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 4
Horizont

Episodi visti: 1/1 --- Voto 5
"Dragon Ball Super: Super Hero", il nuovo film animato della saga di Akira Toriyama, è l'ennesima occasione sprecata, secondo me.

Il film, diretto da Tetsuro Kodama e prodotto da Toei Animation, ha come protagonisti Gohan e Piccolo, che devono affrontare una nuova minaccia rappresentata da un gruppo di androidi creati dal Red Ribbon, un'organizzazione criminale che aveva già tentato di conquistare il mondo in passato. La storia è piuttosto semplice e lineare, e non offre nulla di nuovo o originale ai fan della saga. I personaggi sono ritratti in modo stereotipato, e le loro azioni sono spesso prevedibilissime.

Una cosa che mi è piaciuta di sono quei Easter eggs che ci fanno portare alla mente le prime più famose serie. Un punto negativo del film è l'animazione, realizzata in computer grafica cel-shading, che a me non dispiace ma che sinceramente non comprendo, non aggiunge nulla al film. Altra cosa negativa è il comparto sonoro estremamente anonimo. Un altro difetto sono i dialoghi, avvolte eccessivamente prolissi e avvolte per nulla interessanti, anzi mi facevano addirittura annoiare in certi casi, senza considerare che spesso i personaggi dicono sempre le solite cose già sentite decine e decine volte in altri prodotti di Dragon Ball.

Parliamo poi dei cliché di questo film di Dragon Ball, cliché che vengono riproposti in ogni nuova storia di Dragon Ball, cioè sono anni che ormai vanno avanti con questi soliti cliché. Questi cliché potevano essere accettabili nelle prime storie di Dragon Ball, ma ormai sono diventati assurdamente ripetitivi e stancanti, ripetuti da anni e anni. Questa formula ormai stantia non riesce più a coinvolgere il pubblico più esigente. I fan di Dragon Ball hanno bisogno di qualcosa di nuovo e originale, ma il franchise sembra essere bloccato in un loop infinito di cliché e riciclaggio. La saga è ormai in crisi creativa, non c'è più nessuna creatività e i fan sono sempre più delusi compreso me. Questo film ci mostra tutto il limite di Dragon Ball. Se non ci sarà un cambiamento (cosa che secondo me non arriverà), Dragon Ball rischia di diventare un cattivo ricordo del passato, complice anche la Toei che non si è mai rinnovata veramente.

Voto 5, non mi è dispiaciuto come film, ma non posso soprassedere su molti difetti che ho notato.


 1
Philip

Episodi visti: 1/1 --- Voto 6,5
Non pensavo sarebbe stato così difficile dare un'opinione a un singolo lungometraggio, soprattutto se stiamo parlando di “Dragon Ball”, e invece, durante tutta la visione di questo “Super Hero”, ho cambiato idea diverse volte, passando spesso da sensazioni e opinioni negative a pareri invece ben più positivi. Effettivamente ho fatto una fatica immane a guardare la prima mezz’ora senza addormentarmi, data l’assenza totale di ogni tipo di azione (a parte un breve e non troppo articolato combattimento che ha visto come protagonista Piccolo) e la presenza di così tanti dialoghi spesso portati per le lunghe senza motivarli più di tanto.

Tuttavia, le primissime fasi della pellicola saranno in grado di deliziare un fruitore appassionato grazie a dei brevi flashback (qui ancora sprovvisti di CGI) che andranno a richiamare ciò che ormai anni e anni fa abbiamo visto sui nostri schermi; nello specifico tutto ciò che ha avuto a che fare con il Red Ribbon e i vari cyborg, fino ad arrivare a Cell; infatti saranno proprio le generazioni successive degli scienziati di allora, che manderanno avanti questo film.
Tolti appunto i pochi ma ben realizzati flashback, il film sarà interamente sviluppato grazie alla computer grafica, che se pur non mi abbia fatto impazzire (qui come in altri prodotti), non rende male; lo stile del maestro Toriyama calza abbastanza bene con la tecnologia poco fa citata, grazie ai lineamenti spesso e volentieri così ben definiti, stile che possiamo apprezzare maggiormente in altre sue creazioni all’infuori di Dragon Ball.
Dunque a parer mio l’esperimento con questo tipo di grafica non è del tutto da buttar via, perché per quanto inutile per praticamente tutta la durata, i combattimenti, soprattutto nelle fasi conclusive, mi hanno convinto.
Comunque, passata la prima metà, il film cambia faccia, aumentando il ritmo risulta ben più scorrevole, mettendo finalmente in mezzo personaggi e avvenimenti che fin li stavo aspettando, arrivando poi ad un finale ben costruito, che grazie anche ai nuovi power up risulta divertente e “innovativo” sotto alcuni aspetti, mettendo un po’ da parte i soliti meccanismi e stili di lotta a cui siamo sempre stati abituati, caratterizzati troppe volte da continui colpi di energia, spesso e volentieri buttati lì a solo scopo riempitivo.

Dopo aver brevemente analizzato ciò che in linea di massima potrebbero essere un po’ i pregi e i difetti, vediamo cos'è che ha da offrire questo film, e soprattutto cosa - in particolare - ha potuto far storcere il naso, specialmente ai fan di vecchia data un po’ più nostalgici (me compreso).
La trama in se per se, per quanto “sempliciotta”, non è poi così male; tutti i vari prodotti a “tema” Red Ribbon mi hanno sempre abbastanza affascinato, riuscendo in un certo senso spesso a portarmi indietro nel tempo, ed effettivamente la pellicola in questione non fa eccezione. Se fatto con astuzia, mettere in gioco cyborg, scienziati e compagnia bella, potrebbe facilmente risultare una carta vincente, dato il così ampio numero di fattori su cui poter mettere mano.
Una delle tematiche fondamentali che contraddistingue questo “Super Hero”, è l’assenza, quasi totale, di Goku e Vegeta, caposaldi indiscussi del marchio, ma che effettivamente, anche in altri special, abbiamo visto esser messi da parte (me ne vengono in mente due o tre) e incredibilmente, sono proprio quelli che in un certo senso sono stati maggiormente apprezzati, anche dal sottoscritto. Il fatto che i due non fossero al centro dell’attenzione, era già chiaro dalle varie anticipazioni e trailer, quindi una volta davanti alla pellicola in questione, c’era poco da stupirsi al riguardo; al contrario, a stupire potrebbe essere il fatto che un così ben caratterizzato Piccolo, mattatore in questo film, e un ritrovato Gohan, siano stati in grado di non farceli mancare affatto. Troppo spesso (e ce ne sono anche tutte le ragioni) al nome di Dragon Ball viene accostato solo ed unicamente quello del buon Goku, personaggio ormai sviscerato fino all’ esaurimento, quindi continuare a renderlo protagonista in ogni singolo prodotto, potrebbe risultare ridondante; al contrario dare modo ad altri personaggi di ritagliarsi qualche ruolo fondamentale, potrebbe risultare un’idea vincente. In questo caso con Piccolo e Gohan sono andati abbastanza sul sicuro, essendo indubbiamente due tra i personaggi meglio riusciti a Toriyama, e qui ne abbiamo la conferma.
Dunque è proprio intorno ai due personaggi sopra citati che girerà il film. Si parte con alcuni scorci di vita privata del nostro Piccolo, intento nelle prime fasi a fare da mentore alla piccola Pan, esattamente come accadde con un Gohan ancora bambino; lo vedremo armeggiare con un cellulare e “litigare” con dei peluche, tutte gag simpatiche in pieno stile Toriyama che sicuramente avranno fatto sorridere qualche fan, anche se con me non sono riuscite nell’intento.
Un po’ buttato lì pretesto utilizzato per dotare Piccolo del nuovo power up; se fosse bastato chiedere al drago di diventare super mega forte, perché non farlo prima? Ma mi rendo conto che soffermarsi su questi dettagli, e a volte incongruenze, sarebbe un po’ inutile. Eccolo dunque Orange Piccolo, trasformazione tanto forte quanto esteticamente non proprio bellissima, ecco.
Ad affiancare quindi piccolo, da un certo punto in poi, sarà come detto prima Gohan. È proprio da questo momento in poi che il film per me assume un altro volto; sono ormai anni che aspetto di veder tornare Gohan mettendo un po’ da parte il suo lato studioso ed occhialuto donatogli dal creatore, e qui, se pur per poco tempo, l’obiettivo è stato centrato. Dopo una fase in cui vedremo Gohan intento a risvegliare i suoi poteri sopiti, ecco che grazie alla solita rabbia, (non prima di una bella citazione alla sua prima trasformazione in SSJ2) eccolo sbloccare il suo power up definitivo, un super saiyan dai capelli bianchi non troppo bello da vedere, ma che però mena forte.
Arriviamo a quello che è secondo me uno degli aspetti più azzeccati: la scelta del villain. Troppe, e dico troppe volte abbiamo visto tornare Freezer, che per quanto per molti sia indubbiamente il miglior villain della saga, rischia di diventare fin troppo ripetitivo. Ecco quindi che a minacciare nuovamente la pace nel mondo, arriva Cell, più o meno. Infatti il Cell che vedremo all’interno del film (nominato Cell Max) avrà poco a che vedere con quello che abbiamo conosciuto nella serie Z; un enorme cell verde - rosso che strilla dal momento esatto in cui farà la sua prima apparizione.
Questo “nuovo” Cell rende alla perfezione, creando la giusta suspense e anche un certo senso di timore nel guardarlo in azione, data la sua caratterizzazione così dettagliata sotto alcuni punti di vista.
Il finale, banalmente, non è né bello e né brutto. Vedremo molti dei guerrieri Z lottare contro il nuovo nemico in una sorta di “tutti contro uno”, tra cui anche Goten e Thrunks, visibilmente cresciuti nell’aspetto, che dopo aver fallito (ovviamente) la fusione, saranno utilizzati come pretesto per le ricorrenti gag, anche nei momenti più concitati.

Come detto anche a inizio recensione, il problema fondamentale della pellicola sta nel non dare una vera e propria svegliata agli eventi. Ci vuole davvero troppo tempo per arrivare al succo della questione, e i vari siparietti che contraddistinguono la prima metà della visione, diventano ben presto obsoleti e quindi non più divertenti. L’aria serena che si respira nonostante la minaccia imminente, non fa percepire un vero e proprio senso di pericolo, facendo prendere poco sul serio un nemico che, come detto prima, sarebbe potuto essere un villan tra i migliori comparsi fin d’ora.
Altro aspetto da prendere in considerazione è quello dei personaggi che compaiono all’interno di questo Super Hero; prendendo maggiormente in considerazioni i vari volti del Red Ribbon che vedremo presentarsi fin da inizio film. Magenta e Carmine saranno proprio quelli che daranno il via alle danze, due personaggi tento odiosi quanto caratterizzati in modo inconfondibile da un Toriyama che ha voluto mettere in questi personaggi ( e anche in altri ) alcuni tra i suoi tratti più distintivi.
Tra i tanti personaggi che vedremo, faremo la gradevole conoscenza di due cyborg creati dalla mente geniale del nipote del dottor Ghero, Hedo (di cui non ho parlato fin ora perché non l’ho reputato necessario), che nominerà gamma 1 e gamma 2; sorprendentemente queste due nuove conoscenze mi hanno piacevolmente sorpreso; simpatici e dotati di una personalità brillante, in grado di entrare in sintonia con lo spettatore. Probabilmente i due soggetti meglio riusciti del lungometraggio.

L’aspetto che sicuramente ha fatto sorgere più dubbi, soprattutto nei fan di vecchia data, è stato l’utilizzo della già citata CGI. Comprensibilmente potrebbe essere non stata particolarmente apprezzata o addirittura odiata; io come detto in precedenza non la butto completamente via, inutile nei momenti di vita quotidiana, se così vogliamo dire, ma molto meglio sfruttata nei momenti di azione, che, ahimè, sono stati troppo poco presenti all’interno della prima metà della pellicola. Il mio consiglio è quello di non partire totalmente prevenuti, e di dare una possibilità a quella che è una tecnologia che sempre più spesso vedremo in prodotti di questo tipo. Se non altro si potrebbe vedere come una sorta di esperimento da parte di Toriyama, che tornerà spero ad utilizzare un tratto classico per i suoi futuri prodotti.
Per quanto riguarda l’adattamento italiano, non ho potuto che apprezzare l’idea di lasciare quanto più possibile la nomenclatura originale, sia per nomi che per tecniche. Il doppiaggio è stato più o meno quello già adottato nella serie regolare di “Super”, sicuramente di buon livello.

Difficile dunque dare un giudizio che racchiuda tutti i fattori fin qui citati; totalmente insufficiente fino ad un certo punto, ma decisamente più convincente durante la seconda metà, quindi mi farò nuovamente trasportare dalle sensazioni che nel bene e nel male questo “Dragon Ball Super: Super Hero”, ha saputo regalarmi.
Tornare in compagnia di personaggi che ormai non fatico a reputare “amici”, è sempre piacevole; in Dragon Ball si respira sempre un’aria familiare che nonostante tutto, nonostante l’inesorabile scorrere del tempo, riesce sempre ad entrare nel cuore dei fan; Goku o non Goku, CGI o non CGI, quelle del maestro Toriyama sono opere che risulta sempre difficile giudicare negativamente. Io personalmente sono partito un po’ prevenuto nella visione di questo film, ma come al solito, trascinato da ricordi e sensazioni, è riuscito a farmi passare del tempo in totale spensieratezza, facendomi mettere da parte i (tanti) difetti, e capace di farmi apprezzare invece quelle che sono state le note positive.
Tutto sommato, voto: 6,5.


 5
日本

Episodi visti: 1/1 --- Voto 5
"Dragon Ball Super: Super Hero" offre ciò che la maggior parte dei fan della saga ricerca: azione energica, nuove trasformazioni e il classico umorismo di Akira Toriyama, che funziona brillantemente in questo film. Il rischio e il coraggio nel creare una narrazione incentrata su Gohan, Piccolo e Pan si rivelano vincenti grazie al contesto più intimo, ma è ancora abbastanza lontano dai livelli epici e dalla soddisfazione suprema del ultimo film, questo è un film decisamente inferiore a Dragon Ball Super Broly su molteplici aspetti.

Il fan service esagerato porta a nuove forme assurde e ingiustificate. Il ritmo e l'equilibrio delle diverse trame e relazioni mancano di equilibrio. Le sequenze di combattimento hanno dei bei momenti, ma sono ripetitive e alcuni tagli bruschi spezzano il ritmo in maniera fastidiosa. E infine, l'animazione 3D CGI si rivela un enorme calo in quasi ogni aspetto.

Quindi i pro e i contro del film:

PRO
-Piccolo e Gohan sono finalmente tornati sotto i riflettori.
-Un sacco di richiami alle serie precedenti.
-Alcuni buoni combattimenti.
-Alcune cose in pieno "Toriyama style".
-Goku e Vegeta non sono al centro del film per fortuna perché entrambi hanno stufato.

CONTRO
-Nessuna vera posta in gioco, non si avverte realmente la minaccia.
-Il cattivo finale non mi ha convito per nulla, Broly del precedente film è un Villan molto migliore e molto più carismatico. Il Villan di questo film DB Super Hero mi ha parzialmente deluso.
-Musiche davvero anonime.
-Grafica in CG per me inutile, non abbellisce il film, non aggiunge nulla al film, non è un qualcosa di positivo, quindi questo utilizzo del CG per me è stato un qualcosa davvero inutile.
-La trama complessiva è semplice e a tratti davvero banale. Niente di speciale, la sceneggiatura non brilla di certo, sembra un film di serie B come sceneggiatura, è questo è un problema di molti film di DB che hanno sceneggiature imbarazzanti.


 3
Kotaro

Episodi visti: 1/1 --- Voto 7,5
Rispetto al precedente Dragon Ball Super: Broly, che è stato campione di incassi e attesissimo dai fan di tutto il mondo, Dragon Ball Super: Super Hero (da qui in poi solo Super Hero per comodità), l'ultimo capitolo dell'immensa saga firmata da Akira Toriyama per Shueisha e portata in animazione da Toei Animation, appare come un film molto più modesto, più sfortunato (l'attacco hacker alla compagnia della scorsa primavera ha fatto slittare la data d'uscita originale da aprile a giugno e fatto saltare diversi piani per questo film) e molto meno atteso dai fan, per vari motivi.

È indubbio che, rispetto a Broly, il film abbia un tono molto diverso, più piccolo (pun intended), più intimo. Le botte da orbi e le scene di battaglia spettacolari e devastanti non mancano, ma stavolta non ci sono alieni, divinità o minacce spaziali e il tutto si gioca solo all'interno della base dell'esercito nemico. Un esercito che i fan di vecchia data conoscono bene, poiché si tratta del... Red Ribbon, redivivo in incognito dietro la copertura di un'azienda farmaceutica e sotto la guida di Magenta (nome azzeccatissimo), figlio del mai dimenticato comandante Red della prima serie. È proprio alla prima serie che Super Hero si riallaccia, con un flashback che ci racconta la sconfitta dell'esercito da parte del piccolo Goku per poi ricollegarsi a Z, parlandoci del Dr. Gelo e di Cell, tutte questioni che ci servono per arrivare alla storia di Super Hero. Essa, infatti, vede Magenta assoldare il Dr. Hedo, (ancor più) geniale nipote del Dr. Gelo. Fissato coi supereroi, Hedo viene dunque facilmente manipolato da Magenta, che lo convince a creare dei nuovi cyborg per combattere la nuova minaccia per la Terra... certi alieni dai capelli biondi di nostra conoscenza!

Ad affrontare la minaccia dei nuovi androidi, tuttavia, non saranno né Goku né Vegeta, impegnati nel consueto allenamento da Beerus e Whis e presenti nel film per nemmeno cinque minuti complessivi. In assenza dei due personaggi principali, le luci della ribalta toccano al più improbabile degli eroi: Piccolo, che qui diventa la vera star del film.

Ad occuparsi della sceneggiatura del film è ancora una volta Akira Toriyama, e la cosa è palpabilissima agli occhi di chi conosce lo stile dell'autore avendo seguito anche altre sue produzioni che non siano Dragon Ball. Lo stile di disegno dei personaggi inediti è ancora una volta quello moderno di Toriyama, e l'impronta dell'autore si nota in tantissimi piccoli particolari e dettagli tipici del suo modus narrandi che caratterizzano i personaggi, soprattutto quelli nuovi. Magenta e il suo segretario-tuttofare Carmine, così come il Dr. Hedo, sono i tipici adulti alla Toriyama, ricchissimi di vizi e difetti buffi (il cercare invano di accendere il sigaro, la fissa per i biscotti Oreo, la passione per i supereroi, la creazione di invenzioni ricchissime di dettagli complicati...) che fanno ridere, ma allo stesso tempo mettono alla berlina il mondo troppo impostato degli adulti, cosa che è da sempre una caratteristica delle opere dell'autore.

Autore che torna a occuparsi di uno dei suoi temi preferiti, ossia quello dei supereroi, qui incarnati anche dai due nuovi cyborg Gamma 1 e Gamma 2, chiaro riferimento a quegli Ultraman e Kamen Rider che Toriyama citava spesso e volentieri in Dr. Slump e Arale.
Questa ironia, ovviamente, non può che coinvolgere anche i nostri eroi, i quali diventano anch'essi ricchi di difetti e vizi simpatici una volta diventati adulti: Gohan diventa il classico studioso che non vede a un palmo dal suo naso senza occhiali (a meno di non trasformarsi in Super Saiyan), Videl spaccia pupazzetti di peluche, Bulma chiede al Dio Drago di rassodarle il corpo e farla ringiovanire ad ogni desiderio espresso.

Se Broly era un film ambizioso, che andava a scavare nel passato degli alieni Saiyan approfondendolo, aggiungendo dettagli e presentando un nuovo personaggio che portava a scontri di portata apocalittica, Super Hero è invece un film mediamente più tranquillo, che sfrutta la scusa di una minaccia "di poco conto" e più umoristica, per narrarci una storia più modesta, ricca di ironia, di momenti slice of life e di approfondimento dei personaggi sempre in stile Toriyama. Sì, ci sono anche qui scontri, urla, trasformazioni, fusioni, power up fini a se stessi, botte da orbi e scontri apocalittici con boss finali che sparano tremila raggi energetici al secondo mentre si sgolano urlando. Tuttavia, anche nei combattimenti un po' si sente il tocco dell'autore, un po' come se Toriyama ti stesse dicendo "Ok, devo infilarci queste cose per forza, ma lo farò a modo mio", ed ecco quindi che da una parte vengono riprese tecniche come il Makankosappo, il Kienzan o la facoltà di Piccolo di ingigantirsi, che mancavano sugli schermi da un po'; dall'altra ci sono meno colpi energetici e i combattimenti sono molto più fisici, con un gran uso di tecniche e prese del pro-wrestling reale, oppure che diventano specificatamente "fumettistici" con enormi onomatopee che appaiono su schermo e... i personaggi che le notano!

Il punto focale del film, tuttavia, non sta qui, quanto appunto nel mostrarci la quotidianità dei personaggi, i rapporti fra di loro e in qualche modo, nei limiti di Dragon Ball, la loro crescita (quella anagrafica si nota, con Pan, Trunks e Goten qui più grandi rispetto a episodi precedenti della serie). I personaggi di Dragon Ball sono un bizzarro gruppo fatto da umani, alieni, alieni per un quarto, semi-alieni, demoni, androidi, divinità, creature fantastiche e chi più ne ha più ne metta. Ormai da più di trent'anni si conoscono e sono sempre lì l'uno per l'altro, nonostante stiano tutto il tempo a farsi battutine o a sclerarsi contro. innegabile che, agli occhi di uno spettatore adulto, il fascino di Dragon Ball oggi stia qui, nel vederli crescere, metter su famiglia, fare delle vite a modo loro normali, interagire tra di loro ricordandosi che nonostante tutto si vogliono bene, piuttosto che nell'eterno ritorno dello schema, già abbastanza vuoto ai tempi della serie originale, che vede l'arrivo di nuovi nemici spuntati dal nulla e dalla caratterizzazione piuttosto blanda da far affrontare a un eroe che si diverte combattendo e si spinge oltre i limiti con trasformazioni sempre nuove.

Non è la prima volta che Dragon Ball ci offre un film senza Goku, ripensiamo ad esempio al film di Dragon Ball Z intitolato Sfida alla leggenda, dove protagonista era il quartetto Gohan/Videl/Goten/Trunks. Ogni tanto, variare qualcosa nella formula, non è male.
È strano dirlo, ma personalmente credo che a Dragon Ball faccia bene l'assenza di Goku, personaggio tanto iconico quanto stupidotto, monotematico e con poche sfumature. I fan giapponesi non sono mai stati d'accordo, al punto che hanno fatto fallire a più riprese l'idea originale dell'autore di ucciderlo e sostituirlo col figlio Gohan, hanno penalizzato gli ascolti di qualsiasi episodio della serie tv non fosse incentrato su di lui e hanno portato alla creazione di una serie come Dragon Ball GT, dove ogni qualsivoglia spunto di approfondimento su altri personaggi (vedi Pan e Trunks) era stroncato sul nascere da un ossessivo Goku-centrismo, per chiara ammissione degli autori che seguivano i desideri dei fan. E penso sia anche questo uno dei motivi per cui in Giappone Super Hero è stato accolto molto meno calorosamente di Broly. Ma agli occhi di uno spettatore adulto, a cui ormai l'ennesimo Molo sconfitto da un Goku che prima lo ha curato perché voleva combatterci al massimo della forza dà solo fastidio, non c'è dubbio che risulti più interessante un film come Super Hero, dove Goku non c'è e di rimando si dà molto spazio al lato "umano" dei personaggi, con un Piccolo inaspettato mattatore che si rivela essere molto più maturo e umano del nostro protagonista (dirà a Pan rapita dal Red Ribbon, "Se tuo padre non viene a salvarti, perché preferisce il lavoro a te, lo meno!". Goku invece, in Dragon Ball Super, voleva portare Vegeta a combattere al torneo degli universi anteponendo il suo divertimento nella lotta ai doveri di padre di quest'ultimo, che voleva assistere Bulma impegnata con la nascita della figlia Bra).

L'altro motivo per cui Super Hero ha avuto meno risonanza, e meno pareri positivi rispetto ai suoi predecessori, è sotto gli occhi di tutti: il fatto di essere quasi interamente realizzato in computer grafica cel-shading. Quasi, perché i flashback relativi a scene delle serie passate sono invece realizzati in animazione tradizionale, proprio per distinguerli, e infatti risultano particolarmente belli.
Si sa che gli anime-fan duri e puri non amano più di tanto la computer grafica, che rende i personaggi plasticosi. E, in effetti, l'effetto "plastica" purtroppo permane anche qui, con diverse scene non bellissime da vedere, ma di contro va detto che la CGI si adatta bene allo stile di Toriyama (del resto, utilizzato da ormai più di vent'anni per videogiochi poligonali come i vari Dragon Quest), specialmente a quello recente, e che ormai il confine tra gli anime e i videogiochi di Dragon Ball è piuttosto labile (basti pensare al fatto che Super Hero ha legami diretti di trama col videogioco FighterZ), quindi a un Dragon Ball in CGI ci si abitua piuttosto in fretta, e i combattimenti sono comunque ben animati, spettacolari, coi soliti giochi e giramenti di telecamera che sono sempre piacevoli all'occhio. Spero, tuttavia, che resti un esperimento unico, e che i futuri prodotti di Dragon Ball continuino ad essere realizzati con uno stile più vicino a quello tradizionale.

Super Hero non è maestoso quanto Broly, non ha una colonna sonora epica (è abbastanza insignificante) né ha una "Blizzard" di Daichi Miura a farsi programmare dalle radio per mesi, anzi non ha nemmeno una canzone portante. Il cast giapponese dei doppiatori schiera fuoriclasse come Miyu Irino, Hiroshi Kamiya, Mamoru Miyano, Ken Uo e Volcano Ohta per dar voce ai nuovi personaggi. La versione italiana offre più o meno lo stesso cast della serie tv di Super e del precedente Broly, ma i nomi e i termini sono quelli originali giapponesi (Piccolo, Kamehameha, Dio, Kienzan ecc.) e per dar voce ai nuovi personaggi si è scelto un cast misto di doppiatori milanesi e romani che schiera, tra gli altri, Neri Marcoré, Francesco Venditti, Pierluigi Astore e... Massimo Corizza, storica voce di Goku bambino nel primissimo doppiaggio della prima serie, che qui dà invece voce al gatto Karin.

Super Hero non è un film chissà quanto epocale, è un lungometraggio piuttosto modesto, che vuole far sentire a casa i suoi spettatori trasportandoli in un'avventura più intima, che funge da passaggio per futuri passi della storia di Dragon Ball (far crescere Pan, Trunks e Goten, ad esempio), approfondisce la backstory di vecchi personaggi come il comandante del Red Ribbon o il Dr. Gelo, ci ricorda che i personaggi di Broly sono ancora lì e dà loro un posto all'interno di questa grande storia, e ne introduce di nuovi, come il Dr. Hedo, che accogliamo a braccia aperte nel nostro già folto cast.
È un film divertente, simpatico, le due ore circa scorrono in un batter d'occhio senza momenti morti, si ride, ci si esalta, ci appare un sorriso beota e sciocchino sul volto in certe scene più intime e poetiche e tutto sommato ci si ricorda che, per quanto possiamo criticarlo, a Dragon Ball siamo ancora legati. Non sarà mai una saga dotata di una profondità particolare, su questo specifico punto perde il confronto con moltissimi suoi figli (da Dai no daibouken a Yu Yu Hakusho, da One Piece a The Seven Deadly Sins) che risultano più complessi. Ma Dragon Ball, con la sua leggerezza, riesce sempre a intrattenere in qualche modo, facendo sì che ci torniamo sempre. Super Hero fa da ponte tra il passato e il futuro di questa saga che ci accompagna ormai da più di trent'anni, ma che ci offre sempre qualche risata, qualche momento nostalgico, qualche sorriso.

È chiaro che le vicende dei nostri Saiyan continueranno ancora, anche se non sappiamo se in altri film o future serie tv. Ed è molto difficile valutare queste nuove produzioni di Dragon Ball, che sono pensate sia per il pubblico più maturo degli ex fan ormai adulti, sia per i nuovi ragazzini che si sono affacciati al franchise coi videogiochi o le nuove produzioni. Gli adulti magari vorrebbero una maggior profondità, mentre ai ragazzini interessa solo vedere Goku e Vegeta che menano, urlano e si fanno una nuova tinta ai capelli. Da un lato, siamo un po' stufi di seguire Dragon Ball, la cui storia si è di fatto conclusa con la prima evocazione del Dio Drago nel secondo volume e tutto ciò che è venuto dopo è un'aggiunta fatta a vista senza una specifica direzione, che amplia l'universo narrativo, aggiunge personaggi, li fa crescere ma non ha mai fissato per loro uno scopo particolare; dall'altro, tutto sommato a questi personaggi siamo affezionati, sono cresciuti con noi e facciamo fatica ad abbandonarli, perciò ci facciamo andar bene anche i momenti più vuoti di Dragon Ball, quelli dove si picchiano urlando per il gusto di farlo, perché si divertono o perché "li hanno disegnati così", perché sappiamo che in cambio avremo qualche momento slice of life poetico o divertente che ci appagherà.
Super Hero è una via di mezzo, più sbilanciata verso l'apprezzamento da parte di un pubblico adulto, nostalgico e fan del Toriyama mattacchione e un po' poetico dei suoi manga meno mainstream, e per questo lo promuoviamo. In attesa di sapere quali saranno le prossime mosse di Toei per quanto riguarda questo franchise, per il momento possiamo gustarci tranquillamente un paio d'ore in allegria con un alieno verde che si ritrova a fare da babysitter a una bimba tutto pepe dalla forza straordinaria e a fare da genitore putativo (perché quello vero è troppo impegnato a divertirsi altrove) a un salaryman con un casco di banane in testa e tanti grattacapi.