Mahou Shoujo Lyrical Nanoha Vivid
<b>Attenzione: la recensione contiene spoiler</b>
"Gli incontri creano nuove storie".
"La risposta è la verità".
Quali frasi migliori di quelle di apertura e chiusura dell'opening per esprimere al meglio gli elementi che hanno fatto la fortuna di "Maho Shoujo Lyrical Nanoha", narrando l'incontro di nemici che poi diventano amici, incontri casuali che segnano la genesi di un forte legame e avvenimenti che hanno sempre come punto in comune la verità come vera risposta necessaria di tutto?
Ovviamente ciò ha portato a una fortunata serie animata che fa del suo punto di forza la fusione dei generi maho shoujo e sci-fi, poi proseguita con due sequel e due film riepilogativi. In una tale nascita di un franchise, non poteva non esserci di mezzo lo spin-off, qui nella forma di un sequel spin-off, che porta il nome di "Maho Shoujo Lyrical Nanoha: Vivid", che unisce l'universo cyber-magico della storia nientemeno che con le arti marziali.
Come suggerisce il titolo, ambientata circa due anni dopo "Strikers", la serie ha per protagonista la giovane Vivio Takamachi, la piccola bambina apparsa in "Strikers" come elemento centrale della storia, figlia adottiva di Nanoha e Fate (per l'amor del cielo, non voglio vedere tale scenario domestico come propaganda), che si gode beata la sua nuova vita d'adolescente insieme alle sue amiche Rio Wesley e Corona Timil, che, oltre alla scuola, si esercitano in una nuova disciplina sportiva chiamata "Strike Arts", particolari arti marziali che uniscono la magia con i corpo a corpo, insieme alla loro istruttrice Nove Nakajima. Nel corso della storia conosceranno una nuova amica, Einhard Stratos, discendente del popolo Belka, che mira a diventare una combattente molto capace insieme al suo particolare Device che le permette di assumere la "Adult Form", cosa che può fare anche Vivio grazie al suo Device "Sacred Heart" donatole da Nanoha.
La storia la possiamo dividere in due parti: la prima narra la movimentata nascita di amicizia di Einhard con i personaggi della serie, mentre la seconda vedrà l'arrivo di un importante competizione di Strike Arts dove le protagoniste andranno a gareggiare, ma, e qui casca l'asino, proprio nel vivo si interrompe tutto, chissà perché, forse perché non c'era materiale d'animare, per un calo d'ascolti o per un possibile piano di una seconda stagione andato all'aria... boh.
Nonostante ciò la serie è per certi versi godibile, poiché mantiene tutti gli elementi tipici della serie, escludendone quelli seri, ovvero gli incontri molto movimentati che segnano la nascita di una grande amicizia, amicizie molto profonde e senso di comunità fra alleati, e poteri incredibili in scontri da cardiopalma.
Ovviamente, oltre a conoscere e prendere in simpatia i nuovi arrivati del cast, avremo modo di rivedere molti personaggi delle serie precedenti, alcuni davvero cambiati: Nove e molti dei Numbers, dimostrando ancora una volta che "il nemico d'ieri è l'amico di oggi", Vita, Zafira, Shamal, Signum, Subaru, Ginga, Teana, Caro, Erio, Lutecia e, ovviamente, le protagoniste storiche, ovvero Nanoha e Fate, che ormai dimostrano di non essere più semplici amiche. Se pensate che tutti loro saranno semplici spettatori, potete stare tranquilli, dal momento che si avrà modo di vedere molti di loro in azione insieme alle nuove protagoniste.
Con una realizzazione grafica molto riuscita e sonoro all'altezza, "Vivid" lo si potrebbe tranquillamente consigliare agli appassionati della saga.
"Gli incontri creano nuove storie".
"La risposta è la verità".
Quali frasi migliori di quelle di apertura e chiusura dell'opening per esprimere al meglio gli elementi che hanno fatto la fortuna di "Maho Shoujo Lyrical Nanoha", narrando l'incontro di nemici che poi diventano amici, incontri casuali che segnano la genesi di un forte legame e avvenimenti che hanno sempre come punto in comune la verità come vera risposta necessaria di tutto?
Ovviamente ciò ha portato a una fortunata serie animata che fa del suo punto di forza la fusione dei generi maho shoujo e sci-fi, poi proseguita con due sequel e due film riepilogativi. In una tale nascita di un franchise, non poteva non esserci di mezzo lo spin-off, qui nella forma di un sequel spin-off, che porta il nome di "Maho Shoujo Lyrical Nanoha: Vivid", che unisce l'universo cyber-magico della storia nientemeno che con le arti marziali.
Come suggerisce il titolo, ambientata circa due anni dopo "Strikers", la serie ha per protagonista la giovane Vivio Takamachi, la piccola bambina apparsa in "Strikers" come elemento centrale della storia, figlia adottiva di Nanoha e Fate (per l'amor del cielo, non voglio vedere tale scenario domestico come propaganda), che si gode beata la sua nuova vita d'adolescente insieme alle sue amiche Rio Wesley e Corona Timil, che, oltre alla scuola, si esercitano in una nuova disciplina sportiva chiamata "Strike Arts", particolari arti marziali che uniscono la magia con i corpo a corpo, insieme alla loro istruttrice Nove Nakajima. Nel corso della storia conosceranno una nuova amica, Einhard Stratos, discendente del popolo Belka, che mira a diventare una combattente molto capace insieme al suo particolare Device che le permette di assumere la "Adult Form", cosa che può fare anche Vivio grazie al suo Device "Sacred Heart" donatole da Nanoha.
La storia la possiamo dividere in due parti: la prima narra la movimentata nascita di amicizia di Einhard con i personaggi della serie, mentre la seconda vedrà l'arrivo di un importante competizione di Strike Arts dove le protagoniste andranno a gareggiare, ma, e qui casca l'asino, proprio nel vivo si interrompe tutto, chissà perché, forse perché non c'era materiale d'animare, per un calo d'ascolti o per un possibile piano di una seconda stagione andato all'aria... boh.
Nonostante ciò la serie è per certi versi godibile, poiché mantiene tutti gli elementi tipici della serie, escludendone quelli seri, ovvero gli incontri molto movimentati che segnano la nascita di una grande amicizia, amicizie molto profonde e senso di comunità fra alleati, e poteri incredibili in scontri da cardiopalma.
Ovviamente, oltre a conoscere e prendere in simpatia i nuovi arrivati del cast, avremo modo di rivedere molti personaggi delle serie precedenti, alcuni davvero cambiati: Nove e molti dei Numbers, dimostrando ancora una volta che "il nemico d'ieri è l'amico di oggi", Vita, Zafira, Shamal, Signum, Subaru, Ginga, Teana, Caro, Erio, Lutecia e, ovviamente, le protagoniste storiche, ovvero Nanoha e Fate, che ormai dimostrano di non essere più semplici amiche. Se pensate che tutti loro saranno semplici spettatori, potete stare tranquilli, dal momento che si avrà modo di vedere molti di loro in azione insieme alle nuove protagoniste.
Con una realizzazione grafica molto riuscita e sonoro all'altezza, "Vivid" lo si potrebbe tranquillamente consigliare agli appassionati della saga.
La saga anime di Nanoha era ferma dal 2007 con la serie StrikerS, già questa un netto stacco sia temporale che ambientale rispetto a quelle precedenti. Dopodiché, mentre l'anime veniva rivisitato con dei film per il cinema, la storia della saga proseguiva in veste di manga, dopo con il discutibile Force (difatti soppresso), e prima con il qui presente Vivid, scritto però come Vivio e una stanghetta aggiunta a completare la 'd'.
Difatti la storia ha come protagonista la piccola e allegra Vivio, figlia adottiva di Nanoha e, in pratica, anche di Fate, che anche ora convive con la sua migliore amica. Vivio conduce la sua vita tranquilla da brava bambina che va a scuola ed è benvoluta da tutti, specialmente dalle rappresentanti dell'ordine ecclesiastico e dal gruppo della famiglia Nakajima a cui è legata per gli eventi accaduti in StrikerS. Nel tempo liberò però, come hobby pratica le arti marziali assieme alle amiche Rio e Corona, sotto la guida di Nove, una dei cyborg ora convertiti al bene dopo essere stati un tempo minaccia per la sicurezza nazionale. Da qui in poi l'incontro con la rivale Einhart Stratos e una serie di eventi che porteranno Vivio e compagne a partecipare al grande torneo di arti marziali per giovinastri, Inter Middle.
Non vorrei girare troppo intorno all'argomento, ma di fatto Nanoha Vivid è una serie manga mediamente lunghetta ma piuttosto articolata. Fin dall'inizio era chiaro che un anime non avrebbe potuto adattare tutto ciò che di materiale era a disposizione, specie con una stagione sola. Alla fine però, nonostante l'adattamento piuttosto fedele, ma anche per questo, ci troviamo di fronte a un anime monco che si interrompe nel bel mezzo del suddetto torneo, lasciandone da parte i momenti più importanti.
Questo si riflette anche negativamente sul personaggio di Vivio, che rimane inconsistente e che dimostra ben poco, a parte la sua carineria (e di poter fare i 100 metri in 9"54).
La protagonista dell'anime, o almeno della parte di storia che considera, viene ad essere Einhart coi suoi dubbi e i suoi tormenti, che si generano dall'aver ereditato i ricordi di un grande guerriero del passato. Il personaggio ne esce quindi come una figura avente un certo spessore e una buona forza d'animo, anche se è quantomeno strano vedere una ragazzina moe avere atteggiamenti da protagonista depresso di una moderna opera shonen. Anche qui però si riverbera il difetto principale dell'anime, che tronca anche la narrazione e gli sviluppi del suo rapporto con Vivio e altri personaggi.
Cast che per tutta conseguenza si barcamena fra le vecchie glorie e una folta schiera di "signor nessuno" che fanno la loro apparizione senza che ne sia spiegato il vero perché, sebbene alcuni facciano comunque la loro 'porca figura' (come la nuova Dea del Tuono Victoria).
La realizzazione tecnica dell'opera, posta in essere dalla A-1 Pictures, si rivela comunque di discreto livello, con una buona resa dei combattimenti, anche se in generale il disegno sembra un po' piatto. Ma comunque dovranno spiegare perché hanno trasformato la futuristica Mid-childa in quella che sembra essere quasi una città dallo stile americano dei tempi attuali.
Non manca però ancora una volta di manifestarsi la combinazione alle sigle tra le veterane Nana Mizuki e Yukari Tamura, con quest'ultima che stavolta vince a sorpresa nel brano che interpreta, l'ending "Pleasure Treasure".
Sfugge comunque, e continuerà a sfuggire ancora immagino, il perché della realizzazione dell'anime di Mahou Shoujo Lyrical Nanoha Vivid, almeno in questa forma che non ha significato senza una prosecuzione con una nuova stagione.
Si era parlato tempo addietro di un terzo film avente una storia inedita, il fantomatico "Reflection", che ormai pare essere perso nel mare dello spazio dimensionale e temo che neanche con tutta la tecnologia perdura di El-Hazard si riuscirà a ritrovarlo.
Ci ritroviamo invece con l'anime Vivid, anime al momento incompleto che tra l'altro richiede come background anche i drama CD di StrikerS per una piena comprensione, che finisce purtroppo nella terra di nessuno.
Difatti la storia ha come protagonista la piccola e allegra Vivio, figlia adottiva di Nanoha e, in pratica, anche di Fate, che anche ora convive con la sua migliore amica. Vivio conduce la sua vita tranquilla da brava bambina che va a scuola ed è benvoluta da tutti, specialmente dalle rappresentanti dell'ordine ecclesiastico e dal gruppo della famiglia Nakajima a cui è legata per gli eventi accaduti in StrikerS. Nel tempo liberò però, come hobby pratica le arti marziali assieme alle amiche Rio e Corona, sotto la guida di Nove, una dei cyborg ora convertiti al bene dopo essere stati un tempo minaccia per la sicurezza nazionale. Da qui in poi l'incontro con la rivale Einhart Stratos e una serie di eventi che porteranno Vivio e compagne a partecipare al grande torneo di arti marziali per giovinastri, Inter Middle.
Non vorrei girare troppo intorno all'argomento, ma di fatto Nanoha Vivid è una serie manga mediamente lunghetta ma piuttosto articolata. Fin dall'inizio era chiaro che un anime non avrebbe potuto adattare tutto ciò che di materiale era a disposizione, specie con una stagione sola. Alla fine però, nonostante l'adattamento piuttosto fedele, ma anche per questo, ci troviamo di fronte a un anime monco che si interrompe nel bel mezzo del suddetto torneo, lasciandone da parte i momenti più importanti.
Questo si riflette anche negativamente sul personaggio di Vivio, che rimane inconsistente e che dimostra ben poco, a parte la sua carineria (e di poter fare i 100 metri in 9"54).
La protagonista dell'anime, o almeno della parte di storia che considera, viene ad essere Einhart coi suoi dubbi e i suoi tormenti, che si generano dall'aver ereditato i ricordi di un grande guerriero del passato. Il personaggio ne esce quindi come una figura avente un certo spessore e una buona forza d'animo, anche se è quantomeno strano vedere una ragazzina moe avere atteggiamenti da protagonista depresso di una moderna opera shonen. Anche qui però si riverbera il difetto principale dell'anime, che tronca anche la narrazione e gli sviluppi del suo rapporto con Vivio e altri personaggi.
Cast che per tutta conseguenza si barcamena fra le vecchie glorie e una folta schiera di "signor nessuno" che fanno la loro apparizione senza che ne sia spiegato il vero perché, sebbene alcuni facciano comunque la loro 'porca figura' (come la nuova Dea del Tuono Victoria).
La realizzazione tecnica dell'opera, posta in essere dalla A-1 Pictures, si rivela comunque di discreto livello, con una buona resa dei combattimenti, anche se in generale il disegno sembra un po' piatto. Ma comunque dovranno spiegare perché hanno trasformato la futuristica Mid-childa in quella che sembra essere quasi una città dallo stile americano dei tempi attuali.
Non manca però ancora una volta di manifestarsi la combinazione alle sigle tra le veterane Nana Mizuki e Yukari Tamura, con quest'ultima che stavolta vince a sorpresa nel brano che interpreta, l'ending "Pleasure Treasure".
Sfugge comunque, e continuerà a sfuggire ancora immagino, il perché della realizzazione dell'anime di Mahou Shoujo Lyrical Nanoha Vivid, almeno in questa forma che non ha significato senza una prosecuzione con una nuova stagione.
Si era parlato tempo addietro di un terzo film avente una storia inedita, il fantomatico "Reflection", che ormai pare essere perso nel mare dello spazio dimensionale e temo che neanche con tutta la tecnologia perdura di El-Hazard si riuscirà a ritrovarlo.
Ci ritroviamo invece con l'anime Vivid, anime al momento incompleto che tra l'altro richiede come background anche i drama CD di StrikerS per una piena comprensione, che finisce purtroppo nella terra di nessuno.
Con un annuncio un po' a sorpresa, quando tutti si aspettavano l'imminente uscita del terzo film della saga, ecco che invece arriva la quarta serie televisiva ambientata nell'universo di "Mahou Shoujo Lyrical Nanoha: Vivid".
Nato come manga nel 2009 e ancora attualmente in corso di pubblicazione, "Vivid" ripercorre fedelmente la sua controparte cartacea e in dodici episodi traspone i primi sei volumi del manga. C'è da sperare quindi che questa sia solo una prima stagione, e che in futuro possa venire animata anche il resto della storia (che attualmente conta quattordici volumi all'attivo).
La serie è ambientata quattro anni dopo "StrikerS", e vede come protagonista Vivio, la bambina che Nanoha ha adottato alla fine della terza serie e che adesso vive insieme a lei e Fate su Mid-Childa. A differenza di "StrikerS", qui Vivio è una bambina molto vivace e ottimista (è il caso di dire tale madre, tale figlia), che ha chiaramente superato i traumi dell'infanzia e conduce una vita assolutamente normale... per quanto possa essere normale avere come mamme due supereroine come Nanoha e Fate, e infatti è probabilmente seguendo il loro esempio che Vivio si è appassionata alle "Strike Arts", un'arte marziale corpo a corpo che fa uso anche della magia.
La cosa purtroppo la rende vittima di un misterioso assalitore che per ignoti motivi va in giro a sfidare tutti i combattenti di "Strike Arts", e che si rivelerà un personaggio legato alla precedente reincarnazione della bambina: Olivie Sägebrecht.
Come spesso accade alle serie che riprendono manga in corso di pubblicazione, "Vivid" soffre del problema di non avere una degna conclusione: la tematica delle reincarnazioni, i Saint Kaiser e le guerre del passato vengono affrontati pochissimo, per lasciare spazio in questa prima parte della storia ai combattimenti, che sfoceranno nella partecipazione di Vivio e delle sue amiche a un vero e proprio torneo di arti marziali, novità assoluta per la saga di Nanoha. Chi come me conosce il manga sa che le tematiche che ho accennato sopra diventeranno preponderanti con il passare dei volumi, ma purtroppo in questa serie si ha l'impressione che una trama vera e propria non ci sia, e che sia tutto un susseguirsi di allenamenti e scontri "solo per diventare più forte". Intendiamoci, i combattimenti sono molto belli e personalmente ho apprezzato molto il fatto che si siano concentrati anche sui personaggi secondari (Corona in primis), ma nell'insieme tutto appare molto superficiale. Siamo lontani anni luce dalla profondità psicologica della Fate della prima serie, di Hayate e i suoi cavalieri nella seconda, perfino di Teana e Subaru nella terza: ed è un peccato, perché penso che Vivio sia un personaggio interessante con ottime potenzialità.
Per quanto riguarda il comparto grafico, nulla da eccepire: ho faticato un po' all'inizio ad abituarmi ai colori sgargianti della serie, ma dopo qualche episodio non ci ho fatto più caso. Come ho già detto i combattimenti sono ben fatti, e le animazioni sono nella media.
Come è ormai tradizione consolidata nella saga di Nanoha, opening ed ending sono affidate rispettivamente a Nana Mizuki e Yukari Tamura (squadra che vince non si cambia), le doppiatrici di Nanoha e Fate: "Angel Blossom" è una bella canzone che parla di nuovi incontri, ammetto che mi è rimasta maggiormente impressa "Pleasure Treasure" della Tamura, più ritmata e grintosa rispetto alla opening.
In conclusione, nonostante i difetti mi sento comunque di consigliare questa serie ai fan di Nanoha, perché ci mostra - anche se solo di sfuggita - le nostre beniamine "after StrikerS", sperando però che questa sia solo una prima stagione di una serie più lunga e meritevole. Il mio voto finale per ora è un sei e mezzo, dalla saga di Nanoha è lecito aspettarsi molto di più.
Nato come manga nel 2009 e ancora attualmente in corso di pubblicazione, "Vivid" ripercorre fedelmente la sua controparte cartacea e in dodici episodi traspone i primi sei volumi del manga. C'è da sperare quindi che questa sia solo una prima stagione, e che in futuro possa venire animata anche il resto della storia (che attualmente conta quattordici volumi all'attivo).
La serie è ambientata quattro anni dopo "StrikerS", e vede come protagonista Vivio, la bambina che Nanoha ha adottato alla fine della terza serie e che adesso vive insieme a lei e Fate su Mid-Childa. A differenza di "StrikerS", qui Vivio è una bambina molto vivace e ottimista (è il caso di dire tale madre, tale figlia), che ha chiaramente superato i traumi dell'infanzia e conduce una vita assolutamente normale... per quanto possa essere normale avere come mamme due supereroine come Nanoha e Fate, e infatti è probabilmente seguendo il loro esempio che Vivio si è appassionata alle "Strike Arts", un'arte marziale corpo a corpo che fa uso anche della magia.
La cosa purtroppo la rende vittima di un misterioso assalitore che per ignoti motivi va in giro a sfidare tutti i combattenti di "Strike Arts", e che si rivelerà un personaggio legato alla precedente reincarnazione della bambina: Olivie Sägebrecht.
Come spesso accade alle serie che riprendono manga in corso di pubblicazione, "Vivid" soffre del problema di non avere una degna conclusione: la tematica delle reincarnazioni, i Saint Kaiser e le guerre del passato vengono affrontati pochissimo, per lasciare spazio in questa prima parte della storia ai combattimenti, che sfoceranno nella partecipazione di Vivio e delle sue amiche a un vero e proprio torneo di arti marziali, novità assoluta per la saga di Nanoha. Chi come me conosce il manga sa che le tematiche che ho accennato sopra diventeranno preponderanti con il passare dei volumi, ma purtroppo in questa serie si ha l'impressione che una trama vera e propria non ci sia, e che sia tutto un susseguirsi di allenamenti e scontri "solo per diventare più forte". Intendiamoci, i combattimenti sono molto belli e personalmente ho apprezzato molto il fatto che si siano concentrati anche sui personaggi secondari (Corona in primis), ma nell'insieme tutto appare molto superficiale. Siamo lontani anni luce dalla profondità psicologica della Fate della prima serie, di Hayate e i suoi cavalieri nella seconda, perfino di Teana e Subaru nella terza: ed è un peccato, perché penso che Vivio sia un personaggio interessante con ottime potenzialità.
Per quanto riguarda il comparto grafico, nulla da eccepire: ho faticato un po' all'inizio ad abituarmi ai colori sgargianti della serie, ma dopo qualche episodio non ci ho fatto più caso. Come ho già detto i combattimenti sono ben fatti, e le animazioni sono nella media.
Come è ormai tradizione consolidata nella saga di Nanoha, opening ed ending sono affidate rispettivamente a Nana Mizuki e Yukari Tamura (squadra che vince non si cambia), le doppiatrici di Nanoha e Fate: "Angel Blossom" è una bella canzone che parla di nuovi incontri, ammetto che mi è rimasta maggiormente impressa "Pleasure Treasure" della Tamura, più ritmata e grintosa rispetto alla opening.
In conclusione, nonostante i difetti mi sento comunque di consigliare questa serie ai fan di Nanoha, perché ci mostra - anche se solo di sfuggita - le nostre beniamine "after StrikerS", sperando però che questa sia solo una prima stagione di una serie più lunga e meritevole. Il mio voto finale per ora è un sei e mezzo, dalla saga di Nanoha è lecito aspettarsi molto di più.