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esseci

Episodi visti: 13/13 --- Voto 4,5
"La prima cosa nella vita è saper cogliere un'occasione. La seconda capire quando lasciarla perdere." (B. Disraeli)

Ho iniziato la visione di «Say: "I Love You"» mosso da una certa aspettativa, avvalorata dalla recensione positiva (ma - preciso - non entusiasta) di un amico di AnimeClick.it e, al termine della visione, mi sono letteralmente pentito di essere arrivato fino in fondo, in coerenza con la frase con cui ho aperto questa recensione.
In realtà, la frase sarebbe ben applicabile anche ai protagonisti di una storia d'amore tra le più forzate che mi sia capitato di vedere in un anime. Mi spiego meglio: se a «Say: "I Love You"» avessero attribuito una connotazione più leggera con marcate venature comiche e demenziali, probabilmente l'inverosimiglianza della trama sarebbe stata accettabile agli occhi di uno spettatore come me, che apprezza le storie romantiche e shoujo, ma che è poco incline a vedere una specie di telenovela di stampo sudamericano in cui la trama salta come una cavalletta in un prato per sfuggire alla cattura.

Se l'incipit non impressiona per originalità (il più bello della scuola si innamora della ragazza più timida, complessata e sociopatica dello stesso istituto, sebbene l'innamoramento avvenga in modo "originale": un calcio che la ragazza voleva assestare al compagno di classe molesto colpisce il bellissimo Yamato... sigh!), lo svolgimento mi ha irritato parecchio: cliché a palate e una sequela di difficoltà per la neonata coppia costituite da ragazze che ambiscono a prendere il posto della imbranata protagonista Mei al fianco dell'adone tanto bello quanto vacuo di personalità.
E il bello che tutte le ragazze "antagoniste" della coppia si prodigano a porre in essere ogni tipo di bassezza, pur di conquistarlo: i soliti trucchetti basati in principal modo sulla delazione, per passare poi al bullismo, e infine ai più subdoli tentativi di irretire il protagonista, cercando di convincerlo a mollare la povera Mei, che subisce in silenzio, incapace di esternare anche la sia pur minima reazione, se non pungolata dalle solite amiche che si rattristano e preoccupano nel vederla affranta.

Qualcuno potrebbe opinare: è una delle principali caratteristiche di un'opera shoujo. Posso replicare che l'obiezione in astratto sarebbe valida, ma la trama non sta in piedi per l'assurdità dei due protagonisti e del loro background.
A questo punto rischierei di 'spoilerare' la storia. Questo anime in realtà sfrutta una storia inverosimile per dimostrare che esistono molti punti in comune tra coloro che sono "popolari" e coloro che non lo sono, che ognuno ha le sue "cicatrici", fobie, paranoie, problemi e che anche coloro che avrebbero tutto per essere felici in realtà mascherano debolezze, insicurezze, solo per compiacere qualcuno o trovare una propria identità in un mondo adolescenziale come quello nipponico, che fa dell'omologazione, delle regole/convenzioni e del loro rispetto il tantra inconfutabile.

Purtroppo, il modo con cui «Say: "I Love You"» ambirebbe a veicolare la storia "perfetta" di redenzione di una coppia che assurgerebbe a modello anche per coloro che la circonda è francamente stucchevole, eccessiva, al limite dell'offensivo per la capacità di comprensione critica dello spettatore.
Mi limito solo a tratteggiare un aspetto del "bello e impossibile", che va senza tante remore a letto con una ragazza solo perché la vede in difficoltà, e quest'ultima glielo chiede espressamente, nell'apoteosi della gentilezza e nobiltà d'animo.
Mentre Mei, che non ha mai avuto nessuno che si interessasse a lei, viene forzata ad amare Yamato solo perché quest'ultimo si fissa al punto da sembrare uno stalker, concedendosi anche molte libertà di azione nei baci rubati iniziali con molta nonchalance... E il tutto avviene piuttosto celermente nei due episodi iniziali, facendo passare Mei, ragazza quadrata e di principi ferrei e condivisibili, capace di soprassedere a molte provocazioni e a rispondere sempre in modo appropriato e maturo, come una bambina incapace di fare i conti con sentimenti e sensazioni mai provati, e diventare una sorta di copia speculare della controparte maschile.

Ci si può infervorare per una storia senza capo né coda (tralascio per pietà ogni considerazione seria sul tredicesimo episodio) che vorrebbe anche trasmettere una sorta di morale e significato di speranza per un mondo di adolescenti in apparenza aridi, immaturi e vittime di sé stessi con un buonismo fastidioso?
Io non ci sono riuscito, nemmeno sforzandomi di arrivare fino al termine della serie, che poi ha dato il colpo di grazia al castello di sabbia costruito male e con tanta fatica.


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Fuspata

Episodi visti: 13/13 --- Voto 7,5
Se non avessero pubblicato il tredicesimo episodio e il finale fosse stato, giustamente, il dodicesimo, avrei dato a questo anime mezzo voto in più, un 8 se lo sarebbe meritato, ma il tredicesimo è davvero un insulto allo spettatore. Un agglomerato di nonsense e di situazioni paradossali che rovinano, a mio avviso, tutta l'opera.

Partiamo brevemente con la trama: una ragazza timida e isolata, Mei (che novità), con un passato di problemi di bullismo, incontra e si scontra (cit.) con il bellissimo e popolare Yamato (altrà novità). Lui sente subito qualcosa per la dolce Mei, che fa fatica a ricambiare i sentimenti. Ma il loro amore piano piano cresce fino a sbocciare (quasi subito, a livello di episodi); nascono poi da qui incomprensioni, gelosie etc. che metteranno il loro rapporto a dura prova.

La trama è assolutamente già vista e rivista in tantissimi anime, ma personalmente ho amato molto due cose: i toni più adulti del solito, con baci e discorsi su sesso e rapporti, e la caratterizzazione della protagonista, Mei. Quest'ultima è resa davvero bene, con le sue paure, le sue insicurezze ma anche la sua dolcezza e la sua determinazione. A differenza di tanti altri personaggi, Mei è molto più realistica, e credo ci si possa immedesimare in tantissimi momenti.

Il grosso problema invece della serie sono i troppi cliché (lui che parla con l'altra e tutti lo vedono e spargono la voce, come se la scuola fosse un palcoscenico dove tutti ascoltano solo i protagonisti), e gli eventi "nonsense" risolvibili - fossero nella realtà - in tre minuti... qui invece diventano lunghi episodi interi.

Tecnicamente è molto bello, con uno stile particolare, con figure esili e lunghe e animazioni non male.

Consigliato se si vuole vedere una storia d'amore con alti e bassi e con i classici antagonisti che all'inizio odi e poi accetti.


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Macbeth

Episodi visti: 13/13 --- Voto 1
Un incubo lungo tredici episodi. Una melensa lagna che si estende, imperterrita, impietosa, indomabile fino alla fine di questo strazio. Una delle protagoniste più inutili mai disegnate, puritana all'eccesso, totalmente priva di personalità, che si accompagna a un partner ugualmente stereotipato, follemente innamorato di lei a seguito di un calcio ricevuto come punizione per un equivoco. Rapporti sessuali giustificati come mezzi per aumentare l'autostima di adolescenti insicure, innamoramenti flash basati sul nulla. Un'angoscia incredibile che rende questo anime di rara bruttezza uno dei più inutili sprechi di tempo della mia vita. Il problema non è che sia brutto, ma che sia brutto e irritante insieme.

drerry09

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drerry09

Episodi visti: 13/13 --- Voto 7
«Say, "I Love You"» è stato esattamente come immaginavo: molto carino, dolce e tenero, niente di eccessivamente bello ma neanche di così brutto e terrificante. Ho apprezzato un certo "realismo", come per esempio quando si fa esplicitamente riferimento alle esperienze sessuali di Yamato prima di Mei, o come il riferimento ai disturbi alimentari di Aiko e alla "depressione" di Megumi, ma quello che mi è piaciuto di più dei personaggi in generale, e non solo dei due protagonisti, è la loro forza di volontà.


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Sofì De La Valliere

Episodi visti: 13/13 --- Voto 9,5
Personalmente, ho rivisto questo anime dopo diverso tempo (parliamo di anni). Tempo fa non mi era piaciuto granché, eppure mi ero riproposta qualche giorno fa di provare a dargli una seconda occasione, e ad oggi devo proprio dire che ho fatto bene.

Personalmente, mi sento piuttosto in disaccordo con ciò che ho letto in alcune recensioni. È stata criticata la velocità con cui si susseguono le vicende e il fatto che non siano stati abbastanza approfonditi personaggi che non fossero Mei e Yamato.
Per quanto riguarda la velocità, mi sento di dire che, ragazzi, stiamo parlando di un anime di tredici episodi e di un’unica stagione. È ovvio che le cose debbano un po’ correre, non possiamo aspettarci che le cose vengano affrontate come nella vita reale, dove abbiamo anni per vivere le nostre esperienze, qui il tempo è limitato a tredici episodi e secondo me ne hanno fatto buon uso.
Questo tema si ricollega profondamente alla questione dell’aver poco approfondito i personaggi, cosa che credo del tutto infondata. Non nego che inizialmente lo pensassi anche io, ma vi assicuro che, riguardando questo anime con occhi diversi e dopo aver preso visione di diversi altri anime di questo genere, sono riuscita a cogliere cose che prima non ero in grado.
Per quanto riguarda Mei, essendo una dei due protagonisti, penso siamo tutti più che d’accordo che sia stata approfondita più che a sufficienza. È una ragazza estremamente riservata che difficilmente si fida delle persone a causa del suo passato, ma che, dopo aver incontrato Yamato, cambia radicalmente. Impara, infatti, ad aprirsi di più al mondo e a capire che, a volte, su alcune persone si può fare affidamento (l’ho rispettata profondamente per tutto il tempo, perché ha mostrato un grandissimo carattere e altrettanta forza di volontà).
Yamato è un personaggio più che espansivo e perennemente circondato da persone, soprattutto ragazze. Solo dopo aver conosciuto Mei, si rende conto di essere sempre stato in realtà profondamente solo, come afferma nell’OAV, e di avere serie difficoltà a mostrarsi realmente per quello che è (per tutto il tempo delle medie ha cercato di mascherare le sue emozioni con la gentilezza, pur di non subire “complicazioni”, e così facendo ha tradito fortemente il suo migliore amico, abbandonandolo nel momento peggiore). Si rende conto di avere anche lui delle ferite importanti ancora aperte, che verranno cicatrizzate da Mei.

Ma, comunque, sul fatto che i personaggi principali fossero stati abbastanza approfonditi siamo tutti d’accordo. È invece da qui che si fa bella.
Se avessero dovuto approfondire in modo dettagliato ogni singolo personaggio principale (per principale intendo che prende parte attivamente alla storia) allora avrebbero impiegato ben sette episodi. Perché non puoi soffermarti su qualcuno, raccontare di lui, del suo passato in cinque minuti: almeno, e dico almeno, dieci ce li si deve mettere, ma così facendo l’episodio si ridurrebbe ad altri rimanenti cinque/sette minuti scarsi, togliendo l’opening e l’ending. I personaggi sono stati approfonditi, ma in modo più veloce, per risparmiare tempo e dedicarlo al vero scopo dell’anime, raccontare la storia tra Yamato e Mei. Tuttavia, anche se raccontati “velocemente”, sono stati espressi tutti i vissuti con estrema chiarezza, tanto da riuscire a farmi un’idea chiara di ciascuno.

Asumi e Nakanishi. Perché Asumi non dovrebbe essere stata approfondita? È una ragazza gentile, estremamente carina e premurosa a livelli esorbitanti. All’inizio veniva criticata da alcune ragazze a causa del suo seno “esuberante”, e la cosa la feriva parecchio. Tuttavia, grazie soprattutto a Nakanishi, prende molta più fiducia in sé stessa. Il ragazzo infatti, amico di Asumi da diverso tempo, le esprime chiaramente tutti i suoi sentimenti, difendendola di fronte a queste critiche e offese. Lo fa in un modo goffo, esattamente come è lui, e questo ci fa già capire che tipo di personaggio lui sia. Non è vero, inoltre, che si mettono insieme dal secondo episodio. Asumi era stata, dopo aver baciato Yamato, rifiutata da lui, e deve aver visto in Nakanishi un ragazzo capace di risollevarla, in grado di farle aprire gli occhi sul fatto che al mondo non esista solo Yamato. Questi dal secondo episodio cominciano a frequentarsi, uscire ogni tanto insieme. Tutto questo, sviluppandosi parallelamente alla storia di Mei e Yamato, li avrà portati a mettersi ufficialmente insieme e ad approfondire il loro rapporto, ma questo non ci è dato saperlo nel dettaglio, perché qui non si vuole raccontare la loro storia. Eppure, nonostante tutto, i produttori non mancano di dare visione della cosa, per far sì che anche questa storia non venga del tutto trascurata e permettendoci di vedere come è andata a concludersi. Non mi sorprende che lei avesse acconsentito ad uscire con Nakanishi. D’altronde, cosa aveva da perdere? Probabilmente avrei fatto lo stesso.

Aiko. È stata abbondantemente approfondita anche lei. È stato raccontato il suo passato, le sue problematiche annesse al volersi far piacere a tutti i costi dal suo fidanzato, finendo per rovinarsi. Yamato riesce a rimetterla in carreggiata (ovvio, non sono d’accordo sull’andare a letto con una ragazza per risollevarle il morale, ma va beh, tralasciamo questo particolare), e lei ovviamente se ne innamora. Non ho mai visto Aiko come un’antagonista nella storia di Mei, tutt’altro. E per questo non mi sorprende che di lì a poco, dopo il discorso fattole da quest’ultima, abbia iniziato a girare con lei e Asumi. Si sono riscoperte tutte ragazze fondamentalmente fragili, che insieme hanno trovato la forza di andare avanti.

Megumi è stata fin troppo approfondita, penso siamo tutti d’accordo.

Kai. Anche lui non è stato messo lì a vuoto. La sua reale presenza all’interno della storia è stata addirittura preceduta dal ricordo di Yamato nei confronti del suo amico delle medie, quello che non era riuscito a proteggere. Kai avrà un ruolo fondamentale nella storia tra Mei e Yamato, essendo capace di comprendere bene entrambe le parti. Ha una personalità ben delineata e che credo spicchi non poco.

Infine impossibile non fare qualche chiarimento sulla storia tra Yamato e Mei. Non è vero che si sono messi insieme subito. Indubbiamente, Yamato è subito stato rapito da lei e, come ha spiegato più volte, essendo abituato a fare sempre quello che gli andava di fare, l’ha trattata agli inizi nel modo in cui trattava tutte: rubandole una decina di baci. Mei comincia lentamente a fidarsi di lui, e altrettanto lentamente se ne innamora. Nonostante Yamato continuasse a dire che Mei fosse la sua ragazza, Mei continuava a precisare che questa era solo un’idea di Yamato, rinnegando addirittura il loro primo appuntamento e sostenendo di essere uscita solo con l’intenzione di tagliarsi i capelli. Piano piano, uscendoci insieme e vedendolo spesso a scuola (non che Yamato sia uno capace di dare molto spazio), capisce di provare sentimenti per lui che, tuttavia, non esplicita mai con un “Ti amo”.

Ho letto anche di persone che volevano fossero approfonditi anche i personaggi secondari, come il ragazzo di Aiko o il padre di Mei. Io non credo debba sempre essere data una spiegazione articolata e dettagliata di tutto. Il ragazzo che continua a girare attorno a Aiko è chiaro non fosse il suo ragazzo, nonostante avessero a volte rapporti piuttosto intimi. È semplicemente un ragazzo, un compagno di scuola, che prova un profondo interesse per Aiko e che ironicamente cerca di conquistarla in tutti i modi. Penso l’abbia anche addolcita un po’, ma, come spiegato per Asumi e Nakanishi, non è la loro storia personale che deve essere vissuta in questo anime, ciononostante di attimi loro ne sono stati fatti comunque vedere.
Il padre di Mei è morto, sì, ma in diversi anime non si spiega il motivo di queste morti, anche perché certo non è una cosa che si può spiegare in un minuto. Poi, se si fosse approfondita la vicenda del padre, si sarebbe dovuta analizzare anche la madre, e la cosa si sarebbe fatta lunga (e dal mio punto di vista noiosa).
La sorella di Yamato, Nagi, è stata approfondita anche lei, pur non essendo uno dei personaggi principali, e penso di aver capito molto da quanto appreso.
Ad ogni modo, se avessero dovuto spiegare ognuno di questi singoli personaggi, sempre per il motivo di prima, avrebbero impiegato altre quattro puntate tra il ragazzo di Aiko, mamma e papà di Mei e Nagi. A questo punto mi viene da dire: “Perché nessuno voleva che venisse approfondita anche la povera panettiera, già che ci siamo?”

Credo che questo anime debba essere guardato un paio di volte, prima di comprenderne davvero il significato, esattamente come ho fatto io.
Le cose vengono spiegate chiaramente, i personaggi hanno personalità ben delineate e contribuiscono attivamente alla storia e alla relazione tra Mei e Yamato, incoraggiandoli, sostenendoli e alcuni ostacolandoli.
Si merita pienamente il voto che mi sento di dargli.


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Micchanmicchy

Episodi visti: 13/13 --- Voto 8
Ho iniziato questo anime perché, da appassionata di shoujo, tutti mi avevano detto che questo era un must have e che avrei dovuto vederlo, soprattutto se contiamo anche il genere slice of life, che personalmente adoro.

Non spiego la trama, perché altrimenti perderei troppo tempo, e voglio arrivare dritta al sodo.
«Say, "I Love You"» è stato esattamente come immaginavo: molto carino, dolce e tenero, niente di eccessivamente bello ma neanche di così brutto e terrificante. Ho apprezzato un certo "realismo", come per esempio quando si fa esplicitamente riferimento alle esperienze sessuali di Yamato prima di Mei, o come il riferimento ai disturbi alimentari di ? e alla "depressione" di Megumi, ma quello che mi è piaciuto di più dei personaggi in generale, e non solo dei due protagonisti, è la loro forza di volontà: tutti partono come da un livello base e si rendono conto di doversi in un certo senso "evolvere", perché per loro sarebbe solo più dannoso continuare a vivere secondo la loro iniziale filosofia di vita. Apprezzo quella di Mei, che da ragazzina aggressiva e priva di fiducia si apre all'amore e alla tanto disprezzata amicizia su spinta di Yamato, lo stesso Yamato che, concedetemi di dirlo, è un vero e proprio cavaliere (anche se la sua armatura non è chissà quanto scintillante) e che farebbe davvero qualunque cosa per Mei. Apprezzo però soprattutto quella di Megu: amici, ammettiamolo, anche nella sua latente malvagità questa ragazza ha una forza di volontà e una pazienza smisurate, fino a quando non esplode. Sono dell'idea che, per avere un atteggiamento falso come quello di Megu, ci voglia una volontà di ferro, ma quella stessa volontà lei l'ha incanalata nel suo nuovo obiettivo, che è quello di essere sé stessa.

Nel complesso quindi sono soddisfatta: un anime leggero, che qualche volta ti induce alla riflessione e ti fa capire quanto il mondo sia triste senza che esistano ragazzi come Yamato (the ugly truth).


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Lucalucalucaluca

Episodi visti: 13/13 --- Voto 7
«Say, "I Love You".», come sapete, è uno shoujo manga con il solito trittico di generi commedia-scolastico-sentimentale. I protagonisti sono Mei e Yamato: Mei è una ragazza chiusa, i cui pensieri sono difficili spesso da interpretare; Yamato, invece, si dimostra un ragazzo praticamente perfetto, dolce, gentile, premuroso, educato.

Allora, i protagonisti sono decisamente piatti. Attenzione, con questo non voglio dire che non siano per nulla coinvolgenti, però sono praticamente sempre simili a sé stessi, soprattutto le due Mei. Già, due Mei: quella del primo episodio e quella degli altri dodici. Nel primo episodio la ragazza non è solo timida, ma completamente priva di fiducia negli altri e direi quasi "aggressiva". Dal secondo episodio in poi, per via di Yamato, diventa dolce, sensibilissima alla minima offesa e assolutamente indifesa (lunatica in maniera assoluta). Yamato, invece, è sempre uguale.
I personaggi secondari sono più o meno simpatici (e alcuni spiccatamente antipatici), ma ricevono talmente poca luce che te li dimentichi cinque minuti dopo l'episodio. Cose che potrebbero dare un certo tono allo spartito vengono liquidate in dieci secondi da personaggi alquanto anonimi.
I background dei personaggi, primari e secondari, sono trattati abbastanza male e molto superficialmente. Nonostante tutto ciò non sono di per sé sgradevoli, e l'anime, nella sua trama estremamente lineare e con colpi di scena scontati, è godibile nonostante tutto, forse per alcuni momenti di tenerezza.

Non ci sono riferimenti sessuali (se non le solite stupidaggini), ma non mi è piaciuto come il primo (e un po' il secondo/terzo episodio) tratti di Yamato e di altri ragazzi come di playboy che sanno solo fare sesso: è alquanto svilente, e in effetti neanche vero da come si sviluppa la trama. Ho trovato notevoli similitudini con "Kimi ni Todoke", per quanto quest'ultimo tratti l'argomento amoroso con più innocenza.

Ero indeciso se mettere 6 e mezzo o 7, ma, dato che i disegni sono più che accettabili, che in ogni caso si tratta di un'opera godibile e che non esiste il 7-, ho preferito dare 7.


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Scarlett7

Episodi visti: 13/13 --- Voto 3,5
Attenzione: la recensione contiene spoiler

Alla fine della visione di questa serie mi è sorta spontanea una domanda: "Cosa ho appena visto?"
Per spiegare bene cosa sia questa serie cercherò di raccontare trama e varie senza arrabbiarmi, perché è questo che mi ha suscitato la serie: rabbia. Rifilare un prodotto simile agli amanti dello shoujo è un insulto al genere "shoujo"!

La serie inizia mostrando il passato di Mei Tachibana, una ragazza che, a causa di alcune sue compagne di classe dell'asilo davvero cattive, rifiuta di avere amici, allontanando tutti e non fidandosi di nessuno. Ok, fin qui tutto naturale. Un giorno si imbatte in Yamato, il classico ragazzo 'figo' (ma dove?) e popolare della scuola, sempre circondato da persone, apprezzato e bla bla bla, che, così, dal nulla più totale, si interessa alla ragazza solo perché lei, pensando che volesse alzarle la gonna, gli tira un calcio che lo fa cadere giù dalle scale, ferendolo alla mano. Allora, io, se avessi avuto a che fare con una persona del genere, la prima cosa che penserei è: "Ma questa è matta! Mandatela in manicomio e buttate la chiave"... invece no! Yamato pensa che sia interessante... ma sulla base di cosa? Boh!
Così lui, da perfetto masochista, comincia ad andarle dietro, lasciandole persino il numero di telefono che Mei non vuole usare, se non quando è inseguita dal suo stalker (che si lascia subito 'sgamare', facendosi vedere palesemente fuori al minimarket ad aspettarla!). E qui c'è il bacio. Fine prima puntata. Adios! No, fermi, c'è la seconda puntata e la serie non può finire senza che i due non si mettano insieme! Ok, vediamo che potrà mai succedere.
Nella seconda puntata, Mei non solo comincia a fidarsi di questo tizio che conosce da meno di due giorni, ma si interessa anche a lui, 'stalkerandolo' quando va al karaoke con gli amici. Che poi questi vanno sempre al karaoke, per ogni cosa "Usciamo insieme?", e vanno al karaoke o al massimo passeggiano per la solita strada coi soliti negozi, al solito posto ecc. I soliti! Alla fine di questa puntata, Mei viene "sedotta" da Yamato con una serie ripetuta di baci in un vicolo scuro, il che mi ha ricordato un po' "Itazura na Kiss", con la sola differenza che Mei non si fida di Yamato né ha una buona considerazione di lui né sembra esserne innamorata, e dopo questa sua "sparata" i due si mettono insieme. No, va beh, Mei dovrebbe essere quella che non ha fiducia nelle persone e le mantiene a distanza? Ma stiamo scherzando?! Non solo! Nella stessa puntata, Mei diventa anche grande amica di questa Asami con cui ha avuto a che fare solo il giorno prima e che le rivela di aver baciato Yamato! Ok, qui si scoprono già gli altarini di Yamato e non si capisce nemmeno il perché di questo bacio... cioè, nel flashback si vede che Asami è triste e Yamato interviene per rincuorarla... ma allora, se l'hai già consolata, a cosa serviva baciarla? Non si sa! Ma tranquilli, Asami, che è sempre stata interessata a Yamato, improvvisamente si scopre essere interessata a Nakanishi, da sempre innamorato di lei: alla fine della puntata tre, i due si mettono insieme. C'è una qualche logica perversa in tutto questo? Come si fa a cambiare idea e sentimenti nel giro di una puntata?! Potevano trattare la cosa con più logicità e nel corso delle puntate, non toglierli di mezzo già alla terza puntata! Era tutto troppo forzato. A questo punto, la coppia Asami/Nakanishi viene eclissata, e lì mi sono chiesta cos'altro potevano far vedere, visto che anche la coppia principale Mei/Yamato si era formata (nel giro di due episodi)... insomma, fin troppo precoci come storie d'amore!
Quindi, cosa c'è più da dire? Per me niente. Ma fu così che arrivò quell'arco di puntate inutili, puntate piene zeppe delle spasimanti di Yamato che mettono a dura prova la relazione tra lui e Mei, messa in crisi con una facilità disarmante. Ma è ovvio! Questi due si mettono repentinamente insieme, hanno un legame basato sul nulla o forse sul fatto che hanno in comune lo stesso bracciale, non si conoscono affatto e inoltre la personalità piatta di Mei e quella illogica di Yamato non aiutano! Mei è perennemente mono-espressiva, in teoria dovrebbe avere sempre la stessa espressione, ma talvolta mi sembra che manco quella abbia! Se all'inizio l'avevo inquadrata come carattere e mi piaceva, dopo mi sono ricreduta e ho cominciato a non sopportarla. Ma Yamato ha fatto peggio.
Viene introdotta un'altra ragazza, Aiko, che ha sempre odiato Mei ed è scesa di peso pur di piacere a Yamato. Lei rivela di essere andata a letto con Yamato perché le piaceva in quel momento, ma lui ci è andato per lo stesso motivo? No! Ci è andato per accontentarla! E questa è una cosa scioccante, assurda! Questo tizio non è determinato, non ha un proprio volere, fa cose solo per farsi piacere dagli altri e andare d'accordo con tutti... cioè, è il peggior personaggio maschile esistente! Ma sì, dai, visto che sono triste poiché mi sento brutta, chiedo a Yamato di venire a letto con me e lui, anche se non vuole, ci viene! Ma è rincitrullito questo? Non ce la posso fare! Ma la fiera del nonsense non finisce qui: Aiko diventa anche una delle migliori amiche di Mei. Cos'è 'sta cosa? Le sue migliori amiche sono una che se l'è baciato e l'altra che ci è andata a letto? Ma davvero? Cosa hanno in comune queste tre ragazze? Yamato! Io non ce la posso fare... E la cosa continua, mostrando le diverse rivali di Mei che si chiedono come mai Yamato si sia messo con lei, perché non abbia scelto loro e cose noiose varie, senza sapere che è il primo a non stare tanto bene con la testolina!
Arrivano altri due personaggi, come se non bastasse, innamorati stavolta di entrambi: Kitagawa e Kai. Kitagawa Megumi è innamorata di Yamato e gli chiede di far il modello con lei solo per poterselo accaparrare. Quanto ho odiato questo personaggio e le puntate che la riguardavano? Non solo Yamato si lascia abbindolare da lei, sapendo che è interessata a lui, ma nasconde a Mei il fatto che è stato a casa di Megumi per cenare... io uno del genere invece di baciarlo come ha fatto lei 'ad caspitam', lo avrei malmenato davanti a tutti senza alcun rispetto o riguardo. La sua storyline inoltre è talmente noiosa che preferivo farmi una pennichella!
L'unico personaggio della serie che si salva è Kai. L'unico sano di mente che dispensa consigli e perle di saggezza a quelli lì che hanno la sua stessa età! Quanto ho adorato il pugno che dà a Yamato?! Quanto? Quanto? Sono contenta che Mei non si sia messa con lui, non merita un tipo così, anche se il suo hairstyle è totalmente discutibile!
Un'altra cosa leggermente discutibile riguarda la famiglia di Mei... non c'è alcun accenno alla storia del padre: si vede solo una foto, ma non si capisce quello che gli è successo, e credo che parlare della cosa avrebbe reso un po' più interessante una serie in totale discesa come questa. La stessa cosa vale per i genitori di Yamato, che non si vedono praticamente mai; è possibile mai che a casa di Yamato ci sia solo la sorellina minore e che i genitori non abbiano nulla da ridire sul fatto che non vada a scuola? Non c'è un qualche obbligo? Può restare a casa senza che nessuno le dica niente? Sempre più mah!
Il finale della serie, totalmente inesistente, poiché la serie sarebbe finita con la puntata quattro, è stata il trionfo del nulla, dell'illogicità, e ha messo fine a questo strazio visivo e uditivo!
Yamato e Mei stanno ancora insieme, Asami e Nakanishi stanno ancora insieme, Aiko sta ancora con quel suo fidanzato (anche lui mai approfondito, così come non viene accennato il suo passato e il modo in cui i due si sono messi insieme), Megumi depone l'ascia da guerra dopo qualcosa come sette o otto puntate e si interessa a Kai che, in tutto ciò, non è che viene respinto, ma Mei si limita a non dargli alcuna risposta alla sua dichiarazione (nessun sì e nessun no). A cosa sono servite queste puntate? Boh!

I disegni non mi dispiacevano affatto, anche se i personaggi secondari erano meglio dei protagonisti.
La opening della serie... my gosh! Cos'era quella lagna? Un lamento dall'oltretomba? Era davvero qualcosa di, lasciatemelo dire così, "insentibile"! Uno scempio. La ending, seppur nettamente migliore rispetto alla opening, non è riuscita a piacermi pienamente.

Allora: trama monotona, personaggi inutili e snervanti (ad eccezione di Kai), presenza di episodi inutili e di dubbio senso, disegni buoni, opening orrenda, ending accettabile, finale da boh.
Forse questo è il voto più basso che abbia mai messo a uno shoujo!

Jasmine

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Jasmine

Episodi visti: 13/13 --- Voto 9
E' un anime abbastanza breve ma intenso, dai disegni fortemente espressivi ed eleganti, di stampo tenero, dolce. Affronta il tema del primo amore con maestria e, nella sua estrema dolcezza, senza innervosire o proporre situazioni inverosimili, al contrario di molti shoujo che affrontano questi temi con minor maturità e consapevolezza. Di certo non è la tipica commedia romantica un po' demenziale, e in questo senso divertente (stile "My Little Monster"), prediligendo un'atmosfera più emozionale e introspettiva ma uno sviluppo mai troppo rallentano né diluito (anzi, forse inizialmente è un po' troppo veloce, in quanto si passa subito dal primo incontro alla scoperta di entrambi i protagonisti dei sentimenti che l'uno prova per l'altra, così come è un po' troppo semplicistico il modo in cui lui, il belloccio Yamato, prende subito quest'aura da "uomo che non deve chiedere mai" che è essenzialmente ridicola, ma per fortuna il passaggio dalla dichiarazione al resto della trama è talmente veloce, che non ci si sofferma poi molto su questo elemento per me sempre altamente frustrante). Ciò che più che altro voglio dire in favore di quest'opera d'animazione un po' malinconica e a tratti drammatica è che, nonostante la protagonista sia caratterialmente un po' snervante per me, non mi sono comunque mai presa una pausa, diciamo così, di riflessione tra un episodio e l'altro - cosa che invece mi è capitata con altri lavori dello stesso genere; ciò è stato possibile perché lei è naturale, è realistica, non è idealizzata, non è né assurdamente ottusa in fatto di sentimenti né inverosimilmente a suo agio, ma prende piuttosto la posizione più normale, ossia quella mediana di una ragazza timidissima e paurosa che non ha mai avuto una storia d'amore prima e che, nonostante la propria debolezza d'animo, di certo non ha il troppo sfruttato carattere dell'altruista che tace timidamente solo per non ferire gli altri (tutt'altro: è una vera e propria lingua biforcuta che, a motivo della sua paura, sta sempre a mormorare e a pensar male di sé e degli altri; darà del filo da torcere al suo primo amore, che in effetti ha davvero una pazienza che forse gli viene dalla sicurezza di essere molto più navigato di lei nelle relazioni interpersonali, ergendosi allo stesso tempo e a suo ragazzo e a suo primo amico e insegnante, perché l'amore vero non è quello passionale, bensì quello che ascolta in silenzio).

Ciò scritto, ovviamente avrete capito che lo consiglio a chi cerca un bell'anime d'amore che non sia ridicolo nel suo essere melenso, ma con qualche riserva per i miei gusti personali in fatto di personaggi (che sono perfetti nel contesto, sono studiati con maestria e la cui espressività è naturale, ma che per gusto personale - preferisco qualcosa più sul genere 'risata frequente e demenziale' come "Gekkan Shoujo Nozaki-kun" - mi portano a non provare particolare simpatia nei loro confronti).

Voto finale: 9 pieno.


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Hatake Rufy

Episodi visti: 13/13 --- Voto 4
"Say, I Love You" è un anime tratto dallo shoujo di Kanae Hazuki, dove i problemi dell'adolescenza e l'amore sono il succo principale della serie.

La trama vede protagonista Tachibana Mei, una sedicenne che non ha mai avuto un ragazzo e che quindi viene isolata dagli altri studenti, e un giorno si mostrerà violenta con il ragazzo più bello della scuola, Yamato Kurosawa. Stranamente il ragazzo si invaghisce della protagonista, che subito lo mostra a tutta la scuola spargendo la voce che loro due sono diventati amici. Una sera Yamato salverà Mei da uno stalker, ma lo farà con uno strano gesto imbarazzante.
Lo sviluppo della trama è il punto debole della serie, non ci sono colpi di scena, e tutto avviene in modo forzato, quasi a mirare sempre sullo stesso obiettivo; pochi sono i colpi di scena e soprattutto il finale è indecente. I personaggi sono scontati e fin troppo prevedibili le loro azioni; non c'è un senso in quello che fanno, è solo una storiella stupida a senza un obiettivo concreto. Ambientazione normale, scuola, passeggiata di rientro e casa, niente novità. Il comparto tecnico è piuttosto decente almeno, buone grafica e animazioni, lo stesso il sonoro, decente ma niente di che.

In conclusione, delusione più totale da questo anime: non lo consiglierei, visto la scarsità della trama e del proprio sviluppo, ma lo consiglierei invece a chi si accontenta di vedere qualche scena romantica che scalda il cuore. Comunque, voto insufficiente.


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npepataecozz

Episodi visti: 12/13 --- Voto 3
Da appassionato di lunga data di manga e anime, sono perfettamente a conoscenza del fatto che uno dei fenomeni a cui lo spettatore deve abituarsi nel momento a cui si avvicina a questo mondo è quello del "miracolo". Per miracolo non intendo certamente la trasformazione di acqua in vino o cose del genere, e neppure le gesta straordinarie di quei personaggi di anime che appartengono a generi in cui la presenza di eventi che esulano dalla normalità è implicito al genere stesso (horror, majokko, eccetera). Gli eventi prodigiosi di cui parlo appartengono ad anime che, invece, si propongono di raccontare la vita di tutti i giorni di comuni ragazzi giapponesi e che, almeno in teoria, non dovrebbero lasciar tanto spazio ad eventi poco realistici. Accade invece che uno dei temi preferiti dai mangaka giapponesi sia la rivincita dell'adolescente sfigato, ossia di un soggetto che all'apparenza (e spesso anche nella sostanza) non è dotato di nessuna qualità positiva, fisica o intellettuale, degna di nota. Ed è in questo modo che nascono i miracoli di cui dicevo sopra: il ragazzo più brutto o più timido della scuola riesce a conquistare il cuore di miriadi di ragazze senza il minimo sforzo o ragazze con identiche caratteristiche riescono a sedurre i ragazzi più popolari in circolazione.
L'evidente non realismo insito in queste opere ha fatto storcere il naso a molti; tuttavia non posso condividere l'idea di basare una valutazione partendo dal fatto che situazioni del genere nella realtà siano impossibili: sarebbe un po' come voler criticare, ad esempio, un mecha perché secondo l'opinione del recensore l'uomo non sarà mai in grado di creare macchine simili. Tutti i generi si amano o non si amano, ma se non si amano al massimo non si guardano e certamente non si criticano sempre per lo stesso motivo, che è poi quello fondante del genere.

Ho ritenuto necessario fare questa premessa perché il mio giudizio su questo "Say, "I love you"." è fortemente negativo. E' negativo nonostante il fatto che a me questo tipo di anime in genere piace e nonostante il fatto che l'idea di base della ragazza trasandata e insignificante che fa innamorare di sé il ragazzo più popolare della scuola non è per me motivo di bocciatura della serie. Però questo non significa avere il salame sugli occhi e non saper più riconoscere un anime brutto quando se ne vede uno; e "Say, "I love you"." è uno dei peggiori titoli che abbia mai visto, relativamente a questo genere.
Breve riassunto della trama: Mei è una ragazza sedicenne che, a causa di un trauma infantile, non crede più nell'amicizia ed evita i contatti coi suoi coetanei nella convinzione che prima o poi le persone a cui ci si lega finiranno inevitabilmente per tradirti. Yamato, invece, è il ragazzo più popolare della scuola, talmente bello da diventare un vero e proprio idolo per le sue compagne. "Say, "I love you"." racconta di come nasce e si sviluppa l'improbabile amore fra Mei e Yamato.

La prima critica che rivolgo a questo anime è l'eccessiva fretta con cui si conclude la fase del corteggiamento: dopo due-tre episodi i due ragazzi stanno già insieme e ciò da un lato smonta un po' la caratterizzazione che si voleva dare al personaggio di Mei, dall'altro rende difficile la gestione degli altri dieci-undici episodi che, infatti, si riveleranno essere un autentico disastro.
Per la seconda critica, invece, prenderò a prestito un concetto proprio del mondo dei videogame: ai protagonisti viene data un' "intelligenza artificiale" veramente scadente. Per chi non ne capisse di videogiochi traduco il concetto: Mei e Yamato si comportano in modo illogico e danno spessissimo prova di grande stupidità. Lui ha il quoziente intellettivo di una scimmia, non è in grado di capire cose molto semplici se qualcuno prima non gliele spiega; lei, invece, è incline al martirio: quando il suo ragazzo si comporta come un idiota preferisce soffrire in silenzio e macerarsi in mille dubbi piuttosto che agire e risolvere immediatamente il problema.
La terza e ultima critica va rivolta alla sceneggiatura. La trama è così disarticolata e spezzettata da non riuscire a conferire un filo logico decente alla narrazione; si assiste a un continuo ripetersi di eventi e situazioni che nascono e muoiono improvvisamente, creando solo una sensazione di gran confusione senza aggiungere niente che abbia una vera sostanza.

In definitiva, credo che questo "Say, "I love you"." sia uno degli anime più brutti che abbia mai visto. All'inizio ho parlato di miracoli: credo che il più grande sia stato riuscire a terminarne la visione senza accantonarlo una volta capito che aria tirava.
Bocciato su tutta la linea.


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Nobu-chan

Episodi visti: 13/13 --- Voto 6
"Say, "I Love You"." è un piacevole anime sentimentale, con un'unica grande pecca: non c'è assolutamente nessuna trama. O meglio, la trama inizia e finisce nel primo episodio, i seguenti episodi non sono appunto che "episodi di vita" completamente slegati l'uno dall'altro, tanto che potrebbero essere mischiati e nessuno se ne accorgerebbe. Anzi, prendiamo l'ultimo episodio e posizioniamolo dopo il primo... gli altri undici seguirebbero senza problemi. Perché, non essendoci nessuna trama, la narrazione degli eventi si interrompe in un punto a caso, arbitrario: non c'è una conclusione degli eventi, ma un fermo della narrazione.

Ecco l'idea (non trama, specifichiamo) che sta alla base di "Say, "I Love You".": il ragazzo più popolare della scuola ignora qualsiasi ragazza al mondo e si innamora di una ragazza timida e silenziosa che nessuno considera. Originale, vero? In ogni caso, visto che è piuttosto scontato come andrà a finire fra i due, ci viene risparmiato di aspettare per ben dodici episodi, come succede abitualmente; infatti l'unica originalità di questa proposta sta nel presentare una storia basata su una coppia, e non su due ragazzi innamorati che si andranno puntualmente a mettere insieme nell'ultima puntata di una lunga serie.
Altro problema: nonostante i personaggi sono convinti di essere migliorati/cambiati/cresciuti un sacco durante il corso della storia, rimangono uguali dall'inizio alla fine, e se si deve essere sinceri non sono poi così piacevoli. Anzi, Mei ci fa patire parecchio. I personaggi secondari hanno cambiamenti inspiegabili, tanto che alcune puntate le ho riguardate più volte, cercando una ragione a questi inspiegabili cambi di posizione. Boh! Nessun personaggio colpisce, nessuno è particolarmente interessante o profondo, nessuno è divertente, e persino il protagonista maschile non ha una personalità affascinante, punteggio decisamente a sfavore per un anime targato per ragazze.

Non è pensato per essere divertente, non scappa mai neppure per sbaglio una risata. I disegni e la grafica sono accettabili, ma non così ben fatti.
In fin dei conti, se dovessi esprimere con una parola "Say, "I Love You".", sarebbe: insipido.


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Delandur

Episodi visti: 13/13 --- Voto 3
"Say, "I love You" " è il classico esempio di anime sentimentale banale e del tutto irrealistico che in pratica appartiene a quella grande categoria di anime che più di tutti trovo fastidiosa. Sareste in diritto di dire: "Ma allora perché li guardi?"; la domanda è legittima, ma la risposta è semplice, perché i sentimentali ben costruiti sono tra le opere che preferisco, quindi non posso perdonare quelle che scadono così malamente nella più totale banalità.

La trama è la solita storia: una liceale, Mei in questo caso, non particolarmente carina, si è isolata dagli altri per un "trauma" infantile, di conseguenza sta sempre sola e non parla con nessuno, nonostante sia una ragazza responsabile e buona d'animo. Per qualche strano motivo questa impopolare ragazza viene notata e provoca interesse nel ragazzo più carino e desiderato del liceo. Dire che la trama sia banale è riduttivo, ma ciò che mi dà più fastidio è la totale irrealtà della situazione; è semplicemente uno specchietto per le ragazzine che sperano di essere notate dal ragazzo figo... no, non succede questa cosa, inutile sperarci. Anche le modalità del "colpo di fulmine" di lui sono sciocche: se una persona ti tira un calcio in faccia non ti innamori di lei, mi sembra anche normale, ma forse Yamato è masochista, boh.
Detto ciò, lo sviluppo stesso della trama è mal gestito: Mei, da isolata dal mondo, inizia a dispensare consigli sulla vita e sulle relazioni amorose nell'arco di una puntata. Wow, una piccola maga! E io che pensavo fosse un sentimentale e invece è un anime sulla magia!
Le "situazioni" alle quali va incontro la coppia Mei/Yamato non sono realistiche e soprattutto sono sbagliate, i sentimenti e le soluzioni proposte non funzionano... Cioè, la risposta alla gelosia è allontanarsi da chi rende geloso il tuo partner?
Non farò il solito discorso sulla inutilità dei monologhi mentali della protagonista. Sono inutili ai fini della trama e non dovrebbero esistere.

Unica nota positiva di tutta l'opera è il comparto tecnico: disegno, colori, animazioni e musica sono ben fatti, mi hanno permesso di non cestinare la serie alla prima puntata.

Mi sembra scontato che non lo consigli.


 5
ciotta_heartfilia

Episodi visti: 13/13 --- Voto 3
Purtroppo ho un brutto vizio, quello per cui non riesco a non finire un anime già iniziato. Quando le prime puntate non mi ispirano penso sempre: "Probabilmente adesso ci sarà un risvolto inaspettato", e resto imperterrita a fissare le miriadi di immagini noiose che mi si presentano d'innanzi, aggrappandomi alla mia speranza. Purtroppo è tutto inutile, è vero che non bisogna giudicare una cosa se non la si conosce in maniera approfondita, ma forse il primo impatto è quello giusto, e quindi avrei dovuto lasciar perdere fin dall'inizio la visione di quest'anime che mi ha consigliato un'amica. Però, eccomi qua, con ben tredici (e dico tredici!) puntate interamente visionate che mi hanno distrutto l'estate.

La povera Mei è una ragazza molto timida, molto introversa, molto taciturna, molto riservata, molto timorosa, molto impacciata, molto paurosa... beh, praticamente all'esterno si presenta come un automa, più simile a una pianta che a un essere umano. Però, come ben si sa, "l'abito non fa il monaco", ed è proprio per questo che in realtà, cosa quasi incredibile da credere, la nostra Mei è una ragazza che riesce a provare dei veri e propri sentimenti! Eh sì, straordinario! E sono proprio questi suoi sentimenti ad essere presenti continuamente durante la storia, il che sarebbe molto bello, se solo non fosse che essi creano un'atmosfera oscura e una sensazione... come dire... quasi di pura angoscia. Ecco, l'ho detto!
"Say, I Love You" è l'anime che rappresenta tutti i sentimenti angosciosi che qualcuno si possa fare insensatamente. Sì, perché Mei non ha ricevuto chissà quali maltrattamenti, non ha problemi cerebrali o qualche malattia terminale, non è stata violentata, non è sola al mondo... è una normale ragazza che ha avuto un infanzia normale (normalissima!), in cui vi sono i normali (super normalissimi!) litigi tra bambini. Si sa, i bambini sono dispettosi, senza peli sulla lingua e per niente pacifisti, e questo porta a normali battibecchi e bisticci che poi vengono dimenticati con il passare dei giorni. Mei però è speciale, quella dolorosa e cattivissima litigata lei non la dimentica, la tiene nel cuore, la macina consumandosi i denti, indurendo la propria anima e trasformando il proprio io... diventando una sottoforma di pesce che respira fuori dall'acqua.
Ma un giorno, per un calcio che lei dà per sbaglio al più bello, più figo, più ingenuo e più gentile ragazzo della scuola, si ritrova quest'ultimo che gli sbava dietro. Sì, avete capito bene, per un calcio! Non eravate a conoscenza di questa tecnica di seduzione?! Bene, ricordate attentamente che, se vedete un ragazzo bellissimo in lontananza, il modo più veloce e più semplice per conquistarlo è dargli un bel pugno sul naso o magari una bella ginocchiata dove non batte il sole oppure una gomitata dritto dritto sullo sterno. Beh, più fantasia avrete nel colpirlo, più sarete vittime del suo amore! Non ci credete? Guardate "Say, I love You".

A parte la metodologia che viene utilizzata dalla nostra protagonista per conquistare il fighissimo Yamato, la storia si basa sul loro rapporto... anzi, sul loro "non" rapporto. Più che fidanzati sembrano due ragazzi legati tra loro con delle manette e costretti a stare vicini solo per punizione. Alla fine, però, i loro discorsi sono molto interessanti... Yamato parla, fa domande, si risponde da solo, guarda attentamente il viso impassibile di Mei e le chiede se c'è qualcosa che non va per sentirsi dire: "Mmh...n...n...n...n...n...no" dopo due ore di attesa. Ci sono pure degli sviluppi interessanti! Yamato comincia a compiere azioni che fanno soffrire terribilmente la povera Mei che stava finalmente cominciando a uscire dal suo stato vegetativo! E addirittura Mei si mette a piangere! Ma non dirà mai quello che prova a Yamato, perché d'altronde con il proprio fidanzato non si parla di simili sciocchezze! Ma dopo tutte queste sofferenze, tutto si risolve grazie a qualcuno che interviene e aggiusta la situazione. Almeno l'autrice è riuscita a infilare qualcuno con un minimo di attività cerebrale!

Tralasciando la storia, i disegni sono graziosi, ma vengono tremendamente schiacciati dalla sigla iniziale, che prepara lo spettatore alla visione delle puntate che creeranno dentro di lui angoscia, ansia, disperazione, inquietudine, oppressione, tensione, tormento e disperazione. Mamma mia, mi sto sentendo male al pensiero delle ore passate a guardare questo anime.

Attenzione: questa parte contiene spoiler

Bene, concludo dicendo una cosa che mi ha un tantino avvilito. Il titolo, come ben è chiaro, è "Say, I Love You", che, traducendolo, in italiano significa "Di': "Ti amo" ". Ritengo che, una volta che c'è pure il titolo che lo afferma, le parole "Ti amo" dette da Mei dovrebbero essere sottolineate da un'atmosfera incredibile, da sguardi profondi, da immagini mozzafiato... beh, forse sono io che ho l'udito un po' scarso o che magari sono insensibile, ma io quel "Ti amo" quasi non l'ho sentito, e ricordo che nel momento del bisbiglio indistinto della protagonista c'era uno sfondo con delle bolle abbastanza squallido. Beh, ora ci vuole... che angoscia!

Fine parte contenente spoiler

Beh, se tenete al vostro tempo perché ritenete che la vostra vita è preziosa, non guardate assolutamente quest'anime. Se invece avete tempo a disposizione, da sprecare nelle peggiori cose, non guardatelo comunque. Nessuno sarebbe così pazzo da farlo. Se proprio non volete ascoltarmi e lo guarderete lo stesso... allora non mi resta che augurarvi: "Buona avventura, masochisti!"


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irishman

Episodi visti: 13/13 --- Voto 4
Devo confessare che non mi dispiacciono gli anime a sfondo romantico, se gestiti in modo elegante ed equilibrato, e con un intelligente uso di personaggi e canovaccio. Visto che si parla del sentimento più forte del campionario emozionale umano, mi pare non ci sia nulla da eccepire sul fatto che gli anime e i manga che si basano su questo tipo di intrecci siano così popolari, ma, come accennavo, per non annoiare, o scadere nel banale, o, peggio ancora, nel ridicolo, bisogna sapientemente miscelare le varie dosi degli ingredienti, in modo da amalgamare il tutto con maestria, per sfornare un prodotto eccellente.

Dall' incipit sicuramente si può immaginare che questo obiettivo non è stato certamente raggiunto dagli autori di questo "Suki-tte Ii na yo", visto che, ahimè, alla fine l'esito di questo lavoro è stato proprio quello di scadere, se non nel ridicolo, in qualcosa di altamente improbabile, per non dire impossibile. L'intento degli autori era quello, neppure troppo velato, di voler costruire una storia attorno a una ragazza tra le più asociali che si sia mai vista in un'opera di animazione giapponese, che riesce, grazie all'amore, appunto, a riscattarsi dal suo ruolo di emarginata e problematica studentessa. Fin qui le premesse potrebbero essere interessanti: l'amore visto come sentimento, come forza per guidarci a uscire da un tunnel altrimenti insuperabile, per quanto non originalissima come idea, poteva anche funzionare, così come il successivo step che ci mostra che, grazie all'apertura che la protagonista riesce a compiere nei confronti del sentimento più forte, ella ottiene anche, cosa mai accaduta prima, una folta compagnia di amici, sempre pronta ad aiutarla e supportarla di fronte alla minima difficoltà.
Qui però terminano le intuizioni positive, perché la storia viene sviluppata con variabili talmente poco credibili da inficiare l'anime e renderlo davvero poco gradevole. Il punto dolente della serie, secondo me, sono proprio i personaggi, che avevano il compito di svilupparla. Il problema non è tanto per una scarsa caratterizzazione, anzi, da questo punto di vista, più o meno tutti hanno un interessante approfondimento che ce li fa conoscere in modo adeguato. Il problema è che sono personaggi che, seppur interessanti presi singolarmente, nel contesto di "Suki-tte Ii na yo" stonano da far paura. E' come se, concedetemi il paragone calcistico, io comprassi due campioni che però sono di fatto giocatori identici; finirebbero per coesistere difficilmente e non fare funzionare la squadra a dovere. E questo accade anche in questo anime. Il rapporto che tra tutti scricchiola maggiormente è quello tra i due protagonisti: va bene che l'amore è cieco, ma, francamente, il fatto che il super figone idolatrato da tutta la scuola con stormi di belle ragazze sbavanti ai suoi piedi si innamori follemente di una ragazza anonima e problematica come Mei, beh, passerò per cinico, ma mi pare davvero una cosa razionalmente improbabile. Così come alcuni comportamenti che i nostri due eroi terranno nel corso della serie, comportamenti che toccano l'apice dell'assurdità nel tredicesimo, inutile episodio, che chiude tragicamente la serie, facendola scendere ulteriormente di voto.
E anche i personaggi di contorno, dai più inutili (l'amico donnaiolo pentito di Yamato penso sia davvero uno dei personaggi peggiori della storia degli anime) ai più importanti (Megu, la top model che va in crisi isterica perché rifiutata dal bel Yamato a vantaggio dell'insipida Mei), presentano più di una pecca, che va a concretizzare sempre più chiaramente l'idea che il legame che tiene insieme i personaggi sia davvero abbozzato.

Detto questo, che è già sufficiente a stroncare la serie, mi permetto di fare un appunto, in questo caso forse più legato al mio gusto personale che a un difetto vero e proprio, anche al design dei personaggi, che con le fattezze simil anoressiche che li contraddistinguono, mi risultano davvero sgradevoli alla vista. In compenso, però, il tratto è piuttosto pulito, e il dettaglio degli scenari è più che accettabile. Non male anche il comparto musicale, con la sigla di apertura, dolcissima, che ben si sposa a questa tipologia di anime.
In sintesi, un anime che non riesce ad emozionare, per il semplice fatto di non essere mai in grado di apparire credibile agli occhi dello spettatore, fino all'ultimo, delirante, episodio.


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Nae

Episodi visti: 13/13 --- Voto 4
Il mio voto è veramente basso, forse al 4,5 ci arriva, ma io parto con un preconcetto su questi anime in cui la super sfigata attrae il super figo per ragioni trascendenti, che l'anime non si prende mai la briga di chiarire - vedi "Arrivare a te", per citare un'altra tragedia a caso.

La sfigata di questo giro è Mei, ragazzina isolata e taciturna che vive la sua vita accademica in modo piatto, facendo parte del contorno. Un incontro acceso con il super figo della scuola fa scattare la scintilla, e francamente fa cadere le braccia, perché come sempre in queste serie la vaghezza e le reazioni improbabili tendenti all'impossibile la fanno da padrone; il tutto accompagnato dai soliti danni collaterali dell'essere la normale sotto la media che sta con il bello desiderato, quindi commenti dietro le spalle, bullismo spicciolo e compagnia bella. Unica nota di colore è che il protagonista non è il bello e impossibile, ma è il bello e passabile, ha una lista consistente di ex, si slingua circa tutte per opera di carità e per essere amichevole, e ha una storia di sesso per fare un piacere alle spalle. Insomma, proprio il tipo che con la sfigata casta e pura di turno non ci starebbe mai, eppure è innamorato perso. Nota tipica immancabile la stupidità intrinseca del ragazzo, sempre benpensante, incapace di credere che la frotta di ragazze che ha dietro il fondoschiena da modello forse non sono tutte sante e probe; non solo, anche se vissuto abbastanza da andare a letto con una per farle un piacere, non arriva a capire che andare la notte a casa di una a sedici anni senza nessuno in giro è una cosa equivoca. Insomma, anche il buon Yamato, ragazzo vissuto, è il solito caso patetico di ragazzo pirla da shojo di basso livello; per completare la tragedia, nella trama hanno pensato bene anche di inserire personaggi pensanti, che fanno così drammaticamente affondare quel cerebroleso del protagonista, che invece lo spinotto del cervello ce l'ha chiaramente troncato.
L'analisi dei personaggi è falsamente profonda, si finge che tutti questi soggetti abbiano un abisso di misteri da scoprire, ma sono parimenti tutti non interessati a guardare nell'abisso, perché fa più figo stare zitti, tenersi per mano e fare la camminata scuola-casa. Una cosa veramente improbabile e a lungo andare irritante. Le poche uscite di analisi psicologica non sono nemmeno tutte incentrate sui protagonisti, ma sul contorno di personaggi, il che crea un pessimo effetto disinteresse sulle personalità della storia.

Il profilo tecnico non è il massimo, a dire il vero, ma non è nemmeno il peggio mai visto: a mio avviso c'è un effetto volto allungato nei personaggi maschili che è agghiacciante, e la magrezza è esagerata, facendo sembrare questi adolescenti come un set di anoressici con divise ultra-abbondanti, per non parlare degli improbabili tagli di capelli osceni che sfoggiano, e che non rientrano nemmeno lontanamente nei regolamenti accademici giapponesi. Ma si sa, è uno shoujo. Trovo i fondali urbani abbastanza insignificanti e molte definizioni di dettagli mal realizzate, ma il complesso è sufficiente alla fine. Le musiche sono mediocri, vomitevole la opening - non credo di essere riuscita a sentirla per intero nemmeno una volta.

La serie in questione prevede una seconda serie, che dubito guarderò, onestamente. Assolutamente sconsigliata.


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Whooki91

Episodi visti: 13/13 --- Voto 4
La mia prima impressione di questo anime è stata frettolosa e troppo fiduciosa: "Say, I love You" alla fine ha fatto acqua da tutte le parti. Aveva tutte le basi per essere uno shoujo più maturo rispetto ad altri: temi sul bullismo, l'esclusione, difficoltà nell'accettare il proprio corpo, nascondere la propria personalità per paura di essere giudicati... Le idee sono state messe per poi essere abbandonate e concluse con frasi da "Baci Perugina".
Mei inizialmente sembrava la classica esclusa, ma con un minimo di carattere (il calcio e lo sguardo truce verso Yamato lo avevano fatto innamorare, perché la rendevano diversa da quelle che puntavano solo sulla loro bellezza), invece nel corso degli episodi si autocommiserava per ogni stupidaggine e traeva conclusioni sulla paura di essere abbandonata, quando era circondata da amici che si preoccupavano per lei. Quando Megu ha tentato di farle terra bruciata, al posto di imporsi e difendere le sue amicizie conquistate, ha lasciato perdere preferendo farsi mille trip mentali. Yamato poi non è da meno... è colui che per aiutare le ragazze in difficoltà accetta di andare a letto con chiunque, naturalmente tutto descritto come un "sacrificio" o come "fare del bene". Senza senso tutti e due.
"Say, I love You" andrebbe visto solo per i personaggi secondari come Aiko e Megu; per i protagonisti metto un velo pietoso. La migliore conclusione era l'episodio dodici; non so nemmeno perché si siano sforzati nel fare il tredici.


 3
ReiRan->--@

Episodi visti: 13/13 --- Voto 5
"Say, I Love You" rientra in quel filone shoujo in cui la sfigata di turno attrae per un inspiegabile motivo l'attenzione del figaccione della scuola; vengono alle mente molti titoli, ma forse il più recente e famoso omologo è "Arrivare a te". Qui come in "Kimi ni Todoke" la protagonista è fraintesa dai suoi compagni, che la vedono come una persona solitaria e gretta, non riuscendo a vedere la sua innata gentilezza. Certo, qui è Mei a voler dare questa impressione di sé, non fa nulla per cambiarla, poiché ha perso la fiducia nelle persone e nell'amicizia, e l'amore non lo concepisce nemmeno, per il momento. Sadako invece è un personaggio positivo e proattivo; Mei è davvero moscia e passiva.
Chi segue un po' gli shoujo sa già che attrarre il ragazzo popolare non porta ad una vita sociale idilliaca nel campus scolastico, poiché l'idolo di turno ha sempre fan inferocite, che vorranno mettere i bastoni tre le ruote alla sgualdrina immeritevole delle attenzioni del divo. Ecco che abbiamo una sfilata di ex, di 'una botta e via', di amiche che vorrebbero essere di più, e di nuove arrivate intriganti che se lo vogliono fare... mmh, accaparrare. Insomma, Yamato per tutte!
Il personaggio maschile in queste storie o è uno sciupafemmine incallito, che decide improvvisamente di fare il bravo ragazzo, rispettando i lunghissimi inverosimili tempi della sfigata, oppure è un perfetto idiota rimbambito alla Kazehaja di "Kimi ni Todoke". Il nostrro Yamato qualche esperienzuccia ce l'ha avuta, ma rientra nella categoria del fesso: proprio non si rende conto delle macchinazioni delle vipere che ha intorno, inevitabilmente complicando le cose.

Il merito di questo anime è però di dare una dimensione un po' più reale ai rapporti tra giovani liceali dal punto di vista sessuale: insomma, a parte i due protagonisti, le altre coppie non stanno lì a pettinare le bambole e a stringersi la manina…
Commento personale: Mei, ma non è meglio Takemura Kai?


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urara98

Episodi visti: 5/13 --- Voto 4
Basta, dopo cinque episodi non sono riuscita ad andare avanti; questa serie proprio non mi va a genio. Mi ha dato solo noia, sembra che l'obbiettivo della storia è far vedere in ogni santo episodio loro due che si baciano. La trama non è per niente innovativa, è il solito shojo: Mei Tachibana, una sedicenne che non ha mai avuto né amici né un fidanzato, un giorno si incontra con il solito ragazzo popolare della scuola, Yamato, e come va a finire? Che, come al solito, i due si innamorano; insomma, niente di nuovo!
Non c'è niente in questa serie (anche in soli cinque episodi) che mi abbia colpito, neanche la grafica, che non è un gran che! I personaggi non mi hanno colpito e la protagonista mi fa irritare, non fa altro che vivere nell'angoscia che un giorno Yamato la possa lasciare... ma goditi la vita! Non pensare subito a quello! Ecco, se già la protagonista mi fa irritare, la serie è andata. Eppure ci avevo riposto molto in questa serie, insieme a "Tonari no Kaibutsu-kun" (invece quest'ultima mi ha dato di nuovo la sensazione di "fresco"): amante degli shojo fin da bambina, pensavo che questa serie mi sarebbe piaciuta, invece mi ha soltanto delusa! E pensare che molta gente ne parlava bene!
Neanche le opening e le ending mi sono piaciute; insomma, non mi è piaciuto proprio niente in questa serie, non so neanche come ho fatto a darle solo 4.


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Izaya_Orihara

Episodi visti: 13/13 --- Voto 5
Premessa: non è mio solito vedere shoujo, anzi, questo è in assoluto il primo. Ho pescato a caso tra gli anime della stagione autunnale 2012 e mi è uscito questo, quindi il mio giudizio è da "ignorante", non avendo altre esperienze in questo genere di anime.

"Suki-tte ii na yo" (o più facilmente "Say, I Love You" in inglese) è un anime preso dall' omonimo manga (ancora in corso) di Kanaze Hazuki, della stagione autunnale 2012, che a mio parere non supera nemmeno la sufficienza per aspetti negativi che oscurano i pochi aspetti positivi che si porta la serie.

Trama: la storia gira intorno ad una ragazza di sedici anni, chiamata Tachibana Mei, che per un piccolo errore da piccola sarà vittima di pregiudizi e odiata da tutti; quindi questa ragazza non avrà né amici, né fidanzati, finché non incontrerà un ragazzo di nome Yamato Kurosawa, un ragazzo amato da tutti. Piano piano la ragazza inizierà a trovarsi amici grazie all'aiuto di Yamato e inizierà a comprendere il vero senso della vita.

Commento: l'aspetto che mi è piaciuto dell'ormai nuovo genere è stato il soffermarsi sui ricordi dei personaggi, sul loro passato, in quanto molto triste e ben descritto. La serie mi ha fatto apprezzare ogni personaggio, in quando mi sono sentito triste per i ricordi di ognuno di loro, però me li ha fatti anche odiare sotto un certo punto di vista, in quanto non è buono rifugiarsi sempre nei ricordi come scusa delle loro azioni. Io direi: 'E fatevi una vita, non siate sempre tristi!' Cosa che nella serie non succederà mai. Altro aspetto negativo è il bruttissimo stile dei personaggi, magri, secchi e con tanti addominali (per i maschi) e senza nemmeno un filo di grasso (questo anche per le femmine). L' opening e l'ending sono odiose, la musica insopportabile e inascoltabile.
Alcuni episodi sono veramente noiosi, altri abbastanza interessanti, pertanto il mio voto è un 5 scarso. Non consiglio questa serie a chi di shoujo non ne capisce, ma per gli amanti dello shoujo può risultare interessante.

Arashi84

Episodi visti: 13/13 --- Voto 3
"Say, I Love you" ci racconta le vicende di Mei e Yamato, una ragazza e un ragazzo dal carattere e dai trascorsi molto diversi che, grazie alla mano del destino, si incontrano, si innamorano e si scambiano baci al sapore di pollo fritto.
L'anime è tratto dall'omonimo manga di Kanae Hazuki e ne ripercorre una piccola parte puntando l'attenzione sulla nascita e l'iniziale sviluppo della storia d'amore dei due ragazzi.

Giuro che ci ho provato. Nonostante la Hazuki mi avesse già disgustato abbastanza con due dei suoi tre manga pubblicati in Italia, ho voluto dare un'occasione a "Say, I Love you", credendo alle parole di chi mi aveva garantito che questa storia fosse diversa dal suo solito, incentrata sull'amore e non sul sesso fine a sé stesso. Parole verissime, ma quello che non mi hanno detto è che "Say, I Love you" è la storia di un'ameba, di un tale tanto bello quanto citrullo e di amici e nemici il cui quoziente intellettivo non raggiunge complessivamente le decine. E' facile intuire che, nonostante abbia iniziato la visione senza alcun pregiudizio, non ho minimamente apprezzato quest'opera, che invece ho trovato banale, stereotipata ed estremamente patetica.
Personalmente, quando seguo una storia punto tutto sui protagonisti, e nel caso di una storia d'amore, sulla coppia di innamorati: se questi non incontrano i miei gusti, lo stroncamento è assicurato, e devo dire che Mei e Yamato ci hanno messo davvero poco per farsi disprezzare dalla sottoscritta!
Mei è una ragazza normale, o forse no, dato che ha dei seri problemi di sociopatia nati anni e anni prima a causa di qualche dispettuccio dei compagnetti di scuola. Si isola dal mondo, non si fida della gente e dopo aver provato il gusto amaro del tradimento non vuole più saperne di avere amici. Precisiamo che Mei non ha subito chissà quali gravi atti di bullismo, è stata semplicemente vittima delle piccole ma ignobili cattiverie che fanno tutti i bambini e, pur accettando il fatto che ci siano frugoletti più sensibili di altri, restare traumatizzati da una cosa tanto semplice mi pare un po' eccessivo… Questo però dà a tutti noi l'occasione di riflettere: dato che tutti siamo stati bambini, avremo sicuramente fatto delle genuine cattiverie nei confronti di qualcuno, quindi mettetevi in ginocchio sui ceci e pensate che a causa vostra oggi c'è una Mei Tachibana che vaga sconsolata per i corridoi di una scuola.
Mei è passiva, apatica, non è per niente carina, non è simpatica, non è interessante, non è avvezza al dialogo, non è sexy, non ha abilità particolari… non ha nulla! Lo strafigo della scuola però la trova "diversa dalle altre" (e ci credo, guarda che elementi in quella scuola!) e se ne innamora. Così Mei inizia a poco a poco a cambiare, ad uscire dal suo stato di ameba silenziosa per diventare un'ameba che si esprime a monosillabi, che riesce ad accennare ad un sorriso e che riesce a fidarsi un pochino del prossimo. Yamato diventa il centro del suo mondo, come in ogni romantica storia d'amore tutto ruota attorno a lui, tutto dipende da lui e grazie a lui il mondo sembra un posto migliore.
Passiamo ora a Yamato, un uomo il cui ciuffo è una delle cose più fastidiose mai viste in un anime. E' bello, gentile, popolare, ma attenzione attenzione: non se la tira per niente! E' un ragazzo semplice, buono e generoso, tanto che è lui a risolvere i problemi di tutte le ragazze complessate che gli stanno attorno. Come? Con un bacio, con un po' di sesso, con una parola. Vi sentite grasse? Una notte hot con Yamato e dimagrirete meglio che con uno scioglipancia! Vi sentite brutte? Due parole di Yamato che vi dice quanto siete carine e l'autostima risale a mille! Avete le tette troppo grosse? Yamato vi darà un bacio e inizierete a capire quanto sia bello essere prosperose! Siete disoccupati? Non riuscite ad arrivare a fine mese? Vi dà noia pagare il canone Rai? La carbonara la preferite con la panna ma così è troppo grassa? Nessun problema, ci pensa Yamato! Il santone passeggia per i corridoi della scuola consolando tutte le povere anime in pena che gli si parano davanti, donne la cui autostima e la cui dignità sembrano dipendere da ciò che gli uomini pensano di loro, nel bene e nel male. Questa capacità di aiutare il prossimo non è l'unico punto a favore di Yamato, non dobbiamo dimenticare una caratteristica importante del suo essere: la freschezza! Il ragazzo è fresco come l'aria, positivo, vede la vita in modo semplice e in modo semplice la vive e risolve i problemi, il che sembrerebbe positivo vista anche la ragazza problematica e depressa che frequenta; il problema è che questa sua freschezza in realtà si traduce in superficialità, mancanza di empatia, di sensibilità, di spina dorsale o, più semplicemente, in mancanza di cervello. Yamato caro, Santo Cielo, hai intrapreso una relazione con una che sembra possa tentare il suicidio un minuto sì e l'altro pure, come puoi essere così superficiale da non prestare attenzione ai suoi sguardi, ai suoi silenzi, ai suoi occhietti che si abbassano a mezz'asta e alla boccuccia che si arrotola tristemente verso il basso? Abbiamo già detto che Mei parla a monosillabi, ma lui non riesce ad interpretare nemmeno quelli, e si ritrova a fare cose stupidissime che fanno soffrire la povera ragazza che tanto sta faticando per uscire dalla condizione di ameba. Invece di aiutarla, la mette in difficoltà senza neanche rendersene conto; c'è bisogno che arrivi l'amica-ex rivale di turno a ribadire l'ovvio e far capire a Yamato quanto la sua freschezza sia improduttiva per la loro relazione.
A proposito, gli amici di Mei e Yamato, parliamone! Il gruppetto di simpaticoni si può racchiudere in una frase: meglio perderli che trovarli! Innanzitutto anche loro, peggio di Yamato, non capiscono quando Mei soffre e, anzi, si divertono ad incitare il di lui rapporto con un'altra ragazza. In questo gruppetto di imbecilli forse se ne salva una e la cosa strana è che questa stessa tizia, una delle anime in pena precedentemente salvata da Yamato, nei primissimi episodi odia a morte Mei, le dichiara guerra, le dice che le porterà via il ragazzo… e qualche puntata dopo le troviamo lato B e camicia, le asciuga le lacrime, la consola e fa rinsavire Yamato. Mah!

In generale, la storia è un susseguirsi di situazioni banali, stucchevoli e ridicole che non portano da nessuna parte, un insieme di patetici momenti in cui la coppia si invischia in problemi che non esisterebbero se riuscisse ad avere un minimo di dialogo. I due invece preferiscono mugugnare, frignare al tramonto e darsi un bacio ripara-tutto quando invece ci sarebbe da parlare o mollare due ceffoni. So benissimo che la storia tratta di adolescenti e so anche che a quell'età è difficile esprimere i sentimenti e le emozioni molto forti, ma qui siamo ai limiti del ridicolo: c'è gente che inizia a farsi i trip mentali perché la sorellina odiosa dice a lei che lui oggi non vuol vederla, gente che quando qualcuno dice di essersi fidanzato pensa che il tale in questione si sia fidanzato con la sua ragazza (lo giuro, succede davvero), gente che dal nulla e per dispetto vuol intortare la ragazza di uno pseudo amico, gente che dichiara guerra per poi far finire tutto a tarallucci e vino… davvero, una parata di idiozie e di personaggi detestabili.
Qualcuno dice che "Say, I Love you", al contrario dei classici anime/manga per ragazze, mostra una relazione matura anche dal punto di vista fisico, laddove i due protagonisti non fanno passare cento puntate prima di darsi un bacio o farsi due carezze; verissimo, è dalla prima puntata che i due si baciano, lui le stampa in bocca una serie di baci al sapore di pollo fritto e lei da quel momento non capisce più niente. Ma, a parte questo, non ho trovato tutta questa "maturità fisica" del rapporto; esclusi i baci al pollo non ci sono molte altre situazioni del genere, al massimo si tengono per mano, passano una notte abbracciati e Mei il giorno dopo deve pure sentirsi dire: "Andiamo con calma"… ma andiamo con calma cosa? Yamato se la canta e se la suona!
Insomma, non sono riuscita a trovare un singolo elemento apprezzabile in questa serie, mi ha snervata a morte, mi ha fatto desiderare di prendere a testate i personaggi, mi ha fatto imbestialire per quanto la figura della donna sia trattata in modo indegno. Devo ammettere che alcune situazioni di "Say, I Love you" hanno riscontro nella vita reale, vedasi le ragazze senza dignità e amor proprio, ma proprio perché sono cose che detesto nella realtà, ritrovarle nella finzione è ancora più irritante.
Non salvo nulla nemmeno dal lato tecnico: seppur il chara migliori lo sgradevolissimo tratto della Hazuki, non lo trovo particolarmente apprezzabile; stesso dicasi per regia e colonna sonora, tutto piatto come la sua protagonista.

Vorrei precisare che, nonostante non sia più una studentessa, continuo ad adorare le storie d'amore nate tra i banchi di scuola, i tormenti adolescenziali, la passione che sboccia, l'innocenza delle prime volte e tutto il resto. Non sono nemmeno una che cerca a tutti i costi l'originalità, sono una fan di "Arrivare a te", e questo dovrebbe dirla lunga; quello che cerco in una storia d'amore è semplicemente la dolcezza, sia dei personaggi che della narrazione, una dolcezza che però non finisca nel patetico e nel melenso, che sappia far emozionare e sorridere, che faccia vivere o rivivere con nostalgia quei momenti tanto belli quanto dolorosi che tutti abbiamo attraversato. Per me, in tal senso, "Say, I Love you" ha fallito del tutto. Sconsigliatissimo a chi odia le storie che dipingono le donne come delle stro**e sempre in lotta per un uomo, come degli esseri insignificanti e privi di amor proprio la cui vita dipende dal respiro di un ragazzo (e nemmeno il proprio ragazzo).
Lui, lei e il pollo fritto, una delle storie d'amore più brutte che abbia visto in vita mia: se tutti gli anime/manga per ragazze fossero come questo, avrei smesso da un pezzo di guardarli/leggerli, e quando dicono che "Say, I Love you" è diverso, ringrazio che questo ammasso di stereotipi, banalità e tristezza sia un'eccezione.
Un consiglio spassionato: invece che questa roba, guardate "Kamisama hajimemashita", magari mentre vi gustate del pollo fritto, alla faccia dei citrulli e delle amebe.


 3
Minako85

Episodi visti: 12/13 --- Voto 8
La trama di "Say, I Love You", anime tratto dall'omonimo manga e di cui ripercorre più di metà dei volumetti (ma non tutti), ad una prima, superficiale occhiata potrebbe apparire il solito shojo trito e ritrito, con i soliti stereotipi della ragazza sfigata e vittima dei bulli, e del superfigone della scuola, che per caso finiscono per piacersi e uscire assieme, con tutte le difficoltà del caso. E, in effetti, la trama in sostanza è proprio questa: Mei Tachibana, ragazzina da sempre presa in giro, ha finito con l'isolarsi e il rifiutare qualsiasi interazione con i suoi coetanei; viene leggermente sottoposta ad atti di bullismo da parte di qualche studente, ma è per lo più ignorata. Al contrario, Yamato Kurosawa è il più popolare della scuola: bello, gentile ed espansivo, è adorato da tutte le ragazze, che si contendono le sue attenzioni. I due si scontrano per caso quando Mei involontariamente crede che Yamato stia cercando di sollevarle la gonna, anche se in realtà a farlo è un amico del ragazzo, e gli assesta un calcio sul viso per farlo smettere. Yamato non si fa male, ma rimane colpito da quella reazione; incuriosito, continua a ronzare attorno a Mei, che proprio non ne vuol sapere di lui e di nessun altro. Yamato avrà la sua opportunità quando Mei, seguita da un tipo poco raccomandabile, non avrà altra scelta che chiedergli aiuto per tornare a casa; da qui inizia il corteggiamento di Yamato ad una recalcitrante ed un po' tsundere Mei, incapace di credere che il più popolare della scuola voglia proprio lei. In contemporanea, Mei dovrà per forza iniziare ad interagire con i suoi coetanei e inizierà a farsi, non senza fatica, qualche amico.

"Say, I Love You" non è innovativo, né tratta in modo complesso temi difficili come il bullismo o il tradimento. E' soprattutto la storia dell'apertura al mondo di Mei, ragazza disillusa e sola che ha perso fiducia nel mondo esterno, trattata con leggerezza, ma senza troppa superficialità. E' il suo percorso verso una vita più normale e solare: piano piano, Mei maturerà e imparerà a rapportarsi con il bello ed il brutto che la circonda. Parallelamente, Yamato dovrà capire come comportarsi con Mei senza forzarla, e in parte rispolvererà vecchi dispiaceri che avrebbe preferito tener sepolti. L'inizio delle loro interazioni è un po' traballante, ma la storia riesce poi a recuperare mordente.
Mei e Yamato sono i protagonisti e la maggior parte della narrazione verte su di loro, ma anche i comprimari avranno un po' di luce. Matureranno tutti, chi più chi meno, talvolta in modo convincente, talvolta solo più velatamente. Questa serie non si discosta troppo da molti cliché tipici dello shojo scolastico, tuttavia ha un pizzico di originalità nei personaggi che non guasta: Mei non è la classica protagonista goffa, ingenua e sciocca, anzi è spesso brusca e tagliente e abbastanza perspicace. Yamato d'altra parte non è privo di pecche, non è il solito "bello della scuola donnaiolo senza speranza" ma non è neanche un santarellino. Inoltre non sempre capisce le cose al volo, anzi, più di una volta si troverà incapace di intuire subito cosa passa nella testa di Mei. I comprimari cadono più nel già visto, ma sono comunque gradevoli; persino la principale "antagonista" ha una sua storia e delle sue motivazioni che non la rendono semplicemente "odiosa". Pur non apprezzandola, è un personaggio più complesso della classica invidiosa smorfiosa che vuole fregare il ragazzo alla protagonista.

Tecnicamente "Say, I Love You" è una serie nella media, senza animazioni straordinarie o design innovativi, ma non è quello ciò che conta in una serie simile. Le musiche sono funzionali, anche se non memorabili.

In definitiva, "Say, I Love You" si distacca quanto basta dalla media per essere gradevole e meno scontato di altre produzioni shojo degli ultimi tempi, con personaggi non troppo stereotipati e un andamento gradevole. Si tratta di una serie leggera che non ha un finale netto, ma che è comunque in grado di appassionare almeno gli amanti del genere.
Voto finale: 8. Consigliata a tutti gli amanti degli shojo non troppo melensi. Sconsigliato a chi cerca opere profonde e poco sdolcinate.


 5
Nadig1989

Episodi visti: 9/13 --- Voto 10
Conosciuta anche con il nome "Say, “I Love You”" del manga da cui è stato realizzato l'anime, la serie "Sukitte li na yo" vede il lento svilupparsi della relazione tra i due liceali Mei Tachibana e Yamato Kurosawa. Anche se sono un ragazzo, devo ammettere che il genere sentimentale l'ho trovato molto interessante, e tra le serie di questo genere mi ha colpito anche questa. A differenza di altri shoujo anime in cui alle volte vengono usate scene comiche (serie come "Kimi ni Todoke/Arrivare a Te" o il più attuale "Tonari no Kaibutsu-kun/My Little Monster"), questa serie si presenta in modo più serio e coinvolgente, presentando, attraverso i protagonisti, temi spesso presenti nella realtà dei giovani giapponesi. Mei ci viene presentata come una ragazza che, a causa di un brutto evento capitatole in passato, arriva al liceo senza che abbia né amici né un ragazzo; quando si ritrova ad incominciare la improvvisa, quanto inaspettata, relazione con Yamato, il ragazzo più popolare della scuola, incomincia a sperimentare emozioni ed esperienze che non aveva mai sperimentato, e che la porteranno ad un lento cambiamento. Il bello e popolare Yamato ci verrà presentato come un ragazzo simpatico, solare e ben accettato da tutti, se non fosse per la sua mancanza di buon senso e la sua lenta capacità di capire le cose, che creeranno problemi soprattutto nella relazione con Mei (insomma, sì bello, ma alle volte anche molto tardo).
Benché l'anime giri attorno ai due personaggi principali, ciò non vuol dire che quelli secondari faranno solo da comparse, ma avranno anch'essi i loro problemi, dandoci altri esempi di preoccupazioni e realtà della gioventù giapponese.

Con il vario cast di personaggi, comprese le loro personalità, i problemi di vita e il modo di comportarsi che vedremo durante l'anime, questa serie creerà sicuramente una sorta di empatia che coinvolgerà chi ne seguirà la storia. Consigliato agli/alle amanti di questo genere.


 2
Yana

Episodi visti: 6/13 --- Voto 8
La trama di base di "Sukitte ii na yo" non è proprio originalissima, ma rimane comunque piacevole e molto credibile, soprattutto nella versione cartacea. Ad esempio, il passato di Mei e di Yamato, che spiegano i loro modi di fare attuali, sono trattati frettolosamente nell'anime.

Il fatto di trovarci davanti a uno shoujo in cui non dobbiamo aspettare 12 episodi di tira e molla per arrivare a un bacio però è un fattore parecchio piacevole, che fa discostare l'anime dalle solite trame del suo genere.
Vengono infatti trattati temi più reali e maturi; i protagonisti non avranno problemi a tenersi per mano e non arrossiranno per ogni sciocchezza, ma è piuttosto la relazione concreta a creare loro disagi, gelosie o insicurezze.
Per certi versi ciò mi ricorda un po' lo stile di "Bokura Ga Ita", solo meno lento e problematico.

Avrei alzato il voto se solo si fosse seguito maggiormente il manga, da cui l'anime si discosta per piccole cose, ma che rendono i personaggi e la loro relazione più reali e vicini a sensazioni che tutti abbiamo provato anche ai tempi del liceo. Nonostante l'anime non sia ancora concluso, consiglio la lettura della versione cartacea, anche solo per completare il quadro generale della storia, che spero continuerà senza troppi stravolgimenti.


 1
nyappyintheworld

Episodi visti: 3/13 --- Voto 6
La pecca di quest'anime è l'effetto grafico, il tratto dell'autrice Kanae Hazuki non è stato reso molto bene nella versione animata. Forse è uno stile che già di suo non si presta a questo genere di prodotto, basti vedere le copertine originali dei manga o le illustrazioni, più in stile "schizzo" e colorate in stile acquerello con colori chiari. Alla fine i colori "piatti" di quest'anime tolgono tutto il fascino dello stile della Hazuki.
I personaggi dell'anime sono troppo bidimensionali, i ragazzi hanno occhi troppo marcati, che rendono lo sguardo troppo duro e minaccioso. In altri anime è così che sono rappresentati i classici delinquenti.
Morale: funziona nel manga, ma nell'anime no, un completo fail del character design. Se non fosse per la storia non lo continuerei.