Le Chevalier D'Eon
"Le Chevalier D'Eon"
Serie del 2006 formata da 24 episodi, ascrivibile ai generi: storico - avventura - soprannaturale.
Che dire... "Le Chevalier D'Eon" è una serie tratta dall'omonimo cartaceo del 2005 formato da 8 volumi e distribuito in Italia da STAR COMICS.
L'opera è un racconto che mixa storia, eventi reali ad eventi romanzati devoti al soprannaturale, narrandoci la storia di "D'Eon", un personaggio realmente esistito nella Francia del passato, nel ruolo di spia esperta nel travestimento (da donna, in particolare, essendo di bell'aspetto e dal volto molto vicino a quello femminile).
L'opera è prodotta dallo studio PRODUCTION I.G., che di base spesso si è rivelato uno studio abbastanza soddisfacente, e - a parer mio - è stata realizzata in uno dei momenti artistici (circa un decennio) peggiori per buona parte degli studi d'animazione (1996-2008) in cui a narrazioni abbastanza lunghe e prolisse venivano affiancate anche colorazioni spente e smorte o stili di disegno "piatti". Ed appunto quest'opera non è priva di questa situazione.
Narrativamente un po' troppo lenta, 24 episodi che probabilmente nella fase successiva a quel periodo, o attualmente, sarebbero potuti essere tranquillamente 20 o addirittura 18, mantenendo un ritmo più vivace e frizzante per la visione dello spettatore.
Di suo l'opera ha un racconto interessante, il fatto che ci siano personaggi realmente esistiti, accompagnati da un discreto doppiaggio Italiano, rendono comunque la visione interessante.
Se piacciono gli anime "storici", l'ambientazione storica e francese, lo spionaggio e l'aggiunta di un tocco di soprannaturale e folcloristico, questa è un opera che nonostante i difetti citati, potrebbe interessarvi.
VOTO: 6,5
Un lavoro che probabilmente se realizzato oggi, avrebbe avuto un impatto decisamente migliore ed un voto probabilmente più alto.
Serie del 2006 formata da 24 episodi, ascrivibile ai generi: storico - avventura - soprannaturale.
Che dire... "Le Chevalier D'Eon" è una serie tratta dall'omonimo cartaceo del 2005 formato da 8 volumi e distribuito in Italia da STAR COMICS.
L'opera è un racconto che mixa storia, eventi reali ad eventi romanzati devoti al soprannaturale, narrandoci la storia di "D'Eon", un personaggio realmente esistito nella Francia del passato, nel ruolo di spia esperta nel travestimento (da donna, in particolare, essendo di bell'aspetto e dal volto molto vicino a quello femminile).
L'opera è prodotta dallo studio PRODUCTION I.G., che di base spesso si è rivelato uno studio abbastanza soddisfacente, e - a parer mio - è stata realizzata in uno dei momenti artistici (circa un decennio) peggiori per buona parte degli studi d'animazione (1996-2008) in cui a narrazioni abbastanza lunghe e prolisse venivano affiancate anche colorazioni spente e smorte o stili di disegno "piatti". Ed appunto quest'opera non è priva di questa situazione.
Narrativamente un po' troppo lenta, 24 episodi che probabilmente nella fase successiva a quel periodo, o attualmente, sarebbero potuti essere tranquillamente 20 o addirittura 18, mantenendo un ritmo più vivace e frizzante per la visione dello spettatore.
Di suo l'opera ha un racconto interessante, il fatto che ci siano personaggi realmente esistiti, accompagnati da un discreto doppiaggio Italiano, rendono comunque la visione interessante.
Se piacciono gli anime "storici", l'ambientazione storica e francese, lo spionaggio e l'aggiunta di un tocco di soprannaturale e folcloristico, questa è un opera che nonostante i difetti citati, potrebbe interessarvi.
VOTO: 6,5
Un lavoro che probabilmente se realizzato oggi, avrebbe avuto un impatto decisamente migliore ed un voto probabilmente più alto.
«Le Chevalier D'Eon» è un anime, tratto dal manga scritto da Tow Ubukata e disegnato da Kiriko Yumeji, fantasioso che, prendendo spunto, da personaggi realmente esistiti e da avvenimenti celebri crea una sua interessante storia.
Si narra delle vicende di Éon de Beaumont che, dopo la morte di sua sorella, indaga con l'aiuto di alcuni compagni su intrighi internazionali e sulla morte della sorella coinvolta in una società segreta che ambisce al potere. La storia, ambientata in Francia, ha come contesto una sorta di ipotetico XVIII secolo, quando sotto il regno di Luigi XV, si era alla vigilia della Rivoluzione francese. Molti dei personaggi celebri in questa realtà posseggono delle abilità sovrannaturali venendo denominati poeti. Si viaggerà all'interno dell'Europa dell'epoca e si visiterà la Russia e l'Inghilterra.
Uno dei punti di forza del'opera è l'inserimento di diversi personaggi realmente esistiti e affascinanti in quanto avvolti in parte nel mistero: dal conte di Cagliostro al Conte di Saint-Germain e soprattutto la figura di Éon de Beaumont. Chevalier d'Éon il cui suo vero norme è troppo lungo da ricordare e scrivere fu, effettivamente, una spia al servizio del re (la celebre "Le Secret du Roi"), il suo corpo aveva sia caratteristiche femminili che maschili e visse parte della sua vita da uomo e altra da donna, il termine "eonismo" trova in lui la sua radice. L'anime prende spunto da questa sua caratteristica adattandola per giustificare gran parte della trama.
È una storia di assoluta fedeltà ai proprio principi o sovrani a discapito di tutto il resto, all'arma bianca tipica di quei tempi si affiancherà il soprannaturale, coloro che vengono denominati i poeti posseggono infatti doti magiche fra le più disparate, esagerando talvolta a discapito della realtà storica. L'autore agisce ingannando lo spettatore con malizia e furbizia, fino al colpo di scena finale inaspettato per chi si assuefa alle idee introduttive dell'anime.
Animazioni e disegni sono di buona qualità, le parti che riguardano le sfide ad arma bianca sono quelle con la resa migliore. L'opening, tranquilla e melodica è "BORN" è di Miwako Okuda mentre molto dolce è la ending, "OVER NIGHT" di Aya. Nessuna ost che si ricordi. Per quanto riguarda il doppiaggio, nella norma, da segnalare nella versione originale la presenza di Yuki Kaida (Kurapika del primo Hunter x Hunter) che doppia la regina di Francia, mentre per quello italiano Alessandro Rigotti (Sasuke Uchiha) doppia Maximilien Robespierre.
Da consigliare a chi apprezza una buona storia di spionaggio ricca di azione, a chi è affascinato da quel periodo storico e a chi preferisce i duelli ad arma bianca ad altri.
Si narra delle vicende di Éon de Beaumont che, dopo la morte di sua sorella, indaga con l'aiuto di alcuni compagni su intrighi internazionali e sulla morte della sorella coinvolta in una società segreta che ambisce al potere. La storia, ambientata in Francia, ha come contesto una sorta di ipotetico XVIII secolo, quando sotto il regno di Luigi XV, si era alla vigilia della Rivoluzione francese. Molti dei personaggi celebri in questa realtà posseggono delle abilità sovrannaturali venendo denominati poeti. Si viaggerà all'interno dell'Europa dell'epoca e si visiterà la Russia e l'Inghilterra.
Uno dei punti di forza del'opera è l'inserimento di diversi personaggi realmente esistiti e affascinanti in quanto avvolti in parte nel mistero: dal conte di Cagliostro al Conte di Saint-Germain e soprattutto la figura di Éon de Beaumont. Chevalier d'Éon il cui suo vero norme è troppo lungo da ricordare e scrivere fu, effettivamente, una spia al servizio del re (la celebre "Le Secret du Roi"), il suo corpo aveva sia caratteristiche femminili che maschili e visse parte della sua vita da uomo e altra da donna, il termine "eonismo" trova in lui la sua radice. L'anime prende spunto da questa sua caratteristica adattandola per giustificare gran parte della trama.
È una storia di assoluta fedeltà ai proprio principi o sovrani a discapito di tutto il resto, all'arma bianca tipica di quei tempi si affiancherà il soprannaturale, coloro che vengono denominati i poeti posseggono infatti doti magiche fra le più disparate, esagerando talvolta a discapito della realtà storica. L'autore agisce ingannando lo spettatore con malizia e furbizia, fino al colpo di scena finale inaspettato per chi si assuefa alle idee introduttive dell'anime.
Animazioni e disegni sono di buona qualità, le parti che riguardano le sfide ad arma bianca sono quelle con la resa migliore. L'opening, tranquilla e melodica è "BORN" è di Miwako Okuda mentre molto dolce è la ending, "OVER NIGHT" di Aya. Nessuna ost che si ricordi. Per quanto riguarda il doppiaggio, nella norma, da segnalare nella versione originale la presenza di Yuki Kaida (Kurapika del primo Hunter x Hunter) che doppia la regina di Francia, mentre per quello italiano Alessandro Rigotti (Sasuke Uchiha) doppia Maximilien Robespierre.
Da consigliare a chi apprezza una buona storia di spionaggio ricca di azione, a chi è affascinato da quel periodo storico e a chi preferisce i duelli ad arma bianca ad altri.
<b>Attenzione: la seguente recensione contiene spoiler</b>
“Le chavalier D’Eon” è un anime del 2006 tratto dall'omonimo romanzo storico di Tow Ubukata. La vicenda è ispirata alla figura storica di Charles d'Éon de Beaumont, un diplomatico francese realmente esistito, che visse durante il 18° secolo.
La trama è un mix tra realtà storica, che ricalca in maniera piuttosto dettagliata il malcontento di una Franca pre-rivoluzionaria, e la fantasia e segue le vicende di D’eon e di sua sorella Lia, diplomatici al servizio di Re Luigi XV. La storia ha inizio col ritrovamento del cadavere di Lia che galleggia nella Senna e con la conseguente decisione di d’Eon di scoprire cosa si celi dietro questa ed altre misteriose morti. Il nostro protagonista non tarda ad entrare in contatto con molti altri personaggi, alcuni realmente esistiti, altri frutto della fantasia del loro autore.
Cosa rende speciale questa serie? I difetti, come i pregi, sono molti. Ciò che personalmente reputo i punti forti di questo anime sono innanzitutto la trama e i connubi tra più argomenti opposti. La trama è quella di un thriller soprannaturale, dove ogni episodio si conclude con una scoperta che porta però a nuove domande e nuovi misteri da risolvere, il che porta lo spettatore a continuare imperterrito la visione, pur di scoprire i misteri che ivi si celano. Di connubi ne abbiamo principalmente due: il già citato mix tra realtà e finzione, che rende la storia avvincente, e quello tra religione ed alchimia. L’intera vicenda e l’intero mistero della morte di Lia, infatti, si basano sulla presenza di misteriosi salmi religiosi, in grado di uccidere o portare in vita i personaggi; e, in particolare, sulla presenza dei salmi reali, attorno ai quali ci sarà il colpo di scena maggiore. Interessante è il modo in cui l’alchimia viene mostrata dall’autore. Forse abituati a “Fullmetal Alchemist”, altra opera famosa in cui l’alchimia fa da padrona, ci aspettiamo di vedere qualcosa che non si realizza. Perché l’alchimia di questa serie è ben lontana dal semplice occultismo, è più che altro una pratica tra il religioso e il misterioso, che si fonda sulla potenza delle parole (i salmi che vengono recitati) e sul materializzarsi delle stesse, tant’è che nessuno dei personaggi viene definito “alchimista” neanche una volta, ma sono anzi chiamati “poeti”.
Il susseguirsi della vicenda, dei misteri e dei colpi di scena rende la visione veramente piacevole e veloce, perché portati a voler scoprire tutto e subito. La suspense che ogni fine episodio lascia è sempre molto alta, benché abbia trovato un paio di puntate abbastanza sotto tono.
Quanti ai personaggi abbiamo alti e bassi…. Molti dei personaggi storici mantengono le caratteristiche che li hanno contraddistinti nella realtà, altri invece mantengono solo il nome, ma gli viene affibbiata una vita totalmente diversa. Ho trovato molto buoni quasi tutti i personaggi, dal forte e temerario Teillagory, che vede il proprio dovere come una missione e che è disposto a dare la sua vita per i propri compagni, al timido e impacciato giovane Robin, che ancora non coglie la differenza tra ciò che è giusto e ciò che va fatto, finanche a Lia e Maximilian, uniti da un amore impossibile e divisi dalla morte e da un segreto più grande di loro. A questo proposito, ho trovato veramente particolare il personaggio di Robin, il più giovane dei quattro moschettieri, colui che appare come un semplice bambino, che non sa combattere, non sa cosa significhi togliere la vita e che, proprio perché ancora non si è macchiato di alcun orrore, ma è costretto dalle circostanze a viverne, si interroga su cosa significhi quello che devono fare: “Che cosa significa essere cavalieri? Sono tormentato dai dubbi. E se fosse solo un’ipocrisia per giustificare il fatto che un uomo possa privare della vita un altro uomo?”.
Paradossalmente, trovo che il personaggio fatto peggio sia proprio il protagonista. Mentre gli altri evolvono in qualche modo, facendosi le giuste domande e attivando le giuste reazioni di fronte ai problemi che si pongono loro davanti, D’Eon resta quasi impassibile… O meglio, dopo che si è inizialmente posto come obiettivo quello di vendicare l’amata sorella, non si muove da questa posizione. Per tutto l’anime non fa altro che cercare vendetta. Benché sia esattamente lo stesso proposito di Lia, che vediamo ricomparire come anima nel corpo del fratello, quest’ultima ha una caratterizzazione migliore, che vediamo riassunta nei flashback finali sui suoi ultimi giorni di vita.
Quanto ai disegni, ho gradito l’attenzione maniacale che l’autore ha voluto dare ai dettagli dei suoi ambienti. Vedere le stanze e i corridoi della reggia di Versailles mi ha fatto ripensare alle emozioni provate quando ho potuto visitarla in prima persona. E’ inoltre evidente il forte contrasto di colori tra le ville sfarzose dei regnanti francesi e della zarina di Russia e quelli delle città ridotte alla miseria e alla fame. Tuttavia disegni e animazioni subiscono diversi cali in alcuni episodi.
Consiglio questo titolo a chi apprezza e cerca serie incentrate sui misteri, che non lascino alcun dubbio o questione aperta nella sua conclusione.
“Le chavalier D’Eon” è un anime del 2006 tratto dall'omonimo romanzo storico di Tow Ubukata. La vicenda è ispirata alla figura storica di Charles d'Éon de Beaumont, un diplomatico francese realmente esistito, che visse durante il 18° secolo.
La trama è un mix tra realtà storica, che ricalca in maniera piuttosto dettagliata il malcontento di una Franca pre-rivoluzionaria, e la fantasia e segue le vicende di D’eon e di sua sorella Lia, diplomatici al servizio di Re Luigi XV. La storia ha inizio col ritrovamento del cadavere di Lia che galleggia nella Senna e con la conseguente decisione di d’Eon di scoprire cosa si celi dietro questa ed altre misteriose morti. Il nostro protagonista non tarda ad entrare in contatto con molti altri personaggi, alcuni realmente esistiti, altri frutto della fantasia del loro autore.
Cosa rende speciale questa serie? I difetti, come i pregi, sono molti. Ciò che personalmente reputo i punti forti di questo anime sono innanzitutto la trama e i connubi tra più argomenti opposti. La trama è quella di un thriller soprannaturale, dove ogni episodio si conclude con una scoperta che porta però a nuove domande e nuovi misteri da risolvere, il che porta lo spettatore a continuare imperterrito la visione, pur di scoprire i misteri che ivi si celano. Di connubi ne abbiamo principalmente due: il già citato mix tra realtà e finzione, che rende la storia avvincente, e quello tra religione ed alchimia. L’intera vicenda e l’intero mistero della morte di Lia, infatti, si basano sulla presenza di misteriosi salmi religiosi, in grado di uccidere o portare in vita i personaggi; e, in particolare, sulla presenza dei salmi reali, attorno ai quali ci sarà il colpo di scena maggiore. Interessante è il modo in cui l’alchimia viene mostrata dall’autore. Forse abituati a “Fullmetal Alchemist”, altra opera famosa in cui l’alchimia fa da padrona, ci aspettiamo di vedere qualcosa che non si realizza. Perché l’alchimia di questa serie è ben lontana dal semplice occultismo, è più che altro una pratica tra il religioso e il misterioso, che si fonda sulla potenza delle parole (i salmi che vengono recitati) e sul materializzarsi delle stesse, tant’è che nessuno dei personaggi viene definito “alchimista” neanche una volta, ma sono anzi chiamati “poeti”.
Il susseguirsi della vicenda, dei misteri e dei colpi di scena rende la visione veramente piacevole e veloce, perché portati a voler scoprire tutto e subito. La suspense che ogni fine episodio lascia è sempre molto alta, benché abbia trovato un paio di puntate abbastanza sotto tono.
Quanti ai personaggi abbiamo alti e bassi…. Molti dei personaggi storici mantengono le caratteristiche che li hanno contraddistinti nella realtà, altri invece mantengono solo il nome, ma gli viene affibbiata una vita totalmente diversa. Ho trovato molto buoni quasi tutti i personaggi, dal forte e temerario Teillagory, che vede il proprio dovere come una missione e che è disposto a dare la sua vita per i propri compagni, al timido e impacciato giovane Robin, che ancora non coglie la differenza tra ciò che è giusto e ciò che va fatto, finanche a Lia e Maximilian, uniti da un amore impossibile e divisi dalla morte e da un segreto più grande di loro. A questo proposito, ho trovato veramente particolare il personaggio di Robin, il più giovane dei quattro moschettieri, colui che appare come un semplice bambino, che non sa combattere, non sa cosa significhi togliere la vita e che, proprio perché ancora non si è macchiato di alcun orrore, ma è costretto dalle circostanze a viverne, si interroga su cosa significhi quello che devono fare: “Che cosa significa essere cavalieri? Sono tormentato dai dubbi. E se fosse solo un’ipocrisia per giustificare il fatto che un uomo possa privare della vita un altro uomo?”.
Paradossalmente, trovo che il personaggio fatto peggio sia proprio il protagonista. Mentre gli altri evolvono in qualche modo, facendosi le giuste domande e attivando le giuste reazioni di fronte ai problemi che si pongono loro davanti, D’Eon resta quasi impassibile… O meglio, dopo che si è inizialmente posto come obiettivo quello di vendicare l’amata sorella, non si muove da questa posizione. Per tutto l’anime non fa altro che cercare vendetta. Benché sia esattamente lo stesso proposito di Lia, che vediamo ricomparire come anima nel corpo del fratello, quest’ultima ha una caratterizzazione migliore, che vediamo riassunta nei flashback finali sui suoi ultimi giorni di vita.
Quanto ai disegni, ho gradito l’attenzione maniacale che l’autore ha voluto dare ai dettagli dei suoi ambienti. Vedere le stanze e i corridoi della reggia di Versailles mi ha fatto ripensare alle emozioni provate quando ho potuto visitarla in prima persona. E’ inoltre evidente il forte contrasto di colori tra le ville sfarzose dei regnanti francesi e della zarina di Russia e quelli delle città ridotte alla miseria e alla fame. Tuttavia disegni e animazioni subiscono diversi cali in alcuni episodi.
Consiglio questo titolo a chi apprezza e cerca serie incentrate sui misteri, che non lascino alcun dubbio o questione aperta nella sua conclusione.
"Le Chevalier D'Eon" è una serie realizzata dalla Production I.G e tratta dall'omonimo romanzo storico di Tow Ubukata. La vicenda è ispirata alla figura storica di Charles d'Éon de Beaumont, che visse verso la metà del XVIII secolo, e che fu un diplomatico francese, caratterizzato dalla sua insolita abitudine di vestirsi da donna. La pubblicazione dell'anime in Italia è iniziata da parte della Yamato Video nel 2008, ma è rimasta ferma al primo DVD per quasi due anni. Dopo la messa in onda della serie sul canale satellitare Man-Ga, la pubblicazione dei DVD è stata ripresa. Il romanzo è stato anche adattato in un manga, scritto da Tow Ubukata e illustrato da Kiriko Yumeji, che è stato pubblicato in Italia dalla Star Comics.
«All'inizio era il verbo.
Quelli erano i giorni in cui regnava Luigi XV...
Versailles splendeva in tutta la sua gloria,
e sul corso della Senna prosperava la città di Parigi,
pervasa da bellezza e confusione.
Il tempo cambia ogni cosa.
Solo le parole rimangono.
Ecco perché io, D'Eon de Beaumont, racconto la mia storia,
e quella dei miei compagni che credettero nello spirito della Francia.
Narrerò gli eventi che misero fine a un'era,
e del corpo di una donna trovato a galleggiare nella Senna.
Il suo nome era Lia de Beaumont, ed era mia sorella maggiore.»
Fra realtà storica e finzione
Un anime che si muove in bilico fra realtà storica e finzione. E' questa la definizione più azzeccata per una serie come "Le Chevalier D'Eon". La Francia pre-rivoluzionaria è sempre stato un periodo affascinante, capace di ispirare molti scrittori, sia europei sia autori d'oltreoceano. Proprio com'era accaduto a Ryoko Ikeda con il suo "Versailles no Bara", Tow Ubukata prende ispirazione dalla Francia del XVIII secolo, e dai personaggi che vi hanno realmente vissuto, per realizzare una storia a dir poco unica nel suo genere. Il protagonista è D'Éon de Beaumont, personaggio storico realmente esistito e famoso per aver passato la metà della sua vita travestito da donna. Prendendo spunto dalla dualità che ha caratterizzato la vita del diplomatico francese, l'autore dà vita ai fratelli Beaumont, D'Eon e Lia, e fa iniziare la narrazione proprio con la morte di quest'ultima. In una scena oltremodo suggestiva vediamo la sua bara solcare le acque della Senna; ed è proprio il ritrovamento del suo cadavere che, come un sasso gettato nell'acqua, darà il via a una serie di eventi che sconvolgeranno la vita del fratello, facendo vacillare tutte le sue certezze, e perfino il futuro stesso della Francia.
La storia inizia con un mistero, e ogni episodio fornisce un particolare che potrebbe svelare l'enigma, ma, per ogni risposta trovata, vengono a galla nuove domande che vanno ad infittire ancora di più la vicenda. Ed è così che procede la narrazione, in un susseguirsi di rivelazioni e colpi di scena che, verso il finale, andranno a incastrarsi come una miriade di tasselli in un complicato mosaico. La storia è ricca di riferimenti a fatti realmente accaduti, personaggi storici (anche se non sono riportati in maniera storicamente corretta) e perfino alcune organizzazioni segrete realmente esistite (come il Segreto del Re). Proprio i personaggi ispirati, o che in qualche maniera si rifanno, a figure importanti del panorama europeo del XVIII secolo, arricchiscono notevolmente di realismo l'opera. Alcune di queste sono citazioni lampanti, altri invece personaggi minori che rivelano uno studio attento del periodo. La prima parte dell'anime, ambientata in Francia, vede l'apparizione di pedine fondamentali sullo scacchiere della nobiltà francese, dall'intera famiglia reale, Luigi XV, la Regina Maria e il giovane Principe Augusto, alla Marchesa di Pompadour o al Conte di Saint-Germain.
Ad esse vengono affiancate figure liberamente ispirate, come il Duca de Broglie, basato sul Maresciallo Victor-François de Broglie, o il Duca d'Orleans che pare rifarsi in una certa misura a Filippo II d'Orléans. Senza contare personaggi "citazionistici" di altri celebri protagonisti del Settecento come Maximilien Robespierre, antagonista dei moschettieri, ben lontano però dal noto rivoluzionario francese, o il Conte di Cagliostro, molto più simile alla sua controparte reale, tanto da essere accompagnato da una giovane, Lorenza, ispirata alla moglie dello stesso Alessandro. Il citazionismo e la precisione storica proseguono con lo spostarsi dei protagonisti prima in Russia, dove fanno la conoscenza dell'Imperatrice Elisabetta I, di suo figlio Pietro e della moglie di quest'ultimo, che diventerà nientemeno che l'imperatrice Caterina II. Gli stessi Vorontsov e Bestuzhev-Ryumin si rifanno a dei nobili che complottarono realmente per deporre Elisabetta I. E in seguito in Inghilterra, dove fanno il loro ingresso i reali Maria Carlotta e suo marito Giorgio III, accompagnati da due personaggi come il Conte di Sandwich e Dashwood, rispettivamente ispirati a John Montagu, IV Conte di Sandwich, e il Barone Francis Dashwood. Quello che più colpisce di questo altisonante cast di attori è il fatto che, durante la narrazione, vengano introdotti numerosi dettagli e avvenimenti di cui è possibile trovare riscontro studiando le vite dei personaggi storici coinvolti.
Per rendere più interessante la vicenda (o forse per allontanarsi dal semplice romanzo storico), l'autore introduce la componente religiosa, che va a intrecciarsi strettamente con l'occultismo e l'alchimia. Su questo punto bisogna soffermarsi un attimo, in quanto l'alchimia pensata da Ubukata è piuttosto atipica. In un primo momento sembra proprio di avere a che fare con l'alchimia tipica dell'immaginario collettivo. Salta subito all'occhio il laboratorio del Conte di Saint-Germain, ricco di particolari come formule e alambicchi, o l'utilizzo di un metallo alchemico come il mercurio, che in antichità veniva usato per rallentare la putrefazione delle salme. Ma il particolare che contraddistingue l'alchimia presentata in questo anime sono le parole o, come vengono chiamati nella serie, i Salmi. Si tratta di alcuni versi che possono conferire grande potere, non si tratta però di incantesimi. Non è tanto il potere generato dalle parole, quanto il potere delle parole stesse (che tendono persino a materializzarsi). Motivo per cui non si parla di alchimisti bensì di Poeti, persone capaci di usare le parole. Questa sorta di alchimia va in una certa misura a ricollegarsi alla religione cristiana. Non solo si possono notare moltissime citazioni tratte dai testi sacri, ma il termine stesso di Salmi riconduce alla Bibbia. D'Eon dal canto suo non combatte solo per difendere il Re e la Francia dai suoi nemici, ma combatte contro il Male. Voto che lui stesso sembra voler ribadire facendo fondere il crocefisso della sorella sull'elsa della sua spada.
Da quel momento la sua arma va ad assumere una doppia valenza: non è solo un mezzo per dare la morte, ma per dare la redenzione. Infatti il cavaliere uccide nel nome del Signore, cosa che viene ribadita dalla scritta "Sit Nomen Domini Benedictum" ("Sia Benedetto il Nome del Signore") che appare scritta con il sangue sulla spada di D'Eon, quando lo spirito di Lia prende possesso del suo corpo; ed ecco perché quando ad impugnarla è lo spirito della ragazza quella lama appare invincibile, sconfiggendo i posseduti e purificandoli dal mercurio. Ubukata sembra inoltre voler rendere omaggio a Dumas, facendo sì che i protagonisti utilizzino l'appellativo di "Quattro Moschettieri", anche se qui il loro motto è "Sia Benedetto il Nome del Signore, Il Signore Salvi il Re". Lo stesso motto utilizzato anche dalla polizia segreta, che appare sulla porta del loro quartier generale, scritta come "SNDB DSFR", acronimo del latino "Sit Nomen Domini Benedictum, Domine Salvum Fac Regen". Nella serie sono ricorrenti parole e frasi in latino, anche se da quello che ho capito alcune di esse sono grammaticalmente inesatte, a volte a causa della commistione con la lingua francese, a volte a causa di errori veri e propri.
Passiamo ora a parlare della realizzazione tecnica. "Le Chevalier D'Eon" è stato pensato e realizzato appositamente per l'alta definizione. Questo proposito ha messo il team di realizzazione davanti al problema di dover riprodurre con cura le ambientazioni, i costumi e le armi dei personaggi. Per ottenere un risultato soddisfacente, i produttori presero la decisione di realizzare l'intera serie quasi completamente in computer grafica, amalgamando con questa fondali e personaggi. Il risultato finale è altamente scenografico. Per fare un esempio lampante, la cura dei dettagli della Reggia di Versailles è quasi maniacale, arrivando a riprodurre gli interni e le opere d'arte con un livello di dettaglio davvero impressionante. Seguendo i protagonisti è come se visitassimo Versailles. Giusto per fare alcuni esempi, entriamo con D'Eon nel palazzo reale percorrendo la Galerie de Glaces, assistiamo ai ragionamenti di Luigi XV nel suo studio e ci ritroviamo in stanza assieme alla Regina Maria. Queste ultime due camere sono quelle a cui Hiroshi Ono si è dedicato maggiormente, per il semplice fatto che sono ambienti di cui si possono trovare moltissime fotografie e perché alcuni spettatori potrebbero aver visto di persona questi luoghi.
Allo scintillio dei ricchissimi palazzi, si contrappone il grigiore delle città. Si vedono città come Parigi, Mosca e Londra, ma quella che spicca maggiormente è la capitale francese, ricca di fregi e ornamenti, ma anche di vicoli bui e strade piene di pericoli, il tutto permeato da un'atmosfera gotica davvero suggestiva. Il character design è piuttosto particolare ma anche molto curato, cosa che si può notare maggiormente nel personaggio di D'Eon/Lia. Quando lo spirito della ragazza prende possesso del corpo del fratello si possono notare delle piccole variazioni nell'espressione che rendono il volto del giovane più femminile. In un primo momento queste transizioni sono abbastanza nette, ma con il proseguire della storia la differenza tra i due si fa sempre più sottile fino ad annullarsi del tutto, come a voler sottolineare il fatto che le loro anime stiano diventando una cosa sola. La nota dolente è che, nonostante l'ottimo design, la caratterizzazione dei personaggi non è poi così ben fatta, e gli attori sembrano seguire un copione che non comprendono appieno. La colonna sonora è curata da Michiru Oshima ed è realizzata da un'orchestra sinfonica, andando ad adattarsi perfettamente alla storia, esaltando l'atmosfera delle scene. Questo "Le Chevalier D'Eon" è un'ottima serie caratterizzata da una trama ben strutturata, anche se a volte un po' confusionaria, una solida base storica e un'ambientazione ricca di fascino. Consigliato soprattutto a chi ama i racconti storici.
Charles d'Éon de Beaumont
Charles-Geneviève-Louis-Auguste-André-Timothée d'Éon de Beaumont, meglio conosciuto come Chevalier d'Éon, fu un diplomatico francese e spia per conto di re Luigi XV in Russia e Gran Bretagna. Nacque a Tonnerre, in Borgogna, il 5 ottobre 1728. Suo padre era un avvocato, mentre la madre era un'appartenente della nobiltà francese. Della sua infanzia non si sa molto. Nel 1756, alcuni anni dopo essersi laureato, entrò a far parte di una rete segreta di spie chiamata "Le Secret du Roi". Il Re lo inviò in missione segreta in Russia con gli ordini di incontrare l'Imperatrice Elisabetta e di favorire la fazione pro-Francese. Alcuni racconti fanno intendere che, in quel periodo, si fece passare per una nobildonna col nome di Lia de Beaumont e diventò la dama d'onore dell'Imperatrice. Nel 1761, dopo essere tornato in Francia, diventò un capitano dei dragoni sotto il comando del Maresciallo de Broglie. Nel 1763 gli fu affidato l'incarico di ambasciatore in Inghilterra, posizione utilizzata come spia per il Re. Dopo l'arrivo di un nuovo ambasciatore fu degradato a semplice segretario, ma il suo potere non diminuì in conseguenza dei documenti segreti in suo possesso, che conferirono un notevole potere nei confronti del governo francese. Però la sua minaccia di renderli pubblici gli costò l'esilio in terra straniera.
Nel 1766 gli fu garantita una pensione per il suo servizio e un vitalizio annuale. Nonostante tutto continuò a fare la spia, ma non poté mai più fare ritorno in Francia. Durante tutto questo periodo, quando non indossava l'uniforme, era solito vestirsi con abiti femminili, e questo alimentò ancor di più il dubbio su quale fosse il suo vero sesso. Nel 1774, dopo la morte di Luigi XV, d'Éon negoziò il suo ritorno dall'esilio. Dopo aver più volte affermato di essere una donna, richiese di essere riconosciuto come tale dal governo. Luigi XVI e la sua corte acconsentirono, ma solo alla condizione che si comportasse in maniera appropriata per una nobildonna. Quando la Francia iniziò ad aiutare i ribelli durante la Guerra di Indipendenza Americana, d'Éon chiese di essere inviato nelle colonie come soldato. Questo gli costò diversi giorni di prigione e l'allontanamento dalla corte. Passò i seguenti sei anni con la madre a Tonnerre, dove scrisse le sue memorie, che vennero pubblicate nel 1779. D'Éon tornò in Inghilterra nel 1785, ma perse tutti i suoi averi dopo la Rivoluzione Francese. In questo periodo partecipò a diversi tornei di scherma, finché, nel 1796, fu ferito in maniera seria. Passò il resto della sua vita in Inghilterra presso un'amica e morì a Londra il 21 maggio 1810. Dopo la sua morte i dottori lo esaminarono, appurando che in realtà era un uomo, anche se era affetto da un qualche tipo di disordine ormonale.
«All'inizio era il verbo.
Quelli erano i giorni in cui regnava Luigi XV...
Versailles splendeva in tutta la sua gloria,
e sul corso della Senna prosperava la città di Parigi,
pervasa da bellezza e confusione.
Il tempo cambia ogni cosa.
Solo le parole rimangono.
Ecco perché io, D'Eon de Beaumont, racconto la mia storia,
e quella dei miei compagni che credettero nello spirito della Francia.
Narrerò gli eventi che misero fine a un'era,
e del corpo di una donna trovato a galleggiare nella Senna.
Il suo nome era Lia de Beaumont, ed era mia sorella maggiore.»
Fra realtà storica e finzione
Un anime che si muove in bilico fra realtà storica e finzione. E' questa la definizione più azzeccata per una serie come "Le Chevalier D'Eon". La Francia pre-rivoluzionaria è sempre stato un periodo affascinante, capace di ispirare molti scrittori, sia europei sia autori d'oltreoceano. Proprio com'era accaduto a Ryoko Ikeda con il suo "Versailles no Bara", Tow Ubukata prende ispirazione dalla Francia del XVIII secolo, e dai personaggi che vi hanno realmente vissuto, per realizzare una storia a dir poco unica nel suo genere. Il protagonista è D'Éon de Beaumont, personaggio storico realmente esistito e famoso per aver passato la metà della sua vita travestito da donna. Prendendo spunto dalla dualità che ha caratterizzato la vita del diplomatico francese, l'autore dà vita ai fratelli Beaumont, D'Eon e Lia, e fa iniziare la narrazione proprio con la morte di quest'ultima. In una scena oltremodo suggestiva vediamo la sua bara solcare le acque della Senna; ed è proprio il ritrovamento del suo cadavere che, come un sasso gettato nell'acqua, darà il via a una serie di eventi che sconvolgeranno la vita del fratello, facendo vacillare tutte le sue certezze, e perfino il futuro stesso della Francia.
La storia inizia con un mistero, e ogni episodio fornisce un particolare che potrebbe svelare l'enigma, ma, per ogni risposta trovata, vengono a galla nuove domande che vanno ad infittire ancora di più la vicenda. Ed è così che procede la narrazione, in un susseguirsi di rivelazioni e colpi di scena che, verso il finale, andranno a incastrarsi come una miriade di tasselli in un complicato mosaico. La storia è ricca di riferimenti a fatti realmente accaduti, personaggi storici (anche se non sono riportati in maniera storicamente corretta) e perfino alcune organizzazioni segrete realmente esistite (come il Segreto del Re). Proprio i personaggi ispirati, o che in qualche maniera si rifanno, a figure importanti del panorama europeo del XVIII secolo, arricchiscono notevolmente di realismo l'opera. Alcune di queste sono citazioni lampanti, altri invece personaggi minori che rivelano uno studio attento del periodo. La prima parte dell'anime, ambientata in Francia, vede l'apparizione di pedine fondamentali sullo scacchiere della nobiltà francese, dall'intera famiglia reale, Luigi XV, la Regina Maria e il giovane Principe Augusto, alla Marchesa di Pompadour o al Conte di Saint-Germain.
Ad esse vengono affiancate figure liberamente ispirate, come il Duca de Broglie, basato sul Maresciallo Victor-François de Broglie, o il Duca d'Orleans che pare rifarsi in una certa misura a Filippo II d'Orléans. Senza contare personaggi "citazionistici" di altri celebri protagonisti del Settecento come Maximilien Robespierre, antagonista dei moschettieri, ben lontano però dal noto rivoluzionario francese, o il Conte di Cagliostro, molto più simile alla sua controparte reale, tanto da essere accompagnato da una giovane, Lorenza, ispirata alla moglie dello stesso Alessandro. Il citazionismo e la precisione storica proseguono con lo spostarsi dei protagonisti prima in Russia, dove fanno la conoscenza dell'Imperatrice Elisabetta I, di suo figlio Pietro e della moglie di quest'ultimo, che diventerà nientemeno che l'imperatrice Caterina II. Gli stessi Vorontsov e Bestuzhev-Ryumin si rifanno a dei nobili che complottarono realmente per deporre Elisabetta I. E in seguito in Inghilterra, dove fanno il loro ingresso i reali Maria Carlotta e suo marito Giorgio III, accompagnati da due personaggi come il Conte di Sandwich e Dashwood, rispettivamente ispirati a John Montagu, IV Conte di Sandwich, e il Barone Francis Dashwood. Quello che più colpisce di questo altisonante cast di attori è il fatto che, durante la narrazione, vengano introdotti numerosi dettagli e avvenimenti di cui è possibile trovare riscontro studiando le vite dei personaggi storici coinvolti.
Per rendere più interessante la vicenda (o forse per allontanarsi dal semplice romanzo storico), l'autore introduce la componente religiosa, che va a intrecciarsi strettamente con l'occultismo e l'alchimia. Su questo punto bisogna soffermarsi un attimo, in quanto l'alchimia pensata da Ubukata è piuttosto atipica. In un primo momento sembra proprio di avere a che fare con l'alchimia tipica dell'immaginario collettivo. Salta subito all'occhio il laboratorio del Conte di Saint-Germain, ricco di particolari come formule e alambicchi, o l'utilizzo di un metallo alchemico come il mercurio, che in antichità veniva usato per rallentare la putrefazione delle salme. Ma il particolare che contraddistingue l'alchimia presentata in questo anime sono le parole o, come vengono chiamati nella serie, i Salmi. Si tratta di alcuni versi che possono conferire grande potere, non si tratta però di incantesimi. Non è tanto il potere generato dalle parole, quanto il potere delle parole stesse (che tendono persino a materializzarsi). Motivo per cui non si parla di alchimisti bensì di Poeti, persone capaci di usare le parole. Questa sorta di alchimia va in una certa misura a ricollegarsi alla religione cristiana. Non solo si possono notare moltissime citazioni tratte dai testi sacri, ma il termine stesso di Salmi riconduce alla Bibbia. D'Eon dal canto suo non combatte solo per difendere il Re e la Francia dai suoi nemici, ma combatte contro il Male. Voto che lui stesso sembra voler ribadire facendo fondere il crocefisso della sorella sull'elsa della sua spada.
Da quel momento la sua arma va ad assumere una doppia valenza: non è solo un mezzo per dare la morte, ma per dare la redenzione. Infatti il cavaliere uccide nel nome del Signore, cosa che viene ribadita dalla scritta "Sit Nomen Domini Benedictum" ("Sia Benedetto il Nome del Signore") che appare scritta con il sangue sulla spada di D'Eon, quando lo spirito di Lia prende possesso del suo corpo; ed ecco perché quando ad impugnarla è lo spirito della ragazza quella lama appare invincibile, sconfiggendo i posseduti e purificandoli dal mercurio. Ubukata sembra inoltre voler rendere omaggio a Dumas, facendo sì che i protagonisti utilizzino l'appellativo di "Quattro Moschettieri", anche se qui il loro motto è "Sia Benedetto il Nome del Signore, Il Signore Salvi il Re". Lo stesso motto utilizzato anche dalla polizia segreta, che appare sulla porta del loro quartier generale, scritta come "SNDB DSFR", acronimo del latino "Sit Nomen Domini Benedictum, Domine Salvum Fac Regen". Nella serie sono ricorrenti parole e frasi in latino, anche se da quello che ho capito alcune di esse sono grammaticalmente inesatte, a volte a causa della commistione con la lingua francese, a volte a causa di errori veri e propri.
Passiamo ora a parlare della realizzazione tecnica. "Le Chevalier D'Eon" è stato pensato e realizzato appositamente per l'alta definizione. Questo proposito ha messo il team di realizzazione davanti al problema di dover riprodurre con cura le ambientazioni, i costumi e le armi dei personaggi. Per ottenere un risultato soddisfacente, i produttori presero la decisione di realizzare l'intera serie quasi completamente in computer grafica, amalgamando con questa fondali e personaggi. Il risultato finale è altamente scenografico. Per fare un esempio lampante, la cura dei dettagli della Reggia di Versailles è quasi maniacale, arrivando a riprodurre gli interni e le opere d'arte con un livello di dettaglio davvero impressionante. Seguendo i protagonisti è come se visitassimo Versailles. Giusto per fare alcuni esempi, entriamo con D'Eon nel palazzo reale percorrendo la Galerie de Glaces, assistiamo ai ragionamenti di Luigi XV nel suo studio e ci ritroviamo in stanza assieme alla Regina Maria. Queste ultime due camere sono quelle a cui Hiroshi Ono si è dedicato maggiormente, per il semplice fatto che sono ambienti di cui si possono trovare moltissime fotografie e perché alcuni spettatori potrebbero aver visto di persona questi luoghi.
Allo scintillio dei ricchissimi palazzi, si contrappone il grigiore delle città. Si vedono città come Parigi, Mosca e Londra, ma quella che spicca maggiormente è la capitale francese, ricca di fregi e ornamenti, ma anche di vicoli bui e strade piene di pericoli, il tutto permeato da un'atmosfera gotica davvero suggestiva. Il character design è piuttosto particolare ma anche molto curato, cosa che si può notare maggiormente nel personaggio di D'Eon/Lia. Quando lo spirito della ragazza prende possesso del corpo del fratello si possono notare delle piccole variazioni nell'espressione che rendono il volto del giovane più femminile. In un primo momento queste transizioni sono abbastanza nette, ma con il proseguire della storia la differenza tra i due si fa sempre più sottile fino ad annullarsi del tutto, come a voler sottolineare il fatto che le loro anime stiano diventando una cosa sola. La nota dolente è che, nonostante l'ottimo design, la caratterizzazione dei personaggi non è poi così ben fatta, e gli attori sembrano seguire un copione che non comprendono appieno. La colonna sonora è curata da Michiru Oshima ed è realizzata da un'orchestra sinfonica, andando ad adattarsi perfettamente alla storia, esaltando l'atmosfera delle scene. Questo "Le Chevalier D'Eon" è un'ottima serie caratterizzata da una trama ben strutturata, anche se a volte un po' confusionaria, una solida base storica e un'ambientazione ricca di fascino. Consigliato soprattutto a chi ama i racconti storici.
Charles d'Éon de Beaumont
Charles-Geneviève-Louis-Auguste-André-Timothée d'Éon de Beaumont, meglio conosciuto come Chevalier d'Éon, fu un diplomatico francese e spia per conto di re Luigi XV in Russia e Gran Bretagna. Nacque a Tonnerre, in Borgogna, il 5 ottobre 1728. Suo padre era un avvocato, mentre la madre era un'appartenente della nobiltà francese. Della sua infanzia non si sa molto. Nel 1756, alcuni anni dopo essersi laureato, entrò a far parte di una rete segreta di spie chiamata "Le Secret du Roi". Il Re lo inviò in missione segreta in Russia con gli ordini di incontrare l'Imperatrice Elisabetta e di favorire la fazione pro-Francese. Alcuni racconti fanno intendere che, in quel periodo, si fece passare per una nobildonna col nome di Lia de Beaumont e diventò la dama d'onore dell'Imperatrice. Nel 1761, dopo essere tornato in Francia, diventò un capitano dei dragoni sotto il comando del Maresciallo de Broglie. Nel 1763 gli fu affidato l'incarico di ambasciatore in Inghilterra, posizione utilizzata come spia per il Re. Dopo l'arrivo di un nuovo ambasciatore fu degradato a semplice segretario, ma il suo potere non diminuì in conseguenza dei documenti segreti in suo possesso, che conferirono un notevole potere nei confronti del governo francese. Però la sua minaccia di renderli pubblici gli costò l'esilio in terra straniera.
Nel 1766 gli fu garantita una pensione per il suo servizio e un vitalizio annuale. Nonostante tutto continuò a fare la spia, ma non poté mai più fare ritorno in Francia. Durante tutto questo periodo, quando non indossava l'uniforme, era solito vestirsi con abiti femminili, e questo alimentò ancor di più il dubbio su quale fosse il suo vero sesso. Nel 1774, dopo la morte di Luigi XV, d'Éon negoziò il suo ritorno dall'esilio. Dopo aver più volte affermato di essere una donna, richiese di essere riconosciuto come tale dal governo. Luigi XVI e la sua corte acconsentirono, ma solo alla condizione che si comportasse in maniera appropriata per una nobildonna. Quando la Francia iniziò ad aiutare i ribelli durante la Guerra di Indipendenza Americana, d'Éon chiese di essere inviato nelle colonie come soldato. Questo gli costò diversi giorni di prigione e l'allontanamento dalla corte. Passò i seguenti sei anni con la madre a Tonnerre, dove scrisse le sue memorie, che vennero pubblicate nel 1779. D'Éon tornò in Inghilterra nel 1785, ma perse tutti i suoi averi dopo la Rivoluzione Francese. In questo periodo partecipò a diversi tornei di scherma, finché, nel 1796, fu ferito in maniera seria. Passò il resto della sua vita in Inghilterra presso un'amica e morì a Londra il 21 maggio 1810. Dopo la sua morte i dottori lo esaminarono, appurando che in realtà era un uomo, anche se era affetto da un qualche tipo di disordine ormonale.
Questo "Le Chevalier D'Eon" parte sicuramente con buoni presupposti, con una trama intricata, mistero e azione, il tutto ambientato nella Francia del Settecento. Purtroppo mi duole ammettere che nella parte centrale dei ventiquattro episodi, mi sono sentito abbastanza annoiato, causa un forte rallentamento nello svolgimento della storia, che appunto in questa parte dell'anime tende a ristagnare e rallenta decisamente troppo, per poi risolversi con colpi di scena uno dietro l'altro nei soli quattro episodi finali.
I personaggi, inoltre, non sono sempre ben delineati e tranne quello principale, non hanno adeguato spessore.
Sarebbe bastato poco più per rendere quest'anime molto interessante, e a parer mio, anche se raggiunge la sufficienza, si tratta di un'occasione sprecata.
I personaggi, inoltre, non sono sempre ben delineati e tranne quello principale, non hanno adeguato spessore.
Sarebbe bastato poco più per rendere quest'anime molto interessante, e a parer mio, anche se raggiunge la sufficienza, si tratta di un'occasione sprecata.
Tratti dal romanzo storico scritto da Tow Ubukata, nascono rispettivamente nel 2005 e nel 2006 un manga e un anime come spesso l'etichetta commerciale giapponese impone per i prodotti di successo, condannandoli spesso a conversioni di dubbia qualità che spaziano nei campi più disparati arrivando perfino ai Drama CD. Fortunatamente "Le Chevalier D'Eon" non è fra questi e propone un intrattenimento gradevole per tutta la durata della serie, senza sfiorare l'eccellenza ma difendendosi bene sotto vari aspetti. A occuparsi della versione animata è stato lo studio Production I.G, già famoso soprattutto per i film e le serie di "Ghost in the Shell".
Tra le placide e sporche acque della Senna galleggia una piccola figura di legno, ma avvicinandosi a riva si sparge lo sgomento tra la folla richiamando così l'attenzione delle guardie reali. Si tratta di una bara dove giace una giovane e bella donna, la sorella di D'Eon de Beaumont. Il corpo è stato sottoposto a un rituale sconosciuto che ne impedisce la decomposizione condannandolo ad un eternità di sofferente e muta bellezza; il fratello della donna decide quindi di sfruttare la sua posizione di agente della Polizia Segreta del Re per scoprire cosa accadde, ma a trascinarlo in una situazione pericolosa sarà la scoperta di strani incantatori che trasformano le persone in terribili guerrieri insensibili al dolore, mentre lui stesso diventa un contenitore per l'anima della sorella senza pace. Il Re sarà costretto a parlare della verità al cavaliere condannandolo a un arduo viaggio insieme a tre valorosi compagni per compiere il compito di salvaguardare i Salmi del Re.
L'inizio è molto frettoloso e la prima manciata di episodi introduttivi si svolge a ritmo serrato per fare comprendere al lettore come lo stesso cavaliere sia spaesato e confuso dalla situazione incredibilmente complessa. Il tutto è accompagnato da passaggi eretici e occulti dall'atmosfera gotica che arricchiscono il panorama sul quale si muove la storia.
Appena gettate le corpose basi, il tutto si adagia eccessivamente e il ritmo subisce un sensibile calo, mentre il tutto prende la piega del classico intrigo a corte e verso la conclusione della parentesi russa la storia riprende la sua ascesa incessante verso il finale: le forze in campo sono sempre di più e offrono varie sfaccettature, ci sono cambi di fronte inaspettati e veri e propri colpi di scena, il tutto mentre l'aspetto più importante che valorizza il lavoro è sempre più curato: le caratterizzazioni. Dalle prime battute sembra esserci una discreta caratterizzazione, ma sembra adagiarsi su livelli basilari e solo successivamente i caratteri cominciano a essere approfonditi in maniera interessante, sia per i protagonisti sia per i personaggi secondari. In poco tempo ognuno presenta i propri ideali, i propri sogni e le speranze che giacciono nel cuore e questo è ciò che approfondisce enormemente l'intrigo emotivo nello spettatore.
Si arriva a circa metà serie in questi continui miglioramenti quando uno dei comprimari, il cavaliere Durand, si rende quasi protagonista grazie a pesanti colpi di scena che portano a incredibili drammi che cominciano a susseguirsi in modo rapido creando una fitta rete di emozioni ed eventi, in un requiem di morte che porta all'imprevedibile finale, che purtroppo in alcuni punti potrebbe non soddisfare.
La regia offerta da Furuhashi riesce a rendere giustizia ai vari momenti e alle differenti tensioni narrative, risultando particolarmente riuscita, anche se non regala scelte memorabili. Più d'impatto sarà l'ambientazione che spazia dai sontuosi e sfarzosi saloni immensi decorati in ogni piccola parte, immersi nella bellissima e verde Versailles, ai più degradati quartieri popolari e commerciali, il tutto sottolineato dall'ottima cura del design dei costumi, che legano perfettamente con il periodo mostrato. Il character design invece predilige uno stile sobrio e realista che ben si confà al tutto, grazie anche ai disegni curati e puliti dominati da un tratto esile e delicato.
Ottimi sono gli incredibili combattimenti a fil di spada, offrono coreografie adrenaliniche e spettacolari in duelli rapidi ma mai confusi e mantenendo una discreta varietà, mentre la regia cade nella comprensibile scelta di adottare carrellate instabili per sottolineare la dinamicità degli stessi. Tutto questo è permesso dalle ottime animazioni, che denotano una bassa fluidità, ma sono perfettamente curate nei minimi particolari, anche nelle scene più statiche.
La computer grafica è utilizzata in dosi abbondanti e con risultati eccellenti per quanto riguarda le raffigurazioni dei salmi, le loro atipiche illuminazioni e i Gargoyles che sanguinano mercurio, mentre risulta perfettamente integrata con i fondali più complessi e profondi ricreati in 3D.
La colonna sonora si nota soprattutto per le due sigle perfettamente calzanti e orecchiabili, mentre per il resto raramente si notano brani encomiabili, ma essi sottolineano perfettamente l'atmosfera storica e le varie situazioni.
Il doppiaggio italiano offre un lavoro curato e gradevole, anche se non proprio immersivo, ma le voci sono scelte con cura e sapranno rispecchiare perfettamente la parte e il periodo storico grazie ai dialoghi. Unica nota dolente, a essere pignoli, sono un paio di doppiatori inesperti e non proprio impeccabili, ma sono ben poca cosa.
"Le Chevalieri D'Eon" è un anime incredibilmente gradevole, parte in modo rocambolesco per poi adagiarsi e iniziare una lenta ma inarrestabile ascesa che attraversa numerosi duelli spettacolari e incredibili drammi, spesso di grande impatto sullo spettatore, il tutto arricchito dall'atmosfera gotica e affascinate di un periodo vittoriano in rovina appesantito dalla presenza dell'occulto, senza dimenticare i personaggi con desideri e sogni ben distinti, anche se accomunati dall'amore della patria. La presenza di dettagli fumosi e altre scelte discutibili abbassano la qualità del prodotto, ma nel complesso la serie si rivela un'opera storica gradevole, immancabile per i fan del periodo nel quale è ambientato del quale ripercorre e influenza più di un evento.
Tra le placide e sporche acque della Senna galleggia una piccola figura di legno, ma avvicinandosi a riva si sparge lo sgomento tra la folla richiamando così l'attenzione delle guardie reali. Si tratta di una bara dove giace una giovane e bella donna, la sorella di D'Eon de Beaumont. Il corpo è stato sottoposto a un rituale sconosciuto che ne impedisce la decomposizione condannandolo ad un eternità di sofferente e muta bellezza; il fratello della donna decide quindi di sfruttare la sua posizione di agente della Polizia Segreta del Re per scoprire cosa accadde, ma a trascinarlo in una situazione pericolosa sarà la scoperta di strani incantatori che trasformano le persone in terribili guerrieri insensibili al dolore, mentre lui stesso diventa un contenitore per l'anima della sorella senza pace. Il Re sarà costretto a parlare della verità al cavaliere condannandolo a un arduo viaggio insieme a tre valorosi compagni per compiere il compito di salvaguardare i Salmi del Re.
L'inizio è molto frettoloso e la prima manciata di episodi introduttivi si svolge a ritmo serrato per fare comprendere al lettore come lo stesso cavaliere sia spaesato e confuso dalla situazione incredibilmente complessa. Il tutto è accompagnato da passaggi eretici e occulti dall'atmosfera gotica che arricchiscono il panorama sul quale si muove la storia.
Appena gettate le corpose basi, il tutto si adagia eccessivamente e il ritmo subisce un sensibile calo, mentre il tutto prende la piega del classico intrigo a corte e verso la conclusione della parentesi russa la storia riprende la sua ascesa incessante verso il finale: le forze in campo sono sempre di più e offrono varie sfaccettature, ci sono cambi di fronte inaspettati e veri e propri colpi di scena, il tutto mentre l'aspetto più importante che valorizza il lavoro è sempre più curato: le caratterizzazioni. Dalle prime battute sembra esserci una discreta caratterizzazione, ma sembra adagiarsi su livelli basilari e solo successivamente i caratteri cominciano a essere approfonditi in maniera interessante, sia per i protagonisti sia per i personaggi secondari. In poco tempo ognuno presenta i propri ideali, i propri sogni e le speranze che giacciono nel cuore e questo è ciò che approfondisce enormemente l'intrigo emotivo nello spettatore.
Si arriva a circa metà serie in questi continui miglioramenti quando uno dei comprimari, il cavaliere Durand, si rende quasi protagonista grazie a pesanti colpi di scena che portano a incredibili drammi che cominciano a susseguirsi in modo rapido creando una fitta rete di emozioni ed eventi, in un requiem di morte che porta all'imprevedibile finale, che purtroppo in alcuni punti potrebbe non soddisfare.
La regia offerta da Furuhashi riesce a rendere giustizia ai vari momenti e alle differenti tensioni narrative, risultando particolarmente riuscita, anche se non regala scelte memorabili. Più d'impatto sarà l'ambientazione che spazia dai sontuosi e sfarzosi saloni immensi decorati in ogni piccola parte, immersi nella bellissima e verde Versailles, ai più degradati quartieri popolari e commerciali, il tutto sottolineato dall'ottima cura del design dei costumi, che legano perfettamente con il periodo mostrato. Il character design invece predilige uno stile sobrio e realista che ben si confà al tutto, grazie anche ai disegni curati e puliti dominati da un tratto esile e delicato.
Ottimi sono gli incredibili combattimenti a fil di spada, offrono coreografie adrenaliniche e spettacolari in duelli rapidi ma mai confusi e mantenendo una discreta varietà, mentre la regia cade nella comprensibile scelta di adottare carrellate instabili per sottolineare la dinamicità degli stessi. Tutto questo è permesso dalle ottime animazioni, che denotano una bassa fluidità, ma sono perfettamente curate nei minimi particolari, anche nelle scene più statiche.
La computer grafica è utilizzata in dosi abbondanti e con risultati eccellenti per quanto riguarda le raffigurazioni dei salmi, le loro atipiche illuminazioni e i Gargoyles che sanguinano mercurio, mentre risulta perfettamente integrata con i fondali più complessi e profondi ricreati in 3D.
La colonna sonora si nota soprattutto per le due sigle perfettamente calzanti e orecchiabili, mentre per il resto raramente si notano brani encomiabili, ma essi sottolineano perfettamente l'atmosfera storica e le varie situazioni.
Il doppiaggio italiano offre un lavoro curato e gradevole, anche se non proprio immersivo, ma le voci sono scelte con cura e sapranno rispecchiare perfettamente la parte e il periodo storico grazie ai dialoghi. Unica nota dolente, a essere pignoli, sono un paio di doppiatori inesperti e non proprio impeccabili, ma sono ben poca cosa.
"Le Chevalieri D'Eon" è un anime incredibilmente gradevole, parte in modo rocambolesco per poi adagiarsi e iniziare una lenta ma inarrestabile ascesa che attraversa numerosi duelli spettacolari e incredibili drammi, spesso di grande impatto sullo spettatore, il tutto arricchito dall'atmosfera gotica e affascinate di un periodo vittoriano in rovina appesantito dalla presenza dell'occulto, senza dimenticare i personaggi con desideri e sogni ben distinti, anche se accomunati dall'amore della patria. La presenza di dettagli fumosi e altre scelte discutibili abbassano la qualità del prodotto, ma nel complesso la serie si rivela un'opera storica gradevole, immancabile per i fan del periodo nel quale è ambientato del quale ripercorre e influenza più di un evento.
Uno dei punti forti di quest'anime è, a mio avviso, l'accurata ricerca storica: i personaggi sono perfettamente inseriti nel periodo storico in cui si svolge la storia (XVIII secolo); nessuno di loro è fuori posto, né si ha l'impressione che abbia un carattere "eccessivo" per qualcuno nato e vissuto in quell'epoca, anzi, essi sono approfonditi molto bene e nessuno di quelli principali appare piatto o stereotipato.
I personaggi inventati interagiscono con quelli storicamente esistiti senza che ciò appaia ridicolo o insensato, ed eventi storici mai accaduti appaiono perfettamente plausibili.
Per quanto riguarda la grafica, ci troviamo davanti a degli sfondi magnifici, quasi fotografici, su cui purtroppo si muovono macchinosamente i personaggi. Il character design è buono, forse un po' piatto, ma il problema sta in alcune animazioni, che a volte risultano un po' forzate e con movimenti a scatto.
La trama è un altro cavallo di battaglia: davvero intrigante e - almeno per il momento - per niente banale. Sfortunatamente a volte si ha l'impressione di rimanere confusi: gli eventi si susseguono a ritmi irregolari, perciò a volte troppa azione in una volta può spiazzare, ma si riesce subito a riprendere il filo conduttore della storia.
In definitiva, poiché per me una delle cose più importanti è appunto la trama e soprattutto il modo in cui si riesce a svilupparla con il proseguire della serie senza rovinare i pregi dei primi episodi, considero quest'anime un buon prodotto, in grado d'invogliare a vedere sempre l'episodio successivo.
I personaggi inventati interagiscono con quelli storicamente esistiti senza che ciò appaia ridicolo o insensato, ed eventi storici mai accaduti appaiono perfettamente plausibili.
Per quanto riguarda la grafica, ci troviamo davanti a degli sfondi magnifici, quasi fotografici, su cui purtroppo si muovono macchinosamente i personaggi. Il character design è buono, forse un po' piatto, ma il problema sta in alcune animazioni, che a volte risultano un po' forzate e con movimenti a scatto.
La trama è un altro cavallo di battaglia: davvero intrigante e - almeno per il momento - per niente banale. Sfortunatamente a volte si ha l'impressione di rimanere confusi: gli eventi si susseguono a ritmi irregolari, perciò a volte troppa azione in una volta può spiazzare, ma si riesce subito a riprendere il filo conduttore della storia.
In definitiva, poiché per me una delle cose più importanti è appunto la trama e soprattutto il modo in cui si riesce a svilupparla con il proseguire della serie senza rovinare i pregi dei primi episodi, considero quest'anime un buon prodotto, in grado d'invogliare a vedere sempre l'episodio successivo.
È una vergogna che questo lavoro sia meno conosciuto e meno considerato di quanto meriterebbe, con la robaccia che c’è in giro. Anche per questo, per compensare, alzo leggermente la votazione.
Comincio da un pregio relativo: a differenza di molte serie che accumulano tensione e misteri per poi crollare sotto il loro stesso peso, Le Chevalier d’Eon ha un finale perfettamente risolto, e non solo: un finale verso il quale tendono tutte le linee narrative, che sono più di una, e che dà loro un senso compiuto. È quella che si chiama forma drammatica, ed è merce rara in questo campo.
In secondo luogo, i cosiddetti production values sono di un livello eccellente. La ricostruzione storica (scenografie, abiti, dettagli di arredamento) è curata nei minimi dettagli, il disegno è sintetico, elegante e adulto, le musiche sono più che discrete. Le grosse licenze storiche che gli sceneggiatori si prendono appaiono in ultima analisi giustificate dalla tenuta dell’invenzione fantastica.
Questa è l’animazione che piace a me, sottile e post-adolescenziale. La quantità di buone cose e di tocchi di classe contenuta nelle otto ore complessive è enorme, la regia è ben ritmata e accorta. Certo, ci sono serie più compatte, con più suspense ed emozione, come Seirei no Moribito, per esempio, che è forse superiore, ma Le Chevalier d’Eon (nonostante qualche sbavatura) ha qualità di quieta grandezza e grande respiro narrativo che compensano il tenore più rilassato. Mi fermo qui, senza riassumere neppure i sommi capi dell’intreccio: give this work a chance, ne vale la pena!
Comincio da un pregio relativo: a differenza di molte serie che accumulano tensione e misteri per poi crollare sotto il loro stesso peso, Le Chevalier d’Eon ha un finale perfettamente risolto, e non solo: un finale verso il quale tendono tutte le linee narrative, che sono più di una, e che dà loro un senso compiuto. È quella che si chiama forma drammatica, ed è merce rara in questo campo.
In secondo luogo, i cosiddetti production values sono di un livello eccellente. La ricostruzione storica (scenografie, abiti, dettagli di arredamento) è curata nei minimi dettagli, il disegno è sintetico, elegante e adulto, le musiche sono più che discrete. Le grosse licenze storiche che gli sceneggiatori si prendono appaiono in ultima analisi giustificate dalla tenuta dell’invenzione fantastica.
Questa è l’animazione che piace a me, sottile e post-adolescenziale. La quantità di buone cose e di tocchi di classe contenuta nelle otto ore complessive è enorme, la regia è ben ritmata e accorta. Certo, ci sono serie più compatte, con più suspense ed emozione, come Seirei no Moribito, per esempio, che è forse superiore, ma Le Chevalier d’Eon (nonostante qualche sbavatura) ha qualità di quieta grandezza e grande respiro narrativo che compensano il tenore più rilassato. Mi fermo qui, senza riassumere neppure i sommi capi dell’intreccio: give this work a chance, ne vale la pena!
Le Chevalier d'Eon è un anime che vi emozionerà dal primo all'ultimo episodio. D'on de Beaumont è un cavaliere a servizio di sua maestà il re di Francia Luigi XV, ed è
incaricato, proprio da quest'ultimo, di recuperare i 'salmi reali', ma nel frattempo deve investigare sulla morte della sorella Lia. Nel suo percorso, che lo porterà fino in Russia, incontrerà diversi ostacoli, ma ci saranno altri tre amici ad aiutarlo.
Nel complesso Production I.G. è stata brava: Le Chevalier d'Eon è un buon prodotto, l'ambientazione secondo me è straordinaria e la trama è ben articolata, mentre i personaggi sono veramente ben caratterizzati. Consigliato a chi ama anime storici e di fantasia.
incaricato, proprio da quest'ultimo, di recuperare i 'salmi reali', ma nel frattempo deve investigare sulla morte della sorella Lia. Nel suo percorso, che lo porterà fino in Russia, incontrerà diversi ostacoli, ma ci saranno altri tre amici ad aiutarlo.
Nel complesso Production I.G. è stata brava: Le Chevalier d'Eon è un buon prodotto, l'ambientazione secondo me è straordinaria e la trama è ben articolata, mentre i personaggi sono veramente ben caratterizzati. Consigliato a chi ama anime storici e di fantasia.
Un anime che partiva con ottime premesse (ambientazione curata, in senso sia grafico che storico, bei disegni, musiche azzeccate e un tocco "dark" che non guasta mai)... Peccato che si sia rivelato tutto fumo e niente arrosto: fra i tanti problemi spiccano i personaggi, rigidi come burattini e con poca, pochissima personalità, e la lentezza della trama. Sinceramente, ho fatto fatica ad andare oltre la seconda puntata: speravo che la storia decollasse, ma è addirittura diventata più lenta e macchinosa. Il terzo episodio me lo sono proprio dormito. Se vi piacciono gli anime storici con storie macchinose e pure un po' pallose, "Le chevalier d'Eon" è perfetto per voi. Se invece da un anime pretendete anche un po' di azione e un minimo approfondimento psicologico, oltre agli sfondi bellissimi e alla ottima ricostruzione storica, beh, allora orientatevi su qualcos'altro.
Sufficiente, ma solo perchè è fatto bene.
Sufficiente, ma solo perchè è fatto bene.
Le Chevalier D'Eon è un meccanismo ben oliato, dove tutti i personaggi si muovono a tempo e senza stonature, la storia scorre secondo tempi da manuale, e la trama si dipana senza intoppi. Le animazioni sono fluide, le musiche azzeccate, il character design, anche se non bellissimo, è comunque adatto alla storia e ai suoi toni. In pratica, è quasi impossibile parlarne male.
Forse per questo, a vederlo, mi ha dato la stessa impressione che mi diede "Barry Lyndon", o alcuni romanzi di Asimov. Per quanto la storia potesse essere appassionante mentre la guardavo infatti, quando non l'avevo sotto gli occhi non mi veniva alcuna voglia di prenderla in mano, per questo la visione dei 24 episodi mi ha portato via più tempo del previsto.
Pur riuscendo ad essere avvincente nella sua trama, Le Chevalier D'Eon, per me, fallisce nell'essere anche interessante. Finita la sigla finale di un episodio, quello che ti rimane dentro è il nulla.
La "colpa" è principalmente dei personaggi. Con la sola, parziale, eccezione di Anna e del Re Luigi XV (comunque due personaggi secondari per gran parte dell'anime), questi sono dei manichini che si muovono a tempo, privi di spessore, che hanno detto tutto quello che dovevano dire nella prima scena in cui appaiono. Nè giova alla causa mostrarne i conflitti interiori, poichè anche i loro conflitti interiori sono scontati. Sconcerta un po' anche la struttura "teatrale" del dramma, che mette sul palcoscenico sempre un numero molto limitato di attori per volta. Soprendentemente, data l'ambientazione, si tratta di un'opera intimista, in cui mancano quasi totalmente la folla e le scene corali in genere. Avere degli antagonisti realmente "diabolici", visto il tema, avrebbe aiutato, ma San Germain concorre a pieno titolo per la palma di antagonista più deludente della storia dell'animazione (e non è, purtroppo, l'unico in questo anime).
Due ultimi appunti: non giova alla credibilità del personaggio dipingere Lia De Beaumont come una specie di semidea che reggeva nelle sue mani le sorti d'Europa (tra l'altro, è anche inutile alla trama), ed è sorprendente, in un opera ambientata negli ambienti "elevati" della metà del '700, che parla dei prodromi della Rivoluzione, che non si accenni, nemmeno di sfuggita, al ruolo delle "star" culturali dell'epoca, gli illuministi. Tanto più che, negli stessi anni in cui sono ambientate le vicente, era stato appena editato il "Candide", ed era in pieno corso di pubblicazione, con tanto di intrighi di corte per permetterla o vietarla, quella che sarà la vera bibbia dei rivoluzionari (altro che salmi...), l'Enciclopedie.
Forse per questo, a vederlo, mi ha dato la stessa impressione che mi diede "Barry Lyndon", o alcuni romanzi di Asimov. Per quanto la storia potesse essere appassionante mentre la guardavo infatti, quando non l'avevo sotto gli occhi non mi veniva alcuna voglia di prenderla in mano, per questo la visione dei 24 episodi mi ha portato via più tempo del previsto.
Pur riuscendo ad essere avvincente nella sua trama, Le Chevalier D'Eon, per me, fallisce nell'essere anche interessante. Finita la sigla finale di un episodio, quello che ti rimane dentro è il nulla.
La "colpa" è principalmente dei personaggi. Con la sola, parziale, eccezione di Anna e del Re Luigi XV (comunque due personaggi secondari per gran parte dell'anime), questi sono dei manichini che si muovono a tempo, privi di spessore, che hanno detto tutto quello che dovevano dire nella prima scena in cui appaiono. Nè giova alla causa mostrarne i conflitti interiori, poichè anche i loro conflitti interiori sono scontati. Sconcerta un po' anche la struttura "teatrale" del dramma, che mette sul palcoscenico sempre un numero molto limitato di attori per volta. Soprendentemente, data l'ambientazione, si tratta di un'opera intimista, in cui mancano quasi totalmente la folla e le scene corali in genere. Avere degli antagonisti realmente "diabolici", visto il tema, avrebbe aiutato, ma San Germain concorre a pieno titolo per la palma di antagonista più deludente della storia dell'animazione (e non è, purtroppo, l'unico in questo anime).
Due ultimi appunti: non giova alla credibilità del personaggio dipingere Lia De Beaumont come una specie di semidea che reggeva nelle sue mani le sorti d'Europa (tra l'altro, è anche inutile alla trama), ed è sorprendente, in un opera ambientata negli ambienti "elevati" della metà del '700, che parla dei prodromi della Rivoluzione, che non si accenni, nemmeno di sfuggita, al ruolo delle "star" culturali dell'epoca, gli illuministi. Tanto più che, negli stessi anni in cui sono ambientate le vicente, era stato appena editato il "Candide", ed era in pieno corso di pubblicazione, con tanto di intrighi di corte per permetterla o vietarla, quella che sarà la vera bibbia dei rivoluzionari (altro che salmi...), l'Enciclopedie.
Partito di gran carriera, esibendo una cura grafica spettacolare, colpi di scena a raffica, un background storico notevolissimo, verso la metà rallenta molto il ritmo e si impiglia in intrighi un po' macchinosi, coi protagonisti che da un episodio all'altro girano per i paesi mezza europa come se fossero le stanze di una casa, cercando in qualche modo di far finire la storia.
Poteva essere un capolavoro, ma non c'è riuscito. Rimane comunque un'ottima serie tv, una delle migliori dei tempi recenti.
Poteva essere un capolavoro, ma non c'è riuscito. Rimane comunque un'ottima serie tv, una delle migliori dei tempi recenti.
Bellissimo questo anime: la storia è coinvolgente, i disegni bellissimi, la narrazione è sempre piena di colpi di scena a catena! Tutto è perfetto e armonioso... c'è perfino un tocco dark per rendere la storia ancora più emozionante. Gli episodi finali poi sono un susseguirsi di colpi di scena inimmaginabili!
Parto con una premessa.
Io adoro la storia; adoro la storia in generale, e in particolare di questo periodo. Ed è infatti proprio per l'interesse che il periodo storico ha suscitato in me che ho iniziato a vedere questa serie.
Che, dal punto di vista dei disegni, dell'animazione, mi piace; anche le musiche mi piacciono molto. I costumi dell'epoca sono ripresi fedelmente e anche l'adesione storica, nonostante i non pochi cambiamenti che sono stati apportati ai vari personaggi. E' interessante l'inserimento dell'elemento magico/orrorifico/alchemico, che è ciò che rende interessante la storia, al di là del periodo storico di riferimento, che di per sé è giù affascinante.
Allora, perché non hgli do il massimo?
Perché, nonostante sia una storia qualitativamente bella, dal mio punto di vista, manca quel qualcosa che ti coinvolge emotivamente. Forse sono semplicemente io, che ho guardato la storia con occhio troppo critico; quel che è certo è che non mi ha coinvolta: non mi ha spinto a cliccare spasmodicamente per conoscere il seguito; non mi ha fatto palpitare ogni volta che ho sentito dell'uscita di una nuova puntata.
Insomma, un'ottima serie, sotto molti punti di vista, ma che, in fin dei conti, ho trovato "fredda".
Io adoro la storia; adoro la storia in generale, e in particolare di questo periodo. Ed è infatti proprio per l'interesse che il periodo storico ha suscitato in me che ho iniziato a vedere questa serie.
Che, dal punto di vista dei disegni, dell'animazione, mi piace; anche le musiche mi piacciono molto. I costumi dell'epoca sono ripresi fedelmente e anche l'adesione storica, nonostante i non pochi cambiamenti che sono stati apportati ai vari personaggi. E' interessante l'inserimento dell'elemento magico/orrorifico/alchemico, che è ciò che rende interessante la storia, al di là del periodo storico di riferimento, che di per sé è giù affascinante.
Allora, perché non hgli do il massimo?
Perché, nonostante sia una storia qualitativamente bella, dal mio punto di vista, manca quel qualcosa che ti coinvolge emotivamente. Forse sono semplicemente io, che ho guardato la storia con occhio troppo critico; quel che è certo è che non mi ha coinvolta: non mi ha spinto a cliccare spasmodicamente per conoscere il seguito; non mi ha fatto palpitare ogni volta che ho sentito dell'uscita di una nuova puntata.
Insomma, un'ottima serie, sotto molti punti di vista, ma che, in fin dei conti, ho trovato "fredda".
Che dire, secondo la mia opinione quest'anime e molto bello, non forse uno dei migliori in assoluto ma si fa valere almeno per i pochi episodi che ho visto, i punti di forza di Chevalier D'eon sono la trama molto ben strutturata e con le sigle davvero all'altezza, ma anche nella ricostruzione degli ambienti dell'epoca dai vestiti hai palazzi che con l'aiuto della computer grafica sono ricostruiti alla perfezione. Chevalier d'eon è avvincente fin dalla prima puntata con una trama mai lenta e noiosa che racconta attraverso d'eon la storia di Francia di metà settecento, anche se non mancano piccole note negative in definitiva l'anime merita davvero di essere guardato spero propri che arrivi presto in italia.
Ho appena finito di guardare i primi tre episodi...
devo dire che guardando le varie recensioni ed immagini non mi sfagiolava molto... Ho sempre sbagliato.
E' MERAVIGLIOSOOOO!!!
Erroneamente qualcuno l'ha paragonata a Lady Oscar, sinceramente non ha nulla a che vedere con Lady Oscar Questo è molto più avvincente.
Davvero molto avvincente sin dal primo fotogramma.
Queste ambientazioni un pò gotiche/horror ed un pò noir.
Mi sono piaciuti anche i disegni. Molto belli ed un'animazione sciolta.
Bella l'idea della voce narrante del protagonista...e del fatto che durante le vicissitudini, si respira già aria di rivoluzione anche se messo appositamente sullo sfondo, che quasi non ci si fa caso.
Bella la cosa di mescolare personaggi realmente esistiti a personaggi di fantasia (ce ne accorgiamo anche nella ending, che alcuni personaggi hanno le date di nascita e di morte).
Anche la ending a mio avviso bellissima...rientrerebbe tranquillamente in una compilation di canzoni preferite
Che dire. Una serie che merita! .
devo dire che guardando le varie recensioni ed immagini non mi sfagiolava molto... Ho sempre sbagliato.
E' MERAVIGLIOSOOOO!!!
Erroneamente qualcuno l'ha paragonata a Lady Oscar, sinceramente non ha nulla a che vedere con Lady Oscar Questo è molto più avvincente.
Davvero molto avvincente sin dal primo fotogramma.
Queste ambientazioni un pò gotiche/horror ed un pò noir.
Mi sono piaciuti anche i disegni. Molto belli ed un'animazione sciolta.
Bella l'idea della voce narrante del protagonista...e del fatto che durante le vicissitudini, si respira già aria di rivoluzione anche se messo appositamente sullo sfondo, che quasi non ci si fa caso.
Bella la cosa di mescolare personaggi realmente esistiti a personaggi di fantasia (ce ne accorgiamo anche nella ending, che alcuni personaggi hanno le date di nascita e di morte).
Anche la ending a mio avviso bellissima...rientrerebbe tranquillamente in una compilation di canzoni preferite
Che dire. Una serie che merita! .
E' un prodotto nel compleso buono, ma abbastanza ingannevole. La caratterizzazione grafica è, a mio parere, sacrificata in favore delle scenografie molto, anzi, troppo accurate e "plastificate". La trama lascia ben sperare e concordo con la precedente recensione riguardo alla forte ispirazione a Versailles no Bara. Ne panorama degli anime attualmente in circolazione, nonostante non vada disdegnato, questo anime non supera il 7 ( per il momento).
Ah, promette bene la vicenda romanzata di una figura storica come le Chevalier d'Eon, al secolo (18o) Charles de Beaumont. Piace, che dire? I paralleli con Lady Oscar si sprecano, ma in questo caso l'anime è decisamente più noir di quel che si potrebbe pensare. inoltre, anzichè avere un diplomatico che fa il travestito, abbiam il prode d'Eon che viene posseduto dallo spirito della sorella morta, Lia (nome d'arte che il vero d'Eon assumeva in gonnella). A che pro, aspetto i prossimi episodi per dirlo. Disegni carini ma altalenanti, ambientazioni bellissime e curate (Speed Grapher e Gankutsuo han fatto scuola, rispettivamente). Sette segrete, associazioni a delinquere, la moglie di Luigi XV che parla con morti acconciati da barbie....ce n'è! Aspetto con ansia i prossimi espisodi.