squadra era talmente forte da aver vinto il campionato per tre anni di fila senza trovare avversari degni di nota. Al momento del passaggio al liceo tutti i componenti della "generazione dei miracoli" finiscono con l'iscriversi a scuole differenti e così anche Kuroko, che pur non compare, proprio per la sua abilità tra l'altro, tra i nomi dei titolari, finisce per separarsi dai suoi vecchi compagni di squadra. Nella nuova scuola si iscriverà al club di basket, dove oltre a conoscere quello che diviene il coprotagonista della vicenda, Kagami, un portento tornato in Giappone dagli USA, tenterà di battere ogni membro della generazione dei miracoli grazie ai nuovi compagni, e a un ritrovato amore per il basket che aveva perduto durante le scuole medie a causa della mentalità della vecchia squadra incentrata unicamente sulla vittoria.

Punti di forza: graficamente la serie risulta piacevole, non ci sono praticamente ripetizioni di sequenze già viste, cosa abbastanza comune nel genere sportivo. I personaggi, pur restando un minimo stereotipati, appaiono vari e divertenti. Altro punto di forza, ma mi rendo conto che questo sia molto soggettivo, risiede nel fatto che non si sia ricorsi alle solite figure dei bulli scontrosi, molto utilizzati in quest'ambito, ad esempio tanto per citare alcuni dei più famosi, "Slam Dunk" e "Rookies".
Infine, se si riesce a sorvolare su quanto inverosimile sia il basket presentato in quest'anime, gli espedienti trovati per risolvere le partite ed entusiasmare lo spettatore risultano abbastanza ingegnosi.

Punti deboli: come già ripetuto più e più volte, il vero punto debole di quest'anime sta proprio nella ricerca di un'eccessiva spettacolarizzazione, che potrebbe, agli occhi dei più fedeli, risultare incredibilmente assurda. Con la traduzione poi si perde qualche risata a causa dei giochi di parole composti da un personaggio, che risultano intraducibili, ma nulla per cui perdere il sonno.

In conclusione, "Kuroko no Basket" è un anime divertente che di sicuro potrà piacere a coloro che non siano eccessivamente pignoli e amino il genere sportivo. Forse un 7 potrebbe risultare un po' troppo alto come voto, ma voglio ugualmente favorire quest'anime tenendo conto di come sia da un lato molto difficile creare un intreccio interessante avendo come tema a cui attenersi uno sport, dall'altro anche di come sia complicato creare a maggior ragione qualcosa di apprezzabile su una materia nella quale si sono visti anime che hanno avuto un incredibile successo, come il sopracitato "Slum Dunk". Ci tengo a precisare che non sarebbe mia abitudine recensire un anime non ancora terminato, ma superata la metà dubito seriamente che lo stile possa cambiare sensibilmente così come la caratterizzazione dei personaggi.
Buona visione!