Rail Wars!
"Rail Wars!" è un anime ecchi harem poliziesco, d'azione e sentimentale, più che discreto.
L'anime segue le vicende di un gruppo di quattro ragazzi della pubblica sicurezza dei treni; la narrazione è molto semplice e fluida, accompagnata da vicende di azione con scene ecchi e comiche.
Per quanto riguarda i personaggi, abbiamo Haruka, personaggio femminile che da subito ha una cotta per il protagonista, una ragazza timida e dolce che cerca sempre di aiutarlo; Iwaizumi, personaggio maschile amico del protagonista, è un ragazzo muscoloso e ingenuo che cerca di aiutare il gruppo nei momenti in cui serve forza e coraggio; Aoi, personaggio femminile, è la ragazza più interessante nell'anime, che inizialmente è scontrosa col protagonista, ma che man mano proverà qualcosa per lui, sempre molto coraggiosa e atletica, e che più di una volta ha colpito Takayama, il protagonista, il leader del gruppo, ragazzo dolce che cerca sempre di aiutare tutto il gruppo in qualche modo, e che ha una passione per i treni e il grande sogno di diventare il macchinista di questi.
Per quanto riguarda i disegni, essi sono molto semplici e ben fatti, anche se, quando in una immagine i personaggi vengono visti da lontano, incominciamo a perdere il disegno vero e proprio, dove invece, quando sono inquadrati in primo piano, essi sono molto ben riusciti.
È un anime che consiglio di vedere se non si vuole vedere un qualcosa di complicato, soprattutto a coloro a cui piace molto quel genere di serie formato da un gruppo che va a risolvere i vari problemi.
L'anime segue le vicende di un gruppo di quattro ragazzi della pubblica sicurezza dei treni; la narrazione è molto semplice e fluida, accompagnata da vicende di azione con scene ecchi e comiche.
Per quanto riguarda i personaggi, abbiamo Haruka, personaggio femminile che da subito ha una cotta per il protagonista, una ragazza timida e dolce che cerca sempre di aiutarlo; Iwaizumi, personaggio maschile amico del protagonista, è un ragazzo muscoloso e ingenuo che cerca di aiutare il gruppo nei momenti in cui serve forza e coraggio; Aoi, personaggio femminile, è la ragazza più interessante nell'anime, che inizialmente è scontrosa col protagonista, ma che man mano proverà qualcosa per lui, sempre molto coraggiosa e atletica, e che più di una volta ha colpito Takayama, il protagonista, il leader del gruppo, ragazzo dolce che cerca sempre di aiutare tutto il gruppo in qualche modo, e che ha una passione per i treni e il grande sogno di diventare il macchinista di questi.
Per quanto riguarda i disegni, essi sono molto semplici e ben fatti, anche se, quando in una immagine i personaggi vengono visti da lontano, incominciamo a perdere il disegno vero e proprio, dove invece, quando sono inquadrati in primo piano, essi sono molto ben riusciti.
È un anime che consiglio di vedere se non si vuole vedere un qualcosa di complicato, soprattutto a coloro a cui piace molto quel genere di serie formato da un gruppo che va a risolvere i vari problemi.
Quando ho visto per la prima volta questo anime, mi son cadute le braccia talmente forte, che per poco ammazzavo il gatto che gironzolava sotto la sedia. Non bastavano tutti quegli harem/ecchi spazzatura, no, adesso anche Takami Toyoda si doveva mettere a fare queste porcherie (chiamarli anime è un po' irrispettoso per questi capolavori). Evviva gli anime stupidi, privi di qualsiasi contenuto interessante... se per me muore anche Takumi Toyada, allora si è spenta l'intera community di anime.
L'incipit parte in modo originale e interessante, ovvero che le ferrovie continuino a rimanere in mano allo Stato giapponese e non privatizzate, cosa che è veramente successa; qui si concludono le note positive.
L'unica cosa che poteva essere interessante in questo anime erano i combattimenti, e invece no. Questi risultano essere per nulla coinvolgenti e al limite del ridicolo, la trama è più piatta di una tavola da stiro, poiché in ogni episodio si avrà a che fare con un criminale diverso e verrà preso a calci dalla signorina dai capelli rossi - ovviamente i criminali avranno tutti un'emiparesi, perché possono essere anche armati di fucile, tanto alla fine verranno sempre disarmati.
I personaggi sono frutto di cliché visti almeno un miliardo di volte, non dico in anime e manga, ma addirittura nelle fanfiction; questi inoltre risultano essere incapaci, inesatti e molto maccheronici in ciò che fanno.
L'animazione giapponese si è dimostrata una delle peggiori al mondo, non solo per le scelte editoriali più che discutibili, ma anche di come puntino al guadagno facile. Ma in fondo non è colpa dell'autore di cotanta schifezza, lui ha solo seguito il gregge come fanno tutti, perché ormai non riescono a sottrarsi alla macchina, la macchina di successo degli anime e manga che trasforma tutto in robaccia preconfezionata senza alcun valore artistico e stilistico.
Finisco col dire che i personaggi, dal punto di vista del design, non mi fanno impazzire, dato che non solo si assomigliano tra di loro in maniera impressionante, ma anche ad altri anime; per capirci, basta digitare su Google "ragazze anime e manga" e si troveranno personaggi simili se non uguali ai protagonisti.
L'incipit parte in modo originale e interessante, ovvero che le ferrovie continuino a rimanere in mano allo Stato giapponese e non privatizzate, cosa che è veramente successa; qui si concludono le note positive.
L'unica cosa che poteva essere interessante in questo anime erano i combattimenti, e invece no. Questi risultano essere per nulla coinvolgenti e al limite del ridicolo, la trama è più piatta di una tavola da stiro, poiché in ogni episodio si avrà a che fare con un criminale diverso e verrà preso a calci dalla signorina dai capelli rossi - ovviamente i criminali avranno tutti un'emiparesi, perché possono essere anche armati di fucile, tanto alla fine verranno sempre disarmati.
I personaggi sono frutto di cliché visti almeno un miliardo di volte, non dico in anime e manga, ma addirittura nelle fanfiction; questi inoltre risultano essere incapaci, inesatti e molto maccheronici in ciò che fanno.
L'animazione giapponese si è dimostrata una delle peggiori al mondo, non solo per le scelte editoriali più che discutibili, ma anche di come puntino al guadagno facile. Ma in fondo non è colpa dell'autore di cotanta schifezza, lui ha solo seguito il gregge come fanno tutti, perché ormai non riescono a sottrarsi alla macchina, la macchina di successo degli anime e manga che trasforma tutto in robaccia preconfezionata senza alcun valore artistico e stilistico.
Finisco col dire che i personaggi, dal punto di vista del design, non mi fanno impazzire, dato che non solo si assomigliano tra di loro in maniera impressionante, ma anche ad altri anime; per capirci, basta digitare su Google "ragazze anime e manga" e si troveranno personaggi simili se non uguali ai protagonisti.
"Rail Wars!" è una serie di light novel scritta da Takumi Toyoda e illustrata da Vania 600; del romanzo giapponese sono stati realizzati sia un adattamento manga, la cui pubblicazione è iniziata nel febbraio 2012, che una trasposizione anime, andata in onda in Giappone a partire da luglio 2014.
La storia è ambientata in un futuro alternativo dove le Ferrovie Nazionali Giapponesi hanno evitato la privatizzazione del 1987 e dominano il palcoscenico ferroviario nazionale attraverso la compagnia statale JNR (Japan National Railways). Il protagonista è Naoto Takayama, un liceale che vorrebbe entrare nell'ente ferroviario nazionale e svolgere la professione di macchinista; tuttavia il suo sogno non potrà subito realizzarsi, poiché viene assegnato come apprendista alle Forze di Sicurezza Ferroviarie e aggregato al gruppo D4 (Difesa 4), capeggiato dal caporeparto Nana Lida e affiancato da altri tre membri: l'affascinante Sakurai, la timida Koumi e l'adrenalinico Iwaizumi. Il quartetto di tirocinanti ha il compito di proteggere i passeggeri e la stazione ferroviaria di Tokyo dai continui attacchi del gruppo terrorista RJ, che vuole costringere il governo a privatizzare le ferrovie. Riusciranno i protagonisti a svolgere con successo il loro compito e a realizzare i propri sogni?
La caratterizzazione dei personaggi è piuttosto negativa... partendo dal presupposto che la maggior parte delle ragazze siano eccessivamente stereotipate, non riescono ad emergere e soprattutto ad avere delle evoluzioni dal punto di vista psicologico durante la storia, se non innamorarsi piano piano del protagonista. Tra di esse si salva appena Sakurai: bella, intraprendente, coraggiosa e con uno spirito indomabile, anche se talvolta è molto impulsiva e dispettosa! Ha le idee molto chiare sul suo futuro e, grazie alla figura di Takayama, comincia a non provare più disprezzo per gli uomini. Sfortunatamente le altre ragazze svolgono dei ruoli più "classici" e prevedibili: la solita amica d'infanzia del protagonista, Sasshou, la idol tsundere Noa e la dandere Koumi. Il personaggio principale dell'opera è Takayama, il quale è il solito ragazzino impacciato e debole che riesce ad accerchiarsi magicamente di ragazze solo grazie ai suoi nobili ideali e al non arrendersi mai nelle situazioni complicate. Contrariamente, il suo compagno di squadra, Iwaizumi, sebbene abbia una personalità un po' troppo bizzarra e vivace, è sempre "concretamente" utile alla causa e protegge, nel vero senso della parola, i propri compagni innumerevoli volte; eppure, nonostante ciò, non viene calcolato minimamente dalle ragazze, in quanto, trattandosi giustamente di un harem, esiste solo la figura del protagonista.
Per quanto riguarda il comparto tecnico, ci sono dei pro e dei contro: innanzitutto le due sigle, l'opening ("Mukaikaze ni Uta Renagara" - Minori Chihara) e la ending ("Overdriver" - ZAQ), sono davvero eccezionali e perfette per la serie in questione. La grafica è più che discreta specialmente nella riproduzione dei treni, anche se certe volte subisce dei netti cali durante la visione dei paesaggi e per gli elementi che si trovano in secondo piano o sullo sfondo; i personaggi sono fatti abbastanza bene, tuttavia nell'adattamento manga alcuni di essi, in particolare Koumi, sembrano essere disegnati e rappresentati molto meglio. Il doppiaggio è ottimo, mentre i colori utilizzati sono poco accesi e talvolta sembrano "sbiaditi".
In sostanza, "Rail Wars" è un anime che da una parte è riuscito ad essere notevolmente "innovativo", basando la propria storia principalmente sui treni e apportando delle spiegazioni molto belle, dettagliate e specifiche su di essi, sia nel corso degli episodi che in piccoli spezzoni dopo la ending; dall'altro canto, però, l'autore non è riuscito affatto a distaccarsi dai soliti cliché che troviamo nella maggior parte delle serie harem ed ecchi: questi due elementi avrebbero dovuto dare una marcia in più all'anime, ma non hanno fatto altro che rovinarlo e abbassarlo ulteriormente di livello. (Una trovata apprezzabile e carina potrebbe essere la scelta, alla fine di ogni episodio, di aver aggiunto delle immagini "spinte" delle ragazze mentre si trovavano in determinati contesti). Per il resto, personaggi non sufficienti e soprattutto trama, per certi tratti, se valutata razionalmente, assurda: dei ragazzini minorenni che si occupano di sventare rapimenti, attacchi terroristici, di malmenare criminali professionisti e disinnescare bombe con una facilità e semplicità inaudita la dicono lunga sulla credibilità e la leggerezza della serie...
Dunque, il mio voto finale è un 7,5, in particolare per l'originalità del tema.
La storia è ambientata in un futuro alternativo dove le Ferrovie Nazionali Giapponesi hanno evitato la privatizzazione del 1987 e dominano il palcoscenico ferroviario nazionale attraverso la compagnia statale JNR (Japan National Railways). Il protagonista è Naoto Takayama, un liceale che vorrebbe entrare nell'ente ferroviario nazionale e svolgere la professione di macchinista; tuttavia il suo sogno non potrà subito realizzarsi, poiché viene assegnato come apprendista alle Forze di Sicurezza Ferroviarie e aggregato al gruppo D4 (Difesa 4), capeggiato dal caporeparto Nana Lida e affiancato da altri tre membri: l'affascinante Sakurai, la timida Koumi e l'adrenalinico Iwaizumi. Il quartetto di tirocinanti ha il compito di proteggere i passeggeri e la stazione ferroviaria di Tokyo dai continui attacchi del gruppo terrorista RJ, che vuole costringere il governo a privatizzare le ferrovie. Riusciranno i protagonisti a svolgere con successo il loro compito e a realizzare i propri sogni?
La caratterizzazione dei personaggi è piuttosto negativa... partendo dal presupposto che la maggior parte delle ragazze siano eccessivamente stereotipate, non riescono ad emergere e soprattutto ad avere delle evoluzioni dal punto di vista psicologico durante la storia, se non innamorarsi piano piano del protagonista. Tra di esse si salva appena Sakurai: bella, intraprendente, coraggiosa e con uno spirito indomabile, anche se talvolta è molto impulsiva e dispettosa! Ha le idee molto chiare sul suo futuro e, grazie alla figura di Takayama, comincia a non provare più disprezzo per gli uomini. Sfortunatamente le altre ragazze svolgono dei ruoli più "classici" e prevedibili: la solita amica d'infanzia del protagonista, Sasshou, la idol tsundere Noa e la dandere Koumi. Il personaggio principale dell'opera è Takayama, il quale è il solito ragazzino impacciato e debole che riesce ad accerchiarsi magicamente di ragazze solo grazie ai suoi nobili ideali e al non arrendersi mai nelle situazioni complicate. Contrariamente, il suo compagno di squadra, Iwaizumi, sebbene abbia una personalità un po' troppo bizzarra e vivace, è sempre "concretamente" utile alla causa e protegge, nel vero senso della parola, i propri compagni innumerevoli volte; eppure, nonostante ciò, non viene calcolato minimamente dalle ragazze, in quanto, trattandosi giustamente di un harem, esiste solo la figura del protagonista.
Per quanto riguarda il comparto tecnico, ci sono dei pro e dei contro: innanzitutto le due sigle, l'opening ("Mukaikaze ni Uta Renagara" - Minori Chihara) e la ending ("Overdriver" - ZAQ), sono davvero eccezionali e perfette per la serie in questione. La grafica è più che discreta specialmente nella riproduzione dei treni, anche se certe volte subisce dei netti cali durante la visione dei paesaggi e per gli elementi che si trovano in secondo piano o sullo sfondo; i personaggi sono fatti abbastanza bene, tuttavia nell'adattamento manga alcuni di essi, in particolare Koumi, sembrano essere disegnati e rappresentati molto meglio. Il doppiaggio è ottimo, mentre i colori utilizzati sono poco accesi e talvolta sembrano "sbiaditi".
In sostanza, "Rail Wars" è un anime che da una parte è riuscito ad essere notevolmente "innovativo", basando la propria storia principalmente sui treni e apportando delle spiegazioni molto belle, dettagliate e specifiche su di essi, sia nel corso degli episodi che in piccoli spezzoni dopo la ending; dall'altro canto, però, l'autore non è riuscito affatto a distaccarsi dai soliti cliché che troviamo nella maggior parte delle serie harem ed ecchi: questi due elementi avrebbero dovuto dare una marcia in più all'anime, ma non hanno fatto altro che rovinarlo e abbassarlo ulteriormente di livello. (Una trovata apprezzabile e carina potrebbe essere la scelta, alla fine di ogni episodio, di aver aggiunto delle immagini "spinte" delle ragazze mentre si trovavano in determinati contesti). Per il resto, personaggi non sufficienti e soprattutto trama, per certi tratti, se valutata razionalmente, assurda: dei ragazzini minorenni che si occupano di sventare rapimenti, attacchi terroristici, di malmenare criminali professionisti e disinnescare bombe con una facilità e semplicità inaudita la dicono lunga sulla credibilità e la leggerezza della serie...
Dunque, il mio voto finale è un 7,5, in particolare per l'originalità del tema.
"RAIL WARS! Nihon Kokuyuu Tetsudou Kouantai" è un anime di dodici episodi della stagione estiva 2014, tratto da un'omonima serie di light novel, scritta da Takumi Toyoda e illustrata da Vania 600.
La vicenda è ambientata in un Giappone alternativo, in cui le ferrovie nazionali non sono state privatizzate e sono rimaste sotto il controllo statale, divenendo presto un settore simbolo di efficienza ed eccellenza, anche all'estero, tant'è che numerosi ragazzi e ragazze tentano di trovarvi un impiego.
In particolare, la storia ruota attorno al gruppo composto dagli apprendisti Naoto Takayama, Aoi Sakurai, Haruka Koumi e Shou Iwaizumi, impiegati presso il dipartimento di Pubblica Sicurezza, che li vedrà alle prese con situazioni anche molto gravi, quali incidenti, deragliamenti e attentati terroristici.
Se c'è una cosa che si deve riconoscere a "Rail Wars!", è senz'altro l'originalità del tema di base: l'idea di mettere al centro della trama le ferrovie e i treni è indubbiamente innovativa. Inoltre, non si può certo accusare l'opera di aver trattato l'argomento con superficialità o ignoranza, dato che locomotive, carrozze, stazioni e linee vengono descritte con dovizia di particolari e una precisione addirittura maniacale. Nei vari episodi, infiniti minuti saranno spesi per decantare le qualità di una macchina motrice o di un treno particolare, per non parlare delle varie tratte percorse. La stessa rappresentazione grafica dei luoghi mostrati e dei suddetti mezzi di trasporto, resa anche grazie all'abbondante ricorso alla Computer Grafica, è estremamente realistica e dettagliata.
I principali difetti risiedono, innanzitutto, nei personaggi più importanti: il quartetto di tirocinanti è anonimo, costituito da un insieme di personalità deboli, scontate e poco intriganti. Takayama, l'indiscusso protagonista, è privo di carisma e, ad eccezione della sua insana passione per i treni, non riesce a trasmettere molto altro. La sua capacità di risolvere ogni emergenza risulta artificiosa, irrealistica e in netto contrasto con altre situazioni in cui mostra un'inettitudine rara; Sakurai, invece, è probabilmente venuta alla luce dopo la lettura del celebre manuale "Come ti creo la perfetta tsundere ammorbante" e non credo sia necessario dire altro; Koumi è l'esatto opposto della sua collega: la classica ragazza eccessivamente formosa e mite, sempre pronta a correre obbedientemente dietro al protagonista maschile; di Iwaizumi non saprei nemmeno cosa scrivere, date la sua inconsistenza, la sua inutilità e le sue scarsissime apparizioni. Le loro stesse motivazioni per entrare a far parte delle gloriose Ferrovie Nazionali sono ridicole, non chiare o non pervenute.
Il cast di supporto non se la cava meglio, ma, almeno, il poco spazio a propria disposizione evita che vengano a galla altre problematiche, lasciando comunque spazio a figure piuttosto stereotipate e protagoniste di inspiegabili coincidenze.
Anche la sceneggiatura non è esente da pecche: dopo una partenza piuttosto interessante, che vedeva Takayama e compagni passare da semplici studenti di accademia a membri della Pubblica Sicurezza e affrontare sin da subito casi anche molto seri, tutto per proteggere l'incolumità dei passeggeri, la storia si perde in avvenimenti sempre più improbabili ed esagerati, con sviluppi forzati e intesi al solo scopo di mettere in risalto questo o quel personaggio (nella stragrande maggioranza dei casi, si tratta del protagonista).
A spezzare il buon ritmo iniziale è stato, soprattutto, l'inserimento massiccio e spesso casuale di momenti destinati unicamente a un inopportuno fanservice, raramente utilizzato con criterio, e a dinamiche da pentagono amoroso, non disprezzabili in sé, ma poco approfondite e sfruttate male. La componente romantica, infatti, è estremamente superficiale e banale, infarcita di luoghi comuni e sentimenti immotivati.
Gli aspetti positivi riguardano soprattutto il comparto tecnico: le animazioni, nonostante alcuni alti e bassi, sono complessivamente discrete; la colonna sonora è molto orecchiabile e appropriata, e gode di un'ottima opening, una ending tutto sommato gradevole e qualche interessante brano intermedio; anche il doppiaggio è abbastanza curato.
Ho apprezzato il design dei personaggi, molto piacevole, nonostante l'assurda presenza di sole bellissime e prosperose ragazze, costrette a rimuovere, volenti o nolenti, parti sostanziose del proprio vestiario a seconda delle evenienze. Da notare, tuttavia, come i disegni siano soggetti, specie negli episodi conclusivi, a diversi cali grafici, errori e approssimazioni.
Tirando le somme, "Rail Wars!" è una serie di puro intrattenimento, moderatamente simpatica e che coinvolge discretamente, nonostante il fanservice e le inquadrature piccanti a casaccio e le innumerevoli ingenuità della sceneggiatura.
Consigliato esclusivamente agli amanti dei treni, i veri protagonisti di quest'opera.
La vicenda è ambientata in un Giappone alternativo, in cui le ferrovie nazionali non sono state privatizzate e sono rimaste sotto il controllo statale, divenendo presto un settore simbolo di efficienza ed eccellenza, anche all'estero, tant'è che numerosi ragazzi e ragazze tentano di trovarvi un impiego.
In particolare, la storia ruota attorno al gruppo composto dagli apprendisti Naoto Takayama, Aoi Sakurai, Haruka Koumi e Shou Iwaizumi, impiegati presso il dipartimento di Pubblica Sicurezza, che li vedrà alle prese con situazioni anche molto gravi, quali incidenti, deragliamenti e attentati terroristici.
Se c'è una cosa che si deve riconoscere a "Rail Wars!", è senz'altro l'originalità del tema di base: l'idea di mettere al centro della trama le ferrovie e i treni è indubbiamente innovativa. Inoltre, non si può certo accusare l'opera di aver trattato l'argomento con superficialità o ignoranza, dato che locomotive, carrozze, stazioni e linee vengono descritte con dovizia di particolari e una precisione addirittura maniacale. Nei vari episodi, infiniti minuti saranno spesi per decantare le qualità di una macchina motrice o di un treno particolare, per non parlare delle varie tratte percorse. La stessa rappresentazione grafica dei luoghi mostrati e dei suddetti mezzi di trasporto, resa anche grazie all'abbondante ricorso alla Computer Grafica, è estremamente realistica e dettagliata.
I principali difetti risiedono, innanzitutto, nei personaggi più importanti: il quartetto di tirocinanti è anonimo, costituito da un insieme di personalità deboli, scontate e poco intriganti. Takayama, l'indiscusso protagonista, è privo di carisma e, ad eccezione della sua insana passione per i treni, non riesce a trasmettere molto altro. La sua capacità di risolvere ogni emergenza risulta artificiosa, irrealistica e in netto contrasto con altre situazioni in cui mostra un'inettitudine rara; Sakurai, invece, è probabilmente venuta alla luce dopo la lettura del celebre manuale "Come ti creo la perfetta tsundere ammorbante" e non credo sia necessario dire altro; Koumi è l'esatto opposto della sua collega: la classica ragazza eccessivamente formosa e mite, sempre pronta a correre obbedientemente dietro al protagonista maschile; di Iwaizumi non saprei nemmeno cosa scrivere, date la sua inconsistenza, la sua inutilità e le sue scarsissime apparizioni. Le loro stesse motivazioni per entrare a far parte delle gloriose Ferrovie Nazionali sono ridicole, non chiare o non pervenute.
Il cast di supporto non se la cava meglio, ma, almeno, il poco spazio a propria disposizione evita che vengano a galla altre problematiche, lasciando comunque spazio a figure piuttosto stereotipate e protagoniste di inspiegabili coincidenze.
Anche la sceneggiatura non è esente da pecche: dopo una partenza piuttosto interessante, che vedeva Takayama e compagni passare da semplici studenti di accademia a membri della Pubblica Sicurezza e affrontare sin da subito casi anche molto seri, tutto per proteggere l'incolumità dei passeggeri, la storia si perde in avvenimenti sempre più improbabili ed esagerati, con sviluppi forzati e intesi al solo scopo di mettere in risalto questo o quel personaggio (nella stragrande maggioranza dei casi, si tratta del protagonista).
A spezzare il buon ritmo iniziale è stato, soprattutto, l'inserimento massiccio e spesso casuale di momenti destinati unicamente a un inopportuno fanservice, raramente utilizzato con criterio, e a dinamiche da pentagono amoroso, non disprezzabili in sé, ma poco approfondite e sfruttate male. La componente romantica, infatti, è estremamente superficiale e banale, infarcita di luoghi comuni e sentimenti immotivati.
Gli aspetti positivi riguardano soprattutto il comparto tecnico: le animazioni, nonostante alcuni alti e bassi, sono complessivamente discrete; la colonna sonora è molto orecchiabile e appropriata, e gode di un'ottima opening, una ending tutto sommato gradevole e qualche interessante brano intermedio; anche il doppiaggio è abbastanza curato.
Ho apprezzato il design dei personaggi, molto piacevole, nonostante l'assurda presenza di sole bellissime e prosperose ragazze, costrette a rimuovere, volenti o nolenti, parti sostanziose del proprio vestiario a seconda delle evenienze. Da notare, tuttavia, come i disegni siano soggetti, specie negli episodi conclusivi, a diversi cali grafici, errori e approssimazioni.
Tirando le somme, "Rail Wars!" è una serie di puro intrattenimento, moderatamente simpatica e che coinvolge discretamente, nonostante il fanservice e le inquadrature piccanti a casaccio e le innumerevoli ingenuità della sceneggiatura.
Consigliato esclusivamente agli amanti dei treni, i veri protagonisti di quest'opera.
Da buon pendolare che sono, non posso che essere stato particolarmente coinvolto, dal punto di vista emotivo, nella visione di "Rail Wars!", un anime che racconta le vicende di un bislacco gruppo di sicurezza delle ferrovie nazionali giapponesi. Uscito nella stagione estiva 2014 e composto da 12 episodi, costituisce un buon esempio di commedia d'azione, in cui la simpatia trova come fiero sostenitore un pizzico di ecchi e di sentimentalismo.
Semplice, ma allo stesso tempo coinvolgente e divertente: caratteristiche essenziali per la realizzazione di un buon anime.
La storia racconta le disavventure di Naoto Takayama, uno studente che, con l'intento di diventare un macchinista, decide di affrontare un duro corso per entrare nelle ferrovie nazionali (in quest'anime le ferrovie risultano ancora di proprietà dello stato). La strada è dura ma, incredibilmente, riesce a superarlo, entrando così nel mondo dei treni, locomotive e stazioni.
Ma, e c'è sempre un "ma", non ottiene l'incarico di macchinista, bensì quello di addetto alla sicurezza. Un ruolo interessante, ma non certo soddisfacente come quello da lui sognato fin da piccolo. Senza contare poi che la squadra in cui è stato assegnata risulta formata da elementi abbastanza particolari: Aoi Sakurai, energica, atletica e ostile nei confronti degli uomini, Haruka Koumi, riservata ma altrettanto intelligente, e infine Shou Iwaizumi, un ragazzo tutto muscoli e vero appassionato del buon cibo.
Insomma, un squadra che preannuncia scintille.
Le cose non iniziano proprio bene per i nostri eroi che, alle prese con un attacco terroristico, dovranno unire le forze per riuscire a superare questa problematica situazione. Insieme saranno in grado di affrontare le molteplici avversità che si troveranno di fronte e, sempre insieme, impareranno a conoscersi e comprendere meglio i propri sentimenti.
Come si può ben constatare, la trama è abbastanza "tranquilla", non tanto per la mancanza di azione, quanto piuttosto per la relativa semplicità dello sviluppo generale. Tuttavia non bisogna necessariamente creare una storia complessa e piena di colpi di scena per poter ottenere un buon anime e questo è proprio il caso di "Rail Wars!".
Per quanto riguarda il fattore sentimentale, devo ammettere di averlo trovato particolarmente curato e, nonostante una buona dose di scene ecchi, le "questioni di cuore" non cadranno mai nella banalità, mantenendosi invece su un buon livello e una certa profondità. Certo, le protagoniste potrebbero sembrare abbastanza stereotipate a causa dell'utilizzo di cliché tipici, ma, in questo caso, non stonano.
Koumi è timida, riservata e sensuale ed è legata a Naoto da un misterioso avvenimento del passato che, tra l'altro, l'ha spinta a percorrere la stessa strada del giovane ragazzo. Sakurai invece è energica e, almeno all'inizio, sembra non sopportare il protagonista. Tuttavia, come spesso accade, la convivenza forzata porterà entrambi a cambiare opinione, tanto che lo stesso Naoto, così mi è parso, sembra preferire la bella Sakurai a tutte le altre ragazze. Personalmente faccio il tifo per Sakurai, non solo per la bellezza della dolce (mica tanto) fanciulla, ma anche per il fatto che, a differenza di tutte le altre, mostra un coinvolgimento emotivo maggiore e degli sviluppi davvero interessanti. Alle volte la classica via del "colpo di fulmine" non è sempre la migliore e, come ora, un rapporto costruito pian piano, permette invece una crescita lenta, ma comunque intrigante.
I personaggi, dal punto di vista caratteriale, sono abbastanza curati e, sebbene vengano adottati alcuni cliché tipici dell'animazione giapponese, si cerca comunque di mostrare un lato nascosto e una bella introspezione. Sakurai non è un personaggio statico, in quanto, nel corso della serie, cresce, migliora e si sviluppa. Lo stesso accade per Naoto, anche se, forse, con minor rilevanza.
La grafica è, in generale, molto buona: colori vivaci e personaggi (soprattutto femminili) realizzati con grande cura. Purtroppo mi tocca comunque precisare che, in alcuni momenti, si può constatare un piccolo, ma non irrilevante, calo grafico che, sebbene non costituisca un dramma, è comunque un piccolo dettaglio negativo da annotare.
Buono il doppiaggio e belle le musiche, soprattutto l'ending, talmente bella che, alle volte, la risentivo due/tre volte per poter godermela bene.
Insomma, "Rail Wars!" non è affatto male e, in tutta la sua semplicità, riesce a coinvolgere e stupire. Diverte e questo, almeno penso, è una qualità essenziale in una buona commedia. Tutti e 12 gli episodi riescono a catturare l'attenzione e, quando non lo fa la storia in sé, ci pensa il fanservice e alcune scene ecchi.
Il finale è abbastanza tranquillo e lascia aperte molte strade, anzi, meglio dire molti binari. Una seconda serie, personalmente, sarebbe molto gradita, anche perché mi piacerebbe molto osservare come andranno a finire le vicende di Naoto e compagni, non tanto per le disavventure in stazione, quanto piuttosto per la storia d'amore con Sakurai; una storia che, di fatto, non è ancora sbocciato, ma che, forse, in futuro potrà mostrare la meravigliosa bellezza dei petali di ciliegio.
Voto finale: 7… e mezzo!
Semplice, ma allo stesso tempo coinvolgente e divertente: caratteristiche essenziali per la realizzazione di un buon anime.
La storia racconta le disavventure di Naoto Takayama, uno studente che, con l'intento di diventare un macchinista, decide di affrontare un duro corso per entrare nelle ferrovie nazionali (in quest'anime le ferrovie risultano ancora di proprietà dello stato). La strada è dura ma, incredibilmente, riesce a superarlo, entrando così nel mondo dei treni, locomotive e stazioni.
Ma, e c'è sempre un "ma", non ottiene l'incarico di macchinista, bensì quello di addetto alla sicurezza. Un ruolo interessante, ma non certo soddisfacente come quello da lui sognato fin da piccolo. Senza contare poi che la squadra in cui è stato assegnata risulta formata da elementi abbastanza particolari: Aoi Sakurai, energica, atletica e ostile nei confronti degli uomini, Haruka Koumi, riservata ma altrettanto intelligente, e infine Shou Iwaizumi, un ragazzo tutto muscoli e vero appassionato del buon cibo.
Insomma, un squadra che preannuncia scintille.
Le cose non iniziano proprio bene per i nostri eroi che, alle prese con un attacco terroristico, dovranno unire le forze per riuscire a superare questa problematica situazione. Insieme saranno in grado di affrontare le molteplici avversità che si troveranno di fronte e, sempre insieme, impareranno a conoscersi e comprendere meglio i propri sentimenti.
Come si può ben constatare, la trama è abbastanza "tranquilla", non tanto per la mancanza di azione, quanto piuttosto per la relativa semplicità dello sviluppo generale. Tuttavia non bisogna necessariamente creare una storia complessa e piena di colpi di scena per poter ottenere un buon anime e questo è proprio il caso di "Rail Wars!".
Per quanto riguarda il fattore sentimentale, devo ammettere di averlo trovato particolarmente curato e, nonostante una buona dose di scene ecchi, le "questioni di cuore" non cadranno mai nella banalità, mantenendosi invece su un buon livello e una certa profondità. Certo, le protagoniste potrebbero sembrare abbastanza stereotipate a causa dell'utilizzo di cliché tipici, ma, in questo caso, non stonano.
Koumi è timida, riservata e sensuale ed è legata a Naoto da un misterioso avvenimento del passato che, tra l'altro, l'ha spinta a percorrere la stessa strada del giovane ragazzo. Sakurai invece è energica e, almeno all'inizio, sembra non sopportare il protagonista. Tuttavia, come spesso accade, la convivenza forzata porterà entrambi a cambiare opinione, tanto che lo stesso Naoto, così mi è parso, sembra preferire la bella Sakurai a tutte le altre ragazze. Personalmente faccio il tifo per Sakurai, non solo per la bellezza della dolce (mica tanto) fanciulla, ma anche per il fatto che, a differenza di tutte le altre, mostra un coinvolgimento emotivo maggiore e degli sviluppi davvero interessanti. Alle volte la classica via del "colpo di fulmine" non è sempre la migliore e, come ora, un rapporto costruito pian piano, permette invece una crescita lenta, ma comunque intrigante.
I personaggi, dal punto di vista caratteriale, sono abbastanza curati e, sebbene vengano adottati alcuni cliché tipici dell'animazione giapponese, si cerca comunque di mostrare un lato nascosto e una bella introspezione. Sakurai non è un personaggio statico, in quanto, nel corso della serie, cresce, migliora e si sviluppa. Lo stesso accade per Naoto, anche se, forse, con minor rilevanza.
La grafica è, in generale, molto buona: colori vivaci e personaggi (soprattutto femminili) realizzati con grande cura. Purtroppo mi tocca comunque precisare che, in alcuni momenti, si può constatare un piccolo, ma non irrilevante, calo grafico che, sebbene non costituisca un dramma, è comunque un piccolo dettaglio negativo da annotare.
Buono il doppiaggio e belle le musiche, soprattutto l'ending, talmente bella che, alle volte, la risentivo due/tre volte per poter godermela bene.
Insomma, "Rail Wars!" non è affatto male e, in tutta la sua semplicità, riesce a coinvolgere e stupire. Diverte e questo, almeno penso, è una qualità essenziale in una buona commedia. Tutti e 12 gli episodi riescono a catturare l'attenzione e, quando non lo fa la storia in sé, ci pensa il fanservice e alcune scene ecchi.
Il finale è abbastanza tranquillo e lascia aperte molte strade, anzi, meglio dire molti binari. Una seconda serie, personalmente, sarebbe molto gradita, anche perché mi piacerebbe molto osservare come andranno a finire le vicende di Naoto e compagni, non tanto per le disavventure in stazione, quanto piuttosto per la storia d'amore con Sakurai; una storia che, di fatto, non è ancora sbocciato, ma che, forse, in futuro potrà mostrare la meravigliosa bellezza dei petali di ciliegio.
Voto finale: 7… e mezzo!
In Giappone come in molti altri stati del mondo, i treni sono tenuti in grande considerazione dalla popolazione, tant'è che la cultura ferroviaria non risulta una forma di sapere di nicchia, ma è patrimonio di ciascuna persona. Il Giappone è famoso per avere il sistema ferroviario migliore del mondo per efficienza e puntualità e spesso capita di intravedere (e talvolta riconoscere) qualche convoglio in molte serie d'animazione. Rail Wars! pone come tema cardine il mondo ferroviario e lo racconta in modo piuttosto anomalo, coinvolgendo terroristi e avvenenti donzelle.
Rail Wars! è una serie della stagione estiva 2014 composta da 12 episodi di durata canonica. L'opera trae origine dall'omonima light novel del 2012, la quale ha dato origine ad un manga nel medesimo anno.
Trama: che cosa sarebbe accaduto se le Ferrovie Nazionali Giapponesi (JNR) nel 1987 non fossero state privatizzate? L'universo di Rail Wars! è ambientato in questo presente ipotetico, in cui chiunque desideri una carriera stabile e una vita lavorativa senza imprevisti può aspirare ad essere assunto come dipendente delle JNR. Naoto Takamiya è un grande appassionato di treni e aspira a diventare un macchinista. Per questo ha deciso d'iscriversi presso l'Accademia Centrale delle JNR per sostenere un corso di formazione professionale. Ben presto però, il ragazzo si renderà conto che la sua formazione non sarà di natura meramente ferroviaria, e dovrà destreggiarsi con armi da fuoco e tecniche di autodifesa. Ed è all'interno dell'Accademia che conoscerà i suoi compagni di corso nonché futuri colleghi della Quarta Squadra di Pubblica Sicurezza Ferroviaria di cui farà parte. La storia di Rail Wars! verterà principalmente sullo sventare minacce e pericoli che mettono a repentaglio la sicurezza dei passeggeri delle JNR.
Grafica: Rail Wars! ha le potenzialità ma spesso non si applica. È possibile osservare dei contrasti piuttosto bizzarri tra eccellenza e cali grafici pesanti. Le ambientazioni spesso sono curate a livello approssimativo, eppure all'interno delle stazioni spesso mostrano una qualità notevole. Le animazioni sono mediamente buone e non mancano di fluidità. Character design molto bello e gradevole. Train design splendido e fedele all'originale.
Sonoro: complessivamente ottimo. L'opening e l'ending sono caratterizzate da un dinamismo grintoso, entrambe sono molto belle. OST piuttosto piacevoli. Ottimi effetti sonori, grande fedeltà per quel che riguarda i suoni ferroviari. Ottimo doppiaggio.
Personaggi: tutti abbastanza simpatici e divertenti. La caratterizzazione è piuttosto semplice e immediata, priva di particolari novità. Discreto il fattore introspettivo, ben più elevato il fattore evolutivo. Ottima l'interazione sebbene Iwaizumi appaia più come un personaggio di supporto che come un vero protagonista della squadra.
Sceneggiatura: l'opera risulta piuttosto semplice da seguire, poiché la sua gestione temporale è quasi sempre lineare, qualche flashback è presente di tanto in tanto per approfondire la conoscenza di alcuni personaggi. Il ritmo s'attesta su livelli medio-veloci. È presente un notevole quantitativo di scene d'azione e non manca la violenza. Il fanservice è presente in dosi cospicue, sia quello dedicato alle grazie delle belle fanciulle, sia quello dedicato al mondo ferroviario. I dialoghi sono piuttosto carini.
Finale: dal momento che la light novel e il manga sono tuttora in corso, l'anime opta per una chiusura d'opera ad hoc, con annessa "ultima missione" e ritrovo a casa di Naoto. L'opera si conclude in allegria e con la speranza che il protagonista possa coronare il suo sogno di diventare macchinista. A livello sentimentale tutto è possibile.
In sintesi: Rail Wars! è al netto dei difetti, un prodotto discreto se sa intrattenere e che offre uno spaccato sulle ferrovie giapponesi fino all'epoca IV (ossia dagli anni '70 fino alla metà degli anni '80) in una sorta di passato/presente alternativo. La natura del prodotto sembra precluderlo al grande pubblico. Occorre una discreta passione per le ferrovie giapponesi JR e non provare fastidio per la presenza di scene ecchi. Solo se queste condizioni risultano soddisfatte è possibile apprezzare l'opera.
Rail Wars! è una serie della stagione estiva 2014 composta da 12 episodi di durata canonica. L'opera trae origine dall'omonima light novel del 2012, la quale ha dato origine ad un manga nel medesimo anno.
Trama: che cosa sarebbe accaduto se le Ferrovie Nazionali Giapponesi (JNR) nel 1987 non fossero state privatizzate? L'universo di Rail Wars! è ambientato in questo presente ipotetico, in cui chiunque desideri una carriera stabile e una vita lavorativa senza imprevisti può aspirare ad essere assunto come dipendente delle JNR. Naoto Takamiya è un grande appassionato di treni e aspira a diventare un macchinista. Per questo ha deciso d'iscriversi presso l'Accademia Centrale delle JNR per sostenere un corso di formazione professionale. Ben presto però, il ragazzo si renderà conto che la sua formazione non sarà di natura meramente ferroviaria, e dovrà destreggiarsi con armi da fuoco e tecniche di autodifesa. Ed è all'interno dell'Accademia che conoscerà i suoi compagni di corso nonché futuri colleghi della Quarta Squadra di Pubblica Sicurezza Ferroviaria di cui farà parte. La storia di Rail Wars! verterà principalmente sullo sventare minacce e pericoli che mettono a repentaglio la sicurezza dei passeggeri delle JNR.
Grafica: Rail Wars! ha le potenzialità ma spesso non si applica. È possibile osservare dei contrasti piuttosto bizzarri tra eccellenza e cali grafici pesanti. Le ambientazioni spesso sono curate a livello approssimativo, eppure all'interno delle stazioni spesso mostrano una qualità notevole. Le animazioni sono mediamente buone e non mancano di fluidità. Character design molto bello e gradevole. Train design splendido e fedele all'originale.
Sonoro: complessivamente ottimo. L'opening e l'ending sono caratterizzate da un dinamismo grintoso, entrambe sono molto belle. OST piuttosto piacevoli. Ottimi effetti sonori, grande fedeltà per quel che riguarda i suoni ferroviari. Ottimo doppiaggio.
Personaggi: tutti abbastanza simpatici e divertenti. La caratterizzazione è piuttosto semplice e immediata, priva di particolari novità. Discreto il fattore introspettivo, ben più elevato il fattore evolutivo. Ottima l'interazione sebbene Iwaizumi appaia più come un personaggio di supporto che come un vero protagonista della squadra.
Sceneggiatura: l'opera risulta piuttosto semplice da seguire, poiché la sua gestione temporale è quasi sempre lineare, qualche flashback è presente di tanto in tanto per approfondire la conoscenza di alcuni personaggi. Il ritmo s'attesta su livelli medio-veloci. È presente un notevole quantitativo di scene d'azione e non manca la violenza. Il fanservice è presente in dosi cospicue, sia quello dedicato alle grazie delle belle fanciulle, sia quello dedicato al mondo ferroviario. I dialoghi sono piuttosto carini.
Finale: dal momento che la light novel e il manga sono tuttora in corso, l'anime opta per una chiusura d'opera ad hoc, con annessa "ultima missione" e ritrovo a casa di Naoto. L'opera si conclude in allegria e con la speranza che il protagonista possa coronare il suo sogno di diventare macchinista. A livello sentimentale tutto è possibile.
In sintesi: Rail Wars! è al netto dei difetti, un prodotto discreto se sa intrattenere e che offre uno spaccato sulle ferrovie giapponesi fino all'epoca IV (ossia dagli anni '70 fino alla metà degli anni '80) in una sorta di passato/presente alternativo. La natura del prodotto sembra precluderlo al grande pubblico. Occorre una discreta passione per le ferrovie giapponesi JR e non provare fastidio per la presenza di scene ecchi. Solo se queste condizioni risultano soddisfatte è possibile apprezzare l'opera.