Danganronpa: The Animation
Scegliere se vedere "Danganronpa" o meno è stata per me una decisione difficile.
Molti hanno bocciato la serie senza pietà, ma, personalmente, trovavo molti motivi d’interesse. Amo infatti le serie d’investigazione, le serie nate da videogiochi e, più ancora, le battle royale. Per non parlare dell’attrazione viscerale che provo verso dieci piccoli indiani. Anche vedere una serie controversa, poi, è un utile esercizio intellettuale, anche perché non sempre la verità sta nel mezzo. Ma pur con tutte le buone intenzioni, non riesco facilmente a trarne un giudizio.
Partiamo dalla trama. Quindici ragazzi vanno a studiare in una scuola d'élite e ognuno ha il pomposo titolo di "superfantastico accademico" poiché eccelle in un campo. Abbiamo infatti il rampollo ricchissimo, un idol, un teppista motociclista, una nerd, un topo da biblioteca, una giocatrice d’azzardo ecc. Il protagonista sarà invece il classico uomo qualunque, il cui unico talento è la fortuna, essendo stato sorteggiato su una valanga di candidati normali. Ma subito la storia virerà nell’incubo, in quanto il simpatico preside rappresentato dallo zio di Naugty bear dichiarerà che il vero obiettivo della loro permanenza in accademia sarà dato… dall’uscirne! Sono infatti dei veri ergastolani e l’unico modo di uscire e liberare i propri cari, nel frattempo catturati e fatti prigionieri, sarà compiere un omicidio. Poi ci sarà il processo di classe, in cui tutti, riuniti, dovranno scoprire il colpevole. Se riusciranno nell’intento, l’assassino sarà crudelmente ucciso e, con lui, tutti coloro che avranno accusato l’imputato sbagliato. Se invece nessuno scoprirà la verità, allora l’assassino sarà libero e gli altri saranno giustiziati. In alternativa si potrebbe vivere a scuola per il resto della vita. Come si vede, il tema della battle royale viene portato all'eccesso, dato che basta uccidere un solo compagno per giustiziare tutti gli altri, magari sentendosi innocenti poiché si potrebbe pensare "se fossero stati più abili mi avrebbero scoperto e si sarebbero salvati". L’inizio della storia può sembrare ancora buono, ma ben presto tutto diviene troppo rapido e insipido. I processi, infatti, vengono tenuti troppo alla svelta e, se già "Detective Conan" può essere irresolubile per uno spettatore non giapponese poiché troppi dettagli sono legati alla lingua e alla cultura nipponica e poi vi è la prova decisiva che viene mostrata solo a lui e non allo spettatore, qui si peggiora: poiché il tempo per studiare non c’é. Ma almeno il finale riuscirà a tornare in equilibrio e a essere interessante.
La caratterizzazione... beh non per imitare Woody Allen ma la definirei così: “I personaggi non hanno carattere perché appunto non hanno carattere, ma proprio perché non hanno carattere hanno carattere”. Ovvero sono dei perfetti stereotipi e quindi non hanno carattere, ma vedendo certi che sono il peggio del peggio poiché non hanno scena e vengono mal sfruttati si capisce che anche essere un puro stereotipo non significa per questo non avere carattere.
Attenzione: questa parte contiene lievi spoiler
Penso al topo di biblioteca o al giapponese tradizionalista che vengono sviluppati a livello zero o alla giocatrice d’azzardo, su cui avevo molte speranze, che viene sprecata in maniera disgustosa.
Anche i fantasmagorici talenti avranno un importanza ben scarsa in molti casi, a parte nel protagonista che da ragazzo da nulla finirà a salvare la patria in maniera disgustosa.
Fine parte contenente spoiler
La regia non è affatto male e la grafica non è male, dico non è male poiché aver seguito al massimo la grafica del gioco può essere considerata un pregio come un difetto. Discorso a parte le scene delle sadiche punizioni in cui la regia e la grafica raggiungono livelli eccezionali. Sarebbe bello discutere vari punti nel dettaglio, ma gli spoiler non lo consentono. In conclusione che valore attribuire a questo anime? Ardua è la sentenza e vorrei quasi astenermi, ma due cose si rivelano decisive. La prima è la grande lezione che anche un anime mal fatto può essere utile, perché spinge a riscrivere la storia e a far funzionare cuore e cervello. La seconda che, se c’è qualcosa di buono, anche questo buono non sviluppato può essere prezioso. Per cui un sei e mezzo mi sento di assegnarlo.
P.s. Se siete appassionati delle pettinature folli in stile anime non potrete non vedere "Danganronpa", specialmente la giocatrice d’azzardo
Molti hanno bocciato la serie senza pietà, ma, personalmente, trovavo molti motivi d’interesse. Amo infatti le serie d’investigazione, le serie nate da videogiochi e, più ancora, le battle royale. Per non parlare dell’attrazione viscerale che provo verso dieci piccoli indiani. Anche vedere una serie controversa, poi, è un utile esercizio intellettuale, anche perché non sempre la verità sta nel mezzo. Ma pur con tutte le buone intenzioni, non riesco facilmente a trarne un giudizio.
Partiamo dalla trama. Quindici ragazzi vanno a studiare in una scuola d'élite e ognuno ha il pomposo titolo di "superfantastico accademico" poiché eccelle in un campo. Abbiamo infatti il rampollo ricchissimo, un idol, un teppista motociclista, una nerd, un topo da biblioteca, una giocatrice d’azzardo ecc. Il protagonista sarà invece il classico uomo qualunque, il cui unico talento è la fortuna, essendo stato sorteggiato su una valanga di candidati normali. Ma subito la storia virerà nell’incubo, in quanto il simpatico preside rappresentato dallo zio di Naugty bear dichiarerà che il vero obiettivo della loro permanenza in accademia sarà dato… dall’uscirne! Sono infatti dei veri ergastolani e l’unico modo di uscire e liberare i propri cari, nel frattempo catturati e fatti prigionieri, sarà compiere un omicidio. Poi ci sarà il processo di classe, in cui tutti, riuniti, dovranno scoprire il colpevole. Se riusciranno nell’intento, l’assassino sarà crudelmente ucciso e, con lui, tutti coloro che avranno accusato l’imputato sbagliato. Se invece nessuno scoprirà la verità, allora l’assassino sarà libero e gli altri saranno giustiziati. In alternativa si potrebbe vivere a scuola per il resto della vita. Come si vede, il tema della battle royale viene portato all'eccesso, dato che basta uccidere un solo compagno per giustiziare tutti gli altri, magari sentendosi innocenti poiché si potrebbe pensare "se fossero stati più abili mi avrebbero scoperto e si sarebbero salvati". L’inizio della storia può sembrare ancora buono, ma ben presto tutto diviene troppo rapido e insipido. I processi, infatti, vengono tenuti troppo alla svelta e, se già "Detective Conan" può essere irresolubile per uno spettatore non giapponese poiché troppi dettagli sono legati alla lingua e alla cultura nipponica e poi vi è la prova decisiva che viene mostrata solo a lui e non allo spettatore, qui si peggiora: poiché il tempo per studiare non c’é. Ma almeno il finale riuscirà a tornare in equilibrio e a essere interessante.
La caratterizzazione... beh non per imitare Woody Allen ma la definirei così: “I personaggi non hanno carattere perché appunto non hanno carattere, ma proprio perché non hanno carattere hanno carattere”. Ovvero sono dei perfetti stereotipi e quindi non hanno carattere, ma vedendo certi che sono il peggio del peggio poiché non hanno scena e vengono mal sfruttati si capisce che anche essere un puro stereotipo non significa per questo non avere carattere.
Attenzione: questa parte contiene lievi spoiler
Penso al topo di biblioteca o al giapponese tradizionalista che vengono sviluppati a livello zero o alla giocatrice d’azzardo, su cui avevo molte speranze, che viene sprecata in maniera disgustosa.
Anche i fantasmagorici talenti avranno un importanza ben scarsa in molti casi, a parte nel protagonista che da ragazzo da nulla finirà a salvare la patria in maniera disgustosa.
Fine parte contenente spoiler
La regia non è affatto male e la grafica non è male, dico non è male poiché aver seguito al massimo la grafica del gioco può essere considerata un pregio come un difetto. Discorso a parte le scene delle sadiche punizioni in cui la regia e la grafica raggiungono livelli eccezionali. Sarebbe bello discutere vari punti nel dettaglio, ma gli spoiler non lo consentono. In conclusione che valore attribuire a questo anime? Ardua è la sentenza e vorrei quasi astenermi, ma due cose si rivelano decisive. La prima è la grande lezione che anche un anime mal fatto può essere utile, perché spinge a riscrivere la storia e a far funzionare cuore e cervello. La seconda che, se c’è qualcosa di buono, anche questo buono non sviluppato può essere prezioso. Per cui un sei e mezzo mi sento di assegnarlo.
P.s. Se siete appassionati delle pettinature folli in stile anime non potrete non vedere "Danganronpa", specialmente la giocatrice d’azzardo
«Dangan Ronpa: The Animation» è un anime, a cura dello studio di animazione Lerche, trasposizione del videogioco «Danganronpa: Trigger Happy Havoc» avvincente e ben strutturato, condito da qualche esagerazione che arriva ad un finale soddisfacente.
Primo giorno in una scuola a cui Makoto Naegi non avrebbe dovuto neanche accedere, aperta solo ad alcuni determinati studenti che si erano particolarmente distinti in determinati ambiti, e poi si ritroverà in poco tempo, senza avere cognizione di causa, in una specie di gioco al massacro, dove -seguendo delle regole imposte- si dovrà uccidere senza farsi scoprire. Elementi molto particolari saranno le indagini e il successivo processo dove si indagherà sul possibile colpevole.
Un inizio senza le, tante, premesse necessarie. Questo comporta che la sensazione di vivere la storia (come il gioco di base voleva) è ben riuscita. Un qualcosa aleggia nell'aria, si percepisce. Si inizia la visione e si viene colpiti da una serie di esagerazioni, tutte volute: spesso saranno di tipo grafico, altre volte ci stupiremo per delle reazioni dei sospettati durante il processo, sono esagerazioni volute per evidenziare un cambio emotivo di un determinato personaggio. Verranno sempre mostrate le conseguenza dei fatti, ma talvolta i fatti (anche eclatanti) non verranno approfonditi come lo spettatore vorrebbe. Per quanto sia di fatto una liberazione per gli autori è funzionale alla storia: se ti dovessi ritrovare in un'abitazione che non conosci e non sai come ci sei finito, più che sapere come ci sei finito vorresti prima uscirne. Una premessa quindi con una giustificazione reale per quanto non esente da critiche.
Con l'evolversi della storia quel qualcosa che si percepisce rimane, diventa più intenso, si viene quasi sviati ad ogni passo, ad ogni discorso, tutto è fatto per non farti capire cosa realmente stia accadendo, il protagonista agisce, i personaggi agiscono, lo spettatore osserva, ma solo il burattinaio sa. La storia è fatta in modo che lo spettatore avrà pensieri e opinioni distorte dalla realtà, sino al monologo finale di chi agiva dietro le quinte, raccontando appositamente in maniera scherzosa un qualcosa di tragico. Cosa è la vera disperazione?
Fra i diversi personaggi fa sorridere Mondo Ōwada che tanto ricorda Josuke Higashikata della quarta serie di Jojo, ma il più interessante risulterà chi ha organizzato il tutto (evito spoiler), fedele al suo personaggio sino all'ultimo, da solo reggerà tutta la storia grazie al suo carisma e alle sue capacità dialettiche. Nelle sue battute finali si racchiude tutto il senso della storia, che è molto più introspettiva e spaventosa di quanto inizialmente si possa immaginare.
L'opening (quella principale, sono tre diverse in tutto) "Never Say Never" cantata da Jas Mace e Marchitect è accattivante, soffermandosi sul testo si deve riconoscere quanto sia calzante con quanto si vedrà sullo schermo. La ending principale "Zetsubōsei: Hero Chiryōyaku" composta da Suzumu e Soraru è invece molto disturbante, da notare come le immagini cambieranno a seconda dell'evolversi della storia.
Le animazioni, a cura dello studio Lerche (che successivamente curerà le varie serie di Radiant) risaltano, particolare molto interessante sarà proprio il cambio di animazione all'interno di ogni (o quasi) singolo episodio, oltre all'animazione standard avremo quella dove verrà spiegato l'accaduto (risoluzione dei vari misteri) e quella dell'eventuale punizione. Da notare che alla regia c'è Seiji Kishi che ha curato anche un'altra celebre serie tratta da un videogame: «Persona 4 The Animation».
Grazie allo stile di narrazione e alle scelte grafiche adottate risulterà come un'interessante trasposizione del videogioco. Vi sono stati dei seguiti alla serie, evitabili per quanto avessero degli spunti interessanti, approfondiscono ben poco quanto si vedrà in questa serie.
La serie la si consiglia a chi ama il mistero, senza farsi condizionare da volute esagerazioni, scoprirà che dietro ad ogni singolo mistero c'è un unico reale mistero.
Primo giorno in una scuola a cui Makoto Naegi non avrebbe dovuto neanche accedere, aperta solo ad alcuni determinati studenti che si erano particolarmente distinti in determinati ambiti, e poi si ritroverà in poco tempo, senza avere cognizione di causa, in una specie di gioco al massacro, dove -seguendo delle regole imposte- si dovrà uccidere senza farsi scoprire. Elementi molto particolari saranno le indagini e il successivo processo dove si indagherà sul possibile colpevole.
Un inizio senza le, tante, premesse necessarie. Questo comporta che la sensazione di vivere la storia (come il gioco di base voleva) è ben riuscita. Un qualcosa aleggia nell'aria, si percepisce. Si inizia la visione e si viene colpiti da una serie di esagerazioni, tutte volute: spesso saranno di tipo grafico, altre volte ci stupiremo per delle reazioni dei sospettati durante il processo, sono esagerazioni volute per evidenziare un cambio emotivo di un determinato personaggio. Verranno sempre mostrate le conseguenza dei fatti, ma talvolta i fatti (anche eclatanti) non verranno approfonditi come lo spettatore vorrebbe. Per quanto sia di fatto una liberazione per gli autori è funzionale alla storia: se ti dovessi ritrovare in un'abitazione che non conosci e non sai come ci sei finito, più che sapere come ci sei finito vorresti prima uscirne. Una premessa quindi con una giustificazione reale per quanto non esente da critiche.
Con l'evolversi della storia quel qualcosa che si percepisce rimane, diventa più intenso, si viene quasi sviati ad ogni passo, ad ogni discorso, tutto è fatto per non farti capire cosa realmente stia accadendo, il protagonista agisce, i personaggi agiscono, lo spettatore osserva, ma solo il burattinaio sa. La storia è fatta in modo che lo spettatore avrà pensieri e opinioni distorte dalla realtà, sino al monologo finale di chi agiva dietro le quinte, raccontando appositamente in maniera scherzosa un qualcosa di tragico. Cosa è la vera disperazione?
Fra i diversi personaggi fa sorridere Mondo Ōwada che tanto ricorda Josuke Higashikata della quarta serie di Jojo, ma il più interessante risulterà chi ha organizzato il tutto (evito spoiler), fedele al suo personaggio sino all'ultimo, da solo reggerà tutta la storia grazie al suo carisma e alle sue capacità dialettiche. Nelle sue battute finali si racchiude tutto il senso della storia, che è molto più introspettiva e spaventosa di quanto inizialmente si possa immaginare.
L'opening (quella principale, sono tre diverse in tutto) "Never Say Never" cantata da Jas Mace e Marchitect è accattivante, soffermandosi sul testo si deve riconoscere quanto sia calzante con quanto si vedrà sullo schermo. La ending principale "Zetsubōsei: Hero Chiryōyaku" composta da Suzumu e Soraru è invece molto disturbante, da notare come le immagini cambieranno a seconda dell'evolversi della storia.
Le animazioni, a cura dello studio Lerche (che successivamente curerà le varie serie di Radiant) risaltano, particolare molto interessante sarà proprio il cambio di animazione all'interno di ogni (o quasi) singolo episodio, oltre all'animazione standard avremo quella dove verrà spiegato l'accaduto (risoluzione dei vari misteri) e quella dell'eventuale punizione. Da notare che alla regia c'è Seiji Kishi che ha curato anche un'altra celebre serie tratta da un videogame: «Persona 4 The Animation».
Grazie allo stile di narrazione e alle scelte grafiche adottate risulterà come un'interessante trasposizione del videogioco. Vi sono stati dei seguiti alla serie, evitabili per quanto avessero degli spunti interessanti, approfondiscono ben poco quanto si vedrà in questa serie.
La serie la si consiglia a chi ama il mistero, senza farsi condizionare da volute esagerazioni, scoprirà che dietro ad ogni singolo mistero c'è un unico reale mistero.
Premetto che conosco il videogioco a cui l'anime è tratto, ma non l'ho mai giocato, quindi ho visto questa serie completamente a digiuno di informazioni.
La serie parte come una specie di "dieci piccoli indiani" distopico: un gruppo di studenti privati della memoria viene rinchiuso in un edificio dove viene loro detto che dovranno rimanere per sempre. Unico modo per uscire è uccidere uno dei propri compagni senza venire scoperto dalle indagini che partono successivamente ad ogni delitto.
Perché si, in pochi giorni (non fanno nemmeno passare qualche mese, bastano poche ore da quando si risvegliano rinchiusi per convincere il primo assassino ad agire) più studenti commetteranno degli omicidi e i sopravvissuti devono scoprire chi è stato, pena la morte.
Nonostante l'ambientazione particolare a me il tipo di storia ha ricordato molto "Detective Conan", specie per gli aspetti negativi: le motivazioni dei delitti sono quasi sempre poco sensate, le indagini e le deduzioni forzate e poco credibili e soprattutto c'è pochissima empatia tra i personaggi, per cui le vittime vengono compiante per qualche secondo e poi dimenticate.
Non ho idea se il videogioco proponesse una storia migliore e più coinvolgente grazie all'interazione del videogiocatore, ma di certo questo prodotto è mediocre e forzato e ci sono troppi personaggi per poterli sviluppare in soli 13 episodi.
Bocciato.
La serie parte come una specie di "dieci piccoli indiani" distopico: un gruppo di studenti privati della memoria viene rinchiuso in un edificio dove viene loro detto che dovranno rimanere per sempre. Unico modo per uscire è uccidere uno dei propri compagni senza venire scoperto dalle indagini che partono successivamente ad ogni delitto.
Perché si, in pochi giorni (non fanno nemmeno passare qualche mese, bastano poche ore da quando si risvegliano rinchiusi per convincere il primo assassino ad agire) più studenti commetteranno degli omicidi e i sopravvissuti devono scoprire chi è stato, pena la morte.
Nonostante l'ambientazione particolare a me il tipo di storia ha ricordato molto "Detective Conan", specie per gli aspetti negativi: le motivazioni dei delitti sono quasi sempre poco sensate, le indagini e le deduzioni forzate e poco credibili e soprattutto c'è pochissima empatia tra i personaggi, per cui le vittime vengono compiante per qualche secondo e poi dimenticate.
Non ho idea se il videogioco proponesse una storia migliore e più coinvolgente grazie all'interazione del videogiocatore, ma di certo questo prodotto è mediocre e forzato e ci sono troppi personaggi per poterli sviluppare in soli 13 episodi.
Bocciato.
Devo essere sincero, all'inizio l'anime é partito alla grande perché con la trama e l'ambientazione era riuscito a suscitare la mia attenzione, ma devo dire che questo è durato per cinque episodi perchè dopo mi sono abituato a vedere certe cose o mi immaginavo cosa potesse succedere. L'anime è curioso ma fino a un certo punto, perché se parliamo di survival possiamo parlare di sangue, ma visto che agli autori o ad altri non garbava questa idea hanno deciso di censurare il tutto con del sangue color viola e questo non lo capisco. Una cosa che mi ha colpito sicuramente sono le animazioni "strane" che ci sono durante le punizioni. Verso il finale potevano evitare certe scene perchè quando veramente finisce l'anime ti chiedi se ci sarà un continuo. Comunque è un anime senza infamia e senza lode con qualcosina di più.
<b>Sintassi tragica e punteggiatura assente - grandebonzo</b>
È il miglior anime che io abbia visto anche se nato come gioco ,sonousciti vari capiti di giochi della serie Dangaronpa e questo mi ha reso molto felice,parlando di quest'anime trovo che i disegni siano decenti ma la cosa che stufisce è la storia che và pian piano a capirsi e in dangaronpa 3 questo viene ulteriormente approfondito,io lo ritengo ottimo ed è pure il mio anime/gioco preferito ❤.peccato pero che non è molto famoso ma lo consiglio ad almeno ragazzi di 13/14 anni in su ,ma a essere sincero penso che il gioco sia più bello
È il miglior anime che io abbia visto anche se nato come gioco ,sonousciti vari capiti di giochi della serie Dangaronpa e questo mi ha reso molto felice,parlando di quest'anime trovo che i disegni siano decenti ma la cosa che stufisce è la storia che và pian piano a capirsi e in dangaronpa 3 questo viene ulteriormente approfondito,io lo ritengo ottimo ed è pure il mio anime/gioco preferito ❤.peccato pero che non è molto famoso ma lo consiglio ad almeno ragazzi di 13/14 anni in su ,ma a essere sincero penso che il gioco sia più bello
Comincio col dire che "Danganronpa: The Animation" io l'ho apprezzato, come mi è piaciuta la caratterizzazione dei personaggi, ognuno a modo suo e con i suoi pregi e difetti: si va dal punk al nerd, dalla ragazza fissata per la moda alla super-intelligentona. Piace anche il fattore "giallo", ovvero il modo e il metodo con cui il killer è riuscito a portare a termine il suo piano omicida, cercando di farla franca. La storia scorre bene, gli eventi si susseguono in continuazione e non ci sono punti morti, cosi lo spettatore non ha tempo di annoiarsi e viene trasportato all'interno degli eventi del gioco macabro. Per concludere, anime ben riuscito e consigliato.
Ho letto molte recensioni negative riguardo "Danganronpa: The Animation" ma, nonostante questo, ho deciso di iniziarne la visione poiché ero alla ricerca di un anime targato di "azione", "mistero" e "psicologico".
Parto subito dicendo che questa serie di 13 episodi mi è piaciuta e lo voglio affermare iniziando a parlare un po' di quelli che sono i personaggi che ci si trova di fronte all'inizio. A detta di molti, questi rappresentano il punto più dolente dell'anime poiché risultano banali e poco caratterizzati. E non hanno tutti i torti! La maggior parte dei personaggi che si incontrerà, soprattutto se presi singolarmente, infatti, incarneranno perfettamente i tipi umani che spesso vengono utilizzati negli anime (ad esempio: il ragazzo di ceto sociale alto che si atteggia con aria altezzosa, oppure il tipo robusto - non parlo di muscoli - ingenuo e incapace o ancora la ragazza misteriosa che prende un po' le distanze,...). Ma tutto ciò non implica assolutamente il fatto che non ci saranno sorprese o che l'atmosfera generale che si creerà sarà scontata e noiosa. Infatti sarà divertente e interessante vedere come caratteri così "piatti" si dovranno ingegnare per compiere omicidi o per difendersi dalle accuse che gli verranno mosse. Personalmente mi sono divertito nel vedere raggruppati personaggi così diversi e contrastanti fra loro in un unico luogo e che devono cercare di socializzare e cooperare al meglio per poter sopravvivere. Inoltre, se la si vuole dire tutta, qualche accademico si scoprirà poi essere una persona diversa da quella che ci si sarebbe potuta aspettare... Comunque non voglio fare spoiler.
Un altra cosa che ho apprezzato di questa seria è la grafica, che è perfettamente nella norma; per alcuni, anche questa, potrà sembrare banale ma, personalmente, preferisco qualcosa di semplice ma gradevole piuttosto che qualcosa di raffinato ma noioso o non adatto al contesto (o altro ancora...). Inoltre interessanti sono quelle particolari e brevi animazioni che ci vengono proposte durante una punizione: la grafica diventerà più realistica e più "movimentata", i colori risulteranno essere più intensi e più marcati. Ciò creerà perfettamente un'atmosfera macabra e horror che susciterà non poche emozioni nello spettatore.
Anche le musiche contribuiranno a dare a quest'anime maggiore rilievo; in particolare, le colonne sonore le ho apprezzate molto poiché il ritmo risulta essere veloce, incalzante ed energico, proprio come lo sono la trama e le animazioni.
Infine, la storia sarà incentrata tutta nel trovare una soluzione a quei numerosi punti di domanda che ci si farà nel corso della visione. Ecco, qua si arriva ad una questione un po' delicata... Non mi sento di dire che siano presenti dei buchi o delle incoerenze nella trama né tanto meno affermo che non ci siano poiché, per provare a rispondere esaustivamente, dovrei riguardare l'anime una seconda volta. Semplicemente mi limito dicendo che sono riuscito a comprendere quello che è forse il punto interrogativo più grande della serie, ovvero, come e perché i protagonisti si siano ritrovati tutto ad un tratto a doversi uccidere fra loro e quale fosse lo scopo e l'identità del cosiddetto artefice. Tuttavia, non nascondo il fatto che ci siano alcuni passi o dettagli che non riesco a congiungere, forse perché mi sono sfuggiti, oppure sono proprio a causa della serie stessa. Dunque, non mi voglio sbilanciare, però resta il fatto che l'anime risulta molto intrigante, inoltre sarà interessante e divertente cercare di far venire a galla tutti i misteri che si celano dietro il nome di quell'accademia e quelle verità oscure per la quale ci si domanda se fosse stato meglio non conoscerle...
Unico vero neo è il ritmo della trama: veloce, cosa positiva da un lato, poiché risulta essere in grado di intrattenere e far rimanere lo spettatore sullo stesso livello di attenzione per tutta la durata dell'episodio, o quasi; dall'altra invece risulta a tratti veramente frenetico, confusionario e ripetitivo. Per esempio, dal momento a cui si iniziano le indagini fino all'ora del processo passa relativamente poco tempo e lo spettatore difficilmente riuscirà a memorizzare ogni singola traccia lasciata sulla scena del crimine e tentare dunque di ricostruire autonomamente l'accaduto. In aggiunta, soprattutto verso la fine della serie, in molti dialoghi (alcuni troppo veloci!) compariranno un buon numero di nomi giapponesi che con qualche probabilità porteranno talvolta a non capire precisamente di chi si stia parlando in quel momento.
Insomma, nel complesso mi sono divertito nel vedere "Danganronpa: The Animation", è un anime coinvolgente, parodistico e, purtroppo, sottovalutato. Perciò mi sento di promuoverlo con un 8+.
Parto subito dicendo che questa serie di 13 episodi mi è piaciuta e lo voglio affermare iniziando a parlare un po' di quelli che sono i personaggi che ci si trova di fronte all'inizio. A detta di molti, questi rappresentano il punto più dolente dell'anime poiché risultano banali e poco caratterizzati. E non hanno tutti i torti! La maggior parte dei personaggi che si incontrerà, soprattutto se presi singolarmente, infatti, incarneranno perfettamente i tipi umani che spesso vengono utilizzati negli anime (ad esempio: il ragazzo di ceto sociale alto che si atteggia con aria altezzosa, oppure il tipo robusto - non parlo di muscoli - ingenuo e incapace o ancora la ragazza misteriosa che prende un po' le distanze,...). Ma tutto ciò non implica assolutamente il fatto che non ci saranno sorprese o che l'atmosfera generale che si creerà sarà scontata e noiosa. Infatti sarà divertente e interessante vedere come caratteri così "piatti" si dovranno ingegnare per compiere omicidi o per difendersi dalle accuse che gli verranno mosse. Personalmente mi sono divertito nel vedere raggruppati personaggi così diversi e contrastanti fra loro in un unico luogo e che devono cercare di socializzare e cooperare al meglio per poter sopravvivere. Inoltre, se la si vuole dire tutta, qualche accademico si scoprirà poi essere una persona diversa da quella che ci si sarebbe potuta aspettare... Comunque non voglio fare spoiler.
Un altra cosa che ho apprezzato di questa seria è la grafica, che è perfettamente nella norma; per alcuni, anche questa, potrà sembrare banale ma, personalmente, preferisco qualcosa di semplice ma gradevole piuttosto che qualcosa di raffinato ma noioso o non adatto al contesto (o altro ancora...). Inoltre interessanti sono quelle particolari e brevi animazioni che ci vengono proposte durante una punizione: la grafica diventerà più realistica e più "movimentata", i colori risulteranno essere più intensi e più marcati. Ciò creerà perfettamente un'atmosfera macabra e horror che susciterà non poche emozioni nello spettatore.
Anche le musiche contribuiranno a dare a quest'anime maggiore rilievo; in particolare, le colonne sonore le ho apprezzate molto poiché il ritmo risulta essere veloce, incalzante ed energico, proprio come lo sono la trama e le animazioni.
Infine, la storia sarà incentrata tutta nel trovare una soluzione a quei numerosi punti di domanda che ci si farà nel corso della visione. Ecco, qua si arriva ad una questione un po' delicata... Non mi sento di dire che siano presenti dei buchi o delle incoerenze nella trama né tanto meno affermo che non ci siano poiché, per provare a rispondere esaustivamente, dovrei riguardare l'anime una seconda volta. Semplicemente mi limito dicendo che sono riuscito a comprendere quello che è forse il punto interrogativo più grande della serie, ovvero, come e perché i protagonisti si siano ritrovati tutto ad un tratto a doversi uccidere fra loro e quale fosse lo scopo e l'identità del cosiddetto artefice. Tuttavia, non nascondo il fatto che ci siano alcuni passi o dettagli che non riesco a congiungere, forse perché mi sono sfuggiti, oppure sono proprio a causa della serie stessa. Dunque, non mi voglio sbilanciare, però resta il fatto che l'anime risulta molto intrigante, inoltre sarà interessante e divertente cercare di far venire a galla tutti i misteri che si celano dietro il nome di quell'accademia e quelle verità oscure per la quale ci si domanda se fosse stato meglio non conoscerle...
Unico vero neo è il ritmo della trama: veloce, cosa positiva da un lato, poiché risulta essere in grado di intrattenere e far rimanere lo spettatore sullo stesso livello di attenzione per tutta la durata dell'episodio, o quasi; dall'altra invece risulta a tratti veramente frenetico, confusionario e ripetitivo. Per esempio, dal momento a cui si iniziano le indagini fino all'ora del processo passa relativamente poco tempo e lo spettatore difficilmente riuscirà a memorizzare ogni singola traccia lasciata sulla scena del crimine e tentare dunque di ricostruire autonomamente l'accaduto. In aggiunta, soprattutto verso la fine della serie, in molti dialoghi (alcuni troppo veloci!) compariranno un buon numero di nomi giapponesi che con qualche probabilità porteranno talvolta a non capire precisamente di chi si stia parlando in quel momento.
Insomma, nel complesso mi sono divertito nel vedere "Danganronpa: The Animation", è un anime coinvolgente, parodistico e, purtroppo, sottovalutato. Perciò mi sento di promuoverlo con un 8+.
"Danganronpa: The Animation" è un anime di tredici episodi del 2013, prodotto da Lerche e diretto da Seiji Kishi, basato sulla serie di videogiochi rilasciata dalla Spike Chunsoft.
Il fortunato liceale Makoto Naegi viene scelto a caso per entrare alla Hope's Peak Academy, una scuola prestigiosissima dove studiano gli alunni prodigio di tutto il Giappone. Il primo giorno di scuola, Makoto e i suoi quattordici compagni di classe vengono presi in ostaggio da Monokuma, un sadico orsacchiotto di pezza senziente, che espone subito le sue condizioni: dovranno vivere per sempre all'interno dell'edificio scolastico senza alcun contatto con il mondo esterno, e sarà concesso uscire solo a chi riuscirà ad uccidere qualcuno senza farsi scoprire dagli altri. Nel caso venga commesso un omicidio, i ragazzi dovranno riunirsi per tenere un processo e individuare il colpevole: se la loro risposta è giusta, l'assassino verrà ucciso; in caso contrario, moriranno tutti tranne la persona accusata ingiustamente. Makoto, alleatosi con la misteriosa Kyoko, farà di tutto per tenere unito il gruppo, scoprire il perché del loro sequestro e, soprattutto, uscirne vivo.
Dal punto di vista grafico, "Danganronpa" si distingue per l'uso di tre stili diversi. Durante la maggior parte dell'anime viene utilizzato uno stile grafico scontato e piacevole; nulla di particolarmente innovativo, ma fa comunque il suo lavoro. Nelle scene di esecuzione vediamo una grafica molto più particolare e visionaria, che personalmente ho gradito molto; viene comunque utilizzata di rado e non costituisce quindi un problema enorme per chi non la apprezza. Il terzo stile, con il quale vengono ricostruiti i casi durante i processi, ci mostra scene impostate come un fumetto: assolutamente inutile e irritante, ma non abbastanza da risultare troppo distraente.
In certi casi, il tutto assume quasi l'aria di un videogioco, con indizi che ci vengono mostrati inquadrati, un'enorme scritta che viene scagliata contro l'avversario di turno ogni volta che il nostro protagonista ne "infrange la tesi", schede dei personaggi che vengono proiettate su uno schermo... Come nel caso precedente, non vedo l'utilità di questa scelta, ma alla fine non mi ha infastidito più di tanto.
Il comparto musicale non è male: le OST sono curate e sempre adatte alla scena. Sia l'opening che l'ending creano fin da subito l'atmosfera giusta e proiettano lo spettatore nella situazione dei personaggi.
L'anime è composto da soli tredici episodi e ha un ritmo molto veloce e incalzante, il che è sia un vantaggio che un enorme punto debole. Da una parte, l'azione è scorrevole e priva di filler e punti morti; in ogni episodio accadono talmente tanti eventi, cambiamenti e colpi di scena che lo spettatore non ha mai tempo di annoiarsi. Dall'altra, gli sceneggiatori, nella loro corsa per portare avanti a tutti i costi la trama, hanno completamente eliminato il motore di ogni storia: la caratterizzazione dei personaggi.
Tutti i personaggi di "Danganronpa" (che pure all'apparenza sembra disporre di un cast colorato e originale) sono infatti semplici sagome di cartone, privi di personalità, sentimenti, profondità e scopo. A partire dal protagonista, il classico ragazzino senza alcun talento che si ritrova ad essere un eroe, passando per la bella ragazza misteriosa, il palestrato, la psicopatica, il disadattato sociale, il riccone snob, sono tutti stereotipi senza nulla di nuovo da offrire, caratterizzati solo dal loro titolo.
Tecnicamente, fra i quindici prigionieri nascono amicizie e rapporti profondi, ma tutto ciò ci viene solo raccontato e mai mostrato. Ogni relazione viene liquidata con una frase tipo "X ed Y si vogliono bene", e gli spettatori devono crederci e basta, senza che ci venga mostrata alcuna scena dove si comportano da amici. Per tutto l'anime, i personaggi non hanno mai una conversazione normale: ogni singola parola serve solo a portare avanti la trama e non ci viene mai data alcuna introspezione nel loro stato d'animo o alcun motivo per il quale si comportino in un certo modo. Quando poi, in tribunale, scoppiano drammi emotivi ("Non potete uccidere la mia amica!", "Il mio migliore amico non farebbe mai una cosa del genere!" etc.), questi sono impossibili da prendere sul serio, dato che negli episodi precedenti i "migliori amici" non hanno mai scambiato neanche mezza parola.
Di conseguenza, per lo spettatore può essere molto difficile seguire la storia ed interessarsi alle sorti dei personaggi. Quando viene commesso un omicidio e poi scoperto e ucciso il colpevole, l'unica reazione possibile è la totale indifferenza. La famigerata "disperazione" che l'anime sembra così determinato a farci provare semplicemente non è pervenuta, dato che non stanno morendo esseri umani, ma burattini senza volontà che si muovono dal punto A al punto B perché la trama lo richiede.
In un survival game, la parte più interessante è seguire l'evoluzione dei personaggi, vederli messi di fronte a scelte impossibili e scoprire cosa potrebbe portare persone normali a uccidere. Tolto questo aspetto, quello che rimane di "Danganronpa" non è una storia, ma una partita a scacchi, dove le pedine vengono mosse da una forza esterna per raggiungere un certo scopo. E nonostante mi sia lamentata soprattutto dei personaggi (davanti a certi campioni di inespressività, tutti gli altri problemi sono passati in secondo piano), non posso non nominare il ritmo spesso eccessivamente frettoloso e i numerosi buchi di logica nella trama, che compromettono ancora di più una premessa già deboluccia di suo.
Vale quindi la pena guardare "Danganronpa"? In breve: no.
Anche se siete disposti a ignorare i personaggi noiosi e stereotipati, la serie non ha poi molto da offrire: in più punti la narrazione appare troppo veloce e frettolosa, tutti gli episodi seguono, con minime variazioni, un canovaccio fisso che stanca molto presto, e alla fine non ci verrà data alcuna spiegazione delle azioni dell'antagonista, a parte il pigrissimo "sono cattivo e non posso farne a meno". Posso sopportare personaggi pessimi se la trama è sensata e interessante, o una trama ridicola se i personaggi sono originali e credibili, ma una combinazione come quella di "Danganronpa" stronca sul nascere qualsiasi forma di entusiasmo e coinvolgimento.
A meno che non abbiate voglia di farvi qualche risata guardando quindici idioti che fanno roba irrazionale per una dozzina di episodi, vi consiglio di evitarlo come la peste.
Il fortunato liceale Makoto Naegi viene scelto a caso per entrare alla Hope's Peak Academy, una scuola prestigiosissima dove studiano gli alunni prodigio di tutto il Giappone. Il primo giorno di scuola, Makoto e i suoi quattordici compagni di classe vengono presi in ostaggio da Monokuma, un sadico orsacchiotto di pezza senziente, che espone subito le sue condizioni: dovranno vivere per sempre all'interno dell'edificio scolastico senza alcun contatto con il mondo esterno, e sarà concesso uscire solo a chi riuscirà ad uccidere qualcuno senza farsi scoprire dagli altri. Nel caso venga commesso un omicidio, i ragazzi dovranno riunirsi per tenere un processo e individuare il colpevole: se la loro risposta è giusta, l'assassino verrà ucciso; in caso contrario, moriranno tutti tranne la persona accusata ingiustamente. Makoto, alleatosi con la misteriosa Kyoko, farà di tutto per tenere unito il gruppo, scoprire il perché del loro sequestro e, soprattutto, uscirne vivo.
Dal punto di vista grafico, "Danganronpa" si distingue per l'uso di tre stili diversi. Durante la maggior parte dell'anime viene utilizzato uno stile grafico scontato e piacevole; nulla di particolarmente innovativo, ma fa comunque il suo lavoro. Nelle scene di esecuzione vediamo una grafica molto più particolare e visionaria, che personalmente ho gradito molto; viene comunque utilizzata di rado e non costituisce quindi un problema enorme per chi non la apprezza. Il terzo stile, con il quale vengono ricostruiti i casi durante i processi, ci mostra scene impostate come un fumetto: assolutamente inutile e irritante, ma non abbastanza da risultare troppo distraente.
In certi casi, il tutto assume quasi l'aria di un videogioco, con indizi che ci vengono mostrati inquadrati, un'enorme scritta che viene scagliata contro l'avversario di turno ogni volta che il nostro protagonista ne "infrange la tesi", schede dei personaggi che vengono proiettate su uno schermo... Come nel caso precedente, non vedo l'utilità di questa scelta, ma alla fine non mi ha infastidito più di tanto.
Il comparto musicale non è male: le OST sono curate e sempre adatte alla scena. Sia l'opening che l'ending creano fin da subito l'atmosfera giusta e proiettano lo spettatore nella situazione dei personaggi.
L'anime è composto da soli tredici episodi e ha un ritmo molto veloce e incalzante, il che è sia un vantaggio che un enorme punto debole. Da una parte, l'azione è scorrevole e priva di filler e punti morti; in ogni episodio accadono talmente tanti eventi, cambiamenti e colpi di scena che lo spettatore non ha mai tempo di annoiarsi. Dall'altra, gli sceneggiatori, nella loro corsa per portare avanti a tutti i costi la trama, hanno completamente eliminato il motore di ogni storia: la caratterizzazione dei personaggi.
Tutti i personaggi di "Danganronpa" (che pure all'apparenza sembra disporre di un cast colorato e originale) sono infatti semplici sagome di cartone, privi di personalità, sentimenti, profondità e scopo. A partire dal protagonista, il classico ragazzino senza alcun talento che si ritrova ad essere un eroe, passando per la bella ragazza misteriosa, il palestrato, la psicopatica, il disadattato sociale, il riccone snob, sono tutti stereotipi senza nulla di nuovo da offrire, caratterizzati solo dal loro titolo.
Tecnicamente, fra i quindici prigionieri nascono amicizie e rapporti profondi, ma tutto ciò ci viene solo raccontato e mai mostrato. Ogni relazione viene liquidata con una frase tipo "X ed Y si vogliono bene", e gli spettatori devono crederci e basta, senza che ci venga mostrata alcuna scena dove si comportano da amici. Per tutto l'anime, i personaggi non hanno mai una conversazione normale: ogni singola parola serve solo a portare avanti la trama e non ci viene mai data alcuna introspezione nel loro stato d'animo o alcun motivo per il quale si comportino in un certo modo. Quando poi, in tribunale, scoppiano drammi emotivi ("Non potete uccidere la mia amica!", "Il mio migliore amico non farebbe mai una cosa del genere!" etc.), questi sono impossibili da prendere sul serio, dato che negli episodi precedenti i "migliori amici" non hanno mai scambiato neanche mezza parola.
Di conseguenza, per lo spettatore può essere molto difficile seguire la storia ed interessarsi alle sorti dei personaggi. Quando viene commesso un omicidio e poi scoperto e ucciso il colpevole, l'unica reazione possibile è la totale indifferenza. La famigerata "disperazione" che l'anime sembra così determinato a farci provare semplicemente non è pervenuta, dato che non stanno morendo esseri umani, ma burattini senza volontà che si muovono dal punto A al punto B perché la trama lo richiede.
In un survival game, la parte più interessante è seguire l'evoluzione dei personaggi, vederli messi di fronte a scelte impossibili e scoprire cosa potrebbe portare persone normali a uccidere. Tolto questo aspetto, quello che rimane di "Danganronpa" non è una storia, ma una partita a scacchi, dove le pedine vengono mosse da una forza esterna per raggiungere un certo scopo. E nonostante mi sia lamentata soprattutto dei personaggi (davanti a certi campioni di inespressività, tutti gli altri problemi sono passati in secondo piano), non posso non nominare il ritmo spesso eccessivamente frettoloso e i numerosi buchi di logica nella trama, che compromettono ancora di più una premessa già deboluccia di suo.
Vale quindi la pena guardare "Danganronpa"? In breve: no.
Anche se siete disposti a ignorare i personaggi noiosi e stereotipati, la serie non ha poi molto da offrire: in più punti la narrazione appare troppo veloce e frettolosa, tutti gli episodi seguono, con minime variazioni, un canovaccio fisso che stanca molto presto, e alla fine non ci verrà data alcuna spiegazione delle azioni dell'antagonista, a parte il pigrissimo "sono cattivo e non posso farne a meno". Posso sopportare personaggi pessimi se la trama è sensata e interessante, o una trama ridicola se i personaggi sono originali e credibili, ma una combinazione come quella di "Danganronpa" stronca sul nascere qualsiasi forma di entusiasmo e coinvolgimento.
A meno che non abbiate voglia di farvi qualche risata guardando quindici idioti che fanno roba irrazionale per una dozzina di episodi, vi consiglio di evitarlo come la peste.
Viste le recensioni non proprio positive avevo accantonato l'idea di vedere quest'anime ma un'amica mi disse di non fidarmi dei giudizi negativi perchè a lei era piaciuto e alla fine mi sono detta ma sì, in fondo dura poco.
Devo ricordarmi di non fidarmi più dei suoi gusti...
Devo ammetterlo però, nel complesso non mi sono pentita di averlo visto.
Certo, è un insulto all'intelligenza, la sceneggiatura fa piangere, alcuni personaggi sono oltre il ridicolo così come i loro comportamenti (è da denuncia chiunque abbia ideato la serial killer con la doppia personalità o quantomeno chi ha curato il suo design e la sua caratterizzazione.. io volevo cavarmi gli occhi ad ogni sua comparsa...) e la storia stessa è così assurda e scritta male che più volte mi sono chiesta come fosse possibile che nessuno in fase di produzione si sia mai detto un momento, così non funziona, rifacciamo da capo.
Nonostante tutto devo dirlo, come guilty pleasure funziona proprio grazie al suo essere così tremendo in tutto e in generale mi sono divertita a seguirlo e ho provato simpatia per alcuni personaggi e interesse verso alcuni rapporti creati tra loro.
Resta sicuramente il dispiacere per l'aver gettato alle ortiche una storia che poteva essere interessante visto poi quanti pochi anime sui survival game si trovano ma se vi ispira e partite consapevoli di cosa state per vedere potrebbe anche intrattenervi.
Devo ricordarmi di non fidarmi più dei suoi gusti...
Devo ammetterlo però, nel complesso non mi sono pentita di averlo visto.
Certo, è un insulto all'intelligenza, la sceneggiatura fa piangere, alcuni personaggi sono oltre il ridicolo così come i loro comportamenti (è da denuncia chiunque abbia ideato la serial killer con la doppia personalità o quantomeno chi ha curato il suo design e la sua caratterizzazione.. io volevo cavarmi gli occhi ad ogni sua comparsa...) e la storia stessa è così assurda e scritta male che più volte mi sono chiesta come fosse possibile che nessuno in fase di produzione si sia mai detto un momento, così non funziona, rifacciamo da capo.
Nonostante tutto devo dirlo, come guilty pleasure funziona proprio grazie al suo essere così tremendo in tutto e in generale mi sono divertita a seguirlo e ho provato simpatia per alcuni personaggi e interesse verso alcuni rapporti creati tra loro.
Resta sicuramente il dispiacere per l'aver gettato alle ortiche una storia che poteva essere interessante visto poi quanti pochi anime sui survival game si trovano ma se vi ispira e partite consapevoli di cosa state per vedere potrebbe anche intrattenervi.
"Danganronpa Kibou no Gakuen to Zetsubou no Koukousei The Animation", conosciuto semplicemente come "Danganronpa", è un'opera della stagione estiva 2013 composta da tredici episodi di durata canonica, tratta dall'omonimo videogame della Spike Chunsoft.
Un gruppo composto da quindici studenti particolarmente dotati viene misteriosamente rinchiusi nell'accademia "Colle della speranza", una scuola gigantesca dotata di ogni comfort e comodità. I ragazzi, o per meglio dire i prigionieri, saranno costretti a rimanere imprigionati al suo interno per tutta la vita; l'unico modo per diplomarsi è commettere "l'omicidio perfetto". A controllare i loro moviementi e a dettare le regole del gioco è Monokuma, un inquietante orsetto meccanico controllato a distanza da un burattinaio sconociuto.
La trama è decisamente interessante, parte col piede giusto proponendo un'ambientazione ben congegnata e ricca di mistero, ma finisce poi col perdersi miseramente, ostacolata dalla sua stessa complessità. I primi due casi di omicidio sono interessanti e ben congegnati, ma i successivi iniziano ad apparire troppo scontati e soprattutto privi di significato; in questo senso anche i comportamenti dei personaggi risultano insensati ed eccessivamente esagerati. La caratterizzazione è piuttosto carente, ad eccezione forse del protagonista, che comunque non si discosta dallo stereotipo del genere, e di qualche altro raro elemento. Nella fase finale, attraverso un colpo di scena più o meno inatteso, la serie sembra risollevarsi da quelle puntate centrali poco convincenti, ma poi si conclude in maniera pessima; l'ultima puntata non è altro che un'eccessiva e noiosa propinazione di buonismo, di dialoghi astratti incentrati sull'importanza della "speranza" e sul non arrendersi mai. Molte cose vengono lasciate in sospeso, altre stridono completamente e si contraddicono da sole, e la conclusione si rivela banale, scontata e poco convincente.
Tecnicamente un prodotto interessante, soprattutto dal punto di vista grafico. Il design dei personaggi non è esaltante ma sicuramente ben variegato e originale, le animazioni sono fluide e i fondali ben dettagliati, per quanto l'ambientazione sia circoscritta solamente all'ambiente scolastico. Degne di nota sono invece le parti nelle quali i personaggi saranno chiamati a subire le varie punizioni, e nelle quali la grafica muterà completamente.
Il comparto sonoro si mantiene su un buon livello, proponendo delle OST nella norma e un doppiaggio adeguato.
In conclusione, "Danganronpa" è un'opera che avrebbe potuto fare molto di più, un'occasione sprecata malamente. Alcune idee erano, e rimangono tutt'ora, degne di nota, ma non son state sviluppate come avrebbero meritato.
Un gruppo composto da quindici studenti particolarmente dotati viene misteriosamente rinchiusi nell'accademia "Colle della speranza", una scuola gigantesca dotata di ogni comfort e comodità. I ragazzi, o per meglio dire i prigionieri, saranno costretti a rimanere imprigionati al suo interno per tutta la vita; l'unico modo per diplomarsi è commettere "l'omicidio perfetto". A controllare i loro moviementi e a dettare le regole del gioco è Monokuma, un inquietante orsetto meccanico controllato a distanza da un burattinaio sconociuto.
La trama è decisamente interessante, parte col piede giusto proponendo un'ambientazione ben congegnata e ricca di mistero, ma finisce poi col perdersi miseramente, ostacolata dalla sua stessa complessità. I primi due casi di omicidio sono interessanti e ben congegnati, ma i successivi iniziano ad apparire troppo scontati e soprattutto privi di significato; in questo senso anche i comportamenti dei personaggi risultano insensati ed eccessivamente esagerati. La caratterizzazione è piuttosto carente, ad eccezione forse del protagonista, che comunque non si discosta dallo stereotipo del genere, e di qualche altro raro elemento. Nella fase finale, attraverso un colpo di scena più o meno inatteso, la serie sembra risollevarsi da quelle puntate centrali poco convincenti, ma poi si conclude in maniera pessima; l'ultima puntata non è altro che un'eccessiva e noiosa propinazione di buonismo, di dialoghi astratti incentrati sull'importanza della "speranza" e sul non arrendersi mai. Molte cose vengono lasciate in sospeso, altre stridono completamente e si contraddicono da sole, e la conclusione si rivela banale, scontata e poco convincente.
Tecnicamente un prodotto interessante, soprattutto dal punto di vista grafico. Il design dei personaggi non è esaltante ma sicuramente ben variegato e originale, le animazioni sono fluide e i fondali ben dettagliati, per quanto l'ambientazione sia circoscritta solamente all'ambiente scolastico. Degne di nota sono invece le parti nelle quali i personaggi saranno chiamati a subire le varie punizioni, e nelle quali la grafica muterà completamente.
Il comparto sonoro si mantiene su un buon livello, proponendo delle OST nella norma e un doppiaggio adeguato.
In conclusione, "Danganronpa" è un'opera che avrebbe potuto fare molto di più, un'occasione sprecata malamente. Alcune idee erano, e rimangono tutt'ora, degne di nota, ma non son state sviluppate come avrebbero meritato.
Ero in cerca di qualcosa di nuovo ed ho trovato questo anime, tratto da una visual novel investigativa, genere nuovo per me, ne ho letto un po la trama, ho detto "va bene, proviamo" ed ho iniziato a guardarlo. Ed all'inizio prometteva bene, del tipo che alla fine del primo ep ero anche abbastanza contenta della scelta, ma poi...Be, andiamo con ordine.
La storia inizia con il risveglio del nostro protagonista, Naegi, all'interno di questa scuola per ragazzi super-dotati in qualcosa. In qualsiasi cosa. Già, perché dopo essersi svegliato, un po confuso, raggiunge la palestra dell'edificio ed incontra il resto dei personaggi che prenderanno parte a questo gioco. Personaggi assai stereotipati, studiati (mica tanto) apposta per essere subito facilmente riconoscibili ed identificabili nella loro super-fantastica dote; così troviamo il super-Teppista, atteggiamento da duro, classica acconciatura e giacca con tanto di scritta sulla schiena. La ragazza bionda, snob e curata, guarda caso super-Modella. La Idol scolastica timida e pucciosa, la nuotatrice in tuta, l'otaku squallido, grasso, un po pervertito, un'altra tizia con trecce e occhiali, con doppia personalità, che deve per forza essere una fujoshi psicopatica, la ragazza misteriosa, quella timidissima, il ragazzo di famiglia famosa assai tirato e pieno di sé, e via discorrendo. Giuro, ci sono tutti, travestiti, sciamani e giocatori d'azzardo, e più stereotipati di così non potevano inventarli, caratterizzati zero...Che poi a me è venuto da pensare che, magari, con tutti questi personaggi in gioco, avranno tralasciato un po il character desing a favore della trama...
Sbagliato! Se durante il primo episodio la storia appare interessante, dal secondo in poi cade tutto, ed è un peccato, perché a svilupparla bene poteva rivelarsi una gran bella storia, intricata e psicologicamente interessante. Vi spiego: questi 15 studenti con diverse super-doti si ritrovano intrappolati in questa scuola, in cui dovranno vivere per il resto della loro via, sotto la tirannia di un "cattivo" molto sadico, il loro preside Monokuma, un orso bi-color (Si, è un pupazzo a forma di orso il vincitore del premio "peggior cattivo dell'anno"). L'unico modo per uscire è diplomarsi, ovvero uccidere uno degli altri studenti commettendo un crimine perfetto, senza farsi scoprire da nessuno. Chi viene scoperto verrà punito, ovvero ucciso in modi abbastanza discutibili (ancora mi devo spiegare il fatto del burro). Un gioco sul genere "uccidi o verrai ucciso". Quindi uno si aspetta delle belle riflessioni psicologiche, paura e disperazione, giochi di ruoli ed intrighi, un thrillerone con i cosiddetti, insomma. Invece parte il dramma. Il primo omicidio, con una censura del sangue che lascia perplessi (il sangue viola in una storia così violenta, sul serio?) forse si salva, c'è un po di panico, qualcuno sconvolto, è quasi verosimile...Tutti iniziano a fare supposizioni e a cercare indizi e così via. Poi l'orso sadico fa un annuncio: dopo ogni omicidio si svolgerà un "processo di classe" in cui si dovrà smascherare l'omicida e la dinamica dei fatti, con tanto di votazione finale; se si scopre il colpevole giusto, questo verrà punito e il resto degli studenti sarà salvo, almeno per un po. Se viene condannata la persona sbagliata, moriranno tutti tranne l'omicida che sarà libero di andarsene. A questo punto la storia inizia a dividersi in episodi in cui c'è una parvenza di vita normale, subito interrotta da un omicidio e dalle rispettive indagini, ed episodi in cui avviene un processo in cui sembra di giocare ad "indovina chi", dove viene incolpata sempre la persona sbagliata. Ma ovviamente il nostro protagonista, Naegi, si scopre un detective migliore di Conan, un validissimo avvocato ed inizia a smascherare i colpevoli uno dopo l'altro, seguendo ragionamenti o troppo intricati o troppo stupidi. E si va avanti così, tra un massacro e l'altro, un cliché continuo, senza una minima crescita da parte dei personaggi o uno sviluppo decente della trama. Forse, ma giusto forse, le ultime 3 o 4 puntate scuotono un po la storia, un tentativo di ripresa diciamo, prima del finale, che resta palesemente scontato, così come sono scontati i personaggi che si salveranno (speravate che morissero tutti, vero? E invece niente)
Insomma, sono partita carica di aspettative per questo anime, dopo una prima puntata stuzzicante e poi boh, la desolazione. Lo consiglio? Di sicuro non a chi si aspetta qualcosa di coinvolgente, psicologico e davvero misterioso, non a chi ama i thriller, ma neanche a chi si aspetta un horror scolastico con un po di azione. Diciamo che dopo la delusione che mi ha causato, non lo consiglio in generale.
La storia inizia con il risveglio del nostro protagonista, Naegi, all'interno di questa scuola per ragazzi super-dotati in qualcosa. In qualsiasi cosa. Già, perché dopo essersi svegliato, un po confuso, raggiunge la palestra dell'edificio ed incontra il resto dei personaggi che prenderanno parte a questo gioco. Personaggi assai stereotipati, studiati (mica tanto) apposta per essere subito facilmente riconoscibili ed identificabili nella loro super-fantastica dote; così troviamo il super-Teppista, atteggiamento da duro, classica acconciatura e giacca con tanto di scritta sulla schiena. La ragazza bionda, snob e curata, guarda caso super-Modella. La Idol scolastica timida e pucciosa, la nuotatrice in tuta, l'otaku squallido, grasso, un po pervertito, un'altra tizia con trecce e occhiali, con doppia personalità, che deve per forza essere una fujoshi psicopatica, la ragazza misteriosa, quella timidissima, il ragazzo di famiglia famosa assai tirato e pieno di sé, e via discorrendo. Giuro, ci sono tutti, travestiti, sciamani e giocatori d'azzardo, e più stereotipati di così non potevano inventarli, caratterizzati zero...Che poi a me è venuto da pensare che, magari, con tutti questi personaggi in gioco, avranno tralasciato un po il character desing a favore della trama...
Sbagliato! Se durante il primo episodio la storia appare interessante, dal secondo in poi cade tutto, ed è un peccato, perché a svilupparla bene poteva rivelarsi una gran bella storia, intricata e psicologicamente interessante. Vi spiego: questi 15 studenti con diverse super-doti si ritrovano intrappolati in questa scuola, in cui dovranno vivere per il resto della loro via, sotto la tirannia di un "cattivo" molto sadico, il loro preside Monokuma, un orso bi-color (Si, è un pupazzo a forma di orso il vincitore del premio "peggior cattivo dell'anno"). L'unico modo per uscire è diplomarsi, ovvero uccidere uno degli altri studenti commettendo un crimine perfetto, senza farsi scoprire da nessuno. Chi viene scoperto verrà punito, ovvero ucciso in modi abbastanza discutibili (ancora mi devo spiegare il fatto del burro). Un gioco sul genere "uccidi o verrai ucciso". Quindi uno si aspetta delle belle riflessioni psicologiche, paura e disperazione, giochi di ruoli ed intrighi, un thrillerone con i cosiddetti, insomma. Invece parte il dramma. Il primo omicidio, con una censura del sangue che lascia perplessi (il sangue viola in una storia così violenta, sul serio?) forse si salva, c'è un po di panico, qualcuno sconvolto, è quasi verosimile...Tutti iniziano a fare supposizioni e a cercare indizi e così via. Poi l'orso sadico fa un annuncio: dopo ogni omicidio si svolgerà un "processo di classe" in cui si dovrà smascherare l'omicida e la dinamica dei fatti, con tanto di votazione finale; se si scopre il colpevole giusto, questo verrà punito e il resto degli studenti sarà salvo, almeno per un po. Se viene condannata la persona sbagliata, moriranno tutti tranne l'omicida che sarà libero di andarsene. A questo punto la storia inizia a dividersi in episodi in cui c'è una parvenza di vita normale, subito interrotta da un omicidio e dalle rispettive indagini, ed episodi in cui avviene un processo in cui sembra di giocare ad "indovina chi", dove viene incolpata sempre la persona sbagliata. Ma ovviamente il nostro protagonista, Naegi, si scopre un detective migliore di Conan, un validissimo avvocato ed inizia a smascherare i colpevoli uno dopo l'altro, seguendo ragionamenti o troppo intricati o troppo stupidi. E si va avanti così, tra un massacro e l'altro, un cliché continuo, senza una minima crescita da parte dei personaggi o uno sviluppo decente della trama. Forse, ma giusto forse, le ultime 3 o 4 puntate scuotono un po la storia, un tentativo di ripresa diciamo, prima del finale, che resta palesemente scontato, così come sono scontati i personaggi che si salveranno (speravate che morissero tutti, vero? E invece niente)
Insomma, sono partita carica di aspettative per questo anime, dopo una prima puntata stuzzicante e poi boh, la desolazione. Lo consiglio? Di sicuro non a chi si aspetta qualcosa di coinvolgente, psicologico e davvero misterioso, non a chi ama i thriller, ma neanche a chi si aspetta un horror scolastico con un po di azione. Diciamo che dopo la delusione che mi ha causato, non lo consiglio in generale.
"Danganronpa" è una serie anime di tredici episodi tratta dall'omonima visual novel.
Trama: Un gruppo di "super" studenti verranno selezionati per prendere parte ad una scuola esclusiva, formando una classe di persone estremamente dotate. Una volta entrati nella scuola gli ignari alunni si troveranno rinchiusi dentro ad essa e verranno messi alla prova da uno strano orso di peluche, il quale li costringerà a lottare per le proprie vite.
Un anime che si fa riconosce per svariati aspetti, prima di tutti la grafica, questa è ben curata e alterna scene di animazione tradizionale a scenette in stile teatrino di cartone, riuscendo a dare carattere e particolarità ai momenti più intensi.
I personaggi sono ben caratterizzati graficamente, ognuno molto diverso dall'altro, purtroppo vista la scarsa durata della serie non si può dire lo stesso delle loro personalità, cosa ovvia per i personaggi che spariscono a inizio serie ma non ammissibile per i più "resistenti".
La trama… qui sorgono i maggiori problemi, noteremo infatti quanto "Danganronpa" si un adattamento di un gioco, gli episodi seguiranno tutti lo stesso schema: Omicidio->Indagini->Risoluzione; se questo nel videogioco risulta stimolante poiché c'è da usare il cervello per risolvere il caso, nell'anime non avremo la stessa sensazione. Alcuni degli omicidi sono anche interessanti e qualche idea ce la si può fare, ma la maggior parte delle volte la soluzione è davvero scontata, con un protagonista che per quanto privo di capacità speciali riuscirà a smascherare colpevoli dalle poker-face pessime.
Una nota positiva vorrei invece darla al finale, che in parte è riuscito a soddisfarmi dandomi un buon elemento sorpresa (un po' insensato ma non mi è dispiaciuto).
Consigliato a chi piacciono gli investigativi/mistery e a chi vuole vedere morire un po' di gente, lo stile grafico mi era nuovo e tornando indietro lo riguarderei anche solo per questo, "Danganronpa" non è un grande esponente del suo genere ma nel suo complesso l'ho trovato piacevole (magari giocatevi la visual novel prima di vedere il finale).
Voto personale: 7
Voto oggettivo (per quanto possibile) nel genere: 5
Trama: Un gruppo di "super" studenti verranno selezionati per prendere parte ad una scuola esclusiva, formando una classe di persone estremamente dotate. Una volta entrati nella scuola gli ignari alunni si troveranno rinchiusi dentro ad essa e verranno messi alla prova da uno strano orso di peluche, il quale li costringerà a lottare per le proprie vite.
Un anime che si fa riconosce per svariati aspetti, prima di tutti la grafica, questa è ben curata e alterna scene di animazione tradizionale a scenette in stile teatrino di cartone, riuscendo a dare carattere e particolarità ai momenti più intensi.
I personaggi sono ben caratterizzati graficamente, ognuno molto diverso dall'altro, purtroppo vista la scarsa durata della serie non si può dire lo stesso delle loro personalità, cosa ovvia per i personaggi che spariscono a inizio serie ma non ammissibile per i più "resistenti".
La trama… qui sorgono i maggiori problemi, noteremo infatti quanto "Danganronpa" si un adattamento di un gioco, gli episodi seguiranno tutti lo stesso schema: Omicidio->Indagini->Risoluzione; se questo nel videogioco risulta stimolante poiché c'è da usare il cervello per risolvere il caso, nell'anime non avremo la stessa sensazione. Alcuni degli omicidi sono anche interessanti e qualche idea ce la si può fare, ma la maggior parte delle volte la soluzione è davvero scontata, con un protagonista che per quanto privo di capacità speciali riuscirà a smascherare colpevoli dalle poker-face pessime.
Una nota positiva vorrei invece darla al finale, che in parte è riuscito a soddisfarmi dandomi un buon elemento sorpresa (un po' insensato ma non mi è dispiaciuto).
Consigliato a chi piacciono gli investigativi/mistery e a chi vuole vedere morire un po' di gente, lo stile grafico mi era nuovo e tornando indietro lo riguarderei anche solo per questo, "Danganronpa" non è un grande esponente del suo genere ma nel suo complesso l'ho trovato piacevole (magari giocatevi la visual novel prima di vedere il finale).
Voto personale: 7
Voto oggettivo (per quanto possibile) nel genere: 5
"Danganronpa", è un anime tratto dall'omonimo videogioco della Spike Chunsoft. E' diretto da Seiji Kishi, che preferisco ricordarlo per Angel Beats, e scordarmi totalmente di quest'opera, e più avanti vi spiego il perché.
All'inizio dell'anime ci viene mostrato un uomo che viene ucciso in maniera assurda, ma solo verso alla fine capiremo chi è, intento ci basta sapere che questo è un esempio di "punizione".
La storia, almeno all'inizio, può sembrare interessante, ma ben presto ci accorgiamo che non è come la credevamo.
Ci viene mostrato Naegi, un ragazzo intento a frequentare l'accademia Vetta della Speranza, una scuola dove solo ragazzi dotati di grande talento possono frequentare. Naegi non è dotato di nessun talento particolare, ma è il ragazzo fortunato a cui è permesso l'accesso grazie ad un concorso. I talenti in questione non sono di tipo scolastico, e lo capiamo quando ci vengono presentati i compagni di "classe" di Naegi: il super accademico altolocato, il super fuorilegge o la super idol. Questo serve per caratterizzare un po' i personaggi, ma alla fine non servono a nulla per la nostra storia.
Comunque sia, questi personaggi si sentono come se fossero stati rapiti e rinchiusi in quella scuola, dato che tutte le uscite sono bloccate e non c'è via di fuga. Quando tutti stanno cercando un modo per uscire, ecco che arriva Monokuma, un orsacchiotto di peluche che si presenta come un sadico malato e preside della scuola. Sarà lui a spiegare come uscire dal college, basterà che uno studente riesca silenziosamente ad ucciderne un altro, senza essere scoperto e sopravvivendo al Processo di Classe, un tribunale dove tutti gli studenti prenderanno parte per discutere su chi è il colpevole. La decisione sarà messa ai voti, lo studente più votato sarà dichiarato colpevole, nel caso di risposta giusta l'assassino verrà punito perché non è riuscito a fare un omicidio perfetto; nel caso di risposta sbagliata la vittoria sarà dell'assassino stesso, e tutti gli altri verranno puniti. Questo con lo scopo di far cadere tutti in una tremenda disperazione.
Naegi però non si lascia influenzare dai giochi psicologici di Monokuma, e arriva alla conclusione che per lasciare la scuola basta non farsi prendere dall'agitazione, e svelare il mistero che si cela dietro essa.
Come ho detto prima la storia a prima vista non sembra niente male, ma ben presto capisci che non c'è niente di originale, ma anzi è tutto confuso, senza senso e ripetitivo. Confuso perché tantissime cose non riusciremo mai, e dico mai a capirle, perché nemmeno alla fine verranno spiegate. Ti accorgi che è senza senso già da come si comportano i personaggi, dal loro modo di parlare e da come si svolgono i fatti narrati. Ripetitivo, perché con il passare degli episodi ti accorgi che la storia è un ciclo vizioso: omicidio, indagini e processo, punizione. I processi all'inizio sono belli, dove tutta la classe vi partecipa e ci sono molte riflessioni e obiezioni, ma andando avanti col tempo diventa solo un discorso tra l'assassino (ormai scontato come non so cosa) e Naegi. Infatti negli ultimi processi solo lui aprirà bocca e il colpevole non farà nulla per difendersi, anche se pensandoci bene sin dai processi iniziali gli assassini non facevano nulla per difendersi, ma si perdevano di morale già dalla prima accusa, rendendo tutto molto monotono.
Però in un anime senza senso dove capisci ben poco dei personaggi, dai quali non viene nemmeno spiegata la loro storia passata o come sono finiti in accademia, con la scusa che tutti soffrono di amnesia, (della quale ovviamente non ci viene spiegato nulla) e che sembrano messi lì solo per morire, ti aspetti almeno un finale decente. Ma non è così...
L'unica cosa buona del finale è che viene svelata l'identità di Monokuma, per il resto è un ammasso di no-sense anche quello.
Perlomeno, le caratteristiche tecniche di quest'anime sono fantastiche, e qui non c'è da discuterci. Il character design è originale, e davvero ben fatto, ogni personaggio con il suo aspetto caratteristico, tutti colorati e dettagliati. Le colonne sonore sono carine, e anche se alcune di loro non azzeccano molto con l'atmosfera di questa storia, sono sempre molto orecchiabili e non danno mai fastidio in nessuna situazione.
Tuttavia non posso alzare il voto solo per questo, perché tecnicamente è molto bello, ma poi un opera dovrebbe anche cercare di darti una buona storia, altrimenti poi è inguardabile...
Ciò che mi ha spinto a dare un voto così basso, (oltre ai motivi scritti prima), è anche perché questo anime tratta temi come la morte con molta leggerezza e scherzandoci sopra. Inoltre quando un personaggio muore, la maggior parte delle volte tutti si dimenticano di lui, come se quei personaggi fossero inutili, e come ho detto prima, messi lì solo per morire. Solo pochi vengono rimpianti da alcuni "grandi amici", ma questo è tutto poco credibile dato che l'anime è troppo corto per creare forti legami tra i personaggi.
In conclusione la storia è confusa e non originale, è il classico survival game, nulla di nuovo, personalmente non lo consiglierei, ma dopotutto qualcuno che può apprezzarlo ci può essere.
All'inizio dell'anime ci viene mostrato un uomo che viene ucciso in maniera assurda, ma solo verso alla fine capiremo chi è, intento ci basta sapere che questo è un esempio di "punizione".
La storia, almeno all'inizio, può sembrare interessante, ma ben presto ci accorgiamo che non è come la credevamo.
Ci viene mostrato Naegi, un ragazzo intento a frequentare l'accademia Vetta della Speranza, una scuola dove solo ragazzi dotati di grande talento possono frequentare. Naegi non è dotato di nessun talento particolare, ma è il ragazzo fortunato a cui è permesso l'accesso grazie ad un concorso. I talenti in questione non sono di tipo scolastico, e lo capiamo quando ci vengono presentati i compagni di "classe" di Naegi: il super accademico altolocato, il super fuorilegge o la super idol. Questo serve per caratterizzare un po' i personaggi, ma alla fine non servono a nulla per la nostra storia.
Comunque sia, questi personaggi si sentono come se fossero stati rapiti e rinchiusi in quella scuola, dato che tutte le uscite sono bloccate e non c'è via di fuga. Quando tutti stanno cercando un modo per uscire, ecco che arriva Monokuma, un orsacchiotto di peluche che si presenta come un sadico malato e preside della scuola. Sarà lui a spiegare come uscire dal college, basterà che uno studente riesca silenziosamente ad ucciderne un altro, senza essere scoperto e sopravvivendo al Processo di Classe, un tribunale dove tutti gli studenti prenderanno parte per discutere su chi è il colpevole. La decisione sarà messa ai voti, lo studente più votato sarà dichiarato colpevole, nel caso di risposta giusta l'assassino verrà punito perché non è riuscito a fare un omicidio perfetto; nel caso di risposta sbagliata la vittoria sarà dell'assassino stesso, e tutti gli altri verranno puniti. Questo con lo scopo di far cadere tutti in una tremenda disperazione.
Naegi però non si lascia influenzare dai giochi psicologici di Monokuma, e arriva alla conclusione che per lasciare la scuola basta non farsi prendere dall'agitazione, e svelare il mistero che si cela dietro essa.
Come ho detto prima la storia a prima vista non sembra niente male, ma ben presto capisci che non c'è niente di originale, ma anzi è tutto confuso, senza senso e ripetitivo. Confuso perché tantissime cose non riusciremo mai, e dico mai a capirle, perché nemmeno alla fine verranno spiegate. Ti accorgi che è senza senso già da come si comportano i personaggi, dal loro modo di parlare e da come si svolgono i fatti narrati. Ripetitivo, perché con il passare degli episodi ti accorgi che la storia è un ciclo vizioso: omicidio, indagini e processo, punizione. I processi all'inizio sono belli, dove tutta la classe vi partecipa e ci sono molte riflessioni e obiezioni, ma andando avanti col tempo diventa solo un discorso tra l'assassino (ormai scontato come non so cosa) e Naegi. Infatti negli ultimi processi solo lui aprirà bocca e il colpevole non farà nulla per difendersi, anche se pensandoci bene sin dai processi iniziali gli assassini non facevano nulla per difendersi, ma si perdevano di morale già dalla prima accusa, rendendo tutto molto monotono.
Però in un anime senza senso dove capisci ben poco dei personaggi, dai quali non viene nemmeno spiegata la loro storia passata o come sono finiti in accademia, con la scusa che tutti soffrono di amnesia, (della quale ovviamente non ci viene spiegato nulla) e che sembrano messi lì solo per morire, ti aspetti almeno un finale decente. Ma non è così...
L'unica cosa buona del finale è che viene svelata l'identità di Monokuma, per il resto è un ammasso di no-sense anche quello.
Perlomeno, le caratteristiche tecniche di quest'anime sono fantastiche, e qui non c'è da discuterci. Il character design è originale, e davvero ben fatto, ogni personaggio con il suo aspetto caratteristico, tutti colorati e dettagliati. Le colonne sonore sono carine, e anche se alcune di loro non azzeccano molto con l'atmosfera di questa storia, sono sempre molto orecchiabili e non danno mai fastidio in nessuna situazione.
Tuttavia non posso alzare il voto solo per questo, perché tecnicamente è molto bello, ma poi un opera dovrebbe anche cercare di darti una buona storia, altrimenti poi è inguardabile...
Ciò che mi ha spinto a dare un voto così basso, (oltre ai motivi scritti prima), è anche perché questo anime tratta temi come la morte con molta leggerezza e scherzandoci sopra. Inoltre quando un personaggio muore, la maggior parte delle volte tutti si dimenticano di lui, come se quei personaggi fossero inutili, e come ho detto prima, messi lì solo per morire. Solo pochi vengono rimpianti da alcuni "grandi amici", ma questo è tutto poco credibile dato che l'anime è troppo corto per creare forti legami tra i personaggi.
In conclusione la storia è confusa e non originale, è il classico survival game, nulla di nuovo, personalmente non lo consiglierei, ma dopotutto qualcuno che può apprezzarlo ci può essere.
Nonostante la media delle impressioni sull'animazione di 'sto coso sia infima, devo dire che Danganronpa si è lasciato guardare, il singolo fatto che sia, in teoria, un anime psicologico, horror e che dovrebbe avere un sacco di altre connotazioni interessanti, ma nonostante tutto, nonostante le infinite premesse disattese e il set-up che di per sè è più che decente, sia prevedibile e non di rado scontato non basta, a mio avviso, per dargli un voto inferiore al quattro.
Dopo tutto, e qua me ne vorrete, Death Note e vari cloni in quanto a prevedibilità non sono affatto da meno, almeno Danganronpa si riserva la sua grafica molto particolare e che si presta decisamente bene allo splatter che, devo dire, è un genere la cui parte viene recitata decentemente: l'elemento trash ha una grandissima dignità nelle varie scene di esecuzione, etc.
Quanto alle musiche, boh, non mi hanno nè colpito particolarmente nè trapanato i timpani fino alla sofferenza quindi diciamo, anche qui siamo tristemente nella media.
C'è poco altro da dire perchè se comincio ad accennare alla trama, già di per sè carente, rischio di rosicchiare quel poco che c'è da vedere in anticipo con qualche spoiler.
Va però detto, secondo me, l'elemento grafico e la semplicità disarmante di alcuni personaggi, il non sapersi orientare in un fiume di materiale per lo più lasciato a marcire ed altre piccole chicche, oltre a renderlo nel complesso insufficiente, permettono altresì di guardarlo con leggerezza e di farlo scorrere per quanto possibile.
Dopo tutto, e qua me ne vorrete, Death Note e vari cloni in quanto a prevedibilità non sono affatto da meno, almeno Danganronpa si riserva la sua grafica molto particolare e che si presta decisamente bene allo splatter che, devo dire, è un genere la cui parte viene recitata decentemente: l'elemento trash ha una grandissima dignità nelle varie scene di esecuzione, etc.
Quanto alle musiche, boh, non mi hanno nè colpito particolarmente nè trapanato i timpani fino alla sofferenza quindi diciamo, anche qui siamo tristemente nella media.
C'è poco altro da dire perchè se comincio ad accennare alla trama, già di per sè carente, rischio di rosicchiare quel poco che c'è da vedere in anticipo con qualche spoiler.
Va però detto, secondo me, l'elemento grafico e la semplicità disarmante di alcuni personaggi, il non sapersi orientare in un fiume di materiale per lo più lasciato a marcire ed altre piccole chicche, oltre a renderlo nel complesso insufficiente, permettono altresì di guardarlo con leggerezza e di farlo scorrere per quanto possibile.
Dangarompa si candida con forza e senza mezzi termini a diventare uno degli anime più brutti del 2013. Più che un thriller/horror questo anime si è dimostrato un vero e proprio splatter per le mie scatole; i miei neuroni ancora litigano fra loro accusandosi reciprocamente di essersi preso la responsabilità della visione di questo ignobile aborto che rimarrà a lungo stampato nella mia memoria come esempio di anime da evitare a tutti i costi o da droppare subito dopo aver capito dove la conduce la trama ossia alla devastazione dei miei circuiti celebrali.
E dire che i presupposti di base facevano sperare in qualcosa di completamente diverso: all'interno di una scuola si pianificano degli omicidi fra i quindici o sedici studenti che la compongono e dopo ognuno di essi si sarebbe tenuto un processo. Al termine di questo se il colpevole verrà individuato questo sarà punito con la morte. Nel caso venisse, invece, accusata la persona sbagliata sarebbero stati tutti gli altri a subire la tragica sorte risultante dal loro errore. Ho detto che venivano pianificati in quanto era la stessa scuola a volerli, imprigionando i ragazzi all'interno delle sue mura e spingendoli ad uccidere senza farsi scoprire, unico modo per tornare liberi.
Purtroppo, però, la realtà si dimostrava molto più amara rispetto alle premesse: gli episodi si dividevano in archi di due puntate, in cui nella prima si verificava l'omicidio, nella seconda aveva luogo il processo. E in questo modo dall'inizio alla fine, infondendo allo spettatore una sensazione di ripetitività che diventava subito abbastanza frustrante, anche perchè tutto avveniva in un contesto surreale in cui un orso/pupazzo svolgeva le veci del preside della scuola e che avrebbe dovuto diventare, se fatto bene, un personaggio di culto, uno di quelli di cui uno si ricorda negli anni; questo invece è talmente ridicolo da irritare lo spettatore ogni volta che appare con quella sua insopportabile risata.
Gli altri personaggi, nonostante dei look piuttoto improbabili, risultano piuttosto anonimi: io per tutta la durata dei tredici episodi non riuscivo mai a capire di chi stavano parlando nel momento in cui qualcuno veniva nominato. Non sono mai stato bravo a ricordare i nomi, lo ammetto; ma in questo caso si esagera, di alcuni personaggi addirittura dimentichi l'esistenza dopo un po' per quanto sono anonimi e privi di carisma.
La parte investigativa, poi, è la parte peggiore in assoluto: le indagini sono velocissime, le congetture fatte spesso non hanno ne capo né coda o non si capiscono. Spesso elementi ritenuti importanti vengono improvvisamente dimenticati. Per non parlare di tutte le incoerenze e le contraddizioni che si susseguono senza sosta.
Insomma Dangarompa è un vero disastro; perfino scriverne la recensione mi è costata parecchia fatica, dato che il mio unico desiderio è quello di scordarmi di questa follia il prima possibile. Inutile aggiungere che non lo consiglierei a nessuno: rischierei di perdere amicizie o far aumentare l'astio delle persone nei miei confronti. Credetemi sulla parola: guardatevi altro.
E dire che i presupposti di base facevano sperare in qualcosa di completamente diverso: all'interno di una scuola si pianificano degli omicidi fra i quindici o sedici studenti che la compongono e dopo ognuno di essi si sarebbe tenuto un processo. Al termine di questo se il colpevole verrà individuato questo sarà punito con la morte. Nel caso venisse, invece, accusata la persona sbagliata sarebbero stati tutti gli altri a subire la tragica sorte risultante dal loro errore. Ho detto che venivano pianificati in quanto era la stessa scuola a volerli, imprigionando i ragazzi all'interno delle sue mura e spingendoli ad uccidere senza farsi scoprire, unico modo per tornare liberi.
Purtroppo, però, la realtà si dimostrava molto più amara rispetto alle premesse: gli episodi si dividevano in archi di due puntate, in cui nella prima si verificava l'omicidio, nella seconda aveva luogo il processo. E in questo modo dall'inizio alla fine, infondendo allo spettatore una sensazione di ripetitività che diventava subito abbastanza frustrante, anche perchè tutto avveniva in un contesto surreale in cui un orso/pupazzo svolgeva le veci del preside della scuola e che avrebbe dovuto diventare, se fatto bene, un personaggio di culto, uno di quelli di cui uno si ricorda negli anni; questo invece è talmente ridicolo da irritare lo spettatore ogni volta che appare con quella sua insopportabile risata.
Gli altri personaggi, nonostante dei look piuttoto improbabili, risultano piuttosto anonimi: io per tutta la durata dei tredici episodi non riuscivo mai a capire di chi stavano parlando nel momento in cui qualcuno veniva nominato. Non sono mai stato bravo a ricordare i nomi, lo ammetto; ma in questo caso si esagera, di alcuni personaggi addirittura dimentichi l'esistenza dopo un po' per quanto sono anonimi e privi di carisma.
La parte investigativa, poi, è la parte peggiore in assoluto: le indagini sono velocissime, le congetture fatte spesso non hanno ne capo né coda o non si capiscono. Spesso elementi ritenuti importanti vengono improvvisamente dimenticati. Per non parlare di tutte le incoerenze e le contraddizioni che si susseguono senza sosta.
Insomma Dangarompa è un vero disastro; perfino scriverne la recensione mi è costata parecchia fatica, dato che il mio unico desiderio è quello di scordarmi di questa follia il prima possibile. Inutile aggiungere che non lo consiglierei a nessuno: rischierei di perdere amicizie o far aumentare l'astio delle persone nei miei confronti. Credetemi sulla parola: guardatevi altro.
L'anime di "Danganronpa" è molto criticato, per tutta una serie di motivi, tuttavia è comunque un'opera da apprezzare, a mio parere.
Parlando dei disegni: ci sono tre stili diversi di disegno presenti, il primo è piuttosto buono e adatto, ma ciò che colpisce sono gli altri due stili. Di questi due, uno è quello presente durante le esecuzioni ed è tratto dal videogioco, ed è proprio per questo che è molto apprezzabile. L'ultimo si va a trovare durante i pensieri dei personaggi e sembra quasi un fumetto americano, potremmo dire. Il fatto che i pensieri vengano descritti in questo modo fa capire come comunque siano inserite quelle scene, e tutto ciò da un tocco in più.
Sulle musiche nulla da dire, non sono particolarmente spettacolari, ma sono comunque molto carine e adatte alla situazione. Per quanto riguarda lo svolgimento della trama, la breve lunghezza dell'anime permette l'inserimento di un colpo di scena dopo l'altro senza scene inutili e/o noiose. In particolare, i primissimi episodi e gli ultimi sono quelli più ricchi di colpi di scena e lasceranno lo spettatore a bocca aperta. Tuttavia c'è da dire che, nonostante i colpi di scena, il finale è un po' rovinato da eventi inseriti e a caso.
Parlando dei disegni: ci sono tre stili diversi di disegno presenti, il primo è piuttosto buono e adatto, ma ciò che colpisce sono gli altri due stili. Di questi due, uno è quello presente durante le esecuzioni ed è tratto dal videogioco, ed è proprio per questo che è molto apprezzabile. L'ultimo si va a trovare durante i pensieri dei personaggi e sembra quasi un fumetto americano, potremmo dire. Il fatto che i pensieri vengano descritti in questo modo fa capire come comunque siano inserite quelle scene, e tutto ciò da un tocco in più.
Sulle musiche nulla da dire, non sono particolarmente spettacolari, ma sono comunque molto carine e adatte alla situazione. Per quanto riguarda lo svolgimento della trama, la breve lunghezza dell'anime permette l'inserimento di un colpo di scena dopo l'altro senza scene inutili e/o noiose. In particolare, i primissimi episodi e gli ultimi sono quelli più ricchi di colpi di scena e lasceranno lo spettatore a bocca aperta. Tuttavia c'è da dire che, nonostante i colpi di scena, il finale è un po' rovinato da eventi inseriti e a caso.
Danganronpa, fa parte di quell' gruppo di anime che o si amano o si odiano, nel mio caso, non posso dire di aver apprezzato particolarmente quest'anime, secondo me, anche se parte in modo abbastanza interessante, si sarebbe potuto evolvere molto meglio di così.
La trama: Naegi Makoto, un ragazzo molto "fortunato" è stato scelto per far parte della "Hope's Peak" una scuola che i ragazzi con particolari talenti frequentano per coltivare la loro abilità.
Non appena però Naegi varcherà la soglia della scuola, si accorgerà che quella che per lui era una scuola piena di speranza, in realtà è colma di disperazione. Infatti scopre di essere stato intrappolato all'interno dell'edificio insieme ad altri studenti da Monokuma, e che l'unico modo per uscire dalla scuola è quello di uccidere un compagno senza farsi scoprire.
Danganronpa a tutte le carte in tavola per diventare una serie interessante, invece dal secondo episodio fino al decimo lo svolgimento è sempre più o meno il medesimo: omicidio, processo di classe, esecuzione dell'assassino.
Cos'è allora che salva quest'anime dall'essere il survival più noioso? Secondo me a rendere quest'anime abbastanza interessante sono i colpi di scena, che avvengono perlopiù nei processi di classe. Infatti anche se lo svolgimento è sempre lo stesso, in quest'anime la situazione viene spesso capovolta, e devo dire che raramente sono riuscito a individuare il colpevole degli omicidi.
Per quanto riguarda invece ai personaggi, secondo me avrebbero potuto fare molto meglio, anche perchè di solito negli anime survival siamo abituati a vedere personaggi con delle personalità interessanti, invece in Danganronpa i personaggi sono piuttosto piatti, in particolare il protagonista, di cui non saprei delineare un ritratto psicologico preciso.
Al livello di animazioni e disegni l'anime secondo me è messo veramente male, abbiamo due tipi di animazioni, quelle normali, che secondo me sono troppo semplici e minimaliste, e quelle delle esecuzioni che sono piuttosto originali e io ho trovato abbastanza gradevoli, ma a seconda dei gusti possono sembrare belle o mediocri.
Le OST invece mi sono sembrate molto azzeccate e la Opening è fatta molto bene.
Quindi alla fine il mio voto finale è 6 ma la sufficienza gliel'ho data praticamente solo per i colpi di scena che rendono l'anime interessante in alcuni punti.
La trama: Naegi Makoto, un ragazzo molto "fortunato" è stato scelto per far parte della "Hope's Peak" una scuola che i ragazzi con particolari talenti frequentano per coltivare la loro abilità.
Non appena però Naegi varcherà la soglia della scuola, si accorgerà che quella che per lui era una scuola piena di speranza, in realtà è colma di disperazione. Infatti scopre di essere stato intrappolato all'interno dell'edificio insieme ad altri studenti da Monokuma, e che l'unico modo per uscire dalla scuola è quello di uccidere un compagno senza farsi scoprire.
Danganronpa a tutte le carte in tavola per diventare una serie interessante, invece dal secondo episodio fino al decimo lo svolgimento è sempre più o meno il medesimo: omicidio, processo di classe, esecuzione dell'assassino.
Cos'è allora che salva quest'anime dall'essere il survival più noioso? Secondo me a rendere quest'anime abbastanza interessante sono i colpi di scena, che avvengono perlopiù nei processi di classe. Infatti anche se lo svolgimento è sempre lo stesso, in quest'anime la situazione viene spesso capovolta, e devo dire che raramente sono riuscito a individuare il colpevole degli omicidi.
Per quanto riguarda invece ai personaggi, secondo me avrebbero potuto fare molto meglio, anche perchè di solito negli anime survival siamo abituati a vedere personaggi con delle personalità interessanti, invece in Danganronpa i personaggi sono piuttosto piatti, in particolare il protagonista, di cui non saprei delineare un ritratto psicologico preciso.
Al livello di animazioni e disegni l'anime secondo me è messo veramente male, abbiamo due tipi di animazioni, quelle normali, che secondo me sono troppo semplici e minimaliste, e quelle delle esecuzioni che sono piuttosto originali e io ho trovato abbastanza gradevoli, ma a seconda dei gusti possono sembrare belle o mediocri.
Le OST invece mi sono sembrate molto azzeccate e la Opening è fatta molto bene.
Quindi alla fine il mio voto finale è 6 ma la sufficienza gliel'ho data praticamente solo per i colpi di scena che rendono l'anime interessante in alcuni punti.
"Danganronpa" è un anime molto sottovalutato per i miei gusti. L'anime ha ricevuto molte critiche, ma secondo me è un anime bello e interessante. Ha una trama misteriosa e molto ben promettente. L'anime, essendo tratto da un gioco, ha molti dettagli magari un po' trascurati per un anime, una cosa che non si nota nel gioco. Uno dei generi che prevale nell'anime è mistero. Racchiude inoltre molti segreti che uno spettatore non riuscirebbe a immaginare seguendo la trama. Gli episodi che hanno un filo in più di tensione sono in generale gli ultimi quattro, sono quelli nei quali tutti i segreti della scuola e dei personaggi vengono allo scoperto. Non è molto comune come anime, partendo dalla trama estremamente poco comune se confrontata con altri anime della categoria mistero o horror.
I personaggi hanno personalità molto distinte e quasi tutte ben sviluppate, secondo i talenti e gli interessi dei personaggi. Il finale è stupefacente, dato il fatto che i segreti della scuola svaniscono e i personaggi rimasti rivelano le loro vere personalità. Una lezione che posso associare all'anime è che non tutto è come sembra, e questa è una lezione molto difficile da inserire in un anime, per questo lo apprezzo molto.
Le mie conclusioni sono che l'anime è ben fatto per essere tratto da un videogioco. Inoltre il finale di stagione mi ha stupito molto e spero in una seconda serie pari alla prima. Se deciderete di vedere l'anime, spero vi piaccia e che lo troviate interessante.
I personaggi hanno personalità molto distinte e quasi tutte ben sviluppate, secondo i talenti e gli interessi dei personaggi. Il finale è stupefacente, dato il fatto che i segreti della scuola svaniscono e i personaggi rimasti rivelano le loro vere personalità. Una lezione che posso associare all'anime è che non tutto è come sembra, e questa è una lezione molto difficile da inserire in un anime, per questo lo apprezzo molto.
Le mie conclusioni sono che l'anime è ben fatto per essere tratto da un videogioco. Inoltre il finale di stagione mi ha stupito molto e spero in una seconda serie pari alla prima. Se deciderete di vedere l'anime, spero vi piaccia e che lo troviate interessante.
Danganronpa è la storia di 15 studenti, ciascuno dotato di un particolare talento, che vengono a loro insaputa rinchiusi in un'accademia che si rivela essere una prigione. L'unico modo per uscirne è uccidere qualcuno senza farsi scoprire. A gestire il tutto, un tenero (si fa per dire) orsetto per metà bianco e per metà nero, per questo chiamato monokuma.
Fatte le dovute presentazioni, veniamo subito alle mie impressioni. Innanzitutto, quest'anime è tratto da un videogioco, elemento che si riflette notevolmente nello schema di narrazione, il quale segue tre fasi: nella prima, uno studente viene ucciso; nella seconda, i sopravvissuti hanno un breve lasso di tempo per raccogliere indizi; nella terza, la più importante, si tiene un processo nel quale ognuno dovrà formulare delle ipotesi e trovare il colpevole.
Riflettendo la natura di videogioco, anche i personaggi, il loro design e il loro caratteri si rivelano alquanto irrealistici. Colui che mi ha deluso maggiormente è proprio il protagonista, che dovrebbe essere il rappresentante delle persone "ordinarie" in mezzo a un gruppo di geni, ma che per far andare avanti la storia, viene trasformato in qualcuno ancora più intelligente persino della ragazza che ricopre il ruolo di super-detective.
Dal punto di vista narrativo, gli ultimi episodi sono l'anello debole della catena: un sacco di misteri posti nel terzultimo e penultimo episodio, a un episodio dalla fine, sono naturalmente destinati ad avere spiegazioni solo abbozzate e del tutto insufficienti. Oltretutto non capisco perchè
Nel complesso, devo dire di essermi goduta abbastanza quest'anime: finito un episodio, sono corsa subito a vedere il successivo. Tornando sull'aspetto grafico, personalmente apprezzo il design coloratissimo, esagerato e un po' tamarro dei personaggi. Peccato che per i limiti di lunghezza non si sia approfondito in maniera appropriata il loro carattere. Per il resto, abbiamo musiche orecchiabili e facili da memorizzare, soprattutto l'ending spicca per la sua originalità.
Per concludere, ho apprezzato questa serie ma non posso dargli un giudizio oltre la sufficienza per le seguenti ragioni: primo, essendo tratto da un videogioco non è una creazione a sè stante, pertanto non può certo brillare per innovazione. Secondo, i limiti oggettivi di lunghezza della serie che hanno compromesso gli episodi finali. Se se ne ha la possibilità, penso sia molto meglio provare il relativo videogioco.
Fatte le dovute presentazioni, veniamo subito alle mie impressioni. Innanzitutto, quest'anime è tratto da un videogioco, elemento che si riflette notevolmente nello schema di narrazione, il quale segue tre fasi: nella prima, uno studente viene ucciso; nella seconda, i sopravvissuti hanno un breve lasso di tempo per raccogliere indizi; nella terza, la più importante, si tiene un processo nel quale ognuno dovrà formulare delle ipotesi e trovare il colpevole.
Riflettendo la natura di videogioco, anche i personaggi, il loro design e il loro caratteri si rivelano alquanto irrealistici. Colui che mi ha deluso maggiormente è proprio il protagonista, che dovrebbe essere il rappresentante delle persone "ordinarie" in mezzo a un gruppo di geni, ma che per far andare avanti la storia, viene trasformato in qualcuno ancora più intelligente persino della ragazza che ricopre il ruolo di super-detective.
Dal punto di vista narrativo, gli ultimi episodi sono l'anello debole della catena: un sacco di misteri posti nel terzultimo e penultimo episodio, a un episodio dalla fine, sono naturalmente destinati ad avere spiegazioni solo abbozzate e del tutto insufficienti. Oltretutto non capisco perchè
Attenzione :: Spoiler! (clicca per visualizzarlo)
non sopravviva un solo studente com'era stato detto all'inizio, ma si salvino invece più persone. [FINE SPOILER]. Il finale fa presagire una seconda serie, che probabilmente combacierà con gli avvenimenti del secondo capitolo del videogioco.Nel complesso, devo dire di essermi goduta abbastanza quest'anime: finito un episodio, sono corsa subito a vedere il successivo. Tornando sull'aspetto grafico, personalmente apprezzo il design coloratissimo, esagerato e un po' tamarro dei personaggi. Peccato che per i limiti di lunghezza non si sia approfondito in maniera appropriata il loro carattere. Per il resto, abbiamo musiche orecchiabili e facili da memorizzare, soprattutto l'ending spicca per la sua originalità.
Per concludere, ho apprezzato questa serie ma non posso dargli un giudizio oltre la sufficienza per le seguenti ragioni: primo, essendo tratto da un videogioco non è una creazione a sè stante, pertanto non può certo brillare per innovazione. Secondo, i limiti oggettivi di lunghezza della serie che hanno compromesso gli episodi finali. Se se ne ha la possibilità, penso sia molto meglio provare il relativo videogioco.
Danganronpa è un survival Horror, un anime che ha preso vita grazie al successo del videogioco. Questo, è ambientato all'interno di una scuola per allievi speciali, una sorta di istituto per studenti di elìte, i quali, ognuno di loro ha una caratteristica particolare, o è conosciuto per qualcosa.
Una volta finiti misteriosamente dentro la scuola, si ritroveranno faccia a faccia con Monokuma, il fantomatico preside della scuola che altro non è un puleche o almeno così sembra. Questo gli dirà loro, di doversi destraggiare tra omicidi e colpeveli da svelare, se vogliono avere salva la vita.
Danganrompa l'ho trovato davvero molto interessante perché oltre ad essere un survival horror, diventa quasi un giallo, un mistery. Si lascia seguire senza problemi tra i vari ragionamenti che i personaggi fanno per svelare l'assassino di turno.
Per quanto riguarda i personaggi, trovo che questi, di certo non siano stati messi a casaccio, ma ogni character, è stato studiato molto bene, andando a potenziarli su alcuni lati caratteriali in modo da farli riflettere, così da farli notare. (acconciature a parte per alcuni di loro) Tutti sono ben strutturati sui loro punti di forza e sui loro punti deboli, è qui, secondo me, il bello dell'anime, perché gioca molto sulle fragilità e i desideri delle "persone"
In cocnlusione, posso dire che lo consiglio veramente a tutti gli amanti del genere, perché sicuramente non se ne pentirebbero.
Opinione, da parte mia, strapositiva per Danganrompa, che mi ha lasciato davvero colpita e con l'entusiasmo che pochi anime mi hanno dato fino adesso.
Ribbadisco, quindi, che non dovete lasciarvelo scappare perché amerete ambientazione, psicologia e i personaggi che lo popolano!
Una volta finiti misteriosamente dentro la scuola, si ritroveranno faccia a faccia con Monokuma, il fantomatico preside della scuola che altro non è un puleche o almeno così sembra. Questo gli dirà loro, di doversi destraggiare tra omicidi e colpeveli da svelare, se vogliono avere salva la vita.
Danganrompa l'ho trovato davvero molto interessante perché oltre ad essere un survival horror, diventa quasi un giallo, un mistery. Si lascia seguire senza problemi tra i vari ragionamenti che i personaggi fanno per svelare l'assassino di turno.
Per quanto riguarda i personaggi, trovo che questi, di certo non siano stati messi a casaccio, ma ogni character, è stato studiato molto bene, andando a potenziarli su alcuni lati caratteriali in modo da farli riflettere, così da farli notare. (acconciature a parte per alcuni di loro) Tutti sono ben strutturati sui loro punti di forza e sui loro punti deboli, è qui, secondo me, il bello dell'anime, perché gioca molto sulle fragilità e i desideri delle "persone"
In cocnlusione, posso dire che lo consiglio veramente a tutti gli amanti del genere, perché sicuramente non se ne pentirebbero.
Opinione, da parte mia, strapositiva per Danganrompa, che mi ha lasciato davvero colpita e con l'entusiasmo che pochi anime mi hanno dato fino adesso.
Ribbadisco, quindi, che non dovete lasciarvelo scappare perché amerete ambientazione, psicologia e i personaggi che lo popolano!
Trama: Un gruppo di 15 studenti d'élite vengono rinchiusi in una scuola molto speciale, la Hope Peak's Academy. Per diplomarsi e uscire da lì, devono uccidere qualcuno e, essendo presenti solo loro all'interno della scuola, dovranno quindi uccidersi tra di loro. In alternativa, possono vivere pacificamente in quell'ambiente, per sempre. É un orso meccanico, chiamato Monokuma, a dare loro queste regole, precisando che ad ogni omicidio si terrà un Processo di Classe in cui gli studenti dovranno decidere chi sia il colpevole. Se scoprono la sua identità, questo verrà giustiziato. Se invece non ci riescono, il colpevole potrà diplomarsi e scappare dalla scuola, mentre saranno gli altri studenti ad essere giustiziati. Chi sarà lo studente vincitore?
Considerazioni: Per giudicare in modo giusto e obiettivo questo anime, è necessario e indispensabile operare un confronto con il videogioco dal quale è tratto, tenendo presente però anche dell'opera animata nel suo complesso.
Il gioco è bellissimo. Quando ne hanno annunciato l'anime ho pensato "Ecco, ci siamo, sarà una schifezza assurda" e non ci sono andata molto lontana. Prima di tutto, non si può ficcare una storia lunga e complessa come quella di Danganronpa in soli 13 episodi. Se avessero fatto una serie da 22-24 episodi forse sarebbe venuto fuori qualcosa di decente. E dico forse, perché le pecche di questa trasposizione non sono solo la velocità con cui il tutto si svolge. I disegni, ad esempio. Parliamo dei disegni, sì? No. Sono brutti, se confrontati con la official art del gioco (ma anche con altri anime). Per fortuna hanno lasciato gli stessi doppiatori, tutti fantastici, come sempre, che hanno alzato di parecchio il livello dell'opera. Eppure ho letto di gente che si è lamentata del fatto che non li hanno cambiati. Ma dico io...siete matti? In qualsiasi trasposizione videogame>anime, anime>videogame che si rispetti i doppiatori rimangono gli stessi. Oltretutto quelli di DR sono tutti professionisti, perciò, per quale assurda ragione avrebbero dovuto cambiarli?
Comunque, dicevo... le animazioni sono mediocri, tranne quelle stupefacenti delle Esecuzioni perché hanno mantenuto, e in parte migliorato, il livello di quelle del gioco. (Anche se la censura della prima Esecuzione non mi è andata tanto giù, però è anche vero che è quella che mi ha impressionata maggiormente, nel gioco).
Hanno tenuto anche le soundtracks eccezionali del videogame e, per un fan, non c'è niente di meglio, davvero. OP ed ED favolose poi.
Resta il fatto che, andando così veloce con le indagini, non si è avuto il tempo di conoscere bene i personaggi [a parte Leon, ciao Leon] e di apprezzare appieno il character-development che si vedeva nei Free Time Event del gioco. Quindi ovviamente la pecca del "personaggio piatto" e della "trama incomprensibile" si applicano a quest'anime, ma lo stesso accade per molte altre trasposizioni, purtroppo. Diciamo che si tratta per lo più di tentativi di far pubblicità all'opera originale. Tentativi più o meno riusciti, perché spesso si giudica l'opera originale al pari dell'anime (quindi l'anime di DR è mediocre/brutto = lo è anche il gioco). Eppure non è così.
Darei un 4,75, ma siccome non si possono dare mezzi voti, propendo per il 5. Non è così pessimo da essere bocciato su tutta la linea, ma non è sicuramente un lavoro accettabile.
Danganronpa non è un anime che mi sentirei di consigliare, ma se non avete la possibilità di giocare al videogame...non guardatelo comunque. Se invece siete fan del gioco, dateci un'occhiata, giusto per vedere la "regina" animata e le scene più belle (e dolorose) del gioco prendere vita sotto i vostri occhi.
Considerazioni: Per giudicare in modo giusto e obiettivo questo anime, è necessario e indispensabile operare un confronto con il videogioco dal quale è tratto, tenendo presente però anche dell'opera animata nel suo complesso.
Il gioco è bellissimo. Quando ne hanno annunciato l'anime ho pensato "Ecco, ci siamo, sarà una schifezza assurda" e non ci sono andata molto lontana. Prima di tutto, non si può ficcare una storia lunga e complessa come quella di Danganronpa in soli 13 episodi. Se avessero fatto una serie da 22-24 episodi forse sarebbe venuto fuori qualcosa di decente. E dico forse, perché le pecche di questa trasposizione non sono solo la velocità con cui il tutto si svolge. I disegni, ad esempio. Parliamo dei disegni, sì? No. Sono brutti, se confrontati con la official art del gioco (ma anche con altri anime). Per fortuna hanno lasciato gli stessi doppiatori, tutti fantastici, come sempre, che hanno alzato di parecchio il livello dell'opera. Eppure ho letto di gente che si è lamentata del fatto che non li hanno cambiati. Ma dico io...siete matti? In qualsiasi trasposizione videogame>anime, anime>videogame che si rispetti i doppiatori rimangono gli stessi. Oltretutto quelli di DR sono tutti professionisti, perciò, per quale assurda ragione avrebbero dovuto cambiarli?
Comunque, dicevo... le animazioni sono mediocri, tranne quelle stupefacenti delle Esecuzioni perché hanno mantenuto, e in parte migliorato, il livello di quelle del gioco. (Anche se la censura della prima Esecuzione non mi è andata tanto giù, però è anche vero che è quella che mi ha impressionata maggiormente, nel gioco).
Hanno tenuto anche le soundtracks eccezionali del videogame e, per un fan, non c'è niente di meglio, davvero. OP ed ED favolose poi.
Resta il fatto che, andando così veloce con le indagini, non si è avuto il tempo di conoscere bene i personaggi [a parte Leon, ciao Leon] e di apprezzare appieno il character-development che si vedeva nei Free Time Event del gioco. Quindi ovviamente la pecca del "personaggio piatto" e della "trama incomprensibile" si applicano a quest'anime, ma lo stesso accade per molte altre trasposizioni, purtroppo. Diciamo che si tratta per lo più di tentativi di far pubblicità all'opera originale. Tentativi più o meno riusciti, perché spesso si giudica l'opera originale al pari dell'anime (quindi l'anime di DR è mediocre/brutto = lo è anche il gioco). Eppure non è così.
Darei un 4,75, ma siccome non si possono dare mezzi voti, propendo per il 5. Non è così pessimo da essere bocciato su tutta la linea, ma non è sicuramente un lavoro accettabile.
Danganronpa non è un anime che mi sentirei di consigliare, ma se non avete la possibilità di giocare al videogame...non guardatelo comunque. Se invece siete fan del gioco, dateci un'occhiata, giusto per vedere la "regina" animata e le scene più belle (e dolorose) del gioco prendere vita sotto i vostri occhi.
"Danganronpa" è un anime di 13 episodi della stagione estiva 2013, tratto dall'omonimo gioco della Spike. E' ambientato in un'accademia nella quale 15 studenti vengono rinchiusi: per uscire da essa dovranno compiere un omicidio, uccidendo un loro compagno. Successivamente viene svolto un processo di classe per discutere del colpevole: se quest'ultimo riesce a non farsi scoprire, potrà diplomarsi e uscire dall'accademia, mentre tutti gli altri verranno uccisi. Al contrario, se l'assassino viene scoperto, verrà punito con la morte. Alla base di tutto vi è un orso meccanico chiamato Monokuma.
Ho iniziato questo anime con molte aspettative. Mi piacciono i survival game all'interno di un anime e, avendo precedentemente apprezzato sia Mirai Nikki che BTOOOM!, ero impaziente di poterlo vedere. Devo dire che sono rimasta molto delusa: infatti Danganronpa, sebbene in un primo momento parta bene, va avanti in modo ripetitivo e banale diventando addirittura noioso. Infatti per i primi 9 episodi verrà mantenuta sempre la stessa formula, cioè un omicidio seguito da un processo di classe.
Uno dei difetti principali di questa serie sono i personaggi: sebbene essi dovrebbero essere il punto forte di un survival, non vengono approfonditi psicologicamente, questo anche perché molti di loro vengono uccisi subito, senza dare il tempo di conoscerli meglio. Anzi, molti di loro fanno ragionamenti che non seguono uno schema logico preciso, facendoti venire voglia di entrare nell'anime e ammazzarli uno per uno. Per non parlare dell'artefice di tutto questo ( che non cito per evitare spoiler ), è uno dei personaggi più odiosi che abbia mai visto in un anime.
In quanto al finale, del quale cercherò di parlare senza fare troppi spoiler, mi ha deluso moltissimo: negli ultimi episodi l'anime si era risollevato un poco dalla banalità in cui era caduto, e invece…buonismo in quantità tali da dare alla nausea, la disperazione che sembra essere una malattia, proiettili di speranza, Monokuma giganti che distruggono la terra, nessun dettaglio su cosa è accaduto realmente nel mondo esterno…una cosa assurda.
Il comparto tecnico è nella norma: animazioni che non spiccano in modo particolare, ma che non sono nemmeno brutte, opening ed ending carine, OST pure, ma niente di speciale alla fine. Tranne che per quell'orrenda canzone di Monokuma che viene sostituita alla opening in uno dei primi episodi.
Non so di preciso perché gli do la sufficienza, ma devo dire che in fondo l'anime mi è piaciuto e i misteri sono interessanti, a parte il finale.
Voto finale: 6.
Ho iniziato questo anime con molte aspettative. Mi piacciono i survival game all'interno di un anime e, avendo precedentemente apprezzato sia Mirai Nikki che BTOOOM!, ero impaziente di poterlo vedere. Devo dire che sono rimasta molto delusa: infatti Danganronpa, sebbene in un primo momento parta bene, va avanti in modo ripetitivo e banale diventando addirittura noioso. Infatti per i primi 9 episodi verrà mantenuta sempre la stessa formula, cioè un omicidio seguito da un processo di classe.
Uno dei difetti principali di questa serie sono i personaggi: sebbene essi dovrebbero essere il punto forte di un survival, non vengono approfonditi psicologicamente, questo anche perché molti di loro vengono uccisi subito, senza dare il tempo di conoscerli meglio. Anzi, molti di loro fanno ragionamenti che non seguono uno schema logico preciso, facendoti venire voglia di entrare nell'anime e ammazzarli uno per uno. Per non parlare dell'artefice di tutto questo ( che non cito per evitare spoiler ), è uno dei personaggi più odiosi che abbia mai visto in un anime.
In quanto al finale, del quale cercherò di parlare senza fare troppi spoiler, mi ha deluso moltissimo: negli ultimi episodi l'anime si era risollevato un poco dalla banalità in cui era caduto, e invece…buonismo in quantità tali da dare alla nausea, la disperazione che sembra essere una malattia, proiettili di speranza, Monokuma giganti che distruggono la terra, nessun dettaglio su cosa è accaduto realmente nel mondo esterno…una cosa assurda.
Il comparto tecnico è nella norma: animazioni che non spiccano in modo particolare, ma che non sono nemmeno brutte, opening ed ending carine, OST pure, ma niente di speciale alla fine. Tranne che per quell'orrenda canzone di Monokuma che viene sostituita alla opening in uno dei primi episodi.
Non so di preciso perché gli do la sufficienza, ma devo dire che in fondo l'anime mi è piaciuto e i misteri sono interessanti, a parte il finale.
Voto finale: 6.
Danganronpa è un anime che ha fatto molto discutere di sé, e farà discutere ancora. In generale, un anime difficile da scordare, soprattutto per il suo inizio promettente, e per quanto tutto sia stato mandato al diavolo per dare spazio al trash. Io, da amante dei survival game, non me lo sono lasciato scappare, anzi, questo tipo di survival game mi mancava. Perché, Danganronpa, è molto interessante, e seppur abbia l'ambientazione classica di una scuola, presenta regole e misteri davvero molto strane ma allo stesso tempo intriganti. Però, alla fine, seppur mi interessava e aspettavo con impazienza che uscisse l'episodio successivo, la serie mi ha deluso molto per gli evidentissimi problemi che presenta, di cui non si può chiudere nemmeno mezzo occhio.
Passiamo subito ai difetti della serie. La serie è l'adattamento ad anime dell'omonima visual novel. Ecco, questo è già un problema. Non si capisce se la serie sia "adattata troppo bene", o in un modo pessimo. Ovvero, sembra quasi di giocare al videogioco, e non di vedere l'anime. Le scene rispetto il videogioco sono le stesse e non vengono, quindi, adattate e tutto diventa trash. Danganronpa sicuramente verrà ricordato come una delle serie trash peggiori mai realizzate. Il trash a volte può far bene ad una serie, ma quando è insensato o eccessivo la danneggia. Danganronpa è un ammasso contente trash insensato ed eccessivo, usato male, assurdo, e a volte fastidioso. Non ci stupiremo, infatti, delle scene o delle azioni assurde che vedremo nel corso della serie dopo esserci abituati in partenza.
Oltre questi due grandi difetti che sono i più gravi (adattamento pessimo e trash), perché racchiudono un po' tutto, la serie ne presenta un'altra bella dose sostanziosa. Che personaggi ci aspettiamo da un survival game? Quantomeno personaggi intriganti, magari che ragionino un po' e non risultino troppo stupidi, ma che perlomeno riescano a fare il loro lavoro, ovvero risultare "buoni" allo spettatore, cioè adatti ad un survival game. I personaggi, risentono anche loro dell'adattamento pessimo. Se nel gioco si può giocare di più e quindi si conoscono meglio i personaggi, nella serie vengono oscurati e risultano un po' anonimi, soprattutto per la durata e per gli eccessivi eventi. Personaggi anonimi in un survival game è sinonimo di un survival game mediocre. Oltre che anonimi, sono anche stupidi, con ragionamenti insensati, e azioni che fanno cadere le braccia.
Altri difetti evidenti sono la banalità dei processi di classe (non vorrei entrare nel profondo per non spoilerare) e anche questo per un anime di genere mistero e diciamo un po' anche psicologico è un grosso guaio. Mentre lo sviluppo della storia è quantomeno discreto, sempre contornato da misteri e da nuovi dubbi, ma va a rovinarsi con un finale assurdo dove il trash regna sovrano. Un'altra scelta che è stata molto discussa, è quella del sangue fucsia. Ebbene sì, ma qui non ho da lamentarmi in quanto è una scelta presentata già nel gioco e la possiamo definire come una scelta stilista trash.
L'animazione è molto trash e adattata male (o, ripeto, "alla perfezione"). Lo stile dei personaggi è particolare e lo premio. L'opening è carina e ha un po' la sua dose di pazzia, mentre l'ending è sufficiente. Le OST sono buone.
In definitiva, un anime che soggettivamente mi è piaciuto, in quanto adoro i misteri, i survival game, le assurdità negli anime e il trash, e di cui aspettavo impazientemente il prossimo episodio, ma che oggettivamente cala da tutte le parti. Le uniche cose che si salvano sono la trama e il comparto sonoro. Un anime che quantomeno mi ha intrattenuto e quindi sono contento di averlo visto. Non lo sconsiglio; lo consiglio nonostante gli abbia dato una mediocrità perché secondo me bisognerebbe vederlo e farsi un'idea della serie.
Passiamo subito ai difetti della serie. La serie è l'adattamento ad anime dell'omonima visual novel. Ecco, questo è già un problema. Non si capisce se la serie sia "adattata troppo bene", o in un modo pessimo. Ovvero, sembra quasi di giocare al videogioco, e non di vedere l'anime. Le scene rispetto il videogioco sono le stesse e non vengono, quindi, adattate e tutto diventa trash. Danganronpa sicuramente verrà ricordato come una delle serie trash peggiori mai realizzate. Il trash a volte può far bene ad una serie, ma quando è insensato o eccessivo la danneggia. Danganronpa è un ammasso contente trash insensato ed eccessivo, usato male, assurdo, e a volte fastidioso. Non ci stupiremo, infatti, delle scene o delle azioni assurde che vedremo nel corso della serie dopo esserci abituati in partenza.
Oltre questi due grandi difetti che sono i più gravi (adattamento pessimo e trash), perché racchiudono un po' tutto, la serie ne presenta un'altra bella dose sostanziosa. Che personaggi ci aspettiamo da un survival game? Quantomeno personaggi intriganti, magari che ragionino un po' e non risultino troppo stupidi, ma che perlomeno riescano a fare il loro lavoro, ovvero risultare "buoni" allo spettatore, cioè adatti ad un survival game. I personaggi, risentono anche loro dell'adattamento pessimo. Se nel gioco si può giocare di più e quindi si conoscono meglio i personaggi, nella serie vengono oscurati e risultano un po' anonimi, soprattutto per la durata e per gli eccessivi eventi. Personaggi anonimi in un survival game è sinonimo di un survival game mediocre. Oltre che anonimi, sono anche stupidi, con ragionamenti insensati, e azioni che fanno cadere le braccia.
Altri difetti evidenti sono la banalità dei processi di classe (non vorrei entrare nel profondo per non spoilerare) e anche questo per un anime di genere mistero e diciamo un po' anche psicologico è un grosso guaio. Mentre lo sviluppo della storia è quantomeno discreto, sempre contornato da misteri e da nuovi dubbi, ma va a rovinarsi con un finale assurdo dove il trash regna sovrano. Un'altra scelta che è stata molto discussa, è quella del sangue fucsia. Ebbene sì, ma qui non ho da lamentarmi in quanto è una scelta presentata già nel gioco e la possiamo definire come una scelta stilista trash.
L'animazione è molto trash e adattata male (o, ripeto, "alla perfezione"). Lo stile dei personaggi è particolare e lo premio. L'opening è carina e ha un po' la sua dose di pazzia, mentre l'ending è sufficiente. Le OST sono buone.
In definitiva, un anime che soggettivamente mi è piaciuto, in quanto adoro i misteri, i survival game, le assurdità negli anime e il trash, e di cui aspettavo impazientemente il prossimo episodio, ma che oggettivamente cala da tutte le parti. Le uniche cose che si salvano sono la trama e il comparto sonoro. Un anime che quantomeno mi ha intrattenuto e quindi sono contento di averlo visto. Non lo sconsiglio; lo consiglio nonostante gli abbia dato una mediocrità perché secondo me bisognerebbe vederlo e farsi un'idea della serie.
Con molta curiosità mi sono approcciata alla visione di "Danganronpa", anime tratto dall'omonimo videogioco, poiché il genere poliziesco/survival game suscita in me sempre un certo fascino. Non avevo particolari aspettative, non conoscendo praticamente nulla riguardo alla serie, eppure sono riuscita lo stesso a rimanere delusa.
Le premesse, che sembrano andare molto forte in questo periodo, sono le seguenti: Naegi vince con la sua fortuna una borsa di studio che gli permetterà di studiare in una rinomatissima Accademia, che accoglie ragazzi talentuosi da tutto il mondo/Giappone (non si capisce bene). Presto, i nostri quindici baldi giovini si ritroveranno alle prese con Processi di Classe e risoluzione di delitti: le condizioni del burattinaio -un orso bicolore assolutamente disgustoso ed irritante- sono che loro potranno uscire dalla scuola solo qualora commetteranno un omicidio senza farsi scoprire dagli altri studenti. L'alternativa, è una "punizione" ad opera del sopracitato Monokuma.
Già i primi episodi colpiscono subito per la loro demenzialità: a partire dal character design dei personaggi, continuando con le loro voci e il loro modo di comportarsi, per concludere con il primo omicidio. Tutto è troppo enfatizzato, troppo portato al limite, troppo "strambo" per essere anche solo credibile che si parli di una scuola nella quale si commettono omicidi; ma tant'è, e tanto vale farsene una ragione.
Quando il cadavere di una vittima viene scoperto da tre persone, viene annunciato l'inizio delle indagini: gli studenti si mobilitano per cercare ogni indizio possibile nello spazio a loro concesso, e quando il burattinaio è stanco, annuncia l'inizio del Processo di Classe, dove bisogna discutere insieme su indizi e prove e scovare il colpevole.
Ho trovato molto furba -e invero molto azzeccata- questa scelta di dotare Monokuma di un vero e proprio potere assoluto: la trama procede troppo lenta? Interrompiamo le indagini. C'è bisogno di un colpo di scena? Facciamogli fare un annuncio straordinario. Quasi tutti gli indizi che ci giungono, soprattutto con l'avvicinarsi del processo finale, nella maggior parte dei casi ci vengono forniti da un intervento di Monokuma, e ciò rende quasi tutti i personaggi fondamentalmente inutili. Infatti, questi iniziano a suscitare un minimo di interesse nello spettatore solo da metà serie in poi, ovvero quando il loro numero in un modo o nell'altro viene dimezzato (e ciò porterà anche ad un minimo di sviluppi interessanti).
La trama è molto lineare nel suo svolgersi, per via dello schema omicidio-processo-punizione, e ciò alla lunga risulta davvero noioso, a maggior ragione perché nei processi di classe, il colpevole sarà sempre la persona con l'alibi migliore e la più insospettabile, quella che si credeva la più innocente. Anche in quell'unica occasione dove la situazione vittima-carnefice è diversa dal solito, il tutto non viene sfruttato, e si pensa invece di dare allo spettatore tutti gli indizi necessari alla comprensione della soluzione, quando invece si poteva puntare su qualcosa di più contorto.
La grafica è abbastanza nella norma, non spicca per eccellenza o innovazione ne è particolarmente brutta. Da quel che ho capito si rimane molto attaccati all'impostazione del videogioco, fatto che in certi punti può risultare perfino irritante. Le uniche situazioni un po' particolari sono quelle delle punizioni, dove si adotta un tipo di disegno diverso.
Le musiche sono molto grintose, ma non ce n'è nessuna di particolarmente memorabile. La opening è carina, l'ending pure, ma quell'orribile canzoncina di Monokuma in uno dei primi episodi non si può proprio sentire.
In conclusione, "Danganronpa" è un anime che sconsiglio vivamente, quel che poteva esserci di buono non è stato sfruttato a dovere tranne che negli ultimi episodi. Il finale lascia basiti per la sua mancanza di un qualsiasi senso logico, ma anzi per la sovrabbondanza di irritante buonismo, e non ha fatto altro che rovinare delle interessanti premesse che si erano venute a creare nei quattro episodi precedenti.
I personaggi sono insignificanti, con l'eccezione di tre o quattro, e proprio perché sono così tanti non si ha il tempo materiale di approfondirli a dovere.
Il trash non manca di certo -vedi il sangue fucsia o la trovata del burro, davvero nauseante- tanto che in alcuni punti si arriva a chiedersi perché si sta continuando a guardare questa serie.
Voto finale: 4, solo per quel pochissimo che c'è di buono negli episodi dall'otto al dodici.
Le premesse, che sembrano andare molto forte in questo periodo, sono le seguenti: Naegi vince con la sua fortuna una borsa di studio che gli permetterà di studiare in una rinomatissima Accademia, che accoglie ragazzi talentuosi da tutto il mondo/Giappone (non si capisce bene). Presto, i nostri quindici baldi giovini si ritroveranno alle prese con Processi di Classe e risoluzione di delitti: le condizioni del burattinaio -un orso bicolore assolutamente disgustoso ed irritante- sono che loro potranno uscire dalla scuola solo qualora commetteranno un omicidio senza farsi scoprire dagli altri studenti. L'alternativa, è una "punizione" ad opera del sopracitato Monokuma.
Già i primi episodi colpiscono subito per la loro demenzialità: a partire dal character design dei personaggi, continuando con le loro voci e il loro modo di comportarsi, per concludere con il primo omicidio. Tutto è troppo enfatizzato, troppo portato al limite, troppo "strambo" per essere anche solo credibile che si parli di una scuola nella quale si commettono omicidi; ma tant'è, e tanto vale farsene una ragione.
Quando il cadavere di una vittima viene scoperto da tre persone, viene annunciato l'inizio delle indagini: gli studenti si mobilitano per cercare ogni indizio possibile nello spazio a loro concesso, e quando il burattinaio è stanco, annuncia l'inizio del Processo di Classe, dove bisogna discutere insieme su indizi e prove e scovare il colpevole.
Ho trovato molto furba -e invero molto azzeccata- questa scelta di dotare Monokuma di un vero e proprio potere assoluto: la trama procede troppo lenta? Interrompiamo le indagini. C'è bisogno di un colpo di scena? Facciamogli fare un annuncio straordinario. Quasi tutti gli indizi che ci giungono, soprattutto con l'avvicinarsi del processo finale, nella maggior parte dei casi ci vengono forniti da un intervento di Monokuma, e ciò rende quasi tutti i personaggi fondamentalmente inutili. Infatti, questi iniziano a suscitare un minimo di interesse nello spettatore solo da metà serie in poi, ovvero quando il loro numero in un modo o nell'altro viene dimezzato (e ciò porterà anche ad un minimo di sviluppi interessanti).
La trama è molto lineare nel suo svolgersi, per via dello schema omicidio-processo-punizione, e ciò alla lunga risulta davvero noioso, a maggior ragione perché nei processi di classe, il colpevole sarà sempre la persona con l'alibi migliore e la più insospettabile, quella che si credeva la più innocente. Anche in quell'unica occasione dove la situazione vittima-carnefice è diversa dal solito, il tutto non viene sfruttato, e si pensa invece di dare allo spettatore tutti gli indizi necessari alla comprensione della soluzione, quando invece si poteva puntare su qualcosa di più contorto.
La grafica è abbastanza nella norma, non spicca per eccellenza o innovazione ne è particolarmente brutta. Da quel che ho capito si rimane molto attaccati all'impostazione del videogioco, fatto che in certi punti può risultare perfino irritante. Le uniche situazioni un po' particolari sono quelle delle punizioni, dove si adotta un tipo di disegno diverso.
Le musiche sono molto grintose, ma non ce n'è nessuna di particolarmente memorabile. La opening è carina, l'ending pure, ma quell'orribile canzoncina di Monokuma in uno dei primi episodi non si può proprio sentire.
In conclusione, "Danganronpa" è un anime che sconsiglio vivamente, quel che poteva esserci di buono non è stato sfruttato a dovere tranne che negli ultimi episodi. Il finale lascia basiti per la sua mancanza di un qualsiasi senso logico, ma anzi per la sovrabbondanza di irritante buonismo, e non ha fatto altro che rovinare delle interessanti premesse che si erano venute a creare nei quattro episodi precedenti.
I personaggi sono insignificanti, con l'eccezione di tre o quattro, e proprio perché sono così tanti non si ha il tempo materiale di approfondirli a dovere.
Il trash non manca di certo -vedi il sangue fucsia o la trovata del burro, davvero nauseante- tanto che in alcuni punti si arriva a chiedersi perché si sta continuando a guardare questa serie.
Voto finale: 4, solo per quel pochissimo che c'è di buono negli episodi dall'otto al dodici.
Oddio lo schifo... ma andiamo con ordine.
Il comparto grafico è qualcosa di enormemente particolare, dato che l'anime utilizzerà principalmente tre stili grafici.
Durante le scene "normali", avremo una normale grafica animata sostanzialmente piacevole e godibile, mentre durante alcune scene particolari (le punizioni) partirà una grafica molto particolare, ma comunque ancora godibile secondo il gusto personale. Durante alcune scene, fortunatamente brevi, i personaggi saranno sostituiti con dei cartonati immobili, disegnati con lo stesso stile delle parti "normali"... purtroppo hanno combinato immagini bidimensionali con movimenti d'inquadratura non ortogonali ed un posizionamento dei personaggi in modo non parallelo; in parole povere, vedremo le sagome di piatto, cosa che dà una sensazione assolutamente orribile.
Per quanto riguarda le musiche, fanno il loro lavoro, non risaltano per bellezza ma non le ho trovate disturbanti.
Analizziamo quindi la trama; sebbene l'incipit sia sostanzialmente interessante, la reale consistenza della trama fa vergognare la carta velina, risultando enormemente forzata e ridicola (tali sensazioni sono però dovute alla coesistenza della trama con... tutto il resto dell'anime, sono abbastanza convinto che rimaneggiata anche poco, essa possa essere una trama interessante e di tutto rispetto, ma non qui). Purtroppo non c'è molto altro da dire, in quanto la trama presentataci sarà sostanzialmente breve e, curiosamente, molto parziale, lasciando tantissime domande aperte (alieni arcobaleno? distruzione del mondo? come è arrivato lì il grande Mazinga?).
Passiamo quindi alla narrazione, sostanzialmente... meh, ciclica e relativamente noiosa. Già dalle prime puntate ci verrà presentato un andamento ricorrente e periodico, con eventi che si ripetono sostanzialmente simili e noiosamente simili. Sebbene i dettagli specifici degli omicidi siano ben diversificati, persino gli smascheramenti risultano essere enormemente ripetitivi e vergognosi. Il colpevole che va in fibrillazione alla prima scusa (e che poteva inventarsi un alibi migliore), ed il nostro Naegi che si dimostrerà un detective incredibile, nonché un avvocato mancato, vista la sua passione per obiettare (notarsi che ogni obiezione sarà accompagnata da un proiettile/cartonato che verrà lanciato contro l'obiettato (?) rompendo un cartello semitrasparente come a dire "infrango la tua tesi!"... rivoglio il mio amato Conan). Va comunque detto che fuori da questi loop infernali, non si è annoiati.
Ed eccoci a parlare dei personaggi. Allora, partiranno in 15, ed ognuno di loro sarà caratterizzato da un titolo ben specifico (Studente Super Mega X, con X che varia da Hacker a Teppista passando per Disperazione e simili amenità), il quale ci farà comodo per tener a mente i vari stereotipi cui fanno riferimento. Mh? La caratterizzazione? No, evidentemente non serviva o non c'era tempo, anzi, persino la mera coerenza non è garantita. Il comportamento di questi ragazzi, difatti, è assolutamente irreale ed imprevedibile, visto che sono sostanzialmente tutti assassini provetti incapaci della più banale pokerface... sarà. Da notarsi inoltre l'enorme, immensa profondità dell'antagonista, che durante il suo discorso ci delizierà parlando in vari modi, dal malinconico al lolita al ridente delirante al serioso. Insomma, ci darà subito l'impressione di essere semplicemente svitato...
Passiamo quindi ai commenti generali: l'anime presenterà colpi di scena inaspettati (poiché totalmente imprevedibili e casuali) che spesso saranno talmente rilevanti da palesarsi nel loro duplice aspetto di forzatura e ciofeca (dal napoletano: schifezza). Saremo inoltre violentati da drammi personali di calibro vergognoso, roba del livello "uno di voi ha ammazzato la mia amica, ed allora io per ripicca ci faccio ammazzare tutti", sinonimo di grande spirito sportivo. È da notarsi inoltre la magnificenza del finale, buonista, idealista e stucchevole a livelli terribili. Il protagonista che fa ad ogni amico, uno ad uno, il "discorsetto della speranza" per motivarli, ribaltando le sorti della situazione...
In definitiva, aspettavo di criticare quest'anime dalla puntata 8, quando ho iniziato a sentir l'odore acre e pungente che gli associo; non saprei davvero a chi consigliarlo, probabilmente ai fan del videogioco (che potrebbero apprezzarlo meglio di me magari, dato che non lo conosco minimamente), ma ho i miei dubbi.
Il comparto grafico è qualcosa di enormemente particolare, dato che l'anime utilizzerà principalmente tre stili grafici.
Durante le scene "normali", avremo una normale grafica animata sostanzialmente piacevole e godibile, mentre durante alcune scene particolari (le punizioni) partirà una grafica molto particolare, ma comunque ancora godibile secondo il gusto personale. Durante alcune scene, fortunatamente brevi, i personaggi saranno sostituiti con dei cartonati immobili, disegnati con lo stesso stile delle parti "normali"... purtroppo hanno combinato immagini bidimensionali con movimenti d'inquadratura non ortogonali ed un posizionamento dei personaggi in modo non parallelo; in parole povere, vedremo le sagome di piatto, cosa che dà una sensazione assolutamente orribile.
Per quanto riguarda le musiche, fanno il loro lavoro, non risaltano per bellezza ma non le ho trovate disturbanti.
Analizziamo quindi la trama; sebbene l'incipit sia sostanzialmente interessante, la reale consistenza della trama fa vergognare la carta velina, risultando enormemente forzata e ridicola (tali sensazioni sono però dovute alla coesistenza della trama con... tutto il resto dell'anime, sono abbastanza convinto che rimaneggiata anche poco, essa possa essere una trama interessante e di tutto rispetto, ma non qui). Purtroppo non c'è molto altro da dire, in quanto la trama presentataci sarà sostanzialmente breve e, curiosamente, molto parziale, lasciando tantissime domande aperte (alieni arcobaleno? distruzione del mondo? come è arrivato lì il grande Mazinga?).
Passiamo quindi alla narrazione, sostanzialmente... meh, ciclica e relativamente noiosa. Già dalle prime puntate ci verrà presentato un andamento ricorrente e periodico, con eventi che si ripetono sostanzialmente simili e noiosamente simili. Sebbene i dettagli specifici degli omicidi siano ben diversificati, persino gli smascheramenti risultano essere enormemente ripetitivi e vergognosi. Il colpevole che va in fibrillazione alla prima scusa (e che poteva inventarsi un alibi migliore), ed il nostro Naegi che si dimostrerà un detective incredibile, nonché un avvocato mancato, vista la sua passione per obiettare (notarsi che ogni obiezione sarà accompagnata da un proiettile/cartonato che verrà lanciato contro l'obiettato (?) rompendo un cartello semitrasparente come a dire "infrango la tua tesi!"... rivoglio il mio amato Conan). Va comunque detto che fuori da questi loop infernali, non si è annoiati.
Ed eccoci a parlare dei personaggi. Allora, partiranno in 15, ed ognuno di loro sarà caratterizzato da un titolo ben specifico (Studente Super Mega X, con X che varia da Hacker a Teppista passando per Disperazione e simili amenità), il quale ci farà comodo per tener a mente i vari stereotipi cui fanno riferimento. Mh? La caratterizzazione? No, evidentemente non serviva o non c'era tempo, anzi, persino la mera coerenza non è garantita. Il comportamento di questi ragazzi, difatti, è assolutamente irreale ed imprevedibile, visto che sono sostanzialmente tutti assassini provetti incapaci della più banale pokerface... sarà. Da notarsi inoltre l'enorme, immensa profondità dell'antagonista, che durante il suo discorso ci delizierà parlando in vari modi, dal malinconico al lolita al ridente delirante al serioso. Insomma, ci darà subito l'impressione di essere semplicemente svitato...
Passiamo quindi ai commenti generali: l'anime presenterà colpi di scena inaspettati (poiché totalmente imprevedibili e casuali) che spesso saranno talmente rilevanti da palesarsi nel loro duplice aspetto di forzatura e ciofeca (dal napoletano: schifezza). Saremo inoltre violentati da drammi personali di calibro vergognoso, roba del livello "uno di voi ha ammazzato la mia amica, ed allora io per ripicca ci faccio ammazzare tutti", sinonimo di grande spirito sportivo. È da notarsi inoltre la magnificenza del finale, buonista, idealista e stucchevole a livelli terribili. Il protagonista che fa ad ogni amico, uno ad uno, il "discorsetto della speranza" per motivarli, ribaltando le sorti della situazione...
In definitiva, aspettavo di criticare quest'anime dalla puntata 8, quando ho iniziato a sentir l'odore acre e pungente che gli associo; non saprei davvero a chi consigliarlo, probabilmente ai fan del videogioco (che potrebbero apprezzarlo meglio di me magari, dato che non lo conosco minimamente), ma ho i miei dubbi.
Dangaronpa è un'opera che mi ha lasciato profondamente interdetto, affermo questo poiché in certi episodi l'opera ha saputo illudermi, facendomi credere erroneamente che si fosse parzialmente riscattata, purtroppo si è rivelato un prodotto spregevole, e per evitare che la mia recensione si tramuti in "dileggio gratuito", ho ritenuto fosse più carino e divertente offrire una visione del mio punto di vista che si discosta dalla solita analisi. A tal proposito ho chiesto aiuto ai grandi classici della lingua italiana, facendo riferimento in particolare a Dante e a Petrarca, con l'aggiunta qua e là di arcaismi del '200 e del '300 italiano.
Gentili dame et cortesi messeri, est cum summa mestizia che m'accingo a scribacchiare d'un historia sì mesta et orribile. Il sol pensier mi duole la curina. La trista sasone de la state de l'anno domini 2013 est invero miserrima di buona sub stantia et esto Dangaronpa est claro essempro.
"Dangaronpa" est una pelicula de la sasone de la state de l'anno domini 2013 cumposta da 12 parti di 24 minuti ciascheuno. L'opera naço da lo video ludo de l'anno domini 2010 de la medesima nomea.
Historia: lo pingue, turpe et meticcio plantigrado "Uno Orso" est assai empio. Codesta creatura trae diletto nello scorger giovin virgulti scannarsi tra loro et invero trae maggior diletto nell' inscenar farlocche inquisizioni. La caccia allo novello meciaro est la cagione de le inquisizioni. Acconcio contrappasso attende lo reo villano. Li giovincelli furon invero assai lesti nel trucidar li loro amici. Ecco che, l'humicidiale furia ratta s'apprende, et lo torvo urside se ne bea manigoldo. Ogne cagione est buona par trucidar uno novello sciaurato.
L'oculo: turpe est l'acconcio verbo. Lochi semper tetri et umana imago parva, sanza attenzione et sanza cura. Le movenze paion assai fallaci et artifiziose. Qual bruttura lì disegni!
L'auricola: qual dileggio par le cervella! Le musiche tutte paion esser sonate da li diavolacci degl'inferi vel li musicanti ebbri de cervogia. Le voci son spremitura de olive.
Li sciaurati: ahi qual mestizia! Quali anime prave! Qual masnada d'imbelli! La lor persona est spoglia d'ogni virtute vel beltade alcuna, come cenci lerci di lebbrosi sudari. Paion tutti medesimi homini col sembiante di donne et vice versa. Sol le poppe paion distinguersi in siffatto putridume!
Lo tomo: qual tedio! Qual sopore! Lo tempo est mera illusione da mago. Li giorni son anni et li anni son giorni, chi mai ne ha semenza? Niuno, oserei profferir. Lo ritmo fugge assai prestamente. La crudità et la morte son abondevoli et lo fan servigio impera in ogne loco! Li dibattimenti son tristi, assai tristi. Qual corbelleria est mai codesta?
La fine: burla sanza risa! Orribile et marrana, una blasfemia par l'intendimento! Vacua et sanza niuna ragione. Un'onta par l'umana spezie! Alle etterne segrete lo fellone Uno urside!
In conclusione: esto "Dangaronpa" est esecrabile sanza veruna lodo, bieco sortilegio de fattucchiera, vitiperio de l'umano savere, parvo d'ogne virtute. Sol degno de li sacripanti fallomarmocchi et li otachi gaglioffi di mal pertugio. Non scorgetelo o voi soavi d'ingegno et pulcri d'aurea virtute.
Glossario
Cagione: motivazione; cervogia: birra; curina: testa; humicidiale: omicida; imago: aspetto; meciaro: assassino; niuno: nessuno; pingue: obeso; pravo: malvagio; prestamente: rapidamente; pulcro: bello; sasone: stagione; sciaurato: sciagurato; semenza: conoscenza; spezie: specie; state: estate; torvo: bieco; veruna: alcuna.
Gentili dame et cortesi messeri, est cum summa mestizia che m'accingo a scribacchiare d'un historia sì mesta et orribile. Il sol pensier mi duole la curina. La trista sasone de la state de l'anno domini 2013 est invero miserrima di buona sub stantia et esto Dangaronpa est claro essempro.
"Dangaronpa" est una pelicula de la sasone de la state de l'anno domini 2013 cumposta da 12 parti di 24 minuti ciascheuno. L'opera naço da lo video ludo de l'anno domini 2010 de la medesima nomea.
Historia: lo pingue, turpe et meticcio plantigrado "Uno Orso" est assai empio. Codesta creatura trae diletto nello scorger giovin virgulti scannarsi tra loro et invero trae maggior diletto nell' inscenar farlocche inquisizioni. La caccia allo novello meciaro est la cagione de le inquisizioni. Acconcio contrappasso attende lo reo villano. Li giovincelli furon invero assai lesti nel trucidar li loro amici. Ecco che, l'humicidiale furia ratta s'apprende, et lo torvo urside se ne bea manigoldo. Ogne cagione est buona par trucidar uno novello sciaurato.
L'oculo: turpe est l'acconcio verbo. Lochi semper tetri et umana imago parva, sanza attenzione et sanza cura. Le movenze paion assai fallaci et artifiziose. Qual bruttura lì disegni!
L'auricola: qual dileggio par le cervella! Le musiche tutte paion esser sonate da li diavolacci degl'inferi vel li musicanti ebbri de cervogia. Le voci son spremitura de olive.
Li sciaurati: ahi qual mestizia! Quali anime prave! Qual masnada d'imbelli! La lor persona est spoglia d'ogni virtute vel beltade alcuna, come cenci lerci di lebbrosi sudari. Paion tutti medesimi homini col sembiante di donne et vice versa. Sol le poppe paion distinguersi in siffatto putridume!
Lo tomo: qual tedio! Qual sopore! Lo tempo est mera illusione da mago. Li giorni son anni et li anni son giorni, chi mai ne ha semenza? Niuno, oserei profferir. Lo ritmo fugge assai prestamente. La crudità et la morte son abondevoli et lo fan servigio impera in ogne loco! Li dibattimenti son tristi, assai tristi. Qual corbelleria est mai codesta?
La fine: burla sanza risa! Orribile et marrana, una blasfemia par l'intendimento! Vacua et sanza niuna ragione. Un'onta par l'umana spezie! Alle etterne segrete lo fellone Uno urside!
In conclusione: esto "Dangaronpa" est esecrabile sanza veruna lodo, bieco sortilegio de fattucchiera, vitiperio de l'umano savere, parvo d'ogne virtute. Sol degno de li sacripanti fallomarmocchi et li otachi gaglioffi di mal pertugio. Non scorgetelo o voi soavi d'ingegno et pulcri d'aurea virtute.
Glossario
Cagione: motivazione; cervogia: birra; curina: testa; humicidiale: omicida; imago: aspetto; meciaro: assassino; niuno: nessuno; pingue: obeso; pravo: malvagio; prestamente: rapidamente; pulcro: bello; sasone: stagione; sciaurato: sciagurato; semenza: conoscenza; spezie: specie; state: estate; torvo: bieco; veruna: alcuna.
Danganronpa è tratto dall'omonimo videogioco prodotto dalla Spike dove quindici studenti si ritrovano rinchiusi in una scuola chiamata "L'Accademia della Speranza" il cui bizzarro preside è un orso giocattolo chiamato Monokuma.
Quest'ultimo si presenterà come il burattinaio e alla cerimonia di apertura rivelerà agli studenti una sconcertante realtà: l'unico modo per poter uscire da quella scuola è commettere un omicidio riuscendo a farla franca nei processi di classe.
Se il colpevole non verrà scoperto potrà "diplomarsi" e i restanti ragazzi verranno uccisi per punizione; viceversa se l'assassino viene smascherato, sarà giustiziato dallo stesso Monokuma.
Anche se questa è la versione animata, non sono riuscita a staccarmi di dosso la sensazione di vivere all'interno del videogioco e rivivere passivamente il tutto. La grafica, la regia, il sangue fucsia e addirittura la soundtrack dava l'impressione di una visual novel animata e questo non mi ha influito positivamente.
I personaggi sono fin troppo scontati e stereotipati, anche senza la presentazione iniziale non è difficile indovinare i loro ruoli.
La trama, inoltre, nel corso degli episodi procede molto a rilento, riscattandosi solo negli ultimi episodi dove vengono accennati i motivi della reclusione degli studenti.
Purtroppo anche in questo, che è il mistero principale della storia, lo spettatore non ha avuto una spiegazione sufficiente lasciandogli solo grossi punti di domanda e il pensiero di essere stato trollato da Naegi ed i suoi proiettili della speranza.
Quest'ultimo si presenterà come il burattinaio e alla cerimonia di apertura rivelerà agli studenti una sconcertante realtà: l'unico modo per poter uscire da quella scuola è commettere un omicidio riuscendo a farla franca nei processi di classe.
Se il colpevole non verrà scoperto potrà "diplomarsi" e i restanti ragazzi verranno uccisi per punizione; viceversa se l'assassino viene smascherato, sarà giustiziato dallo stesso Monokuma.
Anche se questa è la versione animata, non sono riuscita a staccarmi di dosso la sensazione di vivere all'interno del videogioco e rivivere passivamente il tutto. La grafica, la regia, il sangue fucsia e addirittura la soundtrack dava l'impressione di una visual novel animata e questo non mi ha influito positivamente.
I personaggi sono fin troppo scontati e stereotipati, anche senza la presentazione iniziale non è difficile indovinare i loro ruoli.
La trama, inoltre, nel corso degli episodi procede molto a rilento, riscattandosi solo negli ultimi episodi dove vengono accennati i motivi della reclusione degli studenti.
Purtroppo anche in questo, che è il mistero principale della storia, lo spettatore non ha avuto una spiegazione sufficiente lasciandogli solo grossi punti di domanda e il pensiero di essere stato trollato da Naegi ed i suoi proiettili della speranza.
Terminata la visione solo da qualche minuto Danganrompa da più una parvenza di introduzione alla vera serie che dovrebbe venire piuttosto che un senso di completezza, ma andiamo per gradi.
La serie si ispira ad un gioco e si presenta come una serie simil poliziesca, con morti, ricerca di indizi ed un processo con la consecutiva esecuzione del colpevole, l'idea di base è molto interessante, un determinato numero di studenti (con attributi del tipo super-fortunato, super-atleta e così via) vengono rinchiusi in una scuola, in cui si dovranno uccidere a vicenda giustiziando ogni volta il giusto colpevole, fino alla vittoria di un solo studente.
In pratica la serie sarà divisa di norma in archi da 2 episodi con assassinio nel primo e ricerca degli indizi e processo nella seconda, il tutto gestito dal preside della scuola, un "amorevole" orsacchiotto robotico dalla voce "soave" che tenterà in tutti i modi di spingerli ad uccidersi per gettarli in quella che lui chiama Disperazione, un elemento cardine della serie il cui concetto sarà ripetuto all'infinito nell'ultimo episodio.
Il senso di deja-vù per il concetto di base che molti proveranno sarà abbastanza palese, Battle Royal vi risuonerà più volte nella mente, o per i più giovani Btooom, ma per quanto abbiano preso un concetto interessante la storia apparirà a volte ripetitiva e poco dettagliata non avvicinandosi neanche lontanamente alle serie citate prima.
A livello grafico i personaggi sono stigmatizzati ed estremizzati al massimo, scelta comunque voluta, dato che nessuno dei personaggi sarà analizzato (essendo ripreso da un gioco le caratteistiche devono essere capite solo guardando), e molti storceranno il naso alla vista del sangue viola, cosa che comunque da fastidio solo al primo omicidio, ora come ora potrei rivedere una nuova versione di berserk con il sangue viola e probabilmente non ci farei neanche caso XD
Il sonoro... personalmente opening ed ending le ho saltate come in una corsa ad ostacoli e la voce di monokuma, il simpatico orsetto "puccioso" è la voce più odiosa mai sentita in una serie, cosa che però ti aiuta ad odiare ancora più il personaggio, quindi utile al suo scopo.
In definitiva credo di aver detto praticamente solo cose negative, quindi perché quel 7?
Il motivo è che per qualche subdolo motivo ho aspettato ogni settimana l'uscita dell'episodio successivo, abituandomi senza rendermene conto ai molti controsensi della serie ed ignorandoli, ed alla visione delle battute finali della serie dopo aver pensato che era finito e a quel "Voglio incontrarvi presto anch'io" sono andato a vedere se era stata già annunciata una seconda serie, rendendomi conto che ciò che ho visto era solo l'introduzione ad un mistero più grande ed interessante.
Una serie abbastanza particolare non per tutti i palati (soprattutto per i più pignoli), ma se come penso ne seguirà una seconda i presupposti sono stati stesi abbastanza bene.
La serie si ispira ad un gioco e si presenta come una serie simil poliziesca, con morti, ricerca di indizi ed un processo con la consecutiva esecuzione del colpevole, l'idea di base è molto interessante, un determinato numero di studenti (con attributi del tipo super-fortunato, super-atleta e così via) vengono rinchiusi in una scuola, in cui si dovranno uccidere a vicenda giustiziando ogni volta il giusto colpevole, fino alla vittoria di un solo studente.
In pratica la serie sarà divisa di norma in archi da 2 episodi con assassinio nel primo e ricerca degli indizi e processo nella seconda, il tutto gestito dal preside della scuola, un "amorevole" orsacchiotto robotico dalla voce "soave" che tenterà in tutti i modi di spingerli ad uccidersi per gettarli in quella che lui chiama Disperazione, un elemento cardine della serie il cui concetto sarà ripetuto all'infinito nell'ultimo episodio.
Il senso di deja-vù per il concetto di base che molti proveranno sarà abbastanza palese, Battle Royal vi risuonerà più volte nella mente, o per i più giovani Btooom, ma per quanto abbiano preso un concetto interessante la storia apparirà a volte ripetitiva e poco dettagliata non avvicinandosi neanche lontanamente alle serie citate prima.
A livello grafico i personaggi sono stigmatizzati ed estremizzati al massimo, scelta comunque voluta, dato che nessuno dei personaggi sarà analizzato (essendo ripreso da un gioco le caratteistiche devono essere capite solo guardando), e molti storceranno il naso alla vista del sangue viola, cosa che comunque da fastidio solo al primo omicidio, ora come ora potrei rivedere una nuova versione di berserk con il sangue viola e probabilmente non ci farei neanche caso XD
Il sonoro... personalmente opening ed ending le ho saltate come in una corsa ad ostacoli e la voce di monokuma, il simpatico orsetto "puccioso" è la voce più odiosa mai sentita in una serie, cosa che però ti aiuta ad odiare ancora più il personaggio, quindi utile al suo scopo.
In definitiva credo di aver detto praticamente solo cose negative, quindi perché quel 7?
Il motivo è che per qualche subdolo motivo ho aspettato ogni settimana l'uscita dell'episodio successivo, abituandomi senza rendermene conto ai molti controsensi della serie ed ignorandoli, ed alla visione delle battute finali della serie dopo aver pensato che era finito e a quel "Voglio incontrarvi presto anch'io" sono andato a vedere se era stata già annunciata una seconda serie, rendendomi conto che ciò che ho visto era solo l'introduzione ad un mistero più grande ed interessante.
Una serie abbastanza particolare non per tutti i palati (soprattutto per i più pignoli), ma se come penso ne seguirà una seconda i presupposti sono stati stesi abbastanza bene.
Basato su un videogioco, Danganrompa è un anime che mescola i caratteri di un Battle Royal (necessità di uccidersi per salvarsi) a quelli, ben più complessi, di "Dieci piccoli indiani". Il tutto parte quando Makoto Naegi, uno studente senza particolari abilità, viene ammesso alla Hope's Peak Academy, prestigiosissimo istituto che raccoglie solo gli studenti più abili e dotati. Appena entrato, Naegi si ritrova nella palestra insieme ad un gruppo di studenti, ognuno dei quali spicca in un determinato ambito (dal baseball al pop), mentre uno strano orso a due colori rivela loro che sono stati rapiti, e che verranno tenuti bloccati nell'accademia per sempre. Unico modo di uscire, uccidere uno dei propri compagni. Da questo inizio confuso, si dipana una storia fatta di continui omicidi e sospetti, mentre i sopravvissuti cercano, in numero sempre decrescente, di spiegare le ragioni dietro a questo crudele gioco.
Letta la trama, chiunque ami le sensazioni di mistero e sospetto che ogni buona storia di questo tipo riserva potrebbe credere di aver trovato ciò che stava da lungo cercando. Purtroppo, questa aspettativa viene ben presto delusa: lo schema morte, investigazione e scoperta del colpevole diventa quasi di routine, lasciando ben poco spazio all'atmosfera di sospetto ed attesa che sono il sale di questo genere narrativo. Lacunose sono poi le motivazioni dietro alle cause scatenanti della vicenda, che non vengono mai chiarite.
I personaggi sono ridotti spesso a macchiette stereotipate, senza grandi approfondimenti riguardo alle loro personalità, che pure spesso sono interessanti.
Altra nota dolente è la grafica, più simile a quella di un cartone che ad un anime, con oggetti mal disegnati e dai colori sgargianti ed inappropriati (il sangue per esempio è fucsia).
In definitiva l'anime. seppur gradevole e spesso interessante, non esprime al pieno le sue potenzialità, e lascia in colui che lo guarda l'ormai abituale sensazione di aver visto un anime a metà e sottosviluppato.
Letta la trama, chiunque ami le sensazioni di mistero e sospetto che ogni buona storia di questo tipo riserva potrebbe credere di aver trovato ciò che stava da lungo cercando. Purtroppo, questa aspettativa viene ben presto delusa: lo schema morte, investigazione e scoperta del colpevole diventa quasi di routine, lasciando ben poco spazio all'atmosfera di sospetto ed attesa che sono il sale di questo genere narrativo. Lacunose sono poi le motivazioni dietro alle cause scatenanti della vicenda, che non vengono mai chiarite.
I personaggi sono ridotti spesso a macchiette stereotipate, senza grandi approfondimenti riguardo alle loro personalità, che pure spesso sono interessanti.
Altra nota dolente è la grafica, più simile a quella di un cartone che ad un anime, con oggetti mal disegnati e dai colori sgargianti ed inappropriati (il sangue per esempio è fucsia).
In definitiva l'anime. seppur gradevole e spesso interessante, non esprime al pieno le sue potenzialità, e lascia in colui che lo guarda l'ormai abituale sensazione di aver visto un anime a metà e sottosviluppato.