Higurashi no Naku Koro ni Sotsu
"Higurashi Sotsu" è il seguito di "Higurashi Gou" (il quale è il seguito dei primi "Higurashi" 2006-2007), se così si può considerare, dato che la maggior parte degli episodi narrerebbero esattamente gli stessi avvenimenti dei primi episodi di Gou, rivelando i misteri che erano rimasti.
Questo anime è stato pesantemente criticato proprio per l'aspetto appena citato, dato che in questo modo apparirebbe noioso se è stato visto subito dopo Gou.
A differenza delle principali valutazioni, io ho apprezzato molto questo seguito, per il principale motivo che l'ho visto un mese dopo aver finito Gou. Se aspetto del tempo, la serie che mostra gli stessi avvenimenti ma da un punto di vista diverso mi appare estremamente più interessante. I primi due archi, in particolare, mi sono piaciuti molto, ma anche il terzo è dannatamente interessante.
Il consiglio principale per chi vuole vedere Sotsu è di aspettare del tempo, anche solo una settimana o due, per vederlo dopo aver finito Gou. Il quarto e ultimo arco è carino. Con questo: torna un personaggio molto importante per l'universo di Higurashi, viene visto il quarto arco di Gou dal punto di vista dell'antagonista principale, ed ecco che arriva alla fine la "battaglia finale" della serie, con un finale abbastanza piacevole.
A mio parere, Higurashi Gou e Sotsu hanno un problema riguardante la storia: l'antagonista della serie. Avro' pure apprezzato la mentalità di questo personaggio per quanto riguarda il suo piano per vincere in ogni arco, ma i suoi ideali li trovo del tutto ridicoli e insensati.
Se stai leggendo questa recensione senza aver visto Gou, salta l'ultimo discorso e passa direttamente alla conclusione (perché ci sono spoiler su questa prima stagione). In caso contrario, leggi pure oltre.
Attenzione: questa parte contiene spoiler
Parliamo nel dettagli dell'antagonista: Hojo Satoko. Ciò che sto per scrivere è semplicemente la critica che ho scritto prima ma con gli spoiler della storia.
Satoko è diventata l'antagonista principale di Gou e Sotsu per il motivo più ridicolo possibile: perché odia lo studio, e la sua amica Furude Rika l'ha portata con se all'accademia, per poi non passare del tempo con lei. ma con altre amiche. Solo questo. Satoko ha fatto torturare e uccidere innumerevoli volte i personaggi di Higurashi, ha fatto subire un crollo mentale alla protagonista Rika, e ha escogitato un piano che ha richiesto l'attesa di centinaia di anni, SOLO PER QUESTO. Con Gou e Sotsu, hanno rovinato parzialmente o completamente il personaggio di Hojo Satoko (nonostante fosse alquanto banale nelle prime stagioni).
CONCLUSIONE: La serie la definirei estremamente interessante se vista tempo dopo Gou e non subito dopo averlo terminato, ma con un antagonista mosso da ideali ridicoli.
Questo anime è stato pesantemente criticato proprio per l'aspetto appena citato, dato che in questo modo apparirebbe noioso se è stato visto subito dopo Gou.
A differenza delle principali valutazioni, io ho apprezzato molto questo seguito, per il principale motivo che l'ho visto un mese dopo aver finito Gou. Se aspetto del tempo, la serie che mostra gli stessi avvenimenti ma da un punto di vista diverso mi appare estremamente più interessante. I primi due archi, in particolare, mi sono piaciuti molto, ma anche il terzo è dannatamente interessante.
Il consiglio principale per chi vuole vedere Sotsu è di aspettare del tempo, anche solo una settimana o due, per vederlo dopo aver finito Gou. Il quarto e ultimo arco è carino. Con questo: torna un personaggio molto importante per l'universo di Higurashi, viene visto il quarto arco di Gou dal punto di vista dell'antagonista principale, ed ecco che arriva alla fine la "battaglia finale" della serie, con un finale abbastanza piacevole.
A mio parere, Higurashi Gou e Sotsu hanno un problema riguardante la storia: l'antagonista della serie. Avro' pure apprezzato la mentalità di questo personaggio per quanto riguarda il suo piano per vincere in ogni arco, ma i suoi ideali li trovo del tutto ridicoli e insensati.
Se stai leggendo questa recensione senza aver visto Gou, salta l'ultimo discorso e passa direttamente alla conclusione (perché ci sono spoiler su questa prima stagione). In caso contrario, leggi pure oltre.
Attenzione: questa parte contiene spoiler
Parliamo nel dettagli dell'antagonista: Hojo Satoko. Ciò che sto per scrivere è semplicemente la critica che ho scritto prima ma con gli spoiler della storia.
Satoko è diventata l'antagonista principale di Gou e Sotsu per il motivo più ridicolo possibile: perché odia lo studio, e la sua amica Furude Rika l'ha portata con se all'accademia, per poi non passare del tempo con lei. ma con altre amiche. Solo questo. Satoko ha fatto torturare e uccidere innumerevoli volte i personaggi di Higurashi, ha fatto subire un crollo mentale alla protagonista Rika, e ha escogitato un piano che ha richiesto l'attesa di centinaia di anni, SOLO PER QUESTO. Con Gou e Sotsu, hanno rovinato parzialmente o completamente il personaggio di Hojo Satoko (nonostante fosse alquanto banale nelle prime stagioni).
CONCLUSIONE: La serie la definirei estremamente interessante se vista tempo dopo Gou e non subito dopo averlo terminato, ma con un antagonista mosso da ideali ridicoli.
Non ci siamo.
Non ci siamo proprio.
Non si può sfruttare il successo - e l'originalità - di un franchise per costruire una storia banale, noiosa e che si trascina stancamente fino al suo prevedibilissimo finale.
La serie appare lenta, dilungandosi nelle spiegazioni degli eventi misteriosi della serie precedente e che, tuttavia, a differenza di quanto avveniva nel capitolo Kai, sono invero facilmente intuibili.
Che senso ha dedicare un'intera stagione alla scoperta di misteri che tali non sono?
Per di più, costruendo questa sconclusionata serie di eventi attorno all'idea che, per "eccesso di amicizia", è comprensibile - e tutto sommato accettabile - manipolare, ingannare, far soffrire la propria "amica", abusandone fisicamente e psicologicamente. Un messaggio pericoloso e, francamente, inaccettabile.
Dispiace che si sia scelto di buttare alle ortiche un buon prodotto con una conclusione di livello così basso.
Peccato.
Non ci siamo proprio.
Non si può sfruttare il successo - e l'originalità - di un franchise per costruire una storia banale, noiosa e che si trascina stancamente fino al suo prevedibilissimo finale.
La serie appare lenta, dilungandosi nelle spiegazioni degli eventi misteriosi della serie precedente e che, tuttavia, a differenza di quanto avveniva nel capitolo Kai, sono invero facilmente intuibili.
Che senso ha dedicare un'intera stagione alla scoperta di misteri che tali non sono?
Per di più, costruendo questa sconclusionata serie di eventi attorno all'idea che, per "eccesso di amicizia", è comprensibile - e tutto sommato accettabile - manipolare, ingannare, far soffrire la propria "amica", abusandone fisicamente e psicologicamente. Un messaggio pericoloso e, francamente, inaccettabile.
Dispiace che si sia scelto di buttare alle ortiche un buon prodotto con una conclusione di livello così basso.
Peccato.
La serie si ricollega direttamente alla precedente, mostrando la stessa storia e allo stesso tempo dando spiegazioni riguardanti gli accaduti di quest'ultima, svelando i veri misteri che ci sono dietro le morti di questo piccolo paese.
Se davvero si può chiamare sequel, visto che mostra veramente pochissime puntate situate dopo la prima stagione e le altre sono spiegazioni nel dettaglio degli accaduti in precedenza, devo dire di essere rimasto abbastanza soddisfatto di riuscire a capire tutto quello che non si capiva nella prima stagione.
Ovviamente non avendo visto la serie originale, ci sono stati molto colpi di scena e la parte horror/splatter ha funzionato abbastanza bene. Il comparto tecnico è risultato all'altezza delle mie aspettative anche se devo dire che la scelta musicale poteva essere migliore in alcuni tratti. La pecca più grossa risulta il finale dove Rika e Satoko acquistano super poteri e si trasforma per ben 2due puntate in un anime shonen, a mio giudizio ridicolo e per niente idoneo al contesto precedente.
Il messaggio finale, compreso di spiegazioni, sull'amicizia è veramente un ottima cosa, peccato sia poco d'impatto. Nel complesso accettabile, anche se si poteva concludere molto meglio.
Se davvero si può chiamare sequel, visto che mostra veramente pochissime puntate situate dopo la prima stagione e le altre sono spiegazioni nel dettaglio degli accaduti in precedenza, devo dire di essere rimasto abbastanza soddisfatto di riuscire a capire tutto quello che non si capiva nella prima stagione.
Ovviamente non avendo visto la serie originale, ci sono stati molto colpi di scena e la parte horror/splatter ha funzionato abbastanza bene. Il comparto tecnico è risultato all'altezza delle mie aspettative anche se devo dire che la scelta musicale poteva essere migliore in alcuni tratti. La pecca più grossa risulta il finale dove Rika e Satoko acquistano super poteri e si trasforma per ben 2due puntate in un anime shonen, a mio giudizio ridicolo e per niente idoneo al contesto precedente.
Il messaggio finale, compreso di spiegazioni, sull'amicizia è veramente un ottima cosa, peccato sia poco d'impatto. Nel complesso accettabile, anche se si poteva concludere molto meglio.
Attenzione: la recensione contiene spoiler
Se la serie originale era un 10 con lode questo sequel (in cui comprendo anche Gou perché senza di esso Sotsu non ha senso) è solo un buono con lode.
Partiamo da un presupposto, la serie è ottima sotto molti punti di vista ma soffre in alcuni punti particolari e non riesce a compensare, come l'originale, con altro. Insomma per quanto l'originale non fosse perfetta riusciva a compensare i propri limiti con alcune trovate di tutto rispetto, a Gou+Sotsu manca quel di più che rende una serie un capolavoro assoluto.
Sia Gou che Sotsu sono divise in due parti a loro volta, la prima delle quali è a mio parere un capolavoro e, pur non mandando avanti in alcun modo la trama, è davvero divertente e ben fatta, la seconda porta avanti la trama ma senza riuscire ad essere abbastanza incisiva.
Partendo da Gou penso che la serie faccia un ottimo lavoro nel presentare tutta una serie di nuovi misteri che ricalcano quelli vecchi portando però (come si vedrà appunto in Sotsu) a conseguenze del tutto diverse e totalmente imprevedibili in particolare per chi ha visto la serie precedente (perché appunto dà per scontate informazioni che scontate non sono più).
Il problema principale è la presentazione della soluzione (answer arc) che avviene in Sotsu solo dopo l'ultima parte di Gou che di fatto risponde al quesito principale togliendo gran parte della sorpresa e lasciando solo parte del divertimento intatto. Probabilmente si potrebbe rendere più interessante la visione spostando l'arco finale di Gou nella parte finale di Sotsu ma devo ancora provare questo metodo di visione della serie.
Le seconde parti di Gou e Sotsu sono dedicate alla soluzione del caso principale e hanno un'impatto inferiore a quello che dovrebbero avere principalmente per un motivo: la motivazione che spinge Satoko e Rika a combattere è debole e la soluzione al problema è banale. Tanto che per spingere lo spettatore ad emozionarsi vengono usati parecchi trucchi leggermente assurdi che lasciano l'amaro in bocca (in particolare nel penultimo episodio con un combattimento alla Dragon Ball che stona molto nel contesto di Higurashi).
Punto forte a mio parere il finale che è il classico finale alla Higurashi e che fortunatamente non rovina la serie precedente, manca però l'intervento del resto del gruppo lasciando al tutto un retrogusto amaro per le potenzialità inespresse.
Il plus della lode lo rappresenta lo zio di Satoko, Teppei, personaggio ripreso in questo sequel in maniera molto differente dall'originale e decisamente curato come personaggio, il cambiamento di quest'ultimo è assolutamente credibile e ben strutturato.
In generale Gou+Sotsu è un sequel divertente e ben scritto, premio di gran lunga il coraggio di non proporre l'ennesimo remake e di voler testare qualcosa di nuovo che per quanto non sempre funzioni e non sempre sia all'altezza dell'originale almeno non cade nella banalità. Detto questo non posso in tutta coscienza dare un voto più elevato dell'8 e mezzo visto che i punti più deboli della storia sono fin troppo deboli per stare in piedi.
Due cose sono grato non siano successe e che qualcuno si augurava:
1. Collegamenti fin troppo evidenti con Umineko. Per quanto capisca i fan di quest'ultima serie vorrei che Higurashi rimanesse fuori dai deliri di Umineko. Un tratto interessante di Higurashi è proprio il fatto che la realtà supera tutti gli elementi sovrannaturali e già in questo sequel ci sono stati fin troppi elementi sopra le righe, figurarsi se il tutto doveva collegarsi ad una serie complicata come Umineko.
Questo sequel rende introduce un solo elemento di Umineko e quest'ultimo è il personaggio meno interessante e meno sviluppato di tutta la vicenda (potreste tagliarlo quasi fuori e la storia funzionerebbe quasi comunque).
2. Un finale tragico. Higurashi nasce con l'idea che nessun personaggio è condannabile in via definitiva e tutti possono trovare alla fine la felicità. Personalmente parlando sono comunque felice che abbia mantenuto la sua identità anche sotto questo punto di vista.
Due cose avrei cambiato:
1. Meno flashback nella parte finale di Sotsu (ed è per quello che dico che probabilmente la parte finale di Gou sarebbe stata meglio subito prima della parte finale di Sotsu, con meno flashback e un ritmo di narrazione decisamente più adatto, senza contare la sorpresa che ci sarebbe stata al primo answer arc in Sotsu).
2. Avrei sostituito Eua con un'altra personalità di Satoko (visto che alla fin fine è quello il succo) che magari riusciva a scoprire un segreto per diventare una reiterante. E magari avrei enfatizzato problemi più importanti del semplice studio/non studio (visto che l'accademia St. Lucia ha una specie di prigione al suo interno e mi pare che le problematiche dell'ambiente siano ben peggiori di quelle relative alle prestazioni scolastiche). Senza contare che è la scuola da cui fugge Shion nella serie precedente, non proprio un esempio di scuola che definirei "un sogno" anche per Rika.
Rika e Satoko stesse paiono diventare personaggi molto meno maturi e più egoisti rispetto alla serie originale (dove subiscono una maturazione non da poco che francamente parlando trovo difficile credere le porterebbe ad un risultato simile).
Ciò che avrei esplorato di più:
- I misteri alternativi. Uno più violento e interessante del precedente. Ad un certo punto ne fanno vedere solo una piccola parte ma francamente è sempre interessante vedere i ragionamenti contorti dei vari personaggi con la sindrome di Hinamizawa. Sarebbe stato interessante entrare nella loro psiche come nella serie originale. Ma quel che c'è è semplicemente troppo eccellente per sorvolare.
Se la serie originale era un 10 con lode questo sequel (in cui comprendo anche Gou perché senza di esso Sotsu non ha senso) è solo un buono con lode.
Partiamo da un presupposto, la serie è ottima sotto molti punti di vista ma soffre in alcuni punti particolari e non riesce a compensare, come l'originale, con altro. Insomma per quanto l'originale non fosse perfetta riusciva a compensare i propri limiti con alcune trovate di tutto rispetto, a Gou+Sotsu manca quel di più che rende una serie un capolavoro assoluto.
Sia Gou che Sotsu sono divise in due parti a loro volta, la prima delle quali è a mio parere un capolavoro e, pur non mandando avanti in alcun modo la trama, è davvero divertente e ben fatta, la seconda porta avanti la trama ma senza riuscire ad essere abbastanza incisiva.
Partendo da Gou penso che la serie faccia un ottimo lavoro nel presentare tutta una serie di nuovi misteri che ricalcano quelli vecchi portando però (come si vedrà appunto in Sotsu) a conseguenze del tutto diverse e totalmente imprevedibili in particolare per chi ha visto la serie precedente (perché appunto dà per scontate informazioni che scontate non sono più).
Il problema principale è la presentazione della soluzione (answer arc) che avviene in Sotsu solo dopo l'ultima parte di Gou che di fatto risponde al quesito principale togliendo gran parte della sorpresa e lasciando solo parte del divertimento intatto. Probabilmente si potrebbe rendere più interessante la visione spostando l'arco finale di Gou nella parte finale di Sotsu ma devo ancora provare questo metodo di visione della serie.
Le seconde parti di Gou e Sotsu sono dedicate alla soluzione del caso principale e hanno un'impatto inferiore a quello che dovrebbero avere principalmente per un motivo: la motivazione che spinge Satoko e Rika a combattere è debole e la soluzione al problema è banale. Tanto che per spingere lo spettatore ad emozionarsi vengono usati parecchi trucchi leggermente assurdi che lasciano l'amaro in bocca (in particolare nel penultimo episodio con un combattimento alla Dragon Ball che stona molto nel contesto di Higurashi).
Punto forte a mio parere il finale che è il classico finale alla Higurashi e che fortunatamente non rovina la serie precedente, manca però l'intervento del resto del gruppo lasciando al tutto un retrogusto amaro per le potenzialità inespresse.
Il plus della lode lo rappresenta lo zio di Satoko, Teppei, personaggio ripreso in questo sequel in maniera molto differente dall'originale e decisamente curato come personaggio, il cambiamento di quest'ultimo è assolutamente credibile e ben strutturato.
In generale Gou+Sotsu è un sequel divertente e ben scritto, premio di gran lunga il coraggio di non proporre l'ennesimo remake e di voler testare qualcosa di nuovo che per quanto non sempre funzioni e non sempre sia all'altezza dell'originale almeno non cade nella banalità. Detto questo non posso in tutta coscienza dare un voto più elevato dell'8 e mezzo visto che i punti più deboli della storia sono fin troppo deboli per stare in piedi.
Due cose sono grato non siano successe e che qualcuno si augurava:
1. Collegamenti fin troppo evidenti con Umineko. Per quanto capisca i fan di quest'ultima serie vorrei che Higurashi rimanesse fuori dai deliri di Umineko. Un tratto interessante di Higurashi è proprio il fatto che la realtà supera tutti gli elementi sovrannaturali e già in questo sequel ci sono stati fin troppi elementi sopra le righe, figurarsi se il tutto doveva collegarsi ad una serie complicata come Umineko.
Questo sequel rende introduce un solo elemento di Umineko e quest'ultimo è il personaggio meno interessante e meno sviluppato di tutta la vicenda (potreste tagliarlo quasi fuori e la storia funzionerebbe quasi comunque).
2. Un finale tragico. Higurashi nasce con l'idea che nessun personaggio è condannabile in via definitiva e tutti possono trovare alla fine la felicità. Personalmente parlando sono comunque felice che abbia mantenuto la sua identità anche sotto questo punto di vista.
Due cose avrei cambiato:
1. Meno flashback nella parte finale di Sotsu (ed è per quello che dico che probabilmente la parte finale di Gou sarebbe stata meglio subito prima della parte finale di Sotsu, con meno flashback e un ritmo di narrazione decisamente più adatto, senza contare la sorpresa che ci sarebbe stata al primo answer arc in Sotsu).
2. Avrei sostituito Eua con un'altra personalità di Satoko (visto che alla fin fine è quello il succo) che magari riusciva a scoprire un segreto per diventare una reiterante. E magari avrei enfatizzato problemi più importanti del semplice studio/non studio (visto che l'accademia St. Lucia ha una specie di prigione al suo interno e mi pare che le problematiche dell'ambiente siano ben peggiori di quelle relative alle prestazioni scolastiche). Senza contare che è la scuola da cui fugge Shion nella serie precedente, non proprio un esempio di scuola che definirei "un sogno" anche per Rika.
Rika e Satoko stesse paiono diventare personaggi molto meno maturi e più egoisti rispetto alla serie originale (dove subiscono una maturazione non da poco che francamente parlando trovo difficile credere le porterebbe ad un risultato simile).
Ciò che avrei esplorato di più:
- I misteri alternativi. Uno più violento e interessante del precedente. Ad un certo punto ne fanno vedere solo una piccola parte ma francamente è sempre interessante vedere i ragionamenti contorti dei vari personaggi con la sindrome di Hinamizawa. Sarebbe stato interessante entrare nella loro psiche come nella serie originale. Ma quel che c'è è semplicemente troppo eccellente per sorvolare.
«Higurashi no Naku Koro ni Sotsu» è un anime, le cui animazioni sono curate dallo studio Passione, che ben conclude quanto di sospeso era rimasto nella serie precedente (Gou).
Perché nascono le tragedie? Due ragazze sono amiche, una è determinata a frequentare una scuola prestigiosa e impegnativa l’altra no, vuole continuare semplicemente a vivere nella cittadina dove è nata. Sono scelte personali per cui non si discute, solo che ognuna di loro vuole trascinare l’altra nel proprio futuro. Una di loro a tutti i costi.
Un’amicizia, quella di Rika e Satoko, che sembra tramutarsi talvolta in amore, talvolta in un odio profondo, ma in realtà è semplicemente un forte legame quello che unisce quelle due ragazze, qualcosa di raro e profondo.
Scelte che possono apparire folli, incomprensibili, in quel determinato contesto non lo sono. Sono due caratteri forti a confronto, due ragazze determinate a raggiungere il loro fine, ognuno di noi può darsi una propria risposta su chi stia seguendo la scelta giusta, ma non conoscendo il futuro una risposta davvero giusta non c'è, c'è solo la scelta più giusta per ogni persona.
I primi 13 episodi spiegano le dietro le quinte dei primi 17 episodi della serie precedente. Non si tratta di nuove avventure, nuovi archi, ma di quelle già viste con prospettive nuove e inquietanti, comprenderemo ogni cosa ci fosse sfuggita, anche il più piccolo particolare. Considerando la linea temporale la storia inizia dall’episodio 18 di «Higurashi no Naku Koro ni Gou» continuando sino al 24, poi per quanto sembri assurdo continua in quei 17 episodi che sono paralleli ai primi 13 di Sotsu, mentre gli ultimi due sono il finale al tutto.
Ottima la regia con qualche trovata di impatto come la carrellata che si vedrà all’inizio dell’episodio 14. Buone le animazioni, buona la resa grafica, che alterna litri di sangue a scene reali ben rese, come quella dove si mostra la canna di una pistola che, avendo appena sparato, a contatto con la pelle la brucia. Ricordando lo scalpore della seconda serie che portò ad una censura successiva, si nota che le scene splatter non vengono risparmiate anche in questa parte, sono tante, di impatto, crude, per le quali si sconsiglia vivamente la visione ad un pubblico facilmente impressionabile.
I primi minuti dell’episodio 14 sono un qualcosa di visivamente epico, apprezzabile soprattutto da chi, avendo seguito tutto di Higurashi, riconosce situazioni e personaggi che si susseguono a ritmo vertiginoso, si nota un grande sforzo in fatto di animazioni e disegni, da applausi.
Le musiche non sono all’altezza, discreta l’opening "Analogy" di Ayane mentre inferiore risulta l’ending "Missing Promise" di Konomi Suzuki. I disegni, dal tratto morbido, non sono sempre all'altezza. Keiichi Maebara, spesso protagonista delle tante avventure, ricopre un ruolo marginale, come le varie Rena Ryūgū, e le due sorelle gemelle Mion e Shion Sonozaki. Vittime o carnefici nei primi episodi sembreranno balle nel palmo della mano di chi tira i fili di tutto. Negli ultimi episodi la loro presenza sembra superflua.
Quel tocco di paranormale che stona tanto. Sì, per quanto Higurashi parta da un presupposto soprannaturale, loop temporali e via dicendo, il ritmo di narrazione è convincente rendendo la storia plausibile e reale. Uno dei problemi della serie è il partire dal presupposto che, accettando un qualcosa di impossibile il pubblico accetti tutto. No, certe scene fanno storcere il naso, non sono credibili, non stiamo vedendo «One punch man». Si cade nel ridicolo. Come certe spiegazioni aggiuntive a certi comportamenti sono evitabili, contraddittori, snaturando i migliori personaggi. Di tutto questo Higurashi non ne ha bisogno, togliendo il tutto dalla nostra mente il risultato migliora.
Il finale può piacere o meno, ma ben conclude il tutto, dando forse l'unica risposta possibile.
Consigliato agli amanti della serie, a chi ama il genere splatter e storie di legami contorti.
Perché nascono le tragedie? Due ragazze sono amiche, una è determinata a frequentare una scuola prestigiosa e impegnativa l’altra no, vuole continuare semplicemente a vivere nella cittadina dove è nata. Sono scelte personali per cui non si discute, solo che ognuna di loro vuole trascinare l’altra nel proprio futuro. Una di loro a tutti i costi.
Un’amicizia, quella di Rika e Satoko, che sembra tramutarsi talvolta in amore, talvolta in un odio profondo, ma in realtà è semplicemente un forte legame quello che unisce quelle due ragazze, qualcosa di raro e profondo.
Scelte che possono apparire folli, incomprensibili, in quel determinato contesto non lo sono. Sono due caratteri forti a confronto, due ragazze determinate a raggiungere il loro fine, ognuno di noi può darsi una propria risposta su chi stia seguendo la scelta giusta, ma non conoscendo il futuro una risposta davvero giusta non c'è, c'è solo la scelta più giusta per ogni persona.
I primi 13 episodi spiegano le dietro le quinte dei primi 17 episodi della serie precedente. Non si tratta di nuove avventure, nuovi archi, ma di quelle già viste con prospettive nuove e inquietanti, comprenderemo ogni cosa ci fosse sfuggita, anche il più piccolo particolare. Considerando la linea temporale la storia inizia dall’episodio 18 di «Higurashi no Naku Koro ni Gou» continuando sino al 24, poi per quanto sembri assurdo continua in quei 17 episodi che sono paralleli ai primi 13 di Sotsu, mentre gli ultimi due sono il finale al tutto.
Ottima la regia con qualche trovata di impatto come la carrellata che si vedrà all’inizio dell’episodio 14. Buone le animazioni, buona la resa grafica, che alterna litri di sangue a scene reali ben rese, come quella dove si mostra la canna di una pistola che, avendo appena sparato, a contatto con la pelle la brucia. Ricordando lo scalpore della seconda serie che portò ad una censura successiva, si nota che le scene splatter non vengono risparmiate anche in questa parte, sono tante, di impatto, crude, per le quali si sconsiglia vivamente la visione ad un pubblico facilmente impressionabile.
I primi minuti dell’episodio 14 sono un qualcosa di visivamente epico, apprezzabile soprattutto da chi, avendo seguito tutto di Higurashi, riconosce situazioni e personaggi che si susseguono a ritmo vertiginoso, si nota un grande sforzo in fatto di animazioni e disegni, da applausi.
Le musiche non sono all’altezza, discreta l’opening "Analogy" di Ayane mentre inferiore risulta l’ending "Missing Promise" di Konomi Suzuki. I disegni, dal tratto morbido, non sono sempre all'altezza. Keiichi Maebara, spesso protagonista delle tante avventure, ricopre un ruolo marginale, come le varie Rena Ryūgū, e le due sorelle gemelle Mion e Shion Sonozaki. Vittime o carnefici nei primi episodi sembreranno balle nel palmo della mano di chi tira i fili di tutto. Negli ultimi episodi la loro presenza sembra superflua.
Quel tocco di paranormale che stona tanto. Sì, per quanto Higurashi parta da un presupposto soprannaturale, loop temporali e via dicendo, il ritmo di narrazione è convincente rendendo la storia plausibile e reale. Uno dei problemi della serie è il partire dal presupposto che, accettando un qualcosa di impossibile il pubblico accetti tutto. No, certe scene fanno storcere il naso, non sono credibili, non stiamo vedendo «One punch man». Si cade nel ridicolo. Come certe spiegazioni aggiuntive a certi comportamenti sono evitabili, contraddittori, snaturando i migliori personaggi. Di tutto questo Higurashi non ne ha bisogno, togliendo il tutto dalla nostra mente il risultato migliora.
Il finale può piacere o meno, ma ben conclude il tutto, dando forse l'unica risposta possibile.
Consigliato agli amanti della serie, a chi ama il genere splatter e storie di legami contorti.