Heavy Metal L-Gaim
Forse non perfetto ma assai piacevole , ho avuto occasione di vederlo tutto sottotilato in inglese ed il protagonista Daba Myroad segue il suo destino scoprendo le sue origini e confrontandosi contro l'esercito di Poseidal . Il tutto è in salsa fantascientifica con tratti di commedia che personalmente a me non sono dispiaciuti. In giro su questo anime ho visto delle stroncature che a mio avviso sono ingiuste. Buono il character design mentre i mecha di L-Gaim non sono il massimo se paragonati ad altre serie come quelle di Gundam . Nel genere mecha anche L-Gaim è un real-robot.
In un sistema solare composto da cinque pianeti, il cosiddetto "Pentagona System", Oldna Poseidal, il leggendario imperatore del pianeta Gastogal, attraverso le sue potenti forze armate soggiogò tutti i popoli degli altri pianeti vicini. La sua vittoria finale avvenne sul pianeta Mizum, nell'anno 3975, quando sconfisse Kamon Walha V, sovrano dello Yaman Clan. Tuttavia, Kamon nascose il suo erede Kamon Myroad assieme al leggendario mecha bianco L-Gaim; e quindici anni dopo tale evento, il principe dello Yaman Clan, ormai cresciuto e conosciuto come Daba Myroad, si unirà alle forze ribelli, al fine di liberare i pianeti di Pentagona dalla stretta di Poseidal...
"L-Gaim" è un titolo decisamente misconosciuto, il quale, tuttavia, gode di un certo seguito tra i veri appassionati del genere robotico di tutto il mondo. Il suddetto, nonostante non sia di certo un capolavoro o un cult da commemorare ad aeternum, è stato un grande serbatoio di idee e di spunti creativi, i quali verranno riutilizzati dai suoi autori nelle loro ben più celebri opere successive. "L-Gaim" è la base sulla quale Nagano costruirà "The Five Star Stories", il suo lavoro di una vita, riprendendone alcuni elementi e rielaborandoli in chiave epica; inoltre, esso è il padre di "ZZ Gundam", con il quale condivide il mood leggero e scanzonato, coadiuvato da allegri e simpatici personaggi - spesso e volentieri belle ragazze, naturalmente predisposte a mostrare le loro sublimi grazie allo spettatore.
Ma al di là dei vari meriti storici, "L-Gaim" è semplicemente "bello". E' un vero e proprio atto d'amore nei confronti del robotico, compiuto da uno staff pieno di talento e composto da artisti del calibro di Mamoru Nagano (sia character designer che mecha designer alla giovane età di ventiquattro anni), di Hiroyuki Kitazume (direttore dell'animazione a soli ventitre anni) e di Yasuhiro Imagawa (scrittore di storyboard ed aiuto regia anch'egli solamente ventitreenne). Il 1984 era la data di uscita dell'epocale film di "Macross", "Do you Remember Love?", vera e propria bandiera del sogno otaku nato in seno allo sci-fi boom inaugurato nel 1977 dai film di "Star Wars" e di "Corazzata Spaziale Yamato". Il clima di spensieratezza e di amore per la fantascienza è facile da intuire, tra un fotogramma e l'altro di "L-Gaim"; i vari riferimenti a "Star Wars", come nella maggiorparte degli anime dell'epoca, sono molto evidenti, così come il mix scoppiettante di puro cazzeggio ed epica drammatica - il secondo arco della serie sarà ben diverso dal primo: esattamente come accadeva in "Mazinger Z", dopo la prima metà l'anime assumerà connotati ben diversi dalla spiccata leggerezza della prima parte, diventando un vero e proprio prototipo del serioso "Z Gundam".
Le radici di "L-Gaim" sono ancorate nella parodia del robotico tominiana per eccellenza, il celeberrimo "Xabungle", dal quale il lavoro congiunto di Nagano e Tomino riprende il mood cazzaro della prima parte - seppur in modo molto meno incisivo - ed alcuni personaggi stereotipi. Indubbiamente "L-Gaim" è una versione meno virile di "Xabungle", tuttavia con un design e degli aspetti tecnici nettamente superiori. Esattamente come il suo predecessore, "L-Gaim" gode di buffe scene di doccia in cui si possono ammirare appetitosi nudi dalle proporzioni e dalle curve perfette; e non mancano all'appello numerose vicende inerenti il tipo di donna preferito da Yoshiyuki Tomino: la baronessa in tutte le sue forme e manifestazioni.
E' impossibile non provare simpatia per la svampita e chiassosa gallinella perennemente innamorata dello stoico ed imperturbabile Daba Myroad, Fanneria Amu, la quale, come quasi tutte le donne di "L-Gaim", è reduce da una triste delusione amorosa. Se "Xabungle" era molto più "maschile" nello sviscerare la psicologia dei personaggi - rinsaviti dalle loro turbe esistenziali a suon di schiaffoni -, "L-Gaim" è completamente "femminile", e si potrebbe classificare come la prima vera analisi tominiana della psicologia del gentil sesso, che culminerà con il misogino "V Gundam" e con la sua antitesi, il femminista e solare "Brain Powerd". Le vicende chiave di "L-Gaim", infatti, ruotano attorno ad un bisogno d'amore tipicamente femminile, tuttavia frustrato e non soddisfatto, somatizzato in cinismo, sfiducia nelle potenzialità della vita, pessimismo - si pensi alle tristi vicende delle carismatiche Full Flat e Oldna Poseidal, entrambe sfruttate ed ingannate dallo stesso uomo. Il cast femminile di "L-Gaim" è di tutto rispetto, e donne del calibro della bella ufficiale Gaw Ha Leccee - con il suo rossetto, le sue calze autoreggenti e la sua tinta - rendono la visione estremamente fruibile agli amanti della bellezza femminile. E' da notare che alla suddetta bella donna è stato dedicato un intero OAV, il cosiddetto "Full Metal Soldier", contenente un'avventura inedita del nostro gruppetto di simpatici rivoluzionari; inoltre, il personaggio denso di carisma e di potenzialità chiamato Oldna Poseidal verrà reimpiegato da Mamoru Nagano nel suo celebre "The Five Star Stories".
Nonostante Nagano e Tomino abbiano dichiarato "L-Gaim" come un fallimento, conoscendo i robotici dell'epoca come le mie tasche posso garantire che esso rientra perfettamente nella media dei suoi anni. All'epoca, più che sulla trama e sui personaggi, gli autori si concentravano sul design e sulle musiche - "Macross" aveva generato una vera e propria rivoluzione estetica -, ed è proprio in questi aspetti che "L-Gaim" eccelle al massimo: le animazioni, il design, la OST, le coleografie degli scontri tra i mecha sono veramente memorabili; e l'ottima regia contribuisce a rendere godibile una trama banale che viene sciorinata in ben cinquantaquattro episodi; ma in fondo questo accadeva altresì in "Xabungle", "Dunbine" e tutti gli altri robotici dell'epoca, dilatati ad oltranza al fine di vendere modellini. "Z Gundam", che aveva una trama più complicata del solito, soffriva tuttavia di difetti molto marcati di sceneggiatura: nel suo caso, cinquanta episodi erano addirittura troppo pochi. Fortunatamente, "L-Gaim", contrariamente al suddetto, non soffre di sceneggiature mal scritte e di troppi personaggi senza abbastanza spazio: la banalità della trama e la sua scarsa ambiziosità gli assicurano una protezione contro i difetti tipici delle grandi produzioni. E' da notare che in alcuni aspetti esso è più vicino ai robotici degli anni settanta che a quelli degli anni ottanta - si pensi al frequente combattimento rituale di fine episodio, ripetitivo quasi come gli scontri che avvenivano nei robotici nagaiani; oppure alla spiccata commistione tra serio e faceto, anch'essa caratteristica di molti robotici del decennio precedente. A scanso di equivoci, la stessa storia di Daba è un palese omaggio al principe Duke Fleed di "Grendizer"; quel "Grendizer" che "L-Gaim" omaggia anche nel suo malinconico finale.
In conclusione, è palese che "L-Gaim" non sia un titolo aprezzabile dalla maggiorparte degli animefan dell'ultima ora, e da chi nutre elevate pretese snobistiche che fanno da freno inibitore alla sacrosanta contestualizzazione. Detto ciò, "L-Gaim è un titolo amato ed aprezzato da una cerchia ristretta composta dai veri appassionati del genere robotico di tutto il mondo, e dai cultori dell'armoniosa bellezza del design anni ottanta, con la sua perizia tecnica ed estetica più vicina alla vera arte che ai soliti personaggi sproporzionati e mal disegnati che vanno tanto di moda oggigiorno. Insomma, ogni fan del robotico che si rispetti canterà sotto la doccia "Say Mark Two" sentendo la magia del robotico anni ottanta scorrergli nelle vene, questo è poco ma sicuro. Ah, dimenticavo una cosa fondamentale: in "L-Gaim" c'è la mitica fatina di "Dunbine"!
"L-Gaim" è un titolo decisamente misconosciuto, il quale, tuttavia, gode di un certo seguito tra i veri appassionati del genere robotico di tutto il mondo. Il suddetto, nonostante non sia di certo un capolavoro o un cult da commemorare ad aeternum, è stato un grande serbatoio di idee e di spunti creativi, i quali verranno riutilizzati dai suoi autori nelle loro ben più celebri opere successive. "L-Gaim" è la base sulla quale Nagano costruirà "The Five Star Stories", il suo lavoro di una vita, riprendendone alcuni elementi e rielaborandoli in chiave epica; inoltre, esso è il padre di "ZZ Gundam", con il quale condivide il mood leggero e scanzonato, coadiuvato da allegri e simpatici personaggi - spesso e volentieri belle ragazze, naturalmente predisposte a mostrare le loro sublimi grazie allo spettatore.
Ma al di là dei vari meriti storici, "L-Gaim" è semplicemente "bello". E' un vero e proprio atto d'amore nei confronti del robotico, compiuto da uno staff pieno di talento e composto da artisti del calibro di Mamoru Nagano (sia character designer che mecha designer alla giovane età di ventiquattro anni), di Hiroyuki Kitazume (direttore dell'animazione a soli ventitre anni) e di Yasuhiro Imagawa (scrittore di storyboard ed aiuto regia anch'egli solamente ventitreenne). Il 1984 era la data di uscita dell'epocale film di "Macross", "Do you Remember Love?", vera e propria bandiera del sogno otaku nato in seno allo sci-fi boom inaugurato nel 1977 dai film di "Star Wars" e di "Corazzata Spaziale Yamato". Il clima di spensieratezza e di amore per la fantascienza è facile da intuire, tra un fotogramma e l'altro di "L-Gaim"; i vari riferimenti a "Star Wars", come nella maggiorparte degli anime dell'epoca, sono molto evidenti, così come il mix scoppiettante di puro cazzeggio ed epica drammatica - il secondo arco della serie sarà ben diverso dal primo: esattamente come accadeva in "Mazinger Z", dopo la prima metà l'anime assumerà connotati ben diversi dalla spiccata leggerezza della prima parte, diventando un vero e proprio prototipo del serioso "Z Gundam".
Le radici di "L-Gaim" sono ancorate nella parodia del robotico tominiana per eccellenza, il celeberrimo "Xabungle", dal quale il lavoro congiunto di Nagano e Tomino riprende il mood cazzaro della prima parte - seppur in modo molto meno incisivo - ed alcuni personaggi stereotipi. Indubbiamente "L-Gaim" è una versione meno virile di "Xabungle", tuttavia con un design e degli aspetti tecnici nettamente superiori. Esattamente come il suo predecessore, "L-Gaim" gode di buffe scene di doccia in cui si possono ammirare appetitosi nudi dalle proporzioni e dalle curve perfette; e non mancano all'appello numerose vicende inerenti il tipo di donna preferito da Yoshiyuki Tomino: la baronessa in tutte le sue forme e manifestazioni.
E' impossibile non provare simpatia per la svampita e chiassosa gallinella perennemente innamorata dello stoico ed imperturbabile Daba Myroad, Fanneria Amu, la quale, come quasi tutte le donne di "L-Gaim", è reduce da una triste delusione amorosa. Se "Xabungle" era molto più "maschile" nello sviscerare la psicologia dei personaggi - rinsaviti dalle loro turbe esistenziali a suon di schiaffoni -, "L-Gaim" è completamente "femminile", e si potrebbe classificare come la prima vera analisi tominiana della psicologia del gentil sesso, che culminerà con il misogino "V Gundam" e con la sua antitesi, il femminista e solare "Brain Powerd". Le vicende chiave di "L-Gaim", infatti, ruotano attorno ad un bisogno d'amore tipicamente femminile, tuttavia frustrato e non soddisfatto, somatizzato in cinismo, sfiducia nelle potenzialità della vita, pessimismo - si pensi alle tristi vicende delle carismatiche Full Flat e Oldna Poseidal, entrambe sfruttate ed ingannate dallo stesso uomo. Il cast femminile di "L-Gaim" è di tutto rispetto, e donne del calibro della bella ufficiale Gaw Ha Leccee - con il suo rossetto, le sue calze autoreggenti e la sua tinta - rendono la visione estremamente fruibile agli amanti della bellezza femminile. E' da notare che alla suddetta bella donna è stato dedicato un intero OAV, il cosiddetto "Full Metal Soldier", contenente un'avventura inedita del nostro gruppetto di simpatici rivoluzionari; inoltre, il personaggio denso di carisma e di potenzialità chiamato Oldna Poseidal verrà reimpiegato da Mamoru Nagano nel suo celebre "The Five Star Stories".
Nonostante Nagano e Tomino abbiano dichiarato "L-Gaim" come un fallimento, conoscendo i robotici dell'epoca come le mie tasche posso garantire che esso rientra perfettamente nella media dei suoi anni. All'epoca, più che sulla trama e sui personaggi, gli autori si concentravano sul design e sulle musiche - "Macross" aveva generato una vera e propria rivoluzione estetica -, ed è proprio in questi aspetti che "L-Gaim" eccelle al massimo: le animazioni, il design, la OST, le coleografie degli scontri tra i mecha sono veramente memorabili; e l'ottima regia contribuisce a rendere godibile una trama banale che viene sciorinata in ben cinquantaquattro episodi; ma in fondo questo accadeva altresì in "Xabungle", "Dunbine" e tutti gli altri robotici dell'epoca, dilatati ad oltranza al fine di vendere modellini. "Z Gundam", che aveva una trama più complicata del solito, soffriva tuttavia di difetti molto marcati di sceneggiatura: nel suo caso, cinquanta episodi erano addirittura troppo pochi. Fortunatamente, "L-Gaim", contrariamente al suddetto, non soffre di sceneggiature mal scritte e di troppi personaggi senza abbastanza spazio: la banalità della trama e la sua scarsa ambiziosità gli assicurano una protezione contro i difetti tipici delle grandi produzioni. E' da notare che in alcuni aspetti esso è più vicino ai robotici degli anni settanta che a quelli degli anni ottanta - si pensi al frequente combattimento rituale di fine episodio, ripetitivo quasi come gli scontri che avvenivano nei robotici nagaiani; oppure alla spiccata commistione tra serio e faceto, anch'essa caratteristica di molti robotici del decennio precedente. A scanso di equivoci, la stessa storia di Daba è un palese omaggio al principe Duke Fleed di "Grendizer"; quel "Grendizer" che "L-Gaim" omaggia anche nel suo malinconico finale.
In conclusione, è palese che "L-Gaim" non sia un titolo aprezzabile dalla maggiorparte degli animefan dell'ultima ora, e da chi nutre elevate pretese snobistiche che fanno da freno inibitore alla sacrosanta contestualizzazione. Detto ciò, "L-Gaim è un titolo amato ed aprezzato da una cerchia ristretta composta dai veri appassionati del genere robotico di tutto il mondo, e dai cultori dell'armoniosa bellezza del design anni ottanta, con la sua perizia tecnica ed estetica più vicina alla vera arte che ai soliti personaggi sproporzionati e mal disegnati che vanno tanto di moda oggigiorno. Insomma, ogni fan del robotico che si rispetti canterà sotto la doccia "Say Mark Two" sentendo la magia del robotico anni ottanta scorrergli nelle vene, questo è poco ma sicuro. Ah, dimenticavo una cosa fondamentale: in "L-Gaim" c'è la mitica fatina di "Dunbine"!
Gundam, Ideon, Xabungle, Dunbine e infine L-Gaim: questa è la lista di anime diretti da Yoshiyuki Tomino negli anni 1979-1984. Una gran lista, sono tutte opere con molto in comune, eppure nello stesso tempo diverse e con una forte carica di originalità. Tra tutte queste opere quella su cui Tomino ha investito di più è senz'altro Dunbine, che nasce da una serie di romanzi scritti dallo stesso regista e ambientati nel mondo di Byston Well, creato interamente da lui. È anche la serie con il maggior impegno politico e quella con il finale migliore, al contrario di Ideon in cui ha avuto le mani legate dalla produzione. Dopo Dunbine probabilmente ha sentito di non avere più nulla da dire - naturalmente questa è una mia illazione - e ho l'impressione che abbia lasciato L-Gaim in mano ai suoi collaboratori, in particolare al giovane Mamoru Nagano, all'epoca ventiquattrenne.
Di L-Gaim Nagano cura il mecha design, il chara design, la sceneggiatura e i personaggi, a tal punto che L-Gaim si può vedere come il prototipo di "The Five Star Stories" (FSS), l'opus magna di Nagano. Del resto le somiglianze sono evidenti: il sistema stellare di L-Gaim, Pentagona, ha cinque mondi, esattamente come le Five Stars di FSS; il personaggio più carismatico di L-Gaim è Oldna Poseidal, anagramma di Ladius Sopp di FSS: come Ladius Sopp/Amaterasu è una figura androgina immortale e quasi divina, con doppia identità e una misteriosa storia d'amore tragica alle spalle che si perde nei meandri del passato. La prima puntata di L-Gaim inizia nello stesso modo del film di FSS, che incidentalmente io ho visto prima di L-Gaim, quindi rilevare la somiglianza è stato immediato. Rispetto a FSS L-Gaim presenta una differenza sostanziale: mentre FSS nasce come serie epica, L-Gaim nasce come serie umoristica/demenziale, essenzialmente una versione al femminile di Xabungle. A differenza di Xabungle, serie tutta basata sulla virile comicità di personaggi maschili bislacchi e indimenticabili, la comicità di L-Gaim è basata sui personaggi femminili, e si viene a creare un harem ante-litteram di ragazze intorno al protagonista Daba Myroad, in cui la comicità nasce dalle innumerevoli schermaglie amorose per ottenere la sua attenzione.
Qualcosa di simile si era visto in Xabungle (Elchi e Rag che combattono per guadagnare l'attenzione di Giron) ma in L-Gaim questo tipo di situazioni ci sono molto di più, mentre manca la comicità tamarra di Xabungle: questo anche perché i personaggi di L-Gaim sono quasi tutti donne. I personaggi maschili contano assai poco, sono delle macchiette come Gavlet Gablae o sono di poco rilievo come Mirao Kyao, il migliore amico del protagonista Daba Myroad. A dire il vero neppure Daba è troppo approfondito come personaggio: svolge il ruolo standard di principe ultimo superstite della sua razza, novello Duke Fleed: la somiglianza probabilmente non è casuale visto che anche L-Gaim si conclude in maniera simile al beneamato Goldrake. È comunque un personaggio che ho apprezzato, ben diverso dai protagonisti degli harem moderni, non ha per nulla paura delle molte donne che tentano di circuirlo e va avanti per la sua strada, un po' come gli eroi degli anni settanta. Sul finale comunque Daba diventa una comparsa e i veri protagonisti diventano Odna Poseydal, Full Flat e Amandara Kamandra, con tutti i segreti sul loro misterioso passato. Chiaramente il cambio di registro, da serie umoristica nella prima parte a serie drammatica nella seconda, non è stato facile da gestire e c'è sicuramente un calo per buon numero di puntate. Il finale però si risolleva.
Si tratta di una buona serie che però non è esente da difetti, primo fra tutti il cambio di registro e il cambio di focus sui personaggi. Personaggi che non sono tutti interessanti allo stesso modo, e alcuni sono sprecati, in particolare Nei Mo Han, che aveva a mio avviso maggiori possibilità. In serie come Ideon e Dunbine Tomino aveva fatto molto di meglio, l'impressione è che qui i personaggi siano stati maneggiati da diverse persone, non solo da Tomino e Nagano, e che alla fine nessuno riesca al meglio. Il mio preferito è la fatina Lilith, omaggio a Cham di Dunbine, che meritava di essere vista in una nuova serie. Ci sono poi le solite lungaggini di tutti gli anime tominiani dell'epoca, basati su infiniti combattimenti robotici e scontri che non portano a nulla; devo dire però che avendoci fatto l'abitudine non mi hanno infastidito, e che ho visto la serie meno lenta rispetto a Xabugle anche se più lenta rispetto sia a Ideon che a Dunbine. È comunque di gran lunga superiore rispetto a Z Gundam, sia come personaggi, che come trama, e gli innumerevoli cambi di fazione e tradimenti qui sono più giustificati, anche tenendo conto che si propone come un anime semiserio.
È da notare che sia Tomino che Nagano non furono soddisfatti con L-Gaim, che è un chiaro frutto di compromessi, tanto è vero che Nagano si mise a disegnare FSS proprio per realizzare quello che non aveva potuto fare con L-Gaim (sua dichiarazione nell'Anime Expo '93). Si tratta comunque di un anime che consiglio ai fan di Tomino e Nagano e a chi è avvezzo al ritmo narrativo dei primi anni ottanta. Da raccomandare anche per il chara design d'autore, che reputo ancor più interessante del pur notevole mecha design. Sono in particolare sorprendenti le folte chiome di quasi tutti i personaggi femminili, caratterizzati da una sovrabbondanza di capelli ai limiti della possibilità fisica. Mille punti al chara di Odna Poseidal, perfetto nella sua ambiguità fisica e morale. La stoffa si vede, nonostante questa sia da considerare un'opera giovanile. Voto 7,5.
Di L-Gaim Nagano cura il mecha design, il chara design, la sceneggiatura e i personaggi, a tal punto che L-Gaim si può vedere come il prototipo di "The Five Star Stories" (FSS), l'opus magna di Nagano. Del resto le somiglianze sono evidenti: il sistema stellare di L-Gaim, Pentagona, ha cinque mondi, esattamente come le Five Stars di FSS; il personaggio più carismatico di L-Gaim è Oldna Poseidal, anagramma di Ladius Sopp di FSS: come Ladius Sopp/Amaterasu è una figura androgina immortale e quasi divina, con doppia identità e una misteriosa storia d'amore tragica alle spalle che si perde nei meandri del passato. La prima puntata di L-Gaim inizia nello stesso modo del film di FSS, che incidentalmente io ho visto prima di L-Gaim, quindi rilevare la somiglianza è stato immediato. Rispetto a FSS L-Gaim presenta una differenza sostanziale: mentre FSS nasce come serie epica, L-Gaim nasce come serie umoristica/demenziale, essenzialmente una versione al femminile di Xabungle. A differenza di Xabungle, serie tutta basata sulla virile comicità di personaggi maschili bislacchi e indimenticabili, la comicità di L-Gaim è basata sui personaggi femminili, e si viene a creare un harem ante-litteram di ragazze intorno al protagonista Daba Myroad, in cui la comicità nasce dalle innumerevoli schermaglie amorose per ottenere la sua attenzione.
Qualcosa di simile si era visto in Xabungle (Elchi e Rag che combattono per guadagnare l'attenzione di Giron) ma in L-Gaim questo tipo di situazioni ci sono molto di più, mentre manca la comicità tamarra di Xabungle: questo anche perché i personaggi di L-Gaim sono quasi tutti donne. I personaggi maschili contano assai poco, sono delle macchiette come Gavlet Gablae o sono di poco rilievo come Mirao Kyao, il migliore amico del protagonista Daba Myroad. A dire il vero neppure Daba è troppo approfondito come personaggio: svolge il ruolo standard di principe ultimo superstite della sua razza, novello Duke Fleed: la somiglianza probabilmente non è casuale visto che anche L-Gaim si conclude in maniera simile al beneamato Goldrake. È comunque un personaggio che ho apprezzato, ben diverso dai protagonisti degli harem moderni, non ha per nulla paura delle molte donne che tentano di circuirlo e va avanti per la sua strada, un po' come gli eroi degli anni settanta. Sul finale comunque Daba diventa una comparsa e i veri protagonisti diventano Odna Poseydal, Full Flat e Amandara Kamandra, con tutti i segreti sul loro misterioso passato. Chiaramente il cambio di registro, da serie umoristica nella prima parte a serie drammatica nella seconda, non è stato facile da gestire e c'è sicuramente un calo per buon numero di puntate. Il finale però si risolleva.
Si tratta di una buona serie che però non è esente da difetti, primo fra tutti il cambio di registro e il cambio di focus sui personaggi. Personaggi che non sono tutti interessanti allo stesso modo, e alcuni sono sprecati, in particolare Nei Mo Han, che aveva a mio avviso maggiori possibilità. In serie come Ideon e Dunbine Tomino aveva fatto molto di meglio, l'impressione è che qui i personaggi siano stati maneggiati da diverse persone, non solo da Tomino e Nagano, e che alla fine nessuno riesca al meglio. Il mio preferito è la fatina Lilith, omaggio a Cham di Dunbine, che meritava di essere vista in una nuova serie. Ci sono poi le solite lungaggini di tutti gli anime tominiani dell'epoca, basati su infiniti combattimenti robotici e scontri che non portano a nulla; devo dire però che avendoci fatto l'abitudine non mi hanno infastidito, e che ho visto la serie meno lenta rispetto a Xabugle anche se più lenta rispetto sia a Ideon che a Dunbine. È comunque di gran lunga superiore rispetto a Z Gundam, sia come personaggi, che come trama, e gli innumerevoli cambi di fazione e tradimenti qui sono più giustificati, anche tenendo conto che si propone come un anime semiserio.
È da notare che sia Tomino che Nagano non furono soddisfatti con L-Gaim, che è un chiaro frutto di compromessi, tanto è vero che Nagano si mise a disegnare FSS proprio per realizzare quello che non aveva potuto fare con L-Gaim (sua dichiarazione nell'Anime Expo '93). Si tratta comunque di un anime che consiglio ai fan di Tomino e Nagano e a chi è avvezzo al ritmo narrativo dei primi anni ottanta. Da raccomandare anche per il chara design d'autore, che reputo ancor più interessante del pur notevole mecha design. Sono in particolare sorprendenti le folte chiome di quasi tutti i personaggi femminili, caratterizzati da una sovrabbondanza di capelli ai limiti della possibilità fisica. Mille punti al chara di Odna Poseidal, perfetto nella sua ambiguità fisica e morale. La stoffa si vede, nonostante questa sia da considerare un'opera giovanile. Voto 7,5.
Si sa, Sunrise è lo studio animato per eccellenza nell'ambito della fantascienza robotica. Difficile anche solo dare un numero alle produzioni mecha sfornate da questo colosso nell'arco di 40 anni di animazione, o a quel numero di registi, sceneggiatori, chara e mecha designer che qui si sono fatti le ossa o si sono costruiti una fama immensa.
Periodo fertile, a livello di idee e influenze in questo genere, sono decisamente gli anni '80, nel quale troverà consacrazione l'estro creativo di gente come Yoshiyuki Tomino e Ryousuke Takahashi, e si creeranno le basi per la maturazione dei futuri grandi Yutaka Izubuchi, Mamoru Nagano, Hiroyuki Kitazume etc.
Di quei meravigliosi anni, molte opere imprescindibili o di valore ci sono arrivate, vuoi in modo ufficiale o come semplici fansub. Rimangono sempre però un pugno di titoli, importanti, tuttora inediti o in fase di sottotitolazione. Opere come Fang of the Sun Dougram, Blue Comet Layzner, Combat Mecha Xabungle, Panzer World Galient, Giant Gorg... Heavy Metal L-Gaim.
Proprio quest'ultimo, forte di alcuni grandi nomi dietro la sua realizzazione e del suo essere palesemente ispirato a Star Wars (anche a livelli di duelli - parecchi - di spade laser), per molto tempo ha goduto di una fama immensa e immeritata, basata esclusivamente sulla fiducia.
La garanzia non veniva tanto da Tomino, suo creatore e regista, già famoso per capolavori epocali quali Gundam e Ideon, bensì dall'apporto, in fase di chara, mecha e addirittura sceneggiatura, di un appena ventitreenne Mamoru Nagano, quello che più tardi sarebbe entrato nell'Olimpo dei mangaka quale creatore di The Five Star Stories, il più importante manga robotico/fantascientifico della Storia del fumetto.
Il suo sbandieratissimo nome da parte di anime e robofan, l'influenza che avrà L-Gaim in animazione nell'ambito di mecha design "umanoide" e, infine, l'assoluta intelligenza con cui Sunrise pubblicizzerà l'anime attraverso poster et similia, creeranno per decenni l'errata valutazione di Heavy Metal L-Gaim come un capolavoro del genere.
Chi ha avuto modo di vederlo per davvero, attraverso il fansub incompleto degli Shin-Getter e i fetidi sub dei DVD pirata di Hong Kong, sa però qual è la triste verità. E capisce bene perché gli stessi creatori di L-Gaim ammetteranno pubblicamente la loro delusione per il destino della creatura.
Come si lamenterà amareggiato lo stesso Tomino, Heavy Metal L-Gaim non è nato con alcuna ambizione, se non di "addestrare" lo staff tecnico dell'epoca in vista del successivo e ambizioso Z Gundam.
Credere alle sue parole non è affatto difficile, perché bastano i primi due episodi per rendersi conto che L-Gaim è la fiera del <i>nulla</i>.
Con un umorismo tremendamente infantile - sul livello dei primi, famigerati 17 episodi di Gundam ZZ -, che perdurerà per l'80% dell'intera serie, l'anime ci porta ad assistere alla noiosissima guerra di Daba, Kyao e Amu contro l'impero stellare della crudele Poseidal.
Tediosa perché non c'è un solo personaggio dell'intero cast degno di menzione: tutti tremendamente insignificanti, senza alcuna motivazione che giustifichi la loro lotta (esemplari a riguardo le figure di Gavlet Gablae e Leccee), mono-caratterizzati.
E il gruppetto di eroi è il peggio del peggio, immaginate 54 episodi con protagonisti assoluti un ingenuotto buono e scemo a livelli tragici, una gallina starnazzante e un buffone con un ciuffo improponibile: da spararsi.
Ma fossero solo questi i problemi di L-Gaim...
La storia, che sviluppata bene poteva anche avere un suo senso, è assolutamente distrutta dalla cronica mancanza di ispirazione dei suoi ben 5 sceneggiatori: non mancano personaggi interessanti e ambigui - riuscito, in questo verso, il trafficante d'armi Amandara Kamandara -, così come alcuni elementi originali per l'epoca - il complotto in seno all'esercito dei cattivi per un colpo di stato -, ma tutto va completamente ridimensionato al punto da divenire impercettibile, rispetto alla pedanteria di un canovaccio narrativo ripetuto sfacciatamente dall'inizio alla fine.
L-Gaim è azione incessante, robotica e non, sempre gratuita e senza ripercussioni sulla trama, atta a illustrare una storia sviluppata in modo banalissimo, dove ogni episodio è riassumibile come "uno degli Elite 13, i massimi generali dell'imperatrice Poseidal, tenta di sconfiggere Daba, viene battuto e si ritira", provocando sbadigli incessanti.
La formula azione + comicità bambinesca, presente poi nei primi 30 episodi, si risolve in una serie caciarona e cazzara, in cui è impossibile empatizzare coi personaggi o provare interesse per la "trama". Questo si ripercuoterà terribilmente nelle 20 puntate finali che, pur tentando in ogni modo, possibile e immaginabile, di tingersi di epico, falliranno miseramente nello scopo perché non è plausibile prendere sul serio gente che prima non faceva altro che prestarsi a umorismo puerile.
Indubbiamente in L-Gaim i disegni splendidi, il mecha epocale (bellissimi e affascinanti tutti gli heavy metal, sembrano armature medievali fantascientifiche) e le ottime animazioni denotano un aspetto tecnico e visivo di primo livello, impreziosito da una regia spettacolare capace, da sola, di rendere avvincenti anche alcuni episodi dove continua a non succedere niente.
Di interesse storico poi le capigliature dei personaggi, riflettenti il gusto eighties per acconciature glam e metal, e sopratutto la trovata innovativa di anticipare ogni episodio "importante" inserendo riferimenti alla fine della puntata precedente quali, ad esempio, "Next Mecha", "Next Character", "Next Drama"...
Se però tutto questo funge solo da corollario a una storia del cavolo appesantita da dialoghi insulsi, da personaggi irritanti, da sviluppi di trama inverosimili, da ingenuità e leggerezze a profusione e da una totale mancanza di varietà in uno script ripetitivo al massimo, il risultato finale non può non essere una schifezza.
E se infine, tutto sommato, nessun episodio è veramente orribile, arrivando quasi sempre alla sufficienza risicata, la lunga durata di L-Gaim a livelli medio-bassi rappresenta solamente un'aggravante, meritevole di un voto ancora più basso.
Da evitare, sopratutto per i fan di Tomino, che rimarranno increduli più di tutti per questo totale spreco di (moltissimi) soldi. Quelli di Nagano, vedendolo, capiranno ancora più la grandezza di un uomo capace di fare la Storia del fumetto rielaborando, in modo degno, mecha, idee e ambientazioni da L-Gaim in Five Star Stories.
Nota: l'aspetto fisico della fatina volante Lilith è un omaggio a Cham del precedente Aura Battler Dunbine.
Periodo fertile, a livello di idee e influenze in questo genere, sono decisamente gli anni '80, nel quale troverà consacrazione l'estro creativo di gente come Yoshiyuki Tomino e Ryousuke Takahashi, e si creeranno le basi per la maturazione dei futuri grandi Yutaka Izubuchi, Mamoru Nagano, Hiroyuki Kitazume etc.
Di quei meravigliosi anni, molte opere imprescindibili o di valore ci sono arrivate, vuoi in modo ufficiale o come semplici fansub. Rimangono sempre però un pugno di titoli, importanti, tuttora inediti o in fase di sottotitolazione. Opere come Fang of the Sun Dougram, Blue Comet Layzner, Combat Mecha Xabungle, Panzer World Galient, Giant Gorg... Heavy Metal L-Gaim.
Proprio quest'ultimo, forte di alcuni grandi nomi dietro la sua realizzazione e del suo essere palesemente ispirato a Star Wars (anche a livelli di duelli - parecchi - di spade laser), per molto tempo ha goduto di una fama immensa e immeritata, basata esclusivamente sulla fiducia.
La garanzia non veniva tanto da Tomino, suo creatore e regista, già famoso per capolavori epocali quali Gundam e Ideon, bensì dall'apporto, in fase di chara, mecha e addirittura sceneggiatura, di un appena ventitreenne Mamoru Nagano, quello che più tardi sarebbe entrato nell'Olimpo dei mangaka quale creatore di The Five Star Stories, il più importante manga robotico/fantascientifico della Storia del fumetto.
Il suo sbandieratissimo nome da parte di anime e robofan, l'influenza che avrà L-Gaim in animazione nell'ambito di mecha design "umanoide" e, infine, l'assoluta intelligenza con cui Sunrise pubblicizzerà l'anime attraverso poster et similia, creeranno per decenni l'errata valutazione di Heavy Metal L-Gaim come un capolavoro del genere.
Chi ha avuto modo di vederlo per davvero, attraverso il fansub incompleto degli Shin-Getter e i fetidi sub dei DVD pirata di Hong Kong, sa però qual è la triste verità. E capisce bene perché gli stessi creatori di L-Gaim ammetteranno pubblicamente la loro delusione per il destino della creatura.
Come si lamenterà amareggiato lo stesso Tomino, Heavy Metal L-Gaim non è nato con alcuna ambizione, se non di "addestrare" lo staff tecnico dell'epoca in vista del successivo e ambizioso Z Gundam.
Credere alle sue parole non è affatto difficile, perché bastano i primi due episodi per rendersi conto che L-Gaim è la fiera del <i>nulla</i>.
Con un umorismo tremendamente infantile - sul livello dei primi, famigerati 17 episodi di Gundam ZZ -, che perdurerà per l'80% dell'intera serie, l'anime ci porta ad assistere alla noiosissima guerra di Daba, Kyao e Amu contro l'impero stellare della crudele Poseidal.
Tediosa perché non c'è un solo personaggio dell'intero cast degno di menzione: tutti tremendamente insignificanti, senza alcuna motivazione che giustifichi la loro lotta (esemplari a riguardo le figure di Gavlet Gablae e Leccee), mono-caratterizzati.
E il gruppetto di eroi è il peggio del peggio, immaginate 54 episodi con protagonisti assoluti un ingenuotto buono e scemo a livelli tragici, una gallina starnazzante e un buffone con un ciuffo improponibile: da spararsi.
Ma fossero solo questi i problemi di L-Gaim...
La storia, che sviluppata bene poteva anche avere un suo senso, è assolutamente distrutta dalla cronica mancanza di ispirazione dei suoi ben 5 sceneggiatori: non mancano personaggi interessanti e ambigui - riuscito, in questo verso, il trafficante d'armi Amandara Kamandara -, così come alcuni elementi originali per l'epoca - il complotto in seno all'esercito dei cattivi per un colpo di stato -, ma tutto va completamente ridimensionato al punto da divenire impercettibile, rispetto alla pedanteria di un canovaccio narrativo ripetuto sfacciatamente dall'inizio alla fine.
L-Gaim è azione incessante, robotica e non, sempre gratuita e senza ripercussioni sulla trama, atta a illustrare una storia sviluppata in modo banalissimo, dove ogni episodio è riassumibile come "uno degli Elite 13, i massimi generali dell'imperatrice Poseidal, tenta di sconfiggere Daba, viene battuto e si ritira", provocando sbadigli incessanti.
La formula azione + comicità bambinesca, presente poi nei primi 30 episodi, si risolve in una serie caciarona e cazzara, in cui è impossibile empatizzare coi personaggi o provare interesse per la "trama". Questo si ripercuoterà terribilmente nelle 20 puntate finali che, pur tentando in ogni modo, possibile e immaginabile, di tingersi di epico, falliranno miseramente nello scopo perché non è plausibile prendere sul serio gente che prima non faceva altro che prestarsi a umorismo puerile.
Indubbiamente in L-Gaim i disegni splendidi, il mecha epocale (bellissimi e affascinanti tutti gli heavy metal, sembrano armature medievali fantascientifiche) e le ottime animazioni denotano un aspetto tecnico e visivo di primo livello, impreziosito da una regia spettacolare capace, da sola, di rendere avvincenti anche alcuni episodi dove continua a non succedere niente.
Di interesse storico poi le capigliature dei personaggi, riflettenti il gusto eighties per acconciature glam e metal, e sopratutto la trovata innovativa di anticipare ogni episodio "importante" inserendo riferimenti alla fine della puntata precedente quali, ad esempio, "Next Mecha", "Next Character", "Next Drama"...
Se però tutto questo funge solo da corollario a una storia del cavolo appesantita da dialoghi insulsi, da personaggi irritanti, da sviluppi di trama inverosimili, da ingenuità e leggerezze a profusione e da una totale mancanza di varietà in uno script ripetitivo al massimo, il risultato finale non può non essere una schifezza.
E se infine, tutto sommato, nessun episodio è veramente orribile, arrivando quasi sempre alla sufficienza risicata, la lunga durata di L-Gaim a livelli medio-bassi rappresenta solamente un'aggravante, meritevole di un voto ancora più basso.
Da evitare, sopratutto per i fan di Tomino, che rimarranno increduli più di tutti per questo totale spreco di (moltissimi) soldi. Quelli di Nagano, vedendolo, capiranno ancora più la grandezza di un uomo capace di fare la Storia del fumetto rielaborando, in modo degno, mecha, idee e ambientazioni da L-Gaim in Five Star Stories.
Nota: l'aspetto fisico della fatina volante Lilith è un omaggio a Cham del precedente Aura Battler Dunbine.
Considero L-gaim come l'anime preparatorio per Z Gundam. Ciònonostante ritengo abbia una propria dignità e diritto di essere inserito nelle serie più interessanti degli anni 80. I punti in comune con Z-Gundam stanno nel mecha e relativa cura nell'animazione, ma anche nell'intreccio fra i vari personaggi (defezioni, tradimenti, chi passa da una parte all'altra) e la costante e fondamentale presenza di personaggi femminili, sai "buoni" che "cattivi". Lo sviluppo della storia, che parte un po' in sordina e superficialmente, poi successivamente si fa più interessante, dando spessore fondamentale a personaggi inizialmente un po' poco chiari, come il trafficante d'armi Amanda Kamandra, e agli stessi protagonisti. La storia è abbastanza "leggera" rispetto all'opera precedente di Tomino, quel Dunbine così tragico e drammatico, con gag di tutti i tipi (anche se non arriva alle esilaranti gag di Xabungle), e personaggi abbastanza buffi. Ma il crescendo tragico travolge anche questi spazi di leggerezza fino al finale dove, sebbene i "buoni" sopravvivano tutti, lo scenario che viene rivelato è abbastanza fosco e terribile. Il finale lascia un po' la sensazione che lasciava quello di Grendizer, con Duke Fleed che partiva con la sorella a ripopolare il pianeta natìo, qui capita + o - lo stesso. Ma la fine apocalittica dei cattivi vale l'attesa di una serie piuttosto lunga e, inizialmente, un po' noiosetta. Da notare il bel brano di paertura di MIO, non bello come Dunbine, ma molto bello ugualmente.