Syomin Sample
A parere di chi scrive, se si vuole creare una commedia basata su schemi classici, la prima regola da rispettare è quella di non esagerare con le "stravaganze" nell'insensato tentativo di distinguersi dalla massa. Questo, ovviamente, non significa che bisogna limitarsi a un semplice "copia e incolla", ma che la differenza deve farla il modo in cui si è capaci di trattare in modo originale situazioni già viste e riviste in centinaia di anime con lo stesso tema di fondo; un'ambientazione particolare, una battuta giusta messa al posto giusto o una caratteristica di un personaggio diversa rispetto a quelle che siamo abituati a vedere di solito possono essere più che sufficienti per creare un prodotto godibile, seppur senza nessuna aspirazione particolare.
Riuscire a rivoluzionare un genere che conta alle sue spalle centinaia e centinaia di titoli è, invece, qualcosa di stramaledettamente difficile; per farlo occorrono genialità e decisione, due caratteristiche che, ovviamente, non possono essere alla portata di tutti. Se non le si possiede e si cerca lo stesso di strafare, il risultato novantanove volte su cento sarà un mezzo disastro, con la conseguenza di buttare alle ortiche anche quel poco di buono che, eventualmente, era stato realizzato.
"Syomin Sample", purtroppo, appartiene proprio a questa categoria di anime che da un lato prendono abbondanti spunti dagli stereotipi del passato e dall'altro spingono al massimo sul pedale delle esagerazioni; quando poi ci si accorge che il risultato ottenuto non è esattamente quello sperato, così come un gatto cerca di seppellire con la zampa il cibo che non gli piace, allo stesso modo si cerca di nascondere tutto con abbondanti dosi di fanservice, rendendo il tutto ancora più sgradevole.
Partiamo dalla trama. L'istituto Seika è una scuola femminile che accetta solo studentesse provenienti da famiglie benestanti. A causa dell'estremo isolamento in cui vivono, una volta fuori dalla scuola le ragazze incontreranno grandissimi problemi di integrazione col mondo esterno; per questo motivo i vertici dell'istituto decidono di ammettere all'interno della scuola un ragazzo comune, in modo da permettere alle studentesse di avere un primo approccio con qualcuno che potesse insegnargli com'è la vita nel mondo reale. Credendo erroneamente che si trattasse di un soggetto amante degli uomini e dei muscoli, la scelta cadrà su Kimito, uno studente come tanti e nulla più, che verrà letteralmente costretto a proseguire i suoi studi all'interno della Seika.
L'idea di base non è certamente originale ma ci può stare: in fondo è solo una scusa per porre il protagonista in un ambiente popolato da sole donne così come vuole il genere in cui quest'opera va collocata. Anche l'equivoco sulla presunta passione per i muscoli di Kimito è, a mio avviso, una buona trovata e andava sfruttata meglio e con una frequenza maggiore.
Tolto questo, però, ciò che rimane è la stupidità più assoluta: è stupida l'ambientazione, sono stupide le situazioni, ma soprattutto sono stupidi i personaggi. Le studentesse della Seika vivono praticamente da recluse e le loro difficoltà di approcciarsi con l'esterno sono comprensibili; ma da qui a rappresentarle come esseri vissuti fino a quel momento su un altro pianeta non ha nessun senso. Non credo fossero state tenute prigioniere lì dalla nascita, per cui è assurdo pensare che non sappiano come è fatta una città, cos'è un telefono cellulare e così via. Tutto questo sarebbe andato pure bene nel caso in cui si fosse voluto mettere in piedi una parodia su certe scuole elitarie, ma "Syomin Sample" è tutto tranne che questo.
Devo aggiungere che, anche accettando l'ipotesi del tutto sballata che le ragazze non conoscessero nulla del mondo, il giudizio non cambierebbe comunque: l'anime, infatti, si è dimostrato essere di una noia mortale per quasi tutta la sua durata, tanto da essere stato vicino ad abbandonarlo più di una volta. Perché l'ho visto fino alla fine? Solo perché è mia abitudine farlo sempre e comunque (o quasi).
Si salva forse l'apparato grafico, anche perché se si tratta di ecchi bisogna saperlo disegnare bene, se no meglio lasciar stare. Non salvo, invece, la colonna sonora: l'opening, in particolare, è davvero irritante.
In definitiva, "Syomin Sample" è un anime che, nonostante qualche buona trovata, si è dimostrato un anime qualitativamente scadente, almeno dal punto di vista della sceneggiatura. In verità, sin dall'inizio non mi aspettavo di certo un anime memorabile, ma solo un qualcosa di piacevole con cui passare qualche ora in allegria; purtroppo non è stato così.
Riuscire a rivoluzionare un genere che conta alle sue spalle centinaia e centinaia di titoli è, invece, qualcosa di stramaledettamente difficile; per farlo occorrono genialità e decisione, due caratteristiche che, ovviamente, non possono essere alla portata di tutti. Se non le si possiede e si cerca lo stesso di strafare, il risultato novantanove volte su cento sarà un mezzo disastro, con la conseguenza di buttare alle ortiche anche quel poco di buono che, eventualmente, era stato realizzato.
"Syomin Sample", purtroppo, appartiene proprio a questa categoria di anime che da un lato prendono abbondanti spunti dagli stereotipi del passato e dall'altro spingono al massimo sul pedale delle esagerazioni; quando poi ci si accorge che il risultato ottenuto non è esattamente quello sperato, così come un gatto cerca di seppellire con la zampa il cibo che non gli piace, allo stesso modo si cerca di nascondere tutto con abbondanti dosi di fanservice, rendendo il tutto ancora più sgradevole.
Partiamo dalla trama. L'istituto Seika è una scuola femminile che accetta solo studentesse provenienti da famiglie benestanti. A causa dell'estremo isolamento in cui vivono, una volta fuori dalla scuola le ragazze incontreranno grandissimi problemi di integrazione col mondo esterno; per questo motivo i vertici dell'istituto decidono di ammettere all'interno della scuola un ragazzo comune, in modo da permettere alle studentesse di avere un primo approccio con qualcuno che potesse insegnargli com'è la vita nel mondo reale. Credendo erroneamente che si trattasse di un soggetto amante degli uomini e dei muscoli, la scelta cadrà su Kimito, uno studente come tanti e nulla più, che verrà letteralmente costretto a proseguire i suoi studi all'interno della Seika.
L'idea di base non è certamente originale ma ci può stare: in fondo è solo una scusa per porre il protagonista in un ambiente popolato da sole donne così come vuole il genere in cui quest'opera va collocata. Anche l'equivoco sulla presunta passione per i muscoli di Kimito è, a mio avviso, una buona trovata e andava sfruttata meglio e con una frequenza maggiore.
Tolto questo, però, ciò che rimane è la stupidità più assoluta: è stupida l'ambientazione, sono stupide le situazioni, ma soprattutto sono stupidi i personaggi. Le studentesse della Seika vivono praticamente da recluse e le loro difficoltà di approcciarsi con l'esterno sono comprensibili; ma da qui a rappresentarle come esseri vissuti fino a quel momento su un altro pianeta non ha nessun senso. Non credo fossero state tenute prigioniere lì dalla nascita, per cui è assurdo pensare che non sappiano come è fatta una città, cos'è un telefono cellulare e così via. Tutto questo sarebbe andato pure bene nel caso in cui si fosse voluto mettere in piedi una parodia su certe scuole elitarie, ma "Syomin Sample" è tutto tranne che questo.
Devo aggiungere che, anche accettando l'ipotesi del tutto sballata che le ragazze non conoscessero nulla del mondo, il giudizio non cambierebbe comunque: l'anime, infatti, si è dimostrato essere di una noia mortale per quasi tutta la sua durata, tanto da essere stato vicino ad abbandonarlo più di una volta. Perché l'ho visto fino alla fine? Solo perché è mia abitudine farlo sempre e comunque (o quasi).
Si salva forse l'apparato grafico, anche perché se si tratta di ecchi bisogna saperlo disegnare bene, se no meglio lasciar stare. Non salvo, invece, la colonna sonora: l'opening, in particolare, è davvero irritante.
In definitiva, "Syomin Sample" è un anime che, nonostante qualche buona trovata, si è dimostrato un anime qualitativamente scadente, almeno dal punto di vista della sceneggiatura. In verità, sin dall'inizio non mi aspettavo di certo un anime memorabile, ma solo un qualcosa di piacevole con cui passare qualche ora in allegria; purtroppo non è stato così.
Il titolo originale sarebbe "Ore ga Ojousama Gakkou ni "Shomin Sample" Toshite Gets Sareta Ken", ma, per semplicizzare le cose e rendere il tutto un po' più umanamente concepibile, accettiamo pure il titolo abbreviato: "Shomin Sample". L'anime, uscito nel 2015 e composto da dodici episodi, mostrava una trama piuttosto accattivante, che pronosticava sviluppi divertenti e interessanti. Tuttavia, dopo averne affrontato la visione, non posso che affermare come sia rimasto terribilmente deluso. La storia si fossilizza immediatamente in un condizione di immobilità e insensatezza, e anche i personaggi non riescono a catturare l'attenzione, rimanendo mere figure bidimensionali, privi di una propria psicologia.
Ma andiamo con ordine e raccontiamo l'inizio di questa avventura, ovvero quando Kimito Kagurazaka, a causa di alcuni pettegolezzi da parte della sua amica d'infanzia, viene scambiato per un ragazzo amante dei muscoli e dei corpi maschili. Proprio per questo motivo viene preso a forza e condotto in una prestigiosa scuola femminile, in cui ragazze aristocratiche ricevono un'istruzione adeguata al loro status.
Ma cosa gli servirà mai un cittadino così comune e normale? In effetti Kimito è stato "sequestrato" proprio per questa sua normalità. Un problema riscontrato dalle fanciulle ivi presenti è quello di non sapersi rapportare con il mondo circostante. Una volta uscite da scuola, si ritrovano catapultate in una dimensione completamente estranea... disperse e spaurite. Ecco allora la soluzione: portare un cittadino comune nell'istituto e fare in modo che questo istruisca le varie ragazze. Non si prevedono problemi, in quanto Kimito non prova, almeno secondo loro, alcuna attrazione per il fascino femminile.
Lasciamo perdere, per un secondo, l'insensatezza di tale incipit; questo, infatti, sarebbe potuto essere un bell'inizio, tutto sommato, per la storia. Un ragazzo creduto gay, rinchiuso in una scuola piena di belle ragazze e con la paura di essere scoperto (pena il taglio dei propri organi genitali). Insomma, si sarebbe potuto anche chiudere un occhio sul sequestro di persona, classificandolo come un elemento demenziale.
Peccato che tale vena demenziale non si mantenga nel corso della serie, se non nella rappresentazione delle varie ragazze come gallinette prive di cervello, piuttosto sessista a dire il vero. Comprendo la necessità di realizzare fanciulle estranee al mondo comune, ma vedere tutte le volte la loro sorpresa per ogni piccolo dettaglio... alquanto noioso.
I personaggi principali, seppur simpatici, non hanno la forza espressiva capace di conquistare lo spettatore. Scelgono dei ruoli prestabiliti e poi non li abbandoneranno mai, quasi avessero paura ad azzardare. Il protagonista, Kimito, è il classico personaggio da harem; imbranato col gentil sesso, per nulla approfittatore e, diciamolo pure, particolarmente svampito. E' vero che questa volta ha una buona scusa per evitare approcci sessuali, ma non credo possa essere considerata un pretesto del tutto valido.
Le uniche a salvarsi sono Miyuki Kujou, la taciturna cameriera che sembra tutta distaccata nei confronti del giovane protagonista, ma che, sotto sotto, pare nascondere un segreto; ed Eri Hanae, l'amica d'infanzia di Kimito che, chissà per quale motivo, mi è stata simpatica fin da subito... forse per il semplice fatto di essere stata lasciata indietro da sola.
La grafica non splende in maniera eccessiva, o meglio, è tutto uno sfavillio di luci e brillantini che, con il tempo, stancano e annoiano. I personaggi sono stati rappresentati in maniera fanciullesca: occhioni spropositati e visini candidi e puliti. Il tutto per creare un effetto fiabesco e un'atmosfera rilassata, come se Kimito fosse stato catapultato in un altro mondo.
Il doppiaggio è buono e anche le musiche non sono male. Peccato per la regia che, a mio avviso, non ha saputo esaltare il materiale (seppur minimo) che aveva a disposizione. Un andamento lento, fin troppo, esasperato da movimenti farraginosi e poco naturali.
Dopo aver criticato ogni cosa possibile e immaginabile di "Shomin Sample", vorrei comunque precisare che, in fin dei conti, non rappresenta tutta questa mostruosità di anime. Non mi sono annoiato in maniera eccessiva e anche il divertimento è assicurato. Una serie semplice, che va presa con molta superficialità e senza aspettative eccessive.
Il finale fa storcere un po' il naso: finalmente la storia aveva un proprio scopo, peccato per questo ritorno ridondante della demenza e dell'umorismo forzato.
Voto finale: 6 meno (ma con una manica eccessivamente larga)
Ma andiamo con ordine e raccontiamo l'inizio di questa avventura, ovvero quando Kimito Kagurazaka, a causa di alcuni pettegolezzi da parte della sua amica d'infanzia, viene scambiato per un ragazzo amante dei muscoli e dei corpi maschili. Proprio per questo motivo viene preso a forza e condotto in una prestigiosa scuola femminile, in cui ragazze aristocratiche ricevono un'istruzione adeguata al loro status.
Ma cosa gli servirà mai un cittadino così comune e normale? In effetti Kimito è stato "sequestrato" proprio per questa sua normalità. Un problema riscontrato dalle fanciulle ivi presenti è quello di non sapersi rapportare con il mondo circostante. Una volta uscite da scuola, si ritrovano catapultate in una dimensione completamente estranea... disperse e spaurite. Ecco allora la soluzione: portare un cittadino comune nell'istituto e fare in modo che questo istruisca le varie ragazze. Non si prevedono problemi, in quanto Kimito non prova, almeno secondo loro, alcuna attrazione per il fascino femminile.
Lasciamo perdere, per un secondo, l'insensatezza di tale incipit; questo, infatti, sarebbe potuto essere un bell'inizio, tutto sommato, per la storia. Un ragazzo creduto gay, rinchiuso in una scuola piena di belle ragazze e con la paura di essere scoperto (pena il taglio dei propri organi genitali). Insomma, si sarebbe potuto anche chiudere un occhio sul sequestro di persona, classificandolo come un elemento demenziale.
Peccato che tale vena demenziale non si mantenga nel corso della serie, se non nella rappresentazione delle varie ragazze come gallinette prive di cervello, piuttosto sessista a dire il vero. Comprendo la necessità di realizzare fanciulle estranee al mondo comune, ma vedere tutte le volte la loro sorpresa per ogni piccolo dettaglio... alquanto noioso.
I personaggi principali, seppur simpatici, non hanno la forza espressiva capace di conquistare lo spettatore. Scelgono dei ruoli prestabiliti e poi non li abbandoneranno mai, quasi avessero paura ad azzardare. Il protagonista, Kimito, è il classico personaggio da harem; imbranato col gentil sesso, per nulla approfittatore e, diciamolo pure, particolarmente svampito. E' vero che questa volta ha una buona scusa per evitare approcci sessuali, ma non credo possa essere considerata un pretesto del tutto valido.
Le uniche a salvarsi sono Miyuki Kujou, la taciturna cameriera che sembra tutta distaccata nei confronti del giovane protagonista, ma che, sotto sotto, pare nascondere un segreto; ed Eri Hanae, l'amica d'infanzia di Kimito che, chissà per quale motivo, mi è stata simpatica fin da subito... forse per il semplice fatto di essere stata lasciata indietro da sola.
La grafica non splende in maniera eccessiva, o meglio, è tutto uno sfavillio di luci e brillantini che, con il tempo, stancano e annoiano. I personaggi sono stati rappresentati in maniera fanciullesca: occhioni spropositati e visini candidi e puliti. Il tutto per creare un effetto fiabesco e un'atmosfera rilassata, come se Kimito fosse stato catapultato in un altro mondo.
Il doppiaggio è buono e anche le musiche non sono male. Peccato per la regia che, a mio avviso, non ha saputo esaltare il materiale (seppur minimo) che aveva a disposizione. Un andamento lento, fin troppo, esasperato da movimenti farraginosi e poco naturali.
Dopo aver criticato ogni cosa possibile e immaginabile di "Shomin Sample", vorrei comunque precisare che, in fin dei conti, non rappresenta tutta questa mostruosità di anime. Non mi sono annoiato in maniera eccessiva e anche il divertimento è assicurato. Una serie semplice, che va presa con molta superficialità e senza aspettative eccessive.
Il finale fa storcere un po' il naso: finalmente la storia aveva un proprio scopo, peccato per questo ritorno ridondante della demenza e dell'umorismo forzato.
Voto finale: 6 meno (ma con una manica eccessivamente larga)
La stagione autunnale 2015 ha dato alla luce diversi titoli dei più disparati generi. Se dovessi descrivere il genere del titolo che mi presto a recensire, ovvero "Syomin Sample" ("Il campione di cittadino comune"), direi che si tratta di una serie "freetime", cioè una serie che non ha uno scopo in sé, non serve a far riflettere in alcun modo lo spettatore, ma solamente a intrattenerlo con vicende slice-of-life scolastiche con sfondo comico; ma andiamo con ordine.
Per quel che riguarda la trama, l'anime narra del nostro Cittadino Comune Kimito che, dopo essere stato rapito, viene costretto a studiare in un'accademia per ragazze di buona famiglia e a fare in modo che queste ragazze siamo a loro agio con ciò che è il mondo dei Cittadini Comuni con cui entreranno a contatto una volta diplomatesi dall'accademia. L'accademia infatti è un luogo distaccato, situato lontano dalla città e dalle modernità, in cui le ragazze vivono tutelate e al sicuro dal mondo esterno. Quando Kimito compare nell'accademia, tutte le ragazze sono perciò incuriosite da lui a causa della sua conoscenza di un mondo a loro invece sconosciuto.
I primi dieci episodi sono caratterizzati dall'introduzione dei vari personaggi principali e dagli eventi che coinvolgono il loro "Club del Cittadino Comune" (creato per scoprire il mondo dei Cittadini Comuni) formato da Kimito e quattro ragazze: Aika, Reiko, Hakua e Karen.
Gli ultimi due episodi raccontano un evento che coinvolge una delle quattro ragazze e come gli altri membri del Club si espongano per aiutarla. Ciò mi sembra un po' una forzatura dovuta al fatto di far concludere la serie col tentativo di mettere un punto fermo, peraltro fallito, poiché, mentre la prima metà dell'episodio 12 è un insieme di parodie e casualità varie che portano al suddetto punto fermo, la seconda riporta lo stato delle cose a come erano alla fine dell'episodio 10, cioè il nulla.
L'apparato grafico è gradevole come ci si dovrebbe aspettare da una serie degli ultimi anni, con colori chiari e luminosi che donano all'ambiente in cui si svolgono gli eventi una certa aura di ricchezza e ostentazione di essa, tipica, almeno per ciò che i disegnatori vogliono farci credere, dell'alta società. Ciò è particolarmente visibile nel corso di tutta la serie, in cui il denaro dell'accademia è spesso speso per le cose più futili, come visibile negli episodi 1 e 6, in cui nel primo episodio la stanza di Kimito viene ricreata nel dormitorio dell'accademia con grande uso di denaro, mentre nel sesto viene costruita un'intera città, "Shominland", con negozi, fastfood e game center ad uso di attività extracurricolari.
Per quel che riguarda l'apparato sonoro il genere dell'anime non è portato per colonne sonore epiche, bensì per musiche di sottofondo per creare la sensazione di leggerezza e allegria dovuta alla comicità e all'assurdità degli eventi e del setting della trama. L'unica cosa che mi ha dato un po' fastidio è stato nell'episodio 6, quando in un game center in un gioco di ballo viene utilizzata la opening per far ballare le ragazze, ma è un'opinione personale. Da qui direi che opening ed ending sono ben inquadrate nel contesto.
Tornando al genere, vengono mischiati elementi tipici degli ecchi, dei comici e ovviamente degli harem.
Per concludere: "Syomin Sample" è stata una serie per cui, non lo nascondo, è servita parecchia forza di volontà per arrivare alla fine, visto che le varie falle e la piattezza della trama non coinvolgono particolarmente lo spettatore, che resta sveglio solo grazie alle gag che nascono principalmente dalle diversità tra il mondo agli occhi delle ragazze, pieno di meraviglie per le normalità dei Cittadini Comuni, e quello agli occhi di Kimito che, comportandosi normalmente, crea stupore intorno a lui.
Consiglio quindi la visione agli amanti del genere, anche se ve ne sono di migliori in giro, ma è meglio che coloro i quali cercano in un anime un coinvolgimento di qualche tipo ne stiamo alla larga.
Per quel che riguarda la trama, l'anime narra del nostro Cittadino Comune Kimito che, dopo essere stato rapito, viene costretto a studiare in un'accademia per ragazze di buona famiglia e a fare in modo che queste ragazze siamo a loro agio con ciò che è il mondo dei Cittadini Comuni con cui entreranno a contatto una volta diplomatesi dall'accademia. L'accademia infatti è un luogo distaccato, situato lontano dalla città e dalle modernità, in cui le ragazze vivono tutelate e al sicuro dal mondo esterno. Quando Kimito compare nell'accademia, tutte le ragazze sono perciò incuriosite da lui a causa della sua conoscenza di un mondo a loro invece sconosciuto.
I primi dieci episodi sono caratterizzati dall'introduzione dei vari personaggi principali e dagli eventi che coinvolgono il loro "Club del Cittadino Comune" (creato per scoprire il mondo dei Cittadini Comuni) formato da Kimito e quattro ragazze: Aika, Reiko, Hakua e Karen.
Gli ultimi due episodi raccontano un evento che coinvolge una delle quattro ragazze e come gli altri membri del Club si espongano per aiutarla. Ciò mi sembra un po' una forzatura dovuta al fatto di far concludere la serie col tentativo di mettere un punto fermo, peraltro fallito, poiché, mentre la prima metà dell'episodio 12 è un insieme di parodie e casualità varie che portano al suddetto punto fermo, la seconda riporta lo stato delle cose a come erano alla fine dell'episodio 10, cioè il nulla.
L'apparato grafico è gradevole come ci si dovrebbe aspettare da una serie degli ultimi anni, con colori chiari e luminosi che donano all'ambiente in cui si svolgono gli eventi una certa aura di ricchezza e ostentazione di essa, tipica, almeno per ciò che i disegnatori vogliono farci credere, dell'alta società. Ciò è particolarmente visibile nel corso di tutta la serie, in cui il denaro dell'accademia è spesso speso per le cose più futili, come visibile negli episodi 1 e 6, in cui nel primo episodio la stanza di Kimito viene ricreata nel dormitorio dell'accademia con grande uso di denaro, mentre nel sesto viene costruita un'intera città, "Shominland", con negozi, fastfood e game center ad uso di attività extracurricolari.
Per quel che riguarda l'apparato sonoro il genere dell'anime non è portato per colonne sonore epiche, bensì per musiche di sottofondo per creare la sensazione di leggerezza e allegria dovuta alla comicità e all'assurdità degli eventi e del setting della trama. L'unica cosa che mi ha dato un po' fastidio è stato nell'episodio 6, quando in un game center in un gioco di ballo viene utilizzata la opening per far ballare le ragazze, ma è un'opinione personale. Da qui direi che opening ed ending sono ben inquadrate nel contesto.
Tornando al genere, vengono mischiati elementi tipici degli ecchi, dei comici e ovviamente degli harem.
Per concludere: "Syomin Sample" è stata una serie per cui, non lo nascondo, è servita parecchia forza di volontà per arrivare alla fine, visto che le varie falle e la piattezza della trama non coinvolgono particolarmente lo spettatore, che resta sveglio solo grazie alle gag che nascono principalmente dalle diversità tra il mondo agli occhi delle ragazze, pieno di meraviglie per le normalità dei Cittadini Comuni, e quello agli occhi di Kimito che, comportandosi normalmente, crea stupore intorno a lui.
Consiglio quindi la visione agli amanti del genere, anche se ve ne sono di migliori in giro, ma è meglio che coloro i quali cercano in un anime un coinvolgimento di qualche tipo ne stiamo alla larga.